Push ups

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    Krolia era felice di poter essere di sostegno ad Ira, dopo tanto tempo tornava a sentirsi parte di un gruppo affiatato e proabilmente quel sentimento aveva fatto reagire i tatuaggi che coprivano le loro braccia, poiché anche i segni che aveva Krolia sembrarono rispondere a quelli di Ira, illuminandosi a loro volta, come se avessero risposto ad una sorta di richiamo. Krolia si ritrovò quindi come Ira a fissare curiosa i segni: non ne ebbe paura perché in realtà le stava dando una bella sensazione. Se nemmeno Ira ne era allarmato non poteva essere niente di negativo. Krolia si sorprese nel sentire Ira dirle che era la persona con cui avesse legato di più al Vaticano, e si ritrovò a ridacchiare inebetita mentre si grattava la nuca quando le confessò dolcemente che gli ispirava serenità e quiete. Se avesse saputo che razza di belva scatenata era in passato era sicura che non avrebbe pensato la medesima cosa. Se ne sentì quindi un pizzico in colpa, ma anche profondamente lusingata, difatti arrossì imbarazzata sentendosi di nuovo un pesce fuor d'acqua poiché non seppe proprio come rispondergli nello stesso modo affabile, provando solo con un imbranatissimo:
    A-anche io mi sento serena con te... ed era vero perché quando la toccava non le faceva la stessa paura che le facevano gli altri. Forse perché non c'era mai malizia nel suo tocco e nel suo sguardo o forse perché infondo le piaceva più di quanto pensasse. Grazie a quel senso di benessere aiutò Ira a non tirarsi indietro alle curiosità di Krolia riguardo Evelyn. Gli occhi del cavaliere si fecero molto attenti quando lo vide arrossire, le mancò un battito perché quella faccia la conosceva fin troppo bene dato che era la medesima faccia che aveva fatto lei dopo il suo incontro in quella stanza con Evelynn e l'alto sacerdote. Perché arrossiva in quel modo? Aveva paura di conoscere già la risposta, ma continuava a volersi illudere che non poteva essere ciò che stava pensando. Non voleva pensarlo perché non solo la faceva sentire in imbarazzo, ma le dava strane sensazioni di gelosia che non si sapeva proprio spiegare ed il guaio era che non riusciva a capire di chi fosse gelosa e quale potesse essere il reale motivo. Lei ed Ira si conoscevano appena, c'era stato solo quel bacio molto fugace e innocente fra loro due eppure il pensiero che Evelyn se lo fosse già spupazzato le faceva rabbia. La faceva sentire una idiota, la faceva sentire come se non fosse all'altezza di poter vivere una vita normale ed interessarsi ad un ragazzo che non facesse parte del trio di compagni d'armi. Era come se avesse appena scartato un delizioso dolcetto e dopo averne sentito la fragranza glielo strappavano via prima che potesse sentire il sapore. Come avrebbe potuto mai competere con una femme fatal come Evelyn? I suoi timori vennero accertati: Ira le confessò che avevano combattuto, che lui aveva perso e che quella stronza aveva usato l'eromanzia su di lui. Ciò le spiegò perché fosse riuscita a sedurre anche lei quel maledetto giorno, ma la rabbia continuava a salire, e le dita si stringevano più forte sulle mani di Ira, quasi come se avesse voluto punirlo. Testarda però continuava a tenere una faccia atona, o per lo meno ci provava dato che la palpebra dell'occhio destro inferiore di tanto in tanto vibrava come se le stesse venendo un tick nervoso. Infine quando si interruppe con quella parola: "abbiamo..." le venne istintivo sollevare una mano per poter dare un pugno sul tavolino, ma riuscì miracolosamente a frenarsi ed invece di indirizzare il pugno sul tavolino, tornò con essa su quella di Ira con dolcezza. Chiuse gli occhi e tirò un profondo sospiro che somigliava tantissimo a quello di qualcuno che teneva sotto controllo le proprie emozioni e contava fino a cento in cerca di calma.
    Non serve che lo dici... ho capito. il tono di voce uscì più irritato di quanto non avesse voluto davvero. Abbassò lo sguardo fissando un punto vuoto del tavolino mentre mentalmente insultava nei peggiori modi Evelyn e poi se stessa perché non capiva perché la facesse incazzare così tanto quella storia. Cercò di recuperare la calma, divincolò una mano per afferrare la propria bibita e dare un lungo sorso ad esso, ed in quel momento desiderò che fosse un alcoolico fortissimo per stordirle un momento la mente.
    Ha usato lo stesso metodo con me e con l'alto sacerdote. Solo che quella volta ha usato un corpo fittizzio. Tramite esso ha cercato di mostrarmi qualcosa, ha cercato di dirmi qualcosa, come se tutti noi fossimo sotto un enorme inganno, un complotto che non ha precedenti e mi ha messo in crisi perché sto mettendo in dubbio i miei ricordi. serrò la mascella continuando a guardare un punto vuoto sul tavolino.
    Non farti ingannare... se ti è piaciuto è solo per opera del suo potere. Come può piacere perdere il controllo su se stessi? solo dopo quelle parole tornò a girarsi per guardare Ira, ma lo fece con il timore di vedere in lui uno sguardo incantanto, che magari lui si fosse lasciato sedurre totalmente da lei al punto che ormai Krolia ai suoi occhi non era che più simile ad una lastra di pietra priva di fascino. Dicendogli quelle parole però gli fece capire chiaramente che lo stesso destino era toccato a lei, e che nemmeno lei l'aveva vissuta bene.
     
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    Le reazioni di Krolia furono profonde. La sincerità di Ira e il suo imbarazzo raccontavano perfettamente cosa era accaduto, e anche la donna che teneva per mano ed era di fronte a lui aveva vissuto esprienze simili abbastanza da leggere quanto serviva. Ma se nella sua amica vi erano un nuvolo di emozioni contrastanti e negative, sofferte a tratti, nell'uomo vi era confusione, smarrimento e anche qualcosa di simile alla vergogna. Ma per cosa effettivamente? Ira non aveva mai avuto aspettative sulle proprie esperienze, quindi di per sè che Evelynn si fosse presa la sua verginità non era qualcosa di fondamentale, ma quello che riusciva a mettere a fuoco era stata la casualità dell'evento: non vi era stata scelta, attesa, decisione o tripudio nel vedere le proprie costruzioni raggiungere un punto. Il sesso dovrebbe avvenire a fronte di una crescita prograssiva di un sentimento, non di una pulsione così manovrabile o flebile e illusoria. Poi per Ira c'era anche il problema di quello che aveva subito alla fine di quel rapporto così intenso... Ma ne avrebbe parlato a tempo debito. Ora ogni suo senso era dedicato a Krolia, che stava facendo trasparire il come la loro missione aveva avuto anche dei risvolti secondari, pesantemente avvenuti durante un momento di debolezza e necessario riassetto. Evelynn sapeva come e dove colpire, era sia un gioco che un'arte, come la scherma o altri sport dove ogni filo tessuto deve portare a quel singolo risultato di valore.
    Krolia.. Io...
    Ira avrebbe voluto dire qualcosa ma sarebbe stato totalmente sorpreso da come la donna si sarebbe messa a fissarlo. Era difficile leggere che espressione avesse lei, siccome vi erano tanti segnali che indicavano non solo stress ma anche paura e qualcosa di non lontano dalla disillusione, tutti elementi disarmanti che fecero agire l'uomo nella maniera che più gli venne spontanea: Ira avrebbe sorriso dolcemente a Krolia facendole capire che era lì per lei, avvicinando la mano che non aveva cercato la bibita e che tratteneva nella sua verso il petto così da potersi avvicinare di più col busto. Sempre nel silenzio e mostrando un sorriso dolce e tranquillo, l'omone avrebbe allungato la sua mano libera per cingere il volto di Krolia, dandole un appoggio delicato ed educato per la sua guancia, cercando di trasmetterle sicurezza.
    Io.. Noi... Noi possiamo ritrovarci in situazioni pessime. Forse lo abbiamo sempre saputo, ma qui siamo la prima linea per tante cose oscure... E la nostra carne ne pagherà il prezzo, come il nostro spirito. E' una caduta nel buio come descritto nell'inferno buddista, ma nessuno vieta di stare vicini e non perdere se stessi e ciò che vi è davvero di prezioso. Non negherò mai che Evelynn abbia avuto il suo modo di metterci di fronte ai nostri limiti, e a toglierci qualcosa che non pensavamo fosse importante fino al momento che la abbiamo persa...
    Ira avrebbe preso un lungo respiro per organizzare al meglio quello che stava per dire a Krolia, capendo quando lui stesso condividesse il bisogno di vedere in chi aveva di fronte qualcuno che potesse dare valore ancora alla sua persona. Poi si sarebbe fatto in avanti per appoggiarsi alla fronte di Krolia, sia per farle sentire una sorta di contatto intimo quasi, ma anche per lui per poter far sentire la sua vicinanza alla compagna.
    Se non puoi fidarti del passato... Fidati di me. Fidati dell'Ira che si fida di te. Io sono qui. Per te...
    Ira stesso si rese conto che quella vicinanza stava facendo sentire ancora di più i buonissimi profumi della donna, quella sensazione di pulito e doclezza che non smetteva di apprezzare... E sulle dita che stavano sulla guancia di lei alcune ciocche di capelli potevano essere sfiorate, fresche e setose, facendolo muovere istintivamente verso la nuca della ragazza per accarezzarla. Era un gesto lento, sereno e che poteva essere percepito come una coccola di supporto, ma per Ira le sensazioni che sentiva sui propri polpastrelli erano incredibilmente positive e piacevoli... Tutto di Krolia era piacevole, che fosse per le sue singolari capacità o per lei stessa... L'omone non poteva fare altro che sentire il suo sentimento di ammirazione per lei crescere a dismisura.
     
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    Ira rappresentava per Krolia una nuova svolta nella sua vita. Bowen l'aveva aiutata tantissimo ad abbattere i suoi demoni peggiori, e gliene era grata per sempre, e grazie a lui che adesso riusciva ad interagire in modo così spontaneo con Ira e tenerlo per mano per dargli sostegno. In passato per lei era impensabile riuscire ad avere un contatto fisico del genere. Ira era il primo uomo al mondo che non le metteva paura, con cui riusciva ad avere delle conversazioni così intime, nonostante si conoscessero da poco tempo. Erano compagni del vaticano, era un amico nuovo che voleva coltivare, il primo amico fuori dalla sua comfort zone. Ed il fatto che se ne era sentita così gelosa nel sapere che era stato puntato da Evelyn l'aveva confusa. Possibile che se ne sentisse già così legata? Ira le sorrise dolcemente, facendo sbattere gli occhi a Krolia un pochino perplessa, poiché sembrava decisamente il sorriso di un caro amico pronto a darle manforte, quando un momento prima invece aveva sicuramente avuto i bisogno lui di avere un sostegno morale del genere. Oltretutto quel sorriso così dolce stampato su suo volto lo rendeva ancora più affascinante del solito, e si ritrovò ad arrossire leggermente sulle gote poiché lo trovò irresistibile. Non si limitò solo a sorridere in quel modo seducente, poggiandole anche la mano sulla guancia, un gesto che sorprese Krolia facendole sentire una vampata di calore espandersi in tutto il corpo che esplose sulle sue guance facendole arrossire parecchio di più. In passato probabilmente quel tocco gentile le sarebbe sembrato viscido e le avrebbe fatto una paura tale da spingerla ad allontanarsi bruscamente, invece in quel momento si rese conto di quanto fosse cambiata. La sua mano le sembrò calda, piacevole sul volto. Da un lato le rilassava il corpo, mentre dall'altro la agitava come una scolaretta alle sue prime cotte. Cosa significava quella carezza? Krolia non sapeva come rispondersi, non aveva mai avuto a che fare con quel tipo di cose, non sapeva se giudicare quel gesto intimo fosse esagerato, o se fra amici in effetti si facesse così. Bowen ed Evan erano dei pessimi esempi da prendere e fra loro ormai c'erano anni e anni di confidenza, quindi era diverso. Per non parlare del fatto che non aveva mai condotto una vita normale fino a quel giorno, le mancava l'esperienza sociale. Ira la invitò a fidarsi di lui, facendogli discorsi sul fatto che in fin dei conti loro erano destinati a combattere cose oscure e brutte, ma che potevano sostenersi a vicenda. Quindi era il suo modo per starle vicino? Coccolandola in quel modo? Stava per dirsi che forse stava dava esagerando il peso dei gesti di Ira, che quella non era che una carezza che si fa per consolare, o almeno così pensò fin quando lui non si fece ancora più vicino, poggiando la fronte contro la sua. Per un momento Krolia andò nel panico: stavano di nuovo per baciarsi? Fissò le labbra di Ira ma le sembrarono troppo distanti, e si sentì una totale imbranata perchè non sapeva davvero come interpretare quel momento. L'agitazione mise in fermento il suo potere, ed Ira avrebbe sentito le fragranze di Krolia cambiare continuamente, come se non riuscisse a trovare una giusta definizione, ma in ogni caso erano tutte piacevoli e dal timbro femminile.
    I-io aah, ecco ehm... che diamine aveva detto? Aveva balbettato come una scema, ma non riuscì a farne a meno dato che la mano di Ira aveva iniziato ad accarzzarla anche sulla nuca facendole venire piccoli brividi che non aveva mai provato prima di allora.
    N-non so da dove cominciare. Intanto grazie Ira, significa tanto per me... disse cercando a tutti i costi di rispondere alla gentilezza di Ira, così riportò la mano che prima era sulla bibita verso il volto del ragazzo, e provò ad accarezzargli con le dita la guancia come aveva fatto lui, percorrendo timidamente con le dita la linea della mascella. Notò la ruvidezza tipica di un uomo che si radeva spesso, la linea forte dei suoi lineamenti. Ciò la incoraggiò a continuare ad accarezzarlo ancora, a tirare un sospiro per farsi coraggio e spiegarsi.
    In passato io ho fatto del male, davo la caccia ai pedofili in modo spietato e crudele, convinta di fare una missione per il bene. Sbagliavo in ciò che facevo e quando me ne resi conto ne soffrii terribilmente. Ero pronta a pagare tutti i miei peccati. Lucia mi aiutò, sigillò quei ricordi che mi facevano male per darmi modo di redimermi, e farmi vivere nel Vaticano nel giusto modo. Quando lei morì, tornò tutto nel modo peggiore possibile, ed Evelyn insinua che i miei ricordi potrebbero essere falsi, che io possa essere manipolata... E questo mi ha terrorizzata... confessò cercando di dare un contesto che gli spiegasse il quadro generale di ciò che la tormentava.
    E se ciò che ricordo non fosse vero? Io... Posso davvero dire di essere davvero io... in realtà quella domanda ne racchiudeva mille altre ancora, ma lasciavano intendere benissimo quanto potesse essere angosciante non sapere se effettivamente fosse stato cambiato qualcosa, infondo le avevano toccato la mente ed i ricordi, cosa avrebbe potuto impedire di non fare davvero qualcosa per spingerla ad agire in certi modi?
     
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    Il tocco di Krolia in risposta al proprio fece rilassare Ira in maniera naturale e piacevole. Forse era per istinto che si muoveva a quella maniera con lei, ma sembrava quasi che fosse la sensorialità a farla da padrona, sopratutto per loro due che a modo loro erano degli imbranati con le parole quando si trattava di faccende personali. E nessuno dei due in realtà stava navigando in onde sicure, dato che la loro situazione, data anche la spiegazione di lei suoi suoi ricordi, metteva entrambi in un immaginario mare nero privo di onde o luci di riferimento, senza vento per navigare o una direzione da seguire, ma solo l'angosciante sensazione di non potersi appoggiare con fermezza a qualcosa. Ma ora erano lì in due e potevano sentire chiare le rispettive presenze, anche fosse un semplice placibo era già un primo passo per sentire meno peso delle emozioni che attanagliavano in negativo i loro cuori. Ira si permise di respirare con calma, osservando bene Krolia e permettendo di agire liberamente offrendole il proprio volto come meglio preferiva, trasmettendola tranquillità come poteva e ricezione di quello che aveva espresso.
    Krolia... Nelle nostre memorie esiste di sicuro l'importanza della realtà degli eventi che abbiamo vissuto. Senza un punto del genere a cui aggrapparsi, ci si sente dei contenitori vuoti riempiti con qualcosa di estraneo. Ma esiste anche un'altro aspetto che tutti preferiamo evitare, anche io lo evito senza esclusione...
    Ira stava usando un tono molto chiaro e diretto, esplicativo. Sembrava non volersi tirare indietro dal proporre un opinione, e non magari qualche frase di comodo sibillina e filosofica comoda per le circostanze.
    ... Io scappo dall'ammettere che i miei ricordi non abbiano una gran parte di buchi e comodità date dalla sensibilità o dalle emozioni con cui ho vissuto. Come si chiamavano i ragazzi che mi bullizzavano? Me li ricordo tutti perchè mi faceva comodo il sentimento che mi provocava l'idea di vendicarmi. Il sapore che mi da il pensiero di essere cresciuto nella persona che sono ora alla faccia loro... Ma come si chiamava invece qualche altro ragazzo che viveva in orfanotrofio con me o che magari è arrivato il giorno che me ne sono andato?
    Ira avrebbe fatto un lungo sospiro prima di scuotere leggermente la testa.
    La memoria, Krolia, serve a fortificare il sentimento dietro degli aspetti che ci definiscono... E per quanto possa venire alterata, sigillata o cancellata... Noi avremmo sempre il nostro filtro più intimo e viscerale per tenere solo quello che vogliamo davvero. In te esiste sia l'archivio di tutte le cose che ricordi, ma anche la chiave che può aprirlo davvero e dirti se è reale...
    Ira avrebbe fatto scendere la mano dal volto di lei per posarla sul petto, con indice e pollice che seguivano le direzioni delle clavicole e il palmo caldo che carezzava lo sterno, figurativamente per seguire le parole che aveva detto.
    ... E se hai dubbi su questo, se la paura che la tua vita sia una menzogna o che il motivo per cui ti trovi qui sia una fiaba comodamente allestita per degli obbiettivi sconosciuti... Io sarò il primo a darti man forte per scoprire la verità!
    A quel punto l'omone avrebbe lasciato la mano scostarsi dal petto della donna per ricercare la mano di lei che aveva sul volto, così da poterla accompagnare sul proprio peto e permetterle di sentire con la dovuta calma il proprio cuore battere, insieme al suo respiro profondo e sicuro, lento ma senza interruzioni. Quello che trapelava da tutto questo era che Ira sentiva di dover dare a Krolia poche spiegazioni ma molte sicurezze di essere pronto ad agire. Buttarsi in avanti era sicuramente una parte caratteriale caratteristica dell'uomo, ma era anche vero che la donna aveva dato in passato l'idea che costruire piani o farsi castelli mentali le permettevano solo di accrescere panico e dubbi, quando invece l'essere concentrata ad agire le risvegliava un senso della concretezza più accentuato. Ricordi veri o falsi, passato cruento reale o fiction impiantato, Krolia era una donna dall'animo forte e guerriero che non poteva o voleva permettersi di farsi schiacciare dal dubbio.
     
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    Era la prima volta che dava voce alle sue preoccupazioni, non aveva ancora raccontato nulla ai suoi compagni per non mettere loro preoccupazioni inutili. Infondo lei stessa aveva molti dubbi su ciò che Evelynn aveva cercato di dirle, ma allo stesso tempo non voleva escludere totalmente le sue teorie, quindi Krolia si era ritrovata in un limbo di indecisione perché non aveva elementi su cui poter lavorare e decidere che strada intraprendere. Dirlo ad Ira la fece sentire un pochino più leggera, facendole capire che in situazioni come quelle serviva davvero un amico con cui confrontarsi. Difatti quando Ira iniziò a dire la sua, Krolia pendeva dalle sue labbra, ed ascoltò ogni sua singola parola come se fossero delle perle di saggezza da non perdere assolutamente. Ira la fece riflettere su un punto importantissimo a cui non aveva pensato: i suoi sentimenti. Erano la chiave per potersi districare nel dubbio se i suoi ricordi fossero veri o meno. Tramite il suo cuore avrebbe potuto capire se il ricordo che aveva le apparteneva, poiché solo il cuore poteva definirli davvero. Se quindi un ricordo non le scuoteva l'animo forse non era un vero ricordo. Sembrava così ovvio detto da lui, ma lei in effetti non ci aveva pensato poiché presa dalla paura. Le parole di Ira le furono di immenso conforto, al punto che le carezze di Ira, anche quando si spostò dal volto al petto non le diedero nessuna sensazione di fastidio o di paura. Al contrario sembrava che le piacesse moltissimo essere coccolata da lui, e questa cosa non se la sapeva spiegare, semplicemente Ira le dava sensazioni di intesa, sembrava quasi che Ira fosse nato per poterla toccare e coccolare senza metterle ansia. O forse era lei che lo aveva scelto istintivamente senza rendersene conto. Forse perché il suo tocco non era mai malizioso, ma sempre pieno di sincero affetto e ciò la faceva sentire al sicuro. Lo guardò come se fosse stato il suo oracolo, le sembrava di avere le idee molto più chiare e ciò la fece sorridere sollevata dal suo enorme fardello. Ira era davvero disposto ad aiutarla, e Krolia se ne sentì così felice da sentirsene confusa. Lasciò che Ira guidasse la sua mano sul petto del ragazzo, e con un pizzico di timidezza posò le dita contro di esso, sentendone il calore, la consistenza del pettorale così diverso da quelli che aveva avuto modo di toccare o vedere. Sentiva il battito cardiaco di lui e seguì il ritmo, rilassandosi docilmente, muovendo timidamente le dita per carezzarlo.
    Hai ragione, sarà il mio cuore a guidarmi. Ma... sollevò lo sguardo per guardare Ira dritto negli occhi con un velo di preoccupazione.
    ...se dovessi fallire, se non riuscissi a riconoscere la verità, tu sarai lì a darmi un cazzotto in testa per farmi rinsavire? Mi prometti che se dovessi farmi abbindolare, mi fermerai prima di fare un grosso errore? la mano che stringeva quella di Ira si strinse più forte a lui, in cerca di un sostegno, di un compagno su cui potesse contare. Non che non si fidasse di Bowen ed Evan, ma infondo se avevano davvero manipolato i suoi ricordi era altamente probabile che anche loro due erano nella sua stessa barca. Forse la sua era una richiesta egoista, dargli una responsabilità del genere era davvero tanto, ma sul momento non ci pensò, poiché Ira le dava la sensazione di qualcuno che fosse in grado di aiutarla e proteggerla, aveva quel animo paterno che la stregava. Le venne quindi naturale cercare rifugio fra le sue braccia, e cavolo se in quel momento aveva voglia di abbracciarlo, ma non sapendo come fare, si limitò a carezzarlo e stringergli la mano.
     
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    Ira si sentì sollevato per la reazione di Krolia, che confermarono all'uomo quanto la donna di fronte a lui ne avesse passate abbastanza da aver dimenticato se stessa.
    Krolia... Ovvio che ci sarò... I miei poteri sono nati come una maledizione, ma attraverso l'allenamento mi hanno permesso di combattere con la sicurezza di poter frenare e immobilizzare senza ferire. Non ci sarà bisogno di "cazzotti in testa", ma solo della tua fiducia in me!
    A quel punto l'uomo si sarebbe fatto avanti per portare la mano di Krolia che stringeva la propria anch'essa al petto a raggiungere l'altra, liberandosi poi dalle dita per poter allargare le braccia e abbracciare la donna per portarsela col volto al petto, con la mano posta dietro la nuca tra i capelli per accarezzarla e tranquillizzarla e l'altro braccio che cingeva il busto e si chiudeva con le dita sulla base dei dorsali. Il respiro di Ira era calmo e profondo e Krolia poteva benissimo sentirlo scorrere in quella grossa cassa toracica che ora faceva da appoggio allla sua guancia. Non volendo si stavano aiutando entrambi siccome concentrandosi su di lei e sui suoi dubbi anche Ira si era calmato enormemente ed era tornato più sul suo fare solido e tipico, altruista.
    Andrà tutto bene... E ricorda che non ci sono solo io. Il Vaticano è luminoso proprio perchè a partire da Lucia ci sono tante figure che sono pronte a darti supporto. So che aprirsi non è facile... Ma sarebbe assurdo pensare che proprio qui al centro della speranza non vi sia una luce che ci possa guidare. Noi stessi possiamo diventare quella luce per qualcuno...
    Ira carezzava la nuca e i capelli di Krolia con fare coccoloso, dolce, quasi come se volesse far addormentare una bambina. Allo stesso tempo ogni particolare profumo che la donna emanava invadeva le sue narici e si aggrappava alla sua pelle e a quello che indossava. Questo particolare aspetto della sua amica era un fattore che probabilmente la aveva resa speciale sotto molte luci differenti, come una sorta di comunicazione non verbale che la rendeva sincera, piacevole da starci accanto e con una punta giocosa che non guastava. C'era da dire anche che quei profumi così intensi e percepibili, ma piacevoli e apprezzabili, era una sorta di terapia che stava funzionando enormemente sulle ombre che attanagliavano la mente dell'uomo. Seppure era vero che lui si stava offrendo per aiutare Krolia nella sua ricerca, ne stava ricevendo altrettando in una maniera inaspettata e benvenuta. Tenerla poi fra le sue braccia gli fece rendere conto quanto il corpo della donna fosse sviluppato e solido, rammentandogli che era pur sempre una guerriera e che quell'aspetto fragile che gli aveva mostrato era anche una dimostrazione di fiducia non da poco, uno spiraglio in quell'armatura così ben tenuta che meritava ogni riguardo e disponibilità. Poteva essere riassunto tutto col semplice fatto che Krolia era qualcosa di bello, e che proprio per questo Ira ci si stesse pian piano aggrappando e mettendosi a disposizione, ammettendo a se stesso che oltre la buona volontà aveva bisogno di qualcosa che gli rammentasse che vi fosse sempre qualcosa di prezioso da proteggere.
     
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    Krolia si lasciò sfuggire un sorriso emozionato quando Ira le diede la sua totale disponibilità, rassicurandola anche sul fatto che non sarebbe nemmeno servito farle del male semmai fosse diventata un pericolo, dopotutto il suo potere era fatto per fermare e immobilizzare il nemico senza ferirlo. Una notizia che la rassicurò ancora di più, non che avesse paura delle ferite, infondo ne aveva subite molte in passato, ma in qualche modo la rassicurava il fatto che potesse contare su di lui, magari anche per altri tipi di problemi. Il gesto successivo di Ira la spiazzò un poco, Krolia era tesa perché si sentiva in profondo imbarazzo, ma allo stesso tempo non si ritraeva da Ira perché infondo infondo, le piaceva toccarlo, le piaceva sentire il battito cardiaco del ragazzo attraverso le dita, sentire il suo calore. La stupiva che non si sentiva intrappolata in un abbraccio viscido e soffocante, al contrario si sentiva al sicuro, si sentiva coccolata. Quelle sensazioni erano del tutto nuove per Krolia, al punto che quando sentì il petto di Ira premersi contro il suo viso, andò a fuoco per l'imbarazzo. Una sensazione anche quella del tutto nuova, così diversa di quelle che aveva provato in passato. Erano sensazioni piacevoli, così piacevoli che non si sognò nemmeno per un momento di respingere Ira. Per un lungo momento rimase schiacciata contro il corpo di Ira, frastornata dalla novità e rigida come un ciocco di legno perché non aveva idea di cosa fare. Era emozionata, ma aveva voglia di ricambiare quelle coccole in qualche modo. I profumi che emanava Krolia continuavano a cambiare da una fragranza all'altra come se non riuscisse a darsi una identità, o come se non riuscisse più a controllarsi poiché troppo distratta da ciò che stava succedendo, ed era la verità. Si lasciò cullare anche dalle sue parole rassicuranti, pensando che avesse ragione, che poteva contare sui suoi compagni, che non le avrebbero permesso di fare del male, di prendere la via sbagliata. A quel punto Krolia ritrovò coraggio e timidamente fece scivolare le mani sul petto di Ira, passando sul costato, poi sulla schiena così che potesse circondare con le sue braccia il busto di lui e ricambiare l'abbraccio e stringerlo un pochino a sé, senza premere troppo per paura che gli facesse male sulle ferite.
    Grazie Ira... grazie... fece provando a carezzare a sua volta la schiena di Ira, accorgendosi di quanto fosse ampia, sembrava fatta apposta per proteggere il prossimo, per fare da muro contro le cose brutte. Ed in quel momento Krolia si rese conto che infondo era ciò che Ira stava facendo, la stava proteggendo dai brutti pensieri, accantonando i suoi problemi per ascoltarla e sostenerla. Fece un piccolo sospiro sentendosi un pochino in colpa, infondo Ira non aveva ancora parlato di ciò che gli aveva lasciato Evelyn e che lo preoccupava, ma non voleva nemmeno forzarlo a parlarne, voleva che fosse spontaneo, doveva essere lui a sentirsi pronto per farlo.
    Devo chiederti perdono, ogni volta che parliamo, mi fai stare così bene... io non ho mai provato nulla di simile. Come la volta scorsa che sei riuscito a far sparire la paura e senza nemmeno capire se lo volevi anche tu... ti ho rubato un bacio. nascose il suo viso fra i suoi pettorali, perché si vergognava ancora di quel gesto così impulsivo, ma spontaneo di quella volta.
    Invece di chiederti scusa sono scappata come una vigliacca, adesso mi rassicuri e mi consoli, quando quello che aveva bisogno di una mano eri tu. Scusa... sono proprio una frana in quese cose. confessò, continuando a premere il viso contro i pettorali per nascondere il suo volto colpevole, imbarazzato e rosso come un peperone maturo. Come poteva mai competere con una femme fatal come Evelynn? Come la vedeva Ira? Sicuramente come una bambina spaventata che aveva bisogno di essere guidata. Si stava convincendo sempre di più che Ira non sarebbe mai riuscita a vederla come una donna. Quindi doveva accontentarsi di quelle coccole, e di essere sua amica. Doveva esserne felice, eppure c'era una vocina infondo al suo cuore che le diceva che probabilmente non le sarebbe bastato. Una vocina che Krolia ancora non riusciva a comprendere del tutto e che la faceva sentire davvero come una bambina dispersa in un pericoloso bosco.
     
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    Quando Krolia si spinse ad abbracciarlo, Ira accolse il gesto come un grosso sforzo da parte della donna di aprirsi non solo a parole ma anche più fisicamente permettendogli un contatto reciproco e risposto. Un segno di fiducia che riteneva prezioso e a suo modo rassicurante, come i profumi che emetteva che non cedevano mai a essere fastidiosi, ma anzi era come stendersi in un campo di montagna in estate, in cui i fiori più resilienti e colorati sbocciano e trasformano il bianco del paradiso di certe cime in prati verdi pieni di acqurelli variopinti. Sinceramente era difficile pensare alle ferite che si stavano rimarginando o altre cose, siccome il tocco di Krolia rimaneva attento e piacevolmente leggero, copsa che lo riportò con la mente al giorno in cui si erano mossi in palestra, inizialmente solo come una sorta di punto di partenza per apprezzare quanto la donna si fosse rese più empatica, ma poi quando anche lei prese il discorso su quel preciso momento l'omone fu un pò sorpreso. Imbarazzato? Abbastanza. Krolia poteva percepire benissimo come il calore del petto fosse aumentato al pari del battito cardiaco, anche se i respiri rimanevano profondi. Ma per una volta Ira ebbe anche altre sensazioni che cominciarano subito dal non farlo irrigidire, dal non rifiutare un momento di equilibrio precario ma di "danzarci" sopra, come se Krolia fosse una energia che non aveva bisogna in quel momento di una ostruzione o di colpevolizzarsi di più, ma di cambiare prospettiva. La mano che carezzava la nuca di Krolia la avrebbe invitata a tirare su lo sguardo, spostandossi da prima sul mento per farla tornare verso il suo petto con lo sguardo, e poi accompagnandola verso il collo al lato per farla appoggiare in modo che potesse appoggiarsi sulla spalla ma col viso fosse girata verso la sua mandibola. Non la avrebbe appesantita mentalmente mettendosi occhi negli occhi, ma non voleva assolutamente che sentisse un sentimento di allontanamento o barriera. Alle volte sembra una distanza enorme quella da percorrere con il viso per rialzare lo sguardo e non sentirci schiacciati.
    Krolia... Nei gesti, pian piano che ne facciamo, ognuno di noi ci mette un intero mondo. E di quel bacio...
    La testa dell'uomo si sarebbe messa in modo da poter strusciare la guancia sulla fronte della donna, quasi mettendole il collo a disposizione in un gesto di fiducia.
    ... E di quel bacio ho percepito qualcosa di prezioso. Unico. Perchè lo sei... Unica...
    A quel punto l'imbarazzo vinse a pieno silenziando qualsiasi altro briciolo di coraggio avesse Ira, portandolo ad abbracciare di più Krolia per avvicinarla ancora di più al proprio collo, non proprio obbligandola a stare a contatto con la faccia alla pelle di quella zona, ma davvero a pochi millimetri dalla stessa. I respiri si erano fatti un pelo più irregolari e i battiti cardiaci erano fin troppo traditori nel mostrare l'agitazione oltre le dolci paroline enunciate. Ma l'omone non mancava la delicatezza di tenersi la donna vicina e tranquillizarla carezzandole i capelli e abbracciandola styretta a sè per farle sentire affetto.
     
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    Krolia non si era mai sentita in quel modo prima di allora. In passato quando provavano a toccarla, le sembrava di sentire un peso appiccicoso sulla parte che entrava in contatto, facendola sentire sporca. Invece il corpo di Ira, le sue braccia e le sue carezze, le davano sensazioni totalmente opposte, si sentiva leggera, come se fosse stata avvolta da una coperta morbida e calda. Le ricordò quei momenti in cui sua madre la consolava, quando la cullava perché si svegliava nella notte poiché preda dagli incubi. Nelle carezze di Ira, sentiva lo stesso tipo di timore che coglieva suo padre dopo ciò che le era successo, poiche temeva di spaventarla perché magari le ricordava quel orribile uomo. Quando la mano di Ira cercò di sollevarle il viso, si strinse più forte a lui, rispondendo a quella strana voglia di rimanere ancora in quel modo. Aveva paura che quel gesto significasse che doveva andare che il tempo delle coccole ormai fosse finito. Invece le carezze sul suo capo continuarono e fu grata a lui di non averla costretta a guardarsi negli occhi perché in quel momento si sentiva immensamente in imbarazzo. Staccarsi da lui sarebbe significato metterla davanti alla nuda e cruda verità, ovvero che Krolia provasse qualcosa per lui, che quel bacio rubato le era piaciuto e sebbene gli avesse chiesto scusa, in realtà non se ne era mai pentita. Quel sentimenti la spaventava ma allo stesso tempo la elettrizzava, perché era qualcosa di nuovo, qualcosa d molto molto diverso da ciò che aveva sempre vissuto in passato. Ira era come una fiaccola calda di luce in un tunnel buio e umido. La posizione del corpo e le coccole dovevano aiutarla a rilassarsi, ma Krolia si sentiva esattamente al contrario. Non aveva però paura, voleva semplicemente che quel momento non finisse mai. Il suo cuore accelerò i battiti quando lui riprese parola, temendo ad ogni spazio fra una parola e l'altra che sarebbe arrivata la pugnalata al cuore: non voleva perdonarla, oppure avrebbe sminuito così tanto i suoi sentimenti da farla sentire una inetta. Le mani si strinsero alla sua maglia, non voleva che si accorgesse che stavano tremando. Sollevò leggermente lo sguardo fissando la linea della sua mandibola mentre lui disse che quel bacio era stato prezioso e unico, perché anche lei lo era. A quel punto sentì il cuore martellarle anche nelle tempie, e si sentì felice, così immensamente felice da non capire più niente. Lo abbracciò più forte, avvicinandosi anche con il busto a lui. Voleva ringraziarlo, ma sentì una specie di groppo in gola e temette di balbettare come una idiota. Le parole sembrarono pesare tantissimo, schiacciate da incertezza e timidezza. Però voleva fargli capire che aveva apprezzato tantissimo ciò che le disse, così prese tutto il coraggio di cui era capace e si avvicinò a lui, gli diede un piccolo e timido bacio sulla mandibola. Sentì la sua pelle ed il suo calore e percepì chiaramente il desiderio di averne di più, infondo era solo un bacino su una guancia si disse. Emozionata, si tirò un pochino più su e diede un altro timido bacio sulla guancia. Ne seguì un altro ancora, questa volta però premette le labbra con un pochino più di decisione contro la pelle. Se Ira non l'avesse fermata ne avrebbe dato un altro ancora, sempre un poco timida e impacciata, non accorgendosi che stava disegnando un tragitto sempre più vicino alle sue labbra, dato che infondo desiderava quel tipo di bacio. Quando arrivò all'angolo della sua bocca, sentì una sorta di elettricità attraversarle il corpo e sebbene sentì chiaramente le labbra formicolare per azzerare le distanze, lei invece si allontanò timorosa di aver osato di nuovo troppo. Fissò le sue labbra da cui non riusciva proprio ad allontanarsi troppo, erano a pochi centimetri di distanza, ma non voleva essere come Evelyn, non voleva imporsi. Così lo guardò negli occhi, rossa come un peperone ma languida, in attesa di capire se anche lui voleva un altro bacio.
     
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    Se Krolia si alternava tra tensione e spinta, Ira era una palla di arrendevolezza e paralisi che rasentava lo stato catatonico. Aveva la faccia rossa come un peperone dopo aver detto quelle parole e si sentiva la fronte in fiamme e le guance bollenti, sentiva che stava sudando sul palmo delle mani e che non voleva "insudiciare" la donna che aveva tra le braccia, ma pensarlo lo riportava alla realizzazione che erano arrivati fino a quel punto perchè si era proteso per lei così tanto, e ogni cosa che aveva fatto ci credeva veramente, senza aspettative ma solo disponibilità. Ma sentire Krolia che rispondeva positivamente alle sue parole lo facevano sentire bene, felice per lei e sempre più desideroso di vederla sorridere e stare meglio. Ma sapeva anche che non poteva ancora ammirare il suo volto fin tanto che lei non si fosse sentita a suo agio, capendo solo in quel momento che la sua empatia stava anche condizionando i suoi pensieri tanto che si stava proiettando su di lei, sentendo lui stesso che quell'imbarazzo era davvero forte e radicato in lui. Ma poi lei che si protese a dargli quel bacio sulla guancia fece sparire ogni cosa. Un contatto leggero che però ebbe l'effetto di spegnere quell'enorme garbuglio. E poi sentì ancora lei che si fece avanti per dargliene ancora uno, e ancora un'altro, percorrendo l'anatomia della sua guancia, ma finendo per avvicinarsi pian piano alla bocca. Per Ira c'era qualcosa di tenero che non avrebbe mai pensato di desiderare così tanto, al pari di qualcosa di romantico che magari si poteva leggere nei libri o osservare in quelle persone che si prendono il loro tempo per conoscersi magari in riva al mare o in uno splendido prato di montagna. I profumi di Krolia portavano a pensare a tutte queste immagini vivide come se l'uomo fosse davvero in quei posti con lei. Fosse anche stata una illusione, un gioco dei sensi portati al limite dall'inesperienza e da sentimenti forti ma indefiniti, andava comunque bene così. Ira non è una persona che ama le illusioni o il rifugiarsi nelle fantasie, per questo la realtà del contatto con Krolia, il trasferimento di calore del suo corpo sodo e ben sviluppato, i profumi di ogni parte di lei e quel contatto con le sue labbra erano ben accetti. In più quel momento fece muovere Ira pian piano agevolando il girarsi verso di lei per poterne incontrare lo sguardo e il volto. Erano tutti e due una palla di imbarazzo, ma in quegli occhi violacei e limpidi l'omone percepiva qualcosa di ingenuo e naturale che annullò qualsiasi resistenza mentale o "professionale". Gli venne dapprima di spostare le mani da dietro la nuca di lei ai lati del volto per accoglierlo fra le proprie mani, rassicurandola passivamente che non doveva avere paura di un rifiuto. Un pò impacciato si sarebbe avvicinato e allineato alla punta del naso di Krolia col proprio, quasi come un buffetto punta a punta che avrebbe preso appena un millisecondo prima che si facesse avanti lui stesso per cercare le labbra di lei con le proprie, posandole senza fare pressione o movenze particolari, ma solo unendole delicatamente inclinando la testa per farle combaciare, socchiudendo gli occhi per rimanere in contatto visivo con lei e vederne le reazioni, forse prolungandosi troppo in quegli interminabili secondi, ma tradendosi di come quel gesto dimostrasse quanto in quel momento non avesse davvero altri pensieri se non "imparare" cosa Krolia volesse raggiungere. O forse anche non andare da nessuna parte, e rimanere così con le bocche unite in maniera quasi giovanile e inesperta per potersi abbracciare più stretti e potersi godere i respiri dell'altro che si mischiano ai propri. Non era bravo a farsi avanti o tirarsi indietro, ma per questa volta Ira non si sarebbe messo a sprecare nessuna molecola di ossigeno a dire altre frasi superflue, indipendentemente da quanto potessero essere giuste, perchè Krolia in quel momento aveva completamente cancellato ogni cosa che avevano attorno.
     
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    La timidezza e l'insicurezza di Krolia era data dalla sua inesperienza in campo amoroso, e l'imbarazzo di essere così estranea all'argomento a quell'età. A tutti gli effetti quello si poteva considerare la sua primissima volta: non aveva mai flirtato con nessuno, non aveva mai espresso il suo interesse verso qualcuno come aveva appena fatto con Ira. Forse doveva ringraziare Bowen se era riuscita ad uscire dal suo guscio e riuscì a prendere l'iniziativa. Certo non era affatto stata una "femme fatal", non c'erano stati giochi di parole maliziosi o brillanti battute per fare colpo. Però per Krolia quel momento valeva più di mille parole, più di tutte le tecniche di rimorchio al mondo messe assieme. Krolia in quel momento non si chiedeva perché gli aveva dato quei baci, non si chiedeva perché desiderasse un contatto più intimo con Ira. Se glielo avessero chiesto non avrebbe saputo rispondere. Semplicemente sentiva il desiderio di farlo, sentiva il bisogno di costruire un ponte fra i loro cuori. Krolia quindi era tesissima mentre attendeva una risposta fisica di Ira. Deglutì a vuoto quando lui la afferrò per il viso, essendo anche lui imbarazzatissimo non riusicva a leggere la sua espressione del viso. Dopotutto la povera Krolia non aveva idea di che faccia facesse un uomo quando ricambiava l'interesse. Il cuore le balzò in gola nel momento in cui i loro nasi si sfiorarono, in un gesto così dolce e intimo che di solito si faceva fra fidanzati. Infine le labbra di Ira si posarono contro quelle di Krolia, lei socchiuse gli occhi, trattenne il respiro, ma nella sua testa stavano esplodendo mille fuochi di artificio perché si sentì felice, così tanto felice che quando tornò a respirare quasi singhiozzò. Non ci furono lacrime, ma solo un intensa emozione che la portò a stringersi di più a lui. Premette le proprie labbra contro le sue con più decisione, quasi come se avesse voluto sincerarsi che non fosse una stupida illusione. Percepì la morbidezza di quelle labbra, ricordandole quando le aveva saggiate la prima volta, ma non aveva dato abbastanza tempo per memorizzarne anche il sapore. Krolia socchiuse le labbra, per poterle far scivolare fra quelle di Ira, non cercò subito il tocco con la lingua, ma si godette quel primo contatto, rendendolo meno impacciato e rigido, più complice e dolce. Fece schioccare dolcemente le labbra, e ne cercò ancora un altro, ed un altro ancora, fin quando non sentì la tensione sciogliersi ed osò un pochino di più sfiorando con la lingua le labbra di Ira, cercando il tocco complice della sua. Se l'avesse assecondata, i loro baci gradualmente sarebbero diventati sempre più audaci, più intensi, Krolia avrebbe seguito il suo istinto facendo incrociare le lingue in una languida danza. Le mani di Krolia che prima erano aggancate alla maglietta di Ira si aprirono dolcemente per tornare ad accarezzare la sua ampia schiena, la sua nuca, era in equilibrio precario sulla sua sedia, ma non le importava, voleva sentire il suo abbraccio, le sue labbra, voleva che quel momento durasse ancora molto molto a lungo. Si sentiva come una ragazzina alle medie con la sua prima cotta, il suo primo ragazzo. Era assurdo dato che comunque aveva avuto già esperienze di intimità, ma erano così diverse. Per la prima volta non era spinta a provare per curiosità o per combattere i suoi demoni interiori. Per la prima volta lo stava facendo totalmente interessata a lui, alle sue carezze al suo affetto.
     
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    Quando Krolia si fece più avanti per accogliere e rendere più intenso il bacio, Ira si sentì come se pian piano tante tensioni e pesantezze finissero per sparire, o meglio perdersi da qualche parte nella mente che ora non aveva presa sul momento che stava vivendo attivamente. Non potè fare a meno di far scivolare le mani dal viso di Krolia verso le spalle, così da poterla tenere a sè e non farla sentire troppo sbilanciata in quella posizione improvvisata, ma subito la donna si fece avanti per poter intensificare quello scambio e Ira dovette ammettere che non era da meno: il sapore e la consistenza delle labbra di Krolia erano qualcosa di difficilmente descrivibile siccome poteva percepirne ogni piega e increspatura, ogni muscolo che in quel momento si era attivato per incontrare le sue e ora si muovevano per chiederne ancora. E davvero ne desiderava ancora. Non era più importante il perchè erano lì o perchè si erano lasciati andare a qualcosa di cosi spontaneo, ma era sotto i riflettori il fatto che volevano entrambi essere lì ad incontrarsi fisicamente. Doveva interrompersi? Doveva parlare con Krolia e dirle quanto era felice di quel momento? C'erano cose da chiarire o domande da farsi? L'omone non si era mai dedicato al linguaggio del corpo in quel frangente, ma sentire Krolia frasi ancora più avanti languida e passionale lo prese abbastanza di sorpresa e di petto da non fargli fare l'errore madornale di rovinare quel momento con l'abbandono di quel ritmo improvviso che stava prendendo piede. Quando ci spingono o ci spingiamo su un terreno sconosciuto possono esserci delle accellerazioni improvvise, dei traballii se non anche dei grandi momenti di sbilanciamento che sembrano essere cadute certe, ma poi ecco che il secondo passo ci rimette in uno stato che potrebbe quasi avere forma, effimero e momentaneo, dettato solo dalla casualità ma che effettivamente ci fa procedere. E quel procedere ora stava prendendo forma siccome Krolia era lì con lui che non voleva altro che poter esprimere quel desiderio, un desiderio che combaciava pian piano con quello di Ira. Era una inclinazione, forse di pochi gradi ma che per una altissima torre potevano sembrare kilometri di irrecurabile distruzione. Ma Krolia era lì con lui e lui era lì con lei, non sarebbe mai caduto in quel momento, in quel luogo, in quel gesto di aprirsi a lei e trovarla su un ponte composto dalle loro labbra e ora da qualche accenno di calore più spinto in quel timido contatto con la sua lingua. In quel singolo attimo Ira non potè non sentire qualcosa nel diaframma, qualcosa di profondo e aniamle forse, ma che fece sobbalzare il cuore mentre ricercò subito quella parte di Krolia che gentilmente lo aveva solo sfiorato. Ira avrebbe timidamente cercato la punta della lingua di Krolia, facendosi strada tra le sue labbra per poterle saggiare passandola su quello superiore, inclinandosi con la testa per potersi aprire meglio con la propria di bocca e farsi meglio avanti, seguendo anche le reazioni della donna. Egoisticamente non si sarebbe fatto indietro a meno di sentire un rifiuto diretto, si sentiva in controllo in quel senso di potersi trattenere e non osare oltre, ma Krolia non si fece indietro e quasi sembrò avere le idee chiare su come procedere. Non troppo e non poco, equilibrando lo spazio di ognuno in qualcosa di prolungato e piacevole. Era una forma di avvicinamento a cui di sicuro l'omone non era abituato ma stava apprezzando enormemente, tando da perdere cognizione del tempo che stava passando, della stanza che gli stava accogliendo, delle fasciature, del sudore, della leggera condensa delle bibite con cui la donna aveva mostrato i suoi poteri... Tutto stava perdendo sostanza come la cera di una candela accessa, che si scioglie pian piano rimanendo stabile e scaldando attraverso la luce ciò che la circonda. E per Ira quel contatto sembrava così pieno che non aveva proprio idea se era necessario desiderare altro... Osare... Era giusto chiedere di più? E lì forse gli venne in mente la più saggia delle scelte di farsi avanti col proprio peso e lasciar accadere qualcosa di istintivo e personale, più che qualcosa di imitato o di concetto. Si sarebbe distaccato dal bacio così da potersi alzare dalla sedia abbastanza per farsi in avanti verso la donna e abbracciarla caldamente con tutto il proprio corpo, facendosi avanti su di lei ma al contempo lasciando cedere le ginocchia in maniera controllata, letteralmente facendosi ai piedi di lei con la testa all'altezza dle petto che si sarebbe tuffata in esso per poterla cingere e stringerla a sè, ponendosi quindi col busto tra le gambe di lei per poter aderire al meglio alla sua figura. Una mano che sarebbe salita verso la nuca di lei per poterle far capire che la voleva vicino e l'altra che avrebbe tirato a sè il resto del corpo. Sembrava quasi un bambino, ma era così percepibile il battito cardiaco forte e irregolare dal suo petto che avrebbe detto molto di quel gesto: non era di abbandono, era più un volerla stringere a sè senza per forza spingere sul pedale della figura paterna o di riferimento, mostrando un lato apparentemente debole ma in realtà leggibile come dolce e affettuoso, sincero e disponibile. E col volto nel petto di lei poteva sentirne il calore, il respiro e il cuore col suo ritmo, col ritmo della donna con cui si stava aprendo a quella maniera. Ci sono varie sfumature di intimità, e forse questo tocco era proprio una maniera di affrontarla per l'omone che esulava un pò dai tipici ruoli di uomo e donna, ma più di qualcosa non dissimile da amanti che si stanno conoscendo passo per passo. Ira avrebbe respirato i profumi del corpo di lei con un grande respiro, quasi necessario e ricercato, espirando l'aria calda della sua bocca nel tessuto che racchiudeva il generoso seno della donna, alzando leggermente lo sguardo con una faccia rossa e una espressione spaesata ricercando quello di Krolia.
    ... Sei davvero unica...
    Avrebbe detto con un filo di voce, facendosi con gli occhi fini e cercando di nascondersi tra i seni con la faccia bollente.
     
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    Krolia si sentiva al settimo cielo nel sentire Ira ricambiare il suo bacio. Anche se aveva reso il bacio più intimo, cercando il tocco delle lingue, e la bocca era passionale, i baci di Krolia avevano un timbro diverso. Non erano baci ricolmi di desiderio sessuale, non lo baciava per poterlo eccitare e quindi rendere tutto più sensuale. Il bacio di Krolia non era da una botta e via, aveva infuso in esso tutta la sua gratitudine, tutte le sue emozioni genuine e sincere. Lo baciava perché aveva una voglia matta di farlo, perché aveva voglia di entrare in una intimità calorosa con lui. Cercava il calore di Ira, quello che le aveva sempre trasmesso ad ogni loro incontro. Qualcosa di unico che non aveva mai percepito da nessun altro. Ira probabilmente non poteva rendersene conto, ma il suo fare gentile, senza malizia e amichevole avevano fatto breccia nel cuore di Krolia. Lo considerava speciale, unico nel suo genere. Certo non poteva dire che lo conosceva bene, era impossibile se ci si ragionava, avevano passato troppo poco tempo insieme. Eppure non aveva mai sentito nei gesti e nelle parole del ragazzo un secondo fine. Non aveva mai sentito uno sguardo "appiccicoso" su di lei. C'era qualcosa in Ira che la portava ad aprirsi a lui a sentirsi a suo agio, e grazie a questa qualità unita al fatto che lo trovava attraente, le avevano fatto prendere una cotta pazzesca per lui. Se le avessero chiesto di descriverle perché lo aveva fatto, avrebbe semplicemente risposto che voleva averlo più vicino, voleva far toccare i loro cuori e l'unico modo che conosceva era appunto un bacio. Così mentre le loro labbra si incorciavano e le loro lingue si accarezzavano una con l'altra, Krolia sentiva dentro lo stomaco uno stormo di farfalle che la fecero sentire leggera come se fluttuasse su una nuvola. Quelle emozioni le fecero produrre varie profumazioni floreali e fruttati, esse cambiavano come in uno caledoscopio per i sensi mischiandosi e variando. Non si era mai sentita così felice in vita sua, si godette ogni coccola di Ira avidamente, marchiando quelle sensazioni a fuoco nel suo cervello, così che potesse crogiolarsi in quei ricordi nelle notti solitarie in cerca di sonno. Krolia non era sicura di ciò che stava percependo, ma per qualche momento aveva avuto la sensazione che anche Ira avesse avuto paura, che inizialmente non si sentisse sicuro di sé di quei contatti, poi però lo aveva sentito sciogliersi a sua volta e si erano lasciati andare ad esprimere affetto, sensazioni nuove e particolari. Krolia avrebbe voluto continuare a lungo, ancora ed ancora, per sentire la morbidezza delle sue labbra, il tocco caldo della sua lingua il suo corpo forte sotto le carezze. Ira però ad un certo punto si staccò dal bacio, e per un singolo attimo Krolia si allarmò, la sua inesperienza la portò a pensare che forse non avrebbero dovuto, che forse Ira non stava provando le stesse emozioni che provava lei, e quindi lo aveva portato a fare qualcosa contro la sua volontà. Se così fosse stato se ne sarebbe sentita profondamente amareggiata, ma prima che quei pensieri potessero alimentare un ansia vivida, lui si gettò in avanti per poterla abbracciare. Krolia rimase un singolo momento lì confusa e osservò il ragazzo mentre poggiava il viso contro il suo seno. Non era abbondante come quello di Evelyn, ma era morbido e accogliente. Anche in quel gesto Krolia non sentì nessuna malizia, Ira non cercò il contatto sensuale dei suoi seni, voleva semplicemente abbracciarla, sentire in un certo senso un abbraccio materno. Fu un singolo istante ma quello bastò a Krolia per farle capire che sicuramente i suoi sentimenti per Ira sarebbero cresciuti sempre più forti. Lo abbracciò a sua volta portando una mano attorno alle sue spalle, e l'altro sul suo capo, mentre lei si abbassò per baciargli la testa con affetto. Infine quando Ira sollevò il viso verso di lei, in cerca forse di una conferma a ciò che era successo, Krolia notò degli occhi spaesati e incerti. Dapprima si sorprese poiché stava vedendo il lato più fragile del ragazzo che glielo rese ancora più tenero ai suoi occhi. Gli sorrise con il chiaro intento di volerlo rassicurare, e gli carezzò il viso dolcemente, spostando qualche ciocca di capelli che gli era ricaduto sul volto a causa delle sue carezze continue. Gli diede un bacio contro la fronte e continuò a stringerlo a sé e coccolarlo.
    Tu sei unico Ira... per me. Non ho mai conosciuto qualcuno come te. il suo volto si colorò di rosso, la imbarazzava tantissimo dire quelle cose ad alta voce, ma sentiva il bisogno di farlo, sentiva che se non lo avesse detto, avrebbe potuto perdere ciò che li aveva avvicinati.
    Tu mi piaci Ira. Lo so che sembra assurdo perché ti conosco appena, ma è la prima volta che mi sento così... non so nemmeno come descrivelo. le scappò una mezza risatina nervosa, ma era dovuto all'imbarazzo e alla felicità che sentiva. Continuò a carezzarlo affettuosamente, non sentendo più quella strana paura di guardarlo negli occhi, anzi, voleva imparare a memoria ogni suo lineamento. Quindi con le dita ridisegnava i contorni sei zigomi, della fronte e delle sopracciglia. Gli sorrideva con infinito affetto.
    Sei un ragazzo davvero speciale, non per nulla anche quella stronza di Evelyn ti ha messo gli occhi addosso. fece continuando a sorridergli affettuosamente per poi accorgersi di aver detto una parolaccia e si portò una mano sulla bocca con un "ops", facendola poi ridere subito dopo per la sua piccola gaffe che aveva però rivelato la sua gelosia. Aproposito di Evelyn, in quel momento si rivelò un pensiero chiarissimo nel suo cervello: non avrebbe mai permesso ad Evelyn di fargli del male, voleva proteggere quel cuore puro dall'oscurità che aveva visto in lei.
     
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    I movimenti delle dita di Krolia erano estremamente piacevoli, e sentirsi ricercato in quella maniera sembrava essere il vero motivo per cui Ira si stesse sciogliendo a quella maniera. Sapere che Krolia era lì per lui lo aveva riempito di serenità e anche di interesse a rimanerle accanto. Il bacio era stato un ponte e un inizio che aveva fatto aprire una diga di emozioni ancora confuse, che andavano prese con i dovuti tempi, ma che erano non di meno una novità piacevole e desiderata in profondità. L'unica cosa che fece un pò cambiare l'atmosfera fu la vena di forte sentimento che non potè essere filtrato da Krolia, la quale se lo fece sfuggire non solo nell'imprecazione ma anche nel tono di voce usato. Ira di risposta alzò lo sguardo verso la donna mostrando quella leggera sorpresa data dall'improvvisa parolaccia, ma anche una nota concentrata e aperta a parlare. Se questo uomo ha degli agganci emotivi, forse il più facile da toccare è proprio il parlare di incombenze e crepe riguardanti problemi pratici o indagini da portare avanti. Ammazza un pò il sentimento di leggerezza che si era creato, ma forse Ira sapeva come prendere il discorso in modo da non gonfiare i sentimenti negativi di Krolia.
    Evelynn è una ladra in un senso molto ampio... Aveva un terreno spianato con persone che conosceva, e con sconosciuti come me il Vaticano è un parco giochi di sorprese dal suo punto di vista.
    Ira si sarebbe distaccato leggermente da Krolia per potersi mettere seduto comodo lì per terra dove si trovava, una cosa strana, ma si era messo con le gambe larghe così da avere Krolia perfettamente di fronte e poterle tenere le mani nelle proprie mentre col busto si appoggiava alle ginocchia di lei. Coi pollici massaggiava leggermente il dorso delle mani di lei enfatizzando il contatto verso l'esterno, spostandosi sulle nocche partendo dal mignolo e massaggiando poi le altre verso l'indice, creando con le proprie di dita una conca comoda per far appoggiare quelle di Krolia. Una maniera per coccolarla e farla rilassare e tenerne comunque l'attenzione.
    Ma sono confuso sul perchè riesce così bene a rendersi un pensiero fisso, ma nessuno di noi sappia come fare gruppo per riadattare la mole di problema che appare a ognuno di noi... Sento che proprio questo è il suo gioco e ci tiene distratti da qualcosa di essenziale... E' più intelligente e pratica di noi? Si, senza alcun dubbio gioca da un punto di esperienza maggiore... Ma dove si trova il punto esatto dove la sua figura sia così difficile da gestire?
    Ira quindi si sarebbe fatto avanti verso Krolia come poteva, per farle unire le mani alle sue e quasi offrirle un'ancora a cui fare affidamento sul punto a cui voleva arrivare il suo discorso.
    Noi due, e i Cavalieri, e Domino e tutte le altre figure del Vaticano non siamo isole che devono affrontare le cose chiusi in noi stessi. Ognuno di noi ha il proprio pezzo di puzzle e insieme possiamo arrivare a un punto chiaro di questa questione. La realtà è che abbiamo paura delle crepe che Evelynn ha accentuato in ognuno di noi. Siamo molto ingenui su come l'idea di qualcosa di candido e buono offuschi la visione di un cammino su cui dobbiamo proseguire e lavorare su noi stessi...
    Ira avrebbe preso un lungo respiro siccome sentiva dentro di lui un nodo alla gola crescere, collegato a quello che aveva visto col Krampus, ma anche a come era stato trattato da Evelynn in più occasioni, ma si sarebbe fatto avanti per primo.
    Siamo imperfetti e pieni di macchie e macchioline. Ma questo dovrebbe renderci noi stessi, non farci vergognare o indebolire... Dobbiamo trasformare le nostre insicurezze e i nostri segreti in punti di forza che ci definiscono. Dove il difetto è definizione, dove l'errore è un passo per imparare... Su questa forza Evelynn fa leva e ci fa vedere le nostre mancanze come delle colpe... Viviamo questa vita apposta per dimostrare che possiamo superarle. Non dobbiamo affliggerci...
    Gli occhi di Ira brillavano di decisione e determinazione nel dire quelle parole. Forse era solo un gioco psicologico di autoconvincimento, o forse anche una possibilità e chiarezza mentale che è facile perdere di vista di fronte ai fallimenti o alle difficoltà, ma poteva essere negato il fatto che gran parte della teatralità ed efficenza di Evelynn si basava proprio su questi giochi di mente e volontà?
     
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    Il commento di Krolia su Evelyn era stato detto con leggerezza, voleva essere più un complimento per lui che non una accusa verso di lei. Il fatto che l'avesse denominata come "stronza" era unicamente perché se ne sentiva gelosa, per non parlare del fatto che era sicurissima che se avesse saputo che si stava avvicinando a lui, non se ne sarebbe stata in disparte. Nominarla fece tornare Ira di nuovo serio in proposito, forse lo fece perché si sentiva più sicuro di sé nel parlarle e nel cercare di rassicurarla piuttosto che continuare con le loro moine affettuose, che dopotutto entrambi stavano esplorando per la prima volta in vita loro. Krolia non riuscì a seguire del tutto il discorso del ragazzo, come primo impatto le fece male scoprire che anche per lui stava diventando un pensiero fisso. Quelle due parole anche se erano per spiegare il concetto, le fecero capire che dopotutto Evelyn qualcosa l'aveva ottenuta da lui, era riuscita a fars largo nel suo cervello e sicuramente anche nel suo cuore. Capì che non avrebbe potuto tenerlo lontano da lei, perché lui stesso prima o poi l'avrebbe cercata. Forse stava diventando precipitosa, ma era evidente per Krolia che l'incontro che lui avevano avuto non era stato solo negativo per il ragazzo. A quel pensiero di nuovo quel sentimento di sentirsi inadeguata si fece più forte, come una sorta di oscuro presentimento che le fece pensare che se un giorno Ira avesse dovuto scegliere fra lei ed Evelynn avrebbe scelto quest'ultima. Come poteva un germoglio timido come il suo competere con una quercia? Cercò di non farsi sopraffare da quei pensieri negativi, cercò di seguire il discorso di Ira. Man mano che continuava, riuscì a capire che non stava dando semplicemente un consiglio spassionato, ma stava mettendo in campo il suo personale punto di vista su di lei e come lo aveva fatto sentire. Non ne era ancora del tutto sicura, ma da come ne parlava sembrava quasi che Evelynn avesse fatto leva su qualcosa che lo faceva sentire in colpa. Qualcosa che lo faceva sentire sbagliato, aveva calcato su quel sentimento per manipolarlo. Non aveva idea di cosa fosse esattamente, infondo lei non conosceva così bene Ira, ma Evelyn era riuscita ad indovinare qualche sua debolezza e l'aveva giocata contro di lui. Era diventata davvero subdola, e scoprirlo le fece pensare che ciò che le aveva rivelato non era una verità che le stavano nascondendo. C'era una altissima probabillità che volesse manipolare anche lei. Afferrò le mani di Ira con fermezza e cercò di guardarlo negli occhi, voleva mostrargli che non aveva paura di lei, che conosceva bene i propri peccati e ci aveva fatto a botte per molte notti ormai.
    Ira, ciò che afflige me per quanto riguarda Evelyn, non è il fatto che cerca di bullizzarmi, di combattermi rigirandomi le frittate morali a suo vantaggio. Lei un tempo era come una sorella per me, abbiamo combattuto fianco a fianco, io avevo affidato la mia vita a lei e così lei aveva fatto con me. Per me Evelyn non è semplicemente un nemico che trama contro il Vaticano, qualcuno che vuole abbattere ciò in cui crediamo. Sarebbe molto più semplice. Non mi farebbe così male... lo carezzò sul viso, andando ogni tanto a infilare le dita fra i suoi capelli, assaporando la morbidezza di essi ed allo stesso tempo coccolarlo. Gli occhi di Krolia si riempirono di tristezza nel ricordare le notti vicino ad un fuoco con lei a parlare. A tutte le volte che lei le aveva salvato la vita, a tutte le volte che avevano riso insieme.
    Se c'è una debolezza che usa contro di me, è proprio il mio affetto che ho per lei. Io mi sento tradita da lei, non in quanto membro del Vaticano, ma come una sorella. Non riesco a capire perché mi abbia voltato le spalle, non riesco a capire quando ha iniziato a mentirmi e allontanarsi da me. Mi colpevolizzo del fatto che non mi sono accorta che stava cambiando, fino a quando ormai era troppo tardi. Se invece me ne fossi accorta, avrei potuto salvarla? Avrei potuto impedire che si macchiasse di un crimine così feroce? Ha ucciso una persona molto importante per me, ma anche lei lo è... non è un argomento facile per me. abbassò gli occhi e prese un profondo respiro, fece una piccola pausa mentre tornava a intrecciare le dita con Ira. Scese dalla sedia, scivolando sul terreno per stare sul suo stesso piano. Fissò per un momento le fasciature sul suo corpo, carezzandone delicatamente con una mano.
    Da come ne stai parlando, mi fa capire che non è stato solo uno scontro fra di voi. Credi forse che lei conosce tutte le tue debolezze? Ti credi un uomo debole? Ti senti in colpa per aver ceduto al suo fascino? il suo tono era dolce, quello tipico di chi voleva fargli intendere che lui non aveva colpe, che non era lui quello sbagliato in tutta quella situazione. Avrebbe voluto sapere cosa diamine era successo fra loro due, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di fare una domanda così diretta: non se ne sentiva in diritto.
     
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