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Lo sguardo languido di Hilda non sarebbe stato disatteso: i ragazzi si fecero avanti mentre il professore ammirava quello scenario incuriosito ed eccitato, lasciando che Dalamadur si ritrovasse per l'ennesima volta combattuto e frustrato, incapace di assecondare i suoi desideri né di cedere ad essi con troppa facilità. Hilda vide chiaramente il corpo femminile di Morgana avvicinarsi a lei, carezzarla con aria eccitata e maligna mentre lentamente saliva sulla sua testa, posizionandosi in modo da poter accogliere il grosso dildo nero che si allungava dalla bocca di Hilda, così da lasciarsi impalare. Ai lati della donna si unirono alla festa anche Artù e Lancillotto, decisi a prendersi la loro parte: anche loro la accarezzarono sulle spalle e sui seni, portando le dita sature di quella oscura energia sui suoi capezzoli, prima sfiorandoli e stuzzicandoli, poi iniziandoli a penetrare, stimolandoli delicatamente ma con decisione come se stessero toccando la calda intimità della loro amante diletta. Uno stimolo perfetto che serviva a prepararla per la prossima parte: Morgana si lasciò impalare da quel grosso dildo, ritrovandosi seduta sul volto di Hilda con le natiche che stringevano le guance della vampira, mentre il suo cazzo maschile si agitava sul suo volto. Lei si masturbava nel mentre, ancheggiando e gemendo su quell'asta artificiale intrisa del potere di Thresh, e perdeva già umori femminili dalla cappella grondando sul volto di Hilda per farle assaggiare i suoi succhi. Nello stesso istante, Artù e Lancillotto penetravano i seni di Hilda, forse non esagerati come erano Dalamadur e il professore ma anche quei due sapevano come muoversi ed essendo sensibile come non mai, il corpo della vampira poteva sentire quelle mazze di carne affondare nei suoi seni come se le stessero scopando appassionatamente. I movimenti per ora erano lenti ma continui, e spingevano il più possibile per piegare quelle morbide montagne di piacere intorno al loro pube. I gemiti dei ragazzi iniziarono ben presto ad ubriacare la vampira, alla quale restava solamente un unico pertugio in disparte, che Thresh si preoccupò ben presto di preparare al prossimo pasto: non lo penetrò subito, piuttosto si piegò per poterlo leccare come nessuno aveva mai fatto prima probabilmente: la lingua di Thresh era massiccia, molto più del normale, tanto da far deformare la sua bocca e strappare con forza i piercing che tenevano unite le sue guance. Aveva quasi un aspetto mostruoso a quel punto, la sua bocca appariva deformata e quella lingua era grande abbastanza da penetrare il culo di Hilda, circondare la sua carne e la sua intimità, che anche se bloccata dal fallo di Dalamadur in quel momento poteva sentire la carne bollente del non morto pulsare su di lei come se fosse sul punto di esplodere, mentre i suoi denti simili alle zanne di uno squalo circondavano le sue natiche, mordicchiandole e massaggiandole. L'enorme lingua gonfia e pulsante scavò in profondità dentro di lei stimolandola per poterle riaccendere l'eccitazione che l'aveva accompagnata fino a quel momento. . -
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La sua attesa non fu lunga, e le energie delle lanterne che aveva percepito si fecero più chiare ai suoi sensi quando vide Morgana avvicinarsi a lei e carezzarla languidamente. Hilda sapeva che erano allievi prediletti di Thresh, che stava insegnando loro la via delle lanterne, non aveva mai avuto il piacere di passare del tempo con loro al di fuori delle attività scolastiche ed in effetti non si aspettava di vederli lì con loro. Si sorprese in effetti nello scoprire che Morgana non era una femminuccia fisicamente e chissà perché quel perverso dettaglio la compiacque moltissimo. La osservò nella sua conturbante bellezza mentre si posizionava sopra al dildo che le occupava la bocca e la gola. Essendo così vicina si godette lo spettacolo di vedere quel pezzo di plastica premersi contro la corolla di carne della ragazza e poi penetrarla. Avrebbe voluto tantissimo allungare la lingua per saggiarla, ma quel maledetto dildo le occupava la bocca e le ostruiva ogni movimento alla lingua, gettandola in una disperata sensazione di impotenza. Poco dopo notò anche Artù e Lancilotto che si avvicinarono a lei come due tenerissimi pulcini che dovevano fare eseperienza di vita. Tremò al loro tocco curioso ed eccitato per poi sentire i loro membri duri e caldissimi avvicinarsi e poi affondare nella sua carne. Fu una sensazione mai provata prima per lei, e un verso strozzato dalla gola si riuscì a sentire lo stesso. I brividi di piacere erano molto simili a quando le leccavano i seni, ma con la penetrazione quella sensazione si amplificò moltissimo fino a diventare quasi dolorosa e quindi perfetta per lei. Portò istintivamente le mani sulle natiche dei due ragazzi, inizialmente come se avesse voluto bloccare i loro affondi, poi li carezzò come se avesse voluto incoraggiarli come una amorevole mamma che si preparava a "svezzarli" a quella pratica così profondamente perversa. Infine arrivò Thresh che senza tanti complimenti affondò con il viso fra le sue natiche per farle sentire la sua enorme e bollente lingua che si insinuava dentro di lei. Un brivido di intenso piacere la invase e tremò ancora, con altri versi strozzati della gola; le palpebre dei suoi occhi tremarono in uno sguardo ricolmo di piacere mentre sentiva quel muscolo bollente esplorarla. Era stordita totalmente dal piacere e dall'energia che la stava avvolgendo, era così eccitata, così colma di piacere che il suo corpo si nutrì di quell'energia perversa, la clitoride infatti pulsava furiosamente ed iniziò a gonfiarsi sempre di più allungandosi in una forma fallica vera e propria, chiaro segno che ormai Hilda aveva perso totalmente il controllo sul proprio corpo. Le sue mani iniziarono a vagare senso un senso logico fra i suoi amanti, carezzandoli ad uno ad uno, saggiando le natiche giovani e muscolose dei ragazzi, le loro cosce, carezzò il capo di Thresh mentre con l'altra mano cercò di raggiungere il membro di Morgana per masturbarla e darle piacere. Ogni tanto allungava la mano alla ricerca di Dalamadur, l'unico che non aveva ancora sentito su di sé.. -
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L'entusiasmo di Hilda si rivelò contagioso, dato che i ragazzi presero a muoversi più forte lasciandosi coinvolgere dal ritmo della vampira, scopandola e assaporando i suoi tocchi mentre facevano di tutto per darle piacere. Affondi decisi da parte dei ragazzi, e danze sensuali per Morgana che stava tirando fuori tutta la sua perversione in quel momento. Dopo averla lubrificata a dovere, Faust si unì alla festa a sua volta, spingendo quella grossa e gonfia cappella contro la sua corolla di carne oramai completamente dilatata per poi invaderla di nuovo. Il professore si era eccitato ulteriormente grazie a quell'energia oscura, dato che il suo cazzo appariva ancora più brutale di prima: sembrava pulsare pronto ad esplodere mentre contorceva le sue vene gonfie e quelle borchie di carne dentro di lei. La stava scopando con grande forza, sufficiente da far tremare tutti. Se Hilda aveva apprezzato il dolore del suo culo dilatato, della sua gola gonfia e dei suoi seni martoriati, sicuramente avrebbe apprezzato anche la brutalità del non morto che non solo le stava arrossando le natiche con dei movimenti del bacino pressoché letali, ma la stava anche spingendo in movimenti innaturali su quella scomoda e dolorosa sedia, che essendo fatta di metallo lacerava e tirava il suo corpo per farle provare altro perverso dolore. Dalamadur esplose verso di loro, fiondandosi verso Hilda completamente rapito dalla mostruosità che aveva tra le gambe: questa esplose, trasformandosi in una moltitudine di tentacoli composti di fibre muscolari e scaglie che sembravano di un bianco appassito, spento. La creatura avvolse il corpo di Hilda e quelli dei ragazzi, andando ad avvolgere con protuberanze sempre più sottili le loro estremità. I cazzi del professore e dei studenti vennero avvolti da quelle protuberanze aumentando ulteriormente il loro vigore e la pressione energetica che emettevano, poi quelli più grossi iniziarono ad avvolgere Hilda infilandosi ovunque: tra i suoi seni, tra le gambe, intenti a bloccarle gli altri e occupare ogni pertugio possibile, dal naso all'uretra, fino ad avvolgersi intorno al suo membro per poterlo masturbare con forza. Tutti si lasciarono coinvolgere da quell'estasi estrema e più scopavano, più il corpo di Hilda si deformava tra seme, carne, lividi, tagli e lacerazioni. Un pasto completo di ogni tipo di pietanza perversa che culminò con l'orgasmo di tutti i presenti dentro e sopra di lei. La sua carne venne deformata, riempita fino all'orlo, la sua pelle fu completamente ricoperta di seme e quando tutti furono stracolmi di quell'estasi continuarono a masturbarsi e venire su di lei fino a renderla una macchia di pura perversione. Hilda stava assaporando la perfezione dell'opera di Thresh diventandone a tutti gli effetti la diretta protagonista. Solo a quel punto sarebbe stata di nuovo libera, sebbene i suoi sensi e la sua energia fossero oramai ottenebrati da un piacere indescrivibile. . -
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I ragazzi ormai usavano il suo corpo per darsi piacere, era diventata il loro strumento, non poteva fare niente per opporsi, ma non voleva nemmeno fare niente per impedirglielo. Erano così belli mentre si agitavano contro il suo corpo, mentre la desideravano ardentemente e glielo trasmettevano tramite le pulsazioni dei loro cazzi. A loro si ci aggiunse Thresh che senza pietà la impalò con il suo enorme membro nella parte più stretta del suo corpo, spalancandola senza pietà, facendole sentire ogni vena ed ogni callosità del suo membro che le faceva vibrare la corolla di carne ad ogni affondo. Avrebbe voluto gridare e gemere rumorosamente, ma il dildo nella gola glielo impediva, gettandola in un baratro di impotenza e frustrazione che non faceva che aumentare il piacere ed il dolore di quella posizione scomoda e le ferite che ovviamente non facevano che aggravarsi. Come se non bastasse avere la bocca occupata in quel modo le avrebbe impedito di mordere i suoi amanti, negandole la cosa più eccitante che componeva la sua razza. Non poteva far altro che mordere quel pezzo di plastica, ma essendo così grosso da impedirle di stringere la mascella, non le dava la giusta soddisfazione. Ecco perché i suoi sensi in quel modo venivano accuiti da tutto il resto di ciò che le facevano, obbligandola a dare attenzione a loro e non perdersi nei propri desideri, ed ancora più importante nei suoi pensieri. Il gran finale lo diede Dalamadur che gettandosi su di loro mostrò una qualità che non aveva mai mostrato prima, avvolgendo tutto il gruppo con le sue spire mostruose, calde e avvolgenti. Hilda non si era mai sentita in quel modo prima di allora, si sentì travolgere da tutti loro con la stessa forza di una valanga che arrivava a valle. Le sensazioni non fecero che moltiplicarsi sempre di più, sembravano infiniti, sembrava che non avesse mai e poi mai esplorato il proprio corpo, ne perse totalmente il controllo. Non riuscì a gestirsi tutte quelle sensazioni, venendo ancora ed ancora, impazzendo sotto il loro trattamento che divenne una straziante tortura. Mai aveva provato qualcosa di simile, nemmeno nelle sue orge più sfrenate era mai arrivata a quel livello. Il piacere ed il dolore si confusero, così come l'eccitazione e la paura, si sentiva precipitata in un incubo senza via di uscita che conteneva però anche elementi troppo piacevoli a cui sottrarsi. Ben presto capì che da predatrice era diventata una preda. Questa partita l'aveva vinta senz'altro Dalamadur. L'aveva umiliata, seviziata e torturata facendole pagare ciò che gli aveva fatto lei la prima volta. Si era sentita morire nel loro abbraccio letale, ma anche rinascere a nuova vita. Alla fine quando il suo corpo non poteva più produrre seme o umori perse i sensi. Non le era mai successo, mai, e ciò la terrorizò poiché si rese conto di quanto in realtà poteva essere impotente davanti al suo stesso masochismo. Quando riprese i sensi, venne colta da una profonda e primordiale paura che la spinse a fuggire, impedendo a Thresh di curarla. Aveva sentito parlare delle torture di Thresh, ma aveva sempre dato per scontato che fossero solo giochini perversi di BDSM più o meno estremi. Lo aveva sottovalutato, aveva fatto vincere il suo pregiudizio e ne aveva assaporato la sconfitta. Non avrebbe mai immaginato però che il destino le avrebbe serbato una bella sorpresa e le avrebbe mostrato il suo nuovo amore. Da quando Hilda era entrata nel culto delle lanterne non credeva più alle coincidenze..