La legge del più furbo

x Licya

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    Le università di seconda mano americane erano il posto peggiore dove trovare dei talenti. Nessuno è pronto a farsi il culo solo per il minimo salariale, tutti cercano di fare i fenomeni diventando famosi in un modo o nell'altro, cavalcando il successo dei Gladiatori di Jack Atlas e della su Atlas Game, dove chiunque può diventare ricco e potente son la giusta dose di fortuna e scaltrezza. Rugal non si trovava lì di certo per dare la caccia a questi fenomeni del futuro, anzi fosse stato per lui sarebbe stato facile fare una cernita di tutti quelli che potevano servire a qualcosa e chi invece doveva tornarsene a casa ad arare i campi radioattivi di granturco di famiglia. Ma a volte bisogna mettere da parte l'orgoglio per una bella dose di soldi e valide offerte, offerte che di solito è difficile rifiutare visti i presupposti. L'uomo baffuto dissimulava una certa sicurezza mentre boccheggiava con quel grosso sigaro tra le labbra, creando una fitta coltre nebulosa dentro al piccolo abitacolo della limousine in cui si trovava. Non che potesse vedere bene in ogni caso, dato che il suo oscuro cliente se ne stava in penombra nascosto sia dall'ampio cappello che dalla giacca vistosa. Ogni tanto adocchiava i fogli che gli avevano consegnato, cercando di intravedere la fregatura, come se la situazione non fosse già abbastanza tenebrosa.
    Vediamo se ho capito... bene. La ragazza ha un gene sopito che va risvegliato... e diventerà una belva quando lo farà. Quindi serve un buon bracconiere che si occupi della questione, e che la addestri in modo che diventi un cane da guardia ubbidiente, è così? Stiamo sempre parlando di una persona...
    Il tono di Rugal non sembrava morso dai sensi di colpa, dava più l'idea di voler ridicolizzare l'idea, come se la vedesse vagamente fantascientifica oppure troppo esagerata. Agitò un pochino i fogli dei documenti per poi lasciarli cadere di fianco a sé, come a volerne mettere in discussione il valore mentre con l'altra mano si gustava ancora un pò quel grosso sigaro senza preoccuparsi dell'odore del fumo che cresceva. L'uomo dall'altro lato della limousine si dimostrò molto calmo e comprensivo, iniziando a spiegare il suo punto di vista e le sue ragioni.
    Comprendiamo perfettamente i suoi dubbi, Mr Glass Eater. Sappiamo che i suoi giorni da bracconiere sono finiti, e che lei non è il più indicato per questo lavoro. Ci creda quando le diciamo che ci sarebbero candidati migliori nella nostra squadra ma al momento cerchiamo di mantenere un basso profilo, e se le cose si metteranno male vogliamo essere sicuri di poter dare tutta la colpa a lei, rimanendo nell'ombra.
    Rugal ridacchiò soddisfatto: adorava quell'onestà che gli stavano riservando, non era un pessimo punto di partenza.
    Per questo ci stiamo assicurando che valga davvero la pena, offrendole non solo una degna ricompensa ma assicurandole anche che i suoi segreti rimangano ben custoditi. Avremmo potuto anche solo ricattarla ma è abbastanza ovvio che ci avrebbe creato problemi, quindi con una lauta ricompensa speriamo di poter raggiungere un accordo tra gentiluomini e di poter contare sul massimo della sua serietà.
    Rugal si ritrovò quindi ad osservare la foto della ragazza... non era così giovane da suscitargli grossi sensi di colpa, e allo stesso modo non si sentiva in colpa a pensare di aver salutato il suo amico Djinn promettendogli di non fare un pessimo uso dei suoi poteri e delle sue abilità, ma eccoci qui. Il mondo non era stato così buono con Rugal da fargli pensare di doversi preoccupare troppo del prossimo, e d'altro canto c'era una vocina dentro di lui che gli suggeriva qualcosa: quella era l'occasione che stava aspettando per mettere le mani su una creatura che non fosse una noiosa umana, e dopo la buca che gli avevano dato i draghi di sicuro aveva bisogno di una novità. Allargò quindi un ampio sorriso, cercando di far capire al suo interlocutore di essere interessato all'affare.
    Sembra proprio un buon uso del mio tempo libero. Vinciamo tutti, no?
    Oh sì: vinciamo tutti Mr Glass Eater.
    Una volta suggellato il patto, Rugal decise di iniziare a collezionare informazioni e farsi un'idea dell'ambiente che lo circondava. L'università frequentata dalla ragazza era abbastanza accessibile, nessun sistema di sicurezza troppo avanzato o persone di cui preoccuparsi in caso di effrazione. Nessuno era la livello di Glass Eater, poco ma sicuro. Per evitare di destare sospetti però, Rugal decise di utilizzare i suoi poter per tornare all'età intermedia della sua vita, dove il suo corpo non era al massimo della forma ma poteva contare su una maggiore concentrazione e soprattutto un aspetto più giovanile. Sarebbe stato strano trovare un baffone avanti con l'età dentro una scuola frequentata solo da adolescenti o poco più. Si sarebbe spacciato per un ragazzo interessato ad iscriversi a quella scuola e dopo aver studiato un pochino il profilo della ragazza cercò di capire quali luoghi frequentasse di più, e soprattutto quali fossero i meno usati da suoi compagni. Non aveva intenzione di rapirla: il piano di Rugal era molto più subdolo. Contava di sedurla, di farla invaghire di sé, aveva tutta l'intenzione di farla innamorare perdutamente del suo aguzzino così che quando avrebbe messo in atto il piano richiesto dai suoi committenti la resistenza sarebbe stata minima. La scuola non era neanche così popolosa né ben fornita di attrezzatura, la biblioteca era modesta ma anche se l'ambiente risultava piccolo quello era il luogo ideale dove attaccare bottone. Rugal avrebbe quindi iniziato a cercare in quel luogo, mimetizzandosi tra gli altri studenti e i libri di scuola aspettando di intravederla così da poterla avvicinare. La caccia era aperta.
     
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    Bek stava finendo di pranzare all'ombra di un grande albero, nella zona più remota e nascosta del parco adiacente all'Università. mangiava sempre da sola perché non voleva rivivere le situazioni imbarazzanti in cui le era capitato di trovarsi in passato: le persone faticavano a comprendere come una ragazzina mingherlina come lei potesse divorare 4 hamburger di fila con quella famelica voracità senza diventare obesa. In effetti anche Bek se lo chiedeva, ma non trovando una risposta aveva deciso di non pensarci più e di mangiare quanto più possibile lontano dagli sguardi indiscreti e un po' schifati delle altre persone. Raccolse i contenitori degli Hamburger vuoti e li lanciò dentro un cestino dell'immondizia. Ora si che stava bene, con la pancia piena a prendere un po' di sole sotto le fronde di un bell'albero. In bocca aveva ancora il sapore della carne cotta la sangue...era fantastico, quando ne sentiva l'odore faceva fatica a trattenersi e addentarla le dava un piacere quasi paragonabile a quello sessuale. Ecco quello invece era un tasto dolente. Da più di sei mesi Bek non andava a letto con un ragazzo, era stato bello, lui era carino e dolce...e subito lei si era sentita attratta come una falena dalla fiamma. Ovviamente aveva iniziato a fare discorsi del tipo "staremo sempre assieme", "ti sarò fedele e devota per sempre", "ti seguirò dappertutto"...e il ragazzo era scappato prendendo per pazza. Da quel momento aveva rafforzato la sua idea di tenersi lontana dai ragazzi...evidentemente loro non capivano il senso del legame che lei voleva creare..e nemmeno lei lo capiva...ma anche in questo caso era qualcosa che andava oltre la sua comprensione.
    Certo, la compagnia di un ragazzo le mancava..mentre pensava ciò la sua mano destra si avvicinò alla coscia e iniziò a risalirla. Era sdraiata sull'erba e alzò la testa per vedere che nelle vicinanze non ci fosse nessuno. Sicura di essere sola lasciò che la mano le scivolasse tra le cosce, allargando leggermente le gambe. Lo spesso tessuto della gonna non aiutava, ma era compensato dal fatto che gli slip a "brasiliana" che indossava sotto erano talmente sottile da essere quasi inesistenti. Dopo qualche carezza dovette però fermarsi, quel massaggio era piacevole ma assolutamente fuoriluogo in quel momento. Tirò un profondo sospiro di insoddisfazione e si alzò, raccogliendo lo zaino e la pila di libri che giaceva disordinata al suo fianco. Con l'altra mano si risistemò i vestiti e una ciocca di capelli dietro l'orecchio. A passi decisi prese la strada della biblioteca, almeno immergendosi nello studio non avrebbe pensato alle sue pene di cuore...e stasera nella sua stanza avrebbe potuto finire il massaggio che aveva lasciato in sospeso.
    Come sempre a quell'ora la biblioteca era deserta, dalle grandi vetrate filtrava una luce potente che surriscaldava l'ambiente. Bek si sarebbe tolta il maglione e slacciata la camicetta, ma temeva che questo avrebbe attirato gli sguardi dei pochi ragazzi annoiata che sedeva ai tavoli. Meglio patire un po' caldo e passare inosservata. Aprì davanti a se i libri di biologia animale, estrasse dallo zaino il quaderno degli appunti e si mise a studiare. Prima di immergersi completamente nel lavoro si accorse di una figura ai margini del suo campo visivo, alzò la testa per guardarla ma in un istante si girò nuovamente verso i libri facendo finta di nulla. Il nuovo arrivato non sembrava proprio un tipo da biblioteca: altro, muscoloso e dai capelli chiarissimi...forse cercava il campo da football e si era perso.
    Bek decise di non farsi altre domande...e si concentrò sul paragrafo che trattava i rituali di accoppiamento dei lupi siberiani.
     
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    Dovette aspettare un pò prima di vederla arrivare, dimenticandosi della pausa pranzo e ritrovandosi inevitabilmente con lo stomaco vuoto: fumare non fa di certo bene prima di pranzo e anche col suo fisico Rugal si ritrovava spesso ad avere pessime idee. Frustrato, cercò di mettere a tacere quella vocina che sentiva nella pancia per concentrarsi sul suo lavoro. Quando finalmente la porta della biblioteca si aprì, Rugal rimase sorpreso nello scoprire che era proprio lei: al primo colpo e senza ulteriori attese. Da un lato era stato fortunato. Non si avvicinò subito, pensando piuttosto a come approcciarla facendo l'indifferente e mantenendo le distanze. Non poteva fare a meno di immaginare che quello sarebbe stato un lavoro noioso: la ragazza sembrava decisamente molto normale e dozzinale, non aveva forme e neanche troppo fascino, tra i numerosi difetti di Rugal non c'era assolutamente un problema di passione verso età troppo abbassate quindi quella ragazzina non stuzzicava istinti malati in lui, solo una discreta sensazione di denti da latte e svezzamento precoce. In cosa poteva trasformarsi una persona del genere? Sapeva già che sarebbe stata una delusione su tutta la linea quindi non volle farsi troppe domande, decidendo che l'unica cosa importante era accontentare i suoi clienti. Ebbe la sensazione di venire notato, forse le aveva dedicato uno sguardo più intenso del necessario e questo non era di certo un bene, ma dato che quella ragazza non poteva sospettare niente delle sue intenzioni decise di giocare la cosa a proprio vantaggio, dimostrandosi interessato. Si avvicinò a lei dunque, a passo tutt'altro che spedito, dando l'idea di star guardando altri libri e arrivandole vicino in maniera pressoché indisturbata. Quando si affacciò su di lei per poter notare cosa stava leggendo era già troppo tardi per allontanarsi ma lui non le mise le mani addosso né fu troppo invadente, facendo un commento ad alta voce decisamente poco velato.
    Rituali di accoppiamento? E' materia d'esame questa?
    La sua voce sembrava decisamente accusatoria, sarebbe stato l'ideale per indispettire la ragazza e attirare l'attenzione su di sé. D'altro canto, mentre Rugal metteva all'opera la sua messinscena, non poté fare a meno di sentire un odore pungente provenire da lei. Era un odore che conosceva bene e che i suoi sensi sovrumani riuscivano a percepire molto facilmente a quella distanza. La sua estrema esperienza di dongiovanni gli aveva permesso di affinare quei sensi molto, molto bene nell'arco degli anni e gli diede subito un indizio sulla sua preda: la ragazza aveva bisogno di sfogarsi, già da un pò probabilmente.
     
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    Bek non si accorse dello sconosciuto che si era avvicinato. Quando parlò lei sussultò come se fosse stata colta con le mani nella marmellata. Si raddrizzò di scatto sulla sedia e con un colpo di mano chiuse il libro producendo un tonfo che riecheggiò nel silenzio della biblioteca. Le parole dell'uomo la fecero arrossire come se fosse stata scoperta a guardare un giornaletto sconcio. Si sentì subito in dovere di giustificarsi.

    ehm...no.. cioè sì...sto studiando ma...i lupi, il libro parla dei lupi...della Siberia.

    Quell'ultima precisazione era chiaramente inutile ma le uscì in automatico, tanto era abituata a parlare di quegli animali in modo scientifico. Si rese conto di essere arrossita come un peperone maturo. Odiava arrossire perché questo metteva ancora più in risalto le sue le lentiggini. Guardò lo sconosciuto e riconobbe subito il ragazzo muscolo che aveva scorto prima. Assieme alla vista gli arrivò anche il suo odore. Uno dei motivi per cui Rebecca teneva gli altri umani a distanza era anche dovuto al suo olfatto particolare sviluppato. Questo le causava parecchi problemi, soprattutto con gli studenti meno avvezzi all'igiene. Lo sconosciuto odorava di uomo, di maschio. Un odore che ben conosceva e che ogni volta le causava una sensazione molto intensa, come un pugno nel basso ventre. La fragranza dello sconosciuto però era talmente intensa che il fiato le si spezzò in gola e dovette fare un respiro profondo per potersi riprendere.
    Recuperata una parvenza di calma si rese conto che non aveva nulla di cui vergognarsi, anzi, era lo sconosciuto a doversi giustificare per quella invadenza.
    Gli sorrise con fare determinato e un po' aggressivo.

    ...ma comunque non sono affari tuoi...almeno che non ti interessi la biologia dei lupi...in questo caso la biblioteca è ben fornita ma questo libro adesso è mio, mi spiace.

    Si rese subito conto di aver fatto la figura della secchiona: sicuramente quel tipo non era lì per un libro, ma per cosa allora?
    Per un istante pensò che potesse essere lì per lei.
    Sentì di nuovo quella sensazione simile a un pugno nel basso ventre, accompagnata da un senso di paura e di eccitazione.
     
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    Fu divertito dalla risposta imbarazzata della ragazza, ma subito un pensiero vago si insinuò nella mente di Rugal: lupi? Possibile che sentisse una connessione con loro? Nella documentazione dicevano che non sapeva niente del suo potere sopito, ma forse non era del tutto così. Il caro vecchio Rugal sarebbe stato cauto, non voleva cascare in trucchetti stupidi e si ripromise che avrebbe prestato il doppio dell'attenzione a tutti i dettagli che avrebbe colto da quel momento in avanti. Prima tra tutte quell'espressione di repulsione tipica di chi ha sentito un odore forte: cosa non proprio usuale per una ragazza normale, ma essendo Rugal un tipo da sigaro si rese subito conto del suo possibile errore, cosa che avrebbe potuto tradirlo anche se solo in parte. Aveva sottovalutato la situazione ma per sua fortuna l'imbarazzo della ragazza non le stava permettendo di ragionare lucidamente. Spacciarsi per uno studente interessato all'argomento sembrava una buona idea, ma Rugal non aveva proprio nessuna conoscenza di lupi e tanto meno dei libri che c'erano in quella scuola. Ancora una volta giocò d'astuzia e invece di farsi da parte si sedette vicino a lei, cercando di non allargare troppo le distanze e mantenersi adeguatamente vicino, quel tanto che bastava per risultare leggermente molesto.
    Beh ad essere onesto non ne sono sicuro ma visto che sembri una secchiona forse ne sai più di me. Non voglio trovarmi impreparato all'esame quindi quel libro serve anche a me.
    Piantò un gomito sul tavolino, usando poi la mano per tenersi la testa e cercare il suo sguardo. Voleva assicurarsi di mantenere il contatto visivo, così che non sarebbe riuscita a pensare ad altro se non a lui, alla sua invadenza e il suo inequivocabile fascino. Se voleva catalizzare i suoi pensieri non poteva lasciare niente al caso.
    Quindi perché non facciamo così: studiamo insieme. Raccontami quello che sai dal libro e in cambio... io ti aiuterò a raggiungere i libri che stanno troppo in alto per te.
    Commentò punzecchiandola con un sorrisetto smargiasso, alludendo alla netta differenza di stazza tra i due e sottolineando la minutezza della ragazza di fronte a lui. Quella non sembrava affatto una persona destinata a diventare una bestia da guardia, neanche un pò...
     
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    Bek si irrigidì ulteriormente quando lui prese posto accanto a lei
    Ma cosa voleva questo? Davvero era interessato alla studio della biologia dei lupi?
    Sentì un brivido lungo la schiena, come le capitava quando avvertiva di essere in pericolo.
    Rivolse al ragazzo uno sguardo non di certo cortese e rispose alla sua proposta:

    Guarda che ci sono le scale qui! Non mi serve qualcuno che mi aiuti...

    In quel momento però non potè fare a meno di pensare alla grandi mani del ragazzo che le stringevano i fianchi e la sollevavano con facilità, lei si allungava per prendere un libro dagli scaffali in altro mentre il suo sedere finiva inevitabilmente per trovarsi a pochi centimetri dal volto di ragazzo...

    No Bek! non fare certi pensieri!

    Tornò alla sua espressione più acida possibile nel tentativo di togliersi di torno quello scocciatore che le stava facendo perdere già troppo tempo...e non solo quello...

    Mi spiace, ma questo libro è preso in prestito da me...e non sono una che ama studiare in gruppo, trovo che questo non aiuti il mio rendimento...


    Stava di nuovo parlando come una secchiona, ma poco male, se lui l'avesse trovata antipatica probabilmente se ne sarebbe andato, e questo era esattamente quello che lei voleva...o forse no...le sue narici si riempirono di nuovo di quell'odore pesante e intenso, fastidioso ma anche dannatamente attraente.

    Cazzo Bek! Datti una controllata, non puoi farti venire la tremarella ogni volta che un ragazzo ti parla. Poi questo qui lo hai visto? Probabilmente vuole solo prenderti in giro e ridere alle tue spalle con i suoi amici della squadra di football.


    Scusami ma ora devo tornare a studiare, io ho DAVVERO un esame da sostenere!


    Detto questo riaprì il libro al paragrafo sui rituali di accoppiamento dei lupi siberiani e fece finta di rimettersi a leggere. Fece finta perché la sua mente era completamente incapace di concentrarsi sul libro, tutti i suoi sensi erano tesi verso il ragazzo al suo fianco. Una parte di lei desiderava che si alzasse e se ne andasse via, magari con una battuta antipatica che rivelasse le sue reali cattive intenzioni; un'altra parte di lei, quella parte che stava annidata nel basso ventre e si contorceva dentro di lei come un ammasso di magma incandescente, voleva che lo sconosciuto rimanesse e che le parlasse ancora con quella sua voce profonda e provocante, portandole ancora alla mente scene di contatto fisico come quella immaginata poco prima.
    Rebecca riuscì a tenere gli occhi fissi sul libro, ma il rossore non era per nulla sparito dalle sue guance punteggiate di lentiggini.
     
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    Rifiuti e sguardi acidi servivano a poco contro la faccia tosta di Rugal, estremamente abituato a farsi dire di no, altrettanto pronto ad insistere fino alla fine del mondo se necessario. Doveva ammettere che aveva una certa resistenza però, di solito anche solo la pressione sociale obbliga qualcuno a dare corda al belloccio di turno, forse non aveva pensato che assecondandolo lo avrebbe fatto andare via prima? Beh aveva fatto bene, perché non avrebbe funzionato. Il suo modo di fare la preziosa e tornare sul suo libro come se volesse isolarsi però, non fece altro che accendere ancora di più l'animo dispettoso di Rugal che, dopo quell'ennesimo rifiuto, perse il suo sorrisetto lasciando spazio ad un'espressione scocciata. La fulmino con gli occhi e si alzò furiosamente facendo strisciare la sedia a terra, proprio come una persona che se ne sta per tornare sui suoi passi e togliere il disturbo. Prima che Rebecca potesse tirare un sospiro di sollievo però, avrebbe visto le possenti braccia del ragazzo sbattere le mani ai lati del tavolo su cui si trovava lei: Rugal si era praticamente messo sopra alla ragazza, coprendola completamente col suo fisico perfetto e la pelle bruna, facendole sentire il respiro sulle orecchie e sul collo oltre che quasi abbracciarla con le sue imponenti spalle. Rebecca era circondata, non stretta ma sicuramente bloccata in quella posizione dal ragazzo che nonostante tutto non si stava dedicando a lei, ma semplicemente aveva assunto quella posizione per leggere assieme a lei quel paragrafo.
    Molto bene! Allora dovrò leggermelo in silenzio insieme a te, non c'è altra soluzione. E vedi di essere veloce, io sono uno che legge in fretta!
    Sapeva che in quel modo l'avrebbe obbligata a dargli attenzioni, ma non soddisfatto e incuriosito dall'argomento decise di iniziare a leggere davvero il libro, scegliendo un paragrafo da replicare ad alta voce così da mettere nelle sue orecchie qualche concetto imbarazzante che potesse metterla ulteriormente a disagio, magari suggerendole l'idea che se voleva studiare era meglio farlo in privato.
    I lupi siberiani possono accoppiarsi anche fino a cinque volte al giorno per assicurarsi una cucciolata proficua, necessaria per formare il branco e sopravvivere agli inverni rigidi. Wow questi lupi sono dei gran pervertiti!
    Rebecca non si sarebbe liberata di lui facilmente, poco ma sicuro. Rugal sapeva esattamente quali corde toccare, come recitare la sua parte ma soprattutto come starle letteralmente col fiato sul collo.
     
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    Lui saltò in piedi di scatto facendo stridere la sedia sul pavimento della biblioteca. Per una frazione di secondo Rebecca si congratulò con se stessa per aver previsto quella situazione: il bulletto se ne sarebbe andato in modo altezzoso dopo aver fallito nel tentativo di provocarla e metterla in ridicolo.
    Si sbagliava.
    Lui la circondò con le braccia e le possenti spalle, quasi sdraiandosi sopra di lei ma senza contatto fisico. Bek non riuscì a reprimere un singhiozzo di paura e stupore dal suono abbastanza ridicolo. RImase impietrita mente lui prima la invitava a leggere in fretta, poi si soffermava a commentare alcuni passi del libro scelti appositamente per lanciare delle allusioni a tema sessuale.
    Ora Rebecca si sentiva il volto in fiamme, doveva essere paonazza per l'imbarazzo. Una goccia di sudore iniziò a scenderle dalla tempia

    M-MA...C-COSA DIAVOLO FAI!!

    Avrebbe voluto urlare ma la voce le uscì stridula e strozzata. Si sentiva schiacciata da quella presenza anche se in realtà lui nemmeno la stava toccando. Sentiva fortissimo il desiderio istintivo di darsi alla fuga, scappare, sparire da lì e correre senza fermarsi fino alla sua stanza del collegio dell'università. Ma ovviamente non poteva muoversi senza toccare il ragazzo, e anche in quel caso sicuramente non sarebbe riuscita a smuoverlo contro la sua volontà.
    Il fiato le morì in gola, ma dopo un attimo di terrore sentì che stava recuperando il controllo, come una bestia messe con le spalle al muro che attinge dentro di sè a risorse che nemmeno sapeva di avere. Doveva uscire da quella situazione e non ci sarebbe riuscita senza una reazione. Chiuse di nuovo il libro davanti a se, per impedirgli di continuare a leggere cose imbarazzanti.

    Se vuoi questo libro prenditelo pure, a me non interessa più per oggi

    Con un colpo di mano fece scivolare il tomo sul tavolone lucido della biblioteca, facendolo finire a qualche metro di distanza. Sperava che lo sconosciuto mollasse la presa su di lei per avventarsi sul libro, ma dentro di sé sapeva che non avrebbe funzionato.
    Quasi gridando con voce stridula aggiunse

    Ora togliti e lasciami andare!

     
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    L'aveva messa all'angolo, forse un pò troppo dato che la spinse a mettersi fin troppo sulla difensiva. Non volendo tirare troppo la corda, Rugal esitò giusto un altro pò su di lei, per poi alzarsi e allargare leggermente le braccia, assumendo l'aria di chi non si aspettava una reazione tanto eccessiva, colpevole ma solo un pochino.
    Che tipa... sembri una che ha una paura fottuta che qualcuno possa farle del male. Ma devi stare tranquilla: io non faccio del male a nessuno, men che meno le ragazze carine.
    Commentò, senza peli sulla lingua, allontanandosi di un passo per lasciarle la possibilità di alzarsi. Che fosse pronta a tirargli uno schiaffo o a fuggire via, Rugal avrebbe allungato una mano verso la sua manica, afferrandole un lembo senza farle male. Se l'avesse presa davvero per il polso di sicuro non sarebbe riuscito a stringerla col giusto controllo ed essendo quello un momento delicato per la loro interazione non voleva sbagliare. Assunse un'aria vagamente pentita, senza perdere la sua faccia tosta ma diventando perlopiù propositivo, cercando di far valere le sue ragioni. Voleva presentarsi come uno difficile da capire, ma che nascondeva un animo interessante.
    Abbiamo iniziato col piede sbagliato, è che leggevi così assorta... di solito questi libri sono una gran noia, mi sono semplicemente domandato se raccontati da te potevano diventare interessanti.
    Lasciò la presa per poi allungare la mano destra verso Rebecca, cercando un saluto più amichevole e formale, presentandosi a dovere stavolta, nella speranza che la sua offerta di pace venisse accolta.
    Sono Rugal, come faccio a farmi perdonare?
     
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    Rebecca fu colpita da quel rapido cambio di atteggiamento e iniziò a pensare che forse era stata lei, con le sue paranoie e le sue fissazioni a ingigantire la cosa

    Bek sei proprio una stupida, questo ragazzo ti ha appena detto che sei carina e tu stai facendo una scenata da pazza solo perché si è avvicinato un po'...

    In realtà non era convinta del tutto di quello che la sua mente le stava suggerendo, sentiva ancora un senso di pericolo ma decise che se si lamentava della sua solitudine non poteva che dare la colpa a se stessa viste le reazioni che stava avendo. Provò a resettare le sue sensazioni e a ripartire da zero.
    Prese la mano che lui le porgeva e la strinse. Solo in quel momento si rese conto che lui l'aveva afferrata per la manica, una stretta delicata ma ferrea. Se avesse voluto scappare non ci sarebbe riuscita.
    Questo riaccese le sue paure.

    io mi chiamo Rebecca, ma tutti mi chiamano Bek... cioè, i miei amici mi chiamano Bek...anche se...non ho molti amici a dire il vero...

    Si sentì incredibilmente stupida, abbassò lo sguardo e si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

    davvero vuoi che io ti parli di quello che c'è scritto in questi libri?

    Per colpa del suo stupore si era dimenticata della sua richiesta: "posso fare qualcosa per farmi perdonare".

    Balbettando aggiunse

    N-non hai nulla da farti perdonare... cioè, mi hai un po' spaventata...ma sono io che sono un po'...fifona...

    Si sistemò di nuovo la ciocca ribelle dietro l'orecchio e finalmente sentì che il rossore stava lasciando il suo viso.
     
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    Non spezzò mai il contatto visivo, non solo per tenerla ancorata su di sé ma anche per cercare di capire se stava commettendo qualche errore. Purtroppo la sua timidezza poteva essere facilmente scambiata per una guardia, non poteva capire se stava all'erta oppure no, quindi Rugal decise di fidarsi del suo istinto e basta. Rebecca si presentò ricambiando il suo saluto, confessando di avere pochi amici e di essersi ritrovata semplicemente a disagio. Forse Rugal era stato troppo invadente ma ora stavano parlando quindi tutto era andato per il meglio, il piano aveva funzionato. Decise rimanere su un tono vagamente aggressivo, giusto per farle capire che era interessato, niente di esplicitamente violento ma che le desse l'idea chiara di un tipo risoluto che sa esattamente quello che vuole.
    Non hai pensato che forse hai pochi amici proprio perché non parli con loro delle cose che ti piacciono?
    Suonava come una leggera critica ma volle subito alzare le mani, per farle capire che non la stava accusando, semplicemente voleva darle un piccolo suggerimento.
    Dai non voglio essere acido, e poi di questi tempi "secchiona" non è per niente un insulto se lo chiedi a me, i voti sono importanti, serve ispirazione anche quando studi e tu sembri averne tanta. Se devo essere sincero io me la cavo davvero male con questa roba, ero venuto qui proprio nella speranza di conoscere qualcuno che mi aiutasse a studiare nella speranza che fosse una bella ragazza, direi che è andata bene.
    Ammiccò un sorriso divertito, come se avesse capito che quei complimenti la mettevano in imbarazzo e glieli stesse lanciando apposta per vederla arrossire. Le lentiggini le diventavano più evidenti e permettevano a Rugal di soprassedere sulla sua aria da ragazzina aggiungendole un bel pò di fascino nascosto. Non era inusuale che i gioielli più rari fossero chiuso sotto strati di segreti e timidezza, lui era molto bravo a tirarli fuori.
    Uniamo le forze: mi aiuti un pò a studiare e io ti do una mano a farti nuovi amici. Io sarei già uno, che non è male come inizio no? E poi ci divertiamo, fa bene divertirsi durante lo studio. Dammi una possibilità! Se ti vergogni invece di stare qui in mezzo a tutti possiamo andare in un posto più appartato dove nessuno ci sentirà parlare di quanto sono pervertiti i lupi.
    Si fece avanti, suonava decisamente come una proposta e non aveva intenzione di rimangiarsela. Sembrava proprio una scusa per stare un pò da soli e nello sguardo di quel ragazzo non c'era niente che provasse a nasconderlo. Era ovvio che stesse provando a fare colpo ma davvero Rebecca poteva ignorarlo e farlo sparire dalla sua vista come se niente fosse?
     
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    Ok, adesso lui ci stava decisamente provando e Rebecca si sentì molto lusingata per questo. In fin dei conti era sempre bello scoprire che, nonostante lei non facesse nulla per rendersi attraente, un bel ragazzo decideva di provarci con lei in modo così spudorato.
    La sensazione di pericolo che le percorreva su e giù la spina dorsale non si era minimamente sopita, ma Bek decise di ignorarla...almeno per ora. Quel ragazzo era stato un po' invadente e molesto, ma ora le sue parole erano così dolci e comprensive che la ragazza si sentì subito capita e apprezzata.

    Che dolce...ha capito subito la mia tristezza per il fatto di non avere altre persone accanto a me...e si è subito offerto di essere mio amico...che stronza sono stata a trattarlo in modo così acido...lui è così schietto e sincero...

    Un brivido sulla schiena tentò di avvertirla che quel ragionamento aveva delle falle più grosse di quelle del Titanic, ma dopo tanti mesi di forzata solitudine Bek decise che valeva la pena di rischiare un naufragio...alla peggio avrebbe fatto come faceva di solito quando si accorgeva di essersi legata troppo a un ragazzo: sarebbe sparita, niente più risposte al telefono, ai messaggi, alle lettere. O forse, più semplicemente, sarebbe stato il ragazzo a tagliare la corda quando si sarebbe accorto che quella secchiona conosciuta per caso in biblioteca stava già pianificato il loro matrimonio e decidendo il nome dei loro 5 figli.
    In ogni caso Rebecca sapeva che per ora era giusto non esporsi troppo.

    Beh sei molto gentile...in effetti tu devi essere un ragazzo molto popolare...anche se non ti ho mai visto qui in università... dev'essere facile per te farti degli amici...e delle amiche...

    Rimarcò le ultime parole in tono allusivo, ma poi continuò la frase senza dargli il tempo di intervenire.

    Ma se vuoi studiate assieme va bene...non lo faccio spesso ma posso fare un'eccezione...in ogni caso sarebbe meglio andarsene da qui..abbiamo fatto fin troppa confusione. Conosco un posto tranquillo nel parco, dove vado sempre a...

    Stava per dire "mangiare" ma si accorse che sarebbe suonato strano. In realtà avrebbe dovuto aggiunte anche "...e a toccarmi" ma anche su questo era meglio sorvolare.

    ...st-studiare...e rilassarmi un po'. Vuoi che te lo mostri?

    Detto questo recuperò le sue cose dal tavolo e le infilò nello zaino, in attesa che il ragazzo -da vero gentiluomo- le facesse strada per uscire dalla biblioteca e dirigersi al parco.

    Beh mia cara Bek, sei stata proprio fortuna oggi: sei entrata in biblioteca per studiare i rituali di accoppiamento dei lupi siberiani e ne esci accompagnata da un bel tipo palesemente interessato a metterli in pratica con te...vedi di non rovinare tutto come al solito!

    Sorrise tra sé sentendo di nuovo il volto che avvampava per il rossore, anche se stavolta non era solo per l'imbarazzo...ma anche per una certa dose di eccitazione. Si rese conto che la sensazione di pericolo che i suoi sensi avvertivano non era ancora passata...l'importante era tenerla sotto controllo per non ripetere la figuraccia fatta poco prima.
     
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    Rugal capì di essere riuscito a scioglierla a dovere quando la sensazione di pericolo della ragazza venne quasi messa a tacere da lei stessa, un pò come si fa quando sei a dieta e hai la pulsione di mangiarti qualcosa di buono. In quel momento però, Rebecca era a dieta di buone idee visto che aveva accettato definitivamente la compagnia di un tizio estremamente malintenzionato. Rugal accolse le lusinghe facendo spallucce, rimanendo sul vago ma dandole qualcosa su cui rimuginare giusto per rimanere interessante ai suoi occhi.
    Popolare è un parolone, sono nuovo da queste parti, ma se mi faccio vedere in giro con una ragazza carina come te di sicuro tutti vorranno conoscermi.
    Decise di tastare ancora quel nervo che sembrava così efficace su di lei, non che mentisse su quel punto: avendo imparato a vederla arrossire un pochino l'aveva rivalutata in fascino per quanto fosse ancora distante dai suoi canoni più esigenti. Sfoggi il suo sorriso migliore nel sentir parlare di un posticino più isolato, nella speranza che intendesse DAVVERO isolato, così avrebbe potuto cucinarsela in maniera molto più incisiva senza il pericolo che qualche occhio indiscreto si facesse avanti. Dopotutto aveva idea che anche la ragazza fosse interessata a ciò che Rugal aveva da offrire, quindi c'erano buone possibilità che i vestiti sarebbero spariti molto presto.
    Mi piacciono i parchi, soprattutto se poco popolati. Fai strada, ti seguo a ruota.
    Allungò un braccio per farla avanzare prima di lui, poi però l'avrebbe affiancata per non lasciarla da sola mentre avanzava. Non voleva dare l'idea di volerla seguire da lontano, anzi sembrava intenzionata a far vedere a tutti che avevano già legato molto, tanto da offrirle un braccio per poterla accompagnare il più vicini possibile. L'arto muscoloso di Rugal di sicuro non sarebbe passato inosservato alla ragazza, ma anche se avesse resistito alla tentazione di stringersi a lui, Rugal non si sarebbe mai allontanato, restandole al fianco tutt'altro che timoroso di farsi vedere vicino a una secchiona.
    Vieni spesso a studiare da queste parti? E', diciamo, il tuo "posticino segreto"?
    Voleva continuare a farle domande per conoscerla meglio, carpire informazioni su di lei e fare in modo che si sciogliesse di più. Parlare di sé era il modo migliore per non pensare troppo al fatto che stava dando molta confidenza ad un ragazzo appena conosciuto, e poi in fondo cosa poteva succedere di male? Potevano scopare, divertirsi un pò e non rivedersi mai più per quanto ne sapevano, quindi cosa c'era da perdere?
     
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    Bek non si sbagliava: sotto l'aria da bullo quel ragazzo era un vero cavaliere, ora le stava porgendo il braccio per accompagnarla. Lei lo prese e subito le sue dita sentirono la forza dei muscoli duri come il metallo. Quel contatto non le dispiaceva per niente, ma al tempo stesso la spaventava.

    forse stiamo correndo troppo...se usciamo dalla biblioteca così tutti ci vedranno e allora il nostro legame sarà noto a tutti...meglio rallentare un attimo...

    Con la scusa di passare dalla porta della biblioteca lasciò andare il braccio di Rugal e si mise davanti per indicare la strada verso il parco. Lui si riportò subito al suo fianco ma Bek evitò di prendere nuovamente il braccio.
    Nonostante questo scelse comunque di guidarlo attraverso i corridoi più affollati dell'università, voleva che le altre ragazze la vedessero assieme al nuovo arrivato figo.
    Il suo tentativo ebbe successo e Rebecca poté godersi gli sguardi delle ragazze più popolari.

    Beccatevi questo stronzette! Nonostante le vostre tettone che esplodono fuori dalla camicette slacciate e le gonne corte che portate -contro il regolamento scolastico che nessuno però fa rispettare- il nuovo arrivato ha scelto me... crepate di invidia!

    Lui intanto continuava a dirle che era carina e a farle domande

    Sì, il parco è il mio posto preferito e ci vado spesso...mi piace stare all'aria aperta, soprattutto se devo studiare i lupi. Stare seduta sull'erba, sotto un albero, mi fa sentire più vicina a loro e studiarli diventa più facile...sai, io amo molto i lupi...e anche i cani...ma questo lo avrai capito...è come se...se sentissi un legame particolare con loro...una certa... affinità!

    Cazzo forse sto parlando troppo...ora oltre che secchiona sembrerò anche una stramboide invaghita dei lupi...merda Bek sei proprio un disastro...cerca di dire qualcosa di interessante!

    Si sistemò i capelli dietro l'orecchio con un gesto nervoso

    Beh.. però non è che penso solo ai lupi...sono una che fa un sacco di cose...sai...

    La frase restò lì perché in verità Rebecca non faceva praticamente nulla che non riguardasse i cani o i lupi.
    Finalmente però erano usciti all'aperto e Bek poté guidare Rugal fino al suo albero nascosto nel grande parco.

    beh eccoci, il posto è questo. Come vedi qui nessuno ci disturberà e potremo studiare in pace.

    Gli sorrise mentre si buttò giù dalle spalle lo zaino pesante per iniziare a estrarre i libri.
    Solo in quel momento si rese conto che questa era la prima volta che mostrava quel luogo a qualcuno....e ora si trovava lì, sola con uno sconosciuto.
    Il brivido di paura si fece più intenso.

    Dai Bek non fare la sciocca, si è dimostrato gentile...certo, un po' bullo in certo atteggiamenti, ma tu riuscirai sicuramente ad addolcire i suoi modi facendolo diventare del tutto un ragazzo per bene.... oddio sto di nuovo correndo troppo...calma Bek...ora non fare nulla di stupido...alla fine siete qui solo per studiare...

    Ma dentro di sé sapeva benissimo che a quel ragazzo lo studio interessava poco.

    Allora...che argomento vuoi che affrontiamo per primo?
     
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    Rebecca iniziò a parlare a briglia sciolta di quello che le piaceva, come Rugal aveva immaginato e come sperava che succedesse. Ciò che non si aspettava però, era di sentirla parlare del legame con i lupi e bestie affini. Possibile che sentisse qualcosa del genere? Non sembrava fosse a conoscenza del suo dono innato, o qualsiasi cosa portasse dentro. Eppure il legame c'era, eccome se c'era. Rugal si ritrovò a meditare sulla situazione, era davvero molto, molto strana, ma si era spinto troppo oltre per rinunciare, senza contare che era già entrato in fase di corteggiamento e non avrebbe abbandonato mai una preda del genere di sua spontanea iniziativa. Avrebbe indagato ancora, facendo le domande giuste e preoccupandosi poco dei problemi secondari. La seguì, lasciandola parlare senza mai dimostrarsi disinteressato dai suoi discorsi, alla fine non erano noiosi affatto perché gli servivano per capire meglio la ragazza che aveva davanti, quindi Rebecca poteva percepire dal suo sguardo un sincero e genuino interesse. Arrivati all'albero nascosto, Rugal si rese conto di essere fin troppo fortunato: quel posto era molto più che isolato, e se anche l'avesse fatta urlare nel disperato tentativo di chiedere aiuto qualcuno difficilmente li avrebbe sentiti. Era il posto perfetto per mettersi all'opera e non aveva la minima intenzione di tirarsi indietro. Quando furono finalmente da soli, Rebecca gli chiese da quale argomento volevano iniziare, ma ancora una volta Rugal le si avvicinò in maniera invadente, quasi troppo, costringendola a schiacciarsi di schiena contro il grosso albero che li nascondeva, pena finirgli addosso. Portò il braccio in alto, posandolo sul tronco dell'albero e spingendosi in avanti verso di lei, a differenza del loro primo incontro però stavolta non la stava opprimendo in maniera prepotente, anzi solo un braccio le stava sopra alla testa senza neanche toccarla e i lati erano scoperti, quindi volendo avrebbe potuto sfuggire al suo sguardo e alla sua presenza in qualsiasi momento. Non la stava di certo obbligando, ma voleva assicurarsi di esserle abbastanza vicino mentre teneva il tono di voce un pò più basso, come a volerle suggerire di non farsi sentire da nessuno, e inevitabilmente assumendo un'aria molto più seducente.
    Perché non riprendiamo dai rituali di accoppiamento? Sembrava piacerti come argomento... e interessa molto anche a me. Davvero... molto.
    Da quella posizione Rebecca poteva vedere molto da vicino il ragazzo che stava provando a sedurla: gli occhi semichiusi la fissavano come se stesse cercando di comprendere la sua anima, le labbra del ragazzo erano vicinissime e pronunciavano quelle parole come una seducente nenia, respirandole addosso donandole un aroma mascolino e pungente. La posizione delle braccia metteva in evidenza la muscolatura perfetta della sua pelle abbronzata, ogni fibra valorizzava il suo petto, il collo, le spalle, le braccia e la maglietta attillata lasciava intravedere chiaramente tutti i suoi addominali scolpiti. Ancora una volta parlò poco, perché voleva lasciar parlare lei, così che non pensasse a nulla che non fosse quella maliziosa sessione di studio, portandola a sciogliersi completamente mentre si gustava il fisico del ragazzo che non stava facendo più nulla per nascondere il suo tentativo di abbordaggio.
     
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