Echi sordi

x Doomchan

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    Sae era stata diligente, aveva seguito il consiglio di Banner. Nascose il cubo nella propria casa, dentro ad una piccola cassaforte dove era sicura che la figlia non lo avrebbe mai trovato o visto. Decise di dedicarsi al conoscere meglio la scuola ed i suoi studenti. Aveva dato quasi per scontato che avrebbe trovato parecchi ostacoli nelle sue lezioni con ragazzi indisciplinati, piccoli bulletti, ed invece capì perché la Sapienza era la scuola più rinomata del paese. Fu un ambiente stimolante, sia per lei che per gli stessi studenti. Molti di loro sembravano interessati al campo dell'occulto ed alla storia di vari misteri. Fu un vero piacere per lei fare le lezioni poiché gli studenti si mostrarono intelligenti e facevano domande che alimentavano la sua voglia di condividere tutto ciò che aveva studiato. Aveva perfino conosciuto una ragazzina minuta e dolcissima, si chiamava Atra e come lei aveva la facoltà di vedere gli spiriti. Se ne accorse per puro caso quando videro entrambe uno spirito che vagava nei dintorni e provò ad interagire con loro. Da quel giorno aveva praticamente una piccola fan che la salutava con grande entusiasmo e chiacchierava con lei come se fosse stata una cara amica. Notò che Mike era molto gentile con lei e quando si trovava in difficoltà per come muoversi nell'istituto le dava una mano. Non gli chiese cosa avesse visto e perché mai si stava masturbando in quel modo folle in bagno. Sperava che sarebbe stato lui a farsi avanti per spiegarsi. A scuola andava tutto benissimo, si stava ambientando, nonostante si ritrovasse spesso ad interagire con ragazzi fortissimi e con poteri molto particolari. Nel suo privato invece aveva provato ad invocare ancora suo marito, senza avere successo. Sembrava fosse tornato tutto come prima, percepiva la sua presenza, ma non riusciva ne a vederlo e nemmeno a sentirlo. Aveva perfino fatto una scenata, arrabbiata con Jacob perché non voleva farsi avanti. Quindi era davvero stato il cubo ad averle permesso di entrare in contatto con lui? Volle impegnarsi ancora più affondo allo studio di quell'oggetto, un mattino decise di voler studiare i simboli e le geometrie che vi erano dipinte sopra. Per farlo prese il cubo dalla sua cassaforte mettendolo in borsa, avvolto da un panno spesso così da poterlo confrontare con ciò che avrebbe trovato nei libri. Come tutte le mattine preparò la colazione, si occupò di Aurora caricò tutto nella sua auto per accompagnare sua figlia a scuola. Indossava abiti composti da giacca e pantaloni con una bella camicia bianca di seta, ai piedi aveva scarpe eleganti e comode con un tacco basso. Voleva arrivare prestissimo all'istituto, così da poter andare prima in libreria, ed Aurora stava perdendo tempo.
    Aurora? Forza sbrigati... si sta facendo tardi.
    Fece a gran voce, ma la piccola non sembrava avere la sua stessa fretta, facendola innervosire, rientrò in casa per vedere che diamine stesse facendo. Quando rientrò sentì la voce della piccola.

    Mi prometti che stasera mi leggerai un altra favola?
    La piccola ridacchiò divertita, a Sae si gelò il sangue nelle vene, credendo che il cubo avesse reagito in qualche strano modo facendo apparire chissà chi in casa. Si affrettò a raggiungerla nella stanza e la vide con la testa rivolta verso l'alto che sorrideva. Non c'era nessuno con lei, affinò perfino i suoi sensi per capire se ci fosse stato qualche spirito ma non percepì nulla, a parte la solita sensazione della presenza di Jacob.

    Con chi stavi parlando?
    Chiese sorridendole con affetto, non voleva trasmetterle ansia, ma non riusciva a immaginare che sua figlia aveva ereditato le sue facoltà e riusciva a percepire i suoi sentimenti. Aurora sussultò come se fosse stata colta a fare una marachella, esitò un attimo, guardò verso una direzione annuì e poi si rivolse a Sae.

    Con Jiji
    Rispose tranquillamente porgendole il suo peluche a forma di draghetto a cui era affezionata. Sae lo prese e lo poggiò su un mobile vicino per poi avvicinarsi a lei, le diede un bacio sulla testa per poi dirle di filare subito in macchina. Era ovvio che stesse parlando con qualcuno, ma chissà perché glielo stava tenendo nascosto. Sae guardò ancora nella stanza sentendo un nodo sulla bocca dello stomaco.

    Sei tu, Jacob? bisbigliò prima di andare via, ci fu un lungo momento di silenzio, lei sospirò arrendendosi al fatto che si stesse illudendo, ma prima di uscire dalla stanza, un piccolo tonfo la fece voltare. Era la foto di Jacob con sua figlia che era caduta e la lampada sul comodino si accese illuminando la foto, per poi spegnersi subito dopo. Le mancò un battito quello era un chiaro messaggio da parte sua, le si inumidirono gli occhi e si tappò la bocca con una mano emozionata. Quindi Aurora stava parlando con lui? Forse stava andando verso la giusta strada, studiare il cubo divenne sempre più impellente nei suoi interessi. Se Jacob iniziava a riuscire a comunicare in quel modo con lei, forse presto avrebbe trovato un modo per riaverlo indietro proprio grazie a quel cubo. Durante il tragitto in auto, provò a chiacchierare con Aurora, voleva tirarle fuori qualcosa, ma la piccola non sembrò molto collaborativa, facendo i capricci poiché voleva stare a casa con lei. Si arrese, decidendo di riprovare la sera quando l'avrebbe messa a letto. Dopo averla portata all'asilo, lei andò alla sapienza, dirigendosi direttamente alle biblioteche per iniziare le sue ricerche.
     
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    Adesso che si era ambientata, Sae avrebbe senz'altro vissuto meglio la sua esperienza alla sapienza: gli altri professori erano socievoli e anche se molti risultavano inquietanti, nessuno appariva davvero malvagio. I ragazzi erano entusiasti con lei e molto rispettosi, i timori di Banner su problemi di bullismo e superpoteri usati male sembravano del tutto infondati. ogni tanto incrociava il professor Carnovash che si limitava a sorridere e salutarla senza darle fastidio, fugaci incroci che non sfociavano mai in nessun altra interazione. Il cubo era rimasto silente, o almeno apparentemente: ciò che era successo quella mattina con sua figlia era davvero insolito. Forse Sae avrebbe dovuto domandarsi come mai sua figlia aveva parlato con uno spettro che lei non riusciva a vedere, ma le spiegazioni potevano essere molteplici. Era già tutto molto strano di per sé. Quello stesso giorno avvennero due cose molto particolari, non strane o improbabili, ma insolitamente precise e coincidenti: proprio mentre la lezione di Sae stava finendo e i ragazzi uscivano dall'aula, il giovane Mike si avvicinò a lei per poterle dire una cosa.
    Mi scusi professoressa... potrei rubarle qualche minuto del suo tempo? Non ora... la prossima lezione è col professor Carnovash e non voglio fare tardi, non ho la forza per reggere una delle sue punizioni a base di cocomeri... però, se non le dispiace, questo pomeriggio vorrei parlarle. Le lezioni finiscono alle due per me, potremmo vederci a quell'ora all'uscita dell'edificio principale?
    Il tono di Mike era calmo, forse aveva un pizzico di emozione nella gola tipico dei ragazzi un pò timidi che si approcciano ad una persona più grande e matura che sentono di dover riverire e rispettare con la giusta cautela. Non sembrava nei guai o in difficoltà, ma le diede l'idea di essere bisognoso di aiuto. Aveva un'aura attorno che Sae aveva già visto possedere altre persone. Era tipica di chi ha un desiderio inespresso da voler portare avanti, non necessariamente malvagio o losco, ma chiaramente una pulsione difficile da controllare. Spesso l'aveva vista anche su sé stessa, guardandosi allo specchio, anche quando desiderava ardentemente mangiare qualcosa di buono. Nello stesso istante le arrivò un messaggio da parte di Banner che recitava così:
    Ho qualcosa di grosso su cui possiamo iniziare a lavorare. Appena finiscono le lezioni, alle due, raggiungimi nella biblioteca dell'edificio amministrativo, non fare tardi abbiamo parecchio di cui parlare!
    Da un messaggio era difficile capire l'impazienza di Banner, ma Sae riuscì comunque a coglierla forse perché poteva condividere con lui lo stesso entusiasmo. Che malaugurato caso, però: nello stesso giorno due persone le avevano chiesto di parlare con lei alla stessa identica ora, e con la stessa apparente importanza. Sae non poteva di certo dividersi e doveva necessariamente dare la precedenza ad uno dei due. Cosa avrebbe fatto per non lasciare nessuno a bocca asciutta?
     
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    Da come aveva annunciato le cose Banner, si sarebbe aspettata molte più difficoltà, invece l'ambiente le sembrò una normalissima scuola, forse con personaggi a dir poco eccentrici ma pur sempre una scuola. Alla fine della lezione, Mike le si avvicinò, chiedendole se potesse parlare. Sae era già pronta per farlo, ma Mike le diede appuntamento a fine giornata. Non aveva idea di cosa volesse dirle, ma acconsentì senza problemi.
    Sì certo, ti aspetto alle due, e non preoccuparti se fai un pochino tardi non ti tirerò dei cocomeri addosso.
    Scherzò salutando il ragazzo con un sorriso divertito, pensando ancora che la pratica dei cocomeri era davvero strana, non solo per il dolore di sentirsi una roba del genere finire addosso ma anche ripulire tutto dopo, era un frutto molto zuccherino, quel professore era proprio un sadico. Nemmeno finì di parlare che le arrivò anche un messaggio da parte di Banner, che ebbe la cortesia di leggere quando Mike si allontanò e fu da sola. Anche Banner sembrò volerla vedere e le diede lo stesso orario di Mike. Sae sbuffò, anche se era importante, avrebbe almeno potuto chiamarla per potersi accordare. Non sapeva come contattare Mike, così per non perdersi niente, rispose al suo messaggio. Fortuna che la tecnologia veniva in aiuto in situazioni del genere.

    Devo prima vedere Mike, mi ha chiesto aiuto per qualcosa, diceva che voleva parlarmi. Non credo che ci metterò molto, dopo che ho finito di parlare con Mike sarò tutta tua.
    Inviò il messaggio subito, accorgendosi troppo tardi che aveva scritto l'ultima frase in modo ambiguo. Sperava che Lyman non avrebbe iniziato a fare battute stupide prendendola in giro. All'orario stabilito si recò all'uscita dell'edificio aspettando che arrivasse Mike per parlarle. Dopotutto lo aveva sempre detto che gli alunni erano la priorità su tutto. Banner invece aveva un modo per stare in contatto con lei, quindi la scelta era ovvia.
     
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    Sae neanche aveva idea di quanto avesse messo in difficoltà il povero professor Banner con quell'ultima, ambiguissima frase, ma se non altro dalla sua aveva la ragione: i ragazzi avevano la precedenza su tutto e a giudicare dal sorriso sincero e soddisfatto di Mike, ci teneva davvero tanto a parlare con lei. Sae non ricevette nessuna risposta dal suo alleato, rimandando probabilmente tutto al tardo pomeriggio, dopo l'incontro con lo studente. Il resto della giornata proseguì in maniera piuttosto naturale ma il grande silenzio rappresentato dalla Sapienza rimaneva una caratteristica inquietante di quel luogo, o almeno sarebbe dovuta esserlo per una abituata a vedere i fantasmi. Le mura di quella scuola riuscivano a tenere lontani tutti, come se fosse protetta... e al tempo stesso maledetta. All'uscita dell'edificio principale, alle 2 in punta come aveva chiesto Mike, Sae lo trovò in attesa davanti alla scalinata che portava verso il basso, intento a farle cenno di seguirlo. Visto che altri ragazzi stavano uscendo a quell'ora sembrava decisamente intenzionato a mantenere la giusta intimità per quel discorso, Mike dava l'idea di essere un ragazzo molto riservato. Lontani dalla calca ma comunque in pubblico, in piedi sopra al giardino della sapienza e messi all'ombra da uno degli edifici vicini, il ragazzo cercò le parole giuste per iniziare quel discorso, non senza imbarazzo testimoniato dalla mano destra che gli grattava freneticamente la nuca.
    Ah professoressa... voglio ringraziarla davvero per essere venuta qui per me. Non ero certo di convincerla dopo... ecco... beh il modo in cui ci siamo conosciuti. Mi sento mortalmente in colpa per tutto, non solo per lo spettacolo che ho dato ma anche per averle dato il cubo pensando di liberarmi dal senso di colpa sostituendolo con un altro... sono stato davvero infantile, mi scusi tantissimo.
    Sembrava intenzionato a prendersi le sue responsabilità, ammettere le sue colpe e scusarsi sinceramente con quella donna che, alla fine, lo aveva aiutato. Nonostante l'imbarazzo si vedeva che Mike riponesse moltissima fiducia in lei, quello era il tono di una persona ispirata e volenterosa. Nonostante l'impressione positiva che poteva farle Mike in quel momento, c'era qualcosa di insolito in lui, qualcosa che Sae non aveva percepito nemmeno quando lo aveva visto messo sotto scacco da Lancillotto e Morgana, e soprattutto neanche quando lo aveva trovato preda di chissà quale pulsione mentre teneva in mano il cubo. Era quella forza intensa che aveva sentito prima... un desiderio forte, tanto puro quanto impaziente. Era come posseduto da uno spirito ma non nel senso stretto del termine. Guardandolo bene negli occhi le avrebbe dato l'impressione di qualcuno che fino a quel momento non era mai stato del tutto sé stesso, mentre ora finalmente poteva incarnarlo. Un giovane uomo che diventa adulto, nella più rosea delle percezioni, ma al tempo stesso un cambiamento repentino e sinistro.
     
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    Continuava a trovare inquietante il fatto che all'interno della scuola non riuscisse a percepire gli spiriti. vedendo quanta varietà di poteri c'era fra i ragazzi, capì che se non riusciva a sentirli era unicamente perché vi avevano messo una sorta di protezione. Simile ai templi che avevano rune magiche che tenevano lontani spiriti maligni, anche la scuola sembrava dotata di una difesa del genere. Doveva solo abituarsi, era certa che prima o poi ci sarebbe riuscita. Magari in futuro avrebbe potuto sfruttare la scuola proprio quando cercava una pausa dagli spiriti. Aveva dato per scontato che fosse stata una cosa voluta, e non aveva mai chiesto o indagato in proposito, ma forse rivedendo Banner con i loro discorsi avrebbe potuto chiederglielo.
    All'uscita della scuola trovò Mike che la accolse con un sorriso. Sae gli sorrise di rimando, intenzionata ad ascoltarlo. Aveva pensato che volesse chiedergli consigli o un aiuto per questioni scolastiche invece a quanto pare ci teneva davvero molto a scusarsi con lei. Lo trovò davvero tenero da parte sua, e capì che dopotutto era stato impulsivo poiché spaventato da ciò che gli era successo. Cosa assai comprensibile per un ragazzo così giovane. Aveva solo avuto bisogno di tempo per metabolizzare e lei accettò le sue scusa con un dolce sorriso.

    E' vero è stato un modo molto strano per conoscersi, ma infondo non è colpa tua no? Non riuscivi a sentirmi, e mi sono davvero preoccupata, ma alla fine tutto è andato per il verso giusto. La cosa più importante è che tu stia bene. Non preoccuparti per il cubo, te lo avrei sequestrato in ogni caso visto il modo in cui ti aveva ridotto. Non hai nulla di cui scusarti, è compito mio fare in modo che non vi succeda nulla di male.
    Affermò con un sorriso gentile, portandogli una mano sulla spalla con fare materno. Ebbe la sensazione che ci fosse qualcosa di diverso, non riusciva ancora a capire di cosa si trattasse, conosceva poco Mike per poter carpire i segnali che stava percependo. Scambiò quindi quella sensazione come una sorta di crescita personale del ragazzo.

    E' un oggetto misterioso e di gran fascino, non è vero? Tu perché ce lo avevi? Cosa volevi farci?
    Gli parlò con un tono comprensivo, facendogli capire che non aveva nessuna intenzione di fargli la ramanzina o indagare per poterlo poi punire. Voleva unicamente capire perché mai fosse entrato in contatto con quell'oggetto. Sperava davvero che fosse stata solo curiosità, e che non avesse cercato un potere per potersi difendere da qualcosa o qualcuno.
     
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    Sorrise nervosamente distogliendo da lei lo sguardo quando gli disse che non era colpa sua. In fondo lo era, perché quel cubo non gli apparteneva e tutti sapevano che lui l'aveva rubato dal professore. Non una cosa esattamente nuova: non era di certo il primo, ma chi poteva immaginare che i risultati sarebbero stati così imprevedibili? Per fortuna però, Sae accettò le sue scuse e fu chiaramente sollevato, tornando a sorriderle con un leggero rossore sul volto. Il rossore aumentò intensamente appena la donna toccò la sua spalle, facendolo quasi sobbalzare. Ci fu una contrazione sul suo collo, come se fosse pronto a sfregarsi sulla mano della donna davanti a lui ma non lo fece, trattenendosi, forse per rispetto.
    Ecco... è proprio di questo che volevo parlarle professoressa... Sae...
    Fu molto colloquiale in quell'ultimo pezzo di frase, ma trovò comunque la forza di volontà di guardarla dritta negli occhi mentre parlava in quel modo. Sembrava pronto a fare un discorso importante, lo vide chiudere le palpebre come se stesse cercando di capire da dove iniziare ma si limitò semplicemente a spiegare tutto senza pensarci troppo.
    Ho passato un'infanzia molto solitaria e... ho sempre avuto la sensazione di non essere al mio posto. Più crescevo più quella sensazione aumentava, non trovato le risposte e avevo paura di essere semplicemente sbagliato. Poi ho saputo del cubo... dicevano che poteva avverare i desideri, che era simile alla lanterna che "illumina la strada", e ho pensato che forse avrebbe potuto aiutare anche me!
    Il suo sguardo non era delirante né tanto meno disperato, era amareggiato e come se dovesse ammettere una sconfitta si ritrovò a stringersi le braccia al petto con le dita labili, con poca forza nelle braccia. Un sorriso amaro si allargò sul suo volto.
    Ma non avevo il coraggio... a dire il vero. Non lo avevo affatto. Mi sono sentito patetico: avevo la risposta davanti a me ma non possedevo la forza di cercarla. Come fa una persona a ridursi così alla mia età? Ma poi è cambiato tutto... l'ho vista.
    Tornò a guardarla, e gli occhi di quel ragazzo che fino a un momento prima si erano fatti lucidi, adesso erano colmi di speranza.
    La vidi entrare nell'ufficio per il colloquio, e fu come se l'avessi sempre conosciuta. Quel profumo, quel passo deciso, quella voce così cristallina. Il mio cuore ha iniziato a battere così forte che sembrava stesse per esplodere. Avevo bisogno di una risposta.
    Le mani di Mike si strinsero, forte, come se stessero impugnando il cubo, come quella volta nel bagno in cui si erano incrociati per la prima volta.
    L'ho preso, no anzi: il cubo si è lasciato prendere, come se mi appartenesse da sempre! E appena lo toccai, fu tutto chiaro. I ricordi tornarono a galla come se fossero stati sempre lì... ogni momento in cui l'ho vista, che l'ho toccata, che siamo stati insieme... non sono riuscito a trattenermi. L'estasi fu incredibile, non mi sono mai sentito così eccitato in vita mia!
    La causa di tutto... era lei. Sae aveva risvegliato qualcosa in Mike, e il cubo gli aveva dato esattamente quello di cui aveva bisogno: una risposta. A quel punto gli occhi del ragazzo iniziarono a lacrimare, di nuovo l'imbarazzo si impossessò di lui quindi si nascose dietro le dita della mano destra, attraverso la quale iniziarono a scendere altre lacrime salate.
    Lo so... è folle... è assurdo, non mi crederà mai, ma per ma ha perfettamente senso. Non è la mia anima questa... e so che appartiene a qualcuno. Appartiene a lei... appartiene a te Sae. So per certo che il mio posto è con te...
    "So per certo che il mio posto è con te" furono le parole romantiche che Jakob disse a Sae durante il loro ultimo viaggio prima della morte dell'uomo. E Mike le pronunciò con la stessa, identica e maledettamente melensa tonalità. Quel ragazzo si era innamorato alla follai della sua professoressa a vista d'occhio e si era convinto di essere la reincarnazione di suo marito... eppure perché sembrava così convinto di ciò che diceva?
     
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    Il sussulto di Mike quando lo toccò sorprese Sae, al punto che ritirò subito la mano, temendo di averlo messo a disagio. Voleva metterlo a suo agio per spingerlo a parlare, dopotutto non credeva che volesse parlare solo per chiederle scusa, lo avrebbe potuto fare benissimo anche dopo la lezione fermandosi un momento in classe. Ciò che voleva dirle era importante per lui, lo intuiva dal fatto che le avesse dato appuntamento fuori dall'edificio per poter rimanere soli. Si mostrò disponibile e lo lasciò parlare liberamente, limitandosi ad ascoltarlo. Inizialmente si ritrovò a pensare che quel dannato professore da film horror aveva divulgato informazioni riguardo al cubo, probabilmente per cercare allievi interessati a studiarlo. Poi però il racconto di Mike divenne sempre più strano, Mike aveva parlato di lei, non del cubo, rivelando che era stata il vederla che lo aveva spinto a cercare il cubo. Parlò di ricordi recuperati dal momento in cui aveva toccato il cubo, e da come parlava sembrava proprio riferirsi a ricordi che riguardavano Sae. La donna era davvero molto confusa, intuì perfettamente cosa stava cercando di dirle, ma non riusciva a crederci. La frase che disse alla fine la colpì come un pugno nello stomaco. Cercò in tutti i modi di trattenere dentro di lei le miriadi di emozioni che la stavano scuotendo.
    No, non è possibile.
    Lo mormorò appena, portandosi subito dopo una mano sulla bocca temendo che le sfuggissero altre frasi che tradissero i suoi pensieri. Se suo marito si fosse reincarnato, avrebbe spiegato perché mai non riuscisse a contattare la sua anima. Nascendo a nuova vita non avrebbe potuto sentirlo o vederlo, aveva senso quindi il fatto che non riuscisse a contattarlo, ma c'era un elemento fondamentale che continuava a farle credere che c'era qualcosa di strano, di sbagliato. Mike aveva circa 17 o 18 anni? Mettiamo anche che fosse più giovane sui quindici o sedici anni, il tempo non era sufficiente poiché quando era nato, Jacob era vivo. Suo marito era morto da poco tempo, non avrebbe mai potuto essere la sua reincarnazione. Prese un profondo respiro, capì che doveva prendere le redini di quella situazione per non gettare Mike in assurde teorie.

    Mike io credo che tu ti stia facendo strane idee. La tua anima è la tua, un corpo vivente per essere tale deve avere un anima. Essa si collega al corpo già dalla fase di concepimento. Non può funzionare come una specie di contenitore in cui cambiarla a piacimento come se cambiassi un vestito. L'unico modo per farlo è usare un corpo morto e non sempre le cose vanno bene. Non so chi credi di essere, ma sono sicura che non puoi essere la reincarnazione di mio marito, quando tu sei nato, lui era vivo.
    Si sentì più leggera a pronunciare quelle parole ad alta voce. Le dispiaceva deludere il ragazzo, probabilmente si aspettava comprensione, o magari pensava che gli avrebbe creduto e avrebbero vissuto insieme? L'unica cosa certa era che non poteva alimentare certe idee.

    Probabilmente sei entrato in contatto con qualcuno che ti ha trasmesso dei ricordi, e tu ingenuamente hai pensato che fossero tuoi. Il motivo per cui credi di ricordare possono essere molteplici. Credimi Mike, è da una vita che ho a che fare con fenomeni strani e particolari. Ed il fatto che centri proprio il cubo mi fa credere che ci sia qualcosa di anomalo.
    Portò le mani sulle spalle del ragazzo, per guardarlo negli occhi e cercare un minimo di comprensione da parte sua.

    Sto studiando il cubo, proprio per fare luce su misteri come questo. Saresti disposto ad aiutarmi a studiarlo? Così magari possiamo anche capire perché hai ricordi non tuoi? Ti va di venire con me?
    Quello era decisamente una cosa strana, e forse era il caso che lo portasse con sé da Banner, per poter confrontare le informazioni e magari se poteva, Lyman poteva usare il proprio potere per capire cosa stava succedendo a Mike. Ciò che le aveva appena detto era molto importante, non poteva lasciarlo andare via come se le avesse confessato una banale cotta.
     
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    Mike travisò completamente l'emozione di Sae in quel momento, scambiandola per una gioia incredula, tanto che anche lui lasciò che gli occhi si riempissero di lacrime, senza però iniziare a piangere, prendendo un lungo respiro come se si stesse preparando a ricevere finalmente l'abbraccio della sua amata. La risposta della donna però non fu esattamente un gesto d'affetto, anzi sembrava decisa a resistere a quella possibilità, forse perché troppo incredula o banalmente troppo pragmatica per crederei n un miracolo troppo bello per essere vero. Un sorriso amareggiato ma intenerito si accese sul volto di Mike che si fece avanti verso di lei, senza ancora chiudere troppo le distanze, ma allargando le mani come se si stesse preparando a ricevere finalmente il tanto agognato abbraccio.
    Ma no... non è così! Era destino! il prof ce l'ha spiegato in una lezione... un essere umano può nascere incompleto, sia nel corpo che nello spirito. Quella parte di me che non è mai nata... andava riempita, lo so per certo! E adesso quella parte della mia anima che credevo fosse irrecuperabile è piena dell'amore che provo per te...
    Il concetto di reincarnazione di cui stava parlando Mike era molto diverso da quello che aveva inteso Sae. Quello che stava cercando di dirle era che lo spirito di suo marito avesse trovato un nuovo corpo ospitante perché l'anima contenuta in quel corpo era imperfetta, incompleta, destinata appunto a ritrovare una parte mancante come se Mike stesso fosse una sorta di seconda possibilità per Jakob. E per Sae, ovviamente. Quando la professoressa però continuò ad allontanare quell'idea, portandogli le mani sulle spalle non con affetto ma con fare materno, Mike capì che la sua confessione non l'aveva colpita e per un attimo venne preso dallo sconforto. Abbassò il capo, portandosi una mano sul volto per trattenere le lacrime. Un forte singhiozzo lo fece sobbalzare ma si riprese subito dopo, prendendo un lungo respiro. Allargò un sorriso amareggiato davvero ampio, quasi forzato, ma nei suoi occhi oltre alla tristezza c'era anche una grandissima speranza.
    Sì io... capisco. Lo capisco perfettamente. Per me è facile da capire, in fondo non ho avuto altro fino ad ora... tutto ha un senso per me. Ma per te... per lei, non deve essere così. Ma lo capisco! Non posso forzarla... quindi certo! Verrò con lei! Anche io voglio delle risposte. E farò di tutto per dimostrarle che quello che provo non è un abbaglio né una pessima influenza.
    Si portò una mano sul petto come se stesse per fare una confessione.
    Ciò che sento battere qui dentro è vero...
    C'era davvero tanta, tanta passione in quello che diceva. Se avesse canalizzato quel sentimento verso la fame nel mondo, Mike probabilmente sarebbe stato capace di risolverla in un batter d'occhio. Ma per una come Sae, che aveva visto molti spirito consumati dai sentimenti più autodistruttivi, quella scintilla negli occhi di Mike aveva qualcosa di malsano, di folle. Proprio come poteva dimostrarle un amore sincero, poteva esprimerne anche uno malato. Forse, se Sae fosse stata abbastanza crudele da chiedergli di gettarsi nelle fiamme per dimostrarle il suo amore, Mike lo avrebbe fatto. Un pò come se avesse intuito che c'era qualcosa che non andava, Banner mandò un messaggio a Sae chiedendole se andava tutto bene, e dicendole che la stava aspettando. Mike da canto suo l'avrebbe seguita anche in capo al mondo, in quel momento.
     
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    Sae non era riuscita a credere a Mike, perché non le era mai capitato di avere a che fare con un simile evento. Inoltre aveva fatto l'amore con lo spirito di Jacob usando il corpo di Banner qualche tempo fa non poteva quindi essere una reincarnazione. Mike le spiegò perché mai stesse pensando una cosa del genere, facendo cenno ad una lezione di un prof. Le dispiaceva davvero tanto per Mike, perché sembrava davvero convinto di ciò che diceva, ma Sae continuava a sentire che qualcosa non andava, qualcosa fosse molto sbagliata.
    Quale professore vi ha detto una cosa del genere? Quel genere di cose accadono con gli spiriti maligni, con esseri molto diversi da noi. Ed anche si fosse trattata di una eccezione, dovresti essere nato nel suo stesso giorno.
    Vederlo mettersi le mani sul volto triste e amareggiato le fece male. Gli carezzò la testa, pensando che stesse soffrendo a causa di quel maledetto cubo. Per fortuna per Sae non era una novità avere a che fare con spiriti che soffrivano, e Mike non era poi così diverso da loro in quel momento.

    Sarebbe davvero un miracolo se tu fossi davvero lui, ma ho paura che stai prendendo un abbaglio. Dobbiamo accertarci che non sia un inganno del cubo. Quell'affare potrebbe aver agito in modi molto strani, e credimi perché so di cosa sto parlando.
    Le si strinse il cuore sentirgli dire che la amava, sentendosi sempre più certa che fosse un sentimento falso, influenzato dai ricordi che credeva di avere. Ma anche se fosse stato davvero Jacob, sapeva che era sbagliato fargli riallacciare i rapporti con la sua vecchia vita. Adesso era Mike e doveva rifarsi una vita, vivere esperienze diverse, non poteva a 16 anni pensare ad una moglie ed una figlia. Se Jacob si fosse davvero reincarnato, avrebbe dovuto rinunciare a lui per sempre e ciò le faceva rigirare lo stomaco. Erano leggi della vita a cui nemmeno lei poteva sottrarsi.

    Vedrai che riusciremo a capire cosa sia successo. Su andiamo, vieni con me.
    Sae avrebbe portato Mike con sé nel luogo dell'appuntamento con Banner. Prima però lo avvertì con un messaggio scrivendogli: "Credo che il cubo abbia combinato un altro guaio, sto arrivando insieme a Mike, dobbiamo parlare."
     
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    Nonostante l'iniziale rifiuto di Sae, Mike sembrava molto ottimista e il suo sorriso per quanto amaro era visibilmente ampio: di sicuro si aspettava quel genere di reazione dalla donna ma non per questo si sarebbe fatto indietro e la prospettiva di poter lavorare con lei sulla cosa lo incoraggiava. Non si era tirata indietro, anzi aveva deciso di aiutarlo e questo bastava a fargli battere il cuore, quindi si dimostrò disponibile e assolutamente collaborativo.
    Ce ne ha parlato il professor Carnovash. Certo, è vero che ci ha anche detto la stessa cosa... la maggior parte di questi eventi sono legati a spiriti maligni, ma non tutti lo sono1 E poi i sentimenti che provo non possono essere malvagi. Non sia così severa col cubo... negli anni molte volte l'inquisizione delle persone ha portato a stragi e cacce alle streghe crudeli solo perché non si comprendeva qualcosa. Io credo che il cubo sia intrinsecamente neutro, e che dipende dall'uso che se ne fa. Un pò come le armi che possono essere utilizzate per proteggere le persone.
    L'ottimismo di quel ragazzo era sicuramente fulgido e intaccato, aveva anche perso del tutto quell'ingenua timidezza che lo ammantava quando Sae lo aveva conosciuto. Conversava con lei come se si conoscessero da tempo e dava l'idea di nutrire una profonda fiducia nei suoi confronti. Quando finalmente giunsero alla destinazione, dove Banner li aspettava, quest'ultimo rimase sorpreso di vedere Mike, tanto che infilò frettolosamente la mano nella tasca per recuperare il telefono e rendersi conto solo a quel punto di aver perso l'ultimo messaggio di Sae.
    Hey Mike, bello vederti.
    Fu circospetto, e lanciò uno sguardo verso Sae per cercare di capire la situazione. La stanza in cui si trovavano era molto più piccola dell'immensa biblioteca dell'edificio principale, lì c'erano principalmente documenti accatastati e ben ordinati, ma le cose che interessavano a loro si trovavano tutte sulla scrivania dietro la quale si trovava Lyman: un bel pò di libri, vecchi e nuovi, diversi fascicoli e documenti riguardanti indagini e dossier del passato. C'erano davvero molte informazioni sul cubo e appena Mike le vide venne immediatamente catalizzato su di esse.
    Ooooh! Ma allora è una ricerca seria! Elettrizzante!
    Il ragazzo si piegò immediatamente verso tutte quelle informazioni e il primo istinto di Banner fu di fermarlo, ma si frenò immediatamente volgendo lo sguardo verso Sae, sempre più interrogativo. Se lo aveva portato lì doveva esserci un buon motivo.
    Il nostro gruppo di ricerca si è allargato? Che succede ragazzi?
    Banner aveva letto il messaggio e sembrava preoccupato all'idea di sentire cosa Sae avesse da raccontargli.
     
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    Mentre si faceva strada fra i corridoi della scuola, Mike volle spezzare una lancia in favore del cubo chiedendole di non demonizzare lo strumento. Discorso che le ricordò tantissimo quello che aveva fatto Thresh quando ne avevano parlato.
    Anche io credo che il cubo sia neutro e che ciò che succede è influenzato da chi lo usa.
    Pensò alla sua notte romantica con Jacob, e l'amarezza di aver scoperto che il seme che aveva dentro di lei il giorno dopo era di Banner e non era stato l'ectoplasma di suo marito. Nonostante quel intoppo però per Sae era stata una notte magica, si era sentita bene, ed aveva assaporato di nuovo l'amore che univa lei e suo marito. Non riusciva a vederci niente di negativo, esattamente come Mike stava dicendo.

    Ma proprio per questo bisogna essere più cauti, perché ciò che desideriamo non sempre è ciò di cui abbiamo bisogno. E le emozioni possono farci credere vere cose che non lo sono.
    Mentre rivelava ciò i suoi occhi divennero tristi e malinconici, poiché si rese conto che quello che aveva appena detto poteva applicarsi perfettamente anche su di lei. Per non parlare delle numerose volte che aveva aiutato gli spiriti a fare chiarezza nel loro cuore. Quando arrivarono a destinazione, notò subito che Banner fu sorpreso ma dissimulò alla perfezione, facendole capire che non aveva letto il suo messaggio. Forse non si aspettava un ospite in più, ma a quel punto Sae sapeva di non poterlo lasciare indietro. Così lasciò che Mike si avvicinasse ai documenti e curiosasse.
    Scusami Mike, devo scambiare due parole con il professor Banner, aspettami qui.
    Invitò con un gesto Banner a seguirla in un angolo della stanza dove poter parlare a bassa voce con lui. Guardò più volte Mike prima e sospirò preoccupata.
    C'è qualcosa di molto strano Lyman. Io credo di aver influenzato quel dannato cubo più di quanto mi aspettassi. Deve essere successo qualcos'altro quella notte in cui noi... beh sì insomma quella notte!
    Prese un profondo respiro, cercando di raccogliere le idee e fare un discorso sensato.
    Mike è venuto da me, e diamine non so come dirlo, ma in poche parole crede di essere la reincarnazione di Jacob. Dice che prova i suoi stessi sentimenti per me, ed a me questa faccenda puzza, perché quando l'ho beccato con Lancilotto e Morgana era diverso, non mi guardava in quel modo. Tenendo il cubo a casa forse ho innescato altro, io non so che pensare. Ma sono sicura che non può essere la reincarnazione di Jacob, non lo sento naturale. Potresti usare le tue abilità per dargli una occhiata? Per capire cosa diamine sta succedendo?
    Lo guardò con gli occhi colmi di preoccupazione. Fin quando quella faccenda riguardavano lei e Banner e Jacob, poteva anche chiudere un occhio su alcune faccende, ma adesso stavano per essere coinvolti anche gli studenti e ciò non le piaceva affatto.
     
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    Assorbito com'era da tutte quelle informazioni sul cubo, Mike neanche si rese conto che i due insegnanti stavano parlando a bassa voce tenendolo fuori dal discorso. Banner non era esattamente contento di farlo curiosare tra quei documenti senza supervisione, ma ciò che doveva dirgli Sae sembrava importante quindi si dedicò unicamente a lei. All'angolo, rimase in silenzio ad ascoltare la sua spiegazione e a parte un rumoroso COSA?! In seguito alla notizia di cosa avesse posseduto Mike secondo lui, guardandosi giusto intorno per sincerarsi che il ragazzo non lo avesse ascoltato. La situazione si stava facendo molto più strana e complicata del previsto e non potevano assolutamente permettersi di perdere il controllo.
    Ma quanti Jakob ci sono? O è solo uno e rimbalza in giro come se fosse dentro una giostra??? Non ci capisco niente!
    Era davvero difficile immaginare quale fosse il reale ruolo di Jakob, o meglio del suo spirito, in tutta quella situazione. Ma Lyman si ritrovò ancora di più in difficoltà appena la richiesta di Sae venne avanzata, e si ritrovò a fissare quel ragazzo con un grande senso di colpa. Sembrava così sereno, entusiasta, non c'era davvero traccia di brutte intenzioni in lui, adoperarsi per spezzare un bel sogno non era proprio nel suo stile, ma immaginare che quella beata ignoranza derivasse da qualcosa di malevolo lo mandava su tutte le furie. Che fare? Ovviamente, dargli una controllata approfondita non poteva far male.
    Gli darò un occhiata, ma non mi piace quello che sta succedendo. Finché riguardava noi due questa storia potevamo affrontarla, ma se coinvolge uno studente e c'è qualcosa di sbagliato non voglio andare fino in fondo. Ricorda che lo facciamo anche per loro...
    Sae non avrebbe percepito paura o codardia nelle parole di Banner, era una sincera frustrazione, derivata dalla preoccupazione nei confronti di quel ragazzo. Nonostante cercasse delle risposte non era disposto ad utilizzare i loro studenti per poterle trovare. Si avvicinò dunque a Mike schioccando le dita per attirare la sua attenzione, il cespuglio corvino del ragazzo si alzò di colpo volgendo lo sguardo verso l'insegnante.
    Ok basta curiosare, se vuoi darci una mano prima di tutto devo assicurarmi che tu ci veda bene, quindi su gli occhiali forza.
    E questo che c'entra? Riesco a leggere beniss...
    Meno chiacchiere, forza!
    Banner non gli diede il tempo di farsi domande, schioccò di nuovo le dita davanti alla sua faccia per manipolare i suoi sensi e renderlo frettoloso, così Mike si alzò gli occhiali senza pensarci troppo, finendo vittima dello sguardo analitico del professore che, a sua volta, alzò quei fondi di bottiglia per guardarlo meglio. Non passò troppo tempo in quello stato, non voleva lasciargli il tempo di rifletterci su, quindi prese gli occhiali del ragazzo e li rimise a posto, spingendolo all'indietro mentre infilava il ponte degli occhiali tra la fronte e il naso cogliendolo di sorpresa.
    Ok, forse puoi aiutarci con questi polverosi e minuscolosamente scritti documenti, ma vedi di tenere la lingua sigillata. Non stiamo facendo niente di strano qui ma è meglio se la gente non viene a curiosare, d'accordo? Anzi perché non inizi subito andando a prenderci un paio di caffè?
    E ancora una volta lo incalzò, lanciandogli davanti agli occhi qualche monetina luccicante da infilare nella macchinetta del caffè, così che Mike sarebbe stato troppo concentrato a raccoglierle al volo piuttosto che farsi altre domande. Il ragazzetto annuì col capo e sorridente come prima strinse in pugno i soldi per poi andare in missione. Una volta soli, Banner tornò a parlare con Sae, voltandosi verso di lei mentre sospirava nervosamente e si ripuliva gli occhiali sul camice bianco.
    Non mi sembra una possessione, ma sicuramente è diverso. Non riesco a capire cosa ci sia. Sae, non è che tuo marito aveva qualche abilità particolare? Magari inconscia o che si manifestava di rado senza il suo controllo? Non possiamo escludere che non possa essere qualche eco di ciò che rimane...
    Banner stava giustamente vagliando ogni ipotesi, e per lui il fatto che Jakob potesse davvero rimbalzare da un corpo e l'altro non era affatto ridicolo.
     
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    Quando Banner urlò un "COSA?" Sae cercò di zittirlo afferrandolo per la giacca, facendogli cenno di abbassare il tono.
    Io non lo so. Ha detto che dopo aver toccato il cubo, ha recuperato i ricordi che aveva con me. Quindi mi pare ovvio che c'è qualcosa che non va. Non piace nemmeno a me come si sta evolvendo questa storia. Anche questo magari... è colpa mia.
    Abbassò lo sguardo sentendosi in colpa, da quando era entrata in contatto con quel cubo, stavano succedendo cose davvero strane. La cosa più spaventosa era che la riguardavano molto personalmente. Fino ad allora aveva sempre dato una mano agli spiriti erranti, alle anime che non si davano pace, e questa volta la faccenda era molto più complicata del solito. Non riusciva a smettere di pensare che se fosse stata l'anima di Jacob a non trovare pace, magari cercava un modo per comunicare con lei, e qualcosa gli impediva di farlo, creando tutti quei strani incidenti? Non sapeva cosa pensare, così chiese a Banner di poter dare una occhiata a Mike con le sue facoltà. Osservò la scena e trovò piuttosto divertente il modo con cui era riuscito a distrarre totalmente Mike e toglierselo perfino dai piedi con una scusa banalissima. Da come lo stava trattando, per un attimo pensò che fosse perfino un pizzico geloso? No! Ma che diamine andava a pensare? Quando Mike lasciò la stanza, Sae si avvicinò subito a Banner in apprensione, attese la risposta del professore come si attendevano le risposte di una importante visita medica. Lui disse che era diverso, ma che non era una questione di possessione, c'era qualcosa che nemmeno lui si sapeva spiegare. La domanda che le fece in seguito colse di sorpresa la donna poiché non aveva pensato alle abilità che aveva avuto suo marito in vita.
    Se ne avesse avuta una inconscia non si è mai manifestata al punto da farci preoccupare. Era molto abile nella ricerca, era come se avesse avuto una sorta di bussola spirituale che riusciva a indirizzarlo verso la risposta che cercava, i suoi sperimenti avevano una percentuale di successo molto alta grazie a questa sua abilità. Ma questo in che modo potrebbe mai influenzare gli eventi?
    Si passò una mano sulla testa sempre più confusa, poi si ricordò del messaggio che gli aveva mandato lui prima di vedere Mike.
    Uh giusto! Mi avevo detto che avevi scoperto qualcosa di grosso su cui poter lavorare no? Di che si tratta?
    Ancora una volta lo guardava negli occhi in un misto fra speranza e paura.
     
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    Mentre Sae spiegava cosa sapeva su eventuali abilità del suo defunto marito, Banner si lisciava lentamente la barbetta incolta, guardando punti a caso del pavimento concentrandosi tutt'altro su ciò che vedeva quanto più sui suoi pensieri. Scuoteva il capo lentamente, come se stesse vagliando possibilità che venivano escluse una ad una, rendendosi conto che quelle informazioni purtroppo non servivano a niente.
    Messa così non ci dà nessun indizio... non so se potrebbe influire sulla nostra ricerca ma sarà importante sapere se tuo marito aveva qualche abilità nascosta che si è risvegliata solo in prossimità della sua morte. Esperienze traumatiche ed estremamente pericolose sono le cause più comuni di questo evento, non possiamo escludere nulla, quindi per il momento teniamo la cosa da parte...
    Detto ciò, Sae lo riportò verso il fulcro principale del loro incontro ma prima di parlare, Banner lanciò un occhiata dubbiosa e preoccupata verso la porta che Mike aveva attraversato qualche istante prima, e dalla quale presto sarebbe rientrato con i loro caffè. Si voltò verso Sae sistemandosi per bene gli occhiali sul naso, pronto a iniziare la sua disamina con le dovute premesse.
    Ho scoperto qualcosa sull'origine del cubo, e del perché è stato creato... pare che in passato, un giocattolaio di nome Le Marchand abbia costruito quella scatola giocattolo come un dono, e subito dopo gliene sono state commissionate molte altre. Ma qui le testimonianze si fanno vaghe e discordanti. Alcuni dicono che Le Marchand abbia solo creato un prototipo, e sia caduto nella follia poco più avanti dopo aver scoperto che la sua creazione era stata replicata. Altri dicono che Marchand abbia costruito in gran segreto più scatole perché fin dall'inizio era stato ispirato da una musa oscura. Quel che è certo è che il cubo è artificiale... è opera dell'uomo, ed è stato costruito in un epoca in cui si sapeva davvero poco sul regno dell'occulto.
    A quel punto Lyman fece una piccola pausa, quelle poche informazioni in realtà dicevano molto poco, erano solo un punto di partenza ma prima di continuare si concesse un lungo respiro, lanciando l'ennesimo sguardo verso quella porta, mantenendo la preoccupazione immutata che aveva dimostrato poco prima.
    C'è ancora molto di cui parlare... ma prima di farlo voglio capire se sei davvero decisa a coinvolgere Mike in questa storia fino alla fine. Se sei sicura, racconterò quello che ho da dire anche a lui appena tornerà, ma in quel caso sarà difficile tornare indietro. Voglio che tu sia assolutamente sicura che non stai facendo qualcosa di cui potresti pentirtene in futuro. Io al posto tuo non lo farei, ma se sei convinta di poterlo aiutare così allora mi fiderò di te.
    Le aveva indirettamente detto la sua: lui avrebbe mantenuto le distanze, coinvolgendo il meno possibile i ragazzi. Per lui era stato un errore far arrivare Mike fino a lì, ma nei suoi occhi era evidente la fiducia che nutriva nei confronti di Sae, quindi avrebbe appoggiato la sua decisione. L'ultima parola spettava a lei. Pochi istanti dopo, sarebbe tornato Mike con i caffè, lì Sae avrebbe dovuto prendere la sua posizione.
     
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    Banner sembrò riflettere su ciò che gli aveva detto, ma non trovò nessuna spiegazione plausibile nello scoprire le abilità del marito. Poi però parlò di esperienza traumatica al momento della morte ed a quel punto guardò Banner un pizzico preoccupata.
    Lui è morto quando apparve la cupola sulla Spagna, lui era lì quando accadde. E' abbastanza traumatico no?
    Gli fece presente, non riuscendo a intuire che tipo di ragionamento stesse facendo e qualcosa le suggeriva che centrava con quello che aveva scoperto. Gli prestò la massima attenzione quando le rivelò la storia del cubo, parlando di un certo Le Marchand, dicendo però che altre fonti però si contraddicevano quando si trattava degli altri cubi dello stesso tipo. Sae si rese conto che probabilmente lei era l'unica a poter scoprire quale fosse la verità di quelle notizie. La preoccupò però scoprire che era stato creato quando gli uomini erano ancora molto ignari del mondo dell'occulto, e quindi non escludeva che magari erano state implicate forze oscure e pericolose. Mike non era ancora tornato e Banner le chiese se avesse davvero intenzione di mischiarlo in quella ricerca. Sae gli sorrise con un pizzico di sufficenza, divertita dal fatto che però era intenzionato a far partecipare Mike a tutto quello che stavano facendo.

    Si vede proprio che non hai figli.
    Commentò senza alcuna malizia o pregiudizio, ma capì che Lyman non avesse capito fino in fondo perché si fosse portata appresso Mike. Avrebbe fatto di tutto per non metterlo in pericolo, ma era anche vero che non conosceva l'entità delle scoperte che aveva fatto il suo collega.

    In verità vorrei evitare di coinvolgerlo troppo in questa ricerca. L'ho portato qui, principalmente per fargli dare una occhiata da te. Non posso però perderlo di vista o ignorarlo, quel ragazzino ha un atteggiamento strano, è come se avesse un velo di pazzia nella sua mente. Se gli chiedessi di gettarsi nel fuoco per me, ho la sensazione che lo farebbe, e questo non è affatto un bene. Vorrei quindi tenerlo vicino, senza però rivelargli troppo, un pochino come se fosse un figlio di cui occuparsi. Potremmo fargli fare da assistente.
    Mentre lo diceva si rese conto che forse avrebbe potuto usare Mike in qualche modo per ottenere informazioni preziose, ma prima di tutto doveva scoprire quanto fosse pericoloso ciò che aveva scoperto Banner.
    Se mi spieghi cosa hai scoperto, magari potrei anche decidere se coinvolgere Mike oppure no. Se ritieni che possa danneggiarlo allora rivelalo solo a me.
     
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