[Role a tema natalizio] Il grinch con le tette

x Doom

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    La povera Claudia era stretta tra due fuochi, ma dopo le parole di Thresh e il suo modo orribile di imboccarla aveva chiaramente abbassato la cresta e si dimostrò molto più collaborativa con Nefertiti. Il professore invece si fece da parte, sollevandosi e lasciando che fosse la sua allieva a proseguire, gustandosi con una certa soddisfazione lo spettacolo di Nefertiti che teneva Claudia per i capelli e la minacciava. Quella piccoletta neanche si rendeva conto di quanto fosse sexy in certe situazioni.
    Avevo anche io un cubo... un configurazione del lamento, o come si chiama! Come altri studenti ho sentito delle voci qui a scuola e ho cercato di procurarmene uno... ci sono riuscita e dopo averlo risolto sono entrata nel labirinto! Ho partecipato ad un assurdo banchetto e... nonostante fosse terrificante e assurdo mi sono sentita a casa, perché nessuno mi diceva che ero piccola, che avevo un potere inutile, non c'erano i miei genitori che litigavano o i miei compagni di scuola che mi maltrattavano... c'erano solo emozioni e più erano forti e più avevano valore. Quel mondo mi piaceva, mi affascinava... volevo diventarne parte. Ho sentito che ne facevo parte fin dal primo momento... che ero nata con quello scopo!
    Aveva iniziato parlando frettolosamente, come se volesse sbrigarsi ad ottenere quel prezioso goccio d'acqua, ma più andava avanti e più quel discorso diventava ispirato. Forse non aveva subito un destino crudele come quello di Nefertiti ma Claudia non era poi così diversa da lei: fuori posto, incompresa, sola. Poteva davvero biasimarla se aveva cercato disperatamente, con tutte le sue forze, di cambiare vita? Ecco dunque che Nefertiti si sarebbe scontrata con una realtà non da poco: lei non era l'unica a voler diventare tempesta, e non tutti ci riescono tanto facilmente. Claudia ne era l'esempio pratico, che pur provandoci con tutte le sue forze ora se ne stava chiusa dentro una sala caldaie, ammanettata e torturata per poi fare chissà quale fine. Era una prospettiva assolutamente terrificante e priva di senso, ma proprio in quel caso, lasciandosi ispirare dalla passione di Claudia, Nefertiti avrebbe potuto comprenderei l significato delle parole del professore: torturare e gettare via qualcuno non era solo uno spreco, ma lo privava del suo potenziale. Torturarlo per spingerlo verso la propria causa invece e renderlo parte di un'opera d'arte più grande, significava non rendere vano un percorso del genere. Anche se Claudia aveva fallito, piuttosto che diventare nulla, poteva diventare qualcosa di più importante, di più bello, qualcosa che incarnasse le emozioni che lei stessa stava cercando. Una lezione importantissima quella che Nefertiti non doveva ignorare. I pugni di Claudia si strinsero con forza, e con un movimento del capo spinse via il tappo della bottiglia, dapprima con disprezzo e poi anche con una certa rabbia. Era disperata ma serrava i denti, più per timore che altro, per trattenere le lacrime forse ma senz'altro voleva appigliarsi a qualcosa con tutte le sue forze.
    Non ti dirò che mi dispiace, hai capito?! Non mi importa niente di te o degli altri studenti! Non ho nulla contro di voi ma pur di abbandonare questa maledetta vita ed iniziarne una nuova, una MIA... farei qualsiasi cosa! Quindi non mi pentirò di quello che ho fatto, non lo farò mai! Hai capito?!
    Claudia non era un cuor di leone, forse era astuta ma sicuramente non brillava di intuizione o di coraggio. Non era una degna combattente ma qualcosa di innegabile l'aveva eccome: un sentimento forte, fortissimo come pochi, quelli che ti fa preferire la morte più che un destino infausto. La voglia di ribellarsi con tutte le tue forze ad una vita che non hai scelto e che non vuoi più continuare.

    Edited by BOLSHAK VS DOOM - 6/1/2021, 10:12
     
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    Le informazioni che Claudia stava dando erano molto preziose alle orecchie di Nefertiti. A quanto pare esistevano più cubi che permettevano di avventurarsi nel labirinto, ed iniziò a chiedersi chi fosse il pazzo che li aveva costruiti. Solo per un attimo guardò Thresh, pensando che potesse essere lui l'autore, ma c'era qualcosa che non le tornava: se era lui non li avrebbe lasciati in giro, li avrebbe considerati preziosi. Li avrebbe custoditi gelosamente. A pensarci bene non sembravano nel suo stile, senza contare che avevano un aspetto antico, ma in effetti anche Thresh non aveva età, quindi c'era la possibilità che ne avesse fatto qualcuno anche lui. Magari poi avrebbe chiesto qualche informazione in più al professore che sicuramente ne sapeva molto di più su quel argomento. La ragazza confessò come si era sentita quando era andata nel labirinto, che anche lei aveva partecipato ad un banchetto, dove sicuramente aveva conosicuto Valente. Iniziò a parlare in modo ispirato, si vedeva chiaramente che le era piaciuto ciò che aveva visto. Nefertiti però continuava a considerare stupido ciò che lei diceva, poiché era certa che Claudia si stesse illudendo di essere legata a quel posto. Nefertiti non pensò mai un solo momento che erano simili. Certo sicuramente anche Claudia aveva sofferto, anche lei cercava una vita migliore, ma il problema era che lei lo voleva fare fuggendo via. Stava per darle il premio dell'acqua ma Claudia la rifiutò reagendo in malo modo, sicuramente spinta dai suoi sentimenti di frustrazione e rabbia. Nefertiti in realtà comprendeva perfettamente perché aveva reagito in quel modo, infatti rimase calma. La guardò dritta negli occhi, mentre le sputava addosso che non le fregava niente di lei e degli altri, che non le importava cosa sarebbe successo a loro. Non si sarebbe mai pentita di ciò che aveva fatto, quindi non le avrebbe chiesto perdono. Con una calma disarmante, Nefertiti chiuse la bottiglia dell'acqua e la posò a terra, poi con un momvimento fluido e deciso le diede un ceffone sul volto, che riecheggiò nella stanza. La guancia di Claudia si arrossò molto facilmente lasciandole uno bello stampo delle dita di Nefertiti.
    Tu non hai capito proprio un cazzo. Ecco perché hai fallito con me, perché non hai capito proprio un cazzo di niente della vita. le disse sputando fuori quelle parole come se fossero state veleno.
    Tutti hanno problemi e soffrono, non sei l'unica al mondo. Eppure non te ne frega un cazzo di niente, non vedi cosa hai oltre il tuo naso. Sei una stronza egoista! E sai una cosa? Non saresti stata felice nemmeno nel labirinto, perché ai primi problemi saresti fuggita ancora. Ti meriti tutto ciò che ti avrebbero fatto per punirti. Credevo che tu fossi speciale, ma anche se avessi guadagnato un potere immenso come quello dei nobili, anche cambiando vita, rimani sempre una fallita e non perché sei piccola, perché non sei forte. Semplicemente perché sei una vigliacca di merda! stava colpendo duro, non se ne rendeva conto, ma stava dicendo ciò che pensava senza alcun filtro. Le tirò di nuovo i capelli per sollevarle il viso verso l'alto, e lo fece con più rabbia.
    Se i tuoi genitori litigano, falli divorziare! Se i bulletti a scuola ti pestano, cercati un alleato forte che ti difende. Cosa credevi di cambiare andando nel labirinto? Anche lì ci sono bulletti e di sicuro sono parecchio più pericolosi e potenti di quelli che trovi qui. Hai la fortuna di avere dei genitori, avranno i loro problemi e quindi litigano, ma a te non te ne fotte un cazzo, solo perché non sei il centro del loro mondo, allora meritano di soffrire per la tua sparizione? le diede un altro ceffone, stavolta perché non sopportava l'idea che si era fatta di Claudia, alla fine per Nefertiti lei non era che una stronzetta viziata. Ecco perché si era trovata bene con i nobili, perché alla fine erano come lei, dei piccoli stronzetti viziati che vogliono la pappa pronta. Stava per agguingere altro, ma il ceffone le fece ricordare che Claudia indossava uno speciale collare, che Thresh le aveva dato per poter manipolare il corpo della ragazza.
    Non ti sei resa nemmeno conto di essere stata usata da quei stessi nobili che tu ammiri. Chi ti ha detto che potevi diventare una nobile? E' stato Valente? E' stato Fortinbras? Scorn? Che razza di favoletta ti hanno raccontato per farti credere che fosse possibile? toccò il collare per poterle infondere un poco della sua energia ed iniziare ad usarlo. Non fu facile capirne il meccanismo, ma cercò di usarlo per soffocare la ragazza e privarla dell'ossigeno. Voleva farle capire che poteva privarle il cibo, l'acqua e la cosa più importante di tutte: l'aria per respirare.
    Parla! O giuro che ti farò conoscere cosa sia davvero la sofferenza! la minacciò, impedendole di respirare aspettando che diventasse rossa, poi cianotica e solo quando sembrava sul punto di svenire le avrebbe permesso di tornare a respirare. Nefertiti era furiosa, sia con Claudia, sia con Fortinbras che con Valente. Per colpa loro tutto il suo mondo appena trovato e ricostruito era minacciato. La ragazza continuava a vedere in lei un nemico, non una risorsa preziosa.
     
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    Doveva ammetterlo: la freddezza disarmante con cui Nefertiti fece risuonare nella stanza quel poderoso ceffone, portò quasi all'orgasmo il professore. Non era come quando la vedeva mezza nuda oppure tirava fuori i suoi poteri o lo insultava facendo valere la sua voce da maschiaccio, no no era qualcosa di molto più profondo, perché quello schiaffo non risuonò solo alla perfezione, no, non si limitò di certo ad arrossare la faccia di Claudia fino a toglierle violentemente gli occhiali, no di certo! Quello schiaffo era puro sentimento, pura violenza, il professore lo sentì come se lo avesse dato direttamente a lui, non provò nemmeno a nasconderei l brivido che gli attraversò il ventre e la schiena e se non fosse stato in un momento tanto serio probabilmente avrebbe gridato di gioia, gemendo come un bambino. La su allieva era davvero prodigiosa. Le grida che le serbò tra uno schiaffo e l'altro, tirandole i capelli e vomitandole addosso tutto il disprezzo rese fiero Thresh: per quanto simili c'era una differenza sostanziale tra loro due e non sarebbe riuscito a spiegarlo meglio di come stava facendo Nefertiti. Claudia squittiva ad ogni strattone e schiaffo, come se volesse gridare e invocare pietà ma non aveva la forza nemmeno di opporsi e quando sembrò pronta a mugugnare per gridare tutta la sua frustrazione Nefertiti iniziò a soffocarla, portandola a sgranare gli occhi mentre cercava di tirare le mani verso il suo collo. Voleva respirare e prese a contorcersi nel disperato tentativo di farlo, spingendosi contro il muro come poteva, spalancando la bocca e tirando fuori la lingua come se potesse rubare anche solo una molecola di ossigeno per avere un istante di tregua. La sua mente e il suo corpo erano chiaramente al limite e quando la pelle della sua faccia divenne blu dalla bocca iniziò ad uscire schiuma e dalla gola non uscirono più suoni se non un fischio disperato e dolente. Nefertiti riuscì a sentire solamente qualcosa che somigliava vagamente ad un "pietà", poi finalmente Claudia riprese fiato e si ritrovò subito a respirare in malo modo, gemendo con tutto il corpo mentre sbavava e perdeva il controllo delle sue funzioni, vomitò addirittura quel poco d'acqua che era riuscita a bere mentre le grida di dolore si mescolavano al doloroso e frustrante pianto che le riempiva gli occhi e la gola. Se ne stava rannicchiata contro il muro, mortificata per le scelte che aveva fatto.
    Basta... basta ti prego... abbi pietà... avevo paura... HO PAURA... non voglio più soffrire... mi dispiace...
    La vera vittoria non era essere riuscita a strapparle una richiesta di perdono, no, quello valeva poco o niente. Il disprezzo di Claudia non aveva alcun significato per lei o per i ragazzi di Thresh. La vera vittoria era lo sguardo di Claudia, nascosto dalle lacrime, dai capelli e dal rossore sul volto, uno sguardo che Nefertiti non avrebbe dimenticato tanto facilmente: uno sguardo di supplica, ma non di timore o di disprezzo. Uno sguardo che Claudia avrebbe serbato al professore, conoscendone il potere, e che ora a quanto pare riconosceva anche lei:
    Ti prego aiutami... non voglio soffrire ancora... non voglio che mi prendano... non voglio tornare alla mia vita... ti dirò tutto quello che vuoi... farò qualsiasi cosa vuoi... ma non farmi tornare quella che ero... aiutami...
    Ora finalmente poteva capire davvero cosa c'era dietro le torture di Thresh, certo per una ragazza debole e fragile come Claudia il processo era molto più semplice e meno traumatico ma di sicuro Nefertiti ne avrebbe presto compreso il significato. Da quel momento in avanti la tortura sarebbe cambiata radicalmente, e non avrebbe avuto più lo scopo di far capire a Claudia chi comanda e chi è nel torto... ma l'avrebbe educata in una direzione del tutto diversa. Solo a quel punto il professore si fece avanti, avvicinandosi a Nefertiti: era riuscita a spezzare la sua vittima e lo aveva fatto con le sue forze.
    Se non vuoi più vederla, ti basterà prosciugarla di tutte le informazioni e poi abbandonarla. Fortinbras si sporcherà le mani per te, e questo è un destino inevitabile. Dubito che ci sia qualcuno in questa scuola abbastanza temibile la cui protezione potrebbe scoraggiare un Nobile...
    Thresh lo disse con grande tranquillità, escludendosi a priori, ma fissando dritta negli occhi quella che già per la seconda volta aveva impensierito uno di quegli esseri ben oltre la normalità. Il destino di Claudia a quel punto era nelle mani di Nefertiti.
     
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    Anche lei aveva per lunghi anni fatto lo stesso errore di Claudia, cercando di fuggire via dai suoi problemi. Solo che nel suo caso, se si nascondeva, era per non dare ulteriore materiale su cui lavorare al dottor Torben. Aveva cercato di combattere e solo grazie al professore era riuscita a trovare una via per diventare più forte, per poter combattere a sua volta. Claudia invece aveva già un talento da poter sviluppare ma non lo stava applicando nel modo giusto. Iniziò a capire cosa intendesse dire Thresh quando parlava di talenti, di guardare oltre sulla propria vittima. Tuttavia nonostante avrebbe dovuto essere più pragmatica, Nefertiti si era lasciata influenzare dai propri sentimenti che avevano portato la ragazza a disprezzare Claudia. Grazie a quel disdegno non provò alcuna pietà nel vederla contorcersi in cerca di ossigeno, anzi, provò una stranissima soddisfazione nel fondo del proprio stomaco mentre la guardava soffrire. Poiché in quel momento pensava che se lo meritava, che il suo messaggio le sarebbe arrivato sicuramente. Quando le permise di tornare di nuovo a respirare, notò che qualcosa era cambiato in Claudia, e successe ad un velocità disarmante che colpì nel profondo la giovane strega. Quindi era questo il potere di una tortura? Ottenere in minor tempo ciò che si voleva? Finalmente la guardava con paura, finalmente aveva capito che Nefertiti poteva decidere di lei e del suo destino e che doveva temerla. Le chiese pietà, smise di ribellarsi e di contrastarla, tutto perché aveva capito che se avesse voluto poteva ucciderla. In passato, se Nefertiti pensava ad una situazione del genere, era sicura che avrebbe provato pietà per Claudia, che avrebbe sicuramente liberato la ragazza, poiché si sarebbe sentita un mostro. Invece i suoi sentimenti furono totalmente diversi: la disprezzò ancora di più. La trovò debole perché aveva ceduto con un poco di violenza, con un pizzico di paura aveva rigirato il suo modo di porsi. Forse stava peccando di sperbia in quel momento, ma non riuscì a provare empatia per lei. Non si sentiva nemmeno in colpa per ciò che le aveva fatto.
    Perchè?! Cos'eri prima? Raccontami la tua storia. fece rivolgendosi a Claudia, ma dovette zittirla con un gesto della mano quando Thresh le si avvicinò per intervenire. Nefertiti ascoltò il professore, incrociò le braccia al petto e poi guardò verso Claudia. Poteva prosciugarla di tutte le informazioni e poi darla in pasto al suo nemico? No, le sembrava una sconfitta, le sembrava una mossa molto stupida da fare. Se Claudia aveva paura anche dei nobili, di sicuro avrebbe detto qualcosa di troppo su di lei ed il professore. Tuttavia non era la paura di regalare altre informazioni a Fortinbras che la faceva desistere dal dare retta a Thresh. Era una questione di orgoglio personale: era stata lei a sconfiggerla e catturarla, era stata lei a tirarla via da quei bastardi che la volevano ingannare. In un certo senso si rivide in lei quando Torben la ingannò in passato, quindi vide nella figura di Fortinbras quella di Torben, ed in Claudia quella delle altre ragazze finite sotto i suoi ferri.
    No! disse lapidaria al suo professore, tornando a guardarlo negli occhi più seria e decisa che mai. Sembrava avere le idee molto chiare.
    Dovrei lasciargli la soddifazione di punire qualcuno che lo ha tradito? Così la fa diventare un muppet al suo servizio? Non ci penso nemmeno! Claudia è mia! disse in modo totalmente spontaneo, al punto che l'ultimissima frase confuse anche lei: perché aveva detto una cosa simile? Era la "sua" che cosa esattamente? Si grattò la nuca confusa e cercò di continuare con il discorso per spiegarsi.
    Fortibras mi cercherà comunque, continuerà ad attaccarmi, quindi perché ridargli una potenziale arma contro di me? Non ho nessunissima intenzione di dargli vinta proprio niente! Non importa quanto sia potente, non importa se devo allenarmi come se non ci fosse un domani per batterlo. Io non ho più nessuna intenzione di diventare la bambolina di nessuno, non ho intenzione di farmi studiare ed esaminare da nessuno. Chiunque, anche fosse un dio, da oggi in poi se mi mette gli occhi addosso deve capire che glieli acceco! Sono io che decido della mia vita, sono io che decido il mio futuro! Preferisco crepare piuttosto che tornare ad essere la cavia o il diletto di qualcuno! affermò. Non era un capriccio, ma una lotta contro tutto ciò che la perseguitava.
    Farò frignare pure Fortinbras, esattamente come ho fatto con Scorn se non mi lascia in pace. Non gli farò mettere le sue zampacce ne su di me, ne nessun altro che mi sta vicino. continuò distogliendo lo sguardo dal professore per tornare a concentrarsi su Claudia e decidere cosa farne di lei. Prima però doveva conoscere ogni cosa di lei, doveva capire come poter risolvere il suo problema, così magari da farla diventare una sua alleata, piuttosto che una sua nemica.
     
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    La determinazione di Nefertiti soddisfò molto l'orgoglio di Thresh, la ragazza aveva le idee chiare e il professore si ritrovò perfino ad annuire tanto era scontato quel discorso ma qualcosa sciolse la sua aria da insegnante lasciando spazio ad un sorriso sorpreso, quasi meravigliato, quando la sentì pronunciare quel "MIA" con tanta fermezza. Un bagliore oscuro si accese negli occhi del professore che non disse nulla in quel momento, ma era chiaro cosa stesse pensando. Non c'era di certo bisogno di parole visto che Nefertiti stava assimilando ogni cosa dentro di sé, dagli insegnamenti di Thresh all'esperienza che aveva maturato. Il suo maestro non poteva essere più soddisfatto. Semplicemente meravigliosa. Rimase con la bocca sigillata, facendo perfino un passo indietro con le mani nascoste dietro la schiena, come a volerle lasciare il passo: Nefertiti aveva compreso perfettamente la situazione, aveva dichiarato guerra a Fortinbras non perché fosse desiderosa di potere ma perché non avrebbe permesso più a nessuno di imporsi su di lei. Questo si che è diventare tempesta, e Thresh non sentì il bisogno di spiegarglielo perché era certo che anche Nefertiti lo sapeva benissimo. Una cosa però la fece: ovvero rivolgersi a Claudia con aria imperativa, assicurandosi che il suo messaggio arrivasse forte e chiaro nonostante la prigioniera risultasse provata, stordita e terrorizzata.
    Non hai sentito, Claudia? Nefertiti ha deciso di avere pietà di te... il minimo che tu possa fare per ringraziarla è rispondere alla sua domanda...
    Mentre riprendeva fiato, la prigioniera alzò lo sguardo verso Nefertiti, uno sguardo di supplica, terrorizzato e desideroso solo di ricevere la pietà che tanto disperatamente aveva agognato fino a quel momento. Nel guardarla dritta negli occhi, Claudia abbassò subito lo sguardo con timore e riverenza, assecondando il suggerimento di Thresh.
    Sono sempre stata... debole. I miei genitori si aspettavano tanto da me, forse speravano che potessi risaldare il loro matrimonio... ma così non è stato. E troppo impegnati ad abbaiarsi contro l'uno con l'altro non si sono mai preoccupati di quello che ho passato a scuola... da piccola mi picchiavano e mi facevano i dispetti, crescendo hanno imparato a bullizzarmi in maniera diversa... li ho supplicati di nascondermi la faccia ma io so che in quelle foto su internet mezza nuda ci sono io. Ho cercato disperatamente di trovare un modo per reagire ma i miei poteri non me lo permettevano, e quando ho provato ad offuscare i loro sogni loro l'hanno capito e mi hanno trattato peggio. Questo mondo mi faceva schifo, la gente mi faceva schifo... per questo quando ho visto il Labirinto mi sembrava un'alternativa migliore a qualsiasi cosa avessi vissuto fino a questo momento...
    Forse l'esistenza di Claudia non era drammatica come quella di molti altri ma di certo non era stato semplice. Forse non meritava l'empatia di Nefertiti ma era ovvio capire cosa l'aveva motivata fino a quel punto. Non c'era proprio niente di speciale in lei, se non il potenziale che ci aveva visto Fortinbras, ma a giudicare dall'approccio che aveva nei confronti di Nefertiti forse anche per lui Claudia non era che un giocattolo da usare e poi gettare via. A quel punto Thresh si voltò di nuovo verso Nefertiti, deciso ad interrogarla sul da farsi.
    Se non hai intenzione di lasciarla in pasto a Fortibras, cosa farai? Dubito che riuscirà a darti molte informazioni, se non è esperta del Labirinto allora ne sa quanto te. Potrebbe anche esporti... dopotutto devi proteggerla per impedire ai Nobili di strappartela via. Forse è solo un peso... magari non lasciare la soddisfazione a Fortinbras, ma puoi sempre occuparti di lei in altri modi.
    quel punto il professore la stava provocando... Nefertiti era molto brava a seguire il suo istinto, le sue emozioni, questo lo rendeva orgoglioso ma sapeva anche fare scelte ponderate? Poteva davvero esporsi e mettersi a rischio solo per proteggere una potenziale minaccia? Era ovvio che doveva liberarsene... a meno che non avesse compreso DAVVERO così significava farla "SUA".
     
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    Nefertiti nemmeno si rendeva conto di quanto Thresh si sentisse fiero di lei. Aveva risposto di getto, seguendo il suo istinto. Non riusciva ad immaginare quanto in realtà il professore si stesse inculcando nelle sue idee e lo faceva senza fare tanto scalpore, silenzioso e umile, indirizzava solo la sua visuale verso ciò che desiderava. Cosa voleva Nefertiti da Claudia? Era difficile per lei capirlo, ed ancora più difficile ottenerlo. Il professore assecondò il volere di Nefertiti, facendola sentire di nuovo minuscola davanti ad una montagna di cose da fare. Per un solo attimo Nefertiti si ritrovò a pensare di dover discutere ancora con lui, magari perché lui volesse convincerla a dargli retta, invece si convinse che avesse ragione. Non aveva idea di come iniziare e dove mettere le mani, ma voleva assolutamente tenere Claudia lì con lei, per non darla in pasto ai suoi nemici. Ecco perché sentiva il bisogno di conoscere la storia della ragazza, perché voleva capire se ne valeva la pena, se poteva in qualche modo fare qualcosa di utile per se stessa e per i suoi amici. Magari poteva anche aiutarla a fare chiarezza. Fu Thresh a darle l'ordine di parlare, e lei lo fece subito senza farsi pregare. Claudia raccontò della sua difficile infanzia, frutto di un disperato tentativo di riparare ciò che ormai era rotto, invece di essere frutto di un amore. Nefertiti non sapeva cosa si provasse ad avere dei genitori, aveva avuto delle figure di riferimento simili, che in un certo senso l'avevano salvata con il loro affetto, ma non aveva idea di cosa si provasse ad avere dei genitori che non stavano bene insieme. Provò ad immaginare la situazione, e capì che Claudia sicuramente non si era mai sentita amata dai suoi genitori, e che loro nella loro vigliaccheria ed egoismo, magari riversavano su di lei la loro frustrazione, senza nemmeno rendersene conto. Inconsciamente sicuramente la biasimavano per il fatto che non fosse riuscita a dare loro ciò che cercavano, senza capire che infondo non era Claudia a poterglielo dare. Li biasimò tantissimo, perché avevano spinto la ragazza a cercare affetto in altro, trovando solo altra violenza e nemici. Certo non aveva vissuto le difficoltà che aveva vissuto Nefertiti, ma infondo comprese che non era stato per niente facile nemmeno per Claudia. Non la sorprese quindi scoprire che la società le faceva schifo e che voleva fuggire dal mondo in cui viveva. Aveva senso, ma non era la scelta giusta, soprattutto se si trattava del labirinto. Dopo il suo racconto era ancora più convinta che mai di non volerla lasciare in mano a Fortinbras, perché l'avrebbe usata come una servetta usa e getta. Lei probabilmente pensava che avrebbe potuto vivere come quei nobili che avevano visto anche loro, cibo in abbondanza, piaceri e vizi, ma Nefertiti ricordava ancora molto bene i mostri che abitavano nei corridoi. Iniziò a riflettere fra se e sè prima che Thresh cercò di nuovo di farla ragionare. Le insinuò che non era di certo facile proteggerla, che poteva diventare un peso. Le insinuò nella mente un pensiero orribile con la sua ultima frase: farla fuori e liberarsi di lei una volta per tutte. Nefertiti inorridì a quell'idea, fece un passo indietro guardando il professore come se avesse detto l'eresia più grande del mondo. Abbassò poi lo sguardo, stringendosi le braccia attorno al corpo: aveva paura, una fottuta paura di uccidere qualcuno, ed ancora di più se doveva farlo a sangue freddo. Poco dopo però sentì una strana sensazione nel fondo del suo stomaco, qualcosa le sembrò fuori posto: non era da Thresh risolvere i problemi in quel modo. Forse non lo conosceva ancora così bene, ma aveva la netta sensazione che nemmeno Thresh per quanto inquietante potesse essere, uccideva il prossimo come se fossero degli insetti nocivi. Lui non era così... così freddo! Sollevò di nuovo lo sguardo sul professore allarmata e poi si voltò verso Claudia, temendo per un momento che fosse di nuovo vittima di uno di quei strani sogni.
    Che diavolo stai dicendo? si lamentò, un pizzico in apprensione. Ucciderla poteva sembrare la soluzione più facile e veloce, ma Nefertiti non voleva farlo. Si avvicinò alla ragazza, le afferrò il viso fra le sue mani, inginocchiandosi per stare alla sua stessa altezza.
    Ascolta, io meglio di chiunque altro so quanto il mondo sia marcio e schifoso. La vita però mi ha insegnato che non tutti lo sono. Si contano sulle dita di una mano, è vero, ma se riesci a scavare nel letame ci puoi trovare dei fiori. non sapeva se quelle parole potessero arrivare al suo cuore, e la sua situazione non glielo avrebbe di certo reso facile. Tutto sul momento sembrava volgere al peggio per lei. Se andava male ci poteva morire, finendo quindi la sua vita nel modo più misero possibile. Nefertiti però non si arrese, la guardò dritta negli occhi decisa.
    Lo vuoi cambiare il tuo mondo di merda? Sei disposta a lottare e soffrire per cambiare le cose? Te lo dico subito, non esistono vie facili e veloci per ottenere ciò che desideri davvero. Devi faticare, devi soffrire ma lo otterrai. Sei disposta a farlo? le chiese serissima, non c'era nessun sorriso incoraggiante sul suo volto. L'espressione di Nefertiti lasciava intendere benissimo che doveva rimboccarsi le maniche e che doveva prepararsi a grandissime fatiche.
    La tua disperazione non avrà mai fine fintanto che ti lasci trascinare. Sii la corrente impetuosa, o il vento in burrasca, ma non lasciarti trascinare da loro. SII TU LA TEMPESTA. fece ispirata, ripetendo le stesse identiche parole che Thresh le aveva detto in passato. Quelle parole che l'avevano colpita nel profondo e l'avevano spinta a reagire, a rinascere più forte. Ingenuamente Nefertiti pensava che lui non avrebbe ricordato quel episodio.
    Che vuoi fare Claudia? Aspettò la sua risposta, ed in base a quello avrebbe preso una decisione.
     
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    Anche se Nefertiti lo guardò con disprezzo, Thresh non abbassò lo sguardo e anzi alzò il naso all'insù mantenendo un'espressione fiera, tipica di un generale che conosce perfettamente gli orrori di una guerra, ma altrettanto bene i sacrifici necessari per vincerla. Non voleva che la scelta di Nefertiti fosse influenzata da lui o dalle necessità, per questo si dimostrò inamovibile neanche di fronte alle peggiori occhiatacce, così da costringerla a prendere una decisione che fosse giusta solo per lei e nessun altro. Nefertiti in quel momento aveva tutta l'attenzione di Claudia, che nella disperazione l'aveva vista passare dalla sua aguzzina, ad una che la stava strozzando, all'unica speranza che aveva di sopravvivere. Era una situazione assurda, ma una perfetta metafora di cosa significava finire nelle grinfie di una lanterna. Non morte, né prigionia eterna... ma rinascita. Questo le ispirò il discorso di Nefertiti: rinascita ed evoluzione, diventare tempesta significa far finire il mare in burrasca per qualcun altro, e se quello è abbastanza forte da tenersi saldo senza affogare, allora la tempesta non può che diventare più grande. Nefertiti non era più solo una semplice apprendista oramai, era una vera e propria adepta.
    S-si... non voglio più starmene in disparte a guardare con invidia... voglio essere anche io forte... a qualsiasi costo...
    Era un bersaglio facile, forse, dopotutto era lo stesso motivo per cui aveva giurato fedeltà a Fortinbras, ma quando convinci qualcuno a passare dalla tua parte non c'è nessun merito nell'aver adottato la via più difficile o complessa. Ma c'era una bella differenza tra il non avere scelta e lo scegliere una fazione diversa, ecco cosa aveva fatto Nefertiti e poteva sicuramente andarne fiera. Dietro gli occhiali mezzi appannati, gli occhi torbidi di lacrime e lo sguardo stanco quanto perso, Claudia era senza ombra di dubbio sincera. Con un grosso sorriso stampato sul volto, il professore spostò lo sguardo verso Nefertiti: non volle spezzare il pathos con una frase tip o"bel discorso", lasciandole intendere che lo ricordava perfettamente, ma i suoi occhi non lasciavano molto spazio ai dubbi. Ma la scelta delle parole non aveva importanza, contava il risultato e di sicuro avevano raggiunto il migliore possibile. Adesso stava a Nefertiti decidere come agire, dopotutto lo aveva detto lei stessa: Claudia era sua, e fin dal primo istante il professore aveva lasciato intendere che condivideva perfettamente quel desiderio, tanto da abbandonare la prigioniera alle sue esclusive cure.
    E ora? Claudia ha preso la decisione più saggia, e tu senza dubbio saprai mostrarle la giusta via. Qual è la tua prossima mossa Nefertiti?
    A spezzare del tutto il pathos ci pensò lo stomaco di Claudia che iniziò a gorgogliare in maniera così rumorosa da costringerla a piegarsi in avanti per il dolore. I crampi per la fame erano davvero dolorosi e quell'assaggio di panino masticato non aveva fatto altro che aprirle un buco nello stomaco ancora più grande.
     
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    Thresh non mostrò mai alcuna esitazione in ciò che aveva detto, aveva l'aria di chi sapesse esattamente cosa fare, sia in un caso che nell'altro. La sua sicurezza rincuorò Nefertiti, dato che in casi brutti poteva farsi aiutare dalla sua esperienza. Claudia sembrò prendere una decisione definitiva, voleva cambiare le cose, e voleva diventare forte. Il suo sguardo sembrava deciso, sebbene fosse provata fisicamente. Nefertiti non sapeva se stesse parlando per paura che Nefertiti scegliesse la via più comoda, ovvero quella di ucciderla, o se si era convinta davvero di poter fare qualcosa per cambiare la sua situazione. In ogni caso, Nefertiti era convinta di poterla gestire: anche se avesse deciso di tradirla ancora, in quel caso sarebbe stata spietata e gliel'avrebbe fatta pagare molto cara. Al momento però le sembrò più saggio guadagnarsi un alleato e altre risorse contro Fortinbras piuttosto che macchiarsi ancora le mani di sangue. Potevano usarla anche contro il nemico facendogli credere di averla ancora come sua alleata. Le possibililtà erano infinite e Nefertiti doveva solo decidere come agire. Di tutta quella faccenda, Nefertiti si accorse di una cosa che la spaventò: l'avrebbe uccisa se doveva servire a proteggere le persone che amava. Ne era sicura, anche se voleva salvarla da se stessa e si rivedeva in lei in molte cose, avrebbe versato il suo sangue al posto di quello delle persone a cui teneva. Ovvio sarebbe stato terribile e l'avrebbe datta soffrire terribilmente, ma non avrebbe esitato. La domanda che le rivolse il professore sembrò più che leggittima, ma Nefertiti non sapeva cosa rispondere così su due piedi. Quindi intanto liberò i polsi di Claudia dalla sua prigionia, le diede il panino e la bottiglietta d'acqua.
    Tieni, rimettiti in forze, abbiamo un mucchio di cose di cui parlare. affermò sedendosi a terra di fronte alla ragazza. Si voltò verso Thresh e gli sorrise con un espressione da furbetta di chi aveva delle idee diaboliche per la mente.
    Non pensi anche tu che Claudia abbia un dono speciale? La sua abilità di intrappolare nei sogni le menti delle persone mi fa venire mille idee. Ho l'imbarazzo della scelta. Però ho come la sensazione che non sappia sfruttarne al meglio le qualità. Lei è una studentessa della sapienza giusto? E' una tua studentessa no? Le insegnerai come stai insegnando a tutti gli altri? L'ultima domanda giela fece con aria seria, guardandolo dritto negli occhi, per capire se tutti i discorsi sui suoi amati studenti valesse anche per chi gli aveva messo i bastoni fra le ruote. Ascoltata la sua risposta tornò di nuovo a guardare verso Claudia. Non le tolse il collare che le aveva donato Thresh, glielo avrebbe lasciato come una sorta di garanzia, se avesse fatto qualcosa di stupido, avrebbe potuto soffocarla come aveva fatto prima.
    Parlami della tua abilità. Ti serve stare in contatto fisico con una persona per poter influenzare i suoi sogni? Fin dove ti puoi spingere? Cosa mi sarebbe successo se avessi accettato la realtà che mi stavi facendo sognare? Non era solo curiosa, ma anche intrigata da quel potere particolare. Forse non era molto offensivo ma era utilissimo in altri ambiti.
     
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    Appena Nefertiti liberò Claudia, la ragazza si lanciò sul panino e trangugiò l'acqua come se dovesse sbrigarsi il più in fretta possibile a riempirsi lo stomaco, o sarebbe morta. Si rivelò frettolosa e vorace tanto che qualche goccia d'acqua gli finì sul mento, recuperata tempestivamente da movimenti delle mani che non volevano perdere neanche una molecola di quel prezioso fluido, e si ritrovò a singhiozzare per via dei bocconi di panino troppo grossi. Nefertiti si rivolse a Thresh seria ma sorridente, probabilmente molto soddisfatta. Il professore le rispose con un ghigno altrettanto diabolico ma con un'espressione grossomodo tranquilla.
    Al contrario di ciò che pensano Claudia, i suoi genitori e i suoi compagni di scuola, non esistono poteri inutili e sono felice che tu l'abbia capito Nefertiti. Bisogna solo affilarli e controllarli nel giusto modo, e se Claudia resterà con noi allora sarò ben felice di allenarla come tutti gli altri. Questa è la mia missione dopotutto, e lei ha scelto di non metterci in pericolo per soddisfare i capricci di un Nobile, quindi non ho niente contro di lei. E se anche fosse, sarebbe un problema tuo Nefertiti, non mio...
    Questo doveva farle capire quanto fosse importante per Thresh il suo ruolo di insegnante, ben oltre qualsiasi altro tipo di devozione, necessità o capriccio. Ma più che altro era soddisfatto dalla creatività di Nefertiti, il fatto che riuscisse a vedere del potenziale in Claudia lasciava intendere che lui come insegnante le aveva dato i giusti stimoli, e lei come sempre si stava rivelando fin troppo talentuosa per le sue aspettative. Chissà che presto non avrebbe superato il suo maestro? Inevitabilmente l'eccitazione di Thresh tornò a pulsare senza vergogna. Lasciò comunque a Claudia la possibilità di parlare visto che Nefertiti l'aveva interpellata, cosa che non fece prima di aver esaurito il panino ed essersi concessa un lungo sospiro di sollievo. Adesso aveva un'aria molto più rilassata e non contrita dal dolore. Sembrava decisamente una persona vera e il suo tono di voce apparve più calmo.
    Per me è come avere a disposizione uno spazio virtuale... io sono l'amministratore del sistema, ma ho bisogno di un host da sfruttare per creare il mondo, per poi invitare al suo interno quanti più utenti possibili. Gli invitati non devono essere vicini, mi basta collegarmi ai loro circuiti energetici, in questo sono brava, ma devo restare vicina all'host altrimenti non posso mantenere stabile il sogno. Con persone deboli posso anche forzare il sogno, ma per i combattenti devo aspettare che loro siano in un sonno profondo, per riuscire ad entrare nel tuo ho dovuto aspettare che ti allenassi molto fino a sfiancarti, cosa difficilissima con una che può rigenerarsi... non mi hai reso le cose facili.
    Si rese conto di aver parlato in maniera un pò troppo smodata, facendolo sembrare quasi un merito per sé, ma dato che si stava sciogliendo Thresh decise di non farle mettere da sola un paletto, incoraggiandola prima che potesse frenare quella parlantina sciolta che le era venuta.
    Un potere che richiede premeditazione, i miei preferiti... ti fa onore, non c'è dubbio.
    Dopo aver annuito timidamente, Claudia tornò a parlare. Cercava di incrociare lo sguardo con Nefertiti ma a volte si abbassava, non era qualcosa che faceva per timore o rispetto, ma semplicemente perché era un'abitudine che risaliva dalla sua infanzia. Da ciò Nefertiti poteva capire che in realtà Claudia era molto timida, per questo forse non aveva mai sentito parlare di lei alla Sapienza. Quello e molti altri motivi.
    All'interno del sogno io posso fare molte cose... posso attingere ai ricordi, trapiantarne di falsi, alterare la realtà e usare anche dei "virus", che servono per danneggiare la mente di chi ho in pugno, fiaccandolo e facendolo soffrire così da obbligarlo a seguire il mio copione. Posso instillare pensieri e concetti nelle persone, Fortinbras mi ha detto che col giusto impegno potrei anche intrappolare le coscienze nei sogni mentre il corpo sveglio obbedisce ai miei comandi, oppure potrei convincere del tutto qualcuno di qualcosa che non è vera ma che gli ho instillato nel sogno. Con te voleva che ti convincessi a giurargli fedeltà, mettendo il tuo potere al suo servizio.
    Il potere di Claudia era davvero particolare e anche molto pericoloso, con la giusta preparazione poteva tranquillamente assoggettare le persone al suo volere, tormentarle, farle dimenticare delle cose o far loro ricordare eventi che non erano mai successi. Un vero e proprio lavaggio del cervello, ecco cosa aveva visto Fortinbras in lei. Thresh lo capì subito e si voltò verso Nefertiti per intuire se anche lei aveva afferrato il concetto. Ciò per quanto preoccupante rendeva la vittoria ancora più dolce perché significava che Fortinbras aveva perso non una sola potenziale alleata ma ben due. Un vero colpaccio.
     
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    Vedere Thresh che rispondeva al suo sorriso con uno simile, la fece sentire molto complice di lui e di ciò che stavano facendo. Ricordandole un pochino la sensazione piacevole che aveva vissuto nel suo sogno. Non era male sentirsi vicino a qualcuno in quel modo, per la prima volta in vita sua aveva voglia di esplorare più affondo quel sentimento invece di sfuggirgli per paura che potesse farle del male. Sentirsi parte di una squadra, di una "famiglia" era davvero una bellissima sensazione. Thresh accettò di buon grado la richiesta indiretta di Nefertiti di allenare e insegnare anche a Claudia. Ricordandole però che se Claudia l'avesse tradita ancora, il problema sarebbe diventato principalmente suo. Niente di nuovo per lei in effetti, quindi fece spallucce: ci avrebbe pensato a tempo debito. Tornò quindi a concentrarsi su Claudia, poiché molto interessata alle sue abilità. La fissò tutto il tempo molto attentamente, sembrava quasi che pendesse dalle sue labbra. Adorava sentire parlare di poteri, scoprire le abilità degli altri, la curiosità di quel tipo l'aveva sempre accompagnata fin da piccola. Spesso l'aveva anche messa nei guai. Claudia fu piuttosto esaustiva nello spiegare cosa sapesse fare, usare un linguaggio tecnologico la aiutò a capire molto del suo funzionamento. Infine disse una cosa che reputò molto utile: Fortinbras la voleva viva e al suo servizio, per poter usare i suoi poteri. Non aveva idea di cosa implicava effettivamente, ma almeno capì che vedeva del potenziale in lei. A quelle ultime parole arricciò il naso un poco disturbata: a quanto pare la storia si ripeteva. Prima era il suo sangue molto particolare ad attirare persone interessate alle sue abilità, adesso anche i nobili del labirinto, che si erano interessati al suo potere.
    Devo avere una specie di calamita per i tizi fissati a volermi usare come un oggetto. commentò più fra se e se che per fare conversazione.
    Wow, confesso che un pochino ti avevo sottovalutata. Il tuo potere è fantastico, se ti alleni e ti impegni puoi davvero raggiungere il risultato che ti diceva Fortinbras, ma con le tue sole forze, mica perché lui schiocca le dita a caso. affermò entusiasta per poi voltarsi verso Thresh, quasi come se volesse sentire una conferma anche da parte sua. Si alzò in piedi, ed avrebbe aiutato anche Caludia a rimettersi in piedi.
    Da oggi in poi dovrai stare con me, dormirai in camera con me. Studieremo insieme, e risolveremo i tuoi problemi insieme. Fin quando non saprò che potrò fidarmi di te. Se mi sarai leale ti sarai guadagnata un'amica, ma se oserai tradirmi sarò molto vendicativa. Sono stata chiara? attese una risposta da parte di Claudia, poi le avrebbe chiesto un momento, avvicinandosi a Thresh per tirarselo in disparte. Diede le spalle a Claudia mentre stringeva il braccio del professore in ansia.
    Dici che ho fatto bene? Ho come la sensazione che una tipa come Claudia rende di più se le sei amico, piuttosto che terrorizzarla come hanno sempre fatto tutti. Mi rode ancora tantissimo lo scherzo che mi ha tirato, ma penso che non ha senso infierie no? Tu che dici? Che ne pensi? la verità era che non aveva idea di come proseguire, era la prima volta che succedeva una cosa del genere. Era sempre stata una tipa solitaria, adesso invece si era fatta una "prigioniera di guerra" che non aveva la più pallida idea di come gestire.
     
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    Il pensiero snervato di Nefertiti venne prontamente intercettato da Thresh che usò un tono quasi di rimprovero, ma che non celava né disprezzo né tanto meno voglia di mortificarla, semplicemente voleva farle capire qualcosa di molto importante che Nefertiti non doveva sottovalutare.
    Sei ingenua mia cara: non sei tu ad essere speciale, è il mondo che va così... ogni essere vivente cerca di soggiogare, sfruttare e consumare gli altri. E' il corso di una natura selvaggia che quelli come noi cercano di educare in maniera diversa. Non scordarlo mai.
    Nefertiti aiutò infine Claudia a rialzarsi dopo averle fatto un complimento che le strappò un mezzo sorriso perplesso più che entusiasta. La situazione si era ribaltata in maniera decisamente insolita per una come lei, ma aveva toccato un fondo di disperazione troppo freddo e pericoloso per disprezzare una simile svolta negli eventi. Claudia non era nelle condizioni di mostrarsi diffidente, anche perché se Nefertiti le aveva fatto quel complimento significava che la considerava utile, no? Pertanto, quando Nefertiti dichiarò il prossimo passo del piano con quella tutt'altro che velata minaccia, Claudia serrò le labbra quasi a mordersele ed annuì col capo in tutta la sua fretta e ansia.
    Sei stata chiarissima...! Anzi... non penso proprio di poter sopportare altri giorni di digiuno quindi farò la brava, promesso!
    Claudia cercò anche la complicità del professore, sorridendogli nervosamente, ma sul volto del non morto trovò un ghigno e uno sguardo semplicemente terrificanti, inquietanti a dir poco: la bocca era sottilissima e allargata ben oltre le guance, gli occhi sottilissimi e le pupille strette come puntini senz'anima. Sembrava voler annuire anche lui ma Claudia non riuscì proprio ad interpretarlo come un segno positivo. Le si gelò il sangue e si paralizzò sul posto, quindi per Nefertiti fu facile tirarsi Thresh in disparte dandole le spalle. Il professore accolse i suoi dubbi sospirando e socchiudendo gli occhi, invitandola prontamente ad una riflessione.
    Se hai intenzione di sfruttarla e basta solo perché ha un collare alla gola non sei diversa da Fortinbras mia cara. Questo non toglie che Claudia è tua prigioniera, e sia per tenerla d'occhio che per proteggerla dovrai tenertela al tuo fianco. L'hai detto tu, no? E' tua... assicurati che non sia solo un sacco di carte che porti legato al naso. Se avrai fatto bene, lo capirai da te...
    Seppur in maniera criptica, era piuttosto ovvio cosa il professore stava suggerendo: Nefertiti doveva non solo guadagnarsi il timore e il rispetto di Claudia, ma anche darle un ruolo. Si stava forse scordando che escluse le lezioni, lei stessa passava tutto il tempo in stanza? Se ora aveva una coinquilina, significava che Claudia era destinata a passare con lei la maggior parte del tempo, non poteva permettersi di trasformarla in un sassolino nella scarpa. Nefertiti aveva trovato una vittima iniziale non troppo difficile da tenere al guinzaglio, ma non di meno era una sua responsabilità, se era davvero SUA allora doveva fare molto di più che proteggerla e tenerla sott'occhio. Forse a quel punto Nefertiti avrebbe capito il punto di vista del professore, che non si era solamente fissato con lei, né si era limitato a salvarla e tenerla in una gabbia d'oro. Le aveva dato uno scopo e lei stessa lo aveva accettato. Per assicurarsi che il messaggio fosse chiaro, Thresh spalancò anche con lei un inquietante e perverso sorriso. Quale modo migliore di suggellare una forzata convivenza mettendo in chiaro chi porta i pantaloni nella stanza?
     
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    Il rimprovero di Thresh la portò a pensare che il professore aveva perfettamente ragione. Lei più di tutti avrebbe dovuto saperlo visto che essendo una orfana e indifesa, tutti cercavano sempre di sopraffarla per appropiarsi di lei, per prendersi da lei ciò che volevano, proprio perché sapevano che non aveva nessuno al mondo che potesse difenderla, che potesse chiedere giustizia per lei. Era un boccone amaro, ma Nefertiti sapeva che era la pura e crudele realtà. Non ne era sorpresa, lo aveva sempre sospettato, ma sentirselo dire così chiaramente era sempre un pochino triste. Il discorso infatti valeva anche per Claudia, la vedevano debole e quindi tutti cercavano di calpestarla. Anche se Caludia l'aveva fatta incazzare, la facevano incazzare di più i prepotenti che si aprofittavano di lei. Probabilmente era stato proprio quello a farla decidere sul fatto che Claudia sarebbe stata "sua", perché non voleva che gli altri sancissero con il loro volere il suo diritto di vivere. Non avrebbe lasciato che Fortinbras la togliesse di mezzo, e non avrebbe permesso nemmeno a persone dalla sua parte convincerla che Claudia non aveva diritto di stare al mondo. Era la prima volta in vita sua che si prendeva una responsabilità così grande, e ciò la spaventava, ecco perché aveva bisogno di parlare con il professore in privato. Lui però non diede una risposta assoluta, ma cercò di farla riflettere sulle sue decisioni. In effetti Nefertiti non voleva assolutamente renderla uno strumento come avrebbe fatto Fortinbras, ma non poteva nemmeno abbassare la guardia. Anche se in modo complicato, Nefertiti però capì cosa volesse dirle: doveva darle un ruolo, non doveva semplicemente limitarsi a tenerla d'occhio come se lei fosse un secondino e lei la prigioniera di cui occuparsi. Il problema era che Nefertiti non sapeva davvero che "ruolo" darle, infondo se dovevano diventare amiche, era Claudia che doveva dimostrare che non aveva più intenzione di farle del male. Nefertiti si grattò la testa nervosamente, frustrata dal fatto che non aveva idea di come iniziare a mettere in ordine le cose.
    Dannazione... e come diamine si fa? commentò nervosamente, prima di vedere il sorriso inquietante che le rivolse il professore, rendendo ancora più criptico il messaggio del proff. In ogni caso, Nefertiti sentì i brividi gelidi percorrergli la schiena. Anche se gli voleva bene, quando faceva quelle facce la inquietava tantissimo. Probabilmente quello era uno scoglio che non avrebbe superato mai, ma infondo il loro rapporto era speciale anche per quel motivo. Forse doveva solo vedere come sarebbero andate le cose, quindi tanto valeva fare le cose più semplici al momento. Nefertiti si voltò di nuovo verso Claudia e le fece cenno di andare assieme a lei.
    Dai andiamo, ti serve una bella doccia, così poi prendiamo le tue cose. le disse senza tanti slanci. Il piano era semplice, l'avrebbe portata in camera sua dove avrebbero preso le sue cose e si sarebbe fatta una doccia rilassante. Se aveva ancora fame le avrebbe dato altro cibo. Poi avrebbe pensato alle prime cose da sistemare, ovvero i genitori di Claudia, voleva che la ragazza parlasse loro in modo chiaro e tondo, così che quei due deficenti si rendessero conto di quanto fossero stati egoisti. Se le volevano bene, le cose si sarebbero messe apposto pian piano. Se invece non provavano nulla per lei, Claudia si sarebbe separata da loro definitivamente, lei avrebbe avuto modo di svilupparsi per conto suo. In effetti era Natale, possibile che i suoi genitori non la cercassero per il classico cenone natalizio in famiglia? Era sparita per tre giorni, chissà se l'avevano cercata?
     
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    Nefertiti stava finalmente iniziando a metabolizzare le cose, e analizzarle con la giusta freddezza. Non aveva un piano, era evidente, ma il solo cercarlo era più che sufficiente per il professore. Appena Nefertiti le disse di andare con lei, Claudia balzò in piedi, ancora frastornata e spaventata ma del tutto incapace di opporsi alla sua richiesta, a quel punto il professore fece la sua mossa deciso a dare una mano in modo da evitare guai imprevisti.
    Andrò io in camera di Claudia a prendere le sue cose, e ne approfitterò per fare una piccola ispezione, magari c'è qualcosa che questa furbetta non ci ha detto... e mi occuperò anche dalla burocrazia per spostarla nella tua camera.
    Ancora una volta, lo sguardo inquietante del professore gelò le vene di Claudia che non osò minimamente contraddirlo, per sua fortuna era stata onesta e non c'erano davvero sorprese da trovare, altrimenti se la sarebbe fatta addosso all'idea di tradirsi in quel modo. Inoltre Thresh voleva fare in modo che quelle due rimanessero da sole senza un ostacolo come lui a dare dubbi a Nefertiti o alimentare la diffidenza di Claudia. Insomma, era la cosa giusta da fare almeno per il momento. Quando furono fuori dalla sala caldaie il professore separò da loro andando verso la sua destinazione, permettendo a Nefertiti e Claudia di raggiungere la stanza della sua allieva diletta. Claudia era già stata in quel posto prima, non per nobili ragioni, pertanto si fece avanti stringendosi le braccia e le spalle al petto con una punta di vergogna in volto. Nefertiti avrebbe potuto conoscere molto di lei semplicemente osservandola in quel momento, ad esempio che iniziò a spogliarsi per la doccia prima ancora di essere sola in bagno, non era la prima volta che qualcuno la forzava a denudarsi evidentemente e nel rendersi conto che non era una situazione scomoda esitò, rimanendo in parte immobile per timore di aver fatto qualcosa di sbagliato. Nefertiti riuscì anche a vederle meglio il corpo, non era messo male ma c'erano degli evidenti segni di abusi, soprattutto dietro la testa, sotto i capelli, e all'altezza dei fianchi e delle gambe. Segno di percosse e calci che sul corpo di Nefertiti sparivano ma che la ragazza conosceva bene se aveva visto altre ragazze maltrattate come lei. Proprio mentre avveniva quella scena tanto drammatica quanto disturbante, la porta di Nefertiti rumoreggiò: qualcuno stava bussando. Appena Claudia sentì il rumore, imbarazzata, si fiondò in bagno senza dire nulla accendendosi la doccia, lasciando modo a Nefertiti di aprire. Oltre la porta la ragazza avrebbe trovato un Artù stranamente in difficoltà, che la salutò frettolosamente con un "ciao" quasi aspirato, e che prese tempo prima di continuare il discorso. Non indossava la divisa scolastica ma portava cappotto sportivo e zaino in spalla, evidentemente se ne stava andando da lì.
    Stavo tornando a casa per le vacanze di Natale e mi sembrava brutto non passare a salutare...
    Il suo sorriso era un pochino forzato, non sembrava timoroso di qualcosa ma piuttosto che fosse lì per uno scopo del tutto diverso dai saluti ma non aveva la minima idea di come imbastire il discorso. Per Nefertiti doveva essere uno spettacolo insolito: Artù era letteralmente il divo della scuola, il numero uno a livello sportivo ed era invidiato da tutti, cosa che lui sapeva molto molto bene e di cui se ne vantava. Era un tipo tosto e sicuro di sé, vederlo in quello stato era praticamente comico, soprattutto perché stava davanti a lei, intento a temporeggiare mentre bussava con le dita sullo stipite della porta. Sentito il rumore della doccia però, Artù affilò l'orecchio corrugando la fronte perplesso.
    Ma c'è qualcuno in bagno?
     
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    Thresh si offrì di aiutarla, decidendo di andare lui stesso nella camera di Claudia per ispezionarla. Nefertiti inizialmente lo fissò incredula, visto che fino a poco prima le aveva fatto capire che Claudia sarebbe stato un problema suo, e che quindi doveva sbrigarsela da sola. Le avrebbe fatto molto comodo, ed avrebbe accorciato le incombenze più noiose. Sorrise quindi felicissima ed annuì, sentendosi per un momento di nuovo trasportata nel sogno che le aveva costruito Claudia, con il dolce paparino che si occupava di lei. Annuì verso di lui contenta, poi con calma guidò Claudia nella sua camera. Arrivati lì Nefertiti le indicò distrattamente la porta del bagno, guardandosi attorno per capire dove poter piazzare il letto di Claudia, pensando che forse era il caso di procurarsi un letto a castello. Immersa nei suoi pensieri, si sorprese nel vedere Claudia che si spogliava davanti a lei, facendolo timidamente, come se fosse stato ordinato da lei stessa. Nefertiti la guardò un attimo confusa, arrossì leggermente e stava per dirle che poteva spogliarsi in bagno, ma le sue parole le morirono in gola quando vide i lividi ed i segni delle violenze che aveva subito. I suoi occhi si rattristarono mentre un pensiero le balenò nel cervello spontaneo: non avrebbe permesso più a nessuno di lasciarle segni del genere se non era lei a volerlo.
    Restituiremo tutto, con i dovuti interessi. commentò con una punta di rabbia in gola. Le ricordava troppo ciò che aveva passato lei, e anceh se non fosse stato direttamente per Claudia, lei avrebbe avuto un piacere indescrivibile nel punire tutti quelli che le avevano fatto del male. Forse Claudia non avrebbe capito a cosa si stesse riferendo, ma in ogni caso Nefertiti non avrebbe avuto il tempo di spiegarsi dato che bussarono alla porta e ciò portò Claudia a sparire subito oltre la porta del bagno. Per un primissimo momento pensò che fosse Thresh, poi però sirese conto che fosse davvero troppo presto anche per uno come lui. Quindi Nefertiti andò ad aprire con cautela, e quando vide Artù dietro la porta un senso di dejavù la colse, soprattutto quando notò lo zaino. Le tornò alla mente il bacio che si erano scambiati nel sogno, e Nefertiti si sentì infuocare di imbarazzo. Lo aveva evitato così tanto, e adesso se lo ritrovava lì davanti come se niente fosse.
    Ciao. rispose con un tono di voce un pochino aspirato a sua volta, il suono della propria voce così strano la imbarazzò ancora di più e tossì per schiarirsi la voce. Perché diamine era lì? Non si ricordava mica di ciò che era successo nel sogno no? Thresh l'aveva rassicurata che non era possibile. Quindi con un livello di ansia altissimo aspettò di sentire le sue parole. Le sembrò strano che volesse solo salutarla, e il suo atteggiamento la confuse non poco: sembrava volerle dire qualcosa di importante, ma non ne aveva il coraggio. Nefertiti si sentiva tesa, quella situazione era davvero troppo simile al suo sogno, ma per fortuna il rumore della doccia sembrò distrarre il ragazzo che chiese spiegazioni.
    Uh? Ah sì, è la mia nuova compagna di stanza, si chiama Claudia. spiegò, per poi aprire meglio la porta e fargli spazio per farlo entrare.
    Sei stato gentile a passare, ehm... va tutto bene? sorrideva nervosamente. Si sentiva una totale imbranata, non aveva idea di cosa dire, mentre Artù sembrava voler chiarire qualcosa con lei.
     
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    La naturalezza con cui parlò di Claudia spiazzò ulteriormente Artù, forse sperava semplicemente di finire il discorso in maniera strana e imbarazzante ma invece eccoli lì, ancora sull'uscio della porta a temporeggiare, con l'aria di chi decisamente non ha le capacità giuste per comunicare qualcosa di molto semplice.
    Oh, figo, una compagna di stanza... bello, sono contento... per te intendo, sono contento che non te ne stai tutta da sola a... sai isolata tipo...
    Stava per blaterare ancora quando Nefertiti gli chiese se andava tutto bene, lì Artù fu costretto a riprendere parola, inspirando frettolosamente e portandosi una mano sulla cinta dello zaino per stringersela meglio e temporeggiare ancora, molleggiando con le gambe neanche si stesse preparando ad uno sforzo fisico. La sua espressione passò dal sufficiente all'imbarazzato due o tre volte come se fosse impegnato a guardare una partita di tennis, annuendo con la stessa convinzione di uno ricoperto di polvere bianca in faccia che deve convincere l'agente di non aver sniffato.
    Sì! Si.. no... cioè si tutto bene, va alla grande... le decorazioni sono al loro posto, le attività sono organizzate, le vacanze sono già sistemate insomma... tutto bene, tutto alla grande... alla grande...
    Socchiuse gli occhi sbuffando, per poi farsi forza e allungarsi un pochino verso di lei, dapprima a testa bassa, poi senza aggredirla cercò di prendere coraggio nel giusto modo, sciogliendosi del tutto e seppur con l'aria di chi stava facendo uno sforzo non indifferente, si decise a vuotare il sacco.
    Ok senti... in realtà io... la verità è che volevo chiederti se uno di questi giorni ti andava di uscire con me... so che durante le vacanze si sta in famiglia ma so che non hai nessuno quindi... magari un giorno di questi ti faccio compagnia io, che ne pensi? Intendo senza Morgana o Lancillotto... solo io e te, che ne pensi? Ti va?
    Quello somigliava decisamente ad un appuntamento e anche se Artù aveva la fama di essere un gran sciupafemmine in quel momento non lo sembrava affatto. Forse perché non si trattava di una conquista estiva o di una festa finita con la giusta carica sessuale, probabilmente quella era la prima volta che lui faceva una richiesta del genere ad una ragazza, con tale dedizione ed imbarazzo da apparire del tutto naturale e forse fin troppo impacciato. Inesperto ma colmo di sentimento. L'unica cosa che interrompeva il silenzio che si era creato tra di loro era il suono della doccia alle spalle di Nefertiti, cosa che stava rendendo il tutto abbastanza imbarazzante. Artù la fissava come un bambino che aveva fatto una richiesta spassionata ai suoi genitori, temendo una risposta negativa con grande vergogna, era davvero spontaneo in quel momento ma per timore di un rifiuto si ritrovò ad arrossire quasi arreso, balbettando qualcosa come:
    S-solo... se ti va ovviamente, se non ti va non devi...
     
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