[Role a tema natalizio] Il grinch con le tette

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    Erano passati diversi giorni da quando Thresh le aveva lasciato nelle mani Claudia. La ragazza che le aveva fatto vivere degli incubi coinvolgendo anche i suoi amici ed il professore. Voleva vendicarsi, fargliela pagare, ma la verità era che non aveva idea di cosa fare esattamente. Era la primissima volta in vita sua che aveva una opportunità del genere, e gli "adulti" invece di scoraggiarla e impedirle di farlo l'avevano invece spinta verso quella direzione. Ne fu spaventata, perché infondo non aveva idea di quanto sarebbe potuta essere crudele con lei. Pensava che non le piacesse fare del male, perché infondo anche lei aveva sofferto come vittima. Proprio per quel motivo aveva deciso di iniziare nel modo più strano e crudele possibile: lasciarla in isolamento per qualche giorno, affamarla e farle soffrire la sete, così che capisse subito quanto fosse impotente e quanto in realtà dipendesse da lei. Doveva toglierle dalla testa che Nefertiti non rappresentava un pericolo, voleva che avesse paura di lei, voleva che la temesse al punto da non osare mai più alzare un dito o un singolo pensiero contro di lei ed i suoi amici. In quei giorni si tormentava dai sensi di colpa, non voleva che altre persone soffrissero come aveva sofferto lei, ma poi pensava al fatto che quella stronza li aveva messi tutti in pericolo e quindi la rabbia la convinceva che lei se lo meritava. In poche parole con la scusa dell'isolamento in realtà Nefertiti aveva rimandato ciò che doveva fare, finendo anche per non fare le domande necessarie. Per la paura di affrontare i suoi compagni si era anche assentata dalle lezioni, dandosi per malata. Non si era resa conto che ormai era natale. Un periodo dell'anno che Nefertiti odiava e che non aveva mai sentito, ecco perché quando uscì finalmente dalla sua stanza per andare a procurare acqua e cibo alla sua vittima, le sembrò quasi di aver fatto un salto temporale. La scuola si preparava al periodo natalizio e con orrore Nefertiti notò le numerose decorazioni che imbellettarono la scuola manco fosse una prostituta che non batteva da tempo. C'erano luci colorate sui muri, disegni dei bambini delle elementari che ritraevano un babbo natale allegro e simpatico. C'erano fiocchi e ponpon colorati e traslucidi, e tante altre robe del genere appese sui muri della scuola. Alcune ragazze indossavano fermagli o decorazioni natalizie sulla divisa o fra i capelli. Sorridevano tutti in modo così irritante, come se quella settimana il mondo cambiasse, e tutti i problemi sparissero dalla faccia della terra. Odiava quel periodo perché l'ipocrisia dilagava tantissimo. E lei odiava ancora di più quel periodo, perché le ricordava il freddo pungente, mentre i suoi occhi da bambina, osservavano le famiglie felici dietro ad una finestra mentre si abboffavano di cibo e si scambiavano affetto e regali. Un calore che non le apparteneva, lei aveva al suo posto uno stomaco gorgogliante di fame e la solitudine che si faceva assordante nel suo cuore. Quella era una delle feste che non comprendeva ma allo stesso tempo invidiava. Cercò di ignorare tutto quanto, ma non potè ignorare nel cortile della scuola l'enorme albero di pino che veniva decorato proprio dal suo maestro. Gli si avvicinò lentamente con un'espressione delusissima dipinta sul volto che non riuscì in alcun modo a nascondere.
    Non pensavo che ti piacessero questo tipo di cose. affermò guardando leggermente schifata le palline colorate appese ai rami dell'albero, alla ricerca del tocco tipico di Thresh, ma non vide nessun teschio e nessun oggetto inquietante.
     
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    Per Thresh, il natale era uno dei periodi dell'anno più belli: le luci, i colori, le canzoncine di natale, le loro versioni metal, tutto così incredibilmente ispirato e soprattutto ritualistico. Ne apprezzava la precisione e la dedizione che le persone ci mettevano in una simile festa, dal suo punto di vista era il più grande rituale mai esistito sulla faccia della terra e che ogni anno, puntualissimo rincominciava e portava sempre alla stessa conclusione. Anche se non rientrava nella sua fede, non poteva che ammirare un simile risultato. Senza contare poi che i suoi studenti si dilettavano con grande dedizione a tutto ciò che riguarda le decorazioni, le iniziative e le preparazioni agli eventi, tutta roba che stimola lo spirito di squadra e la creatività, impossibile non lasciarsi contagiare. E vogliamo parlare dei regali poi? Oh, quelli sono la parte migliore...
    Perché dici così? Io sono un tipo super allegro! Se il mio cappotto fosse rosso invece che nero mi mancherebbe poco dall'essere babbo natale!
    Rispose di tutto petto standosene sulla sommità di una grossa scala davanti al pino colossale allestito appositamente per l'evento. Era difficile immaginare Thresh piccolo messo in confronto a qualcosa, ma perfino lui sbiadiva di fronte a quel monumento di gioia natalizia. Che non ci fossero cose strane era piuttosto vero, ma alcuni studenti avevano realizzato delle palle di natale dedicate ai vari professori e personaggi più conosciuti, quindi qualcuna che rimandava al professore non mancava, sebbene risultassero tutt'altro che inquietanti. Dopo aver sistemato la decorazione, il professore scese la scala fermandosi di fianco a Nefertiti, intento ad ammirare lo spettacolo di luci e decorazioni che avevano messo su. Le espressioni dei due erano estremamente opposte in quel momento.
    E anche se fosse, non soffermarti sull'evento in sé... pensa a cosa è stato creato! Un albero così grande è frutto dell'unione di tutti i studenti di Sephiroth della scuola, non è stato facile fare in modo che durasse per tutte le feste mantenendo questa stazza. Molte delle decorazioni le hanno realizzate gli studenti delle medie e delle elementari, e ci sono in programma tantissimi eventi, spettacoli e celebrazioni a cura di ogni singolo studente della scuola. E' un evento meraviglioso per contribuire il gioco di squadra, ma immagino che non sei fan nemmeno di questo...
    Lo sguardo del professore si girò lentamente su di lei, non era difficile immaginare il motivo dietro tanto astio nei confronti di una festa del genere, ma Nefertiti doveva imparare a godersi le piccole cose come le grandi feste.
    Oppure questa è tutta una scusa solo perché non hai trovato un bel regalo per me e non vuoi fare brutta figura...
    Sibillino, allargò un ampio e malefico sorriso mettendo in evidenza il suo sguardo diabolico e carico di quella luce tetra che sfoggiava in situazioni particolari.
     
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    A guardarlo si vedeva proprio che si divertiva a decorare quell'albero, certe volte Thresh le ricordava i suoi gusti musicali che variavano dal metal pesante alle canzoncine delle sigle dei cartoni animati. Doveva però capire prima o poi che infondo Thresh non era altro che innamorato perso della vita, al punto che era tornato in vita come zombie.
    Non so, è che dopo averti visto oliare divertito delle macchine della tortura, e professare religioni particolari, non credevo ti piacessero questi lustrini e lucine così colorate e queste cose COSì ... così...consumistiche! affermò sarcastica e divertita allo stesso tempo. Intanto Thresh ultimò l'abbellimento dell'albero e scese dalla scala affiancandola per ammirare il suo lavoro. Aveva un espressione estasiata dipinta sul volto, mentre Nefertiti aveva il naso arricciato in un espressione disgustata: che ci trovava di così bello? Thresh cercò di convincerla che non era uno spreco di tempo e denaro, ricordandole che quella festa aveva portato gli studenti a darsi da fare, a collaborare e bla bla bla. Più andava avanti più Nefertiti assumeva espressioni schifate o deluse. Alla fine incrociò le braccia al petto guardandolo torva: come faceva a parlare di cose di quel tipo quando avevano una ragazza rapita e tenuta prigioniera in quella scuola?
    Sul serio... vuoi un regalo? lo guardò con sufficenza, facendogli capire che non ci avrebbe pensato ne ora ne mai a fargli un regalo di natale. Con le sue finanze poi non aveva idea di cosa prendere.
    Odio il natale e tutto ciò che lo riguarda. Se potessi farei sparire tutte queste inutili lucine che acceca la gente e nasconde con tutta questa lucentezza e dolcezza la merda che ci sta tutti i giorni nel mondo. Il natale è come mettere sotto il tappeto la sporcizia che hai raccolto spazzando. Non hai pulito hai solo nascosto il lerciume. mentre lo diceva gesticolava un sacco, facendo capire che la stizziva proprio nel profondo. Probabilmente lei era una di quelle poche persone al mondo che a natale invece di essere più buona diventava più acida e cattiva.
     
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    Come darle torto? Di sicuro Thresh e i suoi passatempi mal si sposavano ad un contesto come quello del natale, ma probabilmente non aveva idea di quanto fastidiose e crudeli possono diventare delle canzoncine natalizie ripetute di continuo nelle orecchie di chi le disprezza. Tutto è una tortura se sei abbastanza creativo, ma in quel caso Thresh riusciva ad apprezzare anche e soprattutto lo spirito di una festa del genere.
    Ma certo che è consumistico, tutti viviamo per consumare qualcosa, la differenza è che in questo periodo lo si fa con molta più dedizione, e spesso lo si fa per altri... c'è passione Nefertiti, non sottovalutare una sentimento del genere.
    Anche cercare il regalo giusto per una persona poteva diventare una tortura. Facile capire come mai quel non morto fosse così tanto di buon umore. Quando però la ragazza gli lasciò intendere che non aveva intenzione di fargli un regalo, il professore si voltò verso di lei portandosi una mano sul petto, a bocca aperta e quasi dolente ma senza emettere un singolo suono: la sua espressione era già chiarissima e sembrava quasi domandarle "non me lo merito forse?". Nefertiti sapeva essere davvero spietata, un'allieva degna del suo maestro senza ombra di dubbio! Non tutti riescono a ferire Thresh in quel modo. Ma non riuscì a tenerle il broncio, la cattiveria con cui descriveva il natale sfoggiando tutto il suo disprezzo per qualcosa di tanto falso e inutile era encomiabile, quello si che era un sentimento forte e sincero capace di ripristinare il malevolo ghigno sul volto del professore.
    Pensavo che la cosa più vicina ad un grinch fosse Teemo ma a quanto pare mi sbagliavo...
    Thresh non era decisamente il tipo che di fronte ad una grinciosa tettona trova il modo per fargli assaporare lo spirito del natale, per lui era una cosa spontanea che va assaporata nel modo più personale possibile. Per lui come professore diventava importante pensare ai suoi studenti, ma per lei invece che dalla sua aveva un disprezzo tanto spontaneo e puro doveva senza ombra di dubbio far valere le sue idee. Quindi il professore volle spostare il discorso sul personale, portandosi le mani dietro la schiena e lanciandole un occhiata malefica e sibillina.
    A proposito di sporcizia sotto il tappeto... com'è andata con la tua nuova amica?
    Se fosse stato possibile, a quel punto sulla fronte del professore sarebbero spuntate fuori due corna acuminate e diaboliche. Per una che aveva predicato tanto un simile concetto, rimandare i problemi doveva essere un pochino incoerente, no? Thresh sapeva benissimo che Nefertiti aveva fatto esattamente questo: rimandare l'inevitabile proprio come si fa con i problemi durante il natale, e la cosa la riguardava direttamente quindi niente scuse.
     
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    Nefertiti guardò scettica l'albero mentre Thresh le diceva che c'era passione in quella festa, ma non osò ribattere poiché per fare un albero così gigantesco serviva davvero passione. Lei però continuava a non comprendere la gioia e l'entusiasmo natalizio. La faccia delusa di Thresh quando gli chiese se volesse seriamente un regalo lasciò Nefertiti ancora più perplessa perché sembrava davvero volerlo. Tutto l'essere di Nefertiti si ribellava all'idea: ovviamente gli era grata per tutto, ma non poteva di certo fargli un regalo insulso, come una cravatta che non avrebbe mai indossato, oppure un paio di pantofole dalla taglia più piccola, o un agghiacciante maglione natalizio che probabilmente avrebbe indossato ma gli sarebbe venuto troppo stretto. Se proprio doveva fargli un regalo non sarebbe stato qualcosa che avrebbe potuto procurarsi con i soldi.
    Oh andiamo non fare quella faccia, o ti regalo un panettone dietetico. scherzò. Quello sì che era un regalo crudele da fare nel periodo natalizio. Conoscendo poi Thresh che amava i sapori forti e i dolci di ogni genere doveva essere una tortura. Fortuna che non insitì su quel argomento, prendendola piuttosto in giro paragonandola al grinch. Una figura mitologica a cui si sentiva parecchio affine in effetti riguardo al natale. Stava per cantare vittoria, ma Thresh la incalzò con una domanda che la colpì come un pugno in pieno stomaco. Sorrise nervosamente, portandosi una mano sulla nuca.
    Stavo giusto per portarle da bere e del cibo, credo di averla tenuta isolata per abbastanza tempo. confessò, sperando vivamente che Thresh non capisse che aveva rimandato la faccenda con una scusa. Certo per Nefertiti era stato come prendere due piccioni con una fava, ma non sapeva se Thresh era dello stesso avviso.
    Non l'ho ancora interrogata, ho avuto la sensazione che non mi temesse abbastanza per dirmi ciò che voglio sapere. affermò per poi ricordarsi che non erano in una stanza solo fra loro due, e si guardò attorno per assicurarsi che nessuno potesse sentire la loro conversazione.
    Tu invece hai visto i ragazzi? Ti hanno detto niente a proposito di strani sogni? chiese guardando timidamente il professore, sperando vivamente che tutti loro pensavano di aver fatto un incubo. Non aveva avuto il coraggio di affrontare nemmeno loro, dicendo a Morgana in sms spiccioli che aveva da fare.
     
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    Per Thresh la situazione era chiara ma non poteva di certo mettersi lì a fare la lista degli errori fatti per torturare una persona, l'approccio di Nefertiti era grezzo ma era anche il suo, quindi non ci avrebbe messo bocca per il momento, col tempo avrebbe affinato la tecnica. Pertanto non disse nulla, si limitò a fissarla con un'aria quasi provocatoria che serviva a farle domandare se aveva agito giusto oppure no, non per rimproverarla ma per invitare a ponderare bene le sue scelte. Dato che il discorso stava per farsi delicato, il professore le fece un cenno con la mano per invitarla a seguirlo, per poi rimetterle entrambe dietro la schiena. La zona in cui si trovavano era molto affollata quindi se volevano chiacchierare in pace dovevano spostarsi. Tornò quindi verso l'edificio principale condividendo con Nefertiti quello che sapeva mantenendo un tono di voce calmo e tranquillo.
    I tuoi compagni non ricordano nulla, il motivo è semplice: il sogno era il tuo, mentre da loro venivano attinte delle memorie, un pò come se i fili dei loro sogni fossero collegati a te, ma la matassa più grande era la tua. Immagino che per me sia una questione diversa, forse perché la mia natura prevede un sonno molto particolare o magari è una semplice questione di esperienza, in ogni caso al di fuori di noi due nessuno ricorda niente... e la nostra infiltrata, ovviamente.
    Man mano che proseguiva il discorso si allontanavano dalla calca che non risolveva comunque il problema delle decorazioni e delle lucine natalizie, onnipresenti all'interno di tutti gli edifici. Anche se Nefertiti la disprezzava, quella festa era troppo potente e famosa per mettergli un freno, neanche con tutto il potere del mondo poteva frenarla davvero come un grinch.
    Ad ogni modo stai tranquilla, a loro non è successo niente... per ora. Quello che dovrebbe preoccuparci è il fatto che Claudia sia stata inviata da qualcuno interessato a te e al tuo potere. Al tuo posto avrei cercato informazioni il prima possibile per risolvere il problema, senza dare il tempo al nostro "avversario" di prepararsi alla prossima mossa, ma non è successo niente per ora... immagino che anche lui stia organizzandosi per il natale, quindi sei stata fortunata: la festa che odi ti ha fatto guadagnare tempo.
    Ridacchiò scherzandoci su e prendendola anche un pò in giro, ma la sua sentenza aveva anche un fondo di verità: non poteva rimandare troppo quell'interrogatorio, rischiava di perdere quel minimo di vantaggio acquisito dopo una così schiacciante vittoria nel mondo dei sogni. Una volta giunti in un'ala più isolata dell'accademia, quella dove erano conservate diverse macchine e strumenti di allenamento, Thresh si fermò voltandosi verso di lei con aria intrigata, muovendo lentamente il dito come a voler rimarcare una sentenza sentita da poco.
    Hai detto una cosa molto interessante prima... "ho avuto la sensazione che non mi temesse abbastanza per dirmi ciò che voglio sapere"... è un pensiero estremamente intelligente, quasi fin troppo freddo per una che non ha mai torturato qualcuno. Sapevo che avevi talento ma non immaginavo fino a questo punto. Sono curioso quindi... cosa hai fatto per farti temere?
    Una domanda semplice che richiedeva però una risposta articolata: Thresh voleva conoscere il piano di Nefertiti, e anche se magari non era rifinito nei minimi dettagli voleva spronarla ad elaborarli e condividerli con lui. A volte i pensieri marciscono chiusi in testa e bisogna farli maturare parlandone con qualcuno.
     
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    Nefertiti seguì Thresh affiancandolo, e guardando verso di lui interessatissima a ciò che le stava dicendo. Per fortuna ai ragazzi non era successo niente e non avrebbero ricordato nulla di ciò che era successo nel suo sogno. In effetti Nefertiti aveva temuto che Morgana potesse guardarla con timore, come aveva fatto nel sogno, perché magari ricordava qualcosa su di lei che l'avrebbe portata ad allontanarsi. Avevano fatto entrambe così tanta fatica a fare amicizia, che vedersi tutto sfumato per colpa di Claudia sarebbe stato troppo doloroso. La rincuorò tantissimo anche sapere che Artù non avrebbe ricordato il bacio che si erano scambiati, era troppo imbarazzante per lei spiegargli la ragione. Aveva la sensazione che qualsiasi cosa gli avrebbe detto, per Artù era ormai conquistata, impettendosi molto sul fatto che era uno sciupafemmine DOC e che aveva conquistato niente poco di meno che la gelida Nefertiti. Sarebbe morta di imbarazzo ne era sicura. L'unico che ricordava a quanto pare era Thresh e ricordandosi il ruolo che aveva avuto, la fece arrossire furiosamente ed abbassò lo sguardo fissando i piedi che avanzavano sulla strada.
    F-forse Claudia pensava che sei il mio tutore o qualcosa del genere. disse per sviare pensieri strani di Thresh riguardo ai sentimenti che provava per lui, e quindi non capisse mai che in realtà il ruolo che aveva assunto in sogno, era per via delle sue fantasie avute qualche giorno prima. Venne quindi tranquillizzata dal professore, anche sul fatto che i ragazzi erano al sicuro, o per lo meno al momento. In seguito però le fece presente che avrebbe dovuto fare subito le domande a Claudia per non dare il tempo al nemico di organizzarsi. Nefertiti riconobbe l'errore e si voltò subito verso Thresh a guardarlo allarmata che potesse aver fatto un guaio. Si sentì poi mortificata, Thresh le aveva lasciato tutto in mano e stava forse fallendo? Iniziò a preoccuparsi sul serio, ma Thresh le fece capire che infondo nemmeno il nemico si era ancora mosso, quindi era ancora in tempo per riuscire a mettersi in vantaggio. Nefertiti non si rendeva conto di quanto Thresh stesse diventando una figura di riferimento importante per lei. In passato non avrebbe guardato verso di lui alla ricerca di conferme o di risposte, pensando che doveva fare tutto da sola. Se aveva avuto quelle fantasie e quel sogno quindi non era poi successo a caso.
    Ecco, ho ripensato a quando Torben mi ha costretta a collaborare, ed ho ripensato a cosa mi ha fatto e come mi sono sentita in quel periodo. Ho chiuso Claudia in uno stanzino spoglio, senza vie di uscita, l'ho lasciata senza acqua e cibo.... fece una piccola pausa, sentendosi in colpa poiché appunto conosceva fin troppo bene quel tipo di sofferenza. Infondo lei che non poteva essere ferita visto che guariva miracolosamente, come metodo di tortura usavano appunto la privazione, di cibo, acqua e luce, le uniche cose che lei non poteva guarire.
    ... per giorni. disse iniziando a giocherellare nervosamente con le dita sui lembi della sua felpa. Non indossava la divisa scolastica, visto che non c'erano lezioni si era vestita in modo comodo. Un paio di fusou caldi e comodi, una felpa scura con una stampa di una rockband, una giacca di pelle, scarponi borchiati e unghie laccate di nero.
    Ho pensato che doveva rendersi conto che ho il totale controllo su di lei. Che dipende da me anche per acqua e cibo. La privazione è terribile, ci sono cose che ti abbasseresti a fare e che non penseresti mai di fare pur di avere un sorso di acqua. La privazione le farà sbollire moltissimo la rabbia e la voglia di ribellarsi. Lo so... è crudele, ma... si grattò la testa nervosamente, sospirando un pizzico frustrata e colpevole.
    ...funziona. affermò vergognandosi come una ladra presa in flagranza di reato.
     
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    Il professore rimase in silenzio, intento a fissarla, mentre Nefertiti condivideva con lui i suoi pensieri. Non fece facce strane, limitandosi ad assumere un'aria sinceramente curiosa, rimanendo immobile e lasciandole lo spazio di parlare mentre assimilava quei concetti che per lei erano maledettamente chiari. Avrebbe voluto farle dei sinceri complimenti ma si trattenne, non poteva di certo sbrodolarsi di fronte alle prodezze della sua allieva, senza contare che era ancora mossa dai sensi di colpa, cosa che le impediva di vedere il quadro completo.
    Oh, lo sento dal tuo tono di voce, queste sono cose che tu conosci bene quindi mi fido...
    Alzò il mento fingendosi pensieroso, lisciandosi il collo con la mano destra mentre iniziava lentamente a camminare verso di lei, deciso a non tenere troppo le distanze. Quando Nefertiti iniziava a rimuginare troppo il suo potere reagiva e Thresh ne era attratto come una falena di fronte al fuoco, per lui Nefertiti era un richiamo irresistibile, al suo posto di sicuro la ragazza avrebbe imparato ad apprezzare il suo autocontrollo sapendo quanto fosse affamato della sua unicità. Lei c'era abituata, come poteva rendersene conto?
    Efficace, ma un pò grezzo se vuoi sapere la mia... sicuramente riuscirai nell'intento di spezzarla, ma stai mantenendo delle distanze, ecco perché ti senti così simile a Torben. Non è questo ciò che facciamo. Le vittime non sono cavie, né strumenti... sono tempere preziose per la nostra tela. Non vanno sparsi, ma immortalati. Devi conoscerli, assaporarli, farli tuoi, non in senso letterale ma in quello figurato. In questo modo, invece di spremere le risposte dalla sua lingua come un gesto di sottomissione, le riceverai come se fossero un dono. Questa è la differenza tra te e Torben Nefertiti... lui era solo un vigliacco, tu invece sei una guerriera, non dimenticarlo mai.
    L'ultima cosa che Thresh voleva era che la sua allieva iniziasse a paragonarsi a delle figure di riferimento patetiche e decisamente poco entusiasmanti. Sfruttare la propria esperienza non era sbagliato, ma lasciarsi trascinare da esse non era sano nemmeno per una congrega di folli come le lanterne. Thresh voleva quindi insegnarle ad apprezzare il procedimento, non solo il risultato, rendendosi conto che fino a quel punto l'aveva lasciata a debita distanza da quel processo finendo per farle perdere personalità in tal senso. Forse doveva smettere di indorarle la pillola e fare in modo che Nefertiti conoscesse ogni aspetto della tortura.
    Beh, forse non puoi bruciare il natale insieme al mondo intero così da liberarti di questo flagello, tuttavia potresti dedicare questo orribile periodo a rovinare il natale ad una specifica persona che ha provato a rovinarti il sonno. Non sei d'accordo?
    Si chinò verso di lei con aria complice, facendo spazio alla sua allieva come a permetterle di fare strada. Se la situazione le sembrava enigmatica, Thresh avrebbe chiarito il concetto il più possibile.
    Ti farò compagnia, no anzi, chiamiamola una lezione privata molto speciale. In questo periodo non ne faccio a nessuno, ma consideralo il tuo regalo da parte mia... non si tratta di niente di materiale, giusto?
    Ammiccò un ghigno malefico e soddisfatto, probabilmente non era un regalo ciò che Nefertiti voleva, ma rinunciare alle feste per dedicarle tutto il suo tempo poteva essere un gesto apprezzabile visto il modo in cui stava diventando una figura di riferimento il professore per lei. Ecco perché le faceva strada: voleva andare con lei a sistemare una volta per tutte la questione Claudia.
     
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    Nefertiti non aveva la più pallida idea di quanto Thresh si sentisse attratto dalla sua energia. Non conosceva ancora il legame che c'era fra le energie oscure delle streghe e quelle delle lanterne. Sebbene si fosse sentite molto bene quando avevano giaciuto insieme, condividendo il potere, non sapeva che si era sentita in quel modo per un specifico motivo. Credendo piuttosto che fosse legato al risveglio delle sue abilità sopite. Il professore ascoltò le parole di Nefertiti e sembrò comprensivo con le sue scelte, come se Nefertiti avesse agito bene, ma che avesse sbagliato qualche piccolezza. Infatti le spiegò che il metodo era efficace ma che non lo stava assaporando come si doveva. Alla fine Nefertiti stava agendo come Torben e quella consapevolezza disgustò un poco Nefertiti. In effetti non aveva tutti i torti, se ne era tenuta distante, non si era fatta coinvolgere dalla sua vittima proprio perché non voleva affrontare il problema, agendo quindi in modo vigliacco come aveva fatto in passato anche Torben. Anche se a pensarci bene Torben probabilmente aveva agito in quel modo perché non gli interessava un fico secco dei suoi sentimenti e guardava solo i suoi obbiettivi. Tutte quelle chiacchiere sulle torture sembravano una faccenda complicata: da come ne parlava lui sembrava un esperienza da vivere con il cuore, come se il torturatore dovesse vivere a sua volta i sentimenti di quelle pratiche, come se in un certo senso fosse un rapporto intimo. Non capì se il discorso del ricevere le informazioni come se fossero un dono si riferisse alla vittima o se doveva essere il torturatore a viverlo come un dono. Anche quell'aspetto sembrava intricato. Prima che Nefertiti potesse fare delle domande specifiche, Thresh le chiese praticamente di andare insieme da Caludia, così da poterle regalare una lezione. Dopo un momento titubante, Nefertiti annuì decisa facendo strada verso i piani inferiori dell'istituto, andando verso le zone delle caldaie, e più precisamente verso delle piccole stanze che dovevano fungere da piccoli magazzini.
    Sono più o meno due giorni che non mangia e non beve. Ogni tanto scendevo a controllare che fosse viva, adesso però sicuramente è molto debilitata dalla sete.
    Le porte erano di metallo, robuste proprio per impedire furti anche a persone dotate di forza sovrumana o poteri particolari. La stanza era priva di finestre dato che erano solo un punto in cui posare oggetti. Nefertiti l'aveva scelta perché c'era stato un periodo in cui aveva cercato un nascondiglio sicuro. Alla fine si era rivelato utile per chiuderci dentro Claudia, ed essere sicura che nessuno sarebbe mai andato lì, e che nessuno avrebbe sentito le sue urla. Nefertiti si fermò davanti alla porta prendendo dalle tasche la chiave. Prima ovviamente Nefertiti si era fermata a prendere dell'acqua ed un panino al tonno. Stranamente c'era silenzio, e per un attimo Nefertiti temette che Claudia ci avesse lasciato le penne. Così in apprensione aprì la porta, permettendo sia a Thresh che a lei di passare e richiudersela alle spalle.
     
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    Thresh seguì curioso la sua dubbiosa allieva, non era ancora addestrata nell'uso del labirinto per le torture quindi era normale che si affidasse ad altri espedienti per nascondere le sue vittime, non poteva fare a meno di domandarsi quale modus operandi avrebbe scelto l'inesperta Nefertiti. Essendo così dubbiosa, appariva del tutto imprevedibile allo sguardo del colossale non morto, ma non la giudicò nemmeno per un istante, muovendosi verso la zona caldaie con l'aria di chi entrava per la prima volta in un insolito parco giochi.
    Stare senza acqua ti toglie lucidità, stare senza cibo provoca dolori lancinanti, scegli bene quale delle due cose togliere alla tua vittima in funzione del risultato che vuoi ottenere.
    La prima lezione fu in risposta del sunto della ragazza, lasciandole intendere che la fame era una tortura più lenta e dolorosa, mentre la sete poteva risultare una condanna più intensa e rapida, capire come equilibrare le due cose era un buon punto di partenza e il fatto che quello fosse il primo pensiero di Nefertiti si rivelò senz'altro un bene. Apprezzò lo spirito di osservazione di Nefertiti: quel luogo era molto poco frequentato, si era procurata le chiavi e aveva scelto una zona a prova di combattente, perfetta per custodire un ostaggio che rappresentava a tutti gli effetti un'incognita. Thresh aveva nel petto l'orgoglio di un padre che vede la sua bambina crescere e raggiungere obbiettivi e lo sentiva esplodere, la voglia di complimentarsi con lei era tantissima ma cercò di non lasciarsi andare per mantenere un'aria il più professionale possibile. Da lì a scoprire le meraviglia degli strumenti di tortura il basso sarebbe stato molto breve.
    Hai pensato proprio a tutto, ma in futuro assicurati di dissimulare qualche falla nel piano... gli ostaggi adorano avere una possibilità ed è bellissimo strappargliela via.
    Commentò ridacchiando malignamente mentre varcava la soglia del nascondiglio, lasciando che Nefertiti lo richiudesse alle proprie spalle. Si ritrovò davanti Claudia ammanettata ad un paio di caldi tubi, l'alta temperatura delle caldaie non aveva di certo aiutato a gestire la fame e la sete. Gli occhiali le scivolavano sul naso per via del sudore e i capelli increspati dall'umidità le davano un'aria anche peggiore di quanto non fosse. Aveva le labbra in parte screpolate, gli occhi scavati perché i morsi della fame non la facevano dormire, e appena sentì l'odore del panino al tonno il suo stomaco iniziò subito a gorgogliare. Anche se priva di forze, sgranò gli occhi e puntò i piedi a terra, spingendosi in avanti nel disperato tentativo di attirare l'attenzione.
    Sono al limite! Ti prego dammi da mangiare! Ho sete, non sono addestrata a resistere a simili torture, sono una studente proprio come te! Abbi pietà!
    Solo in un secondo momento si rese conto che di fianco a Nefertiti c'era un sorridente e malefico Thresh che la osservava con un certo orgoglio nei confronti di Nefertiti. Non era un osso duro e come prima vittima era sicuramente perfetta, quindi decise subito di fare la sua parte. Approfittando del suono dei denti di Claudia che battevano per la paura, Thresh si voltò verso Nefertiti porgendole la mano, invitandola a consegnargli il panino. Fatto ciò, il professore si avvicinò a Claudia, scartando quel pasto che per quanto umile agli occhi di un'affamata doveva sembrare senza ombra di dubbio delizioso, passandoselo sotto il naso per spargere l'intensa fragranza del tonno.
    Ammetto di provare un pò di pietà per te, Claudia... io sono uno zombie, conosco molto bene cosa significa avere FAME. E' una sensazione terrificante, perdi te stesso, ti abbandoni ad una natura che non ti appartiene... e la parte peggiore arriva quando la fame viene saziata: torni improvvisamente in te, sei lucido, e capisci cosa sei arrivato a fare, a dire... a pensare... pur di placare la fame.
    Empatizzare con la vittima era un'altra crudele tattica per coinvolgersi con essa, Thresh voleva assicurarsi di muoversi nella maniera giusta per permettere a Nefertiti di assimilare ogni informazione, ogni tecnica e ogni sfumatura che il suo maestro aveva da offrirle. Ecco cosa intendeva con gustare la tortura: diventarne parte, non semplicemente il fautore. Il professore passò ancora sotto lo sguardo di Claudia quel delizioso panino al tonno, assaporandone gli odori e la fattura, la testa e gli occhi della ragazza lo seguivano come se fosse ipnotizzata e quando il professore lo addentò, lei stessa mosse le labbra come a voler strappare anche solo la sensazione di poter addentare qualcosa, per avere un minimo di sollievo. Thresh era un tipo molto posato, quindi il fatto che stesse parlando a bocca piena era fatto assolutamente di proposito.
    Cosa hai intenzione di darle Nefertiti? Solo l'acqua o anche il panino? Per averle entrambe immagino che debba guadagnarsele, giusto?
    Un grosso rospo arido scivolò giù per la gola di Claudia, che prevedeva di già una pessima e lunga giornata.
     
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    Se Nefertiti avesse saputo di poter sfruttare il labirinto come rifugio o come prigione per le sue vittime, avrebbe sicuramente iniziato a sfruttarlo al massimo. La giovane strega però aveva acquisito da pochissimo poteri magici, ed anche da pochissimo tempo era etrata in contatto con il mondo degli adepti delle lanterne. Aveva un sacco di cose da capire ed un sacco di cose da imparare. Per sua grande fortuna era talentuosa e imparava in fretta, anche grazie al suo passato che la costringeva ad imparare in fretta per poter sopravvivere. Thresh non perse occasione per insegnarle una cosa a cui non aveva pensato: usare la privazione in modo più specifico. Fino ad allora Nefertiti aveva solo pensato in generale a procurare sofferenza e stordimento mentale, non ci aveva pensato che privare una cosa sola dava un risultato più mirato. Infatti il professore avrebbe potuto vedere negli occhi di Nefertiti una genuina curiosità verso l'argomento. Forse non era ancora una torturatrice provetta, aveva ancora molti sensi di colpa e faceva ancora fatica a fare del male fisicamente da lucida. Però la teoria la affascinava, oltre a farle provare un sano timore. Vide nello sguardo di Thresh quello tipico e fiero di un padre che vedeva il proprio figlio fare bene qualcosa. Riuscì ad intuire che era contento di come aveva gestito le cose, ed in effetti Nefertiti attese impaziente un complimento che però non arrivò. Aggiunse piuttosto un'altra nozione importante per chi volesse torturare qualcuno. Ciò che disse le sembrò incredibilmente crudele, ma poi sbiancò nel ricordarsi che quella tattica l'avevano usata anche contro di lei. Infatti i suoi occhi si spalancarono come se avesse capito solo in quel momento qualcosa che non aveva mai saputo spiegarsi. Infatti guardò verso il basso imprcando a bassissima voce, con un "Cazzo, ecco perché". Negli anni si era sempre chiesta come fosse stato possibile che i suoi piani fossero falliti in quel modo misero, facendola sentire impotente, ma a quanto pare aveva solo avuto l'illusione di avere una possibilità. Le sue stesse speranze erano state usate contro di lei. Non lo aveva mai capito perché Nefertiti infondo conservava ancora inegnuità data dalla sua inesperienza. Quando furono dentro la stanza, e Nefertiti accese la luce, vide le condizioni pessime in cui stava Claudia. Si chiese se anche lei quella volta aveva il medesimo aspetto provato, e di nuovo il senso di colpa bussava al suo cuore, facendole venire voglia di liberarla. Prima di farsi influenzare da quella sensazione, la uccideva ripetendosi continuamente che quella ragazza in realtà era un pericolo per i suoi amici, perfino per il professore. Si aggrappava al desiderio immenso di proteggere ciò che a fatica si era conquistata in quella scuola. Non avrebbe permesso a nessuno al mondo di fare loro del male. Li avrebbe protetti a qualsiasi costo, anche a diventare una terrificante carnefice, pur di vederli sorridere e guardarla con affetto. Non si rendeva conto che quel desiderio si avvicinava perciolosamente ad una sorta di ossessione, ma infondo Nefertiti era tornata a vivere davvero da pochissimo e voleva continuare a farlo. Claudia supplicò per avere del cibo e dell'acqua. Nefertiti stava per farlo, aveva già impugnato la bottiglia d'acqua per aprirla, ma si fermò quando si rese conto che Claudia stava fissando con orrore Thresh vicino a lei. Nefertiti aggrottò la fronte prima perplessa, poi spazientita. Quella ragazza continuava a non vederla come una minaccia: perché non tremava al suo cospetto come stava facendo davanti a lui? Che diamine le aveva fatto? Oppure cosa diamine sapeva sul conto di Thresh per farla tremare a quel modo? Si sentì indispettita e passò con piacere il panino al professore. Osservò ogni gesto che faceva lui, sia per capire cosa ci fosse di così terrificante in lui da far tremre Claudia, sia per carpire grandi lezioni dal suo comportamento. Notò che tentava i sensi di Claudia con l'odore del panino, passandosi dispettosamente quel panino sotto al naso, sembrava un bambino crudele che giocava con un animaletto indifeso. Anche se rimaneva in silenzio, Nefertiti studiò attentamente tutto quanto. Si coprì con una mano la bocca per nascondere un sorriso divertito quando lui addentò il panino, trasmettendo quindi nel cervello di Claudia la sensazione che si provava nel mangiare. Le stava facendo ricordare cosa si provava, tentandola ancora senza però saziarla mai. Solo in un secondo momento si rese conto che stava sorridendo a quel dispetto. Non avrebbe dovuto in teoria, ma non poteva farci niente, aveva capito il tiro mancino che le stava tirando Thresh e trovò buffissima la reazione di Claudia che ripeteva i stessi gesti di Thresh come ipnotizzata. Nefertiti si fece avanti solo dopo che il professore la tirò in causa.
    Ovvio, tutto ha un prezzo. affermò avvicinandosi a Claudia mentre svitava il tappo della bottiglia, così da far senitre l'odore dell'acqua a Claudia. Solo chi aveva davvero sete, riusciva a sentire il suo odore. Normalmente non si ci fa mai caso, ma anche l'acqua ha il suo odore. Quando uno ha sete, gli sembra di avere il naso secco e tappato, ma alla presenza dell'acqua, è come se il naso acquisisse nuovi sentori, il naso sembra rifiorire. Nefertiti lo ricordava bene lo sconvolgimento nello scoprire che l'acqua fosse così preziosa, che fosse così squisita e profumata quando si ha sete.
    Io adesso ti farò delle domande, se mi rispondi bene ti farò bere e mangiare. affermò mentre riempiva il tappo di plastica con quella pochissima acqua che poteva contenere, solo per il gusto di vedere gli occhi di Caludia fissare il liquido trasparente. Una volta pieno, Nefertiti fece un gesto brusco per gettarle l'acqua contro il viso, in modo che sentisse sulla propria pelle l'acqua e sentisse più forte il suo odore, avrebbe sicuramente tirato fuori la lingua per poter leccare quelle pochissime gocce che non avrebbero fatto altro che accuire la sete.
    Chi ti ha parlato di me? fu la primissima domanda. Ovviamente Nefertiti avrebbe ricompensato le risposte unicamente se soddisfavanno le sue curiosità, e non avrebbe saziato subito ciò di cui aveva bisogno.
     
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    Il professore non aveva detto nulla a proposito del fatto che nonostante quella tortura, Claudia temesse più lui che non la ragazza che lo aveva rapito. Era ovvio che Nefertiti doveva arrivare da sola a qualcosa di così semplice e pertanto il non morto non le avrebbe dato alcun suggerimento. Si trattava di fama, ovviamente, l'essere temuti e rispettati in egual modo. Nefertiti era arrabbiata, ma lui era un vero e proprio mostro agli occhi di chi aveva sentito parlare della faccia sotto la maschera di buon professore, e probabilmente Claudia avendo interagito con i Nobili la sapeva lunga sul "Thresh" dietro quel Faust Carnovash. Nefertiti poteva imparare molto da ciò e, ovviamente, lasciarsi trascinare dalla rabbia per la voglia di essere temuta tanto quanto lui. Lasciò quindi lo spazio alla sua allieva, rialzandosi mentre pregustava il prossimo morso a quel panino, privando Claudia di una possibile ricompensa. Ci avrebbe pensato Nefertiti a gestire le regole, pertanto la prigioniera non poteva fare altro che tirare nervosamente le manette, impaziente di poter almeno assaporare l'acqua. Non potevano mica lasciarla morire di sete, no? Nonostante ciò, Nefertiti la vide fremere di fronte alla bottiglia d'acqua aperta, se avesse potuto avrebbe boccheggiato pur di riceverne almeno una goccia ma le sue labbra erano così aride che si sigillavano in maniera maledettamente semplice. Il trucco del tappo fu il giusto modo per regolare il contentino per la sua vittima, Thresh osservò lo scenario con molta attenzione mentre Claudia prevedibilmente spalancava la bocca per raccogliere ogni goccia che non le finisse in volto, avendo le mani libere probabilmente si sarebbe leccata anche i suoi stessi occhiali pur di avere quanto più sollievo possibile. Dopo quell'ingrata bevuta, la ragazza alzò lo sguardo verso Nefertiti, restia a risponderle ma chiaramente incapace di sopportare quella tortura.
    Lo sai che se ti rispondo mi succederanno cose ben peggiori di questa, vero? Ma è ovvio che hai indispettito un sacco di gente quindi penso ci arriveresti anche se non te lo dicessi io!
    Non era falso: Nefertiti aveva invaso il territorio di Fortinbras, aveva umiliato e terrorizzato Scorn, forse lei non si rendeva nemmeno conto di quanto i nobili prendessero molto sul serio la presenza di un umana capace di muoversi da labirinto a casa senza troppe conseguenze. Di solito la configurazione del lamento è una strada a senso unico, mentre lei invece si comportava come se stesse dentro una specie di videogioco, le possibilità erano svariate sulla natura della presenza di Claudia.
    Valente ha detto che il suo padrone era interessato a te, visto il mio potere e il fatto che sono una studentessa sarebbe stato facile per me avvicinarti, quindi mi hanno scelta... il resto lo sai. Ora dammi da bere ti prego!
    In caso Nefertiti avesse cercato una conferma nello sguardo di Thresh, il professore avrebbe socchiuso gli occhi annuendo sensibilmente col capo. Una risposta è una risposta, non importa quanto completa o soddisfacente. All'interno di una tortura, per chi ha la vita appesa ad un filo, ogni singola sillaba vale. Ogni singolo evento.
     
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    Era evidente che Claudia conoscesse in qualche modo Thresh e cosa faceva di solito, altrimenti non avrebbe tremato in quel modo al suo cospetto. Certo Nefertiti era a scuola da poco tempo, ma non le era mai sembrato di vedere Claudia gironzolargli attorno, o che avesse a che fare con lui. A pensarci bene in effetti Thresh risultava inquietantissimo, ed il suo carisma non faceva che aumentare il grado di paura che si poteva provare nei suoi confronti. Eppure Nefertiti aveva la sensazione che le persone come Claudia in realtà non riuscissero a vedere oltre quel velo di terrore che li attanagliava alla gola, in un certo senso si sentiva un pizzico speciale nei suoi confronti poiché lei aveva visto anche il lato "buono" di Thresh, aveva visto il professore, una guida, il suo salvatore. Non si rendeva conto che l'affetto che provava per lui non le faceva vedere il vero pericolo che poteva diventare. Non era poi così strano che nelle sue fantasie e nella trappola onirica di Claudia lo vedesse come un padre. La reazione di Claudia non piacque per niente a Nefertiti era evidente che non la temeva affatto, probabilmente la vedeva come una ragazzina viziata. Quel fatto la indispettì e reagì di istinto, afferrandole la faccia con una mano stringendo le dita con forza per costringerla a guardarla negli occhi e mostrarle uno sguardo carico di rabbia.
    Tu non hai idea di cosa posso farti io! Ragiona idiota! Sei mia prigioniera, ed ho il professore come mio alleato. Quelli che ti farebbero cose indicibili sono interessati a me... non hai ancora uniti i puntini? la minacciò prima che lei rivelasse il nome di Valente, confermando ancora una volta che il suo padrone, ovvero Fortinbras era interessato a lei. Non riusciva ancora a capire o intuire il motivo. Le sembrava strano che un nobile potesse avercela con lei per via di una cena sabotata. C'era sicuramente altro sotto e doveva scoprirlo. Esitò un pochino prima di decidere se ricompensare la sua risposta, si voltò verso Thresh che le annuì, facendole capire che era meglio rispettare i patti se voleva continuare ad interrogarla. Infondo doveva farle capire che la parola data aveva un certo valore in quel contesto. Così riempì di nuovo il tappo della bottiglia e gliela avvicinò alle labbra per farle bere quella pochissima acqua che non avrebbe saziato per niente la sete. Anzi visto che stava ingerendo qualcosa dopo giorni, il suo apparato disgestivo si sarebbe riattivato facendole sentire sicuramente di nuovo i morsi della fame nello stomaco.
    Quando ti sei presentata, avevi detto che ti hanno promesso qualcosa, dicendo che non volevi più stare in questo guscio umano. Che significa? Cosa ti hanno promesso esattamente? le chiese riempiendo di nuovo il tappo della bottiglia, così da farle intuire che era pronta a ripagare un'altra risposta.
     
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    Claudia reagiva con paura e rabbia alle minacce di Nefertiti, serrava i denti e si faceva indietro ma nei suoi occhi non c'era lo stesso reverenziale timore che provava davanti al professore. La differenza era sostanziale: Nefertiti era come un pirata della strada, pericolosissimo ma poco più che una minaccia e solo motivo di tedio. Thresh invece era un predatore spietato, con la quale non ci si poteva ragionare ed era inutile gridare, per un combattente era la differenza tra un guerriero e un dio, e anche se non rifletteva la verità doveva essere sufficiente a smuovere quantomeno l'orgoglio di Nefertiti. Come lei, anche il professore ponderava sul da farsi a proposito di Fortinbras, era davvero un comportamento inusuale da parte di un Nobile anziano come lui, possibile che avesse visto in Nefertiti lo stesso potenziale che aveva osservato Thresh? La risposta di Claudia non tardò ad arrivare specialmente dopo l'assaggio più corposo di acqua che le accese una fame senza appelli. Si leccò le labbra per non perdere nemmeno una goccia e dopo aver ripreso fiato guardò con occhi seri Nefertiti.
    Ha detto che poteva rendermi come lui... diversa. Avrei abbandonato questa dimensione per restare nel labirinto come un...
    Come un nobile? Ehehehehe...
    La risposta seguita dall'inquietante risata del professore la zittì. Thresh continuò a ridacchiare sempre più forte mentre scuoteva la testa a metà tra il divertito ed il deluso. La povera Claudia non era decisamente il cattivo della storia, quella ragazzina era stata ingannata dal Labirinto poiché priva di una guida. Thresh riuscì a capire molto di lei con quelle poche parole, molto probabilmente era entrata in contatto con la configurazione del lamento senza appartenere al loro culto, e priva di un'interazione con la dea Apocrypha aveva scambiato i Nobili per divinità onnipotenti. La risata crudele del professore gelò il sangue della prigioniera e il suo sguardo si fece mortificato, probabilmente perché si stava rendendo conto di quanto ingenuo fosse stato quell'accordo.
    I nobili non sono quello che credi Claudia... non sono diversi da dei prigionieri del Labirinto. Non a caso, "nobile" è nome che loro hanno scelto per loro stessi, non è di certo un termine tecnico. Sono potenti, certo... ma le loro capacità sono molto più limitate di quanto puoi immaginare, soprattutto se parliamo della nostra dimensione. Perché credi che la porta di entrata sia un complesso meccanismo come la configurazione del lamento? Non è una scelta di marketing.
    Il capo della ragazza si abbassò, chiaramente sconfitta, ma il professore si assicurò di afferrarla con la mano destra mentre la sinistra stringeva ancora il panino. La costrinse a guardarlo mentre gli sferrava un altro succoso morso, e per accentuare l'intensità della tortura parlò col boccone pieno senza nascondere qualche mugugno di gusto, compiaciuto.
    Fortinbras si sarebbe preso il tuo potere e quello di Nefertiti, e vi avrebbe trasformato in anime del Labirinto, come tutti. Non è così che ci si impone sui Nobili. Nefertiti lo sa bene, lei ha fatto scappare un Nobile mentre frignava disperato. Tu in confronto a lei sei un verme... o Fortinbras ti ha sopravvalutato, oppure ti ha mandato verso un fallimento certo... come puoi vedere, i Nobili non perdono mai quando sono loro a tirare i fili.
    A quel punto, Faust si sarebbe voltato verso Nefertiti, come a volerle chiedere il permesso di dare un morso di quel panino alla loro vittima, continuando a masticare quel succoso boccone. Se Nefertiti lo avesse assecondato, il professore le avrebbe lasciato il panino morsicato in mano, per poi fare la sua parte: fino a quel momento non aveva ingoiato, si era limitato a masticare il boccone di gusto, e adesso lo stava afferrando tra le dita, tenuto assieme dalla sua densa e mostruosa saliva. Lo sguardo di Claudia non era di certo entusiasta, ma quando il professore glielo schiacciò tra le labbra le fu impossibile rifiutare: la fame era troppa e si ritrovò le dita del non morto in gola. Nonostante il disgusto e il disprezzo verso quel gesto, la povera Claudia accoglieva di buon grado le dita del professore in bocca, sbavando e succhiando quelle mani in maniera quasi perversa nel disperato bisogno di mangiare e provare un minimo di consolazione. Solo quando le nocche furono sulle sue labbra e le dita praticamente in gola, il professore la lasciò stare permettendole di gustarsi quell'ingrato pasto, lasciandola delusa e col capo chino alle cure di Nefertiti.
     
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    Cosa avrebbero potuto mai promettere a Claudia da spingerla ad agire contro una sua compagna di scuola? Pur sapendo che era così cara a Thresh, di cui aveva una paura fottuta? Le avevano praticamente promesso una cosa impossibile, e lo si capì da come Thresh rideva a quella affermazione. Nefertiti invece sospirò spazientita portandosi pollice ed indice a stringere lo spazio fra gli occhi. Nefertiti si era fidata una sola volta di uno di loro, e ne aveva pagato a carissimo prezzo il "favore" che le aveva fatto Scorn. Figurarsi come le avrebbero fatto pagare una "ricompensa" del genere a Claudia. Fu piuttosto Thresh a darle una informazione più esauriente, spiegando che l'epiteto "nobili" non significava nulla, che se lo erano dati da soli. Certo erano potenti quindi non si dovevano sottovalutare, ma sicuramente non avevano il potere di rendere Claudia una di loro. Sollevò un sopracciglio perplessa quando le spiegò anche che la configurazione del lamento fosse molto complesso, eppure Nefertiti lo aveva usato con una facilità disarmante. Forse lei aveva capito come usarlo in modo naturale? Ciò avrebbe spiegato perché Thresh lo aveva lasciato incustodito nel suo ufficio, perché era convinto che non avrebbero potuto usarlo con facilità. Cosa che invece Nefertiti aveva fatto come se lo facesse da tutta una vita. Anche lei intuì che Claudia infondo era una vittima di tutta quella storia, ma ciò non le avrebbe garantito il perdono, voleva ancora fargliela pagare. Se doveva diventare tempesta, non doveva dare segni di debolezza. Claudia non la temeva affatto e ciò significava che l'avrebbe tradita ancora, e avrebbe provato ancora ad attaccarla se la ricompensavano in modo giusto. Thresh si voltò verso di lei, per chiederle il permesso di ricompensarla con un morso del panino. Nefertiti sospirò e annuì, infondo aveva dato una informazione preziosa. Non si aspettò però il come le avrebbe dato il boccone di cibo. Nefertiti arricciò il naso un pochino schifata nel vedere la pastura già masticata finire in bocca a Claudia, a dirla tutta dovette concentrarsi per non farsi venire un conato. Claudia però mangiò quel intruglio impastato di saliva come se ne dipendesse della sua vita. Infine come al solito Thresh diede prova della sua perversione perché le ficcò in bocca le dita, facendo sembrare quella scena più oscena di quanto non fosse in realtà. Aveva voglia di tirargli un orecchio e rimproverarlo sul fatto che non riusciva proprio a non essere un pervertito. Era più forte di lei, non poteva farci nulla, anche se Thresh risultava un uomo molto affascinante, Nefertiti andava oltre la bellezza. Cercò di resistere all'impulso di rimproverarlo, ma lo guardò severa facendogli capire con lo sguardo che aveva trovato lascivo quel gesto.
    Ti sei fatta abbindolare dal loro aspetto terrificante, sul serio volevi vivere in quel mondo assurdo? Bah... lascia perdere. la afferrò per i capelli per costringerla a sollevare la testa verso di lei e guardarla negli occhi. Passando sotto al suo naso il tappo di acqua. Sicuramente dopo il primo boccone salato, avrebbe sofferto ancora di più la sete.
    Come hai fatto ad incontrare Valente? Dove lo hai conosciuto? le chiese scandendo ben bene ogni parola.
     
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