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Il viaggio in auto si prospettava piacevole e tranquillo, ma Rebecca lesse nel suo sguardo un desiderio che forse Rugal non era più riuscito a mascherare, e decise che quel tragitto andava reso ancora più interessante. Appena sentì le dita della ragazza scivolargli sulle gambe Rugal balzò sull'attenti, tornando a guardare la strada per timore di distrarsi troppo. Pochi istanti dopo il cazzo turgido dell'uomo era di nuovo in mano a quella pervertita insaziabile e per quanto si sforzasse di tenere gli occhi ancorati alla strada, un sorrisetto compiaciuto si stava facendo strada sul volto di Rugal. Non ci volle molto prima che Rebecca si dedicasse completamente a lui anche con la bocca e l'unica reazione di Rugal in un primo momento fu il mettersi più comodo per non ostacolare nessuno dei due. Guidare bene era importante a quel punto ma sentire la bocca vogliosa di Rebecca che gli succhiava il cazzo lo era altrettanto, non lo avrebbe negato.
Così piccola... succhialo a dovere...
Commentò senza pensarci, lasciandosi trascinare mentre le vene di Rugal si gonfiavano e diventavano bollenti tra le dita affamate della ragazza. Cercò di rimanere concentrato sulla strada ma era davvero difficile, soprattutto se Rebecca assecondava i suoi desideri con tanta complicità.
Avevo una gran voglia di venirti in bocca sul treno... e se vuoi saperlo, mi sarebbe piaciuto vederti mentre lo sputavi in bocca a quella rompiscatole per darle il benservito...
Non nascose la sua frustrazione, anche se con quella punta di crudele acidità che stava nascondendo sempre più difficilmente. Ma sapeva che quella stronza aveva dato fastidio anche a lei e voleva che si sentissero complici a rievocare una cosa del genere, per questo non si preoccupò di essere volgare e perverso.. -
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Sentiva il suo godimento e questo la eccitava sempre di più. Non era abituata a fare pompini e solo con Rugal aveva scoperto il piacere che quella pratica poteva dare a che a lei. Forse avrebbe dovuto essere più sensuale e raffinata, ma in quel momento aveva solo voglia di gustarsi quel cazzo e il seme che ne sarebbe scaturito. Sapore e odore la mandavano fuori di testa. Lui rievocò la scena del treno rivelandole una sua fantasia che riguardava la donna che li aveva disturbati. Rebecca sentì che tra le gambe diventava ancora più calda e appiccicosa a quelle parole, ma al tempo stesso sentì la gelosia immaginando la tizia che riceveva lo sperma del suo amato. Alzò la testa per rispondergli.
Non avrei mai sprecato il tuo seme con quella stronza...lo voglio bere solo io...è solo mio...e adesso ne ho bisogno...
Si rimise a spompinare in modo frenetico, senza arte, senza classe, senza giochi sensuali con lingua, labbra o denti.
Era un pompino grezzo, rozzo...ma sicuramente efficace. O almeno lo era per le visto che tra le sue gambe era di nuovo in fiamme.. -
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Riusciva a percepire la sua gelosia, la sua brama, non voleva farlo godere e basta, né tanto meno apparire bella. Non c'era seduzione, era solo un gioco possessivo e il premio alla fine sarebbe stato un abbondante orgasmo tutto per lei. Rugal si ritrovò a tremare mentre guardava distrattamente la strada, si spingeva in avanti col bacino come poteva, incoraggiandola per farla andare più forte. Il suo cazzo stava diventando sempre più duro e anche se non ne aveva mai abbastanza, aveva deciso che l'avrebbe accontentata. Presa la svolta per uscire anche da quel poco del cento abitato che li circondava, Rugal si abbandonò ad un lungo sospiro di piacere e rallentando gradualmente iniziò a venirle direttamente in bocca. L'odore pungente e maschile di quel succo invase la bocca e la gola di Rebecca, anche se era venuto poco prima sul treno si rivelò abbondante e copioso, energico, denso molto più del normale. Quel succo era solo per lei ma a quel punto non doveva perderne neanche una goccia.
Fammi vedere quanto ti piace allora... prendilo tutto.. bevilo fino alla fine...
Voleva sentire quelle labbra morbide risucchiarlo, quella gola ingoiarlo fino alla fine, il suo respiro spezzarsi insoddisfatto fino a che non avrebbe bevuto fino all'ultima goccia. Farsi fare un pompino alla guida era un'esperienza paradisiaca e Rugal si sarebbe schiantato più che volentieri per sentirla succhiare ancora il suo cazzo in quel modo.. -
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Lui iniziò a venirle in bocca mentre la esortava a non sprecarne nemmeno una goccia. Lei iniziò a deglutire e a succhiare non appena il liquido denso eruttò dal suo cazzo. Deglutiva e deglutiva ma quella sborra sembrava non finire mai. Si ritrovò ben presto con la bocca piena, ma serrò le labbra sul cazzo per evitare che colasse giù. Alla fine ebbe la meglio. La sua gola bruciava per lo sforzo e per il calore di quel nettare. Era eccitata, se sentiva come ubriaca. Quando fu certa che da Rugal non sarebbe uscita più nemmeno una goccia sollevò la testa e lo guardò intendente, ancora con il corpo proteso verso di lui. Sapeva che lui non poteva ricambiare il suo sguardo, doveva fissare la strada, ma era certa che potesse avvertire l'intensità dei suoi occhi.
io ti amo Rugal...ti amo. Lo so e ne sono certa. Voglio essere tua, solo tua, per sempre. Però voglio anche che tu sia mio...solo mio....No...non dire nulla adesso...non voglio una risposta. Voglio solo che tu sappia questo come un fatto certo e non modificabile. Io ti amo...e ti darò tutto di me...ma non posso vivere se tu non ricambi questo sentimenti.
Aveva le lacrime agli occhi per l'emozione. Una goccia di sperma le colava dall'angolo della bocca fino al mento.
Si rimise a sedere composta al suo posto e con un dito si pulì con disinvoltura.
Sentiva il cuore battere a mille. Odiava il silenzio che aveva creato, ma al tempo stesso sperava di non sentirlo parlare. Se lui avesse parlato lo avrebbe fatto o per dirle che non provava le stesse cose, oppure invece per dire che anche per lui era così...
Ma Bek, ricordati quello che hai sentito dire una volta origliando le conversazioni delle tue compagne di classe: mai fidarsi delle promesse che un uomo fa mentre hai il suo cazzo in bocca.... -
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Sentirla ingoiare tutto fu forse anche meglio di vederla, anche perché da quella posizione non poteva comunque gustarsi lo spettacolo. L'aveva già vista con il suo sperma in bocca, ma mai l'aveva sentita ingoiare in maniera tanto vorace. Sembrava stesse rivendicando qualcosa e quando si staccò di lui dopo quel banchetto incredibile, capì il perché. Sembrava stesse aspettando una dichiarazione d'amore e Rugal aveva già pensato che una volta giunti alla loro casetta sarebbe stato il momento perfetto per farla sciogliere. Ma un momento del genere era davvero troppo fuori programma, e di sicuro non poteva ritrovarsi a balbettare proprio arrivati a quel punto. Prese l'iniziativa come al suo solito e lo fece in modo da sembrare quanto più possessivo possibile, allungandole una mano sulla coscia, afferrandola come se volesse tirarla verso di sé e allargando un sorriso divertito sul volto.
Hey, non vorrai mica strapparmi una confessione mentre siamo in macchina così, vero? Fammi arrivare a casa e ti dimostrerò qualcosa... c'è un motivo se ti ho portata fin qui, non credi?
Concluse voltandosi verso di lei e allargando un sorriso tanto complice quanto perverso. La povera Rebecca non poteva neanche immaginarsi quale fosse la risposta a quella domanda retorica. Quando la macchina si fermò del tutto, erano praticamente immersi nella natura. La villetta che Rugal aveva preso per loro si interrava in una leggera depressione, lasciando intendere che si trovasse anche un piano interrato sotto ai due che componevano la struttura. Non era molto grande ma ben tenuta e spaziosa. In un posto del genere nessuno li avrebbe disturbati. Uscito dalla macchina Rugal lo guardò con un discreto orgoglio, anche e soprattutto perché la cassetta delle lettere era stata marchiata dal passaggio del suo complice, segno che tutto il necessario era arrivato in tempo e che Rebecca non avrebbe avuto modo di avere sospetti fino alla fine. Rugal le avrebbe fatto passare un ultima giornata di puro idillio a quel punto, e quando l'avrebbe sfiancata completamente sarebbero iniziate le danze.
Beh, che ne pensi? Non male per una vacanza, no?. -
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La sua risposta ruppe il silenzio imbarazzato e fu perfetta. Non le prometteva niente ma annunciava una sorpresa. Rebecca si ritrovò per la prima volta a riflettere in modo ammirato su come Rugal avesse organizzato ogni minimo dettaglio dei quella vacanza, dimostrando di essere un uomo premuroso e attento.
Il posto era davvero stupendo, Rebecca amava la natura e quel posto era un vera viaggio nel verde.
è davvero fantastico qui..questo posto è... semplicemente perfetto! Sei stato così attento nell'organizzazione di questa vacanza...ti sono davvero grata...ma anch'io ho pensato a qualcosa per te: appena ci saremo sistemi ti cucinerò una bella cenetta!
Bek era un disastro come cuoca, ma aveva passato gli ultimi giorni a studiare delle ricette online che le permettessero di fare bella figura senza rischiare troppo. Aveva con sé gli ingredienti in valigia ed era impaziente di mettersi al lavoro sperando di fare felice il suo amato.
Bek..sei ridicola! Davvero vuoi giocare alla brava mogliettina tutta casa, cucina e pompini? Davvero pensi di conquistarlo così? Sei solo una ragazzina illusa. Mangerà, ti scoperà e poi, tornati alla vita normale, si dimenticherà di te per andare con donne più belle, sensuali e mature
..
Quel pensiero era orribile ma non sapeva come scacciarlo. Poteva solo fare del suo meglio per essere perfettamente per Rugal.
Entrati in casa avrebbe sistemato rapidamente le sue cose per poi, con ancora addosso solo la camicia, la gonna e gli stivali (ma sempre senza biancheria intima) si sarebbe dedicata alla cucina.. -
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La risposta di Rugal sortì l'effetto sperato e poterono così godersi l'arrivo a quella casetta tutta per loro, una promessa di passione, sesso e sentimenti dove nessuno li avrebbe disturbati. dentro sarebbe risultata piuttosto spoglia, con diversi mobili ma nessuna vera decorazione o qualcosa per arricchire le stanze. Ma c'era davvero tutto quello che poteva servire, da televisione a coperte a perfino un camino. Visto che Rebecca si era offerta di dedicarsi alla cucina, Rugal prese l'iniziativa e dopo averla incoraggiata con una pacca su quelle morbide natiche, dichiarò i suoi intenti.
La cucina è tutta tua. Io mi occupo di controllare che funzioni tutto dalla corrente allo scaldabagno, e magari raccolgo un pò di legna per quando inizierà a fare freddo.
Con naturalezza l'avrebbe lasciata da solo, dedicandosi alla parte più delicata del loro arrivo. Dopo essersi assicurato che Rebecca fosse completamente assorbita da ciò che stava facendo, Rugal raggiunse lo scantinato dove una porta apparentemente inaccessibile ostacolava il suo passaggio. Si guardò attorno e dopo aver trovato una piccola insenatura nascosta nella parete, trovò la chiave e richiuse la porta al suo passaggio. Lo scantinato era molto meno polveroso di quello che sarebbe dovuto essere: al suo interno c'era tutto ciò di cui Rugal aveva bisogno. le siringhe, le droghe, le catene e le gabbie utili al suo scopo. C'era anche un grosso faldone pieno di documenti, dove avrebbe trovato tutto il necessario per portare avanti il suo compito senza problemi. Controllò che dentro lo scantinato il telefono non prendesse e assicuratosi che il campo fosse a zero si disse soddisfatto. Era tutto perfettamente in ordine. Dedicò velocemente il suo tempo al controllo della centralina elettrica e del flusso dell'acqua, poi vide una cassa vuota che poteva essere utile allo scopo e se la caricò in spalla deciso a metterci dentro la legna. Richiuse a chiave la porta alle sue spalle e nascose la chiave dove l'aveva trovata, assicurandosi che fosse perfettamente nascosta e difficile da trovare.
Quanta polvere! Immagino che abbiano tenuto tutto in ordine ma solo per la facciata... non ti consiglio di scendere lì giù se ci tieni ai tuoi polmoni.
Usò un tono scherzoso per farle capire che non era niente di grave, e poi non serviva dare troppa importanza a quel posto dato che probabilmente anche Rebecca era già proiettata al momento in cui si sarebbero saltati di nuovo addosso come animali. Mentre sbrigava i suoi compiti annusò con un certo interesse l'aria per cercare di capire cosa Rebecca stesse cucinando, curioso di scoprire se tra i talenti della ragazza c'era anche una destrezza ai fornelli.. -
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Rugal sparì nel seminterrato per sistemare gli aspetti tecnici della casa mentre Rebecca si mise ai fornelli. Tutto questo la esaltava, sembravano proprio marito e moglie in vacanza. Indossò un grembiule e tolse dalla valigia gli ingredienti sottovuoto che aveva portato. Rugal era senza dubbio un tipo da carne e Bek si era studiata una ricetta per un risotto con bocconcini di carne e una bistecca aromatizzata alle spezie per secondo.
Non erano piatti particolare ricercati o raffinati, ma sicuramente lei non avrebbe potuto fare di meglio.
Quando Rugal riemerse dicendo che laggiù era tutto sporco e impolverato, le padelle erano sul fuoco e Rebecca poté concedersi una pausa.
Allora se è tutto ok vado a farmi una rapida doccia mentre la cena si cuoce...
Entrò in bagno, accese l'acqua calda e si spogliò. Lavarsi di dosso il sudore del viaggio fu una liberazione. Tra le gambe era ancora bagnata e appiccicosa. Strofinare la spugna sulla sua intimità era vagamente eccitante.
Basta Bek, sei davvero una ninfomane...se esci da qui ancora eccitata lui penserà che per te conta solo il sesso..dagli un po' di tregua...
Iniziò a schiacciare sempre di più fino a quando raggiunse un rapido e fugace orgasmo. Soffocò i gemiti nell'asciugamani, poi si lavò per bene e uscì. Ora poteva affrontare la serata senza l'ossessione del sesso.
Indossò dei jeans aderenti e un maglione di lana largo. Questa volta sotto portava dell'intimo semplice, nero e senza troppi fronzoli.
Si sistemò i capelli e scese in cucina per ultimare la cena.. -
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Non era molto entusiasmante per lui giocare a fare il maritino campagnolo, ma doveva tenere in piedi la sua recita o non avrebbe avuto senso. Prese tutta la legna che poteva servire, il grosso lo ammassò fuori casa, una parte lo mise nel baule e il resto finì nel camino così che al momento giusto lo avrebbero acceso. Era tutto pronto, sarebbe bastata una minima scintilla per farlo partire, ma l'attenzione di Rugal venne attirata dal buon profumino che veniva dalla cucina. Ebbe giusto il tempo di curiosare, poi sentì Rebecca uscire dalla doccia e si avvicinò a lei. Voleva anche lui darsi una rapida ripulita, ma non si limitò di certo a prendere il suo posto. Le passò di fianco con un sorrisetto compiaciuto sulla faccia e appena furono vicini allungò una mano verso di lei, toccandole il ventre e iniziando a scendere verso il basso come se avesse voluto infilarsi nei suoi pantaloni.
Riesco a sentire il tuo odore anche se ti sei fatta la doccia...
Ma non lo fece. Si limitò a sussurrarle quelle parole calde all'orecchio, dopodiché la lasciò andare e fu il suo turno di farsi la doccia. Voleva solo farle capire che tra i due non era lei la ninfomane, o non solo lei. Questo era poco ma sicuro. Non aveva intenzione di godersi la sua "seratina romantica" col sudore e il viaggio addosso, quindi avrebbe sfruttato quel momento di pausa mentre la cena si cuoceva per darsi una rapida pulita e uscire dal bagno con molto poco addosso: un paio di pantaloni comodi e una canotta bianca senza maniche, particolarmente aderente e che metteva in evidenza il suo fisico. Quando fu fuori dalla doccia lanciò una scintilla verso il camino così che durante la cena si sarebbe acceso, e raggiunse Rebecca con l'entusiasmo di chi ha finito i preparativi ed è impaziente di passare al piatto forte.
Non sapevo che fossi brava ai fornelli... sarà utile in questi giorni visto quanto siamo isolati. Non che avessi in mente di farti passare la vacanza in cucina, s'intende...
I suoi sforzi per girovagare intorno all'argomento cruciale stavano diventando sempre meno decisi.... -
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La pacca sul sedere prima, la carezza sul ventre ora...questi tocchi erano un vero godimento per Rebecca. Sentire la mano di Rugal sul suo corpo, che sfioravano con evidente desiderio le sue forme, le dava quel senso di appartenenza che tanto desidera. Si sentiva completamente sue in quei momenti e mai avrebbe voluto che lui smettesse di sfiorarla. Anche perché quei tocchi erano promesse di un dopo dove non ci si sarebbe fermati al semplice contatto.
Lei però doveva resistere, non voleva mostrarsi troppo smaniosa di lui, anche se mai si sarebbe tornata indietro.
Finì di apparecchiare la tavola e poi si poterono accomodare per mangiare. Rebecca lo servì come una brava mogliettina e rimase nella speranzosa attesa di ricevere i suoi complimenti.
Ma quello che desiderava davvero o erano le sue carezze. Nei suoi studi sui lupi e sui cani aveva scoperto come quegli animali diventassero dipendenti dalle carezze del padrone, che rappresentavano l'unico e il più grande piacere della loro vita.
Ora anche lei si sentiva così.
Per fare la doccia aveva tolto il collarino di seta nera che indossava prima. Di colpo si accorse che ne sentiva la mancanza. -
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Rebecca gli fece trovare una tavola imbandita ad accompagnare quel banchetto che sembrava delizioso. A lui però non sfuggì il fatto che intorno al suo collo mancasse qualcosa, e sentì immediatamente il bisogno di rimediare. Era come se le mancasse qualcosa, come se avesse perso il mordente su di lei, e questo gli metteva addosso una strana sensazione che voleva scacciarsi di dosso. Ma non lo avrebbe fatto senza pensarci.
Ho preparato il camino, quando abbiamo finito di mangiare possiamo spostarti di là.
Le disse con un'aria molto impaziente. Lo sguardo che le fece sentire addosso era a dir poco animalesco, sembrava volerla divorare assieme alla carne che stava gustando. Masticava lentamente, assaporando la carne, e respirava quasi come se lo stessero facendo di nuovo. Rebecca avrebbe avuto la netta sensazione che sul piatto di Rugal non ci fosse un pezzo di carne qualsiasi, ma lei, e lui la stava divorando con gusto, avidità, voglioso di averne ancora.
Ho notato che il tuo collo sembra un pochino spoglio... ho qualcosa per te.
Ancora quello sguardo lascivo, impaziente. Forse quello che aveva preparato non era un anello di fidanzamento, ma di sicuro Rebecca ne avrebbe compreso l'importanza. Allungò un braccio verso il ripiano della cucina dove aveva lasciato alcune cose e afferrò una scatola grande quanto la sua mano. La avvicinò a Rebecca e aprendola rivelò il suo contenuto: un collare più grosso, simile a quello che si usa per i cani, ma più raffinato, elegante. Nero, lucido, della misura giusta per lei. Un marchio inconfondibile di ciò che la aspettava da quel giorno in avanti.
Ti ho portata qui per dirti qualcosa di molto importante... ma non voglio nasconderti quello che sono. Hai già avuto un assaggio di quanto io sia perverso... e non voglio niente di meno da te. Sei pronta ad assecondare ogni mio osceno capriccio?
Pareva quasi un ricatto affettuoso, dove finché lei non rispettava le sue richieste perverse lui non le avrebbe confessato i suoi sentimenti. ma in quello sguardo c'era complicità, non le stava estorcendo qualcosa. Dietro quel ghigno perverso c'era la consapevolezza che non lo avrebbero fatto come due adolescenti in piena crisi sentimentale, ma come animali che sfogavano il loro bisogno primordiale con tutta la foga che avevano in corpo, a caccia del partner perfetto. Ecco cosa rappresentava quel collare nero.. -
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Lei prese il collare tra le mani e lo guardò ammirata.
Grazie, è bellissimo...
Mosse la testa per mettere ben in mostra il suo collo poi si allacciò l'oggetto senza indugio.
Io sono pronta a tutto per te, perché ti amo, te l'ho detto, e ogni tuo desiderio è un piacere per me. Voglio darti tutta me stessa...
Lasciò la frase in sospeso.. ovviamente voleva dire che avrebbe dato tutta se stessa se lui le avesse promesso amore e fedeltà, ma non voleva insistere troppo ora, tanto era sicura che lui avesse già capito io messaggio.
Finirono di mangiare poi Bek si alzò in piedi. Il maglione rosso le cadeva largo addosso, ma non era abbastanza lungo per nascondere le sue natiche e le sue cosce esaltate dai jeans super aderenti. Lei fece una mezza piroetta attorno a tavolo, quasi per farsi ammirare, poi lo prese per mano e lo guidò verso il caminetto.
vieni...andiamo a metterci vicino al fuoco...
Voleva subito dimostragli che era pronta a esaudire ogni suo desiderio.. -
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Rebecca accolse con entusiasmo il suo regalo e appena se lo strinse intorno al collo Rugal sentì davvero il bisogno di agganciarle una catena al collare e tirarla verso di sé fino a farla gridare di piacere. Una grande impazienza lo colse tanto che mangiò tutto ciò che si ritrovò davanti con foga e fretta. Quando Rebecca stessa lo invitò a farsi avanti lui non ci pensò due volte e la seguì davanti al camino che lui stesso aveva preparato, sedendosi sul divano che sostava davanti alla fiamma. Avrebbe voluto già iniziare a spogliarsi per mandare un messaggio chiaro, ma la protuberanza che gonfiava i suoi pantaloni in maniera oscena era un messaggio più che chiaro. Quello era il momento giusto, e lo utilizzò fissandola con uno sguardo maledettamente assuefatto, quasi sincero, ma che gli permise di tirare fuori parole tutt'altro che strozzate, ma passionali e impazienti.
Ti amo anche io... e voglio dimostrartelo scopandoti come nessuno ha mai fatto per ogni singolo giorno in cui staremo qui... voglio che la tua fica prenda la forma del mio cazzo... che la tua bocca non possa più fare a meno del mio corpo e dei miei baci. Voglio farti mia nella maniera più perversa possibile...
Lo disse senza mezzi termini, stringendo con le mani i lati del divano quasi a voler mettere in mostra il suo fisico scolpito ed eccitato. Mentre le sue parole prendevano forma nella sua testa attraverso immagini erotiche, la sua verga pulsava e si dimenava in quella prigione di stoffa, impaziente di metterei n pratica ciò che le aveva appena dichiarato. I filtri erano scomparsi. Da quel momento in poi sarebbe stato solo un crescendo osceno e perverso.. -
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Lui finalmente pronunciò quelle parole, le uniche che per Rebecca avessero senso. Lui l'amava, lo aveva detto davanti al camino, alla prima sera della loro vacanza. Era evidentemente tutto studiato per esaltare il romanticismo del momento.
Bek era al settimo cielo, esplodeva di gioia, avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. E lui voleva scopare, voleva scoparla come non mai.
Si gettò letteralmente tra le sue braccia e lo baciò sulla bocca, un bacio appassionato, con labbra e lingua. Poi si ritrasse
Si amore mio, sono Quine sono solo per te, tutta per te. Ti prego prendimi. Quello che abbiamo fatto sul treno è in macchina era solo un assaggio, il mio corpo ti desidera, ti voglio dentro di me...in ogni buco...fammi urlare...ti prego fammi urlare!. -
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Impaziente quanto lui, Rebecca gli saltò addosso cercando le sue labbra e trovandovi un bacio passionale. Rugal prese il respiro solo quel tanto che gli serviva per sopravvivere, dopodiché la tirò a sé, spingendola sul suo corpo muscoloso e già in tiro solo per lei, mentre la baciava, la serrava con le braccia e le stringeva le natiche con fare possessivo. Quel culo era suo, e lo avrebbe dimostrato quella sera davanti al camino. Mentre si abbracciavano e si baciavano con foga, la verga del ragazzo si sfregava contro di lei per darle un assaggio di cosa la aspettava. Era impaziente, durissimo, bollente, non poteva più resistere, quindi ancor prima di smettere di baciarla le afferrò i vestiti, iniziando a spogliarla con grande vigore, quasi fretta. Non gli importò di deformare pezzi del vestito o strapparli, non si sarebbe preoccupato di coprirla in quei giorni, quindi l'avrebbe presa con tutta la violenza che aveva in corpo. Si sollevò di scatto appena il petto e il ventre di Rebecca furono nudi, lasciandola scivolare su di sé invitandola a mettersi in ginocchio davanti a lui, mentre si toglieva la maglia ed iniziava a slacciarsi i pantaloni. Appena il suo cazzo fu libero, Rebecca se lo ritrovò sul volto, ancora non perfettamente turgido ma decisamente in tiro, caldissimo, duro, coperto di vene pulsanti che le scorreva sulle labbra e sulla faccia. I testicoli del suo amante bramavano le attenzioni della bocca di Rebecca, e Rugal stesso era sbilanciato col bacino in avanti impaziente di ricevere le sue attenzioni.
Inizia da qui. Più in fondo lo prenderai... più in fondo spingerò quando ti farò mia.
Una promessa perversa, pronunciata mentre continuava a spogliarsi e la fissava dritta negli occhi, senza nascondere la sua impaziente e malsana perversione. Quella notte Rebecca avrebbe assecondato molto di più dei meri vizi di un ragazzo arrapato. Rugal le avrebbe mostrato cosa poteva fare quando perdeva il controllo della sua eccitazione..
