Liars

x Hina e Hyp

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Il fuoco non purifica, annerisce.

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    6,335
    Location
    Cubo di Le Marchand

    Status
    Anonymous
    Le suppliche di Gabriel e l'orgasmo di Hilda erano una droga irresistibile per Oboro, sentiva di volerne sempre di più e di non averne mai abbastanza, ma sapeva anche che tirare troppo la corda significava arrivare inevitabilmente a spezzarla. Non poteva spingersi troppo oltre, ma poteva gustarsi il momento e si godette più che volentieri lo spettacolare culmine della sua perversa amichetta mentre si gustava tutto il seme e la carne che Oboro le stava donando. Adorava scopare con Hilda perché con lei non era semplicemente sfogare le proprie voglie, ma anche e soprattutto vedere qualcuno che sapeva come godersi una situazione perversa al limite. Sembravano fatte per stare assieme e questo bastava a farle pulsare il cuore, il cazzo e quella fica bollente resa fradicia dalle attenzioni di Hilda. Le lasciò riprendere fiato ma mentre le lanciava quello sguardo di finto disprezzo, Oboro portò una mano sotto al mento di Hilda per costringerla ad alzarsi verso di lei, fissandola dritta negli occhi. Se Gabriel poteva scambiare quello sguardo per mera soddisfazione e perversione, Hilda poteva invece leggere la grande attrazione che provava verso di lei in quel momento. Vedere quel trucco sfatto, il seme che le grondava dal naso e la bocca, lo stomaco pieno del suo perverso potere... la stava facendo impazzire. Standole così vicina Hilda poteva vedere chiaramente il cazzo di Oboro farsi più turgido e l'odore dei suoi umori diventare incredibilmente intenso. Stava usando i suoi poteri per modificare ancora il corpo, aumentando l'affluenza di sangue nelle sue parti intime per renderle irresistibili alle voglie id una vampira, come se la stesse tentando, provocandola per farsi mordere da lei. Avrebbe voluto provocarla ancora, dirle che poteva prendersi sia lei che Gabriel in un colpo solo, farli suoi entrambi, ma qualcosa di inatteso la frenò, facendole sgranare gli occhi di colpo. Una sensazione di terrore, di pericolo, qualcosa di improvviso che non partì da lei ma dalla sua bambina. Il legame che le univa le permetteva di sentire ciò che anche Palladia sentiva, e in quel momento la creatura stava provando puro timore. La povera Palladia, già pronta a gustarsi quel virile ed intenso orgasmo solo per sé, fu costretta ad indietreggiare intimorita per colpa della forza e la cattiveria con cui Gabriel si ritrovò a gridare, rispondendo a tono ad Oboro e costringendola a voltarsi verso di lui, mantenendo gli occhi sgranati. Quel bastardo... stava rovinando tutto! Aveva risposto a loro con gli stessi sentimenti, rabbia e umiliazione, stimolati da quelle parole che le vedevano come infantili e superficiali. Cosa poteva saperne lui della trama di inganni in cui si trovava?! La tentazione di rispondergli a tono e di umiliarlo una volta per tutte, rivelandogli tutta la verità si fece fortissima, ma stringendo tra le dita il soffice e delizioso volto di Hilda la costrinse a pensare che mai avrebbe potuto fare una cosa del genere alla sua amata amica. Sarebbe stato imperdonabile, e avrebbe messo fine al gioco. Oboro quindi socchiuse gli occhi, furiosa e frustrata, scacciando via Hilda con un movimento violento e improvviso contro il capo, come a volerla sbattere a terra. Nello scacciarla accavallò le gambe facendo sparire quel membro mostruoso che si era creata, sembrava quasi voler dire che le porte del divertimento erano chiuse. Portò le braccia in posizione conserte così da nascondere anche i suoi seni, e chiudendo gli occhi stizzita alzò il mento all'insù, decisa a dare quel contentino al suo nuovo giocattolo.
    E va bene... ammetto che sei un tipo tosto e cocciuto, sicuramente farai al caso mio. Ma ricordati che abbiamo un patto e io stringo ancora in pugno sia Hilda che sua sorella: prova a fregarmi e ti farò pentire di aver incrociato la strada con questa puttana!
    Con un cenno del capo fece tornare Palladia di fianco a sé, che dopo aver ringhiato selvaggiamente a Gabriel per minacciarlo tornò di fianco a sua madre, seduta e in silenzio come una bestia ubbidiente.
    Prendila e sparite dalla mia vista per ora. Mi farò viva presto per condividere con te le informazioni di cui hai bisogno...
    Riaprì gli occhi, di pochissimo e rivolgendoli verso Hilda. Per Gabriel quell'espressione era indecifrabile ma per la vampira sarebbe stata chiarissima: era ben lungi dall'essere soddisfatta e in quel momento stava rinunciando al piacere per lei. Avrebbe voluto unirsi a loro, magari trasformarsi per dare vita ad un'orgia senza compromessi e preoccupazioni, ma sapeva che per il bene della loro messa in scena doveva starsene in disparte, e per ora doveva lasciarli andare. Eccitata da morire, Oboro era disposta a questo e anche altro pur di aiutare la sua amata Hilda.
     
    .
  2.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    GcGlrRR

    La rabbia di Gabriel che esplose fece mancare un battito alla vampira. Percepì distintamente la sua aurea energetica, sembrava pronto a combattere e da ciò che percepiva sembrava anche piuttosto forte. Lo aveva sottovalutato, o meglio aveva sottovalutato la rabbia che animava Gabriel in quel momento. Quella stessa rabbia lo aveva portato a reagire e mostrare i denti, tirando fuori una argomentazione valida e inoppugnabile, a quel punto le sarebbe venuto da ridere curiosa di capire come avrebbe risposto Oboro. Infondo lei stava solo giocando non era una situazione vera, quindi immaginava che le avrebbe dato molto fastidio sentirsi dare della sciocca infantile. Hilda però era una bravissima attrice e non avrebbe ceduto alla tentazione, continuando a guardare un punto vuoto in basso, pulendosi docilmente gli angoli della bocca con la manica della camicia. Era incredibile che Gabriel riuscisse a trovare la forza di opporsi in quel modo nonostante quella verga gigantesca che troneggiava sul suo bacino. Era evidente ormai alla vampira che quell'uomo era perfettamente in grado di controllarsi, che non avrebbe ceduto mai, nemmeno se lo avesse imbottito di eromanzia fino a fargliela uscire dagli occhi. Che uomo! Il cuore di Hilda batteva all'impazzata nel petto, era sempre più innamorata di lui, le mancava il fiato al pensiero che lo voleva, tanto... troppo! Non riusciva a credere all'intensità del sentimento che sentiva sbocciare nel suo cuore. Aveva rischiato di perdere tutto, di sentire quel tormento svanire nel tempo, ma grazie alla sua amica, poteva recuperare, poteva avvicinarsi di più a Gabriel e gliene fu immensamente grata. Non le avrebbe fatto pentire di essersi tirata indietro, l'avrebbe ripagata senz'altro, avrebbe solo dovuto chiedere ed Hilda avrebbe fatto tutto ciò che voleva. Non l'avrebbe lasciata insodisfatta poco ma sicuro, ovviamente a tempo debito. Una volta che Ursula la lasciò andare spingendola in malo modo, Hilda si rialzò da terra continuando a tenere la testa bassa, nascondendo il suo volto con i capelli. Quando capì che Oboro li avrebbe lasciati andare, Hilda finse sorpresa e sollevò il viso verso di lei, lanciandole uno sguardo particolare, che avrebbe dovuto comunicare ad Oboro quanto le fosse grata e che le doveva un enorme favore. Ripulì in fretta il seme dalla faccia con la giacca poi si voltò finalmente e si avvicinò a Gabriel, non lo guardò negli occhi, non ne aveva il coraggio. Se lo avesse fatto era sicura che lo avrebbe guardato con infinito amore, quando in realtà avrebbe dovuto guardarlo con estremo dispiacere. Lo afferrò per un polso dolcemente poi lo invitò ad uscire da lì trascinandolo con sé senza però obbligarlo poiché non aveva idea se volesse dire ancora qualcosa oppure se anche lui volesse togliersi dai piedi. Aveva bisogno di parlargli a quel punto, e sperava che la seguisse. Se lo avesse fatto lo avrebbe guidato verso i bagni dedicati ai professori senza dire una parola. Non avevano niente a che vedere con i bagni dedicati agli studenti, erano dotati di tutti i comfort: docce, spogliatoi e perfino una piccola sala di relax. Varcata la soglia, Hilda avrebbe chiuso la porta alle sue spalle e avrebbe chiuso a chiave la stanza. A quel punto si sarebbe lasciata andare, ansando pesantemente per frenare delle calde lacrime, mordendosi le labbra con rabbia. Iniziò a prendere a pugni il muro vicino la porta, mostrandosi parecchio frustrata.
    Ho fatto un casino! Ho solo fatto un casino! fece a denti stretti, iniziò a singhiozzare poggiando la fronte contro il muro.
    Alla fine ho condannato anche te... è tutta colpa mia... è solo colpa mia!
     
    .
  3.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Pervert Member

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    7,871
    Location
    Vega

    Status
    Anonymous
    Gabriel non si aspettava che la sua sfuriata raggiungesse tanto facilmente l'obbiettivo sperato, ma non apparve sorpreso quando Ursula decise finalmente di mollare la presa. Era troppo furioso per aspettarsi un risultato diverso ed era pronto a gridare fino a quanto sarebbe stato capace di trattenersi. Se quella donna era malvagia, lui le avrebbe fatto capire quanto determinato e testardo potesse essere. Non le avrebbe concesso una vittoria su tutti i fronti, sarebbe stato impossibile. L'umiliazione su Hilda e quella su di lui dovevano bastarle. La malvagia torturatrice decise quindi di lasciarli finalmente andare, richiamando a sé la creatura e concedendo finalmente tregua alla povera Hilda. Era certo che se non l'avesse fermata la situazione avrebbe unicamente degenerato e poteva dirsi felice di aver almeno messo un freno a quella situazione assurda. Certo non era entusiasta di dover collaborare con quel mostro di donna e la sua belva ma per lui quella era un occasione doro e lo sapeva, molto meglio di Ursula. Semplicemente trovava insopportabile l'idea di assecondarla ancora. Ma le fece capire che uno come lui era meglio non farlo arrabbiare, doveva evitare di tirare troppo la corda o gli avrebbe tolto motivi per resistere. Hilda faceva ancora parte dei loro accordi. Quando furono finalmente liberi lui non aggiunse altro, si erano già detti tutto e non aveva più voglia di conversare con quella donna. Doveva riprendersi. Quindi quando Hilda iniziò a trascinarlo via, lui la seguì quasi in trance, con l'espressione totalmente glaciale e rivolta verso il basso, non umiliato ma incapace di dire o guardare qualsiasi cosa che non fosse la vampira. Avrebbe voluto fare di più per lei, ma ogni sforzo non sembrava abbastanza. E lui stesso si sentiva umiliato da morire: la camicia sfatta era pregna di sudore, con più di qualche bottone slacciato, tirata fuori dai pantaloni ancora aperti dalla quale sfuggiva la sua verga marmorea e incapace di placarsi. Per evitare che i pantaloni scendessero più del necessario trascinava i piedi invece di camminare, ma visto che anche le gambe erano bagnate per via dello sforzo quei pantaloni non sarebbero scesi facilmente. I muscoli risultavano tesissimi, il volto rosso come non mai e i lati del volto e del collo erano ancora ricoperti di nanomacchine che continuavano ad espandersi, per quanto lentamente questo avvenisse. Sentiva il bisogno di sfogare la frustrazione sessuale che aveva in corpo, ed era allo stesso livello della sua rabbia. Quando Hilda crollò a terra dopo essersi chiusi nei bagni dei professori, il primo istinto che ebbe fu quello di inginocchiarsi ed abbracciarla, ma l'idea di abbracciarla con quel cazzo coperto di umori di mostro e il suo corpo bagnato di sudore e umiliazione lo faceva sentire disgustoso. Aveva già subito abbastanza, non avrebbe peggiorato la situazione anche lui. Andò subito davanti ad un ampio lavandino, specchiandosi e guardandosi con grandissimo disprezzo tanto che quel vetro pareva potersi spaccare da solo da un momento all'altro.
    Non è colpa tua. Quella donna... è così malvagia che non mi sorprende che ti abbia prosciugato le speranze fino al midollo. Al posto tuo sarei stato diffidente anche io.
    Cercava di mantenere la calma, ma era ovvio che quella voce fosse spezzata sia dalla rabbia che dall'eccitazione crescente. Cercò di tranquillizzarsi lasciando scorrere acqua gelida sulle braccia, lavando le mani come poteva per poi passarsi il getto prima sul membro, per evitare quantomeno che fosse sporco di saliva di mostro, e poi anche il volto, nella speranza di tranquillizzarsi. Speranza vana, perché il rossore non accennava a sparire e la rabbia mista ad eccitazione nei suoi occhi era palese. Per questo non incrociò mai lo sguardo con la vampira: farle sentire addosso degli occhi che provavano anche solo vagamente eccitazione in quel momento sarebbe stato davvero crudele. Aveva bisogno di tregua, così si aggrappò con forza ai lati del lavandino con le mani, cercando di tranquillizzarsi, ma il lavandino iniziò a cigolare come se l'unica cosa che gli impediva di frantumarsi fosse la forza di volontà di Gabriel stesso.
    Quando avrò finito quest'incubo sarà un ricordo lontano... la scuola tornerà alla normalità e quella donna malvagia non se la caverà facilmente, questa è una promessa che ti faccio Hilda. Sarete salvi... sarete salvi tutti...
    Respirava affannosamente, non per la fatica ma per la rabbia e teneva i denti serrati per non iniziare a gridare per la frustrazione.
     
    .
  4.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Il fuoco non purifica, annerisce.

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    6,335
    Location
    Cubo di Le Marchand

    Status
    Anonymous
    Fino alla fine, Oboro riuscì a mantenere un'espressione molto credibile mentre quei due se ne andavano. Osservava Hilda con desiderio e Gabriel con una punta di disprezzo, ma era ovvio che stesse tramando qualcosa, giusto per dare l'idea a Gabriel che fosse più concentrata sui suoi obbiettivi, sulle sue mire, che non il semplice gioco. Voleva fargli capire che non era una bambina capricciosa, ma che semplicemente quando aveva la situazione in pugno niente poteva impedirle di divertirsi. Ovviamente non le importava che credesse a quello sguardo o meno: in realtà per quanto sembrasse furibondo Gabriel non aveva davvero molto scelta. Fidarsi di Oboro era la sua migliore possibilità sia per aiutare Hilda che per ottenere le informazioni che cercava e questo lo sapevano entrambi. Se gli aveva concesso quello stallo dunque era solo perché quello era il momento perfetto per Hilda per raggiungere il culmine della sua interpretazione. e quando entrambi uscirono dalla stanza la reazione della professoressa fu assolutamente liberatoria. Si piegò in avanti come se dovesse vomitare, spalancando piuttosto la bocca e lasciando uscire la lingua mentre sbavava in preda ad un piacere incredibile, raggiunta subito dall'adorata Palladia che temeva si stesse sentendo male visto che tremava dopo la pressione energetica di Gabriel. Ma quelli non erano brividi di dolore o di paura, ma di un'eccitazione che non poteva più contenere.
    Quella vampira... io amo quella vampira Palladia. non possiamo restare qui...
    Afferrò per il muso la sua adorata creatura, che nello sguardo aveva un'espressione entusiasta e scodinzolava consapevole di aver fatto solo cose giuste, contenta di aver reso felice sua madre.
    Non possiamo stare con loro, ma possiamo vedere. E dopo averli ammirati... andremo da tuo padre. Ce lo siamo meritate...
    A quel punto c'era solo una persona che poteva aiutarla a sfogare la tremenda eccitazione che aveva maturato fino a quel momento. Hilda si sarebbe goduta il suo premio.
     
    .
  5.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    GcGlrRR

    Anche Hilda sentiva una grande frustrazione sessuale, per quel motivo aveva fatto di tutto per non guardare Gabriel, fissando il pavimento, i propri piedi ed il muro davanti a lei. Ciò che aveva fatto con Oboro l'aveva accesa di una immensa voglia di sesso, e sebbene cercasse in tutti i modi di non pensarci diventava maledettamente difficile: sentiva l'odore di Gabriel, ed averlo così vicino la elettrizzava. Aveva una voglia matta di saltargli addosso, ma doveva mantenere il suo ruolo, era la cosa più importante di quel momento. Gabriel cercò di consolarla, di dirle che non fosse colpa sua, cercò di tirarla su di morale nonostante ormai lo avesse praticamente mischiato in tutto quel trambusto. Continuava ad agire come un vero eroe, guardando dritto il suo obbiettivo, il loro nemico. L'intervento di Oboro era stato provvidenziale, perfetto, Hilda si morse il labbro inferiore sempre più felice. Non riusciva a crederci che Gabriel si era lasciato coinvolgere in quel modo. Anche soppesando la storia sul fatto che lui fosse in realtà un giornalista sotto copertura, non lo obbligava ad aiutarla e difenderla. Invece lui si era fatto avanti, voleva combattere per lei e quel fatto emozionava profondamente Hilda. Sentì il rumore del rubinetto che si apriva, e lei si voltò finalmente verso di lui pronta a parlargli, ma quando vide che era ancora turgido e che le nanomacchine si espandevano sul suo corpo capì che era in difficoltà. Non aveva idea di come funzionasse il suo potere, ma iniziò a intuire che se non aveva voluto farsi mordere probabilmente era proprio per colpa di quello che stava vedendo. Probabilmente temeva che le fosse successo qualcosa se avesse ingerito per sbaglio quelle nanomacchine tramite il sangue? In effetti la volta scorsa quando gli aveva fatto la battuta di farle bere il suo sangue aveva risposto in modo ambiguo, facendole intuire che non era poi come tutti gli altri. Si avvicinò al lavandino accanto a quello di Gabriel e anche lei si sciacquò velocemente il viso e le tracce si sperma dalla curve dei suoi seni. Ovviamente senza preoccuparsi minimamente di tenersi coperta, anzi lasciò che i capezzoli sgusciassero fuori dal reggiseno e non si preoccupò di coprirsi come se non se ne fosse nemmeno accorta. E mentre lo faceva Gabriel le promise che avrebbero risolto tutto, che l'avrebbe salvata. Hilda si voltò verso di lui, fece un passo intenzionata ad abbracciarlo, commossa dalle sue parole, ma si fermò sul nascere abbassando lo sguardo verso la sua erezione. Sospirò frustrata ed anche preoccupata, poi con dolcezza posò una mano su quella di Gabriel e con estrema vergogna guardò verso la sua erezione indicandogliela con un cenno del capo.
    Lo ha fatto anche a te? chiese abbassando di nuovo lo sguardo per poi portare le mani sopra la propria minigonna dove afferrò la stoffa.
    A-anche io mi sento così. Lo fa sempre tutte le volte, usa i suoi poteri... per... per... sollevò la gonna e mostrò a Gabriel le mutandine zuppe dei suoi umori e i rivoli che imbrattavano il suo interno coscia.
    ... contaminarmi con l'eromanzia. Lo fa fino a quando non mi ritrovo a supplicare di darmi piacere... così che poi possa darmi della troia in calore. affermò lasciando andare via la stoffa che però non scese verso il basso a coprirla dato che era aderente al suo corpo. Per un momento poteva sembrare che volesse cambiare idea, ma dal modo in cui si grattò la nuca nervosamente, faceva sembrare che Hilda avesse usato quella scusa per poter trovare un modo per calmarsi, e quindi poter parlare con il cuore in mano.
    Ho fatto un casino, io ho pensato che tu e lei mi stavate manipolando, così quando l'ho rivista le ho gettato in faccia tutto il mio veleno dicendole che avevo scoperto il suo crudele gioco con te... ed invece sono stata una sciocca... ti ho messo nei casini, potrai mai perdonarmi? Sì, che è colpa mia... avrei dovuto starmene zitta ed invece mi sono lasciata prendere dai miei sentimenti. Mi sento una stupida... anche adesso che... che... si gettò su di lui per stringerlo fra le braccia e premere il suo volto contro il suo corpo. Se lui non si fosse mosso per niente, probabilmente avrebbe premuto il viso contro la sua spalla, le braccia circondavano il suo torace, mentre il suo seno morbidissimo si premeva contro tutto il braccio. Se invece lui si fosse voltato appena lo avrebbe stretto fortissimo fra le proprie braccia nascondendo il suo volto contro i suoi pettorali, aggrappandosi con le mani alla sua camicia.
    ...ho scoperto che non sei un mio nemico... mi ha fatta sentire felice... sono così felice che tu ... tu non sia un nemico. fece con la voce rotta dall'emozione, e non stava fingendo era davvero emozionata e felice perché lo aveva ritrovato, aveva di nuovo trovato un appiglio per potergli stare vicino. Fece un profondo respiro, un pizzico tremolante, come se stesse frenando un pianto liberatorio, poi si avvicinò di più a lui premendo tutto il suo corpo contro quello di Gabriel, gustandosi la sua muscolatura, facendogli sentire un tocco decisamente più intimo e voglioso, premendo il bacino contro il suo per sentire la sua erezione premersi contro di lei. A quel punto fece uno sforzo immenso per staccarsi da lui e indietreggiare di un passo, guardandolo pieno di vergogna.
    Scusami! fece abbassando lo sguardo per ritrovarsi a fissare languida la zona del bacino di Gabriel. Le labbra si socchiusero, le gote arrossirono mentre sentiva un bisogno irrefrenabile di toccarlo, la sua mano si stava avvicinando a lui e se non l'avesse fermata lo avrebbe afferrato sospirando profondamente a quella sensazione di pienezza nelle sue dita.
     
    .
  6.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Pervert Member

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    7,871
    Location
    Vega

    Status
    Anonymous
    Si ripromise di starle lontano, di rimanere indifferente. Non voleva coinvolgerla col suo status attuale, soprattutto dopo quello che aveva passato. In situazioni simili per lui era normale sfogarsi, se non addirittura necessario: le nanomacchine in quelle condizioni rischiavano di compromettere seriamente la sua sanità mentale e proprio com'era successo con Sheba avrebbe preferito di gran lunga sfogarsi per poter riportare la sua mente alla quiete, ma farlo con Hilda... era impensabile in quel momento. Non se lo sarebbe mai perdonato in tutta la sua vita, sarebbe stato troppo per lei, quindi cercò con ogni grammo della sua volontà di non incrociare lo sguardo né con lei né col suo bel corpo. Per questo, maledicendosi e ripromettendosi queste parole, Gabriel non si rese conto di quanto vicina fosse arrivata Hilda, e ritrovandosela di fianco intenta a toccargli la mano quasi lo fece sobbalzare. Non si tirò indietro né guizzò come un'animale all'erta per colpa del suo corpo in estrema tensione, ma fu costretto a voltarsi rapidamente verso di lei e a quel punto la vide eccitante come non mai. Era bellissima, ripulita dall'umiliazione dava l'idea di essere meno impura, il suo corpo sensuale era valorizzato dal vestito che indossava e se non fosse stato per la sua espressione triste sarebbe stata qualcosa di inarrivabile bellezza. Se non fosse già stato livido per il suo potere senza controllo Gabriel sarebbe riuscito ad arrossire davanti al suo seno scoperto e la sua bellezza incredibile. Chinò il capo, mortificato nel sentirsi osservato sulle sue vergogne maschili. Non tentò di nasconderlo perché sarebbe stato inutile e anche impossibile in quel momento, ma se ne vergognò molto. Hilda era preoccupata che Ursula avesse usato i suoi poteri perversi su di lui, come faceva spesso con lei con lo scopo di umiliarla, dandogli perfino una dimostrazione per fargli vedere quanto fradice fossero le sue gambe in quel momento. Gabriel chiuse gli occhi con rabbia, furioso all'idea di eccitarsi al solo vedere quei succhi e sentirne l'odore, ma se la sua verga aveva guizzato impaziente di possederla il suo capo aveva distolto lo sguardo e le sue mani avevano afferrato i polsi di Hilda, spingendoli verso il basso così che non gli mostrasse altro umiliandosi ancora.
    Non è del tutto colpa sua, è il mio potere che... è difficile da controllare perché non mi appartiene. E' complicato.
    Onesto fino alla fine, si rese conto che lasciarle intendere quanto artificiale ed avanzato fosse il suo potere non era una buona idea, dato che per un giornalista sarebbe apparso incredibilmente insolito per quanto non impossibile. Scosse il capo, ancora una volta cercando di svuotare la mente di ogni pensiero, ma Hilda continuava a scusarsi e colpevolizzarli e più lo faceva più Gabriel scuoteva il capo, cercava di dirle che non era così che non doveva preoccuparsi per lui ma la sua bocca era troppo impegnata a restare digrignata per trattenere le sue voglie e la sua rabbia. Doveva respingere quelle pulsioni a tutti i costi, non solo perché doveva rispettare il dolore di Hilda ma anche perché la sua situazione era davvero instabile e non sapeva quanto realmente sarebbe stato capace di controllarsi. Aveva bisogno di aiuto, dei Watchmen magari, dei suoi nuovi alleati, di Sheba forse... ma mentre pensava a cosa fare, Hilda si fiondò su di lui, stringendogli il braccio tra i seni, stringendolo a sé e cercando rifugio sulla sua spalla dicendogli che era felice di aver ritrovato l'amico che credeva di aver perduto. Il cervello e il cuore di Gabriel si fermarono, perché per un singolo istante pensò che in fondo quel caos e quella sofferenza non erano stati vani, e che poteva considerare quella piccola speranza un minuscolo spiraglio di luce in una tenebra apparentemente indissipabile. Non si voltò né la toccò, cercò solo di godersi il lungo sospiro di sollievo che il corpo gli concesse in un momento tanto difficile. Socchiuse gli occhi, sentiva il bisogno di stringersi a lei perché in fondo almeno un abbraccio potevano concederselo. Avevano superato un momento difficile, erano uniti, erano ancora insieme, quindi perché privarsene^ Si voltò verso di lei e la strinse a sé, abbracciandola forte, facendola sentire calda e al sicuro tra le sue braccia. Sentì il seno morbido e abbondante della vampira sul proprio petto, e non si tirò indietro nel sentirsi schiacciare il bacino contro di lei. La sua verga pulsò vigorosa nel sentirsi stimolata in quel modo e subito accese l'istinto di Gabriel, ma non fu lui a farsi indietro, ci pensò Hilda forse complice dei suoi stessi pensieri. si scusò e prima ancora di poterle dire che non doveva preoccuparsi Gabriel era già di nuovo ipnotizzato dalla sua bellezza: il languore che esprimeva il volto di Hilda era meraviglioso e gli bastò sentirsi osservato in quel modo per far guizzare verso l'alto la sua verga, mentre la punta diventava sempre più rossa e l'intera carne pulsava come se dovesse prendere vita. Si disse che non doveva cedere, che non poteva lasciarsi toccare, ma appena le dita di Hilda sfiorarono la sua carne Gabriel si sciolse e si avvicinò leggermente a lei, quasi timidamente, in modo che le dita non sentissero solo la sua base ma anche parte dell'asta e i suoi testicoli, turgidissimi, gonfi come non mai, il suo sesso mastodontico era stato esaltato all'estremo e non si era sfogato in nessun modo, aveva bisogno di farlo e quella era l'unica soluzione. A quel punto fu lui a farsi indietro, voltandosi di colpo e girandosi di spalle in modo da non incrociare oltre lo sguardo con quel volto irresistibile.
    Hilda no! E' quello che vuole lei! Sei sotto la sua magia perversa! E io ho perso il controllo del mio potere! potremmo pentircene, potrei farti del male! E siamo a scuola, con chissà quali sguardi puntati addosso... non è sicuro qui, non è giusto... è quello che vuole lei...
    Mortificato, confuso, eccitato. Gabriel non riusciva a gestire le sue emozioni, sapeva solo che cedere in quel momento significava farle del male, peggiorare la situazione e rischiare grosso visto che si trovavano a scuola. Quelle mura erano un grande freno per lui, un luogo dove non poteva concedersi nessun errore e lo costringeva a mantenere la mente salda.
     
    .
  7.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    GcGlrRR

    Hilda notò molto bene quanto fosse combattuto Gabriel, di quanto si vergognasse di essere in quelle condizioni: intuiva perfettamente la linea di pensieri che lo stavano attraversando, capiva perfettamente che non voleva in alcun modo aprofittarsi di lei. La sua "giustizia" era incrollabile anche in quelle condizioni, quello non era un uomo, non era un soldato era un angelo e Hilda non poteva fare altro che innamorarsi ancora più perdutamente di lui. Invidiò da morire sua moglie, chiedendosi che razza di donna fosse se era riuscita a conquistare il suo cuore. Chissà se quella donna si rendeva conto di che creatura meravigliosa avesse al suo fianco? Di quanto fosse nobile e dolce? Lo guardò con estrema gratitudine quando le abbassò le mani, poiché sapeva che lo stava facendo per lei, unicamente per lei, dato che il suo membro invece mostrava proprio l'esatto opposto. Le confessò che non era stato contaminato dal potere di Oboro, che quella condizione era anche per colpa del proprio potere che lui non riusciva ancora a controllare perfettamente, dandole quindi una piccola conferma alle sue ipotesi sul fatto che non le aveva fatto bere il suo sangue perché temeva di farle del male. Per un momento aveva pensato che fuggisse di nuovo via come l'ultima volta, ecco perché lo aveva abbracciato stretto con la paura di sentirsi spingere via; ma quando lui si voltò verso di lei, per ricambiare l'abbraccio sentì il proprio corpo tremare di felicità. Inspirò a fondo il suo odore, sentendosi leggera come una piuma e felice come non lo era mai stata. Era un gesto così semplice ma le fece toccare il cielo con un dito, perché finalmente poteva tornare a vederlo, a parlargli e stargli vicino. Aveva fatto pace con lui e adesso poteva finalmente goderselo.
    Sentire la sua carne turgida fra le dita la accese di un appetito smodato, sentiva la bocca piena di saliva, pensò che volesse leccarlo dappertutto non solo in quel punto. Dio solo sa cosa gli voleva fare di perverso, ma anche di dolce, voleva tutto. Infatti sospirò beata nel vedere che si lasciò toccare, nel sentire quanto fosse caldo e turgido, se lo stava già pregustando nella mente la sensazione di come le avrebbe riempito la bocca, di come era sentirlo pulsare fra i suoi seni, di quanto potesse godere averlo dentro di lei. L'incanto però fu bruscamente interrotto da lui che si voltò dandole le spalle, impedendole di toccarlo ancora. Per un primo momento si sentì perduta, come quando le aveva detto "non così" ed era fuggito via. Il cuore batteva forte nel petto, e si ribellava con tutte le sue forze a quel rifiuto. Si calmò solo quando lui iniziò a parlare dicendole che non dovevano fare il goco di Oboro, era preoccupato e ancora cercava di contenersi di fare la cosa giusta. Hilda sorrise intenerita e gli si avvicinò: non lo avrebbe fatto andare via. Poggiò la fronte contro la sua schiena e sospirò con un suono più sereno.

    No, tu non potrai mai farmi del male. disse lasciando che le braccia tornassero a circondarlo dolcmente, carezzandolo sul ventre e sul petto con immenso affetto.
    Quinidi cosa dovrei fare secondo te? Lasciarti così in queste condizioni e magari rischiare che io seduca uno dei miei studenti per sfogare l'eromanzia che mi tormenterà? Non credi che Ursula sarebbe ancora più soddisfatta se io cedessi con uno studente, dicendoti che non sei in grado di gestirmi? mentre parlava le mani scesero verso il basso, cercando di nuovo la sua erezione che afferrò con decisione, senza paura, iniziò a masturbarlo molto lentamente, facendogli sentire le sue dita affusolate e lisce.
    Permettimi di aiutarti, è il minimo che posso fare dopo tutto ciò che hai fatto per me. Dopo tutto ciò che vuoi fare per me. Se è con te, io non mi sentirò sporca, non mi sentirò umiliata. Non posso sentirmi in quel modo perché con te mi sento al sicuro. Non ho avuto paura prima perché eri lì con me. Gabriel.... ti prego. si strinse a lui di nuovo con più forza, sospirando di desiderio, portando anche l'altra mano sul suo membro per stimolarlo.
    Non voglio masturbarmi fino a consumarmi le dita pensando che è colpa di Ursula. Non posso permetterti di masturbarti fino allo spasimo pensando a quanto ti fai schifo. Lasciami fare, lo voglio fare... con te. Vorrei cancellare ciò che ho provato prima, e so che solo tu puoi aiutarmi. Voglio farti star bene. tentò di posizionarsi di nuovo davanti a lui, inginocchiandosi per potersi mettere all'altezza della sua erezione, facendogli intendere benissimo cosa avesse intenzione di fare. Lo guardò negli occhi con uno sguardo colmo di supplica. Infondo Hilda non aveva tutti i torti, aveva già visto Hilda tormentata dall'eromanzia, e se aveva già provato sul proprio corpo quel tipo di energia, sapeva benissimo che non bastava masturbarsi per debellarla, che serviva sicuramente molto di più. Se pensava che Hilda arrivava a supplicare Oboro di farla godere, cosa poteva accadere con uno studente dolce e sensibile che aveva una cotta per lei? Lui invece era lì e potevano venirsi incontro e aiutarsi a vicenda, cosa poteva esserci di così sbagliato? Non erano entrambi sulla stessa barca? Tentò quindi avvicinandosi a lui per poter iniziare un fellatio. Posò le mani contro le sue cosce e si avvicinò con la bocca alla sua punta inspirando appena il suo odore che già le diede alla testa. Se non l'avesse fermata avrebbe allungato la lingua facendola serpeggiare lungo tutta la base, lasciandosi sfuggire un espressione lasciva da morire. Non avrebbe potuto farci niente, lo desiderava così tanto che non poteva nasconderlo.
     
    .
  8.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Pervert Member

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    7,871
    Location
    Vega

    Status
    Anonymous
    La sentì avvicinarsi e il suo respiro si fece lentissimo. Era come se il tempo stesse rallentando gradualmente fino a fermarsi. Forse più che trattenersi si stava sforzando di non cedere perché dopotutto era lei che voleva salvare. Lei era diventata molto velocemente il simbolo della sua missione, l'obbiettivo ultimo di una battaglia che aveva deciso di iniziare da solo come una delle tante missioni a cui aveva partecipato, ma che era diventata importante. Così maledettamente importante da vederla alla stregua di una figlia, una sorella, qualcosa da salvare più che da amare, con cui condividere il peso della sua battaglia. Eppure più la sentiva su di sé, più desiderava sentirla ancora. Il suo seno morbido e le braccia delicate che scivolavano sulla schiena e lo stringevano dandogli conforto erano l'ancora che manteneva sana la sua mente. Sollevò il capo e cercò con tutte le sue forze di prendere aria ma ciò che uscì dal suo volto fu un verso di estrema sofferenza, come se fosse contrito dalla necessità di resisterle ma stava fallendo miseramente, cosa che portava il corpo di quell'uomo ad irrigidirsi sempre di più, d'esitazione, di eccitazione, incapace di controllarsi e al tempo stesso di cedere ai suoi istinti. Le mani si sollevarono di colpo pronte ad intercettare quelle di Hilda ma le sue parole lo fecero esitare. le dita di Gabriel rimasero tremanti e irrigidite vicinissime a quelle di Hilda mentre lo masturbava, ripensando a cosa gli stava dicendo. La vera vittoria di Oboro era di farli sfogare in maniera insensata costringendoli a cedere al suo ricatto, portandoli alla follia. E a quante persone potevano fare del male se non si controllavano? Tra di loro invece, oramai complici di quel segreto, di quella missione disperata, sarebbe stato come leccarsi le ferite a vicenda. Forse stava sbagliando a vederla come una vittima da salvare, quando invece doveva vederla come una compagna di lotte, come i suoi commilitoni, come i Watchmen, come...
    Hilda.... Nohh...
    Anche se il suo fiato spezzato dal piacere provò a frenarla la sua verga eccitata e pulsante rispondeva ai movimenti delle sue dita invogliandola a darsi da fare, a sfogare finalmente quel bisogno che avevano entrambi. Iniziò perfino a muoverei l bacino come se si stesse lentamente scopando le sue dita, e fu un immenso sollievo. Quello bastò a fare a pezzi le sue difese e quando incrociò di nuovo il suo sguardo vedendola così bella e seducente mentre si inginocchiava per lui, Gabriel sentì le gambe tremare e la sua volontà vacillare sempre di più. La voleva, la voleva con ogni fibra del suo corpo, voleva sentire le sue labbra intorno alla propria verga com'era stato per Ursula. Aveva guardato quella donna con invidia fin dal primo istante e sentire che era così vicino a ricevere finalmente quel desiderio tanto agognato lo fece letteralmente impazzire. Le mani che fino ad un momento prima tremavano intorno alle dita di Hilda si avvicinarono al suo capo, carezzandole delicatamente i capelli e i lati della fronte mentre sembrava volerla accogliere su di sé. Sentiva la sua lingua avvolgere quella verga impaziente e la sua testa si piegava sempre più verso l'alto, se non fosse stato per la volontà di guardarla dritta negli occhi mentre finalmente assaporava la sua virilità Gabriel si sarebbe lasciato andare ad un grido di puro piacere inarcando la schiena all'indietro, ma in quel momento l'unica cosa che poteva fare era serrare leggermente la presa tra i suoi capelli, tirandola verso di sé per accettare finalmente quel caldo, delizioso e perverso bacio. La sua verga scivolò dentro la bocca di Hilda assaporandone il calore e la morbidezza, guizzando impaziente verso l'alto dentro di lei. Godeva, godeva, maledettamente senza riuscire a trattenere i gemiti. dal suo volto era facile capire che avrebbe voluto chiudere gli occhi per nascondere la sua vergogna ma non riusciva a distogliere lo sguardo da lei, del tutto ammaliato e incapace di resistere al richiamo della sua bocca.
     
    .
  9.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    GcGlrRR

    Hilda percepiva la reticenza di Gabriel, la sua testardaggine a voler innalzare una barriera fra loro due, come se avesse temuto che avvicinarsi troppo a lei lo avrebbe scottato in qualche modo. Forse era il suo istinto a parlare forte nel suo animo, dopotutto Hilda era comunque una vampira, e sebbene i sentimenti di lei erano sinceri li stava coltivando nella maniera più sbagliata di sempre. Il corpo di Gabriel reagiva molto bene alle sue attenzioni, non poteva ignorare il suo respiro, le pulsazioni che aveva percepito fra le dita, la sua carne che si faceva più dura e chiedeva maggiore attenzioni. Che cosa stava temendo Gabriel? Avrebbe voluto chiederglielo, ma sapeva che farlo in quel momento avrebbe dato manforte alla sua ragione, e rischiava di essere di nuovo rifiutata. In momenti come quelli era meglio tacere e lasciar parlare i loro corpi. Così quando lo sentì muoversi con il bacino come a voler chiedere maggiori attenzioni, Hilda si sentì felice di poterlo accontentare. Anche se le disse un "no", Hilda non si arrese, non gli chiese il motivo di tali parole, perché quel suono così incerto che uscì dalla sua gola, le fece pensare che era ancora quel barlume di ragione che cercava di scalpitare ma veniva consumato in modo inesorabile dal suo desiderio. Doveva puntare su quello, doveva fargli capire che non provava nessun disgusto, che anzi voleva farlo. Il tocco di Hilda era gentile, amorevole e sapiente mentre le mani si poggiavano contro le sue cosce e si posizionava davanti a lui in ginocchio. Vide un lampo di desiderio nei suoi occhi, e quel semplice momento infiammò Hilda di passione che dovette tenere un momento a freno per non ritrovarsi a divorarlo avida come una ossessa. Fu quindi delicata, per non spaventare Gabriel, quasi come se si stesse avvicinando ad una belva impaurita. Finalmente poi lui la accettò, non la spinse via anzi, posò una mano sul suo capo e quando sentì il suo calore, Hilda trattenne a stento un sospiro colmo di desiderio. La lingua scivolò su tutta la base dell'erezione, facendogli anche sentire che era più lunga di una lingua umana, più mobile ed elastica. Allargò la bocca con gli occhi socchiusi e lo lasciò scivolare nella cavità dolcemente accogliendolo centimetro dopo centimetro, mentre sollevava di nuovo lo sguardo su di lui, così da fargli capire che andava tutto bene, che piaceva anche a lei. Un brivido bollente attraversò la sua schiena quando sentì la bocca piena della sua carne e ne divenne avida. Continuò a farlo scivolare in bocca fino a sentire la cappella che si faceva strada nel suo esofago, e si eccità da impazzire nel sentire gli angoli della bocca bruciare per quanto doveva allargarla. Non riuscì proprio a trattenere un mugugno soddisfatto e colmo di desiderio, mentre i suoi occhi si socchiudevano di nuovo per la perversione crescente. A quel punto le mani di Hilda scivolarono dolcemente dalle cosce sui fianchi, e andarono ad afferrarlo sulle natiche, così che non potesse più sfuggirgli. Iniziò a succhiarlo, a far vibrare la gola attorno al suo membro che si chiudeva e apriva come se avesse voluto ingerirlo. La lingua si attorcigliò attorno alla massa, massaggiandolo mentre iniziò a muovere la testa avanti e indietro avviando una sorta di perverso amplesso. Voleva farlo impazzire, voleva distruggere ogni barlume di dubbio che continuava a tormentarlo. Così che avrebbe capito che accettare il suo aiuto in un momento del genere non era solo la soluzione migliore per risolvere il suo problema, ma che ne avrebbe anche giovato tantissimo. Quando lo avrebbe sentito sciogliersi totalmente alle sue cure, Hilda avrebbe mollato la presa sulle natiche di Gabriel per portare le mani sui propri seni, così da aprire totalmente la camicia e spostare il reggiseno verso il basso, e liberare le sue grazie. Cercò poi senza mai smettere di succhiarlo di piegarsi con la schiena e sollevare le tette per poter inglobare la base del suo membro fra di essi, e continuare a succhiargli la punta golosa mentre i seni lo avrebbero masturbato sul resto della lunghezza. I suoi capezzoli erano durissimi in quel momento mentre i suoi seni in netto contrasto erano morbidissime e si adagiavano come sofficissime nuvole attorno al suo cazzo. Ricolmo com'era di saliva non avrebbe avuto nessun attrito fastidioso in quella manovra ma solo un piacevole giaciglio che non avrebbe lasciato niente di insoddisfatto. Hilda era eccitatissima, non ce la faceva più sentiva il bisogno di toccarsi, ma non poteva farlo se voleva prendersi cura di lui, quindi l'unico modo che aveva di darsi un minimo di sollievo era stringere le cosce fortissime una contro l'altra, accorgendosi che non serviva proprio a nulla. Quel desiderio folle che la animava si trasmise sulla sua bocca, sui gesti delle sue mani, era ubriaca di eccitazione e lo si vedeva chiaramente sul suo volto.
     
    .
  10.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Pervert Member

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    7,871
    Location
    Vega

    Status
    Anonymous
    Fu tutto così graduale, delicato, quasi dolce, non sembrava affatto che si stessero concedendo uno sfogo puramente sessuale, per Gabriel in quel momento dopo lo stress e la rabbia provata davanti ad Ursula quella perversa unione era più simile ad un caldo e rilassante abbraccio, un abbraccio intimo e sbagliato che sapeva di dover rifiutare ma che non riusciva più a respingere oramai. Nonostante le dimensioni che Gabriel sfoggiava in quel momento per colpa delle sue nanomacchine Hilda non si tirò mai indietro e anzi si lasciò coinvolgere dalla necessità permettendo a quella carne di farsi strada nella sua gola senza timore, leccandola, massaggiandola, facendogli sentire le sue labbra morbidissime. La bocca della vampira era un paradiso per Gabriel in quel momento e per quanto si sforzasse di tenere le labbra e i denti stretti dei lunghi e vogliosi versi di piacere scivolavano comunque dalle sue labbra. Le mani di Hilda sul suo corpo non lo facevano solo sentire coccolato ma lo guidavano come ad invogliarlo a lasciarsi andare, a dimostrargli che era ciò che voleva anche lei e che nessuno sarebbe stato umiliato o maltrattato, erano solo loro, passione e necessità che si univano per fare virtù della loro ritrovata fiducia. Gabriel non poteva rendersi conto di quanto maledettamente fosse accomodante tutto ciò, di quanto Hilda risultasse fin troppo disponibile, dava la colpa a sé stesso, all'eromanzia, ad Ursula, a tutto ciò che quella povera vampira aveva passato, non cercava spiegazioni, solo quel perverso desiderio di sentirsi al sicuro. Quando la sentì abbandonare la presa, oramai vittima del suo ritmo perverso, Gabriel abbassò lo sguardo per vedere cosa si stava abbattendo sulla sua verga notando la posa oscena e l'espressione lussuriosa sul volto della vampira mentre lo ingoiava vogliosa e si spogliava per lui liberando quel meraviglioso e irresistibile seno. Era così bella che aveva voglia di stringerla a sé e schiacciare quel morbido seno sul suo petto mentre la abbracciava, mentre la baciava, mentre sfregava la sua verga tra le cosce formose e irresistibili di Hilda. Non poteva più nasconderlo: la voleva e più Hilda lo accettava più lui pulsava impaziente ed eccitato. Si spinse in avanti inclinando il bacino come a voler assecondare i movimenti di Hilda, e senza mettere fine a quel meraviglioso lavoro di bocca ecco giungere le sue caldissime carni ad avvolgere la base di quel membro oscenamente deformato ed ingrossato, un caldo e immeritato giacigli oche frantumò una volta per tutte la barriera sulla bocca di Gabriel e lo costrinse a gemere con forza, lasciandosi sfuggire tutto il piacere che provava in quel momento. Il contrasto tra i capezzoli turgidi e i seni morbidi lo faceva eccitare e pulsare ancora di più, dando vita a duna danza di quella verga oscena che non poteva proprio più fermarsi. Stava impazzendo, e ogni volta che provava a distogliere lo sguardo da quello spettacolo meraviglioso i suoi occhi tornavano lì, incantati, plagiati da una bellezza che la sua mente non aveva mai concepito fino a quel momento. Purtroppo, brava com'era stata Hilda in quelle sue movenze così dolci e premurose, aveva tolto a Gabriel qualsiasi tipo di premura nei suoi confronti e non si stava preoccupando affatto che lei potesse in qualche modo avere bisogno di sollievo: le sue gambe impazienti e insoddisfatte erano eclissate del tutto dai suoi seni meravigliosi e in quel momento l'unica cosa che Gabriel voleva era giungere al culmine e ritrovare il senno. Hilda avrebbe sentito la virilità di Gabriel farsi sempre più turgida e pulsare sempre più di frequente mentre anche la base si faceva compatta, sintomo di un orgasmo imminente. Sarebbe riuscita ancora a tenerlo in pugno se quell'impavido fosse riuscito a sfogarsi finalmente? La sfida per Hilda non era affatto finita.
     
    .
  11.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    GcGlrRR

    Hilda non aveva la più pallida idea di quanto Gabriel venisse influenzato dalle nanomacchine, ma grazie a loro, grazie alla fame che instillavano nel suo corpo, permisero ad Hilda di avvicinarsi a lui con dolcezza. Aveva paura che la rifiutasse di nuovo, come era successo la precedente volta, e non avrebbe sopportato lo stesso tipo di violenza. Ecco perché aveva proceduto per gradi, per non spaventarlo, per coccolare il suo corpo e rassicurarlo. Quello che sembrava a tutti gli effetti aver più bisogno di sentirsi al sicuro era proprio lui. Adorò sentire i suoi versi di piacere e si deliziò nel sentirlo farsi sempre più duro, più grosso nella sua bocca, nella sua gola e fra i suoi seni. Hilda scivolò sempre di più nella lussuria, quella carne perversa diventava sempre più irresistibile per lei, e lo si poteva sentire dalla passione con cui lo succhiava, la lingua che lo coccolava serpeggiando su tutta la lunghezza, scivolando infuori per carezzarlo sui testicoli e gustarsi ogni parte di lui. Non faticava a credere che Palladia si fosse deliziata a sua volta poco prima, come si poteva resistere al fascino di Gabriel? Era impossibile! La cosa più ironica era che lui neanche si rendeva conto dell'ascendente che aveva su di lei, di quanto Hilda fosse presa da quell'uomo. Continuava a credersi un male per lei, quando in realtà per Hilda era solo un bene. Un guizzo di felicità le fece mancare un battito quando lui iniziò a muoversi con il bacino per assecondare il proprio piacere, lasciandosi finalmente plagiare totalmente, accettando quel compromesso fra piacere e dovere. Percepì chiaramente che si stava lasciando andare. Forse anche un po troppo perché presto sarebbe finito tutto. Avrebbe voluto sentirlo venirle in bocca, bere il suo sperma e sentirlo scivolare in gola caldissimoe vischioso. Per un vampiro era un piacere simile a quando bevevano sangue, ma se lo lasciava venire, rischiava di perdere la presa su di lui. Doveva fare qualcosa, e sebbene fosse rischioso cercò di agire subdolamente per instillargli in corpo un pizzico di eromanzia, quel tanto che bastava per farlo rimanere eccitato e voglioso, per annebbiargli la mente con il desiderio e farglielo sembrare più che plausibile dopo un trattamento del genere. Hilda continuò ancora per un poco e quando lo sentì pulsare più forte, e vide i primi segnali di un imminente orgasmo si fermò. A malincuore abbandonò la sua verga facendola scivolare fuori dalla bocca, osservando per un momento incantata la cappella rosea e gonfia inondata della sua saliva. Ansò pesantemente, sentendo chiaramente la clitoride pulsare fortissima in cerca di attenzioni. A quel punto Hilda non poteva più aspettare, aveva già subito con Oboro, se non sentiva qualcosa che la stimolava fra le cosce rischiava di impazzire.
    Perdonami Gabriel... io... non.. sembrava quasi che si stesse per tirare indietro, che volesse mettere fine a tutto, lasciandolo proprio a metà sul più bello. Una tale sensazione poteva anche farlo sembrare perché Hilda si alzò in piedi, usando Gabriel come appoggio per le sue mani, così che nel sollevarsi il suo corpo si sfregasse contro di lui. Il volto di Hilda era languido da morire, una delle sue mani si spostarono verso la nuca di Gabriel per reggersi, mentre l'altra mano con un movimento fluido e repentino strapparono la stoffa delle sue mutandine quel tanto che bastava per spostala lateralmente, arricciandola sull'inguine. Sollevò una coscia per poggiare il piede contro il lavandino dietro Gabriel, sollevandosi con la punta dei piedi così che la verga di Gabriel scivolasse fra le sue cosce e si sfregasse contro la sua carne femminile. Quella sensazione fece tremare Hilda di desiderio, facendola grondare ancora di più di umori.
    Non ce la faccio più... mi sento andare a fuoco... ti prego... ne ho bisogno. la sua voce lo stava supplicando, la sua figa era bollente, umida e pronta per lui, era perfino carica di energia eromantica per rendere irresistibile il tocco fra le loro carni, per dare l'impressione a Gabriel che se si allontanasse da quella carne potesse morirne. Voleva che la desiderasse con tutto se stesso, voleva essere scopata selvaggiamente da lui. Lo desiderava così ardentemente che non ci pensò nemmeno per un attimo prima di avvicinarsi con tutto il corpo a lui e cercare un bacio, schiacciandogli i seni contro il petto. Il bacino intanto cercava di angolarsi al meglio per poter sentire la sua cappella spingere contro il suo ingresso, facendola tremare e mugugnare in modo osceno, come se fosse stata in calore.
     
    .
  12.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Pervert Member

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    7,871
    Location
    Vega

    Status
    Anonymous
    Continuava a possedere la sua gola e le sue labbra con sicurezza crescente ma decisione poco prestante, Gabriel era ancora mosso dall'indecisione e dai sensi di colpa e non poteva sopportare di aver ceduto alla perversione a cui Ursula li aveva condannati. Ma la bocca di Hilda era troppo piacevole e il suo corpo meravigliosamente bellissimo, come poteva resisterle? Era impossibile, non ce l'avrebbe fatta, non in quello stato. E più si disperava all'idea di umiliarla per riempirle la gola del suo seme, più la voglia di farlo cresceva. Da un lato fu un sollievo sentire la sua resistenza, ma dall'altro... l'esatto opposto. Avrebbe dovuto essere felice di vederla resistere, opporsi a quell'ennesima umiliazione. A malincuore, se glielo avesse chiesto, si sarebbe fatto indietro e l'avrebbe lasciata in pace, condannato a invocare di nuovo il suo perdono per essere caduto tanto in basso. Ma allo stesso tempo sapeva che non sarebbe stato capace di calmarsi mai da solo. Come avrebbe potuto dopo quello che aveva visto? Dopo quello che stava provando? Forse neanche Sheba sarebbe stata capace di aiutarlo, magari Hilda era davvero l'unico palliativo di cui aveva bisogno. E mentre pensava quelle cose, immerso nei sensi di colpa, la vide mentre lo fissava con uno sguardo che non aveva niente che somigliasse al pentimento, all'umiliazione, alla paura. Hilda lo desiderava. Lo voleva come una belva assetata di sangue che finalmente aveva stretto le grinfie sull'agognata preda, era strano pensare a lei in quel modo ma fu esattamente la sensazione che provò. Si sentì in trappola, una trappola meravigliosa e perversa che nascondeva solamente il bisogno di entrambi di sfogarsi. La sua mente stava venendo plagiata dall'eromanzia, che faceva da perverso ponte tra lui e l'istinto delle sue nanomacchine. Più le alimentava, meno diventavano macchine, ritornando alla loro natura originale. Creature mostruose il cui unico scopo è quello di proliferare, moltiplicarsi, costruire nuova carne. Un istinto primordiale saldamente radicato nella mente di ogni uomo che desidera una donna, per questo quelle creature erano così semplici da sintonizzare con un essere umano... e così complesse da tenere a bada. Voleva donarle il suo seme, ne aveva bisogno, sentiva la necessità di riempire il ventre di Hilda con ogni singola goccia del suo sperma bollente e più ci pensava, più la sua mente vacillava. Hilda poi non faceva nulla per permettergli di distrarsi: lo aveva stretto in una morsa perversa priva d'uscita, con una gamba che si sollevava e metteva in mostra le sue grazie. Il corpo perfetto della vampira era di fronte a lui, praticamente nudo, e si schiacciava sul suo corpo, si sfregava sulla sua carne e lo desiderava. Voleva le sue labbra, voleva il suo cazzo, era come se l'intimità di Hilda lo stesse chiamando, stesse urlando il suo nome mentre cercava disperatamente di farsi impalare da lui. Hilda avrebbe sentito distintamente il cazzo di Gabriel ingrossarsi e se avesse potuto vederlo lo avrebbe visto riempirsi di venature nere gonfie che ne ingrossarono la lunghezza e anche i testicoli, come se le nanomacchine stessero prendendo il sopravvento sul suo corpo preparandosi all'accoppiamento tanto desiderato. Come poteva immaginare Hilda che senza controllo il potere di Gabriel fosse così terribile? Anche se era per sfogarsi... non poteva farle questo. Cadde in tentazione e si strinse a lei, sospirando così forte da far sembrare che potesse gridare da un momento all'altro, ma la voce morì nella gola e tra le labbra di Hilda, in un bacio perverso, irresistibile, lussurioso e incontrollabile. La baciò così forte e la strinse a sé con tanta potenza da toglierle le forze, Hilda poteva sentire che il suo potere era attivo e stava facendo di tutto per aumentare la forza e la resistenza di Gabriel rendendolo una vera e propria bestia. La sua lingua tremava tra le labbra di Hilda desiderandone sempre di più, ma prima di penetrarla sul serio ribaltò completamente la situazione: la spinse contro il lavandino, schiacciandole il petto, il volto e le mani contro lo specchio, serrandola con la sua mole come se volesse prenderla da dietro. Hilda avrebbe potuto osservarlo attraverso lo specchio che perdeva il controllo: due grosse braccia meccaniche spuntarono dalle sue spalle, parte del suo volto e la parte inferiore della bocca era ricoperta da un'armatura metallica che sembrava quasi liquida, e la verga di Gabriel gonfia e dura come non mai se ne stava tra le sue natiche coperta di umori, così da rendere scivoloso il corpo della vampira. Gabriel si schiacciò contro di lei come se la stesse scopando da dietro, ma le mani erano strette sulle natiche di Hilda e le utilizzava per masturbarsi senza doverla penetrare. Non fu così spietato da non pensare a lei, e mentre con le sue mani si concedeva quella perversa masturbazione, con quelle metalliche andava invece ad esplorare ciò che la vampira aveva preparato per lui tra le sue cosce. Se anche Hilda avesse provato a rimanere delusa, avrebbe scoperto che il metallo di quelle mani aveva ben poco da invidiare al suo membro eretto e bollente. Erano calde, vive,le creature che le componevano erano a tutti gli effetti una netta risposta alla sua eromanzia, sembravano quasi averla assorbita, corrompendo si Gabriel ma lasciandosi anche loro influenzare da essa, come una perversa e metallica spugna. Hilda poteva sentirle schiacciarsi contro le sue carni, una presa virile, solida, vogliosa di lei, impaziente di possederla, e mentre una paio di dita si sfregavano sulla sua carne e la sua clitoride per divaricare l'entrata altre dita si spingevano invece dentro di lei per poterla penetrare. Le dita pulsavano, si allungavano e si gonfiavano dentro di lei, e data la loro mole somigliavano decisamente ad un cazzo degno di questo nome, forse non all'altezza di ciò che Gabriel stava sfregando freneticamente contro le sue natiche ma di sicuro qualcosa che non l'avrebbe lasciata insoddisfatta. A unire il tutto il vigore di Gabriel che pur non penetrandola spingeva i fianchi contro di lei sbattendola letteralmente contro il lavandino e lo specchio, la faceva sentire sua, come se si stesse impossessando di lei, stringeva le natiche come se volesse strappargliele e possedeva la sua intimità con le dita metalliche per poterle dare il piacere che la vampira tanto agognava. Quell'uomo era buono, e anche con tutta l'eromanzia del mondo Hilda non avrebbe mai potuto fargli smettere di provare il sentimento che li aveva trascinati fino a quel punto: il desiderio di proteggerla.
     
    .
  13.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    GcGlrRR

    Gabriel continuava a sentirsi in colpa, ed Hilda riusciva a percepirlo, glielo leggeva negli occhi: quell'espressione l'aveva vista molte volte, in ambiti e contesti diversi, ma riusciva a riconoscere il senso di colpa verso le proprie pulsioni. Se ci ragionava a mente lucida poteva anche capire benissimo il perché si sentisse in colpa e di sicuro il suo cuore si sarebbe sciolto nella tenerezza; ma in quel momento, in quel frangente per Hilda quel senso di colpa era un ostacolo fra lei e lui, fra il piacere che davvero desideravano e tutte quelle inutili pensieri verso cosa fosse giusto o sbagliato. Perché non poteva essere tutto più semplice? Si volevano in quel momento punto e basta, non dovevano far altro che prendersi ciò che volevano. Dio se Hilda era tentata di afferrarlo, sbatterlo per terra e cavalcarlo come se non ci fosse un domani fino a sentirlo venire, ma non era ciò che davvero voleva, non era ciò per cui si stava trattenendo così tanto. Espirò pesantemente quando sentì il membro di Gabriel farsi più duro, più grosso quando entrò in contatto con la sua carne, non le serviva vederlo per sentirne tutto il vigore che le fece venire un brivido bollente e le fece produrre più umori, facendo sbavare la sua carne femminile. Non vedeva l'ora di sentirlo affondare dentro di lei, ed era sicura che sarebbe successo da un momento all'altro, mentre le loro labbra si incrociarono finalmente in un bacio bollente. Hilda ne fu praticamente travolta, non si aspettava minimamente un trasporto del genere da parte dell'uomo, si aspettava tutto l'inverso, si aspettava timore, indecisione, lentezza. Nelle labbra di Gabriel invece percepì tutta la frustrazione di essersi trattenuto fino a quel momento. Sentì il desiderio cocente che lo animava e che allo stesso tempo lo tormentava. Hilda sospirò e mugugnò felice, piegando la testa di lato per sentire la sua lingua affondare nella propria bocca, così da catturarla con la sua e finalmente lasciarsi andare ad un bacio che aveva desiderato così tanto. Ne fu subito ubriaca ed infatti non riuscì a fare nulla quando lui si staccò da lei così bruscamente da strapparle un lamento di protesta. Poco dopo, non capì nemmeno come fosse successo, si ritrovò schiacciata contro lo specchio, con un Gabriel così pazzo di desiderio da essere irriconoscibile. Per un solo momento pensò che la stava rifiutando di nuovo in modo violento come era successa la volta scorsa, la paura prese possesso del suo cuore, ma prima che potesse sfociare anche sugli occhi, sentì le mani di lui afferrarle le natiche e quel magnifico cazzo che si sfregava contro di esse. Lo guardò attraverso lo specchio leggermente confusa, e con stupore vide il suo potere attivarsi e formare nuove braccia. Quando avevano fatto il colloquio, lui aveva detto di avere un potere difensivo particolare, aveva visto una corazza, ed aveva capito che poteva ricrearla dal proprio copro. Non erano scesi nei dettagli e non aveva avuto modo di vederlo in azione, le braccia quindi furono una totale novità per lei. Lo guardò stupita, poi affascinata ed infine espirò pesantemente di piacere quando quelle dita la toccarono nei suoi punti più sensibili. Per un solo momento pensò che fosse davvero ironico che i suoi amori avessero il dono di avere 4 braccia. Era forse un segno di Apocrypha? Una strana coincidenza su cui non ebbe modo di rifletterci. Quelle dita le annebiarono subito il cervello di piacere, erano calde, e sorprendentemente esperte. Trasalì quando la penetrarono facendola gemere rumorosamente. Il fiato caldo di Hilda appannava lo specchio, ma Gabriel poteva vedere lo stesso l'espressione di piacere che si dipingevano sul suo volto. Adorava essere presa in quel modo brutale, non poteva farci niente la eccitava da impazzire vedere il proprio uomo che perdeva il senno per il desiderio. Non c'era niente di più eccitante per Hilda di vederlo perdere il controllo. Non doveva però tirare troppo la corda, se avesse esagerato, se l'avesse stuprata avrebbe ottenuto l'effetto contrario, spingendolo ad evitarla ancora per paura di cadere di nuovo in tentazione. Da un lato poteva diventare un gioco perverso e divertente per lei, ma poteva anche ritorcersi contro di lei e non poteva permettere che accadesse.
    Non devi avere paura... stai pensando troppo... fece Hilda fra gli spasmi di piacere, con la voce ansante e colma di desiderio. Allargò le cosce, così da sentire quelle magnifiche dita affondare di più dentro di lei. La clitoride pulsava contro le dita meccaniche di Gabriel e per un attimo si chiese se lui potesse sentirlo, se potesse sentire quanto fosse bollente, quanto fosse fradicia e di come la sua carne risucchiava quelle dita dentro di lei avidamente.
    ...Io ti voglio Gabriel! Tu mi piaci, mi piaci tantissimo. Non riesco a smettere di pensare di volerti dentro di me, anche se mi avessi rifiutata, mi sarei masturbata pensando a te. Forse avrei sedotto qualche studente e avrei fatto finta che fossi tu. Quindi ti prego... smettila di tormentarti... scopami! la sua voce era sempre più rotta dal piacere. Iniziò a muoversi con i fianchi, assecondando il ritmo di Gabriel, per sentire quel membro schiacciarsi contro di lei con maggiore pressione, per sentirlo muoversi sulla sua pelle e desiderare sempre più ardentemente di averlo dentro di lei.
    Non lo vedi quanto ti voglio? Perché mi torturi? chiese sforzandosi inutilmente di trattenere i suoi gemiti. Portò una mano su quelle meccaniche che la stavano stimolando, carezzandogli le dita come se volesse incoraggiarlo a non smettere, fargli capire che stava apprezzando e ne voleva ancora.
     
    .
  14.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Pervert Member

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    7,871
    Location
    Vega

    Status
    Anonymous
    La perversione di Hilda era in netto contrasto con l'animo puro di Gabriel, e nonostante il suo aspetto da duro la vampira non poteva neanche immaginare quanto in realtà quell'uomo fosse mosso solo dai migliori sentimenti. Forse era proprio quello ad averla messa in una trappola che lei stessa non poteva districare: l'aria possente, il potere pericoloso, il ruolo criptico e imperscrutabile che aveva tra le mura di quella scuola, a tutti gli effetti una mina vagante, eppure non era possibile fermarlo o plagiarlo semplicemente perché la sua missione non era alimentata dalla fedeltà verso un'ideologia o del mero nazionalismo, era il suo cuore ad essere puro e probabilmente anche l'unica cosa a non poter essere influenzata, né dalle sue stesse nanomacchine, né dall'eromanzia in tutta la sua potenza. Quindi a farlo tentennare, a renderlo impaziente e voglioso non era tanto il senso di colpa o la semplice paura di farle del male, era qualcosa di più profondo, di radicato, qualcosa che i sospiri di Hilda e le sue carni deliziose non potevano smuovere, non fino al limite ultimo, perché Gabriel non era mosso dalla volontà... ma dalla paura. Una paura che Hilda non poteva conoscere in quanto devota ad Apocrypha, ma che lui invece non poteva allontanare da sé, non in quel modo. Anche mentre affondava con le dita nelle sue carni, anche mentre stringeva tra le mani quelle natiche piene e si sfregava con la verga tra di loro, tutto ciò a cui pensava era l'amore rivolto a sua moglie,alla voglia di salvare Hilda e sua sorella, al sentimento di giustizia frustrata che rivolgeva con fare accusatorio verso Ursula. Hilda in quel momento era riuscita a plagiare la sua mente, non c'erano dubbi... ma non aveva ancora corrotto il suo cuore. E il suo cuore gli diceva che non poteva ricambiare i sentimenti di Hilda. La vampira avrebbe avuto le sue conferme, perché toccando le mani dell'uomo, carezzandole mentre lo incitava dicendogli quanto fosse attratta da lui, quelle dita diventavano più frenetiche e tremavano così come la verga di Gabriel, segno della loro sensibilità, testimonianza di quanto anche lui fosse succube di qualcosa di potente, ma incapace di sottometterlo. Si muoveva sempre più forte, frenetico, dava l'idea di poter cedere da un momento all'altro e si tratteneva mugugnando frustrato e silenzioso ogni volta che il ritmo lo portava a spingere quella donna in avanti, per non farlo troppo forte. La percuoteva ma cercava di non essere violento, si tratteneva, eppure continuava a scivolare tra le sue natiche e spingere quelle dita sempre più a fondo. Le parole di Hilda non fecero altro che riempire la sua gola di saliva, si sentiva come se fosse pronto a scoppiare a piangere ma in quel momento non poteva produrre qualcosa di così puro e liberatorio, poiché completamente assorbito dal piacere. Ma Hilda meritava una risposta, e anche se abusava del suo corpo in quel modo era giusto che conoscesse il motivo di tanta testardaggine.
    Perché tu... tu vuoi da me qualcosa che io non posso darti...
    Per quanto malata fosse quella situazione, Gabriel non poteva amarla, non come amava la donna che aveva scelto di avere accanto. Una donna che amava davvero e che riusciva a sopportare ciò che Gabriel stesso doveva fare per andare avanti, un fardello che condividevano assieme. Hilda aveva assaporato la sua dolcezza, ma non il suo amore, Gabriel aveva rivolto a lei la sua giustizia, non il suo cuore. per questo non poteva torturarla, non coscientemente, non poteva darle ciò che voleva perché avrebbe mentito ad entrambi e in quella situazione, dopo che le aveva promesso di liberarla, non poteva incatenarla in una menzogna. Gabriel pensava che in quel modo l'avrebbe fatta soffrire di meno, ma non poteva di certo immaginare cosa si sarebbe scatenato in Hilda a quel punto. Comprendendo che il cuore di Gabriel non poteva appartenerle... cosa avrebbe provato? Invidia? Furia? Gelosia? Poteva sentire i suoi baci, poteva assaggiare il suo cazzo, gustarsi il suo caldo abbraccio, ma il suo cuore non apparteneva a lei. Quello non era semplicemente un rifiuto nella penetrazione, per lui era molto di più, era un modo per dirle che non potevano essere una cosa sola e per quanto fosse mosso dalle migliori intenzioni, per quanto soffrisse nel dover deludere in quel modo la persona che aveva giurato di proteggere, Gabriel sentiva che era la cosa giusta da fare. Le nanomacchine ripresero ad agire come impazzite, ingrossando le sue dita, allungandole e facendole andare ancora più a fondo. Quell'incremento di energia rese la penetrazione calda, intensa, che poco aveva da invidiare rispetto alla verga che la vampira stringeva tra le natiche. Hilda l'avrebbe sentita iniziare ad eruttare, come un vulcano di carne irrefrenabile, un istinto perversa che pulsava tra le sue natiche, contro la sua intimità, e che sgorgava sulla sua schiena come un fiume in piena di caldissimo seme. Non fu un orgasmo improvviso e abbondante, piuttosto una lunga e cocente tortura che accompagnò i seguenti movimenti dell'agente, come se pur oramai in grado di sfogarsi su di lei volesse ancora portarla a sua volta all'orgasmo, deciso a permetterle di sfogarsi una volta per tutte insieme a lui. Hilda era riuscita ad avvicinarsi di nuovo a lui, ma Gabriel aveva eretto un muro che la vampira avrebbe superato con grande difficoltà.
     
    .
  15.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    GcGlrRR

    Gabriel non poteva capire che più la rifiutava e la respingeva, più l'ossessione della vampira verso di lui sarebbe cresciuta. Il sentimento di Hilda per Gabriel era sincero, ma non era puro e incontaminato come avrebbe dovuto essere. Lei aveva bisogno di quel dolore che le dava, lo cercava masochisticamente. Era follemente innamorata di quel animo puro e nobile, e sapeva benissimo di non esserne degna, eppure lo bramava tantissimo. L'unica arma a sua disposizione al momento era il piacere, la sua volontà di aiutarla. Erano armi pericolose che potevano farglielo perdere per sempre se si giocava male le sue carte. Nonostante ciò, quando gli sentì dire che non poteva darle ciò che voleva, il dolore le strinse il cuore di nuovo. Le si inumidirono gli occhi ed una calda lacrima le rigò il viso. Quindi amava davvero sua moglie, anche se la tradiva in quel modo si sentiva molto legato a lei. Che razza di donna era? Chi poteva mai essere ad aver conquistato il suo cuore a tal punto? Si sentì follemente gelosa, sentì il chiaro desiderio di uccidere quella donna così da poter liberare il mondo da una rivale così forte. Aveva voglia di gridare tutta la sua frustrazione, ma dovette trattenersi, dovette fare appiglio a tutte le sue forze per non cedere alla rabbia che cresceva nel suo petto. No, non poteva credere che non poteva dargliene nemmeno una briciola di ciò che cercava, non dopo aver sentito come l'aveva baciata, non dopo aver sentito quel enorme cazzo che si sfregava disperato contro le sue natiche. Indispettita come non mai da quel nuovo rifiuto caricò il proprio corpo di altra energia eromantica, trasmettendogliela con ogni centimetro del suo corpo in contatto. Voleva gridargli con forza che si sbagliava, che non aveva capito proprio niente e che ciò che faceva si contraddiceva tantissimo, desiderava mettergli quel atroce dubbio ma sarebbe fuggito di nuovo; come era successo la volta scorsa ne era sicura, e a quel punto sarebbero di nuovo punto e a capo, con lui che agiva nell'ombra standole il più lontano possibile. Dovette fare uno sforzo immenso per calmarsi, e trovare le parole giuste.
    Mi hai preso per una ragazzina del liceo? fece frustrata, serrando i pungi contro lo specchio.
    Me lo avevi fatto capire benissimo la volta scorsa... non sono una stupida. So benissimo che non proverai mai niente per me. mentre pronunciava quelle parole interrotte da spasmi di piacere, si sentiva morire dentro.
    Io non ti ho mai chiesto niente... ti avevo chiesto di starne fuori... ma tu... tu davvero non puoi, oppure non vuoi? Hai paura non è così? Hai paura che se ti lasci andare anche solo un poco ti perderai. Hai paura di non essere capace di gestirti il tuo cuore? Eppure sembra così grande, ma non hai nemmeno un piccolo spazietto per me? Nemmeno un poco di pietà? Negandomi anche una piccola consolazione come questa? riuscì a dire fra gli ansiti e le lacrime trattenute, prima che le nanomacchine aumentassero la loro consistenza ed il ritmo con cui la stavano masturbando. Il piacere crebbe, il suo corpo reagiva a quella stimolazione, gemeva rumorosamente, grondava di umori, ma non riuscì ad arrivare ad un orgasmo. Anzi sentire il seme di Gabriel che le scaldava le natiche la gettò in uno sconforto sempre più grande: era venuto, non aveva più una presa su di lui. L'aveva usata come mero sfogo, non poi così dissimile a ciò che aveva fatto Oboro con lei. Alla fine aveva vinto Oboro, perché Hilda era condannata a desiderare altro piacere senza trovare appagamento. O per lo meno non con lui. Per Hilda non era semplicemente un atto meccanico e fisico il piacere, e le parole che le aveva detto Gabriel le avevano spento la libido, interrompendo in quel modo l'orgasmo di cui aveva bisogno. Hilda poggiò il gomito contro il muro e nascose il viso contro l'incavo del braccio, ansando mentre con l'altra mano che prima carezzava le mani che la stimolavano, cercava di allontanargliela dalla sua carne.
    Scusa... io non dovevo dirti una cosa del genere. Stai già facendo troppo per me... io non sono altro che una cagna in calore, come dice lei. Io non faccio altro che ficcarmi in guai sempre più grossi. Se hai fatto, puoi andare, io me la caverò da sola, non voglio darti questo altro peso. gli disse aspettando che si allontanasse e la lasciasse lì da sola, dimenticandosi che poco prima aveva usato altra energia eromantica che probabilmente non aveva fatto altro che peggiorare la situazione.
     
    .
94 replies since 30/5/2021, 12:54   969 views
  Share  
.
Top