The mountain episode

x Doom

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    Ad Enas sembrava che fossero passati anni da quando Chacu Challua aveva chiesto il suo aiuto che poi gli sarebbe valso un nome come ricompensa: Qispi Umina. Dopo la difficile battaglia che l’aveva visto “affrontare” spietati demoni infernali, l’autostima del giovane era sotto le scarpe, tanto che persino la balena volante si fece impietosire, suggerendogli di cercare questo leggendario potere. Il ragazzo aveva passato parecchi mesi trovando poche informazioni in libri polverosi. Il nome era ovviamente collegato a quello degli Immortali Terrestri e si riferiva ad un’arma particolare, anche se ancora non aveva bene le idee chiare: certi scritti indicavano una spada, altri ne nominavano tre, ma dopo tanta fatica riuscì a trovare almeno la sua locazione: una roccaforte degli Immortali, nascosta fra le valli alpine e la cui esistenza era nota a pochi, che l’avevano trascritta in ancor più scarsi documenti. Ma ora la direzione era finalmente chiara! Dopo essersi dotato di indumenti più pesanti del suo solito ed essersi diretto nel nord dell’Italia, Enas guardava le pendici montane che lo aspettavano: una lunga camminata di ore, fra sentieri mezzi dimenticati, discontinui e probabilmente pieni di pericoli. Il ragazzo era da solo, ma la strada non lo spaventava. Sulla fiancata di una valle disabitata da anche prima delle guerre si nascondeva il santuario degli Immortali Terrestri e dopo essere partito alle prime luci dell’alba, il sole era ormai dietro le montagne prima che Enas superasse una curva, salisse e avesse davanti il suo obbiettivo! L’antico tempio, roccaforte di coloro che si oppongono al male! Però, con qualche sorpresa…
    Il ragazzo rimase a bocca aperta. Davanti a lui, infatti, non c’era pietra o cemento, ma un cottage montano, di quelli che si vedono sulle cartoline. Di fianco ad un ruscello che forniva acqua fresca si trovava la casetta di tronchi, fornita con una pila di legna appoggiata a lato ed un ceppo con ascia per tagliare pezzi piccoli abbastanza per essere bruciati. Enas rimase a guardare la linea di fumo del caminetto che usciva per almeno dieci minuti, confuso e stupito. Non c’era ancora uno spesso strato di neve, ma certi cumuli bianchi mostravano come facesse comunque un certo freddo.


    Questa sarebbe…il luogo che custodisce Qispi Umina….?

    Enas era quasi in stato di shock, anche se lo avrebbe dovuto aspettare dall’organizzazione e di una balena viola gigante. Ancora con uno sguardo che tradiva stupore cercò di avvicinarsi con un portamento serio e dignitoso. L’unica cosa che c’era da fare ora era muovere il culetto sodo e bussare alla porta, corredata con una ghirlanda di fiori montani.
     
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    Se il paesaggio quieto e insolito, distante da quello che doveva somigliare ad una roccaforte, aveva stupito Enas, allora l'autobus sarebbe stato ancora più straordinario. Uno di quegli autobus che al posto delle ruote ha dei cerchi magici infernali, che usavano i denti di demoni evocati per scalare anche montagne ripidissime in perfetto stile cavalli nei videogiochi. Dall'autobus uscì una grossa palla di pelo dall'aspetto inquietante: uno yeti peloso a dir poco, enorme quasi il doppio dell'autobus tanto che ci si poteva domandare come avesse viaggiato fino a quel momento, e che indossava solo una grossa giacca nera sulle spalle che gli dava un'aria da cacciatore di mostri maledetto. Lo yeti fissò Enas con l'aria di chi conosceva bene quel ragazzo, e Enas avrebbe ripensato immediatamente alle parole di Chacu: non sarebbe stato da solo, qualcuno lo avrebbe aiutato. E quel gigantesco yeti di sicuro sarebbe stato un aiutante brutale che a poco gli sarebbe servito in una ricerca tanto delicata.
    Yo grazie per avermi aiutato Sho, se tornavo tardi anche oggi mio figlio non mi avrebbe perdonato. Ultimamente si sta appassionando al baseball... io avrei preferito il calcio ma lo sai come sono i ragazzi. E poi io gli voglio troppo bene, lo incoraggerei anche se volesse fare la ballerina.
    Il ringraziamento di quella palla di pelo e muscoli venne rivolto ad un ragazzo dalla chioma rossa che uscì dall'autobus insieme a lui, lasciandosi richiudere la portiera del veicolo alle spalle. Il giovane aveva l'aria di un tipo allenato, visto che la corporatura definita e scolpita era evidente anche sotto la giacca dal motivo mimetico che portava sulle spalle. Le maniche di quella giacca erano per qualche motivo molto stropicciate, tanto da dare loro un'aria disordinata, un pò come se di rado venissero usate effettivamente come copertura e più che altro come laccio. In spalla portava una strana katana dall'aspetto vetusto ma molto legante, e non era vestito particolarmente pesante, tanto che era facile intravedere qualche brivido attraversargli il corpo. Piantò la mano un paio di volte sul fianco del gigantesco yeti perché non arrivava alla sua spalla e con un respiro soddisfatto che avvolse la sua faccia in una nube bianca gli diede una calorosa risposta.
    Tranquillo, te l'ho detto che ero di passaggio. La prossima volta però ricorda: la linea blu non arriva fino a qui, se parti da Roma devi fare lo scalo per la linea rossa e finire con quella verde. Usa le Goleador per ricordartelo.
    L'autobus ripartì e dopo un pacifico ringraziamento ulteriore, lo yeti iniziò a scalare la parete montuosa vicino al cottage congedandosi, mentre Sho si concedeva un attimo di respiro prima di voltarsi verso Enas. Erano rimasti praticamente solo loro due. Il rosso alzò lo sguardo e con un cenno del capo iniziò ad avvicinarsi.
    Tu devi essere Enas, vero? Forse ti hanno avvisato del mio arrivo. Mi manda Traesto, sono qui per aiutarti.
    Con un sorriso amichevole e caloroso, il ragazzo allungò la mano destra verso Enas per presentarsi.
     
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    Di certo esseri pelosi e mezzi bizzarri non erano così fuori dall’ordinario, ma il complesso delle cose rendeva lo stupefatto Enas ancora più incredulo. Aveva impiegato così tanto tempo e fatica per arrivare qui, che vedere un veicolo raggiungere questa zona con così tanta facilità lo rendeva irritato.
    Un…autobus? Dove sono finito…
    Dal mezzo scese una palla di pelo che evidentemente non si sottometteva alle inferiori leggi della fisica, per poi avere un dialogo con un tipo lì di fianco. Almeno quello era una persona comune….probabilmente. Enas guardò lo yeti scalare la parete rocciosa, ed il giovane si dimenticò di almeno salutare. Solo quando l’uomo delle nevi era troppo lontano potè fare un timido cenno con la mano e blaterare qualche parola di commiato, per poi volgere lo sguardo a colui che era rimasto. Si scrollò un poco la polvere del viaggio dai vestiti pesanti che si era messo, ed abbassò il cappuccio, mostrando i capelli di un colore immacolato, quasi come il mantello che indossava.
    Ah, si certo…piacere, il mio nome è Enas Graphtos. Il….lo yeti peloso, era…amico tuo?
    Chiaramente la sua mente era ancora al batuffolo di prima, tanto che indicò la direzione generale verso cui era andato.
    N-non importa, non importa. Suppongo che tu sia l’aiuto che Chacu Challua aveva accennato? Di certo la parte di ricerca l’ho dovuta fare da solo…ma era parte della prova, no?
    Riuscire a dire il nome dell’Immortale Terrestre gli aveva richiesto lunghe sessioni di allenamento allo specchio, ma sembrava che i risultati fossero stati ottenuti. Se questa persona era stata inviata da Traesto, evidentemente Enas si trovava sulla strada giusta. Allungò la propria mano, stringendo quella del ragazzo con fermezza.
    Quindi…come funziona adesso la cosa? C’è…una prova da superare? L’antica reliquia è…nascosta dietro la pila di legna? O qualcos’altro che non posso neanche immaginare? Già la capanna dei boschi mi ha destabilizzato un pochino…
    Ormai Enas era completamente spiazzato: l’immagine mentale che si era fatta dell’organizzazione degli Immortali Terrestri sembrava completamente errata.
     
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    La confusione di Enas era comprensibile quindi Sho non si abbandonò a dimostrazioni troppo divertite, limitandosi a sorridere con qualche senso di colpa di troppo nella speranza che non si notasse troppo quanto la faccia di Enas fosse comica in quel momento.
    Sei il primo che vedo che riesce a pronunciare il nome di un Immortale così, impressionante. Ma tranquillo non sarà niente di così complicato.
    Se scalare la montagna e imparare a pronunciare lingue antiche era la parte difficile, Enas poteva considerarsi a cavallo. Sho concluse la stretta di mano e gli fece cenno di seguirlo verso il cottage, ma più si avvicinavano più Enas avrebbe potuto capire come mai quel posto all'apparenza tanto normale DOVEVA essere legato a qualcosa di molto più sorprendente: il legno che lo componeva infatti era attraversato da una chiarissima nota magica, tipica di quegli alberi cresciuti grazie alle arti occulte. Il tepore che emanava dall'interno era chiaro anche a porte e finestre chiuse, un fenomeno che di solito si verifica solo quando c'è di mezzo un sistema di riscaldamento magico, che viene assorbito solo dai corpi vivi e non scioglie ghiaccio e neve circostanti, preservando la temperatura ambientale. Anche le porte e le finestre non erano protetti da sistemi normali e meccanici come maniglie o pomelli, ma delle strisce di segmenti magici ad un livello tipo asilo, ma comunque piuttosto interessanti da usare e che potevano lasciare fuori qualcuno di poco preparato. All'interno trovarono una di quelle classiche postazioni da vacanza, completo di intrattenimento, letti, bangi di lusso e frigobar molto più che fornito. Non c'era nessuno al di fuori di loro e a giudicare dall'espressione sorpresa di Sho, quella doveva essere la prima volta lì anche per lui.
    Wow... magari tutti gli allenamenti fossero così...
    Commentò con entusiasmo lasciando sul primo divano utile la sua spada e la sua sacca piena di cose, iniziando a mettersi a suo agio iniziando dallo sfilarsi le scarpe in maniera composta ma frettolosa. Il pavimento era in legno morbido, ed era riscaldato, un vero piacere. Uno impavido avrebbe potuto anche dormirci a terra.
    Di prove da superare ne troverai parecchi ma quelle che ti aspettano oggi beh... non sono molto ferrato sinceramente. Mi hanno mandato qui perché sono abbastanza sveglio, o almeno così dicono, credo che significhi che dovremmo scoprire assieme di che si tratta. Ma non preoccuparti, non ho intenzione di andarmene senza aver fatto il mio dovere.
    Sembrava parecchio entusiasta di quella nuova missione, quindi Sho sfoggiò una posa vittoriosa piantandosi i pugni chiusi sui fianchi e mettendo in mostra il simbolo dei custodi che sfoggiava con fierezza sulla spalla, affidato ai maestri e alle guide della Covenant.
     
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    Dopo la punta d’orgoglio che gli provocò il complimento, Enas seguì il giovanotto verso la casupola di legno. Ora che lo shock iniziale era svanito, il biondino potè notare come quella semplice abitazione sembrava in realtà dotata di una particolare aura: sfiorò con le dita uno dei tronchi che componevano la parete esterna, riuscendo a percepire l’energia che scorreva all’interno.
    Beh, a quanto pare questa non è la tua classica baita delle vacanze…a quanto pare è anche per te la prima volta in questo posto? Non dovrebbe esserci tipo…un anziano custode o qualcosa del genere?
    Una volta entrato nello spazio incredibilmente confortevole, Enas posò il suo soprabito su un attaccapanni appena di fianco alla porta, per poi guardarsi un attimo intorno: il luogo era terribilmente comune per un rifugio d’altura, salvo per la morbidezza e leggero calore che il pavimento emanava, capace di superare i pesanti scarponi che il ragazzo si era messo. Veniva quasi voglia di togliersi le scarpe e stare a piedi nudi e dimenticarsi di essere in missione per recuperare un’antica arma dal nome bizzarro. Magari fosse stato così semplice, chiudere gli occhi ed immaginare questo momento come una vacanza…Enas avrebbe dovuto portarsi qualcosa da leggere. Intanto, togliersi le scarpe e rimanere con le calze, bianche come il resto del suo outfit pareva una buona idea.
    Quindi anche tu non sai bene cosa dobbiamo fare qua dentro? Cos’è, una escape room? Sigh…davvero Chacu Challua ha in mente questo, quando si parla di allenamento?
    Se quella specie di grosso pesce viola l’aveva portato qui per divertirsi, alla prossima volta che lo vedeva gliene avrebbe dette quattro! Ma non era il momento dei rancori. Almeno la persona che doveva aiutarlo sembrava simpatica.
    Quindi tu sei con gli Immortali? Avete tipo una tessera, o qualcosa del genere? Oh! Avete dei nomi in codice? Tu hai un nome in codice?
    In un raro caso di eccitazione da parte sua, Enas guardò il compagno di allenamento con aria curiosa. Non aveva mai avuto un nome in codice, lui. Il biondo notò quasi subito il simbolo che Sho aveva sulla spalla: non sembrava un marchio fatto a caso e se non fosse riuscito a capirne il significato, era chiaro che ne avrebbe posseduto uno particolare. Dati i propri convenevoli, il ragazzo avrebbe cominciato a camminare per la stanza, dirigendosi al minifrigo cercando di non farsi notare; la camminata l’aveva proprio reso affamato.
     
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    Giustamente Enas aveva bisogno di una guida e forse si aspettava un anziano maestro con la barba lunga, la pelata lucida e i muscoli a scomparsa per i momenti difficili, Sho si ritrovava sempre in imbarazzo a cercare di spiegare che anche lui era tecnicamente un "maestro" per quanto fosse il più giovane della sua categoria. E non gli piaceva neanche vantarsi troppo, quindi fece il vago, portandosi una mano dietro la nuca e lisciandosela mentre teneva lo sguardo alto.
    Chissà, magari non ne avremo bisogno...
    Non argomentò più del necessario, soffermandosi piuttosto a riordinare le idee così da dare una spiegazione esaustiva ad Enas, che nel frattempo si stava mettendo a suo agio. Dietro quel grosso cappotto non lo aveva visto per bene, ma adesso che si stava spogliando Sho poteva notare quanto curioso fosse quel ragazzo: non era di certo nuovo ad aspetti tanto androgini ma lui non era caratterizzato solo da questo. Sembrava quasi una bambola di porcellana, difficile da definire solo a parole non conoscendo quelle giuste per descriverlo, bisognava stargli davanti per capire e Sho non riuscì a nascondere un discreto stupore, misto a interesse. Dovette tornare con i piedi per terra quando Enas lo riempì di domande strane sugli immortali e sulla sua appartenenza a un "gruppo", chiedendogli addirittura se aveva un nome in codice.
    N-nome in...? No, direi di no... dicendo "no" ad alta voce suona così deludente però...
    Sarebbe stato figo avere dei nomi in codice, in effetti, ma chissà che avrebbero pensato di una simile proposta maestri seri e tutti d'un pezzo come Mugen e Rodin. Pensieroso, rimase con lo sguardo fisso su Enas anche mentre si dirigeva verso il frigo e seppe per certo di non essersi sbagliato... quella camminata era proprio inusuale e metteva in evidenza delle forme decisamente effeminate. Il rosso scosse il capo, forse l'astinenza prolungata gli aveva fatto brutti scherzi, e con un paio di schiaffi sulle guance tornò al discorso principale, cercando di mettere in ordine tutte le idee.
    Ok lascia che ti spieghi con calma: non sono io quello che sta con gli Immortali. Io faccio favori ai miei amici ed essendo Traesto sia un mio amico che "quello che sta con gli Immortali", mi ha chiesto di essere qui per darti una mano. Sapeva che la questione non sarebbe stata semplice perché come puoi vedere questa non somiglia affatto ad una roccaforte degli immortali...
    Mentre parlava si avvicinò a lui, sedendosi su un angolo della poltrona di fianco al frigobar, tenendo le natiche sull'angolino e posizionando i gomiti sulle sue ginocchia, piegandosi in avanti. In un primo momento avrebbe semplicemente accettato una bibita se Enas gliela avesse offerta, ma ben presto avrebbe iniziato ad allargarsi il colletto della giacca. Abituato com'era a portarla legata intorno alla vita, adesso iniziava a sentire caldo.
    Il fatto è che gli Immortali Terrestri e gli esseri umani hanno concetti diversi di "fortezza". Quei tizi sono sulla terra da miliardi di anni e si sono sviluppati anche prima delle più antiche piante. Quella che loro definiscono "fortezza" è un groviglio di radici dell'albero della vita che si accumula parecchi metri sotto i nostri piedi. Noi "umani della terra" lo possiamo definire un "punto nevralgico" o una "zona di interconnessione energetica". Insomma una fonte di potere di grande valore, e sembra essere alimentata da ciò che cerchi. L'arma di cui ti ha parlato Chacu, la Qispi Umina, ha scelto nel tempo dei campioni che potessero brandirla a fin di bene. Ma dovevano dimostrare di essere degni.
    Afferrò a quel punto un taccuino infilato nella sua giacca. Non era vecchio, anzi gli sticker dei gladiatori d'acciaio lasciavano intendere che fosse nuovo di zecca, e personale. Dentro c'erano tantissimi appunti, pezzi di racconti e testimonianze estrapolati da libri e documenti importanti. Sho aveva fatto i compiti: si era informato moltissimo sull'argomento per essere pronto ad aiutare Enas al meglio.
    C'è un problema però: non sappiamo "cosa" effettivamente ti rende degno del suo nome, o almeno non con assoluta certezza. Quindi diciamo che questo è una specie di raduno nerd per capire quale è la lore dietro Qispi Umina e come fare per ottenerla.
    Ecco come stavano le cose: Enas non poteva contare su un vero Immortale Terrestre o la mente eccelsa che aveva tenuto assieme l'umanità fino a quel giorno, ma Sho nella sua semplicità era un tipo preparato e pronto a tutto pur di aiutarlo. Se univano le forze sarebbero riusciti nell'impresa.
     
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    Più ci parlava assieme, più Enas riusciva a rilassarsi intorno a quel simpatico ragazzetto. La camminata circospetta con cui si stava avvicinando al frigo diventò presto più rilassata e una volta raggiunto l’agognato ingegno di meccanica polare, Enas tirò fuori per sé un po' d’acqua.
    Hey, tu vuoi qualcosa? E non preoccuparti per la cosa dei nomi in codice. Anzi guarda, non mi hai ancora detto il tuo, quindi te ne potresti inventare uno sul momento! Vuoi qualcosa da bere?
    A seconda della risposta il ragazzo avrebbe preso qualcosa di appropriato, mentre lui si sarebbe sistemato sul divano a riflettere. Vista l’assenza di altre persone si poteva permettere di stare un poco scomposto, vista la lunga camminata le sue giunture chiedevano un po' di riposo. Allargò le braccia sopra lo schienale, incrociando le gambe e guardando Sho.
    Quindi hanno costruito una baita su uno di questi punti nevralgici? Di certo non da troppo nell’occhio come luogo di ritrovo di un’organizzazione…al contrario, ci passerei volentieri le mie vacanze. Ah, grazie per aiutarmi comunque. Quindi il motivo per cui siamo qui è che dobbiamo trovare qualcosa che mi renda degno….
    Enas comiciò a muovere il piede sollevato da terra in maniera ritmica, mandando alla mente delle possibili cose che potevano legarlo all’arma in questione.
    Direi che possiamo cominciare a buttare giù i dati che abbiamo. Non pensavo che mi sarebbero serviti, quindi non ho carta e penna….usiamo il tuo taccuino, o c’è una lavagna magica a scomparsa di cui non sono a conoscenza?
    Il giovane avrebbe poi messo giù la gamba, per inclinarsi in avanti congiungendo le mani appena sotto la fronte e guardare Sho.
    Cominciamo da me. Il mio nome già lo sai. Vengo da Roma, sono specializzato in arti curative, e sono venuto a conoscenza degli Immortali dopo che uno di loro mi ha teletrasportato senza troppe cerimonie ad aiutarlo, mentre ero ancora in pigiama. A volte mi chiedo se quello fosse proprio il motivo che lo ha spinto a scegliere me. Sull’arma in questione non ho le idee precisissime, gli scritti che ho trovato sono contrastanti. Alcuni parlano di una spada, altri di strani poteri telecinetici…tu magari hai un’idea più chiara?
     
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    Mentre si faceva passare una bottiglia d'acqua frizzante, Sho si spalmò la mano sulla faccia rendendosi conto che era stato così assorbito dalle domande e curiosità di Enas da non essersi presentato. Sbuffò, vergognandosi quel tanto che bastava per farlo arrossire, iniziando a camminare mogio mogio verso il divano davanti a quello di Enas, assumendo una posizione decisamente meno rilassata di quella dell'albino e più concentrata: come al solito con le chiappe quasi al limite del sellino e la schiena piegata in avanti. Il mistero non scoraggiò affatto il suo assistito e quello era decisamente un buon inizio. Sho fece per allungare la mano verso la lavagna magica a scomparsa ma appena Enas la nominò le mani del rosso tremarono bloccandosi sul posto. Non avrebbe retto un altro momento imbarazzante in rapida successione.
    N-no... tranquillo, usiamo il mio taccuino...
    Fece un lungo respiro e dopo aver ritrovato una calma accettabile tornò a guardare Enas. Non poteva negare che il suo aspetto quasi artificiale lo incuriosiva tantissimo ma non erano lì per distrarsi. Forse avrebbero potuto conoscersi meglio una volta risolto il problema più impellente.
    Intanto scusami se non mi sono presentato: mi chiamo Sho, Sho Minazuki e come ho maldestramente accennato sono un maestro dei custodi che si occupa di aiutare le persone con problemi del genere. Quindi possiamo considerarlo dovere, ma lo faccio con piacere non preoccuparti. Questo genere di cose mi intrigano un sacco...
    Non si risparmiò ad appuntare tutto ciò che Enas gli aveva detto sul suo conto, cercando di tralasciare l'immagine mentale che so era fatto di lui infilato nel letto con un pigiama abbastanza fraintendibile che mettesse ulteriormente in evidenza la sua natura androgina. Ma non poteva distrarsi per il momento. Appena lo sentì parlare di telecinesi, Sho saltò sul posto alzando la penna che stava impugnando come a volergli far capire che aveva avuto un'intuizione, ma prima di ogni altra cosa doveva ritrovarla sul suo taccuino di appunti. Sfogliò freneticamente le pagine cercando la parola chiave, Enas poteva notare che gli occhi di Sho si muovevano molto velocemente perché non stava cercando la pagina giusta partendo dalle immagini ma dalle parole. Sapeva leggere molto velocemente, sembrava quasi un computer all'opera. Piantò l'indice su una delle pagine che stava cercando e riprese subito a parlare senza staccare gli occhi da quel foglio.
    Eccolo, una vecchia leggenda risalente al primo secolo dopo cristo: si diceva fosse come un angelo custode, con ali scintillati e capace di impartire il volere di Dio proteggendo chi la impugnava. Mi pare di capire che è abbastanza affine all'energia angelica, se tu fossi affine al Juinjutsu ad esempio potrebbe essere un problema. Hai mai fatto l'esame per capire l'affinità alle energie occulte?
    Si riferiva ovviamente non all'affinità elementale ma a quella legata alle arti occulte, particolarmente complesse da apprendere e utilizzabili solo se si possiede il giusto equilibrio tra allenamento e predisposizione. Le affinità occulte poi erano estremamente volatili e grossi cambiamenti fisici, evoluzioni delle proprie abilità, traumi o anche solo sconvolgimenti ormonali bastavano a resettare tutto e cambiare il ciclo energetico di un circuito magico. Sho alzò lo sguardo piazzandosi la penna sul labbro inferiore, aspettando una risposta da Enas. Non sarebbe stato difficile aiutarlo scoprendo quale arte occulta scorreva facilmente nelle sue corde.
     
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    Enas annuì con felicità all’udire il nome di Sho. Chiaramente doveva sentirsi un poco in imbarazzo, per dimenticarsi di presentarsi! Per il giovanotto era difficile notare come le sue forme androgine ed il suo culetto sodo potessero provocare particolari moti in coloro che gli stavano attorno, ed ormai venire scambiato per una ragazza non lo disturbava particolarmente. Ascoltò con interesse Sho, rapito dall’immagine di un supposto angelo capace di usare quest’arma delle favole.
    Angeli hai detto? So che ce ne sono che si aggirano sulla terra; quindi, questa leggendaria arma veniva impugnata da uno di loro? Sembra credibile. Ma non era legata agli Immortali Terrestri, oppure l’hanno semplicemente raccolta da terra? Uhm…oh, però potrebbe aver senso.
    Enas avrebbe alzato la manica destra della sua maglietta da tracking, mostrando a Sho l’avambraccio su cui si muovevano pigramente i marchi dell’Ouroboros, il suo potere speciale. Probabilmente il rosso aveva visto cose ben più bizzarre, ma vedere questi marchi muoversi come serpenti lungo le dite di Enas spesso provocava un leggere brivido lungo la schiena di chi gli stava attorno.
    Queste sono le abilità curative che ti dicevo prima, e che tradizionalmente sono attribuite ad un linguaggio insegnato dagli angeli alla mia famiglia. Se davvero quest’arma possiede un’affinità del genere, i puntini cominciano ad unirsi!
    Nei riguardi delle sue arti occulte, Enas aveva sempre cercato di riempire le sue lacune offensive, quindi il potere del Juinjutsu sembrava la scelta migliore. Il giovane si guardò il palmo, utilizzando una frazione del potere imparato per generare una piccola fiammella nera, che ricordava le tecniche da principianti delle arti demoniache. Aveva appreso una cosa così antitetica alla sua vocazione di guaritore in seguito alle sonore sconfitte subite da più o meno chiunque di serio volesse menare le mani con lui, ma Enas non aveva mai provato particolare piacere ad usare il Juinjutsu.
    Visto che le mie abilità personali non erano mai state particolarmente incisive in battaglia, dopo aver preso un po' di mazzate ho deciso di provare ad usare qualcosa di più…offensivo. Forse però è stata la scelta sbagliata? Dovrei imparare nuovamente qualche altro tipo di arte elementale? Non che dover imparare qualcosa di nuovo mi abbia mai fermato…è un po' come imparare una nuova lingua, non trovi?
    Enas abbassò il braccio per guardare Sho con un sorriso. Anche se inaspettato, questo incontro si stava rivelando almeno divertente!
     
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    Forse stavano davvero iniziando col piede giusto, e non solo perché quando camminava e muoveva le gambe Enas tirava fuori un lato che forse neanche lui sapeva di avere, ma anche e soprattutto perché l'affinità del giovane assistito di Sho sembrava avere tutti i presupposti per entrare in contatto con quel potere. Lo sguardo del custode si fece estremamente più attento quando Enas gli mostrò le scritte che serpeggiavano tra le sue dita, e non fu facile nascondere il grande stupore dietro quella scoperta, come se avesse trovato qualcosa di davvero raro. Quindi non aveva solo un bel corpicino, ma anche un'affinità magica molto peculiare. Enas poteva essere assai più unico di quanto entrambi potessero immaginare.
    Lingua angelica rigenerativa... mai vista così a contatto con un corpo umano! Inizio a capire perché Chacu ti ha fatto spingere fin qui...
    Era chiaro che anche per Sho il quadro stesse assumendo un senso molto più limpido. Fece scivolare di nuovo il grosso delle pagine per ritrovarsi su quelle bianche del suo taccuino, iniziando ad appuntare rapidamente qualcosa mentre Enas gli mostrava la sua affinità col Juinjutsu. Sebbene non lo fece saltare di nuovo sul posto, la scoperta colse comunque alla sprovvista Sho che osservò il fenomeno come se stesse vedendo l'acqua andare a fuoco. L'energia diabolica che scorreva nella sua mano non era contaminata, evidentemente Enas si era allenato parecchio per compensare la sua mancanza di offensività, forse anche per quello sentiva il desiderio di ottenere un nuovo potere. Lo sguardo di Sho si alzò verso quello dell'albino ed iniziò ad annuire con l'aria di chi stava mettendo in moto il cervello.
    E' un pò come imparare una nuova lingua, proprio così. E poi non è grave come sembra: il pregiudizio sul Juinjutsu è qualcosa che risale all'epoca dell'inquisizione, certo non fa sempre bene a chi lo usa ma non è neanche empiricamente "malvagia" come risorsa. Tuttavia va in netto contrasto con la tua forza curatrice. Quindi ecco la mia ipotesi:
    Si sollevò di colpo, abbandonando la sua poltrona per avvicinarsi ad Enas e sedersi alla sua sinistra. Una volta che furono uno di fianco all'altro, Sho gli mostrò cosa aveva appuntato sul suo taccuino: un piccolo schema energetico con figure stilizzate. Su un piano c'era un omino che rappresentava Enas, mentre sotto di lui c'era un nucleo energetico che il rosso aveva indicato come "Qispi Umina". Una freccia da Enas verso il basso era stata tracciata imitando i disegni sulle sue dita, segno che quelle parole magiche curative potevano puntare all'energia magica custodita sotto di loro, ma un'altra freccia a zig-zag, marcata di un nero molto forte per rappresentare il Juinjutsu, ostacolava la comunicazione rendendola più complessa.
    Credo sia possibile che Qispi Umina non sia nella sua forma materiale. Forse perché distrutta in una vecchia battaglia o perché sigillata in modo che non finisca nelle mani sbagliate, non può palesarsi in maniera chiara e diretta. Forse Chacu ha mandato te perché il tuo potere può "rigenerarla" come faresti con le tue ferite, ma non risulta così semplice perché ti sei allenato anche a compensare le tue mancanze con una forza distruttiva. Forse se riusciamo a mettere in uno stato "dormiente" momentaneo i circuiti magici dedicati al Juinjutsu, e ci concentriamo solo sul verbo che copre il tuo corpo, possiamo entrare in contatto con Qispi Umina e rigenerarla anche da qui, senza necessariamente scavare fisicamente un buco fino al nucleo sotto di noi. Cosa decisamente poco entusiasmante e potenzialmente fallimentare visto che se l'arma angelica è davvero in una forma immateriale, raggiungerla fisicamente non servirà a niente.
    Durante la spiegazione Sho si era avvicinato un pò troppo, forse colto da un entusiasmo quasi fanciullesco. Si schiacciava da un lato contro Enas, facendogli sentire il fisico molto allenato ma soprattutto accaldato perché ancora non si era tolto la giacca, cosa alla quale non era assolutamente abituato. D'altro canto però era perfettamente in grado di concentrarsi e raggiungere a conclusioni utili, come appunto provare a comunicare con Qispi Umina come se dovessero "curarla".
     
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    Enas osservò curioso mentre Sho disegnava schemi e linee, esplicando la situazione con chiarezza. Il ragazzo non lo sapeva, ma che qualcuno come Sho fosse in grado di spiegare in modo così efficace non doveva essere strano, essendo un maestro dei Custodi.
    Ok, quindi dobbiamo…bloccare i miei circuiti del Juinjutsu. Una materia di studio estremamente interessante, sono sicuro, ma come funziona? Non avendolo mai fatto, so che i circuiti magici sono facilmente suscettibili a cambiamenti, ma c’è un modo accurato per far avvenire questo fenomeno?
    Anche quando Sho si avvicinò ad Enas, il biondino non si scompose troppo. Visto che il contatto era fondamentale per l’utilizzo del Ouroboros, venire toccato non lo metteva a disagio. Quello che non gli capitava spesso però era di rimanere vicino ad un ragazzo giovane e ben messo come il Custode. Ma non era tempo di fare certi pensieri! Sho avrebbe potuto sentire un soffice tepore provenire dal braccio di Enas, chiaramente derivato dai suoi poteri. Quel tipo era proprio un vero angioletto!
    Vediamo se ho capito, Qupsi Umina è una spada di origini angeliche che è stata rotta tempo fa ed ora si trova sotto di noi, ma con l’Ouroboros possiamo ripararla. Devo dire che non ho mai provato ad usarlo con delle armi, ma probabilmente questa ha qualcosa di diverso. Avrei comunque bisogno di un modo per focalizzare l’arma, mantenerla nella mente, se fosse davvero qui vicino non dovrebbe essere troppo complicato. Anche solo una traccia energetica, qualcosa a cui posso collegarmi ed inviare l’energia curativa. Ma prima di questa cosa, dobbiamo bloccare l’influenza dei Juinjutsu. Direi che stiamo procedendo bene, ma prima della pratica propongo qualcosa di caldo per rilassare i nervi! Ci sarà del tè qui dentro…
    Enas si alzò, stiracchiandosi un pochino ed offrendo a Sho una grande possibilità per osservare il culetto sodo di fronte a lui. Dopo qualche attimo si diresse verso il minifrigo, che si trovava vicino ad un piano cucina fornito con fornelli ad induzione, un cassetto con posate e coltelli ed infine un armadietto con piatti, bicchieri, pentole e altri utensili. Lì vicino, una vetrinetta con le cose che Enas cercava.
    Beh, pare che questo posto sia ben fornito! Abbiamo tè, cioccolata calda, pure qualche alcolico! Nulla di troppo forte mi pare…io mi farò un tè!
    Il biondino prese una tazza con su dei simpatici disegni e si mise a scaldare dell’acqua, prendendo una bustina di tè alla vaniglia e lo zucchero. Una volta che l’acqua era pronta, Enas avrebbe messo ben quattro cucchiai di zucchero, l’acqua, poi si sarebbe girato verso Sho, pronto ad esaudire ogni richiesta.
     
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    Il loro excursus stava prendendo forma e Enas aveva capito l'importanza di fare tutto nell'ordine giusto, non restava che mettersi la lavoro e Sho era già impaziente di darsi da fare per aiutare il ragazzo. Ma fu proprio quest'ultimo a suggerire una pausa che fece ricadere sulle spalle di Sho i lunghi giorni di ricerca che non erano culminati affatto con una bella dormita ma piuttosto con una richiesta d'aiuto da parte di uno Yeti con scarso senso dell'orientamento. Quindi Quando Enas si offrì di fare un tè Sho cedette molto facilmente, allargando un sorriso stanco ma amichevole.
    Parole sante...
    Si ripromise di non distrarsi in ogni caso: avrebbe continuato a prendere appunti mentre Enas preparava qualcosa di caldo, ma quel buon proposito venne completamente annichilito dal sensuale culetto di Enas che iniziò a danzare davanti agli occhi del rosso stordendolo e ipnotizzandolo come se fosse un verginello. Cosa non del tutto sbagliata in realtà: era la prima volta che un ragazzo gli stimolava quei pensieri, e non era solo il fatto che fosse così effeminato: il tepore del suo corpo, la sua pelle strana, il modo in cui parlava... stava chiaramente cedendo al suo fascino! Si ritrovò ad asciugarsi il sudore intorno al collo con disagio, doveva ricomporsi e decise quindi di togliersi finalmente quella giacca mimetica restando con addosso una canottiera piuttosto aderente e nera, che metteva in evidenza il suo corpo allenato e perfetto, mettendo in evidenza lo spazio intorno ai pettorali, le spalle e il collo. Il corpo di Sho era coperto da vistose cicatrici che mettevano in evidenza i lunghi allenamenti che aveva sopportato in passato.
    Devo avvertirti... se il tuo potere non è specializzato nella rigenerazione delle armi potrebbe succedere qualcosa di traumatico: magari la spada vuole qualcosa in cambio, o ti costringerà ad usare tutto il tuo potere per poter essere utilizzata. C'è la possibilità che non potrai più curare una volta ottenuto questo potere, quindi assicurati di avere la giusta determinazione. Cimeli di questo genere percepiscono l'incertezza.
    Era strano con quanta naturalezza si ritrovarono a chiacchierare come amici di vecchia data mentre si scambiavano gentilezze come preparare il tè per entrambi. Quando Enas si voltò verso Sho per esaudire la sua richiesta, il rosso esitò un pochino perché non era del tutto sicuro di cosa chiedergli, o almeno non voleva essere troppo sfacciato o fraintendibile. Decise di non essere troppo pretenzioso, si sarebbe accontentato anche lui di una buona tazza di tè, e glielo fece capire sollevando la mano destra tenendo l'indice e il medio alzato, segno che voleva un paio di zollette di zucchero per il suo. Tirò le gambe verso il divano su cui era seduto assumendo una posizione a gambe conserte, mettendo da parte i suoi appunti e soffermandosi su Enas. Da quella posizione poteva fissarlo meglio senza sembrare che lo stesse stalkerando, cercando di non dare troppo nell'occhio ma rimanendo a guardarla decisamente affascinato.
    Conosco diversi modi per bloccare i flussi energetici. Il più banale sarebbe apporre un sigillo ma temo che finirebbe col bloccare anche tutto il flusso generale di energia, e vogliamo che i tuoi circuiti si connettano col cimelio magico alla perfezione. In alternativa potremmo provare qualche rituale ma ho il timore che ci vorrebbe del tempo... non che andiamo di fretta ma magari pensavi di investire meglio il tuo tempo piuttosto che stare in compagnia di un maestro così chiacchierone...
    Si era reso conto di aver monopolizzato la discussione e dato che era molto inesperto come insegnante tendeva inevitabilmente a buttarsi giù da solo. Non era la prima volta che si annoiavano in sua compagnia, dopotutto.
     
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    Un altro tè? Aaaaarriva subito!
    Con un certo infantilismo Enas avrebbe usato la bustina al gusto fragola per l’infuso di Sho. Una volta che entrambe le tazze furono riempite e fumanti, il biondino si sarebbe seduto sulla poltrona vicina a dove si era messo il suo provvisorio maestro, ponderando le sue parole mentre girava il cucchiaino in mezzo all’acqua, che si stava inscurendo per via della bustina. Sentire parlare Sho dei possibili effetti negativi metteva Enas un poco in guardia: che ci fossero controindicazione sembrava sensato, ma lui era pronto ad accettarle? Si trattava di curare le persone, oppure ottenere un supposto potere che le avrebbe protette in primo luogo. A rigor di logica sembrava sensato, ma c’era da considerare anche il legame affettivo, l’eredità che Enas portava con il suo Ouroboros.
    Quindi c’è il rischio di non poter più usare le mie arti di guarigione? Sembra…una decisione difficile. Anche se fino ad ora, queste capacità non è che mi siano servite a molto…e non è che l'arte muore con me, le cose le so ancora.
    Enas buttò lo sguardo sulla mano sinistra, attivando il suo potere e guardando i simboli muoversi placidamente. Erano sempre stati rilassanti da guardare, come una sorta di certezza invisibile. Ma forse erano stati dei pesi, per lui. Da quando era entrato alla Sapienza, non era mai riuscito a sfruttarli in una maniera vincente. Erano sempre stati inferiori alle cose che altri individui erano in grado di sfoderare…e forse era il caso di darsi una rinnovata, se davvero voleva combattere contro persone di quel calibro.
    In ogni caso, così come sono non riuscirò mai a prevalere sui cattivi. Potrei stare qui a raccontarti di quante botte ho preso…certo, Ouroboros mi rimetteva sempre in piedi, ma sarebbe piacevole evitarle in primo luogo, non trovi?
    Il giovane prese la tazza e ci diede un sorso. Dolce e delicato come sempre, il tè alla vaniglia gli veniva sempre perfetto. Oppure era la sua mente che si autoconvinceva di una cosa del genere.
    Ma bloccare i circuiti energetici…da come l’hai detto adesso, sembra una discreta noia. Inoltre, sarebbe come mettere la sporcizia sotto il tappeto, appena Qupsi Umina se ne accorge magari mi mette in punizione. Parlavi di un rituale? Io non è che abbia molto da fare, avevo già messo in pausa i miei studi appena scoperta l’arma. Ma comunque per sapere, di quanto tempo stiamo parlando?
    Non era la prima volta, in quel breve periodi di tempo che si conoscevano, che Enas aveva notato come Sho spesso si trattenesse dal parlare. Anche lui era spesso più riservato con gli altri, ma in questa situazione stava cercando di essere il più possibile espansivo, visto che buttare più idee possibili e vedere cosa rimaneva attaccato sembrava una tattica vincente. Magari doveva cercare di sciogliere di più il ghiaccio…
    Parlando di qualcosa che non c’entra quasi nulla, perché non mi parli un po' di te? Se davvero dobbiamo compiere rituali e strani processi di guarigione, avere una maggiore sintonia con chi ho intorno mi dovrebbe aiutare a mantenere la calma. So che ti chiami Sho e che aiuti gli yeti nel tempo libero, ma a mio parere è un po poco, non trovi?
    Enas fece un grosso sorriso e rise un poco, cercando di rilassare l’atmosfera fra loro due. Era genuinamente curioso, specialmente dopo che un ragazzo che sembrava così giovane si era definito un maestro!
     
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    Come c'era da aspettarselo il prossimo passo di Enas non fu privo di indecisione, visto che comunque quel cambiamento gli chiedeva di rinunciare a ciò che a tutti gli effetti era stata una parte di sé, fino a quel momento. Ma quel ragazzo era abbastanza determinato e analitico per capire i punti di forza di quella scelta. Sho gli rivolse un sorriso amareggiato: molti maestri consideravano i poteri di guarigione piuttosto "deboli" per usare un eufemismo e anche se lui non era del tutto d'accordo era altrettanto innegabile che prevenire di solito è meglio che curare, ed Enas aveva colto alla perfezione quel ragionamento adottandolo come suo. Era sicuramente un buon punto di partenza. Accolse il tè con un cenno riconoscente del capo, iniziando a soffiarci sopra mentre lo teneva con entrambe le mani e lasciava che la bustina finisse il suo naturale corso. Tra il tè alla vaniglia di Enas e quello suo alla fragola la stanza venne invasa da un buonissimo e rilassante odore e il rosso si ritrovò a distendere tutti i muscoli, respirando a pieni polmoni con un'aria decisamente placida e pacifica. Bastava poco a volte per concedersi un pò di relax.
    Il procedimento accelera e rallenta in base alla stabilità del rituale, potrebbero volerci ore o giorni, ma non settimane stai tranquillo. Considerando che ci troviamo in un punto nevralgico di conciliazione energetica e che sembri avere una buona affinità con i tuoi circuiti, anche nel peggiore dei casi non ci metteremo più due due giorni, tre al massimo...
    Per farlo però c'era bisogno di concentrazione, quindi Sho accolse ben volentieri l'idea di distogliere per un momento l'attenzione dalla loro missione per concedersi una piccola pausa a base di tè e chiacchiere. Farsi nuovi amici non era mai una brutta idea, e anche se sembrava una frase da anime shonen per bambini, il rosso non era mai in disaccordo con una chiacchierata più tranquilla e poco cervellotica. Annuì con entusiasmo, iniziando a sorseggiare il suo tè commentandolo con uno sguardo entusiasta e mugugnando in un verso di approvazione. Enas ci sapeva fare con quella roba: se concentrava energia come preparava il tè forse quel rituale sarebbe stato molto più semplice del previsto. Sho si portò la tazza tra le gambe, passandosi una mano sotto il mento liscio, domandandosi da dove iniziare.
    Da dove iniziare, non sono così entusiasmante come sembra. Anche perché sono alle prime armi come maestro quindi ho decisamente poche avventure da raccontare...
    Faceva il modesto: aveva affrontato mostri giganti e terroristi pericolosi per proteggere i segreti dei custodi ed evitare che le arti occulte venissero utilizzate nel modo sbagliato. Forse grazie al luogo in cui si trovavano, alla sintonia che cercavano di raggiungere o semplicemente allo spirito di osservazione di Enas, il biondino avrebbe facilmente potuto leggere tra le righe di Sho e capire che in realtà era un'abile combattente: il fisico scolpito, le cicatrici a cui era sopravvissuto, lo sguardo fermo mentre si concentrava, erano chiari sintomi della sua forza.
    Ho preso il posto di mio padre, in un certo senso sono una specie di "figlio d'arte" anche se qualcuno mi definirebbe "raccomandato", piuttosto. I miei genitori erano entrambi custodi e anche se non ho conosciuto mia madre i loro appunti mi hanno insegnato molto. Non ho preso questa strada per dovere verso la famiglia quanto più per curiosità mia, navigo in grossi libri polverosi da quando sono piccolo, mi piace molto scoprire come funziona la magia e i rituali ad essi collegati, c'è sempre un risvolto mitologico molto interessante e a volte scopri che un sacco di cose sono collegate tra di loro. Il mondo è vasto e al tempo stesso sembra così piccolo...
    Una volta che iniziava a parlare era difficile farlo smettere, ma non risultava logorroico, anzi piuttosto entusiasta. Sorrideva divertito mentre sorseggiava il suo tè, e ogni volta che lo faceva i sorsi erano più abbondanti, come se fosse impaziente di gustarselo ancora.
    Anche io ho una spada magica, forse l'hai adocchiata quando ci siamo incontrati... La indicò con lo sguardo, mostrandola inerte e pressoché silenziosa su un altro divano. Lo so, non sembra niente di speciale. Anzi da fuori è un pezzo di antiquariato senza lama, ma ti assicuro che è un'arma pericolosa. L'hanno affidata a me perché so come tenerla a bada, se non senti niente provenire da lei è perché la tengo sigillata al momento e la uso con molta cautela. Purtroppo non è un'arma nobile come quella che stiamo cercando, ma diciamo che ho imparato a coesisterci. Forse posso darti qualche suggerimento su come controllare la tua, quando l'avremo trovata. Mi piace pensare che queste spade possedute siano tutte imparentate alla lontana...
    E forse non era poi così lontano dalla realtà. Sho si era sciolto del tutto, tanto che non faceva più caso a come beveva o stava seduto, continuando a guardare Enas con naturalezza senza timidezza o riserve. Si stavano conoscendo e la cosa non gli dispiaceva affatto.
     
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    Nonostante fosse stato lui stesso a chiederglielo, la velocità con cui Sho cominciò a parlare prese un attimo Enas di sorpresa. Era davvero passato da un opposto all’altro, e il biondino non poté fare altro che sorridere. Dapprima voleva lasciarlo finire, ma pareva quasi che senza un imput esterno avrebbe semplicemente continuato fino alla fine dei tempi. Fortunatamente dopo aver parlato della propria spada, il fiume di parole si concluse autonomamente, facendo scattare in Enas una leggera risata.
    Hehe, pare che avessi solo bisogno di una piccola spinta prima di aprirti! E quindi anche tu sei in questo mestiere per via della tua famiglia? Diciamo che posso simpatizzare…ma almeno mi è sempre piaciuto! Inoltre, fai parte dei custodi? Ho sempre sentito parlarne bene…certo, i giovani d’oggi ti diranno sempre che vogliono fare i Gladiatori, ma io ho sempre preferito gli obbiettivi più tranquilli di persone come voi. Imparare cose nuove ed aiutare gli altri…
    Enas si perse per un momento nei suoi pensieri, guardando verso l’alto. Era chiaro come mettesse la vita degli altri al primo posto, nel corso della conversazione l’aveva detto una quantità spropositata di volte. Era certamente una forma mentis impartita in gioventù, ma che non era affatto forzata. A quanto pareva Sho aveva una storia familiare turbolenta, ma con tutte le persone che Enas aveva conosciuto era strano non avere qualche storia d’infanzia da raccontare. Sentir parlare il rosso di come si fosse interessato alla lettura ed alla scoperta lo rendeva ancora più simpatico ad Enas, anche lui era stato abbastanza precoce nei suoi interessi.
    Quindi anche tu hai una spada particolare, seppur di origini più sinistre. E cosa farebbe, quando non è sigillata? Da come ne parlavi dovrà fare qualcosa di incredibilmente figo! Ora che ci penso non sappiamo bene cosa faccia neanche Qupsi Umina…credo che c’entrino qualcosa le “ali” che si fanno cenno ad ogni sua apparizione. Anche tu hai fatto cenno ad un angelo prima.
    Enas girò la tazza nella mano, osservando il liquido scuro muoversi, per poi finire il suo tè e guardare nuovamente Sho.
    Hai invece qualche domanda su di me? Attualmente vivo nei dormitori della Sapienza, dove mi trovo abbastanza bene, a parte qualche raro caso di…imprevedibili difficoltà. Una volta ho pure dovuto sistemare una piantina ribelle nella serra della scuola! Adesso, con la ricerca di Qipsi Umina i miei studi sono rallentati un poco, ma appena terminata questa faccenda sarò pronto a recuperare tutto quanto.
    Enas stava cercando di abbellire le sue esperienze, che oltre all’unica vittoria contro un’erbaccia troppo cresciuta ammontavano a sconfitte e imbarazzi. Inoltre, aveva deciso di non fare cenno della sua normale situazione familiare, che magari poteva rappresentare una delle cicatrici che Sho si portava dietro.
    Insomma, la mia vita non è troppo eccitante…e se devo giudicare da tutte quelle cicatrici ed il tuo corpo in forma, la tua esperienza deve essere completamente opposta.
     
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