Pegno d'amore

x Doomchan

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    Thresh si rivelò piuttosto generoso con le informazioni. la consolò un pochino scoprire che ciò che interessava Thresh non era solo Sae, ma soprattutto ciò che la circondava. Era combattuta perché da un lato era felice di sapere che c'era un grande mistero che distraeva Thresh da lei, e dall'altro le dava fastidio sapere che era vedova e quindi "libera". La faccenda però incuriosì anche Nefertiti, sollevò un dito pronta a fare una domanda che però Thresh anticipò, facendola zittire e drizzare le orecchie. Non confermò che Caius aveva il cadavere di Sae, ma parlò del cubo, del fatto che non poteva essere un caso aver conosciuto Sae, e si sforzò con tutta se stessa per non mostrare la sua faccia sempre più gelosa. Cosa che riusciva davvero malamente a nascondere, al non morto non poteva sfuggire la mascella serrata, le braccia conserte che nascondeva i pugni che si chiudevano con forza, come se avesse voluto trattenere se stessa anche fisicamente. Le rodeva in profondità che Sae fosse così interessante, ma allo stesso tempo voleva saperne di più anche lei. Come poteva però avvicinare Sae e impedire che Thresh le mettesse le mani addosso e invaghirsi di lei? Si sentiva frustrata, doveva fare una scelta. Le lusinghe di Thresh attecchirono, il fatto che aveva fatto tremare un nobile non lo aveva ancora metabolizzato, per lei era solo uno spilungone bastardo che le aveva tirato uno scherzo pessimo che l'aveva portata a subire un vero e proprio stupro. Ma più di tutto ciò che la ammorbidì fu che Thresh aveva piena fiducia in lei. Agitò le braccia ancora conserte, come se fosse pronta a fare i capricci, e anche la sua espressione aveva tutta l'aria di chi aveva voglia di fare i capricci, ma non lo fece.
    OCCHEI!
    Sbottò, sciolse le braccia borbottando qualcosa a bassissima voce fra se e sè incomprensibile. Le faceva un immenso piacere sapere che Thresh contava su di lei. La ingelosiva il fatto che in quel periodo nei suoi pensieri c'era quella maledetta mammina pancina! Avevano appena finito di fare sesso nel modo più malato possibile ed i suoi primi pensieri sono andati a quella maledetta secca! Pure ad Artù sembrava piacerle, Morgana la adorava, e Lancillotto si entusiasmava con quella femmina. La cosa che più la faceva incazzare era che capiva perfettamente il motivo, poiché dopotutto se toglieva la sua immensa gelosia, piaceva anche a lei. Il suo fare materno era un punto debole per Nefertiti. Si sentiva messa un pochino da parte, e sebbene un tempo ne sarebbe stata molto sollevata, adesso ne era ferita.

    Ci penso io, ma voglio sapere anche io di questa storia, se mi tieni all'oscuro di cosa scopri e di cosa succede mi farai incazzare.
    Nefertiti non voleva essere il gorilla del boss che obbediva e si limitava a proteggere senza fare domande, se proprio doveva aiutarlo, voleva essere complice in quel casino.
     
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    Era piuttosto divertente essere testimone del dissidio di Nefertiti: da una parte la gelosia, dall'altra la curiosità. Da un lato una ragazza forte e decisa, dall'altro, una che non sapeva riconoscere i suoi talenti e i suoi traguardi. Quella ragazza era davvero irresistibile per Thresh, tant'è che quando accettò con quella velata minaccia il professore si avvicinò di colpo a lei, sghignazzando malefico per avvicinarsi pericolosamente al suo bel faccino color caramello.
    Non so se mi dispiace l'idea di farti incazzare... dopo oggi, sono curioso di sapere cosa potresti farmi...
    Non funzionava con lui, c'era poco da fare, anzi era bastato minacciarlo perché quell'arnese pallido a riposo tra le sue gambe iniziasse di nuovo ad agitarsi sul ventre di Nefertiti, visto che erano così vicini da potersi toccare. Piuttosto che cedere alla lussuria però, Thresh decise di farle capire che la loro collaborazione non era affatto a senso unico, quindi allungò una mano verso di lei, facendola scivolare sopra alla spalla, carezzandole la nuca e tirandola verso di sé, in modo da accoglierla in un abbraccio quasi paterno sul suo petto. La bocca del non morto avrebbe sfiorato i capelli della ragazza, senza baciarla, respirandole sopra mentre abbassava il tono di voce, come se stesse sussurrando un segreto unicamente per lei.
    Non hai ancora capito quanto io abbia bisogno di te, vero? Ti dirò tutto quello che scoprirò, e mi aiuterai a capire... e quando avrò bisogno di te, mi aiuterai ad andare fino in fondo a questa storia. Se avrò bisogno di fare a pezzi quella donna, tu mi aiuterai a farlo... nel corpo, e nella mente, perché sei la mia allieva diletta... la mia tempesta... la MIA Nefertiti.
    Solo a quel punto le baciò il capo. Un bacio lentissimo, tutt'altro che lascivo, ma colmo di un sentimento malato. Avevano già incrociato le loro labbra più volte, si erano baciati selvaggiamente, mentre scopavano a caccia del piacere più intenso, del legame più osceno. Ma Thresh non l'aveva mai baciata in quel modo, anzi forse non aveva mai baciato in quel modo nessuno. Era un bacio sacro, di quelli che un devoto serba per i piedi della statua del suo salvatore, un bacio che l'imperatore presta ai gioielli della sua corona, qualcosa di sacro, inviolabile, perpetuo. Ma a differenza di uno stoico fedele, o di un predestinato sovrano, Thresh la baciava come se fosse il suo tesoro proibito, qualcosa non da tenere al proprio fianco perché degna di essere temuta, ma perché capace di ogni meraviglia che quell'uomo folle fosse capace di immaginare. Un bacio per la sua reliquia sacra, carico di devozione ma anche di un istinto possessivo che non gli avrebbe permesso di dividerla con nessuno. Se avesse alzato lo sguardo verso di lui, Nefertiti lo avrebbe trovato con le labbra dischiuse, pronto a prendersi anche un bacio meno sacro di quello.
     
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    Non poteva biasimarla se Nefertiti non aveva idea di quanto in realtà fosse importante per Thresh, dopotutto era cresciuta per strada come una randagia senza genitori, senza conosce l'amore sincero. Era profondamente convinta che doveva sempre lottare per avere l'affetto, che se si adagiava sugli allori, avrebbe perso quel briciolo di amore che le avevano mostrato. Sussultò sorpresa nel averlo improvvisamente vicinissimo, mentre maliziosamente le rivelava che era curioso di vederla incazzata.
    Non sottovalutarmi, so essere davvero sadica, e non nel modo in cui stai immaginando le cose.
    Il guaio era che un pochino lo conosceva, e quindi sarebbe stata spietata a fargli i dispetti dove lui più ne avrebbe sofferto come per esempio fargli sparire le sue merendine preferite proprio quando più ne voleva una. Oppure costringerlo a qualcosa di melenso e noioso e castissimo. Sapeva dove colpire, e dal ghigno che aveva assunto Nefertiti avrebbe dovuto intuire che le sue punizioni non avrebbero avuto niente di "eccitante". Altrimenti che punizione sarebbe stata? Ciò che seguì sorprese ancora più profondamente la ragazza, che rimase un primo momento rigida nel sentirsi stringere affettuosamente da lui, senza intenti perversi, o quasi, lo sentiva eccome il suo arnese che era pronto per ricominciare. Thresh però mise da parte la sua parte più lasciva e perversa per dirle qualcosa di così profondamente importante che fece arrossire Nefertiti fino alle punte delle orecchie. Divenne ancora più paonazza quando ricevette il suo bacio casto e dolce sulla testa, ricordandole un bacio paterno, qualcosa che non aveva mai ricevuto in vita sua e che la scombussolò, facendola boccheggiare per poter rispondere in qualche modo ma non ci riuscì. Rispose a quel piccolo bacio stringendolo fra le braccia, fortissimo, nascondendo il suo volto poggiando la fronte contro i pettorali. Le tremavano un pochino le dita, ma era dovuto al profondo affetto che provava per lui e che non riusciva nemmeno a quantificare. Rimase in quel modo lunghissimi minuti, accoccolandosi contro di lui, lasciando che la sua mente si riempisse di domande, di pensieri confortanti, che le dicevano che aveva finalmente trovato il suo posto, la sua casa. Solo alla fine quando capì che fra loro due c'era un legame speciale ed ineguagliabile, sollevò il viso verso di lui e dopo un piccolo sorriso felice lo baciò di nuovo sulle labbra, per suggellare quel piccolo patto fra di loro.
     
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