Un giorno qualsiasi alle porte del Paradiso

x Hina

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    Il potere di Ira era incredibile, ancora non si capacitava di come quel ragazzo fosse così modesto. Elemento della sua personalità che gli fece guadagnare parecchio punti agli occhi di Krolia. Ciò che tuttavia l'aveva colpita non era solo l'abilità particolare del suo potere, ma anche il modo in cui lo aveva usato e come l'aveva combattuta, anche nella semplicità del loro scontro, aveva rivelato una buona maestria nel combattimento. Non sapeva se fosse merito di allenamenti fatti con il suo predecessore, ma in ogni caso Ira si era rivelato un buon alleato per il Vaticano. Chissà magari anche un buon amico per guardarsi le spalle a vicenda. Aveva ancora Ira addosso, e Krolia non ebbe alcuna voglia di togliere la coscia dai fianchi del ragazzo, non perché volesse dare qualche strano messaggio, semplicemente si sentiva comoda e a suo agio in quella posizione intima. Le veniva spontaneo dato che l'altra gamba invece era inchiodata a terra. Il rossore sugli occhi di Ira sembrava essersi alleggerito molto, e Krolia sciolse il suo potere così da lasciarlo totalmente libero dagli effetti saponati. La particolarità era che Ira non si sarebbe sentito sudato, avrebbe notato che grazie al potere di Krolia erano praticamente lindi e pinti come se avessero appena fatto una doccia. In effetti profumavano ancora entrambi, rendendo quell'abbraccio anche più piacevole di quanto già non fosse. La donna sentiva la sua gamba ancorata al terreno, pesantissima come se avesse acquisito moltissimi chili, invece il corpo massiccio e muscoloso di Ira su di lei era leggero, caldo e piacevole come un dolce abbraccio. Si sentiva in imbarazzo ad averlo in quella posizione su di lei, ma allo stesso tempo le piaceva stare in quel modo. Era incredibile che ormai la vicinanza fisica di qualcuno che le piaceva non le dava più campanelli d'allarme assurdi. Era cresciuta, era maturata e se ne sentiva soddisfatta.
    Non serve che ti scusi, hai fatto più che bene ad usare le tue tecniche. Anche se non sembra in realtà mi hai insegnato varie cose. fece Krolia con tono gentile, carezzandogli una spalla con fare materno, sorridendogli affabile e dolce. Intanto lui si posizionò al meglio per non pesare su di lei, e se nel frattempo avesse acquisito di nuovo la vista per bene, avrebbe potuto notare ad un veloce colpo d'occhio che i capezzoli di Krolia erano turgidi e visibili da sotto la stoffa del suo sottile top. Una reazione del suo corpo involontaria donata dalle emozioni contrastanti che animavano la donna. Emozioni che non era ancora in grado di decifrare al meglio, dopotutto si poteva ancora consierare una specie di verginella alle prime armi, quindi meno controllata sulle reazioni del corpo quando si sentiva attratta fisicamente da qualcuno.
    Sì, anche per me è stato prezioso, ho capito che manco molto nel corpo a corpo, e che dovrei farmi inseguire di più per sfruttare il mio potere. Ti ringrazio per questa esperienza Ira, ho capito che allenarmi sempre con gli stessi individui non mi aiuta a crescere. solo a quel punto lasciò scivolare via la coscia dai fianchi di Ira, per permettergli di alzarsi se voleva. Intanto sperando che non se ne accorgesse ammirò la muscoltaura del ragazzo, mentre in cuor suo sperava che non avesse nessuna fretta di alzarsi.
    Spero che potremo ripetere presto un nuovo allenamento. Adesso che conosciamo meglio le nostre abilità possiamo affinarci. Magari potremmo anche un giorno se ti va provare a combinare i nostri poteri. fece con tono allegro: aveva mille idee e soluzioni per la testa, sperava di poter sperimentare con lui in futuro qualcosa.
     
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    E il pavimento del vaticano è pulito. Per quanto riguarda il combattimento è stato divertente che da una parte ci fosse Ira troppo impegnato a combattere e prendersi il colluttorio in faccia per pensare a qualsiasi cosa mentre invece Korlia aveva già le cosce larghe. E' quello che voglio vedere nel mio GDR. Il resto è ok, il ritmo era giusto, mi rendo conto che amo nel profondo vedere combattimenti tra poteri che non fanno praticamente danno e che devono basarsi su uno scambio interessante piuttosto che in un banale anime cut.

    Krolia prende: 90 Exp, 60 Sp e 600 Soldi.
    Ira prende: 30 Exp, 20 Sp e 100 Soldi.
     
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    Ira avrebbe ascoltato tutte le opinioni di Krolia, trasudanti di analisi e sopratutto propositivi. Tra le sue parole vi era un accenno di una qualità che la donna forse non riteneva sua, ovvero la delicatezza. Sapeva esporre i fatti anche senza bisogno di caricarli necessariamente di grosse emozioni o traumi. Molte le volte le persone parlano in base ad argomenti e sentimenti che vorrebbero far esplodere in qualche maniera, Krolia all'opposto sapeva lasciarsi trascinare negli eventi per essere presente a se stessa e sopratutto ricercava il comune guadagno e potenziamento. Rispetto ad Evelynn che mostrava il suo dover essere mezzo per le sue stesse debolezze e tendenze violente, la donna con cui si era appena allenato dimostrava che il passato permette di costruire un presente più rigoglioso. Detto questo, Ira avrebbe sorriso a Krolia felice che lo scambio avesse creato basi su cui poter lavorare. La reazione del corpo di Krolia era molto naturale, nel corpo a corpo è fin troppo facile che gli sfregamenti stimolino a quella maniera, ma il ragazzone sapeva anche come dimostrare con le proprie azioni che il contatto fisico è anche una maniera molto pratica di superare incertezze e barriere mentali superficiali. Se glielo avesse permesso, Krolia avrebbe sentito il braccio destro di Ira cingerle la schiena poco sopra il bacino, in modo da accoglierla a sè e sfruttare il voluminoso busto per caricarsela. In pratica, Krolia si sarebbe ritrovata in un casquè al contrario, ovvero dove Ira la issava dal terreno tenendosela al petto, e l'uomo sfruttava con una certa facilità le proprie ginocchia a terra per tirarla su. A quel punto la donna avrebbe notato due cose: la prima era che nonostante la gamba fosse ancora appesantita, la sua articolazione del ginocchio non era bloccata; la seconda cosa è che per quanto lei da sola avrebbe avuto oggettive impossibilità di rialzarsi siccome una grossa parte del corpo era "maledetta" dai Giudizi, effettivamente le sarebbe bastato un aiuto esterno o anche qualcosa come una corda a cui aggrapparsi o la propria spada conficcata nel terreno per fare perno e chiudere abbastanza la gamba almeno per mettersi in ginocchio in una posizione combattiva più sicura. Di fatto Ira la avrebbe messa in una posa molto simile a una Karateka in attesa dei movimenti del Sensei, e nonostante la gamba fosse ancorata o meno a terra, era come riacquisire piena mobilità.
    La fisicità fa paura a tutti, o almeno tocca stimoli di rifiuti o eccitazione più che naturali. La privacy e lo spazio personale sono cose molto marcate in ognuno di noi se non abbiamo mai avuto esperienza abbastanza intime nei movimenti più "giornalieri" come allenamento o hobby... Ho fatto molto ballo, sia per superare le mie insicurezze quando non sapevo come controllare il mio potere, sia perchè mi permetteva di entrare in contatto con le persone sotto un punto di vista diverso...
    Poi, mantenendo sempre il suo sorriso, Ira avrebbe indicato la gamba di Krolia con al mano sinistra a paletta, davvero morto marziale nel gesto anche se ancora molto a contatto con lei. Le stava praticamente in ginocchio fra le gambe facendole da appoggio, e se l'averlo sopra era almeno una distanza minima più giustificabile, ora la donna era praticamente su di lui retta per il fianco, volendo anche potendolo abbracciare da sopra le spalle per stare comoda.
    Come nel momento che ho usato le fruste per averti come punto di ancoraggio, nel mio potere esistono progressive sfumature di quanto sia veramente efficace: per oggetti che appesantisco, mi si aprono molte finestre in cui i movimenti di un avversario diventano più sbilanciati, e l'ancorarli a terra impedisci a priori di poterli utilizzare. Per parti del corpo ci vuole sia strategia che fortuna: una gamba per esempio è un enorme vantaggio se già sei a terra, ma se fossi in piedi il semplice tenerla rigida per bilanciarne il peso maggiorato andrebbe a toccare il movimento e basta. E certi nemici non hanno bisogno di muoversi in giro per fare i loro danni...
    La logica era semplice: non bastava la condizione generale di ancorare qualcosa a terra per rendere la Corona di Damocle un'arma che offriva una vittoria da raggiungere. Non si trattava di fare esperienza e basta e tutto sarebbe andato bene, per Ira la strada in salita che doveva percorrere per rendere efficaci le proprie mosse era qualcosa di molto più profondo di quanto avessero sfiorato in quello scambio di movimenti. Forse Krolia avrebbe così inquadrato meglio come la modestia di Ira derivasse non da una personalità mite, ma dal fatto che come Uomo conosceva se stesso e le proprie potenzialità molto meglio di altri.
     
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    Vedere Ira sorriderle in quel modo gentile e dolce fece sentire Krolia molto più a suo agio, soprattutto se pensava a come avevano battibeccato prima in giardino. Si sentiva come una bambina che dopo aver litigato con un amichetto, trovavano una scusa per fare pace e tornavano a giocare insieme serenamente. C'era qualcosa di totalmente nuovo per Krolia in quel momento: non si era mai sentita minuta in confronto a qualcuno. Krolia era una donna alta, le sue cosce lunghissime, la sua statura, la muscolatura tonica e sviluppata, ed anche il suo fare marziale, l'avevano sempre aiutata a sentirsi forte e imponente rispetto ai suoi compagni abituali. Bowen infondo aveva il corpo di un ragazzino, ed Evan era parecchio più basso rispetto a lei. Nel momento in cui Ira circondò con un braccio la sua schiena e la aiutò ad alzarsi usando il proprio corpo come appoggio, lì si sentì davvero mingherlina e fragile rispetto a lui. Si lasciò aiutare volentieri dato che la gamba continuava ad essere pesantissima ed ancorata al terreno, rispondendo quindi in modo automatico, reggendosi alle sue spalle con un braccio, mentre l'altra mano la teneva a terra per aiutarsi a spingersi verso l'alto. Mentre veniva tirata su, si accorse che nonostante la gamba fosse pesantissima, l'articolazione non era bloccata, la sensazione che le dava era più simile ad un fortissimo magnete che le tirava verso il basso la gamba. Un fenomeno davvero molto particolare che permise a Krolia di carpire meglio la fonte del suo potere. Non l'aveva immobilizzata, l'aveva resa così pesante da non riuscire a muoversi. Quando furono in ginocchio, ancora vicinissimi, Ira iniziò a parlare della fisicità, spiegandole che era normale avere paura di essa. Anche se le sue parole erano normalissime, Krolia si ritrovò a pensare che Ira si fosse perfettamente accorto del suo imbarazzo e della sua difficoltà ad entrare in contatto fisico con qualcuno. Arrossì ancora più vistosamente di prima: aveva fatto di tutto per sembrare naturale, ma a quanto pare Ira aveva percepito la sua rigidità e probabilmente anche tutte le sue insicurezze. Chissà che diavolo iniziava a pensare di lei? Che era una specie di suorina timida e impacciata? Una imbranata totale? Lei che invece si era sentita sempre un soldato e si era sforzata di esserlo sempre. Essere vista come una ragazzina alle prime armi la faceva sentire frustrata ed estremamente in imbarazzo. Infatti Krolia lo guardò negli occhi con uno sguardo così chiaro che sembrava quasi che sulle pupille stesse passando una scritta luminosa a led "Te ne sei accorto?!" oppure "come hai fatto a capirlo?". Prima che potesse andare in panico, Ira continuò a spiegarle ed attirò il suo sguardo con la mano verso la sua gamba, spiegandole altri dettagli del suo potere e dandole anche un suggerimento pratico di come sfruttare un disagio del genere anche in combattimento. Si aggrappò a quel argomento con tutta se stessa per sfuggire all'imbarazzo del discorso precedente.
    Anche io ragiono in questo modo nel combattimento: non mi basta rendere scivoloso un nemico per vincere. Devo imparare a sfruttare al meglio il vantaggio che mi darà rallentare e mettere in difficoltà il nemico. Il mio obbiettivo è quello di riuscire a rendere così difficile il nemico muoversi al punto da arrivare a rallentarlo come se mettessi il rallenty con un telecomando. affermò con un sorriso cercando di riprendere le sue facoltà mentali e tornare a pensare ad altro, ma i pensieri continuavano a martellare sul fatto che Ira si fosse accorto benissimo di quanto fosse imbranata. Infondo se le aveva detto che la fisicità faceva paura e che lui aveva usato il ballo per abituarsi, poteva significare che anche lui aveva avuto problemi del genere? Oppure era un consiglio velato? Magari voleva suggerirle che fare attività come il ballo l'avrebbero aiutata? Non voleva fare l'errore precedente e dare per scontate cose e rispondere a caso per poi fargli fraintendere molto le sue parole. Decise quindi di prendere il coraggio a due mani per togliersi ogni dubbio dalla testa. Avrebbe dovuto mollare la presa dalla sua spalla, ma temeva che sarebbe ricaduta indietro come una scema, senza contare che era tesa e quindi non osava fare movimenti superflui, o che potessero mettere a disagio Ira facendogli pensare che non voleva essere toccata o cose del genere. Abbassò il capo cercando di nascondere la vergogna dei suoi occhi.
    A-anche tu hai avuto problemi con la fisicità? E'... è così evidente in me? chiese con un tono di voce un pochino più basso.
     
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    Alla domanda di Krolia, Ira dovette prendersi alcuni secodi socchiudendo gli occhi e dando spazio ai pensieri di ordinarsi. L'atmosfera che lo circondava era sempre calma e positiva, ma ora che la donna gli era così vicino poteva notare che quando l'uomo tendeva a quell'espressione concentrata i bordi del viso si tendevano leggermente con dei leggeri tick, come se stesse cercando di non cedere facilmente a una tensione personale. Ma non sarebbe durato molto siccome Ira la avrebbe ritrovata col proprio sguardo azzurro e cristallino, così da poterle dare la propria versione.
    Ho avuto grossi problemi in passato, per colpa del mio potere. Bastavano poche emozioni per farmi provare dolori allucinanti. Ed essendo in un orfanotrofio, la mia condizione ha attirato l'attenzione di alcuni bulli...
    A quel punto Krolia potè sentire come il peso della gamba sarebbe definitavemente scomparso, ma Ira non sembrava intenzionato a voler cambiare posizione, ma anzi usò la mano libera per metterla a paletta vicino al proprio petto al bordo del busto, come se chiedesse a Krolia di congiungere anche il suo di palmo in una sorta di mano a mano.
    ...Ma esclusa la situazione in quel periodo, significava anche dover venire a conti col fatto che prima o poi sarei dovuto uscire nel mondo. Vorrei proporti un piccolo esercizio per farti capire alcuni dettagli che "tradiscono" il tuo approccio.
    Il tono dell'uomo era candidamente propositivo, e nonostante la posizione che li vedeva ancora sul Tatami della palestra inginocchiati e vagamente avvinghiati, il busto di lui che si gonfiava a un ritmo di respiri lento e sicuro lo raffigurava come un "pilastro" a cui potersi appoggiare per quella curiosa proposta, dipingendo marzialmente il contatto che li teneva vicini dando poco spazio a equivoci. Se Krolia avesse indulgiato la proposta, mettendo la mano palmo a palmo con quella di Ira, avrebbe notato come il mignolo di lui si sarebbe fatto strada nello spazio tra quello di lei e l'anulare, tenendola quindi a contatto con lui e invitandola a fare lo stesso chiudendo lo stesso dito.
    Il contatto fisico è "debolezza". Basterebbe pochissima forza per staccarci da questa posizione. O meglio, riesci a percepire la differenza con cui riesci a rimanermi vicina per curiosità? So che non ti fa sentire tranquilla in senso generale, che l'imbarazzo porta irrequietezza, ma prova a donare tutta la tua concetrazione solo al contatto dei nostri mignoli, non pensare a nessuna altra parte del corpo se non al piccolo terreno comune che abbiamo creato...
    Ira a quel punto avrebbe chiuso gli occhia abbassando leggermente il volto. Era strano come era palpabile l'attenzione dei suoi sensi su Krolia, poteva quasi percepirlo come stesse concentrando la sua sfera percettiva per potersi affrancare al meglio alle emozioni che eventualmente avrebbe dimostrato la compagna di allenamenti.
     
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    La pausa di riflessione di Ira iniziò ad agitare Krolia che pensò di aver chiesto qualcosa di troppo personale, a cui Ira magari non avrebbe voluto rispondere. Si morse i labbro inferiore mortificata e stava già per scusarsi e chiedergli di non darle retta, prima che potesse farlo però Ira le rispose tranquillamente, spiegandole che in passato aveva avuto problemi di quel genere a causa del suo potere che a quanto pare gli aveva dato molti problemi. Si sentì dispiaciuta per lui così tornò a guardarlo, con uno sguardo così dolce di chi era comprensiva e dispiaciuta da distruggere totalmente la sua aurea di guerriera. Lui aveva avuto problemi differenti dai suoi, ma che avevano impedito al ragazzo di vivere serenamente la propria fisicità. A quel punto si chiese se quel corpo mastodontico non se lo era allenato apposta, poiché non voleva più essere preso di mira dai bulli. Oppure magari era proprio l'inverso, magari era sempre stato molto robusto fin da bambino, ed i bulli scoprendo la sua debolezza lo prendevano di mira proprio perché di solito faceva paura. In ogni caso doveva essere stato terribile per lui, ma ammirò il fatto che fosse cresciuto forte e gentile nonostante tutto.
    Oh... mi dispiace... fece a mezza voce, percependo finalmente la gamba tornare leggera e normale, dandole modo di potersi poggiare comodamente sulle proprie ginocchia senza la paura di cadere. Vide Ira spostare una mano per "offrirgliela", lasciando un pochino perplessa la ragazza che non capì subito a cosa volesse andare a parare. Indirettamente Ira rispose anche alla sua domanda, dato che le propose un esercizio per farle capire cosa del suo approccio tradiva la sua insicurezza fisica. Quindi era abbastanza evidente, cosa che doveva assolutamente correggere se non voleva dare appigli al nemico. A quel punto Krolia capì che la mano che le stava offrendo Ira serviva per l'esercizio di cui parlava, quindi Krolia rispose a quel invito leggermente imbarazzata, sollevando la mano e posizionandola contro quella di Ira. Fu in quel momento che fece caso ad una cosa che Ira non poteva capire, ma che per Krolia era molto importante: non aveva paura. In passato stare così vicina ad un uomo che fisicamente era anche più grande di lei l'avrebbe terrorizzata, poiché le avrebbe ricordato la sua infanzia ed il periodo in cui si sentiva totalmente impotente contro un uomo che abusava di lei. In quel momento però le sembrava di aver domato la sua paura, un poco come quando si aveva paura di un cane, e dopo la prima carezza, nel sentire il pelo morbido e caldo si ci scioglieva totalmente a coccolarlo. Non aveva paura di Ira, non aveva paura della sua vicinanza così stretta, o meglio c'era del timore ovviamente non era stato cancellato del tutto, ma era di natura diversa. Quella sensazione la rese così felice che si ritrovò a sorridere sotto i baffi mentre il dito di Ira si intrecciava alla sua mano. Guardò incuriosita il gesto dato che invece di intrecciare tutte le dita ne aveva usato uno solo. Ira la guidò nel esercizio invitandola a fare altrettanto e di concentrarsi unicamente sul dito. Krolia non aveva idea di come funzionava quel esercizio ma fiduciosa eseguì le direttive. Abbassò anche lei il dito intrecciandolo a quello di Ira mentre le altre dita rimasero sollevate. Prese un profondo respiro poi anche lei chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sul dito. Ovviamente non fu per niente facile, sentiva anche il resto del corpo caldo e forte di Ira vicino, il suo respiro, il suo odore. Calcolando anche i suoi passati traumi, dopo qualche attimo riaprì gli occhi timorosa di farsi assalire da orribili ricordi. Vedendo Ira così tranquillo e fermo come una statua, si sentì incoraggiata a riprovarci. Aggrottò le sopracciglia richiudendo gli occhi e si sforzò di ignorare tutte le altre sensazioni per potersi concentrare unicamente sul dito.
    E adesso? chiese curiosa di scoprire come proseguiva l'esercizio, era davvero interessata a scoprire come fare per poter superare le sue difficoltà. Se riusciva anche a sconfiggere quel senso di inadeguatezza fisica, non poteva fare altro che essere più forte. Quindi poteva diventare una guerriera affidabile e formidabile anche migliore di quella che era un tempo.
     
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    Le risposte fisiche e comportamentali di Krolia non erano difficili da percepire. Ma Ira avrebbe al contrario evitato di reagire, rimanendo calmo e offrendo una sorta di specchio placido e sereno. Stava dimostrando sicurezza e tranquillità apposta perchè altri tipi di approccio avrebbero potuto dare esiti con reazioni negative. La donna che lo stava ascoltando e assecondando era comunque una persona con la propria storia e i propri sentimenti, quindi questo esercizio non doveva essere un imposizione o un esame. Con pazienza sarebbero arrivati al punto in cui Krolia stava riuscendo a concentrarsi sull'unico contatto dei mignoli intrecciati, Ira avrebbe quindi cominciato a respirare in maniera molto serena e profonda.
    E' importante che durante questo esercizio ci si concentri su dettagli piccoli, quindi il contatto delle nostre dita e i respiri. Non è necessario che siamo sincronizzati, ma appoggiati al ritmo che sto tenendo se senti di aver bisogno di un riferimento. Il punto è concentrare sul tocco che abbiamo una specifica tensione che vogliamo sciogliere, o anche solo mettere a fuoco...
    Ira si sarebbe schiarito la voce per un attimo dando un colpetto di tosse.
    Focalizza sul mignolo qualcosa di leggero come la discussione che abbiamo avuto prima quando eravamo in giardino, o comunque, se vuoi, un qualsiasi motivo di tensione leggero e passeggero come l'aver allacciato male le scarpe o esserti distratta al semaforo.
    A quel punto l'uomo avrebbe quindi usato il proprio anulare per cercare il polpastrello dello stesso dito della mano di Krolia, così da darle un'accenno che appena avesse focalizzato la sua tensione superficiale avrebbe proseguito col prossimo passo.
    L'obbiettivo è creare dei piccoli "nodi" e dargli materialità col contatto delle nostre dita. Avere una presa su qualcosa di difficoltà più aggravata e collegarla all'appoggio che si può avere su un'altra persona. E' una sorta di apparenza di un gesto intimo, ma che con la possibilità di condividerlo senza bisogno di spiegarlo o divulgarlo. "Pelle nuda che veste il cuore" era la frase che usava la mia insegnante di ballo...
    Ira si sarebbe fatto sfuggire un sorriso allegro portando la mente sull'argomento. C'era da dire come un gesto così delicato come l'intrecciare le proprie dita fosse stranamente portato con attenzione da un palestrato come lui. Krolia dedicandosi meglio a quel contatto poteva sentire i calli della pelle ruvida del palmo dell'uomo, il leggero gonfiore naturale che hanno le falangi di chi ha fatto lavori direttamente di fatica e ha avuto modi di ferirsi o comunque di sforzarle. Senza bisogno di immetere forza la sensazione diretta era di qualcosa di solido e che poteva abbracciare completamente la mano di lei volendo, come anche il braccio che la teneva per il fianco. Fossero stati in quella posa con un sottofondo musicale o nella rilassatezza di un'altro rapporto, era come abbandonarsi a un genitore al ballo della scuola che ti permette di ballare sui suoi piedi, o a quando ti legge la fiaba mentre spera che ti addormenti.
     
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    Krolia fu diligente all'esercizio, quasi marziale nell'impegno che stava mettendo a seguire quella curiosa lezione che non si aspettava di ricevere da parte di Ira. Miracolosamente riuscì a focalizzarsi sul proprio mignolo e rimanendo con gli occhi chiusi cercò di continuare con l'esercizio ascoltando attentamente Ira, esattamente come se stesse ascoltando il nuovo piano da attuare in battaglia. A quel punto le fu chiaro che ciò a cui si riferiva Ira era sulla rigidità con cui teneva chiuso il dito sulla mano di Ira. Ecco il punto che doveva vedere: sciogliere il corpo il più possibile per non mostrare il suo disagio. Seguì i consigli si concentrò sul respiro di Ira e sul proprio, cercò di focalizzare il dito, e pensò a qualcosa che la aiutasse a rilassarsi e l'unica cosa che le venne in mente fu il bagno caldo che voleva tanto fare e la parte divertente del fatto che avesse creato così tanta schiuma da riempire il bagno con essa, finendo per sentirsi immersa in una nuvola più che nell'acqua calda. Il respiro di Krolia si alleggerì, ed il contatto con il mignolo fu più rilassato e tranquillo. Ira poteva sentire la tensione di Krolia sciogliersi in tutto il corpo, non era più rigida come una colonna di marmo, era più morbida e femminile in un certo senso. Krolia continuò a fare respiri profondi e regolari, rimase con gli occhi chiusi e quando percepì il contatto con un'altro dito di Ira, aprì gli occhi come se fosse stata sorpresa da quel contatto improvviso, quando in realtà non lo era. Tornò di nuovo tesa come prima, ma si impose di ripetere l'esercizio spiegato dal ragazzo. Prese un profondo respiro ed il contatto con le dita si ammorbidì gradualmente, fin quando non fu Krolia stessa a poggiare tutte le dita contro quelle di Ira poiché ormai sentiva le dita stanche e trovò più confortevole poggiarle contro i polpastrelli del ragazzo. Non si rese nemmeno conto che aveva tirato un sospiro di sollievo, si sentiva decisamente meglio adesso che aveva rilassato tutta la mano, non percependo più la rigidità delle dita che le affaticavano. Ciondolò perfino un poco con la testa e probabilmente se avessero avuto molta più confidenza non le sarebbe dispiaciuto poggiare il volto contro il petto del ragazzo per riposare anche il collo.
    Oh.. credo di aver capito qualcosa. affermò a bassa voce, le venne spontaneo parlare in quel modo perché non voleva disturbare l'atmosfera più rilassata che si era creata fra loro due. Non le diede affatto fastidio sentire i calli sulle dita del ragazzo, infondo anche lei ne aveva un paio dovute agli allenamenti con la spada. Krolia non era una dolce signorina dalle dita curatissime e lisce, come poteva averle una suora che si dedicava unicamente alla preghiera. Krolia si sentiva padrona di sé ed ebbe la sensazione di avere il controllo sul proprio corpo. Ne era così entusiasta di quel piccolo successo che inegnuamente cercò anche l'altra mano di Ira, raccogliendola in modo delicato per essere un gentile invito a posizionare anche l'altra mano allo stesso modo, così da ripetere ancora l'esercizio, così da carpirne al massimo l'insegnamento, agendo da sola. Era buffo che visti dall'esterno sembravano quasi due innamorati che timidamente si stavano coccolando e assaporavano le loro emozioni cercando un contatto sempre più intimo. Probabilmente se Krolia si fosse vista dall'esterno non avrebbe creduto ai suoi occhi.
    E' strano, adesso che mi sento più rilassata, mi sento più leggera. E' così anche per te? chiese continuando a respirare con calma, sempre ad occhi chiusi per non distrarsi con la figura di Ira così vicino.
     
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    L'esercizio che stavano portando avanti ovviamente non era un qualcosa a singola direzione, Ira aveva il ruolo di dare l'esempio su come trovare un minimo di calma, ma era comunque partecipe attivamente al cercare lui stesso di trovare dei "nodi" personali e vedere di scioglierli. I suoi pensieri vagavano su parecchi temi, ma quel contatto diretto con Krolia lo fece tornare più praticamente alla discussione avuta qualche ora prima. Non propriamente al comportamento che aveva avuto, o alla radice di quello sfogo, ma più al significato vero e proprio di cosa significasse mettersi a confronto con qualcun'altro, stare su due piedistalli opposti. Avere un muro in mezzo a due persone è uan situazione che non gli piaceva affatto. E' vero però che ora stavano costruendo un ponte, e quel ponte stava dando la giusta impronta all'atmosfera di fedeli del Vaticano. In sunto, la difficoltà di Ira era mettere a fuoco cosa davvero gli desse una sorta di senso di tensione e inadeguatezza. C'era un ingranaggio che non stava ticchettando come doveva, ma prima che potesse farsi una idea chiara, Krolia lo avrebbe raggiunto con l'altra mano, facendogli perdere ogni pensiero diretto a se stesso, ma quasi spingendolo a lasciar scorrere tutto e tornare a dove erano in quel momento loro due. L'istinto avrebbe avuto la meglio: Ira si sarebbe appoggiato con la propria fronte a quella di Krolia, prendendo un lungo respiro mentre si trovava praticamente naso a naso. Era un gesto di comunione, quasi come fra fratello e sorella, ma di sicuro su un'altro livello di intimità che il semplice posare i palmi della mani gli uni agli altri.
    Grazie Krolia... Anche io avevo bisogno di un appoggio.
    A quel punto avrebbe distaccato le mani da quelle della donna per cingerla alle spalle, stringendola in maniera confortante, quasi a infonderle calore, per poi salire alle guance per cingerle il viso e allontanarla da se di qualche centimetro per poterla guardare negli occhi e trasmetterla la rilassatezza raggiunta. A quel punto le mani sarebbero tornate sulle spalle mentre sul volto dell'uomo si sarebbe dipinto un sorriso molto dolce come un padre che guardava felice la propria figlia dopo un evento. Eppure tutto di Ira in quel momento non solo trasmetteva tranquillità, ma anche un senso di umile ringraziamento alla disponibilità che aveva dimostrato Krolia nel seguirlo passo passo. Una cosa davvero curiosa era l'insieme di profumi che li avevano avvolti per tutto il tempo, dato il particolare potere di lei, che andavano a sottolineare l'impressione di candido e pulito di quel momento, come se per un attimo non fossero in una palestra dopo lo scontro ma in un giardino di un parco. A quel preciso istante, il cervello di Ira avrebbe fatto click facendolo leggermente rosso in viso ma cercando di mantenere sempre una espressione serena, rendendosi conto che avendo agito di istinto aveva perso totalmente il filo di cosa fare, trovandosi di fronte al bellissimo viso di Krolia a pochi centimetri, e arrivando al punto di rendersi conto di tutto il contatto fisico mantenuto fino a quel momento in maniera forse fin troppo egoistica. Non era assolutamente come altre volte che aveva ballato o si era alleanto, il ritmo a cui si erano mossi era qualcosa di naturale e in un certo senso avventuroso come la prima volta di una uscita con gli amici, o di scavalcare una staccionata per andare in un posto segreto quando tutti dormono. Si sentì per un attimo incerto su cosa fare e questo lo avrebbe fatto chiaramente imbarazzare.
     
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    Krolia non si era mai sentita in quel modo prima di allora. Sentiva chiaramente il cuore battere nel petto più forte, il sangue che pompava più forte nel cervello rendendo i suoi sensi più acuti. Percepiva ancora sotto pelle una strana tensione, eppure allo stesso tempo si sentiva rilassata, padrona di sé. Infatti quando Ira poggiò la sua fronte contro la sua, non ebbe alcun timore, non si sentì sorpresa da quel piccolo gesto intimo. Quasi come se fosse del tutto naturale. Il muro di ghiaccio che c'era stato fra loro due le sembrò sempre più sottile: lo conosceva appena eppure lo sentiva amico, lo sentiva vicino come se si conoscessero da anni, come se in realtà anche lui era stato un compagno di viaggio assieme al gruppo dei cavalieri dell'apocalisse. Era un bel momento, le piaceva sentirsi così bene. Non trovò altre definizioni più adatte di quel momento: si sentiva bene. Non ebbe nessuna paura quando lui le cinse con le mani il volto, e poi le spalle. Anzi, per certi versi fu rilassante per lei come se ricevesse un massaggio inaspettato che la aiutava a distendere i nervi. Erano così vicini, così maledettamente vicini che Krolia iniziò a pensare che si trovava proprio bene fra le braccia del ragazzo. Era la primissima volta che Krolia si concedeva un momento del genere con un uomo, la primissima volta che era lei a voler rimanere nello spazio personale di qualcuno. All'infuori di Evan e Bowen per lei era impensabile rimanere così serena ad una vicinanza fisica del genere. Tutto poi scorreva in modo naturale, Krolia si lasciò trascinare dalla corrente dei piccoli gesti, guardò negli occhi Ira, leggermente imbarazzata ma vagamente languida. Il sorriso così dolce di Ira accese qualcosa nei suoi istinti, qualcosa che non controllò ma che seguì senza pensarci troppo. Si avvicinò a lui chiudendo gli occhi e posò le labbra contro quelle di Ira. Fu un gesto dolcissimo, senza malizia, un dolce poggiare di labbra che le fece capire quanto fossero morbide e calde le labbra di Ira. Quel piccolo contatto fu come una sorta di scossa elettrica che si dipanò dalle labbra in tutto il corpo di Krolia, risvegliandola bruscamente dal torpore di quel momento così rilassato e sereno. Aveva sempre immaginato che un bacio fosse un fiume di emozioni feroci, che si dava solo a chi si voleva bene, in momenti importanti. Invece aveva dato un bacio ad Ira cullata dal senso di sicurezza e spontaneità che gli aveva trasmesso lui. Eppure sentì una sorta di esitazione in lui, dovuta certamente all'imbarazzo del momento. Krolia si scostò da lui allontanandosi quasi di fretta dal suo gesto. Ira avrebbe potuto notare perfettamente negli occhi di Krolia una grande sorpresa: era stupita di se stessa. Era stato tutto così semplice e spontaneo, così naturale che se ne spaventò. I pensieri iniziarono ad affollarsi nel suo cervello: aveva sbagliato? Lui lo voleva fare? Sembrava di sì, ma improvvisamente non se ne sentì affatto sicura, forse per un sesto senso o intuito femminile, stava di fatto che aveva agito senza assicurarsi che fosse così anche per il suo compagno. Di nuovo! Lo aveva fatto di nuovo senza pensarci! E se Ira fosse stato sposato? Lo aveva costretto a fare qualcosa che non voleva? Tutto però sembrava così naturale, il suo sorriso, il suo stare vicini, la fronte poggiata contro la sua. Krolia andò nel panico. Si allontanò da lui alzandosi in piedi rossa come un peperone in faccia.
    S-scusami! Io non volevo... fece di getto, poi però si rese conto che così sembrava che non volesse baciarlo, sarebbe sembrata una pazza, quindi agitò le mani davanti a lei per negare ciò che aveva appena detto.
    ..cioè sì volevo! Ma non pensavo... oddio... scusami Ira. Scusami, ma adesso devo proprio andare. sarebbe scivolata via da lui, raccogliendo la sua spada sul terreno, evitando di guardare in faccia Ira da quel momento in poi.
    Grazie infinite per il tuo preziosissimo aiuto! I-io mi sdebiterò senz'altro, lo giuro, ma devo proprio andare. Perdonami! fece un piccolo inchino per ringraziarlo e salutarlo, e se lui non avesse fatto nulla per fermarla, Krolia sarebbe scivolata via dalla palestra come una anguilla dalle mani poco attente di un pescatore. Una volta fuori dalla stanza si sentì una gran vigliacca, ma sul momento non se l'era sentita di affrontare ciò che aveva fatto e probabilmente sarebbe stato una nuova fonte di rimproveri da parte di Ira e chissà probabilmente anche di Bowen se gli raccontava cosa era successo e di quanto fosse imbranata con cose di quel genere.
     
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    La Legge

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    Se il fiume di imbarazzo che albergava in Ira poteva vagamente essere tenuto sotto controllo, quel semplice contatto di labbra in cui si era spinta Krolia sarebbe valso come una pioggia amazzonica, rendendo quel fiume uno straripamento di emozioni. L'uomo si sarebbe paralizzato letteralmente cambiando diversi colori e sfumature della pelle, dal rosso tipico della vampa di sangue che arriva al cervello, al bianco di vergogna e incredulità su quello che era successo. Krolia aveva praticamente solo sfiorato la bocca di Ira, alla fine era un bacio nemmeno troppo a stampo, ma non erano venute la morbidezza di quelle labbra, e il sapore che portavano con loro. Era intimamente fisico, qualcosa con cui Ira non aveva mai avuto a che fare. A mente fredda avrebbe potuto benissimo capire che il gesto della donna era fin troppo normale per quel tipo di situazioni, ma l'occasioen era totalmente opposta e i neuroni di Ira era ovunque come delle palline in un pinball. Chiunque, e va sottolineata la parola "chiunque", dall'esterno avrebbe tranquillamente letto cosa era successo e come l'imbarazzo fosse il motivo per cui Ira si fosse pietrificato e ammutolito, ma quando si è i personaggi principali in certe scene, è difficile immaginare cosa davvero sia possibile discernere o capire. Poi Krolia si sarebbe alzata in fretta e furia, scivolando via come sabbia tra le dita e facendo le sue scuse insieme a un veloce cenno per dileguarsi. Ira non aveva fatto in tempo a riprendere freddezza e quindi non era riuscito nemmeno ad allungare una mano per tentare di fermarla o comunque chiarire che stava provando tante cose in quel momento, ma ben lontane dall'essere arrabbiato o disturbato dal gesto. Ira quindi rimase con se stesso, mentre con le dita della mano estra si sfiorava il viso, non osando toccarsi le labbra come se quella sensazione di umido che era rimasta dovesse rimanere il più possibile. I profumi piacevolie fresci di Krolia gli erano rimasti addosso, e adesso anche il suo sapore... Un mix di stimoli che portò il suo cervello a rivisitare i momenti passati insieme fino a quel momento, e a mettere a fuoco dettagli che all'inizio non erano stati il suo focus primario. Poteva rivedere il viso di lei come se fosse leggermente più lucido e sorridente, la stretta della sue braccia mentre lo teneva per il collo stretto al petto. Come anche le gambe sode e forti di lei che lo avevano stretto al bacino mentre si erano strusciati nella collutazione. I maschitti sono molto fisici quando il cervello si sincronizza con le cose che accadono, e Ira si ritrovò a non capire più come riprendere la calma mentre sentiva brividi e calore lungo tutto il corpo. Si sarebbe dato due schiaffoni al viso per darsi un minimo di concentrazione, alzandosi e riprendendo le proprie cose, rimettendo apposto come poteva la palestra concentrandosi solo sui gesti pratici che poteva fare in quel momento e non su quello che stava vorticando nella mente. L'unica cosa che sarebbe rimasta da fare era il rimettirsi in ordine, rivestirsi e tornare al resto degli impegni che aveva nella giornata, ma se voleva davvero concentrarsi avrebbe dovuto incrociare lo sguardo di Krolia prima o poi, e come un cane che si morde la coda anche solo l'immaginare la situazione lo portava a riprovare tutto l'imbarazzo di quel bacio pudico e di ringraziamento che gli aveva dato la donna.
     
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