Una brutta nottata

per Amy

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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Evelynn era più bella che mai mentre torreggiava beffarda su di lui, con le gambe aperte e il suo desiderio che, imperterrito, continuava a scorrere da quelle carni schiuse che aveva soddisfatto a costo del suo stesso respiro. La gola gli bruciava come l'inferno e forse era anche per questo che quel gocciolio perverso, umiliante gli appariva così tanto invitante, al punto che una parte di lui avrebbe voluto tendere la lingua sfinita per abbeverarsene... mentre un'altra parte di sé avrebbe preferito tranciarsela a morsi pur di non cadere in una simile umiliazione. Fortunatamente era troppo sfinito sia per l'una che per l'altra azione, tanto che a malapena riusciva a rantolare qualche faticoso respiro che gli impediva di svenire.
    I suoi occhi, però, dopo l'iniziale stravolgimento del piacere stavano riacquistando dignità e furore, tanto che brillarono feroci quando lei gli disse (ovviamente prendendolo in giro) di essere spaventata dal suo sguardo, al punto che provò a curvare gli angoli della bocca nel tentativo di sorriderle provocatorio, prima che le mani di Evelynn cancellassero ogni espressione e residua dignità dalla sua faccia: gli spalmò sul volto e poi sul collo, finanche sulle spalle gli umori che gli erano finiti addosso, fino a rendere la sua pelle lucida come se l'avesse cosparsa d'olio e, soprattutto, saturare l'aria col profumo fin troppo buono del suo piacere. - Mghh... rghh... - rantolò, davvero incapace di parlare, mentre le dita della sua ex compagna potevano apprezzare la morbidezza irreale della sua pelle, ulteriormente esaltata da quegli umori inebrianti, che gli fecero socchiudere gli occhi e, soprattutto, sbavare ai lati della bocca: davvero voleva leccarsi la faccia come un cane affamato, soltanto perché non era ancora pago del loro sapore? Stava cadendo terribilmente in basso... e forse Evelynn ha indovinato i suoi pensieri, poiché lo definì la sua puttana. Immediatamente la fissò pieno di rabbia, chiudendo a pugno le mani e venendo scosso da un lieve tremito, prima di doversi abbandonare a quello sfinito languore che gli mordeva le membra.
    Quegli occhi vigili e incendiati dall'ira, però, la seguirono mentre scendeva su di lui, a carezzargli con le dita quella macchia alla sua dignità, ad assaporarla con quelle labbra meravigliose. Era inutile, per quanta furia ci potesse essere nei suoi occhi, il suo corpo era meravigliosamente docile e ricettivo, tanto che il suo cazzo fremette attraverso gli indumenti bagnati di seme soltanto per lei, mentre il resto del suo corpo fremeva appena, come se neppure quello sfinimento potesse impedirgli di tendersi per lei. Fu in quel momento, con le membra languide scosse dal piacere, che i suoi vestiti caddero a brandelli sul pavimento e fu totalmente nudo davanti a lei: non ebbe nemmeno il tempo di stupirsi, che il suo grosso cazzo blu saltò sull'attenti come un bravo soldatino, mentre la sua pelle madida di sudore risplendeva invitante solo per lei. Il demonietto non poteva dire di essere l'esempio perfetto di virile bellezza, ma quel corpicino così peculiare, efebico ed esotico insieme, era davvero un piacere per gli occhi: il suo ventre piatto ma morbido, malgrado l'accenno di una lievissima muscolatura, sembrava invitare ai baci più osceni così come i piccoli, puntuti capezzoli azzurri sembravano supplicare qualche pizzicotto crudele... e che dire, invece di quelle cosce sode tutte da mordere e palpare, dalla pelle rossa screziata da striature nere ai lati? Ciò che, però, sembrava letteralmente una deliziosa caramella tutta da divorare era il suo cazzo: a parte, infatti, le dimensioni terribilmente grandi per un corpicino così minuto, era di un azzurro (proprio come la sua lingua o i palmi delle sue mani) molto scuro, tendente la blu e non sembrava assolutamente composto di carne e sangue com'era, poiché pelle lo ricopriva interamente senza una macchia, una vena esposta, una piccola imperfezione; era una lunga, larga asta che pareva scolpita da un unico blocco di quel materiale colorato e vellutato che era la sua pelle e che pure, però, al tatto era capacissima di mostrare tutto il suo impaziente turgore.
    Fu proprio quella deliziosa virilità a pulsare quando Evelynn, dopo aver gustato il suo seme demoniaco (molto, molto più dolce di quello umano), gli rivolse quel ghigno assolutamente malvagio e, proprio per questo, dannatamente eccitante. - Seh... ghhh, t-thi piahche thant-oh... - parlare era una fatica immane, non solo perché era troppo impegnato ad ansimare affamato d'aria per scandire bene le parole ma perché la lingua era ancora intorpidita e gli stava in bocca come una sorta di serpente sonnolento, incapace di muoversi bene. - ...possho anche chiaaamathi trohia. - s'impose di finire la frase, riuscendo anche a rivolgerle un ghignetto di sfida... o, meglio, una sua distorta parodia.
    Certo, non è facile fare provocazioni efficaci quando non si riesce a parlare decentemente, ma è assai più difficile mantenere un ghignetto impertinente mentre una pazza criminale evoca, davanti ai propri occhi, un dannato dildo demoniaco! Se Evelynn trovava piacevole vedere il demonietto colto di sorpresa e spaventato (e certo che le piaceva) allora avrebbe adorato l'espressione che s'impossessò dei suoi tratti, poiché gli occhioni risultarono sgranati e le mascelle serrate dalla tensione, mentre fissava sgomento quel dannato strumento di tortura. - Cazzo! - ringhiò, riuscendo a parlare bene fin troppo tardi, prima che Evelynn lo indossasse e gli afferrasse le gambe, costringendolo in una posizione fin troppo oscena. Avrebbe voluto difendersi, divincolarsi dalla sua stretta ma semplicemente non ne aveva le forza e quell'orribile cazzo rubato (di quanti dannati crimini si era macchiata?!) ormai incombeva sul suo piccolo, invitante buchetto azzurro. - Noooo! Cazzo, sei proprio una puttana, Evelynn! - ringhiò, provando a divincolarsi ma ottenendo soltanto di muovere in maniera più invitante i suoi fianchi sodi e pieni. - Giuro che appena posso ti fotto pure il cervello, stronzaaaahhh! Nghhhh! - gemette, mordendosi le labbra per non darle la soddisfazione di sentirlo gridare mentre quella cappella demoniaca, assolutamente bollente, lo spalancava a forza e si faceva avanti dentro di lui.
    Se Evelynn aveva paura che, a causa dei suoi umori, quella penetrazione sarebbe risultata troppo facile... poteva anche star tranquilla: Bowen era tesissimo e il suo ano davvero, davvero stretto quindi ogni centimetro delle sue viscere andava conquistato con rude determinazione, tanto che gli occhi del demonietto si ribaltarono in un lampo e il suo corpicino prese a sussultare ipnotico mentre si tendeva fino allo spasimo. C'è da dire, però, che le carni che avvolgevano quel cazzo posticcio erano tutt'altro che dure o sgradevoli, anzi erano morbide e vellutate in maniera irreale, semplicemente richiedevano di essere allargate con decisione per potersi gustare pienamente le loro caratteristiche uniche. Alla fine Evelynn ci riuscì, quell'orrore scomparve completamente nel ventre del suo compagno che, totalmente sopraffatto da quelle intensissime, violente sensazioni, aveva serrato le palpebre e mostrava un visetto davvero, davvero in difficoltà, con le gote rigate da lacrime dovute alle fitte di dolore che quella rude penetrazione gli aveva procurato... un quadro davvero desolante, a cui si aggiunsero quelli che sembrarono dei singhiozzi. E chi si rivelarono essere, pochi attimi dopo, una risatina beffarda!
    Evelynn, qui di vergine c'è la tua fica in un'altra vita: se proprio vuoi sentirmi gridare, agita quei fianchi da troia che ti ritrovi! O sei troppo impaziente di essere fottuta per scoparmi il culo come si deve?! - era stato doloroso? Sì. Non aveva alcuna voglia di subire una pratica simile, soprattutto se con l'intento di umiliarlo? Assolutamente sì. Ma, Dio, le avrebbe dimostrato che non era l'unica ad aver avuto esperienze estreme e particolari nell'ultimo periodo! E, soprattutto, quello stupido dildo non era assolutamente paragonabile al cazzo di quell'irritante (ma fin troppo bravo) stregone che aveva incontrato qualche tempo prima. Com'è che si chiamava quel dannato bellimbusto? Oh beh, aveva altri pensieri per la... "testa", in quel momento.
    Gli occhioni che fio ad allora erano stati chiusi, strizzati come quelli di un bimbo spaventati, si aprirono per mostrarle uno sguardo assolutamente perverso e beffardo, mentre quella boccuccia fino a un attimo prima piegata dal terrore, si distendeva in un ghigno che scopriva quelle zannette pericoloso. - Forza, prova a farmi venire prima di te! Divertiti... o almeno prova a farlo, perché quando toccherà a me ti farò incrociare gli occhi per quanto ti scoperò! - le promise e, come a sottolinearle la sfida, le sue gambe andarono ad afferrarle i fianchi, in una presa possessiva quanto piacevole. In tutto questo, le sue carni iniziarono a massaggiare quel cazzo posticcio mentre il suo, stava irriverentemente dritto e appena pulsante, come se quanto stava ricevendo da Evelynn non fosse degno di particolari reazioni. Era stato umiliato, era gonfio di rabbia e dolore... ma non le avrebbe permesso di farsi mettere i piedi in testa ancora, almeno finché non avrebbe avuto la sua opportunità di farsi valere. Di farsi valere e... tirare fuori da quell'anima nera ciò che era rimasto della sua Evelynn!
    Forse il piccoletto poteva essere sboccato e perverso, ma il fondo del suo cuore era davvero, davvero puro.
     
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    Era una vera goduria vedere quei versi di dolore e di disappunto sciogliersi completamente, trasformando la rabbia e l'umiliazione in un piacere difficile da trattenere. Fu un pò deludente immaginarsi Bowen già intento a farsi scopare il culo come una troietta qualsiasi da altri prima di lei, ma questo non le avrebbe tolto la soddisfazione di farlo gemere con le sue sole forze. Come se non bastasse poi, la carne del suo ex compagno era sublime... quel dildo le permetteva di percepire tutto come se fosse suo, in maniera molto meno efficace di farsi semplicemente spuntare un pene maschile in maniera magica ma... quello non era proprio il suo stile. L'utilizzo dello strumento che aveva rubato era molto più soddisfacente, e se doveva impegnarsi di più per sentire qualcosa di più intenso... allora tanto meglio. Per il momento si accontentava di quelle grida furiose destinate a scemare in gemiti di piacere, che le strappavano risatine malefiche e melodiche che a loro volta avevano quella punta di goduria impossibile da nascondere. Il corpicino perfetto di Bowen in tensione per l'estrema stimolazione era un vero e proprio spettacolo, Evelynn aveva una gran voglia di afferrare quella grossa caramella blu e masturbarla mentre si divertiva a scoparla, ma non ancora, non era il momento... non poteva accelerare i tempi. Stava facendo tutto questo per poterlo stimolare al massimo, se rovinava tutto poi avrebbe raccolto dei frutti immaturi. Lei no nera affatto una tipa paziente, soffriva tantissimo nell'attesa, ma quando riusciva a trattenersi i risultati si potevano vedere e sentire. Quindi Bowen doveva accontentarsi del suo ventre che inevitabilmente si sfregava il minimo indispensabile con la sua verga dopo essere riuscita ad infilare tutto il suo diabolico dildo dentro di lui. Si leccò le labbra, impaziente di gustarsi la sua reazione, aveva una gran voglia di leccargli via quelle lacrime dal visino, la sua era l'espressione di un demone pronto a divorarlo ma... non aveva un buon sapore in quel momento. Sapeva di... disonestà. Forse Bowen si aspettava di coglierla di sorpresa facendosi trovare preparato di fronte a quella penetrazione, ma appena provò a stringere le gambe intorno ai fianchi di Evelynn come a volerla spronare a fare di peggio, le dita della ladra si ancorarono più forti alle sue gambe, stringendole così forte da perforare la sua morbidissima e deliziosa carne con gli artigli affilati, tirandolo con violenza in avanti e riportandolo ad una posizione quasi fetale, femminea, con le gambe ribaltate e il culo perfettamente esposto, mentre lei col bacino affondava con maggiore decisione, toccando con la punta la sua prostata e facendola scorrere fin lì con grande perizia. L'espressione di Evelynn era cambiata del tutto: al posto di un volto umano c'era una penombra diabolica, spezzata solo da tre luci composte dai suoi occhi completamente viola e la sua bocca trasformatasi in una sottile fessura dalla quale faceva capolino la sua lingua violacea che si allungava come un perfido serpente ben oltre il mento della ladra. Bowen non doveva scordarsi che aveva in corpo una quantità di alcol capace di stendere un drago, che la mente gli giocasse brutti scherzi e che non avesse abbastanza forze per opporsi ad Evelynn era più che normale. La sua risata maligna riecheggiò nella stanza come se fosse l'apparizione di uno spettro.
    Ahahahaha... ma guarda un pò... pensavo di prendermi la rivincita contro il guerriero che mi è saltato addosso quando ero solo una ragazzina innocente... e invece mi ritrovo davanti una troia di prima categoria! AHAHAHAHA!
    La sua risata si fece molto più alta e malefica, e in un istante il suo bacino prese a muoversi con molta, molta forza, imprimendo l'energia di Bowen dentro quelle spinte. Si... il piccoletto forse non se ne era accorto, ma Evelynn aveva passato praticamente tutta la precedente sessione ad assorbire l'energia dalla sua lingua, la stessa che aveva marchiato, e adesso col suo pugnale non poteva farci proprio più niente... apparteneva a lei. Gli aveva rubato il potere e lo stava utilizzando per cambiare la forma a quel dildo che forse di base aveva delle dimensioni contenute, ma lei lo stava rendendo molto, molto più largo, costellato di escrescenze tondeggianti capaci di stimolare ogni parte di quello stretto anfratto, in particolar e la sua prostata che sarebbe diventata il personalissimo parco giochi di Evelynn. Tutto accompagnato da un ritmo della penetrazione che avrebbe reso tutto ancora più intenso. Dolore e piacere si sarebbero mescolati, perché essendo il suo stesso potere Bowen non poteva riconoscerlo come un nemico. Poteva solo godere, indipendentemente da quanto male Evelynn gli stesse facendo. Lui non aveva il controllo, quella non era una sfida, era Evelynn che lo stava privando di ogni cosa, gli stava rubando tutto... anche quella notte. Ma lo stava facendo in maniera così maledettamente piacevole che forse non gli sarebbe dispiaciuto affatto. Si piegò su di lui, tornando ad un'espressione umana, perversa, amichevole quasi, ridacchiandogli in faccia mentre gemeva forte ed iniziava a leccargli la guancia e l'orecchio vicinissimo ai suoi occhi.
    Allora ti piace davvero? Oh dai... non essere timido, puoi confessarlo alla tua amata Evelynn... e poi non c'è nulla di cui vergognarsi... anche io amo prenderlo nel culo, lo sai? Mi fa sentire come se la carne del mio amante mi arrivasse in gola... e non vedo l'ora di sentire anche la tua dentro di me. Non nascondiamo quello che siamo... siamo due troie affamate di cazzo... dillo insieme a me Bowen... godiamocela insieme!
    Ridacchiava, gemeva, e ogni sussulto di piacere spingeva più forte dentro di lui, impaziente di sentirlo gridare davvero. Voleva montare un'eccitazione irrefrenabile così che quando finalmente si sarebbe lasciata impalare da quel cazzo diabolico lo avrebbe sentito al massimo della sua potenza, qualcosa che di sicuro Krolia non aveva mai assaggiato, qualcosa che solo lei poteva rubare...
     
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    Bowen non credeva di averla battuta, figuriamoci, aveva intuito come la creatura che gli stava di fronte fosse una sorta di abisso oscuro di lussuria e depravazione... non l'avrebbe mai sconvolta con qualche oscenità e qualche provocazione dettata dalla rabbia. Ne era perfettamente consapevole, così come lo era del profondo svantaggio che accumulava a ogni istante: era lui quello debole tra loro due e ciò gli era stato evidente fin dall'inizio... anche perché l'amore è una debolezza di per sé e la persona innamorata non era certo lei. Però non si aspettava nemmeno quello che gli toccò subire subito dopo che ebbe finito di gridarle contro, mentre tentava di liberare le gambe da quella presa rude ma ancora non dolorosa; lo divenne un attimo dopo, quando quegli artigli crudeli gli si conficcarono nelle carni e lo costrinsero in una posizione oscena, semplicemente vergognosa, che gli fece percepire con ancora maggiore chiarezza quel dannato dildo dentro di sé. Urlò di dolore e il suo delizioso corpicino si tese, per un istante, in uno spasmo di sofferenza mista a piacere che inevitabilmente donò sensazioni molto, molto intense alla sua aguzzina, visto il modo in cui le sue carni morbidissime si serrarono attorno a quella virilità posticcia.
    Il lampo del dolore lo aveva costretto a chiudere gli occhi e, quando li riaprì, si ritrovò dinnanzi uno spettacolo semplicemente spaventoso: la Evelynn corrotta, degenerata forse ma pur sempre la sua Evelynn non c'era più, sostituita da uno spettro mostruoso, da una creatura da incubo. Il volto non era che tenebre indistinte interrotte tra tre ferite di luce rossastra, due occhi malvagi e il ghigno crudele di una creatura inumana. - NO!! - urlò, come se questo potesse bastare ad allontanare quella figura da incubo, venendo impossessato da un terrore del tutto atavico, tanto che dopo i primi inutili sussulti per cercare di divincolarsi, iniziò proprio a tremare guardandola con gli occhioni sbarrati, sopraffatto dall'orrore. Per fortuna non durò che un battito di ciglia, Evelynn tornò quella che aveva conosciuto fino ad allora e benché la sua risata gli sembrò orribilmente distorta, quell'ombra malevola sembrava essere scomparsa per sempre: gli girava la testa e aveva persino le palpitazioni, inoltre le sue carni erano così serrate attorno a quel dildo maledetto che fitte di dolore lo attraversavano da capo a piedi, aumentando la tensione delle sue membra, rese ancora più deliziose dalla paura. Per lunghi istanti la guardò sbattendo le palpebre come se non la riconoscesse, mentre la residua paura montava in rabbia: forse era stata un'allucinazione (aveva bevuto così tanto...) o forse era stato un trucchetto della donna, ma non poteva cedere così! Le sue parole e quell'orribile risata ancora gli riecheggiavano nella mente e, sul suo visetto ancora stravolto dal terrore, si dipinse un'espressione feroce. - Non è vero! Non ti sono saltato addaaahhh! Noohhh! Ghhhh... - il suo volto si distorse in una morsa di piacere e reclinò appena il capo all'indietro, travolto dal piacere che suo malgrado lo investì.
    Evelynn, infatti, sembrava volersi conficcare nella sua prostata e per quanto ritenesse umiliante interrompersi in quel modo, per quanto odiasse non poter difendersi, non poter negare ancora una volta ciò che, forse, aveva fatto davvero... non poteva resistere a tutto quel piacere. - L-la trhoiha s-seih tuunhhhhhhggg! - una simile risposta non sarebbe mai suonata molto convincente a prescindere, ma detta da un demonietto che stava impazzendo dal piacere, che gemeva incontrollatamente e che quasi sbavava... era assolutamente ridicola.
    Le cose peggiorarono notevolmente perché Evelynn, ben presto, spinse quell'amplesso assolutamente non voluto all'estremo e non solo perché prese ad affondare in lui con fin troppa forza: il dildo che gli scavava dentro divenne improvvisamente molto più grande di prima, troppo largo e soprattutto si ricoprì di escrescenze rotondeggianti che avrebbero reso anche un movimento lievissimo troppo intenso, pensiamo un martellamento capace di mandargli in pappa il cervello! Sbarrò gli occhi e le sue labbra si aprirono in una "o" che divenne man mano più larga mentre quell'oscenità gli conquistava le viscere, con una sorta di gorgoglio sempre più forte che si faceva strada nella sua gola. Già questo sarebbe stato uno spettacolo osceno, già degno dell'appellativo con cui era stato chiamato poco prima, ma tutto il suo delizioso corpicino si tese e si piegò, a partire dalla schiena flessuosa che si inarcò docile (ovviamente contribuendo a sbattere ancora di più il suo culo contro quel cazzo mostruoso) e delle dita dei piedi che si contrassero impazzite, mentre il ventre diveniva sempre più teso e gonfio, dato che non c'era abbastanza spazio in un corpicino tanto delizioso per qualcosa di così dannatamente grosso.
    Ovviamente si sbavò e la sua lingu vellutata, che tanto l'aveva fatta godere fino a pochi minuti prima, saettava nell'aria contorcendosi come una serpe senza testa, contribuendo a sporcarlo ulteriormente di saliva: il dolore era semplicemente insostenibile, avrebbe voluto urlare pietà... ma la cosa peggiore è che era accompagnato da piacere pressoché folle, che raggiungeva un acme impossibile da sostenere ogni qualvolta colpiva la sua prostata (e la colpiva troppe, troppe volte!), tanto che gli saturò ben presto il cervello cancellandogli in un lampo bianco ogni pensiero. In tutto questo, le sue carni si contorcevano attorno a quel cazzo mostruoso come se volessero succhiarlo e, purtroppo, erano così assurdamente elastiche, morbide e vellutate che era proprio questo l'effetto che stavano ottenendo. - Rhidahmmeloohhh, ahh, ghhhh! - il suo tentativo di articolare delle parole era naufragato immediatamente, semplicemente il dolore e (soprattutto) il piacere erano troppo intensi e la sua povera lingua non faceva in tempo a tornare in sede, per poter articolare un paio di lettere, che già veniva sputata fuori da un nuovo gemito... se le grida acute che Evelynn gli stava strappando potevano essere definite da questo termine, certo. Ad ogni modo, le voleva dire "Ridammelo" riferendosi ovviamente al suo potere, poiché aveva immediatamente riconosciuta l'oscurità che le aveva corrotto (e ingigantito) il cazzo come sua ma, per quanto si fosse sforzato di dissolverla, di riappropriarsene, non c'era riuscito e malgrado avesse gli occhi persi verso l'altro e lacrimasse davvero come una puttana sbattuta troppo duramente, quella scoperta lo aveva gettato nella più nera disperazione.
    Purtroppo per lui, non un solo grammo di suddetta disperazione era visibile dall'esterno, anzi ai dettagli finora raccontati bisogna aggiungerne un ultimo, ossia il suo membro: aveva già prima un'erezione marmorea, malgrado quell'umiliante orgasmo a cui si era abbandonato, ma niente a che vedere con la carne oscenamente gonfia e dura che svettava adesso; l'elasticità che contraddistingueva il suo corpo, infatti, doveva riguardare anche quella mazza, poiché era diventata ancora più grossa di prima, assumendo un aspetto enfiato, in cui il suo peculiare azzurro era virato in un blu quasi congestionato e, a parte sbattere sul ventre di entrambi a ogni affondo di Evelynn, praticamente gocciolava senza posa liquido preseminale, come se qualcosa si fosse rotto nelle sue povere gonadi... e, a giudicare da com'erano diventate grandi e gonfie, era decisamente probabile. Lo stesso Bowen si sentiva spaventosamente duro e sensibile, tanto che ogni qual volta il suo membro sbatteva contro il ventre suo o della donna si ritrovava a gemere in maniera fin troppo acuta, incapace di discernere se per il piacere o per il dolore.
    Era già una situazione terribile, praticamente senza speranze ma Evelynn volle addirittura prendersi gioco di lui, sussurrandogli un'infinità di oscenità e cattiverie nell'orecchio mentre gli leccava le guance, troppo lontana dalle sue labbra. Sentire quel riferimento a ciò che le piaceva fare con i suoi amanti lo fece sussultare, mentre l'immagine della sua Evelynn che si concedeva a una sfilza infinita di sconosciuti cadeva nella sua mente come un masso in uno stagno: la sua gelosia ruggì e la sua ira, finalmente, ebbe nuovo combustibile; gli dava della troia, gli rubava il suo potere, lo accusava e allo stesso tempo si prendeva gioco di lui... e adesso gli parlava dei suoi amanti! Di tutti quelli che l'avevano avuta dopo di lui e che, quantomeno, non avevano di che sentirsi in colpa. Le sue mani si strinsero in due pugni furiosi e riuscì a serrare le mandibole fino ad allora spalancate, mentre una tensione violenta, il tremore di uno sforzo brutale, feroce si propagava in quel delizioso corpicino, tanto che la pelle tesissima mise in mostra una muscolatura molto più definita di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, mentre gli occhi che fino ad allora erano stati persi e ciechi, ribaltati nella depravazione più totale, ritornarono a fissarla con puro, intensissimo odio.
    Era ubriaco marcio, debolissimo e con un cazzo nel culo che gli impediva quasi di respirare, ma lui era pur sempre un guerriero e un demone: in un attimo Evelynn si sarebbe ritrovata le sue zannette conficcate nel suo morbido collo, dopotutto per dirgli tutte quelle nefandezza aveva dovuto avvicinarsi per forza. La morse con furia quasi ferina e se fosse uscito del sangue lo avrebbe bevuto come un dannato vampiro, perché voleva farle male, perché voleva spaventarla... e perché voleva marchiarla come sua. - Tu sei la mia fottuta puttana. TU! - la lasciò andare quando le forze lo abbandonarono, ma l'ira gliene dava ancora abbastanza per tenere alta la testa e scandire le parole quasi senza difficoltà. - Tu sei mia, cazzo, mia!! Ti fotterò meglio di qualunque altro, ti marchierò il cervello col mio cazzo! - ormai stava ringhiando e che fosse completamente fuori di sé lo mostravano anche le sue pupille, due fessure verticali in quelle iridi altrimenti meravigliose. Sembrava che ogni elemento demoniaco della sua natura stesse ribollendo e ruggendo in quel momento, tanto che persino le manine adesso mostravano dei piccoli artigli acuminati e tutto il suo corpicino sembrava un pochino più muscoloso, come se l'ira lo avesse corrotto fin nella carne. - E adesso baciami, troia! Baciami mentre mi scopi il culo e prega Dio che non ti stacchi la lingua a morsi! - fece uno sforzo pressoché titanico e protese in avanti il capo, mostrando quel volto spiritato e famelico a un tempo. - Baciami!!!! - quell'ultimo comando aveva decisamente una nota più disperata e meno feroce dei precedenti, ma... Evelynn era riuscita a ritrasformarlo in quello d'un tempo: lo riconosceva? E, soprattutto, cosa intendeva fare di tutta quella furia che smaniava dalla voglia di fotterla a sangue e inciderle fin nell'anima il proprio possesso?
     
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    La passione di Bowen era deliziosa, ma il suo timore... aveva un sapore inimitabile. Evelynn se lo gustò ardentemente come se fosse un pasto raro che difficilmente sarebbe riuscita ad assaporare di nuovo, ma lo fece di gusto, assolutamente assuefatta da ciò che stava provando quella sera. I suoi versetti squillanti e indolenziti erano musica per le sue orecchie che scandivano il ritmo di quella penetrazione rendendola sempre più intensa e possessiva. Su questo Bowen non doveva dubitare. non lo stava scopando per umiliarlo o farlo soffrire, non solo almeno... ma lo faceva principalmente per farlo sentire suo, per rubare anche quella piccola parte del demonietto che voleva resisterle, e farlo schiavo di un piacere che solamente lei poteva dargli. Per non parlare poi di come oscenamente reagiva quel corpicino diabolico: il ventre gonfio, il culo stretto, i muscoli serrati, la voce spezzata, la gola gorgogliante... una sinfonia di suoni osceni mescolati alle reazioni oneste e vogliose di un corpo che non poteva resistere alla SUA Evelynn... che goduria. Voleva indietro il suo potere indietro, ma l'unica cosa che riusciva a fare era piangere e sbavare di piacere di fronte a lei, mostrandole la lingua e gemendo di un piacere vergognoso capace di sciogliere completamente Evelynn. Lei stessa non era immune a quello spettacolo: la sua femminilità grondava abbondante mente ad ogni spinta, lo sguardi di Bowen le faceva deformare il volto in smorfie lussuriose, come se volesse in una certa misura imitarlo, facendogli il verso forse o più semplicemente assecondandolo perché anche lei stava godendo in maniera incontrollata e avrebbe fatto di tutto per averne di più, ancora di più. Ma lo spettacolo migliore era senza ombra di dubbio quel grosso cazzo blu che svettava sul pube di Bowen e diventava sempre più grosso, duro e bagnato ad ogni affondo che Evelynn gli concedeva. Era davvero una mazza considerevole e vederla sporcarsi di liquido preseminale le ricordava un pò una fica bagnata che non vedeva l'ora di farsi possedere. Ma il culo di Bowen era già pieno, quindi probabilmente la sua mente le stava giocando brutti scherzi, e qui l'unica femminilità da sfondare rimasta era la sua. E Evelynn sarebbe stata ben lieta di raccogliere i frutti di tutto quel lavoro, ma lo avrebbe fatto ovviamente a modo suo.
    Ooooohhhhh che meraviglia! Che meraviglia! Guarda quanto è duro... e vigoroso! Ti piace davvero tanto farti scopare il culo, vero Bowen?! Non ti preoccupare non ho intenzione di fermarmi ma... ooooooh che voglia che ho di prenderlo in mano e stringerlo fino a farti venire! Aaahhh mi immagino già tutto il seme che mi schizzerai addosso, mi ricoprirai le mani e schizzerai così forte che riuscirai a ricoprirmi la faccia e il petto... e io lo berrò tutto! Ma non posso... no, se lo tocco ora sarà tutto sprecato...
    Gemeva mentre parlava, e mentre le sue code afferravano le gambe di Bowen per tenerlo bloccato in quella posizione, le dita di Evelynn scivolavano sul suo ventre andando a sfiorare quel cazzo enorme e irresistibile. Sembrava davvero intenzionata a masturbarlo ma non lo fece, limitandosi a carezzargli dispettosamente la cappella con l'indice, pizzicandolo e stuzzicandolo ma senza dargli mai soddisfazione, tenendolo sulle spine. No, quel suo enorme orgasmo doveva essere solo suo, doveva sentirlo dentro di sé, voleva farsi riempire, quindi non poteva lasciarle che si svuotasse ora senza controllo. Con l'altra mano gli carezzò i testicoli saggiandone la consistenza, palpandoli e quasi strizzandoli per capire quanto fossero carichi. Anche quelli sarebbero stati deliziosi da succhiare fino a che non le sarebbe esploso in faccia con la sua virilità, ma non poteva cedere, non così. Continuò a giocare con lui in quel modo, rimanendogli vicinissima per poter sussurrare quelle parole direttamente alle sue orecchie, voleva farlo impazzire e molto probabilmente ci riuscì, visto che Bowen finì col morderla con forza tale da farla sanguinare, strappandole un gemito così forte che la costrinse a piegarsi in avanti, quasi crollandogli addosso per la sorpresa e la mancanza di forze, concedendogli addirittura un istante di tregua da quelle spinte perché pur affondando dentro di lui non riuscì a muovere le gambe per un lungo istante mentre sentiva le zanne di Bowen affondare nella sua carne. Che delizia... era riuscita a strappargli anche un gesto così primordiale. Sicuramente mai nessuna delle sue amanti aveva goduto del vero Bowen, era solamente per lei, e quando finalmente si sarebbe presa la sua virilità sarebbe stato l'orgasmo migliore della loro esistenza, qualcosa che nessun altro poteva donargli e che lo avrebbe spinto a cercarla ancora, ancora, disperatamente, notte dopo notte... togliendogli il sonno. Avrebbe rubato anche quello. Senza farselo dire due volte Evelynn sollevò la testa e cercò immediatamente il suo volto, spalancando le labbra per poter cercare l'ennesimo, perverso bacio tra di loro, ma nel farlo si assicurò di avere il cazzo di Bowen stretto tra le mani, le code che serravano con decisione le sue gambe e quel dildo diabolico spinto il più a fondo possibile nel suo culo morbido e irresistibile così da deformarli il ventre. Riprese a scoparlo così forte che di sicuro quel culo meraviglioso avrebbe iniziato a gemere a sua volta, gli umori di Evelynn sarebbero colati abbondanti dalla sua intimità ricoprendo completamente il dildo e rendendo la penetrazione ancora più decisa. I loro bacini iniziarono a schioccare con una forza tale da far ciondolare la poltrona su cui Bowen si trovava, e lei lo baciava con un intensità tale da sembrare priva di senno: Sentì la saliva, l'oscurità e il suo stesso sangue nella bocca di Bowen e ne divenne così avida che non riuscì a trattenersi: allungò la lingua verso di lui decisa a violargli la gola, non tanto per umiliarlo ma per tirare fuori ancora quell'istinto bestiale e portarlo a morderle anche la lingua. Un morso per farla sanguinare e rendere quel bacio ancora più oscuro, perverso, dissennato, tutto mentre lei continuava a spingere con una forza che testimoniava chiaramente quanto anche lei fosse persa nel piacere al momento. Avrebbe continuato a baciarlo fino a che le loro bocche non sarebbero state coperte di sangue, e tra i gemiti si sarebbe sollevata di fronte a lui, lorda di saliva e sangue, eccitata da morire, intenta a gemere come non mai: i suoi capezzoli erano di un turgore incredibile, di sicuro Bowen non aveva mai visto una donna eccitata come lei fino a quel momento, ed era tutto merito suo. Avrebbe continuato a spingere e baciarlo fino al limite, poi quando entrambi sarebbero stati sul punto di venire, lei avrebbe fatto la sua mossa: un laccio oscuro sarebbe comparso tra le sue dita, legando improvvisamente la base del membro di Bowen e le sue palle in una stretta decisa, impedendogli così di raggiungere l'orgasmo. Lei invece si sarebbe goduta un lungo gemito mentre quello che sembrava un orgasmo femminile scemava gradualmente, in maniera insoddisfacente. Anche lei si era trattenuta perché quel momento tra di loro doveva essere perfetto.
    N-no... nhooo... non così...
    La voce completamente spezzata dal piacere, Bowen poteva vedere distintamente e sentire chiaramente gli umori di Evelynn che grondavano a terra, del tutto privi di controllo.
    Ti voglio dentro di me... in fondo nella mia fica... voglio sentirmi spalancare da questo cazzo diabolico... voglio sentirlo tutto dentro di me, farmi riempire fino al cervello... solo allora potrai venire... quindi Bowen... non lo vuoi anche tu? Dimmelo... supplicami...
    Era persa, certo... ma aveva ancora il controllo e lo avrebbe mantenuto fino alla fine. Ogni istante in cui Bowen avrebbe esitato lei avrebbe spinto col bacino in avanti per fargli sentire quel dildo in fondo, e avrebbe serrato la presa dei lacci per farlo male. Era in suo potere, voleva sottometterlo anche nel cervello, farlo pregare perché si prendesse la sua carne come non aveva mai fatto con nessun altra donna. Lo avrebbe portato alla follia...
     
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    Il ventre del demonietto, già oscenamente teso e rigonfio per via dell'enormità che gli colmava le viscere, palpitava sulle dita della sua compagna ed ella avrebbe potuto apprezzare l'irreale, magnifica morbidezza di quella pelle serica decuplicata da tutta la tensione l'attraversava, esasperata dal sudore che la imperlava. Bowen era spaventosamente sensibile, il piacere gli si conficcava nella carne e nell'anima come una lancia e bastava anche un tocco minimo per farlo sussultare in maniera fin troppo oscena e patetica. In quel caso, però, la pelle si tese perché Evelynn era vicinissima alla sua erezione palpitante e l'idea che potesse prestargli il sollievo evocato dalle sue parole, lo aveva riempito di un'aspettativa presto delusa: quella ladra voleva esasperarlo, portarlo al punto di rottura... e ci stava maledettamente riuscendo.
    La sua mente era dilaniata da lampi di odio e scossa fin dalle fondamenta dal desiderio che gli consumava le carni, tanto che quando portò le dita a stuzzicargli la cappella quasi gridò, emettendo gemiti osceni e mostrando nuovamente quella meravigliosa sensibilità, con la sua uretra che boccheggiò e si sbrodolò di liquido seminale come se stesse disperatamente tentando di far sgorgare del seme, di dargli finalmente l'orgasmo tanto sognato con quella stimolazione del tutto insoddisfacente. - Cazzo! Fammi venire! Voglio venire, voglio sborrarti in faaahhhh! Nghhhhh!!! - quel volto rabbioso, contratto nello sforzo di parlare quando tutto cospirava per farlo gemere e basta, si sciolse in un'espressione indecente, per un attimo in un rictus di totale lascivia, mentre lei gli afferrava le gonadi e vi giocava crudelmente, strizzandole come se questo non l'avrebbe fatto lacrimare e contorcere in una maniera oscena. Evelynn, però, non sbagliava nel credere che in quelle palle ci fosse abbastanza seme per ricoprirle tanto il ventre quanto il volto, poiché risultarono spaventosamente piene e gonfie, oltre che di quella consistenza peculiare del corpo di Bowen, che invitava più che mai a tormentarle con decisione e senza alcuna delicatezza.
    Era una stimolazione assolutamente impossibile da resistere, non per lui in quelle condizioni penose e sarebbe sicuramente esploso in un orgasmo mostruoso... se solo avesse continuato a stimolarlo! Fu anche quest'ennesimo, crudelissimo "dispetto" a strappargli ogni parvenza d'inibizione e a far divampare senza alcun controllo il furore che stava in agguato dietro la disperazione e il desiderio: l'azzannò alla gola proprio come avrebbe fatto una bestia affamata e strinse con forza finché le piccole (ma acuminate) zanne non affondarono in quella carne morbida, da cui iniziò a stillare il sangue che bevve subito con un mugolio affamato. Fu... meraviglioso. Avrebbe dovuto ripudiare un gesto tanto bestiale e violento, così lontano dalle sue nuove, vere convinzioni ma... sentirla gemere in quella maniera oscena, mentre il suo corpo perdeva ogni forza e crollava su di lui morbido e vinto gli donò un godimento tanto feroce quanto intenso. Mugolò, bevendo con gusto quel sangue delizioso e spingendo, per quanto possibile, il bacino in avanti per strusciare il suo grosso cazzo congestionato sul ventre di Evelynn, ottenendo così un po' di quel sollievo che né le suppliche né le minacce erano riuscite a fargli avere. Godé immensamente di quel temporaneo, vano potere sulla sua ex compagna e se la lasciò andare fu soltanto per ordinarle a gran voce il bacio che, troppo a lungo, gli aveva negato.
    Fu con un fremito e un vero e proprio gemito di piacere che accolse le labbra di Evelynn sulle sue, chiudendo immediatamente gli occhi proprio come farebbe un vero innamorato... peccato che li spalancò subito dopo, sopraffatto da sensazione davvero intensissime: non solo, infatti, la ladra aveva continuato a stimolarlo con le mani, tanto che il suo cazzo non faceva altro che pulsare e bagnarsi sempre di più, ma aveva reso il ritmo e la forza di quelle spinte assolutamente insostenibile. Bowen, infatti, emise un versetto deliziosamente osceno direttamente sulle sue labbra mentre i suoi occhi, vinti da una forza inarrestabile, finivano verso l'alto, fin quasi a perdersi completamente nelle palpebre. Il demonietto era tornato a essere lo spettacolo assolutamente indecente, osceno che era stato fino a qualche attimo prima e fu sopraffatto anche in quel bacio tanto bramato, poiché la sua morbida, lunga lingua demoniaca non riusciva a muoversi con adeguata decisione e rimaneva alla mercé di quella avidissima di Evelynn, che mostrò una furia non inaspettata ma sicuramente travolgente. Avrebbe voluto resistere, essere lui a mozzarle il respiro e dimostrarle che, persino immobilizzato e con un cazzo nel culo, non sarebbe comunque riuscita a sopraffarlo... e invece si ritrovò a lacrimare e a gemere sulle sue labbra mentre le sue carni si contorcevano attorno a quel dildo maledetto, donandole un massaggio che solo quel corpicino incredibile, meraviglioso poteva darle. Persino la sua codina che, nelle spinte più intense, le arrivava a solleticarle il perineo, non faceva che agitarsi come se stesse scodinzolando dalla gioia.
    Ormai gli schiocchi perversi, osceni dei loro corpi eccitati gli stavano sconquassando il cervello, praticamente rimodellato da ognuna di quelle spinte furiose e il demonietto stava per abbandonarsi sbavante a quell'amplesso, rilassando finalmente quelle membra tese fino allo spasimo... quando la lingua di Evelynn gli scivolò in gola, come se stesse tentando di fottergli anche quella: quell'ulteriore umiliazione risvegliò il suo furore e fece ritornare brillanti quegli occhi resi opachi dal godimento, mentre le sopracciglia tornavano a corrugarsi nel tentativo di mostrare un'espressione rabbiosa; non ci pensò neanche per un attimo, dopotutto era l'unica cosa che poteva fare e morse con forza quella lingua mostruosa, tornando a far sgorgare il sangue che si mescolò alle loro salive. - Mhhh! Rgghhhhh! - gemeva e ringhiava insieme, guardandola con rabbia e, allo stesso tempo, col rischio di tornare a fare espressioni assolutamente indecenti. Resistere ancora oltre non sarebbe stato possibile: ormai il suo cazzo pulsava talmente forte da sembrare sul punto di esplodere e tutto il suo delizioso corpicino era teso come se stesse per andare in mille pezzi e, finalmente, il suo sguardo era tornato a essere indicibilmente perverso mentre si apprestava a vivere uno degli orgasmi più intensi di sempre... se un anello di oscurità., del suo stesso potere, non avesse stretto in una morsa d'acciaio la sua asta e le sue gonadi, strozzandole e impedendo che anche una sola goccia di sperma riuscisse a sgorgare dall'uretra spalancata. - Nhooooooo! Ahh, c-chazzo!! - ringhiò, reclinando il capo all'indietro dalla frustrazione e dal dolore, mentre il suo corpo si contorceva come una baccante persa nell'estasi della frenesia.
    Puttana! Stronza! Voglio venire, fammi venire! - urlò, con un tono di voce in cui l'ira declinava fin troppo velocemente nella disperazione. A fatica era tornato a guardarla e le piccole mani erano strette in due pugni furiosi, quando Evelynn gli ordinò di supplicarla, di umiliarsi fino in fondo e di perdersi completamente nella sua lussuria. Il demonietto al guardò fuori di sé e digrignò i denti proprio come una belva ringhiante, tendendo il suo corpo. - Non... n-non t-ti-aaaah! C-cazzo!!! - gemette, socchiudendo gli occhi e sbavando in maniera davvero oscena perché, ancora una volta, Evelynn aveva martellato la sua prostata con quel maledetto dildo. - Caaazzoooohhh!! - gemette, scuotendo il capo furiosamente come se volesse scrollarsi di dosso tutto quel piacere asfissiante... o, peggio ancora, la tentazione di cedere e ubbidirle. Ma come resistere? Stava impazzendo e sentiva di avere le palle prossime a esplodere, tanto gli facevano male! E il piacere era lì, quasi a portata di mano, a distanza di un paio di parole sussurrate a fatica... - Lo voglio! Lo voglio!! Voglio sborrarti nella fica e farti gridare come la troia che sei! Voglio fotterti fino a consumarmi il cazzo nella tua fica, voglio sfondarti e farti dimenticare pure come ti chiami!! Ti sto pregando, porca puttana!! - cedette, sbavando e urlandole tutto il suo desiderio... e la sua umiliazione. Umiliazione che faceva scorrere un po' più forte quelle lacrime che, fino a poco prima, sgorgavano soltanto per via del piacere. - Avanti, cazzo!!! Adesso fallo.... fallo! - era troppo frustrato e sbraitò molto più impaziente di quanto avrebbe mai voluto mostrare, mentre sul suo delizioso visetto si mescolavano rabbia ed eccitazione, impazienza e umiliazione. Evelynn avrebbe resistito a quegli occhioni lucidi di lacrime e sconvolti tutti per lei?
     
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    La lenta discesa nella follia di Bowen era anche meglio del sesso, Evelynn non stava traendo piacere da quel culo violato in profondità dal suo dildo, ma dalle sue grida, dalle sue espressioni, dalle sue parole, e bastavano per farla sbavare, a farle ribaltare gli occhi, rizzare i capezzoli e tremare le gambe dal piacere. Era certa che quando si sarebbe lasciata possedere da lui quelle sensazioni sarebbero aumentate di colpo, ma non voleva privarsi di niente: doveva essere sicura che il suo corpo, la sua mente e il suo cazzo fossero al limite, per questo continuò a fottere quel culo da demonietto morbidissimo e irresistibile anche mentre la supplicava, gemendo come una pazza pronta ad asfissiarsi mentre sentiva l'orgasmo sfuggirle inevitabilmente di mano. Si portò una mano tra le cosce, raccogliendo quanti più umori possibili mentre si masturbava da sola. Era così bagnata che Bowen poteva sentire distintamente i suoi umori produrre dei suoni osceni impossibile da nascondere. Era qualcosa di volgarissimo soprattutto se messo di fianco all'espressione in estasi della ladra, ma Evelynn non poteva più frenarsi né tirarsi indietro. Era giunto il momento di esagerare. Allungò la mano coperta di umori verso il volto di Bowen: un pò lo sparse sulla sua faccia e un pò dentro la sua bocca, infilandoci dentro le dita in maniera tutt'altro che sensuale ed erotica, ma estremamente irruenta, cercando la sua gola come a volergli stimolare un conato. Era suo, suo soltanto quella sera, e non lo avrebbe condiviso con nessuno.
    Guarda che cosa mi hai fatto... come mi hai ridotta... tutto per una supplica... aaaah mi fai impazzire Bowen... mi fai impazzire...
    Lentamente slacciò la cintura con il dildo diabolico, ma non uscì mai da dentro di lui, si limitò semplicemente ad assaporare il momento, temporeggiando. A quel punto si mosse di scatto, come una belva selvaggia, tirandolo a sé con tutta la forza che aveva in corpo, usando anche le sue code. Ribaltarono la situazione e Evelynn si sdraiò con le gambe alzate sull'altro divano, quello più lungo, lasciandosi sopraffare da Bowen che se ne stava adesso sopra di lei, col cazzo schiacciato tra il oro ventri e ancora legato, sigillato, con i testicoli gonfi e pronto per possederla. Le coda di Evelynn però erano ancora attorno alle sue gambe, e rapide come serpi arrivarono fino alle sue braccia, che vennero legate dietro la schiena. Quella non era la sua cavalcata, ma quella di Evelynn... non avrebbe preso il controllo, non quella notte. Le mani di Evelynn gli afferrarono il volto e sembrò quasi volergli dare un bacio a giudicare da come lo fissava, persa nei suoi occhi e quasi innamorata. Purtroppo però non ci fu niente di romantico per Bowen: solo una lentissima leccata che partì dal mento e arrivò fino alle sue labbra, una leccata possessiva, lasciva e perversa. Poi Evelynn sollevò lentamente le gambe, portandole all'altezza dei fianchi di Bowen, in quel modo la sua carne scivolò verso l'alto e il suo membro poté adagiarsi tra le sue grandi labbra, finalmente assaporando il calore della sua femminilità. Era semplicemente incandescente e tremava di desiderio, ovviamente desiderio rivolto a lui. Le mani di Evelynn iniziarono a scivolare su tutto il suo corpo, arrivando fino ai fianchi di Bowen...
    Ora da bravo... mantieni la promessa... scopami come non hai mai fatto con nessuna... fammi gridare... oppure non ti permetterò di venire e ti farò scoppiare le palle Bowen...
    Non fu lei a lasciarsi penetrare, né lui a prendere l'iniziativa: Evelynn afferrò le cinte rimaste aperte del suo giocattolo erotico, ancora profondamente dentro il culo di Bowen, e tirandolo verso di sé spinse il demonietto a penetrarla, mentre lei utilizzava quel giocattolo come una perversa briglia: penetrando il suo amante lo costringeva a spingersi dentro di lei, e poteva godere dei frutti di quella prostata stimolata tanto in profondità. Evelynn si lasciò sfuggire un lunghissimo gemito di piacere nel sentire la propria carne violata da quel cazzo portato al limite ed eccitato come non mai, e impaziente tirò il più possibile quelle cinghie perverse, così che quel dildo voglioso scavasse in profondità nel culo di Bowen, facendolo impazzire su due fronti diversi.
     
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    A differenza di quello che poteva credere Evelynn, della loro prima notte il demonietto aveva un ricordo abbastanza indistinto, dopotutto aveva bevuto (e tanto) anche lui; una delle cose che ricordava meglio, però, era la dolcezza del loro primo bacio, l'infinita bellezza di quegli occhi luminosi che si chiudevano soltanto per lui. Certo, il suo ricordo poteva essere falsato dall'alcool e dai sensi di colpa, ma era un ricordo che aveva caro, custodito nel caveau del cuore e guardato soltanto nei momenti più bui, più tristi per non usurarlo anzitempo.
    Purtroppo, la nuova Evelynn gli aveva rubato anche quel ricordo: a imprimersi su di esso, a schiacciarlo ci pensò quel bacio osceno, volgarissimo in cui arrivò persino a morderle la lingua e a bere il suo sangue come un'invasato. Era tutto talmente grottesco e crudele, come una volgare parodia di quella notte che Bowen, anche mentre beveva a pieni sorsi il suo sangue misto a saliva (dei due qual era più dolce? Non lo sapeva, non lo sapeva davvero), si sentiva spezzare il cuore... ed Evelynn avrebbe visto in quegli occhioni spiritati, attraversati dal furore e dalla disperazione, trasmetterle ogni singolo attimo in cui quel cuore si sbriciolava e diveniva suo, in una maniera molto più profonda di quanto un bacio delicato, romantico avrebbe mai potuto fare. Dopotutto, per lui in quella notte non c'era niente di delicato o di romantico ad attenderlo: anche quando quell'osceno, orribile (ma bellissimo, bellissimo) bacio ebbe fine, Evelynn continuò a fotterlo senza pietà, guardandolo trasudante lussuria e piacere, tanto che quando si portò la mano sulla sua femminilità, a raccoglierne gli umori, il demonietto sentì dei suoi spaventosamente osceni, vergognosamente umidi; gemette a solo sentirli, col cazzo che fremette e pulsò spasmodico come se implorasse un orgasmo che non poteva avere. - T-tu... tuuuuu, m-mi... ahhhh! Pttahnahh!! Puttnhhhh! - parlare era difficile quando si aveva una simile enormità a martellare le proprie viscere, ma quando Evelynn gli mise quella mano grondante umori in bocca fu proprio impossibile, anche perché gliela violò con violenza del tutto inaspettata, tanto che il demonietto ingoiò i suoi insulti e con essi una montagna di dolcissimi umori, sbarrando gli occhi e venendo scosso dagli spasmi della sua gola, che provava inutilmente a vomitare. Eppure, anche dopo avergli spalmato in quel visetto delizioso il suo piacere e avergli ribaltato gli occhi coi conati, la sua lingua leccava freneticamente quella mano, a dimostrazione di un dissidio interiore sempre più prossimo alla sua conclusione.
    Quel trattamento così brutale gli aveva tolto ogni forza, tanto che quando finalmente Evelynn gli liberò la bocca e si slacciò le cinghie del dildo, non reagì in alcun modo: aveva bisogno di respirare... e che gli togliesse quell'orribile cosa dal retto! Purtroppo non accadde nulla del genere, perché la ladra ribaltò le loro posizioni soltanto per immobilizzarlo all'impiedi, senza liberarlo da quello strumento di tortura che, costretto com'era a stringere i glutei, divenne in breve tempo insostenibile. Il demonietto fece un'espressione davvero, davvero perversa in quel momento, col suo delizioso, sodissimo culetto costretto a stringere quella mostruosità, mentre le braccia immobilizzate dietro alla schiena rendevano il suo torace ancora più bello, rendendo quella pelle esotica e serica ancora più tesa e lucente. Aveva gli occhi quasi ribaltati e la lingua lievemente fuori, mentre respirava a fatica e un rivolo lieve di saliva gli brillava in un angolo della bocca; se non avesse avuto quell'orribile costrizione attorno alle palle, probabilmente sarebbe venuto schizzandole addosso senza alcuna dignità, ma così non era quindi rimase in quello stato pietoso finché le sue mani non gli presero il viso e non lo costrinsero a guardarla. Evelynn era talmente bella, talmente perfetta da fare male e quando fissò quel viso meraviglioso e crudele insieme, quegli occhi luminosi d'amore... il suo cuore, per quanto infranto, perse un battito e gli tremarono appena le gambe. - Sì... - sussurrò appena, con un sorriso idiota sulle labbra, tanto che sporse docilmente il viso e le labbra per poter avere, finalmente, il bacio che aveva bramato fino ad allora: sì, la donna sotto di sé non era la sua Evelynn ed era tutto mille e mille volte più osceno... ma lei lo guardava in una maniera che gli trasformava il sangue in denso, dorato miele e quando si avvicinò al suo volto impaziente, Bowen fu scosso da un fremito e trattenne il respiro, mentre il cuore gli martellava nel petto senza requie. Purtroppo per lui ogni speranza venne delusa: la lingua di Evelynn, anziché cercare dolcemente la sua, gli leccava il mento e gli umori che poco prima vi aveva sparso. - No... nononono! Cazzo, no!!! - piagnucolò a denti stretti, con gli occhi che si aprirono di scatto e la guardarono ricolmi d'ira, furenti, tanto che cercò di morderle quella lingua maledetta... peccato che i suoi denti scattarono a vuoto, mentre lui veniva distratto da una sensazione meravigliosamente totalizzante: Evelynn aveva afferrato quella maledetta cintura e l'aveva tirata con forza a sé, lasciandolo in un attimo senza fiato, mentre così la penetrava senza che avesse nemmeno potuto muovere i fianchi. Fu talmente intenso che la schiena del demonietto s'inarcò e lui reclinò il capo all'indietro, mostrando un visetto totalmente deformato dal piacere, con la lunga lingua blu penzoloni e gli occhioni ribaltati... prima che si afflosciasse su di lei, sulle sue meravigliose tette, con la lingua inerte a sbavarle sulla pelle: era uno spettacolo semplicemente osceno, senza neanche un barlume di dignità a redimerlo, soprattutto perché i suoi fianchi seguivano docili i comandi imposti dalle mani di Evelyn e quell'enorme, congestionato cazzo la riempì con tutta la sua mole durissima e bollente.
    Ghhh!! Nghhggg!! - gemette con dei versetti gorgogliati, mentre la pressione sulla sua prostata diveniva insostenibile, oltre che impossibile da sfogare, tanto che quell'enorme cazzo prese a tremare dentro di lei neanche fosse diventato un giocattolo erotico migliore di quello che aveva nel culo. Sbavava in maniera davvero indecente e se non avesse avuto il suo potere a legargli le gonadi, sarebbe esploso un numero incalcolabile di volte, ma non poteva quindi veniva straziato da quel piacere sempre più simile al dolore. Ma la cosa più terribile, più umiliante non era nemmeno questa: Evelynn era così dannatamente alta che, da solo, non poteva raggiungerle il volto; anche se per un miracolo fosse riuscito a riprendere il controllo della sua lingua, non avrebbe potuto far altro che leccarle il collo, fatalmente condannato a non poter avere il bacio che aveva sognato fino ad allora. Questa consapevolezza lo riempì, nuovamente, di un furore cieco e gli occhioni ribaltati, da cui sgorgava un profluvio di lacrime, ritornarono a fissarsi su di lei, in un lampo di ferocia. Certo, il modo in cui gli scopava il culo per farsi, a suo volta, scopare gli dava fitte di piacere talmente forti che strizzò un occhio quasi in una smorfia di dolore, ma l'altro rimase fisso su di lei e, soprattutto, con la pupilla stretta e verticale come quella di un vero demone. Riuscì a rimettere la lingua dentro alla bocca e a digrignare i denti, mentre le manine si chiudevano in pugni feroci anche se in potenti. - Phutta-ah! Ti... ti a-ammazzo! Ti ammazzerò col mio... rgghhh! Col mio cazzo! - ringhiò completamente fuori di sé e, Dio, se quei piccoli, deliziosi fianchi le avrebbero fatto sentire tutta la sua furia e la sua forza da combattente, sbattendole dentro quell'enorme, bollente cazzo bisognoso di uno sfogo. Fu assolutamente brutale e le martellò dentro col preciso intento di farle male, di mozzarle il fiato e ribaltarle gli occhi mentre tutto, di quel delizioso corpicino, si tendeva e si trasfigurava per lei, attraversato da una furia e da una brama violentissime. - Godi! Godi come la troia che sei! Godi e... RHHGGHGG! - non riuscì a completare, perché il piacere lo faceva sbavare spaventosamente e gli strappava gemiti osceni a dir poco ma, al di là di tutti gli insulti che poteva rivolgerle e di come le stava rimodellando l'utero con la sua furia e quel cazzo demoniaco, comunque non poteva arrivare alle sue labbra e ciò lo tormentava spietatamente. Per questo motivo, senza nemmeno pensarci due volte, le morse il seno destro con tutta la sua forza, bevendone immediatamente il sangue e succhiandolo come un amante brutale, mentre la guardava fuori di sé. Voleva quel fottuto bacio romantico e se lei non gliel'avesse dato... l'avrebbe sbranata un morso alla volta!
     
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    L'espressione di Bowen frantumata era un premio impareggiabile per Evelynn, il frutto del suo duro lavoro, di una serata intera atta a distruggere lentamente la sua volontà, la sua coscienza e la sua dignità, tutte cose che la ladra aveva rubato senza nessuna pietà, lasciandogli unicamente il suo corpo, la sua lingua vogliosa e quell'espressione inebetita disposta a tutto pur di venire nonostante la persona che aveva davanti. E più andarono avanti, più quell'espressione si deformò per la lussuria, impossibile da trattenere nonostante ciò che Evelynn gli stava facendo: il suo culo era diventato la mera briglia di quella ladra perversa e il suo corpo non era che un mezzo per ottenere il piacere che desiderava. Bowen era il suo giocattolo in quel momento, lui, la sua verga, la sua lingua, il suo culetto perfetto... ogni cosa di Bowen gli apparteneva, ne aveva l'assoluto controllo e questo la faceva godere più di qualsiasi altro tesoro rubato. Infatti Evelynn non si tratteneva, e quasi a volerlo imitare anche lei strabuzzava gli occhi, ribaltandoli di piacere e inarcando la schiena, tirando quella cintura con vigore per costringerlo ad entrare dentro di lei con forza, anche contro la sua volontà. Godeva, godeva magnificamente perché nonostante l'umiliazione Bowen ce la stava mettendo tutta per combatterla, per farle sentire la sua virilità dentro quella fica fradicia e grondante di umori. Il merito era anche il suo dopotutto: un degno guerriero della Papessa, capace di dare il massimo anche mentre lo fottevano in quella maniera degradante. Avrebbe voluto lodarlo mentre gemeva rumorosamente, con al gola acuta, aumentando volutamente il volume proprio per fargli sentire quanto le piaceva, ma quando abbassò lo sguardo su di lui non vide altro che un nanerottolo con la bocca grondante di saliva, lo sguardo perso per quanto aggressivo e l'aria incapace di opporsi, non era in grado neanche di arrivarle fino alla bocca per poterla zittire e baciare, e questo le strappò una risatina malvagia, quasi folle seppur non sguainata o rumorosa.
    Ihihihihi... e che cosa vorresti farmi? Il tuo culo è mio... il tuo cazzo è mio... e non riesci neanche a baciarmi... non sei all'altezza Bowen...
    Ma prima che potesse finire id rispondergli, lo sentì aumentare di colpo in vigore, iniziando a scoparla con una forza tale da spezzarle il fiato, e prima ancora che potesse trovare il ritmo giusto del respiro quest'ultimo venne spezzato ancora dal morso brutale e violento di Bowen, che le marchiò il seno facendolo sanguinare. Un grido di spontaneo piacere misto a dolore si sollevò da Evelynn che lo afferrò per il collo con le sue code, iniziando a strozzarlo ma non a scacciarlo. Un gesto spontaneo, chiaramente compiuto per istinto come se volesse proteggersi, ma poi lasciò perdere permettendogli piuttosto di continuare a morderla, a succhiare il suo sangue, anche se al tempo stesso lo strangolava. Il suo affronto doveva avere un prezzo dopotutto. ma questo non le impedì di assecondare i suoi movimenti con il bacino e con le braccia: si spingeva contro di lui e lo tirava dentro di sé, avvolgendolo come sei l suo utero stesse cercando di staccargli il cazzo mentre lo risucchiava, con le pareti vaginali che si serravano in un perverso abbraccio e le dita che lo tiravano a sé come in una perversa supplica. Le grida di piacere perverso di Evelynn si fecero fortissime ed acute, Bowen le stava dando esattamente ciò che voleva e non lo nascose neanche per un momento.
    Sìììììì Cosììììììì!!! Più forte! Mordi più forte! Scopami più forte! Piangi più forteeeee! Supplicami di liberarti e ti farò venireeee!!!
    Più lui avrebbe spinto forte, più le code di Evelynn lo avrebbero strozzato, più le mani della ladra avrebbero tirato con forza quelle cinghie, più la sua carne lo avrebbe stretto dentro di lei. Ma solo Bowen poteva mettere fine a quella follia, perché Evelynn lo avrebbe strangolato a morte fino alla fine più che volentieri, godendosi il suo orgasmo mortale in ogni caso, a meno che non fosse stato lui a supplicarla: in quel caso Evelynn lo avrebbe liberato permettendogli finalmente di venire, ma solo dopo aver ascoltato quelle parole di assoluta sottomissione...
     
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    I pensieri di Bowen giacevano inerti nella sua mente, simili a giocattoli abbandonati da un bambino disordinato. Era inutile ricercarvi un filo logico, un lampo di razionalità che potesse dare ordine a quella sequela confusa, assurda in cui le sensazioni si mescolavano inestricabilmente all'emozioni e la brama, la brama bruciante, assoluta, morbosa per quel corpo magnifico dominava ogni cosa, intrideva ogni percezione e volontà. E dire che l'avrebbe potuta considerare soddisfatta quella brama: aveva il cazzo conficcato fin nel suo utero, lei sbavava e ribaltava gli occhi a ogni affondo quasi più di come faceva lui... e allora perché non era abbastanza? Perché quel piacere osceno, degradante e violentissimo non era sufficiente? Perché a ogni spinta sentiva che non ci aveva messo abbastanza forza quando sapeva, n'era certo, di aver affondato in lei abbastanza forte da ferire un'umana comune? Non lo sapeva e non gli importava saperlo: mentre le sbavava sulle tette e le mostrava l'espressione oscena di una puttana troppo fottuta, tutto il suo essere bruciava dal desiderio di scoparla di più, di scoparla più brutalmente, più crudelmente e si struggeva di non poterlo fare.
    La sua sofferenza aveva raggiunto un tale parossismo che l'avrebbe morsa in ogni caso, con o senza le sue provocazioni, ma quando queste arrivarono non poterono che accelerare gli eventi: quella risatina crudele, malvagia (la sua Evelynn non aveva mai riso così!) gli risuonò fin nel cervello con un rombo d'umiliazione, mentre le sue parole si conficcavano nella sua anima come spilli arroventati. Quella troia! Si prendeva gioco di lui anche per la sua altezza, soltanto perché non arrivava a trapparle quella stramaledetta boccaccia che si ritrovava! Soltanto perché non riusciva a prendersi quel dolce, dolce bacio che sognava da anni... le sue mandibole si serrarono con ferocia su quel seno morbidissimo, immediatamente seguite dai suoi fianchi che affondarono in lei pieni di un impeto brutale, decisi a strapparle delle grida di piacere mentre le si annebbiava la vista. Ci riuscì, Evelynn gemette e la sua fica si contorse attorno al suo cazzo, tra l'altro in una maniera così maledettamente piacevole che, in un altro frangente, avrebbe strabuzzato gli occhi e sbavato in maniera oscena... ma, fortunatamente, c'era il furore a permettergli di mantenere fisso lo sguardo, anzi ella poté addirittura sentire quelle labbra morbide curvarsi in un sorriso di trionfo mentre con le zannette le straziava quel seno meraviglioso. Che tirasse pure quelle dannate briglie, che gli scavasse il culo con quel dildo maledetto e lo prendesse in giro: l'avrebbe scopata così duramente che la sua fica non l'avrebbe mai potuto dimenticare! L'avrebbe morsa così tanto da marchiarle la pelle e l'anima, da farla a brani! Probabilmente sarebbe arrivato a ridere, forse dello stesso riso folle e malvagio che tintinnava nella sua bocca, ma Evelynn portò di scatto una coda attorno al suo collo, per stringerglielo con forza, abbastanza per sopprimere ogni suono.
    ...ma non quel sorriso! Bowen si staccò un attimo da quella tetta sanguinolenta (e quindi, per questo, tanto, tanto più dolce) per mostrarle quel ghigno davvero demoniaco, quella deliziosa boccuccia lorda del suo sangue, dalle labbra scarlatte arricciate e dalle zannette ancora gocciolanti: era incredibile come in visetto tanto carino potesse apparire, in quel momento, assolutamente satanico, distorto com'era dalla lussuria e dall'ira. - Il mio cazzoh, invece, è all'althezza della tua fica!? Luridha cagna!!! - non riusciva a parlare bene, non con la gola stretta in quel modo, ma aveva ancora abbastanza furia in corpo da poter fare a meno dell'aria. Quello di cui, invece, non poteva fare a meno era di lei, di quelle carni meravigliose e di quelle tette tutte da mordere; non ci pensò nemmeno per un istante e vi si fiondò nuovamente, riprendendo a morderla e a succhiarla come un ossesso, mentre coi fianchi la martellava ancora e ancora, senza pietà, producendo schiocchi osceni per via delle sue gonadi che impattavano contro il suo bacino, per la cascata di umori che sprizzava ad ogni affondo. E ogni affondo era la cosa migliore che il demonietto avesse mai provato, perché il piacere gli esplodeva negli occhi come piccoli lampi bianchi (o, forse, era la esponenziale mancanza di ossigeno?) e gli correva lungo la schiena arcuata, che termina con quel culetto meravigliosamente contratto, come lava incandescente: Evelynn lo stringeva talmente bene, lo massaggiava con tale perizia con quelle carni corrotte che, se non avesse avuto quella dannata costrizione, sarebbe venuto mille e mille volte. - Aaahhh! Cazzhooo... m-mi... stahi succhiandoh i-il... chazzo con la ficah! - era proprio questa la sensazione, paradisiaca, che lo aveva costretto a sollevare il capo da quelle tette martoriate e sbavare la sua saliva mista al sangue di lei. Forse non c'era bisogno di dirglielo, forse sarebbe stato più saggio conservare il fiato, destinarlo a pensare come evitare di morire soffocato mentre si scopava una ricercata internazionale... ma la verità era che non gliene importava nulla. Non si era allenato tanto per svenire dopo pochi secondi! Finché riusciva a deglutire il suo sangue, finché riusciva a vedere il suo viso contorcersi in espressioni oscene, dell'ossigeno non gliene fregava un cazzo: voleva lei, lei fino alla perdizione, fino alla morte!
    Il dolore, il bruciore alla gola o anche semplicemente quello del suo povero ano, oscenamente dilatato e usato, si fece ben presto insostenibile ma i muscoli sotto quella pelle vellutata si tesero, Bowen spalancò quegli occhioni meravigliosi e folli insieme e... insistette e insistette. Se quello fosse stato un duello mortale, non si sarebbe mosso con meno furia e riguardo: picchiò su quella femminilità sconvolta con tutte le sue forze, voleva davvero sfondarla e mentre l'aria non passava più nel suo esofago e lui sbavava dai denti serrati in una smorfia di sforzo feroce, si sentiva invadere da una furia infinita, da una spericolatezza insensata. La vita lo abbandonava o, forse, lo avrebbe iniziato a fare a breve ma non gli importava, non gli importava: quello di cui aveva bisogno era lì, sotto di lui, attorno a lui; voleva scoparla, voleva distruggerla fino a farle dimenticare qualunque altro amante, qualunque altra scopata. Il demonietto era di un'autentica follia, una follia di cui lei era l'unica artefice: quello era il frutto che il seme di quella notte le stava donando. Ma, per fortuna di Bowen (e forse anche di Evelynn, no? Dopotutto chi ama buttare un giocattolo ancora nuovo?), quella follia era temeraria ma non mancava di una certa logica: quale scopata poteva dirsi completa, memorabile senza un doppio, appagante orgasmo? Come si poteva marchiare quelle carni fameliche, fradice senza ustionarle con del seme bollente? Doveva venire, doveva riempirla fino a farle ribaltare gli occhi!
    I movimenti di Bowen si fecero sconnessi, quasi disperati e si staccò dal suo seno cercando con occhi sempre più vitrei una possibile soluzione: non c'era! Doveva supplicarla, doveva! - Ghhhh... - aprì la bocca ma uscì soltanto un gorgoglio indistinguibile, mentre da quegli occhioni spiritati e sempre più bui sgorgavano lacrime del tutto insensate. Doveva riuscirci, doveva farcela! - Thiiii... phregooh! Voglngh... v-voglio venireh! Voghlio sborrahre! - riuscì ad articolare con quella vocina sempre più fievole e davvero, davvero graziosa quando supplicava poco prima di schiattare. - Tihh p-pregoh! Tipregohthiphregohhh!! - gemette, piangendo e affondando in lei come un disperato, davvero vicino a molti abissi. Abissi che si specchiavano in quegli occhi ormai opachi: Evelynn si sarebbe accontentata di rubargli solo il cuore e non, anche, il suo ultimo battito?
     
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    Lo stringeva così forte intorno al collo che sembrava davvero volerlo strozzare lì, sul posto, senza troppi pensieri o giri di parole. Sembrava quasi che non fosse più semplice sesso, ma più una vendetta. E quindi Evelynn voleva davvero rubargli anche l'ultimo attimo? Oh, che pensiero meraviglioso, romantico, prezioso... se sollo fosse riuscita a formularlo. No, la verità era che la mente di Evelynn era del tutto persa, smarrita in un mare di sensazioni che quel piccoletto stava riuscendo egregiamente a suscitare. La sua carne, completamente spalancata e grondante, veniva martoriata dalla sua virilità che sempre più profondamente e intensamente veniva risucchiata in lei, compressa, divorata. Ogni angolo della sua femminilità, anche la più profonda, sembrava imitare quelle code perverse che gli strangolavano il collo per poterlo strappare in mille pezzi. Il suo seno era così turgido che bastava il minimo morso per farlo sanguinare e anche il dolore di quelle zanne intense la faceva uscire di senno. L'espressione di Evelynn era una maschera perversa e priva di ogni controllo, per questo lo tirava con vigore con le cinghie di quel dildo, lo stringeva con le gambe incrociate intorno alla vita e lo tirava per il collo con le code per poterlo strozzare fino alla morte. Un momento perfetto di assoluto godimento che non poteva concludersi però senza orgasmo. ma questo dipendeva da lui... lei avrebbe serrato i denti il più possibile, sbavando ogni goccia di quella schiumosa saliva se fosse stato necessario, ma lo avrebbe ucciso prima di permettergli di venire senza averla supplicata. Quindi era un compito che spettava a lui, e poteva insultarla quanto desiderava fintanto che Evelynn aveva quel potere. L'attesa e la frustrazione non fecero altro che renderla più eccitata ed affamata, ma avrebbe resistito fino alla fine. Poi, al culmine, la sua supplica. Piangeva, si disperava, supplicava per il piacere e per la sua vita, e appena sentì quella boccuccia perversa che fino a un attimo prima l'aveva insultata, minacciata e morsa, supplicarla come il più devoto dei servi, la sua espressione cambiò di nuovo: non più l'oscena maschera di perversione ma quel volto diabolico e inquietante che gli aveva mostrato poco prima. Le code si strinsero così forte intorno alla sua gola che divenne viola, e il giorno dopo, no anzi per molto tempo a venire quel collo sarebbe rimasto segnato da una stretta così violenta. Sembrava proprio pronta a ucciderlo piuttosto che farlo venire, ma così non fu.
    Si! SIII!!! Vienimi dentro! Dammelo tutto! Scopami con tutta la tua rabbia! Imprimiti questo momento nella testa! Nessuna ti farà godere come ti ho fatto godere io! Nessuna ti farà supplicare come ti ho fatto supplicare IO! Il tuo cazzo è mio... il tuo seme è MIO! Impazzisci per me Bowen! Questo è solo per te!!!
    Iniziò a gridare di puro piacere mentre finalmente serrava il ritmo verso la conclusione, e liberava la verga di Bowen un istante prima che potesse perdere i sensi. Evelynn si sarebbe gustata quell'orgasmo violento dentro di sé, lasciandosi riempire dal suo amante senza mai permettergli di staccarsi, e continuando a strozzarlo nel mentre ovviamente. L'orgasmo di Bowen lo avrebbe trascinato verso l'oblio, donandogli quell'ultimo istante di piacere prima di fargli perdere i sensi, ma sarebbe stato estremo: la sua verga, libera di venire, avrebbe riversato in lei ogni orgasmo interrotto, privato o lasciato a metà, mentre lei lo avrebbe accolto con i suoi di orgasmi: multipli, spontanei, estremi, con la calda intimità che grondava di umori e una vera e propria fontana femminile che schizzava contro il suo ventre. La mossa più subdola di Evelynn però, fu un'altra: restituirgli il suo potere. Non lo fece soltanto per rendere quanto più vigoroso possibile quell'orgasmo, facendogli usare il cento per cento della sua potenza, oh no... lo fece per un motivo molto più crudele. Glielo restituì in un momento dove erano a dir poco connessi, in totale sintonia, in un momento di estrema infusione dei loro spiriti e grande vulnerabilità. Restituirgli il potere in quel modo non era cedergli quel furto tanto perfetto, ma rubargli qualcosa di molto, molto più importante: quell'istante. In nessun modo sarebbe più riuscito a provare quel piacere senza di lei. Ogni volta che usava il suo potere avrebbe sentito quel prurito stuzzicargli la gola, il ventre, il culo e quella verga deliziosa. Ogni volta che avrebbe usato il suo potere per il piacere, avrebbe sentito ancora quella sensazione che stavano provando assieme ora, ma senza soddisfazione. Evelynn gli aveva restituito il suo potere corrotto dal suo malvagio furto, un fardello dalla quale Bowen non si sarebbe mai più liberato, e chissà quali conseguenze poteva avere tenendo conto del suo legame con Krolia... Evelynn non vedeva l'ora di scoprirlo, ma per il momento si sarebbe goduta l'orgasmo migliore della sua vita, mentre spingeva quel piccolo e perfetto amante verso la perdita dei sensi.
     
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    Quegli eventi, mercé la loro assurdità e la sempre maggiore carenza di ossigeno, stavano venendo ricoperti di una leggera patina d'irrealtà, aumentando il senso di straniamento del demonietto e la sua sensazione di essere finito in un incubo. Dopotutto come poteva essere finito in una situazione folle come quella? Con un dildo conficcato nel retto e la gola stretta fino a strangolarlo, mentre il suo stesso potere gli veniva sottratto e usato contro? Non era una situazione in cui una guerriero del suo calibro, della sua esperienza poteva finire: era certamente un'allucinazione, un brutto sogno! Eppure, anche se quegli occhi sempre più offuscati ricoprivano Evelynn e la stanza delle ombre indistinte dei sogni, il suo corpo sapeva la verità e lottava, lottava strenuamente contro Evelynn e contro l'oblio che minacciava d'inghiottirlo. I fianchi del demonietto si muovevano furiosamente, quell'enorme cazzo congestionato tremava e fremeva dentro quelle carni meravigliose come una bestia incatenata e cercava di vincere quella terribile costrizione, per liberarsi del fardello di quel piacere costantemente negato. Ormai le mordeva il seno e ne beveva il sangue come in una sorta di perverso riflesso pavloviano, in cui le zanne si serravano la sole e la lingua leccava frenetica quella pelle deliziosa, perfetta e corrotta.
    Spezzarsi, supplicarla col poco fiato rimasto nei polmoni non era che questione di tempo in un contesto del genere e anche mentre piangeva, sbavandosi addosso e biascicando parole indegne di lui, si sentiva come dissociato: una parte di lui lambiva il bordo dell'oblio e guardava indifferente l'orizzonte della realtà da cui si allontanava sempre di più. L'eco della sua resa lo raggiungeva fin lì, ma nei suoi occhi spenti non brillava il lampo della paura o della rabbia, non più, soltanto il suo corpo continuava ad aggrapparsi al filo sottile della vita... e quando l'espressione di quell'Evelynn estranea si trasfigurò in quell'effige di malvagità, se gli occhioni del demonietto rimasero opachi come quelli di una graziosa bambola, la sua boccuccia sbavante si contrasse in una smorfia di paura, con quel corpicino che tremava e si contorceva tra le sue spire crudeli. - Ghhhhggh!! - un versetto strozzato, quasi dolce nel suo suono gutturale, sfuggì da quella gola stritolata, mentre il petto s'alzava freneticamente e inutilmente e quegli occhioni spenti si sbarravano, con le pupille che balzavano da un punto all'altro a cercare soluzioni che avrebbero nemmeno capito. Era finita, presto non sarebbe stato altro che una deliziosa bambola di carne dalle palle gonfie, da abbandonare in uno di quei divanetti come un giocattolo rotto prima sparire tra le tenebre; per un attimo il filo di un pensiero lo legò, precariamente, alla realtà e a ciò che sarebbe successo quando lo avrebbero ritrovato, si rivide livido ed esanime con gli occhi dei suoi adorati compagni, di un Evan addolorato e di una Krolia straziata e il suo animo palpitò appena, come attraversato da un ansito di ribellione. Pianse più forte, un muto singhiozzo tentò di risalirgli in gola e le sue membra fremettero appena, prima che Evelynn gli rivolgesse quelle parole così simili a deliziose, terribili catene e, al contempo, liberava le sue gonadi da quell'odiosa prigionia.
    AHHH!! GHHGGRRRR!!! - niente, quell'anelito di libertà, quell'ultimo sussulto di dignità affondo nella mota del piacere e fu sommerso da quell'orgasmo osceno, impossibile e totalmente innaturale: quel visetto che l'affetto per i suoi compagni aveva tentato di ricomporre deflagrò in una maschera di pure oscenità, con la boccuccia spalancata e dalla lingua a penzoloni mentre emetteva versi indecenti e di certo non umani; gli occhi, poi, così belli e quasi fieri nell'indifferenza della morte o nel desiderio della vita, si ribaltarono quasi completamente, mostrando la più indecente, oscena delle espressioni, mentre quel cazzo enorme e sovrastimolato eruttava in un orgasmo assolutamente bestiale. Niente fremii di ribellione, niente rabbia o dignità a tendere quelle membra sottili ma forti: il suo cazzo eruttava seme come se si fosse rotto e il suo corpicino si contorceva dal piacere, anche se stava comunque morendo, agitando i fianchi come un ossesso e inarcando la schiena.
    Già così sarebbe stato segnato a vita, la sua mente ferita per sempre dal ricordo di quell'amplesso brutale, di quel piacere vorace e feroce come un incendio mentre si sentiva ghermire dalla morte, dei mille orgasmi che Evelynn gli schizzò sul suo cazzo pulsante e sul suo pube contratto, dell'espressione laida e malvagia, di totale trionfo che gli dedicava... eppure, tutto questo non sarebbe stato niente a confronto delle zanne ritorte che affondarono nella sua mente e nel suo cuore insieme: mentre veniva, totalmente inerme e preda di quel piacere funereo, Evelyn gli restituì il controllo del suo potere. In un'altra occasione avrebbe gioito di quell'evento, gli avrebbe concesso una possibilità di ribaltare la situazione o anche soltanto di liberare il suo collo per sopravvivere... ma lì, in quella sordida stanza, non fu altro che una nuova, terribile condanna. Il suo potere gli tornò corrotto dall'anima di Evelynn e tale corruzione s'insediò nella sua anima come pioggia che s'insinua tra le crepe d'edificio, saturando più di quanto era riuscito a fare il piacere. Urlò, straziato mentre il suo corpo veniva scosso da una pulsazione che sembrava dovuta a un'esplosione interna e, in un attimo, i suoi begli occhi variopinti furono sommersi da un mare di oscurità... che traboccò in lacrime nero pece: aveva perso il controllo delle tenebre del suo potere, esse scrosciavano dai suoi occhi per poi evaporare in volute di fumo nero subito disperse, mentre il suo corpo ne veniva oscenamente corrotto; il suo cazzo, già enorme e impegnato a vomitare fiumi di seme, ne venne totalmente intriso e divenne una mostruosità nera, che non aveva nulla di umano: se prima era stata spalancata, adesso quell'enormità l'avrebbe sfondata e persino gli affondi di quei fianchi divennero ancora più furiosi, ancora più bestiali. Anche l'orgasmo fu stravolto da quello sconvolgimento perverso, non solo perché la quantità di seme che ormai veniva eruttata oltrepassò spaventosamente i limiti umani, con veri e propri fiumi di sperma che le gonfiavano oscenamente il ventre (addirittura più di quanto facesse quel cazzo osceno e mostruoso) prima di scorrere attraverso la sua fica ad ogni spinta, zampillando con rumori davvero indicenti, ma persino tutto quel seme era stato intriso dal potere di Bowen e, oltre a essere bollente, irradiava dentro di lei un'energia oscura assolutamente instabile e ingestibile. E infatti, quell'energia le esplose dentro, donandole sensazioni assolutamente estreme e irripetibili, perché finché durò quell'orgasmo osceno e mostruoso, Bowen non smise un solo istante di fotterla con quella mostruosità e continuare a irradiarla di quell'energia perversa, che le stava incasinando senza alcun controllo i circuiti energetici. Una donna normale sarebbe morta una decina di volte, dilaniata da quel mostro, squarciata dall'interno da tutta quella sborra, bruciata da quell'energia intensissima o, addirittura, esplosa insieme al potere del demonietto. Evelynn, avrebbe resistito, però, per continuare a popolare gli incubi e l'anima del suo compagno... e, nel momento in cui l'oblio lo colse, con l'ultimo alito che ancora vibrava nei suoi polmoni, le diede la conferma di averlo avvinto a sé: - B-baciami... - solo un fievole sussurro, poi gli occhi lacrimanti tenebre si chiusero e cadde inerte sul ventre sconvolto della donna, svenuto. Il desiderio delle sue labbra, di un bacio dolce e romantico era più forte di qualunque altra cosa, persino del suo desiderio di vivere. E adesso il filo della sua vita era tra gli artigli affilati di Evelynn: avrebbe resistito alla tentazione di reciderlo?
     
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    Tutto andò come sperato, anzi forse anche meglio: l'orgasmo di Bowen fu esplosivo ed appagante, ed Evelynn poté goderne a pieno con la lingua tra le labbra mentre si lasciava riempire dal suo succo caldo. Ma quello non era niente, non era che l'antipasto: quel bagno di sperma caldo era per chiunque, chiunque fosse capace di farlo eccitare e infilargli un paio di dita nel culo. No, Evelynn non cercava niente di così banale, voleva rubargli qualcosa, qualcosa di molto più prezioso: la sua umanità. E quando quel cazzo divenne semplicemente mostruoso, sentì di averlo fatto. Il suo ventre si dilatò ancora permettendo a tutto il seme di invaderla completamente, e mentre la pelle si deformava per accogliere quella carne titanica Evelynn esprimeva tutta la sua gioia e goduria con una bocca spalancata, una lingua incredibilmente più lunga e priva di controllo e degli occhi sgranati che si ribaltavano all'indietro così come anche la sua schiena. L'intimità della ladra si trasformò in una cascata di piacere e ogni parte del suo corpo si strinse contro di lui, non la stava assolutamente marchiando né dilaniando, era lei che si stava prendendo tutto. Ogni esplosione che si verificava nel suo corpo non veniva somatizzata, era impossibile: veniva rubata. Un corpo umano normale sarebbe morto di certo e questo Bowen lo sapeva. Aveva usato il suo potere senza controllo e in maniera folle solo per scopare, ed era tutto merito di Evelynn. Lei però non sarebbe finita vittima del suo stesso trucco, e avrebbe assorbito l'energia oscura di Bowen grazie al suo potere nel punto più comodo che aveva a disposizione: il suo seno. Ogni orgasmo che Bowen rilasciava con quella mazza titanica, ogni esplosione che la portava ad orgasmi multipli e ripetuti, accumulava potere dentro il suo seno rendendolo sempre più grande e morbido. Un mero espediente erotico? No di certo... la lingua marchiata di Bowen non aveva fatto altro che succhiare il sangue dal suo seno per tutto quel tempo... lui stesso le aveva "donato" quella facoltà proprio grazie a quella lingua impaziente. Un piano perfetto, perverso che permise ad Evelynn di sopravvivere a qualcosa di mostruoso e di goderselo fino alla fine mantenendo sempre quel crudele guinzaglio intorno al collo di Bowen. Non c'era stato un singolo istante in cui il piccoletto aveva il controllo, e adesso Evelynn poteva raccoglierne i frutti. Divorò fino all'ultima goccia quell'orgasmo titanico fino a che il suo ventre non fu pieno, poi lo tirò via da sé usando le code che lo tenevano per la gola, lasciandolo appeso di fronte a lei come se fosse stato impiccato ad un patibolo. Lei si massaggiava il ventre gonfi, praticamente gravido del suo seme, con un seno enorme a ricaderle sulla carne e una femminilità che grondava degli umori di entrambi. L'espressione soddisfatta di Evelynn era impagabile in quel momento.
    Oh Bowen... come fai a non capire? Questo sei tu... il VERO tu. Hai rinnegato Krolia per me, quando dovrebbe essere il tuo unico amore... hai quasi ucciso la tua vecchia amica quando la Papessa ti ha fatto dono di un potere per controllare la tua forza, ma non l'hai fatto... potevi usare quella forza per aiutarmi, per sedare il tuo potere, ma non l'hai fatto... tu volevi la mia carne... volevi la mia vita... volevi ME. E potevi prenderti tutto questo... proprio come ho fatto io. Ma finché lo rinneghi... non hai possibilità...
    Detto questo ignorò completamente la sua richiesta di baciarla, lanciandolo di peso contro la poltrona sulla quale lo aveva domato all'inizio, concedendogli finalmente di tornare a respirare. Si rimise anche lei in piedi e per quanto il suo corpo fosse oscenamente deformato, appariva più bella che mai perché appagata di piacere e satura di potere. Piantò una delle sue gambe sullo schienale contro la quale Bowen ora stava riprendendo respiro, e con una coda afferrò la cintura che stava ancora infilata nel suo retto, decisa a riprendersela. Quando lo tirò fuori il rumore fu così forte e osceno da sembrare irreale, risultato della pressione con cui il corpo di Bowen aveva raggiunto quegli orgasmi, di sicuro un risultato mai ottenuto prima. In tutto questo la sua mostruosa verga non si era minimamente placata, perché Bowen non aveva più il controllo sul suo corpo, e probabilmente sarebbe rimasto in quello stato per molto, molto tempo... che vergogna.
    Deliziosa la tua nuova arma... la prossima volta falla provare a Krolia... e dille che gliela mando io...
    Ridacchiò perversa mentre si portava alla bocca il dildo che fino a quel momento aveva tormentato Bowen, leccandolo avidamente prima di farlo sparire e rimetterlo nella sua collezione. Sembrava sul punto di andarsene ma proprio quando stava per allontanarsi ci ripensò, tornando di nuovo piegata su di lui mentre gli afferrava la testa per i capelli con una violenza non necessaria.
    Oh giusto... volevi un bacio... ma certo caro Bowen... solo che come ti ho già spiegato, senza il mio permesso puoi avere una sola bocca...
    E proprio come tutta quella storia era iniziata, Evelynn spinse la bocca di Bowen contro la sua intimità, rilassandosi completamente e iniziando a spingere la mano libera sul suo ventre gonfio. I seni tremarono e si illuminarono a intermittenza, e ben presto il seme di Bowen non si limitò a colargli in gola... ma esplose direttamente dentro di lui. Come se Evelynn gli stesse restituendo il suo stesso orgasmo fiotto dopo fiotto, riempiendogli la gola e invadendola di quello stesso oscuro potere che avevano condiviso. Al termine dell'opera, il corpo di Evelynn sarebbe tornato alla normalità, sensuale come sempre e impregnata di umori e seme, ma del tutto sana. Bowen invece si sarebbe ritrovato in uno stato ridicolo: col cazzo enorme che gli pendeva in mezzo alle gambe, il culo completamente dilatato, il ventre gonfio del suo stesso seme come se fosse gravido e la faccia ridotta ad una maschera di sperma e umori, umiliante e degradante che nascondeva uno sguardo sconfitto.
    Riprenditi presto Bowen... mi dispiacerebbe se qualcuno ti trovasse in questo stato...
    Con falsa apprensione, Evelynn trasformò la presa per i suoi capelli in una dolce carezza, e lo salutò dandogli un bacio sulla fronte, lasciandolo lì, da solo, in balia di una serata da dimenticare e probabilmente molte sensazioni da elaborare.
    E ora... tocca ad Evan...
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Il seme e l'energia fluivano via da lui come sangue da un'arteria recisa, mentre nemmeno un alito d'ossigeno leniva il deserto che erano diventati i suoi polmoni... eppure, nemmeno per un attimo di quel folle, assurdo amplesso Bowen avrebbe voluto fermarsi: Evelynn era più bella che mai mentre le sbatteva dentro quel cazzo titanico, mentre le vomitava quantità oscene di seme e questo esplodeva in lei senza alcun riguardo per la sua incolumità. Il suo sguardo sfolgorò d'una perversa, morbosa beatitudine nel vedere quel ventre perfetto enfiarsi orribilmente per lui, presto seguito da quei seni già meravigliosi; se ne avesse avuto le forze li avrebbe morsi ancora, vi avrebbe seppellito in mezzo la faccia e avrebbe pianto tutte le lacrime di felicità che il suo cuore sconvolto (e corrotto) avrebbe fatto sgorgare! Non poteva e per questo si accontentava di affondare in lei con tutte le sue forze, mentre sbavava dal piacere e il collo illividiva per quella stretta crudele. Alla fine, anche quell'orgasmo incredibile, meraviglioso, finì e il demonietto venne allontanato da lei con un gesto imperioso: mugolò, latrò la sua contrarietà e cercò di muovere le braccia che, però, ormai cadevano inerti ai lati del suo delizioso corpicino, lucido di sudore e reso ancora più colorato, ancora più sgargiante dal feroce amplesso e dalla lotta che stava ingaggiando con la morte. Non che avrebbe potuto farci granché, dato che quelle terribili code lo sollevarono neppure fosse un giocattolo ed Evelynn poté godersi quelle deliziose cosce scalciare con la furia dei moribondi e lui emettere dei versi rochi, quasi dei rantoli, mentre gli occhi gli si sbarravano e divenivano pericolosamente opachi: stava per svenire e presto sarebbe sopraggiunta la morte, in una grottesca parodia di un'esecuzione pubblica: era questo il giudizio che voleva impartirgli Evelynn? Era questo a cui puntava sin dall'inizio, estrargli ogni singola goccia di depravazione, di ferocia per poi impiccarlo come un tagliaborse dell'antichità, mentre si gustava l'immagine di quel cazzo osceno che ancora vomitava seme anche mentre crepava?
    Per sua fortuna no e poco dopo venne buttato di malagrazia sulla poltrona, permettendogli di fare il primo, avido respiro e allontanare così le tenebre che minacciavano di ghermirlo, mentre il dolore del suo corpo, lo sforzo immane che gli aveva richiesto, lo schiacciava come un macigno. Tossì, respirando convulso mentre tutto il suo corpicino sussultava vicino al collasso, cosa che non faceva che renderlo ancora più desiderabile... se non fosse stato per quella ridicola enormità, ancora ostinatamente eretta, che oscillava grottesca a ogni fremito. In quell'universo di sofferenza in cui era precipitato i suoi pensieri erano confusi, rotti dalla paura e dal dolore che rendeva difficile persino respirare, tanto che le parole di Evelynn ronzavano confuse nella sua mente stremata. Cosa voleva dire? Perché doveva amare Krolia? Lui amava lei, l'aveva sempre amata e quella notte dannata non aveva mai voluta farla sua per una pulsione non repressa o per un bieco capriccio... ma per amore! Perché, adesso che glielo aveva detto non poteva averla? Balbettava quelle domande confuse, allucinate nel deliquio confuso della sua ragione, prima che anche quegli scampoli di pensieri venissero spazzati via dallo splendore di un'Evelynn più che mai oscena: era gravida di lui in tutti i sensi, sia nel ventre che in quei seni meravigliosi e benché apparisse incredibilmente laida e perversa, la trovò così bella da ammutolirlo anche nella sua testa. Quegli occhioni, che avevano ancora il velo della morte a coprirne la lucentezza, si spalancarono devoti per lei e la guardarono con la stessa, folle ammirazione che si deve alle Dee: non trasalì nemmeno quando piantò una delle sue gambe sullo schienale ma, anzi, sorse in lui il desiderio di protendere le braccia e il corpo verso di lei, quantomeno per poterla sfiorare.
    Purtroppo per lui non aveva un solo grammo di energia in corpo e riuscì soltanto a fremere mentre la guardava adorante, incapace di fare nient'altro: per questo, quando Evelynn afferrò quel dildo ancora conficcato in lui (davvero era ancora lì? Quasi non lo sentiva più...), poté soltanto sussultare e riempire i suoi occhioni di lacrime, mentre gemeva in maniera davvero laida e oscena. - Aaaahhhhh... nghhhhh!! - il suono con cui lo strappò alle sue viscere avrebbe fatto arrossire l'ultimo dei pervertiti, ma in quel momento il demonietto ear totalmente scollegato da ogni forma di dignità, quindi lasciò la lingua a penzolargli e ribaltò lievemente gli occhioni, mentre quel cazzo osceno e colossale sussultava e tornava a gocciolare presperma come se la stesse supplicando di non abbandonarlo. Era in uno stato così pietoso che praticamente non capì il suo riferimento a Krolia e il suo visetto mostrò sconcerto e dolore soltanto quando Evelynn sembrò abbandonarlo senza baciarlo, come l'aveva supplicata di fare. Davvero, quella boccuccia dalle labbra perversamente tumide si storse in un'espressione deliziosamente affranta e quegli occhioni lacrimosi la supplicarono impotenti... non ebbe nemmeno la forza di protendere una manina per provare a fermarla, fortuna che Evelynn ci ripensò e sembrò volerlo accontentare. - Sì... sì! - miagolò con quella vocina arrochita dal quel lungo strangolamento, mentre la guardava adorante e si lasciava tirare i capelli con gioia. L'idea che finalmente avrebbe avuto quel semplice, puro bacio romantico lo riempiva di una felicità abbagliante e stolida allo stesso tempo, tanto che annuì con quel visetto sorridente e invasato anche se non aveva realmente capito un'acca delle sue parole. Comprese, però, le sue intenzioni qualche attimo dopo, quando invece delle sue labbra gli toccarono quella fica martoriata eppure ancora più invitante di prima. - Nooooooooo! - singhiozzò prima che i suoi lamenti venissero confusi da quelle lacrime fradice, ai cui umori si unirono presto le sue lacrime. Sarebbe già stato abbastanza umiliante così, ma Evelynn decise di esagerare: tutto il seme che gli aveva rubato e che, adesso, le riempiva il ventre e i seni, fu rilasciato direttamente nella sua bocca, in torrente osceno a cui non poté resistere, vista la sua bocca forzatamente spalancata. Ebbe la sensazione di star per affogare e per impedirlo dovette inghiottire e inghiottire, mentre il suo seme gli scorreva sul viso e sul corpo, lordandolo così come gli stava contaminando l'anima. Gli unici punti del suo volto i cui la pelle era visibile era dove scorrevano copiose le sue lacrime, mentre con le manine tremanti si aggrappava inutilmente ai suoi fianchi, senza avere neppure la forza di spingerla via; perché gli stava facendo una cosa simile? Lui voleva soltanto le sue labbra, voleva vedere per una volta lo sguardo della vecchia Evelynn, della sua Evelynn e percepire su di sé il suo perdono, il suo amore.
    Il dolore era lancinante, l'umiliazione bruciante come carboni ardenti e schiacciato sulle sue carni, costretto a bere il suo stesso piacere, non faceva che balbettare invocazioni mute e singhiozzare come un bambino, tanto che quando Evelynn si staccò finalmente lui, liberata da tutto quello sperma e più bella che mai, Bowen era l'ombra di se stesso: una creaturina indifesa, gettata su quella poltrona come una bambola rotta e totalmente spezzato nella volontà. Respirava a fatica, sbavando mentre il suo volto era una maschera oscena, in cui seme e lacrime si confondevano e gli occhi erano opachi, stolidi proprio come quelli di vetro di una bambola. Ciò che non era riuscito a fare quel dildo conficcato nel culo, le ossuta dita della morte sulla sua gola... era riuscita quell'ultima, ingiusta umiliazione finale: il suo cuore era un animale moribondo e a parte guardarla totalmente annientato e piangere in quel modo idiota non riusciva a fare altro. Sussultò a quel bacio ipocrita, beffardo sulla sua fronte e la guardò allucinato mentre si allontanava. - No... - sussurrò, mentre nei suo occhi baluginava una scintilla. - NO! - gridò all'improvviso e si protese in avanti, con uno slancio che non poteva né controllare né fermare in alcun modo: cadde in avanti, facendosi male al volto e finendo in una posizione ancora più oscena di prima, con una guancia premuta sul pavimento assieme al petto, ma coi fianchi tenuti sollevati dalle gambe, neanche la stesse incitando a fottergli di nuovo il culo. - NOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! - riuscì urlare, scuotendosi senza neppure riuscire a muovere le braccia, inerti come quelle di una marionetta coi fili recisi, mentre la guardava scivolare fuori dalla stanza e, ancora una volta, fuori dalla sua vita. Quel culo perfetto, sfacciatamente nudo, danzava sotto lo sguardo del suo unico occhio aperto, l'altro era schiacciato su quel pavimento sporco di umori e seme, mentre digrignava i denti e li faceva stridere tra di loro. Quella puttana! Gli aveva rubato la sua dignità, il suo amore... la SUA Evelynn! Ma si sarebbe ripreso tutto, TUTTO! Quell'unico, colorato occhio contrasse la pupilla in uno squarcio verticale e riempì la sclera di liquida, ribollente oscurità: fremeva di rabbia e in maniera del tutto inutile, folle, provò a inseguirla facendo leva sulle sue gambe, ma riuscì soltanto a perdere il precario equilibrio che manteneva e schiacciare ancora di più il suo povero, osceno cazzo che gli diede terribili fitte di dolore, mentre la sua abbia esplodeva in un odio spaventosamente grande... e impotente. Gliel'avrebbe fatta pagare, finché avrebbe avuto vita, avrebbe fatto di tutto per vendicarsi. E se non fosse riuscito a riprendersi la sua Evelynn... , nessuno, NESSUNO ne avrebbe mai avuto una qualunque, né nuova né vecchia.
    La sua ex compagna sarebbe già stata fuori dalla stanza, la porta chiusa alle sue spalle mentre l'avvolgeva nuovamente la musica triviale, sgradevole del locale... eppure, anche così, avrebbe avuto la sensazione di una risata sguaiata, folle, raggiungerla da oltre la porta. Una sensazione, nulla di più. A cui si sarebbe accompagnata la consapevolezza dannatamente eccitante di essersi fatta un nuovo nemico.

    Role conclusa.
    Grazie di cuore, Amy, per questa bella giocata!
     
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