I primi sacrifici

x Hyperion

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    Nimue non si era ancora vista nella sua nuova forma, all'apparenza non sembrava essersi accorta di essere cambiata, in realtà lo percepiva istintivamente che qualcosa era cambiato ma lo stava accettando come la cosa più naturale del mondo. Anche i suoi pensieri si erano trasformati, abbandonando del tutto le vecchie paure, decidendo di non nascondersi più sotto i falsi sorrisi e le buone maniere. Se non ci fosse stato Gil a sorriderle probabilmente un eco lontano, come un piccolo allarme avrebbe potuto farle pensare ancora che stava facendo qualcosa di sbagliato, ma la sensazione di aver percepito la figlia ed il suo uomo che la strinse in un abbraccio amorevole e possessivo, condannarono per sempre quei due ragazzi e la possibilità di redimere la ragione di Nimue. Inspirò aria avidamente nel sentire l'erezione del proprio compagno ricolmo di energia sfregarsi contro la sua, pulsando in risposta a quella del suo compagno. Rinnovando un desiderio alimentato anche dalla felicità di aver trovato una strada sicura. Commossa annuiva alle parole del suo compagno, per affermare a sua volta che funzionava.
    Sì, l'ho sentita anche io più forte di prima. Avevi ragione amore, insieme possiamo farcela, niente potrà fermarci! gli disse mentre con le mani gli carezzava la nuca ed inarcava la schiena per spingere il suo fondoschiena contro l'erezione del Darkforge, per poi muoversi sinuosa in avanti, lentamente così da potersi godere sia lo sfregamento fra le sue natiche che quello davanti fra le loro erezioni per niente stanche. Azzerò la distanza fra le sue labbra e quelle di Gil, baciandolo con una foga crescente. Era felice, eccitata e piena di speranza. Non si rendeva nemmeno conto che la sua lingua era più lunga del normale, e affondava con più vigore nella bocca del suo compagno. Le importava solo di sentire il suo sapore, di sentire il tocco della sua lingua. Dai suoi capezzoli iniziarono a scivolare gocce di latte che sarebbero diventati rivoli man mano che il Darkforge l'avrebbe stimolata. Si lasciò trascinare dalla lussuria dalla voglia di festeggiare con il suo amato la loro vittoria, i movimenti del suo bacino divennero più decisi, ed amò follemente sentire la propria verga magica sfregarsi contro quella del suo compagno. Era sempre più fradicia di umori e sentiva che non poteva più aspettare. Saltò su di lui, circondando con le cosce i fianchi di Gil, reggendosi con le braccia alle sue spalle, così da poter finalmente sentire come un perverso sellino l'erezione di lui sfregarsi contro le sue labbra vaginali bollenti e umide. Era sicura che Gil l'avrebbe sorretta con le sue braccia, così si voltò verso il Darkforge e gli fece cenno con il dito di avvicinarsi a sua volta, sorridendogli sensuale e vogliosa. Cercò un bacio con la forma più mostruosa del suo uomo, intrecciando le lingue in un osceno bacio. Mugugnava di tanto in tanto ormai preda di una voglia irrefrenabile. Non era mai stata così eccitata in vita sua, contaminata non solo dal potere oscuro, ma anche da una depravazione che nemmeno credeva di poter provare. Si sentiva potente come non lo era mai stata e ciò la eccitava più di qualsiasi cosa al mondo.
     
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    La fame di Nimue venne ben presto ricambiata dai corpi del suo amante, che oramai sazi e stufi di giocare con quei corpi umani inutili e prosciugati, si unirono gradualmente a lei circondandola non come dei perversi amanti ma più come dei fedeli servitori. Nimue assalì il suo uomo saltandogli addosso e mentre si baciavano, Gil la strinse a sé concedendole un sostegno mai provato prima. Erano stati stretti prima di allora, uniti nella carne più che mai, ma mai così vicini come in quel momento. Era come se la loro creatura fosse un vero e proprio collante per le loro anime, e finalmente l'avevano trovata. Si strinse più forte a lei anche il Darkforge e a causa della sua stazza e della sua forza superiore sia lei che Gil avrebbero avuto la sensazione di sollevarsi da terra, i diabolici cazzi dei due amanti si incrociarono sotto le cosce spalancate di Nimue e molto presto la strega avrebbe iniziato a sentire altro calore, perché tutti i corpi di Gil si stavano unendo a loro, circondandola completamente. Poteva sentire i loro respiri diabolici carezzarle la pelle, quei cazzi vogliosi sfregarsi su di lei impazienti di poterne avere un assaggio, decisi a darle un piacere unico che nessun altro essere poteva darle. Il Darkforge e il Gil davanti a lei iniziarono ben presto a contendersi quel bacio, strappando la bocca di Nimue da uno all'altro senza preoccuparsi di diventare troppo avidi: il nuovo corpo di Nimue era perfetto per godere, e se anche la strega si fosse resa conto di quel cambiamento avrebbe anche dovuto realizzare qualcosa di molto, molto importante: quella carne diabolica seguiva il ritmo energetico del suo uomo. Era proprio come lui... era forte come lui, vigoroso come lui, riusciva a manipolare il corpo e il potere come lui, ma soprattutto aveva il suo stesso dono di mettere al mondo nuova carne per la loro figlia. Erano diventati una cosa sola nella maniera più letterale, perversa e divertente possibile. E ora potevano raccoglierne i frutti.
    Prendi ogni cosa di me, amore mio! Ho mille corpi da darti, e voglio offrirli tutti a te!
    Impaziente ed eccitato come non mai, Gil si spinse contro il suo corpo e con quella verga vogliosa, sporca di umori, saliva, sangue e lacrime, entrò dentro la sua amata strega riempiendo quell'intimità vogliosa e grondante con tutta la foga che aveva in corpo. La spinse andando contro la forza stessa del Darkforge che in tutta risposta la afferrò per i fianchi tirandola a sé, cercando il suo buchino posteriore per poterla conquistare con la sua di verga. Nimue sentì chiaramente la cappella di quel mostruoso demone spalancare la sua corolla di carne in maniera vistosa, quasi dolorosa, ma dopo il primo affondo non ci fu spazio per nulla se non il piacere. Li aveva entrambi dentro di sé e poteva percepirli pulsare alternandosi ritmicamente, come se si stessero contenendo il poco spazio che avevano a disposizione. Prima uno, poi l'altro, e non si limitavano a gonfiarsi dentro di lei, ma spingevano con vigore impazienti, quasi frettolosi di farle provare piacere, il tutto mentre con i corpi si spingevano uno contro l'altro, intrappolandola in una morsa vigorosa. Gil non era mai stato un tipo atletico, ma il demone che Nimue aveva forgiato per sé invece... lui aveva il corpo perfetto per lei. Gil non si era modellato per diventare più forte, niente affatto: lo aveva fatto per soddisfare la sua regina. Era diventato forte per lei, bello per lei, mostruosamente malvagio per lei. Ogni desiderio di quella strega era un ordine per il corpo e la mente di quel mostro assassino che portava il nome di Gil Poltergeist. Mentre quei primi due si spartivano le carni di Nimue, la strega vide ben presto anche gli altri due corpi diabolici unirsi alla festa, chiudendola in una morsa di carne e fame demoniaca. Uno di loro non resistette al richiamo di quel seno abbondante e generoso, iniziando ben presto a leccare e succhiare avidamente il latte che ne sgorgava, stimolandone altro afferrando le grosse mammelle della strega per poterle carezzare ed ammirare con tutta la devozione che aveva in corpo. L'altro invece cedette ad un istinto più basso, notando che la verga della strega era ancora eretta e più mostruosa che mai. Come poteva lasciarla in quelle condizioni, dato che il suo amante biondino e fragile non era stato all'altezza del piacere che meritava? Si spinse contro di lei, schiacciando il sesso della strega per intero contro il suo petto, facendole sentire il calore dei suoi pettorali mentre la cappella scivolava tra le sue fauci, e lui la avvolgeva con la lunga lingua diabolica respirandoci sopra con quel fiato demoniaco ed eccitato. Leccò avidamente ogni parte di quel sesso, dalla punta fino alla base, soffermandosi sui testicoli mentre l'intera mazza scivolava nella sua gola e l'abbraccio perverso diventava sempre più vicino. Ogni corpo di Gil stava dando tutta la sua passione per farla godere, e più Nimue lo avrebbe assecondato, più quel demone si sarebbe spinto oltre. Ma adesso che era mostruosa quanto lui... che senso aveva darsi dei limiti? Poteva sopportare qualsiasi tipo di dolore e ferita, adesso. Non aveva più il fragile corpo di un umana, ma aveva un potere che calzava molto meglio alla sua regale entità. Perché non assaporarla assieme ai suoi servitori fedeli, il suo amato diletto?
     
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    Nimue si godette ogni piccola attenzione di Gil, accorgendosi che sentirsi stringere da lui non era come al solito. Non provava la sensazione di essere intrappolata in una pressa idraulica inamovibile. Ebbe la sensazione di essere più resistente e più forte del normale. Si accorse subito di non fare una fatica immensa per poter corrispondere le attenzioni di Gil, anzi si sentiva fisicamente al suo pari. La sensazione accentuò tantissimo il suo entusiasmo. Baciava Gil o il darkforge senza fare preferenze, infilando la sua lingua in bocca senza tanti complimenti, facendo sentire al proprio uomo che anche quella parte del corpo era cambiata, era più lunga, corposa con forme grottesche: sui bordi aveva delle piccole escrescenze mobili e flessibili come il resto della lingua. Mugugnava colma di desiderio, faceva vagare le mani attorno a lei, carezzando, palpando a caso, indovinando con il tatto cosa fosse, e quando capiva su che zona del corpo si trovava, cercava le erezioni da masturbare. Intanto Gil si fece spazio fra le sue cosce e senza tanti altri complimenti la violò mozzandole il respiro. Non si sentì sull'orlo di uno svenimento come invece accadeva di solito, per via della enorme differenza di pressione energetica. Riuscì a godersi in modo lucido ogni centimetro che la riempì ed il piacere incandescente che le risalì in tutto il corpo, strappandole un profondo gemito aspirato che dipinse sul suo volto una maschera di puro piacere. Era solo l'inizio poiché Gil le dimostrò che poteva godere ancora di più, facendole sentire la cappella del demone che si insinuò nel suo stretto buchino, sorprendendola per quanto era stato bello, quasi senza dolore, anzi, quella stilla di dolore per un ingresso di un corpo così grande in uno spazio così piccolo, si era tramutato in un piacere intensissimo. Dovette smettere di baciarlo per sollevare il viso verso l'alto ed urlare un gemito di piacere. Avere entrambi i suoi orifizi stracolmi di Gil la portarono ad un livello altissimo di piacere, dandole un primo e dolce orgasmo fatto di contrazioni e umori. La verga invece divenne di marmo, durissima bollente, non lo aveva mai sentito così grosso in vita sua. Non dovette nemmeno pensare di volerne di più, perché Gil anticipò quel desiderio con la presenza degli altri corpi che si votarono totalmente a lei. Non aveva nemmeno capito quando si era diviso ancora, ma non le importava, adorò le labbra che si gettarono fameliche sui suoi seni, aspirò aria avidamente quando la copia si occupò perfino della sua verga, facendolo in un modo perverso. Adorò la sensazione dei suoi pettorali muscolosi contro la sua erezione, e la sua bocca caldissima la mandarono in visibilio. La cosa più importante e bella per Nimue però era che non si sentì annullare totalmente, tutto l'inverso, era coinvolta corpo e anima a quel banchetto di lussuria.
    Sì! Sìììì...aah Gil! Gil!
    Non aveva abbastanza facoltà mentali per poter dire qualcosa di lascivo o poetico, ma il suono della sua voce lasciava intendere quanto ne fosse felice, quanto amava sentirsi annegare in tutte quelle attenzioni per lei. Nariko, Henry, non valevano proprio niente in confronto a quello, nessuno di loro avrebbe potuto farla sentire in quel modo. Aveva dovuto aspettare, ma adesso sentiva finalmente di avere il compagno perfetto, l'uomo a cui donare tutta se stessa, corpo e anima.
     
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    Oramai diventati una cosa sola non più nella mera carne ma anche nello spirito e negli intenti, Gil e Nimue non avevano più bisogno neanche di parlare. Bastava un respiro per capire dove toccare, come farlo, come spingere, come leccare. Era un'orgia di sensi, non solo di corpi, e avrebbero consumato ogni goccia della loro passione, della loro perversione, del loro amore, fino a che non ne sarebbero stati sazi. Come a voler marchiare quel territorio dove per una volta avevano vinto su tutta la linea, e lo avevano fatto assieme. Dopo aver consumato ogni singola goccia della loro passione, Gil e Nimue trovarono ristoro in uno dei nascondigli di emergenza che Gil aveva preparato per situazioni come quella grazie all'aiuto del professore e delle risorse della Sapienza. Non erano neanche fuggiti troppo lontano, tanto che nel tragitto sembravano quasi due giovani innamorati intenti in una fanciullesca fuga d'amore, che culminò con altro folle e irresistibile sesso anche quando furono soli nella calma di un rifugio. Nell'estasi della gioia e del piacere divenne difficile distinguere ciò che li circondava, ma la notte portò ristoro e in assenza di inseguitori, si risvegliarono al mattino seguente sul tardi. Nimue si ritrovò candidamente su delle coperte che odoravano ancora di sangue e seme fresco, come se la notte non fosse passata, come se fosse stato un unico lunghissimo delirio verso quel momento. C'era un discreto silenzio, colpa anche delle mura insonorizzate di quella stanza posizionata su un palazzo non troppo alto nel centro di Roma, particolarmente vicino alla vecchia strada piena di monumenti storici. Sembrava proprio il risveglio dopo una fuga romantica, e Nimue avrebbe dovuto rendersi conto che gli adepti di Thresh come Gil si trattavano molto bene dato che quello somigliava ad una stanza di lusso. Di fianco a lei non c'era Gil, ma poteva percepire chiaramente la sua presenza nel bagno di fronte, e poteva vederlo dalla porta spalancata, davanti alla quale si stava controllando il volto davanti allo specchio. Si scrutava con grande attenzione, esaminando ogni lato della sua faccia. Passava le dita sulle sue cicatrici vistose, toccava le parti degli occhi corrotte dall'oscurità e si toccava con forza i denti come se stesse cercando di togliersi quelli piatti e umani che non sentiva gli appartenessero. per lui in quel momento era come indossare una maschera. Quella non era più la sua faccia, non era più il piccolo e debole Gil Poltergeist che aveva fottuto una persona di troppo ed era finito ammazzato. Lui era un demone, nello specifico il demone diletto della sua regina Nimue. Poteva accettare di tenere quell'aspetto solo per passare inosservato, ma se fosse stato capace di scegliere non sarebbe mai tornato alla sua debole umanità. Oltre a starsene nudo davanti allo specchio del bagno, Gil aveva lasciato anche diverse "tracce del suo passaggio" in giro per quella stanza: c'erano molte foto e documenti che riguardavano possibili bersagli, tra cui ovviamente molte consorelle di Nimue, a partire da Cia e arrivando fino a Nariko e Syndra. Ovviamente le informazioni erano molto, molto limitate, ma c'erano diversi appunti che Gil aveva accumulato nel tempo. C'erano ovviamente tante informazioni anche su di lei, perché come altre streghe un tempo non era che un gioco. Ma se Nimue avesse speso anche solo un istante a vedere cosa Gil aveva pensato di lei, avrebbe notato una netta differenza. I dati raccolti sulle altre erano pragmatici, a tratti perfino troppo schematiche, come se qualcuno gli avesse insegnato a fare il detective e lui avesse seguito alla lettera degli insegnamenti precisi. Per lei invece il trattamento era stato molto diverso. C'erano molte più foto, molte più informazioni, molte più note. Nimue avrebbe scoperto che anche prima di innamorarsi reciprocamente Gil era diventato ossessionato da lei, ben più folle che violento. Forse se avesse trovato quei documenti qualche giorno prima lo avrebbe sicuramente considerato un pazzo e un mostro, ma dopo tutto quello che avevano passato insieme, cosa potevano significare per lei quelle chiare dimostrazioni di perverso e nevrotico amore? Il fatto che tutte quelle foto e documenti fossero sparpagliati in giro significava probabilmente che Gil si era già messo al lavoro nonostante si fosse svegliato da poco, e soltanto in un secondo momento si era reso conto di essere ancora sporco di sangue e umori, per questo era finito in bagno a darsi una ripulita.
    Nimue? Ti sei svegliata? Sento il tuo respiro cambiare...
     
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    Dopo quella lunghissima notte di passione, Nimue si risvegliò su un letto sconosciuto e pigramente cercò con la mano il suo compagno che non trovò. Non si allarmò dato che sentiva dei rumori provenire dal bagno vicino. Rimase distesa sul letto a fissare il soffitto, mentre nella sua mente scorrevano i ricordi di cosa era successo. Non trovò alcuna traccia di pentimento, nessun rimorso, solo il dolce ricordo della voce della sua bambina che la cercava. Chiuse gli occhi e cercò di immaginarsi la forma delle sue manine minuscole, il suo nasino, i suoi grandi occhi chiedendosi se sarebbero stati azzurri o verdi come i suoi. Se avrebbe avuto la pelle pallida come il padre o scura come lei. I suoi seni erano gonfi di latte, e non poteva darlo a sua figlia. Quel pensiero la straziava e la rendeva impaziente di riabbracciarla. Si sollevò a sedere ed un pensiero la fece sospirare: la sua vita sarebbe cambiata radicalmente, di nuovo. Questa volta però non sarebbe stata sola nella sua guerra personale. Si alzò dal letto per poter raggiungere Gil, e nel tragitto si fermò trovando delle foto di persone che conosceva, perfino foto di se stessa. Si fermò a leggere gli appunti che aveva preso Gil, e capì che in realtà non aveva mai perso il suo obbiettivo di vendetta. Quando vide le foto di Nariko e Syndra, le afferrò e le accartocciò in un impeto di gelosia. Non le piaceva l'idea che Gil non riuscisse proprio a dimenticarle, e ciò la mandava in bestia, poi si calmava subito dopo perché in realtà lo capiva bene, dopotutto nemmeno lei aveva mai dimenticato Nariko. Quella maledetta strega era il suo tormento ed a quanto pare lo era anche di Gil. Riaprì la foto di Nariko, cercando di rimetterla dritta osservandola, carezzò la sua figura con le dita mentre si ritrovava a pensare che poteva farla sua, poteva renderla il ricettacolo di sua figlia. Così che avrebbe smesso di considerarla una consorella fra tante ed avrebbe finalmente avuto qualcosa di profondo che li legava. Un pensiero distorto, non c'era niente di romantico, era malsano e la cosa più spaventosa era che fosse totalmente condivisibile con Gil. Lasciò perdere le foto delle altre e raccolse le proprie, sorridendo divertita nel notare che alcuni scatti erano stati rubati proprio mentre si vedeva la sua scollatura, o si mettevano in evidenza le sue curve. Le altre erano foto che sembravano quasi segnaletiche, le sue invece avevano qualcosa di diverso. Avrebbe dovuto esserne terrorizzata, ma ci vide invece qualcosa di profondamente romantico. Raggiunse Gil in bagno, lo abbracciò dandogli un piccolo bacio sulla guancia.
    Che stavi facendo?
     
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    Quando sentì il corpo meraviglioso di Nimue schiacciarsi contro la sua schiena, le membra di Gil tremarono di eccitazione e di entusiasmo. la strega sentì chiaramente il suo corpo reagire come se qualcosa lo avesse acceso all'improvviso, mentre il cuore batteva forte, sintomo di quanto adorasse sentirla parte di sé, ora che erano diventati davvero una cosa sola. Si lasciò baciare guardandola negli occhi attraverso lo specchio, rispondendo senza indecisione alla sua domanda.
    Cercavo di decidere da dove iniziare... le streghe di Umbra sono sicuramente il nostro obbiettivo migliore, daranno alla nostra bambina tutto il potere di cui ha bisogno. Ma mentre pensavo a dove cercarle mi sono reso conto che dovremmo passare molto tempo a Londra per loro, e mi è tornata in mente la mia fottutissima faccia...
    Iniziò a toccarsi il viso con una punta di violenza, non abbastanza da strapparsi la pelle ma sufficiente per tirarla e rendere la sua espressione decisamente più inquietante.
    La faccia dei maledetti Poltergeist, così gelosi della loro discendenza... ci somigliamo tutti, soprattutto io somiglio schifosamente a mia sorella. Una faccia come la mia non passa inosservata. E lei sarà la prima a darmi la caccia... non so se sono già abbastanza forte per batterla ma non permetterò nemmeno a Stige di mettersi tra noi e la nostra bambina, te lo giuro...
    Gil era completamente pazzo ma non uno stupido. Stige era da sempre il suo più grande spauracchio e anche adesso era assolutamente certo di non avere nessuna speranza in un confronto diretto contro di lei. Dovevano agire con astuzia ma da come aveva puntato subito le altre streghe di Umbra era evidente che una discreta fretta animava la volontà di Gil, e senza una guida avrebbe fatto mosse stupide.
     
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    Gil rivelò subito dopo le dovute coccole che stava già pensando al da farsi, e stava puntando proprio alle streghe di umbra. Una scelta che la fece esitare moltissimo a dire la sua, anche perché tornò di nuovo quel senso di gelosia a tormentarla, ingiustificato e fuorviante. Non poteva farci proprio niente, per non parlare del fatto che non era facile per lei mettere da parte una vita intera di insegnamenti. Notò che Gil si toccava la faccia in modo strano, allarmandola per il modo violento con cui lo stava facendo. Gli fermò la mano e lo guardò con una punta di preoccupazione e di rimprovero allo stesso tempo.
    Ma che stupidaggini stai dicendo? Questa è la faccia di cui mi sono innamorata. La faccia che amerò ancora e che la nostra bambina già ama.
    Lo carezzò sul viso, sospirando e cercando di fare ordine nei suoi pensieri.

    Londra è sicuramente il posto in cui possiamo trovarle, ma non agire in modo sconsiderato. Anche io sono impaziente di poter abbracciare nostra figlia. Però adesso più che mai dobbiamo essere prudenti. Ho saputo prima di vederti che Stige entrerà a far parte del clan. Se facciamo sparire qualcuna delle consorelle già da adesso verranno a cercarci e prenderci. Dobbiamo agire con astuzia. Dobbiamo diventare più forti. E soprattutto non voglio più fare errori.
    Guardò negli occhi Gil più decisa che mai, anche se avevano scoperto un modo pratico con cui ritrovare la loro bambina, non era detto che sarebbe stato semplice.
    Dobbiamo fare pratica, iniziamo da qualcuno che è forte ma che non faccia destare sospetti. Voglio rafforzare con degli incantesimi i nostri riti. Le streghe sono preziose, non possiamo permetterci di sprecare nemmeno una goccia del loro potere. Una volta che padroneggiamo bene il rito, saremo anche più forti, al punto che nemmeno Stige potrà fermarci.
    Nimue era lucidissima, non era più tormentata dai sensi di colpa, sapeva perfettamente quello che stava dicendo, e non aveva più intenzione di tirarsi indietro.
     
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    Nimue amava la sua faccia, a differenza di Gil. Il ragazzo l'avrebbe volentieri strappata e bruciata senza pensarci due volte, ma il fatto che la sua regina ne fosse così infatuata gli bastava per tenerla al suo posto e riuscire a sopportarla. Proprio vero: una donna è capace di salvare un uomo dalla disperazione più totale con un semplice gesto. Si ritrovarono quindi faccia a faccia e Gil capì immediatamente che Nimue non stava più agendo per timore o restrizioni. Non aveva paura, era determinata quanto lui, ma riusciva a rimanere lucida, capace di pianificare la loro prossima mossa con astuzia. Una vena di rabbia si accese sulla sua fronte al pensiero che Stige potesse diventare ancora più forte trasformandosi in una strega, ma mentre scuoteva il capo con dissenso Nimue continuò ad offrirgli il giusto consiglio, permettendogli di ragionare e ritrovare l'equilibrio. Lo sguardo del ragazzo si fece pensieroso e mentre si lisciava il mento con aria assorta, annuì col capo più volte.
    Credo tu abbia ragione... non possiamo sacrificare neanche una goccia del potere delle streghe. Ci serve per intero. I nostri rituali dovranno essere perfetti, abbiamo bisogno di molta pratica. E al tempo stesso... ci serve più potere.
    Tornò a guardare Nimue con l'espressione di chi ha avuto una brillante idea, ma prima di tornare a pensare non poté fare a meno di soffermarsi davanti alla bellezza di quella donna unica. Adesso che portava dentro di sé il potere oscuro che animava anche la sua lanterna, Nimue era perfetta. E non lo inorridiva minimamente il membro che portava tra le gambe, anzi era un segno della sua corruzione perfetta, di una rinascita a nuova vita, votata alla loro bambina, proprio com'era successo con lui. Nel vedere quell'affare mostruoso Gil allargò un sorriso malefico, segno che in quella missione non avrebbe fatto tutto lui, e non vedeva l'ora di ammirare la sua regina mentre scopava quelle dannate streghe concedendo al suo amato la vendetta che tanto aveva sognato nei giorni della sua rinascita.
    Il professore mi ha parlato di cimeli potenti, appartenenti al passato e considerati perduti. Mi ha detto che sono così pericolosi che addirittura le creature del labirinto ne temono il potere. Ho intenzione di impossessarmene: con un simile potere dalla nostra parte nessuno potrà fermarci. Non tutti conoscono il modo per ottenere questo potere, in effetti non lo conosco nemmeno io. Dovremmo cercare informazioni, le estorceremo a chiunque possa, sarà la nostra scia di briciole di pane da seguire. Qualsiasi ostacolo che troveremo sarà terreno fertile per i nostri rituali: otterremo le informazioni torturando e facendo a pezzi chiunque ci ostacoli, e grazie a questo diventeremo perfetti. Una volta ottenuto il potere e perfezionati i rituali, saremo pronti per affrontare le streghe di Umbra, una ad una.
    Gil e Nimue sarebbero quindi partiti alla volta della loro missione finale: avrebbero trovato il potere delle Gemme dell'Infinito e durante quel viaggio avrebbero seminato morte, distruzione e follia. Raggiunto quel traguardo non avrebbero avuto solo il potere di sfidare le altre Streghe di Umbra ma soprattutto avrebbero trasceso la loro natura. E con un simile potere qualsiasi desiderio poteva diventare realtà, anche portare finalmente la loro bambina in quel mondo maledetto.
     
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    Nimue più di Gil sapeva esattamente di cosa stesse parlando quando affermava che le streghe fossero preziose e che non avrebbero dovuto sprecare nemmeno una goccia del loro potere. Il suo compagno nemmeno poteva immaginare quanto in realtà fossero connesse le streghe una all'altra. I suoi timori erano fondati anche su una possibile conseguenza su loro figlia, dopotutto aveva sangue di umbra esattamente come lei, non doveva assolutamente sbagliare. Gil sembrò capire l'importanza di ciò che aveva detto, facendo tirare un sospiro di sollievo a Nimue, dato che aveva temuto che pensasse che aveva dei ripensamenti o dei riguardi per loro. Solo a quel punto abbassò leggermente lo sguardo notando che aveva ancora un fallo maschile. Di solito l'incantesimo non durava mai così a lungo, allarmando un pizzico Nimue. Non era spaventata, più che altro era lo stesso tipo di preoccupazione che si ha quando si ha un leggero mal di pancia e si cercava l'origine nei ricordi. Gil la strappò via da quelle futili preoccupazioni facendole presente che il professore gli aveva parlato di cimeli potenti che avrebbero potuto aiutarli a diventare più forte.
    Mi sembra un ottimo piano. Sono brava a fare questo tipo di ricerche, ho anche i giusti agganci per indagarne in merito.
    Diede un altro affettuoso bacio sulle labbra del suo compagno, poi gli diede una piccola pacca sulla spalla.

    Non perdiamo altro tempo, diamoci da fare. Conosco anche degli incantesimi di travestimento, te ne insegnerò qualcuno, ma prima ho bisogno di una doccia.
    Scivolò via dall'abbraccio del suo uomo per darsi una bella ripulita, accorgendosi mentre lo faceva che era diventata più forte. Solitamente dopo notti intere a fare l'amore con Gil era sempre distrutta, stanchissima, invece quel giorno si sentiva piena di energie, era come se la vicinanza di Gil riuscisse a ricaricarle le batterie. Quella sensazione le diede coraggio e soprattutto una gran voglia di darsi da fare. Presto avrebbe riabbracciato sua figlia, e tutto ciò che avrebbe sofferto per ottenerlo sarebbe stato un dono per lei. La sua terribile avventura era appena iniziata.


    Io credo che finirla così sia ottimo. Grazie per la tua pazienza e per questa bellissima role.
     
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