Liars

x Hina e Hyp

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    Hilda sbavava di piacere, per un attimo aveva temuto che per colpa delle sue ginocchia che non la reggevano più, lui si sarebbe fermato, invece continuò a scoparla anche quando ormai era sdraiata a pancia in giù sul letto, facendola strillare di piacere. Sentiva i fianchi dell'uomo battere contro le sue natiche, il suo cazzo enorme che continuava a tenere spalancato il suo culo, ridisegnando dentro le sue viscere un minitunnel che sembrava portare all'estasi. In quelle condizioni Hilda aveva l'impressione di poter andare avanti all'infinito, ma Gabriel non le avrebbe permesso di abituarsi a quell'amplesso afferrandola e sollevandola dal letto con la forza delle sue quattro braccia. Per un momento le sembrò di fluttuare leggera, prima di sentire impalare totalmente da lui. Sollevò il viso verso l'alto espirando un gemito molto rumoroso. Si morse il labbro inferiore con forza per non risultare troppo oscena, ma non poteva farci nulla, nel momento in cui la afferrò sul seno e poco dopo il membro, tremò vistosamente facendosi scappare striduli gemiti che non riuscì in alcun modo a trattenere. Le girava la testa, il fiato era corto, ma lei godeva da impazzire. Anche se non ce lo aveva davanti a lei, riusciva a percepire chiaramente il corpo muscoloso di Gabriel che le faceva da perverso giaciglio. Si sentiva in sua totale balia e amò quella sensazione, le sembrava di aver scatenato una belva. Hilda si godette il momento, lasciandosi trascinare dalla lussuria più sfrenata. Non cercò più di controllare il proprio corpo, di controllare la propria libidine. Si lasciò andare e si concentrò sulle sensazioni del amplesso, sull'energia di Gabriel che percepiva ribollirgli sotto la pelle. Guardò per un attimo le mani artificiali, sentendole però calde come se fossero quelle vere. Cercò di reggersi alle cosce di Gabriel, così da rendersi più leggera, ma si accorse che non serviva dato che riusciva perfettamente a reggerla come se non avesse alcun peso. Allora una mano la portò sulla nuca di lui, carezzandolo e stringendogli i capelli. Lasciò ciondolare la testa sulla spalla dell'uomo, ubriaca totalmente dai sensi, si voltò verso di lui, cercando un bacio lussurioso. Un bacio che purtroppo non sarebbe durato moltissimo poiché Hilda iniziò a non riuscire più a coordinarsi con la lingua, finendo per tenerla penzoloni nella bocca del suo amante. Il piacere crebbe tantissimo, Gabriel poteva sentirlo dalle dita che masturbavano il suo membro che pulsava sempre più forte, che era più dura, chiarissimi segni di un orgasmo imminente. Anche la sua corolla di carne continuava a contorcersi attorno al suo membro, mentre le sue viscere lo massaggiavano come se avessero voluto espellerlo, ma venivano sconfitti ad ogni affondo. L'altra mano di Hilda si posò sul bozzo che le appariva sullo stomaco ogni volta che affondava dentro di lei, deliziandosi del leggero dolore che dava ogni volta. Le sue cosce si tesero, il suo membro clitorideo pulsò ancora più forte diventando bollente, infine Hilda arrivò all'apice, eruttando fluidi femminili dal suo membro. Era vischioso come se fosse seme, ma dall'odore era chiaramente materiale femminile. Schizzò un getto altissimo, raggiungendo quasi il tetto, per poi ricadere su di lei, imbrattandole il seno, il ventre. Il suo corpo tremava come se fosse stata vittima di crisi epliettiche, e gridava di piacere senza più alcun freno.
     
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    La vampira gustò la sua forte e imperiosa presa come se fosse a tutti gli effetti un vero e proprio premio, e probabilmente era proprio così per lei: più Gabriel cedeva alla lussuria e più lei ne godeva, abbandonandosi al piacere ed eliminando ulteriori sotterfugi unicamente per godersi quel momento. E perché avrebbe dovuto sforzarsi ancora? L'agente era oramai completamente plagiato dalla sua bellezza, non c'era una singola parte del suo corpo che non fosse a contatto con lei, rimaneva attaccato alla sua pelle come se fosse fonte di nutrimento. Amava sentire le morbide natiche di quella donna schiacciarsi contro il suo ventre, la schiena inarcata che si dimenava sul suo petto, le braccia e le gambe prive di forza che assecondavano i gemiti sulla pelle, e il fiato irrefrenabile di una goduria senza termine che si propagava nell'aria. Era letteralmente circondato di lei e del suo piacere e non ne aveva assolutamente abbastanza. La presa sul seno e sul membro di quella creatura si fece più salda che mai, sembrava quasi che Gabriel temesse di perderla da un momento all'altro, un gesto tanto perverso quanto protettivo, dopotutto stava ancora lottando per poterle dare pace e liberarla dal gioco maledetto di Ursula. Avrebbe voluto poter dire che quello era una sorta di festeggiamento, ma in realtà non faceva che parte della loro battaglia. Ma diamine se quella battaglia si stava rivelando meravigliosa. Nel percepirla cercare ulteriore contatto a sua volta Gabriel aumentò il ritmo, dei movimenti, del respiro, dei baci sulla sua pelle, facendole sentire senza vergogna quanto fosse affamato di lei. Hilda poteva sentire tutto il suo corpo formicolare, pulsare di un'energia malsana. Non era un caso se le sue mani meccaniche non sembravano affatto spente, gelide o morte: parevano quasi prendere vita man mano che i loro corpi si intrecciavano in maniera perversa, come se la vampira stesse riuscendo nel tentativo di risvegliare qualcosa che Gabriel aveva represso nel profondo con tutte le sue forze, e che non si stava rendendo conto di portare ancora dentro per via di tutte le protezioni psicologiche che aveva eretto per sé stesso e per gli altri. Il suo potere era dunque maledettamente collegato alla sua mente, non solo a quella sessualità che tanto reprimeva. In quel momento però non si preoccupava di niente, niente che non fosse riempire quella carne deliziosa con la sua virilità, o cercare le labbra di Hilda con la lingua per assaporare un bacio privo di forze eppure così dolce e irresistibile. Gabriel non smise mai di cercare il contatto con la sua lingua, assetato, voglioso di abbeverarsi a lei e a quelle sensazioni che era riuscita a risvegliare. Sentì il piacere crescere e man mano che il corpo di Hilda si irrigidiva sentiva a sua volta di essere pronto ad abbandonarsi ad un nuovo violentissimo orgasmo, ma non a fermarsi del tutto. Appena la vampira raggiunse l'apice, lui affondò con tutta la sua forza dentro di lei, ingrossando il suo membro a causa della grande quantità di seme che lo stava attraversando, e tra le grida di piacere continuò a pompare carne e seme dentro di lei, finendo inevitabilmente per gonfiarle il ventre per via dell'intensità di quell'evento. Abbondante, caldissimo, saturo di un'energia che aveva bisogno di esprimersi e chiaramente repressa, eppure già così incredibilmente gustosa. Mentre veniva, Gabriel non si accontentò di assoggettarla al suo piacere, ne volle ancora, e senza darle tregua, senza smettere di venirle dentro, la schiacciò ancora una volta contro il letto, stavolta con solo la nuca e le spalle, mentre con le braccia, tutte e quattro, la teneva per le gambe e i fianchi, tirandola verso di sé. Lui se ne stava in piedi sul letto, o quasi, leggermente piegato in avanti, e spingeva con tutta la forza che aveva in corpo: col bacino verso il basso e con le braccia invece tirava. La spingeva contro il letto in una posizione che la costringeva a tenere le gambe ribaltate, almeno in parte, e che la opprimeva del tutto senza doverla schiacciare. Il suo orgasmo per quanto più cauto non aveva mai smesso e continuava a venire, esplodendo in fiotti caldissimi ad ogni affondo, continuando a gridare di piacere facendo traboccare la sua corolla di carne di mascolinità. Questa prese a grondare sul suo corpo mischiandosi ai fluidi della vampira, irrigando il suo membro, il suo ventre, i seni e le labbra, ricoprendola di una passione bollente che sembrava non finire. Da quella posizione per quanto limitata fosse nei movimenti Hilda poteva vedere tutto il corpo del suo amante in tensione, perfetto e chiaramente visibile senza alcun ostacolo, nessun filtro. imperlato di sudore, caldo come non mai e eccitato oltre ogni immaginazione e con lo sguardo fisso su di lei, rapito da quel corpo che lo aveva portato ad una follia sessuale irrefrenabile.
     
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    Era tutto semplicemente perfetto, Gabriel era assuefatto dalla passione e glielo faceva sentire con ogni più piccolo gesto, perfino tramite la sua energia che sentiva fluire attraverso le braccia meccaniche che la stringevano e la stimolavano. Non c'era niente di più eccitante per Hilda e proprio perché lo sentiva così coinvolto, non riuscì a controllarsi, non riuscì a non scivolare nel piacere più intenso che la portarono ad un intensissimo orgasmo. Schizzava umori sia dalla sua parte femminile che dal suo membro durissimo fra le dita di Gabriel. Il suo corpo si controceva per i continui spasmi incontrollati e quel piacere non sembrava avere fine. Lo sentì chiaramente, nonostante fosse pervasa da sensazioni paradisiache che pulsò e crebbe dentro di lei, mozzandole di tanto in tanto il respiro. Percepì il suo seme bollente riempirle le viscere, facendole rigirare gli occhi verso l'alto lasciando in mostra solo la sclera scura. Urlava di piacere, spruzzando ancora altri fiotti di seme e umori, ormai totalmente in balia di Gabriel che la lasciò precipitare sul letto dove venne tenuta a gambe all'aria, così che percepisse ogni fibra del suo amante che si prodigava nel farla godere. Hilda non aveva mai visto niente di così bello in vita sua. Il corpo di lui in tensione che mostrava la sua perfetta muscolatura da vero guerriero. Totalmente contrapposto al suo "mestiere di giornalista", era ovvio che non fosse un comune giornalista, era di più, ma al momento per Hilda non c'era nessun pensiero del genere, per lei era come avere il dio dell'amore lì con lei che la scopava nel modo più perverso possibile. Venne ancora ed ancora in orgasmi lunghi e multipli che la stavano facendo impazzire. Il suo corpo veniva imbrattato del proprio seme, ma anche di quello del suo amante, facendola sentire bollente. Trovò estremamente eccitante sentire la quantità di seme che le colava sul corpo. Anche se era venuto già alcune volte in precedenza, sembrava dotato di una fonte inesauribile. Era piena zuppa di seme sia dentro che fuori e quella sensazione invece di farla sentire sporca, la faceva sentire incredibilmente bene. Poiché era il seme di Gabriel, era la testimonianza della loro passione, di quanto in realtà si sentissero così attratti uno dall'altro. Era così piena di seme che avrebbe sentito il suo odore addosso per una settimana, dando l'impressione che lui l'avesse marchiata. Così che tutti avrebbero sentito tramite l'istinto che Hilda gli apparteneva, un segno che poteva dichiarare guerra ad Oboro. Pian piano si abbandonò al suo amante, ansante e un poco provata da tutte quelle sessioni di sesso meravigliose. Gabriel aveva soddisfatto i suoi desideri, le aveva riempito la gola, la fica ed anche il culo. Non c'era niente che era rimasto trascurato, la maledizione di Oboro era stata sconfitta. Con movimenti calmi e lenti portò le mani sulle braccia di Gabriel, una su quelle artificiali, e l'altra sulle sue braccia di carne ed ossa. Ansante gli sorrise, non disse nulla, ma la sua espressione sembrava volergli comunicare che ce l'avevano fatta, che avevano vinto.
     
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    Il sesso, il piacere, l'estrema pace che avevano raggiunto, tutto lasciava intendere che quella fosse una gloriosa vittoria per entrambi. Avevano mescolato la reciproca carne e i fluidi più caldi che avevano in corpo, erano diventati una cosa sola nella maniera più passionale possibile, coinvolti non solo dalla reciproca attrazione ma anche dalle difficoltà che avevano affrontato. E lo avevano fatto assieme. Questo sarebbe bastato a forgiare un legame decisivo, qualcosa di puro, intenso, qualcosa che Gabriel non avrebbe mai dimenticato, come quella notte. Anche dopo averla riempita in ogni orifizio non si sarebbe fermato, continuando a stringerla e guardarla mentre godeva, unendosi a lei e sfogando ogni goccia della sua passione. Gabriel aveva davvero un potenziale immenso, difficile da prosciugare senza utilizzare particolari abilità, era evidente che la sua armatura non migliorava solo la consistenza, ma anche la resistenza fisica. Niente sembrava capace di intaccarlo e andando avanti così tutta la notte, prestando sempre meno attenzione alla forza che impiegava, gli sarebbe stato facile sfiancare del tutto Hilda. Ma probabilmente la vampira avrebbe raggiunto prima l'estasi. Non quella di un semplice orgasmo, ma quella che da solo l'unione assoluta di carne e mente in una passione travolgente e irrefrenabile. A svegliarla da quel tepore meraviglioso non fu però il bacio caldo di Gabriel che si accasciava su di lei, esausto a sua volta, non fu niente di così dolce o passionale. Fu qualcosa di più improvviso, che avvenne quando oramai i loro corpi erano più che soddisfatti e stavano andando avanti per inerzia. Era un suon ovattato, meccanico, distante, forse qualcosa che proveniva dalle sue nanomacchine? Magari stava davvero perdendo il controllo a forza di sesso sfrenato. Ma l'espressione dell'uomo non era quella di chi si preoccupa, anzi tutto il contrario. Era come se si fosse svegliato da uno strano sogno, e all'improvviso la sua mente fosse divenuta più limpida. Non lasciò Hilda bruscamente, lo fece con dolcezza e delicatezza, pensando tra sé che l'avrebbe finalmente lasciata riposare dopo aver assecondato una notte di sesso tanto folle e incontrollata. Quando il corpo di Gabriel smise di abbattersi su di lei, I sensi di Hilda avrebbero ripreso coscienza, mettendo a fuoco non solo la figura del suo amante che si allontanava verso i vestiti, ma anche il suono che stava spezzando il suo idillio. Era l'asettica suoneria di un telefono, abbastanza normale da non sembrare qualcosa di melenso ma chiaramente non era quella di default del dispositivo. Qualcuno aveva cambiato la suoneria associata al numero che stava chiamando, un gesto di riguardo. Di affetto?
    Ti stavo pensando.
    In una situazione diversa non si sarebbe concesso una mossa falsa tanto eclatante, rivelando di essere molto bravo a mentire e cambiare faccia a comando in funzione della situazione. Era ovvio che in quel caso però, stava rivelando una faccia completamente diversa di sé, una meno cauta, più spontanea, più pacifica. Gabriel si disse che dopo quello che avevano passato non aveva motivo di nascondere certe cose a Hilda e in cuor suo credeva di averla sfiancata abbastanza da non concederle il lusso di origliare una sua conversazione. Oppure semplicemente stava abbassando la guardia e non se ne rendeva più conto, ma in retrospettiva quello non era l'errore peggiore della giornata.
    Sì, è successo, ma ho mantenuto il controllo. Mi sono lasciato prendere ma sono calmo.
    La cosa che forse poteva scatenare di più la gelosia di una persona in quel momento non era forse il tono limpido e sereno con cui conversava, o la sincerità con cui si confessava senza peli sulla lingua. Osservandolo, Hilda avrebbe potuto notare come quelle nanomacchine tanto ostiche si diradassero tranquillamente e in maniera pacata mentre Gabriel era al telefono con quella persona. Non ubbidienti, piuttosto... "addomesticate"; abituate a rispondere in maniera positiva di fronte a certi stimoli. Chiunque ci fosse dall'altra parte del telefono era qualcuno di molto importante. Molto, molto più importante di Hilda.
    Le cose si sono complicate, ma ne riparleremo con calma, ho ancora la situazione sotto controllo. Ti aggiornerò presto, sì. Ti amo.
    Una conversazione non molto lunga, ma pregna di significato, che portò Gabriel a tranquillizzarsi pressoché del tutto e ritrovare una quiete che neanche mille ore di sesso con Hilda avrebbero potuto donargli. Forse Hilda si sentiva appagata dopo essere riuscita a portarselo a letto, ma il sorriso che poteva intravedere in quel momento sul volto dell'uomo non aveva niente a che vedere con il suo appagamento. Era qualcosa di sincero, cristallino, appassionato... innamorato. Qualcosa che a lei, in quel momento, non spettava.
     
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    Hilda aveva sottovalutato l'uomo, dopotutto lo credeva un "giornalista" infiltrato a scuola, come poteva prevedere che fosse una macchina inesauribile di passione? Fu una scoperta incredibilmente allettante per Hilda poiché non era servito usare il suo potere per poterlo rendere così insaziabile. Si godette ogni momento con lui, ogni ansito, ogni goccia di seme che le aveva donato. Quella notte si sarebbe marchiata nella sua memoria profondamente, e sperava che fosse così anche per lui. Quella notte avevano sancito un patto fra loro due, un'unione che sebbene non fosse di natura romantica, lo era almeno in quanto compagni di battaglia. Doveva accontentarsi per quella sera, doveva portare pazienza, doveva costruire a piccoli gradi ciò che desiderava davvero da lui. Così alla fine stremata non ci pensò nemmeno ad andare a lavarsi per riposarsi, crollò sul letto soddisfatta e felice del suo primo passo verso il cuore di Gabriel. Le sembrava di vedere un percorso metaforico fatto di piccoli sassi in un fiume in piena, dalla riva in cui era lei che rappresentava una povera anima pia da salvare, si era posata verso il primo sasso che si avvicinava alla riva che rappresentava l'amore dell'uomo. Così sonnecchiò per recuperare un poco di energia, ma venne risvegliata dal suono di un telefono che squillava. Mugugnò infastidita e si girò sul letto, pensando di continuare a riposare, ma udì la voce di Gabriel che attirò tutta la sua attenzione. Non aprì gli occhi e continuò a rimanere ferma come se stesse dormendo, ascoltò la conversazione. Percepì l'affetto nella voce dell'uomo, non le serviva nemmeno vederlo per capire che tipo di faccia stesse facendo. Intuì che stava parlando con qualcuno con cui era molto in confidenza, qualcuno che a quanto pare aveva capito che gli era successo qualcosa. Forse si riferiva al suo potere? C'era quindi qualcuno che riusciva a sentire e capire che Gabriel usava i propri poteri? Dopotutto aveva parlato di "mantenere il controllo dopo che era successo". Per un attimo pensò che stesse parlando della sua situazione che quindi Gabriel aveva coinvolto qualcun'altro nella sua faccenda? Qual'era la situazione che stava tenendo sotto controllo? Lo aveva pregato di non coinvolgere nessun'altro, o forse stava capendo male? Quando salutò con quel "Ti amo", le mancò un battito, le fece male sentirlo pronunciare alle orecchie di una donna che non era lei. Capì che aveva parlato con sua moglie, capì che lei sapeva sicuramente che gli capitava di "perdere il controllo" e finiva a letto con altre femmine. Quindi era una donna che accettava più di un compromesso per stare con lui. Improvvisamente quel fiume metaforico le sembrò ingrandirsi tantissimo, e la distanza fra un sasso e l'altro diventava più pericoloso e difficile. Eppure Hilda non voleva rinunciare, non poteva rinunciare a quel dolore che sentiva infondo allo stomaco, il pizzicore sugli occhi che le facevano venire voglia di piangere. Riuscì a resistere, solo perché ormai era allenata da precedenti esperienze, continuò a fingere di dormire, anche se stava soffrendo terribilmente, facendola sentire piccola, inutile; poi un sentimento che divampava come fuoco nelle budella, gelosia feroce che la tormentava, le dava voglia di cercare quella donna e di ucciderla. Un sentimento profondo ed oscuro, un sentimento che la faceva sentire viva!
     
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