Crocevia vermiglio

x Neko

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    Il sorriso di Baiken divenne sincero alle parole di Shouta, desiderando che quella promessa tra loro potesse concretizzarsi al più presto. Quando però fecero la loro entrata in scena le due figure, quello stesso sorriso radioso si spense e divenne un'espressione decisamente più seria. Non entrarono infatti ex colleghi che si aspettava di rivedere, magari qualche figura affabile che l'avrebbe interrogata continuando però a mostrarle il dovuto rispetto. Nient'affatto. Davanti a lei c'erano niente meno che due inquisitori, il gruppo meno raccomandabile dell'intera cerchia dei Custodi nonché, per sua sfortuna, coloro che si occupavano di dare la caccia a mostri e traditori. Pur non essendo né un mostro né -tantomeno- una traditrice, non sapeva se considerarli comunque alleati, vista l'aria con cui entrarono dentro la cella. Sapeva che fossero lì per il loro lavoro e non era tipo da biasimarli per questo, ma... Era davvero caduta così in basso da chiamarli, senza fare niente per meritarlo? Si era aspettata un trattamento di favore, visto che era sempre stata una Custode impeccabile… Certo, qualche piccolo "dettagliuccio" illegale come fare soldi con la conoscenza, ma quello era nel tempo libero, lontano da occhi indiscreti, niente che meritasse o potesse attirare l'attenzione dei piani alti. A quanto pare era stata un'illusa, ma questo non avrebbe impedito a una guerriera allenata al peggio come lei, di mantenere la dovuta calma. Si alzò in segno di rispetto quando entrarono, concedendo un leggerissimo inchino alla giapponese, ma anche e soprattutto per mantenere una posizione quantomeno paritaria e non troppo sottomessa, non voleva guardarli dal basso. Rimase ferma davanti alla seduta, il portamento militare. Si irrigidì impercettibilmente sentendo il biondo parlare, riferendosi alle cicatrici di Shouta, ma poté mascherare la cosa proprio grazie alla posizione presa. Avrebbe voluto fare domande sui loro trascorsi, sul perché E COME avesse procurato al ragazzo simili cicatrici, ma purtroppo non era certo il luogo o l'argomento sul quale indagare, per quanto l'accendesse di rabbia. No. Preferì concentrarsi per studiare i nuovi venuti. Il biondino aveva l'aria crudele e sembrava tenere molto al proprio aspetto, mentre colui verso cui Sho aveva mostrato tanto timore, era chiaramente la figura più imponente e indecifrabile tra i due. Baiken non era il tipo da badare all'aspetto fisico, ma se fosse stata vera la credenza che la bellezza esteriore fosse in realtà un'esternazione del proprio io… Beh, diciamo che il Maestro Mugen sarebbe stato decisamente quello di cui aver paura. Fortunatamente, ella non ci aveva mai creduto. Dal tono di voce e dal portamento intuì comunque che fosse lui quello con cui avrebbe dovuto parlare per farsi ascoltare, e infatti fu proprio la sua figura inquietante a prendere parola, squadrandola con un certo… disprezzo? No, forse disgusto era la parola giusta. Vedendolo, Baiken sollevò il mento, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi mentre ascoltava. Non aveva intenzione di farsi intimorire.
    Quando parlò, il discorso accese via via sempre più domande nella sua mente, ma non volle interromperlo prima di avere un quadro completo della situazione. Un'altra sarebbe diventata rossa, nel pensare anche solo lontanamente che un uomo del genere potesse sentire i suoi umori -ammesso che ciò fosse possibile- in una situazione tanto deplorevole, ma lei non mosse un solo muscolo mentre ascoltava, se non le sopracciglia, delle quali enfatizzò volutamente ogni movimento: ad esempio, davanti a simili accuse, le aggrottò.
    Sarebbe stata ferma fino alla fine, con il solito fare deciso ma affabile che la caratterizzava anche quando era seria, e in effetti lo fece… fino a che il biondo dai bei capelli non toccò Shouta. Il primo istinto, quello irrazionale, fu di scattare, afferrargli la chioma e sbatterlo al muro: Baiken si figurò mentre lo faceva e quella sola immagine la calmò. Per fortuna di tutti, era tutt'altro che un tipo irrazionale o violento e sapeva molto bene cosa fare per quietare una situazione e, in quel caso, la via migliore le sembrò chiarire i suoi intenti… ma non prima che il suo allievo fosse al sicuro. Quindi, una volta che ebbero finito di parlare, scattò per percorrere quei pochi metri che li separavano al massimo della sua velocità, tanto che sarebbe sparita davanti agli occhi di un combattente meno potente di lei, chiudendo le distanze per potersi avvicinare al biondo. Una volta arrivata, quello che aveva intenzione di fare era semplice e volutamente inoffensivo: avrebbe spinto col piede la gamba che costringeva a terra Shouta, con il preciso intento di fargli perdere l'equilibrio "agganciandolo" con la presa in una sorta di delicato sgambetto e, al contempo, gli avrebbe offerto l'unico braccio che possedeva, cosicché non potesse cadere, qualora accettasse il suo aiuto. Se ciò fosse avvenuto, lo avrebbe aiutato a rimanere in piedi, sussurrandogli delle scuse sbrigative e ambigue, per poi separarsi da lui.
    Mi scusi. Ha dei bellissimi capelli, Signor Uzumaki, non volevo scompigliarli.
    Nonostante la sua azione fosse rivolta a sedare l'uomo e a dar tempo a Shouta per ricomporsi e allontanarsi, si rivolse principalmente al Maestro Mugen, tanto che fu davanti a lui che lasciò scoperto il suo lato inerme, privo di un arto col quale eventualmente difendersi. Volle farlo principalmente per due motivi: non voleva assolutamente far passare il messaggio che avrebbe ammesso simili mancanze di rispetto verso il suo amant- allievo, non importava da chi provenissero, ma al contempo non aveva nessuna intenzione di essere lei ad attaccar briga, visto che fino a prova contraria si trovava di fronte a due alleati. Anzi, sperava di poter modificare l'atteggiamento perentorio e ostile che le stavano rivolgendo, vuoi con le moine (il complimento alla chioma del più giovane non era stato un caso), vuoi con l'assoluta e più che ragionevole verità.
    Vi prego di perdonare la mia insubordinazione, colleghi. Si dà il caso che il Maestro Minazuki qui presente sia anche un mio allievo, poiché ha chiesto il mio aiuto per questioni private e, come ben sapete, è mia responsabilità in quanto Custode al suo servizio non solo che sia qui, ma anche e soprattutto la sua stessa incolumità. Per cui, vi chiedo gentilmente di evitare simili atti aggressivi ingiustificati e fuori luogo da ora in poi, dal momento che -per inciso- Minazuki-san non ha fatto niente ed qui per cortesia, mentre io non ho ancora ricevuto alcun processo e dunque sono innocente fino a prova contraria. Sapete, non vorrei dovervi fare rapporto, una volta che i fatti che mi riguardano verranno chiariti...
    Il suo tono rimase rispettoso, ma severo. Trovava inammissibile che qualcuno anche solo lontanamente legato ai custodi ammettesse simili ingiustizie (e squilibri), e non aveva intenzione di stare zitta solo perché quest'ultimi erano inquisitori. Sperava di aver visto giusto riguardo alla persona a cui rivolgere le maggiori attenzioni, anche perché -dopo quel gesto- il biondo venne relegato dal suo radar giudicante come "testa calda da rieducare", maestro o meno che fosse. Avrebbe avuto due o tre cosette sull'educazione da insegnargli se fosse stato sotto la sua responsabilità, ma al momento era più consono pensare alle loro accuse.
    Sono costernata per la nostra perdita, è atroce ciò che vengo ad apprendere. E a maggior ragione quello che state insinuando mi sorprende e offende profondamente, ad essere sincera. Ho servito e ancora servo la nostra causa con estremo senso del dovere, e mai, MAI, solleverei un solo dito verso un mio compagno, che non sia con un buffetto affettuoso o con illusioni rieducative, al massimo. Lanciò un'occhiata eloquente al biondino, poi tornò al Maestro Mugen. Quanto alle mie origini, che non voglio certo rinnegare, o al mio sangue demoniaco... Fece solo un breve respiro, l'occhio le cadde su Shouta. Non si era mai vergognata delle origini del proprio sangue, anche se non condivideva i metodi della sua razza, sapeva che fosse votato al bene, ma chissà come esitò impercettibilmente all'idea che Shouta venisse a saperlo a quel modo. ... non ha mai mostrato il minimo segno di influenza negativa o instabilità, nonostante i test e le torture a cui sono stata sottoposta a suo tempo per metterlo alla prova. Anzi, è nato proprio per cacciare creature come il demone spregevole a cui -per inciso- sembrate associarmi con tale sicurezza. Quindi mi chiedo… perché avrei dovuto fare una simile atrocità al Maestro Uzui, a maggior ragione in qualità di Taimanin? Personalmente mi sembra chiaro che questo deprecabile accaduto faccia invece parte di una macchinazione nei miei confronti, anche se non posso immaginare da chi provenga… Rabbrividì fin nel profondo e il suo cuore iniziò a martellare più forte. L'immagine di un demone ben preciso le si affacciò alla mente, anche se non avrebbe avuto alcun senso. No. Stava vaneggiando. Prese un respiro profondo, cercando di calmarsi. Mentre parlava il tono severo era diventato in qualche modo… allarmato. Scacciò quella paura con quell'unico, profondo respiro.
    In ogni caso non voglio che possa esserci conflitto in questa cella, né che il mio onore venga compromesso agli occhi dei miei stimati colleghi Custodi o... di tutti voi. Passò in rassegna i presenti, poi continuò a guardare negli occhi l'inquisitore. Non c'era traccia di indecisione nel suo sguardo.
    Potete controllare voi stessi lo stato del mio sangue, Maestro, con i mezzi che preferite. Non ho nulla da nascondere e anzi, pretendo vengano fatti i dovuti controlli per fugare ogni possibile dubbio. Sono disposta a subire qualsiasi esame, per dimostrarvi che ho ragione. Finché rispettate me e il mio allievo, avrete la mia completa collaborazione.
    Non lo disse direttamente, ma era chiaro che fosse disposta a sottoporsi persino a uno spettrogramma approfondito nonostante tutti in quella stanza sapessero bene quanto il processo potesse essere doloroso. Quanto a Shouta? Baiken nutriva una certa preoccupazione per la sua reazione a una simile dichiarazione di intenti ma gli riservò un'occhiata eloquente per fargli capire che no, non era il caso di opporsi. Anzi, forse... forse avrebbe dovuto invitarlo a uscire. Ma allora perché… non disse nulla?

    Edited by .Bakemono - 23/6/2022, 18:34
     
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    Con la rabbia che montava, Sho sarebbe rimasto con la faccia a terra per tutto il tempo, indipendentemente da quanto Uzumaki premeva o rigirava il piede per continuare a schiacciarlo ed umiliarlo. La sua non era mera sottomissione: semplicemente non voleva mancare di rispetto al maestro Mugen e ovviamente neanche peggiorare la situazione per la sua maestra. Somatizzò quindi, ingoiando il rospo a denti stretti senza fiatare, scusandosi mentalmente con Baiken per essere stato così maledettamente inutile in quella situazione. Forse si meritava di restarsene schiacciato a terra, visto che l'unica cosa buona che aveva fatto era infradiciare la sua maestra e farla arrapare. Quanto era stato stupido? Mentre si malediva, avvenne qualcosa di inatteso: sotto lo sguardo immobile di Mugen, Baiken scattò verso Uzumaki che, talmente era concentrato a schiacciare Sho che non si era reso conto di quanto veloce e forte fosse Baiken. Perse l'equilibrio immediatamente e mentre Sho rialzava lo sguardo il biondo si ritrovava comicamente sul braccio della sospettata, con un'aria da cucciolo spaurito e i capelli scombinati, chiaramente colto alla sprovvista. Uzumaki balzò sul posto, spingendosi via da lei con un verso di stizza e disappunto, mentre Baiken si giustificava e prendeva le difese di Sho. Il biondo era già pronto a dire la sua, ma stavolta fu Mugen a spezzare il silenzio, rimettendo in riga il suo braccio destro.
    Ha ragione, smettila di metterti in ridicolo. Siamo qui per completare un'indagine, cerca di essere professionale.
    Uzumaki sbuffò, sistemandosi la giacca ma rimanendo in silenzio: non osava neanche lontanamente rispondere a tono al maestro Mugen. Sho allargò un sorriso soddisfatto, rivolgendolo anche alla sua maestra come una specie di "grazie" per aver preso le sue difese. Toccò alla maestra difendersi e fu subito chiara e concisa: non mancarono le frecciatine ad Uzumaki che tuttavia aveva già indispettito Mugen e non osò fiatare. Il maestro inquisitore invece rimase in silenzio, a braccia conserte, immobile come una statua quasi ma ascoltando attentamente quello che Baiken aveva da dire. La sua versione era importante tanto quanto i dati che avevano raccolto fino a quel momento, e spesso bastava ascoltare un colpevole per rendersi conto dei suoi errori ed incastrarlo, quindi semplicemente l'avrebbe lasciata andare avanti a briglia sciolta. Baiken iniziò a parlare del suo sangue e lo sguardo colpevole che rivolse a Sho incrinò il sorriso del ragazzo che iniziò a guardarsi attorno confuso, un pò come se la sua maestra avesse confessato un terribile segreto che avrebbe preferito non confessargli. Sho non era ferrato sull'argomento, quindi non capiva né il disprezzo di Mugen né la vergogna di Baiken, ma anche lui come Uzumaki rimase in silenzio. A quanto pareva il suo sangue aveva qualcosa di pericoloso, abbastanza da essere trattata come una criminale se c'era anche solo il sospetto che avesse potuto fare qualcosa di male. Tuttavia, Baiken non aveva paura di sottoporsi a possibili esami e si fece avanti senza paura, offrendosi a loro anche alle torture più brutali pur di dimostrare la sua innocenza. Sho non riuscì a trattenersi, e fece subito un passo avanti.
    Maestro Mugen, la prego, con tutto il rispetto...
    Minazuki chiudi il becco cazzo! Nessuno ti ha interpellato!
    Uzumaki alzò la voce, tuonando furioso, o sarebbe più corretto dire... irritato. Un pò come se quella perdita di tempo non lo mettesse affatto di buon umore. Sho però non si tirò indietro e attirata l'attenzione di Mugen, che voleva scoprire ad ogni costo se c'era non solo un possibile doppiogiochista, ma anche un complice, non interruppe il rosso restandosene in silenzio.
    ...con tutto il rispetto... tutto questo non ha senso. Il Maestro Uzui custodiva sicuramente qualcosa di prezioso, e chiunque gli ha dato la caccia sicuramente non è tornato a casa a farsi un bagno caldo! Le armi pericolose e le pergamene vanno custodite con grande cura, la loro traccia energetica è facilmente percettibile senza protezioni, sarebbe incauto anche per un criminale esperto lasciare anche solo la minima traccia! Sottoporre la Maestra Baiken a tutto questo solo per rendersi conto di aver perso tempo sarebbe oltraggioso e indegno della vostra astuzia!
    Trovo curiosa la vostra disponibilità e logica impeccabile. Degna di chi ha già in mente ogni singola mossa.
    Mugen fece un cenno con la mano e subito Uzumaki si riportò vicino alla porta, dove c'erano delle anfore e dei piccoli armadietti con sopra dei sigilli rotti. Una delle anfore era più grande delle altre, pesava chiaramente e non sembrava fatta per contenere delle armi... piuttosto una persona. Mugen tornò a parlare direttamente con Baiken, facendo scivolare una mano sotto il suo cappotto dove prelevò una piccola pergamena.
    Abbiamo perquisito l'abitazione e abbiamo trovato tutta la refurtiva. Ma non solo: conserviamo una traccia energetica chiara di ognuno degli adepti della nostra alleanza, e quando la macchia è così evidente da non venire neanche mascherata è facile metterle a confronto.
    Mugen spalancò la pergamena e mostrò il suo contenuto: da una parte c'era una macchia nera con sopra il nome completo di Baiken, mentre dall'altra c'era uno spazio vuoto che era stato macchiato di recente. Quelle pergamene erano utilizzate per mettere a confronto le tracce energetiche degli altri, e le due macchie combaciavano alla perfezione. Chiunque avesse incastrato Baiken lo aveva fatto ad opera d'arte. Sho spalancò la bocca, incredulo. Guardò la sua maestra con grande timore, non verso di lei ma nei confronti di quella situazione assurda. La fissava preoccupato, allarmato per lei. Sapeva che si trattava di un malinteso, che qualcuno l'aveva incastrata, ma le prove erano così schiaccianti che era impossibile difenderla. Che fare? dovevano scappare. Doveva tenerla al sicuro fino a che non avrebbero trovato il vero colpevole, ripulendole il nome e riportando tutto alla normalità. Era l'unica soluzione. Sho sarebbe morto piuttosto che alzare la spada contro uno dei suoi onorati maestri, ma per Baiken... era disposto anche a combattere con Mugen.
    So cosa stai pensando Minazuki... ma non è una buona idea. Questo edificio è estremamente ben protetto e per il momento stiamo ancora parlando... Fumiko Maeda, anche di fronte a queste prove sei disposta ad affermarti innocente?
    Lo sguardo di Mugen si fece estremamente attento, un pò come se non stesse aspettando una risposta verbale... ma la stesse leggendo dentro. A quel punto Uzumaki si fece avanti, portando con sé la giara più grossa e rompendo i sigilli che la tenevano bloccata.
    Maestro perché perdiamo tempo?! E' così schifosamente evidente che mi fanno quasi pena! So io come farla confessare, usando quella che probabilmente è stata la tua complice fino a questo momento, una bella copertura, una storia strappalacrime! Serviva solo per nascondere la tua vera faccia Baiken!
    Scoperchiò la giara e da dentro di essa tirò fuori Jadis, completamente legata come un salame da dei nastri sigillanti e con la bocca bloccata da una piccola pergamena che le stava stretta tra i denti, un sigillo che le avrebbe impedito anche solo di mugugnare in quella situazione. Durante la perquisizione avevano sequestrato sia lei che la sua metà oscura, la sua "tutrice legale", sigillandole nella giara per poterle usare contro di loro. Mugen afferrò un coltello e lo portò vicino alla gola di Jadis, minacciandola di fronte a Baiken.
    Confessa maledizione! Dì la verità! Se ci tieni anche solo un pò alla vita di questa ragazzina dovrebbe importarti non è così?! Confessa!
    A quel punto fu Sho a farsi avanti, e lo fece in maniera risoluta: la cicatrice che aveva sul volto era fiammeggiante di energia azzurra, i suoi occhi erano sgranati di rabbia e tra le sue mani c'era la Chikage rinfoderata, pronta ad essere estratta. L'aveva liberata dai sigilli per quanto prepotentemente l'aveva rievocata e non avrebbe esitato un solo istante ad uccidere Uzumaki se serviva a salvare Jadis. Il Maestro Mugen però, allungò la mano verso la spada del giovane, ricoprendo materializzando dei sigilli violacei sulle sue braccia per tenerlo bloccato, impedendogli di muoversi. Mugen era stranamente calmo, sembrava stesse aspettando qualcosa, ma Sho nonostante quel blocco continuò a fare forza con i muscoli, mugugnando di dolore nel disperato tentativo di liberarsi. Aveva un'aria omicida sul volto, uno sguardo che probabilmente Baiken non gli aveva mai visto addosso e che tradiva completamente l'aspetto innocente e gioviale di quel ragazzo. Nella foga di minacciare Jadis, Uzumaki allungò un pò troppo il coltello sulla sua gola, facendole un piccolo graffio che scivolò sulla lama del coltello e gli sfiorò la mano che lo impugnava. Appena questo successe, il sangue di Jadis iniziò ad evaporare in un fumo nero, denso come catrame maledetto che scoprì sulla mano di Uzumaki quelle che sembravano delle bruciature. non erano veramente dei segni sulla pelle, piuttosto un segno, una manifestazione di qualcosa, rivelato dal potere di Jadis. Mugen a quel punto si voltò verso di lui, mantenendo la sua solita calma ma usando un tono di voce diverso. Meno... accondiscendente.
    Uzumaki... mi pareva di aver ordinato di lasciare la ragazza e il demone insetto nella loro abitazione... ti andrebbe di spiegarmi questo tuo gesto?
    La situazione stava iniziando a cambiare...
     
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    Vedere il suo fidato allievo difenderla con tanto fervore riempì Baiken di una sorta di calma, una calma surreale vista la situazione, che nonostante tutto la avvolse come una coperta calda nella più fredda delle giornate invernali. Si sorprese di non aver avuto il coraggio di dirgli di andarsene, nonostante fosse ben consapevole che si sarebbe opposto ad ogni suo tentativo di farsi esaminare per provare la propria innocenza. Non lo aveva mandato via nonostante sapesse benissimo che anche solo dicendo la sua, il giovane l'avrebbe messa in una condizione ancora più ambigua e sospetta… o perlomeno così aveva pensato lei, sottovalutandolo ancora una volta. E alle sue parole, quelle parole che alle sue orecchie suonarono così rassicuranti e prive di alcuna menzogna, non poté fare a meno che sorridere, sollevata. Si accorse, con estrema sorpresa, di essere felice di non averlo mandato via. Fin troppo, felice. In qualche modo stava facendo affidamento sulla sua presenza e, per quanto la cosa la irritasse profondamente, poiché di suo detestava dare a un legame la possibilità di distruggerla, in quel momento le servì a non cedere. Non cedere di fronte allo sguardo fisso di quell'inquietante Maestro di carne e metallo; non cedere di fronte all'atteggiamento irritante del suo braccio destro che sembrava odiarla per qualche motivo; non cedere di fronte al momento in cui, per assurdo, le venne sbattuto in faccia che no, non sarebbe bastata la verità a salvarle la faccia. Non stavolta. E quindi sì, Baiken si rese conto che la sola presenza di Shouta, il fatto di averlo lì e sentire il dovere (e il bisogno) di proteggerlo, la resero ancor più determinata e serafica di quanto non lo sarebbe stata da sola. Per questo fu in qualche modo sollevata di non trovare in lui alcun segno di riluttanza quando parlò del proprio sangue demoniaco. Forse era confuso, certo, ma lei si ripromise che, a tempo debito, gli avrebbe spiegato ogni cosa con calma. Per il momento invece, guardò negli occhi il Maestro Mugen e assunse nuovamente l'espressione di chi, bene o male, non ha alcun segreto da nascondere. Una sicurezza che vacillò appena quando fu il turno di Mugen di rispondere, dal momento che personalmente aveva trovato il discorso del giovane inattaccabile mentre il Maestro pensava tutto il contrario. Decise comunque di tenere il mento alto e il petto in fuori. Non aveva intenzione di cedere al panico, e quando tirò uno sguardo al suo allievo e notò che lui invece lo stava facendo, si premurò di rivolgergli uno sguardo rassicurante, intimandogli silenziosamente di non fare nulla, ancor prima che lo facesse il Maestro Mugen, in modo ben meno dolce. Era chiaro che, anche con la spada di Damocle che attendeva ritta sulla sua testa, Baiken non si sarebbe fatta scalfire. Anzi, a essere sincera era troppo occupata a chiedersi chi avesse potuto fare un lavoro tanto magistrale da copiare fedelmente la sua traccia magica. Almeno che non facesse parte degli stessi Custodi... ma si rifiutava di pensarlo. Era chiarissimo che le prove fossero state preparate a tavolino per incastrarla, ma nella sua mente non riusciva a dare alcun volto o motivazione a un colpo simile nei suoi confronti. Sarebbe stato troppo perfino per un allievo irritato da una parcella troppo salata, e quelli erano gli unici torti che aveva compiuto di recente, che lei sapesse.
    Il Maestro Mugen ha ragione, Shouta-kun. Ti prego di mantenere la calma. E per rispondere alla sua domanda, Maestro, sono pronta a ripetermi senza esitazione. Anzi, a maggior ragione, voglio ribadirlo forte e chiaro. Gli offrì il suo occhio perché ci guardasse dentro e si mise ancora più dritta, quasi volesse mettere in evidenza anche il proprio cuore. Avrebbe voluto davvero che potesse leggerle dentro come sembrava voler fare, perché almeno così avrebbe visto distintamente che non mentiva. Ma visto che sì, lei era un tipo ottimista ma non credeva nelle favole, poteva solo dire la sua nel modo più convincente possibile. Vi assicuro che sono tante cose, signori, ma non un'idiota. E -se mi permettete- solo un'idiota, essendo per altro ben a conoscenza del vostro archivio di impronte magiche, sarebbe capace di lasciare tracce così evidenti sul luogo di un crimine tanto efferato. No, sono sempre più certa di essere stata incastrata e le dirò di più, ho motivo di credere che-
    Era pronta a dire la sua: la sua voce suonava sicura, inarrestabile, la voce di chi non ha niente da temere al mondo. Eppure qualcosa riuscì a placarla, a interromperla bruscamente. Quel qualcosa non fu tanto il tono di voce di quel biondino irritante, ma ciò che disse; una frase che iniziò a far ribollire il sangue di Baiken ancor prima che il ragazzo si dirigesse alla giara che, di suo, le aveva dato una sensazione strana a una prima occhiata, ma sulla quale aveva voluto soprassedere. La testa della spadaccina si mosse a scatti per guardarlo, come se la rabbia rendesse le sue membra pesanti, rigide. Ma quando si ancorò su Uzumaki e realizzò completamente ciò che stava facendo, sembrò quasi che delle catene potessero legare il suo sguardo furioso al poverino, artigliandolo, in modo che da un momento all'altro quello stesso, singolo occhio, potesse inghiottirlo, più brillante che mai di potere e furia. No, non c'era tempo per essere increduli di fronte alla gravità di un simile gesto. C'era solo il tempo per porvi fine e Baiken, rigida e salda sul posto, era pronta a dare battaglia e spezzare qualsiasi sigillo o magia vincolante le venisse tirata addosso da quel momento in poi. Neppure la reazione dello stesso di Shouta riuscì a catturare la sua attenzione: niente di esterno l'avrebbe fermata, se non avesse voluto farlo ella stessa. E questo lo capì prima su tutti Jadis, che una volta uscita da lì era pronta a guardare chiunque vi fosse stato davanti a lei come il più ripugnante degli insetti, decisa più che mai a sbattere in faccia ai suoi rapitori CHI avessero osato rapire. La giovane era sempre molto fiera delle proprie origini e, a differenza di Baiken, avrebbe potuto insegnare due o tre cosette a chiunque riguardo al suo nobile Clan, ma il suo sguardo dovette sgranarsi ancor prima di socchiudersi per la furia, ritrovandosi di fronte una Baiken in modalità furia omicida e... quello scemo di Kuma, che provava a imitare la maestra… riuscendoci piuttosto bene, in effetti. Ecco dov'era finito, invece che andare da lei quella mattina! Gli aveva lasciato un biglietto con ordini precisi, visto che non si vedevano da tanto e lei era in procinto di partire… ma poi sia lui che Baiken erano spariti e quelli l'erano piombati in casa. Non era il momento di pensarci. A ricordarlo ci fu uno stupido idiota che la teneva per il collo e, con esso, l'atmosfera della stanza che cambiò precipitosamente in corrispondenza di quel gesto, facendosi così pesante da renderle difficile respirare. Grazie alla sua sicurezza inscalfibile, era stata pronta a rivolgere uno sguardo pregno di disgusto anche al suo rapitore, ma la sola presenza di Baiken glielo impedì. No, non perché se c'era lei si sentiva più sicura e intoccabile del solito, figurarsi! Ma perché una pressione energetica decisamente soffocante iniziò a riempire la stanza e lei, misera non combattente, dovette suo malgrado accusare il colpo, digrignando i denti mentre sollevava di malavoglia il suo bellissimo e liscissimo collo per evitare che venisse ferito. Purtroppo, il suo tentativo fu vano e dovette stringere gli occhi per il pizzicore del taglio. Se solo avesse avuto le forze e il modo, avrebbe subito rimesso a posto il maledetto che aveva osato tanto, ma i suoi occhi rimasero ancorati sui due che invece le stavano davanti. Lo sguardo di Shouta era qualcosa che non gli aveva mai visto fare e che rischiava di far rabbrividire persino lei. Certo, la sua vena perversa e il loro rapporto non proprio "canonico" le fece anche sentire un brivido tutt'altro che di timore di fronte a un simile sfoggio di forza, ma fortunatamente nessuno, in una situazione simile, poteva notare che le si erano inturgiditi i capezzoli. Quanto allo sguardo di Baiken... Oh. Lì sì, che rabbrividì di paura. Perché quella pressione soffocante era Lei! Chiunque fossero quei buzzurri che avevano perseguito la casa e l'avevano portata lì di forza, erano completamente folli! La donna avrebbe potuto fare una vera e propria strage per proteggerla, probabilmente senza uccidere nessuno, certo, ma questo non la rendeva meno pericolosa. E se riusciva ad ammetterlo lei, sebbene nella sua mente e lì soltanto, loro non l'avevano mai vista davvero arrabbiata, per provocarla così. Di sicuro non il biondo, che sembrava del tutto intenzionato a farla infuriare ancora di più. Persino Jadis, che era abituata a contare solo sulle proprie forze e avere tutti ai propri piedi fin dal proprio ambiente di nascita e in un certo senso anche a casa, con Shouta e Baiken che (volenti o nolenti) le andavano dietro in ogni capriccio, si sentì in qualche modo sicura di essere lì e non in qualche campo sperduto in attesa che qualche pezzente in cerca di riscatto le levasse il bavaglio dopo averla rapita. Perché, semplicemente, bastava guardare Baiken negli occhi per capire che era pronta a fare a pezzi chiunque le avesse fatto del male. Se fosse stata un'altra situazione Jadis avrebbe sollevato gli occhi al cielo sbuffando, dicendole di stare calma e di farsi gli affaracci suoi, ma in quel momento… preferiva decisamente che il mostro che aveva davanti fosse dalla sua parte, perché non invidiava di sicuro colui verso cui era rivolto quello sguardo terrificante. Era un buon momento per dirle che la rabbia non le donava?
    Baiken se ne stava ferma, sul punto nel quale era stata per poter parlare con l'inquisitore, ma nell'istante in cui aveva visto Uzumaki minacciare Jadis in quel modo, la sua energia era completamente esplosa, rilasciando una pressione magica tale che Muramasa, ancora dentro alla teca contenitiva, iniziò letteralmente a tremare. Tutti i materiali infrangibili che non fossero attraversati da magia all'interno della stanza iniziarono a esplodere uno dopo l'altro, come di fronte a un terremoto; i suoi capelli, lasciati liberi al vento, sembrarono prendere vita, come se la sua energia fosse paragonabile a un vento funesto pronto a infrangersi sui presenti, scompigliando ben più di un capello del dannato Uzumaki. No, decisamente non era una strigliata quella che serviva a quel ragazzo, ma una vera e propria seduta di torture in perfetto stile Taimanin; poco importava che, di suo, Baiken fosse contraria a pratiche tanto barbariche. Era pronta a farsi cogliere dalla rabbia, un evento che per lei equivaleva al massimo sconvolgimento raggiungibile, visto che solitamente niente poteva scalfire il sorriso serafico quando decideva di cucirselo addosso. Niente, se non che le persone che amava venissero minacciate. Se Shouta non fosse stato occupato esattamente come lei a sprizzare energia omicida da ogni poro, si sarebbe potuto rendere conto cosa significasse averla dalla propria parte, ma anche contro: una donna pronta a tutto per difendere la propria famiglia, letteralmente a tutto, anche a diventare quei mostri che entrambi disprezzavano tanto. Nonostante tutto però, se anche l'ambiente intero iniziò a riempirsi di energia illusoria, con figure via via sempre più terrificanti per sconvolgere in particolare Uzumaki stesso, mostrandogli cosa sarebbe potuto succedere se non avesse lasciato subito la presa su Jadis, Baiken non si mosse, né fece qualcosa di avventato come evocare Muramasa. No. Rimase semplicemente ferma, lo sguardo serissimo, l'orbita vuota illuminata nel profondo, come se un mostro aspettasse in fondo a quella caverna di carne, smanioso di poter uscire per fare una strage, in attesa. Ma non lei. Lei aveva un voto da rispettare, un voto per il quale sfoderava Muramasa solo quando era CERTA che non ci fossero altre vie. Guardò con disprezzo il sangue di Jadis colare, ma quel disprezzo non era rivolto al suo sangue, ovviamente, bensì a colui che lo aveva versato: un disprezzo che presto divenne una vera e propria minaccia di morte, quando Baiken tornò a sollevare l'occhio su di lui. Senza guarda il Maestro Mugen, gli si rivolse a denti stretti.
    Glielo spiego io, Maestro. Si stava sforzando così tanto di restare lì dov'era che i suoi denti digrignavano ad ogni frase compiuta, il tono sibilante, minaccioso. Era chiaro che fosse pronta a scattare se fosse servito, ignorando la ragione. Era stata sì, poco più ragionevole di Shouta, ma di fronte a una minaccia di quella portata, neppure lei poteva rimanere calma. Uzumaki qui presente le ha mentito e ci nasconde qualcosa di molto grosso. Quello che vede è... il sangue, della mia protetta, Jadis Akane, figlia di Chiyoko e Akio Akane, rispettivamente Terzo e Quinto membro del Consiglio dei Taimanin. Il suo sangue è tra i più puri del nostro Clan, qualcosa al quale niente e nessuno può mentire, perché rivela l'animo di chi lo tocca. E proprio voi, che sembrate disprezzare tanto la nostra razza, dovreste aver sentito le leggendo sui Taimanin di sangue puro, capaci di rivelare anche la più infida sfumatura nel cuore umano. Per cui, Signore -sembrava sforzarsi particolarmente anche solo per rivolgerglisi ancora con rispetto, poiché permettendo a Uzumaki di rapire Jadis, l'aveva delusa, inquisitore o no, collega o meno.- lo guardi con i suoi occhi e mi dica ancora che sono IO quella a mentire! Ma lo faccia in fretta. Perché l'avviso che se non quieta il suo braccio destro seduta stante, dovrò farlo io, e potrei non essere gentile quanto lo sarebbe lei. A quel punto, spero vivamente che l'idea di avere una sua collega condannata a morte per qualcosa di SUA responsabilità, non la faccia dormire la notte. Io, di certo, assicuro a entrambi, che se sarà torto un solo altro capello a Jadis, diventerò il vostro incubo peggiore.
    Jadis a quel punto, anche con il caratterino scorbutico che si ritrovava, avrebbe voluto tranquillizzarla di fronte a tutto quel melodramma, ma cominciava a pensare di non essere poi così al sicuro. Quello che l'aveva ferito e il colosso strano erano... colleghi di Baiken? La situazione, ai suoi occhi, era parecchio confusa.
     
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    A differenza di Baiken, Sho DOVEVA essere trattenuto dal maestro Mugen, perché non stava avendo la medesima freddezza della sua maestra e di sicuro non avrebbe pensato ancora prima di estrarre la sua arma e fare a pezzi Uzumaki lì, sul posto. Vuoi perché era irruento in quanto giovane... vuoi perché sapeva benissimo cosa sapeva fare Uzumaki quando gli veniva lasciata libertà d'azione. Il suo corpo ne era una testimonianza vivente... e Jadis non poteva sopportare le sue angherie: per quanto esperta nelle pratiche estreme, Uzumaki l'avrebbe ridotta ad un colabrodo incapace di pensare, e questo il rosso non glielo avrebbe concesso. Tuttavia, la situazione per il biondo stava degenerando molto velocemente: il sangue puro di Jadis aveva rivelato chiaramente l'oscurità nel suo cuore, nessuno lì dentro credeva più alla storia con cui erano partiti ed era maledettamente evidente il suo coinvolgimento nell'inquinare le prove. Aveva perso anche la fiducia del Maestro Mugen alla quale sarebbe bastato un gesto per liberare Sho e consentirgli finalmente di prendersi la tanto agognata vendetta. Lo sguardo di Uzumaki infatti era cambiato rapidamente, passando dall'iracondo al preoccupato, e ben presto al disperato: sudava freddo guardandosi intorno, passando con lo sguardo contro tutti i presenti nella speranza di trovare uno spiraglio per dire qualcosa, per giustificarsi, per rigirare la situazione a suo vantaggio, ma il maledetto sangue di Jadis lo aveva chiaramente tradito oltre ogni ragionevole dubbio. Era in trappola.
    Maestro Mugen aspetti... lei non capisce...
    Io capisco benissimo Uzumaki... sei sempre stato un tipo misterioso, valeva la pena approfittare di una delle tue possibili malefatte per portarti a incastrarti da solo... l'unico motivo per cui non permetto a questi signori di saltarti addosso è perché ti offrirebbero una fine assai migliore di quella che potrei concederti con le mie mani, ma soprattutto non risponderebbe alle domande che mi sono posto...
    Era evidente a quel punto che Mugen aveva iniziato ad avere dei sospetti su Uzumaki, e aveva deciso di incastrarlo in qualche modo. Aveva assecondato il suo piano per portarlo all'angolo, e c'era riuscito grazie all'aiuto di Jadis. L'espressione del biondo divenne sempre più sofferente e digrignata, gli occhi completamente spalancati e la bocca ad un passo dallo sbavare per il nervosismo. Era talmente sconcertato e terrorizzato da a stento riusciva a tenere Jadis per la gola, e provò a stringerla a sé per mostrare di avere un deterrente.
    Andava fatto... sono pericolose... vanno distrutte!
    A quel punto, forse consapevole di non poter agire senza rischiare di ferire Jadis, Mugen si voltò verso Baiken spalancando una mano verso di lei, e proiettandole davanti agli occhi un rapido flusso di energia.
    Maeda, a te!
    Davanti agli occhi di Baiken si materializzò in un istante la sua preziosa spada, Mugen l'aveva liberata dai sigilli e teletrasportata di fronte a lei. Un battito di ciglia e Baiken l'avrebbe impugnata, attivato il suo potere, intrappolato Uzumaki in un illusione così da bloccarlo sul posto e strappargli Jadis dalle grinfie. La situazione sembrava destinata a risolversi, ma nel preciso istante in cui la spada comparve davanti agli occhi di Baiken, prima ancora che potesse provare a raccoglierla, successe qualcosa di imprevisto. il tempo rallentò, più che letteralmente, e il pavimento esplose mostrando una gigantesca bocca capace di ingoiare facilmente una persona intera che si sollevava dal basso. L'enorme bestia che uscì, simile ad un mostruoso tirannosauro, inghiottì in un solo boccone la spada di Baiken assieme al braccio buono della custode, spingendola indietro con la sua mole. L'enorme bestia aveva una pelle verde dura come l'acciaio ed era costellata di formazioni ossee simili a piccoli denti, che si muovevano sulla sua carne come il filo di una motosega. Una motosega alimentata e circondata da un'intensa energia rossa e nera, simile a fulmini diabolici dall'odore di sangue... sangue di Taimanin. L'enorme e mostruosa creatura si sollevò dal buco che lui stesso aveva aperto, circondato da quell'aura omicida letale che rendeva il suo corpo come una gigantesca motosega, che respinse indietro tutti i presenti, tranne Uzumaki. Mugen, Baiken e Sho vennero investiti in pieno: la maestra oltre a perdere anche il braccio buono si ritrovò uno squarcio enorme che le attraversava il busto in due, partendo dal ventre e arrivando fino alla gola. Se non aveva aperto vene letali era solo per miracolo, ma quella ferita bastava a renderla inerme. Sho non fu da meno: entrambe le braccia risultavano praticamente macellate, attaccate alle spalle per miracolo e del tutto inutilizzabili, due enormi squarci gli aprivano il petto come due righe parallele verticali. Mugen venne respinto e giaceva a terra con metà corpo aperto con carne e l'altra metà aperto in circuiti distrutti, emetteva scintille e rumori meccanici che gli impedivano chiaramente di muoversi. Se quei tre non erano morti sul colpo era solo grazie all'estrema esperienza nel combattimento, ma risultavano conciati male su più livelli. Il primo, ovviamente era quello delle ferite subite, il secondo era la presenza di quell'enorme mostro che invadeva quasi del tutto la stanza a quel punto, e che ruggiva in maniera prepotente vicino a Uzumaki, unico illeso ma per niente più tranquillo. Infine, come se non bastasse, all'interno della stanza si era innescato una sorta di incantesimo protettivo che li circondava, rallentando incredibilmente il tempo intorno a loro come a volerli bloccare in una prigione alterata temporalmente. Il ruggito della belva faceva ribollire il sangue e lo tirava fuori dalle ferite, come un richiamo mostruoso, la sua energia diabolica era inconfondibile ed era sufficiente a far tremare anche il potere di Jadis: era come attratta da quella bestia in una maniera assolutamente innaturale, come una preda che sa perfettamente di doversi offrire come tributo al suo predatore naturale. La sua anima era nera oltre ogni immaginazione, non serviva neanche toccarlo col suo sangue per sentirlo: era pura malvagità.
    PERCHE' CAZZO CI HAI MESSO TANTO!
    Al limite dello stress e della follia, Uzumaki esplose di frustrazione, abbassando l'arma dal collo di Jadis e rivolgendosi ansimante verso la creatura. L'essere ridacchiò in maniera mostruosa e gutturale, avvicinandosi al biondo come se volesse annusarlo.
    Iniziavo a divertirmi, eri sicuro che il piano sarebbe filato liscio e invece ti hanno scoperto subito. Fai proprio schifo ad organizzare piani, bimbo. Meno male che ci sono io.
    Il piano non è mai stato incastrare Maeda! Quello era solo un mio vezzo. La ragazzina è qui, non la vedi? Abbiamo tutto quello che ci serve!
    Uzumaki e la bestia si voltarono verso Jadis, e il dinosauro mosse quella bocca mostruosa in maniera a dir poco inquietante: sembrava il sorriso di un demone, c'era eccitazione, fame e istinto omicida, neanche mettendo Baiken e Sho insieme sarebbero riusciti ad ottenere quel risultato terrificante, ed era davanti alla povera Jadis intento a farle sentire la sua pressione energetica. Sho ansimava dolente, capace a stento di muoversi, fissava la scena con rabbia e terrore, non poteva fare niente in quello stato ma provò comunque ad usare tutte le sue forze per poter parlare.
    Qualsiasi cosa... vogliate... non fatele... non fatele del male! Lasciatela andare...
    Ancora una risatina gutturale da parte del terrificante mostro, che stavolta si rivolse a Sho e Baiken.
    Sul serio, ragazzino? Sono letteralmente entrato col preciso scopo di trasformarvi in un frullato di carne e mangiarvi uno ad uno... pensi davvero che sia qui per lasciar andare la ragazzina? No... mi sono pappato la spada e il braccio di Baiken come antipasto, ma il piatto principale... è lei.
    A quel punto si voltò di nuovo verso Jadis con gli occhi colmi di una fame irrefrenabile. Forte della posizione di vantaggio, Uzumaki la strinse con tutte e due le mani, tenendola per i capelli e costringendo Jadis a fissare quel mostro dritto negli occhi. Sho digrignò i denti il più possibile, iniziando a serrare le mani come poteva. I muscoli non rispondevano ma si sforzò con tutto il corpo di rialzarsi perché non poteva permetterlo. Nel tentativo, il suo sangue iniziò a schizzare in giro da tutte le ferite che aveva in corpo, e si ritrovò a gridare sofferente, non solo per lo sforzo ma anche per il senso di impotenza che lo attanagliava.
    N-no... non... non te lo permetterò... maledizione! Jadis! Lasciatela andare!
    Pensate tutti di essere furbi, non è così?! Il piano invece è sempre stato questo! Non avete neanche idea di quanto valore abbia il sangue di questa ragazzina. Ci sono persone che farebbero di tutto per ottenerlo! E non deve essere per forza nel suo corpo. Quando avremo finito porteremo il bottino all'Uomo Specchio e finalmente potrò liberarmi di questo maledetto stemma...
    Uzumaki si era alleato con forze malvagie pur di ottenere potere, e adesso aveva condannato tutti i presenti ad una fine lenta e terribile. Baiken e Jadis, completamente impotenti, non potevano fare altro che guardare.
     
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    Per quanto Baiken potesse avercela anche con il Maestro Mugen, che comunque aveva messo in pericolo Jadis permettendo al suo scagnozzo di rapirla, la sua totale attenzione nel momento in cui aveva visto il sangue della piccola colare sul braccio del biondo, era stata catalizzata da lui e lì era rimasta. Il suo sguardo diceva che avrebbe volentieri impugnato la propria spada per dargli una lezione che si sarebbe ricordato per sempre, ma la verità era che, inizialmente, aveva continuato a vederlo come un collega, preso dalla follia del momento forse, ma ancora recuperabile; solo per questo era riuscita a mantenere una parvenza di freddezza. Le parole del Maestro e la conseguente di Uzumaki invece chiarirono ogni cosa e, se possibile, l'energia di Baiken esplose con ancora più furia quando realizzò quanto profondamente si era complicata quella situazione. Uzumaki passò velocemente da collega a nemico e a quel punto non rimaneva una sola ragione per risparmiargli il peggior quarto d'ora del secolo. Quindi si mise in totale modalità combattimento: rilasciò la sua energia come un'onda in grado di investire tutti presenti, i suoi lunghi capelli -lasciati liberi al vento- iniziarono a fluttuare mentre gli occhi diventavano rossi, anche nell'orbita vuota, facendola realmente somigliare al demone cui l'avevano incolpata di essere. Con Mugen avrebbe chiarito dopo, non avrebbe risparmiato di certo una bella strigliata anche a lui per aver permesso che Jadis fosse anche solo lontanamente in pericolo, Maestro o meno, Superiore o no; in fondo, c'era tutto il tempo… O almeno così pensava. Tese il braccio per afferrare la propria zampakuto, pronta a rilasciarla e scattare contro il nemico, ma un dolore improvviso la fece sbilanciare, lasciandola intontita per qualche secondo, cogliendola completamente alla sprovvista. Sangue. Ovunque. Schizzò dal centro del suo petto, il seno diviso in due; straripò dal braccio, strappato di netto, la carne lacerata. Lo shock iniziale non le permise di gridare per il dolore, ma la riportò esattamente alla prima volta che glielo avevano strappato, lì, al centro della piazza del suo villaggio. Rimase paralizzata, l'occhio e l'orbita spalancati, il sangue in faccia che gocciolava così come dal braccio. Non... di nuovo. Pensava che in vita sua non si sarebbe mai sentita di nuovo così. Inerme, indifesa, incapace di proteggere il fagottino che stringeva tra le braccia se non facendogli scudo col proprio corpo. Solo che ora quel fagottino era una ragazza, quasi una giovane donna. E Baiken riuscì solo a guardarla, mentre il mondo intorno a lei si tingeva di rosso. Non sbatté le palpebre, lasciò che tutto venisse ricoperto dal filtro del suo stesso sangue e non perse di vista Jadis, la sua protetta, ogni qualvolta l'enorme figura del mostro non la ricopriva. La dolce ragazza che rischiava di non diventare mai la donna di cui lei sarebbe stata fiera. Le orecchie fischiavano, come se una bomba le fosse esplosa vicina. Barcollava, ma si rifiutava di cadere, apparendo come una specie di zombie mezzo-decomposto. Non era al villaggio, no. Quello era il presente e nessuno sarebbe venuto a salvarli. Nessun Consiglio, nessun compagno guerriero. La voce di Shouta la risvegliò come una luce nella notte, dandole un barlume di coraggio... ma quando si voltò a guardarlo, strinse l'occhio. Era a terra, inerme anche lui, ferito anche lui. Sentì la sensazione dei pugni che si stringevano... una sensazione fantasma, un mero ricordo di ciò che non c'era più. E il Maestro Mugen, del quale avevano così tanto temuto la reazione e sul quale lei in particolare aveva fatto affidamento per porre fine allo scempio protratto dal suo scagnozzo pazzoide, giaceva a terra in una poltiglia di carne e circuiti. Inutile. Anche lui. E presto lei stessa lo avrebbe seguito. Ogni logica diceva che lo avrebbe fatto o che lo stesse per fare, probabilmente per questo nessuno le prestò attenzione da lì in poi. Ma come poteva permetterselo quando i suoi compagni cadevano al suo fianco, uno ad uno? Come poteva cedere al dolce torpore del buio quando Jadis, LA SUA Jadis, stava per essere fatta a pezzi? La risposta era solo una: NON poteva. L'adrenalina iniziò a spingere in modo ben diverso da quello che lei amava a letto o in un combattimento serrato, qualcosa che serviva esclusivamente per permettere al suo cuore di continuare a pompare sangue nelle vene e al suo corpo di funzionare. Proprio mentre stava per piombare a terra in avanti, priva di sensi, cadendo come un tronco abbattuto, piegò la gamba destra e la pianta del piede si piazzò sul pavimento con un tonfo, tenendola in piedi. Era quasi in ginocchio, certo, ma in piedi: un cadavere che non voleva cadere. Aveva concentrato tutta la sua energia combattiva ancora prima di ricevere quell'attacco a sorpresa e solo per questo era riuscita in qualche modo a subire una ferita quantomeno non fatale, ma per il resto… era un completo disastro. I capelli le si erano appiccicati alla faccia impastandosi col sangue, creando una maschera inquietante sul suo viso che gocciolava ancora. Dal braccio mozzato usciva una quantità di fluido scarlatto tale, che avrebbe portato un comune umano alla morte nel giro di pochi minuti e che solo grazie alla sua energia rimaneva gestibile, anche se a malapena. Le maniche del suo kimono, che si muovevano placide a ritmo dell'energia rimasta, si tingevano di rosso ad ogni movimento, imbevute della sua linfa vitale. Lo squarcio al centro del suo petto e della gola infine, le permetteva di respirare a fatica, concedendo giusto a qualche rantolo inquietante di risalire dal profondo del suo essere. Sarebbe stato così facile svenire... La aspettava così tanta pace, se solo si fosse lasciata andare...
    Un taimanin non cade, Baiken. - I taimanin non cadono, Jadis.
    Mai cedere davanti al male. - Mai indietreggiare.
    Per quanto Baiken fosse una traditrice del clan, il suo sangue era sempre quello di un taimanin e questo nessuno poteva toglierlo. E proprio per quello stesso sangue, come se fossero collegate in qualche modo, sia Jadis che Baiken, davanti a quello spettacolo grottesco che prometteva solo sconfitta e morte, pensarono alla stessa identica lezione subita anni prima, la medesima impartita loro dal Capo Taimanin in persona, sebbene in due tempi diversi. La voce di quella donna rimbombò forte come un ruggito nelle menti di entrambe. Insieme, pur senza saperlo, iniziarono a ripetersela come un mantra, internamente, come se ciò potesse accrescere la loro determinazione a non cadere: Jadis mentre piangeva silenziosamente, guardando con estremo odio e furia il mostro che le stava davanti; Baiken digrignando i denti a quella scena, in piedi ma impotente. A entrambe era stato strappato via fin troppo, in un attimo. E per quanto quella ferita fosse Baiken, davanti a uno Shouta agonizzante che comunque pregava per LEI, la ragazzina che solitamente aveva l'aria indomabile e lo spirito di una vera guerriera, non aveva potuto trattenere lacrime che, silenziose ma ben visibili, avevano iniziato ad annebbiarle la vista e scivolarle sulle guance perfette mentre soffocava i singhiozzi su un labbro tremolante. Le ginocchia avevano iniziato a tremarle per la paura. Paura che forse, quella volta, non ce l'avrebbe fatta. Non l'avrebbe scampata. Di solito si sarebbe infuriata nel vedere gli altri toccare qualcosa di SUO (e lei reputava Shouta SUO, per quanto avessero uno strano rapporto), ma in quel momento di terrore, la rabbia era una spinta piuttosto flebile, sovrastata dalla preoccupazione. Avrebbe voluto dirgli di non muoversi, di risparmiare le forze, ma poteva solo scuotere il capo lentamente, sperando che capisse ciò che voleva comunicargli, un ordine ben preciso: Resisti. Poi Uzumaki la costrinse a guardare in faccia il proprio destino e dovette distogliere forzatamente lo sguardo da Sho. Era precipitato tutto così in fretta che si sentì quasi mancare, specie davanti agli occhi del mostro che le stava davanti... ma fu una visione, in particolare, a risvegliarla: Baiken stessa, alle spalle di quell'enorme diavolo. In ginocchio dietro all'abominevole sagoma che sembrava voler inghiottire tutto dentro quella stanza, la donna continuava a lottare come poteva, dandole l'illusione che, forse, in qualche modo... si sarebbe davvero rialzata per salvarla. Lentamente ma inesorabilmente infatti, la custode faceva forza sulla gamba portante per potersi rialzare dalla posizione quasi in ginocchio cui era finita per la fatica. E a quel punto, quando Jadis tornò a guardare il mostro che Uzumaki la stava costringendo a fissare, lo fece con determinazione rinnovata e un odio così viscerale da far paura persino alla sua amica semi-morente. No. Non poteva essere da meno. Non doveva. Proprio mentre lo pensava, con ciò che rimaneva della sua voce, Baiken si mise a parlare più forte che poteva, in un estenuante crescendo, nella speranza di attirare l'attenzione dei due nemici e concedere alla ragazza... anche solo un istante. Un flebile suono, più simile a un rantolo, iniziò a farsi strada dalla chioma che metteva in ombra il suo sguardo. Stava... ridendo?
    Pff... Ahahah... AHAHAH! Dah-davvero... Con la lentezza voluta dal tempo rallentato, mentre parlava Baiken fece forza sulla gamba, piegandola con uno sforzo immane come se volesse mettersi del tutto in piedi. Il suo corpo era avvolto da uno strato di energia che teneva forzatamente dentro tutto il sangue che l'era rimasto, concedendole quell'ultimo, folle gesto. Si era preparata mentre i nemici non badavano a lei, dando fondo ad ogni barlume di potere. Pensate... Tossì, il sangue che gorgogliava nella gola: un grumo cremisi cadde a terra, arrivandoci con estrema lentezza. Che ve lo... lascerò... fahre?! No. Non era semplicemente mettersi in piedi: quello che stava cercando di fare era completare in un gesto suicida uno scatto vero e proprio, portato avanti per darsi lo slancio necessario a piombare verso il mostro. Scattare sfidando lo squarcio nel petto. Correre persino contro il tempo rallentato. Tutto pur di concedere a Jadis un solo, piccolo, secondo. E non solo a lei, perché Baiken aveva già notato la seconda giara distrutta. Se è sangue di Taimanin ciò che volete... ALLORA PRENDERETE IL MIO! AVANTIH!
    Dopodiché utilizzò l'evocazione di munizioni e di armi per poter avere la sua katana, afferrando il manico con i denti a mezz'aria mentre -sospesa nel tempo- si lanciava contro il suo obiettivo. Non perse il sorriso mentre affrontava quell'ultima sfida, anzi, lo esasperò fino a mostrare i denti candidi tinti di rosso come tutto il resto. E visto che quel bastardo era così grosso e dunque vicino, avrebbe tentato subito di affondargli la lama in un occhio mentre cercava di completare il movimento, perché erano fottutamente vicini. Non puntava al successo, ma a un semplice sguardo. Le bastava questo: una distrazione.
    IO. Ho ancora. Le braccia. MAIALI! NON SOTTOVALUTATEMI! AAAAAAH!
    Syornha era uscita alle loro spalle dalla giara che la venuta del mostro aveva distrutto, grazie alle vibrazioni del terreno. E non aveva perso un solo istante per tagliare l'intricata rete di sigilli che legava Jadis, permettendo così alla ragazza quantomeno di parlare e avventarsi sul mostro in un disperato tentativo di distrarlo dall'attacco di Baiken. Non solo, il famiglio era uscito col preciso scopo di avventarsi su Uzumaki e avvinghiarglisi addosso, agguantandolo con le chele con l'obiettivo di avvolgerlo nelle sue spire e avvelenarlo con la propria coda, o almeno provarci. Il famiglio era pronto a immolarsi per la sua padroncina, forte del fatto che, senza di lei, sarebbe stata spacciata e costretta a tornare negli Inferi a prescindere. Almeno lei doveva sopravvivere. Forse non poteva ferirlo o coglierlo di sorpresa, ma magari nella colluttazione lo avrebbe disarmato permettendo a Jadis di appropriarsi del coltello. Anche senza quello, comunque, la ragazzina si sarebbe avventata contro il mostro a pugni e a calci se necessario, ferendosi in modo che il suo sangue gli schizzasse addosso e potesse renderlo più debole all'attacco disperato di Baiken. La situazione era complicata: Baiken aveva richiamato l'attenzione del nemico per permettere all'altra di agire e crearsi una via di fuga magari, ma ora avveniva l'esatto contrario: Jadis voleva distrarlo dall'attacco suicida di Baiken per darle una vaga opportunità di sopravvivere, rendendo vano i suoi tentativi di crearle un'occasione. Pur non essendo una combattente, era allenata fin da piccola a diverse arti marziali e di autodifesa. Probabilmente non poteva nulla contro un mostro immenso come quello, ma valeva la pena mantenere il proprio orgoglio e provarci.
    Stupida ragazza, dovresti fuggire!
    Non se ne parla! Se devo morire, lo farò combattendo! I TAIMANIN NON SI ARRENDONO!
    Entrambe avrebbero combattuto... fino alla fine.
     
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    Anche nel momento più buio, la scintilla del coraggio trova sempre un modo per risplendere, e anzi più sono tetre le ombre, più facilmente l'oscurità viene squarciata anche dalla più piccola fiamma. Sho era morente in uno stato pietoso, incapace di fare qualsiasi cosa, ma aveva il privilegio di assistere ad uno spettacolo raro. Baiken era privata del suo potere e gravemente ferita, Jadis era debole e impotente, eppure si guardavano come se fossero pronte a combattere, assieme, come una cosa sola. Il ragazzo sgranò gli occhi nel comprendere quanto profondo fosse il loro legame, non era semplice affetto, né quello che si potrebbe chiamare famiglia. Era potentissimo, puro, incredibile, e lui si sentì anche molto stupido a ripensare a quanto banalmente aveva riassunto il loro legame. Credeva che fossero unite, ma non aveva ancora capito QUANTO. Gli occhi gli si riempirono di lacrime e di mortificazione, ma prima che potesse abbandonarsi alla disperazione, Jadis gli impartì un solo ordine, semplice ma inviolabile: resistere. Solo a quel punto realizzò: anche lui faceva parte di quel legame. Anche lui doveva combattere per difendere ciò che gli apparteneva. Jadis e Baiken erano la cosa più vicina ad una famiglia che aveva avuto in quell'ultimo periodo, e si sentì un dannato verme codardo per aver ceduto alla disperazione così facilmente, lasciando tutto nelle mani di un fato spietato. Lo sforzo del suo corpo che non poteva più combattere lo portava a grondare, ma non smise un solo istante di muoversi, cercando disperatamente di rimettersi in piedi proprio come stava facendo Baiken, seguendo il mantra dei Taimanin, deciso a non arrendersi fino alla fine. Quello scenario patetico strappò una gutturale e mostruosa risata al mostro davanti a loro, dava l'idea di essere davvero sicuro di sé, come se potesse batterli tutti anche al massimo della loro forza, figurarsi adesso che erano gravemente feriti.
    Quanto coraggio... quanta determinazione! Lo apprezzo moltissimo... il sangue diventa così buono quando ribolle per la battaglia!
    Uzumaki non era calmo come il suo compare: sembrava impaziente di completare l'opera e infatti strattonava Jadis come poteva, cercando di provocarla nella speranza che dicesse qualcosa di troppo così che il mostro l'avrebbe divorata prima. Ma non successe. Spuntò fuori dal nulla Syornha che con un movimento inatteso liberò Jadis spingendo all'indietro Uzumaki e facendolo sobbalzare come una fighetta, chiaramente non si aspettava un attacco così subdolo sopravvalutandolo in maniera fin troppo teatrale. Jadis e Baiken attaccarono, anche solo una distrazione sarebbe bastata ad infliggere almeno un colpo a quel mostro, con la spada a denti stretti. Un solo colpo poteva fare la differenza. Sho scattò assieme a Baiken, non poteva aiutarla in maniera decisiva ma se quella spada aveva una possibilità di colpire, doveva andare fino in fondo. Jadis e Syornha riuscirono a distrarre il mostro così che Baiken potesse infilzarlo, e appena la spada fu dentro il suo occhio con una spallata Sho la spinse all'interno il più possibile, un grido disumano di dolore e di sforzo si fece largo nella sua gola, facendogli vomitare sangue. Ce l'avevano fatta, lo avevano colpito.
    Questa non è di sicuro la prima battaglia disperata che vinco.
    Anche se il sangue sgorgava copioso dal suo occhio infilzato, il mostro non fece la minima piega in quel momento, mostrandosi del tutto indifferente al danno. sollevò il muso e una delle sue terrificanti zampe inferiori, così da schiacciare Baiken e Sho in un colpo solo, uniti in un modo che probabilmente avrebbero preferito evitare, o se non altro se dovevano farlo in maniera così sanguinosa sarebbe stato meglio in un letto, non tra le zampacce di un simile mostro. A Syornha toccò la coda, che la schiacciò a terra tenendola ferma e immobile, mentre non restava che Jadis ad osservare lo sguardo sanguinolento di quell'essere.
    Ma ora basta! Anche l'idea di non stuprarti un pò prima di mangiarti mi rende triste, quindi laverò via il mio malumore con un dolce banchetto! Addio, ragazzina!
    Un movimento rapido del collo gli permise di afferrare Jadis per intero, e subito iniziò a stringerla gradualmente lacerandole la pelle e iniziando ad incrinarle le ossa. La portò verso l'alto, sollevando il muso il più possibile in modo che il sangue zampillato dal suo minuto corpo si trasformasse in una vera e propria fontana. Il sangue di Jadis ricadde su di lui e sugli amici che aveva schiacciato a terra, rivelando l'oscurità di quel mostro: era veramente un essere malvagio fino al midollo, circondato da uno spettro nero immane, forse la cosa più crudele e oscura che il sangue di Jadis avesse mai visto. E probabilmente anche l'ultima. Sho iniziò a gridare disperato, non voleva lasciare che accadesse, ma non avevano più la forza per fermare quell'essere e lui, imperterrito, continuava a stritolare Jadis facendo grondare il sangue su tutto il suo corpo. Uzumaki sotto di lui osservava la scena con entusiasmo, come un fanatico di fronte alla realizzazione del rituale.
    La sento! L'anima all'inferno risuona! Il rituale di canalizzazione sta funzionando! Stiamo andando a prenderla! L'uomo Specchio ci darà quello che vogliamo!!!
    Il sangue, le grida disperate e il potere oscuro diventavano sempre più opprimenti, come se le viscere dell'inferno stessero per emergere sulla terra. Ma la scintilla brilla di più quando l'oscurità è così nera. Il sangue di Jadis che aveva così chiaramente illuminato l'oscurità nel cuore del mostro, ora colava anche sulla spada che infilzava l'occhio di quell'essere, rivelando la sua vera natura. L'arma di Baiken, che fino a quel momento aveva tenuto sigillati i suoi poteri, ora finalmente poteva assaporare il sangue di una Taimanin pura, il sangue di Jadis, lo stesso che quei mostri stavano disperatamente cercando. E che cercava anche lei. La spada di Baiken iniziò a pulsare fortissimo fino a che il mostro non smise di mugugnare di goduria, impossibilitato a continuare il suo pasto per il dolore. Le fauci si spalancarono proprio prima che Jadis potesse subire danni troppo gravi, lasciandola cadere verso il basso e iniziando a muoversi in maniera completamente sconnessa. Libero dalla presa del mostro, Sho si lanciò verso Jadis per poterla recuperare al volo prima che toccasse terra rovinosamente, l'ultimo sforzo che il suo corpo gli concesse, mentre la spada continuava a far ruggire la creatura come a voler rendere tangibile il desiderio di vendetta di Baiken. A quel punto le sarebbe bastato un semplice comando per richiamare la spada a sé, ed attivare il suo potere risvegliato, ma c'era ancora un imprevisto.
    No! NO! NON FERMARTI! Il portale! La connessione! Sta diventando caotico! Completa l'opera! Completa l'opera! Finiremo tutti all'inferno!!!
    Una voragine abissale e oscura si sarebbe aperta appena Baiken avrebbe richiamato la spada a sé: il potere oscuro e instabile in quel momento aveva raggiunto una massa critica estrema, e tutto sarebbe collassato. L'abisso avrebbe inghiottito tutti: Baiken, Sho, Jadis, Syornha, Uzumaki, Mugen e il mostro, spedendoli chissà dove nell'oblio...

    Edited by BOLSHAK VS DOOM - 13/7/2022, 09:07
     
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20 replies since 10/5/2022, 12:29   469 views
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