Un nuovo inizio

per Hina

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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Il piacere il aveva colmati al punto da strabordare tanto dai loro corpi che dalle loro anime, unendoli in un attimo di pura, profondissima beatitudine. Quando aveva preso a defluire, mentre i loro rispettivi orgasmi si esaurivano, Adam poté godere dello spettacolo magnifico, irripetibile di Hilda macchiata, marchiata dal suo piacere, dalla sua lussuria: osservò con estatica ammirazione il modo perso, osceno in cui si leccava il volto alla ricerca del suo seme, il torrente candido ma perverso che sgorgava copioso dalla sua fica spalancata, il suo ano pulsante spaventosamente invitante. La felicità gli trafisse il cuore come una spada fiammeggiante e seppe, fin dentro la sua carne, come un antico messaggio sepolto nelle sue viscere, racchiuso nel suo sangue, che avrebbe potuto vivere una vita intera soltanto per quello, per rivederla bella, perfetta come in quel momento.
    Tornare a stringerla a sé, ad avvolgere quel corpo meraviglioso, delizioso con le spire della sua lingua fu naturale e necessario come respirare, mentre Hilda stessa ritornava un po' più presente a se stessa e ricambiava, sia pure più debolmente, le sue attenzioni. Fu meraviglioso ricevere ancora una volta la sua promessa, sapere che lei non gli avrebbe negato nulla di sé, delle sfaccettature della sua meravigliosa anima e vederla sorridere felice per il modo in cui prese a succhiare quel suo clitoride perverso lo colmò di una gioia intensissima, che lo inebriò e gli fece brillare tutti e tre gli occhi ferini. - Schifo? No, mai... mi piace tutto, tutto di te! - affermò con voce roca e affrettata, poiché la sua impazienza non poteva permettergli di attendere oltre: tornò a conquistare le sue carni con un duplice, possente affondo assistendo allo spettacolo magnifico del suo corpo fremente, delle sue membra tese e pulsanti mentre si abbandonava a un improvviso, breve orgasmo direttamente nella sua bocca secondaria, che risucchiò ogni singola traccia di umori con un'ingordigia semplicemente sfrenata.
    Adorò sentirla serrare le cosce tornite attorno alle sue braccia e le braccia attorno al suo collo massiccio, tanto che protese istintivamente il volto in avanti per offrirle la sua enorme bocca e la lingua che ne fuoriusciva; quest'ultima, anzi, visto com'era avvolta attorno al suo corpo era particolarmente difficile da muovere ma Hilda poté bearsi dei tentativi fatti per avere un contatto migliore con la sua, per il modo in cui si ricoprì di saliva e Adam stesso prese a sbavare copiosamente, socchiudendo gli occhi dal piacere che quel bacio perverso, nulla di più che uno sfregarsi delle loro rispettive lingue, gli stava donando. - Sono così felice... mi rendi felice, Hilda, felice, felice... - dalle profondità di quella gola mostruosa risuonò quella cantilena quasi sommessa, mentre riapriva i suoi occhi e la guardava ardente di passione... e di qualcos'altro che sarebbe stato difficile da definire ma che la bramava con tutte le sue sconfinate forze. - Io amo scoparti, io amo... te! Tutto, tutto di te! Voglio farti godere, godi, godi! - qualcosa si era rotto nella mente di Adam (o forse, meglio ancora, qualcosa si era liberato delle catene con cui aveva cercato di trattenerlo) e quel discorso sconnesso, assurdo, gli sfuggì dalle fauci senza che potesse far nulla per mediarlo con la ragione, per smussare le dichiarazioni più grandi e quindi più vincolanti, mentre la guardava bramoso negli occhi e la scopava con tutte le sue forze. Non risparmiò nulla di sé, né della sua passione né della sua energia, tanto che prese a irradiarle, a partire da quei cazzi colossali piantati dentro di lei, quantità semplicemente assurde di eromanzia.
    Eromanzia che prese a infuocare anche le carni di Hilda, rendendole ancora più sublimi e meravigliose, tanto che Adam la strinse ancora di più a sé e prese a spingere in lei con ancora più forza, cogli aculei che fremevano dentro di lei come se volessero aggrapparsi alla sua carne. - Non devi capire, devi goderRHHHGGG! - ruggì di pura sorpresa e godimento quando sentì nuovamente le zanne di Hilda sul suo collo e, mentre il sangue fluiva bollente e pieno di energia in lei, si sentì invadere da un piacere semplicemente totalizzante: sgranò gli occhi e si irrigidì per un attimo prima di serrare tutte e braccio le braccia attorno al suo corpo, stringendo al contempo la lingua su di lei, sulle sue come una sorta di corda da bondage e afferrandole il capo con una mano non per tirarla via bensì per spingerla ancora di più verso il suo collo, verso quel sangue che le offriva senza il benché minimo timore.
    I suoi cazzi pulsarono come impazziti, sbavò senza ritegno e, dopo alcuni affondi semplicemente brutali, in cui la schiacciò contro la parete per poterla scopare ancora meglio, semplicemente si lasciò andare a un orgasmo violentissimo, capace di mettere in ombra persino quello precedente. Non solo, infatti, Hilda si sarebbe sentita colmare già ai primi due fiotti ma, soprattutto, mentre Adam continuò a fotterla come se non stesse venendo in maniera assolutamente spaventosa, non solo irradiò quello sperma bollente di eromanzia ma iniziò anche a genere vere e proprie scosse elettriche dal suo corpo, scosse elettriche che unite a quel mix brutale, violentissimo di eromanzia e sesso sfrenato, non potevano non portare il godimento della vampira a una livello decisamente superiore. Probabilmente se fosse stata una donna normale a quel punto si sarebbe ritrovata lacera, intossicata di eromanzia e col cervello fritto da quelle che erano scosse elettriche vere e proprie, nemmeno di così basso voltaggio... ma, che lo potesse credere o meno, il bello doveva ancora arrivare: presto quel flusso apparentemente ininterrotto di sperma iniziò a rallentare, a bloccarsi mentre qualcosa iniziava a risalire quei due enormi cazzi, qualcosa che Hilda aveva avuto modo di conoscere bene la mattina precedente: nel suo ventre Adam iniziò a depositare un numero davvero spropositato di uova, che costrinse lo sperma a fuoriuscire con ancora più fragore dagli orifizi di Hilda, poiché lo spazio a disposizione stava rapidamente esaurendosi. Le uova erano grandi, calde e dalla consistenza relativamente morbida ma, non appena furono dentro di lei, divennero pressoché bollenti e presero ad assorbire il seme disponibile, divenendo più grandi e turgide. Non sembravano minimamente le sfere inerti di un giorno prima, anzi Hilda avrebbe potuto sentirle come pulsare appena dentro di lei.
    Fammi... venire... di più! - ringhiò e, strappandola dal suo collo, fece ciò che l'istinto gli urlava: spalancò il più possibile le fauci e morse lui il collo e parte della spalla di Hilda, procurandole una ferita superficiale da cui stillò immediatamente il sangue, che bere con non minore bramosia di quanto non avesse fatto Hilda. Ormai Adam aveva smesso completamente di ragionare, era guidato soltanto dalla sua bestiale cupidigia e non riusciva minimante a controllarsi: voleva il suo sangue, voleva sentire il suo sapore sublime mentre beveva i suoi umori, voleva sentirsi completamente annullato nel piacere... e per farlo doveva far godere oltre ogni limite anche Hilda. In tutto questo, il suo orgasmo continuò più intenso che mai, rinnovato dal sangue che stava bevendo, mentre le sue uova, non meno ingorde di lui, assorbivano senza posa tutto il seme e l'energia che potevano. Si preparava qualcosa di davvero estremo e Hilda, probabilmente, non poteva sottrarvisi in alcun modo.
     
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    Non riusciva a credere che Adam fosse così perverso, nonostante la sua indole buona, ed il suo desiderio di essere un uomo giusto e pio. Era chiaro che Adam aveva un enorme potenziale per diventare una belva pericolosa, perdeva il senno facilmente con il sesso, infatti la stava facendo impazzire con il suo corpo. Le due verghe mastodontiche la riempivano dilatandola oscenamente, se fosse stata una donna comune probabilmente ne sarebbe uscita danneggiata, ma Hilda non era una donna comune e fra dolore e piacere, quell'esperienza si rilevò pressoché perfetta. Non disdegnava nemmeno le sue parti più scabrose come la clitoride così gonfia e mostruosamente grande da somigliare ad un vero e proprio fallo maschile. Hilda si sentì felicissima di sentirgli dire che amava anche quella parte di lei. Sentiva la boccuccia sulla lingua che lo inglobava e la faceva pulsare sempre più forte. Era in estasi e con tutta l'eromanzia che Adam le stava riversando in corpo le fu praticamente impossibile controllare la sua natura. Il sapore del sangue che le scivolava in gola fu un'altra fonte di piacere sempre più estremo. Anche Adam poteva accorgersi che il corpo di Hilda godeva ancora di più mentre lo mordeva sul collo. Le sue carni si stringevano in spasmi incontrollato attorno ai suoi due mostruosi cazzi, facendo sembrare quasi che lo volesse risucchiare dentro di lei in profondità per sempre, il membro pulsò nella lingua di Adam poiché sembrava sul procinto di eiaculare. Hilda lo prese in parola, non si fece nessuna domanda, si lasciò andare al piacere serrando i canini sul collo di Adam come una belva che non voleva mollare la sua preda. Ovviamente non stringeva al punto da potergli spezzare il collo, non ci sarebbe riuscita in ogni caso per via della differenza di stazza. Nonostante la bocca occupata dal collo di Adam, Hidla gemeva rumorosamente, facendo vibrare la sua voce contro la sua pelle, accorgendosi che anche Adam stava godendo da impazzire, pulsando dentro di lei, per poi riempirla di bollentissimo sperma. A quella sensazione Hilda si sentì precipitare in un vortice di piacere infinito, raggiungendo un orgasmo intenso e ubriacante a sua volta. Ribaltò gli occhi verso l'alto mentre veniva invasa anche dall'energia eromantica, e dalle scosse che fecero vibrare ogni circuito energetico del suo corpo ed ogni suo nervo. Si sentì stordire per un momento e fu l'attimo in cui Adam riuscì a staccarla dal suo collo per morderla a sua volta. Totalmente vittima di lui, Hilda gridò di piacere, eruttando dal suo fallo maschile umori copiosamente, mentre dal suo sesso femminile schizzarono altri umori che imbrattarono il ventre del suo amante. Tremava totalmente atterrita dal seme di Adam che si arrestò per poi innestarle nuovamente delle uova. Li sentì tutti, ad uno ad uno che le riempivano l'utero e le viscere, pulsando bollenti dentro di lei. Hilda era inerme fra le braccia di Adam, tremante, sembrava quasi che l'avesse uccisa, quando in realtà il suo viso stravolto totalmente dalla lussuria lasciava intendere benissimo che era impazzita di piacere. Infatti continuava a venire, spruzzando altri umori come se il suo corpo si fosse rotto e non riuscisse più a controllarsi. Hilda era in totale estasi, con il cervello fritto da quel livello di lussuria impareggiabile. Quella sicuramente era stata una delle sue migliori scopate della vita.
     
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    Ormai erano entrambi privi di controllo e il modo in cui Hilda gli azzannò il collo, dissetandosi del suo sangue era la prova di come si fossero spinti ben oltre la comune lussuria. Beninteso, non che Adam nutrisse qualsivoglia preoccupazione in merito a tale evento, sia perché nella furia di quel momento era già tanto che provava altre sensazioni se non quelle meravigliose (nonché intensissime) di quell'incredibile scopata sia, soprattutto, perché adorava che gli mordesse il collo in quella maniera. Non era dovuto al vero e proprio picco di piacere che seguiva l'immediato lampo del dolore, era anche la sensazione tutta mentale (o forse spirituale?) che in quel modo Hilda stabiliva un legame profondo, intenso, autentico con lui, una connessione che andava oltre anche quella sublime, violenta della carne che stavano sperimentando in quel momento. Una concezione romantica, certo, ma forse sarebbe bastata un po' di lucidità per chiedersi se quanto provava fosse qualcosa di unico, atipico proprio come l'amore che a quanto pareva li univa... o fosse, invece, tipico di tutti coloro che venivano morsi da un vampiro.
    Una domanda lecita e sicuramente, in un'altra situazione e disposizione d'animo, Adam se la sarebbe posta ma in quel momento, nella sua mente e nel suo cuore, non c'era spazio per timori, insicurezze o diffidenze di sorta: c'era spazio soltanto per lei e per la passione che gli suscitata. Si sentiva consumato dal bisogno di possederla, di sentirla godere, di vedere ancora e ancora quel volto perfetto distorcersi in una maschera di pura perfezione, con gli occhi persi e la bocca spalancata che supplicava inconsapevole un ennesimo bacio. Voleva soltanto questo, tutta la sua vita si racchiudeva e si esauriva in quell'unico compito, saldato com'era dai morsi di Hilda, dal loro neonato amore e dal suo istinto da tiranide che imponeva di portare a termine l'amplesso a qualunque costo, anche quello di rimetterci la testa se necessario.
    In effetti, sia pure non letteralmente, Adam la testa ce la rimise sul serio: non appena presa a venire dentro di lei, non solo la quantità di eromanzia che le riversò addosso fu folle ma, soprattutto, prese anche a fulminarla intenzionalmente con la kearinomanzia, in modo da rendere ognuna di quelle sensazioni, ognuna di quelle brutali spinte semplicemente unica, un vero e proprio inferno di piacere. Ci riuscì, perché Hilda perse ogni forza e prese a venire anch'ella priva di qualsivoglia controllo o di residuo di decenza, vuoi nell'espressione o nella voce; staccarla dal suo collo e morderla a sua volta, mentre lei gli schizzava deliziosi umori sul pube e nella lingua e lui la riempiva di sperma come se dovesse farla esplodere, non fu che una conseguenza necessaria, un atto dovuto per suggellare quel meraviglioso momento: per troppo tempo, dopo averla incontrata, si era sentito una sua vittima, succube di lei e bere il suo sangue dopo che lei si era preso il suo, era il modo per ribadire a entrambi che il loro era un rapporto consensuale, paritario, che nessuno dei due voleva sopraffare l'altro. O, almeno, era tutto questo assieme al bisogno tutto bestiale di sentire il suo sapore nella bocca, di appagare completamente la ferocia che quell'amplesso aveva fatto divampare nel suo animo.
    Così, mentre il seme le fluiva senza sosta all'interno e il sangue, fortunatamente in rivoli decisamente più sottili, lasciava le sue vene, Adam ritrovò a deporre dentro di lei un numero vergognoso di uova, gonfie e arroventate di energia eromantica che, immediatamente, non solo le colmarono ulteriormente le viscere ma, soprattutto, presero ad assorbire affamate tutto quel seme. Deporre quelle uova non era un'esperienza consueta per lui, anzi ogni volta che accadeva provava un piacere tale da farlo finire in una sorta di stato di trance in cui il suo corpo, semplicemente, si limitava a seguire le direttive impostegli dall'istinto, direttive quanto mai semplici e lineari. In quel caso, insieme a l'imperativo di scoparla fino a crollare esausto, Adam conservò abbastanza devozione per potersi staccare dal suo collo martoriato (che subito si rigenerò, visto che Hilda aveva bevuto tantissimo suo sangue) e godere così con sguardo estatico la perfezione raggiunta da Hilda: era così bella da abbagliare e, quasi con delicatezza, Adam le accarezzò dolcemente il viso con le sue enormi dita artigliate, sfiorando le labbra schiuse e morbide, meravigliosamente invitanti. - Bella... bella, amore... - bisbigliò con quella voce fatta per ruggire e, spalancando completamente le fauci mostruose, da insetto si avvicinò al suo volto. Se Hilda fosse stata un minimo in sé forse avrebbe potuto temere quell'orrida, pericolosissima bocca che raggiungeva la sua testa ma, probabilmente, in quel momento era già tanto che non fosse svenuta e quindi Adam poté racchiudere la sua testa tra le sue fauci e serrarle la nuca con quella sorta di tenaglie tipiche di certi insetti, prima che la sua enorme lingua le riempisse la bocca e la gola. - Amore mio... baciami, ti prego, ti prego... amore... - altri bisbigli rotti, mentre quella serpe perversa scivolava in lei fino a toglierle il respiro, mentre continuava a scoparla con quei cazzi mostruosi, ormai impegnati soltanto a venirle dentro e a deporle senza sosta sempre più uova. In quel momento Hilda sarebbe stata completamente alla sua mercé, non soltanto perché aveva tutti gli orifizi oscenamente occupati e scopati ma perché, soprattutto, da tutta quella carne che la riempiva si sarebbero irradiate così tanta eromanzia e kearinomanzia da distruggere ogni altra cosa che non fosse stato il piacere. Persino le uova che aveva conficcate dentro di sé non fecero che amplificare queste perverse energie, poiché le assorbivano assieme al seme e poi le rilasciavano più lentamente, come delle perverse, mostruose batterie. Adam avrebbe continuato a scoparla in quel modo osceno, estremo per molto, molto tempo ancora, finché la stanchezza e le tenebre non li avrebbero inghiottiti entrambi.

    *****


    Ore dopo, il Sole era già alto nel cielo e la luce limpida, chiara del mattino entrava dalla finestra aperta, assieme a tutti i rumori tipici di una città che già da alcune ore ha iniziato la sua giornata. Adam aprì gli occhi senza destarsi del tutto, ancora avviluppato dai fumi del sonno: per una volta non aveva avuto incubi, il suo sonno era stato sordo e duro come una lastra di marmo e gli aveva lasciato una sensazione di benessere, di beatitudine che non provava da tempo. Si sentiva riposato, felice e per qualche tempo si concentrò soltanto sulla dolcezza di quelle sensazioni, prima di voltare lo sguardo e incontrare la meravigliosa figura di Hilda, addormentata sul letto proprio al suo fianco. Il suo cuore perse un battito mentre la marea dei ricordi lo raggiunse, lasciandolo quasi intontito ma accentuando, ancora una volta, la sua gioia.
    Quante volte, quante volte aveva aperto gli occhi temendo, bramando di averla lì, al suo fianco come nei suoi sogni per poterla possedere, punire, sbranare! E adesso che lei era lì, senza averla sognata e desiderava, voleva soltanto osservarla persa nel suo sonno, nella dolcezza dei suoi sogni. Il corpo di Hilda era completamente nudo, proprio come il suo, appena velato da un lenzuolo sfatto e tutto avviluppato attorno a loro e benché tutto gli fosse visibile di lei, dai suoi seni nudi che si alzavano e si abbassavano seguendo i suoi respiri leggeri, ai suoi orifizi ancora oscenamente schiusi, non gli parve oscena, lussuriosa, perversa... semplicemente la trovò bellissima, di una bellezza pura, primigenia come quella di un'alba, di un fiore e sentì il cuore stringergli sapendo che un tesoro così prezioso, che una gemma così luminosa adesso faceva davvero parte della sua vita.
    Non voleva svegliarla, anzi avrebbe desiderato vegliare sul suo riposo mentre si beava di lei, della sua semplice presenza ma la tentazione fu troppo, troppo forte: - Hilda... - sussurrò ma non per chiamarla, soltanto per il piacere di pronunciare il suo nome, prima di sollevarsi col busto e, chiudendo gli occhi, apporre un delicato, casto bacio sulle sue labbra. Forse sarebbe stato saggio parlare, discutere di ciò che avevano condiviso, del loro rapporto, del loro forse essere diventati un "noi" ma Adam in quel momento non si sentiva e non era saggio: era felice, però e non voleva far altro che riversare in lei tutta la sua felicità, fino all'ultima goccia.
     
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    Era una fortuna che Hilda avesse bevuto sangue da Adam, perché farlo le aveva dato modo di rigenerarsi dopo il suo poderoso morso. E sicuramente anche per resistere a quella devastante eiaculazione condita di uova. Riusciva a sentirle distintamente, anche dopo che l'apice degli orgasmi si affievolirono ed il corpo cercava una tregua, che non avrebbe avuto. L'eromanzia era così tanta che le sembrava di godere anche semplicemente quando lui stava fermo con i fianchi, ma non lo rimase a lungo tornando di nuovo a scoparla, forse un poco meno impetuosamente poiché cercò anche effusioni di affetto con un bacio mostruoso. Hilda non lo avrebbe di certo rifiutato, socchiudendo la bocca ansante mentre la sua lingua le si infilava in bocca. Era sicura di non essere mai stata baciata in quel modo, quel bacio aveva un senso di pericolo non indifferente a causa delle zanne che le si richiudevano dietro la nuca. Sembrava in grado di mozzarle la testa, ma tutto ciò che lui cercava era solo un focoso bacio che Hilda ricambiò, intrecciando la lingua alla sua, continuando a mugugnare di piacere, eccitata proprio da quel senso di pericolo che le trasmetteva la sua natura da tiranide. Hilda non sarebbe stata da meno, e se non fosse stata devastata in quel modo da Adam, sicuramente avrebbe giocato con il suo corpo anche in altri mille modi diversi, ma la passione della tiranide era tale che sembrava preferire sovrastarla con la sua mole, voleva sentirsi con le redini in mano e lei glielo lasciò fare tutto il tempo poiché scoprì che era semplicemente meraviglioso non pensare a niente se non a godere di lui e di tutto ciò che le faceva. Pensava che lui avesse avuto bisogno di scoparla in quel modo, senza sosta ancora ed ancora fino ad esaurire le forze. Non faceva l'amore in quel modo da una vita, no forse era giusto dire che non lo aveva mai fatto in quel modo prima di allora. Non avevano mai fatto piccole pause con pisolini fra un ora e l'altra fino ad albeggiare. Avevano continuato tutto il giorno ed anche per buona parte della notte, fin quando non crollarono sfiniti sul letto, addormentandosi uniti nelle carni come se anche nel sonno non volessero separarsi. Hilda non si era mai sentita così stanca in vita sua, e la cosa più bella era che non rimpiangeva nemmeno un secondo della fatica vissuta.

    Il mattino dopo Hilda riprese i sensi quando si sentì chiamare dalla voce di Adam. Aprì gli occhi sentendo il corpo pesante come un macigno, le gambe erano indolenzite e le sue parti intime ancora di più. Durante la notte molte delle uova erano uscite dal suo corpo depositandosi sul letto vicino a lei, facendola quasi sembrare una creatura che stava covando i suoi futuri nascituri. Si voltò verso di lui ancora un poco intontita dal sonno mentre alla mente affiorarono i ricordi di ciò che avevano fatto insieme. Gli sorrise dolcemente e sollevò una mano per carezzargli il viso che adesso era tornato nelle sue forme umane.

    Buongiorno amore. gli disse per poi sollevarsi con le spalle e raggiungerlo per dargli un casto bacio sulle labbra, prima di crollare di nuovo pigramente sul letto. Si guardò un attimo attorno e iniziò a ridacchiare felice e divertita dal disastro che avevano fatto. Le lenzuola erano molto sfatte e ancora intrise dei loro fluidi corporei, c'erano perfino piccoli segni di bruciatura, probabilmente per via dei fulmini che Adam aveva usato come punti di sfogo.
    Mi dispiace, credo che dovrai prendere un nuovo materasso. scherzò allegramente. Sospirò e si stiracchiò adocchiando l'orologio sul comodino vicino al letto, accorgendosi che si era fatto parecchio tardi. Hilda non sentiva il bisogno di chiarirsi con lui, per lei era più che naturale considerarsi una coppietta, quella non era che la loro prima mattina insieme, e sapeva che ce ne sarebbero state molte altre. Con malavoglia si alzò dal letto, bofonchiando parole di pigrizia mentre si avvicinava a lui per abbracciarlo e dargli un bacio sulla testa.
    Ho davvero bisogno di una doccia, e poi di correre a scuola, o questa volta è la volta buona che mi licenziano. Se farai il bravo possiamo farci la doccia insieme. gli disse parlandogli come se fossero già anni che vivessero insieme, le venne naturale e voleva che anche lui la vivesse in modo sereno.
     
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    Il piacere della notte precedente ancora bruciava in lui, simile alle braci ancora rosse di un fuoco ormai spento. Era una sensazione piacevole, quantunque labile e per un attimo pensò che sarebbe stato bello rimanersene sdraiato con gli occhi chiusi, senza pensare a nulla e godersi la semplice, colpevole pigrizia come un gatto sonnacchioso. Poi, semplicemente, la tentazione rappresentata da Hilda fu troppo forte e si ritrovò a svegliarla quasi senza volere, obbedendo a un impulso tutto istintivo.
    Quando la vampira spalancò gli occhi, una furtiva inquietudine passò sul suo cuore, dopotutto chi gli assicurava che al suo risveglio le cose fossero rimaste come quando si era addormentata? Avevano condiviso molto, nella notte (e nella giornata) precedente, è vero ma cosa gli diceva che il suo cuore, nella mattina, sarebbe stato aperto e sorridente per lui? Paure sciocche, degne quasi di un ragazzino alle prime armi, che svanirono in un attimo al sorriso che Hilda gli rivolse e a quell' "amore" che seguì un dolce, dolcissimo buongiorno. Sentendosi senza sapere neppure il perché goffo e un po' buffo, si protese verso di lei quando la vide cercare le sue labbra e socchiuse gli occhi, espirando sereno, persino un po' perso a quel contatto fugace ma bello. Li riaprì ben presto, però, per osservare la meraviglia che bruciava sotto ai suoi occhi, poiché Hilda era così bella che la sua bellezza ardeva come una fiamma, tanto era intensa.
    La osservò perso per qualche attimo, accarezzando con sguardo devoto i suoi seni nudi, il ventre delizioso che lo invitava a baciarlo o, meglio ancora, a scivolare ancora più giù, dove sbocciava quella vulva deliziosa ancora provata dalla loro passione. Sarebbe rimasto intontito, quasi attonito dinnanzi a quella perfezione per molto tempo, se Hilda stessa non l'avesse riscosso ridacchiando per il disordine e la dolce devastazione a cui avevano consegnato il letto. - Solo un nuovo materasso? Forse dovrò rifare la stanza! - rispose sorridendo, con gli occhi azzurri che brillarono d'un sentimento di pura, purissima adorazione: era così bella quando sorrideva! - ...ma ne è valsa assolutamente la pena. - aggiunse, dando una piega un po' maliziosa e complice al suo sorriso, mentre Hilda lottava contro il desiderio di rimanere a letto e, finalmente, si alzava e gli veniva incontro. L'abbraccio che ne seguì fu sorprendentemente dolce e Adam sospirò di piacere a quel bacio casto, affettuoso, sulla sua fronte.
    Era strano, se non addirittura assurdo: si stavano comportando come una coppietta di lunga data, quando fino a poche ore prima lui la considerava una nemica, un mostro addirittura! Avrebbero dovuto parlare, avrebbe dovuto prenderle la mano e aprirle il suo cuore, definire, chiarire a mente lucida il loro legame, i sentimenti che li legavano. O, quantomeno, ciò era quanto una voce fastidiosa gli diceva, con petulante ostinazione, nella sua testa: che fosse la voce del buonsenso, zittita per molte ore la sera prima? Poco male, la proposta di Hilda la zittì ancora una volta, mentre un largo, raggiante sorriso si disegnava sul suo volto. - Fare il bravo, eh? - Sussurrò con voce bassa, sensuale sulle sue labbra, stringendola un pochino di più a sé in modo da premere i suoi seni contro il torace scolpito e, soprattutto, spingere la sua erezione calda e granitica sulla sua femminilità, sul suo ventre. E Hilda, nel guardarlo negli occhi, avrebbe capito di certo che quell'erezione non era affatto dovuta all'alzabandiera mattutino, neanche un po'.
    ...va bene. Ma mi devi promettere che stasera tornerai di nuovo qui. - propose, sciogliendo quell'espressione sensuale in un sorriso felice, dolce e in un attimo la prese in braccio con delicatezza, prima di dirigersi verso il bagno e la loro doccia. Si sentiva felice e lo era senza alcun dubbio.
    Forse sarebbe stato saggio chiedersi fino a quando quella felicità sarebbe durata, forse avrebbe dovuto porsi qualche altra domanda... ma rimase tutto oltre la porta del bagno, che chiuse alle sue spalle. Le domande, i timori e anche quella lieve, furtiva inquietudine che vibrava nel suo cuore come una foglia al vento.

    Role conclusa. Grazie mille, Hina, per la bellissima giocata!
     
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