Conseguenze

Per Sekiro

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    Guardare a destra, e poi a sinistra. Attraversare il corridoio, fino all'angolo, e se le indicazione erano giuste....eccola lì! La rotonda insegna delle poste torreggiava sulla parete, indicando l'obbiettivo di Enas. Dopo i suoi sollazzi recenti, oltre al desiderio di potenza anche un'altro tipo di desiderio si era svegliato in lui, ben più carnale ed imbarazzante. Era ormai tempo che il ragazzo cercava di distrarsi con la masturbazione, ma con molto poco successo. Aveva provato anche a stimolare il proprio ano, con ancor meno risultati. Gli serviva qualcosa di più, qualcosa che facesse sentire la sua presenza nel corpo di Enas; e così aveva ordinato un pacco alquanto speciale, sperando nella più completa riservatezza. La consegna era così tanti riservata che proprio a quell'ordine era toccato il gravoso compito di essere vittima di un'ispezione a sorpresa. Il ragazzo aveva ricevuto via mail la notifica di quanto avvenuto, con la richiesta di ritirare il pacco direttamente alle poste di quel centro commerciale, ove esso era finito. Per questo motivo un irritato Enas si aggirava in modo così circospetto in quelle sale e corridoi. D'altronde era alquanto riconoscibile, e non voleva assolutamente far sapere del contenuto di ciò che doveva prelevare. A tal proposito si era coperto di una felpa bianca, con un cappuccio che falliva nel mantenere l'anonimato, visto il ricercato ricamo dorato che decorava il bordo. I pantaloni erano di un bianco brillante, dimostrando la poca dimestichezza del ragazzo con il termine "discrezione".
    Enas entrò nelle poste, stranamente pulite e senza fila. Qualche individuo aspettava sulle sedie, ma il ragazzo li ignorò per dirigersi verso il ritiro pacchi. Qui una signora sulla cinquantina che parlava al telefono lo avrebbe visto, e con una noiosa voce squillante lo accolse. BUONGIORNO, COSA POSSO FARE PER LEI? per tornare a cianciare alla cornetta. Enas fece una smorfia, odiava dover interagire con una persona tanto rumorosa; porse la copia della mail ricevuta, su cui erano scritti tutti i dettagli, sul bancone; la signora lo prese, cominciando a leggere. OH, IL PROPRIETARIO DEL PACCO DALLA LEWDFUN PUNTO COM, ECCO A LEI! Enas sbiancò anche di più rispetto al suo solito colorito pallido, e prese con mani tremanti il pacco incriminato, tutto ricoperto da nastri marroni. Fortunatamente il bancone era alquanto lontano dagli individui, magari non avevano sentito proprio tutto...con questa speranza nel cuore Enas prese il proprio ordine sottobraccio e iniziò a muoversi verso l'uscita.
     
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    C'erano occasioni cosi fortuite, cosi improbabili che nessuna previsione popolare le avrebbe mai incluse, che semplicemente non potevano essere mancate.
    L'informazione che Fubuki, impegnata a presenziare all'apertura di una boutique di lusso, ricevette era tra quelle, tanto che la ragazza stentò a crederci fino al momento in cui lei e il suo folto gruppo di bodyguards arrivarono di fronte all'anonimo ufficio postale. Ed invece eccolo lì: l'erede di una antica e famosa famiglia di guaritori greci, colto a fare acquisti che avrebbero compromesso il buon nome di chiunque. E con tanto di dichiarazione urlata da parte della commessa.
    La fortuna era tale che Fubuki doveva astenersi dal ridere tra sè.
    Lasciando le sue guardie fuori, l'ereditiera entrò nell'ufficio. Vestita nel suo solito elegante vestito lungo completo di pelliccia bianca spiccava nel posto come un fiore in una palude, ma l'anonimato non le interessava in quel momento. Il suo cellulare fu fuori in un attimo. Click. Ecco immortalato il ragazzo, bello come una bambola di porcellana, con il pacco incriminante in mano, il nome della ditta a cui apparteneva in bella vista. Fubuki si prese un momento per godersi l'immagine con un sorriso, poi ne fece una copia che inviò al suo portatile privato.
    I suoi tacchi suonarono un ritmo costante mentre si avvicinava al ragazzo, che, come tutti quelli che cercavano di passare inosservati senza sapere come appariva sospettosissimo a chiunque avesse occhi. Impegnato com'era, l'avrebbe notata avvicinarsi a passo svelto? Qualunque fosse la risposta, Fubuki gli sarebbe arrivata alle spalle. Un tocco leggero su una spalla, e poi il telefono con la foto incriminante sul display gli sarebbe apparso di fronte agli occhi.
    "Prepariamo una festa?" Fubuki gli sussurrò all'orecchio da dietro, la sua voce resa profonda da un tocco di sensualità
    Prima che potesse rispondere, Fubuki gli danzò intorno, ponendoglisi di fronte. Con un occhiolino, il cellulare sparì tra le pieghe del suo vestito.
    "Ciao, Enas." Fubuki guardò il ragazzo con aria tranquilla. Da vicino era ancora più carino. "Stai facendo acquisti?"
    La luce pericolosa negli occhi di Fubuki gli avrebbe detto tutto quello che serviva: era stato beccato, ed adesso era nei guai.
     
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    Enas era assolutamente occupato a non dare nell'occhio, tanto che la voce di Fubuki lo prese di sorpresa, facendolo saltare sul posto e facendogli emettere uno scomposto squittio di terrore.
    A-ah! C-chi!
    Seguì con lo sguardo il personaggio misterioso, guardando i lineamenti della persona davanti a lei, i capelli verdi...era abbastanza sicuro di averla vista da qualche parte, ma non riusciva a dargli un nome...cosa che invece lei era stata capacissima di fare. Enas nascose dietro la schiena il pacco colpevole, guardando verso l'alto cercando di non incrociare lo sguardo con quella donna. Era arrossito molto, e aveva messo un falsissimo sorriso di imbarazzo. Era chiaro che sapeva cosa stava succedendo, ma non capiva come potesse sapere il suo nome....almeno finché non ci pensò un attimo. Enas era abbastanza riconoscibile per il suo vestiario alquanto eccentrico, oltre al simbolo sulla sua fronte...effettivamente non era strano riconoscere il ragazzino, se si conosceva un poco l'ambiente romani. Non capitava così spesso che un bizzarro ragazzino dalle rare capacità curative venisse in città. Cercare di salvare la situazione era pressoché impossibile, questa persona sembrava ben conscia di ciò che aveva in mano. Fosse stato per lui non era un problema, ma sicuramente sarebbe stato un danno importante alla reputazione della famiglia....oltre a un notevole punto a sfavore per quando avrebbe dovuto trovare moglie. Il sorriso di Enas si incrinò, fino a svanire in una smorfia preoccupata.
    Sei una giornalista? Dimmi cosa vuoi, penso di potertelo dare senza problemi...basta che fai la brava.
    Enas non voleva assolutamente farle del male, e non gli sarebbe neanche convenuto...se quella persona era un minimo brava in quello che faceva quella foto era già salvata in un sacco di periferiche, di conseguenza l'unica cosa che poteva fare era assecondarla, per poi magari occuparsi del problema in un secondo momento. D'altro canto quella donna non sembrava particolarmente forte, metterla fuori gioco sarebbe stato semplice, anche se molto maleducato e per nulla utile; c'era già uno scandalo della domenica in gioco, meglio non tirarne fuori un'altro.
     
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    Fubuki fece un piccolo broncio. "Aw, davvero non sai chi sono? Che scortese. Ah, sei troppo carino per tenerti il broncio. Ti perdono." E per sottolineare la cosa, gli diede un delicato buffetto sulla guancia, sorridendo.
    "Mh, davvero? Senza problemi?" Fubuki si picchiettò le labbra con un dito affusolato. Il suo sguardo si fece malizioso.
    Non si fece scrupoli dal guardarlo dall'alto in basso. Era incredibile quanto fosse carino. Se non avesse già saputo che era un ragazzo, avrebbe dato per certo la sua femminilità. Ecco qualcosa che non bisognava lasciarsi sfuggire...
    Fubuki gli rivolse un sorriso radioso.
    "E' tanto che non ho un cavaliere che mi accompagni per una passeggiata. Che ne dici di diventarne uno?"
    Non aspettò che rispondesse a quella domanda. Gli si mise accanto, mettendo una mano rosea nell'incavo del suo gomito, proprio come se lui fosse un cavaliere che le avesse offerto il suo braccio.
    "Andiamo?" Fubuki sembrava praticamente radiare buon umore. "C'è un po' di shopping che vorrei fare." Disse con pacata allegria.
    Non fece uso del suo potere. Semplicemente, gli sorrise, come se fossero due amici intimi che si fossero incrociati per caso. Non accennò minimamente alla fotografia, ma quella era sempre lì, una minaccia in attesa.
    Come avrebbe reagito Enas a quel approccio inatteso?
     
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    Enas subì il buffetto senza fiatare, non poteva mostrare troppo risentimento in quello che faceva, ma ad onor del vero non ce n'era troppo. Quella donna era comunque carina, e sembrava gentile...almeno per adesso. Di certo lo sguardo malizioso che aveva in viso non prospettava nulla di buono, ma dopo aver cacciato via il procinto di un disperato sospiro, si lasciò prendere il braccio. Nonostante l'aspetto gracile il ragazzo era forte, più di un'umano normale, e Fubuki l'avrebbe potuto sentire al contatto. Di fianco a lei era un nanetto, le arrivava all'altezza del seno, cosa che rendeva particolarmente complesso il guardarla senza abbassare gli occhi sulla scollatura; Enas si considerava particolarmente abile nell'esercizio della pazienza, ma quella situazione era veramente stressante. Il lato positivo di questa piccola battaglia interna era che se la donna l'avesse notata, magari le spinose questioni sulla sua sessualità si sarebbero diradate un minimo; di certo non era una soluzione: per uscire da questa situazione doveva accontentare Fubuki, che gli piacesse o meno.
    C-certo, andiamo pure...dove vuole portarmi, rapida occhiata alle dita, era senza anello. signorina...?
    L'inflesso interrogativo era dato dalla curiosità di Enas nei confronti della donna, ed in particolare del suo nome. Era sicuro di averla già vista da qualche parte, il nome gli pendeva dalle labbra, ma aveva paura di sbagliare, cosa che l'avrebbe potuta offendere. Quando cominciarono a camminare Enas aveva Fubuki alla sua destra, mentre il pacco era seminascosto dal braccio sinistro. Se davvero era shopping che dovevano fare, alla prima busta sottomano il ragazzo ci avrebbe ficcato l'ordine incriminato, per adesso doveva mantenere un'aria da cavaliere con la propria dama a braccetto...ma conservare un viso neutro e non terrorizzato dalle possibili conseguenze della giornata si poteva rivelare un compito insidioso.
     
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    A dispetto del suo aspetto, Enas non era messo affatto male. Fubuki fu sommamente soddisfatta da quello che le sue dita sentivano.
    "Signorina va bene per adesso." Gli disse con un sorriso. "O Miss, se preferisci. Ha un certo tocco da ambientazione gentile, non trovi?"
    Con una piccola risata cristallina, lo spinse con gentilezza a seguirla.
    "Andiamo per adesso. Poi decideremo."
    Lo avrebbe condotto fuori dall'ufficio, dove i suoi bodyguards attendevano in silenzio. Un rapido scambio di ordini e gli uomini li avrebbero lasciati soli, formando un perimetro attorno a loro, abbastanza lontano da concedere loro intimità e allo stesso tempo per tenere indiscreti a distanza. Fubuki voleva godersi il momento. Avere un intruso era davvero l'ultima cosa che doveva capitare.
    In breve, Enas si sarebbe trovato nell'irreale situazione di passeggiare, o meglio, di essere condotto, per il centro commerciale con quella ragazza misteriosa al braccio. Fubuki sorrideva con l'aria di qualcuno che si sta godendo immensamente il momento.
    "Allora, Enas." Cominciò dopo qualche attimo. "Parlami un po' di te. Come mai sei qui a Roma?" Il suo sguardo si fermò per un attimo sul pacco che il ragazzo stringeva gelosamente, e venne attraversato da un lampo suggestivo. "Vuoi che ti faccia portare una busta? Non vorrei che qualcun'altro lo vedesse..."
    Era sorridente e bellissima, ma quelle parole potevano essere interpretate in molti modi affatto piacevoli...
     
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    Enas osservava intorno a sè, in modo estremamente paranoico. Quella donna non aveva ancora detto il suo nome, cosa che rendeva il ragazzo agitato, e per di più quelli che erano considerabili bodyguard roteavano intorno a lei ad una certa distanza, che metteva comunque soggezione. Neanche si accorgeva dove Fubuki lo stava portando, era troppo impegnato a rimuginare sul come fosse finito li, e sopratutto ad inventarsi insulti particolarmente creativi alle poste dell'impero e alla loro eccessiva diligenza. Mentre era immerso nella sua mente si era quasi perso la domanda della donna, ma fortunatamente seppe usufruire della sua parlantina.
    La Sapienza è una buona scuola, sono qui per imparare cose, principalmente riguardanti le arti magiche ed occulte...suppongo che lei conosca le mie peculiari capacità curative....beh, spesso non bastano, preferisco avere qualche conoscenza in più.
    Avrebbe voluto accendere qualche fuocherello del Juinjutsu, ma con tutte quelle guardie intorno non sembrava la più brillante delle idee. Se aveva cercato di darsi un contegno con quelle parole, tutto si sgretolò alla richiesta di un sacchetto, alla quale Enas avrebbe prontamente risposto, senza neanche lasciare il tempo di finire la frase.
    S-si, certamente!
    Il ragazzo aveva pronunciato queste parole con un tono particolarmente acuto ed agitato, tutta quella situazione doveva averlo proprio messo a disagio.
    C-comunque, invece lei cosa ci fa in questo...centro commerciale? Di certo individui della vostra levatura meritano di meglio...perchè non andiamo in delle gallerie un minimo ricercate?
    Roba piu costosa voleva dire meno traffico, e sopratutto meno possibilità di parlare di cose sconvenienti come sesso o giocattoli particolari.
     
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    Ma guardatelo, praticamente radiando nervosismo. Non era assolutamente adorabile? Per Fubuki la risposta non poteva che essere un enfatico si.
    Gli si strinse al braccio, sorridendo radiosamente. Quella giornata si prospettava piena di momenti interessanti.
    "Oh? Molto previdente. Bravo." Approvò con un piccolo cenno del capo. "Ma non sottovalutarti. Guaritori come te sono sempre ricercati oggi." Il suo sorriso si fece incoraggiante. Era vero, persone dotate di poteri come Enas sarebbero sempre state richieste. Guarigione era un prodotto per cui la domanda non avrebbe mai ecceduto l'offerta.
    Fece un cenno, chiamando una guardia, a cui diede alcune brevi istruzioni. In breve, Enas si sarebbe ritrovato tra le mani una larga busta di carta in cui nascondere il suo acquisto. Dal girare con quel prodotto compromettente a un qualcosa di cosi anonimo. Un bel passo avanti, no?
    "Oh, affari, noia." Fubuki disse vagamente. "Non ne vale la pena di parlarne. Specialmente adesso..." Il suo sorriso si allargò alla richiesta di Enas. "Aww, vuoi rimanere da solo con me? Ma come sei dolce." Gli diede un pizzicotto. Non era carinissimo?
    Forse Enas avrebbe voluto rimangiarsi le sue parole, ma a quel punto era troppo tardi. Fubuki lo avrebbe condotto in una boutique che apparteneva alla sua azienda. Un rapido scambio di ordini, e lei ed Enas sarebbero stati fatti accomodare in una stanza interna, tutta moquette e poltrone lussuose.
    Alcuni abiti di alta moda erano tenuti lì. Fubuki lasciò il braccio di Enas per ammirarli.
    "Meglio?" Chiese, lanciandogli un'occhiata divertita da sopra la spalla. Il suo potere, fino a quel momento dormiente, si attivò. Era curiosa di vedere l'effetto sul ragazzo.
    Voltandosi, incrociò le braccia sul petto. Sorrise.
    "Allora, vediamo cosa hai comprato..."
    Gli fece cenno di avvicinarsi, per darle il suo acquisto.
     
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    Fubuki aveva ragione riguardo la ricercatezza di guaritori, Enas aveva già avuto un pensiero nell'aiutare all'interno di ospedali o strutture simili, ma l'essere appena giunto in un nuovo paese lo aveva riempito di cose da fare. Era riuscito a malapena ad uscire dalla Sapienza, proprio un motivo per farsi inviare il pacco era il fatto che se ne stava sempre rinchiuso in stanza. Appena arrivò il sacchetto Enas ci infilò l'ordine incriminato, per poi continuare a guardare avanti come se nulla fosse. Notò con una certa punta di disagio che il suo consiglio era stato inteso in modo completamente errato, e quello che voleva essere un modo per allontanare individui sgradevoli si sarebbe tramutato in un'occasione per essere ancor più in imbarazzo: presto i due erano da soli, in una stanza che ad Enas ricordava fin troppo gli ambienti dedicati al ricevimento ospiti di casa sua. Il ragazzo si mise comodo in una poltrona che sembrò inglobarlo, tanto era morbida. Il sacchetto era appoggiato a lato del bracciolo destro...almeno finchè non gli venne chiesto cosa celava all'interno. Enas deglutì, conscio del fatto che doveva assecondarla, ma anche tremendamente imbarazzato da ciò che il pacco conteneva.
    N-non è nulla di che, miss...un semplice modo per distrarmi, in questi giorni sono sempre occupato in casa, e mi serviva....qualcosa per passare il tempo...
    Enas avrebbe stretto i braccioli di quella comodissima poltrona, sapeva che a Fubuki non si sarebbe bastata quella risposta. La guardava fisso negli occhi, quando all'improvviso sentì qualcosa di strano, che fino ad un attimo prima non c'era. Concentrò meglio il proprio sguardo sulla donna, curioso di capire cosa si stesse nascondendo dietro quello strano fenomeno...che anche la donna avesse dei poteri particolari? Nonostante quel sospetto, fu facile per Enas scacciare via quel pensiero, ma se davvero anche Fubuki era capace di combattere, il ragazzo doveva sperare che avesse intenzioni pacifiche....più o meno. Sospirò e prese dal sacchetto il pacco criminoso, cominciando a togliere tutto il nastro adesivo, rivelando il contenuto.
    All'inizio doveva essere normale, ma penso che mi sia...lasciato p-prendere un po la mano...
    In tutta la sua magnificenza ed eleganza, tra le mani di Enas c'era una scatola contenente un dildo oltremodo particolare, dalle forme dragonesche. Il colorito delle guance di Enas non era troppo differente da quello dell'oggetto, visto l'estremo imbarazzo in cui si trovava.
    C-contenta ora? Il ragazzo ne dubitava fortemente.

    Edited by Yuru06 - 19/5/2020, 07:59
     
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    La pronta obbedienza di Enas la compiaceva; la reazione che ebbe al suo potere un po' meno. Notò chiaramente come ricevette l'effetto, una piccola pausa e un'incertezza nella sua espressione che era un segnale chiaro. Ma subito dopo, eccolo riprendere la sua calma, come se non fosse successo niente. Fubuki mise su un piccolo broncio. Era Enas un combattente? Accidenti a loro. Il suo potere non funzionava mai bene su quella tutta categoria...
    Fubuki decise di prenderla filosoficamente. Non si poteva avere tutto come si voleva dopotutto. E poi, come poteva tenersi il broncio? Era cosi carino...
    Il pensiero venne ancora più rinforzato quando lui balbettò e arrossì. Fubuki sentiva di poter iniziare a ridacchiare sul posto come una scema. Ma come faceva a essere cosi carino? Era quasi sleale!
    Comunque, per la sua soddisfazione, Enas obbedì.
    Fubuki inarcò un sopracciglio al vedere la Mole dell'oggetto che il ragazzo aveva comprato.
    "Wow." Fu tutto il commento che riuscì a dire. Lo guardò, un po' stupita. Wow, dietro a quel bel faccino si nascondevano un bel po' di cose.
    Assunse un'aria pensierosa.
    "Ma lo sai che può farti male con questo tipo?" Lo guardò, sembrando vagamente preoccupata. Poi, come se le fosse venuta un'idea brillante, battè le mani. "Ah! Ecco! Ti aiuto a usarlo come si deve! Spogliati..."
    Sorrideva, ma c'era una luce predatoria nei suoi occhi.
     
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    Enas mugugnò un poco alle risatine della donna, gli sembrava che fosse una sorta di cucciolo da coccolare. Tra le mani stringeva la scatola, guardandola e immaginandosi la qualità del suo contenuto...di certo la presentazione era ottima, ma sperava che anche il contenuto fosse soddisfacente.
    Farmi del male non è un grosso problem- la proposta di Fubuki venne alquanto inaspettata. eh? nononononono, non serve, davvero, grazie ma penso di saperlo usare senza problema, apprezzo la gentilezza mamamama non serve, no no!
    Enas avrebbe cominciato a muovere scompostamente le mani e le braccia, preso com'era dal balbettio giustificatorio, iniziò a scuotere la testa con veemenza, arruffandosi un poco i capelli ed assumendo un colorito molto vivace. Il ragazzo era estremamente imbarazzato riguardo al suo corpo, e probabilmente spogliarsi gli avrebbe fatto venire un'infarto o qualcosa del genere. D'altronde il suo cuore stava già battendo all'impazzata, e la sua visione si stava facendo confusa ai lati...era solo un innocuo impanicamento? Enas non sarebbe riuscito a reggere un contatto visivo con Fubuki neanche sotto tortura, e probabilmente in questo turbinio di emozioni, la donna avrebbe potuto esercitare meglio la sua influenza; d'altronde è necessario concentrarsi un poco per spezzare la malia, ma se non si lasciava ad Enas neanche questa possibilità, le cose potevano rivelarsi più semplici del previsto.
     
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    Ok, adesso era davvero troppo. Fubuki pensava che non avrebbe potuto diventare più carino, ma Enas aveva in qualche modo distrutto e annientato tutte le sue aspettative. Altro che coccole, adesso voleva spupazzarlo fino a farlo scoppiare.
    Gli occhi sbarrati, la ragazza lo guardò agitarsi e schermirsi. Sentiva calore imporporargli il viso e il collo. Ok, basta. Quello era scorretto. Non avrebbe giocato a un gioco dove le regole erano state truffate fin dal minuto zero.
    Gli fu addosso in un lampo, prendendogli il viso tra le mani e costringendolo a guardarla.
    "Silenzio." Sentenziò, per poi schiantare le sue labbra contro quelle di Enas. Il bacio fu violento, pieno di desiderio. Fubuki vi impresse un'ondata del suo potere, più potente che poteva, una valanga di pura attrazione ed eccitazione. Basta delicatezze e basta parole, quel ragazzo adesso era suo.
    Si staccò di colpo, respirando in fretta.
    "Spogliati. Adesso." Disse, e non lo stava chiedendo gentilmente. Quello era un comando fatto e finito, e non avrebbe accettato altro che completa obbedienza.
    Tra il bacio e il nervosismo, Enas sarebbe stato capace di resistere alla sua influenza?
     
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    Enas continuava a biascicare parole, e solo l'ordine così perentorio di Fubuki l'avrebbe fermato. Il bacio fu un buon assistente a quella mossa, il ragazzo si azzittì immediatamente e senza possibilità di ricorso. Non era possibile per un umano arrossire più di quanto stesse già facendo, ma quella sensazione era proveniente da un'altro tipo di emozione; questo, più che imbarazzo, era quel caldo sentimento di un bacio inaspettato, cosa che effettivamente era. A pensarci, Enas non aveva mai baciato una ragazza, anche se la sua prima volta era già stata rubata. La sensazione di quelle dita delicate era nuova sulle sue guance, a parte quelle della madre non aveva mai avuto un contatto così vicino. Cercò di alzare la propria mano, neanche lui sapeva il perché, ma questa cadde sulla sua coscia subito. All'improvviso quella strana sensazione di prima, ma che questa volta non riusciva a rimuovere, avere una simile donna appresso era troppo per il piccolo ed inesperto Enas. Appena Fubuki si staccò, era chiaro che aveva in pungo il ragazzo, che rimase totalmente perso per qualche secondo, prima di squotere un attimo la testa.
    Ah, uuh....s-si certo!
    Il piccoletto non aveva ancora capito che la donna aveva usato nuovamente i suoi poteri, e lo sfarfallio nello stomaco che sentiva era giustificato dalla novità della situazione. Enas non riusciva a fare altro che non fosse qualche balbettio, e l'eseguire gli ordini. Si tolse la felpa, e poi la maglietta, che era ancora seduto. Per i pantaloni si sarebbe dovuto alzare, ed una volta tolti avrebbero rivelato anche da sotto le mutande, un paio di boyshorts alquanto femminili, una piccola ed adorabile erezione. Enas avrebbe mostrato il proprio membro a breve, abbassandosi l'intimo, per poi porlo sul bracciolo destro, insieme al resto del vestiario. Era completamente nudo, per nulla muscoloso ma neanche uno stecchino...di certo non aveva un fisico mascolino, anzi poteva anche sembrare una ragazza con molte poche curve. Enas era sempre stato in imbarazzo per il suo corpo, ma questa volta i poteri di Fubuki l'avevano sciolto un poco, tanto che restare completamente nudo non lo metteva a disagio più di quanto non l'avessero fatto gli avvenimenti precedenti.
    E-ecco fatto, Miss...c-come sono? Lo disse mentre si copriva i capezzoli con una braccio, mentre l'altro stava a copertura delle intimità, insieme alla gamba destra portata leggermente in avanti. Una posa estremamente pudica, ma allo stesso modo estremamente femminea.
     
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    Ma quanto era carino? Fubuki non aveva dubbi, ormai Enas era bloccato là dentro con lei e non ne sarebbe uscito cosi facilmente. E quello era un qualcosa di letterale, giudicando dall'espressione del ragazzo. Il sorriso di Fubuki era pura soddisfazione. Lo vedeva, lo sentiva, lo aveva in pugno ormai. Adorava quei momenti, quando il suo potere faceva il suo corso e la sua preda diventava davvero sua.
    Fubuki si godette il momento, guardandolo mentre si spogliava. Il suo sguardo divorava ogni lembo di pelle nivea che veniva rivelata dai gesti imbarazzati di Enas. Ma davvero non aveva niente di cui essere imbarazzato! Il ragazzo sembrava un'opera d'arte più che un essere umano, mettendo assieme il meglio di entrambi i generi e nessuna imperfezione. Se avesse potuto, Fubuki se lo sarebbe mangiato. Dato che non poteva, si limitò a farlo solo metaforicamente, con lo sguardo.
    Adocchiò l'erezione che lui cercava di nascondere con un sorriso malizioso. Ma ci sarebbe stato tempo. Per adesso, le sue dita pizzicavano dalla voglia di toccarlo.
    Gli si avvicinò, invadendo il suo spazio privato come un'ondata. Prendendogli il viso tra le mani, premette le labbra contro le sue. Anche il sapore di Enas rispondeva al suo aspetto. Perfetto, semplicemente perfetto.
    "Sei bellissimo..." Gli sussurrò, stringendolo a sè. "E mio..."
    La sua bocca trovò il collo del ragazzo quasi di sua volontà. Succhiò con voluttà, forte, e quando si staccò, c'era un bel segno adesso a decorare la sua pelle, il marchio che mostrava a chi apparteneva. Fubuki non parlò. Perchè rovinare il momento? Passò lentamente la lingua sulla guancia di Enas, godendosi il suo sapore.
    Un ultimo rapido bacio sul naso e si staccò da lui.
    Enas l'avrebbe ritrovata di fianco alla poltrona, la scatola in mano e uno sguardo malizioso in viso.
    "Mettiti qui." Disse, dando una pacca leggera sulla poltrona. "Sullo stomaco."
     
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    Enas non poteva fare altro che pochi scomposti versi di confusione, e muovere un poco le dita prese dall'eccitazione. Era completamente succube di quella donna, cercare di ribellarsi era completamente fuori discussione; perché sottrarsi ad un simile trattamento, oltretutto? Il ragazzino tentò ti mettere timidamente una mano sul fianco di Fubuki, non avendone modo poiché si staccò velocemente, leccandolo e succhiandogli il collo. La sensazione della lingua su di lui era tutta particolare e nuova, sentiva le sue ginocchia sciogliersi, la sua schiena tremare...insomma, gli sembrava di essere un budino tremolante, assaporato da una affamata ragazza. Anche il suo membro era tutto tremolante e rilasciava presperma, già sull'orlo di venire con quella semplice stimolazione. Il sapere che quel segno sarebbe rimasto impresso sulla sua pelle per qualche tempo avrebbe dovuto far preoccupare Enas, pensare come lo avrebbe giustificato davanti a delle altre persone doveva essere importante, ma ora come ora un pensiero simile non c'era neanche nell'anticamera del cervello. Il piccoletto avrebbe fagtto tutto quello che chiedeva la miss, o per essere precisi la sua miss. Così aveva detto, e tutto sommato ad Enas piaceva come pensiero. Era già successo che fosse posseduto a quel modo da una persona, ma era la prima volta con una ragazza, e sicuramente la sentiva particolarmente speciale.
    A-agli ordini, miss...
    Senza fiatare ulteriori parole Enas si sarebbe appoggiato alla poltrona, poggiando le ginocchia dove poco prima aveva il sedere, e mettendo lo stomaco vicino allo schienale, tenendo le mani sul bordo di questo. Guardava Fubuki con un misto di eccitazione e malizia, muovendo un poco il fondoschiena quasi per stuzzicarla. Non ci voleva molto a tirare fuori il lato perverso di Enas, d'altronde.
     
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