[Lavoro] Gravidanze indesiderate

Scambio di soldi tra Mistral e Carnelia

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    Post lavorativo per spostare denaro (12000 Dindi) dal PG Mistral al PG Carnelia. Non so se possa essere anche valutato come giornata lavorativa per Carnelia, visto che comunque di quello si tratta, ma alla fine è marginale e sono già tutti i soldi che mi servono. Aspetto giusto l'eventuale ok per lo spostamento, se serve.

    *Avviso giusto per, che il post non va per il sottile e che rispecchierà molto le immagini che potete cliccare nel testo (tutte esplicite). I temi principali sono: gravidanza, mostri (orchi), umiliazione e violenza.

    Pillole usate: 1 Change, 1 Oldschool, 1 Sense.


    Ho un lavoretto per te. I tizi in questione pagano un sacco di soldi. Ti dirò tutti i dettagli se mi darai l'ok. So che hai bisogno di soldi per tua sorellina, ho guardato un po' in giro, sentito qualche racconto e persino indagato a livello informatico - non sembrerebbe, ma sono piu cyborg che demone - e ho scoperto che hai una sorellina di cui occuparti. La tengono in quel collegio femminile super costoso no? Per cui avresti tutto da guadagnare. Ecco la cifra di cui si parla. Gli fece vedere 12000 crediti in contanti, Gabriel non poté che sgranare gli occhi. Con quei soldi... avrebbe potuto trasferire la sorella più vicino, aumentare la sorveglianza, che diamine, fornirle persino delle guardie del corpo cazzute che la tenessero lontana dai casini e soprattutto dai traumi che le aveva fornito Tresh. Ma per così tanti soldi... cosa diavolo voleva che facesse, quella psicopatica? Stava per dire di no direttamente... ma quella stronza gli mise in mano metà di quell'assurda somma. Sentire i soldi sul palmo... gli smosse qualcosa. Fanculo. 6000 adesso, gli altri 6 a lavoro finito. Qui c'e la scorta di pillole di cui dovrai assolutamente fare tesoro. Prendere o lasciare.
    Dov'è il trucco? Perché così tanti soldi? Rischio la vita?
    Mistral lo guardò come se l'idea che morisse non le dispiacesse, ma poi rise.
    La vita? Nah. Sei forte e sano e so bene che hai vissuto parecchie avventure da quando sei... è offensivo se dico la troietta della scuola?
    Gabriel la fulminò. Certo che lo è... che cazzo di domande fai? Ma comunque, di che si tratta in sintesi?
    Mistral sbuffò. Sesso, tesorino. Del più sporco, malato e perverso possibile... Ok? Niente di troppo diverso dal tuo solito, questo posso prometterlo.
    La squadrò a lungo, cercando di capire cosa nascondesse con quel sorrisino... Poi il suo sguardo ricadde sui soldi e l'affetto per la sua sorellina ebbe la meglio.
    Ok... Ma se crepo il mio spettro ti perseguiterà per il resto della tua esistenza e questi soldi devono andare a mia sorella, intesi? Voglio un documento firmato.
    Mistral ritrasse la mano, lasciandogli i soldi sul palmo.
    Come ti pare, Gabriel.
    Chiamami Carnelia. Vado a cambiarmi.
    Prendi anche le pillole. Ti serviranno.
    Sospirò, poi guardò le pillole non meglio identificate e si chiese chi cacchio glielo avesse fatto fare... ma le mise in bocca senza pensarci. Dopotutto, aveva già metà dei soldi in mano e si era fatto chiamare Carnelia: il lavoro era già iniziato.

    ****

    Il luogo d'incontro era fuori città. Si trattava di un edificio semi-fatiscente a pianta rettangolare ma decorato con varie insegne al neon che ne indicavano tutte le entrate/uscite e quattro grandi insegne lampeggianti poste in ognuno dei 4 immensi lati. Un tempo doveva essere un capannone industriale, e se non fosse stato per le decorazioni lo sarebbe parso ancora. Era situato in una parte caratteristica della periferia, famosa per le sue vie "a luci rosse" e quando Gabriel scese dal taxi insieme a Mistral, si sentì un po' come una di quelle escort di classe che per un botto di soldi sarebbero felici di vendersi anche la madre. Dopo l'assunzione di pillole appariva come tutt'altra persona; una vera battona, a suo parere; ma probabilmente era colpa non tanto delle tette consistenti che avrebbe avuto da donna, quanto più per l'abbigliamento estivo che aveva scelto, poiché se sul suo corpicino androgino sembrava quasi passabile e "normale" per una ragazzina, su un donnone com'era diventato sembrava particolarmente volgare. L'unica cosa a renderlo riconoscibile era il suo occhio-lanterna, luminoso e dalla sclera nera come suo solito, senza bende stavolta; per il resto aveva ottenuto due tette enormi e un sesso femminile che attualmente gli stava facendo bagnare i corti shorts che indossava, poiché tra quelle pillole che aveva assunto doveva esserci anche un qualche tipo di droga afrodisiaca, e il semplice strusciare dei jeans contro la vulva ottenuta lo faceva sclerare; senza contare che il cambio di sesso non aveva funzionato del tutto, e ora si ritrovava con un rigonfiamento tra le gambe che "le" rendeva ancora più difficile camminare. Com'era arrivato a quel punto? Sospirando, seguì Mistral dentro il locale e si ritrovarono in breve in un ufficio dalle pareti rosse e il mobilio nero, composto da un'enorme scrivania, diverse poltroncine rosse e nere, qualche pianta e nulla più. C'era anche una libreria con un sacco di bruttissimi soprammobili tra cui teschi e ossa varie, ma Gabriel decise saggiamente di non guardarli troppo, per non sentire l'irrefrenabile impulso di scappare. Una donnona enorme [+], a metà tra un orco e un demone giapponese, che aveva sicuramente dovuto ordinare la sua poltrona su misura da un falegname fidato, li accolse sollevandosi in tutti i suoi interi metri d'altezza... E non sapeva come, Gabriel si ritrovò seduto a perdere metà conversazione delle due donne, distratto dal più grosso paio di seni che avesse mai visto. Perché era mezza nuda? Forse farsi fare un vestito sarebbe stato ancora più impegnativo di pagare una poltrona su misura.
    Sembra un bordello molto fornito... Come sei finita a fare questo lavoro?
    Chiamandolo semplicemente "bordello", mi offendi. Sono una donna di affari, nient'altro. Vivo nella terra da abbastanza tempo da sapere che è popolata da moltissimi individui, tutti con i propri vizi, la maggior parte dei quali farebbero di tutto per soddisfare. Ecco cosa facciamo qui: il cliente richiede, noi offriamo. Non gestisco prostitute o gigolò, ma semplici lavoratori volenterosi. La maggior parte di loro sono la mia famiglia. Tu sei un demone... quel tono di sdegno verso il mestiere più vecchio del mondo dovresti essertelo tolto da un pezzo.
    Mistral fece spallucce. A me non interessa cosa facciate qui o come lo facciate, ero solo curiosa. Mi basta avere ciò per cui vi pago... il resto è contorno.
    Oh, su questo puoi stare tranquilla. Devo dire che la tua richiesta era un po' strana, contando che il tuo "esercito" non sarà pronto prima di qualche anno ma visto che hai portato tu la fattrice... Chi sono io per giudicare?
    Aspettate... Fattri-che? Sono un-.
    Mistral gli schiacciò la le guance e metà faccia con una mano per impedirgli di continuare, parlando da sé.
    Diciamo che avevo qualche soldo da spendere e poca gente di cui fidarmi. Il piccolo esercito di cui mi parli è una garanzia a lungo termine... Devo solo restare viva nel frattempo.
    La grande oni fece spallucce, perdendo interesse per la cosa e facendo loro cenno di seguirle, dopo essersi sollevata pesantemente dalla poltrona. Più Gabriel si addentrava in quel posto dalle dubbie origini, più sentiva di aver fatto la scelta più sbagliata possibile e volersela filare. Non aveva neanche capito di cosa si trattasse nell'effettivo, si era parlato di fattrice... ma era evidente che non parlassero di lui, no? La vista distolse l'attenzione da quei pensieri, cosa che gli fu fatale. Se solo si fosse soffermato a pensare... ma quel posto era semplicemente assurdo per non badarci. L'edificio era davvero grande, progettato su un solo piano, ma formato da un'infinità di stanze diverse, alcune delle quali lasciavano intravedere o anche semplicemente sentire, cosa accadesse all'interno. Da una porta aperta Gabriel riuscì a intravedere una specie di mini-sala da presentazioni, con un piccolo palco all'interno, dove una serie di donne mezze nude vagamente travestite da suora stavano eseguendo un "esorcismo" decisamente particolare, tra le grida del demone incriminato. Una scena straziante che gli fece distogliere lo sguardo immediatamente. Il resto era anche peggio... spaziava da teatrini dove delle poverine erano legate e "torturate" da centauri di vario genere (spettacolo che per qualche motivo lo spaventò più di tutto il resto), passando per inquietanti creature deformi che giravano con povere ragazze amputate per la struttura, finanche a "spettacoli" più o meno tranquilli dove erano semplici umani a sperimentare pratiche sessuali tra i più disparati genere, come anche però mostri enormi incatenati che si intrattenevano con umani o pseudo tali per dare spettacolo. Quando arrivarono a destinazione Gabriel aveva già cambiato idea, ma fu entrare in un'enorme stanza e ritrovarsi letteralmente in mezzo a un esercito di 10, forse 20 orchi di sessi disparati, a farlo sussultare e convincerlo completamente che no, i soldi non valevano la pena. Li dentro era in corso una vea e propria orgia, con donne di vario genere trattate alla stregua di carne da macello e orchi e orchesse (perlopiù pene-dotate) che le sballottavano in lungo e in largo come giocattoli. Tra di loro distingueva diverse enormi bellezze [+] molto simili alla "padrona di casa", veri e propri "orchi" vecchio stile dai colori più disparati, come anche -tra tutti- una creaturina alta meno di lui ma che sembrava la più cattiva di tutte per ciò che stava facendo là in mezzo. Rabbrividì nel sentire cosa stesse gridando a una povera tizia già sfatta sotto di lui... Poi alle sue spalle la padrona presentò la combriccola.
    Ecco qui i vostri donatori. Tra di loro ci sono anche le mie sorelle e alcuni miei fratelli. I maschi che vedete sono stupidi, ahimè, ma molto utili. Non ricordo una sola volta in cui abbiano fatto cilecca, se sai cosa intendo. Fertilità estremamente sviluppata, come tutta la mia famiglia del resto.
    La donnona guardò Mistral, poi abbassò lo sguardo su di lui e gli diede una pacca sulla spalla che gli fece quasi fare un volo in avanti, costringendolo a lottare per rimanere in piedi. Poi realizzò cosa avesse detto... e capì a cosa erano servite tutte quelle pillole prese. Pensava che fossero per soddisfare i gusti dei clienti, ma lì dentro sembrava che tutti gli scroti presenti volessero eruttare dentro di lui per un motivo specifico... e quando lo capì sgranò gli occhi, ridando un'occhiata. I lamenti delle tipe erano invitanti, certo, ma le loro espressioni... Semplicemente non poteva. Avrebbe preso più turni al lavoro part-time e qualche cliente in più alla Sapienza per compensare, ma quello... tutto in una volta... non se ne parlava! Figli poi? Col cavolo!
    COL CAZZO che lo faccio! Ahehm, voglio dire... io non me la sento più ragazze. Non mi avevi detto che avrei dovuto... No, no. Mi tiro fuori... Ci si vede eh! Tieniti i tuoi fottuti soldi.
    E con una risatina nervosa e la morte nel cuore, Gabriel mise i soldi in mano a Mistral e fece per andarsene. Sarebbe andato tutto bene... se quell'enorme donna che aveva fatto loro da guida non lo avesse afferrato, sollevato con la stessa fatica con cui lui sollevava un cuscino, girato e guardato molto, molto male.
    Mi dispiace per te ma non si può fare. La tua amica ha garantito per te... C'è un patto di mezzo.
    Mistral sollevò gli occhi al cielo.
    Dammelo... ci penso io.
    E dopo quello sentì solo la punta di una siringa penetrargli il collo... poi fu il buio.

    ****

    Qualche ora dopo, la situazione all'interno della stanza si era fatta particolarmente surreale, rappresentazione in real life delle più perverse scene hentai che Gabriel avesse visionato in qualsiasi manga h gli fosse capitato a tiro in vita. All'inizio aveva tentato di mantenere la razionalità, tanto che dopo qualche frustata, molte sculacciate, e almeno 5 orchi che gli avevano fatto capire cosa significasse possedere una fica, legato a una gogna simile a quella che aveva in camera sua per i clienti più perversi, aveva trovato le forze per sollevare gli occhi stanchi su Mistral e chiederle una semplicissima cosa: perché.
    Si può sapere... Cosa... Ci guadagni?
    Più si faceva quella domanda più non riusciva a capire. A giudicare dalle droghe che gli avevano rifilato serviva che fosse donna, e la droga che gli avevano rifilato come "extra" alle pillole aveva reso i suoi capezzoli pieni di latte, il che non era un buon segno. Gli era parso di capire, vagamente visto tutto il piacere e il dolore che aveva subito, di sentire che fosse un "acceleratore di fertilità", ma anche realizzando di dover diventare una vacca da cuccioli per quegli orchi, continuava a non capire perché mai Mistral volesse una cosa simile. Che cosa le aveva fatto lui di male?
    Favori, carino. Futuri e presenti. A questo mondo valgono più di qualsiasi moneta... La mamma non te lo ha insegnato? Oh già, scusa... È morta, uh?
    Lì aveva stretto i denti, poi un dolore assurdo l'aveva colto mentre un cazzo ben più grosso del suo gli apriva il culo senza lubrificante a parte la densa saliva di quei mostri. Le tipe che aveva intorno erano dotate tutte molto più di lui e la cosa lo aveva destabilizzato abbastanza, ma che potesse piacergli così tanto venire sodomizzato da delle bellezze pene-munite, quello non se lo sarebbe aspettato; gli mancava alla lista di tutte le merdate che aveva subito da quando era... "cambiato". Durante i giochi aveva scoperto anche che Mistral aveva invitato due conoscenze comuni che a scuola gli avevano sempre fatto paura e ribrezzo: i figli di Lucia; due veri e propri mostri del demonio che praticavano una strana magia sessuale ed erano perennemente accompagnati da una creatura melmosa e schifosissima. Li aveva sempre visti nella loro forma fanciullesca, non aveva mai immaginato che potessero trasformarsi in orchi e che sapessero andarci dentro come animali per un sacco di tempo... né tanto meno che potessero sfruttare incantesimi di dubbia origine per fargli praticamente di tutto. Sì, perché dopo la gogna di carne era stato il turno di infilarlo in una parete e separarlo come un dannato insieme di giocattoli sessuali a cui ognuno era concesso un pezzo; poi era stata la volta del controllo mentale che l'aveva spinto a terra a prostrarsi in uno spettacolino dove si succhiava il cazzo da solo con ano e intimità che ancora pulsavano rigettando seme sulla sua faccia; poi ancora ma non per ultimo la sostituzione dei suoi vestiti, dal nulla, con un completino da maialino, i ganci al naso, i piercing, tutti quegli strani simboli che gli avevano gonfiato le tette e gonfiato il pancione. Sì, perché se dopo un'ora ancora era cosciente, dopo quattro iniziava a somigliare più all'animale da cui lo avevano fatto vestire, e riusciva solo a grugnire e piangere subendo ciò che gli accadeva. A nulla erano serviti gli insulti iniziali, il continuo dimenarsi, i graffi, gli sputi... alla fine era comunque finito per fare da bambola a 20 orchi assatanati. Subì ogni genere di violenza di gruppo, dall'orgia, alle file per inseminarlo, passando per i "sandwich" forzati che avevano minacciato di farlo soffocare nello sperma e senza l'aria più di una volta, fino agli svariati sex toys rubati direttamente dal suo borsone di "lavoro" (che portava sempre con sé e che attualmente giaceva in un angolo, abbandonato e sporco) che gli venivano messi addosso e dentro a turno e in modi anche decisamente fantasiosi (e i più sbagliati possibile), un po' come se nessuno di quei mostri ne conoscesse il funzionamento e lo stesse sperimentando a sue spese. Ovviamente durante tutto ciò il suo occhio era stato tolto, figurarsi, e quando quei maledetti avevano scoperto che era solo un'altra cavità "sensibile" avevano iniziato a usarla. Il peggio? La lanterna aveva continuato a giacere a qualche metro da lui, fissandolo e permettendogli di guardarsi in tutta l'oscenità cui era ridotto, proprio come avere un biglietto in prima fila per lo spettacolo della propria disfatta. Le lanterne che fossero state in "ascolto", si sarebbero fatte delle grasse risate. Alla fine gli orchi fecero a gara a metterle dentro all'intimità quanti più giocattoli possibili, almeno una dozzina, finendo per farlo svenire per un breve periodo. Si svegliò dopo un po', impossibile determinare quanto, a causa di un dolore lancinante al culo che venne letteralmente impalato dall'affare di essere semplicemente grottesco e che doveva essere entrato per l'occasione: non era semplicemente un orco, era una specie di ibrido, a metà tra l'umano e il maiale, con un viso inquietante, occhi spiritati completamente verdi e luminosi, una pelle grigiastra e un corpo assurdamente grasso e abominevole. Bastava pensare che se la "padrona" di quel posto era alta sui 3 metri pieni a occhio, quel coso era almeno di 5. Il suo affare era un vero e proprio strumento di tortura, un pene ritorto su se stesso come un cavatappi, lungo almeno quanto un braccio degli orchi, così mostruoso che per infilarlo dentro di lui dovette letteralmente "avvitarlo", manovrando il suo corpo come una bambola di pezza. Quando si svegliò aveva praticamente raggiunto la metà della propria avanzata, ma il mostro dovette perdere la pazienza perché verso la fine affondò di botto, rompendogli qualcosa quasi sicuramente e facendolo venire sul colpo. Sì, venire, perché per colpa delle droghe quella fu praticamente una delle stimolazioni più intense e piacevoli che avesse mai ricevuto. Il mostro lo sollevò davanti a sé come un trofeo, trattenendolo in una posizione che lo esponesse a tutti, intorno a lui iniziarono a grugnire, gridare, insultarlo, alcuni in un italiano scarso, altri in demoniaco, orchese, o qualsivoglia lingua orrenda parlassero. La sua pancia, che era diventata semplicemente enorme in tutte quelle ore di covata, doveva aver raggiunto il massimo della sua capacità perché venne sconquassato da un dolore ancora più forte dell'affare dentro il suo didietro. E quando alla fine, le orchesse più minute del gruppo si fecero avanti, iniziando a strizzarle la pancia mentre il maiale spingeva dentro di "lui" per far uscire i piccoli mostri che portava in grembo, la sua espressione cambiò ancora diventando semplicemente folle, completamente andata. In breve una serie di piccoli esseri verdi, dall'aspetto molto dissimile da quello umano, iniziarono a farsi spazio nella sua intimità e scivolare lungo le mani delle orchesse, che li prendevano a li portavano al petto. Persino loro sembrarono sorprese di vederli già attivi, ripugnanti nella loro mostruosità, ma soprattutto perfettamente moventi: quelle piccole creature iniziarono ad aggrapparsi al corpo della madre cercando i suoi seni... ma non sembravano aver bisogno solamente di succhiarli. Gabriel venne di nuovo... poi dimenticò il proprio nome.

    ****

    Gli orchetti appena nati risalirono il corpo della madre e si impossessarono di ogni singolo orifizio, dai capezzoli, all'ombelico, fino a orecchie, bocca, narici persino, e osservando tutti quegli affari che si impossessavano del corpo abusato di quel piccolo giovane, Mistral per la prima volta non si sentì spaventata, terrorizzata dalla gravidanza o dall'incesto, anzi, provò una malsana soddisfazione, come se guardare in faccia qualcuno che subiva brutalmente la sua più inconfessabili fobie, liberasse in qualche modo lei da quel pericolo. E c'era solo un fastidio, molto in fondo, dato da quel suo maledetto demone, angelo nel suo caso, che come una coscienza, un fastidioso grillo parlante indesiderato, le faceva palpitare il cuore dalla voglia di fermare tutto. Per fortuna, in quel caso, la soddisfazione fu estremamente maggiore di quella sensazione, facendo sì che riuscisse a scacciarla e godersi pienamente lo spettacolo... almeno per buona parte di esso. Quando la scena divenne decisamente troppo grottesca quella sensazione di fastidio crebbe ancora di più e lei trattenne a malapena un conato, voltandosi e concentrandosi su altro. Come se nulla fosse, raccolse una rivista e si mise a sfogliarla. Un dolore improvviso al petto la costrinse a storcere il naso e "carezzarsi" in mezzo ai seni, proprio ad altezza cuore... Gesto che si rifiutò analizzare. Nel frattempo, le urla provenienti dalla stanza crescevano, insieme ai lamenti sguaiati di quelle creature che definire "bambini", sarebbe stato decisamente scorretto. Mistral gettò l'occhio a osservarli in tutta la loro iperattività e non poté che ritenersi, per quanto schifata, soddisfatta. Aveva voluto affrontare le sue paure guardando lo spettacolo nella sua interezza, ma il vero obiettivo erano proprio quegli esserini che, un giorno, sarebbero potuti diventare un ottimo seguito al suo comando. Aveva avuto l'idea e soldi da spendere, non era stata troppo a pensarci: l'era sembrata buona e divertente e l'aveva assecondata, perché in fondo aveva i mezzi per farlo. Stavolta però avrebbe fatto crescere i piccoli come dei veri soldati, non si sarebbe lasciata cogliere dal caso com'era successo invece per Lant, il suo... il figlio di Thresh. Quell'essere la ripugnava e non faceva altro che darle pensieri, dovendolo tenere costantemente rinchiuso e sotto controllo. Di recente aveva fatto persino amicizia con la nuova figlia dello zombie, che per qualche motivo a Shuruki, personalmente, faceva venire la pelle d'oca.
    Quando finì di leggere la rivista, si accorse di essersi persa più del dovuto e che la scena davanti ai suoi occhi era cambiata: lo squadrone della "famigliola felice" si era ritirato, il maiale giaceva addormentato in una gabbia appena distinguibile nell'angolo della stanza e i demonietti stavano venendo condotti uno ad uno in un'altra stanza. Mistral ne contò cinque. Niente male. Per quanto riguardava il ragazzino, di lui non c'era traccia, se non una perversa e lunga "scia" di fluidi vari e disgustosi che disegnava una specie di curva sul pavimento, sparendo dietro l'angolo di una porta inconfondibile, la toielette. Sospirando, Shuruki si alzò con calma, richiuse la rivista, la rimise al suo post, e spense la musica classica che aveva messo di sotto fondo, continuando senza rendersene conto a muovere la testa a ritmo. Solo dopo aver sistemato le cose, uscì dalla stanza di vetro con un sorriso perverso sulla faccia, soddisfatta della propria idea e della sua realizzazione. Quando raggiunse il bagno a propria volta, la cui porta era stata lasciata aperta, si bloccò sulla soglia con espressione disgustata. Il corpicino androgino di Gabriel, tornato normale almeno nelle forme, non presentava più alcun pancione o segno delle gravidanze subite, ma la violenza, quella era ben visibile sulla sua pelle candida, così come il piacere, terribilmente contrapposto a quei segni. Percorrendo con lo sguardo gli innumerevoli lividi e rossori presenti sulle sue braccia, le guance leggermente tumefatte, la gola profondamente arrossata e "segnata" dalle mani, segno che neanche con le prese quei mostri c'erano andati troppo leggeri, passando poi per le sagome ben delineate di quelle stesse enormi dita o corde che spaziavano dai suoi polsi, alle caviglie, facendosi decisamente più rossi e violacei sulle natiche, si riusciva a giungere infine al sintomo più preoccupante di tutto il quadro: non solo la sua espressione vacua, distrutta, ma con gli occhi comunque dilatati come se avesse appena assunto una consistente dose di stupefacenti, quanto più il suo sesso... a malapena moscio, ricoperto a propria volta di ematomi, eppure anche stillante gocce di seme che lo facevano pulsare mentre ne percorrevano la lunghezza contenuta, a causa dello stato di rilassamento in cui vertiva. Il suo viso era poi uno spettacolo osceno e sinceramente preoccupante: sporco di vomito, seme, saliva, muco e fluidi vari, ancora chino sul water a rigettare attraverso profondi conati tutto ciò che il suo corpo sperava presto di dimenticare. Completamente svuotato di ogni pensiero cosciente, la sua mente in quel momento era vuota, mentre il suo fisico pensava solo a rigettare tutte le droghe assunte e il sesso subito. Dire che gli fosse piaciuto sarebbe stato da pazzi, certo, eppure la sua psiche era stata così profondamente corrotta dalla vicissitudini provate alla Sapienza ogni giorno, che il suo corpo riusciva comunque ad apprezzare il quadro in cui era stato ridotto, fornendogli così uno stato decisamente catatonico, languido, un po' come se fosse per l'appunto un tossico che si godeva la sua dose.
    Fu in questo stato che Mistral lo colse: chino sul water a rigettare con profondi conati che gli sconquassavano il corpo, facendogli inarcare convulsamente la schiena, a vomitare senza ritegno e producendo un rumore che definire rivoltante sarebbe stato un complimento. Mistral lo guardò con malcelato disprezzo, poi sorrise. In un moto di sadismo che l'aveva eccitata aveva preparato il suo secondo pagamento in un modo più fantasioso del solito: ovvero, infilando il malloppo in un ENORME plug anale vibrante, richiudibile, che per essere estratto gli avrebbe richiesto non solo di recuperare le forze ma anche di riprendere i sensi e contorcersi come il migliore degli atleti. Eccoti il resto. Nel ficcarglielo nel didietro Mistral non poté che ridacchiare, senza alcun rimorso per i versi o i suoni che produsse il poverino, tremante e privo di forze, mentre l'unico occhio "sano" che aveva gli si sgranava fin quasi a uscire dall'orbita, mentre dall'altra schizzava fuori un altro po' dei fluidi che l'avevano riempita Quando finì, il plug lasciava intravedere in mezzo a tutte quelle banconote, un po' delle interiora del ragazzo, e lei non poté che soffermarsi un momento nel vedere quelle pareti arrossate pulsare consistentemente, mentre il sesso quasi riprendeva vita per stillare nuovi timidi, schizzi di seme. Nonostante le svariate pillole prese, a quanto pareva non aveva più fluidi da offrire.
    Grazie per il tuo duro lavoro. Ci vediamo a scuola...
    E sembrava una fottuta minaccia, ma Gabriel non fece in tempo ad ascoltarla tutta: svenne e non emise più un suono. Questo mandò in crisi completa Mistral/Shuruki, che appena si voltò per andarsene, con un fare militaresco fuori contesto, percepì una specie di spillo invadergli la tempia.
    Non farlo.
    Al ché sbuffò sonoramente, bloccando la propria marcia con il piede a mezz'aria, dandosi un colpo alla tempia nella speranza che quella voce odiosamente seria, sincera, determinata e piena di buoni propositi sparisse per sempre. Sollevando il mento e drizzando la schiena, tentò un nuovo passo. Un mal di testa lancinante la fece piegare sul posto, afferrandosi la testa con le mani e gridando.
    Torna indietro.
    Al limite dell'esasperazione, alla fine tornò indietro e a passi pesanti e seccati raggiunse il corpo apparentemente inerme di Gabriel, guardandolo con disgusto. Con la punta del piede robotico, formato stivale, gli toccò il viso per sollevarlo leggermente dal pavimento e farlo cadere, sperando che emettesse un cenno di qualche genere... Nulla avvenne.
    Visto? E' morto, ok? Facciamocene una ragione e basta...
    Ancora.
    Fece la medesima cosa col braccio, sempre senza chinarsi avvicinarsi, fregandosene completamente, tutto pur di ribadire che aveva ragione.
    Visto?!
    CONTROLLA.
    Altra fitta alla testa.
    FANCULO! Shuruki detesta questo schifo! TI ODIO UFFFFF!
    Non era la prima volta che succedeva, no. Era brava a nasconderlo, ma sotto la facciata da donna fatta e finita, a volte le capitava di perdere il controllo e sentirsi... cieca, un po' come se il cervello le esplodesse e la vista le si tingesse di rosso. Sentiva solo un sacco di odio, iniziava a farfugliare, perdeva la nozione del tempo, delle cose e anche il modo di parlare le sfuggiva di mano. Ma il peggio? Quella voce... quella voce la faceva impazzire, ma se non la ascoltava... allora sì che le cose diventavano sempre peggio. Quindi si chinò, finalmente, portando con ben poco entusiasmo le dita a sentire la giugulare del ragazzino... trovandola dopo breve pulsante. Aveva il battito leggero ma se la sarebbe cavata. Aveva solo bisogno di un po' di riposo, quel coso inutile di cui non le importava niente. Peccato, altrimenti quasi quasi si sarebbe ripresa i soldi, tutto sommato. Non che gliene fregasse qualcosa... aveva ottenuto molto più di quello. Un esercito!
    Ecco fatto... è vivo. Silenzio. Il mal di testa svanì. Shuruki si alzò sbuffando, detestava quello stato di cose. Ogni volta che la situazione si faceva drammatica... quella voce spuntava dal nulla. E aveva persino potere sul suo corpo, se andava DAVVERO male!
    Prima o poi mi lobotomizzerò per colpa tua... Sto diventando pazza.
    La voce non c'era più.

    Diverse ore dopo. Stanza 204; Thanathos Hospital.

    Ti hanno ridotto davvero male, raga... zza. Da dietro gli spessi occhiali, Gabriel intravide il dubbo mentre la donna dai capelli rossi lo squadrava da capo a... pube, coperto in quel momento da un lenzuolo bianco. Era così stanco che faticava a tenere gli occhi aperti. La lanterna era tornata al suo posto, probabilmente gliel'avevano rimessa nell'orbita dopo averla ripulita. Quasi gli venne un conato al pensiero di quanto quell'anfratto terrificante lo avesse fatto godere... nella situazione più malata possibile. Era combattuto su quanto successo; ormai si convinceva sempre più di essere diventato pazzo. Una specie di meretrice rincoglionita dal sesso che non poteva fare altro che accettare con accondiscendenza la propria dose di veleno... pur sapendo di avvicinarsi solo un passo di più al creatore. Sospirò, chiudendo gli occhi e tentando di dire qualcosa, ma dalla sua gola uscì appena un lamento. Le corde vocali erano state schiacciate troppo e troppo a lungo, o almeno così gli avevano vagamente spiegato. A lui sembrava di essersi levato dal collo uno di quegli alieni schifosi che una volta aveva visto in un vecchio film di paura. Almeno a lui non era toccato l'acido... ma stava solo divagando con i pensieri per non pensare al resto. Tranquilla, non tentare di parlare. Attualmente sforzare le corda vocali sarebbe solo deleterio; hanno bisogno di riprendersi... come tutto il tuo corpo. Se preferisci che mi rivolga a te al maschile ti chiedo scusa in anticipo. Per quel che vale, sei il mio paziente, comunque vada... quindi userò un tono generico per non dispiacerti, va bene? Gabriel riuscì a malapena ad annuire... una volta sola. La donna gli carezzò il capo, poi sembrò ritirare la mano per paura di spaventarlo, quasi fosse fatto di cristallo. Gabriel rimase stranito da tanta gentilezza. Ti ho somministrato un tranquillante così che il tuo sonno possa essere di qualità e il dolore non ti svegli. Se ti va, più tardi, parleremo di... tutto ciò che avrai voglia di condividere.
    Mentre le forze lo abbandonavano e la vista si faceva scura, Gabriel non poté che stamparsi in faccia il viso di quella dottoressa e sorridere appena. Il mondo là fuori non era tutto terribile, ma per quanto avesse cercato di ripeterselo e ricordarselo, nel SUO di mondo, la luce si faceva vedere decisamente di rado, e il buio era così cupo che avrebbe fatto paura persino al più impavido dei guerrieri. Il peggio? Lui ci affogava dentro... e gli piaceva.

    Edited by .Bakemono - 18/5/2020, 18:02
     
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    Allora...

    Premettendo che è molto palese quanto tu sia divertita a scrivere e descrivere il post dall'inizio alla fine e si noti leggendolo, sfortunatamente non te lo posso valutare come post lavorativo per il semplice fatto che non è un post lavorativo. Capisco il bisogno di dover trasferire i soldi sebbene non abbia assolutamente idea di cosa devi comprarti che possa costare così tanto, ma questo scenario non ce lo vedo molto collegato come lavoro. Mi sembrava più di star leggendo il post di una role in solo, il che è un peccato perché apprezzo il genere e come ho detto si vede che ti sei divertita.
    Detto ciò... hentai zozzo e spinto a parte che è sempre bello, mi ha lasciato parecchio perplesso la comparsa di sto esercito di orchi improvviso e tutta la storia ad esso collegata riguardo Mistral e il suo volersene creare uno come deterrente. Normalmente avrei detto che probabilmente te la sei gestita nelle altre role che magari non ho seguito, ma buona parte delle altre role della signorina pazza me le sono lette e davvero non ho memoria di un qualche cosa che potesse portare a questo twistone.

    Insomma, in sintesi, si vede che ti sei dilettata molto a scrivere tutto questo, ma non è un post lavorativo e non posso fare a meno di condannare la tua scelta di comprimere tutte queste idee in un filone gigantesco unico che secondo me ti saresti divertita molto di più a ruolare con qualcuno. I post lavorativi devono essere una finestra negli impegni quotidiani di un PG, e per quanto io non dubiti che Carnelia ogni dì abbia la sua dose di big dikku, vederlo sottoposto/a a una breeding session intensa (bellissimo eh per carità) mi sembra tutto fuorché quotidiano, specialmente visto che c'è quasi morto e con Mistral che guarda lo scenario tipo dittatore che osserva gli squadroni della morte.

    Discorsone a parte, trasferisci pure il dinero.
     
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1 replies since 18/5/2020, 16:40   87 views
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