Ghost

x Hina

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Il passo di Sae iniziò ad accelerare quando si accorse che nonostante fossero lontani da quella losca figura, sentiva ancora il suo sguardo addosso. Rabbrividì, sbiancando un pochino, non le piaceva affatto quella sensazione, inizialmente pensò che fosse realmente uno spettro uscito direttamente dai più bassi gironi dell'inferno. Lyman però le confermò che era reale, rivelandole che si chiamava Faust Carnovash ed a quanto pare era l'amante della preside. La scoraggiò tantissimo e mise addosso un ansia terribile nel sentire che insegnava occultismo, materia su cui lei era lì per approfondire. Deglutì a vuoto, cercando di non far trapelare la sua immensa ansia, e per fortuna ci pensarono i ragazzi dell'info point a distrarli. A Sae fece molto piacere notare che si dedicavano a quel compito con entusiasmo. Trasmettevano una certa freschezza e allegria. Unica nota stonata in quel quadro simpatico e allegro ci fu la figura di una ragazza, non perché fosse triste o cupa, semplicemente perché le diede le stesse vibrazioni che percepì da Thresh e che la confuse non poco. Che diamine era stato? Possibile che si fosse impressionata così tanto solo per una occhiata fugace? Ancora una volta Banner la trascinò via, e non fece alcuna resistenza risultando anche piuttosto distratta dai suoi pensieri durante il tragitto. I misteri in quella scuola non fecero che accumularsi e non aveva idea di cosa andare a pensare. Non fece nemmeno molto caso a dove l'aveva portata, notandolo solo quando nella penombra Lyman cercò di attirare la sua attenzione. Sae lo fissò ascoltando ogni singola parola che uscì dalle sue labbra. Ciò che le rivelò inizialmente lo trovò ripugnante: dei criminali o tipi pericolosi messi come insegnanti? Poteva capire una figura come Lyman che cercava redenzione, ma gli altri? Quel tizio enorme non sembrava affatto in cerca di redenzione, sì sapeva perfettamente che era immaturo giudicare dalle apparenze, ma non poteva negare le sensazioni di pericolo che aveva percepito. E lei sapeva che le sensazioni non doveva ignorarle a causa delle sue abilità. Mentre Banner continuava a parlare, sentì il bisogno di appoggiarsi a qualcosa, e trovò un banco su cui cercò sostegno, poggiandoci il sedere sopra.
    Sì, ho visto...ma...
    Commentò ad un certo punto, riferendosi al fatto che aveva visto il passato del professore, ma lo lasciò continuare a parlare. Strinse le braccia attorno al proprio corpo, in un istintivo gesto per proteggersi mentre tutte quelle informazioni si registravano nel suo cervello. Quindi i Monarchi erano molto sicuri di tenerli sotto scacco? Era evidente che avevano ragionato come dei guerrieri e non come dei capi di stato. Contavano sul rispetto di chi avevano sconfitto, come se fossero in una specie di clan mafioso. I monarchi erano i capi mafiosi e quei tizi pericolosi portavano loro rispetto obbedendo alle loro regole. A quel punto avrebbe dovuto fuggire, prendere sua figlia, fare i bagagli e cambiare nazione, invece riuscì ad intuire la scelta che avevano fatto e le sembrò sensata. Non proprio politicamente corretta, ma molto sensata: meglio avere qualcuno di forte sotto controllo che averlo contro a creare problemi. Non riuscì a fare a meno di figurarsi quella situazione come il gruppo di bulli che l'avevano tormentata, ai suoi occhi erano dei bastardi, ma se lei fosse stata una di loro facevano meno paura.

    Io ti ringrazio per avermi rivelato tutto ciò. Dopotutto sono stata appena assunta, non eri tenuto a dirmelo. Se ti può consolare sono una tipa che non da la fiducia facilmente, anzi, probabilmente non mi fido ancora del tutto di te. So che non hai brutte intenzioni, e ti credo quando mi dici che non devo fidarmi di quell'uomo. Anzi...
    Si portò una mano sulla nuca grattandosi imbarazzata.

    Non c'è un modo per evitarlo totalmente? Quel tizio mi inquieta tantissimo!
    Sorrideva nervosamente, consapevole che poteva sembrare infantile, ma era stato un pensiero spontaneo e sincero. Se poteva evitarlo, lo avrebbe fatto più che volentieri. Cercò di tornare seria e prese un grande respiro.

    All'inizio sembravi intenzionato a mandarmi via, ma quando ti ho mostrato che avevo delle abilità speciali hai cambiato idea. Perché? Cosa ti ha fatto cambiare idea? Cosa hai visto in me?
    Lo guardò dritto negli occhi, serissima, sapeva che c'era stato qualcosa e si aspettava delle risposte.
     
    .
  2.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    The unseen BOOB, is the Fappest
    fan_club_latob

    Group
    HF Gdr Master
    Posts
    31,816
    Location
    Plutonia Experiment

    Status
    Anonymous
    Lyman le aveva dato molto su cui rimuginare ma Sae riuscì a mantenere la giusta freddezza. Non tanta da sembrare insensibile, anzi dava proprio l'idea che fosse provata anche solo sentendo tutte quelle informazioni, ma era evidente quanto fosse abituata a farsi forza e questo non bastò ad abbatterla. Per Banner fu davvero sorprendente vederla sorridere, certo forse nervosamente ma era chiaro che quella donna non si sarebbe arresa facilmente. Scoprire la verità non la spaventava ed era abbastanza razionale da poter soppesare i pro e i contro delle scelte che purtroppo non dipendevano da lei. Un'altra persona sarebbe scappata di lì senza pensarci due volte, ma lei invece aveva il coraggio di proseguire. In virtù di ciò, il professore non si aspettò di sentire quella domanda, un pò come se in cuor suo Sae avrebbe dovuto dare per scontato che anche quella era una delle verità misteriose che avrebbe scoperto col tempo. ma la verità era molto diversa e banalmente semplice, tanto da risultare noiosa. Il professore sospirò, sciogliendo le spalle mentre recuperava con le mani gli occhiali ed iniziava a pulirli frettolosamente dalla polvere usando il suo camice bianco come se fosse una pezzuola.
    Nonostante quello che ti ho raccontato, non sono minimamente preoccupato per i danni che potrebbero provocare gli insegnanti pericolosi in questo posto. Certo sono poco raccomandabili ma dubito che la cosa uscirà fuori dal controllo dell'Imperatore e i suoi Monarchi. Sono troppo potenti, è irrealistico. Quello che so però è quanto influenti possano essere queste figure per il futuro dell'impero, ma soprattutto per quello dei ragazzi. Professori come Carnovash riescono a scavare dentro i loro cuori, trapiantando un seme che marcisce molto facilmente. Come avrai capito io sono molto bravo ad "osservare", ma non a "vedere", come invece fai tu.
    Rimessi a posto gli occhiali, Banner portò le braccia in posizione conserte facendo qualche passo verso di lei. Il suo tono cambiò molto, diventando quasi sereno, addirittura ottimistico per certi versi. Quindi nella speranza di aiutarla a trovare il giusto incoraggiamento, allargò anche lui un sorriso che suonava di positivo.
    Voglio sperare che tu sia abbastanza paziente e impavida da passare il tuo sguardo amorevole su questi ragazzi e mostrargli la giusta via. Se guarderai dentro di loro come hai fatto con me, forse potrai aiutarli meglio di qualsiasi altro motociclista satanico che infesta questa scuola come uno spettro. Forse è giusto che tu non ti fidi di me, Sae, ma io mi fido delle persone come te invece. E poi questo posto non può mica riempirsi solo di criminali ed ex terroristi: una che pensa agli altri e ha una figlia da proteggere di sicuro avrà qualcosa di prezioso da insegnarci.
    Detto ciò, cercò di allargare quel sorriso il più possibile, mostrandosi sinceramente positivo e ben intenzionato. banner non aveva un quadro chiarissimo di cosa succedesse negli angoli più oscuri della Sapienza, ma ne aveva il sospetto. Anche per questo forse una persona come Sae poteva essere preziosa, sia per portare gli studenti dalla parte del bene, sia per scoprire qualcosa di importante e losco. Ma questo non poteva dirglielo direttamente.
    Per quanto riguarda Carnovash... uff, dubito che avrai modo di stargli troppo alla larga. Purtroppo sembri proprio il suo tipo Sae, e quello è uno che non molla. Ma se gli darai poca confidenza magari perderà interesse. Ma soprattutto non accettare suoi regali. Mai, per nessuna ragione, soprattutto piccole scatole dal fascino irresistibile.
    C'era da augurarsi che Sae non fosse una tipa da rompicapi, altrimenti sarebbe stato difficile non cadere in tentazione.
     
    .
  3.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Sae forse non aveva ancora del tutto chiaro la gravità della situazione, altrimenti sarebbe già scappata via. Stava dando fiducia alle sue abilità, pensando ingenuamente che poteva trovare una scappatoia, e quindi ritirarsi se le cose si dovessero mettere malissimo. Dopotutto lei doveva pensare a sua figlia ed a stare bene, non aveva nessuna intenzione di finire di nuovo vittima di bullismo. Adesso era più matura e poteva capire meglio i segnali di una falsa amicizia. Banner intanto la rassicurò, confermando ciò che aveva intuito, ovvero che nonostante avessero fatto una scelta così drastica, i monarchi pensavano di tenere tutto sotto controllo. Quindi pensò che se le cose si fossero messe male, aveva comunque un'autorità a cui rivolgersi. A parte ciò Banner spiegò che se aveva scelto di darle una possibilità era per avere una voce diversa con cui affrontare i ragazzi e mostrare loro vie diverse e rette. Un pensiero molto corretto, poiché ciò di cui avevano bisogno i ragazzi era poter scegliere liberamente.
    Accidenti, non è che stai mettendo aspettative troppo alte su di me?
    Sorrideva ancora nervosamente, ma con un tono meno teso. Lei voleva fare ciò che diceva Lyman, ma non era sicura di essere così brava come stava decantando il professore. Voleva sdrammatizzare un pochino a modo suo la faccenda, prima che la mettesse ancora in guardia da Thresh, dicendole ciò che temeva di più: ovvero che quel tizio era uno che non mollava facilmente. L'ansia crebbe di nuovo tantissimo, al punto che non si rese conto che si aggrappò alla manica del camice di Banner, in cerca di sostegno e di coraggio.

    In caso, posso contare sul tuo aiuto? Vero?
    Sapeva benissimo cosa significava avere a che fare con qualcuno di testardo che insisteva molto, era così che aveva conosciuto suo marito. Solo che lui era stato un dolce nerd dall'aria un pochino tonta. Thresh era la rappresentazione di un mostro da videogame. Forse stava esagerando con i pregiudizi, ma quel cavolo di brivido lungo la schiena ce l'aveva ancora. Come poteva togliersi quella sensazione di dosso? Pensare di avere un alleato come Lyman un pochino la rincuorava, ma sarebbe bastato? Sae si rese conto che si era avvicinata fin troppo a Banner, tolse le mani da lui immediatamente, abbassando lo sguardo un pochino mortificata.

    S-scusami, tutte queste notizie mi hanno messo un ansia terribile addosso.
    Probabilmente era per via del camice, che le ricordava molto la quotidianità con suo marito, ma stargli vicina la faceva sentire meno vulnerabile.
     
    .
  4.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    The unseen BOOB, is the Fappest
    fan_club_latob

    Group
    HF Gdr Master
    Posts
    31,816
    Location
    Plutonia Experiment

    Status
    Anonymous
    Era soddisfatto all'idea di essere riuscito ad incoraggiarla e continuarono a sorridere anche per sdrammatizzare la situazione il giusto. Quando però Sae si aggrappò a lui e invocò il suo aiuto in maniera tanto spontanea, Banner abbassò lo sguardo su di lei mostrando un rossore sul volto che neanche i suoi spessi occhiali da fondo di bottiglia riuscirono a nascondere. Si schiarì la voce stringendo un pugno nervosamente imbarazzato davanti alla sua bocca. Spostò il corpo in modo che non sembrasse che volesse rifiutarla ma cercò con tutte le sue forze di evitare contatti non desiderati tra bacini, ricambiando però la stretta della sua mano sulle dita di Sae. Un gesto tutt'altro che elegante o romantico, più una specie di saluto, no anzi: una promessa tra ragazzi.
    Ma certo, mi troverai qui...
    Era in difficoltà per via della bellezza di Sae, e della situazione che si era creata. Dava quasi l'idea di essere il suo cavaliere nella scintillante armatura pronto a proteggere la povera vedova e la sua bambina. Non che non lo avrebbe fatto, ma di sicuro non voleva prendersi meriti che non aveva e di certo non voleva fare il cascamorto con lei per così poco. Era genuinamente un timido tentativo di portarle il dovuto rispetto senza necessariamente rifiutarla. Seguì un lungo istante di silenzio che rischiava di rendere ancora più strana quella situazione, e forse lo sarebbe stato più per Sae che non Banner visto che in quel momento non c'erano visioni nella sua mente, né strani sussurri. Il contatto con una persona strana in una situazione del genere avrebbe dovuto innescare qualcosa, Lyman invece non lasciò spazio per niente, solo una calma familiare, accogliente, spontanea e senza secondi fini. La compagnia di quell'uomo le avrebbe forse fatto molto bene.
    Credo che a questo punto abbiamo preso abbastanza polvere in questo posto. Andiamo, abbiamo una scuola da visitare.
    A quel punto le fece strada, senza fretta né strattonarla, né allontanandola bruscamente. Il colloquio si era trasformato in un piacevole momento di conoscenza che tuttavia non era destinato a durare al ungo. Ebbero giusto il tempo di visitare qualche sezione della scuola assimilandola velocemente, ma quando furono vicini alla mensa la loro strada venne sbarrata dall'arrivo di un grosso alligatore umanoide. Sembrava appena uscito da una doccia: portava intorno all'enorme collo un asciugamano nero tenuto stretto a sé dalle mani che ne stringevano le estremità. In quella posizione la sua stazza colossale e il suo fisico statuario era messo inequivocabilmente messo in evidenza. Se Sae aveva un debole per gli uomini muscolosi, quel tipo di sicuro l'avrebbe fatta sbavare. A rendere meno avvenente la sua figura c'era senza ombra di dubbio l'abbigliamento: infradito arancioni leggermente più piccole del normale, dei pantaloncini azzurri piuttosto ampi dalla quale faceva capolino la lunga coda verde, e infine una canotta smanicata sottilissima sulle spalle, vagamente umida come le sue squame verdi, sulla quale era ritratta una statua della Madonna. Alle spalle di quella figura sacra, un vulcano che a colpo d'occhio sarebbe stato riconoscibile come il Vesuvio. Infine gli occhialetti blu da sole, più piccoli della sua testa, gli conferivano un'aria quasi comica ma non toglievano aggressività dallo sguardo da predatore. Dietro quell'aspetto vagamente comico c'era comunque un enorme alligatore dall'aria forzuta e letale. Non disse nulla all'inizio, respirando a pieni polmoni col suo muso lungo davanti ai due. Banner lanciò un'occhiata perplessa a Sae e decise di prendere l'iniziativa.
    Hey professor Renekton, che piacere! Vedo che il viaggio a Napoli è stato gradevole...
    Una città meravigliosa, altroché. Devo ringraziarti per la dritta Banner.
    Nonostante l'aria seria e vagamente minacciosa dell'alligatore, quella sembrava una conversazione tranquilla. Senza staccare il pugno dalla stretta sull'asciugamano intorno al collo, Renekton puntò l'indice verso Banner.
    I tuoi ragazzi hanno fatto un casino con la Mandragora al laboratorio 6. Sono dovuto andare a farmi una doccia, ma stavolta il macello lo pulisci tu. Era una tua responsabilità.
    Solo a quel punto rivolse lo sguardo verso Sae, e anche lì non ostentò chissà quale aggressività o pericolosità che non fosse già ampiamente messa in evidenza dal suo fisico, anzi fece un leggero inchino col capo senza abbassarsi troppo, anche perché per "abbassarsi" sul serio avrebbe dovuto scavare una buca.
    Signora.
    Diretto, ma se non altro garbato. Deciso a cambiare discorso, Banner allungò le braccia verso Sae come un presentatore che mette in mostra la busta gigante con dentro il premio in denaro dei partecipanti.
    Ma, professore, non vede che sono in compagnia? Mi permetta di presentare la professoressa Klein, che si unirà al corpo docenti della Sapienza a partire da domani stesso!
     
    .
  5.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    La rincuorò moltissimo sentire Lyman darle il suo appoggio, un pochino si vergognava di aver mostrato quella debolezza, ma non poteva farci nulla, si era sentita come una bambina che andava in una nuova scuola, circondata da sconosciuti, si era aggrappata alla prima persona che si era mostrata gentile. Quando tolse le mani da Lyman imbarazzata, abbassò lo sguardo, mentre si rendeva conto che non era più una bambina e che in realtà doveva prima di tutto fare affidamento su se stessa. In ogni caso le fece piacere sentire che Banner le avrebbe prestato tutto l'aiuto di cui aveva bisogno. Si sentiva profondamente in imbarazzo, dato che di solito era lei a non gradire il contatto fisico con gli estranei, ma quell'uomo le trasmetteva la sensazione di un posto sicuro, e quei dannati brividi erano stati molto difficili da ignorare. Si portò le mani in grembo, stringendole una all'altra, non sapendo cosa dire esattamente. Fortuna che ci pensò lui a rompere il ghiaccio e far proseguire la visita della scuola. Sae annuì e seguì l'uomo in silenzio ma con un sorriso gentile. Incrociarono un alligatore umanoide che la fece sentire minuscola. Era buffo che in teoria avrebbe dovuto provare un terrore primordiale per quella creatura, era un predatore che in natura era pericoloso, ma non le trasmise lo stesso disagio oscuro di Thresh. Anzi la sua figura aveva anche un certo fascino, quel fisico perfetto e muscoloso lo rendevano affascinante, nonostante l'abbigliamento che su di lui risultava quasi comico. Sae si ritrovò a pensare che probabilmente lo faceva apposta, per smorzare la figura aggressiva della sua natura e rendersi più simile ad una mascotte per i ragazzi. Da come aveva già intuito, poiché lo aveva già intravisto alle prese con gli allenamenti, si rivelò essere uno degli insegnanti, e chissà perché si ritrovò a pensare che forse se ci fosse stato uno scontro con quel professore inquietante, lui poteva essere un aiuto prezioso. Ma che diamine andava a pensare? Non era detto che Thresh avesse puntato a renderla come sua nemica, doveva prima di tutto stargli il più lontana possibile. Pensieri che rimandò quando l'alligatore la salutò educatamente. Sae rispose con un piccolo inchino della testa, mentre Banner la presentò. Un pochino titubante, per via della sua stazza, ma decisa ad essere educata ed amichevole, Sae allungò una mano verso il coccodrillo per presentarsi.
    Piacere di conoscerla professore Renekton, sono Saebina Klein, ma può chiamarmi semplicemente Sae. cercò di affinare i suoi sensi, così che quando le avrebbe stretto la mano, avrebbe potuto capire se fosse una persona gentile come Banner o se era uno di quei delinquenti che aveva secondi fini da cui stare in guardia.
     
    .
  6.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    The unseen BOOB, is the Fappest
    fan_club_latob

    Group
    HF Gdr Master
    Posts
    31,816
    Location
    Plutonia Experiment

    Status
    Anonymous
    Sae aveva avuto una buona intuizione su quel grosso alligatore, che oltre a portarle il giusto rispetto le aveva prestato anche la massima attenzione durante la presentazione, e dopo quell'invito a stringergli la mano, si fece avanti allungando solo l'indice, lasciando che fosse Sae a stringere quella parte del corpo, enorme in confronto a lei. Sapeva certamente dosare la sua forza e per non farle male o metterla a disagio le mostrò quel riguardo, senza disprezzo negli occhi o pensare che fosse una debole umana da sgranocchiare.
    Resta il fatto che devi ripulire tu quel casino, Banner, o stavolta i bidelli te la faranno pagare cara. Penserò io a portare a spasso Sae, anche perché sono sicuro che a forza di mostrarle i tuoi alambicchi l'avrai fatta addormentare. In questa scuola abbiamo i migliori atleti della loro generazione, è uno spettacolo da non perdere!
    Il professor alligatore aveva cambiato decisamente tono adesso che iniziava a parlare delle sue materie, diventando più allegro tanto da gonfiare il petto ed iniziare a parlare a briglia sciolta. Diede un pacca sulla spalla a Banner proprio mentre questi cercava di muovere obiezioni ma venne zittito dalla forza colossale di quel rettiliano. Banner fece spallucce verso Sae, salutandola con un cenno della mano per farle capire che quell'impegno non era assolutamente evitabile, e quel gesto si trasformò anche nella classica forma a cornetta con pollice e mignolo allungati per farle capire che le avrebbe detto il resto al telefono. Renekton invece avrebbe iniziato ad ubriacare Sae di chiacchiere mentre cambiava totalmente strada.
    Qual è il tuo sport preferito, Sae? Oh a proposito puoi chiamarmi Renekton, o se preferisci i ragazzi mi chiamano professor Croco, non mi offende. Magari sei una tipa da discipline marziali? L'ultimo torneo è stato uno spasso, ha vinto una ragazzina che ha appena finito le elementari ed è forte quanto me, non sai mai cosa sale su quel tatami!
    Se Banner le aveva mostrato la parte più curiosa della scuola, Renekton le avrebbe fatto vedere quella più agonistica. Non solo curiosità e fame di conoscenza quindi, ma anche voglia di mettersi in gioco. Ogni ragazzo che si allenava dava il massimo per i suoi compagni, i suoi genitori e per sé stesso. Guardandoli mettersi in una sana competizione Sae avrebbe avuto la netta sensazione di poter dare molto a quei ragazzi, e che forse il problema del bullismo non era poi così grave come poteva sembrare. Ad un tratto, mentre si avvicinavano alla zona degli spogliatoi, uno dei ragazzi attirò l'attenzione di Renekton facendogli notare che in una delle stanze lì di fianco si stavano azzuffando per via di un fallo dalla dubbia validità. Dando per scontato che Sae lo seguisse, l'alligatore si fece subito avanti, alzando la voce e portandosi comicamente quel piccolo fischietto che portava intorno al collo sulla punta del muso, ammonendo i ragazzi. Ma l'attenzione di Sae sarebbe stata attirata da qualcos'altro, in quel preciso istante. Tempo di perdere di vista la possente presenza di Renekton e subito avrebbe percepito una fredde brezza toccarle il corpo e gelarle le ossa. Era come se qualcuno avesse lasciato la finestra aperta durante una bufera di neve, e quella finestra era il bagno dei ragazzi su quel piano, pressoché svuotato per via dell'attenzione catalizzata dalla rissa. Affacciandosi al suo interno, Sae avrebbe visto chiaramente il silenzio del bagno spezzarsi per via della presenza di una singola persona Era una ragazzo dai capelli corvini che respirava affannosamente. Se ne stava piegato in avanti, con le ginocchia tremolanti come se fosse sul punto di cadere da un momento all'altro. La fronte era compressa contro la parete davanti a lui così tanto da deformare la montatura degli occhiali. Era giovane ma sembrava avere l'attitudine di un anziano che aveva salito le scale troppo velocemente. La cosa grottesca però, non era il modo in cui ansimava, come se lo stessero inseguendo, ma piuttosto cosa stava facendo. La sua fronte e la sua gola gocciolavano come se fosse sotto uno sforzo estremo, sudava tantissimo nonostante intorno a lui ci fosse un'aura gelida. I suoi pantaloni erano calati come se non fosse riuscito a toglierli abbastanza velocemente, e impugnava nella mano destra il suo membro masturbandosi con una foga irreale. Non sembrava quasi che lo stesse facendo con piacere, ma piuttosto per disperazione. Si masturbava forte tanto che il suo membro era arrossato e tutte le vene risultavano gonfie e visibili. Non era venuto, ma dalla sua punta gocciolava in continuazione presperma come se non riuscisse a venire. Osservandolo meglio, Sae avrebbe visto il suo sguardo perso, quasi in trance, e mentre con la destra si masturbava, con la sinistra stringeva in mano qualcosa. Non era difficile capirlo subito visto che quel braccio era spalmato sul muro per darsi un sostegno, ma le sue dita sanguinavano per quanto forte stava stringendo quell'oggetto misterioso. Sae lo identificò come un cubo dalle fattezze preziose, dal valore inestimabile, nero come il basalto e dorato come una corona reale. Emanava un'aura sinistra e l'istinto le suggerì che se quel ragazzo si trovava in quello stato era colpa di quel cubo. Il monito di Banner le sarebbe subito tornato in mente a quel punto, ma cosa avrebbe dovuto fare? Lasciare l' quel ragazzo in preda ad una crisi di follia erotica, oppure rischiare di toccare quello strumento in barba agli avvertimenti del suo nuovo confidente?
     
    .
  7.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Fu davvero strano stringere il dito enorme dell'alligatore, poiché la fece sentire di nuovo minuscola, ma allo stesso tempo la divertì. Non aveva mai avuto modo di stringere amicizia con qualcuno che non fosse umano. Dopo la loro presentazione Renekton insisté sul fatto che Banner sarebbe dovuto andare a pulire ciò che i suoi studenti avevano fatto, e per un attimo Sae ci rimase male poiché aveva la sensazione che avessero ancora molto altro di cui parlare. Lui però le fece cenno con la mano che si sarebbero sentiti ancora, quindi annuì prima di voltarsi verso Renekton che divenne il suo cicerone. L'atmosfera cambiò radicalmente, Renekton non sembrava preoccuparsi di nulla che non fossero i suoi studenti e lo sport. Il che non era una brutta cosa, poiché le faceva sperare che anche lei magari avrebbe lavorato così, pensando solo ai suoi studenti e portare avanti i suoi progetti scolastici.
    Il basket, lo facevo al liceo.
    Provò a rispondere alla domanda del professore, lasciandolo poi chiacchierare tranquillamente, sorridendogli e annuendo ai suoi aneddoti. Riuscì a capire due cose fondamentali di lui, ovvero che i ragazzi gli volevano bene, e che era un tipo amichevole, altrimenti non lo avrebbero chiamato "proff. Croco". Da quanto chiacchierava si capiva che era di buona compagnia, era energico e solare, non riusciva a vederlo chino sui libri a studiare, e probabilmente quella sensazione contribuiva molto a renderlo il beniamino degli studenti. Mentre avanzavano si presentò presto un problema, e chiamarono proprio lui per sedare una rissa. Sae lo seguì più curiosa che mai di vederlo all'opera: come faceva un essere così grosso a calibrare la sua forza per impedire di fare male ai ragazzi? Mentre lui continuò il suo tragitto verso il problema, Sae percepì una sensazione anomala e sinistra. Una di quelle sensazioni che precedevano delle visioni o delle apparizioni di spettri. Rallentò il passo voltandosi verso quella sensazione che la portò verso i bagni dei ragazzi. Dato che erano tutti concentrati sulla rissa, pensò che non ci avrebbe trovato nessuno, a parte lo spettro che cercava di attirare la sua attenzione. Si introdusse quindi nel luogo cercando però di rimanere vigile. Vide un ragazzo piegato su se stesso, ansante, dalla faccia arrossata. Non vide subito cosa stesse facendo, e gli si avvicinò ancora incerta se stesse interagendo con una persona reale o un fantasma.

    Ehi, che succede, ti senti male?
    Si avvicinò sempre di più, notando che quel ragazzo era più che reale, l'ansia di trovare uno spettro venne soppiantata dalla preoccupazione: era strano che fosse lì tutto solo, diede quasi per scontato che si stesse sentendo male, o che peggio ancora era lì dopo aver subito molte botte. Quando fu abbastanza vicina vide che l'affanno era dovuto al fatto che si stesse masturbando con tutte le sue forze. Vide il membro del ragazzo gonfio e arrossato, e l'imbarazzo la assalì prepotentemente facendole portare le mani sulla faccia per coprirsi la visuale di quel gesto vergognoso.

    Che diamine stai facendo? Ti sembra il momento?
    Lo rimproverò, poiché non aveva ancora capito la gravità della situazione. Non aveva ancora notato che in mano avesse un oggetto. Le sembrava assurdo: sapeva del problema ormonale di quando si era giovani, ed anche se si era rifugiato nei bagni, non era dietro ad una porta a cercare sollievo in intimità. Sae si aspettava che il ragazzo si sarebbe fermato e scusato, imbarazzato per coprirsi e smetterla subito, ma quel dannato ragazzino continuava imperterrito nonostante i suoi rimproveri.
    Hey! Abbi almeno la decenza di smettere!
    Aveva il volto totalmente arrossato per l'imbarazzo: i problemi di bullismo le sembravano più facili da affrontare. Non vedeva un uomo nudo da anni, e la mise a disagio trovarsi un ragazzino che si masturbava come se non ci fosse un domani. Perché diamine non stava smettendo? Lo guardò con la faccia severissima di chi era prona a picchiarlo pur di farlo smettere e solo allora si accorse che fra le mani stringeva qualcosa, e che lo sguardo del ragazzo non era affatto normale. Pensò che probabilmente non l'aveva manco vista o sentita. C'era qualcosa che decisamente non andava. Notò che aveva un cubo fra le mani, e le tornò alla mente ciò che disse Banner a proposito di regali inquietanti da evitare. Si armò di coraggio e si chinò sul ragazzo afferrandogli entrambi i polsi. Cercando di fare resistenza su quello che si masturbava per farlo smettere ed agitò l'altro in un vano tentativo di fargli mollare l'oggetto. Gli sforzi sarebbero sicuramente stati vani, e capì che doveva strappargli via l'oggetto dalle mani. Così mollò la presa sul polso per afferrare il cubo e tirarlo via dalle mani del ragazzo con tutta la forza che aveva in corpo per gettarlo a terra. Non pensò affatto alle conseguenze, al fatto che poteva essere pericoloso toccare l'oggetto, doveva aiutare quel ragazzo, perché era ovvio che era preda di qualche strano incantesimo!
     
    .
  8.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    The unseen BOOB, is the Fappest
    fan_club_latob

    Group
    HF Gdr Master
    Posts
    31,816
    Location
    Plutonia Experiment

    Status
    Anonymous
    Nulla. Non un grido, né un sussulto, neanche il più chiaro dei rimproveri di Sae fece breccia nella mente del ragazzo che, imperterrito continuava nella sua opera. Anzi, più proseguiva più diventava violento e incessante, con la bava alla bocca e l'espressione corrugata dal dolore ma anche... da un malsano piacere. Non era in preda ad un delirio, quella non era una masturbazione forzata, anzi se si trovava in quello stato era perché il piacere aveva completamente corrotto la sua mente, portandolo alla follia. Sae ne avrebbe avuto un assaggio più chiaro quando, afferrandogli i polsi, si sarebbe resa conto della forza che il ragazzo imprimeva nei suoi gesti. Non era rigido: ogni muscolo del suo corpo era spinto in quella direzione e non voleva fermarsi. per fortuna, non sembrava un combattente esperto e Sae riuscì ad avere la meglio su di lui, strappandogli dalle dita insanguinate quel cubo sporco di rosso vermiglio, e costringendolo a staccarsi da quella parete. Fu come se lo avesse risvegliato improvvisamente da un terribile episodio di sonnambulismo. il ragazzo ciondolò respirando affannosamente contro una delle porte chiuse del bagno. Istintivamente si portò le mani sui pantaloni ma i muscoli erano così indolenziti che non riuscì a tirarli su. Le braccia tremavano così come la sua voce, balbettava in procinto di dire qualcosa ma dal suo corpo non uscivano che rumori nasali come se muco e saliva si fossero ammassati nella sua gola. Aveva lo sguardo stravolto: tanto dalla sorpresa quanto dal... cos'era? Insoddisfazione? Si, qualcosa del genere. Come quando sei sul punto di godere ma qualcuno o qualcosa ti interrompe sul più belo. Una maschera di terrore e al tempo stesso delusione. Respirò ancora, fissando Sae negli occhi, follemente imbarazzato ma incapace di distogliere lo sguardo da lei. Poi, abbassò gli occhi sul cubo che l'insegnante stringeva tra le mani e lo indicò frettolosamente, mostrando ancora una volta quanto fossero tremolanti e affaticate le sue braccia.
    L-la prego... n-non dica a nessuno... che lo avevo io... la supplico!
    Riuscì finalmente ad articolare una frase di senso compiuto ma prima che Sae potesse interrogarlo il ragazzo tirò su i pantaloni senza abbottonarli, tenendoli su con le mani quel tanto che bastava per coprirsi, poi corse con tutto il fiato che aveva in gola, scattò così veloce che sembrava inseguito da una bestia feroce o da un edificio in caduta libera. Era chiaramente terrorizzato e non avrebbe concesso all'insegnante nessuna risposta, era così frettoloso e impaurito che anche se Sae avesse provato ad intercettarlo probabilmente si sarebbe lasciato strappare la giacca o la manica pur di scappare via, lasciando la donna da sola con quel cubo. Le aveva chiesto di non rivelare chi lo possedeva, forse un tacito modo per chiederle di nasconderlo. All'apparenza quello strumento non sembrava neanche lontanamente pericoloso: era di altissima fattura, lucido come non mai, pulito in maniera irreale... strano, visto che fino a un momento prima c'erano le dita di quel ragazzo che ci sanguinavano sopra. Non esercitava nessuna pressione energetica o spirituale però, emanava semplicemente un'aria vagamente sinistra e dal fascino ineffabile. Sembrava stesse incoraggiando Sae a conoscerlo meglio, osservarlo. E più lo guardava, più la professoressa avrebbe trovato insenature, piccole faglie, parti mobili e rotanti. Perché si muovevano? C'era un congegno al suo interno? Era una scatola enigma? E cosa sarebbe successo se la risolveva? Il brusio dei ragazzi si fece più forte intorno a lei, facendole capire che Renekton aveva sedato quella rissa. Aveva poco tempo per pensare, cosa avrebbe fatto? Avrebbe gettato via il cubo o lo avrebbe nascosto? Lo avrebbe lasciato lì, o lo avrebbe portato con sé, cedendo alla curiosità?
     
    .
  9.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    La foga con cui si stava masturbando quel ragazzo era molto preoccupante. Non aveva mai visto nessuno ridotto in quel modo, non le sembrava più che si stesse procurando piacere, sembrava una vera e propria tortura. Se non fosse riuscito a fermarlo avrebbe sicuramente chiamato Renekton per farsi aiutare. Per fortuna riuscì a togliergli quel maledetto cubo dalle mani e lui finalmente smise di torturarsi. Si alzò assieme a lui e lo seguì mentre barcollava, temendo che potesse cadere.
    Hey, tutto bene? Ti porto in infermeria?
    Si aspettava che chiedesse scusa, che cercasse delle giustificazioni assurde, o comunque una richiesta di aiuto. Invece tutto ciò che le chiese fu quello di non dire a nessuno del cubo. Sae lo guardò confusa: quindi era stato davvero quell'oggetto a ridurlo in quel modo? Oppure era una sua abitudine farsi così tanto male?

    Come ti chiami?
    Voleva fargli qualche domanda, cercare di capire se avesse bisogno di aiuto anche psicologico. Lui però non rispose, scappò via come un ladro e Sae rimase lì imbambolata con le palpebre che sbattevano più volte confusa. Guardò il cubo e non riuscì a capire che tipologia di oggetto potesse essere. Perché il ragazzo si masturbava con quell'oggetto in mano? Lo aveva rubato a qualcuno e la riuscita lo aveva eccitato fino alla follia? Era assurdo, doveva assolutamente indagare su quella faccenda. Intanto i suoi occhi si fissarono sempre di più su quell'oggetto vedendo parti mobili e rotanti che prima non aveva notato. Aggrottò la fronte perplessa, toccò quella parte mobile, poi il vociare dei ragazzi la fece sussultare. Si guardò indietro, temendo che avessero visto il ragazzo scappare con le braghe calate. Decise di mettersi il cubo nella borsa, e magari poi lo avrebbe portato da Lyman così da poterlo studiare insieme e fargli altre domande in proposito, visto che non aveva approfondito l'argomento. Sae non aveva la minima idea di quanto quell'oggetto potesse essere pericoloso, sul momento lo stava considerando una sorta di oggetto di arredamento di lusso, di qualche strana cultura. Forse quel ragazzo lo aveva rubato per dispetto? Chi lo sa, ma intanto uscì dalla stanza per tornare da Renekton ed i ragazzi.
     
    .
  10.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    The unseen BOOB, is the Fappest
    fan_club_latob

    Group
    HF Gdr Master
    Posts
    31,816
    Location
    Plutonia Experiment

    Status
    Anonymous
    Fu molto strano tornare a quell'insolita normalità subito dopo un evento tanto misterioso. I ragazzi circondarono Sae con i loro discorsi facendola sentire fuori posto, camminandole di fianco con naturalezza senza prestarle troppa attenzione. Era tornata in una scuola normale, ma per un istante si era ritrovata all'interno di un sogno, un evento quasi onirico forse più simile ad un incubo. Renekton attirò la sua attenzione portandole una mano sulla spalla, fissandola da dietro gli occhialetti arancioni con l'aria di chi non ha capito proprio un bel niente di quello che stava succedendo.
    Hey, ti consiglio di non stare così vicina al bagno dei ragazzi. Qui sono tutti in piena tempesta ormonale e potrebbero farsi strane idee... e poi Dio solo sa quanto la gioventù romana sia pettegola...
    Eccolo di nuovo: sembrava voler iniziare una conversazione e invece finiva col parlare lui di cose alla "signora mia non ci sono più le porte girevoli di una volta". Non era malfidato, semplicemente un chiacchierone di prima categoria. Non sembrò aver notato nulla di strano né si interessò a quell'aria sinistra del cubo. Forse non emetteva davvero nessuna pressione energetica e tutto ciò che Sae aveva sentito lo aveva percepito solamente lei. Già, ma cosa aveva sentito? Non un fiato, non un sussulto, forse un'emozione o meno ancora. L'unica cosa che percepiva, distinta come se fosse scritto su un foglio nero su bianco, era la tentazione di risolvere quel misterioso rompicapo.
    Oh, mi è tornato in mente che hai detto di aver giocato a basket, vero? Qui abbiamo una squadra sportiva eccezionale su quel campo, si fanno chiamare i Cavalieri Neri e li allena personalmente il professor Carnovash. Quel tipo è una sagoma, ti piacerà, è famoso per la tecnica di addestramento con le angurie mature.
    Dal modo in cui Renekton aveva pronunciato quelle parole e dal suo passo che gradualmente aumentava in velocità, sarebbe stato facile per Sae intuire che probabilmente la loro prossima destinazione sarebbe stata proprio quella. Una forte sensazione di timore si sarebbe impossessata di lei: Renekton non aveva fatto nulla per spronarla, né l'aveva abbracciata né tanto meno si era permesso di darle una pacca sulla spalla, eppure di fronte a quella prospettiva si sarebbe sentita come se una gelida mano la stessa spingendo verso un baratro, un pericolo che doveva evitare ad ogni costo. Ed effettivamente, per sua fortuna, il tempo era passato fin troppo velocemente e forse tornare a casa sarebbe stata la migliore delle cose. Doveva evitare il professor Carnovash, questo era l'unico comandamento di Banner che valeva la pena rispettare. Oppure aveva intenzione di affrontare quel suo timore e capire finalmente con cosa aveva a che fare? Il cubo, il professore, la scuola. Così tanti misteri, ma cosa avrebbe avuto la meglio tra di loro e il pensiero di doversi dedicare alla sua bambina?
     
    .
  11.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Sae era abituata ad avere episodio alienanti, e questo in quel caso era una cosa molto negativa per la povera donna, poiché non riusciva ancora a capire il pericolo in cui si stava inoltrando, credendo che fossero episodi e manifestazioni di spettri o cose del genere, cose che credeva non potevano farle del male. Si comportò quindi con naturalezza anche lei, sebbene la cosa di prima l'aveva un pochino sconvolta. Era abituata a nascondere il suo agitamento, lo sapeva fare bene. Sembrava che nessuno si fosse accorto di quel ragazzino, facendole pensare di nuovo che fosse stato uno spettro probabilmente, ma si ripromise di indagare affondo cercando fra i registri della scuola. Renekton le si avvicinò e premuroso le consigliò di non aizzare i pettegolezzi della scuola, dimostrandole una gentilezza che cozzava con il suo aspetto mostruoso: ecco perché i ragazzi lo amavano, erano un cucciolone dal cuore tenero. Come tutti gli animali dopotutto. Era un gran chiacchierone, e lei beh non amava poi così tanto chiacchierare quindi lo ascoltava volentieri, annuendo e dandogli corda, forse fissava un pochino troppo i suoi muscoli, ma non poteva farci niente, erano impossibili da non notare. Alla fine la conversazione con Renekton andò a parare verso un lido che la mise in allarme.
    A-angurie mature?
    Fece un pochino confusa, non riusciva proprio ad immaginarsi come poteva usare delle angurie in un allenamento di basket. Forse per abituare a tenere con una mano dei pesi importanti? Notò che Renekton la stava guidando verso un altro posto, e capì che voleva portarla a conoscere Thresh. Un cucciolone dal cuore tenero grande e grosso come Renekton probabilmente non subiva lo stesso disagio che subiva lei nel avere un tizio così inquietante vicino. Avrebbe potuto cogliere la palla al balzo, chiedere a Renekton di starle vicino e conoscere Thresh e togliersi il dente così da capire con chi aveva a che fare esattamente. Tuttavia il timore divenne sempre più grande, l'ansia le attanagliò la gola, si sentì come quando veniva sfruttata dai suoi bulli, sospinta verso una direzione senza chiederle se le andasse. Fu quella sensazione a frenarla e prese coraggio. Posò delicatamente una mano sul braccio di Renekton, consapevole che doveva farlo per frenare la sua chiacchiera infinita ed attirare la sua attenzione. Scoprendo che la pelle di un alligatore era piacevole al tatto, liscia e calda, ma cercò di non distrarsi e guardò il professore negli occhi.

    La ringrazio infinitamente, ma si è fatto tardi e devo andare a prendere mia figlia da scuola. Temo che dovrò finire il mio giro domani, quando inizierò i miei turni. E' stato un piacere conoscerla, e non vedo l'ora di chiacchierare ancora con lei. Grazie di tutto!
    Si allontanò a passo deciso prima normale che poi accelerò sempre di più. Non voleva incrociare per sbaglio nessun altro. Così fece ciò che aveva dichiarato. Andò a prendere sua figlia e concluse la sua giornata tranquillamente. Nella tranquillità di casa sua provò a Googlare il nome di Faust Carnovash, alla ricerca di notizie pubbliche sul suo conto, così da capire che tipo fosse, e magari vedere qualche foto sua per vederlo meglio. Aveva la sensazione di aver visto ben poco ed in un certo senso voleva vederlo meglio sperando che le avrebbe fatto meno paura la prossima volta che lo avrebbe incrociato a scuola. Finita la giornata, mise a letto sua figlia, si fece una bella doccia, si mise sul letto e prese il cubo, rigirandoselo fra le mani. Guardò i disegni su di esso, cercò di capire cosa avesse di così speciale. Non riusciva a capire di che materiale fosse fatto, legno? Metallo? Perché Banner aveva parlato in modo negativo di quel oggetto? Sembrava un comunissimo oggetto, nessuno si era accorto che lo aveva lei, e lei stessa non aveva sentito niente. Doveva portarlo da Banner ed insieme avrebbero indagato. Mentre era persa nei suoi pensieri, lo sguardo andò sulla foto che aveva di suo marito sul comodino. Il sorriso che aveva la faceva sentire meglio ogni volta che lo guardava, ed allo stesso tempo la nostalgia la assaliva. Si ricordò del momento in cui aveva visto su Banner la figura del marito, come una illusione ottica. Sorrise nel pensare che erano molto simili nell'aspetto, colpa di quel camice che aveva, gli occhiali spessi e i capelli un poco arruffati. Anche Jacob toglieva spesso i suoi occhiali perché una volta gli aveva fatto i complimenti sulla bellezza dei suoi occhi. Ridacchiò nel pensare che anche Banner era così, che cambiava faccia quando toglieva gli occhiali. Chissà se un suo abbraccio era come quello di Jacob? Troppe somiglianze! Sospirò guardando la foto e posò il cubo lì vicino. Si alzò dal letto andando verso uno dei cassetti del suo settimino. Indossò uno dei suoi completini intimi sexy e si posizionò davanti alle foto del marito, accendendo i lumini funerari.

    Guarda che ho trovato? Era in offerta al negozio, ti piace?
    Fece una piccola risatina, quella che faceva sempre quando era con Jacob, quella sexy e civettuola, un suono che concedeva solo a lui. Gattonò sul letto, con movimenti studiati per mostrare il suo corpo, non c'era nessuno in camera, ma Sae sapeva che concentrandosi poteva connettersi a lui, lo faceva sempre. Teneva fra le mani la sua maglietta preferita, chiuse gli occhi e lo invocò con i suoi poteri. Coprì il viso per un attimo con la sua maglia, per respirare affondo il suo profumo, illudendosi che ci fosse rimasto. Iniziò ad accarezzarsi, prima sul ventre e sulle cosce, emulando le carezze che le faceva Jacob. Cercò di rilassarsi e lasciò viaggiare la sua mente, la mano andò sul seno, lo afferrò, lo massaggiò, mentre l'altra mano si infilava nelle mutandine e carezzava le grandi labbra, prima dolcemente, poi quando iniziò a scaldarsi si massaggiò con vigore. Si pizzicò il capezzolo, immaginandosi le labbra di Jacob che la baciavano che la mordicchiavano su quel punto così sensibile.

    Amore mio...
    Sospirò di eccitazione e finalmente dopo così tanto tempo le sembrò di aver visto un ombra, si tolse la maglietta dalla faccia speranzosa di vederlo, ma non c'era, eppure le sembrava di sentirlo, sentiva la sua presenza! Allargò le cosce, spostò la stoffa delle mutandine per mostrarsi, voleva che Jacob la vedesse che la desiderasse così tanto da riuscire a manifestarsi.

    Guarda... sono fradicia solo per te.
    Con due dita tormentò la clitoride, il piacere la scaldò, ma non le bastava più, così frettolosamente prese dal cassetto del comodino uno dei suoi vibratori. Lo posò contro il suo sesso e senza fretta cercò il piacere dalle vibrazioni di quell'oggetto.

    Non mi basta... voglio te... amore mio voglio te...
    Si penetrò con il vibratore, il piacere le offuscò la vista per un momento, accentuando i suoi sensi e lo cercò, lo sentiva, era vicino ma una patina oscura lo copriva. Sentiva i suoi occhi su di sé, inarcò il corpo allargò di più le gambe, si mostrava a lui.
     
    .
  12.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    The unseen BOOB, is the Fappest
    fan_club_latob

    Group
    HF Gdr Master
    Posts
    31,816
    Location
    Plutonia Experiment

    Status
    Anonymous
    Il cambio di rotta improvviso di Sae riuscì a zittire Renekton che finalmente fu colto alla sprovvista. Anche perché fino a un attimo prima si erano dati del tu, ma evidentemente l'agitazione e la confusione di Sae l'avevano fatta reagire in modo strano. L'alligatore non si fece molte domande in realtà, ma rimase chiaramente perplesso, come se avesse capito che qualcosa le metteva ansia ma non riuscisse proprio a metterlo a fuoco. Magari la sua chiacchiera interminabile l'aveva scoraggiata?
    Ah- io... certo! Sarà un piacere...
    Commentò ancora perplesso, fissandola mentre Sae si allontanava con quel fare circospetto, alzandosi gli occhialetti per inquadrare meglio la situazione nella speranza di trovare contesto, mancandolo inequivocabilmente. Forse l'indomani la donna avrebbe dovuto trovare una storia più interessante da raccontare, ma per il momento il professor Croco non sembrava intenzionato a trattenerla a forza. Allontanatasi dalla scuola, Sae ebbe modo di alleggerire molto quella sensazione sinistra che la circondava, forse più per i pensieri che per la lontananza della scuola: adesso aveva di meglio a cui pensare, e di sicuro preoccuparsi della sua bambina aveva la priorità rispetto a qualche losca apparizione o sfoghi di gioventù incontrollati. Ad aiutarla ulteriormente fu il dare banalmente un "volto" a quella persona che tanto le metteva ansia: al di fuori del suo aspetto inquietante e delle dicerie sul suo conto sembrava una personalità di tutto rispetto. Un professore amatissimo e dagli altri insegnanti. Preparato ed eclettico, numerosissimi erano i suoi interventi al di fuori della Sapienza, era uno di quei professori che andava spesso "in trasferta" a condividere conoscenza e risultati, e ovunque andava lasciava dietro di sé una lunga scia di ammirazione. Da considerarsi se non IL, almeno UNO dei fiori all'occhiello della Sapienza. Non c'erano notizie losche sul suo conto, evidentemente il suo passato era stato insabbiato bene dal governo Romano, l'unica nota di demerito che Sae riuscì a trovare sul suo conto online era un'udienza ben presto archiviata che lo aveva visto protagonista di un interrogatorio da parte dell'alta corte dell'Impero, riguardo possibili legami tra la sua religione e le pericolose "Lanterne" che sono il vessillo del terrorista Vidocq, l'uomo con la maschera a specchio, seminavano il terrone a Roma e in tutto il mondo. Di conseguenza Sae avrebbe potuto approfondire il discorso delle "Lanterne", scoprendo che effettivamente si trattava di un culto celebrato da molto tempo e che glorificava il dolore come faccia identica al piacere, una filosofia di vita con la quale si può vivere anche se nella stravaganza, e che non si poteva dare assolutamente per scontato che fossero tutti un mucchio di cultisti schizzati con la voglia di terrorizzare il mondo. Essendo poi Faust un abile e prezioso collaboratore delle autorità, raccomandato dal monarca Zaborg in persona, era facile intuire che forse la sua era la parte "buona" di quello strano gruppo di fanatici. Una madre, da canto suo, avrebbe potuto comunque pensare che un tipo del genere poteva avere brutte influenze su ragazzi troppo giovani, e che un cultista in mezzo alla scuola era la ricetta del disastro perfetto se non tenuta sotto controllo. Che fossero quelli i veri timori di Banner? Nessuna notizia sui cubi invece, se non qualche racconto dell'orrore chiaramente fatto per spaventare ragazzini sul web, con storie incoerenti e poco realistiche che poco avevano a che fare con le strane sensazioni che Sae aveva avuto. Un fondo di storia c'era, ma si parlava solo di un misterioso giocattolaio con un'eredità maledetta, poco più. Niente che non si trovi anche su vecchie cartucce di mostri tascabili mai rilasciate. Queste poche informazioni accesero ovviamente la curiosità di Sae, che una volta sola nell'intimità della sua stanza iniziò ad armeggiare con quell'oggetto. Inquietante, si, ma privo di qualsiasi carica maligna che poteva portare con sé uno spirito maledetto, men che meno l'inquietante vessillo di chissà quale demone dimensionale. I rompicapo che lo componevano erano complessi, ma nulla di irrisolvibile, i congegni giravano con grande facilità una volta innescati scoprendo nuovi meccanismi. Era come un gioco, e proprio come le persone, faceva meno paura man mano che lo conosceva. E anche quando sembrava sul punto di aprirlo, non sentiva mai nessuna influenza negativa. Anzi. Dopo che i meccanismi avevano girato apparentemente a vuoto per tutto quel tempo, Sae avrebbe iniziato a sentire una reazione. Forse non sarebbe riuscita a collegare a quell'oggetto, ma aveva senz'altro un legame con i suoi desideri. Bastò pensare alla somiglianza tra Banner e suo marito per rendere il ricordo nitido e la voglia di incontrarlo più vivida. Qualcosa la stava accompagnando, assistendo. Difficile da spiegare in poche parole: all'inizio furono cose semplici come riuscire ad accendere le luminarie al primo colpo, quando di solito serviva almeno uno o due tentativi. Il vestitino che stava provando si infilò alla perfezione, e nonostante al negozio le misure non sembrassero esattamente precise le calzò addosso come un guanto, come se qualcuno lo avesse ricamato appositamente per lei. Poi sul letto, pronta a tuffarsi nella sua fantasia, divenne tutto più intenso: l'odore che doveva sforzarsi di immaginare diventava vivido, proprio come lo ricordava lei. La maglietta di solito morbida sembrava indurirsi sotto le sue dita per ricordare il forte petto di un uomo eccitato e col corpo contrito contro quello della sua amante. Non era semplicemente rievocare il suo spirito, era come sentirlo vicino a sé, pronto ad accarezzarla, stringerla e baciarla sulle labbra, sul seno, toccandola e incrociando le dita di Sae su quelle del suo sesso per darle piacere come se fossero una cosa dola. Lo percepì distintamente. un'ombra invisibile che la accompagnava e la fissava eccitato, impaziente, voglioso. Non vide nessuno però, era solo una presenza, un flebile sussulto. Poi sentì la finestra aprirsi, lentamente, senza fretta, e il riflesso della luce fioca nella stanza illuminò quegli spessi occhiali. Non era una presenza quella che aveva percepito allora? No, a quel punto sembrava piuttosto una premonizione. Era come se la volontà di Sae che fino a quel momento aveva reso tutto più eccitante e perfetto, adesso fosse riuscita a riportarlo da lei, con l'aria di chi non è mai sparito e non aspettava altro di tornare a casa per poterla riabbracciare. Varcò la finestra senza fretta, mostrandosi come lo ricordava: col volto sorpreso di fronte alla sua bellezza, col camice addosso e con un'eccitazione ineguagliabile solo per lei. Jacob era tonato a casa e la fissava con un rossore in volto tipico di lui, che divenne più evidente quando si tolse gli occhiali deciso a fissarla senza filtri.
    Amore mio... quanto ti ho desiderata...!
    Un filo di voce, un respiro chiarissimo. Non era come percepirlo, né come immaginarlo. Era lì, aveva il suo calore, il suo odore, la sua attrazione irresistibile per quella donna capace di farlo impazzire. Non sembrava minimamente stupito o sorpreso, né strano, era come se la loro vita coniugale si fosse messa in pausa per tutto quel tempo e avesse ripreso improvvisamente, senza nessuna spiegazione. Si avvicinò a lei frettoloso iniziando a spogliarsi come faceva di solito. Era tutto così familiare, neanche lontanamente strano, per Sae sarebbe stato come vivere un sogno ma vivido come non mai. Si avvicinò a lei e cercò di strapparle via il vibratore dalle dita, non con disprezzo ma piuttosto con voglia, impazienza. Sembrava geloso di quell'affare che lo aveva sostituito per troppo tempo, e ora voleva essere lui a dare piacere alla sua donna. Cercò di spingere il suo volto contro le gambe di Sae, baciandole impaziente partendo dall'interno della coscia fino a raggiungere le sue grandi labbra, leccandole avidamente e respirando affannosamente come se non fosse stato capace di bilanciare l'entusiasmo con la tecnica. Voleva darle piacere e voleva farlo lui.
    Fammi sentire di nuovo quella voce... quella che posso sentire solo io...
    Non era inquietante, non era misterioso, non era pericoloso. Era pura passione maschile, quella che da tanto mancava nel suo letto e che tanto disperatamente aveva cercato di compensare negli anni. E ora era lì. Solo per lei. Dopo la comparsa di Jacob, il cubo aveva iniziato lentamente a risolvere i suoi puzzle da solo, come un lento meccanismo automatico...
     
    .
  13.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Sae scivolò in quelle sensazioni strane di comodo non facendoci assolutamente caso, ne quando accese i lumini ne quando il suo vestitino le calzò alla perfezione, era votata con il pensiero al suo adorato marito, a darsi piacere. Quella sera sembrò tutto più vivido, più intenso del solito, l'odore di Jacob le sembrò di sentirlo realmente, gli occhi le si inumidirono poiché le riportò alla mente così tanti ricordi: tutti i suoi abbracci, i suoi baci, le sue parole gentili. Era così dolce quella sensazione che si fece rapire da essa senza chiedersi cosa ci fosse di strano. Le mancava troppo, la nostalgia era molto più forte, le sembrò un bellissimo sogno in cui finalmente lo sentiva più nitidamente vicino a sé. Le morì in gola un singhiozzo, forse finalmente poteva entrare in contatto con lui, poi un riflesso di luce e vide quei occhiali così familiari, il suo sorriso, i suoi occhi. Il cuore le balzò in gola, gli occhi si riempirono di commozione.
    Amore mio!
    Le tremarono le mani, ed ebbe timore di alzarsi e correre da lui, aveva paura che fosse stata solo una illusione, che sarebbe sparito insieme al vento, così lo fissò mentre si spogliava e si avvicinava a lei, esattamente come aveva sempre fatto. Non riusciva a crederci che poteva finalmente vederlo, percepirlo! Lo aveva immaginato così tante volte, lo aveva ridisegnato nella sua mente ossessionatamente, ma vederlo così dal vivo le sembrò più bello che mai, più dolce che mai. Lo vedeva con gli occhi del suo cuore e Jacob era meraviglioso. Lo contemplava riempendosi gli occhi di lui, voleva memorizzare ogni cosa. Quando arrivò a toccarla a infilarsi fra le gambe, scacciando via il vibratore, le mancò un battito. Si emozionò portandosi una mano sulla bocca e sul naso per frenare la voglia di piangere dalla gioia. Avrebbe voluto urlare "sei qui!", "finalmente sei qui!", ma non ci riuscì, la sensazione della sua lingua sulla sua carne la fece trasalire di piacere, di gioia. Portò le mani sul suo capo, e quando sentì i suoi morbidi capelli, quando sentì che era corpo e non solo immagine, le scappò un forte gemito. Non le interessò se stava sognando, non le interessò se fosse stato un inganno della sua mente, non le importava un fico secco, quello era Jacob, era il suo adorato marito e finalmente poteva stringerlo di nuovo a sé. Calde lacrime rigarono il suo viso, solcando le sue guance arrossate e bollenti per tutte quelle emozioni. Si sentiva impaziente, si sentiva come se avesse voluto recuperare tutti quei anni di distanza. Si sollevò con le spalle per poter raggiungere le sue braccia con le mani e tirarlo su, voleva baciarlo, voleva sentirlo subito dentro di lei.

    Mi sei mancato da morire! Prendimi, subito! Non posso più aspettare! se l'avesse assecondata, lo avrebbe stretto forte fra le braccia, lo avrebbe baciato con fervore, impazienza, strusciando tutto il corpo a quello di Jacob, per poter sentire di nuovo la sua pelle contro la sua. Non si era mai sentita così felice come in quel momento, nemmeno al suo matrimonio era stata così colma di gioia.
     
    .
  14.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    The unseen BOOB, is the Fappest
    fan_club_latob

    Group
    HF Gdr Master
    Posts
    31,816
    Location
    Plutonia Experiment

    Status
    Anonymous
    Più le emozioni di Sae si intensificavano, più il piacere cresceva. Il cubo vicino a lei sembrava muoversi ad una velocità sempre più lenta, dilatata, ed emanava un suono flebile. Una persona da lontano lo avrebbe percepito come un carillon maledettamente lento e deformato che perdeva significato e di senso tra i respiri e i gemiti del suo amato. Jacob era vero, e ricambiava ogni sussulto della sua amata con ogni possibile verso di gioia. Ansimava impaziente, respirava affannoso, perfino le sue mani di solito così abili apparivano incerte, impazienti, come se dieci dita non bastassero a toccarla per intero come avrebbe sempre voluto. la desiderava e voleva farla sentire desiderata, per questo non era alieno, ma maledettamente familiare. Assecondò le sue spinte con la bocca ancora sporca di umori e la lingue penzoloni per il piacere, si lasciò guidare da lei e le cadde letteralmente addosso, i loro corpi nudi iniziarono a strusciarsi mentre si baciavano come non avevano mai fatto prima. Le lingue giravano assieme al cubo e il cubo girava assieme alla stanza, un carosello perverso di desiderio e passione, come se Sae stesse pagando in lacrime tutti quegli anni di solitudine ricevendo finalmente il premio sperato. Più la baciava, più la desiderava, Sae poteva sentire il suo cuore battere all'impazzata contro quel petto morbido, forse non esagerato ma abbondante per lui, per le sue mani impazienti, che la stringevano con vigore, con voglia, non tanto da farle male ma abbastanza da farsi sentire. Sae non lo aveva mai sentito così vigoroso: quella verga maschile era più gonfia del solito, quasi irreale, ma più che domandarsi perché fosse tanto più dotato il suo amato avrebbe dovuto chiedersi perché ancora non l'aveva fatta sua. Non aveva colpe: ci stava provando sul serio ma ogni spinta, ogni oscena danza che votava a quello scopo diventava infruttuosa, le scivolava addosso incapace di farsi avanti come se fosse timoroso di farle male. Poi però la voglia prese il sopravvento e staccatosi da quelle labbra la fissò negli occhi, occhi lucidi che si specchiavano nelle lacrime dell'altro, mentre con una mano impugnava la sua verga, tanto commosso quanto eccitato.
    Ti farò mia... di nuovo mia... per sempre mia!!!
    Romantico e ossessivo, si spinse in avanti appena percepì quelle morbide labbra avvolgerlo e non riuscì più a fermarsi. Sae era così lubrificata che poteva sentirlo scivolare dentro di sé senza nessuna difficoltà, e più affondava più pulsava forte dentro di lei, accompagnato da un grido di puro piacere senza freni inibitori. I capezzoli dell'uomo su di lei si inturgidirono man mano che la penetrava e sembrò quasi farsi debole di fronte a quel piacere, come se lei potesse controllarlo, come se Sae in quanto unica capace di dargli piacere meritasse quel corpo perfetto, scolpito, in tiro soltanto per lei. Le braccia forti id Jacob la avvolsero intorno ai fianchi tirandola a sé, e tenendo le ginocchia larghe spinse con forza fino a che la cappella non urtò contro la parte più profonda della sua intimità, pulsando all'entrata del suo utero per poi iniziare immediatamente a muoversi. Fu impaziente, ma passionale, incapace di trattenersi, e non si vergognò di mostrare la sua faccia in preda al piacere. Sae vide chiaramente il cubo aprirsi, sollevarsi come se due metà si fossero disgiunte trasformandosi in una torre, e ogni affondo di quell'uomo faceva ricongiungere le due parti. Il carosello diventava ora uno spettacolo erotico e tutta la stanza si muoveva al ritmo di quegli affondi, rendendoli più intensi e passionali. I gemiti di Jacob si trasformarono in grida ma si sforzò con ogni fibra del suo corpo di guardarla negli occhi mentre la faceva godere.
    Dimmi che ti piace... dimmi che sei mia! Voglio farti godere! Voglio amarti con tutto ciò che ho!
    La voce era matura, ma l'entusiasmo era quello di un giovane innamorato che aveva ritrovato il suo cuore, ed era disposto a tutto pur di non separarsene mai più. Quindi spingeva, scopava quella carne con passione, senza tregua, senza pace. Era la sua ossessione.
     
    .
  15.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Non esisteva passione più grande di due innamorati che non si vedevano da tempo e si sono desiderati per tutto il tempo. Sae aveva sempre lottato contro la verità assoluta sul fatto che il marito fosse morto. Non voleva accettarlo, per quel motivo continuava a parlargli, a sedurlo con i suoi indumenti intimi sexy. La cosa assurda era che quello di Jacob era l'unico spirito che riusciva a percepire meno, e spesso si era ritrovata a pensare che forse era colpa sua, perché vederlo davvero come spirito avrebbe tolto qualsiasi tipo di speranza al fatto che magari era sopravvissuto in qualche modo. Il suo rifiuto di crederlo perso per sempre, le impediva di sentirlo e vederlo, si era convinta di ciò. Quindi la sua gioia nel poter sentire di nuovo il suo peso su di sé, la sua pelle calda e liscia, vedere i suoi occhi, sentire il sapore delle sue labbra. Le sembrava di rinascere, che il mondo intero si fosse dipinto di colori diversi, più caldi e accoglienti. Erano entrambi così impazienti che non riuscì a farla sua subito, scivolando fra le sue labbra fradicie di umori, quasi come se avesse disimparato l'angolazione giusta del suo corpo. Sae mugugnava impaziente, ma non frustrata, sorridendogli colma di amore nel sentirgli dire che sarebbe stata di nuovo sua.
    Lo sono sempre stata amore mio! Lo sarò sempre!
    Le sue parole vennero seguite da un profondo sospiro di piacere, mentre si gustava quella verga che si faceva largo in lei, pulsante e bollente che le fecero venire le vertigini! Dio se era diverso da un dildo artificiale, non c'era alcun paragone, quel calore che le era mancato così tanto la fece arrivare già a picchi altissimi di piacere. Lui poteva sentirla come si contorceva attorno al suo membro come se avesse voluto intrappolarlo dentro di lei per sempre. Lo guardò negli occhi, gustandosi la sua espressione colma di piacere, la stessa che lei stava facendo. Lo carezzava sul volto, fra i capelli, non riuscendo a credere di poterlo avere di nuovo fra le sue braccia. Il piacere divenne intenso sempre di più ad ogni affondo: era così bello, così diverso da quando lo faceva da sola, la sua fantasia non si ci avvicinava per niente a quella sensazione di unione, di calore, di piacere. Ci fu solo un momento di distrazione per via del cubo che si era aperto, facendo aggrottare la fronte a Sae confusa. Quando diamine si era aperto? La voce di suo marito la riportò al presente: che importanza aveva? Era solo un cavolo di giocattolo che si era aperto chissà per quale motivo. Jacob era lì fra le sue braccia ed era tutto ciò che desiderava.

    Sì... aah, sì mi fa impazzire, godo... fammi urlare, fammi dimenticare tutto ciò che è successo. Sono tua, solo tua, ti amo Jacob! Non ho mai smesso di amarti!
    Lo baciò con foga, portando le mani sulle natiche di Jacob per stringerlo e guidare i suoi affondi. Soffocava vari gemiti di piacere nella sua bocca e sentiva che stava per giungere già ad un orgasmo. Quasi se ne stupiva dato che di solito da sola serviva molto più tempo, ma non poteva farci nulla, le piaceva da impazzire.
     
    .
72 replies since 16/1/2023, 15:56   352 views
  Share  
.
Top