Harder Daddy

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    La risposta tagliente e sprezzante di Hilda risvegliò qualcosa in Dalamadur, tanto che i suoi occhi si accesero di un bagliore... umano, per così dire, come se avesse ritrovato per un momento il senno. Thresh ridacchiava compiaciuto, non soltanto perché stava ottenendo da Hilda quello che voleva ma anche perché la povera donna non aveva la minima idea di cosa fosse successo a Dalamadur, e cosa alimentava la sua furia. Sapeva sol oche ora il mostro sotto di lei non era più colto dalla passione bruciante che lo stava portando a gustarsi quel seno meraviglioso, si stava piuttosto alzando lentamente con la schiena, superando in stazza Hilda e fissandola dritta negli occhi. Il professore si avvicinò a lui, sussurrandogli qualcosa molto piano, ma abbastanza forte perché la Vampira lo capisse. Fu criptico, ma diede un chiaro indizio sul passato di quella creatura stretta tanto saldamente tra le sue catene.
    Capisci... amico mio? Nonostante la lanterna che porta stretta attorno al suo cuore... lei non pensa che il tuo odio dovrebbe esserle rivolto contro. Forse si sente innocente... una lanterna... innocente... tu che ne pensi... Dalamadur?
    Gli occhi della creatura tremarono sempre più rapidamente mentre le parole di Thresh prendevano forma nella sua immaginazione, poi la rabbia prese il sopravvento e di nuovo esplose in un ruggito furioso verso l'alto, mentre gli artigli delle mani serravano la presa sui suoi enormi seni riportandoli a sanguinare. Il professore si concesse un ghigno divertito, poi con l'abilità che contraddistingueva un pervertito esperto come lui, strinse la verga del suo mostro e la spinse verso l'intimità di Hilda, bastò sommare la cosa alla rabbia di Dalamadur per iniziare una violentissima penetrazione senza la minima preparazione, forse Hilda poteva essersi eccitata dal dolore ma era senza ombra di dubbio un inizio che lasciava ben poco spazio al piacere, viste anche le consistenti dimensioni di quella mazza irta di spuntoni che ora si allungavano e ritiravano al ritmo delle pulsazioni di Dalamadur dentro di lei. A quel punto, Thresh tornò su di lei, afferrandole un corno per sbatterle la testa contro il muro mentre Dalamadur, seppur già completamente dentro di lei, spingeva contro il suo utero per spalancarlo senza alcuna preparazione, così da far sprofondare anche il resto del suo cazzo più in fondo che poteva, anche se Hilda si fosse opposta nulla gli avrebbe impedito di spingere rabbiosamente.
    Sei disposta a sacrificarti per lui ma non ad incatenarlo a te? Quanto stupida e ingenua puoi essere? Questo non è assolutamente da te, la perdita ti ha portata alla follia è ovvio... ma non la follia che possa piacere alla nostra Dea, una follia così ingenua da risultare disarmante. Noi non scendiamo a patti con l'abisso quando è troppo tardi... l'abisso è la nostra dimora. Non barattiamo anime con Labirinto, noi ci facciamo servire da esso. Le tue emozioni sono la tua ricompensa... non la tua gabbia!
    Mentre Thresh la teneva ferma con quel corno stretto nella mano, Dalamadur iniziava a muoversi dentro di lei per dare vigore alle sue spinte, aveva tutta l'intenzione di spalancarle l'utero come se quella verga fosse un'ariete da sfondamento, e ci sarebbe riuscito non importava quanto avrebbe dovuto ruggire per farlo.
     
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    Hilda si sorprese nel vedere Dalamdur reagire in quello strano modo, sembrava quasi che le parole di Hilda avessero risvegliato la sua coscienza e si stesse rendendo conto che in effetti non aveva tutti i torti. Non era Hilda la donna che odiava così tanto, sembrava che stesse per pensare quello, quando in realtà Hilda non aveva la più pallida idea di cosa avesse passato quella creatura, di quanto fosse complicata la sua psiche e di come in realtà Thresh aveva incasinato tutto di lui. Lo vide ergersi in altezza su di lei, come se avesse voluto affermare la sua supremazia su di lei con la sola presenza. A quel punto Hilda non seppe più cosa pensare, non aveva idea di cosa stesse pensando quella creatura e si sentì smarrita e confusa. Thresh si avvicinò a lui e gli sussurrò delle parole, che le fecero intuire qualcosa, solo l'ombra di ciò che albergava nel suo cuore. Hilda iniziò ad intuire che non era solo verso persone specifiche che covava rancore, ma su tutte le persone che erano subdole e avevano fatto del male al prossimo? Che diamine aveva fatto Thresh? Era così chiaro adesso quanto la presa di quel professore era forte sulla sua creatura visto che non vedeva in lui ciò che odiava di più al mondo. Oppure proprio perché lo vedeva ma non poteva ribellarsi che lo gettava sempre in una disperazione più nera? Non avrebbe dovuto, ma gli occhi di Hilda iniziarono a vedere Dalamadur sotto una luce diversa, e invidiò quel cuore così vivo e pregno di sentimenti, il suo dolore che non conosceva confini. A quel punto desiderò più che mai saggiare il suo sangue, così da poter sbirciare anche solo un barlume della sua anima. Il ruggito di Dalamadur rimbombò nella sua cassa toracica facendola gemere di dolore, di paura e di piacere. Venne investita dalla sua furia cieca, non c'era niente che potesse prepararla al momento in cui la verga di Dalamadur la impalò senza pietà, togliendole il respiro. La sua bocca si spalancò ma uscì solo un sibilo privo di fiato, mentre i suoi occhi lasciavano intendere quanto le avesse fatto male. Le vennero forti vertigini, l'iride si sollevò verso l'alto lasciando vedere solo la sclera nera e per pochissimo tempo perse i sensi. Furono le pulsazioni della carne di Dalamadur contro la parete uterina a risvegliarla gradualmente, accelerando i suoi sensi da 0 a 100 in pochissimo tempo per via del dolore lancinante, mentre le parole di Thresh le scivolavano nelle orecchie facendola gemere frustrata e rabbiosa. Si sentiva totalmente bloccata e impotente, esattamente come il suo cuore alla ricerca di Dorian e delle sue tracce che sembravano svanite nel nulla. Non riuscì a dire nulla, non poteva dire nulla perché il suo corpo era attraversato da continue fitte di dolore, le rendevano difficile pensare, figurarsi pronunciare una frase di senso compiuto. Non riuscì più nemmeno a contenere la sua forma vampirica, lasciando apparire le sue ali di membrana, i suoi artigli e piccole vene pulsanti attorno agli occhi che le permettevano di vedere le vene pulsanti di sangue ed energia. Visto che la stava scopando ed era così vicino, Hilda non riuscì a resistere alla tentazione, era troppo forte la sua sete per ragionare lucidamente. Si abbassò su Dalamadur, per morderlo sul collo, lì dove c'era la vena più grossa e succosa che pompava il suo sangue. Lo stiletto l'avrebbe ferita di più, la mano impalata contro il muro scivolò di qualche centimetro sulla lama aggravando la ferita, eppure la priorità era il collo di Dalamadur, il suo sangue e quel richiamo folle a cui non poteva più resistere.
     
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    Il tentativo di lambire il collo di Dalamadur venne prontamente interrotto proprio dal guerriero stesso, che afferrandole la gola con una mano le impedì di avvicinarsi oltre, ruggendole in volto mentre lei a fauci spalancate tentava di azzannarlo. Sembravano due bestie intente a litigare, con la differenza che quella mostruosità meccanica la stava stuprando con ritmo crescente, strappandole ulteriori forze man mano che entrava dentro di lei, sempre più a fondo, sempre più forte. Thresh non poteva fare altro che bearsi di quella deliziosa situazione, ridacchiando compiaciuto mentre si contendevano un dominio folle e assolutamente insensato.
    Mia cara, non lo chiamo "il guerriero" solo per fare scena... Dalamadur non è un tipo che si arrende facilmente, men che meno quando deve affrontare una lanterna...
    Inutile dire che quello spettacolo lo stava eccitando, e il professore non era di certo uno che nascondeva i suoi desideri tanto facilmente: difatti a coprirlo non c'era più nulla che non fosse il suo oscuro cappotto, prima lacero ma adesso ben sistemato e rattoppato dai poteri di Nefertiti, quindi più bello che mai. E privo di filtri, il suo enorme cazzo coperto di vene pulsanti e irto dei spuntoni che Hilda stessa gli aveva inflitto tempo fa, era già pronto a prendersi la sua parte.
    Amico mio, usa le dita... torturala come si deve...
    Si pronunciò, mentre si preparava a fare qualcosa che avrebbe messo in chiaro il suo controllo su quella zona. Mentre Dalamadur si preoccupava di eseguire quell'ordine spostando l'indice e il medio dentro la bocca di Hilda come a volerla strozzare, Thresh cambiò colore della pelle e dei vestiti, diventando simile alla pietra, la stessa pietra sulla quale Hilda era stata appesa e con la quale ora il non morto si stava fondendo. Se avesse potuto guardarlo, la vampira avrebbe visto una sagoma umanoide muoversi sulla superficie del muro, come se fosse un lenzuolo sotto la quale si trovava una persona, ma era a tutti gli effetti durissima e fredda pietra. Quando il non morto fu alle sue spalle, Hilda poté sentire distintamente la grossa e vigorosa verga del professore uscire dalla parete, assieme alle sue massicce e forti mani che si avventarono sui suoi seni riprendendo a massaggiarli. Dalamadur si assicurò di piantarle la mano corazzata in gola il più possibile, costringendola a perdere saliva dalle labbra e farla colare su tutto il suo corpo, andando a lubrificarle i seni, le natiche e l'intimità. Essendo il corpo di Dalamadur molto duro, fu impossibile per la Vampira riuscire a morderlo in maniera efficace, riuscendo solo a graffiarlo: quel poco di sangue che non le bastava per avere ciò che desiderava ma era più che sufficiente per farla eccitare ed affamarla ancora di più, così che diventasse sempre più difficile mantenere il controllo che tanto disperatamente la gettava nel caos.
    Ora si che ci siamo... avanti, tira fuori tutto ciò che hai dentro. Hai perso Dorian, quindi non solo te lo sei lasciato sfuggire... ma hai anche affamato il tuo desiderio. Su chi sfogherai i tuoi bisogni ora? Nessuno ti è più succube... nemmeno Dalamadur. Sei destinata a morire di fame?
    Parlò mentre sfregava la sua enorme mazza tra le natiche di Hilda, e quando il discorso fu al culmine la sua enorme cappella iniziò a farsi strada dentro di lei, spalancando la corolla di Carne della vampira con quel poco di lubrificante che aveva distillato dalla sua bocca, preoccupandosi ben poco che scivolasse a dovere, cercando di occupare quanto più possibile quel delizioso pertugio. Il non morto si lasciò sfuggire un verso caldo, profondo e duraturo, simile al piacevole lamento di una creatura celata nel profondo della sua caverna, ma anche se Hilda stava venendo posseduta da due corpi possenti e perversi, non era lei ad avere il controllo :Questa era la lezione che Thresh voleva impartirle... inutile disperarsi e piangere sul latte versato, doveva cercare qualcosa di nuovo da assaporare, solo per sé, che rispondesse unicamente a lei. E finché non lo avrebbe capito, loro l'avrebbero stuprata ancora e ancora fino a che nel suo cervello non sarebbe rimasto nulla che non fosse il desiderio di riprendere il controllo.
     
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    Hilda emise un strozzato lamento frustrato quando la mano di Dalamadur le afferrò la gola impedendole di arrivare a destinazione. La vena pulsante sul suo collo continuava a farle sempre più gola e la sete di sangue non fece che aumentare, aggravando la sofferenza fisica di Hilda. Continuava a spingere con la testa per poterlo raggiungere, non facendosi nemmeno intimorire dai ruggiti di Dalamadur, ovviamente però non sarebbe riuscita ad avanzare di un solo millimetro in avanti, troppo indebolita dalle ferite e da come Dalamadur la stuprava. Non si accorse nemmeno che Thresh si era spogliato e fosse colmo di desiderio a sua volta. Dovette infatti fare i conti con le dita di Dalamadur che le si ficcarono in bocca. Li morse con forza mugugnando di soddisfazione poiché il suo bisogno di mordere era stato appagato, anche se non riuscì a sentirsene felice dato che era durissimo e non poteva godersi la carne che veniva bucata dai suoi canini. Il massimo che riuscì a fare fu graffiarlo e le poche gocce di sangue che le finirono sul palato aumentarono la sua sete invece di sedarla. Dalamdur ottenne quindi ciò che voleva perché Hilda gli ciucciò le dita avidamente, facendo serpeggiare la sua lingua lungo le falangi, risultando forse anche un po troppo lasciva, ma non poteva farne a meno. Non servì quindi molto impegno a Dalamadur per farla sbavare oscenamente, facendo quasi sembrare che Hilda godesse della sua violenza invece di sentirsene umiliata. Intanto Thresh si spostò alle sue spalle, attirando l'attenzione di Hilda visto che stava usando uno strano fenomeno che la confuse al punto da farle venire il dubbio che stesse sognando. Un dubbio che venne fugato nel momento in cui percepì la sua verga e le sue mani contro il suo corpo, scuotendola dalla sensazione di smarrimento. Thresh continuò a parlarle a ricordarle che aveva perso Dorian facendola soffrire ma allo stesso tempo facendola riflettere: voleva davvero concentrare ogni sua energia a lui e lui soltanto? Affamandosi al punto da morire di fame? No, non era ciò che voleva, e gli aveva chiesto aiuto proprio per quello. I suoi pensieri si confondevano e si scioglievano in un impasto informe, la sua mente vacillava poiché anche Thresh decise di unirsi alla festa penetrandola senza pietà. I suoi sensi erano confusi poiché si sentiva impalata contro un muro, ma allo stesso tempo c'era Thresh e la sua carne bollente che la invadeva, come se si fosse fuso alla parete contro cui era bloccata. Davanti invece aveva Dalamadur furioso e nel pieno delle sue forze che abusava di lei, ricordandole la fortuna sfacciata che aveva avuto nel batterlo la prima volta. Era diventato tutto così intenso da non riuscire più a distinguere il dolore dal piacere, non riusciva più a pensare e finalmente raggiunse uno stato di pace mentale che la portarono a godersi il momento che stava vivendo. Le venne voglia di baciare Dalamadur, e poi baciare anche Thresh, ma aveva già la bocca occupata dalle dita, quindi continuò a ciucciarli come se ne dipendesse della sua vita. A quel punto solo a quel punto l'unica mano libera di Hilda, si spostò sulla guancia di Dalamadur per una carezza dalle dita tremanti. Difficile capire se quel gesto era di gratitudine o se era una richiesta di pietà, lei era troppo sconvolta dalle sensazioni che la portarono verso lidi di piacere sconosciuti e impensabili, superando la sensazione di un orgasmo in qualcosa di più profondo e sconvolgente.
     
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    Mentre il professore scivolava malignamente dentro quello stretto e profondo anfratto con la giusta pazienza, Dalamadur era invece una furia e diventava sempre più irruento ad ogni momento che passava, tanto che quando Hilda cercò di carezzarlo quel gesto durò solo pochi istanti, perché subito dopo il guerriero le replicò selvaggiamente, spalancando le fauci in un ruggito bestiale per poi azzannarle la mano con forza, mordendole la parte tra la base del mignolo ed il polso, ritrovandosi a morderla come se la stesse rosicchiando. Assuefatto dal piacere, divenne impossibile strapparle carne o frantumarle le ossa, quindi si limitava a morderla selvaggiamente, per una come Hilda quello doveva essere un altro stimolo di piacere visto che le zanne di Dalamadur le stavano torturando la carne e il sangue della vampira scivolava sulla sua bocca furiosa e mostruosa. Alle spalle della vampira, il professore non poteva far altro che ridacchiare soddisfatto di fronte ad un simile spettacolo.
    Sembra proprio che Dalamadur abbia una grande voglia di mangiarti viva... scommetto che nella sua VERA forma ci riuscirebbe anche, ma adesso è troppo assuefatto dal piacere. Immagino che lui sappia come gestire i suoi desideri... tu invece Hilda? Avendo perso Dorian immagino non avrai più buoni motivi per continuare a dedicarti ad altro... forse diventare il suo spuntino sarebbe la fine che più ti calza. Sono sicuro che Dalamadur ti divorerebbe con piacere... e dopo averti consumata fino all'osso si dispererebbe fino alla fine dei tempi per aver consumato qualcosa di tanto buono così frettolosamente...
    Attraverso Dalamadur, Thresh stava cercando di farle capire qualcosa di molto importante: Hilda non doveva concentrare tutte le sue energie su Dorian, oramai lo aveva perduto, disperarsi per lui aveva senso tanto quanto cercare di prosciugare un mare intero. Ciò di cui aveva bisogno era qualcosa di nuovo a cui dedicare anima e corpo, qualcosa di migliore, distillato dalla sua esperienza, reso più forte dal dolore che aveva provato. Ogni spreco era una perdita impossibile da sedare, ecco ciò che doveva capire. Dolorosamente, come se qualcosa dal muro l'avesse spinta via, la lama che infilzava il costato di Hilda saltò via, liberandola in parte dalla sua prigionia ma aprendole una ferita da cui iniziò a sgorgare sangue. Le mani del professore passarono dai suoi grossi e morbidi seni alle sue gambe, che vennero prontamente sollevate in modo che le ginocchia fossero il più possibile vicine alle sue spalle. In quel modo, la penetrazione dei due enormi cazzi dentro di lei divenne molto più profonda: Dalamadur riuscì a spingere la cappella contro la parte più profonda del suo utero, finendo col riempirla e portandola parte più massiccia della sua verga proprio all'entrata dell'utero, in quel modo ogni pulsazione sarebbe stata più intensa. Nello stesso momento la verga del professore prese a muoversi con più forza e le punte carnose che la caratterizzavano scivolavano dentro l'ano oramai completamente dilatato di Hilda, stimolandole la corolla di carne con ogni singola punta e ogni singola vena gonfia che caratterizzava quella mostruosità ardente. L'amplesso si fece molto più intenso e il loro obbiettivo era portarla ad un primo orgasmo che le togliesse del tutto le forze. Che non sarebbe stato altro se non l'inizio...
     
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    Hilda avrebbe dovuto aspettarsi una reazione del genere da parte di Dalamadur. Selvaggio e indomito fino alla fine, ma il suo scopo non era di certo quello di rabbonirlo. Mordendola sulle mani l'aveva ferita, e sulla sua lingua sarebbe finito altro sangue della vampira, avrebbe quindi ingerito qualche goccia della sua essenza, anche perché lei avrebbe carezzato con le dita la lingua della belva. Hilda aveva un profondo legame del suo potere con il proprio sangue, saggiare il sangue di Hilda era praticamente come subire l'influenza del suo potere che avrebbe accresciuto ancora di più l'eccitazione e l'attrazione fatale verso di lei. Sicuramente un'arma a doppio taglio che avrebbe portato Dalamadur a stuprarla con ancora più foga, togliendole il respiro ad ogni disperato affondo, ma l'avrebbe salvata da morte certa. In totale contrapposizione invece Thresh la trascinava verso il piacere con i suoi movimenti studiati nel suo stretto anfratto, facendole piacere la penetrazione, così da confondere ancora di più i suoi sensi già parecchio alterati. La voce profonda e sensuale di Thresh continuò a carezzarle la mente, portandola a concentrare tutte le sue attenzioni su Dalamadur e su folle fantasie autodistruttive. Sarebbe stato incredibilmente doloroso, e probabilmente Hilda sarebbe stata anche felice di essere l'artefice della sua disperazione una volta che l'avrebbe consumata del tutto. Quanta passione avrebbe mostrato nel divorarla, quanto odio avrebbe riversato sul suo corpo. Quelle fantasie la stavano eccitando ancora di più, alimentata da distorte visioni masochistiche. Poteva prendersi una cotta anche per Dalamadur? Quella creatura era così bella, così tormentata da farle desiderare di avere una parte di lui tutta per sé. Forse preso com'era Dalamadur non avrebbe potuto seguire i pensieri strani che stava facendo, ma avrebbe sentito chiaramente la cervice stringersi attorno alla sua verga mentre Thresh le parlava.
    Quando mi stancherò di vivere, allora potrei anche farmi divorare da lui... sarebbe meraviglioso sapere che dopo sarebbe disperato per me. disse con la voce parecchio provata da tutto ciò che stava subendo, ogni tanto doveva fare una pausa, ma il suo messaggio era chiaro, sembrava quasi volesse sedurre Dalamadur ancora più di così. Fissò infatti Dalamadur curiosa di vedere la sua reazione a quelle parole, poiché stavano tracciando un legame fra loro due particolarmente contorto ma che fecero sentire Hilda meno estranea ai sentimenti della belva. Difatti dopo aver parlato sarebbe stata Hilda stessa a cercare di nuovo le dita di Dalamdur per ciucciarle sensualmente ormai totalmente persa in quel crogiolo di lussuria sfrenata. Mentre lo guardava lo stiletto infilzato nello stomaco finalmente venne tolto, ed una stilla di dolore profonda la fece gemere rumorosamente. Il sangue continuò a sgorgare dal suo corpo scivolando verso il basso dove avrebbe lubrificato le loro carni che si univano. Finalmente poteva inarcare la schiena e lasciarsi andare totalmente ai suoi due crudeli amanti. Sollevandole le gambe in quel modo sarebbe stata totalmente esposta ai due che potevano arrivare in profondità dentro di lei, gonfiandole il ventre ad ogni affondo. L'amplesso divenne quasi insostenibile, Hilda non sarebbe più stata in grado di parlare, poteva solo gridare di dolore e piacere abbandonandosi totalmente a loro. Sì Thresh aveva perfettamente ragione, doveva andare avanti, doveva trovare nuovi stimoli, nuovi amori con cui tormentarsi, e Dalamdur poteva essere uno di quei amori. Il piacere crebbe sempre di più, poiché la sua mente perversa e contorta rese tutto quanto profondamente piacevole per lei. Venne travolta da un potente orgasmo che le fece schizzare umori contro il ventre di Dalamadur, mentre la sua corolla di carne si contorceva disperata attorno alla verga di Thresh. I suoi occhi erano rivolti verso l'alto in una espressione di estasi pura mentre la bocca spalancata era abbandonata a sbavare ancora sulle dita. Ferita e provata dall'orgasmo i due riuscirono nel loro intento di sfinirla totalmente poiché il suo corpo si abbandonò totalmente a loro due. Anche se devastata dal piacere estatico in cui l'avevano portata, sul suo volto c'erano le tracce di una perversa espressione di gratitudine.
     
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    La risposta di Hilda divertì non poco il professore che ridacchiò malevolo mentre assaporava la sua carne e le carezzava la pelle con quelle dita sempre più impazienti.
    Questa si che è una risposta degna di te...
    Il povero Dalamadur non riusciva a diventare una minaccia neanche quando stringeva tra le fauci la mano della sua vittima e la stuprava con tutta la forza che aveva in corpo. Hilda dava l'idea di aver ritrovato il suo equilibrio (o squilibrio) mentale naturale, e stava assaporando quell'esperienza come l'ennesimo viaggio sulle giostre che solamente Thresh poteva offrirle. Chiaramente quello non era che l'inizio, ma il modo in cui la vampira stava gustando l'esperienza non fece altro che portare Dalamadur ad inferocirsi ancora di più, iniziando a ringhiare mentre pompava con forza crescente dentro di lei, con la massima frustrazione in corpo che veniva pian piano soverchiata dal sangue maledetto di Hilda che lo portava sempre di più più verso il piacere e lontano dalla vendetta. Il suo corpo era chiaramente troppo debole a quegli stimoli, specialmente quando la calda carne della vampira lo avvolgeva del tutto e lei ansimava proprio di fronte al suo sguardo. L'orgasmo poi fu il colpo di grazia che fece a pezzi la volontà di Dalamadur, portandolo a ringhiare di frustrazione mentre sputava via la mano di Hilda per liberarsene e si allontanava da lei privandola di quella mano forzuta, che aveva iniziato ad apprezzar.e Quanto poteva essere fastidioso per lui ritrovarsi in una situazione simile mentre cercava disperatamente di prendersi una rivincita? Era impossibile, Hilda non poteva concederglielo, era troppo pazza. Al contrario del guerriero però, che scivolò lentamente fuori dalle carni di Hilda senza darle soddisfazione, Thresh si assicurò di accompagnare l'orgasmo della vampira con il suo, spingendo quella mostruosa carne fino in fondo e pulsando al ritmo con cui quella corolla di carne si contorceva, assaporandone la pienezza mentre il suo seme bollente e denso riempiva il ventre della vampira fino a gonfiarle leggermente lo stomaco. Un'invasione deliziosa accompagnata da un verso basso, gutturale e perverso, che portò il non morto a scivolare fuori dalla parete mentre abbracciava candidamente Hilda e si portava verso di lei con le labbra, cercando un caldissimo e sensuale bacio che accompagnò quel primo e travolgente orgasmo. Le concesse le sue labbra per tutto il tempo possibile, come a voler dare a Dalamadur il tempo di assaporare quello spettacolo e lasciarsi affamare: la fica di Hilda era completamente esposta e tremava per via dell'orgasmo di fronte al guerriero, sporca di umori e di sangue mentre il suo culo perfetto e pieno grondava del seme perverso del non morto, così caldo e pregno di potere da sembrare quasi che potesse scioglierle la carne.
    Che delusione... non è così che si tratta una donna amico mio, sono davvero stupito dalla tua mancanza di devozione. Vuoi davvero lasciare questa carne deliziosa a sé stessa? Sarebbe mostruoso anche per te...
    Ora che poteva dirsi libera dalla morsa delle lame di Thresh e dall'abbraccio perverso di Dalamadur, Hilda poteva finalmente riprendere fiato, per quanto quel tizzone di carne infilato nell'intestino glielo permettesse ovviamente. Thresh la liberò gradualmente della sua presenza, sempre tenendola affettuosamente tra le braccia così che non subisse ulteriori traumi, le torture non erano finite ma non era altrettanto quello il caso di lasciarsi andare alla smania. Dovevano procedere per gradi, oppure il quadro sarebbe stato approssimativo. La lasciò scivolare a terra finché Hilda non crollò completamente priva di forze: anche se non era una dona normale il sangue che stava perdendo non doveva essere un toccasana, specialmente per una vampira. Le afferrò di nuovo le gambe per costringerla a ribaltarle il più possibile, così tanto che solo la parte superiore della schiena, le spalle e il capo di Hilda furono effettivamente a terra, perché le sue natiche e la sua intimità risultavano pressoché rivolte verso l'alto. Mentre la teneva sollevata in quel modo, il non morto era piegato su Hilda così da mettere la base della sua verga proprio di fronte alla bocca della vampira, come a volerle concedere un perverso palliativo mentre aspettavano che il guerriero si facesse avanti.
    Guardala... la sua carne gronda di piacere... le hai concesso un orgasmo ma non le hai dato ciò che voleva davvero. Prendi il tuo cazzo e riempila fino in fondo... non devi esitare...
    L'invito di Thresh aveva reso il guerriero languido, eppure lui ancora resisteva: eccitato si, con i pugni stretti e le fauci ancora sporche del sangue di Hilda digrignate, ma non avanzava perché sapeva bene quanto facilmente poteva cedere alla malia di quella creatura diabolica. Non poteva lasciarsi andare, non poteva arrendersi, non era un giocattolo e per questo resisteva. Le parole di Thresh non erano abbastanza per corromperlo... ma come avrebbe potuto resistere a lungo di fronte a quelle labbra spalancate e quel culo traboccante di seme bollente che fuoriusciva lentamente da dentro di lei? Era uno spettacolo osceno... e irresistibile.
     
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    Il povero Dalamadur non poteva nemmeno immaginare quanto la mente di Hilda fosse contorta e complicata. Lo vedeva eccome minaccioso, sapeva benissimo che se non ci fosse stato Thresh lì con loro sarebbe già morta. L'odio feroce che animava quella creatura però la afffascinava come il fuoco affascinava una povera falena che si gettava nella morte attirata dalla lucentezza di un elemento così dannoso. Le aveva dato molte emozioni in quel tempo che stavano trascorrendo insieme, ed era per quello che aveva quella faccia colma di gratitudine perché era riuscito a strapparla via dai pensieri fissi su Dorian, aprendole gli occhi sul mondo che la circondava: se c'era una creatura così affascinante come lui, non poteva fossilizzarsi unicamente sul suo amore perduto. Che spreco sarebbe stato lasciarsi sfuggire delle meraviglie come Dalamadur. Anche nel momento più piacevole, nonostante la stesse vedendo venire, lui non le volle dare alcuna soddisfazione, frustrato si allontanò da lei, lasciandola in bilico fra le braccia di Thresh che le diede quella stilla di piacere in più che la fece urlare e tremare, beandosi di quel seme ricolmo di energia che aveva imparato ad amare ogni volta che gliel'aveva concesso. L'orgoglio di Dalamdur era immenso, superava anche la malia eromantica in cui l'aveva gettato Hilda e lo poteva capire benissimo dal fatto che la sua verga era marmorea ed enorme, totalmente insoddisfatta. E proprio per quel motivo Hilda si voltò verso Thresh baciandolo con una passione smisurata, facendo danzare le loro lingue fra le labbra, mentre contiuava a gemere rumorosamente. Sembrava quasi che non sentisse più nemmeno le ferite, quando in realtà erano anche quelle ad aver contributo al suo orgasmo intenso, inimitabile. Indebolita dall'orgasmo e dalle ferite, per non parlare della perdita di sangue, divenne come una bambolina inerme mentre venne adagiata a terra con delicatezza. Hilda aveva perso totalmente la sua aria da predatrice, sembrava un animale in pena che aspettava il suo colpo di grazia. Il dolore continuava a bruciarle dappertutto, la sua mente era svuotata totalmente, aveva trovato un attimo di pace ed era devota ai suoi due crudeli amanti. Come ipnotizzata dalla verga del professore davanti alla sua faccia, debolmente tirò fuori la lingua carezzandolo sulla base e sui testicoli, come se quel gesto fosse totalmente naturale, poiché era ciò che doveva fare in un momento come quello: lei era la vittima e doveva concedere la sua carne al predatore. Intanto Thresh sembrava voler convincere Dalamadur a finire il suo lavoro a non rimanere in quello stato pietoso, a dare sfogo alla sua libidine così da concedere anche a lei ciò che voleva. In realtà Hilda era arrivata al suo orgasmo, quindi aveva già ottenuto ciò che le serviva, cosa che invece lui non aveva raggiunto. E glielo volle far capire con uno sguardo, lo guardò dritto negli occhi, sorridendo malefica ma provata. Aveva uno sguardo che sembrava volergli dire che aveva già avuto tutto ciò di cui aveva bisogno, così da provocare di nuovo la sua ira verso di lei, usando la psicologia inversa rispetto a Thresh. Voleva fargli capire che non aveva più bisogno di lui, che aveva già ottenuto ciò che voleva e che quindi era stata lei a vincere nonostante fosse ridotta in quel modo. Per invogliarlo ulterioremente, contorse l'ano come un perverso occhiolino che fece colare altro seme verso l'esterno, mentre la clitoride pulsava sulle sue labbra vaginali lucide di umori, arrossate e leggermente divaricate poiché non era ancora tornata alla sua forma originale, dato che fino a poco tempo prima l'aveva spalancata con la sua enorme verga. Hilda sperava che lo sguardo lanciato bastasse a scatenarlo perché iniziava a sentirsi molto debole e senza stimoli esterni probabilmente avrebbe perso i sensi.
     
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    Il bacio di Hilda e di Thresh affamò il guerriero, furioso e insoddisfatto per quanto maledettamente accecato dal suo orgoglio e destinato pertanto a restare in quelle condizioni se non spingeva il suo istinto in una direzione precisa. Purtroppo per lui. Il professore e la vampira stavano giocando malignamente con la sua stessa perversione, plagiata e marcita a causa delle angherie che Thresh lo aveva costretto a sopportare negli anni, trasformandolo in una macchina della tortura vivente. Non poteva resistere a quel richiamo, e questo il non morto lo sapeva molto bene. Il professore non si perse in troppe spiegazioni, inutili in quel momento per numerosi motivi. Il primo, era che ovviamente anche lui risultava distratto: la lingua e le labbra di Hilda stavano assaporando la base della sua verga portandolo ad irrigidirsi e guizzare verso l'alto come una belva affamata che si prepara a scandire il suo territorio di caccia con un potente ululato. D'altro canto, aveva visto il gioco psicologico che Hilda voleva mettere in gioco col suo mostruoso amante, mostrandosi del tutto soddisfatta, come se non avesse bisogno di lui e anzi, beandosi della verga di tutt'altro amante come mera ciliegina su una torta già ampiamente farcita, figuratamente o letteralmente che fosse. Di fronte ad un simile scenario, Dalamadur rischiava seriamente di impazzire: voglia, rabbia, disprezzo e frustrazione si accatastarono nella sua mente, ammucchiandosi in maniera caotica mentre perdeva il senno non riuscendo più a capire se doveva assecondare più il suo desiderio o più la sua voglia di vendetta. In qualsiasi caso si sarebbe accanito su di lei, ma nel profondo sapeva benissimo che questo era esattamente ciò che Hilda voleva... per questo impazziva. Ma per quanto ancora poteva rimanerei n stallo? Con gli occhi vacui e tremanti ma ipnotizzati verso quello scenario indecente, per quanto ancora poteva tenere le zanne digrignate mentre una bava copiosa colava dalla sua bocca come se volesse sanguinare piuttosto che darle soddisfazione. Quanto ancora poteva fingere che quella verga mostruosa non volesse con tutto il suo essere possederla fino a farla gridare ancora, riempirla come Thresh aveva fatto poco prima e portarla ad un orgasmo che le avrebbe tolto i sensi. Quanto ancora?
    WHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARG!!!
    Quel ruggito potentissimo strappò un ghigno compiaciuto sul volto di Thresh che afferrò saldamente le gambe di Hilda così da non perdere la presa anche di fronte alla furia mostruosa di Dalamadur, mentre il guerriero si lanciava verso di lei incapace di trattenersi oltre. La afferrò per i fianchi tirandola a sé, non prese neanche la mira, la sua verga era dritta quel tanto che bastava per somigliare ad una temibile e letale lancia. Spinse con tutta la forza che aveva in corpo dentro la sua intimità, violandola anche peggio di quanto aveva fatto prima di allora, spalancandola ulteriormente rispetto a poco prima occupando più spazio: la sua verga era cresciuta in dimensioni, soprattutto in larghezza, e risultava gonfia come se qualcosa sotto la sua pelle stesse cercando di esplodere da un momento all'altro. Non fu delicato, ma la carne di Hilda era così lubrificata che scivolò con una facilità disarmante, dalla base delle grandi labbra fino alla parte più profonda del suo utero, schiacciando la cappella contro la parete estrema per poi iniziare a scuotersi come se volesse strapparle gli organi interni con un colpo solo. Doloroso, ma inerme, perché non c'era spazio per la violenza. Dalamadur spinse così forte il suo cazzo dentro di lei che i loro bacini si colpirono reciprocamente con violenza, e i suoi enormi e gonfi testicoli turgidi quanto la sua mazza iniziarono a massaggiare la corolla di carne dilatata dal professore.
    Hai mai visto un cazzo così duro mia cara? Ammira... e dimmi se questa belva non è un capolavoro...
    Con una mano, il professore approfittò della posizione del guerriero per afferrare letteralmente il suo scroto ed iniziare a spingerlo dentro il culo di Hilda. Quell'anfratto era così dilatato e pieno di seme che quegli enormi pezzi di carne scivolarono rapidamente dentro di lei, dilatando ulteriormente la sua corolla di carne aggiungendo ulteriore stimolo a quella penetrazione. Dalamadur non iniziò a muoversi in maniera netta, limitandosi piuttosto a piccole spinte che facevano scivolare di pochissimo fuori la verga e i testicoli da dentro di lei, per poi rimetterli dentro subito dopo, in modo che tutta la forza si concentrasse sulla cappella spinta dentro il suo utero e sulla corolla di carne dilatata da quelle enormi masse di carne. Il tutto vibrava di rabbia e di un potere oscuro alimentato dai ruggiti di quella belva che ansimava e ruggiva al contempo, del tutto impazzito di fronte ad una situazione che non poteva più gestire. Solo una cosa era più forte delle sue grida eccitate e frustrate: le risate oscure e maligne di Faust che poteva godere in prima linea di quello spettacolo sublime.
     
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    Fu una vera delizia per Hilda vedere Dalamadur così combattuto. Riuscì a capire che non era ingenuo come aveva pensato la prima volta che l'aveva incontrato. Non era solo una belva assetata di vendetta e non ragionava solo in base a quel sentimento. C'era parecchio di più e sembrava anche fin troppo abituato a simili torture mentali. Aveva intuito il gioco di Hilda a quanto pare ma sapeva che non poteva tirarsi indietro perché avrebbe sofferto anche nel negarsi totalmente. Infondo se ci pensava bene, se voleva vendicarsi doveva semplicemente usarla come una bambola, fiaccarla e prendersi ciò che voleva da lei. Non poteva ucciderla, ma poteva sfogare tutte le sue frustrazioni sessuali sul suo corpo attraente. Per rafforzare la provocazione, Hilda dopo avergli lanciato quello sguardo, tornò a concentrarsi sulla verga di Thresh, leccandolo sempre più lascivamente, afferrandone l'asta con una mano per iniziare a masturbarlo lentamente mentre la sua bocca si occupava dei suoi testicoli che faceva danzare contro la lingua, serpeggiando poi verso la base dell'asta che avvolse affamata. Attese il momento, ed anche se sapeva che Dalamadur si sarebbe scatenato, non riuscì a fare a meno di trasalire per un piccolo spavento quando ruggì ferocemente. La sua voce rimbombò nella sua cassa toracica aumentandole il battito cardiaco e l'adrenalina in corpo. Doveva stare attenta a non tirare troppo la corda con lui o in futuro se la sarebbe vista davvero molto male. Sussultò ancora quando sentì le sue mani afferrarla di nuovo con rabbia mentre un brivido di eccitazione la pervase facendola annaspare aria. Ci provò a prepararsi al momento, prese un profondo respiro ma non servì a nulla poiché venne impalata di nuovo dalla mazza mastodontica di Dalamadur che le tolse il respiro. Era bollente ed anche se era già ampiamente lubrificata fu comunque doloroso, intensissimo: lo sentiva chiaramente ogni centimetro ogni vena pulsante dentro di lei. Si sentiva dilatare mostruosamente ed i suoi occhi si rigirarono verso l'alto andando di nuovo per un momento in estasi. Gorgogliò gemiti strozzati tremando mentre la sua clitoride pulsava furiosamente contro il bacino di Dalamadur. Dava l'impressione che potesse ucciderla davvero con il sesso, Thresh elogiò Dalamadur chiedendo ad Hilda se non fosse una perfetta creatura, ma Hilda non ebbe proprio la forza di rispondergli, limitandosi a gemere e biascicare suoni lascivi, tremando vistosamente fra le loro braccia. Inarcò poi la schiena quando percepì le gonadi di Dalamadur così eccitato da essere durissimo anche in quel punto, insinuarsi nella sua corolla di carne, sorprendendo la donna che non aveva mai provato nulla di simile prima di allora. La sua bocca sbavava inerme contro i testicoli di Thresh, le sue palpebre tremavano mentre gli occhi erano girati verso l'alto, ebbe un'altro orgasmo intenso, incontrollato che la fece sentire totalmente vittima di quel trattamento e lo adorò.
     
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    L'orgasmo di Hilda sembrò compiacere Dalamadur che pur non dandolo a vedere iniziò a pulsare furiosamente dentro di lei, eccitato dal modo in cui la sua fica si contorceva intorno a quel cazzo mastodontico che imperterrito scavava dentro di lei come se dovesse esplodere da un momento all'altro. I testicoli si alternavano: a volte uno solo entrava, altre invece entravano assieme, alle volte uno alla volta, altre tutti e due assieme, un moto molto continuo ma caotico, che lasciava il culo di Hilda completamente dilatato per permettere a quelle masse di carne vibrante e bollente di stimolare anche quell'anfratto tanto ostico, che sotto i suoi colpi sembrava però pastafrolla. Lo spettacolo dilettò il professore che fino a quel momento era rimasto pazientemente in disparte, ma nel vedere Hilda sbavare in quel modo non riuscì a resistere alla tentazione.
    Capisco, non riesci più nemmeno a parlare, non è così? Va bene, mi preoccuperò io di dare alla tua bocca uno scopo più intrigante...
    Afferrandole con grande prepotenza ma al contempo molta attrazione, le guance così da costringerla a spalancare la bocca, Thresh tirò Hilda verso di sé per quanto possibile, gustandosi per un pò a contatto con le proprie dita le zanne affilate di vampira, per poi spingere la sua enorme cappella contro quelle morbide labbra. Non fu frettoloso, non aveva motivo di esserlo dopotutto, c'era già Dalamadur che stava facendo il lavoro più sporco, per questo si concesse maggiore attenzione su quelle labbra morbide, carezzandole con la cappella prima di lasciarla scivolare dentro la sua bocca, prima delicatamente, così che i canini potessero assaporare la sua carne e le sue vene gonfie, poi con irruenza, riempiendole la gola e lo stomaco della sua mostruosa carne finché i suoi grossi testicoli bollenti non finirono contro la faccia di Hilda, come una perversa maschera che ne eclissò la vista e la costrinse a non sentire nulla che non fosse il suo odore virile ed inteso, tanto perverso quanto eccitante. Thresh conosceva bene i punti deboli di Hilda e decise di sfruttarli tutti, a partire dal suo masochismo che mise in pratica con l'uso di una sola mano: iniziò a stringerle la gola rigonfia, la sua verga era perfettamente evidente per via delle dimensioni quando era così eccitato, pertanto sembrava proprio che si stesse masturbando, e visti i movimenti lenti che procedevano sulla gola di Hilda per volontà del professore, forse la realtà non era poi così lontana. Stringeva quel tanto che bastava per toglierle l'aria e impedirle di mandare giù qualsiasi cosa, così che la saliva impregnata del sapore del suo cazzo le colasse sul volto e le occludesse ulteriormente i sensi. Lui a differenza di Dalamadur si muoveva lentamente e in maniera più ondulatoria, così che la sua verga scorresse perversa e inesorabile dentro quel pertugio tanto stretto eppure tanto invitante. La stavano impalando come uno spiedo a quel punto e le sue carni erano completamente dilatate. Quanto avrebbe resistito prima di abbandonarsi ad un altro intenso orgasmo?
     
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    Hilda si abbandonava sempre di più ai suoi sensi ottenebrati dal dolore e dal piacere. A quel punto se avesse avuto abbastanza sangue probabilmente la sua clitoride sarebbe cresciuta fino ad assumere l'aspetto di un vero e proprio membro maschile. Era però troppo indebolita dalla perdita di sangue per farlo succedere in modo spontaneo, era quindi vittima di Dalamadur che continuava a martellare dentro di lei quella carne esagerata. Le toglieva il respiro ad ogni affondo, con un dolore sordo risuonava in tutto il corpo, come se il suo utero ormai fosse diventato un perverso tamburo. I testicoli di Dalamadur che invece si insinuavano nel suo culo, costringendola a tenerlo dilatato era in contraposizione uno stimolo dolce e incredibilmente piacevole. Non riusciva più a capirci niente, faceva male ma era anche piacevole il suo cervello andò in tilt. Come se non bastasse si aggiunse anche Thresh che decise di occupare la sua bocca e la sua gola, costringendola ad insiprare a fondo il suo odore mascolino ed assaporare quella carne perversa e gigantesca che le occupava la gola. Hilda che era sempre stata perversa non poteva resistere a quel richiamo, allargando la bocca nel momento in cui lui la tentava con la cappella contro le labbra. Lo sentì scivolare in bocca contro la lingua e poi in gola, enorme e bollente, irresistibile. Mugugnò eccitata facendo vibrare la voce attorno alla verga fin quando le corde vocali non vennero schiacciate da quella presenza, trasformando quei mugugni in versi strozzati. Non riusciva più a respirare, era in apnea e l'assenza di ossigeno non fece che accuire tutti i sensi, rendendo quell'esperienza ancora più travolgente. Percepì ogni centimetro del corpo di Dalamur in contatto con lei: i suoi artigli che le tenevano le cosce, i suoi fianchi, il suo ventre che si schiacciava contro il monte di venere, sentiva perfino il suo fiato caldo addosso. In gola percepiva ogni singola vena pulsante di Thresh, i suoi morbidi testicoli posati contro il suo viso come un dolce cuscino, la mano che stringeva la gola, l'esofago dilatato a forza al punto che non ci capì più niente e ne godette. Si sentiva immensamente fortunata poiché era praticamente assaltata da due uomini magnifici che la facevano sentire inerme, minuscola e indifesa. Non pensò più a dover resistere, pensò unicamente a quanto fosse bello farsi violentare da loro due. In quella posizione non poteva vederli, ma erano perfettamente dipinti nel suo cervello come se stesse vivendo un esperienza extra corporea che glieli faceva vedere dall'esterno del suo corpo, ed erano magnifici per lei.
     
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    Thresh continuava col suo movimento placido e profondo, era irruento ed esagerato sì, ma non spingeva mai con troppa fretta, come se volesse gustarsi col giusto tempismo ogni centimetro di una gola semplicemente irresistibile, assaporando la lingua, le labbra, le guance, l'esofago e l'entrata del suo stomaco come se fossero una casa vacanze. Lasciava che la cappella guizzasse verso l'alto ad ogni centimetro che scandiva, specialmente all'altezza della mano che stringeva la gola di Hilda, come a volerla costringere a sentire chiaramente quelle pulsazioni. Dalamadur invece era tutta un'altra cosa: quella bestia la stava violentando con ogni grammo di forza che conservava, spingeva al massimo dello sforzo e la vampira anche se non poteva vederlo poteva sentire come contraeva i muscoli e stirava quel verso di furore ed eccitazione, strozzato nella sua gola. Era come se, ben consapevole di non poterle fare del male direttamente, stesse cercando di ucciderla a forza di sesso, scopandola così forte da farla impazzire, sanguinare e collassare. Purtroppo per lui, il corpo di Hida era abbastanza resistente da poter reggere quello stress, e anche se risultava piuttosto estremo, per una masochista come lei non poteva far altro che tradursi in puro godimento. Le mani del professore funsero ancora da perverso demiurgo, andando a ribaltare ancora di più la posizione di Hilda così da permettere a Dalamadur di spingere ancora più in fondo: Thresh aveva praticamente posizionato le gambe di Hilda a terra, costringendola in una posizione scomodissima, pressoché del tutto ribaltata da capo a piedi e lei non poteva opporsi in nessun modo, essendo bloccata come un perverso spiedo. Per continuare a scoparla Dalamadur dovette crollare in avanti, coprendola con tutto il suo peso, afferrandole i seni con le mani e tornando a stringerli mentre la sua faccia resirava ansiosamente sulla gola piena e gonfia di Hilda. Manovrava quei seni enormi con grande vigore, le dita penetravano nella carne, soprattutto gli indici che si stavano facendo spazio dentro i suoi capezzoli come se volesse generare altri due orifizi da violare. L'energia perversa delle lanterne che stava risuonando tra i loro corpi in quel momento avrebbe reso possibile qualsiasi perverso miracolo. Hilda avrebbe sentito chiaramente la muscolatura metallica e organica di Dalamadur comprimersi su di lei, quell'essere era un vero e proprio esempio di perfezione tecnica, non sembrava assolutamente per metà artificiale e perfino il suo cazzo pur essendo a tutti gli effetti uno strumento di tortura si gonfiava e si dimenava dentro di lei con un piacere tale che la vampira poteva solo soccombere ed impazzire dal piacere. Entrambi i cazzi dei suoi amanti pulsavano come se si stessero gonfiando, crescendo in taglia e forza, perfino i testicoli di Dalamadur si allargavano ad intermittenza andando a riempire il culo di Hilda in maniera semplicemente esagerata, sembravano delle collane anali di enormi dimensioni che servivano a stimolare il suo oramai tutt'altro che stretto buchino, incrementando oltre ogni immaginazione il piacere. Il modo in cui si dimenavano poteva testimoniare una cosa soltanto... Hilda era pronta a ricevere un orgasmo così profondo ed esagerato?
     
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    Il contrasto fra la lentezza e dolcezza di Thresh si percepiva molto chiaramente rispetto all'irruenza e la foga di Dalamadur, quel connubio la mandava in tilt. La carne nella sua gola sembrava voler ridisegnare la forma del suo corpo gradualmente, abituando quella parte del corpo ad una presenza così ingombrante ed invasiva. La soffocava totalmente, la trachea era schiacciata, l'esofago dilatato al massimo e veniva grattato dall'interno dalle borchie di carne che la costringevano a salivare di più, finendo per sbavare in modo osceno. Perfino gli occhi si erano arrossati e lacrimavano calde gocce lungo il viso, ma Hilda non stava piangendo, anzi, era totalmente in estasti. La sua carne femminile intanto veniva torturata in modo brutale da quella enorme verga che sembrava volerla impalare dall'interno, le sembrava si sentirlo penetrare fin dentro il cervello. Ad ogni affondo il ventre si deformava gonfiandosi leggermente, dava l'impressione che quasi potesse trapassarla da un momento all'altro, ed ogni tanto le sembrava davvero così. Se non avesse avuto la gola occupata avrebbe sicuramente urlato dal dolore e dal piacere, impazzendo. Eppure non era ancora arrivato l'apice per loro, poiché Thresh la costrinse ad una posizione ancora più scomoda dando modo a Dalamadur di accelerare e diventare ancora più furioso nell'amplesso. Anche se non poteva vederlo chiaramente, sentiva il suo respiro caldissimo contro la pelle, sussultò nel sentire di nuovo i suoi artigli sui seni che pizzicavano i suoi capezzoli. L'energia delle lanterne risuonava così forte fra di loro che le perle di carne turgidissimi che Dalamadur torturava con le dita si ammorbidirono sempre di più, sanguinando inizialmente mentre l'artiglio affondava nella sua carne ricreandosi un minuscolo orifizio che accolse gradualmente il dito dentro di esso. Il corpo di Hilda tremò vistosamente mentre la gola si contorceva attorno alla carne del professore poiché aveva bisogno di gridare ma non poteva farlo, allo stesso modo anche la sua carne femminile si contraeva continuamente sulla carne di Dalamadur come se avesse voluto risucchiarlo e intrappolarlo dentro di lei, mentre il suo anello di carne vibrava di piacere massaggiando oscenamente le gonadi della creatura. Sentiva che stava per arrivare il momento agognato, lo percepiva dalle pulsazioni sempre più forti della carne dei due uomini, il ritmo che era accelerato, il piacere che veniva trasmesso anche tramite l'energia. Le mani di Hilda iniziarono a vagare in aria in cerca di qualcosa, come se volesse supplicarli in qualche modo: magari Dalamadur poteva interpretarlo come una richiesta di pietà, mentre Thresh poteva intuire perfettamente che li stava pregando di farla impazzire del tutto. Era pronta per unirsi nell'estasi assieme a loro.
     
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    Hilda si abbandonò completamente al piacere, pronta a ricevere il distillato di quella passione travolgente e perversa. Quando finalmente i suoi amanti diedero l'ultimo colpo di quegli affondi micidiali, li sentì arrivare all'estasi in maniera diametralmente opposta: Thresh strinse con forza la sua gola concedendosi un lungo spasmo di piacere, socchiudendo gli occhi e sollevando il capo. Non aveva bisogno di assistere a nessun tipo di spettacolo perché i suoi sensi erano già del tutto votati a quell'estremo piacere che lo stava travolgendo del tutto. Dalamadur invece si piegò su di lei, digrignando i denti in una smorfia che sembrava volersi sforzare di non apparire troppo perversa, rabbiosa ma in maniera pressoché innaturale, poco credibile. La fissava come a cercare il suo sguardo per trovare una supplica, paura o disperazione, ma era ovvio che Hilda ne stava godendo immensamente. Entrambi sfogarono il loro frutto dentro di lei in maniera smodata: ogni fiotto faceva pulsare la verga enorme di Thresh spingendo verso l'esterno la sua già enorme carne, tanto da rendere le borchie carnose più che evidenti oltre la gola di Hilda, sembrava quasi che si stesse trasformando in qualcosa di mostruoso. Il seme di Dalamadur invece la invase direttamente e tale era l'invasione che subito prese a traboccare, schizzando fuori dalla sua carne e dilatandola ulteriormente a causa della mancanza di spazio. Thresh le offrì un banchetto sublime, mentre Dalamadur le invase l'utero riempiendolo fino all'estremità. Entrambi vantavano di un seme particolarmente denso e caldo, carico dell'energia delle lanterne che l'avrebbe rinvigorita, ma non per questo guarita. Dopotutto, la sua tortura non era ancora finita... lo dimostrò la prossima mossa del professore che, dopo averle riempito la gola e lo stomaco fino a gonfiarle vistosamente la pancia, rimase con la mano stretta intorno al suo collo anche quando scivolò lentamente fuori da lei, così da assicurarsi che non potesse rigurgitare nulla. Tale era l'estasi che continuò a venire anche quando fu fuori, riempiendo il volto e i capelli di Hilda del suo seme mentre la teneva soffocata. Dalamadur invece non riusciva a staccarsi da lei, e anche mentre i fiotti si affievolivano in quantità ed intensità, restava saldamente ancorato nella sua carne lasciando che quell'utero si gonfiasse ogni ogni traccia della sua virtù. Thresh si assicurò che Hilda non potesse in alcun modo liberarsi di quel perverso banchetto con uno strumento di tortura particolare: somigliava ad una di quelle mutandine usate molto dalle lesbiche che permettevano di indossare un pene finto mentre si veniva penetrate da un altro dildo, in modo che il movimento stimolasse entrambe le parti, ma appariva più come una sorta di maschera per il volto. Thresh infatti infilò un enorme dildo nero nella gola di Hilda che niente aveva da invidiare al suo enorme membro, così da occludere completamente l'esofago della vampira, per poi legarle quella maschera sul volto. La vampira si ritrovò dunque con la bocca spalancata, il volto occluso da quella maschera che la privava della vista mentre un altrettanto grosso membro nero usciva fuori dalle sue labbra, in attesa che qualcuno ne cogliesse i frutti, ovviamente.
    Meravigliosa... la tua disperazione è riuscita ad ispirarmi, e ora voglio immortalare la tua epifania in qualcosa di incredibilmente perverso... abbandonati alla carne adesso, e godi di ciò che sto per donarti...
    A quel punto il professore schioccò le dita e subito Dalamadur si staccò da lei. Sarebbe giusto dire che il membro di Dalamadur si staccò da lui, restando dentro Hilda, ingrossandosi e bloccandosi nelle sue carni in modo che anche il seme del guerriero non potesse uscire, proprio come il banchetto che il professore le aveva concesso. Dalamadur si staccò da lei stordito e frustrato, iniziando a gridare di pura furia mentre nel punto in cui si trovava la sua verga metallica esplose una mostruosità tentacolare simile ad un grosso fascio di muscoli, ancora più grande e terrificante di prima. Quello che portava prima non era una macchina della tortura... ma una cintura di castità estremamente raffinata che ora Thresh gli aveva tolto. Mentre Dalamadur ruggiva e gridava disperato per trattenere le sue pulsioni, Thresh fece comparire una "poltrona" sotto Hilda, in modo che potesse assumere una posizione più "scomoda": la poltrona le fermò la gola in modo dal imitare i suoi movimenti, poteva muovere le braccia e le gambe ma il busto era tutta un'altra storia. La poltrona la obbligava a tenere il volto e il dildo che spuntava dalla sua bocca rivolti verso l'alto, mentre la schiena veniva piegata all'indietro così da offrire al professore la perfetta visuale del suo morbido fondoschiena dilatato e voglioso, che confinava con la sua intimità del tutto piena e dilatata, grondante di seme e umori. Il suo ventre gonfio pendeva quindi in avanti, assieme ai suoi seni che vennero subito agganciati dai meccanismi della poltrona per poter arpionare i due fori creati dagli artigli di Dalamadur. I suoi capezzoli vennero quindi dilatati e con l'energia della lanterna, trasformati in veri e propri pertugi pronti ad essere violati. Ora che il banchetto era iniziato, non restava che chiamare gli ospiti: Hilda iniziò ben presto a percepire l'energia i altre lanterne oltre a Thresh e Dalamadur, non poteva vederli ma poteva sentire la loro forza vitale, la loro energia eccitata e affascinata da lei, che la desiderava come se volessero divorarla tutti assieme. Ben presto sarebbe iniziato il culmine di quella sua tortura e lei ne sarebbe stata la protagonista.
     
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