Al centro dell'attenzione

x MsQueeny

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    Nonostante fosse un non morto, il professore sembrava percepire comunque la strana energia che la spada di Elise emanava, come se in qualche modo si opponesse al suo stato innaturale e, per certi versi, corrotto. La ragazza avrebbe osservato le espressioni ed i lamenti di Thresh, che piano a piano si sarebbero trasformati più in respiri affannati ed eccitati, come se quella cosa gli stesse in qualche modo piacendo. Una reazione inattesa, che però sortì qualche effetto sulla studentessa, quasi compiaciuta di quel risultato e soddisfatta di essere riuscita a perforare da parte a parte quell'energumeno che sprigionava una potenza mai sentita sino a quel momento. Gli occhi si sarebbero poi inesorabilmente abbassati nella direzione dei pantaloni, vedendo come anche Carnovash stava reagendo in modo perverso a quella situazione. Elise non potè far altro che percepire come il suo desiderio aumentava ancora, mentre le parti erogene si accaldavano e le orecchie diventavano leggermente rosse. Avrebbe ascoltato ogni singola parola del professore, facendo un respiro più profondo quando questo avrebbe intimato di divorarla, ucciderla e farla sua lì, in quel momento. Una prosepttiva in qualche modo allettante, non sapeva nemmeno lei il perchè, ma il fatto che non sarebbe andata in quel modo la lasciava in u ncerto senso insoddisfatta. Sarebbe però tornata nel mondo reale dopo pochi attimi, sentendo le nuove istruzioni del non morto. Avrebbe annuito e dopo un ulteriore respiro avrebbe afferrato l'elsa della Lunaguis con entrambe le mani, torecendola con quanta forza aveva nelle braccia, così da aprire la ferita nel petto del professore. Subito dopo avrebbe fatto un passo indietro, cercando di sfilare la lama da quell'apertura, così da liberare entrambi da quella stretta perversa e magica. Nel movimento, forse troppo frettoloso, parte del sangue di Carnovash sarebbe finito sugli abiti della ragazza e sul suo volto, una singola goccia sull'estremo sinistro del labbro. Subito Elise avrebbe cercato di assaporarne l'aroma portandovi la lingua in prossimità, ansimando e sentendosi quasi le gambe tremare per quello che era appena successo. Nella teoria aveva appena colpito a morte una persona, ma nella realtà aveva appena infilzato un professore non morto e la cosa la eccitava da impazzire. Forse il suo animo da bulla le faceva piacere il fatto di prendersela con un'autorità superiore come un'insegnante. O forse era proprio il pensiero di aver ucciso una persona immaginaria che la faceva accaldare e bagnare le mutandine. Sta di fatto che dopo essersi ripresa, Elise avrebbe fissato nuovamente le parti intime di Carnovash, di sfuggita, per poi tornare a guardarlo in volto.
    A-Allora? Andava bene così oppure ne volete...ancora, professor Carnovash? Il vostro corpo ha reagito in modo un po' inatteso lì sotto. Vi piace che vi venga fatto del male per caso?
    Un sorrisetto impertinente sarebbe apparso sul volto di Elise, come se avesse appena scoperto una debolezza di quel non morto apparentemente inamovibile. Chissà cosa avrebbe pensato la scuola di un professore perverso che amava farsi mettere i piedi in testa da una studentessa. Ma forse la ragazza si stava facendo dei film mentali sin troppo semplici per la situazione che si era venuta a creare e probabilmente ne avrebbe pagato le conseguenze.
     
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    Thresh continuò a fissarla voglioso per tutto il tempo, voleva darle la sensazione di essere pronto a ribaltare la situazione in qualsiasi momento, sottometterla, intrappolarla, farle del male, ucciderla stuprarla. Tutte quelle cose servivano a far salire la sua ansia, la sua voglia, la sua perversione, e la decisione del professore diede i suoi frutti perché riuscì a motivarla verso la mossa che le aveva suggerito. La torsione della spada gli fece spalancare gli occhi di colpo, una fitta di dolore intensa lo colse e gli spezzò il fiato facendogli morire i gemiti in bocca, poi quando la spada venne estratta con forza il suo sangue schizzò in avanti imbrattando il corpo e il volto di Elise mentre Thresh si piegava leggermente all'indietro sfoggiando uno sguardo di pura estasi, spezzato da lunghi sospiri di piacere. Quello schizzo di sangue sembrò decisamente un orgasmo vista la situazione e assaporando quel grumo nero e denso colmo di energia, Elise avrebbe potuto percepire quanto caldo, dolce e potente fosse, un pasto insolito per una persona normale ma anche solo una goccia le avrebbe fatto provare un piacere che qualsiasi altro drink o droga poteva imitare. Il professore le aveva di sicuro insegnato molto con una semplice mossa, e abbassando lo sguardo verso di lui Elise avrebbe potuto notare come nemmeno lei gli fosse indifferente, visto che il rigonfiamento nei suoi pantaloni era tale da farli sembrare pronti ad esplodere da un momento all'altro. Il sangue che grondò su di essi per via della ferita nel petto del non morto l'avrebbe riportata alla realtà, assieme al giudizio di Thresh che lentamente cercava di ricomporsi da quella magnifica esperienza.
    Curioso che tu mi faccia questa domanda mia cara... ma essendo nuova non mi conosci ancora molto bene. Io sono un grande estimatore del dolore come forma di piacere estremo, penso che niente possa superare la lussuria ricevuta dalla tortura più intensa, quindi possiamo dire che la tua spada mi ha ferito veramente nel profondo... non mi è stata indifferente.
    Sottolineava l'ovvio a quel punto visto il rigonfiamento nei suoi pantaloni, ma era giusto spiegarle chi aveva davanti, dato che il suo sorriso perverso sembrava facile da fraintendere. Il professore riportò finalmente le braccia ad una posizione naturale, sistemandosi la giacca sulle spalle lasciandole però un tantino scoperte, così che il suo corpo rimanesse comunque in mostra mentre con le dita raccoglieva i grumi di sangue dal suo ventre e li riportava al petto dove c'era la ferita, solcando la sua muscolatura perfetta con quelle gocce di sangue nere e dense, mettendosi ulteriormente in mostra.
    Deve essere strano per te immaginare che hai provocato quasi un orgasmo nel tuo professore semplicemente infilzandolo... ma non preoccuparti: nonostante quello che ti ho detto non salterei mai addosso a una studentessa nel bel mezzo di una lezione. Non nascondo che sono un gran pervertito dai gusti discutibili, ma il mio ruolo di insegnante e di guida viene prima di qualsiasi altra cosa. Quindi devi perdonarmi... neanche io immaginavo che quella spada sarebbe stata così intensa per me.
    La perdita del sangue diminuì molto velocemente fino a fermarsi del tutto, nonostante ciò non si coagulava né si seccava come era la normalità, mantenendo lo stato liquido per quanto denso fosse, un pò come a volersi mantenere pronto ad essere bevuto in qualsiasi momento. Anche il corpo del non morto era unico: gli zombie erano famosi per non provare alcun dolore né subire gli effetti di ferite micidiali, eppure quel professore cercava le sensazioni in ogni loro forma, amplificando i suoi sensi. Fece un lungo passo verso di lei, chiudendo le distanze quasi, non la toccò né si piegò in avanti per opprimerla con la sua presenza, ma bastò ad eclissare del tutto il suo campo visivo in modo che non ci fosse altro che Thresh di fronte a lei, voleva assicurarsi di avere ancora tutta la sua attenzione.
    Dunque ti chiedo... questo è troppo per te? Puoi andare se vuoi, non sei obbligata a continuare questa lezione. Ma se i miei metodi non ti mettono a disagio e credi nei miei insegnamenti... posso aiutarti a spingerti oltre. Eliminare quell'esitazione che ti limita... e farti scoprire quanto è piacevole infliggere una lenta sofferenza al tuo avversario piuttosto che eliminarlo in un singolo colpo. La scelta è tua... io sono il tuo insegnante... farò solo ciò che è meglio per te.
    Sembrava decisamente un metodo di abbordaggio e Thresh non fece assolutamente nulla per nasconderlo. Era evidente che oltre ad insegnarle qualcosa stava cercando di sedurla, ma nonostante ciò il suo ruolo di insegnante restava inflessibile: non avrebbe fatto nulla per forzare la mano sulla ragazza, niente che lei non volesse come lui. Sarebbe stata sua la scelta, ma Elise avrebbe davvero trovato la forza per resistere a quelle promesse?
     
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    Il sapore del sangue del professore all'interno delle proprie labbra e poi nella bocca, scendendo lungo il collo e percorrendo poi il resto del petto avrebbe lasciato un segno evidente in Elise, che ora poteva comprendere ancora meglio la forza della persona che aveva davanti. Si sentiva quasi il corpo esplodere dall'interno, accaldato e decisamente sotto pressione, ma fu una sensazione di qualche istante, più che sufficiente però per farle perdere qualche parola del non morto, mentre lo sguardo si perdeva sul suo fisico ora così attraente e scolpito al contrario di qualche attimo prima. Non si era mai sentita così, ma la cosa in un certo senso le stava piacendo più che spaventarla e non sapeva nemmeno lei se era più un bene o un male. Avrebbe alzato lo sguardo, per cercare di guardarlo in volto, così da rispondergli, senza dover pensare a lungo su cosa voler fare. Aveva un obiettivo e non si sarebbe fermata davanti a nulla.
    In un certo senso posso capire il tuo punto di vista...a me solitamente piace fare la bulla con i più deboli e ci trovo particolarmente gusto nel maltrattarli. Certo, infilzare le carni altrui è qualcosa che non mi sono mai spinta a fare sino ad ora, lei è il primo professore. Ma non posso certo dire che non sia stata un'esperienza interessante. E per tale motivo non ho alcuna intenzione di tirarmi indietro dai vostri insegnamenti.
    Con un colpo deciso avrebbe cercato di muovere la spada sul lato destro, puntanto l'estremità della lama verso il basso, così da far cadere gran parte del sangue del non morto sul pavimento e ripulire così gran parte della superficie dell'arma. La avrebbe poi osservata di sfuggita, cercando di non farsi notare mentre osservava ancora il rigonfiamento che si pronunciava sui pantaloni del professore. Non sapeva nemmeno lei se provare a stuzzicarlo oppure attendere ancora così che fosse lui a farsi direttamente avanti. Era pulsione decisamente irresistibile quella della ragazza, tanto che avrebbe cercato di fare un leggero passo indietro così da riaprire le distanze, sentendosi oppressa e incapace di pensare nitidamente. Sempre ovviamente che Carnovash le lasciasse lo spazio di indietreggiare.
    Difficilmente però potrò provare cose simili a quella che avete provato voi. Io sono umana e viva, una ferita come quella mi porterebbe al creatore e non riuscirei a provare dolori o piaceri così estremi come quelli che potete percepire voi. Inoltre, come ho detto, di solito sono io che godo delle disgrazie altrui, non viceversa. Non ho mai assaporato il ruolo opposto al mio, sarebbe una prima volta anche questa. Per caso professore volete rubare tutte le mie prime volte in questa lezione...?
    Sino a quel momento non aveva mai ipotizzato l'idea di diventare una non morta o qualcosa del genere, come uno spettro. Aveva conosciuto membri di quelle razze, di sfuggita, ed il fatto di non sentire nulla le dava una sensazione di tremenda noia e tristezza. Il professore, però, le stava invece mostrando come un non morto, nella realtà, poteva spingersi ben oltre la soglia di sopportazione di una normale creatura vivente. La mente di Elise si sarebbe riempita di varie immagini, una più stuzzicante ed eccitante dell'altra, mentre attendeva il passo successivo di Thresh.
     
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    Sentirsi dire "sei il primo", in qualsiasi contesto, era sempre qualcosa di estremamente piacevole per Thresh, soprattutto quando quella definizione sbloccava nuove sensazioni nella persona che aveva davanti. Le aveva presentato una splendida novità e sapeva per certo di averla affamata con quell'informazione, provare ancora quelle sensazioni per lei sarebbe stato indispensabile per sentire ancora una volta il brivido della "prima". Nonostante ciò, Elise non si lasciò avvicinare, anzi inconsciamente non solo tentò di ricreare distanza ma addirittura ripulì la spada, come a volersi dichiarare pronta a sporcarla di nuovo se necessario. Era una minaccia inconscia che stuzzicò ulteriormente il professore, facendogli chiedere fin dove poteva spingersi quella ragazza in un unica lezione. Aveva una gran voglia di forzare la mano, la sua espressione era evidentemente sofferente perché si stava trattenendo, ma anche questo faceva parte del gioco.
    Oh mia cara... "rubare" in questo caso mi sembra un verbo decisamente troppo dispregiativo... pensi forse che ti abbia privato di qualcosa? No di certo... quell'esperienza è stata tua, io semmai l'ho condivisa... e sarò ben lieto di condividere molto, molto di più.
    Imperterrito, si avvicinò ancora. Se Elise voleva un primo passo quello era un gigantesco passo da parte del professore, perché ancora un pò di quella danza e la ragazza si sarebbe ritrovata con la schiena al muro, incapace di allontanarsi oltre. Il non morto non staccava lo sguardo da lei per nessuna ragione, cercava di esaminare i suoi occhi alla ricerca di indizi. Lui non aveva di certo il dono della lettura del pensiero ma poteva capire i desideri di una persona se questi erano forti o disperati a sufficienza. E in lei riusciva a cogliere una certa curiosità, come se quell'esperienza le stesse aprendo delle porte che prima non aveva mai neanche considerato, o che aveva giudicato troppo frettolosamente. Che l'unicità del corpo del professore l'avesse colpita in più di un senso? Magari iniziava a chiedersi cosa significasse avere un corpo immortale e un'anima indistruttibile, quali piaceri avrebbe potuto concedersi, quali dolori poteva sopportare, e quanta sofferenza poteva arrecare agli altri. Ovviamente l'Impero di Roma che tanto esalta la potenza assoluta degli umani non incoraggia di certo gli studenti a lasciarsi corrompere nella carne in una trasformazione quasi "innaturale", ma di sicuro Thresh non avrebbe impedito ad uno dei suoi studenti di trascendere verso la forma a cui era destinato.
    Rispondi a questa domanda, Elise, se vuoi: hai mai avuto la sensazione di essere... incompleta? Di aver bisogno di qualcosa che ti manca, per poter essere felice? Magari l'hai presa a qualcun altro pensando che potesse diventare tua, o più semplicemente l'hai cercata invano... ma non hai ottenuto quello che volevi e sei tornata sui tuoi passi a caccia di chissà quale dono che in realtà non ti appartiene. Hai mai avuto questo senso di vuoto che ti impedisce di dormire la notte, o anche solo semplicemente di sentirti soddisfatta? Hai mai pensato... che ti mancasse qualcosa?
    Sapeva di aver fatto colpo, di aver toccato le giuste corde, adesso voleva che Elise arrivasse a rivalutare sé stessa, così che fosse pronta a cadere in tentazione.
     
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    Più quella conversazione continuava, più il corpo di Elise sembrava reagire in modo strano ed incontrollato ed unendosi alle domande che le venivano poste la situazione si stava facendo decisamente difficile da gestire per la ragazza. Si sarebbe ritrovata con le spalle al muro, stretta contro di esso dalla figura del professore, dalla quale non riusciva a distogliere lo sguardo, osservando il punto dove poco prima era presente la ferita inferta con quella lama. Non faceva altro che pensare a ciò che Thresh poteva aver provato in quel breve momento, qualcosa di così intenso che lei se lo sarebbe potuto sognare. Il professore sapeva decisamente utilizzare le parole a suo favore, aveva una lingua pungente come una lama e sapeva come stuzzicare la studentessa che sino a qualche ora prima mirava a essere lei la dominatrice di quel giochetto. Ma la situazione si stava ribaltando, creando per l'appunto non poca confusione nella mente di Elise.
    Cerco sempre di tenermi impegnata ed occupata con la mente per non pensare a cose simili. Non ho pensieri tali da impedirmi di dormire la notte, ma quando sono ferma, immabile, a fissare il soffitto o il mondo che mi si disperde davanti...non riesco a non pensare a quale possa essere il mio reale scopo. Questa spada sarà finita tra le mie mani per qualche motivo, non credete anche voi, professore? Ho sempre pensato non fosse per uccidere altri, ma quei manichini sembrano dire il contrario...il vostro corpo sembra aver detto il contrario. A parte per il vostro lato perverso, ecco...
    Ora che era completamente costretta contro il muro non poteva nemmeno sottrarsi all'aura invasiva del professore, così opprimente ed allo stesso tempo così attraente. Elise avrebbe cercato, lentamente, di alzare nuovamente la lama verso il petto di Carnovash, appoggiandovi con delicatezza il piatto, cercando di capire eventuali altre reazioni da parte del non morto. Si stava realmente addentrando in quel mondo oscuro e sconosciuto? Perchè la sua testa sembrava voler sentire altri gemiti eccitati da parte del professore? Nemmeno lei riusciva a spegarsi bene cosa le stesse succedendo, ma sotto la gonna era ormai grondate di umori, come assetata di quel nuovo mondo. Solo a quel punto avrebbe alzato lo sguardo per cercare gli occhi del non morto.
    Voi sapreste mostrarmi cos'è che mi manca?
     
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    Seppur mai arrivando a toccarla direttamente, Thresh continuò a chiudere le distanze tra di loro, impercettibilmente, anche quando Elise tornò con la spada sul suo corpo lui non si oppose, lasciandosi toccare dalla lama come se ne fosse attratto. Avendo ancora un briciolo di forza purificatrice al suo interno, la lama iniziò a reagire al corpo maledetto del non morto, come se fosse rovente, ustionandolo e lasciandogli altri segni sulla muscolatura perfetta e strappandogli dalla gola dei sottili versi di piacere, trattenuti a stento dai morsi che si infliggeva alle labbra per darsi un contegno. Era ovvio che quella spada fosse in grado di infliggere ferite micidiali a creature maledette come Thresh, eppure lui non la temeva affatto, anzi ne traeva piacere da quelle ferite dolorose, ogni grammo di sofferenza era per lui fonte di ispirazione, e ne bramava sempre di più. Lo sguardo di Thresh era quello di uno con tutte le risposte, la fissava languido pronto a strapparle di dosso i vestiti e spogliarla non solo del suo pudore ma anche dell'indecisione. Possederla, farle provare esperienze di infinito piacere e toglierle completamente la possibilità di tornare indietro. Ma questo non era davvero lui, il professore era più calmo. Non era un killer, né una bestia divoratrice, lui era una guida e come tale si sarebbe imposto.
    No... io ti mostrerei la mia distorta visione... saresti mia succube se ti mostrassi di cosa hai bisogno, e non è ciò che voglio. Io sono il tuo insegnante... il mio compito non è indicarti la destinazione... ma mostrarti la via. Anzi... illuminarti la via.
    Non usò quella parola a caso, perché proprio mentre parlava sollevò il palmo della mano destro rivolto verso il basso. Senza toccarla, la tenebrosa lanterna che stava fedele e silenziosa sul suo fianco fino a quel momento iniziò a reagire, levitando verso la mano spalancata del professore ed accendendosi. Una tetra fiamma verde e spettrale scintillò al suo interno, iniziando ad emettere una perversa energia oscura. Era una sensazione ancora più opprimente rispetto a prima, come se qualcuno la stessa schiacciando con forza contro il muro, ma invece di essere doloroso era piacevole, l'abbraccio sì forte e serrato di una belva, ma capace di stringere nelle sue spire un corpo voglioso di attenzioni. La lanterna iniziò a risucchiare il sangue di Thresh, senza guarire la sua ferita ma assorbendo al suo interno qualche intensa goccia di sangue. Quel grumo nero e scuro aveva un odore intenso se stimolato dalla lanterna, identico al sapore che Elise aveva assaporato fino a un attimo fa. La lanterna lo trasformò e gli fece assumere forme diverse, fino a che non prese l'aspetto di tre grosse pastiglie nere attraversate da venature verdastre. Dopodiché la lanterna si divise in due, orizzontalmente, aprendosi e permettendo quindi alla ragazza di poter prendere quel risultato prodigioso mentre levitava di fronte a lei.
    A volte ciò di cui hai bisogno è già dentro di te... devi solo trovare il coraggio di tirarlo fuori. Non avere pregiudizi... chi ha la forza d'animo può sempre tornare indietro. O andare così avanti da non avere più bisogno di guardarsi alle spalle...
    Thresh non la stava tentando, né le stava tracciando un percorso da seguire. Da bravo insegnante le stava semplicemente dando i strumenti per tirare fuori ciò che sapeva per certo essere già dentro di lei. Ma soprattutto non la stava obbligando: quella era una sua scelta, e andare fino in fondo dipendeva solo da lei.
     
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    Non poteva scappare da quella situazione, doveva resistere ad ogni costo al fine di guadargnare completamente l'interesse del professore, così da riuscire ad ottenere la sua fiducia e poter raggiungere l'obiettivo prefissato. Purtroppo però Elise si stava lentamente rendendo conto che non voleva allontanarsi anche per altri motivi, dovuti più ad un aspetto fisico e più profondo del semplice furto che lei ed il suo gruppetto avevano architettato. Thresh le stava mostrando qualcosa, sembrava volerle mostrare un suo possibile futuro, qualcosa che nel profondo aveva sempre bramato di diventare, pur non sapendolo. Avrebbe osservato con attenzione la lanterna sollevata dalla mano del non morto, scrutando quel grumo di sangue mentre assumeva la forma di 3 pastiglie. L'odore di sangue era inebriante, tanto che la ragazza avrebbe serrato le coscie una contro l'altra, cercando di trattenere il più possibile il calore della propria intimità, che si stava facendo sempre più inrefrenabile. Avrebbe allungato una mano libera, esitando per qualche istante prima di prendere la decisione finale di accogliere quel dono. Era una droga? Non lo sapeva nemmeno lei, poteva solo sentire la strana necessità di avere tra le sue mani quelle pastiglie. Avrebbe quindi osservato il professore, restando immobile, incapace di muoversi, oltre al fatto che non voleva allontanarsi da lì.
    Cosa dovrei farne? Immagino sia qualcosa che mi aiuterà a trovare la mia strada, ma come devo utilizzare queste...pasticche? Non ha intenzione di drogarmi, vero?
    Faceva un po' la finta tonta, aggrappandosi a quel poco di lucidità che le era rimasto, stringendo nella seconda mano la spada, unico appiglio di salvezza da quella strana ed inattesa situazione. Avrebbe atteso una risposta dal professore, delle istruzioni o indicazioni su come meglio utilizzare quel regalo. Doveva prenderle tutte e tre in quel momento oppure vi erano delle occasioni propizie in cui doveva mangiare una di quelle pasticche? Era confuse ed allo stesso tempo vogliosa di sapere a cosa servissero, ma probabilmente la risposta del non morto sarebbe stata criptica ed elusiva, come tutte quelle ultime parole proferite. Era chiaro che il suo intento fosse confonderla, non era altro che una marionetta sul palmo della sua mano e con ogni probabilità i fili erano già aggrappati a tutto il corpo della studentessa, ignara del baratro in cui si stava gettando.
     
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    A differenza di ciò che Elise si aspettava, dietro il sorriso del professore che si stava spalancando non c'era proprio nessuna volontà di ingannarla o tirarla verso chissà quale oscuro sentiero contro la sua volontà. Avrebbe dovuto capirlo da quella pressione energetica e da tutta la situazione: quel grosso energumeno così massiccio da poter occupare tutto il suo campo visivo solamente esistendo, e capace di resistere a qualsiasi dolore, tortura e ferita, non avrebbe fatto la minima fatica a saltarle addosso e prendersi ciò che voleva. Lui era davvero un insegnante e non c'erano giochi di parole quando diceva che voleva diventare la sua guida. Quindi ancora una volta la risposta l'avrebbe probabilmente colta alla sprovvista.
    I guerrieri nel passato si drogavano per non temere la morte e non sopperire alle debolezze, i filosofi le usavano per espandere i loro orizzonti, e lasciati dire da uno zombie goloso che anche la cioccolata può essere un alleato di cui diffidare. Niente a questo mondo è proibito e sbagliato, basta il giusto... semplicemente non devi lasciarti dire da nessuno quale sia "il giusto". Sei tu a doverlo provare, sperimentare e conoscere. Poi deciderai quale è il tuo limite, e sarai solo tu a farlo.
    Le stava implicitamente confessando che era eccome una droga, non glielo nascose minimamente e anzi le lasciò intendere che lo scopo era proprio drogarla, ma non per abusare di lei o metterla in pericolo, ma per permetterle di sbloccare qualcosa dentro di sé. Era ovvio che più ne prendeva e più sarebbe stata plagiata e assuefatta, per questo il professore gliene aveva date tre: sia per capire il dosaggio, sia per smettere definitivamente in caso fosse arrivata ad un punto che non voleva superare. L'energia emanata da quelle pastiglie era incredibile, sembravano un concentrato della forza che aveva il professore, ma non si trattava unicamente di potere. Contenevano... "visione", o meglio "intuizione", qualcosa capace di sbloccare la mente di una persona, ottenebrandola nel desiderio ma spingendola a volerne di più. I desideri reconditi di Elise sarebbero diventati irresistibili, i suoi freni inibitori un ricordo distante, semplicemente avrebbe preso tutto ciò che desiderava senza pensarci due volte, lo avrebbe fatto con il massimo della sua concentrazione, della sua forma fisica e della sua percezione. Ciò che quelle pillole avrebbero inibito era tutto quello che veniva contemplato nella sfera dei limiti morali e legislativi della società. Avrebbe inibito quella parte del cervello di Elise che le imponeva di rispettare le regole o quantomeno temerne le conseguenze, passando ad una visione terrena molto meno limitata. Religione, indottrinamento, leggi, ogni cosa sarebbe passata in secondo piano rispetto alla volontà di Elise stessa.
     
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    Il professore non avrebbe nascosto in alcun modo che ciò che le era appena stato donato non era altro che una droga capace, a suo dire, di farle capire ciò che realmente voleva, senza alcun freno o vincolo. Una pillola che avrebbe svelato la "vera" Elise per ciò che realmente era: una pervertita? Una assassina? Una pazza scatenata? Ora che ci pensava poteva essere qualunque cosa, nemmeno lei si era mai resa conto di quanto si autolimitasse o meno nelle scelte e nelle azioni di ogni giorno. Avrebbe osservato nuovamente le pillole, stringendo poi la mano, accettando definitivamente quel regalo, seppure non lo avrebbe usato in quel preciso istante. Per quanto eccitata e oppressa dalla presenza del professore, non poteva in alcun modo rischiare di finire in un baratro da cui non si sarebbe più risollevata, non senza ottenere quello che voleva. Alzando quindi gli occhi, così da fissare Thresh, avrebbe cercato di defilarsi di lato, lentamente, del tutto intenzionata ad andarsene se le fosse stato concesso.
    Accetto il vostro dono e la vostra offerta professore ed in parte capisco dove vogliate arrivare e cosa mi vogliate mostrare, ma, ecco...come prima lezione penso sia prematuro esplorare così a fondo questo nuovo mondo. Spero però di poter partecipare presto ad un altro incontro e se non è chiedre troppo...sempre in privato.
    Se le fosse stato concesso di allontanarsi un po', Elise avrebbe forse potuto riprendere un po' di lucidità e riacquisire la forza nelle gambe che da lì a poco la avrebbero altrimenti fatta cadere a terra davanti a Carnovash. Sentiva che quell'incontro non era stato un completo fallimento, anzi, era riuscita ad ottenere l'attenzione del professore. Il problema era che forse aveva ottenuto ben di più di ciò che cercava, senza rendersene conto. Avrebbe quindi impugnato la spada per riporla nel fodero ed attendere una risposta dal non morto per un secondo appuntamento. Nel mentre la mano che teneva le pillole avrebbe iniziato a stringersi avidamente attorno ad esse, come se il semplice contatto bastasse a far assorbire nel corpo parte del loro perverso potere. Quanto realmente erano potenti quelle cose? Beh, lo avrebbe scoperto sicuramente molto presto, visto che quella sera, alla festa con gli altri, sarebbe sicuramente caduta in tentazione, probabilmente anche grazie all'alcol che avrebbe bevuto.
     
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    Fino a quel momento il professore era stato una presenza opprimente, un solido oscuro capace di eclissare completamente il mondo circostante, catalizzando su di sé tutta l'attenzione e il timore della ragazza. Ma appena Elise avrebbe rifiutato il suo dono, quella sensazione opprimente sparì del tutto, permettendole di vedere l'uomo socchiudere gli occhi con un cenno di assenso, facendo un passo indietro per permetterle finalmente di respirare. Tutta la tensione si era sciolta in un singolo istante, riportando la quiete nella stanza e nella mente della ragazza, forse lasciandole un sapore agrodolce in bocca visto che per quanto opprimente quella sensazione doveva essere stata prodigiosa e intrigante.
    Ma certo, è comprensibile... i cambiamenti non si risolvono in un solo giorno, tanto meno in una singola lezione. Hai la mia piena disponibilità, Elise... prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno.
    Le sorrise con la giusta quiete, portando le mani dietro la schiena. Non pretese le pillole indietro, anzi gliele lasciò così che fosse lei a decidere quando e dove utilizzarle, se avesse deciso di farne uso ovviamente. Poteva anche gettarle via, al professore non interessava di certo, la scelta era sua ed Elise sembrava aver colto perfettamente l'importanza di quei doni, visto che li stringeva come se avesse voluto assorbirli con le dita. Non ci sarebbe riuscita, ma le mani potevano sentire l'oscuro potere del non morto, e quella distante sensazione di soddisfazione dopo aver massacrato i manichini con i suoi abili colpi di spada. Solo una sensazione però, un vago assaggio, nulla di più. Quel senso di non essere arrivata fino in fondo, sarebbe stato palese in lei. Ma forse poteva conviverci, dopotutto. Thresh avrebbe fatto in modo di non mettersi più sulla sua strada, rimanendo in disparte, lasciandole lo spazio per tornarsene sui suoi passi, limitandosi a dirle in che modo avrebbe potuto ritrovarlo facilmente.
    Le mie lezioni sono aperte a tutti, come sai, ma se riuscirai a trovare il mio cubo... sarò ben lieto di dedicarti un allenamento solo per te.
    A quel punto il suo sorriso si allargò, e di molto. Era chiaro che voleva metterla alla prova, dandole la possibilità di mettersi a caccia di un nuovo "tesoro": il cubo. Un oggetto misterioso che non aveva ricevuto nessun indizio, ma che probabilmente Nescio poteva rintracciare per lei. Che Thresh avesse capito che era una ladra e la stava mettendo alla prova? No, impossibile, semmai voleva scoprire quali fossero i suoi talenti, e metterla alla prova.
    A presto, Elise...
    Un saluto, una minaccia velata, un invito enigmatico e inquietante. Quel professore stava facendo davvero di tutto per lasciarle un segno addosso.
     
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    Appena libera dalla morsa del professore Elise avrebbe sentito i muscoli rilassarsi e se non fosse stata attenta avrebbe rischiato di cadere a terra visto che le gambe le stavano nuovamente per venire a mancare. Il calore, le sensazioni perverse e vogliose, tutti era svanito in un lampo come una tremenda allucinazione, anche se era certa che il non morto non le avesse fatto nulla di che. Avrebbe riordinato i pensieri e le idee, mentre ascoltava le parole di Theesh un merito ad un misterioso cubo. Di cosa si trattava? Probabilmente fare domande non avrebbe portato a nulla, era chiaro che quella voleva essere una sorta di test, esattamente come quello dei manichini. Elise li avrebbe osservati ancora, sentendo qualcosa nel profondo del suo animo, qualcosa che voleva uscire, ma che non riusciva a trovare spazio per svelarsi completamente all'esterno. Ancora una volta la stretta sulle pillole si sarebbe fatta più salda, mentre lo sguardo della ragazza avrebbe incrociato quello del professore.
    Vi ringrazio professore. Farò in modo allora di trovarvi così da partecipare ad un'altra lezione con Voi. Non ve ne pentirete!
    Come primo incontro non poteva di certo definirsi deludente. Elise era riuscita a far colpo ed ora aveva parte dell'attenzione del professore, cosa che prima o poi le avrebbe concesso di farlo scoprire così da svelare dove nascondeva il suo tesoro. Per il momento la studentessa se ne sarebbe andata, probabilmente intenzionata a raggiungere il suo gruppetto così da prepararsi per la serata e organizzare i passi successivi. Ma prima di quello avrebbe fatto una sosta nei bagni più vicini, così da sfogare tutte le sensazioni che avevano colpito il suo corpo in quei pochi minuti. Un metodo un po' rozzo, certo, ma non poteva tornare dagli altri tutta fradica ed eccitata, chissà cosa avrebbero potuto pensare di lei. Non doveva mostratsi così provata e vulnerabile dopo solo un primo incontro, non era una poppante qualsiasi, sapeva tenere testa ad uno come quel Carnovash e lo avrebbe dimostrato anche utilizzando quelle pillole quella sera stessa, sperimentando il loro effetto anche in presenza degli altri.
     
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    La parte difficile doveva ancora arrivare, ma quella difficoltà era stata superata con grande maestria. Un simile successo non poteva che mettere di buonumore sia Elise che la sua squadra, che di sicuro avrebbe voluto sapere com'era andato il suo incontro col professore. Ne avrebbero parlato alla loro festicciola, che i ragazzi avevano organizzato non nel loro solito rifugio ma nel classico locale al centro di Roma dove andavano di solito quando c'era qualcosa di importante da festeggiare. per quanto non fosse utile come il loro covo, era perfetto dato che le stanze erano organizzate come quelle di un karaoke: isolate, insonorizzate, perfette per parlare di affari loro senza che nessuno si mettesse a origliare, e anche se ci avessero provato la musica di sottofondo avrebbe nascosto i loro piani. Oltre a questo, anche alcol e droga a fiumi, bastava chiedere e con i loro furtarelli non avevano mai problemi a procurarsi quello che volevano per rendere le serate indimenticabili. Seguendo il consiglio di Elise su come festeggiare, Emma aveva scelto un abito decisamente poco consono per una ragazza della sua età: un tubino nero brillantinato con due enormi spaccature su entrambi i lati del vestito tenute assieme da degli eleganti anelli e che scoprivano parecchia della sua carne, come se il vestito in sé non fosse già abbastanza corto da celare appena il suo seno e ciò che si nascondeva tra le sue gambe, celato solo da una mutandina di pizzo nero quasi trasparente. I ragazzi invece indossavano camice e cravatte sciolte, sembravano volersi portare sull'elegante ma sembravano già dei tipi da ufficio ubriachi di prima serata. Forse ubriachi no, ma di sicuro già alticci. I festeggiamenti erano iniziati presto. Gregory ed Emma stavano su una poltrona davanti al tavolino principale, mentre Nescio era seduto su quella opposta, tutti erano intenti a bere con una discreta allegria, ma non passò molto prima che Nescio cercasse informazioni dalla loro leader.
    Allora capo, ci racconti o no com'è andata? Sembrava fosse tutto ok, quel Carnovash è davvero solo una montagna di muscoli senza cervello?
    Sì, dicci tutto! Voglio sapere che ti ha fatto fare quel pesce lesso, di sicuro sarà cascato ai tuoi piedi con niente!
    Il suo team era davvero entusiasta e nutriva grandissime aspettative verso Elise.
     
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