Al centro dell'attenzione

x MsQueeny

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    Era passato circa un mese dal loro ultimo "colpo grosso", come lo chiamavano e le acque si erano oramai tranquillizzate, più o meno. Non che ci fosse molto da smuovere, dopotutto a fare i titoli più eclatanti era stato il giornalino scolastico, al TG o sulla rete ne parlavano solo piccoli gruppi e non saltò mai all'occhio di qualcuno di importante, quindi potevano cavarsela con poco. Il problema era che si erano esposti quindi non potevano più rimanere in quella scuola. Di sicuro una come Elise non si sarebbe concessa rimorsi nell'abbandonare i suoi nuovi compagni di giochi ma era molto più facile tenerseli che non trovarne di altri utili allo scopo, quindi mantenere un profilo basso e cambiare zona era la scelta migliore. La Sapienza li aveva accolti con grande entusiasmo, forse grazie anche alle doti combattive di Elise stessa: la sua spada non era passata inosservata agli occhi degli esaminandi esperti e riponevano tutti discrete speranze verso di lei. Questo la rendeva vagamente temuta dagli altri studenti, ciò che bastava per rimanere indisturbata mentre si preparano i piani per il prossimo "colpo grosso".
    Il punto di ritrovo diletto per la loro piccola squadra era un vecchio magazzino posizionato fuori dalla scuola, a metà tra il recinto esterno e il giardino interno, un posto molto isolato, indisturbato e dove non arrivavano quelle strane sensazioni di disagio provenienti dalla scuola. Dopo l'orario di lezione era il momento migliore per incontrarsi, ma quando non c'era abbastanza gente a popolare i corridoi della scuola questi assumevano un'aria spettrale, quasi angosciante, un senso di familiarità misto a disagio che la mente umana facilmente confonde con pericolo. Tutti la pensavano allo stesso modo, ma davano la colpa alla pericolosità dei professori che dovevano popolare la scuola numero uno dell'Impero Romano. Per quanto poco elegante lo sgabuzzino era organizzato in maniera accogliente: al lato opposto della porta d'entrata c'era una piccola poltrona riservata unicamente ad Elise e che gli altri non provavano mai a rivendicare, un piccolo tavolo al centro della stanza utile più che altro per festeggiare o dare un occhiata a quello che avevano recuperato, e piccole sedie spaiate, rubate ad altri locali, che facevano da seggio agli altri membri del piccolo gruppo. Questi erano in 3, tutti succubi del fascino e del talento di Elise: ne assecondavano ogni desiderio o capriccio, forti del suo talento con la spada e nell'abilità con i furti, così da potersi guadagnare la loro piccola fetta di guadagno da sperperare nei loro infantili vizi.
    La seconda ragazza del gruppo si chiamava Emma, di buona famiglia solo d'aspetto, amava truccarsi e decorarsi le unghie nella speranza di sembrare più appariscente, tanto da cambiare spesso colore ai capelli e cercare sfumature che andassero bene col suo roseo naturale. Prosperosa, sedicente esperta pervertita, in realtà con pochissima esperienza e molto incline a lasciarsi sottomettere. Lei tra tutti era quella più informata sulle tendenze sia per quanto riguarda i gioielli che i combattenti, quindi sapeva sempre quale cimelio raro puntare o quale arma cercare per i loro colpi. Aveva anche un talento eccezionale per riconoscere i falsi e le imitazioni, quindi un talento vagamente utile.
    Il taciturno seduto a terra e con le corna da bufalo era invece Gregory, sedicente bravo ragazzo che in realtà non ci pensava due volte a venire alle mani per risolvere ogni genere di problema, da fuori però dava sempre l'impressione di essere stato costretto a usare la sua forza, cosa che non voleva assolutamente fare e che considerava una maledizione. Nonostante la stazza era nettamente inferiore ad Elise perché privo di poteri, ma la cosa non gli pesava finché poteva prendere a pugni chiunque provasse a mettere loro i bastoni tra le ruote, il picchiatore del gruppo che si assicurava di tenere al sicuro i loro segreti.
    Mancava ancora una ruota a quel carro bislacco e non si trovava tra loro perché aveva una missione importante, e quando aprì la porta con in mano i fogli su cui c'era il frutto delle sue ricerche, esordì col fiatone e l'aria trionfante:

    L'ho trovato!
    Il biondino col cappello fuori posto rispondeva al nome di Nescio e la sua aria smunta era dovuta al brutto vizio che suo padre gli aveva trasmesso con le sigarette. Al di fuori dell'alito discutibile però, era un ragazzo molto sveglio, non eccelso fisicamente ma capace di raccogliere informazioni molto velocemente e in modi poco convenzionali. A lui era stato affidato il compito di gettare le basi per la loro prossima mossa e con un discreto orgoglio richiuse la porta alle sue spalle attirando l'attenzione di tutti, per poi scagliare i fogli sul tavolo al centro della stanza, piantandosi i pugni sui fianchi in attesa di ricevere le lodi per il suo lavoro. Sembrava proprio che il prossimo obbiettivo fosse alla portata di quel piccolo mucchio di ladruncoli.
     
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    Sembrava una giornata come tante altre, c'era ben poco da fare in quel periodo, anche perchè per svariati motivi Elise era stata costretta a mantenere un profilo basso a seguito dell'ultimo colpo portato a termine. Non era il caso di mandare all'aria anche quel nuovo rifugio trovato e la nuova scuola in cui era riuscita a sgattaiolare insieme al suo gruppetto, almeno non senza un valido motivo. Elise era attualmente sdriata sul suo "trono", con la gambe accavallate su uno dei braccioli e la testa appoggiata sull'altro, intenta a farsi gli affari suoi ed in procinto di schiacciare un pisolino visto che la situazione sembrava decisamente tranquilla. Indossava un paio di jeans attillati, strappati su più punti, un paio di scarpe da ginnastica rosse sgargianti ed una felpa nera molto larga con cappuccio, con la cerniera centrale chiusa sino a metà. Sotto la felpa era possibile vedere nitidamente un top sportivo attillato bianco, che ben faceva risaltare il suo fisico atletico e femminile. Aveva il cappuccio sollevato sulla testa e non sembrava badare molto a quello che stavano facendo Emma e Gregory, probabilmente annoiati tanto quanto lei in quel momento. Fu nel preciso istante in cui le palpebre si sarebbero serrate completamente che Nescio avrebbe fatto la sua comparsa, spalancando la porta di quel rifugio abbandonato, decisamente ansioso di presentare i suoi risultati al gruppo. Elise non si sarebbe scomposta più di tanto, visto che lì dov'era si trovava decisamente comoda, ma avrebbe girato il capo, mostrando i vividi occhi scarlatti assonnati, per poi aprire bocca.
    Sei fortunato che mi hai trovata ancora sveglia, altrimenti avresti passato un brutto quarto d'ora Nescio. Allora, cosa hai trovato? Sai bene che dei semplici fogli di carta buttati sul tavolo non sono sufficienti a farmi alzare da qui. Avanti, chiaro e rapido, su su.
    Lo avrebbe fissato con attenzione, per quanto la postura adottata non fosse certo adatta probabilmente, ma ormai dovevano conoscerla bene e bastava usare le parole giuste per poter subito attirare la sua curiosità e farla risvegliare da quel dormiveglia apparente. Nel mentre Elise avrebbe allungato un braccio i ndirezione di Emma, schioccando un paio di volte le dita. Era un segno evidente che volesse qualcosa da bere, magari una birra o quello che era rimasto nel frighetto che avevano preso per tenere un po' di viveri e schifezze varie. Dopotutto l'arredo di quel posto era veramente minimale ed il posto più importante era una piccola botola situata sotto la poltrona di Elise, in cui solitamente nascondevano la refurtiva appena rubata, tanto per far calmare le acque prima di poterne sfoggiare i risultati.
     
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    Per quanto cercasse di non darlo a vedere, la velata minaccia ebbe effetto su Nescio che si fece subito avanti prendendo fiato, deciso a non far perdere tempo alla loro pericolosa leader. Tutti lì dentro collaboravano ma sapevano bene che non era una buona idea farla arrabbiare. Per questo Gregory rimase in silenzio mettendosi seduto in modo da prestare la massima attenzione alla conversazione mentre Emma scattava sull'attenti pronta a ricevere il comando della loro leader fiondandosi verso il frigo per poterle prendere da bere. Mentre Emma stappava una delle ultime birre rimaste nel frigo e la porgeva ad Elise, Nescio si mise a spulciare i vari fogli cercando di saltare le parti noiose, tirando subito fuori quella che sembrava una foto abbastanza sbiadita ma dal contenuto chiaro.
    Come c'era da aspettarselo, questo posto è una miniera d'oro! C'è veramente di tutto e soprattutto è ben sorvegliato, ma non tutti i loro tesori sono sotto chiave in un posto sconosciuto, anzi ce ne sono parecchi che sembrano messi lì apposta per essere rubati! Possiamo rubarne diversi per diletto, ma quello che ho trovato è un colpo grosso che ci sistemerà per bene, ne sono certo!
    Quelle parole attirarono subito l'attenzione di Gregory che si alzò di colpo, e con l'aria attenta di chi non vuole perdersi nulla della discussione accorciò le distanze col compagno di furto, afferrandogli frettolosamente la foto prima che potessero mostrarla ad Elise.
    No... non dirmi che è quello che penso io?! Ne ho sentito parlare da quel gruppetto di idioti che dicono di lavorare per Nyarlathotep e non ci avrei scommesso un soldo bucato che dicessero la verità! Questo affare lo cercano tutti e non so neanche il perché!
    Nescio gli strappò la foto di mano frettolosamente, deciso a portarla all'attenzione di Elise prima che si arrabbiasse, e nel farlo apostrofò il compagno con una punta di rimprovero:
    E lasciami finire!
    Nescio portò direttamente la foto all'attenzione di Elise, porgendogliela in modo che non si addormentasse per via di quel discorso troppo prolisso. Nell'immagine era ritratta un'aula di lezione, almeno all'apparenza. Era fotografata da lontano, la porta era socchiusa, ma per quanto apparisse distorta e sfocata si vedeva chiaramente l'interno con dentro alcuni studenti vestiti con delle tuniche incappucciate che ne occultavano l'identità, mentre dietro la scrivania c'era una massiccia figura umana indistinguibile che imponeva le mani su uno strano oggetto. Somigliava ad una statua, o più precisamente un fiore pietrificato, a differenza del resto della foto appariva di un colore cangiante e non sembrava affatto sfocato. Dava l'idea di essere stato ritoccato nella foto artificialmente ma bastava dare un occhiata più da vicino per capire che non si trattava di un falso, ma di un'illusione ottica. Come se la foto avesse ritratto qualcosa che il cervello umano non era in grado di elaborare.
    La chiamano la Gemma di Kali Yuga, in passato gli alchimisti pensavano fosse una specie di pietra filosofale perché riusciva ad alterare le proprietà degli elementi. Roba del genere la usano per potenziare le armi, so per certo che l'imperatore in persona ne aveva una collezione immensa usata per potenziare il suo esercito, e un sacco gli sono state rubate. Questo tipo di roba vale un sacco e tutti i pezzi grossi ne vogliono quante più possibile! Non ho idea del perché sia in questa scuola o cosa ci facciano, ma è il pezzo più grosso che possiamo rubare qui ed è assolutamente alla nostra portata!
    E come fai ad esserne così sicuro? Sai già dov'è?
    Emma era già passata alla parte più difficile di quel compito, ovvero metterne in chiaro i limiti: Nescio era abile nell'ottenere le informazioni ma si emozionava troppo facilmente tralasciando dettagli preziosi. Avevano una sola foto e neanche particolarmente chiara, quel fiore poteva essere praticamente ovunque. Difatti il ragazzo scosse il capo, ma la sua espressione non cambiò: si voltò infatti verso Elise con la faccia di chi ha un piano ben preciso.
    Il problema non è dov'è la gemma: per trovarla ci basterà fare delle ricerche, il problema è ben altro! Il tizio nella foto, quello che sta facendo lezione, è il professor Carnovash. Nella foto non si vede ma nessun altro professore umanoide della scuola è grosso quanto lui! Su di lui ho scoperto queste cose: primo, tiene sempre tutti gli strumenti delle lezioni a disposizione dei suoi studenti, quindi non può essere in una cella di massima sicurezza. Di sicuro è all'interno di un armadietto rinforzato protetto da una chiave! Secondo, quel professore è un vero pervertito da quello che si dice: quando vede una bella ragazza perde la testa e non esiste ragazza più bella della nostra leader!
    Più che lusinghe, c'era un tono reverenziale nei confronti di Elise: tutti lì dentro conoscevano le armi della ragazza e tra queste c'era anche il suo fascino, quello di chi non ha paura di niente.
    Capo è semplice... affascina il professore, fagli credere di essere una sua devota studentessa così che ti rivelerà dove tiene la gemma e come è protetta. Noi nel frattempo ci procureremo tutto il necessario per organizzare il colpo e mentre tu lo distrai gli prenderemo tutto. E' allo stesso tempo la nostra occasione migliore e anche la più semplice! Se riusciamo a rivedere quella gemma alla mafia o a qualche pezzo grosso di Roma nessuno ci considererà più dei ladruncoli da quattro soldi! E' il nostro biglietto di sola andata per la prima classe!
    Non solo Nescio, ma anche tutti gli altri sembravano particolarmente entusiasti di quella possibilità. Il compito sembrava davvero molto semplice e il premio incredibile. Che avevano da perdere? Non potevano non provare.
     
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    Appena Emma si sarebbe avvicinata per allungarle la birra, Elise si sarebbe posizionata meglio sulla sua poltrona, mettendosi quindi a sedere, sorseggiando tranquillamente mentre fissava i fogli lasciati da Nescio. Non lo avrebbe interrotto, lo avrebbe lasciato libero di parlare, lasciando scervellare i tre lì presenti, così che ognuno potesse presentare i propri dubbi. Alla fine di tutto quel discutere, Elise avrebbe abbassato il cappuccio dietro la nuca, scoprendo finalmente il suo volto e la capigliatura color cenere, alzandosi in piedi ed afferrando la foto tanto misteriosa quanto allettante, sorseggiando ancora un po' di birra. Si sarebbe quindi puntata davanti a Nescio, dalla parte opposta del tavolo, fissandolo.
    Quindi dovrei praticamente svendermi per convincere il professore a mostrarmi questo...come hai detto che si chiama? Per quanto apprezzi i tuoi complimenti, Nescio, bisogna ammettere che in questa scuola c'è già parecchia mercanzia in mostra e una studentessa in più non penso farebbe molto colpo su uno come questo Carnovash. Sei sicuro delle voci che hai sentito sul suo conto? Perché se così fosse potrei tentare qualcosa di un po' più diretto, così da farmi notare. Ma devi darmi la tua certezza assoluta, dato che potremmo correre il rischio di essere espulsi...di nuovo...e questa volta saprei molto bene con chi prendermela.
    Il tono, soprattutto nella parte finale del discorso, sarebbe stato velatamente minaccioso. Elise non era solita maltrattare i tre membri del suo gruppetto, ma sapeva anche essere tremendamente punitiva se le situazioni lo richiedevano. Avrebbe atteso una risposta, gettando sul tavolo la fotografia, rimuginando ancora un po' e svuotando completamente la bottiglia di birra. La avrebbe poi lanciata verso il cestino, facendo un canestro perfetto, ma riducendo in frantumi il contenitore di vetro.
    Ci muoveremo così. Emma e Gregory, voi dovrete procurare il materiale per aprire qualunque cosa possa proteggere quell'oggetto. Dovete pensare a tutto: cassaforti, lucchetti, sigilli magici...tutto quello che le vostre teste possono immaginare. Non conosciamo il professore, quindi non sappiamo cosa attenderci. Tu, Nescio, dovrai darmi maggiori informazioni su Carnovash, così da potermi rendere il più possibile desiderabile da lui e ridurre i tempi di...chiamiamolo abbordaggio. Dovrai inoltre fare in modo di fare altre foto se e quando dovessimo arrivare a qualcosa di più spinto. Sarà la mia carta d'uscita quando avremo fatto il colpo, così da poterlo allontanare da me senza troppi problemi.
    Elise sembrava avere già tutto in mente, dopotutto si tratrava di una scuola, non di una banca o di un bunker. Avrebbe atteso eventuali ulteriori proposte o domande prima di dare il via al loro piano.
     
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    La domanda di Elise posta in maniera così diretta mise maledettamente in soggezione il povero Nescio che prese a guardarsi intorno un pochino spaesato e titubante, perché sapeva che la leader non aveva tutti i torti e gli serviva qualcosa di solido con cui lavorare, pertanto si ritrovò a scorrere tra i fogli pieni di appunti sul tavolo alla ricerca di un punto debole o qualcosa del genere che riguardasse il professore. Trovando poco si sentì in difficoltà e non rispose affatto, lasciando ancora una volta la parola ad Elise che riuscì ad ottenere il massimo dell'attenzione dagli altri membri del gruppo. Le sue idee erano chiarissime e tutti sfoggiarono un sorriso entusiasta nel sentirla organizzare la prossima mossa, specialmente quando parlò di fare foto al suo incontro col professore così da avere una carta vincente per uscire da qualsiasi guaio in caso di pericolo.
    Geniale! Se il vecchio pervertito non vuole collaborare o fare il furbo avremo il coltello dalla parte del manico!
    E se anche va male con i nostri preparativi possiamo obbligarlo ad aprire la cassaforte una volta organizzato il colpo. Questo si che è un piano B geniale. Ma non preoccuparti capo: non ce ne sarà bisogno. Inizierò subito a fare qualche ricerca sui dispositivi di sicurezza della scuola e passerò tutto a Gregory così che possa procurarsi il materiale. Se riuscirai a distrarre il professore potrò anche intrufolarmi nel suo ufficio per scoprire se ha sistemi di sicurezza personali o chiavi incustodite!
    Sicuramente ci sarà qualcuno dei suoi studenti più fedeli che stava nascosto sotto a quei cappucci, cercherò di informarmi per vedere cosa sanno su questa storia, facendo il vago e senza attirare sguardi indiscreti.
    Detto questo si voltarono verso Nescio aspettandosi finalmente una rivelazione concreta, e proprio a quel punto il ragazzo tirò fuori un piccolo foglio giallo sulla quale aveva appuntato a matita diverse informazioni preziose proprio sul professore che era il loro obbiettivo. Anche lui ritrovò il ghigno complice che caratterizzava quella squadra di ladruncoli, conscio di aver certamente fatto centro stavolta, e che dopo quelle informazioni Elise avrebbe avuto tutto ciò di cui aveva bisogno.
    Che ci sono tante bellezze a scuola è vero, ma il professore non ha un debole per tutte. Carnovash è un maniaco con la parlantina sciolta e si fa sfuggire facilmente cosa gli interessa davvero. Tutti lo sentono parlare di potenziale nascosto e di pratiche dove il dolore diventa piacere, so che durante gli allenamenti tira cocomeri addosso ai ragazzi che non si sforzano abbastanza! Se non svieni, il cocomero è tipo buonissimo, credo sia una specie di metafora per dire che se oltre ad essere sexy sei anche forte di sicuro attirerai la sua attenzione! Se vuoi approcciarlo quindi non farlo come se dovessi adescare qualcuno col fascino, sfidalo! Fagli vedere come impugni la tua spada, fagli capire che non ti fai mettere i piedi in testa da nessuno. Se capirà che sei una tipa tosta non riuscirà a scollarti gli occhi di dosso, non c'è dubbio!
    Ancora una volta dunque la spada di Elise sarebbe stata la loro chiave di volta, probabilmente il miglior furto che la ragazza aveva compiuto in vita sua vista l'immensa mole di utilità che aveva trovato negli ultimi tempi. Concludendo la sua frase, Nescio tirò fuori dallo zaino una macchina fotografica professionale, mettendola sul tavolo come a farle capire che era pronto a scattare tutte le foto che voleva al suo approccio col professore. Il ragazzo era abile a nascondersi e trovare le giuste angolazioni, avrebbe eseguito i suoi ordini e trovato altre immagini più chiare, non restava che decidere se mettere in pratica quel piano oppure no, quindi tutti si voltarono verso Elise aspettando il suo benestare.
     
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    Elise avrebbe osservato a turno i vari presenti, mano a mano che questi prendevano la parola, iniziando ad entrare nei meccanismi del semplice quanto efficace piano che la ladra aveva ideato lì su due piedi. Ognuno sapeva bene qual'era la sua parte, non era il loro primo furto e sino a quel momento, il più delle volte, era andato tutto liscio, quindi forse anche mossi da una certa spavalderia nessuno sembrava intenzionato a tirarsi indietro. La ragazza avrebbe quindi girato intorno al tavolo, continuando ad osservarli ed ascoltarli, per poi affiancarsi a Nescio, concentrandosi su di lui. Appena finito di parlare lo avrebbe avvingjiato con un braccio, portandolo a sè di forza, mentre allargava un sorriso colmo di eccitazione, segno evidente che ormai era ora di aprire le danze.
    Dunque è deciso, deruberemo il professore Carnovash e poi ci faremo un bel gruzzoletto per spassarcela come mai fatto prima d'ora. Spero abbiate già in mente come spendere la vostra parte, perchè questa volta fare il colpo del secolo, me lo sento! Ed ancora una volta dovremo ringraziare la mia fanstastica arma a quanto pare!
    La ragazza sembrava decisamente entusiasta di quanto erano riusciti a portare a casa in quel breve lasso di tempo in cui erano arrivati in quella nuova scuola, sembrava proprio che la fortuna stesse iniziando a girare dalla loro parte. Non restava che iniziare i preparativi per il giorno successivo, dato che Elise non avrebbe di certo perso tempo con il cercare di avvicinare il professore, utilizzando le indicazioni presentate da Nescio. Per fare ciò avrebbe indossato l'uniforme della scuola, coprendo l'intimo di pizzo nero sfoggiato proprio per quell'occasione, portando la propria spada legata al fianco, pronta per mostrare le sue migliori qualità nella prima lezione disponibile. Tutto doveva sembrare il più normale e semplice possibile, così da destare il minor numero di attenzioni e lasciare così che Carnovash avesse tempo solo per osservare la sua nuova futura predieltta. Ma nel mentre, per attendere imp6azientemente l'arrivo del giorno successivo, Elise avrebbe fatto una proposta al resto del gruppo.
    Visto l'impegno ed i risultati ottenuti, Nescio, direi che questa sera ti sei meritato una cena coi fiocchi, offerta dalla sottoscritta. E, perchè no, potresti divertirti un po' con Emma se è disposta a lasciarsi un po' andare anche lei. Vi voglio tutti carichi ed attenti da domani, quindi se volete svagarvi fate tutto entro stasera, perchè da domani dovremo metterci seriamente al lavoro, chiaro?
     
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    Un sorriso inebetito si spalancò sul volto di Nescio quando Elise lo abbracciò con fare complice, quel ragazzo non era di certo immune al suo fascino e dato che conosceva bene il suo carattere pericoloso si sentiva sempre molto compiaciuto quando riusciva a darle simili soddisfazioni. Quella sensazione era migliore di qualsiasi altra cosa per lui e fu sufficiente a zittirlo completamente. La dichiarazione di guerra contro Carnovash e la promessa di un grosso bottino per tutto fece esplodere la squadra in un grido di entusiasmo, quello era potenzialmente il loro colpo migliore e nessuno si sarebbe tirato indietro di fronte ad un piano tanto semplice quanto efficace. Nessuno riuscì a staccarle gli occhi di dosso mentre si preparava al primo incontro col professore, il loro capo era davvero una bomba sexy irresistibile e la promessa di festeggiare quella sera alzò ancora di più il morale della squadra.
    Cazzo si! Stasera ci divertiamo! Ho della roba buona ragazzi, la tenevo per un occasione speciale, stasera vi faccio conoscere della vera droga altroché! Sarà una nottata da ricordare!
    Sono così eccitata che non so se riuscirò ad aspettare stasera, vi siete meritati tutti uno dei miei speciali servizietti con la bocca, e ce n'è anche per te capo!
    Nescio annuiva e sorrideva, ancora inebetito dall'abbraccio di Elise. Ovviamente non gli dispiaceva affatto l'idea di festeggiare tutti quanti assieme ma più che la promessa delle attenzioni di Emma lui cercava ben altro da Elise. Ma i festeggiamenti erano rimandati alla sera, per ora dovevano iniziare a sondare il terreno e dato che era del tutto in tiro, ad Elise non rimaneva che imbucarsi in qualche lezione del professor Carnovash per attirare l'attenzione. Nescio le diede subito la giusta indicazione: l'ultima lezione della giornata di Faust si sarebbe tenuta nella palestra dei manichini, così soprannominata perché usata spessissimo per testare armi e poteri, utilissima per perfezionare il proprio stile senza fare male a nessuno, se non a dei placidi manichini senza vita. Seguendo l'indicazione, Elise avrebbe notato che in quell'orario la zona delle palestre della scuola era piuttosto vuota, c'era pochissima gente e anche quelli che c'erano andavano tutti via, come se non ci fosse nessuna lezione per loro lì. Infatti, una volta giunta all'aula di lezione, Elise non avrebbe trovato nessuno al suo interno, se non un massiccio ragazzo con in mano una cartella armata di fogli che stava segnando qualcosa su di essi a penna indelebile, probabilmente faceva l'inventario o qualcosa del genere. La palestra dei manichini era uno spazio comodo ma non immenso, composto da una stanza più lunga che larga tanto da somigliare ad un poligono di tiro. L'aula era divisa in due parti: quella più vicina alla porta con un pavimento in tatami era destinata all'osservazione e l'attesa, mentre l'altra parte della palestra era dura e in materiale magico riparabile, destinata all'allenamento. Il ragazzo che faceva l'inventario non indossava scarpe proprio perché si trovava sul tatami, e oltre alla divisa sfoggiava sotto alla giacca della scuola una casacca nera con sopra il simbolo della squadra di punta della Sapienza: i Black Knights di Roma. Il ragazzo massiccio notò subito Elise ma non le prestò molta attenzione, concentrato com'era sul suo da farsi: camminava vicino alle pareti dove c'erano le più svariate armi e prendeva appunti, e faceva lo stesso mentre osservava i manichini presenti nel resto della stanza. Non tutti erano distrutti ma la maggior parte presentava segni di evidente utilizzo di poteri e arti magiche: se fossero state delle persone vere quello scenario avrebbe somigliato ad un massacro oppure una zona di guerra. i manichini avevano un aspetto vagamente inquietante: non sembravano neanche minimamente realistici, anzi alcuni erano vestiti in modo assurdo come per esempio clown, direttori d'orchestra e pescatori. Non avevano tratti distintivi sul volto e neanche davano segni di vita, tuttavia neanche uno di loro era nudo o semplicemente con un vestito "neutro" o "standard", sembravano volutamente vestiti in modo da sembrare persone vere, e giacevano tutti a terra con le ferite più disparate addosso. Di altri studenti o del professore nessuna traccia.
     
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    Lo spirito della squadra era adatto al compito che si erano prefissati e sia Gregory che Emma sembrava ben volenterosi nell'aggiungere la loro parte al divertimento di quella imminente serata. Elise era inoltre ben conscia degli sguardi che le stava lanciando Nescio in quell'abbraccio e forse lo stava facendo di proposito per stuzzicarlo, ma chissà, tra alcol, droga e divertimento magari il ragazzo avrebbe potuto ottenere ben più di un semplice abbraccio. Nessuno poteva dare nulla per scontato. Sta di fatto che per il momento la priorità sarebbe stata per Elise quella di cercare di imbucarsi alla prima lezione del professore, stranamente tenuta in una zona della scuola praticamente deserta a quell'ora. La ragazza camminava con passo deciso lungo i corridoi, di certo non intimorita dal silenzio e dall'assenza di anima viva, ma comunque guardinga, come se si stesse recando in un luogo segreto o si sentisse comunque osservata. Raggiunta la palestra la prima cosa che avrebbe notato sarebbe stata la mancanza del professore e degli alunni, rimpiazzati da un ragazzo tutt'altro che spiacevole allo sguardo, intento apparentemente a catalogare gli attrezzi di quel posto. Elise lo avrebbe fissato, ricambiando il suo sguardo, venendo però bellamente ignorata. Gli occhi caddero a quel punto sulla parete su cui erano appese le armi e su tutti i manichini danneggiati a terra, decorati nell'aspetto più strano possibile. Sembravano quasi vivi se non fosse stato per l'essere completamente immobili e per l'assenza di ogni genere di espressione umana. Per quanto poteva saperne Elise potevano magari essere persone trasformate in manichini oppure semplici bambolotti decorati da una mente un po' pazza. Elise avrebbe quindi mosso qualche passo in avanti, cercando di affiancarsi al ragazzo, alzando la mano sinistra in segno di saluto, abbozzando un sorriso mentre si schiariva la voce.
    Ehm, ciao...Sapevo che qui si teneva una lezione del professor Carnovash, ma vedo che non c'è nessuno. Ho per caso sbagliato stanza o orario, se ne sai qualcosa? Non vorrei già partire in ritardo rispetto agli altri, visto che con la mia spada ci so fare, ma di certo posso migliorare. Vedo che sei uno dei Black Knights, state andando alla grande quest'anno!
    Non voleva perdere troppo tempo se aveva sbagliato tempo o luogo per la lezione, quindi del complimento finale fu aggiunto proprio per incentivare una risposta da parte del ragazzo. Elise non seguiva molto lo sport in generale, ma aveva sentito spesso parlare dei Black Knights, soprattutto da parte di Emma che sbavava dietro praticamente ogni membro di quel gruppo. Avrebbe quindi pazientemente atteso una risposta, sperando di ricevere qualche ulteriore dritta.
     
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    Elise non attirò subito l'attenzione del ragazzo, o meglio appena prese a parlare lui continuò a dedicarsi al suo da fare limitandosi a lanciarle un altro sguardo, dovette quindi iniziare a parlare dei Black Knights prima di vederlo girare verso di lei, mentre un sorriso amichevole gli spuntava sul volto.
    Grazie, ci stiamo allenando molto.
    Il tono di voce era basso e profondo, aveva davvero la parlata di un uomo maturo e sensuale, tuttavia sembrava di molte poche parole e in un primo momento non aggiunse altro a quel ringraziamento, continuando a compilare il foglio che aveva tra le mani, oramai praticamente esaurito. Quando riprese a parlare fu ancora una volta molto riassuntivo e diretto, ma non la guardò negli occhi. Sembrava proprio estremamente resistente al fascino di quella ragazza.
    C'erano pochi studenti, il professore ha deciso di rimandare la lezione.
    Lapidario, neanche si immaginava di aver appena mandato in fumo tutto i programmi della ragazza e il suo gruppetto di amici. Forse non sarebbe stato un buco nell'acqua così grave, ma stavano perdendo una preziosa occasione. O almeno così sembrava. Tutto cambiò quando il massiccio compilatore di fogli venne interrotto da una voce ancora più profonda e cavernosa della sua, che fece capolino dall'entrata con un'aria sorpresa ed entusiasta.
    Ma se avessi saputo che c'era una nuova studentessa non avrei mai annullato la lezione.
    Davanti all'entrata della palestra c'era un uomo massiccio e dall'aspetto inquietante. Così grande rispetto ad una persona normale che a stento riusciva a passare nella porta, anzi la occupava quasi del tutto dando a quelli presenti nella stanza la sensazione di essere in trappola perché lui bloccava l'unica via d'uscita con tutta la sua possente mole. Aveva il petto scoperto, nonostante l'ampio cappotto nero decorato con motivi di ossa e teschi dall'aspetto metallico. Pantaloni scuri laceri e stivaletti con speroni rumorosi che accompagnavano i suoi passi. Sul volto di quell'uomo c'era un ampio sorriso entusiasta, reso deforme dagli enormi tagli che spalancavano le sue guance, tenuti assieme solo da numerosi piercing argentati. Aveva un'aria inquietante, disumana, il pallore del suo corpo era mortifero e gli occhi bianchissimi con le pupille sottili gli conferivano un'aria a dir poco maligna. Aveva le mani dietro la schiena, assunse una posa marziale tipica di un generale pronto ad impartire ordini e mentre si faceva avanti fece titinnare ogni decorazione metallica sul suo corpo, dai ganci acuminati che pendevano dalle lunghe trecce formate dai suoi capelli, alla catena che avvolgeva il suo ventre e culminava con una macabra lanterna in metallo nero.
    Devi perdonare la mia avventatezza: quando posso concedo sempre un pochino di relax ai miei studenti... sempre così impegnati. Una lezione che si poteva tranquillamente saltare è un occasione per ristorare i corpi. Ma a una nuova studentessa non andrebbero private possibilità di apprendimento...
    Parlava avanzando: a differenza di Elise, il ragazzo che prendeva appunti aveva prestato la massima attenzione al professore appena si era fatto avanti, dimostrando un reverenziale rispetto nei suoi confronti. Il professore chiuse le distanze, e anche se non occupava più l'unica via d'uscita il suo aspetto inquietante e la sua mole immensa lo rendevano a dir poco spaventoso. Ma forse una come Elise non si sarebbe lasciata impressionare per così poco. Dopotutto da lui non proveniva nessuna pressione energetica imponente, nessun istinto omicida, forse era tutta una facciata la sua, un modo per apparire e provare a intimorire e nient'altro.
    Permettimi di presentarmi: sono Faust Carnovash, ma i miei studenti mi chiamano Thresh. E questo chiacchierone qui è il nostro Lancillotto, uno degli assi dei Black Knights. Hai finito con l'inventario?
    Durante le presentazioni, Thresh posò con fare amichevole una mano sulla spalla del ragazzo che annuì alla sua domanda. Lancillotto era massiccio ma impallidiva di fronte alla mole del professore. Il non morto fece cenno col capo di essere soddisfatto, e gli diede la giusta ricompensa per il suo lavoro.
    Ti ringrazio... ora puoi andare. Gli altri ti staranno aspettando.
    Lancillotto non se lo fece ripetere due volte e dopo aver lanciato uno sguardo simile ad un saluto a Elise, lasciò lei e il professore da soli. Il non morto allargò un sorriso più ampio, molto amichevole, verso di lei, riprendendo il discorso da dove l'aveva lasciato.
    Permettimi di riparare a questo grande errore che ho commesso: posso offrirti una lezione privata qui e ora? Mi dedicherò unicamente a te per farmi perdonare.
    Era iniziato tutto con un possibile buco nell'acqua e adesso si era trasformato nell'occasione più ghiotta che Elise potesse immaginare. La fortuna era decisamente dalla loro parte.
     
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    Un ragazzo dal carattere estremamente opposto al suo fisico quello che aveva davanti Elise, taciturno e molto sulle sue, quasi intoccato dalla presenza della ragazza, la quale in ogni caso non stava cercando di adularlo o convincerlo a darle maggiori informazioni, anche perchè le poche parole che proferì furono sufficienti a far fare una piccola smorfia alla ladra. Possibile che fosse andata così male? L'entusiasmo iniziale per un possibile bottino avrebbe subito un duro colpo nel sapere che la lezione era stata annullata, ma una serie casuale di eventi fece apparire una terza figura all'ingresso della palestra. Elise si sarebbe voltata dopo aver udito la voce spettrale del professore, il quale era apparso senza essere minimamente percepito dalla ragazza, sorpresa di quell'incontro che sembrava aver salvato i suoi piani in corner. Lo avrebbe studiato da capo a piedi, notando la possanza fisica, enorme rispetto alla sua, e guardando anche l'abbigliamento decisamente appariscente e dark che lo rendeva facilmente riconoscibile. Lo stile del professore non era forse tra i preferiti da parte di Elise, non amava molto i tatuaggi oppure bucare il suo corpo, se non per motivi differenti da quelli di un piercing o di un orecchino. Ma il fisico decisamente robusto e gigantesco dell'uomo non la avrebbe lasciata di certo indifferente e le labbra si sarebbero leggermente socchiuse mentre ascoltava il dire di Carnovash. Avrebbe lanciato uno sguardo di sfuggita al ragazzo mentre lo veda lasciare la stanza, facendo sì che Elise avesse l'opportunità di restare sola con il professore. Quale occasione migliore? Si sarebbe quindi schiarita la voce, cercando di riordinare i pensieri, per poi fissare negli occhi l'interlocutore.
    Il mio nome è Elise Valplum, sono arrivata qui da poco, ma ho sentito circolare il suo nome, sentendo che si interessa particolarmente negli alunni apparentemente più dotati. E' esatto? Perchè se così fosse allora posso assicurarle che non si pentirà di questo fortuito incontro, professore. Gran parte del mio talento e delle mie capacità derivano da quest'arma. Si chiama Lunanguis...o meglio, l'ho chiamta io così perchè assume una luce rosso sangue quando illuminata dalla luna...quindi Luna...Sanguis...Lunanguis...
    In realtà Elise aveva perso molto tempo per trovare un nome appropriato per quell'arma, dato che vi era molto affezionata ormai e la aveva protetta in più occasioni, consentendole di arrivare lì dove altri si sarebbero arenati. Ma in quel momento, dando la spiegazione del nome, si era resa conto che probabilmente non era così figo come lo aveva immaginato all'inizio. Avrebbe quindi abbassato lo sguardo, mentre tra le mani teneva la spada ancora infoderata, lasciando eventualmente al prossefore la possibilità di studiare quell'oggetto decisamente particolare e non affatto comune. Avrebbe quindi sorriso, segno evidente che la proposta del professore l'avrebbe resa molto felice, tanto che Elise era impaziente di sapere cosa le avrebbe chiesto di fare.
    Volete vedermi mentre affetto o infilzo qualche manichino? Ah, perchè sono abbigliati in questo modo particolare? Sembrano un po' troppo realistici, andrebbero benissimo per spaventare qualcuno se appesi di notte lungo i corridoi della scuola, non credete?
    Nel fare quella domanda Elise ne avrebbe approffittato per sferrare il suo primo colpo verso il professore: tenendo le gambe distese si sarebbe inchinata in avanti, verso uno dei manichini sdraiati a terra, e nel farlo avrebbe dato le spalle al non morto, il quale avrebbe potuto notare la gonna della divisa sollevarsi forse un po' più del dovuto, mostrandogli per alcuni attimi la biancheria nera che stava indossando. Chissà se gli occhi del robusto professore si sarebbero gustati quella visione o se se la sarebbero lasciata sfuggire.
     
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    Il sorriso di Thresh mentre fissava la ragazza era a dir poco enigmatico: sembrava che la stesse banalmente tenendo d'occhio, ma la studiava con estrema attenzione cercando con lo sguardo ogni più piccolo dettaglio. Non passò di certo inosservata la sua bellezza che fece smuovere più di qualche volta l'inquietante sorriso del non morto, ma più di ogni altra cosa il suo sguardo prese in considerazione la spada della ragazza, quasi come se l'avesse riconosciuta o più banalmente ne percepisse il potere. Prima ancora di iniziare una conversazione seria avevano già dato il via ad una battaglia di sguardi che poteva dire molto su entrambi. Faust Carnovash non era uno che ignorava i dettagli. Elise non perse tempo e si presentò, mettendo subito in chiaro due cose: la prima che stava cercando proprio lui, e la seconda che quell'arma non stava tra le sue mani per puro caso. Faust aguzzò subito la vista appena la ragazza gliela mostrò: non allungò le mani per nessuna ragione lasciandole intendere che provava un grande rispetto per i poteri altrui, ma si assicurò di esaminarla a dovere prestando attento orecchio alle sue parole. Si ritrovò ad annuire soddisfatto, col sorriso sempre più ampio: l'entusiasmo della ragazza era chiaro ed evidente, così come il legame con la sua lama.
    Cercare un nome appropriato per la propria arma ne denota un grande legame, è importante come passaggio e tutt'altro che banale... molto interessante.
    Si ritrovò a pensare ad alta voce, intenzionato a farsi ascoltare per non nascondere la sorpresa e la soddisfazione da parte sua. Odiava risposte banali come "la mia arma non ha bisogno di un nome, basta che uccida", così noiose e già trite e ritrite. Cercare la propria personalità anche attraverso un simile strumento era molto più importante e interessante. Con poco Elise aveva già catturato la sua massima attenzione.
    Te ne prego...
    Rispose immediatamente appena la ragazza si offrì di dargli una dimostrazione, allungando un braccio in direzione dei manichini per poi lasciarle spazio. Avrebbe gustato il successivo spettacolo con doppio interesse: prima di ogni altra cosa non poteva ignorare l'eleganza e la precisione dei suoi colpi, indice di una discreta esperienza nel combattimento. Ma quella gonna sollevata all'improvviso non gli avrebbe permesso di ignorare le forme della ragazza, davvero fin troppo generose per una della sua età che esprimevano un fascino come pochi in quella scuola. Elise dava quasi l'idea di voler attirare l'attenzione in ogni modo possibile, e questo al professore non dispiaceva affatto.
    Mia cara Elise... se i manichini ti sembrano spaventosi è perché devono esserlo. Devono sembrare delle persone vere, altrimenti come fai a metterci tutta la tua volontà? Chi non ha la forza di colpire un'altra persona non può diventare un vero guerriero...
    La spiegazione del professore venne accompagnata da uno strano senso di inquietudine: i manichini che Elise colpiva sembravano quasi volerla supplicare di smettere, di lasciarli in pace, di mettere fine a quel martirio. Sembrava uno spettacolo angosciante ma d'altro canto poteva suscitare anche emozioni molto diverse nel cuore di chi non è puro: qualcuno avrebbe anche potuto prenderci gusto di fronte a quel potenziale massacro. Thresh prestò quindi molta attenzione a cosa avrebbe fatto subito dopo Elise: avrebbe esitato, limitandosi a dimostrare che sapeva usare il suo potere, o avrebbe esagerato dando prova di essere disposta a tutto pur di ottenere quello che voleva? non c'era una risposta sbagliata, Thresh era curioso di conoscerla meglio, quindi rimase quasi in disparte, immobile, e pur tenendo le braccia dietro la schiena la sua mole sembrava comunque immane, tanto che chiunque avesse aguzzato la vista dentro quella palestra da fuori non sarebbe riuscito a vedere Elise all'interno, perché il professore ne occludeva totalmente la vista col suo ampio cappotto nero.
     
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    L'approccio della ragazza sembrava iniziare a sortire qualche effetto nei confronti del professore, molto affabile e gentile nei suoi modi di fare, oltre che premuroso nel servire continui complimenti verso Elise, i quali erano un meraviglioso nutrimento per il suo ego smisurato. Dopo essersi rialzata completamente ed aver lanciato un altro breve sguardo al professore, per capire se si era gustato quell'antipasto, Elise avrebbe estratto la lama dal suo fodero, iniziando a lasciar scorrere l'energia all'interno della lama. QUesta avrebbe assunto una leggera colorazione rossastra, che sarebbe stata molto più evidente durante la notte. Dopo alcune movenze, atte più a scaldare i muscoli ed a mettere in evidenza il suo corpo, la ladra, avrebbe sferzato un colpo da destra verso sinistra verso uno dei manichini, ferendolo al braccio ed arrivando a penetrarne la consistenza sino a metà. Poi un altro colpo, dalla direzione opposta, si sarebbe scagliatto contro la gamba, ottenendo lo stesso risultato. Ma fu dopo l'ultima frase del professore che Elise avrebbe mostrato la vera forza di quell'arma. Il terzo attacco venne mirato al collo del manichino, ma questa volta la lama si sarebbe tinta di un rossore più acceso, allungandosi di qualche centimetro lungo la sferzata che veniva portata avanti verso il collo del malcapitato, tagliandolo completamente da parte a parte e facendo cadere a terra il resto del corpo. Concluso quel colpo Elise si sarebbe fermata, perplessa da quello che percepiva, come se nella realtà avesse appena ucciso qualcuno in carne ed ossa. Sarebbe rimasta silenziosa per qualche attimo, osservando attentamente il volto appeso di quella marionetta, come ipnotizzata. Sino a quel giorno Elise non aveva mai portato via la vita a nessuno, evitava sempre il più possibile gli scontri e quando non vi riusciva tentava la fuga ferendo gli avversari, piuttosto che mandarli all'altro mondo. L reazione che vi fu da parte della ragazza, però fu quella di un leggero sorriso soddisfatto sul volto, come se avesse appena superato una barriera che sino a quel momento era insuperabile.
    In effetti sembrano a tutti gli effetti delle persone, ma se non si sa distinguere la realtà dalla finzione allora è un problema. Dunque, dite che può esservi del potenziale o sono un caso perso, professore?
    Nonostante quell'incontro fosse a tutt'altro scopo, Elise sembrava sinceramente curiosa di sapere cosa ne pensava Carnovash di lei. Dpopotutto non aveva la possibilità tutti i gironi di essere seguita da un professore che potesse espletare le sue capacità combattive, visto anche che l'esame d'ingresso alla Sapienza era stato abbastanza banale. Chiunque di almeno un po' dotato era in grado di superarlo.
     
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    La confusione iniziale di Elise venne ben presto sostituita da una vaga soddisfazione, come se fosse riuscita a superare un limite prima impossibile da valicare. Fu solo a quel punto, osservando quel sorriso soddisfatto, che Thresh alzò il mento osservandola molto più attentamente. Ogni ragazzo si quella scuola sapeva vibrare colpi così spettacolari, ma pochi avevano la freddezza di affondare una lama, e ancora meno riuscivano a superare i loro limiti, sia fisici che psicologici. Elise invece non dava affatto l'idea di porsi limiti capaci di mettere un freno alla sua crescita e questo bastava a renderla molto più che interessante. Il non morto si ritrovò a lisciarsi il mento con la mano destra, mentre le rispondeva quasi sovrappensiero, riepilogando nella sua mente tutto ciò che aveva visto come se lo stesse elaborando con la giusta freddezza.
    Ooh lo vedo... il potenziale c'è... eccome se c'è.
    Ritrovò ben presto il sorriso, che aprì gradualmente e in maniera complice verso di lei. Con pochi gesti Elise gli aveva dato molto su cui meditare e il professore non vedeva l'ora di conoscerla meglio. Si avvicinò a lei, lentamente, non voleva di certo che la sua stazza eccessiva potesse metterla troppo in soggezione, ma nonostante ciò la giovane avrebbe dovuto fare i conti con un vero e proprio sipario di oscurità che si approssimava a lei, capace di occluderle la vista e anche i sensi. Era come se invece di esercitare una pressione energetica schiacciante il professore agisse come un buco nero che attrae la vittima a sé e le impedisce di scappare. Chiamiamolo potere, chiamiamolo fascino, difficile dire cosa potesse essere, fatto stava che quella sensazione era persistente, e poteva tanto spaventare quanto intrigare. Si piegò verso di lei per assicurarsi di guardarla dritta negli occhi, mostrandole uno strano bagliore tetro nello sguardo, un oscuro desiderio difficile da interpretare ma vivido come il sole al mattino.
    Adesso ti farò una richiesta, ma tu non avere timore, d'accordo? Ti ricordo che sono uno zombie quindi non posso morire per una simile inerzia...
    Detto ciò, il professore afferrò i lati della giacca che coprivano il suo petto, allargandoli lentamente così da scoprirsi del tutto il busto. Le spalle e il ventre erano completamente esposti, e quel nero mantello che portava sempre con sé ora appariva davvero come un cielo notturno privo di stelle che occludeva del tutto la vista di qualsiasi cosa che non fosse il professore. Indipendentemente dai gusto di Elise, il fisico dell'uomo davanti a lei sarebbe stato inequivocabile: una forma perfetta che appariva scolpita nel marmo. Ogni muscolo era tonico e il suo corpo emanava perfino un leggero calore, tipico degli uomini quando iniziavano ad eccitarsi in netto contrasto con la natura di non morto appena ribadita. Thresh gonfiò quindi il petto, come a volerglielo offrire, e per quanto la differenza di stazza fosse non indifferente per Elise e la sua agilità sarebbe stato un obbiettivo accessibile.
    Infilzami con la tua spada, al centro del petto. Usa tutta l'energia che hai, il massimo della tua potenza, si energetica che fisica, altrimenti non riuscirai ad affondare nella mia carne. Posso sentire il tuo potere come se fosse un delizioso profumo, ma non lo comprenderò mai davvero se non lo provo sulla mia pelle. Non avere timore... lasciati andare. Non hai avuto remore di fronte a dei manichini realistici, non le avrai neanche con me. Cedi al tuo spirito combattivo e infilzami come se volessi uccidermi...
    Eccolo di nuovo, quel bagliore tetro negli occhi, una luce oscura capace di abbagliare i sensi, chiara come non mai. Era come avere di fronte un quadro fino a quel momento unicamente descritto eppure risultava impossibile da interpretare. Era un desiderio impossibile da spiegare a parole, ma così netto che avrebbe conferito ad Elise tutto il coraggio e la volontà di cui aveva bisogno. Thresh era pronto ad accogliere il suo attacco, non si sarebbe scansato né avrebbe esitato di un millimetro, anzi attendeva impaziente come di fronte ad un delizioso pasto, pronto ad essere degustato. Per un attimo Elise avrebbe dovuto domandarsi chi era la vera preda in quella situazione, e chi il predatore...
     
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    Le iniziali risposte del professore furono poche, ma sufficienti a lasciar intendere che Elise si stava muovendo nel modo giusto, tanto da farle abbozzare un leggero sorriso soddisfatto sul volto, che però avrebbe cambiato rapidamente espressione mano a mano che Carnovash avanzava verso di lei, abbassando il volto per guardarla dritta negli occhi. Stranamente sentiva come se il corpo fosse stato paralizzato, era incapace di schiodarsi da quella posizione, ma quello che la bloccava era qualcosa di differente dalla paura o dal timore. Anzi, sentiva come una pulsione ad avvicinarsi ancora di più, come attratta da quel non morto, come se qualcosa la stesse spingendo verso di lui, ma fortunatamente avrebbe resistito, mantenendo la posizione, ascoltando attentemente la richiesta del professore mentre questo iniziava a spogliare la parte superiore del busto. La ragazza non sarebbe rimasta inerme davanti a quella scena e gli occhi sarebbero scesi ad osservare la muscolatura perfetta dell'uomo che aveva davanti. Ne aveva visti pochi di così robusti e ben allenati, solitamente aveva sempre a che fare con bamboccioni o prepotenti abbastanza nella norma, privi di chissà quale potenzialità. Ma era chiaro che Carnovash era un uomo potente, Elise lo poteva sentire e vedere molto bene in quel momento. Si sarebbe poi ripresa da quel breve stato confusionale, mettendo a fuoco la richiesta appena portata avanti, abbozzando uno sguardo confuso e leggermente preoccupato, tanto che l'utilizzo del rispettoso "Voi" cadde in secondo piano.
    T-Trafiggerti? Ne sei proprio sicuro? Questa non è una spadina comprata al supermarket ed anche se sei un non morto non penso ne resteresti completamente intoccato. Non voglio ritrovarmi fuori dalla scuola perchè un professore mi ha chiesto di infilzarlo da parte a parte credendo di essere un muro di acciaio rinforzato.
    Lo avrebbe guardato ancora nel volto, ma Elise avrebbe facilmente potuto intuire che il professore non stava affatto scherzando. Avrebbe quindi fissato ancora il petto, osservando poi la lama della spada, stringendo i denti. Se non lo faceva poteva dire addio al piano e a qualunque sviluppo futuro del furto che avevano in mente. Avrebbe quindi alzato l'elsa, portando la punta della lama a toccare la pelle del non morto poco a sinistra dello sterno, cercando lo spazio vuoto che si trova tra due costole.
    Almeno cerca di non urlare se possibile, non vorrei che qualcuno arrivasse e vedesse questa scena...
    A quel punto avrebbe fatto un respiro profondo e, con ancora un po' di timore e la mano leggermente tremolante, avrebbe iniziato a spingere contro il petto del professore. Probabilmente Elise avrebbe trovato più resistenza di quanto avrebbe potuto immaginare, ma millimetro dopo millimetro poteva sentire una strana sensazione nel suo corpo, un calore che le cresceva dal petto, mentre lo sguardo si concentrava sulla ferita inferta in modo ossessivo. La lama si sarebbe illuminata nuovamente di un rosso pallido, iniziando ad allungarsi all'interno del corpo di Tresh, così da facilitare la penetrazione, sino a quando Elise non si sarebbe fermata, o dopo aver trapassato da parte a parte Carnovash oppure bloccandosi al suo interno, incapace materialmente di spingere oltre la lama. Elise ansimava leggermente, mentre anche la parte intima del suo corpo si inumidiva un po', come se quella cosa la stesse in qualche modo...eccitando? Perchè? Visibilmente confusa avrebbe cercato lo sguardo del professore, tentando di nascondere quella strana sensazione ponendo delle domande.
    A-Allora? Va bene così o devo lasciare la lama dentro il corpo per un po'? Non ho mai fatto una cosa del genere quindi mi servono indicazioni professore...
     
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    La reazione stupita della ragazza era prevista, ma si rivelò comunque molto soddisfacente tanto da strappargli un sorriso divertito e una risposta tagliente che voleva lasciare intendere quanto effettivamente il professore avesse i suoi nemici.
    Credimi mia cara, ben pochi ti disprezzerebbero solo perché hai infilzato questo vecchio zombie...
    Ma lo disse ridacchiando, ironico, senza prenderla troppo sul personale. Thresh sapeva scherzare su sé stesso, non c'erano dubbi, e di sicuro non aveva paura di farsi male... anzi, tutto l'opposto. Sapere che quella non era una "spada comprata al supermarket" faceva salire la sua voglia di provarla direttamente sulla sua pelle. Elise sarebbe riuscita ad infliggergli un colpo degno di quei manichini? Il professore le lanciò uno sguardo complice, lasciandole intendere che non doveva preoccuparsi di nulla se non sferrare il suo colpo migliore. Lui rimase immobile per tutto il tempo, concentrandosi su di lei. Elise avrebbe potuto notare come quel corpo massiccio non si sarebbe concesso neanche uno spasmo di timore, di esitazione, era pressoché fermo come una statua se non per uno strano formicolio che pareva attraversagli la pelle. Che fosse, anche per lui, eccitazione? Era impaziente di provare quella lama dentro di sé, sentire la sua energia che gli scorreva nel corpo e assaporare anche solo in parte la fermezza che avevano sentito quei fortunati manichini. Elise non si fece pregare troppo e usando il suo potere riuscì ad infilzare da parte a parte il professore, cosa che non sarebbe stata possibile senza concentrare energia visto il suo corpo massiccio ed allenato. Il non morto spalancò gli occhi e la bocca trattenendo a stento un gemito di puro piacere. Del sangue nerissimo e denso sarebbe sceso dalla ferita, zampillando in alcuni tratti ma con scarsi risultati: il corpo di uno zombie di solito si esibisce in molto, molto meno, ma il colpo della ragazza era stato preciso seppur esitante.
    Ah... splendido... radiante... la luce quasi naturalmente danneggia i corpi come il mio, lo sento come se stesse cercando di distruggermi, davvero meraviglioso! Sento... esitazione nella tua mano, ma il sentimento è puro, non posso sbagliarmi.
    Thresh poteva capire molte cose da quel singolo colpo, e le assaporò tutte come se fossero una scorpacciata di informazioni. Capì che nonostante la sua destrezza la ragazza non aveva mai ucciso nessuno, né probabilmente aveva mai inflitto una ferita potenzialmente letale. Ma spalancando le narici ed inspirando a pieni polmoni il professore riuscì a percepire l'odore della sua femminilità che iniziava a reagire, come se quella novità in realtà la eccitasse eccome, molto più che il semplice corpo del professore messo a disposizione davanti a lei. E questo era molto, molto interessante.
    Non estrarla! Non avere paura. E' il tuo potere... lasciati guidare...
    Elise avrebbe potuto sentire la voce del professore chiaramente spezzata dal piacere, anche senza gemere rumorosamente mugugnava, socchiudendo gli occhi e lasciandosi corrompere da quell'intensa sensazione mortifera che lo attanagliava. Il dolore era stato intenso, capace di dargli il piacere nuovo che sperava di trovare, per questo non si vergognò di mostrarglielo, un pò come se avesse voluto farla sentire a suo agio mentre anche lei si eccitava: da quella posizione la patta dei pantaloni di Thresh era vistosamente in mostra ed Elise poteva ammirare quanto gonfia risultasse, come se qualcosa di massiccio e mostruoso stesse disperatamente cercando di liberarsi ma senza successo, stretto in quella prigione fatta di pantaloni.
    Sei stata molto precisa nel colpo... ma senza il tuo potere non saresti riuscita ad affondare. Hai ancora esitazione nel cuore, hai paura di uccidere... e questo è comprensibile. Uccidere quasi mai è la giusta soluzione. Perché eliminare una vita quando puoi farla soffrire? Ma se ti ritrovassi in questa situazione... ricordati che saresti in balia di un avversario preparato. Ora ad esempio potrei afferrarti, stringerti a me, la tua spada sarebbe bloccata e non potresti fare nulla se non soccombere. Ti farei mia... potrei divorarti, ucciderti, o peggio ancora... potrei strapparti di dosso i vestiti e possederti fino a farti perdere i sensi...
    Il suo era un discorso appassionato, quasi emotivo, le parlava come se volesse proiettare quelle immagini nella sua testa, farla sentirei n balia di quel mostro che poteva fare di lei ciò che voleva. Ma lui era un professore, una guida, quindi le portò entrambe le mani sull'impugnatura, serrandole a dovere in modo da migliorare la sua presa e la sua posizione, dandole il giusto imput per il prossimo movimento, guardandola dritta negli occhi.
    Se no vuoi passare da predatore a preda, devi stringere le mani e torcere la spada, per poi estrarla di colpo. Due movimenti netti, forti, che trancino la carne e la strappino via. Il primo apre la ferita e spezza il fiato, lasciandoti lo spazio per il secondo movimento e chiudere la battaglia. Non dimenticarlo mai...
    Le stava suggerendo cosa fare ?doveva liberarsi da quella posizione in maniera violenta prima che quel mostro la prendesse e la facesse sua, divorandola pezzo per pezzo? Oppure doveva esitare, lasciarsi catturare, abbandonandosi al fascino di quell'uomo? Lo sguardo di Thresh sembrava in attesa di una risposta, come se stesse aspettando il momento giusto per imprigionarla...
     
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26 replies since 3/5/2022, 11:18   184 views
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