Passato e presente

x Kuro Kiba

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    Doveva ammetterlo: non aveva di certo pregiudizi nei confronti del reale aspetto di Henrietta, ma con quelle forme, l'aspetto maturo e i lunghi capelli che circondavano l'espressione vogliosa e colma di piacere che lo baciava appassionatamente, quella ragazza aveva tutto un altro fascino. E non era solo una questione di aspetto: Lotor poteva sentire quanto si stesse concedendo a lui, riusciva a percepire il potere sotto le dita come se potesse plasmarla a suo piacimento, ma mantenendo le giuste regole. Si concedeva e al tempo stesso gli faceva rispettare la propria volontà. Quella ragazza sapeva bene cosa voleva per essere la sua prima volta, e Lotor ne rimase affascinato. Tale fu l'ossessione verso quel piacere che Lotor iniziò letteralmente a sciogliersi su di lei, schiacciandola col suo peso e afferrandole con forza i seni mentre spingeva il bacino in avanti, affondando quanto più poteva nella sua carne mentre si crogiolava in quel caldo e femminile abbraccio. sentì le dita di Henrietta carezzargli il corpo e in perfetta reazione, dato che oramai erano connessi, la punta delle dita della ragazza accendeva circuiti energetici luminosi sulla pelle del suo amante che si accendevano ad intermittenza come scariche di piacere sotto il suo tocco. Sfiorandogli i testicoli, Lotor prese a pulsare più forte che mai dentro di lei come se fosse sul punto di venire, intento a spingere sempre più forte alla ricerca di una penetrazione profonda, vittima di un piacere inatteso e travolgente. Henrietta iniziò a sussurrare frasi perverse nelle sue orecchie a punta, strappandogli gemiti di goduria mentre sentiva il suo corpo cambiare ancora intorno a lui, come se lo stesse risucchiando, invogliandolo a darle ancora di più. La presa di Lotor sui seni morbidi della ragazza aumentò in maniera netta, stringendola con forza, forse troppa. Henrietta aveva avuto un brutto effetto su di lui, andando a stuzzicare un subconscio che di solito Lotor riusciva a tenere perfettamente sotto controllo, ma in quel momento no. Appena gli suggerì quelle cose, il ragazzo iniziò ad influenzare con la sua mente il corpo di Henrietta, facendole comparire ciocche nere tra i lunghi capelli mentre la sua pelle diventava di un incarnato diverso. Perfino gli occhi di Henrietta iniziarono a cambiare, stava iniziando a somigliare ad un'altra persona e proprio in quel momento il corpo di Lotor reagì a sua volta: le parti intorno ai suoi genitali, le estremità delle mani e la parte intorno alle labbra, la gola e il mento scurirono gradualmente fino a diventare nere, e i circuiti magici lucenti passarono da un bianco brillante ad un rosso vermiglio pressoché sanguigno. Gli occhi di Lotor si accesero di un intenso bagliore rosso e con esso anche la sua verga iniziò a mutare, diventando non solo più grande, ma vigorosa. Non somigliava a niente di umano a quel punto, sembrava fosse sul punto di trasformarsi ma qualcosa lo fece rinsavire. Fino a quel momento Rakhna si era goduto la sua parte, divorando più che letteralmente Madarao con una foga crescente. Ogni grido di quella piccola volpe rendeva più vigorosi i suoi affondi, Rakhna aveva capito che il corpo di quell'essere non avrebbe sofferto danni trascurabili, per questo non si stava concedendo nessuna remora. Lo succhiava e al tempo stesso lo scopava con violenza, beandosi di quelle parole sguainate mentre la volpe gli offriva ogni parte di sé, come se in cambio del piacere che solo l'oscuro passeggero di Lotor poteva dargli fosse disposto a sacrificare ogni parte di sé. Quando però si rese conto che Lotor stava per perdere il controllo, Rakhna prese l'iniziativa, spingendosi verso gli altri due amanti in modo che tra di loro le distanze fossero pressoché inesistenti, scontrandosi con una spalla con Lotor ed Henrietta, attirando l'attenzione del ragazzo su di sé. Non smise di certo di fare ciò che stava facendo, ma bastò far pulsare la sua energia per far sparire il vermiglio dallo sguardo dell'apprendista stregone e riportarlo alla giusta lucidità.
    Le nostre bamboline... non i nostri giocattoli.
    Un sussurro simile ad un sibilo bastò a far sparire nella mente di Lotor quella follia che lo stava attanagliando, donandogli la giusta concentrazione. Il corpo di Henrietta smise di cambiare, restando pressoché invariato se non per alcune ciocche di capelli neri e una chioma ancora più lunga, il ragazzo tornò a fissarla con aria risoluta, eccitata e decisamente lussuriosa, come se avesse appena realizzato qualcosa di importante che gli aveva restituito vigore.
    Non voglio una bambolina perfetta... voglio la ragazza di ghiaccio che ho conquistato. Fammi sentire il tuo gelo, ne ho bisogno!
    Non era affatto scoraggiato da quella sensazione fredda, anzi tutto l'opposto: era come se il ghiaccio di Henrietta fosse uno stimolo per lui, perché invece di limitarsi a penetrarla doveva infondere energia nella sua verga per spezzare e sciogliere il ghiaccio con l'obbiettivo di affondare sempre di più. Ogni movimento del corpo di Lotor sarebbe stato quindi molto più ponderato, tutt'altro che lento, ma Henrietta avrebbe visto quelle fasce di energia rossa venire scandite dalla muscolatura perfetta del ragazzo che si piegava verso di lei lasciandosi abbracciare dalle sue gambe. Le mani di Lotor le carezzarono il petto e il ventre fino ad afferrarla per le natiche, sostenendola e tirandola verso di sé per imprimere più forza. La bocca del ragazzo si abbatté sulla pelle gelida del collo e delle spalle, leccandola, mordendola e baciandola mentre si univano sempre più profondamente. La sua verga pulsava così forte e intensamente che sembrava decisa a scavare pur di raggiungere il suo utero, e più si avvicinava, più pulsava forte, segno che non sarebbe mancato molto al suo orgasmo. E già adesso Henrietta poteva sentire distintamente l'energia esplosiva di Lotor fare a pezzi le sue difese come fosse già sul punto di venirle dentro. Rakhna invece si sarebbe comportato in maniera molto meno agonistica, soddisfacendo la richiesta del suo peloso amante gustandosi quell'abbraccio perverso senza smettere di succhiare. Madarao avrebbe sentito le zanne di quell'essere affondare intorno al suo sesso senza ferirlo gravemente ma rendendo la morsa intensa, il tutto mentre affondava quel cazzo pieno di energia dentro di lui e gradualmente iniziava a venire. Non fu un orgasmo esplosivo, ma piuttosto un lento aprirsi di quella diga di piacere che iniziò a riempire il suo stomaco senza fermarsi. Guizzi di piacere bollente si riversarono in lui, sempre più forti, sempre più abbondanti, e più veniva, più quella verga impalata dentro di lui diventava marmorea per farlo impazzire sempre di più. Poteva sentirei testicoli di Rakhna pulsare ritmicamente come se si stessero svuotando, il tutto senza smettere di scoparlo con forza, solo diminuendo la velocità degli affondi.
     
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    Il legame che si era formato da quell’unione energetica sarebbe risultato estremamente intenso. Sarebbe stato estremamente estasiante sentire le reazioni che avrebbe avuto Lotor in seguito alle sue carezze e, nel momento in cui Lotor avrebbe pulsato in seguito a quel “falso orgasmo”, con un forte gemito, l’utero di Henrietta si sarebbe fatto più vicino. Sarebbe quindi stato evidente che stesse reagendo in conseguenza allo stato del membro di Lotor e che quell’utero, apparentemente irraggiungibile, fosse letteralmente andato a cercarlo venendo però solo minimamente divaricato prima di ritirarsi nuovamente rendendosi conto che non vi sarebbe stata nessun’eiaculazione. Inoltre Henrietta avrebbe ben presto iniziato a perdere lucidità sentendosi mutare sotto le manipolazioni di Lotor e, quasi come se godesse anche di quelle imposizioni, iniziò a gemere più forte tant’è che, in un primo momento, non avrebbe notato della furia che stava assalendo Lotor e l’ingigantimento del cazzo dentro di lei non avrebbe fatto altro che aumentare la sua perdizione facendola urlare dal piacere. Riusciva solo a pensare ad ottenere il massimo piacere e si sarebbe resa conto di quel che stava accadendo solo in quel breve istante di stallo in cui Lotor e Rakhna interagirono. Ripreso il controllo di sé non avrebbe però indugiato e non si sarebbe fatta ripetere le affermazioni di Lotor. Cercando quindi di placare un momento la voce avrebbe cercato di rispondergli con un tono che esprimesse un mix tra fascino e pericolo.
    Desiderare una vera donna delle nevi può essere pericoloso… ma a questo punto immagino tu sia in grado di contrastarmi… anche se ora dovrai farlo con tutto il copro e non solo con in cazzo…
    A quel punto, il reale sforzo che Henrietta avrebbe dovuto compiere sarebbe stato mentale più che fisico. Dato che Lotor pareva apprezzare quella gelida natura, Henrietta non l’avrebbe deluso. Non si sarebbe trattato di un comportamento molto sicuro ma, in quel momento, se si fosse dovuta preoccupare di qualcosa sarebbe dovuto essere della sua stessa psiche e del rischio di non riuscire più a “calmarsi”. Per poter raggiungere gli obbiettivi avrebbe infatti dovuto abbandonarsi a piaceri ben più primitivi di quelli sessuali. Avrebbe dovuto ascoltare stimoli genetici ed istinti atavici che fino ad allora non aveva mai preso in grande considerazione, ma che restando comunque parte del suo retaggio genetico non sarebbe stato arduo assecondare. In pochi istanti il desiderio sessuale si sarebbe legato saldamente con il desiderio di calore fisico divenendo fortemente dipendenti l’uno dall’altro. A quel punto uno degli occhi di Henrietta sarebbe divenuto vacuo, bianco come il ghiaccio. Nulla di preoccupate fin tanto che l’altro sarebbe rimasto lucido ma, in ogni caso, indicava una parziale perdita delle capacità cognitiva ed un incremento dei sistemi istintivi basilari. Ovviamente, dato quello che intendeva fare, per questioni di sicurezza, non si sarebbe potuta abbandonare completamente ma ciò non avrebbe influenzato la sua percezione dei sensi e del piacere. Avrebbe continuato a provare tutto il piacere del sesso ed avrebbe continuato a volerne di più. Il corpo le sarebbe però sfuggito dalle sue capacità di controllo razionali ed avrebbe dimostrato un aumento esponenziale d’efficienza. L’energia sarebbe iniziata a circolare dentro di lei in maniera estremamente fluida ed ogni cellula del suo corpo ne sarebbe divenuta un trasmettitore che l’avrebbe esternalizzata trasmettendo flussi continui di piacere. Nel frattempo i suoi capelli si sarebbero iniziati ad allungare rapidamente andando da prima ad avvolgere i polsi di Lotor per poi risalire le braccia ed avvolgergli in fine tutto il corpo fatta eccezione per la testa ed i genitali. Ovviamente i capelli non gli avrebbero opposto resistenza ed estendendosi e ritraendosi in base alle necessità quel gelido abbraccio non gli avrebbero ostacolato nessun movimento, proprio come se non ci fossero stati. Avrebbero tuttavia concesso una maggior superfice di contatto fisico e quindi di scambio energetico e termico. Così facendo, oltre ad offrire un’estesa stimolazione energetica, avrebbe potuto trasmettere a Lotor tutto quel che stava provando, tutto il piacere che stava provando si sarebbe potuto riversare anche dentro di lui in maniera tanto più intensa quanto più lui avrebbe accolto quell’energia, potendo così non solo capire quanto intensamente stesse facendo godere quella ragazzina ma riuscendo così a godere anche lui stesso attraverso di lei
    Ovviamente, però, quello sarebbe stato un processo al di fuori delle capacità di controllo della ragazzina. Fin tanto che avrebbe mantenuto una parziale lucidità avrebbe potuto interromperlo ma, in ogni caso, sarebbe stato un comportamento talmente primitivo che non avrebbe avuto alcun modo di modularlo. O tutto o nulla; e tale regola si sarebbe applicata anche a tutti gli effetti correlati. Difatti tale effetto di appagamento dei sensi risultava strettamente correlato alle antiche leggende secondo cui le donne delle nevi come lei potessero congelare le persone senza che le vittime neppure se ne rendessero conto. Difatti, per le persone normali prive di una forza energetica, tale appagamento dei sensi avrebbe potuto facilmente occultare il drastico calo della temperatura di Henrietta che, oltre ad abbassarsi temibilmente al suo interno, si sarebbe uniformata anche con la sua temperatura esterna. Dato che però Lotor aveva già dimostrato di poter combattere quel gelo e di apprezzarne la sfida, Henrietta non avrebbe avuto nulla di cui preoccuparsi ed avrebbe potuto continuare a godere sessualmente e termicamente, continuando a bramare un orgasmo dell'amante.
    Nel frattempo, però, anche Madarao sarebbe stato sul punto di impazzire. Rakhna non si stava infatti certo dimostrando da meno ed il modo in cui lo scopava era a dir poco sublime. La coordinazione tra gli affondi ed il succhiare era a dir poco incredibile e la sua capacita di affondare i denti nella giusta misura era in grado di portare la volpe alla follia. La vera estasi si sarebbe però palesata quando Rakhna avrebbe iniziato a riversare quei caldi ed oscuri fluidi dentro di lui.
    SI', TI PREGO! RIVERSATI TUTTO DENTRO DI ME! FAMMI TRABOCCARE DELLA TUA ESSENZA!
    Oltre ad emettere gemiti sempre più forti, il piccolo membro di Madarao avrebbe iniziato a pulsare sempre più intensamente nonostante, essendo rimasto quasi a secco, riuscisse ad emettere solo poche gocce alla volta. In preda ad un piacere assoluto, sentendosi riempire lo stomaco da quel caldo seme, e consapevole che non sarebbe stato di nessun intralcio alle enormi fauci di Rakhna, avrebbe rilasciato il "nodo" ed un “bulbo” estremamente sensibile si sarebbe gonfiato alla base del suo piccolo pene. Così facendo, aumentando la sensibilità ed il piacere, sarebbe riuscito a dare fondo anche alle sue ultime riserve di seme con un paio di ultimi schizzi consistenti.
     
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    Mentre Lotor si domandava come mantenere il controllo, Henrietta decideva che non aveva la minima intenzione di assecondarlo e anzi, voleva continuare a lanciargli quel guanto di sfida proprio per fargli perdere il controllo. Dopotutto era stato lui a dichiarare di non temere una donna delle nevi, arrivando addirittura a chiamarla bambolina, no? Prima ancora che potesse realizzare cosa stava per succedere sentì il corpo della ragazza connettersi con lui in maniera così profonda che per un istante il suo fiato si fermò, e il corpo si paralizzò di colpo. Solo quella verga invadente e irrefrenabile si dimenava e pulsava imperterrita come mossa da un istinto primordiale e selvaggio. Henrietta stava senz'altro scavando a fondo nel cuore di Lotor tirando fuori qualcosa che il ragazzo era sempre riuscito a tenere sotto controllo. Adesso però, tra l'estasi, le sensazioni e l'istinto di opporsi a quel gelo crescente per mera sopravvivenza stavano creando un mix micidiale di volontà ed eccitazione che lo avrebbero messo in gioco con tutte le sue forze. Piuttosto che scoraggiarlo, Henrietta lo vide distintamente prendere l'iniziativa: la sua massa muscolare aumentò di colpo mentre quei circuiti energetici scarlatti si allargavano su tutto il corpo, arrivando fino alla fronte dove delinearono la forma di un paio di corna che risultavano effettivamente invisibili però, o praticamente inesistenti, testimoniate solo da quelle righe rosse irregolari pregne di energia. Una pressione devastante, oscura e bollente, si sprigionò dal corpo del ragazzo mentre con le mani afferrava le gambe di Henrietta e la tirava a sé rendendo quell'amplesso più vigoroso e violento, quasi brutale, tanto da far cigolare il pavimento sotto di loro. La ragazza poteva sentire quella verga mostruosa crescere ancora, allargandosi al punto da tendere al limite la sua minuta intimità, e penetrarla con violenza alla ricerca di quel tanto agognato utero. Se doveva raggiungerlo con l'orgasmo lo avrebbe fatto, ma a modo suo. La bocca di Lotor si aprì lasciandosi sfuggire un lungo gemito di piacere accompagnato da un fumo nero, densissimo e attraversato da scariche di energia rossa simili a lampi. Si stava chiaramente impegnando a quel punto per contrastare il gelo di Henrietta, ma non la connessione magica che avevano generato. Anzi, la rispediva al mittente, così che proprio come Lotor poteva sentire il piacere di Henrietta, anche lei sarebbe stata capace di percepire il suo, generando un circolo vizioso brutale e perverso scandito unicamente da quei versi disumani e quel suono osceno generato dalla frizione e dal confronto trai loro corpi. Fluidi incessanti lubrificavano e facevano schioccare quelle carni fino a chi, fissandola dritta negli occhi, Lotor non serrò i denti deciso a farla godere.
    Vieni! Vieni insieme a me! Voglio sentirti gridare il mio nome!
    Avrebbe continuato a serrare il ritmo il più possibile, sbattendo quel pube marmoreo contro di lei e schiacciando quei testicoli gonfi contro la sua carne mentre la spalancava come una bocca affamata e la sua cappella sbatteva contro tutto ciò che poteva, divorando il piacere di quell'intimità perversa fino a che, al limite, non avrebbe ceduto. L'orgasmo di Lotor sarebbe stato esplosivo, colmo di quell'energia bollente che l'aveva corrotta fino a quel momento. Riversò in lei del seme caldissimo, denso come non mai, così abbondante da gonfiarle il ventre, e ogni fiotto era più intenso rispetto a quello precedente. Si sarebbero goduti un orgasmo bestiale e senza freni, e Lotor non avrebbe smesso un solo istante di spingere il bacino in avanti mentre veniva, con tutta la forza che aveva in corpo.
    Rakhna nel mentre avrebbe assaporato il suo perverso pasto, strappando a Samara gli ultimi fiotti del suo orgasmo, divorandoli avidamente e succhiando quel pene bestiale come poteva, senza mai smettere di infliggere quelle violente penetrazioni al suo culo voglioso, riempiendolo del suo seme. Quando realizzò che lo stava facendo praticamente traboccare, col ventre gonfio e del tutto saturo, Rakhna decise di prendere l'iniziativa e utilizzare il suo corpo magico per rendere la situazione molto più perversa. Samara sentì chiaramente un affondo più forte degli altri, dopo la quale la verga di Rakhna si fermò di colpo, incastrandosi al suo interno, gonfiandosi così da non poter uscire più mentre la punta e tutta la sua venosa lunghezza continuava a pulsare in quello stretto anfratto. Le fauci della creatura si aprirono liberando finalmente quel piccolo membro dalla morsa perversa, mentre Rakhna si allontanava da lui come un'ombra strisciante, lasciandolo seduto, arreso, sul divano. Nonostante adesso Rakhna fosse davanti a lui, Samara poteva sentire ancora quella grossa verga dentro di sé, perché era proprio così: il pube della copia di Lotor risultava completamente liscio, aveva staccato la sua verga per lasciarla dentro a quel morbido culetto, ma quella era solo una situazione momentanea. Con quel tappo a bloccare il seme dentro di sé e a dargli stimoli continui, Samara avrebbe visto il ventre di Rakhna concentrare altra energia, ottenendo così una seconda verga del tutto uguale alla prima e satura di energia oscura, deliziosamente intensa e che continuava a pulsare dentro il suo corpicino, affamandolo ancora di più.

    Ti sei meritata un premio... prendilo tutto in gola, avanti, non te ne pentirai...
    Piazzò l'indice contro la punta del suo stesso membro, durissimo e impennato verso l'alto, abbassandolo ad intermittenza proprio davanti al morbido musetto di Samara, stuzzicandolo e invitandolo a farsi avanti mentre piazzato in quel modo davanti a lui, Rakhna toglieva alla creatura qualsiasi via di scampo: poteva solo assecondare quel perverso amante fino alla fine delle sue forze.
     
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    La reazione di Lotor all’assalto di Henrietta sarebbe stata estremamente energica e passionale. Vederlo lasciarsi prendere da un’istintiva passione avrebbe reso la ragazzina sempre più vogliosa e sensibile. Vedere quel corpo diventare sempre più robusto ed imponente sarebbe stato uno spettacolo imperdibile, eccitante ed appagante. All’ingigantimento di quel cazzo Henrietta avrebbe emesso un acuto grido di irrefrenabile piacere tant’è che, per renderlo ancora più intenso, non si sarebbe adattata alla nuova forma ma sarebbe divenuta ancora più stretta. Quindi, mentre Lotor la dilatava brutalmente, lei avrebbe continuato ad aumentare la pressione esercitata dalle pareti vaginali rendendo quell’abbraccio sessuale sempre più passionale. La vemenza di Lotor stava rendendo l’amplesso sempre più intenso, mentre il suo fiato oscuro condensava sulla gelida pelle di Henrietta cosicché il sfrigolio del ghiaccio che si scioglieva e dell’umidità che condensava avrebbe fatto da sottofondo alle urla della ragazzina.
    Inoltre la connessione con i sensi di Lotor l’avrebbe portata al limite, già i piaceri che lei stessa provava la stavano travolgendo senza lasciarle la possibilità di trattenersi, ma percepire il piacere che lo stregone stava provando attraverso di lei sarebbe stato inebriante. Percepire tutto il piacere che stava provando Lotor non le avrebbe solo causato un desiderio crescente di avere di più, le avrebbe anche permesso di muoversi al meglio. Non avrebbe più avuto bisogno di leggere le più sottili reazioni, ma avrebbe percepito in tempo reale quel che gli stava dando ed avrebbe potuto adattare ogni sua forma e movimento al meglio per potergli strappare piaceri sempre più forti di cui avrebbe a sua volta potuto godere. Inoltre, quell’unione dei sensi le avrebbe inconsapevolmente permesso di autoregolarsi. Sentiva che presto avrebbe ottenuto ciò che tanto bramava ed il suo corpo avrebbe reagito di conseguenza cosi che i loro apici coincidessero in un’unione perfetta e sublime.
    Un intenso grido di passionale avrebbe quindi preceduto l’unione di quei due orgasmi prima che Henrietta cercasse le labbra di Lotor per poter soffocare le urla unendo le lingue.
    SI! CONCEDIMI TUTTO CIÒ CHE HAI! LOTOR, DAMMI TUTTO! LOTOR!
    Al momento dell’ultimo affondo, con una sincronia impareggiabile, l’utero sarebbe improvvisamente calato cosi che Lotor vi impattasse con vemenza divaricandolo brutalmente. Non vi sarebbe però riuscito ad entrare totalmente. Henrietta non voleva infatti permettergli di liberarsi da quella stretta e sottrarsi agli stimoli. Lotor vi sarebbe quindi potuto affondare brutalmente divaricandone completamente il passaggio, riuscendo ad iniettarvi direttamente i suoi fluidi, ma restando con la cappella stretta tra le gelide e pulsanti pareti dell’ingresso uterino. Gli abbondanti fluidi avrebbero cosi iniziato ad invadere il corpo della ragazzina che, restringendo gli altri organi, avrebbe dilatato l’utero per accoglierlo meglio. Non avrebbe pero agito in maniera immediata, avrebbe invece lasciato che fosse la pressione stessa a dilatarla. Quel caldo seme le avrebbe quindi riempito interamente l’utero rigonfiandole leggermente il ventre, per poi iniziare a dilatarla interiormente in maniera lenta e graduale cosi che venisse sempre mantenuta una forte pressione, si sulle pareti del suo utero che su quella cappella che continuava a riversare fluidi dentro di lei. Inoltre il calore cocente di quel seme le avrebbe inferto piaceri inenarrabili mentre il suo corpo rispondeva diventando sempre più gelido e sensibile. In preda a spasmi incontrollati Henrietta avrebbe continuato a gemere tra le labbra di Lotor mentre quel duplice orgasmo, che avrebbe fatto provare loro il doppio del piacere concedendo loro sensazioni non appartenenti al loro sesso, si sarebbe fatto sempre più forte. Inoltre, se internamente le temperature si sarebbero contrastate equamente, esternamente gelo e calore avrebbero iniziato a sortire effetti irrefrenabili. In ogni punto di contatto dei loro corpi il sottile strato di giaccio sulla pelle di Henrietta, che si sarebbe inarrestabilmente continuato a rigenerare, avrebbe iniziato a vaporizzare a contatto con il calore di Lotor. Si sarebbe così in breve tempo andata a formare una tiepida nube di vapore che a contatto con i loro corpi ne avrebbe stimolato ulteriormente i sensi.
    Nel frattempo Madarao non sarebbe certo stato trascurato. Anzi, nel momento in cui avrebbe ricevuto quell’ultimo poderoso affondo avrebbe emesso un forte gemito mentre il suo piccolo membro avrebbe pulsato con forza, come se stesse cercando invano di emettere fluidi di cui non disponeva. Le sensazioni provate successivamente sarebbero state nuove ed intriganti. Lasciato sul divano ad ansimare e guaire non si sarebbe aspettato di poter vedere Rakhna dinanzi a sé, sentendo tuttavia quella verga dentro di sé farsi sempre più grande e pulsare come se lo stesse ancora penetrando. Ulteriormente sorprendente sarebbe però stato veder spuntare un nuovo membro sul corpo dell’amante che gli avrebbe suggerito, in maniera contrastantemente impositiva, di procedere con una fellatio. Certamente, per ragioni fisionomiche, la pratica orale non si sarebbe potuta definire il punto forte di Madarao e le dimensioni di quel fallo non avrebbero certo aiutato. Tuttavia in quel momento la situazione sarebbe stata diversa. Con il suo potere fori controllo, anche se con i denti avesse ferito Rakhna avrebbe avuto a mala pena il tempo di perdere qualche goccia di sangue prima di rimarginarsi. Inoltre neppure il dolore si sarebbe palesato venendo convertito immediatamente in piacere sessuale. Non si sarebbe quindi fatto pregare. Si sarebbe subito alzato mettendosi in ginocchio difronte a lui e, dopo essersi posizionato un cuscino tra le gambe cosicché muovendosi ci sfregasse il cazzetto, avrebbe risposto sensualmente:
    Mi servo subito…
    avrebbe subito abbondantemente leccato quella nuova verga in modo da lubrificarla accuratamente prima di spalancare le fauci e portarle alla cappella. Le imponenti dimensioni gli avrebbero chiaramente impedito di accoglierlo facilmente ma, forte delle sue capacita non avrebbe indugiato
    Allora buon appetito…
    Avrebbe sussurrato prima di farsi affondare quel membro titanico in gola. Nonostante avesse spalancato al massimo la bocca i due canini appuntiti non avrebbero potuto evitare di affondare leggermente nella carne di Rakhna. Sarebbero affondati solo di poco ed i tagli che avrebbero provocato si sarebbero rimarginati in tempo reale, ma sarebbero stati sufficienti per far sì che il potenziale dolore venisse convertito in una maggior eccitazione. Sarebbe quindi andato prepotentemente a fondo fino a che non fosse arrivato a contatto con i testicoli si Rakhna, facendosi devastare e deformare l’esofago. A quel punto avrebbe continuato a mantenere dei movimenti fluidi facendolo affondare ed estraendolo con maestria. Tuttavia, a differenza di Henrietta, lui non avrebbe potuto tenerlo perennemente in gola ed avrebbe dovuto effettuare delle estrazioni quasi complete per riprendere fiato. Ovviamente avrebbe però cercato di compensare tale mancanza in altro modo. Trovandosi frontali avrebbe infatti usato una mano per massaggiargli i testicoli mentre l’altra avrebbe cercato di aggirarlo. Andando quindi prima a stringergli una natica si sarebbe spinto sempre più dietro fino a che non sarebbe riuscito a raggiungere il suo sfintere, con l’intenzione di affondare lentamente un paio di dita ed offrirgli una stimolazione prostatica. Fino ad allora Madarao aveva ricevuto dei piaceri immensi ed era proto a tutto pur di ricambiarli ed offrire il massimo godimento a Rakhna.
     
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    Quella mole di sensazioni che si accavallavano senza controllo facendo sprofondare la mente dei due nella lussuria più totale esplose nel momento in cui giunsero all'orgasmo. Non importava quanto caos ci fosse nei loro corpi e nelle loro menti, fu come se un intricato mosaico di fili si intrecciasse alla perfezione in un unico punto, passato da parte a parte da un punteruolo chiamato piacere che li fece incrociare senza filtri. Lotor sgranò gli occhi inarcando la schiena e lanciando un lungo grido di piacere che si affievolì solo tra le labbra di Henrietta, avida di un bacio che sapesse di quell'incontrollabile passione che li aveva assaliti. Lotor si strinse a lei non solo con le labbra ma anche col corpo in un abbraccio passionale, lasciando come unico gioco il suo bacino che nonostante fosse preso da un orgasmo insaziabile si muoveva ancora, lentamente, affondando con decisione nonostante le difficoltà. Quella fica era così stretta che ogni affondo la faceva traboccare, e come se non bastasse ogni movimento inspessiva quella verga con pulsazioni ritmiche e crescenti, un motore perverso che cresceva riversava tutta la sua virilità in lei. Non riuscì a violare completamente il suo utero ma lo riempì a dovere, facendolo traboccare del suo seme, il tutto mentre continuava a baciarla impaziente, rapito da quelle sensazioni che non riusciva a controllare. Si staccò dalle sue labbra solo quando anche l'ultima goccia di seme si riversò dentro di lei, e fu saturo di quelle follia tanto da scacciarla violentemente. Si spassò una mano sul volto e sui capelli per ritrovare un minimo di coscienza, anche se le labbra erano ancora grondanti di saliva e quella verga possente non aveva smesso un solo istante di tremare e pulsare durissima dentro di lei, segno che era tutt'altro che sazio.
    Lo ammetto... sono colpito. Gli studenti della Justice Gakuen sono pieni di sorpresa... ma sono anche capaci di prendere l'iniziativa?
    Lotor unì le mani, generando un filo di magica oscurità tra le sue dita che utilizzò come un lazo lanciandolo intorno a sé ed Henrietta. Legò sostanzialmente il oro bacini, stringendoli così forte che anche solo separarsi sarebbe stato un problema. A quel punto le rivolse un ghigno di sfida, l'aveva come dire "catturata" voleva darle l'idea che se non fosse stata lei a prendere l'iniziativa, di sicuro avrebbe gestito di nuovo lui il rodeo e stavolta sarebbe stato molto meno accondiscendente. Voleva vederla fare la sua mossa, dimostrare che non era vittima del piacere ma che sapeva anche domare un purosangue come lui. Lotor di rado concedeva una simile possibilità alle sue amanti, ma Henrietta aveva senz'altro guadagnato la possibilità di prendere in mano quelle magiche redini. Sempre se avesse trovato la forza per riprendersi da quell'orgasmo.
    Madarao invece stava gradualmente scoprendo le doti di quel "magico doppione" di Lotor, che certamente non poteva essere un altro essere vivente, anche se ci andava decisamente vicino. Rakhna gli avrebbe concesso tutto il tempo necessario per potersi mettere comodo, limitandosi a massaggiare la punta del membro come a volerlo tentare. Quando fu pronto, mollò la presa e si affidò completamente alla vogliosa volpe, sibilando mentre ridacchiava compiaciuto, godendosi l'unicità di una bocca tutt'altro che umana. Madarao avrebbe scoperto che quello non era semplicemente un membro in più, ma un doppione: mentre la cappella tremava sulla sua lingua, avrebbe sentito tremare anche quella infilata nel suo ano, come se le due mascolinità fossero una lo specchio dell'altra. Quindi era ovvio pensare che più avrebbe fatto godere Rakhna, più avrebbe goduto lui a sua volta. La cosa divenne ancora più palese quando Madarao iniziò a stimolare Rakhna in maniera più complessa, azzannando la sua verga che invece di perdere sangue rilasciava un denso liquido magico dal sapore intenso, e infilando le sue morbide dita nello sfintere del suo amante massaggiandogli la prostata per farlo godere di più. Sentì i cazzi dentro di lui impennarsi, gonfiarsi mentre pulsavano come pronti ad esplodere di eccitazione, mentre Rakhna iniziava a muovere il bacino in preda alla goduria per assecondare i movimenti.

    Divora il piacere, fallo tuo! non trattenerti...
    I sibilanti consigli di quell'oscura presenza non servivano ad altro se non motivare Madarao, e non vedeva l'ora di ammirarlo mentre raggiungeva un altro orgasmo solo per quei grossi cazzi che li infilzavano come uno spiedo.
     
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    Quel primo intenso orgasmo di coppia era orami giunto all’epilogo ma, certamente, non avrebbe rappresentato la fine del rapporto e tantomeno del desiderio. I capelli di Henrietta si sarebbero quindi lentamente normalizzati mentre, con l’utero ancora in preda agli spasmi, cercava di mantenere il controllo di sé nonostante avesse il ventre pieno di caldi fluidi. Alla domanda di Lotor, per cecare di ridarsi un contegno e modulare adeguatamente la voce, avrebbe quindi chiuso per un istante gli occhi emettendo un lungo e gelido sospiro ricco di luccicanti cristallini di ghiaccio. La provocatoria domanda di Lotor le sarebbe stata più che chiara, come le conseguenze che avrebbe potuto comportare il “non rispondere”. La tentazione di scoprire fin dove si sarebbe potuto spingere sarebbe stata alta. Il brivido di scoprire cosa avrebbe fatto se avesse dato sfogo ai suoi più bassi desideri incurante di lei sarebbe stata una prospettiva allettante. Tuttavia quella provocazione ben assestata l’avrebbe spinta ad agire mossa da un fondo d’orgoglio, d’arroganza e da molto desiderio sessuale.
    Pensavo che gli uomini preferissero le donne ubbidienti e disponibili, che gli concedono d’agire a piacimento senza lamentarsi.
    Gli avrebbe risposto pacatamente con un sorrisetto malefico in volto.
    Tuttavia… se ti va di invertire i ruoli ne sarei più che contenta. E immagino che mi lascerai fare, anche se considerando il livello raggiunto la situazione potrebbe farsi un po’ spinta…
    Ovviamente a quel punto non gli avrebbe lasciato neppure il tempo di rispondere. Se quel che voleva era vedere un’iniziativa, Henrietta avrebbe subito cercato di dare spettacolo. Durante la risposta avrebbe inoltre continuato a serrare le pareti vaginali, mentre modulandone la profondità avrebbe fatto in modo di dare l’impressione di un moto penetratorio continuo. Chiaramente si sarebbe trattato di un mero diversivo dato che con la mano interna al divano avrebbe creato un piccolo pilastro di ghiaccio. Avrebbe quindi posizionato la mano subito sotto alla sua stessa natica cosicché il pilastro, leggermente inclinato, formandosi subito sotto la sua mano le desse una violenta spina “rotatoria” che li facesse cadere dal divano invertendo e ruoli. Una volta “schienato” Lotor, la ragazzina si sarebbe calata su di lui dandogli un piccolo morsetto sulla punta di un orecchio prima di sussurrare con voce sensuale ma pericolosa.
    Se ora è veramente il mio turno immagino non ti dispiacerà una certa aggressività nell’iniziativa. Data la difficolta a trovare un uomo tanto resistente, questa volta mi lascerò andare senza pensieri.
    Detto ciò avrebbe allontanato leggermente il viso mentre lo avrebbe perso per mano palmo a palmo, tenendolo coi dorsi delle mani posati al suolo circa all’altezza della testa. Probabilmente una posizione simile sarebbe stata molto più comune a ruoli invertiti, ma volendo una donna che prende l’iniziativa presumibilmente non ci sarebbe stato nulla di più adatto e sensuale di tale posizione di controllo. Ovviamente, nel mentre, i loro sessi non si sarebbero mai separati e solamente mentre allontanava il viso dall’orecchio di Lotor avrebbe sollevato anche il bacino cosicché restasse dentro di lei solamente con la cappella.
    Spero fosse questo ciò che volevi, gli avrebbe detto poco prima di ripartire, perché non intendo ridarti il controllo fin che non mi avrai concesso un altro carico di cocente amore.
    Non appena finita la frase Henrietta avrebbe quindi dato un rapidissimo affondo tuttavia, anziché gemere, questa volta avrebbe soffocato le urla dando a Lotor un forte morso tra il collo ed una spalla. Inoltre l’affondo non sarebbe stato come i precedenti e Lotor avrebbe finalmente potuto ottenere la tanto attesa soddisfazione. Sarebbe infatti finalmente riuscito a varcare completamente l’ingresso dell’utero della ragazzina, attraversando il denso sperma con cui l’aveva riempito, fino ad impattare violentemente sul fondo. Ovviamente anche Henrietta avrebbe tratto grande soddisfazione da ciò e si sarebbe potuto notare anche dalla forte pressione esercitata con i denti. Tuttavia quel morso non sarebbe stato l’unico comportamento impositivo messo in atto. Chiaramente era consapevole della resistenza di quel corpo scultoreo e si era pure resa conto degli effetti dati dalla presenza di Madarao, seppur non conoscendone i limiti. Ciò l’avrebbe quindi incentivata a dar sfogo a desideri grezzi, primitivi e comunemente inappropriati. Nel dare quell’affondo avrebbe infatti emesso una forte pulsione energetica che in pochi istanti avrebbe fatto crescere dal pavimento degli spessi rampicanti. In poco tempo quelle sinuose ramificazioni di ghiaccio avrebbero iniziato ad avvolgersi su Lotor partendo dalle mani e dai piedi per risalire ed avvolgere tutto il corpo. Non si sarebbe però trattato di qualcosa di paragonabile a semplici radici o corde, sarebbero state invece come le ramificazioni delle rose rampicanti con fusti ricoperti di spine taglienti ed acuminate con anche qualche bocciolo sparso. Restando ferma per un momento, continuando a preme con forza con il bacino, Henrietta avrebbe lasciato la presa dei denti osservando poi Lotor per un istante prima di rivolgersi a lui con un pizzico di perfidia.
    Non sono molto pratica, ma immagino che normalmente a questo punto dovrei suggerire di mantenere la massima immobilità. Ma, oltre a sperare indipendentemente dalle circostanze che tu ti voglia dimenare, immagino che questa non sia una situazione normale e il fatto che tu rimanga immobile potrebbe privare entrambi di molto piacere…
    Detto ciò Henrietta avrebbe iniziato a muoversi in maniera molto fluida, iniziando molto lentamente ma aumentando gradualmente la velocità. Spingendolo sempre fino al fondo dell’utero avrebbe effettuato movimenti molto vari ed anche la sua conformazione interna sarebbe continuata a mutare. L’intento sarebbe quindi stato quello di spingerlo attraverso il piacere a compiere dei movimenti bruschi ed involontari cosicché si ferisse e potesse convertire il dolore in piacere. Le ramificazioni del rampicante avrebbero infatti reagito ai movimenti serrando maggiormente la presa facendo sì che le spine gli affondassero nella carne. Inoltre, se con uno sforzo eccessivo fosse riuscito a strappare i rampicanti di ghiaccio, si sarebbero subito rigenerati andando a ri-intrappolarlo con uno spessore maggiore e molte più spine.

    Nel frattempo anche Madarao avrebbe cercato di fare del suo meglio nonostante le capacità più limitate. Sentire quelle verghe coordinate alla perfezione sarebbe infatti stato per lui estremamente stimolante. Forse, se fosse riuscito a farlo venire nuovamente, avrebbero eiaculato entrambe riempiendolo completamente e facendo scontrare i flussi. Le parole di Rakhna l’avrebbero inoltre disinibito. Non si sarebbe minimamente preoccupato dei denti facendo movimenti sempre più fluidi e piacevoli incurante delle ferite inferte e gustandosi il sarpore di quel intenso fluido oscuro. Inoltre, se anteriormente Rakhna risultava così dotato, forse lo sarebbe anche posteriormente e, oltre ad andare sempre più a fondo, avrebbe iniziato ad aggiungere una alla volta anche le altre dita fino a quando non fosse riuscito a penetrarlo con l’intera mano. Madarao stava facendo tutto il possibile per far godere e venire l’amante, tenendo quel enorme membro il più a lungo possibile in gola. Voleva sentirlo venire nuovamente e voleva anche sentirsi afferrare per la testa e scopare con forza. Difatti, ad ogni spinta che Rakhna avrebbe dato con il bacino, il cazzetto di Madarao avrebbe pulsato vistosamente, nonostante fosse oramai a secco, mentre emetteva versi irriconoscibili dato che a bocca piena non sarebbe riuscito a scandire neppure una parola.
     
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    Scoprirai di me che non sono affatto come gli altri...
    Rispose secco senza interromperla né argomentare troppo, dopotutto aveva deciso lui stesso di lasciarle l'iniziativa, no? Semplicemente Lotor ci teneva a sottolineare sempre quanto fosse unico, e niente gli avrebbe impedito di ostentarlo, nemmeno un cambio di ruoli repentino e netto. Henrietta doveva capire che non aveva davanti uno dei tanti, e quello sguardo di sfida accompagnato da un egocentrico sorrisetto soddisfatto le avrebbe dato forse il giusto stimolo per fargli capire che anche lei sapeva farsi valere. E poi anche se avesse voluto argomentare ancora, Henrietta non gli diede il tempo di farlo: aveva preso molto sul serio la proposta del suo "sfidante" e senza pensarci troppo ribaltò la situazione usando la spinta del suo ghiaccio, impedendo al tempo stesso al ragazzo di farsi indietro o sottrarsi alla perversa presa della sua intimità. Era come stare dentro ad una macchina della masturbazione senza possibilità di uscire, e piuttosto che sforzarsi di scappare Lotor concentrò ogni suo spasmo alla ricerca del suo orgoglio, trattenendo gli spasmi di piacere e i respiri più eccitati così da stuzzicare lo spirito sadico della ragazza e costringerla a fare di più. Non gliela avrebbe data vinta tanto facilmente, e per quanto piacevole fosse quella perversa trappola Lotor aveva ancora intenzione di tenere alta la loro sfida. L'avvertimento di Henrietta a quel punto mentre gli mordeva l'orecchio strappò una risatina nervosa e divertita a Lotor, che imperterrito continuò a provocarla.
    Spero sarai all'altezza di questa aspettative... bambolina.
    Henrietta lo piantò con le mani a terra, facendo scivolare la sua verga fuori da quella deliziosa intimità fino a che non rimase dentro solo la cappella. Per quanto frustrante fosse quel momento, Lotor non fece in modo di usare troppa forza: aveva tutta l'intenzione di assecondarla e concederle quanto più controllo possibile, quindi si limitò a mordersi le guance dall'interno trattenendo i sussulti di frustrazione, rispondendole colpo su colpo anche se quell'espressione iniziava a mostrare segni di cedimento.
    Se vuoi il mio seme stavolta dovrai prendertelo...
    Adesso si che la sfida si faceva interessante. Henrietta sembrava pronta a baciarlo mentre si preparava a prendersi di nuovo tutta la sua virilità, ma riuscì ancora una volta a sorprenderlo: spezzò completamente le forze di Lotor con un affondo deciso del bacino, così forte e intenso che permise al ragazzo di entrare nel tanto agognato utero e schiacciarlo con tutta la sua presenza, strappandogli un gemito fortissimo che Lotor dovette sopprimere mordendosi il labbro superiore. Provò a nasconderlo ma Henrietta si avventò su di lui, mordendogli il collo e iniettandogli una fortissima dose di dolore, piacere ed energia glaciale sufficienti a farlo tentennare. Lo stimolo fu tale che quella verga non si limitò a violarla fino in fondo, m la dilatò in maniera chiara e quasi esagerata, visto che stava pulsando così forte da sembrare quasi in preda ad un orgasmo. Henrietta non si era mai sentita così piena, probabilmente, e il cazzo di Lotor ancorato nella sua più profonda intimità era talmente marmoreo e invadente da risultare leggermente visibile attraverso la sua pelle. Uno spettacolo osceno. Il corpo del ragazzo reagiva oramai d'istinto: il bacino si sollevava ritmicamente e le mani sembravano pronte a strapparsi dal terreno per riprendere il controllo su di lei, la volontà di Lotor non bastava più per donare vantaggio ad Henrietta ma fortunatamente ci pensò lei stessa ad aumentare il dosaggio: ghiaccio simili a piante uscì dal terreno intrappolando gli arti del ragazzo in gelidi rovi che graffiavano i suoi muscoli perfetti ad ogni spasmo. Le fitte di dolore miste a gelo erano dolorose, ma non scoraggiavano minimamente la sua verga, anzi la eccitavano ancora di più. Henrietta vide chiaramente un bagliore perverso negli occhi di Lotor, come se si stesse risvegliando anche in lui qualcosa di osceno e primordiale, pericoloso certo, ma maledettamente piacevole. Inizialmente non riuscì a risponderle, stavolta Henrietta era riuscita davvero a zittirlo e il suo piano aveva funzionato: muovendo quel corpicino perverso sulla sua verga vogliosa lo stava stimolando a reagire, costringendolo a spasmi sempre più vistosi che poteva sfogare liberamente solo con la sua verga. Ma anche se ricoperto da quei rovi ghiacciati, non aveva smesso di muoversi: il bacino colpiva verso l'alto quando Henrietta si abbassava facendole sentire quella verga vogliosa fino in fondo, un pugno in pieno ventre di puro piacere che provocava alle gambe e ai fianchi del ragazzo dei vistosi graffi, sanguinose lacerazioni e stille di dolore ogni volta che una di quelle spine si infilava nella sua carne. Le braccia e le mani non erano esenti, e quel fisico perfetto dalla pelle violacea si riempì molto spesso di rigoli di sangue dall'odore metallico e bollente, che si mescolarono presto al gelo perverso di Henrietta formando un perverso contrasto. Gli occhi di Lotor erano assuefatti dal piacere, ma mantenevano quella scintilla di puro agonismo che non lo aveva abbandonato un solo istante.
    Oh, quindi hai intenzione di andarci giù pesante, eh? Solo perché possiamo rigenerarci con questo potere perverso allora vuoi ferirmi? Non ho per niente paura... e se pensi davvero di farmi venire con così poco ti sbagli di grosso bambolina...
    Ostentava, ostentava eccome, quei colpi li stava accusando non c'era margine di errore, ma la provocava per tirare fuori il peggio di lei, e farle capire che più sarebbe stata spietata con lui in quel momento, più lui sarebbe stato maligno una volta ripreso il controllo. Iniziò a concentrare il potere magico nella sua verga per poter contrastare quello di Henrietta. Nulla di complicato in realtà, molto semplice: poteva essere paragonato ad un banale incantesimo di esorcismo il cui scopo era minare le capacità mutanti di Henrietta. Il concetto era che più avrebbe intorpidito i suoi poteri, meno sarebbe stato malleabile il suo corpo, accusando ogni singolo affondo sempre di più. La stava provocando per spingerla a dare il meglio, o il peggio, di sé.
    intanto Madarao avrebbe scoperto quanto fosse in realtà inconsistente il corpo di Rakhna, fatto di tutto meno che di carne, e difatti risultò decisamente facile far scivolare dentro il suo ano tutte le altre dita fino a che non arrivò tutta la mano. Il doppione di Lotor lanciò un sibilo perverso e sinistro verso l'alto, godendo di quel momento mentre piantava la gamba destra sul divano, circondando con essa il corpo di Madarao e bloccandolo ad una certa altezza. Poi con entrambe le mani gli avrebbe afferrato i capelli e le orecchie, tirandolo a sé così da assecondare meglio le spinte che eseguiva verso il basso. Stava scopando quella boccuccia mostruosa e tutta la sua gola senza nessun ritegno, e più il ritmo nella bocca aumentava, più aumentava quello nel suo culetto.

    Non smettere di muovere la mano... spingila dentro anche quando sentirai il seme scorrerti dentro. Mungilo fino all'ultima goccia!
    A quel punto, senza dargli tregua né respiro, più violento che mai Rakhna avrebbe preso a spingere la sua verga con forza, iniziando a venirgli contemporaneamente sia in gola che nel culo ma senza smettere di muoversi, non limitandosi a pompare quel fluido densissimo dentro quella creatura ma anche spingendolo come se non ci fosse un domani. Voleva riempire il suo stomaco e deformarlo fino a farlo sentire gravido di sé, e non si sarebbe fermato fino a che Madarao non avrebbe distillato anche l'ultima goccia del suo seme da quelle grosse palle turgide che si abbattevano contro il suo muso.
     
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    In breve tempo le posizioni si erano invertite ma, come se non bastasse, Lotor continuava a istigarla come se volesse spingerla a dare il tutto per tutto in quel momento. Ovviamente lei non si sarebbe certo lasciata intimidire dalle alte pretese ed avrebbe continuato imperterrita. Quel primo riempiente affondo sarebbe stato incredibile, il piacere l’avrebbe travolta ed il ritmo si sarebbe rapidamente fatto sempre più serrato. Tuttavia qualcosa l’avrebbe lasciata un po’ interdetta. L’unione dei sensi che avevano formato le avrebbe fatto percepire qualcosa di inaspettato qualcosa che, se pur gli causava qualche dubbio, sotto sotto le avrebbe generato una malsana eccitazione. Per un breve momento, mentre l’avrebbe azzannato e “legato”, anche il secondo occhio di Henrietta avrebbe perso lucidità. Si sarebbe trattato di un brevissimo istante dopo il quale avrebbe subito ripreso il controllo di sé ma ciò si sarebbe verificato proprio nel notare l’insolita anomalia nella reazione corporea di Lotor. In quel momento, difatti, pareva aver patito il morso e le spine. O per meglio dire ne aveva percepito il dolore. Tale consapevolezza avrebbe alimentato gli oscuri e passati desideri di Henrietta, ma la consapevolezza di poter ottenere di meglio da altro le avrebbe permesso di controllarsi. Ad ogni movimento di Lotor le spine gelate l’avrebbero ferito ma il sangue, anziché congelarsi o cadere atterra, sarebbe scivolato lungo ai rametti gelidi fino a che non avrebbe raggiunto i radi boccioli che l’avrebbero assorbito sbocciando in graziosi fiorellini rossi attraversati da qualche sfumatura di energia oscura. Certamente non le sarebbe stato facile mantenere la concentrazione dinanzi ad un così eccitante spettacolo, ma la volontà di certo era più forte. Inoltre si sarebbe pure resa conto del tentativo di indebolirla; la connessione sensoriale si sarebbe gradualmente affievolita, mentre il controllo delle sue pareti vaginali si faceva più faticoso. Certamente non avrebbe smesso di provare piacere dato che in quel momento non alterava il corpo per sé, tuttavia le sarebbe stato più difficile darne e, quindi, ottenere l’orgasmo. Non si sarebbe quindi fatta intimidire dalle parole di Lotor ed avrebbe subito risposto provocazione su provocazione. Si sarebbe fermata nuovamente a bacino alto, tenendo dentro solo quell’imponente cappella pulsante, rispondendo quindi con una certa arroganza.
    Lo dici come se tu ci fossi andato piano… una donna normale sarebbe potuta esplodere con tutta la sborra che mi hai sparato dentro. Inoltre non vedo di cosa dovresti aver paura. Siamo qui per godere e non intendo certo farlo in solitaria. Eppure dai l’impressione di non essere per nulla rilassato.
    Avrebbe detto con sguardi alquanto accusatorio. Altrimenti non avresti motivo di indebolirmi, a meno che tu non stia cercando di mandarmi verso la luce senza che me ne accorga. Che senso avrebbe offrirmi il comando se poi cerchi di limitarmi? Il mio corpo non ha una forma originaria a cui tornare, quindi così facendo mi stai solo impedendo di darti piacere. Inoltre… se soffri significa che temi questo perverso potere che ci circonda. Siamo qui per godere, smettila di respingerlo e lascia che la perversione di quella volpe ninfomane ti pervada. Lascia che entri dentro di te e ti privi di ogni dolore, cosicché ogni spina diventi uno stimolo erogeno ed ogni morso diventi più piacevole di un affondo. Rilassati e lascia che la mente si crogioli nel piacere, sono certa che così facendo potrai trarre il meglio anche quando quest’inversione di ruoli si farà più netta.
    Durante l’intera chiacchierata, senza perdere tempo, Henrietta si sarebbe preparata ad un nuovo “attacco”. Se avesse procrastinato e non fosse riuscita a dissuaderlo dal contrastarla avrebbe rischiato di perdere l’occasione, quindi sarebbe subito passata all’artiglieria pesante. Prima che “l’intorpidimento” delle sue interiora si potesse diffondere avrebbe quindi fatto un’ultima semplice modifica interna, collegata ad una pesante alterazione esterna. Non avendo un corpo predefinito nulla di lei sarebbe stato vincolante e, di conseguenza, nemmeno gli organi distintivi. Dopo aver “sollevato” l’ano per avere più spazio si sarebbe quindi creata un grosso fallo sul perineo diventando a tutti gli effetti una futanari, seppur con gli organi “invertiti” rispetto al ideale comune. Le dimensioni sarebbero state molto simili a quelle di Lotor e, nonostante non si fosse creata i testicoli, avrebbe potuto eiaculare in egual quantità grazie ad un collegamento diretto al suo utero che le avrebbe permesso di riversarne il contenuto a piacimento. A quel punto, mentre un nuovo ramo sarebbe emerso avvolgendo il collo di Lotor, Henrietta si sarebbe piegata su di lui portando le labbra a pochi millimetri dalle sue.
    Adesso intendo divertirmi ancora un po’. Avrebbe detto riprendendo un tono seducete. Poi, quando avremmo raggiunto un nuovo apice, potrai riprendere il comando e sfogare tutta la frustrazione. Ma non sarà facile arrivarci se non mi permetti di concederti una figa sempre nuova e soprattutto se non accogli il perverso effetto anestetico ed afrodisiaco che ci è concesso.
    Non appena terminata la frase l’avrebbe subito baciato mentre avrebbe ripreso il rapporto a ritmo sostenuto e deciso. Il nuovo cazzo “spettrale”, già abbondantemente lubrificato dai succhi che le colavano dalla vagina, sarebbe affondato prepotentemente dentro Lotor permettendo ad entrambi di penetrare venendo penetrati. Inoltre, se lo stregone avesse smesso di indebolirla, avrebbe anche potuto perfezionarne la forma imitandolo alla perfezione mentre l’unione sensoriale che avrebbe fatto condividere ed amplificare i piaceri di entrambi le avrebbe indotto reazioni analoghe permettendo di restituire ogni pulsazione e spasmo in tempo reale.

    Nel frattempo Madarao avrebbe affrontato la scopata più ardua ed eccitante mai avuta. Affondando la mano con tanta facilità sarebbe rimasto un po’ sorpreso, ma non per questo si sarebbe scoraggiato. Anzi, l’avrebbe “abbracciato” anche con la seconda mano in modo da affondarla dentro di lui nella speranza di offrirgli uno stimolo maggiore. Nel frattempo ovviamente i testicoli non sarebbero stati trascurati, difatti con quelle spinte sempre più violente e decise gli sarebbero presto finiti in bocca senza difficolta. Chiaramente Madarao avrebbe avuto qualche difficoltà a gestire un simile rapporto, ma sarebbe stato evidente di quanto lo apprezzasse. Sia nel momento in cui Rakhna l'avrebbe preso per i capelli che mentre gli sarebbe venuto dentro, alla volpina si sarebbero illuminati gli occhi. Amava la sensazione di quei fluidi che lo riempivano da ogni direzione e di un amante che si imponeva su di lui. Quindi, nonostante fosse chiaro che a lungo andare avrebbe patito la mancanza di fiato, avrebbe continuato a dare il meglio di sé muovendo le mani, stringendo il sedere e continuando ad assecondare i movimenti con il capo. In breve lo stomaco si sarebbe riempito ed il ventre gonfiato mentre i fluidi sarebbero schizzati dalla bocca, dalle narici e dall’ano con brevi ed intensi getti ogni volta che si sarebbe presentato un passaggio verso l’esterno. Tuttavia Madarao avrebbe fatto il possibile per non cedere e concedere piaceri sempre più forti.
     
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    Riusciva a sentire come il suo corpo e la volontà stessero rallentando, forse non del tutto intaccate ma chiaramente i colpi di Lotor non la stavano lasciando indifferente. Anche mentre quei gelidi fiori oscuri germogliavano intorno alle sue ferite, Lotor poteva ghignare soddisfatto, gustandosi lo spettacolo di quella carne impaziente che si accontentava solo della sua cappella per provare a provocarlo, mentre lui imperterrito muoveva il bacino quel poco che serviva per restituirle il favore e continuare a stuzzicarla.
    Stai fraintendendo bambolina... io non ho paura. Quella che vedi è fame. Ho bisogno di una sfida e mi piace di più se è difficile per entrambi. Quindi certo, avrai la libertà che vuoi... ma dovrai prendertela con la forza.
    Le fece capire dunque, con quell'aria maledettamente sicura di sé e col sorrisetto provocatorio sul volto, che se voleva la sua libertà e la possibilità di agire al 100% senza vincoli doveva prima di tutto fiaccare lui. E appena vide quel membro spettrale spuntare tra le cosce della ragazza lo sguardo di Lotor si fece decisamente intrigato.
    Vedo che hai capito perfettamente...
    La sua voce venne spezzata dalla penetrazione che per forza di cose fu estremamente più intensa rispetto a prima. Non sentì solo le carni di Henrietta spalancarsi, ma anche le sue, e più e più volte perché continuavano a scambiarsi quelle sensazioni generando un legame perverso e continuo. Il corpo di Lotor non sembrava poco allenato da quel punto di vista, ma dal modo in cui si dimenava e le sue natiche pulsavano come se stessero cercando di respingere quella verga era ovvio che non fosse esattamente a suo agio. Non che non gli stesse piacendo, anzi dal rossore sul suo volto e dall'intensità delle linee energetiche che lo attraversavano era ovvio che quella sensazione di dolore e inadeguatezza lo facesse sentire bene. La tortura in quel senso lo eccitava e non poteva fare altro che unirsi agli stimoli che stava già provando per colpa di quei freddi rovi che lo tormentavano. Non stava rifiutando il potere di Madarao, anzi lo accoglieva a piccole dosi, lasciandosi corrompere da quelle sensazioni senza rinunciare a tutto lo spettro. Non c'era solo il piacere, ma un sacco di altre emozioni da provare e che lo rendevano avido. Ogni spinta di Henrietta faceva affondare entrambe le verghe in profondità e quando il cazzo sfregava la prostata di Lotor la sua di virilità pulsava più forte che mai, schizzando qualche goccia di presperma direttamente dentro di lei, incapace di trattenersi. Ogni affondo rendeva la presa "esorcista" di Lotor sempre più labile, era ovvio che più avrebbe abusato di quella situazione, più Henrietta avrebbe preso il controllo. E Lotor non poteva chiedere di meglio perché, proprio come aveva anticipato lei, più la frustrazione si sarebbe accumulata in quella sessione, più l'avrebbe sfogata su di lei appena i ruoli si sarebbero ribaltati ancora. Quindi la sua bambolina doveva davvero fare del suo peggio a quel punto.
    Madarao e Rakhna avevano invece lasciato da parte qualsiasi tipo di competizione, e la volpina si era arresa all'oscuro passeggero senza farsi troppe domande, cedendo facilmente alla sua perversione e chiedendone sempre di più. L'abbondante orgasmo che si riversò dentro di lei le gonfiò la pancia facendola apparire come se fosse gravida, e mentre i suoi orifizi traboccavano il suo amante continuava a scoparla appassionatamente, con movimenti netti e decisi, forse violenti ma oculati, pensati per farla godere. Rakhna aveva ceduto al fascino del suo potere e sapeva che potevano goderne entrambi, per questo non si risparmiava minimamente.

    Il mio seme ti dona... il tuo sguardo mi conquista...
    Le sillabe leggermente serpentine di quelle frasi resero la figura di Rakhna sempre più inquietante, e per certi versi iniziava a somigliare anche di meno a Lotor, dando più l'idea di un mostro mutaforma che aveva preso il suo aspetto che non una nera copia del ragazzo. Ma in fondo a chi importava? Non aveva intenzione di fare del male a nessuno, solo godere insieme ai suoi nuovi amici e farlo mentre esageravano senza preoccuparsi delle conseguenze. Quando anche quell'estremo orgasmo fu esaurito, liberò Madarao della sua presenza concedendogli finalmente il lusso di respirare. Anche se avesse sputato e vomitato sperma non sarebbe riuscito a togliere il grosso apparendo comunque gravido e con il ventre gonfio. L'enorme cazzo di Rakhna si posò proprio su quel rigonfiamento quasi come se volesse penetrargli direttamente la pancia, ma piuttosto si stava divertendo di nuovo a stuzzicarlo fissandolo dritto negli occhi mentre gli faceva sentire ancora una volta quella grossa mazza a contatto col suo corpo.
    Sei davvero una creaturina irresistibile... mi è dispiaciuto così tanto soffocare le tue suppliche mentre ti venivo in gola. Posso solo immaginarmi cosa griderai mentre ti fotto ancora. Adesso cosa vuoi? Ancora il mio cazzo nel tuo culo? O magari uno non ti basta più?
    Ridacchiò sibillino mentre si masturbava a contatto con quel ventre gonfio, mostrando a Madarao come le sue verghe aumentavano gradualmente in numero, prima doppia, poi tripla, lasciandogli intendere che quella situazione per lui poteva solo "peggiorare".
     
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    Il piacere sprigionato da quel duplice affondo sarebbe stato pressoché indescrivibile, oltre che palesemente destinato ad aumentare congiuntamente alla ripresa del controllo da parte di Henrietta.
    Bene, allora ti dimostrerò quanto posso essere forte sfondandoti ad oltranza il culo fin che non ti brucerà così tanto da non sentire più neppure il mio gelo. Rispondendo crudelmente avrebbe inoltre serrato ulteriormente la presa delle spine così da rendergli ancora più difficili e dolorosi i movimenti. Con il recupero del controllo, ovviamente, quegli affondi sarebbero diventati sempre più piacevoli ma anche il cazzo spettrale sarebbe mutato, diventando sempre più simile a quello di riferimento. Tuttavia non sarebbe ancora bastato. Sai, mi eccita davvero tanto il fatto che ti ostini a soffrire. Immagino tu sia un po’ masochista e la cosa mi piace da impazzire. Avrebbe detto con un sorrisetto malefico. Ma quello che mi intriga di più sono queste emozioni contrastanti che dimostri nel essere dominato. Sembra che tu mi voglia respingere ma che al tempo stesso ti piaccia e lo desideri. Immagino che tu ne abbia bisogno, che sentendoti sottomesso poi possa dar sfogo a tutta la tua potenza in un dominio incontrastato. Beh, se così fosse immagino di doverti far sentire il più piccolo possibile per poter poi ricevere tutta la tua imponenza. Quindi in tal caso soffri per me!
    Terminata la frase, con un affondo estremamente profondo e violento, anche le gelide piante avrebbero stretto ulteriormente la presa mentre le spine si sarebbero allungate leggermente cosicché anche l’immobilità fosse dolorosa. Ma quel che più sarebbe cambiato sarebbe stata la forma intima di Henrietta. Il cazzo spettrale, che fino a poco prima rappresentava una copia di quello di Lotor, sarebbe iniziato a crescere intenzionato a diventare moto più grande. Affondo dopo affondo avrebbe dilatato in maniera sempre più massiccia le carni dello stregone mentre si sarebbero formati un paio di grossi testicoli che sarebbero andati ad impattare sulle natiche Lotor con rumori osceni. A quel punto non si trattava più solo di piacere che, almeno per lei, continuava ad aumentare, ma si trattava anche di farlo combattere e caricare per il terzo round. A quel punto, dopo essersi mostrata “fallicamente” più grossa, ci sarebbe probabilmente stato solo un modo per frustrarlo e provare ad umiliarlo maggiormente. Le tue carmi sono davvero incredibili.Gli avrebbe quindi detto serrando sempre di più il ritmo. Ora lascia che ricambi il favore…terminata la frase Henrietta avrebbe alterato nuovamente il ritmo con affondi estremamente rapidi, profondi e potenti, seguiti da brevi istanti d’attesa durante i quali avrebbe restituito i fluidi con cui le aveva riempito l’utero, per poi effettuare estrazioni lente e “romantiche”. Ovviamente, però, durante ogni schizzo quello sperma oscuro sarebbe stato mescolata a quello autoprodotto dai nuovi testicoli, così che diventasse estremamente gelido ed abbondante. In fondo, per caricarlo, non avrebbe certo potuto limitarsi ad eguagliare quantità e qualità.

    Nel frattempo Madarao si trovava in preda ad un piacere incontrollato e non si sarebbe certo fatto intimidire dalle mutazioni inumane dell’amante. Una volta liberato parte del seme di cui era colmo sarebbe inevitabilmente andato perso. Non si sarebbe però trattato di un conato o di uno sputo ma ben sì di un vero e proprio getto in pressione. Difatti il suo corpo sarebbe risultato talmente pieno da non poterne gestire l’intera quantità ed una volta aperta la via non avrebbe potuto in alcun modo controllarlo. Ovviamente anche una volta terminata l’espulsione la pressione sarebbe rimasta notevole e ad ogni pressione che gli sarebbe stata esercitata sul ventre degli schizzi gli sarebbero giunti in bocca per poi colargli dalle labbra. Ovviamente tutto ciò non gli avrebbe però impedito di voler continuare. Eccitandosi alle parole ed alle mutazioni di Rakhna, stringendolo in un abbraccio anche a costo di perdere atri fluidi, si sarebbe avvinghiato a lui iniziando a sfregarsi su quei cazzi masturbandoli con la sua morbida pelliccia, seppur oramai unta ed appiccicosa.
    Invece a me e piaciuto immensamente sentirti imporre con tanta foga. Avrebbe risposto perversamente. Ti prego, mostrami la tua vera forma e scopami in tutti i modi possibili.
     
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    Henrietta sembrava aver capito molto bene Lotor, tanto da voler accettare il suo guanto di sfida senza preoccuparsi troppo delle conseguenze, lanciandogli quella perversa minaccia mentre gli spezzava il fiato bloccandolo a terra sempre più forte. Le dita del ragazzo tremarono mentre la sua espressione sorpresa diventava sempre più difficile da dissimulare, e le labbra serrate stavano avendo grandi difficoltà a trattenere le fitte di dolore che gradualmente si trasformavano in piacere. Credeva di poter sopportare tutto quello stress, tra dolore e umiliazione, ma diventava sempre più difficile specialmente quando la verga di Henrietta divenne più massiccia e quei tentacoli iniziarono a sculacciarlo dolorosamente. Ogni affondo e ogni impatto spezzava il fiato di Lotor che si tratteneva come poteva, ma anche solo il minimo sforzo graffiava la sua pelle contro quei rovi gelidi, ghiacciandogli il sangue mentre sgorgava e continuando ad infliggergli stille di dolore sempre più forti e intense.
    Anche tu prendi sul serio le sfide allora... m-mi piace...
    Ce la stava mettendo tutta per trattenere quella faccia tosta imperterrita ma la sua fronte corrugata e le labbra tremolanti lo tradivano, così come il piacere che stava crescendo ad ogni affondo di Henrietta. Non era semplicemente il modo in cui stava spalancando il suo culo, ma anche come si stava lasciando impalare, oramai padrona della situazione e decisa a prendersi tutto quello che poteva. Lotor Serrò i denti e i pugni trovando la forza almeno di trattenere i versi, mentre la sua verga per quanto fosse stata confinata da Henrietta in modo da non ingigantirsi ulteriormente continuava a pulsare e guizzare verso l'alto per colpa dei minimi movimenti del bacino del ragazzo, che comunque non si era fermato nonostante le ferite che stava subendo. L'equilibrio però, si spezzò quando Henrietta iniziò a restituirgli il suo stesso orgasmo, più abbondante e saturo di energia di prima, energia gelida che stavolta stava prendendo il sopravvento, e veniva iniettata dentro di lui provocandogli spasmi incontrollati, costringendolo ad aprire la bocca e gemere soverchiato dagli eventi, incapace di trattenersi, tornando a muoversi verso di lei più forte che poteva, vittima di qualcosa che non poteva controllare. Il gelo che lo invase era troppo intenso e gli provocava ulteriore dolore alle viscere, Henrietta stava chiaramente passando all'artiglieria pesante e anche se il corpo del ragazzo stava accusando i colpi, tremando e sanguinando sempre più vistosamente, la sua virilità non cedette, imperterrita, continuando a scoparla come poteva. Tremanti, i versi di piacere del ragazzo lo accompagnarono verso un'espressione sofferente ma colma di piacere, che lasciò intendere ad Henrietta quanto stesse montando per il futuro: il corpo del ragazzo, affondo dopo affondo, stilla di gelo dopo l'altra, si stava riempiendo di quei fasci di energia che prima erano di un bianco brillante e adesso invece diventavano sempre più rossi, come se si stesse lasciando corrompere. Più Henrietta abusava di lui e lo umiliava, più severi sarebbero stati i frutti che avrebbe raccolto.
    G-goditi questo momento... appena mi lascerai andare... ti lascerò il segno...
    Quella non era affatto una minaccia, ma una promessa. Nonostante il dolore e l'umiliazione, Henrietta doveva aver capito oramai che Lotor stava godendo come un folle e non voleva altro che una dose maggiore di quel piacere proibito solo per potergliene restituire cento o mille volte appena sarebbe giunto il suo turno. Quello era il succo della competizione. La competizione tra Rakhna e Madarao invece era finita da un bel pezzo, anzi forse non era mai iniziata e quei due stavano semplicemente pensando a quali modi osceni potevano usare per godere assieme. Rakhna non distolse mai lo sguardo dalle reazioni spontanee di quella creatura, eccitato anche dal modo in cui rigettava il suo seme, troppo abbondante per un corpicino tanto minuto. ma questo non avrebbe impedito alla lama dimensionale di riempirlo ancora e ancora. Una risatina sibilante si sollevò dalla bocca di Rakhna quando Madarao lo invitò ad assumere la sua vera forma, e in tutta risposta l'essere iniziò ad accarezzargli la testa, tenendo le sue orecchie morbide tra le dita. Una carezza tanto delicata quanto possessiva, che doveva fargli capire quanto in realtà si stesse trattenendo dal saltargli semplicemente addosso senza pensarci oltre.
    Non c'è nessuna vera forma... il desiderio è forma... e possiamo accontentarti...
    Decise allora di non imporsi troppi problemi né limitazioni, e senza fingere di non poterlo fare, Rakhna mutò il suo corpo in modo da assumere delle fattezze più simili a quella sua naturale, ma decisamente meno affilato e più simile ad una grossa anaconda nera capace di intrappolare qualcuno nelle sue spire. E fu esattamente ciò che fece: iniziò ad avvolgere Madarao intrappolandolo tra le sue spire, fino a che non risultò completamente bloccato. Poi da diversi punti del suo corpo serpiforme iniziarono ad uscire dei grossi tentacoli turgidi simili a dei cazzi vagamente flessibili. Madarao li sentì chiaramente spingersi contro di lui perché non andarono unicamente sui suoi orifizi, ma anche altre parti del corpo: un paio accerchiarono il suo piccolo cazzo, comprimendolo in un abbraccio intenso, altri iniziarono a sfregarsi sul suo petto e i suoi capezzoli, mentre altri si schiacciavano contro le sue fauci per lasciarsi leccare. Altri invece iniziarono a contendersi il suo orifizio, oramai liberato dal precedente "plug anale magico" e pronto a grondare di seme, ma prima che questo potesse succedere quei grossi cazzi lo invasero senza pensarci due volte, due assieme, non limitandosi a penetrarlo fino in fondo ma iniziando bensì ad allargarsi, come se due enormi dita si fossero fatte strade dentro di lui e adesso stessero torturando la sua corolla per dilatarla il più possibile.
     
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    Più il tempo passava e più quel rapporto si stava facendo intenso rendendo il piacere ed il dolore condivisi sempre più imponenti. Inoltre, più tali sensazioni si sarebbero fatte forti, e più Henrietta avrebbe fatto fatica ad autogestirsi. Non potendo permettersi di perdere consapevolezza avrebbe quindi dovuto cedere su altro e, per brevi momenti, il suo ghiaccio si sarebbe mostrato meno forte. Ovviamente non si sarebbe indebolito al punto da poter essere rotto con facilità ma avrebbe reso palese il principio di causa-effetto. Difatti ogni volta che Henrietta, in preda al piacere, avrebbe rilasciato i fluidi dentro Lotor, il giaccio si sarebbe indebolito per poi rinvigorissi poco dopo. La ragazzina non si sarebbe però preoccupata della cosa e, anzi, ci avrebbe addirittura fatto affidamento. Pronta a rincarare la dose avrebbe quindi subito risposto a tono all’”intimidazione”
    Io non ho mai smesso di godere, ma non intendo certo lasciati andare… e non lo vuoi neppure tu. Dico bene? Che gusto ci sarebbe ad imporsi su qualcuno che si lascia sopraffare? Quindi ora sei tu che mi dovrai fiaccare per poter riprendere il comando. Altrimenti sarò io a riempirti fino allo sfinimento.
    Con un perfido sorrisetto avrebbe quindi iniziato ad intensificare gli sforzi. Posandogli entrambe le mani sul torace gli avrebbe trasmesso un freddo estremo mentre avrebbe aumentato la velocita degli affondi. Dopo solo un paio di colpi, soffocando un forte gemito, avrebbe iniziato ad eiaculare con un flusso continuo imprimendo nel suo gelido seme un quantitativo sempre maggiore di energia. Tuttavia ancora non le sarebbe bastato, era diventata avida di piaceri e sensazioni ed avrebbe provato di tutto pur di averne di più.
    Hai detto che questa volta il tuo seme me lo sarei dovuto prendere… vediamo se così riuscirò a sottrartelo…
    Oramai aveva sfruttato tutta la sua inventiva per rendere la sua vagina il più “accogliente” possibile, tuttavia vi sarebbe stato ancora qualcosa che avrebbe potuto tentare con le sue capacità di mutazioni corporee.
    Avrebbe quindi gradualmente, ma in maniera sempre crescente, iniziato a movimentare con un moto rotatorio le sue pareti vaginali. “Roteandole" in senso orario durante gli affondi ed antiorario durante le estrazioni. In questo modo sarebbe stato come se avvitasse il cazzo di Lotor dentro di sé offrendogli uno stimolo nuovo e differente da solito “sfregamento” verticale. Ovviamente così facendo anche lei sarebbe stata pervasa dal piacere e si sarebbe trovata sul punto di cedere. Tuttavia non si sarebbe arresa tanto facilmente. Non per il desiderio di impedire a Lotor di liberarsi e sottometterla, ma per un desiderio di piacere, di sperma, di calore e soprattutto di venire nuovamente assieme.


    Madarao invece non smise mai di mostrarsi docile e collaborativo, tant’è che quando Rakhna gli carezzo la testa lui avrebbe iniziato subito a “cercarlo” sfregandola come un animaletto.
    La risposta che avrebbe ricevuto l’avrebbe però lasciato un po’ confuso, non riuscendone a capire pienamente il senso. Tuttavia non si sarebbe lasciato fuorviare da pensieri complessi, lasciando che la seguente trasformazione spazzasse via ogni dubbio.
    Mi piace la forma di questo desiderio. Avrebbe risposto piacevolmente sorpreso. Non vedo l’ora di vedere fin dove si potrà spingere.
    Ovviamente a quel punto non avrebbe in alcun modo tentato di divincolarsi, lasciando che Rakhna lo avvolgesse completamente. Ma ben presto si sarebbe reso conto che ci fosse molto di più. Difatti, con sua grande sorpresa, mentre due tentacoli iniziarono a divaricargli il culo strappandogli un gemito di piacere, diversi altri tentacoli iniziarono a stringerlo e carezzarlo praticando del petting più moderato. Trovandosi in quella presa estremamente dominante, possessiva, sessuale ed al tempo stesso “premurosa”, Madarao non avrebbe potuto far altro che godere, iniziando a leccare quei deliziosi tentacoli che gli giunsero dinanzi al volto. Il suo cazzetto avrebbe pulsato vigorosamente alle prese di quei tentacoli, mentre il suo petto avrebbe avuto dei piccoli spasmi ogni volta che gli avrebbero stimolato i capezzolini.
    Si! Amo la forma del desiderio. Avrebbe esclamato eccitato tra una leccata e l’altra. Ti prego, avvolgimi con i tuoi cazzi e sfregali sulla mia pelliccia. E non ti limitare, infilane un alto e continua a farmi godere godendo del mio culo.
     
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    A denti stretti, Lotor avrebbe dovuto riconoscere che l'agonismo di Henrietta e quella voglia di metterlo alla prova si stavano spingendo decisamente oltre. O meglio, questo è quello che avrebbe dovuto pensare col senno di poi. In quel momento, per quanto il suo sguardo apparisse in difficoltà e preoccupato, in realtà si stava divertendo da pazzi. Quell'esperienza non era solo eccitante, ma anche stimolante. Era in trappola e Henrietta non fece nulla per indorare la pillola, anzi quando decise di prendersi il suo orgasmo trasformando la sua intimità in una vera e propria macchina per mungere sperma, iniziò anche a gelarlo sia da dentro che da fuori, con un orgasmo continuo di quel flusso ghiacciato direttamente nel suo ventre e un tocco letale sul suo petto, come se volesse bloccarlo e sottometterlo del tutto al suo volare. Lotor sentiva il corpo intorpidirsi e la volontà vacillare, la sua verga stava subendo decisamente troppi stimoli e il suo corpo non riusciva ad opporsi. Era chiaramente in balia di quella dannata e rischiava sul serio di concederle una vittoria schiacciante... ma per sua fortuna, non aveva ancora del tutto esaurito la sua energia e decise che se doveva giocarsi il tutto e per tutto, allora lo avrebbe fatto assecondando la stessa Henrietta dandole proprio quello che voleva.
    Non resisto più... puoi prenderti la tua vittoria... ma mio mi prenderò la mia!
    Lotor iniziò a concentrare energia sul suo petto e mentre lo faceva, il bacino tornava a muoversi più forte per assecondare i movimenti di Henrietta così da godere assieme a lei per quell'incombente orgasmo. Prima di cedere del tutto però, l'energia che aveva accumulato nel petto iniziò a vorticare in maniera intensa, imitando il movimento naturale di Rakhna formando una spirale di forza che più girava velocemente, più diventava incandescente. Inizialmente la utilizzò per contrastare il gelo di Henrietta, ma il suo scopo non era solo quello. Mentre spingeva dentro di lei con tutte le sue forze, Lotor tirava con le mani e i piedi con tutta la forza che aveva, serrando i denti e infilandosi nella carne quelle dolorose spine. Il suo sangue grondò a terra e anche se non riusciva a liberarsi, il potere poteva attingere da quel liquido vitale per diventare sempre più forte. Era un tributo di sangue! stava eseguendo un rituale per potere accrescere i suoi poteri mentre tratteneva quell'orgasmo il più possibile. Il suo corpo sotto sforzo diventò definito come non mai e perfino il suo sfintere strinse la verga di Henrietta dandole un piacere inatteso, assecondandola certo, ma dandole anche una bella gatta da pelare. Quando il suo potere fu al culmine, decise di non trattenersi oltre e lo spinse verso il basso così che potesse fondersi col suo sesso.
    Vengo... vengo! Prendilo tutto! E' la tua vittoria!
    Diceva così, ma la sua voglia di vincere pensava l'esatto contrario. Henrietta non avrebbe sentito solo il cazzo di Lotor esploderle nel ventre come un vulcano pronto all'eruzione, nossignore: l'energia incandescente che aveva accumulato nel suo petto fino a quel momento esplose dentro di lei all'unisono, invadendola come una supernova con il preciso scopo di fiaccarla completamente e donarle il miglior orgasmo che potesse mai immaginarsi. Lotor avrebbe riempito il suo ventre di liquido bollente, così tanto da gonfiarla e farla sembrare gravida, facendola traboccare sul suo stesso ventre mentre lui continuava a spingere imperterrito, violandola intensamente. Il movimento a spirale naturale di quell'energia aveva reso la verga di Lotor come un vero e proprio trapano, che andò ad assecondare l'effetto misterioso dell'intimità di Henrietta, così che entrambi si amplificassero e rendessero quell'orgasmo stupendo per entrambi. ma Lotor voleva di più: voleva distruggerla con la sua virilità, azzerarle le forze, sconfiggerla, così che quando ci sarebbe riuscito avrebbe spezzato il ghiaccio che lo bloccava a terra e avrebbe potuto prendere il controllo. Questo solamente però se il suo attacco sarebbe stato abbastanza potente e piacevole da strappare un orgasmo lacerante anche a Henrietta, costringendola a venire, perdere la presa e subire il fascino di quell'energia a spirale irresistibile.
    Rakhna invece, forte di una conquista su tutti i fronti, non fece altro che assecondare i desideri di Madarao, divertendosi a renderlo sempre più affamato di sé. Avvicinò alla sua faccia un paio di grossi tentacoli con la punta a forma di cazzo che si avvicinavano al suo muso alla ricerca di attenzioni, ma dopo qualche leccata e il tentativo di prenderlo in bocca si ritiravano, in un gioco capriccioso di alternanza dove Madarao poteva solo assaggiarli, e avrebbero deciso loro quando sarebbe stato il momento buono per violarlo. Intorno a lui altri tentacoli lo avrebbero afferrato, massaggiato e stretto, intorno agli arti e le parti sensibili del suo corpo, costringendolo a starei n posizioni dove i suoi sessi erano messi in evidenza, imbarazzanti per certi versi, ma tutt'altro che scomode e spiacevoli. un altro tentacolo si avvicinò al suo membro e invece di mostrargli una punta a forma di pene, rivelò invece una cavità simile ad una piccola bocca che andò subito a divorare il suo sesso bestiale, avvolgendolo del tutto, comprimendolo in una camera di carne e di piacere ed iniziando a masturbarlo con movimenti netti, come quelli di una bocca. Nel frattempo un grosso tentacolo si sarebbe avvicinato al suo culo: questo era molto più grosso delgi altri, tanto che la sua punta si fermò di fronte alla corolla di carne di Madarao, iniziando a massaggiarla e riversare su di essa un liquido caldissimo che somigliava ad un forte lubrificante. Stavolta Rakhna aveva intenzione di farlo godere come nessun altro sarebbe stato capace di farlo, quindi Madarao doveva essere pronto a superare i suoi limiti. La corolla di carne si divaricò gradualmente mentre quella punta provava a farsi strada dentro di lui, senza violarlo ancora ma affamandolo di un piacere estremo ed inimmaginabile.
     
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    Per quanto Henrietta stesse dando tutta sé stessa oramai non le restava molto da offrire e tato meno da sfruttare per resistere. Tuttavia, in quel momento, non sarebbe stato rilevante, pareva infatti che gli sforzi stessero per dare i loro frutti, anche se non sarebbe stata in grado di stabilire se si trattasse di una conquista o di una concessione. Infatti, nonostante le sue parole affermassero il contrario, come a voler dimostrare di poter ancora combattere, i movimenti di Lotor si stavano facendo più decisi mentre convogliava la sua calda energia. Tuttavia Henrietta non se ne sarebbe curata minimamente. Non le sarebbe infatti importato se l’orgasmo glie l’avrebbe strappato o se l’avrebbe solamente invogliato a cederlo, l’importante sarebbe stato ottenerlo. In preda al piacere non attendeva altro e finalmente Lotor aveva annunciato il lieto evento.
    SÌ, VIENI! DAMMI TUTTO CIÒ CHE HAI!
    Con quello sguaiato grido, senza mai fermarsi, si sarebbe chinata su di lui per strappargli un bacio. Tuttavia non si sarebbe potuta concedere che pochi istanti prima di risollevarsi. L’esplosione che sarebbe avvenuta dentro di lei sarebbe stata incontrastabile. Un piacere inimmaginabile l’avrebbe pervasa mentre quella calda energia oscura si sarebbe riversata dentro di lei andando a sovrastimolare tutto ciò che avrebbe travolto per poi andare a trasmettersi in ogni cellula del suo corpo. Posando nuovamente le mani sul torace di Lotor, spingendo il bacino in basso con tutte le sue forze e con un grido incontenibile, si sarebbe quindi nuovamente rizzata con la stessa eleganza di una sirena che emerge dell'acqua inarcando anche la schiena indietro. Nel fare ciò, però, il suo gelido corpo si sarebbe irrigidito come se in preda ad un orgasmo incontenibile il piacere le avesse teso tutti i muscoli. Anche il suo membro dopo un orgasmo ed un ultimo gelido spruzzo, si sarebbe paralizzato. Solo le sue pareti vaginali avrebbero continuato a muoversi come se volessero ottenere sempre di più nonostante il ventre della ragazzina fosse già colmo. Nonostante il corpo mutato e l’ottimizzazione degli organi il carico ricevuto sarebbe infatti stato incredibilmente abbondate ed Henrietta non avrebbe potuto impedire che la pacia le si gonfiasse. Durante quel paralizzante orgasmo, partendo dalle sue intimità, Henrietta avrebbe inoltre emanato un gelo estremamente intenso, imparagonabile a quello dimostrato fino ad allora. Non si sarebbe trattato però di una risposta energetica, ma di una reazione fisiologica che il suo corpo avrebbe manifestato in maniera involontaria ed esponenzialmente proporzionale all’orgasmo. Infatti, nonostante il suo corpo sarebbe diventato sempre più gelido, le sue capacita sarebbero drasticamente calate ed anche il suo vacuo occhio avrebbe ripreso colore. I fiorellini rossi che si erano formati sul rampicante avrebbero improvvisamente lasciato cadere i loro petali mentre le radici si sarebbero indebolite perdendo la capacita di rigenerarsi. In quelle condizioni sarebbe quindi bastato veramente poco per spezzarle e sbriciolarle.

    Madarao avrebbe potuto invece godersi la generosa dominanza di Rakhna. Nonostante le posizioni imposte la volpina non avrebbe però mai mostrato cenni di imbarazzo, mostrando invece di apprezzare posizioni tanto esplicite. Nel momento in cui Rakhna avrebbe iniziato a succhiarlo con uno dei suoi tentacoli, il ragazzino non avrebbe trattenuto i gemiti tuttavia, nonostante quel distinto piacere, per il resto si trovava sotto una continua provocazione. Quei falli che sfuggivano dalla sua lingua, i tentacoli che lo massaggiavano sensualmente, quel grosso membro che gli faceva pressione sull’ano senza voler affondare; tutto ciò l’avrebbe reso estremamente impaziente e non avrebbe tardato a dimostrarlo.
    Suvvia, che aspetti? Avrebbe chiesto con voce supplicante Non sono una ragazzina al suo primo rapporto, non serve tutto questo petting. Dominami con tutto te stesso. Non esagerare con questi giochetti per verginelle. Sovrastami e ricoprimi con il tuo sperma!
     
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    L'orgasmo si rivelò fin troppo travolgente per entrambi, si unirono nella carne dimenticandosi ogni possibile sfida o confronto, godendosi il momento nella maniera più perversa possibile, senza trattenere le grida, gli spasmi e i fluidi corporei. Lotor era chiaramente in estasi: il dolore, il piacere e la sensazione di impotenza avevano creato un mix irresistibile nel suo corpo e ora lo stava riversando completamente in Henrietta, che poteva godersi il frutto del suo lavoro con grande soddisfazione. Il suo ventre sarebbe stato ricolmo del seme di Lotor e la mazza violenta del ragazzo le avrebbe impedito di perderne anche solo una goccia, a parte quei brevi istanti in cui i loro corpi si univano più forte e le faceva traboccare quella fichetta irresistibile e vogliosa. La forza di volontà di Henrietta venne spezzata e Lotor si liberò di colpo dalla sua prigionia con un impulso energetico tanto forte da respingere la ragazza all'indietro, lanciandola contro il divano dalla quale quell'amplesso era iniziato, apparentemente inerme. L'energia di Lotor era ancora così violenta dentro di lei che spingeva vigorosamente verso la sua intimità, tanto che nonostante non ci fosse nessun tappo o nessun blocco neanche una goccia di seme scivolava fuori dalla sua carne, attirata verso l'interno.
    Questo è... molto interessante...
    Una volta in piedi, Lotor si rese conto che il suo corpo aveva assorbito tutta quella perversa energia che Henrietta gli aveva donato direttamente nello stomaco. Sarebbe stato scorretto dire che aveva imparato magicamente a controllare il ghiaccio, quanto più... il suo potere aveva iniziato a prendere esempio da quell'elemento, cristallizzando in parte le spalle, i fianchi e alcune parti del corpo di Lotor, che sembrava quasi si stessero congelando. ma i cristalli erano viola, e completamente attraversati da grossi fasci di energia rossa. La parte del corpo di Lotor che circondava il suo sesso, e la sua verga stessa, si erano scuriti completamente, e i suoi occhi si erano accesi di un bagliore vermiglio molto intenso. Dopo aver dato una rapida occhiata alle sue mani. Lotor si spostò sulla figura gravida e stremata di Henrietta, che sembrava quasi lo stesse chiamando: la sua virilità, già molto possente ed eccitata, si cristallizzò letteralmente di quella sostanza violacea, diventando ancora più massiccia mentre veniva attraversata da fasci rossi pieni di energia intensa.
    Mi sono preso la tua prima volta... adesso mi prenderò anche il tuo culo...
    Una minaccia perversa, certo, ma qualcosa gli diceva che ad Henrietta non sarebbe dispiaciuto minimamente. Senza darle il tempo di reagire, Lotor si sarebbe fiondato su di lei, afferrandola per i fianchi in modo da ribaltare completamente la situazione, costringendola ad inginocchiarsi sulla poltrona con le braccia e il volto sullo schienale. Lui, da dietro, le avrebbe afferrato i fianchi, piazzando subito quella colossale mostruosità virile contro il suo buchino posteriore, mettendo in evidenza l'enorme problema di differenza. Quel buco era praticamente inviolato, troppo stretto per una cosa così grossa, ma questo non avrebbe impedito a Lotor di spingersi contro di lei, senza troppa violenza, affamandola di un calore e di un'energia intensissima, massaggiandole la corolla di carne per stuzzicarla e darle piacere. Nel suo essere irruento la stava preparando gradualmente in modo che si sciogliesse e potesse godersi tutto quello che Lotor le avrebbe potuto donare, il tutto senza perdere una singola goccia di seme dal suo ventre. Quella pancia gonfia avrebbe fatto la sua parte, poco ma sicuro...
    Madarao e Rakhna pur essendo a pochissimi centimetri dagli altri due avevano oramai attraversato tutta un'altra dimensione di piacere, sembravano quasi esclusi dal contesto e tale definizione non era poi così lontana dalla realtà dato che da fuori la volpina sembrava praticamente rinchiusa in un bozzolo fatto di neri tentacoli che lo avvolgevano completamente. Quelli più grossi che si stavano occupando del suo culetto non resistettero al richiamo perverso di quella creatura ed iniziarono a farsi strada ben presto dentro di lui, non uno alla volta ma tutti e tre assieme: si unirono in una perversa spirale e man mano che entravano dentro quella creatura si allargavano come un fiore sbocciato per metà, andando sempre più in profondità come all'esplorazione di tutte le sue viscere. Altri due grossi tentacoli affondarono dentro la sua boccuccia invadendo immediatamente tutta la gola, non limitandosi a violarla ma vorticando al suo interno come se fossero state un'impastatrice ad elica. E mentre quelle perverse protuberanze si facevano strada dentro Madarao, nettare bollente si riversava dentro di lui, gradualmente, senza esagerare con la quantità ma in maniera costante, e ogni volta che uno spasmo liberava i fiotti quei grossi tentacoli si gonfiavano ulteriormente, in maniera ritmica, decisi a farlo impazzire.
     
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