Narrow and Straight

x Yuru

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    La Legge

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    Passi racchiusi in falcate disciplinate ma frettolosi scandivano l'andatura di Febo. Col suo fare sempre abbastanza rigido, avanzava per il lungo corridoio cercando di affrettarsi come poteva per raggiungere l'aula magna. Il suo vestiaro non poteva certo renderlo meno vistoso: il colore basilare era il bianco, non proprio puro ma andante su vagi riflessi azzurri, un gioco di trame non troppo complesso ma alquanto costoso se non altro. La giacca su misura dalla bordatura nero pece andava ad abbracciare una camicia bianca dal collo alto, decisamente ben stirata e ben chiusa al collo con un foulard rosso sangue che rimaneva bombato sul petto, grazie a una clip d'oro orizzontale ma alquanto priva di dettagli. Il panciotto bianco sempre bordato di nero chiudeva il tutto, stringendo la vita e dando poi spazio ai pantaloni lunghi, gessati e leggermente risvoltati alla caviglia, aprendo quindi la vista a dei mocassini neri opachi con due clip dorate laterali che funzionavano da ornamento più che da chiusura per la calzatura. Il giovane ragazzo nel volto tradiva da subito la sua età, pelle fin troppo liscia e priva di segni particolari, pulita e morbida. Sguardo ben puntato in avanti con iridi cremisi e sopracciglia aggrottate tipiche dell'aggressività ingenua e prematura. I capelli tirati a lucido all'indietro come se il vento soffiasse in volto con chissà quale veemenza, argentei se non per due ciuffi neri laterali che partivanop da sopra le tempie per perdersi poi verso la nuca.
    Spero assolutamente di non essere in ritardo... E' stata valutata come un evento extracurriculare, ma abbiamo avuto l'obbligo di finire prima le lezioni giornaliere per poter partecipare. Se mi sono perso qualcosa di vitale non so nemmeno come potrei recuperare...
    Le mani strette a pugno non facevano alto che muoversi avanti e indietro seguendo ovviamente il ritmo dei piedi, pur di tenere una cedenza allegra e sicura, al pelo dello scaturire in una vera e propria corsetta sgraziata. E' brutto essere uno studente e non poter correre nei corridoi liberamente quando ci sono certe urgenze. La giornata in questione si apriva nel pomeriggio sereno di una Roma abbastanza tranquilla, difatti nella biblioteca della Sapienza si stavano svolgendo degli incontri di orientamento a favore di alcune organizzazioni fondamentali, ma sopratutto delle istruzioni pubbliche atte a sensibilizzare la percezione di giovani combattenti e menti acute al problema crescente dei Tartarus e sopratutto della situazione mondiale in generale. Sembra strano, ma per una volta molte fazioni stavano sfruttando le collaborazioni internazionali e infrapolitiche per rendere più capillare la preparazione di più persone possibili. In aula magna un rappresentante della Chiesa di Neo Venezia sembrava essere il tutore per quella giornata, dalle descrizioni alcuni professori lo conoscevano per un passato comune in orfanotrofio, mentre altri semplicemente per interesse in materie religiose. Fato sta che Febo ora era vicino alle porte, e che incontrasse qualcuno prima di entrare o come avrebbe trovato l'aula era secondario all'imbarazzo crescente che sentiva nel petto per il ritardo che si accumulava. Per il suo più intimo desiderio di disciplina era come vivere apertamente una tortura autoinflitta.
     
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    L'incontro non sembrava molto sentito. Un po' di studenti sembravano attenti, altri stavano coraggiosamente lottando contro le minacce terrestri nel mondo dei sogni, ma c'erano anche dei piccoli diamanti che erano genuinamente interessati: fra questi un attento Enas, che aveva potuto saggiare con mano lo stato delle cose nel panorama romano ed internazionale...di certo non si considerava un fan dei Gladiatori, ma il loro essere in grado di provocare caos laddove se ne sentisse anche solo l'odore era encomiabile, e di certo un segno che se quelle cose potevano essere trasmesse in diretta, lo stato attuale della società non doveva essere molto migliore. La presentazione era ancora agli inizi, il relatore stava venendo presentato, ed Enas si guardava intorno: era arrivato con un leggero anticipo, ben vestito come sempre, e come sempre questa cosa non lo aiutava un granché a relazionarsi con gli altri; in quel momento indossava l'uniforme scolastica, ma ogni elemento era ordinato ed al suo posto, pareva quasi un bambolotto dei negozi di vestiti. Proprio per questa sua caratteristica di essere uno studente ordinato non erano in molti a volersi sedere vicino a lui, solo per poi venire oscurati dallo splendore di una giacchetta stirata, ma ormai Enas ci era abbituato ed anzi non gli dispiaceva avere tizi di fianco a sè che russavano, giocavano col telefono o gli chiedevano ogni due secondi come era stato detto. In ogni caso il ragazzo era pronto a segnarsi ogni parola dell'inviato dal Vaticano, estremamente interessato com'era allo stato attuale del mondo: oltee ad essere un argomento interessante, Enas aveva la volontà di mettere i suoi poteri curativi al servizio dell'umanità. E tutte le altre "-ità" che c'erano sulla terra.
     
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    Febo avrebbe bussato timidamente alla porta, siccome sentiva anche un silenzio abbastanza corposo se non per la voce matura di chi stava tenendo cattedra. Avrebbe aspettato l'invito ad entrare prima di salutare professore e classe, e cominciare ad affrettarsi a cercare un posto a sedere. Al momento il professore era uno dei vari responsabili della biblioteca che continuava a fare excursus generali sul tema della giornata, e seppure aveva accennato qualche cosa all'arrivo del relatore, non avva speso troppe parole al riguardo siccome c'era ancora da aspettare. Portandosi una mano al petto e sospirando in maniera rassicurata, Febo si sarebbe quindi avviato verso il primo posto che lo sguardo gli avrebbe suggerito, non potendo fare a meno di ricadere sulla figura di Enas che stagliava con facilità tra il resto dei presenti. Poi sembrava anche l'unico che stesse mantenendo un minimo di compostezza e attenzione, ispirando più fiducia nell'avere un compagno di posto a cui potersi riferire man mano che l'orientamento avrebbe proseguito. Farsi spazio tra le persone presenti fu leggermente difficile, tanto erano distrati sui loro cellullari oppure presi in altre chiacchere che li rendevano quasi una presenza superflua e fastidiosa, ma il giovane ragazzo fece uno sforzo a cucirsi la bocca siccome non solo era lo studente più giovane presente, ma siccome vi erano anche esterni alla scuola e sicuramente persone più in alto di lui in termini di posizioni e responsabilità, poteva solo piegarsi alle regole e accettare di pessimo grado lo stato delle cose. Arrivato nei pressi di Enas si sarebbe schiarito la voce portando la mano sinistra alla bocca chiusa a pugno prima di esprimersi con un tono abbastanza neutro.
    Buongiorno, posso chiederti se posso sedermi accanto a te per seguire l'esposizione?
    A quel punto il ragazzo sarebbe rimasto in attesa della risposta di Enas, rimanendo leggermente inclinato verso di lui, cominciando ad osservarlo nel dettaglio solo ora: Enas vestiva l'uniforme scolastica come altri studenti, decisamente tenuta in ordine e piacevolmente curata sia da un punto di vista di pulizia che di vestizione. I tratti che risaltavno di più erano ovviamente il suo viso candido e la capigliatura molto semplice e brillante. Il resto del suo atteggiamento era difficile da leggere siccome sarebbe dipeso anche da come avrebbe risposto a Febo, ma non sembrava il tipo da partire in maniera scontrosa oppure che avrebbe rifiutato l'avere qualcuno vicino a seguire con lui.
     
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    In un distratto momento di minore importanza della presentazione Enas si guardò un po' intorno, e lo notò subito: un sospettosamente fuori dall'ordinario ragazzo che si guardava probabilmente intorno, alla ricerca di un posto in cui sedersi....e che lo aveva trovato, proprio di fianco a lui. Non poteva esserne sicuro, ma più questo camminava più era chiaro che la direzione generale fosse la stessa. Enas tornò a guardare la presentazione, osservando l'appena arrivato con la coda dell'occhio, ben presto rassegnandosi al dover avere un vicino di sedia. Enas non amava gli estranei, ancor meno in momenti in cui doveva restare concentrato: già adesso si era distratto solo guardando un tizio a caso che cercava il posto! Cionondimeno era un bimbo educato, ed educatamente si girò verso Febo con un sorriso, mosse la testa con cenno affermativo, e abbassò pure la seduta con fare gentile.
    Prego, non c'è problema.
    Quello che era certto è che il ragazzo di fronte a lui non era esattamente ordinario: sicuramente più composto dei lanzichenecchi che ogni tanto gli capitava di avere il dispiacere di incontrare, questo simpatico giovanotto aveva avuto una certa cortesia nel chiedergli il posto, e lo schiarirsi la gola prima di domandare era un gesto stiloso e alla vecchia maniera; abbastanza per dargli il posto senza problemi, forse per interessarlo in una certa maniera, se si fosse trattato di un momento differente della giornata. Ora Enas eras interessato unicamente alle intricate trame politiche mondiali ed al Tartarus, di cui aveva già sentito parlare ma mai in modo approfondito od appassionato.
     
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    Febo avrebbe sorriso caldamente, tenendo le labbra chiuse e rendendo gli occhi due fessure fini fini. La sua faccia da giovane ragazzo venne ancora più sottolineata da questa espressione. Si sedette appena prima che il professore presente si schiarisse la voce, richiamando l'attenzione dell'aula per dare la giusta atmosfera all'entrata del relatore. La porta si sarebbe quindi aperta per la seconda volta in pochi minuti, stavolta non dando spazio a un gracilino ragazzino ma a un uomo la cui altezza e stazza non erano certo da sottovalutare. Capelli biondi e brillanti tirati all'indietro, divisa bianca fatta su misura ed elgante, contornata da dettagli dorati come bottoni e allacci per i polsini, petto e braccia muscolosi e mani stranamente contornate da dei tatuaggi molto particolari. Per chi se ne intendeva o per coloro che ci avevano avuto a che fare, questi ultimi segni erano tipici dei rappresentati del Vaticano, i Portatori di Luce. L'uomo si sarebbe attestato sulla porta girandosi verso il professore per fare un cenno con la testa, per poi rivolgersi alla classe con lo sguardo fiero dei suo occhi azzurro cielo.
    Buongiorno, il mio nome è Ira, Ira Gervasoni. Sono il vostro relatore per questo incontro...
    La voce sicura e calda dell'uomo avrebbe risuonato nell'aula magna abbracciando tutti i presenti. Febo lo avrebbe osservato da testa a piedi con intensa curiosità, tradendosi nell'atto siccome si sarebbe sporto in avanti strizzando gli occhi e increspando le labbra in un culo di gallina inquisitorio. Poi si sarebbe rivolto a Enas, cercandone l'attenzione.
    Scusami, ma tu per caso conosci questo.. Ira? Per essere un rappresentata del Vaticano non mi pare sia qualcuno di conosciuto. ... Ah! Che sbadato!
    Febo si sarebbe dato una piccola botta sulla fronte con la mano destra prima di offrirla ad Enas in segno di saluto.
    Ti chiedo perdono per la deferenza, il mio nome è Febo, sono uno studente della Sapienza al secondo anno. Piacere e scusami ancora se ti ho dato del tu...
    Il ragazzo non solo era gentile ma sembrava molto naturale nell'avere maniere e modi ben curati e da etichetta. Al momento il professore della biblioteca e Ira sembravano essere intenti a scambiarsi delle chiacchere di rito e qualche annotazione personale, quindi volendo Enas poteva tranquillizzarsi che avrebbe avuto il tempo di distrarsi prima che l'orientamento avrebbe preso piede davvero.
     
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    Enas non si perse l'entrata del massiccio individuo che non aveva assolutamente supposto essere lo speciale inviato del Vaticano....quanto piuttosto un suo bodyguard o qualcosa del genere. Invece l'armadio di forma umana camminò verso il palco, dicendo il suo nome per pii confabulare con un professore. Ancora perplesso, l'attenzione del ragazzo venne presa dal suo vicino che gli rivolse prima una domanda, poi dicendogli gentilmente il suo nome, facendo trasparire una educazione molto ben accetta dallo studente, che non potè fare altro che replicare con un sincero sorriso.
    Enas, piacere mio. E no, non ho la minima idea di chi sia questo Gervasoni...anche se devo ammettere la mia mancanza di conoscenza in ambito di autorità ecclesiastiche, quindi non sono la persona più indicata per darti risposte.
    Enas si guardò intorno, con un filo di delusione nello sguardo.
    Ma penso di non essere l'unico qui dentro in questa situazione, sinceramente. Di certo questo relatore ha di fronte a se un pubblico...difficile. E non è assolutamente un problema il darmi del tu, solitamente le formalità sono forzate, non trovi? Molto meglio essere subito schietti e sinceri con gli altri, soprattutto visto che siamo entrambi studenti.
    Enas mosse la mano verso quella di Febo, stringendola con la adeguata decisione richiesta per non sembrare un'alga marina trascinata dalla corrente.
    Spero che anche tu sia interessato quanto lo sono io...in questi difficili tempi ogni aiuto è sempre ben accetto, quindi voglio fare il possibile per dare il mio.
    Il ragazzo avrebbe cercato di non dare cenno alle sue peculiari abilità, soprattutto perché se spiattellate nei primi secondi di una conversazione sarebbero parsi il goffo tentativo di farsi bello davanti ad un sconosciuto, ed Enas non aveva nè intenzione nè bisogno di farlo.
     
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    Ti ringrazio Enas! Condivido anche io il fatto che le formalità siano uno strumento scomodo in generale. E' un pò colpa del retaggio di famiglia se non riesco a distaccarmene con facilità.
    A quel punto Febo avrebbe sorriso prima di riportare gli occhi su Ira, quest'ultimo stava prendendo posizione al centro del palco facendo capire ai presenti che stava per iniziare a parlare e richiedeva la loro attenzione. Il giovane ragazzo non potè fare a meno di collegare le parole di Enas al sentimento generale di fame di conoscenza, ma anche di sufficienza su chi o come venissero dette le cose. Se l'atmosfera della stanza andava letta con attenzione, era facilmente distinguibile il sentimento di sfiducia che qualcuno di sconosciuto fosse il portavoce per notizie delicate ed importanti. Il messaggero non ha mai colpe, ma in ambiti di questo genere entra in gioco il bisogno di avere qualcuno che abbia autorità necessaria per essere una guida, siccome la realtà dei fatti è che nessuno cerca informazioni, ma un qualcosa che sia allineabile con un faro in mezzo al mare mosso.
    L'argomento di oggi è semplice nel titolo, ma è inutile nascondervi che la situazione sia più complessa di quanto possiamo desiderare. Partendo dalla Spagna, l'Impero Romano in un grosso balzo di apertura ha abbracciato gli sforzi di ricostruzione insieme alle altre forze internazionali. Ma più che una crisi, la grossa cupola nera che ha distrutto il paese era solo il sintomo di un male ben più grande: I Tartarus.
    Lo sguardo e la voce di Ira di sicuro erano fermi, decisi e sopratutto convinti. Non si era affatto preoccupato di stare a giocare con l'elefante nella stanza riguardante la sua carica o quanto fosse importante come singolo individuo, al contrario aveva spiattellato subito il tema a cui tutti volevano arrivare così da obbligare i meno "resistenti" ad aprire occhi e orecchie. Non pochi della platea si ritrovarono a sporgersi in avanti più del dovuto perdendo totalmente la mancanza di entusiasmo iniziale. Febo invece si irrigidì alla parola "Tartarus", perdendo leggermente luce dagli occhi e finendo per osservare Ira con un sentimento non solo dettato dall'interesse per l'argomento ma anche da un misto di motivi personali che il suo sguardo stava tradendo ampiamente. Aveva anche i pugni serrati sulle proprie gambe.
    Al momento una incredibile quantità di notizie è ancora al vaglio, ma la maggior parte delle nozioni più solide al riguardo è pervenuta dai pochi combattenti che hanno avuto occasione di usare le proprie abilità per agire su queste strutture. Tra i vari, il Monarca Mobius è il più recente ad aver avuto a che fare con un Tartarus, e il risultato è stato... Preoccupante. Ma voglio esser chiaro su questo fatto, non siamo qui per parlare di altre persone all'infuori di voi presenti qui e ora.
    Ira quindi avrebbe fatto una pausa cominciando a guardarsi intorno, in modo da incrociare gli occhi dei presenti e perdersi qualche secondo nell'osservarli a dovere. Era un lento incedere mentre ognuno, volente o nolente si sarebbe ritrovato il suo sguardo addosso. Nelle prime file vi erano vari studenti, sopratutto di varie razze, e ognuno rispondeva a modo suo a quello sguardo così limpido ma penetrante. Era incredibile come quel gesto di concedere attenzione avesse di contropartita reso il pubblico ancora più deciso a voler sentire le notizie che Ira aveva da elargire. Non sembrava nemmeno essere importante sapere cose dettagliate, stava nascendo un sentimento di prova all'interno di quelle mura, qualcosa che poteva toccare in positivo lo spirito di chi aveva voglia di agire nel bene o nel male. Enas e Febo erano ancora lontani dall'essere espressamente messi a fuoco, e Febo sembrò riprendere luce nei propri occhi mentre osserva Ira scandagliare la platea.
    Enas... Hai qualche interesse personale al riguardo dei Tartarus o di quello che sta accadendo al Mondo?
    Febo aveva parlato giusto con un filo di voce facilmente udibile dal ragazzo e non oltre.
     
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    Il prorompente omaccione fece la sua camminata, arrivando al centro del palco. Enas osservava quell'uomo, una discreta montagna di muscoli che in molti avrebbero creduto il solito stupidone...ma dalle sue prime parole divenne subito chiaro che non era questo il caso. Blocco per gli appunti e biro nera in mano il ragazzo restò ad ascoltare....ancora nulla da annotare, d'altronde. Enas non aveva ancora avuto esperienze di Tartarus, ma aveva letto e visto numerose ore di materiale riguardante gli eventi spagnoli e la distruzione che avevano portato....roba molto poco consigliabile a chiunque. Sembrava che anche il pubblico fosse interessato ai Tartarus, complice il naturale interesse che le persone provano nei confronti di cose del genere. Enas sospirò un poco, d'altronde in molti soggetti si trattava di tutto fumo e niente arrosto, ma lui aveva un sincero desiderio di aiutare gli altri, e l'unico modo era migliorare fisicamente e mentalmente, ed imparare chi fosse il nemico.
    Non personalmente, ma sono sempre stato interessato all'argomento...diciamo pure fin da piccolo.
    D'altronde per un bambino di questa epoca non è difficile fantasticare di fare grandi cose, sconfiggere mostri e demoni....visto che ormai era una scelta lavorativa alla pari del lavoro di ufficio. Così era anche il piccolo Enas, che agitava una spada giocattolo nel cortile della villa immaginandosi con quella di famiglia, cosa che effettivamente si sarebbe avverata. Enas non aveva mai dimenticato i suoi giochi infantili, ed ora quello che stava facendo era semplicemente un passo in più verso il loro realizzarsi.
     
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    Da piccolo? Cosa intendi?
    La lecita domanda di Febo al riguardo era plausibilmente prevedibile. Il giovane ragazzo sembrava aver pensato che Enas o la sua famiglia avesse avuto a che fare con un Tartarus o qualcosa di simile, un'assunzione più che giustificata dato l'ambito della lezione e la casualità dell'incontro. Febo sembrava una di quelle personalità che preferiscono chiedere prima di dare per scontato delle nozioni, infatti si sarebbe giusto sporto un pò di più verso Enas mostrando uno sguardo interessato e incuriosito. Avrebbe aspettato la risposta, e ci sarebbe stato tutto il tempo di poterla elargire volendo siccome Ira avrebbe ripreso a discorrere solo dopo alcune decine di secondi. Cominciò a intavolare il punto della discussione con tono calmo e analitico, avvalendosi di alcuni appunti che aveva portato con sè all'interno di una cartellina di pelle con il marchio di NeoVenezia dorato sulla copertina marroncina. Un colpo di tosse per schiarire la gola.
    Per prima cosa, i Tartarus sono una costruzione simile a un luogo di potere dalle caretteristiche magiche. Se l'Albero della Vita è un sostentamento per ciò che gli sta attorno, di contro i grandi colossi prodotti dai Tartarus sono l'esatto opposto, e succhiano la vita in varie maniere. E' difficile scendere in dettaglio su questo punto siccome non abbiamo molte casistiche alla mano, e d'altro canto gli studi su queste dinamiche non sono proprio la priorità delle menti più acute...
    Ira avrebbe socchiuso gli occhi mettendo per un attimo il file che aveva in mano da parte sul leggio. L'ultima frase era stata esposta con un tono di ammonimento, difficile dirsi se era voluto o meno, ma non pochi dei presenti ebbero reazioni differenti al riguardo. C'era chi mormorava come lontani conoscienti o l'amico degli amici dell'amico fossero grandi ricercatori impegnati in quella direzione, ma non molti studenti sembravano avere uno stimolo diretto a palesarsi come interessati in prima linea al problema, o che avessero mai attivamente usato le proprie risorse a tale fine. Era un punto di morale importante, e data la base di orientamento e coinvolgimento a cui mirava la lezione, era chiaro che Ira avesse un quadro completo di quale leve tirare e su quali dinamiche battere martello.
    ... Ovviamente potreste anche dimostrarmi il contrario, non sono qui però per giudicare un aspetto del genere, ma se qualcuno è spinto a voler essere coinvolto può anche dar fiato ai propri polmoni e farci partecipi di quello che pensa di sapere...
    Il tono non era proprio di ammonimento o sfida ma aveva un certo sapore di invito a rendere il monologo una più costruttiva discussione, anche per dare la giusta lettura all'atmosfera con cui bisognava avere a che fare.
     
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8 replies since 14/11/2020, 23:24   100 views
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