I Cavalieri Neri

x Hina

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    Quello che successe dopo fu... strano, ma estremamente spontaneo. Sae avrebbe sicuramente tenuto l'attenzione alle stelle per tutto il tempo ma in realtà avrebbe dovuto constatare che le cose sarebbero tornate piuttosto alla normalità. Una normalità inattesa, ma piuttosto tranquilla. Anzitutto il suo corpo non avrebbe subito altre conseguenze: Thresh aveva parlato di una droga ma non era andata assolutamente in assuefazione o in astinenza, semplicemente dopo un pò di riposo l'effetto della fiala si era affievolito fino a sparire completamente. Vedeva gli spiriti come da norma, ma niente più cose strane super potenziate. Il suo corpo non aveva dato acciacchi: si sentiva in forma ed era ben riposata. Vedendo Faust portarsi via il cubo forse avrebbe potuto immaginarsi chissà quale epidemia di follia a scuola, ma in realtà alla Sapienza filava tutto liscio, anzi: i professori stavano iniziando ad affezionarsi a lei e diventare affiatati, e i ragazzi la trattavano sempre con maggiore rispetto, affidandosi a lei quando avevano bisogno di aiuto. La cosa più strana riguardò sicuramente Banner: a quell'uomo sembravano essere stati recisi dei ricordi, o più precisamente... dei legami. Era gentile con lei, simpatico e scherzoso, ma non aveva più le sue uscite da gran figo quando si voleva togliere gli occhiali. Al massimo lo faceva incautamente, senza accorgersene, ma si comportava un pò come se Sae non avesse mai conosciuto quel lato di sé, e lo teneva ancora nascosto. Non sembrava neanche ricordare delle loro notti assieme, o dei momenti più strani, ricordava solo di aver condiviso qualche documento riguardante il cubo ed era felice di sapere che l'artefatto non era in suo possesso. Si era scusato moltissimo per averla fatta arrabbiare quel fatidico giorno, e nella speranza di farsi perdonare le spiegò che aveva ricevuto un suo messaggio che gli chiedeva di andare a prendere sua figlia dai nonni. Gli anziani signori avevano confermato ed effettivamente quel messaggio compariva anche sul telefono di Sae. Un altro scherzo del cubo o una richiesta inconscia di tenere al sicuro sua figlia in un momento di disperazione? Sua figlia invece ricordava tutto, e ogni tanto scherzava con sua madre di tutti quei bei ragazzi che le giravano attorno. per lei quell'avventura era stata un gioco, non parlava mai del cubo come se fosse qualcosa di speciale, non lo nominava proprio: lei se lo era ritrovato tra le mani come una tazzina di plastica o un cellulare finto, e non aveva fatto altro che godersi le strane interazioni di sua madre. Le aveva chiesto di non lasciarla spesso dai nonni, perché le piaceva avere a che fare con gente strana a casa loro, e non le piaceva che i nonni reagissero in maniera strana quando gli parlava di Jiji. Già, Jiji, chi diavolo era quell'entità? Aveva iniziato a manifestarsi dopo che la storia del cubo era iniziata, ma Sae non era riuscita a vederlo neanche quando i suoi poteri erano al massimo. Solo sua figlia sembrava poter interagire con lui, ma non ne era spaventata. Tuttavia, se Sae cercava di farsi spiegare dalla piccola chi fosse e cosa volesse, lei non sapeva risponderle. Sapeva solo che era sua amico, e la sua compagnia non la spaventava. Il concetto di ineffabile è strano da comprendere per un bambino, ma un sentimento spontaneo non ha bisogno di interpretazioni per loro. E a proposito di bambini: anche Mike era tornato alla normalità, più o meno. Non aveva ripreso l'uso della voce, evidentemente qualcosa si era rotto in lui, ma era tornato a frequentare la scuola e quell'esperienza gli aveva dato coraggio, tanto che non era più il ragazzino timido che evitava i ragazzi più grossi, ma si faceva rispettare anche senza usare la voce, con la dedizione e la forza di volontà. Sae gli aveva senz'altro insegnato qualcosa, e dopo essersi guadagnato il rispetto dei suoi compagni era entrato a far parte dei Black Knights, la squadra sportiva ufficiale della sapienza. Quali sentimenti provasse a quel punto per Sae era difficile da capire. Dopo il suo ritorno, i genitori del ragazzo erano andati a ringraziare di persona Sae per averlo riportato a casa, e si erano affidati a lei per la sua educazione. Lui non si comportava in maniera fredda, ma cercava di non stare troppo tempo con lei, per timore di riaccendere qualcosa. Arrossiva quando Sae gli sorrideva e distoglieva lo sguardo con aria pensierosa. Ma lei non era più la sua ossessione, e viveva la sua esperienza a scuola in serenità. Quindi, in sostanza, tutto bene? Un good ending da manuale, certo con qualche stranezza di troppo, e quei sorrisi maliziosi e perversi che Thresh le lanciava quando si incrociavano per i corridoi della scuola, ma tutto era andato per il verso giusto. Anche se non poteva stare del tutto tranquilla, Sae poteva dire per certo che quella piccola missione l'aveva compiuta. Aveva reciso i legami col cubo, Mike era salvo e Banner non era più ossessionato da lei. L'unico dramma era che per la ricerca di risposte su suo marito era praticamente tornata all'inizio, ma quello era l'ultimo dei problemi. Mentre quei pensieri le attraversavano la testa, l'ultima lezione della giornata finì e dopo un solenne inchino seguito da un sentito ringraziamento degli alunni, la classe iniziò a svuotarsi, lasciando Sae da sola con gli ultimi della fila, che avevano volutamente atteso che tutti gli altri andassero via. Erano in 3, e sotto le giacche della divisa indossavano le casacche sportive della squadra dei Black Knights. Sae li conosceva bene: il silenzioso Mike, il gigantesco Lancillotto e la seducente Morgana. Fu la ragazza a farsi avanti, visto che i due non erano famosi per la loro parlantina sciolta, e lo fece con un sorriso entusiasta.
    Professoressa! Anzitutto grazie per la lezione, stanno diventando sempre più entusiasmanti, io le seguo davvero rapita, non sto scherzando! Credo che sia diventata la mia materia preferita, ne parlo di continuo, vero ragazzi?
    Si voltò verso i due: uno annuì, l'altro mugugnò, e Morgana abbassò le sopracciglia delusa, sbuffando nervosamente.
    Wow... ho avuto conversazioni più interessanti con Raizex! Cavolo...
    Tornò a parlare con Sae, sforzando il suo sorriso il più possibile per riprendersi dallo squallore dei suoi compagni.
    Però... prof... avrebbe qualche minuto da dedicarci? Vorremmo parlarle di una questione importante e non me la sentirei di chiederlo a nessun altro dei nostri professori. Se non può possiamo riparlarne dopo, mi dica solo quando, ci terremo liberi!
    Morgana sembrava davvero entusiasta di condividere con Sae una certa informazione ma non voleva essere indisponente. Come già detto, tutti stavano iniziando a trattare Sae con maggiore rispetto, e quei ragazzi non facevano eccezione.
     
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    I giorni seguenti alla sua avventura, tutto tornò alla normalità. No, non trovava esatto definirla normalità, meglio definirla tranquillità. Sua figlia aveva provato a spiegare qualcosa, ma come immaginava diventava tutto più confuso. Provò anche a sondarla con i suoi poteri per essere sicura che stesse bene, e sembrava che fosse tutto apposto, si era divertita, aveva giocato ed era serena. Quello fu per lei un gran sollievo. Quelli che ci erano finiti di mezzo erano gli adulti, ed avevano passato dei brutti momenti. Continuava a spaventarla l'idea che fosse successo tutto per un desiderio inconscio di sua figlia. Provò a rifletterci su per mettere assieme i pezzi. In effetti, era strano che quelli che si erano ossessionati con lei erano due ragazzi con i capelli ricci/mossi e gli occhiali, esattamente come Jacob. Che desiderasse avere un nuovo papà? Qualcuno che potesse somigliare a Jacob a livello di personalità? Per sua fortuna entrambi non furono più ossessionati con lei, Mike le sorrideva era gentile e quando lo guardava negli occhi, ci percepiva dell'affetto, era rimasto il ricordo di ciò che era successo, c'era ancora un legame fra loro due. Sebbene non più offuscato da stranezze, il loro rapporto si era evoluto, per Sae, Mike era uno dei suoi studenti preferiti, e per cui si preoccupava molto. Un pochino come se fosse un suo stretto parente di cui prendersi cura. Non poteva farci nulla, dopo ciò che gli aveva fatto passare, era entrato nel suo cuore. Banner invece era stato un duro colpo, i suoi occhi erano freddi, distanti. Non ricordava niente di lei, di ciò che avevano passato insieme. La loro complicità era sparita del tutto, si nascondeva anche a lei dietro i suoi spessi occhiali e i sorrisi gentili: Sae aveva perso un amico. Però forse era meglio così, se gli fosse successo qualcosa di brutto per colpa sua non se lo sarebbe perdonato. Ogni tanto si ritrovava a guardarlo con nostalgia, pensando che le era piaciuto averlo attorno che si preoccupava per lei, l'aveva fatta sentire meno sola. Avere un alleato in mezzo a tutte quelle stranezze le aveva dato coraggio, ma se doveva rischiare che faceva la fine di Mike, era meglio tenerlo lontano, come un semplice collega simpatico e gentile. Già, però chissà perché alle volte sbirciava nella scollatura della sua maglietta, guardando la curva dei pettorali, o gli guardava il sedere, ricordando quanto era stato sexy sul suo letto, e nessuno sembrava accorgersene. Era triste che dovesse considerarlo come un piccolo tesoro nascosto della scuola. Uno di quelli di cui non poteva bearsene mai più. Lui non ricordava niente di lei, ma Sae gli voleva bene. Era doloroso sentirlo freddo e distante con lei. Ovviamente non ne era innamorata, il suo cuore apparteneva a Jacob, e serviva davvero molto per poter entrare nel suo cuore e farle vivere un nuovo amore. Aveva smesso anche di cercare un contatto con Jacob, aveva paura che potesse manifestarsi ancora qualcosa per colpa del cubo. Ed a proposito di esso, c'erano ancora molte cose che non riusciva a spiegarsi: l'influenza che avevano avuto sui sentimenti di Mike e Banner. Quello era una delle cose più spaventose in assoluto. Il cubo era tornato nelle mani del professore, e più di qualche volta si chiese se non fosse opera sua il fatto che Banner non ricordasse nemmeno che le aveva parlato di Thresh, che le avesse trasmesso il sospetto che aveva su di lui. Non riusciva a credere che fosse un caso, ma non aveva nessuna prova. Ed a proposito del professor Carnovash, non lo aveva perdonato, e non lo avrebbe fatto perché era sicura che lui non si sarebbe mai pentito per come l'aveva trattata. Avevano punti di vista molto diversi, ma ciò non lo giustificava ad averla maltrattata in quel modo, abusando della sua superiorità fisica su di lei. Fu difficile, ma tornò alla sua vita da professoressa, concentrandosi sul suo lavoro, facendo ricerche sul mondo spiritico e sui medium.
    Alla fine di una delle sue solite giornate di lavoro, tre dei suoi studenti rimasero in classe, ad aspettarla per poterle parlare. Furono proprio i tre ragazzi con cui tutto era iniziato. Si fece avanti Morgana che si complimentò con lei, strappandole un sorriso sincero.

    Ciò mi rende davvero felice Morgana, grazie. Spero di riuscire a tenere altissimo il vostro interesse anche per le prossime lezioni.
    La ragazza però non si fermò solo ai complimenti e rivelò che le serviva il suo aiuto. Sae sorrise, rendendosi disponibile.

    Sì, certo ragazzi, parliamone adesso, ho qualche ora di buca. Di che si tratta?
    Posò la sua borsa ed i registri sul tavolino, poggiandosi sulla cattedra, prestando loro tutta la sua attenzione.
     
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    La risposta positiva della professoressa fece saltare di gioia Morgana che subito afferrò la sedia più vicina, portandosela dietro la schiena per potersi sedere davanti alla cattedra. I due ragazzi fecero lo stesso, ma Mike si sedette dietro Morgana su un baco, mentre Lancillotto rimase in piedi con le braccia conserte.
    Dunque, non vorrei confonderla spiegandole le cose nell'ordine sbagliato, quindi partirò con una sintesi e poi le spiegherò tutto nel dettaglio: abbiamo bisogno di una consulente strategica nella nostra squadra, una specie di allenatore secondario ma che non si occupi solo della preparazione fisica. Alcuni degli sport a cui partecipiamo sono per Combattenti, e dobbiamo essere pronti non solo fisicamente ma anche su altri punti di vista, anche perché quest'anno stiamo cercando seriamente di partecipare alle olimpiadi e il nostro sport di punta è rientrato giusto l'anno scorso negli sport ufficiali!
    Morgana era chiaramente piena di entusiasmo, e non le aveva spiegato molto bene di cosa si trattasse. Sae però, anche dall'alto della sua scarsa conoscenza dello sport, poteva sapere indubbiamente che alcune discipline riservate ai combattenti richiedevano molto più che il mero allenamento fisico. Quando si tratta di combattenti entrano in gioco poteri speciali, caratteristiche razziali e altri fenomeni particolari, quindi avere a disposizione un consulente che fosse esperto in certe materie era molto importante. Essendo lei molto preparata sull'occulto, poteva essere preziosissima per analizzare la squadra avversaria e trovare i loro punti deboli. Un'attività impegnativa, certo, ma estremamente soddisfacente. Una Sae attaccata ai suoi studenti avrebbe dovuto trovare lusinghiero che i ragazzi nutrissero così tanto rispetto e fiducia da affidarle un ruolo del genere nel loro futuro, considerando che non si trattava di semplici giochi tra scuole visto che Morgana aveva parlato di olimpiadi. Per farle capire l'importanza della situazione, Sae vide Lancillotto aprire la bocca per un discorso che non fosse monosillabico.
    Professoressa: le stiamo chiedendo di diventare un membro dei Black Knights a tutti gli effetti.
    Ancora più riassuntivo, ma Lancillotto colse il punto. Morgana stringeva i pugni all'altezza del petto dall'entusiasmo e Mike le stava riservando il suo solito sorriso amichevole. Anche lui nutriva grandi speranze verso quella richiesta: il legame che lo univa a Sae era forte e importante per lui, entrare nella squadra era stato un modo per rinascere e poter contare sull'aiuto della professoressa Sae di sicuro avrebbe avuto un impatto positivo sul loro morale. A quel punto però un pensiero avrebbe dovuto attraversare necessariamente Sae, ovvero la consapevolezza che il professor Carnovash era legato a doppio filo con le attività sportive dei ragazzi. Da una parte se accettava avrebbe dovuto convivere con la sua presenza, ma dall'altra c'era un rovescio della medaglia da non sottovalutare: se interagiva con quei ragazzi ad un livello più profondo, creando un legame con loro, forse avrebbe potuto indebolire quello che aveva invece stabilito Carnovash. In sostanza, quella era l'occasione per togliere le luci dall'inquietante non morto e sperare magari di dare il buon esempio ai ragazzi portandoli sulla buona strada. Poteva chiedere un'opportunità migliore?
     
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    Morgana sembrava parecchio entusiasta, e non perse tempo prendendo una sedia per accomodarsi, facendole già capire che non era un discorso breve. Spiegò che avevano bisogno di un consulente, un allenatore secondario, cosa che la confuse un poco dato che lei di sport non ci capiva molto. Le sue materie non centravano molto con lo sport, quindi la faccenda era ancora incerta per lei. Allargò però gli occhi quando la sentì parlare di Olimpiadi, e guardò un attimo Mike lanciandogli una piccola occhiata orgogliosa: le piaceva vederlo impegnarsi per qualcosa che lo appassionava. Sembravano tenerci molto, al punto che perfino il silenzioso e tenebroso Lancillotto le disse chiaramente che volevano che lei facesse parte della squadra.
    Sae ovviamente si sentì lusingata, e infatti li guardò tutti un pochino incredula.

    Mi lusingate ad invitarmi, credetemi mi fa davvero un sacco piacere che abbiate pensato a me, ma non sono molto ferrata in sport, in cosa potrei esservi utile esattamente?
    Non voleva rifiutare, ma prima di tutto voleva capire cosa avrebbe potuto fare, e che tipo di ruolo volevano che ricoprisse, perché fino a quel momento Sae aveva pensato che gli allenatori della squadra erano comunque sempre stati atleti o combattenti che potevano addestrare in modo più fisico i ragazzi. Lei non aveva idea di cosa avrebbe potuto fare, quindi guardò Morgana facendole cenno con la mano di continuare, di spiegarle meglio. Intanto si ritrovò a guardare di tanto in tanto Mike, chiedendosi se non fosse stato lui a proporre ai ragazzi la sua figura. Lusingata come si era sentita non ci aveva pensato subito al fatto che i ragazzi erano praticamente allenati da Thresh e che accettando avrebbe dovuto lavorarci vicino. Quel pensiero le fece già cercare mille scuse buone per rifiutare garbatamente, poi però le tornò alla mente di come Thresh si era comportato con lei, di quel guinzaglio umiliante, di quanto in realtà fosse un bullo. Guardò Lancillotto notando quanto fosse prestante e alto, era taciturno quindi era difficile inquadrarlo caratterialmente, e non riuscì a fare a meno di pensare che se aveva Thresh come insegnante, magari gli avrebbe insegnato i suoi modi, per fargli sfruttare la sua fisicità, trasformandolo in un bullo arrogante. Non poteva permetterlo! Era così deliziosamente educato, così come lo era Morgana, le si sarebbe spezzato il cuore se avesse scoperto che facevano i prepotenti con i ragazzi più deboli di loro. Già se lo vedeva mentre Thresh gli dava della checca o del pollo perché non infieriva su qualcuno. No a quel punto doveva capire se poteva davvero aiutarli, così da mettere i bastoni fra le ruote a quel bruto! Se era vero che nascondeva qualcosa di losco, standogli vicina avrebbe potuto scoprire qualcosa che poteva far loro comodo. Loro... sospirò al pensiero che probabilmente a Banner non interessava più scoprire che diamine faceva il professore più inquietante del mondo.
     
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    La risposta un tantino distaccata della professoressa parve sorprendere i ragazzi che si aspettavano forse un coinvolgimento più attivo della donna. Non perché fosse colpa sua ma effettivamente spiegarle di cosa doveva occuparsi era molto difficile se non era ferrata sullo sport, specialmente quello che riguardava le figure dei combattenti dotati di poteri. Morgana si portò le mani sulle gambe, sembrava voler riprendere il discorso frettolosamente per non lasciarle il tempo di rifiutare ma non sapeva cosa dire, e i suoi compagni chiacchieroni non l'avrebbero aiutata di certo. Anche Mike sembrava impaziente di dire qualcosa per poterla convincere, ma proprio mentre sembravano tutti bloccati nel limbo dell'indecisione, ecco sopraggiungere una voce nuova e inattesa.
    Non la biasimo prof, se non ha mai visto una partita le sarà difficile capire o appassionarsi. Strano che non abbiate pensato di convincerla facendole vedere lo spettacolo.
    Sull'uscio della porta, Sae avrebbe visto la figura di un altro ragazzo che indossava la casacca dei Black Knights sotto la divisa scolastica. Dato che la giacca era sulle sue spalle come un mantello, le sue braccia erano ben visibili. Per quanto non fosse piazzato quanto Lancillotto aveva il fisico di un vero atleta, e nonostante la giovanissima età aveva lo sguardo del campione. Capelli biondo platino, occhi gialli da felino e un'aura attorno che lo rendeva a pelle carismatico ed energico.
    Artù!
    Morgana e gli altri guizzarono in piedi e furono come folgorati dall'apparizione del loro compagno, che subito si fece avanti con passo deciso. Mentre si avvicinava, Sae avrebbe potuto notare una presenza spiritica intorno a lui. Anzi, più di una, ed era molto strano perché dentro la scuola non era usuale per lei notarle. La prima, era una strana presenza spirita che avvolgeva la sua mano destra. Ricordava nella forma un rosario, di quelli che si usano per pregare, ma le fattezze non erano proprio classiche. Nessuna croce, nessun numero di sfere riconoscibili, c'erano invece numerose forme geometriche strane che componevano un mosaico articolato e intricato. Sembrava una ragnatela di rompicapo logici che copriva quasi del tutto dorso e palmo della mano, allungandosi all'altezza delle dita formando dei piccoli fili... no, erano dei tentacoli, che si muovevano appena. Era difficile capire di cosa si trattasse, ma Sae avrebbe avuto l'impressione che si trattasse di un parassita. La seconda figura, molto più evidente e maledettamente chiara, era una figura femminile, all'apparenza molto giovane, che si manifestava sul corpo di Artù come se un fantasma lo stesse avvolgendo da dietro. Le braccia della ragazza erano incrociate intorno alle sue spalle e alla sua gola, un gesto delicato e al tempo stesso possessivo, mentre una chioma pallida gli ricadeva sulla spalla sinistra. Una sorta di protezione? Non era un vero e proprio spirito, sembrava più la traccia di qualcosa, una "rimanenza", un eco distante ma chiarissimo. Se non si concentrava a fondo, Sae non riusciva a vedere quelle strane figure. Artù si fece avanti allargando le braccia per farsi salutare, e subito Lancillotto si fece avanti per primo, stringendogli il pugno come due vecchi compagni d'armi.
    Pensavate che mi sarei perso la stagione sportiva? Farò i salti mortali per esserci!
    Dopo il saluto con i suoi compagni, Artù si voltò verso Sae, abbassando i toni e porgendole un rispettoso e profondo inchino.
    Le chiedo scusa per l'entrata in scena drammatica professoressa, mi chiamo Artù e sono uno studente della sapienza attualmente in scambio di studenti con una scuola a Londra. Non abbiamo avuto modo di conoscerci ancora ma ho recuperato le lezioni grazie ai miei amici e sono davvero entusiasta di conoscerla finalmente. Sapevo che le avrebbero avanzato questa proposta ma se posso permettermi questo non è il modo giusto per farlo.
    Nonostante quelle presenze inquietanti che aveva addosso, il ragazzo le avrebbe trasmesso la stesa genuina freschezza dei suoi compagni, e una grande voglia di fare. si comportava come un leader, non avrebbe avuto difficoltà a capire che quello era il famigerato capitano della squadra e che aveva la fama di essere una promessa sportiva lì alla Sapienza.
    Abbiamo molte partite registrate, le studiamo per poter migliorare le nostre strategie. Se possiamo rubarle del tempo, le assicuro che non se ne pentirà.
    Se fosse stata anche solo un minimo empatica, Sae si sarebbe lasciata coinvolgere dall'energia e la voglia di fare di quei ragazzi. Forse non era una sportiva, ma se il suo obbiettivo era far germogliare la passione di quei ragazzi doveva andare assolutamente con loro.
     
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    Non potevano biasimarla se non saltellava di gioia come loro dato che non le stavano dicendo di cosa avevano bisogno. Lei era anche disposta ad aiutarli, ma se non sapevano dirle che ruolo doveva ricoprire non poteva inventarselo dal nulla. Quindi Sae guardava uno alla volta gli studenti, nella speranza che riuscissero a tirare fuori qualche argomento di cui parlare. Li vide un attimo smarriti, impazienti di dire qualcosa di accattivante magari per poterla convincere. Prima che Morgana potesse aggiungere altro, fece l'ingresso in scena un ragazzo che non aveva ancora visto lì a scuola. Intervenne prendendo in mano le redini di quella specie di negoziazione con lei. Quando Morgana lo chiamò per nome, riuscì a ricordarsi degli appunti di Banner che parlavano di lui: era il pupillo del gruppo o meglio del professore Thresh, chissà perché? Sperava vivamente che non lo fosse perché gli somigliava anche in arroganza. Man mano che si avvicinava, Sae notò delle reminiscenze spiritiche sul ragazzo. Una sulla mano, forse riguardava le sue abilità, ed un altra invece riguardava un sentimento profondo che lo ammantava, sembrava quello di una innamorata che aveva voluto lasciare un segno su di lui. Forse avevano vissuto delle forti emozioni insieme, o forse semplicemente avevano fatto una specie di rito? matrimonio? Non ne era sicura. In ogni caso le sembrava troppo giovane per un matrimonio, forse era solo una sorta di benedizione? In ogni caso, i ragazzi sembravano felici di vederlo. Aveva la parlantina sciolta, proprio come quel maledetto gigante horror, sperava che avesse solo quello in comune con lui. Gli sorrise affabile, facendo un piccolo inchino a sua volta.
    Piacere di conoscerti Artù. Sono la professoressa Saebina Klein, ma ormai tutti mi chiamano Sae.
    Notò che aveva una grande iniziativa, sembrava proprio sapere cosa fare per raggiungere l'obbiettivo, era sicuro di sé, il che le fece capire che era il capitano della squadra. Aveva un cipiglio intelligente ed estroverso, non faticava a capire perché lo tenevano d'occhio, il fatto che fosse stato scelto per il gemellaggio la diceva lunga sulle alte aspettative che avevano su di lui. Propose di visionare qualche registrazione e Sae non ci vide nulla di male. Allargò le braccia e sorrise sollevando leggermente le spalle.

    Beh, avevo già detto che avevo delle ore di buca, così posso far scorrere il tempo in modo più piacevole. Immagino che sai già dove mostrarci i video?
    Sae si dimostrò molto disponibile ai ragazzi, non aveva detto ancora un no, e divenne sempre più curiosa di sapere cosa volevano da lei, e cercò di dare loro una mano per il ragionamento.
    Se volete convincermi a partecipare, perché non provate a spiegarmi come può una esperta di occultismo migliorare le vostre prestazioni in gioco? Anzi prima di questo sarebbe il caso di spiegarmi che tipo di sport fate? Alle olimpiadi accettano parecchie discipline, voi in cosa vi state specializzando?
    Non li biasimò per non essere capaci di spiegarsi alla perfezione, sicuramente loro stavano dando per scontato che Sae sapesse che tipo di campioni fossero, in realtà a lei mancavano parecchie informazioni, quindi era meglio iniziare dalle basi di ciò che le serviva sapere.
     
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    Ottenuto il benestare della professoressa, Artù annuì col capo facendole capire che era pronto a spiegare tutto nella maniera migliore che poteva, ma prima di ogni altra cosa doveva organizzare al meglio quella "negoziazione". Puntò l'indice verso Lancillotto e poi verso Morgana pronto a dare ordini.
    Vammi a prendere un proiettore e le registrazioni dell'anno scorso, tu Morgana porta qui la palla, sarà perfetta per farle capire di che parliamo.
    I ragazzi annuirono e si fiondarono subito fuori dalla classe. Anche Mike raggiunse Artù per fargli capire che anche lui era pronto a fare la sua parte, ma piuttosto Artù lo prese con sé, passandogli amichevolmente un braccio intorno alle spalle, avvicinandolo al proprio corpo.
    Gli altri mi hanno detto che hai passato un momentaccio, ma sono contento di sapere che sei in squadra. Le ossa rotte sono quelle che diventano più dure quando guariscono. Se è vero la metà di ciò che mi hanno raccontato la squadra avrà bisogno di te. E anche tu avrai bisogno di un soprannome...
    Gli occhi di Mike si illuminarono di fronte a quella affermazione. Forse Sae non poteva capire, ma era ovvio arrivarci per logica: forse Artù era verosimile, Morgana era un nome eccentrico, ma Lancillotto tutti assieme? I membri della squadra si davano soprannomi sulla base del circolo arturiano, e guadagnarsi il nomignolo significava far parte a tutti gli effetti della squadra. In poco tempo tornò Morgana e proprio mentre Artù stava per tornare dalla professoressa, la ragazza gliela passò. Appena avvenne il passaggio, Sae avrebbe potuto notare subito che non era una semplice palla da basket: era una sfera di materia energetica solida, al tatto plastica come una normale palla da calcio ma energizzata. Appena toccò le mani del ragazzo emise una nube tenue di energia brillante blu. L'energia blu era circondata da un involucro argentato simile ad una serie di anelli concentrici, e al suo centro c'era un congegno che ricordava un orologio a molla o qualcosa del genere. Indipendentemente da quanto il ragazzo la facesse rimbalzare, non subiva nessun tipo di danno. La fece palleggiare abilmente mentre si avvicinava alla lavagna, e con la mano libera prese un gesso per disegnare un campo da gioco, senza mai distrarsi dal palleggio. Era davvero talentuoso.
    La nostra disciplina di punta è lo Skirmish Rush, uno sport da combattenti. Il campo ha le dimensioni di quello da calcio, ma le aree sono divise in quattro e si gioca cinque contro cinque.
    Il campo disegnato era effettivamente un rettangolo diviso in quattro. Le due sezioni centrali erano evidenziate dal gesso, mentre quelle esterne erano contrassegnate da una A e una B. AL termine di entrambi i lati del campo c'erano due simboli che rappresentavano dei canestri.
    Il gioco è semplice: funziona un pò come il Basket ma ci sono regole aggiuntive. La palla deve sempre rimanere in palleggio, altrimenti è fallo e passa alla squadra avversaria. Un canestro vale 10 punti, ma fintanto che la palla resta sulla parte del campo avversario più esterna, la squadra che sta spingendo la palla all'indietro guadagna 1 punto ogni 5 secondi.
    Artù puntò il gesso sui nomi delle squadre. Quindi fintanto che la palla veniva respinta dal team A e lasciata sulla parte più esterna del team B, il team A avrebbe continuato a guadagnare punti col tempo. Un modo per evitare di tenere il gioco sotto stallo, e motivare così l'azione. Poi il gesso passò alla parte centrale del campo.
    Questa è la sparring zone: se la palla raggiunge questo punto nessuna delle due squadre guadagna punti, è una zona di mezzo dove le squadre si incontrano e mettono in atto la loro strategia.
    A quel punto il ragazzo si voltò verso la professoressa, smettendo di palleggiare e tenendo la palla tra le mani mentre tornava anche Lancillotto e iniziava a montare il proiettore.
    Si può vincere anche senza segnare un singolo canestro quindi, ma c'è un ulteriore regola: il Floodgate. Se una squadra segna 3 canestri di fila, vince automaticamente. Anche se il team A è riuscito a mantenere il controllo del campo per tutto il tempo ed ha raggiunto più di 150 punti, in caso il team B riuscisse a segnare 3 canestri di fila, anche totalizzando soltanto 30 punti, vincerebbe la partita.
    Un gioco dove la preparazione atletica e il talento non bastavano minimamente quindi, e la strategia, così come il gioco di squadra, erano fondamentali. A quel punto Artù lanciò la palla verso Morgana che invece di riceverla la colpì con un colpo di taglio tirando fuori un pugnale da allenamento. La palla non subì nessun danno e rimbalzò placidamente ai piedi della professoressa.
    In questo gioco è possibile usare i propri poteri per controllare il possesso della palla: il Clock, come si chiama nel gergo, è praticamente indistruttibile, ed è per questo che è importante avere in squadra giocatori che possono ricoprire diversi ruoli, utili non solo a segnare i punti, ma anche proteggere la squadra.
    Detto questo si avvicinò ai suoi compagni, fermandosi prima di fianco a Lancillotto.
    Lancillotto per esempio è un Holder, un ruolo che si occupa principalmente della zona di Sparring: impedisce ai nemici di avanzare e blocca i loro attacchi a distanza. Morgana invece ricopre il ruolo chiamato Disrupter: le sue abilità entrano in gioco quando sappiamo di poter togliere dall'equazione le abilità di un avversario, azione che nel gergo si chiama Negate. Sempre se riusciamo a capire quali sono le sue abilità.
    E a quel punto si voltò verso la professoressa con maggiore determinazione, perché era finalmente giunto al punto.
    Le squadre cambiano e si arricchiscono in continuazione, i poteri dei ragazzi evolvono e spesso cambiano radicalmente. I poteri sono variegati, ma hanno tutti origine dall'energia che abbiamo nel cuore, e il modo migliore per poterle sviluppare è attraverso l'occultismo. Le arti magiche, occulte e altre fonti misteriose sono i metodi più utilizzati per potenziare i giocatori e prepararli alla battaglia, alcuni si fanno benedire o maledire in vista di specifici avversari prima della partita, e questo è tutto secondo le regole. Un'esperta di occultismo potrebbe decifrare le abilità, i potenziamenti e le mosse dei nostri avversari facendoci capire dove colpire, questo è un elemento strategico fondamentale: la raccolta delle informazioni! Ecco perché abbiamo bisogno di lei, professoressa!
    Adesso aveva spiegato la cosa meglio che poteva. Scendere più nei dettagli avrebbe allungato il brodo più del necessario, e Artù sapeva di aver reso chiaro il concetto. Un co-allenatore esperto in occultismo non era affatto un aiuto superficiale in questo frangente, soprattutto Sae che aveva l'abilità di connettersi con gli spiriti. Probabilmente nessuno poteva ricoprire un ruolo del genere meglio di lei.
     
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    Artù diede subito istruzioni ai suoi compagni di classe che accettarono di buon grado. Nessuno di loro lo guardò male, non lo avevano percepito come l'ordine di un leader capriccioso, davano più l'idea che avessero intuito il suo piano di azione. Sae se ne rimase ferma ad osservarli, e notò come Artù avvicinò Mike parlandogli come se facesse già parte della squadra da tempo, incoraggiandolo, parlando poi di un soprannome e solo a quel punto realizzò che quei ragazzi si chiamavano con lo stesso nome dei protagonisti delle storie arturiane. Dovette portarsi una mano sulle labbra per nascondere un sorriso divertito. Era proprio bello essere giovani: avevano così tanta energia, così tanto entusiasmo, brillavano così tanto di luce da contagiarla con la loro voglia di vivere e di crescere. Conservavano ancora una parte innocente dentro di loro, ed era quella che Sae voleva coltivare perché voleva renderli positivi, così da essere delle guide benevole per il futuro. La sua attenzione venne nuovamente rapita dalle spiegazioni dei ragazzi quando portarono in campo la palla, che era decisamente diversa dalle palle che ricordava del passato. Artù iniziò a spiegarsi in modo brillante, facendole capire man mano che lo ascoltava che non era solo il solito campione di scuola che gonfiava i voti grazie allo sport che faceva, dava l'idea che fosse bravo e che prendesse voti alti in tutte le materie. Le regole del gioco costringevano le squadre a non temporeggiare mai, metteva davvero sotto sforzo e sotto stress i giocatori poiché li costringeva a rimanere concentrati sul punteggio. Dava anche ampio spazio di personalizzare le proprie strategie. Non era uno sport facile da gestire, lo capì immediatamente. Ogni membro della squadra quindi doveva ricoprire un ruolo, ma quei ruoli potevano sembrare anche dinamici, ogni squadra avrebbe potuto ricoprire ruoli diversi in base alle loro abilità. La spiegazione di Artù fu davvero illuminante e capì perché avevano pensato a lei. Non sapevano però che Sae poteva fare anche di più usando le sue abilità personali. Forse sarebbe stato un pochino sleale usarli per le partite, o forse no? Probabilmente anche altre squadre avevano una figura simile a lei, con abilità diverse che puntavano allo stesso scopo. Dopo quella spiegazione, rimase un momento in silenzio, guardando gli alunni uno per uno, beandosi di quei grandi occhioni che la fissavano e la pregavano con il solo sguardo: erano adorabili! Alla fine sciolse la sua espressione enigmatica e sorrise loro con entusiasmo.
    Questa sì che era una spiegazione con i fiocchi. Mi hai convinta Artù, vi aiuterò.
    Fece ridacchiando divertita dal loro entusiasmo, poco dopo sollevò una mano per attirare la loro attenzione.

    C'è un grosso "però" che non dovete sottovalutare. Dovrete farmi qualche lezione in più su questa disciplina, devo capire le strategie standard, e altri dettagli. Non posso di certo limitarmi solo a indovinare le abilità degli avversari, no?
    Sae pensò che oltre a dover sapere capire che abilità avessero gli avversari, se ci capiva un pochino di più di strategia avrebbe potuto anche leggere i piani delle squadre avversarie, rendendo il su ruolo molto più efficente. Se doveva collaborare voleva farlo al meglio. Era sicura che l'avrebbero ubriacata di nozioni, mostrando quanto in realtà erano bravi quando trattavano argomenti che gli interessava, sicuramente più bravi di quando si trattava di matematica o storia.
     
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    L'entusiasmo e subito dopo la risposta positiva di Sae fece esplodere di gioia i ragazzi: Lancillotto si concesse un sobrio "evvai" con il pugno chiuso e un netto movimento del braccio destro, Mike e Morgana si ritrovarono a saltare come dei bambini alla festa di compleanno, mentre Artù dissimulando una compostezza che difficilmente conteneva il suo entusiasmo le rispose con grande grinta.
    Grazie mille prof, la sua fiducia ci dà coraggio, non la deluderemo! E non ci presenteremo a mani vuote.
    Visto che Sae aveva concesso loro del tempo e si era dimostrata curiosa, Artù fece un cenno verso Lancillotto che iniziò ben presto a proiettare i filmati delle loro ultime partite. Come c'era da aspettarselo il gioco era davvero dinamico e spettacolare: mai un istante di noia durante ogni scambio e anche quando la situazione rallentava, l'adrenalina saliva perché erano momenti cruciali quelli. Artù si preoccupò di spiegarle bene ogni azione e ogni momento di quelle partite, c'era grande passione nelle sue parole e guardandosi attorno Sae l'avrebbe vista anche negli altri. Mike in particolare aveva preso un foglio e un paio di penne per prendere appunti e non restare indietro. Per certi versi, quello poteva essere considerato uno sport un tantino estremo: i poteri che utilizzavano sul campo erano dosati ma tutt'altro che innocui, tuttavia nessun incidente grave e la situazione era tenuta ampiamente sotto controllo. Sae avrebbe dovuto pensare spontaneamente che un ruolo come il suo serviva anche a valutare i rischi e mettere nero su bianco degli imbrogli che potevano non solo compromettere il risultato della partita ma anche la salute dei partecipanti. Dunque non sarebbe stata TROPPO utile, ma perfetta per quel ruolo. Ebbe anche modo di intravedere altri ragazzi che non c'erano lì presenti ma che partecipavano alle partite. Uno in particolare aveva una faccia familiare: capelli bianchi e un'aura molto misteriosa. Dai filmati non era possibile vedere cose molto strane ma anche attraverso le riproduzioni Sae era colta da un forte senso di pericolo nei suoi confronti, nonostante quel Gil Poltergeist si comportasse in maniera estremamente positiva e sportiva sul campo. Era molto forte tra l'altro, sicuramente una punta di diamante della squadra. Ma non era lui quello più promettente. Tra i membri in panchina, scesa in campo praticamente un numero irrisorio di volte, avrebbe visto una ragazza dalla pelle scura e i capelli bianchi che prima di scendere in campo indossava sempre un inquietante giacca simile a quella del professor Carnovash. Quando scendeva in campo lei, il risultato delle partite diventava praticamente scontato e portava con sé una grandissima ispirazione per i suoi compagni. Non c'era da stupirsi che i Black Knights si stessero allenando per le olimpiadi: a quel gioco erano davvero forti. La cosa che forse l'avrebbe rincuorata di più era che sulle panchine e in campo c'era quasi sempre il professor Renekton, e quasi mai Carnovash che invece si faceva vedere soltanto nelle situazioni più concitate, oppure all'inizio della competizione. Al di fuori di tutto l'entusiasmo per quel gioco davvero dinamico e coinvolgente, e dell'esame di tutti i partecipanti, Sae avrebbe notato che oltre alla figura di Renekton c'era un'altra persona che interveniva spesso durante le pausa e interagiva con i ragazzi. Forse la persona che i ragazzi avevano deciso di sostituire con Sae? Effettivamente dava l'idea di essere un'analista preparata, forse una professoressa, ma Sae non l'aveva mai vista da quando era arrivata alla Sapienza. Che fosse stata licenziata?
    Allora Prof, che ne pensa? Verrà al nostro prossimo allenamento così da vedere un pò di azione?
    I ragazzi pendevano di nuovo dalle sue labbra, impazienti di ricevere l'ennesima risposta positiva.
     
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    Vedere Lancillotto esultare le fece capire che ci tenevano davvero molto che lei li aiutasse, dopotutto lui era solitamente taciturno e difficilmente si sbottonava molto, ma sapeva che non era un musone, semplicemente gli piaceva atteggiarsi a duro. Si ritrovò a ridacchiare divertita da loro, e dalla loro felicità. Esattamente come Mike, Sae prese appunti man mano che le spiegavano le cose che vedeva, le strategie che avevano scelto di portare, e notò che non era un caso che fossero considerati i campioni dell'istituto, erano davvero in gamba. Vederli alle olimpiadi l'avrebbe sicuramente riempita di orgoglio. Ogni tanto peccava di ansia quando vedeva delle azioni spericolate o particolarmente violente, ma nessuno si faceva male sul serio e questo la rincuorava e infondo la elettrizzava. Mentre osservava le scene, si accorse che nella riproduzione c'era un ragazzo in particolare che non aveva mai visto a scuola, le trasmetteva stranissime sensazioni di pericolo. I suoi occhi in particolare avevano qualcosa di sinistro, anche se sorrideva e si comportava in modo normale, c'era un alone oscuro che lo ammantava che faceva risuonare il suo campanello di allarme. Non le era mai capitato di vederlo a scuola, diede quasi per scontato che non studiasse più lì all'istituto. Poi con estrema delusione vide una ragazza che faceva parte del gruppo che indossava un cappotto molto molto simile a quello del professore Carnovash. Non poteva crederci che qualcuno lo ammirava a tal punto da imitarne perfino il vestiario: eppure quella ragazza sembrava così bella, così in gamba, perché mai provava ad emularlo? Si passò una mano fra i capelli sospirando infastidita, ma cercò di non darlo a vedere, concentrandosi piuttosto sulle partite e sulle informazioni che i ragazzi le stavano dando. Infine notò che fra i professori che riconosceva, c'era una donna in particolare che non aveva mai visto. Le venne naturale pensare che forse era la persona che prima di lei faceva da consulente. Infatti interruppe i ragazzi, puntando il dito verso la professoressa sullo schermo.
    Chi è quella donna? Era la precedente co-allenatrice? Non l'ho mai vista a scuola da quando ho iniziato a lavorare qui, è andata via? chiese guardando verso i ragazzi così che potessero spiegarle chi fosse.
    Sae era stata già convinta a partecipare ed aiutarli, non aveva motivo per non farlo, se poi doveva interagire più con Renekton che con Thresh, non poteva che esserne felice.

    Sì certo che verrò, devo anche conoscere tutti i membri della squadra. affermò serenamente. Pensò anche di farsi una chiacchierata con Renekton per farsi dare qualche dritta sui ragazzi, convinta che comunque sapesse di cosa avessero più bisogno a livello di preparazione.
     
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    La curiosità di Sae trovò subito risposta grazie a Morgana, che le rispose indicando la donna inquadrata nelle registrazioni con grande naturalezza.
    Ha indovinato: quella è la Professoressa Black, era la nostra insegnante di teologia applicata ed ex co-allenatrice. E' stata trasferita diversi mesi fa e non abbiamo più avuto un consulente da allora. Fu una grande perdita...
    Sembrava quasi che il discorso stesse per diventare drammatico ma in realtà lei e Artù si ritrovarono uno di fianco all'altra con le braccia sulle spalle con gli occhi grondanti di lacrime e i pugni chiusi per la disperazione.
    Una vera tragedia... a causa del suo trasferimento abbiamo perso il nostro accompagnatore per la gita scolastica e non siamo potuti partire. E se quest'anno il professor Carnovash non accompagnerà noi saremo costretti a saltare anche quest'anno!
    Ovviamente un certo gruppo di ragazzi non può andare in trasferta senza un responsabile che li accompagni, se poi erano un manipolo unico e problematico come degli atleti super potenziati diventava difficile per altri professori occuparsi di loro. Ancora una volta Sae poteva cogliere l'occasione per prenderli sotto la sua ala protettrice. Quella piccola parentesi si esaurì immediatamente lasciando spazio piuttosto agli ultimi accordi per quella proposta apparentemente andata a buon fine. Mentre gli altri riordinavano tutto, Artù si dedicò nuovamente soltanto a lei per farle capire come e quando si sarebbero allenati.
    Domani sera ci sarà uno dei nostri allenamenti serali, inizieremo alle 6 qui nella palestra principale dell'ala destra. La squadra sarà quasi al completo e ci sarà sicuramente il professor Renekton. Lo avviseremo della sua partecipazione. La ringrazio ancora tantissimo in nome di tutta la squadra e della scuola intera! Forse ha salvato la nostra stagione!
    A quel punto prima Artù e poi anche tutti gli altri si concessero un inchino solenne verso di lei, Mike per ultimo, non perché le mancasse di rispetto ma perché prima di ringraziarla genuflettendosi le lanciò un sorriso dolce e maledettamente affezionato. Sembrava davvero felice di poter stare di nuovo più tempo con lei, anche se significava condividere le sue attenzioni con gli altri. I Ragazzi sembravano pronti a lasciare in pace la loro professoressa e non tenerla più bloccata lì, se Sae non avesse fatto loro altre domande sarebbe stata libera di tornare a casa sua e godersi il meritato riposo in vista dell'incontro del giorno seguente.
     
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    I ragazzi le spiegarono che la donna indicata era una ex insegnante, trasferita mesi fa, quindi la sua ipotesi era corretta del dover sostituire lei. Come se non bastasse per via della sua assenza avevano dovuto rinunciare alla gita, e le sembrò davvero strano che non si ci fosse tuffato Thresh, per conquistare l'amore dei suoi studenti. Troppo impegnato a seviziare qualcuno? Chi lo sa. Non le interessava. Prima di procedere oltre, puntò anche il dito su Gil, indicandolo ai ragazzi.
    Anche questo ragazzo è stato trasferito? Non mi è capitato di vederlo a scuola.
    Voleva sentire la loro opinione, e visto che erano così chiacchieroni magari avrebbero dato qualche aneddoto che le faceva capire se le sue sensazioni su di lui fossero corrette o se era stato un caso strano. La ragazza invece l'aveva vista di sfuggita a scuola, ma non aveva mai notato niente di strano in lei.
    Artù alla fine della loro chiacchierata le diede appuntamento per il loro allenamento serale. Fortuna che era previsto il giorno dopo, così che avrebbe potuto organizzarsi con una babysitter. Andò all'appuntamento con dieci minuti di anticipo, non voleva farsi trovare impreparata e chissà se magari trovava Renekton poteva chiedergli qualche informazione inerente ai ragazzi. Aveva dato per scontato che si sarebbe svolto in una palestra, quindi decise di vestirsi comoda e sportiva in caso le fosse toccato correre nel campo. Indossò un paio di leggins scuri aderentissimi, un top bianco smanicato che le scopriva un poco la pancia e sopra di esso portava una giacca sportiva più larga e comoda, aperta. I ragazzi avrebbero notato che aveva un fisico magro e atletico nonostante avesse già avuto una figlia. Se avesse indossato un cappellino, probabilmente l'avrebbero confusa con una studentessa.
     
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    La curiosità della professoressa venne soddisfatta anche sul losco ragazzo dai capelli bianco, scoprendo però che anche intorno a lui aleggiava un grande mistero.
    Quello? Lui è una star. E' uno dei rampolli della famosa famiglia Poltergeist. Dicono che sia stato protagonista di alcuni loschi affari a Londra e che sia finito qui a Roma o per riabilitarsi o per ripulirsi il nome direttamente sotto la tutela del prof Thresh. Con noi è sempre stato un ragazzo ok, e ci ha anche difeso, quindi del suo passato ci siamo interessati poco. Si chiama Gilbert e se lui e Nefertiti fossero sempre in squadra con noi saremmo invincibili, ma manca spesso perché sta seguendo un allenamento speciale, deve spesso rientrare a Londra e a quanto pare ha una relazione piuttosto seria con una ragazza più grande di lui...
    Dunque il professor Carnovash aveva proprio le mani in pasta un pò ovunque. Il fatto che Artù si riferisse a Fast con quel soprannome inquietante lasciava intendere quanto quei ragazzi fossero affezionati al professore. Si salutarono dunque con grande entusiasmo, Sae sarebbe stata contagiata dalla loro voglia di fare così tanto da presentarsi 10 minuti prima all'appuntamento, col sole già morente dietro i grandi palazzi di Roma che faceva da sfondo alla palestra indicata da Artù. Lo stabilimento era grande e in linea con l'architettura della scuola. A quell'ora tarda l'ateneo aveva un aspetto ancora più affascinante, e tutt'altro che meno vivo: moltissimi ragazzi popolavano i dormitori, altri invece partecipavano a lezioni o allenamenti serali, quindi la Sapienza non dormiva mai per davvero. I custodi di quel luogo dovevano fare un gran lavoro. La palestra era molto grande e sembrava ampiamente attrezzata, di sicuro non c'era solo il campo di allenamento e gli spogliatoi, ma anche qualcuno di quei magazzini che Sae aveva visto altre volte in prossimità di scuole molto fornite, piene di strumentazione utile per i combattenti e altre lezioni avanzate che pochi atenei potevano permettersi. Sae si presentò lì con il suo entusiasmo di insegnante e un abito fin troppo provocante per essere qualcosa di comodo. Cosa che venne messa in evidenza da una voce familiare.
    Però... ammetto che vestita in questo modo sei anche più appetitosa rispetto a quando ti ho vista praticamente nuda... ma se giochi così sporco rischi di far impazzire gli ormoni dei miei ragazzi, meine kleine Sae...
    Comparve letteralmente alle sue spalle, non lo sentì arrivare, non fino a che non si piegò verso il suo orecchio, quasi sfiorandola sia con la bocca che con quella lunga treccia che le scivolò di fianco penzoloni facendo scintillare quel gancio inquietante alla sua estremità, così affilato da fendere il vento. Indipendentemente dalla reazione della donna, Thresh non si sarebbe spostato di una virgola, mantenendo quel ghigno inquietante e lo sguardo fisso su di lei. Tornò eretto tenendo le braccia dietro la schiena solo quando fu certo di avere la sua attenzione, e non ebbe fretta di entrare nel grosso portone, entusiasta all'idea di scambiare due parole con lei prima di iniziare. Sempre se Sae lo avesse degnato anche solo di un secondo della sua attenzione.
    I ragazzi mi hanno informato della buona nuova... sono sinceramente grato per la tua disponibilità, ma nondimeno sorpreso. Credevo stessimo prendendo le distanze dopo quello che abbiamo passato, per quanto dal mio punto di vista abbiamo fatto decisamente un ottimo lavoro...
    Parlava di quei misteriosi ed inquietanti eventi con tranquillità, come se fosse una missione compiuta al 100% dove ne erano usciti tutti vincitori.
     
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    Con una sola domanda, era riuscita a sapere che quel ragazzo si chiamava Gil e faceva parte della famiglia Poltergeist, ma cosa più importante per lei era venire a sapere che era andato lì per "ripulirsi" sotto la tutela di Thresh. In pratica per Sae quel ragazzo era spacciato, ma questo non lo avrebbe detto, tenendoselo per sé. La ragazza invece si chiamava Nefertiti, e ricordò anche il suo fascicolo nel diario di Banner. Capì che erano due soggetti da tenere d'occhio.
    Dopo una bella giornata a scuola, e dopo il suo pomeriggio passato con Aurora ed i suoi capricci, nemmeno sospettava che potesse già incontrare Thresh. Aveva dato per scontato che lavorava con i ragazzi solo quando c'erano incontri importanti. Venne sorpresa nello scoprire che anche i ragazzi si erano presentati in anticipo. Sorrideva intenerita ascoltando il loro chiacchiericcio che proveniva dalla palestra. Non sentì in alcun modo l'arrivo di Thresh, e quando percepì la sua voce vicino all'orecchio, venne sfiorata da una delle sue trecce, trasalì di spavento, facendosi sfuggire un piccolo urlo spaventato per poi allontanarsi da lui con uno scatto, molto simile a quello di un gatto spaventato. Si portò perfino la mano sull'orecchio, rabbrividendo di paura a quell'incontro inaspettato. Arrossì per l'agitazione ed anche per il complimento, per niente gradito.

    Chi-Che ...Nuda? Hai solo visto il mio accappatoio!
    Si sentì indispettita, agitata e andò subito a chiudere la zip della sua giacca larga così da coprirsi del tutto, e gli lanciò una occhiataccia come a voler dire "ecco così risolvo tutto". Perché le stava dicendo quelle cose inquietanti? Non la odiava? No era sicura che la stesse insultando, e questo non riuscì a tollerarlo.

    Ho accettato unicamente per loro, e per quanto mi riguarda, mi avevano detto che ci sarebbe stato Renekton.
    Volle subito mettere in chiaro su due piedi che lui in quella faccenda non centrava proprio niente, e che a dirla tutta non si aspettava nemmeno che ci fosse. Se pensava che si fosse fatta carina per lui si sbagliava di grosso.

    Non ho cambiato idea, quindi lasciami lavorare in santa pace. Non serve fare amicizia, fai il tuo dovere ed io il mio. Amen.
    Detto ciò se non l'avesse fermata si sarebbe voltata e sarebbe entrata nella palestra, alzando la mano per salutare i ragazzi. Non lo aveva affatto perdonato per ciò che le aveva fatto, anche se avevano salvato Mike ed avevano aggiustato le cose, non significava che avrebbe iniziato a vederlo di buon occhio.
     
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    Divertito dall'idea che Sae pensasse che la stesse prendendo in giro, Thresh volle risponderle a tono, dissimulando anche qualche acuto da civetta che lo avvicinò molto ad una vecchia comare di paese.
    Oh, ma certo... visto che gli umani ti hanno deluso sei passata ai rettili. Che sfacciata. Ma questo posso rispettarlo...
    Ridacchiò divertito, per poi lasciarsi colpire dalle sue ultime frecce prima di vederla alzare metaforicamente i tacchi e andare subito verso i ragazzi. Thresh non fece nulla per fermarla ma si accodò a lei, allungando il passo quel tanto che bastava per mettersi di fianco a lei e dare l'idea che stessero entrando assieme.
    Su questo siamo d'accordo... e per amore dei ragazzi, proporrei quantomeno di fingere di andare d'accordo. Una squadra unita è una squadra forte.
    Che Sae fosse d'accordo oppure no, il fatto che stessero entrando assieme non passò inosservato al gruppo di ragazzi lì dentro, che li salutarono subito con rispetto ed entusiasmo. C'era già il gruppetto di Artù e gli altri che aveva conversato con Sae il giorno prima, mentre altri giovani stavano uscendo dagli spogliatoi con indosso la divisa. Erano tutti molto atletici, segno che nonostante fossero combattenti la loro alimentazione e preparazione fisica non era stata trascurata. Uno di questi, scese tenendo tra le braccia una palla medica che sembrava decisamente massiccia e pesante, approfittando del fatto che Faust e Sae stavano entrando in quel momento, il ragazzo lanciò la palla verso i due, probabilmente con l'obbiettivo di fare uno scherzo a Thresh. Il professore lo percepì, lanciandogli un'occhiata malevola che lo fece irrigidire di colpo, così che il lancio andasse male e finisse in traiettoria della testa di Sae. In quel contesto praticamente tutti si resero conto della tragedia che stava per avvenire, ma un istante prima che Sae potesse venire colpita, la mano destra di Mike si mise tra lei e la palla, trasformandosi per un breve istante in quel grosso braccio muscoloso, spettrale e grigio che la donna aveva visto intento ad accarezzare il volto di sua figlia. Una mano terrificante ma potente, che Mike sfoggiò senza pensarci due volte per evitare l'incidente. La reazione e la fermezza del ragazzo portò stupore all'interno della palestra, e anche una sincera ammirazione. Appena la palla medica fu a terra e divenne innocua, Mike ritirò il braccio portandoselo al petto dando le spalle a Sae come a voler nasconderle quell'aspetto. Thresh invece si voltò verso il ragazzo che aveva lanciato la palla, ammonendolo a gran voce e indicandogli l'estremità del capo, costringendolo al "suicidio": un allenamento brutale che consisteva nel correre avanti e indietro per il campo toccando ogni singola linea e aumentando la velocità ogni volta che cambiava la direzione della corsa, fino all'esaurimento delle linee da toccare, un vero e proprio massacro per i polmoni. Morgana si fiondò subito verso Sae per assicurarsi che stesse bene, mentre invece Artù si voltò verso Mike, allargando un sorriso intrigato verso di lui: il potenziale di cui tutti parlavano era davvero interessante per il capitano della squadra.
     
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