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    Il contatto che riuscivano a mantenere l'uno con l'altra faceva sentire Ira sempre più tranquillo, sempre più aperto a parlare come anche ad ascoltare le parole di Krolia. Proprio attraverso questo scambio un grosso quadro di differenze si fece palese in maniera chiara e importante: la donna aveva un rapporto con Evelynn ben differente dal "semplice" gioco di gatto e topo in cui si trovava lui, qualcosa cresciuto in anni di vicinanza e situazioni affrontate insieme. E Krolia era stata molto riassuntiva e concisa nell'aprirsi, ottenendo ancora più attenzione da parte di Ira siccome era adeguatamente empatico per percepire quanto la cosa raggiungesse una profondità ben più ampia. Quando il tema passò sul fatto che Evelynn avesse ucciso una persona importante per Krolia, e che questo la avesse messa di fronte a un contrappasso morale così forte Ira non potè che condividere il senso di amarezza che cominciava a permeare l'atmosfera che li circondava. Non era facile trovare parole per una situazione del genere, anzi le domande sormontavano le possibili affermazioni. Ira era sicuramente uno dei tanti giocattoli di Evelynn al momento, ma Krolia era un qualcosa di più grande e prezioso che la ladra taneva su una scacchiera dedicata, e sopratutto qualcosa in cui erano legate a doppio filo. Quando poi lei si fece in avanti per scendere sul pavimento e avvicinarsi con quelle parole totalmente distolte da quello che aveva appena condiviso, l'uomo si sentì mosso a dare il meglio di sè. Che fosse stato il gesto più istintivo oppure l'azione derivata da esperienze passate, le parole non erano il mezzo e doveva spronarsi al di più. Mentre Krolia carezzava le bende e il suo corpo, Ira avrebbe mostrato uno sguardo deciso e compassionavole, e figurandosi mentalmente di mollare qualsiasi peso lo stesso affliggendo nella sua mente, avrebbe raccolto il viso di Krolia tra le proprie mani, carezzandole le guance coi pollici in maniera affettuosa prima di sfiorare il suo labbro superiore, in modo che il polpastrello potesse saggiarne la morbidezza e come segno di interesse a quelle che erano le intenzioni dell'uomo.
    No. Evelynn mi ha rubato uno spazio, un momento che può valere una eternità di ricchezze eventualmente, ma solo se non vado avanti. Krolia! Non c'è fascino al mondo che possa valere quanto i nuovi momenti che possiamo creare insieme!
    Parole dette col fuoco nel petto, la gola annodatissima e una faccia rosso peperone che contrastava i gli occhi azzurri cristallini che fissavano Krolia pieni di emozioni, quasi umidi di imbarazzo. Di seguito l'omone non si sarebbe trattenuto nel farsi avanti per poterla baciare. Se Krolia fosse stata daccordo, Ira si sarebbe inclinato con la testa per potersi saldare alle labbra di lei in maniera piena, passionale e decisamente desiderata, dandole il tempo di abituarsi e aspettare le sue reazioni prima di socchiudere totalmente gli occhi e cercarne la lingua, così da potersi fare avanti anche col busto e far scivolare le mani dalle guance, al collo, alle spalle per poi poterla abbracciare. Siccome erano tutti e due sul pavimento, stavolta Ira le si sarebbe messo di lato per poterla cingere con una mano dietro la nuca, cosi che la schiena di lei si potesse appoggiare al braccio ed eventualmente all'interno verso il busto, mentre l'altra mano avrebbe cercato quella con cui lei stava accarezzando le ferite per accompagnarla al busto e poter poi chiudere il braccio esterno fino a destra la schiena. Stingedola a sè in questa maniera voleva farla sentire protetta, e sicura che in Ira non ci fosse tentennamento e dubbio sul fatto che quel gesto così audace serviva a trasmetterle il coraggio necessario a non chiudersi nel passato. Avrebbe fatto solo una leggera pausa in cui avrebbe dato una lappata più dolce verso il palato di lei, così da poter ritrarre la lingua facendola scivolare sul labbro superiore della donna e stare uno negli occhi dell'altra.
    Donna. Guerriera. Vendicatrice e Portatrice di Luce... Sei questo e tante altre cose Krolia... E... Se...
    Ira tremava dall'imbarazzo siccome il cervello stava pian piano prendendo ritmo con gli eventi mentre il cuore stava sbomballando in tutte le direzione all'interno della cassa toracica.
    E se hai dubbi! Ecco, sei hai dubbi voglio essere qui ed ora con te a scoprire ogni cosa di te! E voglio che tu conosca ogni cosa di me!
    A quel punto le colorazioni del volto dell'omone avevano raggiunto diverse tonalità cremisi e la sua temperatura corporea e i tremori delle mani potevano far pensare a una tremenda febbre, se le circostanze non indicassero quanto l'essersi espresso a quella maniera aperta e diretta gli avesse chiesto davvero tanta passione e coraggio. Se Krolia non avesse finito per tirargli un ceffone oppure non lo avesse rifiutato, Ira avrebbe fatto un lungo respiro mentre con la mano con cui le sorreggeva la schiena si sarebbe fatto strada scendendo per i bordi della maglietta che indossava la donna, portando la mano a pelle sul suo fianco col pollice che accarezzava i suoi addominali ben sviluppati e risaliva pian piano sotto i vestiti per cercare la zona del diaframma, curioso del suo ritmo respiritorio e di aumentare quel contatto con la sua pelle calda e profumata.
     
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    Mentre gli carezzava le fasce sul corpo, Krolia si ritrovò a pensare a quante cose lui avesse passato in quel poco tempo che non si erano visti, e non riuscì a fare a meno di pensare che durante il suo incontro e scontro con Evelynn lo abbia fatto soffrire in qualche modo. Da un lato avrebbe desiderato scoprire cosa gli avesse fatto esattamente, ma dall'altro lato non voleva davvero saperlo perché sapeva che le avrebbe dato fastidio conoscere i dettagli intimi di quella situazione. L'unica cosa che poteva fare era pensare a come aiutarlo, ritrovandosi di nuovo a pensare in modo più "materno" credendo di doverlo proteggere dalla malvagità del mondo. Il gesto di Ira quando la afferrò per il viso per potersi guardare negli occhi un pochino la sorprese, ma ciò che la colpì profondamente furono le sue parole. I suoi occhi si allargarono ed il viso divenne paonazzo, mentre il cuore accelerò i battiti così tanto da farle sembrare che la faccia le stesse andando a fuoco. Riuscì a malapena ad emettere una vocale tremolante, poiché non riuscì a rispondergli dato che le emozioni ed il suo cuore andavano sue giù come una montagna russa. Ira non era un ragazzino ingenuo da proteggere, era un uomo che aveva ben chiaro come combattere le sue battaglie. Quando le loro labbra si incrociarono, le scappò una sorta di mugugno sospirato, un suono che tradiva non solo la sorpresa ma anche la gratificazione di sentirlo di nuovo contro di lei. Un suono che alle orecchie più esperte poteva far intuire che Krolia stesse pensando che più conosceva quel ragazzo più scopriva lati che le piacevano tanto. Le punte delle orecchie si mossero in piccoli sussulti, mentre lei si sciolse fra le braccia di Ira gradualmente, finendo per piegare la testa da un lato per lasciare che le loro labbra si scambiassero un nuovo bacio carico di emozioni. Le braccia di Krolia lo circondarono stringendosi a lui dolcemente per non premere troppo sulle fasciature. Si sentiva strana: un calore al basso ventre le mandava segnali che faticava ancora a capire del tutto, iniziava a sentire un languore, ma non capiva per cosa fosse di preciso. Le donne purtroppo non avevano segnali chiari del proprio corpo a certi desideri, lei essendo ancora alle prime armi in senso buono non riconosceva ancora così bene ciò che sentiva. L'unica cosa che riusciva a capire era che non voleva che quel momento finisse. Infatti quando le loro labbra si separarono, per un solo momento passò un lampo negli occhi di Krolia languido di chi non voleva smettere, ma doveva. Forse Ira non era un seduttore intenzionale, ma ciò che le disse l'aveva praticamente sciolta come neve al sole, e rispose con una lieve imbarazzata risatina felice. Si sentiva di nuovo come una ragazzina, una sensazione che aveva dimenticato per tanto tempo, a quello però si erano aggiunte sensazioni nuove, come di leggerezza nello stomaco, e capì il detto "farfalle nello stomaco". Non aveva nessunissimo motivo di rifiutarlo, era emozionata, per non sentire la voce che si incrinava per uno strano magone che sentiva nella gola, annuì tornando a carezzarlo sul viso e sul collo. Prese un profondo respiro, cercando anche il coraggio di parlare ed uscire da quel mutismo dato dall'imbarazzo e dalle emozioni forti.
    Ira... io, non sono brava con le parole. Non ho mai avuto una vita normale, sei il primo uomo al mondo da cui d-desidero carezze e baci... Non so come definirlo, è tutto nuovo per me. disse abbassando il tono di voce come se gli stesse rivelando un enorme segreto. Continuava a sentire piccoli brividi lungo il corpo che aumentarono nel momento in cui Ira si fece più audace e le carezzò il ventre, non si oppose ed invece di irriggidirsi si sentiva squagliare.
    Mi fai desiderare così tanto di costruire mille cose insieme a te, di conoscerti più a fondo, e di farmi conoscere più a fondo. non riusciva a crederci di essere riuscita a dirlo ad alta voce, ma ce l'aveva fatta, aveva rotto quel muro di incertezza e paura e voleva solo stargli vicina. Si avvicinò a lui e cercò un nuovo bacio, dimenticandosi totalmente del luogo in cui si trovavano. Quello era un momento molto speciale per lei, e oltre a loro due non c'era nulla che percepiva. Dal momento in cui avrebbe sentito Ira ricambiare il bacio avrebbe cercato di nuovo un tocco più passionale, più intimo, carezzandogli la nuca con trasporto, mentre l'altro mano lo stringeva contro di lei così da sentire il suo corpo saldo premersi contro il suo, trovandoci la certezza matematica che le piaceva proprio il contatto fisico con quel ragazzo.
     
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    Ira era letteralmente un palla di imbarazzo mentre si faceva avanti con quelle proposte e quei gesti, ma vedere Krolia rispondere positivamente rendeva la tensione qualcosa di piacevolmente simile a una euforia profonda. Quel calore che sembrava fiamma viva nel corpo stava finalmente prendendo forma in una genuina passionalità, per questo l'omone non potè fare a meno di ricongiungersi con le labbra di lei ora che si erano aperti vicendevolmente. E la mano che si era fatta strada sull'addome non potè che proseguire insidiandosi sotto la stoffa del top di lei, ma facendosi più che altro timidamente strada verso il pieno centro del petto, dove il palmo della mano si sarebbe steso sul calore del petto di lei, in mezzo ai due seni generosi e sodi. La mano che invece la cingeva alle spalle si preoccupò di essere ben salda per permettere alla donna di non sentirsi spingere o sbilanciare all'indietro, fiduciosa che poteva rilassarsi e lasciarsi toccare. Ira si stava letteralmente perdendo nel sapore delle labbra di Krolia, come anche l passionalità di quel bacio bagnato in cui le due lingue potevano danzare insieme, una esperienza davvero unica che non si aspetteva lo rendesse da subito molto dipendente da quel contatto così... liquoroso? Data la particolare natura dei poteri della donna, l'omone era sicuro che se mai avesse avuto modo di descrivere i sapori che sentiva, o le reazioni che aveva, avrebbe sicuramente puntato al sapore di una crema piacevolmente alcolica e saporita, non stucchevole e molto assuefacente. Forse quel rimando a una bevanda spinsero Ira a mordicchiare il labbro inferiore della bocca di lei, prima di scendere con i baci sulla guncia e poi verso il collo. Fu lì che la mano sul petto si sarebbe spostata verso uno dei seni di lei, cingendolo in modo da poterlo accogliere tra le dita e saggiarne da subito la piena consistenza. Per quanto la mossa fosse audace, Ira aveva puntato al collo di Krolia per evitare di farsi vedere in viso: oltre il color peperone rosso accesso che aveva acquisito, gli occhi erano socchiusi e le ciglia aggrottate in una espressione che tradiva appieno quanto avesse "paura" di non portare il giusto rispetto ai tempi per esplorare il corpo di lei, confondendo l'essere magari audace per i propri limiti con l'approfittarsi della situazione. Tanto era inesperto quanto lento a capire che il giusto equilibrio tra iniziativa e prepotenza si trova nel punto dove le intenzioni sono genuine e la comunicazione piena: la passione che stava vivendo in quel momento era reciproca per la donna con cui lo stava condividendo, e il "ruolo" che aveva al momento era proprio quello di farsi avanti con un pò di coraggio mascolino e sincero. Ma non era cosa facile da capire, dopotutto il ritrovarsi a essere davvero lì con la mano sul seno di Krolia lo faceva sentire pieno di tantissime emozioni, di euforia e sopratutto di incontrollata adrenalina. Per non parlare del tocco di lei, dei suoi respiri e del suo calore. Gli sarebbe andato bene anche essere preso da lei e denudato come un pacco regalo a Natale siccome l'unico pensiero che gli stava divorando il cervello stava diventando il poter stare a contatto con lei pelle a pelle. La aveva davanti a sè ma il cervello creava migliaia di immagini di Krolia priva di ogni indumento, quali parti del suo corpo sarebbero state più in vista, quali voleva vedere, toccare e baciare. Per Ira desiderare in maniera così crescente qualcuno era "innaturale", non parte delle sue abitudini o dei suoi limiti, così la prima cosa che successe davvero fu il fatto che la presa sulla tetta di Krolia si fece salda, non dolorosa ma sicuramente piena e passionale; al contempo la avrebbe lappata al collo e morsa sul trapezio in maniera gentile ma piena, saggiando la pelle di quella zona come a voler lasciar libero un gesto ancestrale che desse sfogo a quel bisogno fisico a cui si stava arrendendo. Forse non era chiaro nella sua mente come proseguire esattamente con quel contatto, ma la carnalità di quel desiderio si stava facendo sempre più invadente.
     
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    Krolia non era meno di Ira in quanto ad imbarazzo. Non era mai stata così audace come in quel contesto, nemmeno nelle sue piccole esperienze passate aveva mai detto niente di così sincero. Bowen e l'alta sacerdotessa l'avevano praticamente assaltata corrompendola con i piaceri della carne. Con Ira invece stava vivendo una cosa del tutto nuova che le stava facendo provare emozioni mai sentiti prima di allora. Cercava di soffocare il suo estremo imbarazzo baciando il ragazzo per non essere costretti a guardarsi negli occhi, ma in quel modo ad occhi chiusi percepiva praticamente ogni altra cosa più distintamente, come se i suoi sensi si fossero accuiti. Il battito cardiaco di Krolia aumentava man mano che la mano del ragazzo disegnava un lento e timido tragitto fino al centro del suo petto, fra i suoi seni. Krolia si aggrappò con le dita alla maglia del ragazzo, cercando di trattenere a stento un sospiro emozionato. Il suo corpo era pervaso da piccoli brividi bollenti, ma imperterrita continuò a baciare Ira, mentre lui con quel piccolo gesto tracciò un vero e proprio ponte verso una sfera più intima e fisica fra loro due. Quando la mano di lui sarebbe arrivato al seno, avrebbe trovato il capezzolo turgido e nel momento in cui entrarono in contatto con la calda mano di Ira, Krolia inspirò aria sentendosi il cervello spegnersi. Un piccolo brivido di piacere percorse il suo corpo fino a dipanarsi nel cervello, sentendosi leggermente stordire. Krolia sentiva un calore al basso ventre farsi sempre più vivido, esalò un profondo respiro quando percepì la bocca di Ira sul collo, una zona erogena che aveva sottovalutato e che le fece sentire un tipo di fame che adesso riusciva a riconoscere, ma che ancora un pochino la faceva imbarazzare. Quel leggero morso sul trapezio fu come spingere un bottone che innescò qualcosa dentro di lei. Capì che voleva di più, voleva sentire il contatto diretto con la pelle di lui, infatti le sue mani si spostarono sotto la maglia del ragazzo sollevandogliela leggermente così che almeno i loro addomi potessero entrare in contatto, infatti si spinse contro di lui con tutto il corpo e quando riuscì a sentire la sua pelle calda e vellutata contro la sua, capì cosa fosse il desiderio, di cosa era fatto e ne volle esplorare tutte le sfaccettature. Non riusciva a crederci che sentisse la voglia di toccarlo dappertutto, di esplorare il suo corpo, e di vederlo nudo. Si sentì una donnaccia nel pensarlo, ma non poteva mentire a se stessa, era ciò che voleva era ciò che desiderava e lo sentiva come un istinto promordiale impossibile da far tacere. Una mano di Krolia si spostò sul suo collo, mentre lei sollevava la testa e dava modo al ragazzo di poterla baciare senza avere la sua mandibola come ostacolo. L'altra mano scorreva sulla muscolatura di Ira, carezzandogli i fianchi, il petto, sfiorò anche i capezzoli curiosa. Era imbarazzatissima ma allo stesso tempo voleva assolutamente che quel momento continuasse ancora che di evolvesse sempre di più verso qualcosa di più caldo, intimo e passionale. Si sentiva al settimo cielo in quel momento e niente avrebbe potuto distruggere quel sentimento di genuina felicità. Nemmeno lo sguardo tediato del adetto alla zona ricreazione che iniziò a tossire per attirare la loro attenzione. Ci volle un poco per Krolia per accorgersene, era nel suo mondo e riuscì a sentirlo solo quando il suo campo visivo entrò in contatto con quello del barista in piedi a braccia conserte che li guardava severo.
    Mi dispiace interrompervi piccioncini, ma è il caso che vi prendete una camera tutta per voi, o mi mettete nei guai. fece poggiando sul tavolino una chiave. Krolia divenne paonazza, si irriggidì totalmente poiché non si era resa conto di quanto era stata rapita dal momento idialliaco con Ira da scordarsi totalmente del luogo in cui si trovavano. Quella palestra a quanto pare aveva anche un servizio che fungeva come una sorta di hotel, forse perché non era la prima volta che qualcuno rimorchiava in palestra, o forse per i lavoratori che rimanevano fino a tardi perdendo il loro ultimo treno. In ogni caso Krolia vide la chiave sul tavolino e cercò di attirare l'attenzione di Ira. Nel momento in cui si sarebbero guardati negli occhi, Krolia sarebbe scoppiata a ridere, ed avrebbe nascosto il suo viso contro il suo petto per l'estremo imbarazzo verso l'uomo.
    Scusaci... fece Krolia sentendosi come una bambina che veniva sospresa a rubare caramelle.
     
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    Krolia aveva mantenuto il controllo in maniera ineccepibile, dopotutto erano a terra, abbracciati, con la manona di Ira ficcata sotto il top su una sua tetta mentre le stava mordendo il trapezio. Questo mantenimento vago di integrità che culminò con una risatina e con lei che nascondeva la faccia nel petto dell'omone, non potè che essere risposto con alcuni secondi di silenzio mentre il Portatore di Luce cercava di schiarirsi le idee e tornare collegato al mondo reale e alla situazione che li vedeva a pomiciare davanti ad un estraneo. Ci volle davvero tanto potere interiore di persona disciplinata e avezza al decoro per farsi spazio tra le nuvole di nebbia rosa dell'immaginazione che aveva corso inarrestabile fino a quel momento, come anche i batitti del cuore che tamburavano nelle orecchie del ragazzone. Ira rimase incredulo di espressione, ma serio: si sarebbe girato verso l'addetto fissandolo negli occhi, colpevolissimo ma cristallino, avrebbe messo a fuoco la testolina di Krolia che aveva la faccia nascosta tipo struzzo nella sabbia e infine le chiavi sul tavolo. La mano che teneva la schiena di Krolia la avrebbe presa più saldamente, quella sotto al topo invece sarebbe scivolata via per allungarsi verso le chiavi e poi cingere le gambe di lei per raccoglierla da terra, tenerla in braccio per potersi alzare e spostarsi leggermente indietro a distanza dall'inserviente. Meccanicamente parlando, Ira sfoggiò una rigidità fisica pari a quella di un burattino nell'abbassare leggeramente la testa in segno di scuse per poi girarsi e avviarsi a passo sicuro verso l'uscita. Teneva la donna stretta in braccio e chiusa al petto mentre scannerizzava con lo sguardo il corridoio per poter trovare la stanza a cui la chiave facesse riferimento. Il fumo che produceva dalla testa per l'imbarazzo, e la spedita ma regolare falcata mentre camminava lo rendevano una locomotiva di imbarazzo e vergogna, che avrebbe trovato stazione alla porta della stanza privata: giro di chiave secco, apertura, passo per entrare, chiusura alle spalle, zerop attenzione a cosa o chi ci fosse nella stanza, spalle appiccicate alla porta per scivolare giù con la lentezza delle melassa e tenersi Krolia in braccio come un prezioso pacco, finendo per affondare la faccia nel suo ventre e tenersela stretta quasi come se dovesse proteggerla. In questo momento rappresentavano la Palla dell'Imbarazzo, Vaticano, Duemilacredici, artista Inserviente. Per Ira farsi beccare a quella maniera era una esprienza nuova a fronte del già impensabile intercorso con Krolia che aveva appena preso il via in pochi secondi prima dell'essere beccati a quella maniera. La cosa più sorprendente per l'omone fu come pian piano un risolino incontrollabile si fece spazio nel suo petto, facendolo leggermente sobbalzare e tremare al contempo. Pian piano il risolino di fece più presente e prepotente nel risalire in gola, finchè non potè far altro che alzare la testa con gli occhi chiusi e lacrimosi e la bocca che cercava di trattenere quel verso, traducendosi in una sorta di cinguettii singhiozzati mentre con la fronte si strusciava sulla testa di Krolia, incapace di proferire parola in maniera corretta ma almeno per darle segno che era ancora lì con lei. Non ce la faceva davvero a trattenersi più di così, siccome la tensione e l'emozione di essere stati beccati a quella maniera si mischiava alla piacevolezza e alla felicità che li avevano abbracciati fino a quel momento, creando una emozione particolarissima: l'euforia. Già, quel momento era euforico, piacevolmente comico e imbarazzante, casuale e inaspettato. Abbastanza preponderante da distrarre l'omone dalla valanga ormonale che lo aveva spinto qualche attimo prima, ma anche curioso siccome anche Krolia aveva i suoi modi particolari coi profumi di esprimere le emozioni che stava provando, e probabilmente in quella occasione l'effetto sarebbe stato incredibilmente accentuato, investendo facilmente i sensi di Ira con una dose davvero forte e inebriante del suo potere.
     
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    Krolia si sentiva così tanto in imbarazzo che non riusciva a muoversi, continuando a nascondere la faccia contro il petto di Ira, nella speranza che quel tipo se ne andasse presto per darle lo spazio necessario per uscire da quella situazione che sicuramente agli occhi del barista doveva essere sembrata strana, oppure ovvia a seconda del punto di vista. Dopotutto Krolia non aveva mai avuto a che fare con cose del genere, non aveva mai tubato in pubblico, e solo dopo l'intervento dell'inserviente si rese conto di quanto fosse presa dal ragazzo, dato che si era totalmente scordata che non erano soli. Ira sembrò quasi leggerle nel subconscio dato che lei non voleva affrontare il barista, ci pensò lui a risolvere quel dilemma prendendola in braccio, così che non fosse costretta a muoversi. Era davvero curioso che Krolia era in grado di trovare un coraggio da leoni di fronte a spiriti maligni o creature pericolose, mentre in situazioni come quelle tornava ad essere una bambina. Ed infatti visto che Ira le stava offrendo riparo dal mondo esterno e protezione tenendola in braccio, lei si lasciò trascinare dall'evento, lasciandosi trasportare mentre pian piano si sentiva sempre meno minacciata dato che ormai erano lontani da tutti. Non provava quella sensazione da moltissimo tempo, le ricordò in parte quando era piccola, quelle volte che suo padre la prendeva fra le braccia quando era troppo stanca, o quando si addormentava sulla sua spalla sentendosi al sicuro. La distanza da percorrere per fortuna non fu troppa, e quando arrivarono in stanza ed Ira iniziò a scivolare verso il terreno, Krolia finalmente si decise a guardarsi attorno, notando che non erano più al bar, ed erano in una stanza da motel, c'era un letto matrimoniale ad occupare la maggior parte dell'area, un piccolo mobile per poterci mettere giacconi e vestiti, e sul lato opposto alla porta di entrata c'era una porta che si affacciava su un bagno. Una tipica camera da bed and breakfast, senza troppi fronzoli, che però diede a Krolia la giusta dimensione di intimità fra lei e Ira che a sua volta cercò di nascondere il suo viso colmo di imbarazzo contro il suo ventre. Krolia lo abbracciò, carezzandogli la nuca, e per un momento si chiese se non l'avesse presa a male, poi però lo sentì iniziare a ridere. Rassicurando Krolia e facendole capire che stavano provando le stesse identiche emozioni. Infatti ne sembrò contagiata perché iniziò a ridacchiare anche lei, imbarazzata dalla scena che avevano appena vissuto, ma sentendosi molto complice di Ira, facendo somigliare quella piccola risata come quella fra due bambini che avevano vissuto una avventura insieme. Poggiò la fronte contro quelle di Ira, e tornò ad accarezzarlo sulle spalle e sulla nuca. Le risate si calmarono, ma non il cuore che batteva all'impazzata. Adesso erano soli, adesso nessuno li avrebbe interrotti e Krolia voleva assolutamente riprendersi tutte le attenzioni che prima Ira le aveva dato. Il suo corpo emanava dolci profumi fruttati e floreali, sembravano mischiarsi in modo armonioso senza mai risultare stucchevoli. Erano tante piccole note diverse, esattamente come le emozioni che stava provando. Krolia non disse nulla, cercò le mani di Ira per intrecciare le dita alle sue, e poi con ritrovato coraggio cercò un bacio, posando le sue labbra contro quelle morbide del ragazzo. Non voleva più esitare, voleva mostrargli che voleva stare bene con lui, esattamente come prima, ed anche sicuramente di più. Voleva mostrare a lui ma sopratutto a se stessa che era una donna, che aveva sconfitto i suoi demoni ed Ira era il ragazzo perfetto per connettersi in modo sincero e diretto con la sua sessualità scoperta da pochissimo.
     
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    Le interruzioni alle volte possono essere delle ghigliottine, o perlomeno per molte persone è così, siccome si impegnano per sistemare le cose affinchè vadano per il verso giusto. Una illusione di controllo che naturalmente risulta fragile. Ma per Ira e Krolia che stavano vivento qualcosa di naturale ed estemporaneo sarebbe potuto accadere di tutto, ma quel magnetismo non avrebbe avuto modo di affievolirsi. Due poli che non potevano fare altro che perseguire l'attrazione che si erano ritrovati a provare. E Krolia continuava ad essere una forza gravitazionale incredibile. La sensazione delle sue dita che si intrecciavano nelle mani dell'uomo già sarebbe bastata a cancellare qualsiasi altro pensiero, ma il contatto rinnovato con le labbra della donna fu un colpo di grazia che avrebbe colpito affondo e preciso. L'omone non si sarebbe fatto indietro, e questa volta non avrebbe neanche aspettato troppo a ricercare l'interno della bocca di lei con la lingua, dopotutto non era più il momento per le "educazioni", inebriato come era dai segnali fisici di Krolia stessa che con i suoi aromi stava quasi accellerando il ritmo a modo suo. Siccome aveva ancora una mano libera, Ira la avrebbe allungata verso il busto della donna per poi carezzarla in modo da scivolare al fianco, scendendo verso il gluteo e accalappiandolo con una certa decisione, in maniera maschia. La stessa donna avrebbe potuto percepire nella presa non solo il desiderio sessuale, ma anche una sorta di invito a indirizzarsi verso di lui per attaccarsi col corpo del compagno, proprio per farla mettere addosso a lui. Una volta che la donna si fosse messa nella giusta posizione, Ira avrebbe avuto il giusto momento per potersi sollevare da terra tenendola stretta a sè, in modo che lei si potesse aggrappare con le cosce ai suoi fianchi. Voleva sentirla subito addosso e stretta a lui in quella maniera, ma anche perchè non voleva continuare a stare sul pavimento ma sfruttare comodamente la sala a disposizione. La presa salda sulla natica della donna veniva accompagnata da una certa sicurezza nel poterla giostrare a livello di peso abbastanza da non farle sentire troppo precaria la posizione, almeno fino al letto, dove Ira si sarebbe fatto in avanti col busto fino a dove serviva per metterla a contatto col materasso, per poi spingerla leggermente di più verso il letto per potersi stendere su di lei e farsi spazio tra le sue gambe. Se Krolia aveva dubbi ancora, ora che i loro bacini erano decisamente in una posizione più di contatto poteva sentire come l'omone premeva con la sua dote verso la sua intimità, ancora divisa dai vestiti che indossavano, ma indubbiamente segno che rifiuti a proseguire non ci sarebbero stati, e nemmeno tentennamenti. Ma Ira non perdeva il suo stile naturale e inesperto, siccome avrebbe continuanta a baciarla appassionatamente, massaggiandole il gluteo che stringeva con desiderio e muovendosi leggermente col bacino verso quello di lei per avere i primi strusciamenti di contatto, piccoli stimoli di piacere, aspettando segnali più concreti da lei per capire come proseguire.
    Krolia... Sei... Bollente come il fuoco... Ma dolce come uan distesa di fiori...
    Il volto avvampato di Ira era decorato da quei suoi occhi azzurri cristallini che brillavano mentre la luce del luogo ne delineava la sagoma dalle spalle, rendendolo forse un pelino meno grosso di quanto era veramente, ma non di meno di sostanza nello stare a contatto col corpo ben sviluppato di Krolia che forse stava cominciando ad affondare un pò nel materasso.
     
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    Se Krolia avesse esitato un solo momento in più, quella situazione sarebbe diventata molto imbarazzante per entrambi. Lei invece stava affrontando quella situazione di petto, non voleva tirarsi indietro, non voleva perdere contro i suoi demoni. Se ci stava riuscendo così facilmente era unicamente perché si trattava di lui. Era l'unico ragazzo al mondo che non le caricava addosso strane inquietudini, sentiva di volerle quelle carezze e quei baci e quindi nel sentirlo ricambiare di nuovo Krolia si sentì immensamente felice. Dopo quel momento di ritrovata intimità donata dal bacio che continuarono a scambiarsi, iniziò una vera e propria danza guidata dall'istinto. Krolia ispirò aria avidamente nel sentirsi stringere sulla natica, Ira poteva sentire chiaramente sotto al tocco che era allenata, era soda e morbida allo stesso tempo. Capì cosa Ira voleva da quel gesto e lo assecondò quasi in automatico dato che la mano accompagnava il suo baricentro, fu come scivolare in acqua e fu di nuovo a stretto contatto con lui. Si sentì poi improvvisamente leggera e quando realizzò che era praticamente in braccio a lui, si strinse con le cosce ai suoi fianchi e posizionò meglio le braccia sul suo corpo così da rendergli facile ciò che stava facendo. Durante il tragitto Krolia non smise mai di baciarlo, ma cercò comunque di indirizzare una mano verso possibili ostacoli per impedire che ci finissero contro. Per due guerrieri come loro sarebbe stato un gioco da ragazzi arrivare sul letto. Il cuore di Krolia batteva all'impazzata, poi arrivò quel momento che la fece esitare un momento. Il contatto con l'erezione di Ira, quel momento fisico che registrò nel suo cervello che non aveva solo un ragazzo con cui pomiciare fra le braccia ma un uomo con i suoi desideri. La sensazione fisica le riportò alla mente di nuovo quei momenti terribili della sua infanzia, non poteva farci nulla, la memoria fisica di quel trauma non era facile da cancellare totalmente. Aprì gli occhi ed esitò un momento come quando si ci svegliava da un terribile sogno. Vide Ira, il suo dolce sorriso, i suoi occhi limpidi, inspirò il suo profumo e si calmò: riprese le redini delle proprie sensazioni, dei propri desideri e timidamente incrociò le caviglie dietro le natiche di Ira, così da poterlo sentire premersi contro di lei. Le sembrava caldissimo, nonostante la stoffa che li separava, riusciva a sentire che era duro ed anche lei si squagliò al richiamo primordiale del suo corpo. Il respiro tremò quando lo sentì strusciarsi e le sue guance si colorarono di un rosa più tenue, il desiderio prese il sopravvento, si sentiva come se fosse ubriaca: la testa leggera ed il corpo caldo, ma non si sentiva soffocare, anzi voleva altro calore che il corpo di Ira sembrava poter saziare. Gli sorrise imbarazzata mentre con le dita prese a carezzargli il capelli. Si lasciò guidare dall'affetto che sentiva per lui e lo baciò ancora per ringraziarlo delle dolcissime parole che le stava dicendo. Poco dopo si adagiò sul letto con tutte le spalle e prese il coraggio a due mani per sancire il prossimo importantissimo passo. Afferrò il top sportivo e lo sollevò sfilandolo dalla testa, denudando i suoi seni. Non erano abbondanti come quelli di Evelyn, ma avevano una cosa molto particolare che sicuramente Ira avrebbe notato: le aureolee avevano una fisionomia particolare che sembravano disegnare due cuoricini con due teneri bottoni che in quel momento erano turgidissimi. Erano di un colorito più scuro della sua pelle al punto che sembravano due dolcissimi mirtilli pronti per essere colti. Era la prima volta che si spogliava per qualcuno, in passato erano sempre stati gli altri a spogliarla. Quel piccolo gesto era un nuovo traguardo per lei, non solo perché stava praticamente dando un messaggio chiarissimo ad Ira, ma anche perché sentiva di avere finalmente il controllo di sé, delle sue pulsioni e fu meraviglioso scoprire che voleva farlo per connettersi ad Ira, per stare bene con lui in tutti i sensi. Non disse una parola, non le serviva, lasciò che le sue mani scivolassero sottola maglietta del ragazzo e poi dolcemente sollevò la stoffa, usando i polsi per farlo perchè con le dita gli carezzava il corpo dolcemente. Erano entrambi inesperti ma sinceri uno verso l'altro e ciò bastava per poter far apprezzare ogni più piccolo gesto.
     
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    Ira nella sua inesperienza forse era la giusta dose di tranquillità di cui aveva bisogno Krolia. Ci sono tanti modi e tipi di persone per conoscere il mondo che rappresenta il nostro corpo, ma per la donna che aveva davanti non era qualcosa di spinto o naturale come poteva essere per altre. In lei vi era qualcosa di profondo che la faceva apparire attenta, cosciente di quello che accadeva, cosa che metteva l'omone in una situazione più chiara e agevole siccome gentilezza e rispetto per il prossimo erano un pò le descrizioni più calzanti per lui, e Krolia ne aveva bisogno di rispetto come anche di gentilezza. Leggere i tentennamenti del primo contatto era fuori da quello che poteva tenere sott'occhio Ira, ma la capacità di godersi tempi allungati e non correre verso una fantomatica bandiera da raggiungere hanno sbloccato la situazione in autonomia. Fu una sorpresa vedere Krolia denudarsi per prima mostrando il suo busto candido e forte, esteticamente proporzionato, femminile e maturo. Ira si sarebbe preso un momento per farsi un pò indietro con la schiena per ammirarla, cogliendo dapprima i dettagli del suo collo, dei muscoli che si allungavano verso le clavicole, disegnando una "V" che affondava poi verso i seni di lei, di quel colore così particolare della pelle liscia e calda. La reazione di Ira sarebbe stata un pò lenta, e Krolia avrebbe potuto leggerlo come un libro aperto su come l'aver fatto quella mossa avesse avuto un effetto estremamente positivo sul partener che aveva di fronte, e che stava venendo apprezzata al pari di un bellissimo quadro. Le mani di Ira si mossero per togliersi la maglietta, in una maniera goffa siccome non solo incontrarono quelle di Krolia, ma anche perchè il gesto fu un pò scattoso come se si fosse dovuto impegnare a non rimanere a fissare imbabolato le aureole a cuoricino, che per un attimo l'omone aveva considerato come una illusione ottica data dall'eccitazione. Avrebbe sorriso, cogliendo i polsi di lei per accompagnarla sotto la maglietta e permetterle di sollevarla al ritmo che preferiva. Il corpo di Ira era facile da descrivere siccome i vestiti nascondevano davvero poco di come la sua forma massiccia si delineava, ma le bende sul corpo e i leggeri sbiancamenti qui e lì della pelle dati da ferite chiuse da poco non potevano nascondere come il Portatore di Luce non era stato al meglio delle circostanze nei periodi recenti. Ma tolta la maglietta, Ira non si fece prendere dal momento nella maniera sbagliata, e anzi avrebbe accompagnato i polsi della donna per permetterle di poggiare i palmi delle m,ani sui grandi pettorali, permettendole di sentire quanto fossero sviluppati e tesi, accompaganndola in basso verso il plesso solare, permettendole di tenere pollice e indice sulla tetta nella zona del capezzolo, e il resto della mano posata sul costato e gli addomniali alti, dandole misura dei respiri profondi che stava facendo, ritmati ma comunque irregolari. Ira poi fece scendere le proprie mani verso l'addome di lei, facendo in modo di posare i palmi sui finachi con i pollici che avrebbero massaggiato leggermente la pancia, saggiandone la consistenza. Poi sarebbe risalito facendo scorrere le dita con lentezza, cercando di conoscere ogni centimetro del corpo di Krolia che ora aveva a disposizione, finendo per posarsi lungo il costato, che con le proprie manone poteva abbracciare in maniera molto delicata ma piena, e i seni di lei potevano sentire l'attacatura direttamento a contatto col dorso della mano di lui tra pollice e indice, a specchio su come stava lei. Ira avrebbe fatto un occhiolino e un leggero cenno del capo di lato come segno di intesa, prima di fare un respiro profondo per offrire tutto il proprio petto, e cingere al contempo i seni di Krolia per massaggiarli e conoscerne la consistenza appieno, lentamente e abbracciandoli con le dita per poter far sentire il proprio tocco.
     
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    Dopo che si era tolta la maglietta, notò che Ira si prese il suo tempo, osservandola ed ammirando il suo fisico. Krolia si sentiva in imbarazzo, ma riuscì a combattere la pulsione di corprisi con le mani. Voleva farsi conoscere da lui, e in quel momento notò qualcosa che riuscì a metterla a suo agio: ovvero che Ira non aveva lo sguardo lascivo e impaziente che aveva visto in passato in altri. Non c'era la cupidigia oscura di chi era stato ossessionato da lei, oppure la maliziosità di chi voleva solo giocare, c'era un sincero apprezzamento. Era qualcosa di diverso poiché non vi era nessuna fretta in ciò che stavano facendo e ciò aiutò Krolia a trovare il coraggio di andare avanti. I gesti un pochino goffi di Ira nel togliersi la maglietta la intenerirono, poiché mostrava infondo che anche Ira era alle sue prime esperienze e quindi aveva ancora quel tipo di innocenza che a Krolia era sempre mancato nel partner. Anche se Krolia aveva già potuo intravedere il fisico allenato di Ira, averlo così vicino e senza veli per lei era tutta un altra cosa. Aveva avuto a che fare con donne, con donne dotate di pene, ma gli uomini che conosceva non si avvicinavano nemmeno alla metà della bellezza e possanza di Ira. Essendo sopra di lei, il suo fisico era in tensione per tenersi in equilibrio e ciò praticamente gli disegnava la muscolatura d'acciaio che attirò lo sguardo di Krolia come una calamita. Aveva visto fisici del genere solo nelle copertine dei giornali, in alcuni film e di solito non le erano mai interessati. Adesso però riusciva a capire cosa si intendeva con "bello come un dio greco"; "scolpito nel marmo" eccetera. Si sentì attratta da quel fisico statuario combinato poi con quel sorriso gentile e quei occhi innocenti furono la sua criptonite, il suo tallone d'achille. Arrossì vistosamente perché si ritrovò a pensare che lo trovava bellissimo e sentì chiaro il bisogno di carezzarlo e quindi confermare al suo cervello che era tutto vero e non una mera fantasia. Infatti lo carezzò delicatamente sul petto, rendendo leggero il tocco sulle fasce poiché aveva paura di fargli male. Lasciò che fosse lui a guidarla, riuscì a tastare i suoi pettorali, il suo addome scolpito, perfino sotto al tocco le sembrava che fosse tutta un altra cosa. Chi pensava che la bellezza fosse solo femminile si sbagliava di grosso, o forse stava pensando in quella maniera perché Ira le piaceva davvero tanto. Quando anche lui cominciò a carezzarla, fece un profondo respiro, poi sorrise poiché le piaceva, poiché voleva che continuasse a carezzarla ed esplorare il suo corpo. Fu un sorriso dolce, complice, senza dirgli nulla voleva comunicargli che ne voleva ancora che non aveva paura, non con lui. Le sue dita si strinsero un poco sul pettorale di Ira, ne sfiorò per un attimo con il lato del dito il capezzolo, ed incuriosita provò a carezzarlo su quel punto, curiosa di scoprire se anche ai maschi piaceva essere toccati in quel punto. Intanto Ira poteva vedere il corpo di Krolia reagire alle sue carezze, i suoi capezzoli si inturgidivano rendendosi evidenti. Man mano che si scoglieva sotto le sue carezze, anche i suoi arti si sciolsero, difatti le cosce si allargarono così da permettere al corpo di Ira di premerle addosso. Il contatto della sua erezione contro il suo pube la infiammò di desiderio. Non si rendeva conto che sollevava leggermente il bacino contro quello di Ira per sentirlo meglio. Faceva piccolissimi movimenti, come se fosse troppo timida per iniziare un vero e proprio strusciamento. Il suo respiro si fece più pesante sopratutto quando le avrebbe sfiorato i capezzoli. Era sempre più ubriaca di voglia, lo carezzava senza un ordine preciso nei movimenti. Capitò poi che carezzandogli l'addome con le mano, il suo polso toccò la punta dell'erezione ancora coperta di stoffa. Le sembrò caldo, ne fu incuriosita e timidamente provò a carezzarlo in quel punto. Posò le dita sulla punta, attentissima alle reazione di lui per capire se poteva farlo. Se avesse visto in lui una reazione positiva, allora avrebbe provato ad esplorarne la lungezza, sempre sopra la stoffa, timidamente.
     
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    Le sensazioni provocate dal contatto del tatto con il corpo di Krolia erano uniche, nuove e sublimi. Un corpo allenato come il suo vantava l'essere sodo, piacevolmente delineato diventando una delizia per gli occhi. Eppure aveva una pelle lisca e femminile, piacevolissima da saggiare con i polpastrelli al pari del suo seno su cui Ira stava coscienziosamente posando le mani per poterlo apprezzare. Era un desiderio semplice quanto diretto il fatto di scambiarsi quei tocchi cadenzati e "liberi" da qualsiasi direzione: prendersi il tempo di conoscere l'altro non solo nella sua identità personale ma anche nei dettagli del suo corpo. Le mani di Krolia potevano ben percepire come stringere i pettorali di lui, e giocare con i suoi capezzoli provocava onde veloce di eccitazione sotto forma di pelle d'oca estemporanea e respiri irregolari improvvisi, similmente a un leggero singhiozza, ma che una donna più esperto poteva riconoscere come piacevoli mugugni sommessi e trattenuti in gola. Ma l'arrossamento del volto di Ira e i suoi occhi che si facevano più languidi e "persi" facevano ben capire quanto il tocco della donna che aveva di fronte fosse piacevole, stimolante e apprezzabilissimo. Siccome Krolia aveva ben capito la natura esplorativa di quel momento, la mano che scese sul sesso di lui venne accolta da un irrigidimento della schiena di Ira che spinse leggermente in avanti il proprio bacino, strusciandosi sul pube di lei e quasi offrendo il proprio pene a quel tocco, tradendo qualsiasi volontà cosciente e mostrando una parte istintiva che non ebbe nessun modo di trattenere. Un pò imbarazzato avrebbe tirato la testa indietro rilassandosi, così da offrirsi a Krolia, impossibilitato a darle una conferma vocale tanto si era imbarazzato per quella piccola tanto chiara reazione fisica. Ma una cosa da non sottovalutare era il calore che si stava espandendo nella zona di contatto tra le stoffe, una sensazione che si propagava come quando ci si mette sotto delle corpose coperte di inverno e il corpo smette di tremare per dare spazio al tepore. Era innegabile che il sesso di Ira era ben felice di essere preso in considerazione più direttamente, cosa che mise in difficoltà l'uomo dato che le sue mani cominciarono leggermente a tremare, perdendo coordinazione nei gesti più delicati con cui stava tastando il seno di lei. Ira dovette arrendersi all'idea di cambiare approccio per evitare gesti scomodi o imbranati, facendosi leggermente avanti col busto inarcando la schiena per offrire il gonfiore nei pantaloni al pieno palmo di Krolia, scivolando con le mani verso le spalle di lei, per poi cingerle il volto facendosi avanti per baciarla intensamente. Avrebbe allargato le gambe abbastanza da farsi ancora più avanti col bacino producendo dei movimenti profondi e molto lenti in avanti, spingendo e strusciandosi sulla mano di lei e schiacciando il tutto verso il suo pube, forse come un inesperto ragazzo preso dal momento e "succube" di una donna più spinta all'esplorazione. Era interessante vedere come i cenni di intraprendenza di Krolia si legavano bene alla personalità disponibile di Ira, che nonostante una timidezza nata dalla sua personalità educata e rispettosa, sembrava avere una certa inclinazione a rendersi disponibile per lei.
     
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    Vedere le piccole reazioni di Ira erano un vero piacere per Krolia. Percepiva ogni brivido che riusciva a trasmettergli e se ne sentiva sempre più avida. La incuriosivano ed allo stesso tempo la eccitava vedere le espressioni di desiderio e di piacere dipingersi sul volto del ragazzo. Sarebbe rimasta lì a fissarlo, se non fosse stato per il suo bacino che spingendosi in avanti richiamò la sua attenzione, facendole accelerare il battito cardiaco. Ira poteva sentire i capezzoli di Krolia che si inturgidivano sotto al suo tocco, ed il respiro che si faceva più pesante per via dell'eccitazione crescente. La eccitò molto sentirlo spingere verso la sua mano, al punto che non riuscì a resistere alla tentazione di toccarlo con più decisione, così da tastare sulla stoffa tutto il suo calore e la durezza della sua carne. Lo carezzò su quel punto sfregando le dita contro l'erezione, istintivamente lo faceva per sentirlo bene per capire quanto potesse essere grande. Non che le interessasse la stazza di quella parte del suo corpo, semplicemente seguiva il suo istinto pensando unicamente che voleva carezzarlo e farlo stare bene. Lo sentiva però sempre più bollente, l'attrito della stoffa scaldava le sue dita, intanto Ira si chinò su di lei per tornare a baciarsi. Si ritrovò una Krolia molto affamata di baci, al punto che le scappò un piccolo mugugno di soddisfazione prima di far intrecciare le loro labbra e le loro lingue in una danza sempre più lussuriosa. Krolia sentiva la testa leggera, i pensieri si annullarono quasi totalmente lasciando spazio solo alla voglia di sentirlo su di sè. Adorò sentirlo strusciarsi su di lei, senza accelerare i tempi, godendosi ogni momento con totale spontaneità. Krolia continuava ad accarezzarlo sull'erezione con una mano, poiché aveva la sensazione che gli piacesse e che ne sentisse il bisogno. L'altra mano invece andò sulla nuca del ragazzo per carezzarlo e darsi una guida così da poter approfondire il suo bacio. Si sentiva sempre più calda anche lei fra le cosce, non sapendo che in realtà era sempre più bagnata poiché lo desiderava a sua volta. Rallentò la passione con cui lo stava baciando unicamente per fare una piccola pausa, fermando anche la mano con cui lo stava carezzando.
    Non ti fa male? chiese ingenuamente facendo scorrere le dita verso l'elastico dei pantaloni per allargare la stoffa che ormai era diventata bollente a forza di strusciarsi. Voleva liberarlo dalla costrizione e lo fece lentamente, consapevole che avrebbe assecondato i suoi movimenti per permettergli di spogliarsi. Non osò guardare, ma tornò di nuovo a baciarlo sia per soddisfare il bisogno di farlo che per nascondere il suo imbarazzo mentre la sua mano afferrava l'erezione ormai privata della stoffa ed iniziava a masturbarlo, emozionandosi nel sentire il tocco diretto con la sua pelle, il suo calore, la sua consistenza. Le sembrava molto più piacevole toccarlo direttamente, le faceva venire una voglia insana di sfregarlo contro la propria carne, sentirlo sulla propria pelle, ma ahimè aveva ancora addosso i suoi pantaloncini.
     
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    Il tocco di Krolia era piacevole, curioso e voluttuoso al punto giusto, come anche la risposta di Ira non fu meno propositiva dato che in termini di baci e strusciamento era tranquillamente al livello della pomiciata con preliminari. L'omone stava godendo della mano di Krolia, ma non potè nascondere imbarazo e sorpresa nel momento in cui lei si sarebbe fermata a baciarlo per porgli quella domanda. Quasi le stava per rispondere se non fosse stato per il guizzo che fece la sua erezione finalmente libera dalla stoffa, una molla che non potè fare altro che offrire il pieno della carne turgida alla possessione della donna, che avrebbe continuato a stimolarla saggiandola con attenzione e perizia, una ricerca di dettagli che quasi paralizzò Ira dal piace e dalla vergogna siccome essere toccato a quella maniera dalla sua compagna Portatrice di Luce era una sensazione totalmente opposta all'invasività profusa da Evelynn. Di base c'era una differenza di contesto, di presenza a se stessi che non poteva essere ignorata, una coscienza sveglia, ricettiva e non annebbiata da nessun tipo di Jutsu, dolore o enfasi da battaglia; poi andava calcolato un fatto: lo spettro della seduzione è vasto, composto da atti che variano dall'innocenza alla pornografia in base alla ricettività e alle capacità empatiche della persona presa in causa, quindi se da un lato Evelynn era una ammaliatrice con un repertorio efficienti ed efficace, Krolia era una donna bella e seducente grazie alla sua progressiva capacità di coinvolgersi con Ira mettendosi a nudo, stimolando la scoperta, l'emozione e il desiderio sopito di materialità. Stavano dialogando attraverso il contatto fisico, con richieste sempre meno esplicite ma indotte nei gesti, e questo provocava una dipendenza dallo studio del corpo dell'altro al pari dei suoi comportamenti, delle reazioni e degli atti in se e per se. Evelynn era stato un naufragio in una tempesta, Krolia si stava rivelando una passeggiata sul mare verso l'entroterra pieno di rigogliosa vegetazione. Quasi romantica come visione, ma non andava sottovalutata l'ombra che Evelynn aveva lasciato alle spalle di Ira quando lo aveva "maledetto", una mina vagante che perfino Ira non teneva di conto mentre era preso da quel suo momento intimo con Krolia, e che non sapeva nemmeno come si sarebbe manifestata. Fatto sta che i movimenti della mano di Krolia e dei suoi baci stavano facendo sciogliere sempre di più Ira che alternava tremolii a piccoli sussulti in precisi momenti in cui la mano di lei scorreva sulla sua asta, soprattutto quando tirava la pelle verso il basso e creava una tensione leggermente simile a un pizzico alla base del glande, ma incredibilmente piena come piacere siccome faceva pulsare di più il sangue e raggiungeva nervature sconosciute a quell'uomo che le si stava sciogliendo addosso. Ira però non poteva resistere per molto a non offrire i suoi servigi alla donna che lo stava trattando così bene e così disponibilmente, così la mano destra avrebbe fatto scorrere le dita carezzando la caviglia di lei per salire sopra la stoffa dei suoi pantaloni massaggiando il polpaccio, tastando la coscia e facendo scivolare le dita a ventaglio per accogliere il sesso di lei strusciandosi da sopra il Monte di Venere per poi fare pressione a massaggiare tutta la zona anatomica della vulva. Ira avrebbe dapprima mosso le dita come un unico fronte, ma senza invadere con troppa pressione ma più saggiando le reazioni di Krolia nel sentirlo sopra i pantaloni che aguzzava il suo sesso, poi se la risposta fosse stata positiva il medio e l'anulare avrebbe fatto più pressione per adattarsi meglio alle grandi labbra facendole divaricare e mantenendo i movimenti a una salita verso il clitoride per poi ridiscendere prima inclinandosi da un lato per poi risalire e andare all'opposto, in pratica facendo rilassare invitando alla apertura il sesso di lei, dando più importanza a toccarne tutta la superficie che non andare dritto a punti specifici, cosa molto adatta alla situazione siccome Ira non sapeva nulla del corpo di Krolia, e per giunta era ancora da capire che tipo di sensibilità avesse o come un inesperto come lui potesse muoversi bene per non darle dispiacere. Saggiarla come se stesse saggiando l'interno di un frutto molto polposo e bagnato era l'unica immagine mentale che lo avrebbe aiutato in quel momento a sondare le intimità di lei facendo meno errori possibili. Tipica tensione da verginello in un certo senso, dove miracolosamente si riacquista una misura enorme di ragionevolezza totalmente dedicata alla singola arte di dare piacere ad un'altra persona.
     
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    Krolia cercò di essere attenta ai segnali del corpo di Ira, non le rispose quando gli chiese se gli facesse male, ma non oppose nessuna resistenza nel aiutarlo a spogliarsi del tutto. Era così diverso per Krolia quel momento, di solito chi era stato in intimità con lei parlava anche fin troppo per i suoi gusti, forse per distrarla da ciò che stavano facendo, con quel rumore di voci per coprire la vergogna di mettersi a nudo. Con Ira invece il silenzio era come una dolce culla che li aiutava ad entrare in una sfera intima che li avvicinava sempre di più. Erano entrambi imbarazzati ma con tantissima voglia di scoprirsi a vicenda. Krolia imparò il ritmo del respiro diverso del ragazzo, i suoi piccoli e timidi mugugni di piacere che le riempivano le orecchie e la facevano sentire più calda e vogliosa. Le reazioni positive di Ira la incoraggiarono a continuare a massaggiarlo con la mano, facendo scorrere la pelle su e giù, un gesto che anni prima la ripugnava ma che adesso invece la incuriosiva perché le sembrava di dare belle sensazioni al compagno e voleva unicamente farlo stare bene. Se con Evelynn Ira aveva visto l'aggressività di una sessualità repressa, con Krolia invece stava vedendo un lato dolce e accogliente, un cullarsi in sensazioni belle per poter condividere un momento unico. Anche il respiro di Krolia iniziò ad accelerare quando si sentì carezzare sulle gambe, sentendo con quel lieve massaggio un sollievo per via della tensione che aveva in corpo per l'emozione. Si accorse che man mano che la mano di Ira si avvicinava al suo bacino, lei sentiva di volerlo, si sentiva sempre più impaziente e quando finalmente le dita raggiunsero la vulva, Krolia sentì una ondata di calore invaderla mentre il piacere sbocciava candido e graduale dentro di lei. Allargò le cosce così da permettergli di carezzarla più agevolmente, non rendendosi conto che era bollente e già umida di umori, al punto che si poteva sentire anche attraverso quella sottile stoffa. Probabilmente se non fossero stati occupati a baciarsi, Ira poteva accorgersi che anche i suoi umori avevano un profumo particolare, donato sicuramente dal suo potere: aveva una fragranza femminile, piacevole, qualcosa di indecifrabile poiché non erano semplicemente fiori o frutti, era un buon odore, il suo profumo quello di Krolia. Pian piano la donna si sciolse sotto il tocco gentile di Ira, fra i respiri si fecero sentire piccoli mugugni di piacere, mentre il suo bacino si innalzava verso le dita dell'uomo per chiedergliene di più. Timidamente portò una mano su quella di Ira, così da guidare le sue dita sulle zone che le piacevano di più, come se gli stesse rivelando i piccoli segreti del suo corpo. In effetti non lo aveva mai fatto con nessuno, perché non le avevano dato il tempo di scoprirsi, subendo una sessualità più aggressiva e diretta. Era incredibile che nonostante non fosse la sua prima volta, Krolia si sentiva come se fosse vergine, perché Ira le stava regalando un momento intimo dolce e paziente. I baci di Krolia iniziavano ad essere meno attenti, più distratti poiché le capitava di sospirare di piacere mentre la sua mente si annebbiava totalmente di lussuria. Su una mano aveva il membro di Ira, e sull'altra la mano di lui per guidarla, non mancò molto che il suo cervello le facesse fare associazioni dirette, ed il suo corpo iniziava a bramare un contatto parecchio più diretto e bollente. Lasciò che si carezzassero in modo intimo per qualche minuto fin quando Krolia ormai ebbra ed ubriaca di piacere decise di smettere di guidare le dita di Ira per poter afferrare i propri pantaloncini con tanto di mutandine e tirarli verso il basso, così che anche lei rimanesse totalmente nuda e poteva finalmente sentire il ragazzo in maniera più diretta. Smise di baciarlo per un momento per prendere un respiro più profondo e finalmente dire ad alta voce ciò che stava bruciando entrambi.
    Ira, voglio fare l'amore con te. fu un sussurro, una confessione ma le bruciava in gola come la dichiarazione di una guerra.
     
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    Il piacere stava crescendo, indubbiamente, ed era un avvicinamento progressivo che permetteva a entrambi di dimenticare imbarazzi, dubbi, paura e limiti che si erano sempre posti di fronte al contatto umano. La profondità dei traumi non era paragonabile, ma la voglia di stare bene con qualcuno era innegabile. E adesso che Krolia guidava Ira verso il comprendere appieno come darle piacere al meglio, anche l'uomo veniva trascinato nell'abbraccio e nel tocco di lei che poteva essere definito come una piacevole naufragio in emozioni bollenti e uniche. Poi Krolia si fece avanti con la sua richiesta e Ira davvero avrebbe speso poco tempo a tentennare; il corpo nudo di lei era uno spettacolo unico e davvero prezioso, come anche il livello di eccitazione che avevano raggiunto e la voglia di conoscere di più di quella intesa...
    Krolia... Anche io...
    All'omone erano rimasti pochi fili di voce tanto era preso e sedotto da quei movimenti cadenzati e coinvolgenti, e ora che doveva fare un passo verso una direzione importante, Krolia stessa poteva sentire il leggero tremolio dei battiti cardiaci attraverso il contatto con l'erezione di lui. Ira si sarebbe fatto avanti mettendosi più proposto col bacino incontrando lo spazio che la donna aveva creato allargando le proprie gambe e mettendosi a disposizione, quindi allontanando la mano che ne stava insidiando il sesso per tenere saldamente la propria asta, l'omone avrebbe appoggiato la punta tra le grandi labbra di lei sfregandosi con una certa pressione ma in maniera lenta, cercando gli umori di lei per potersi bagnare per bene, umori che si mischiavano al poco liquido che stava uscendo dalla punta del membro di lui. Dapprima sarebbero stati movimenti semplice di sfregamento dal basso all'alto e viceversa, lungo tutta l'asta grazie anche a un paziente lavoro di bacino e la schiena inarcata, poi Ira si sarebbe fatto più deciso spingendo col pollice sulla propria erezione per allinearla con la vulva di Krolia, facendo piccoli movimenti circolari per far fare strada alla cappella tra le grandi labbra a mettere pressione alle piccole labbra, necessariamente penetrandole di qualche passo. Ira stava cercando il punto giusto in cui la punta fosse stata stretta dall'accesso vaginale, quell'anellino di carne leggermente rigido che può facilmente strizzare l'inizio della penetrazione che da segno per la via da seguire, e avrebbe fatto una pausa di appena qualche secondo per assicurarsi che Krolia fosse a suo agio prima di spingere progressivamente verso l'intero, divaricando quella carne con la durezza e la massa del proprio pene per unirsi finalmente alla sua compagna. Ira si sarebbe fatto in avanti senza cambiare ritmo e e senza interruzioni in maniera lenta e sicura, centimetro per centimetro fino ad entrare dove le anatomie lo permettevano, così da poter finire col bacino a contatto con quello di Krolia e schiacciarla nel materasso, sormontandola con la propria massa e offrendosi per un contatto maggiore con l'addome. L'omone aveva gli occhi stretti ed era rosso in viso mentre scivolava dentro quella bollente carne della sua partner, affannato e in difficoltà per regolarizzare i respiri, ma non di meno sicuro nella sua postura tesa che gonfiava i muscoli di spalle e petto.
    ...Krolia... Ora siamo uniti...
    Dire quelle poche parole fu davvero difficile per Ira, siccome era innegabile che il poter farsi strada dentro dentro il corpo di Krolia finalmente per sugellare quell'apice di eros e desiderio gli stava facendo sciogliere il cervello. Voleva resistere quel secondo in più per assicurarsi che lei fosse a suo agio, ma stava davvero perdendo il contatto con la propria personalità scendendo pian piano in un regno caldo, morbido, bagnato e languido che gli ordinava di farsi uno con il corpo che lo stava accogliendo.
     
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