[Role a tema natalizio] Il grinch con le tette

x Doom

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    L'orgasmo di Nefertiti si rivelò sconvolgente, non solo ti faceva godere come un pazzo, ma anche lei si abbandonava completamente al piacere. Artù non aveva mai visto nessuno godere così tanto. Il suo modo di fare era sensuale, irresistibile e fece battere il cuore di Artù ancora più forte mentre la ammirava e veniva attraversato da quei pensieri. Ansimava ancora mortificato, ma rimase sorpreso quando Nefertiti iniziò a ridacchiare davanti a lui come se avesse detto un'assurdità. A volte dimenticava che Nefertiti non era una ragazza come tutte le altre quindi ciò che per gli altri era normale per lei doveva significare una cosa completamente diversa. E un pò lo rincuorava. Si lasciò coccolare dalle sue dita, socchiudendo gli occhi mentre veniva guidato in un bacio che accolse come se fosse una sorta di salvatrice, sciogliendosi di nuovo nella sua bocca e con la sua lingua nella speranza di sentire ancora quel sapore e quel potere. Nefertiti non era affatto come lui: aveva un'energia immensa, un corpo invincibile, questo non gli provocava di certo senso di inferiorità o di inadeguatezza ma solo ed esclusivamente ammirazione ed attrazione. Arreso a quel bacio, si lasciò cullare dalle parole di Nefertiti, e sentendo di nuovo quella pelle morbida e perfetta sotto le fasce del suo potere crollò come ipnotizzato sul letto, lasciandole ribaltare la posizione. Lei sembrava intenzionata a continuare e lui si vergognava non poco del fatto che le sue batterie sembravano esaurite, ma proprio mentre stava per giustificarsi Nefertiti gli fece un grosso regalo: il suo potere fluì sulle fasce e sui fili di Artù, come a volerlo letteralmente ricaricare neanche fosse una batteria. Le labbra poco schiuse del giovane atleta si spalancarono del tutto nel sentire quell'energia fluire dentro di lui, si rivelò bellissimo ed incredibilmente eccitante: Nefertiti sentì di nuovo le fasce sul suo corpo stringere con forza, le punte penetrarono la sua pelle e il calore di Artù tornò a fluire dentro di lei mentre i nodi più grossi tremavano contro il suo buchino, i suoi seni e il suo clitoride. Non ci volle molto prima che Nefertiti sentisse anche la verga del ragazzo risollevarsi di colpo contro il suo ventre, come una vera e propria molla, anche più turgido di prima se possibile! Quindi i poteri rigeneranti di Nefertiti permettevano anche qualcosa del genere? Impressionante... Artù ritrovò subito l'entusiasmo, spalancando un sorriso eccitato e carico di voglia di fare come non mai prima d'ora, si sentiva come al top della forma, pronto ad una nuova partita decisiva e non poteva chiedere di meglio. Ora che non aveva più spazio per mortificarsi, si soffermò qualche istante ad osservare il corpo di Nefertiti che lo sovrastava: non sarebbero servite parole visto che il suo membro pulsava sul pube della sua amante con grande entusiasmo, ma non riuscì a trattenere quel commento spassionato.
    Cazzo quanto sei bella... ti prego facciamo sesso tutta la notte...
    Conoscendolo, se si era concesso una volgarità era perché davvero la mente di Artù stava vagando solo su di lei e nessun altro, e non vedeva l'ora di rincominciare. Iniziò a muovere il bacino verso di lei, sfregando quella grossa mazza coperta di umori e seme, calda come non mai mentre scivolava tra le grandi labbra e l'entrata della sua intimità. Non erano movimenti brevi o affaticati, anzi voleva mostrarle quanto fosse in forma dopo la sua scarica di energia da lei concessa mettendo in tensione tutti i muscoli del suo ventre e del suo corpo allenato, spingendo quanto più in alto possibile fino a farle sentire ancora i suoi turgidi testicoli caldi contro l'intimità di Nefertiti. Dopo la scarica di energia di Nefertiti, il corpo di Artù era tornato a mutare, solcandosi come se potesse aprirsi e liberare al massimo le sue fasce nere, questo rendeva più evidente la sua muscolatura e non passò inosservato nemmeno al ragazzo.
    Credo di poterti far godere ancora di più... dammene ancora un pò Nefertiti... la tua energia mi risveglia! Voglio farti gridare di piacere ancora più di prima!
    L'entusiasmo della ragazza lo aveva contagiato e se entrambi lo volevano non c'era di certo nulla di male...
     
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    Una volta che Nefertiti fu sopra Artù, si soffermò un attimo a guardarlo, pensando al fatto che prima di quel maledetto sogno non aveva pensato a lui in quelle vesti. Lui, Morgana e Lancilotto erano state le primissime persone in quella scuola ad essere stati gentili e comprensivi con lei. Erano stati gli unici a non avvicinarla per avere qualcosa in cambio. Che fosse il suo sangue, il suo potere o chissà che altro. Aveva visto in loro una possibilità di una vita normale. Durante la loro piccola avventura nel labirinto, si era ricordata perfettamente di come Artù e gli altri si erano subito messi davanti a lei per difenderla dai nobili. Quel gesto era bastato per conquistare il suo cuore, e quindi Nefertiti aveva iniziato a vederli come persone speciali, qualcuno da poter tenere custoditi nel suo cuore. Però non si era mai sentita in diritto di poterli chiamare "amici" ad alta voce, infondo si conoscevano da poco tempo, e non poteva sapere se i sentimenti erano ricambiati allo stesso modo. Claudia aveva fatto vivere a lei la quotidianità che non aveva avuto con loro, ed era proprio grazie a quel sogno che aveva scoperto quanto Artù fosse dolce con lei, quanto sarebbe stato sincero verso di lei. Adesso che poteva vivere realmente il suo rapporto con Artù, si rese conto che non aveva sbagliato a provare ad avvicinarsi a lui in quel modo. Artù le stava dando ciò che voleva avere da sempre, un sano rapporto con un ragazzo che le piaceva. Vederlo quindi sorridere felice, mentre recuperava le energie necessarie per continuare la loro serata, entusiasmò Nefertiti. Ridacchiò quando Artù si concesse una piccola volgarità nel fargli un complimento.
    Oh? Che onore, ti è scappata una parolaccia. affermò scherzando, avvicinandosi di nuovo a lui per tornare a baciarlo. Nefertiti si sentiva felice perché era così che aveva sempre voluto sentirsi prima di fare sesso: eccitata, allegra. Inspirò aria avidamente nel sentirlo di nuovo muoversi contro la sua carne, ed accolse quel gesto assecondandolo, posizionandosi ben bene sulla sua erezione così da stimolarsi a vicenda con quell'osceno sfregamento che serviva anche a lubrificarlo grazie agli umori, ed il seme che ancora era dentro di lei. La clitoride pulsava di nuovo anche grazie al piccolo nodo che era tornata a stimolarla. Si sentì già bollente e pronta, ma prima di potersi deliziare di nuovo con la carne di Artù dentro di lei, avvertì il corpo del ragazzo mutare, rafforzarsi; lei divenne curiosa e lo osservò, notando la bellezza di quel corpo giovane ed allenato tendersi come se volesse mettersi in mostra nella migliore delle sue forme. Artù fu entusiasta al punto che iniziò a prendere quasi come una gara il fatto di volerla far godere di più. Ecco che rivedeva il suo animo di capitano, e stranamente ciò invece di infastidirla la divertì: sembrava avere un piano, e qualcosa le diceva che sarebbe stato anche creativo. Decise di assecondarlo, così posò le mani contro il petto di Artù, saggiando la muscolatura tonica, curiosando con le dita sui capezzoli. Concentrò energia magica nel proprio corpo, e la trasmise al ragazzo tramite le spine lungo il suo corpo, e tramite il suo tocco. Forse non sarebbe riuscito a vederlo in tempo, ma la lingua di Nefertiti si rivestì di una sostanza oscura, che sembrava cristallo nero, ma nel momento in cui incrociò la bocca con quella del ragazzo, lui avrebbe sentiro il tocco della sua lingua caldo e morbido, ma intriso di energia oscura. Mentre lo baciava e lo rifocillava di altra energia, tornò a muoversi con il bacino, sfregandosi contro di lui sempre più impaziente di avere altro piacere. Era curiosa di scoprire cosa avesse in mente. Non si rese conto che "giocare" con i loro poteri nei momenti di intimità la stava aiutando tantissimo a prendere confidenza con la sfera sessuale senza timori.
     
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    Stava nascendo una certa complicità tra di loro: stavano imparando a conoscersi non solo con le uscite e la scuola ma anche con i piccoli gesti, e con i sorrisi ironici. Forse davanti al professore non si sarebbe mai permesso di dire parolacce ma con lei invece si, anche in quelle piccole sciocchezze le cose potevano diventare speciali, ecco cosa iniziava a rappresentare Nefertiti per Artù. Ogni bacio, ogni carezza, ogni stimolo intimo che si concedevano rafforzava quel legame che si stava creando e non si sentì in imbarazzo nel farsi toccare da lei sui capezzoli, neanche quando sentì l'energia di Nefertiti fluire attraverso di lui per mezzo di essi. Era una sensazione strana, del tutto nuova e mai provata, tanto da portarlo ad inarcare la schiena e muovere il bacino più forte. Se la ragazza non lo avesse baciato probabilmente Artù si sarebbe fatto sfuggire qualche mugugno più spontaneo ed infantile, ma una volta perso tra le labbra intrise di potere oscuro di Nefertiti fu impossibile pensare a qualsiasi altra cosa. E man mano che si nutriva di quell'energia, il suo corpo reagiva: la pelle si fece sempre più scura fino a trasformarsi in grosse fasce nere che coprivano il suo corpo per la maggior parte della sua superficie, lasciando scoperto un lato del volto, il destro, e una parte dei suoi capelli mentre il resto veniva fasciato. Anche sul corpo: il grosso del tronco e delle spalle finirono fasciati mentre il petto e gli addominali rimasero scoperti, quasi stretti da quell'abbraccio nero e colmo di potere, messi in evidenza grazie al suo fisico allenato. Il resto del corpo venne avvolto del tutto da quella fasciatura: alcuni nastri erano più lenti degli altri e scoprivano il loro interno. E i grossi occhi neri dall'iride rotonda verde facevano capolino da dentro il suo corpo: al lato opposto dell'occhio umano rimasto invariato tre occhietti più piccolo facevano capolino dalle fasciature, e staccandosi dalla sua bocca Nefertiti avrebbe potuto vedere anche la bocca di Artù piena di bioluminescenza proveniente da quegli occhi spuntati anche dal suo interno e che avevano trasformato la lingua in qualcosa di più lungo, forzuto e piacevole da assaporare. L'energia del ragazzo a quel punto era tangibile e il suo corpo stava iniziando a cambiare per essere più accattivante: anche se le braccia originali erano oramai diventate un tramite per restare uniti e stringere il corpo di Nefertiti in quelle perverse legature, una coppia di altri fasci si spalancarono dalle spalle del ragazzo, annodandosi e stringendosi tra di loro per formare un altro paio di braccia nere che guizzarono affamate verso i seni della ragazza, iniziando a massaggiarli energicamente mentre i nodi sulla sommità dei capezzoli vibravano ancora più forte di prima. A quel punto anche la verga del ragazzo risultava avvolta da quelle fasce nere pregne di energia, e proprio come le braccia si stava sfilacciando per assumere una forma diversa, o meglio due forme diverse: più massicce di prima ed entrambe rivolte verso l'alto. Una le solcava le grandi labbra e l'altra si infilava tra le sue natiche godendosi la morbidezza di un corpo mozzafiato.
    Non sono mai riuscito a usare il mio potere in questo modo... mi sento fortissimo! Voglio usarlo per farti godere...
    Quelle grosse verghe nere, turgide e cariche di potere stavano solcando le carni di Nefertiti impazienti di poterla avere ancora, Artù però non faceva nulla che non fosse massaggiarle energicamente il seno, stringendolo e sollevandolo con le mani, lasciandole baci su quella pelle bruna e irresistibile. Nefertiti aveva preso il controllo e lui non voleva fare altro che rispettarla, sarebbe stata lei a dettare il ritmo del prossimo round e Artù non aveva nulla in contrario.
     
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    Nefertiti percepiva che qualcosa stava cambiando in Artù, sentiva la sua energia farsi più forte, quindi più piacevole per lei, quindi non indagò subito poiché era davvero irresistibile e ne divenne affamata. Infatti i suoi baci si fecero più voraci e passionali, le sue mani curiosavano su tutto il tronco del ragazzo, carezzando i suoi muscoli delicati e tonici, così diversi da quelli del professore ma sicuramente molto apprezzati. Le piaceva sentire la sua pelle reagire al suo tocco, i capezzoli che si inturgidivano. Era la prima volta che di sua iniziativa curiosava sul corpo del suo compagno, deliziandosi con ciò che scopriva, anche senza guardarlo, poiché non riusciva proprio a smettere di baciarlo, ridisegnava nella sua mente le sue forme. Avvertì la lingua del ragazzo farsi più grossa e lunga, inizialmente pensò che fosse solo una impressione, ma quando la bocca di Nefertiti si riempì di quel caldo muscolo facendola sentire il boccone troppo pieno, aprì gli occhi curiosa, sussultando poi sorpresa quando sentì altre mani stringerla sui seni. Solo a quel punto si separò dalle labbra di Artù per osservarlo incuriosita: aveva un aspetto meno umano, ma chissà perché quella forma intrigava la ragazza. Non riusciva a capire se ne sentisse attratta, non poteva di certo paragonarlo a canoni di bellezza tipica degli umani che mettevano in copertina di giornali ragazzi perfetti senza nemmeno un neo. Anzi secondo quei canoni, Artù sarebbe dovuto sembrare orribile. Invece Nefertiti ne era affascinata: vide la sua nuova forma, le fasce oscure che si assottigliavano e lo facevano quasi sembrare una bambola di pezza. Solo per un attimo temette che non fosse una cosa positiva, ma da come lui continuava a muoversi contro di lei, da come stringeva i suoi seni capì che non stava soffrendo, che quella era la sua forma più libera. Esattamente come era cambiata Morgana quella volta nei bagni scolastici, anche Artù nascondeva delle abilità particolari. Forse si prese un po troppo tempo per ammirarlo, ma non poteva farci nulla, gli occhi che si nascondevano sotto le fasce sembravano custodire un segreto misterioso. Le mani della ragazza si spostarono sulle fasce nere del suo corpo, rabbrividendo nel sentirle così cariche di energia. Non ebbe modo di potersi concentrare però su ciò che vedeva e toccava dato che le stimolazioni vibranti si fecero più caldi e travolgenti. Si morse il labbro inferiore mentre la verga di Artù si modificava caricandosi a sua volta di energia. Il contatto diretto con le parti più sensibili della sua intimità la fecero sentire bollente e impaziente di provare altro piacere.
    Riesco a sentire il tuo potere bruciare su ogni centimetro della tua pelle. Mi fa sentire così bene... parlò a bassa voce, continuando a muoversi con i fianchi per sfregarsi contro la carne di Artù che intanto si sdoppiava e sfilacciava, andando a sfiorare parti del suo corpo sensibili. Le piaceva sentirlo contro di lei, sia sulle labbra vaginali che contro la corolla di carne. Era strano per lei, ma avvertiva chiaramente il desiderio di sentirlo scivolare nel suo corpo, il suo istinto le diceva che dentro di lei il piacere sarebbe stato sicuramente più intenso. Così Nefertiti prese l'iniziativa ormai impaziente di arrivare al piatto forte. Si sollevò con il bacino, lasciando che la verga si allineasse con la sua carne femminile, ed allo stesso tempo si accorse che anche la seconda forma si era puntata contro il suo buchino posteriore. La sensazione la colse alla sprovvista, non aveva calcolato quella parte, ma non ne fu spaventata o scandalizzata. La punta della seconda verga che picchiettava l'anello di carne la stuzzicava, la incuriosiva perché ogni volta che entravano in contatto le dava brividi sconosciuti ma piacevoli. Ovviamente Nefertiti sapeva cosa fosse il sesso anale, anche se non aveva mai pensato che potesse davvero dare piacere. In quel momento però si rese conto che tutto di Artù le dava piacere, quindi magari quelle leggende metropolitane erano vere. Voleva provarlo, voleva sentirlo scivolare dentro di lei. Infondo con tutti gli sfregamenti di prima, le due verghe erano ben lubrificate, non servivano altre preparazioni. Una volta che trovò la giusta angolazione per entrambe le parti, iniziò a spingere verso il basso il bacino, sentendo chiaramente centimetro dopo centimetro la carne di Artù sprofondare dentro di lei. Se li godette con calma, lasciando che il suo corpo si abituasse alla doppia penetrazione. Rabbrividì di piacere, esalando un profondo gemito quando furono totalmente uniti ed i due bacini tornarono a toccarsi. La sensazione fu così intensa che Nefertiti dovette poggiare le mani contro il materasso per non crollare addosso ad Artù. Le venne una vertigine mentre un senso di profondo piacere la bruciò in tutto il corpo. Artù poteva vedere benissimo il volto di lei che si trasformava da una espressione curiosa e impaziente, ad una persa nel piacere. Allo stesso modo anche Nefertiti avrebbe potuto vedere il piacere dipingersi sul volto del suo compagno. Lo guardò languida non riuscendo a resistere al richiamo delle labbra socchiuse di lui. Lo baciò di nuovo con foga, schiacciando i sensi contro il suo petto.
    Nngh, è bellissimo! Mi piace da impazzire. sussurrò a fior di labbra prima di iniziare a muoversi con i fianchi per farlo scorrere verso l'esterno, rabbrividendo nel sentirlo di nuovo dentro di lei, bollente, durissimo. Si spinse poi di nuovo contro di lui per farsi penetrare e lo fece con più decisione, fino a far sentire i bacini schioccare. Non credeva che potesse essere così bello, stava godendo e non lo nascose, mugugnando e gemendo nella bocca del suo amante senza vergogna.
     
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    Non era male sentirsi ammirato in quella forma una volta tanto, di solito Artù si tratteneva con le ragazze per non spaventarle o scoraggiarle limitandosi alla banale umanità che lo aveva accompagnato fino a quel momento. Ma con Nefertiti era diverso: poteva diventare ciò che il professore lo aveva reso senza timore di vedere un rifiuto perché proprio come lui, quella ragazza poteva capirlo perfettamente. Erano entrambi rinati sotto la guida di quel folle maestro e non avevano più canoni di bellezza appartenenti a questo mondo, perciò si lasciava ammirare senza fretta, respirando assieme a lei e gustandosi il momento senza trattenere i gemiti di piacere che quel suo tocco irresistibile gli strappava.
    La tua energia è unica, neanche quella del professore è così piacevole... è come se i nostri poteri si incastrassero alla perfezione... non credo di aver mai provato piacere del genere con nessuno Nefertiti...
    Resistere ancora a quel richiamo divenne impossibile, ma non fu Artù ad essere frettoloso. Intendiamoci: in una situazione diversa non avrebbe esitato e forse avrebbe battuto Nefertiti sul tempo, ma il giusto mix di rispetto che provava per lei e lo stupore di aver finalmente raggiunto una simile intimità con qualcuno lo avevano sinceramente tramortito, cosa che lasciò spazio a Nefertiti per prendere l'iniziativa e fare la prossima mossa. Dopo pochi sfregamenti, la ragazza si sollevò per permettere alle verghe di Artù di allenarsi con le sue intimità, bastavano pochi movimenti per dilatare lo sguardo di Artù e spezzare il suo fiato, neanche si stesse drogando con la roba migliore sul mercato. E probabilmente Nefertiti corrispondeva alla perfezione con quella definizione. Si lasciò impalare gradualmente, mentre Artù restava immobile per poterla assecondare, turgido come non mai ma non impaziente. Si limitava a picchiettare verso di lei col bacino, non tanto per affondare frettolosamente in lei ma per darle la giusta stimolazione, non voleva di certo darle la sensazione che si stesse scopando un manichino inquietante. No, sotto di lui c'era un amante focoso che la voleva davvero e gliene diede prova pulsando con quelle due verghe man mano che scivolava centimetro dopo centimetro dentro di lei. Difficile capire cosa stesse dando più piacere ad Artù, se quella perversa ed intensa doppia penetrazione o l'espressione di estasi che Nefertiti gli stava concedendo. L'aveva vista triste, coraggiosa, divertita ed impavida, ma mai così colta alla sprovvista dal piacere e se ne sentì attratto: voleva vedere ancora quell'espressione e voleva essere lui a strappargliela. Non ebbe il tempo di dire nulla, troppo impegnato prima a gemere e poi baciarla: Nefertiti lo ammutolì del tutto con i suoi prosperosi seni schiacciati sul petto del ragazzo, e i movimenti del bacino che schioccava con quello di Artù in un perverso applauso mentre le loro labbra si univano e le verghe del ragazzo spingevano dentro di lei. Mugugnando e baciando quelle labbra calde allo stesso tempo, Artù si ritrovò a tirare sia con le braccia sfilacciate che con quelle create da poco, tirava Nefertiti verso di sé assecondando i suoi movimenti e ogni volta che i loro bacini si univano fino in fondo le sue verghe pulsavano dentro di lei più forte che mai. Sentì il calore della sua intimità, la pressione del suo meraviglioso culo, era una sensazione mai provata e mentre la baciava si ritrovò a gemere forte, passionale, incapace di elaborare quei pensieri.
    Mi fai godere Nefertiti... sto impazzendo dal piacere... voglio farti gridare ancora... non ti resisto!
    Stringendola saldamente a sé, le lasciò assaporare sui morbidi seni quanto duro potesse diventare il suo petto mentre spingeva il bacino verso l'alto. Voleva farla godere davvero, ci stava mettendo anima e corpo con quelle spinte per solcare le intimità che quella deliziosa amante gli aveva concesso. Le verghe non si fermavano mai nella loro mutazione, come se i fili che le componevano non fossero stabili. A scapito di ciò, la sensazione nel corpo di Nefertiti sarebbe stata quella di grosse vene bollenti che pompavano sangue nel corpo del ragazzo e pulsavano dentro di lei, qualcosa di intenso e piacevole che dava alle fibre una natura quasi eterea, e che lasciava loro la possibilità di riempirsi di energia. Quindi man mano che si scambiavano potere, quelle verghe si allungavano, si ingrossavano e pulsavano sempre più forte, e più si accendevano più il vigore di Artù cresceva, rendendo sempre più forti e osceni quegli schiocchi di carne che provocavano le loro unioni. Artù gemeva e spingeva, lasciando che la pelle ancora umana s'imperlasse di sudore senza trattenersi mai. Nefertiti meritava tutto il suo piacere e glielo avrebbe concesso fino all'ultima goccia.

    Edited by BOLSHAK VS DOOM - 1/3/2021, 08:30
     
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    Nefertiti non aveva mai avuto canoni di bellezza normali, era sempre stata molto influenzata da ciò che lei pensava di quella persona, di ciò che le trasmetteva. Non avrebbe mai potuto considerare "brutto" Artù in quella forma, prima di tutto perché Nefertiti amava tutto ciò che riguardava la magia, i poteri, in secondo luogo gli voleva bene, quindi niente di lui le avrebbe procurato ribrezzo. In ogni caso vederlo in quella forma glielo rese perfino più interessante, e scoprire che era stata lei a portarlo in quella forma la rendeva felice, la eccitava. Sorrise infatti ai complimenti del ragazzo che le confessava di non essersi mai sentito in quel modo. Oltretutto Nefertiti si accorse di aver preso molta più padronanza con i suoi poteri, così da non causare più incidenti come quello che era accaduto con Morgana. Quello era il momento apice della sua vita, non era mai stata così felice e realizzata come in quel momento. Ecco perché non ebbe nessuna paura di farsi penetrare sia davanti che dietro da lui, perché tutto era semplicemente perfetto. Espirò con più forza quando lo sentiva spingersi verso di lei, poiché alimentava di più il piacere carnale. Nefertiti si lasciò andare iniziando a muoversi con il bacino, così da avviare un amplesso con un ritmo graduale, iniziò lento come se stesse prendendo le misure di come muoversi, calibrando l'angolazione giusta così da dare il massimo del piacere ad entrambi. Una volta trovato il modo giusto di fare, Nefertiti accelerò le spinte sia in velocità che forza, deliziandosi con il piacere crescente. Artù poi reagiva agli stimoli emozionandola con i suoi gemiti, scoprendo che le piaceva sentirlo godere, la faceva sentire unita a lui in ogni senso.
    Anche io... ngghaaa godo... godo... rispose con la voce che biascicava di piacere, ubriaca di lui, del suo potere della sua carne. Lo zittì tornando di nuovo a baciarlo con passione, mugugnando nella sua bocca tutto il suo piacere. Artù non rimase poi fermo a subire, e decise di farla impazzire sollevandosi con il bacino a sua volta, rendendo ogni affondo più deciso, quasi doloroso, quindi perfetto perché la stava facendo impazzire. Come se non bastasse il movimento pelvico del ragazzo a incrementare il piacere, si aggiuse anche l'effetto delle fibre che pulsavano e si ingrossavano dentro di lei, facendola sentire più bollente, più piena. Il corpo di Nefertiti era attraversato da brividi intensi che la spingevano a tenere i suoi circuiti magici accesi al massimo, un effetto della sua natura di strega che avrebbe giovato ad entrambi; amplificando la sensazione di unione, poiché Artù avrebbe potuto percepire di essere connesso a lei in modo diverso dal solito: era come se i loro corpi avessero unito i loro circuiti energetici per dare vita ad uno più grande e potente. A quel punto i movimenti del bacino sarebbe stato più passionale, scioccando come se volessero dare vita ad un applauso. Le loro energie si mischiarono potenziandosi a vicenda, e se ne videro i risultati poiché le fasce di Artù divennero più resistenti, come se si fossero ricoperti di cristalli oscuri, ma essendo generati da Artù risultavano morbidi e caldi. Le spine lungo le fasce che stringevano il corpo di Nefertiti si allungarono bucando entrambi, ma si sarebbero accorti che non avrebbero sanguinato, poiché i loro corpi si sarebbero adattati, sfibrandosi e guarendo così in fretta da tramutare il dolore delle penetrazioni delle spine in piacere. Nefertiti dovette separarsi dalla bocca di Artù e smettere di baciarlo per gemere rumorosamente. Il piacere aveva raggiunto dei picchi altissimi, non poteva resistere a lungo, sentendosi di nuovo proiettata verso un orgasmo intenso che la portò perfino a schizzare umori contro il ventre del suo amante, come una piccola fontanella impazzita.
     
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    L'amplesso era un crescendo di sensazioni e di emozioni, e ogni volta che Artù pensava di aver fatto abbastanza Nefertiti lo stupiva con le sue abilità: i cristalli appuntiti che penetrarono le loro carini portarono il corpo dell'atleta a tendersi ancora di più, il dolore misto a piacere era qualcosa di intenso che metteva alla prova il suo fisico, per un vero giocatore come lui non c'era niente di meglio durante l'amplesso per questo sforzava ogni singola fascia muscolare del suo corpo, sfibrata o meno, per potersi unire a lei come mai aveva fatto prima in vita sua. Il circolo energetico che avevano formato unendo i loro circuiti magici poi, era un vero e proprio culmine di estasi perché Artù sentiva le stesse cose che provava Nefertiti e le ricambiava allo stesso modo, scambiandosi quel perverso banchetto di forze in un ciclo continuo e senza freni. La cosa migliore era che Nefertiti aveva un potere rigenerante, quindi qualsiasi sforzo invece che stancare rinfrancava il corpo di Artù, ogni perla di sudore era più un trofeo che un segno di fatica e per lui non c'era altro suono al di fuori della voce di Nefertiti che godeva sempre più forte e il frastuono osceno provocato dai loro corpi. La ragazza giunse rapidamente ad un altro forte orgasmo e Artù si sentì quasi in dovere di unirsi a lei, ma tutt'altro che stanco volle continuare a muoversi, e anche se le loro bocce risultavano separate, costrette a gemere sempre più forte per colpa di quel piacere intenso, lui non smise un solo istante di muoversi dentro di lei, colpendo quei fianchi mozzafiato come se stesse combattendo la battaglia della sua vita, lasciandosi andare ad un orgasmo abbondante, copioso e caldissimo.
    Non riesco a fermarmi! Il tuo corpo è... è irresistibile! Vengo! Vengo ancora!
    Ogni spinta era un fiotto più potente degli altri, un crescendo di passione irrefrenabile. Le sue verghe si gonfiavano e pulsavano con forza dentro di lei, donandole tutto il suo seme intriso di quell'energia oscura e perversa che apparteneva alle lanterne. Artù si agganciò a lei con i suoi arti, spingendola col bacino verso il basso e serrando la presa sui suoi seni irresistibili. Non riuscì a trattenere la tentazione e senza fermarsi, continuando a spingere la sua carne e il suo seme dentro di lei, Artù si fiondò con le labbra su quelle calde montagne di piacere, leccando avidamente e appassionatamente la sua pelle bruna come se fosse cioccolata irresistibile, succhiando i suoi capezzoli con la lingua che provocò altre intense vibrazioni dei nodi che il ragazzo le aveva donato. Tutti gli intrecci sul corpo di Nefertiti ora vibravano e pulsavano forte al ritmo di quell'orgasmo, Artù avrebbe continuato a venire finché lei lo avrebbe richiesto, lasciandosi anche prosciugare se necessario, continuando a tenerei n tensione il suo fisico e spingere dentro di lei con forza, massaggiando quelle forme perfette e irresistibili, leccando la sua pelle come se fosse nettare divino. Il ragazzo era totalmente perso per lei, e non una singola pulsazione delle sue virilità avrebbe detto a Nefertiti il contrario.
     
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    Avrebbe dovuto preoccuparsi per via delle spine che stavano bucando anche il corpo di Artù, ma il piacere era così intenso che non riusciva a smettere, non riusciva a pensare in modo lucido, vederlo trafitto ma non agonizzante come avrebbe dovuto, vederlo che invece godeva fece sentire Nefertiti infuocare di passione. L'orgasmo la ubriacò e le fece rallentare il ritmo con cui si muoveva, ma Artù sembrò percepire il suo bisogno di impazzire poiché continuò lui a muoversi e venirle dentro, facendole sentire il suo calore che la inondava, la sua passione che le amplificò l'orgasmo prolungandolo e rendendolo parecchio più intenso. Infatti Nefertiti si ritrovò a strillare a denti stretti, mentre la sua cervice si contorceva attorno alla verga di Artù come impazzita, così come la sua corolla di carne che vibrava attorno a lui. Non aveva mai provato nulla di simile e fu semplicemente sublime per lei. Le vennero le vertigini, il suo corpo si incendiò di energia, al punto che la sua pelle si segnò di varie rune magiche che brillavano di una luce verde, sul suo capo all'altezza delle tempie si formarono delle curiose escrescenze di cristallo nero, come se fosse ormai così satura di potere da esternare in quel modo l'energia in eccesso. Intanto Artù continuava a pompare dentro di lei, tenendo i sensi di Nefertiti al picco massimo, difatti la ragazza dopo il suo primo esplosivo orgasmo ne raggiunse un altro ancora, ed un altro subito dopo, in un sussegguirsi di orgasmi, come dei fuochi di artificio senza controllo. Le sue mani si serrarono sul capo di Artù per stringerlo ed abbracciarlo mentre la leccava sui seni, ma i suoi occhi intanto si rigirarono verso l'alto mostrando quasi soltanto la sclera, mentre la sua bocca spalancata perse il controllo della lingua che penzolava in fuori totalmente in estasi. Riusciva a sentire il piacere di Artù, le sue fibre, la sua energia così irresistibile, il suo corpo tonico che non perdeva nemmeno un grammo di forza nonostante fosse attraversato dalle sue spine. Se Artù voleva lasciarle un segno ci era riuscito alla perfezione.
     
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    Il culmine della loro perversione aveva oramai superato ogni possibile immaginazione, anche semplicemente unendosi nella carne stavano sperimentando cose mai provate prima e Artù poteva solo immaginare cosa significasse andare oltre a quei limiti, ora che avevano abbattuto ogni barriera. Il ragazzo accolse il suo abbraccio senza mai fermarsi, leccandola, baciandola, unendosi a lei come se fosse l'ultima cosa che faceva, mostrandosi passionale e irrefrenabile orgasmo dopo orgasmo, donandole tutto di sé. L'energia che Nefertiti stava rilasciando prese a riempire tutta la stanza, aveva già visto una cosa del genere ma solo quando il suo maestro utilizzava quel terrificante potere. Stavolta però, era lei a spargere fumo su tutta la stanza, come fiamme tenui e lente che ricordavano corpi in estasi che danzavano perversi. Le pareti della stanza si fecero fragili come i sensi, tutto iniziò a tremare come se fosse la realtà stessa a perdere di vista le sue regole, Nefertiti si sentì come quando camminava nel Labirinto ma stavolta era lei a navigare in quelle acque impetuose, non si limitava ad annegare e basta. E mentre l'oscurità attanagliava il suo sguardo e i suoi sensi, una luce terrificante e oscura, un bagliore tetro come quello che emanavano gli occhi del professore, si palesò al suo sguardo dall'alto, invitandola ad avvicinarsi. Più provava piacere, più l'estasi la spingeva verso quel sole nero, quella stella oscura che la chiamava, quel divoratore cosmico che tanto crudelmente aveva banchettato con stelle e galassie lontane, fredde, spente e che ora la invitava ad osservare nel suo vuoto. Il dolore e il piacere formavano scalini netti verso quella salita, Artù la spingeva verso il paradiso di tenebre che le si stava aprendo davanti agli occhi e quando fu abbastanza vicina, finalmente la vide: un abbraccio materno si apriva di fronte a lei, con le mani amorevoli e perverse della Dea Apocrypha che si spalancavano verso il suo volto. Voleva abbracciarla, salutare la sua figlia ed invitarla verso di sé. La afferrò per la fronte con una mano e subito i capelli di Nefertiti si accesero di una fiamma verde simile a quella del professore quando usava il suo potere, l'estasi e l'energia avevano raggiunto il culmine massimo. A quel punto Apocrypha iniziò a strapparle la faccia, un processo lento ed estremamente doloroso che venne mutato in un piacere estenuante, simile a quello che gli orgasmi di Artù provocavano, la vera estasi del piacere e del dolore messi assieme. La sua faccia, colma di sangue, abbandonò quella sua testa come se fosse l'ultima prova rimasta del suo passato. Anche la sua faccia non era più la stessa, non era più lei. Ecco cosa Apocrypha le stava rivelando: era rinata completamente e non aveva bisogno più di nulla se non il suo potere. Lei era libera di percorrere il suo sentiero ora, era rinata. Il volto di Nefertiti si tramutò in una sostanza simile a pietra, o ossa fossilizzate, un materiale scuro e resistente che assunse delle fattezze scheletriche. Privo di mandibola o mascella, la maschera d'osso nero si decorò con tre lunghe catene d'ossa sulla loro sommità, che avrebbero permesso alla maschera di pendere da qualsiasi cintura. Dal basso invece, cristalli neri fatti della stessa sostanza del sangue di Nefertiti pendevano verso il basso come decorazioni, che gradualmente si riempivano dell'anima di Artù come un delizioso e lauto tributo. Apocrypha le aveva fatto dono della sua lanterna. Quando le tenebre si spezzarono lasciando spazio unicamente al piacere e ai sensi che rinsavivano, Nefertiti si ritrovò di nuovo in ginocchio sul suo letto con Artù che le abbracciava forte e si univa a lei esaurendo anche l'ultimo fiotto di quel potente orgasmo. Tra le mani della ragazza la sua maschera, la sua lanterna, il simbolo della sua ritrovata libertà ora si palesava nella sua reale e inequivocabile forma. Non c'erano più dubbi: Nefertiti aveva stretto un patto con Apocrypha.
     
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    Persa com'era nella lussuria, non fece caso a ciò che le stava succedendo attorno, forse perché le risultava naturale come respirare emettere così tanta energia, non sapendo che in realtà la sua natura di strega si stava modificando, evolvendo poiché diventava più potente e si appropriava di un energia che fino a quel momento l'aveva sempre tentata e rinvigorita. Nefertiti ebbe la sensazione di precipitare, ma non le trasmise pericolo, era come volare, eppure era ferma stretta al corpo di Artù. L'estasi di piacere la portò ad avere una vera e propria visione: era quindi davvero impazzita di piacere? Non ne aveva idea, non riusciva a darsi una spiegazione plausibile, si lasciò trascinare in quella visione come se fosse un sogno. Un bagliore tetro attirò la sua attenzione, se ne sentì attratta irrimediabilmente. Allungò una mano verso quell'oscurità che poi prese forma in una figura materna e femminile. Nefertiti non sapeva chi fosse o cosa fosse, quella figura le ricordava la figura materna che aveva cercato nel suo sogno indotto da Claudia, quell'amore che le era sempre mancato e che aveva sempre disperatamente cercato e di cui aveva bisogno. Non ci furono parole, ma Nefertiti si sentì accolta da quella figura misteriosa che poco dopo le posò una mano sul volto, infondendogli sentimenti impetuosi che le scossero l'animo. Non fu pronunciata una singola parola, ma Nefertiti riuscì a capire ciò che voleva comunicarle, ciò che le stava trasmettendo: era rinata, assieme ad Artù aveva abbandonato ogni dolore per tramutarlo in forza. Nefertiti non era più una bambina spaurita indifesa e impotente, adesso poteva prendere le redini della sua vita, adesso poteva prendere ciò che voleva. Cominciando proprio da Artù, un ragazzo dolce con cui condividere la vita tipica di un adolescente. Quella figura bellissima nell'estasi la battezzò a nuova vita, Nefertiti era una lanterna esattamente come il suo adorato professore di cui iniziò a seguire le tracce, poiché voleva essere forte e indomito proprio come lui. La lanterna infatti prese le fattezze della persona che ammirava di più, formandosi come una maschera identica al volto di Thresh quando emanava il massimo del suo potere. Quando l'oscurità si spezzò e tornò al presente, battè le palpebre più volte confusa, fra i suoi capelli fiammeggiava ancora la sua energia. Ansante si lasciò cadere sul corpo di Artù, con la guancia premuta contro il suo petto, godendosi anche gli ultimi fiotti di seme e le pulsazioni dentro di lei. Quando riuscì a riprendere un minimo di lucidità, si accorse che nella mano stringeva la maschera, la sua lanterna. Si sollevò lentamente e sollevò l'oggetto fra lei e Artù, guardando prima esso e poi il volto del suo amante confusa.
    Io... io... ho visto qualcosa. disse aggrottando la fronte un poco perplessa nel ricordare la figura di Apocrypha. Quello però non era di certo il momento adatto, quindi posò la maschera sul materasso vicino a loro e tornò a guardare Artù negli occhi, sorridendogli felice.
    E' stato meraviglioso, non mi sono mai sentita così bene in vita mia. lo baciò di nuovo per ringraziarlo di ciò che avevano condiviso.
     
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    Artù ovviamente non aveva visto né sentito nulla di ciò che Nefertiti si era ritrovata davanti, lui si era "limitato" a godere di quel momento come se fosse l'ultimo della sua vita, e quando Nefertiti gli crollò sul petto lui stesso scivolò verso il basso, tramortito dal piacere e provato psicologicamente e fisicamente, ma molto appagato. Nefertiti sembrava davvero più soddisfatta che mai, forse lo sforzo era valso tutto questo ma non poteva fare a meno di domandarsi da dove fosse uscita fuori quella maschera. Scivolò sul letto con il capo, ciondolando pressoché esausto, dicendosi che in fondo non importava.
    Anche io ho visto n sacco di cose... e ti assicuro che erano bellissime...
    Commentò quasi ironico col fiato corto, abbandonandosi al suo bacio passionale e ricambiandolo con grande entusiasmo. Il suo corpo era ancora trasformato per via dell'influenza di Nefertiti ma era ovvio che non poteva mantenere quel ritmo, gli sarebbe stato assolutamente impossibile vista la sua natura tanto diversa rispetto a Nefertiti e il professore. Forse l'avrebbe lasciata insoddisfatta fisicamente, ma dal punto di vista dell'autostima non esitò con i commenti, ritrovandosi sorpreso nel vedere anche i suoi capelli accendersi di energia in un modo che ricordava decisamente il professor Carnovash.
    Ogni volta che ti guardo diventi sempre più bella... non riesco a credere che sei qui tra le mie braccia mentre ci baciamo...
    Sembrava assurdo ma per Artù era impensabile essere a letto con lei, così bella e potente. Lui forse era il numero uno della scuola ma dal suo punto di vista Nefertiti era su un altro livello. Forse si erano trovati, forse se lo era meritato, o magari era lui il premio di Nefertiti... ma che importanza poteva avere a quel punto?
    Mi ricorderò di questa notte per tutta la vita... credi... che potrei restare con te?
    Continuò a carezzarle il capo, abbassando lo sguardo verso di lei senza togliersi mai dalla sua portata. Era provato ma avrebbe fatto di tutto per stare ancora con lei e compiacerla. Inoltre se Nefertiti ne voleva ancora c'erano molti modi per provare piacere anche senza esagerare con le pulsioni fisiche, e Artù era deciso a condividerle con lei se glielo avrebbe permesso.
     
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    Nefertiti intuì dalla battuta di Artù che lui non aveva visto nulla, che lei era stata l'unica ad aver avuto una visione, nel bel mezzo di un orgasmo poi. Non se la sentì di spiegarglielo, aveva il timore che potesse leggere il fenomeno in modo negativo. Non pensando che magari potesse invece leggerlo in modo molto molto positivo: far avere le visioni per quanto era stato bravo, doveva essere una bella inziezione di autostima per un ragazzo di quell'età. Quindi si limitò a ridacchiare divertita dalla sua battuta prima di baciarlo. Nefertiti si sentiva più che soddisfatta dalle lunghe sessioni di sesso che avevano avuto. Infondo lei non cercava performance da guiness dei primati, non le interessava svenire sfinita sul letto. Forse per lei sarebbe stato anche troppo, meglio andarci gradualmente in quel mondo di perversioni. Voleva invece godersi ogni momento intimo con lui, anche le coccole dopo il sesso, che venivano tanto decantate dalle sue coetanee nelle loro chiacchiere. Così senza alcuna fretta lo lasciò scivolare fuori dal suo corpo, mentre lei si riposizionava sul letto comodamente al suo fianco. Arrossì al suo complimento e nascose il suo volto nello spazio fra la sua spalla ed il collo, cercando di non mostrargli il sorriso inebetito che aveva. Intanto le spine si era ritirate del tutto, lasciando i due ragazzi nudi.
    Suvvia non esagerare, sono sempre io. affermò lasciando scivolare le braccia attorno al costato di Artù per abbracciarlo. Lo fece un pochino impacciata nei gesti, dopotutto non lo aveva mai fatto prima di allora, ma ne sentiva il bisogno, voleva stringerlo a sé per sentirlo fisicamente vicino e rincuorarsi quindi del fatto che era stato tutto vero e non un sogno indotto dai poteri di Claudia o qualcosa di simile.
    Io invece non riesco a credere di essere riuscita a farlo, senza avere paura, e che mi è piaciuto tantissimo. Mi sento rinata Artù, e tutto grazie a te. gli confessò tutto a cuore aperto, poiché le sembrava giusto farglielo sapere. Voleva che sapesse che era stato molto speciale e che non doveva sminuirsi per nessun motivo. Lo strinse più forte a sé, sospirando mentre una sensazione di totale rilassamento la coglieva dolcemente.
    Certo che puoi restare, dove vorresti andare conciato così? scherzò accoccolandosi contro di lui.
    Mi avevi promesso che saresti stato mio tutta la notte ricordi? incroiò le gambe a quelle sue, e con le dita iniziò a percorrere le fasce di Artù curiosando sul suo corpo senza malizia. Era la prima volta che non si sentiva strana a stare a contatto fisico con qualcuno, quindi Nefertiti cercò di godersi ogni attimo con lui, continuando a toccarlo e prestandosi volentieri alle sue carezze. Sembrava quasi che avesse paura che allontanandosi troppo da lui, l'incanto si sarebbe infranto e sarebbe tornata ad avere difficoltà nel contatto fisico. Oppure chissà, magari proprio perché era Artù, non poteva sentire nessun tipo di fastidio.
     
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    Le parole di Nefertiti rincuorarono e tranquillizzarono Artù, non aveva più dubbi che quella ragazza volesse stare con lui, quindi si rilassò una volta per tutte, sciogliendo le braccia e i muscoli allargando il braccio destro verso di lei per poterla abbracciare affettuosamente e tenerla delicatamente al suo petto, offrendole una calda coccola. Nonostante fosse stanco non aveva sciolto la sua trasformazione, cosa decisamente inusuale: non lo notò finché non fu Nefertiti ad evidenziarlo, ulteriore testimonianza di quanto fosse speciale quella ragazza. Non gli importò di tornare normale, dopotutto stava bene con lei e Nefertiti non sembrava affatto disgustata da quella forma, anzi tutto l'opposto.
    Hai ragione... sono tuo tutta la notte, l'ho promesso. E lo sarò ancora se ti andrà...
    Dietro quella proposta perversa c'era anche un che di dolce, Artù sapeva di certo che legarsi a doppio filo con qualcuno era strano alla loro età soprattutto se decidevano di percorrere una via come quella delle lanterne, ma per Nefertiti poteva fare un'eccezione. Lei era speciale e dopo quella serata, non solo per la bella scopata ma anche per come l'aveva conosciuta, lei faceva parte a tutti gli effetti del loro gruppo di amici, non c'erano più dubbi. Era difficile capire per chi fosse stato quel dono... per Artù e gli altri, per Nefertiti stessa, o per Thresh magari, ma sta di fatto che qualcosa era cambiato nelle vite di tutti e in meglio. La strinse a sé, sospirando passionale lasciandole un bacio sulla fronte, pronto a darle la perfetta conclusione di una serata che avrebbero ricordato per sempre. Quella era di gran lunga la notte più memorabile della sua vita, per Artù nessuna uscita era mai andata così bene e non vedeva l'ora di rincominciare.
     
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