Giorno sbagliato?

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    Le basse vie di Roma erano sempre state così, piena di malviventi e persone le cui vite erano state distrutte dai ricchi. Camminare per le strade riempiva di tristezza, e pietà, chi guardava quelle facce riempite dalla disperazione. Chi per la semplice droga, chi per tentare di rimettere la loro vita in piedi, senza molto successo. In effetti, era una visione decisamente pietosa, e sinceramente Amygdala ne aveva abbastanza. Era volata via dalle montagne nel tentativo di conoscere meglio le persone, e si era ritrovata ad osservare la loro vita crollare. Aveva notato che molte persone non erano a loro agio, almeno quelle ‘normali’, con il suo aspetto, quindi rimaneva per la maggior parte del suo tempo tra quelle strade umide e unte, tenendosi però sempre via da luoghi troppo abitati. Forse era meglio se tornava sulle montagne? Era sempre la domanda che si poneva, ma non poteva gettare la spugna. Era solo uno dei soliti problemi, che prima o poi, avrebbe superato.
    Era ovvio che la gente non sarebbe mai venuta da lei, quindi perché non poteva lei andare a loro? Infondo, doveva trovare un compagno dragonico e un amico umano, erano alla fine i suoi obbiettivi dopo aver lasciato la sua casa. Però quello avrebbe sicuramente procurato problemi, la gente aveva paura di quel che non conosceva, quindi forse doveva solo aspettare. Aspetta, aspetta... Aspettare? Chi, lei? Assolutamente no! Stringendo leggermente gli occhi, Amygdala decise che non poteva rimanere con gli artigli in riposo, e muovere quelle zampe per trovare le persone che doveva trovare! Da seduta sul balcone, com'era, si spinge in avanti con le gambe, e usando la membrana delle sue ali attaccate alle braccia, planò fino a far picchiettare gli artigli contro le mattonelle del terreno, producendo quel suono che Amygdala odiava. Facendo un'espressione schifata, spingendo leggermente il labbro superiore in segno di sdegno, Amygdala strinse le braccia sotto il suo petto, formando così un vestito lungo con la membrana delle sue ali. Purtroppo questo non andava a nascondere chiaramente il viso mostruoso e le gambe chiaramente non umane. Quello poteva essere un giorno come tutti gli altri, probabilmente, se lei non avesse deciso di muoversi. Sia per lei stessa, che per i poveri umani che la videro per le strade, quel giorno. La donna aveva sentito parlare di un luogo dove le persone si raggruppavano, chiamato anche 'scuola', così come 'ospedale' e altri strani nomi con cui Amygdala non era familiare. Non era ferrata con quel genere di cultura, o il significato di tale parola, dunque decise di controllare con i suoi stessi occhi.
    Uscendo dai bassi fondi, Amygdala si ricordò dove i molte persone spesso si dirigevano, e dunque li imitò, iniziando a camminare verso quella direzione. Ovviamente attirava lo sguardo delle persone, ma non per questo Amygdala si intimoriva, ma anzi, alzava la testa con orgoglio, tirando il suo petto in fuori con fierezza. Lo sguardo chiaro, ma anche fiero non si abbassava più del necessario, ritornando subito dopo verso la strada che doveva percorrere. Le persone evitavano il suo cammino, o anche solo di incrociare il suo sguardo, allontanandosi velocemente da lei.

    Umani. Scappare non risolverà mai nulla...
    Borbottò la donna, nel mentre che i suoi occhi andavano a guardare il volto di un altro passante, che la evitò. Non capiva perché non v’era nessun dragonico come lei, in giro. Era davvero talmente rara? O semplicemente giorno sbagliato?
     
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    Un altro giorno alla Sapienza, un'altra disperata ricerca verso un modo per spezzare la solita routine. Se c'era una cosa che Val odiava era aspettare: non che potesse farci niente, dopotutto, Hilda lo aveva messo in pausa e Faust si stava occupando delle nuove reclute, gente che sapeva combattere per davvero. per il povero rosso invece, relegato alla figura di stratega e aguzzino, c'era ben poca gloria e molto poco da fare. Se solo avesse avuto un campione da controllare come una marionetta forse anche lui avrebbe potuto fare la differenza, ma nessuno si era rivelato all'altezza di quel ruolo. Iniziava a pensare che, in fondo, questi "campioni" fossero tutti fuori dalla sua portata o fin troppo cauti, o peggio ancora noiosi, quindi perché perdere tempo? Forse avrebbe dovuto investire più spazio al progetto con Gil, ovvero quello di un bordello degno di questo nome, pieno di pezzi unici che potessero attirare la giusta clientela. Per questo stava sfogliando un ampio catalogo di macchine sportive costose, puntando già al bottino che avrebbe racimolato con quel suo progetto. Se proprio doveva darsi a simili a fari ed ignorare i pezzi grossi, tanto valeva trattarsi bene. Mentre sfogliava però, veniva disturbato dal frenetico andirivieni dei suoi compagni, lì per lì li ignorò, sistemandosi la giacca della divisa scolastica e sedendosi meglio sul muricciolo davanti alla scalinata d'entrata, poi però quel correre impetuoso divenne sempre più fastidioso e dovette domandarsi perché diavolo facevano tutto quel casino. Si scurì in volto e alzò lo sguardo, infastidito, dapprima notò solo i suoi compagni ma ben presto si rese conto che scappavano perché non erano soli: una creatura sconosciuta si stava facendo avanti con spietata fierezza come se stesse cercando qualcosa o qualcuno, ignorando tutti gli altri che la evitavano. Era una creatura particolarmente bella, probabilmente un drago, Val si chiese chi fosse e cosa ci facesse da quelle parti, ma soprattutto si domandò come poteva attirare la sua attenzione. Quella sembrava proprio la creatura giusta con cui iniziare. Appena gli passò davanti, Val scese dal muricciolo su cui era seduto, piegando la rivista che aveva in mano per poi infilarsela nei pantaloni alle sue spalle. Dopodiché si fiondò verso di lei, lanciandole un forte "Hey" per attirare la sua attenzione, magari raggiungerla e piazzarsi davanti a lei proprio davanti all'entrata della porta.
    Wow, un altro drago da queste parti, è incredibile! Non succede spesso. Posso chiederti come ti chiami? Non pensavo che il nostro ospite dragonico avesse un'amica... sei qui per incontrare lui?
    Si, che da quelle parti ci fosse un altro drago era risaputo, Raizex era praticamente la loro mascotte, tuttavia Val non stava sottolineando quel fatto per vantarsi, ma bensì per attirare l'attenzione di quella creatura. Sfoggiava un sorriso a trentadue denti, entusiasta ed eccitato, dava l'idea di essere un curioso che non vedeva l'ora di far si che due draghi interagissero tra di loro.
     
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    Così noiosi e fastidiosi. Amygdala stava velocemente perdendo la speranza, tutti quei umani erano solo dei dannati codardi. Però cocciuta e testarda com’era, continuò su quel percorso, i suoi occhi d’ametista che si muovevano da una parte all’altra, osservando l’ambiente di fronte a lei. Così quella era una scuola? Era particolare, e non capiva il motivo per cui molte persone dovessero riunirsi in questo genere di luoghi. Nel mentre che camminava, sentì un chiaro richiamo dietro di lei. Amygala si fermò, gli artigli si contrassero leggermente sulle mattonelle, così come lei roteo leggermente il capo per vedere chi aveva avuto il coraggio di parlarle. La coda seguì il suo movimento, roteando anch’essa leggermente. L’umano si portò di fronte a lei, sorridendo e parlandole come se fosse normale, eccitato da quella nuova ‘scoperta’. Amygala lo lasciò finire di parlare, la coda che si muoveva pacatamente da una parte all’altra, come a scacciare la sensazione di calore data dal sole. Lo sguardo lasciava intendere la sorpresa nel vedere che qualcuno aveva smesso di evitarla, con un sopracciglio leggermente alzato. Ma la fierezza non abbandonò mai lo sguardo della donna, che manteneva il petto leggermente in fuori e il mento alto.
    Il mio nome è Amygdala Tarvinth. Non sono amica del vostro ospite dragonico, ma sto cercando altri della mia specie così da parlarvi.
    La voce della donna era calma, ogni parola misurata prima di venir esposta alle orecchie. Il suo sguardo andava a guardare Val direttamente negli occhi, senza abbassarsi ma anzi, come se stesse cercando di capire la sua stessa anima e chi fosse in realtà.
    Sono sorpresa che un umano mi abbia fermato. Quale è il tuo nome?
    Chiese subito dopo, stringendo leggermente le braccia attorno al suo corpo, facendo tremare lievemente la membrana che copriva il suo corpo. La coda si fermò e in modo quasi pesante si lasciò cadere a terra. Amygdala non aveva avuto modo di imparare la cortesia, o comunque la gentilezza, dunque le sue parole uscirono più dure di quel che la donna si aspettava. E sopratutto, dava per scontato che quello di fronte a lei fosse un umano, senza farsi domande sulla possibile razza di questi. Infatti, Amygdala era profondamente sorpresa nel vedere un umano non cedere alla codardia, trovandosi in qualche modo… ‘fiera’? Di quella visione.
     
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    Quella creatura dava l'idea di essere molto orgogliosa e piena di sé, fissava Val come se fosse un essere inferiore e quel genere di atteggiamento piaceva al ragazzo, calzava a pennello alle potenziali vittime dei suoi sotterfugi. Più in alto sei, più forte cadi. Si presentò in ogni caso, "degnandolo" del suo nome, sembrava essere allo scuro della presenza di un altro drago da quelle parti quindi il rosso intuì che aveva premuto i tasti giusti, non doveva far altro che giocare bene le sue carte. Visto il modo di fare altezzoso di Amygdala, il giovane decise di trattarla con i guanti così che capisse che quel ragazzo era a sua disposizione e poteva considerarlo come un valletto, se voleva. Fece quindi un leggero inchino davanti a lei senza abbassare lo sguardo, tenendo i propri occhi ancorati a quelli della creatura, affascinato in ogni caso dalla sua bellezza.
    Sono Malik, ma i miei amici mi chiamano Percival. O Val, se preferisci.
    Le fece un amichevole occhiolino, dopodiché si piegò col busto di qualche grado, allungando il braccio sinistro verso i corridoi della scuola come una guida che mostra la strada ai potenziali turisti.
    Se la tua volontà è quella di incontrare un tuo simile sarà un piacere per me accompagnarti da Raizex, bella Amygdala. Tutto ciò che ti chiedo in cambio è di parlare con me, mi piacerebbe molto conoscerti! Sai, neanche da queste parti capitano molti della tua specie e io sono molto curioso a proposito dei draghi. Ad esempio, come mai da queste parti? E perché cerchi altri draghi? Sono sicuro che ci sono posti migliori dove cercarli piuttosto che affidarti ad una scuola umana...
    Avrebbe fatto strada, ovviamente camminando davanti a lei avvicinandosi il più possibile a meno che Amygdala non gli avesse dato segni aggressivi che non sopportavano la sua presenza, in quel caso si sarebbe tenuto lontano. Fu furbo: non voleva portarla da Raizex ma percorse i corridoi dove di solito si trovava quel drago, così da ingannarla con l'inequivocabile odore di drago che permeava quei corridoi, così che Amygdala non avrebbe avuto il minimo sospetto.
     
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    Amygdala era a dir poco confusa dal comportamento dell’umano di fronte a lei, non capiva il motivo per cui si stesse comportando in quel modo, ma le stava procurando un piacere profondo dentro il suo petto. Era il suo orgoglio che veniva stimolato? Eppure, trovava molto più piacevole guardare negli occhi questo “Malik” che tutti gli inchini e i movimenti formali. Era come se la stesse sfidando, mantenendo però il suo orgoglio nel farlo, cosa che Amygdala aveva visto poco fare alle persone. Con un sorriso che andava a allungare le sue labbra, la donna piegò leggermente la testa verso il lato destro, andando poi a seguire Percival dentro quella ‘scuola’.
    Ho vissuto per la maggior parte della mia vita sulle montagne, dunque non ho idea di cosa sia questa ‘scuola’ di cui parli. Sono scesa sulle parti abitate per trovare un compagno, e amici.
    Avrebbe in effetti risposto Amygdala, senza preoccuparsi di come sarebbe potuta sembrare agli occhi di Percival, in quanto reputava il suo obbiettivo sacro. Non fece nessun cenno aggressivo, o comunque di disgusto, se non confusione nel notare come Val si era avvicinato a lei. Lo sguardo del drago sembrava osservare ogni singolo movimento di Val, così come le lunghe orecchie che sembravano rigide ad un primo sguardo, rimanevano sull’attenti ad ascoltare ogni suono. La coda di Amygdala seguiva ogni movimento, ondeggiando ad ogni passo, sostenuta così da non colpire la terra e dunque rallentarla.
    Potresti ingannare qualcuno, così. Il tuo sguardo e le tue azioni sono differenti.
    Avrebbe poi detto la donna, con un tono di voce che lasciava intendere il suo divertimento nell’osservarlo. Infatti Percival era un qualcosa di nuovo, a cui Amygdala non era abituata, dunque la sua attenzione era stata attirata così come la sua curiosità. Non si fidava ciecamente, sarebbe stato da stupidi, ma allo stesso tempo era curiosa di dove sarebbe finita. Poi, inoltre, l’odore di drago che percepiva in quei lunghi corridoi poteva farle pensare che ci fosse sul serio un drago, ma chi le assicurava che questo drago non fosse sull’orlo della morte o che altro? La mente di Amygdala stava esplorando le varie opzioni, ma tutte quante erano obliterate, nascoste, dall’unica frase che le comparve in testa. “Voglio conoscerlo di più, è interessante.”. Il ghiaccio sul corpo di Amygdala si era ormai sciolto, per via del sole di Roma, ma la donna sperava che in poco tempo si sarebbe riformato, ridandole dunque la sensazione di freschezza che le mancava.
    Mi domando come mai tu ti sia interessato a me, e il motivo per cui tu non sia corso via come gli altri. Hai una qualche abilità speciale che ti conferisce la sicurezza necessaria? O è questa ‘scuola’ che te la da, come per la tana di un drago?
    Avrebbe infine chiesto, dando luce alla sua curiosità. Se Percival effettivamente camminava più lentamente, si sarebbe probabilmente ritrovato a stretto contatto con Amygdala, se non anche sbattere contro di lei. La membrana delle sue ali era morbida, ma l’intero suo corpo produceva poco calore, non avendone bisogno se non lo stretto necessario. Gli artigli delle sue mani si alzarono leggermente, come per stiracchiarsi, infondo tenere le braccia incrociate per un lungo periodo poteva dare fastidio.
     
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    Val si comportava in maniera espansiva e gioconda, cercando in ogni modo di metterla a suo agio e dicendole solo cose positive e ben promettenti. Voleva che Amygdala considerasse la visita alla sua scuola come un'occasione irripetibile e che doveva far fruttare il più possibile.
    Sei fortunata, la scuola è il posto migliore per trovare degli amici, te lo assicuro!
    Gli sfuggì una risatina divertita, continuando a camminare vicino a lei mentre osservava con attenzione ogni dettaglio che riusciva a cogliere: nonostante fosse un drago aveva un corpo davvero attraente, Val non aveva mai giaciuto con creature troppo diverse da quelle umane pertanto la novità lo incuriosiva ed eccitava non poco. Amygdala non sembrava così stupida e ingenua ma Val sapeva come giocare le sue carte, quindi non smise mai di darle risposte pronte per ogni suo dubbio, doveva sembrare semplicemente un ragazzo molto espansivo e con ben poco di losco.
    Sai che non sei l'unica a dirmelo? E' che sono davvero eccitato! Non ho mai incontrato un drago come te! Di solito hanno forme più... bestiali, tu invece hai l'aspetto quasi umano. Sai, tra le varie cose che studiamo in questa scuola c'è anche l'anatomia delle altre razze, è una delle mie materie preferite!
    Amygdala non sembrava disprezzare il suo contatto, probabilmente era abituata vista la sua natura, quindi il ragazzo ne approfittò per cercare di sentire dettagli sul suo corpo: era fresca, ma calda nelle membrane, probabilmente il suo potere era legato al gelo ma il suo corpo aveva bisogno di calore come tutti dopotutto. Chissà com'era la sua bocca... e le sue parti più intime. Il drago lo riportò alla sua attenzione facendogli altre domande strane, sembrava stesse cercando una spiegazione al comportamento di Val, ignorando come gli esseri umani possono entrare in contatto tra di loro anche solo per curiosità. Stavolta, piuttosto che darle una risposta vaga ed espansiva, Val decise di dargliene una più pungente e che facesse al caso suo. Si fermò, restandole vicino, spostando lo sguardo verso di lei e posandole una mano sulla spalla, sorridendo maliziosamente.
    Ho avuto la sensazione che stessi cercando qualcosa di nuovo... qualcosa che nessuno ti ha mai dato. Non solo una persona o un tesoro, ma un'esperienza. Vedi, io cerco la stessa cosa, quindi ho pensato... chi meglio di me per cercare una risposta assieme?
    Non volle essere chiaro, anzi il suo obbiettivo era renderla il più curiosa possibile, ma non volle esagerare con i gesti: una volta giunti in un'ala più isolata della scuola, Val aprì una grossa porta con maniglioni antipanico, forse un uscita di emergenza che dava però verso una delle palestre più piccole ed isolate, di quelle in disuso da molto tempo e che per un pò Raizex aveva usato come nido, quindi il suo odore lì era forte. A parte gli armadietti e qualche mobile contro i muri, non c'era nulla nella stanza se non una grossa botola in metallo a terra che non appariva affatto arrugginita e anzi la maniglia presentava segni di denti, come se qualcosa l'avesse morsa per poterla spostare. Val entrò nella stana grattandosi la testa perplesso, guardandosi attorno cercando di scorgere indizi.
    Dove si sarà cacciato? Raizex! Hey Raizex dove sei?! Chissà forse è nel pavimento... hey Amygdala, mi dai una mano a sollevarlo? E' davvero pesante...
    Avrebbe chiesto aiuto alla sua compagna di viaggio per quel giorno, afferrando la maniglia della botola con entrambe le mani ed iniziando a tirare con forza ma senza grossi risultati. In due sicuramente potevano aprirla più facilmente.
     
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    Amygdala guardò direttamente Val negli occhi, quando questo le poggiò la mano sulla spalla. La pelle era fresca, morbida al tatto, eppure sotto i suoi polpastrelli, Val avrebbe potuto percepire i muscoli allenati della dragonica, probabilmente e sopratutto per volare. Gli occhi, dal colore del topazio, erano profondi, circondati da una sclera nera che dava anche più profondità a quelle gemme che sembravano essere gli occhi d’ella. Ogni parola che Val diceva, andava a incuriosire ancora di più Amygdala, la cui coda si mosse quasi simile a un serpente, da una parte all’altra, come a confermare il suo interesse a quelle parole.
    Un’esperienza, dici? Questa forma è quella più ideale per sopravvivere, dunque l'ho assunta da giovane e da allora non sono più cambiata.
    Il sorriso di Amygdala si allargò, o era più un ghigno? A dimostrare l’interesse che Val aveva scaturito in lei. Poco alla volta, l’interesse per l’essere dragonico stava lasciando spazio all’interesse di conoscere quest’umano. Era inutile parlare con qualcuno la cui personalità era debole, e in effetti Val le dava l’impressione che di debole non ne avesse nulla. Il suo tono malizioso, lo sguardo e il fatto che si sia avvicinato a lei, glielo provavano. Quando Val le mostrò la palestra, Amygdala alzò leggermente il naso, percependo come li l’odore fosse particolarmente più forte, entrando e osservandosi attorno in modo curioso se non guardigno. Si stava addentrando per caso tra le fauci di un predatore? Dubitava che un drago fosse felice di vedere il proprio territorio invaso. Distratta, venne riportata alla realtà da Percival, che le aveva chiesto aiuto per la botola. Piegando leggermente la testa di lato, andò ad osservare tale botola, notando i segni di morsi. Probabilmente era sul serio la tana di Raizex, ma c’era sempre qualcosa che non la convinceva.
    Dubito sia sotto terra, dopotutto se ha una forma mostruosa, come potrebbe chiudere la botola?
    La voce di Amygdala era chiara e precisa, ma di certo interessata. Curiosa di sapere cosa vi fosse sotto quella botola, di scoprire di cosa si trattasse l’esperienza di cui Percival avesse parlato, Amygdala aprì le sue braccia, rivelando il corpo sotto. Pochi stiletti di ghiaccio si erano già riformati sotto al seno, dove era visibile chiaramente come due tagli al centro d’essi, la dove probabilmente si trovavano i capezzoli. Il ventre era definito, decisamente allenato. Non portava vestiti, quindi per un umano poteva sembrare “nuda”. Avvicinandosi alla maniglia anch’ella, e afferrandola con gli artigli delle sue mani, iniziò a tirare anche lei, così da tentare di aprire quella botola. Le scaglie sulle ali che sembravano tremare e produrre un leggero ronzio per lo sforzo a cui le braccia venivano sottoposte. Gli artigli delle gambe si sarebbero impuntati nel terreno, nonostante il fastidio che questo le dava, per darsi più forza nel tirare.
    Però sono curiosa, voglio vedere cosa sia questa ‘esperienza’ …
    Avrebbe infinite detto con un ghigno sul volto ad allargarle il sorriso, mostrando le zanne bianche sotto le labbra, in quello che era in tutto e per tutto quasi un sorriso di interessamento. Dopotutto, Amygdala aveva vissuto poco o nulla con umani o altre creature, dunque la sua curiosità era più che naturale.
     
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    Val rimase per qualche istante intontito dalla bellezza folgorante di quella creatura. Aveva un corpo allenato, non esagerato e incredibilmente attraente, per essere un mostro sicuramente sapeva il fatto suo, non riuscì ad evitare di ghignare soddisfatto quando gli si avvicinò per aiutarlo ad alzare la botola. Amygdala sembrava intrigata da lui, quindi forse poteva anche smettere di usare Raizex come scusa, aveva già attirato la sua attenzione oramai. La aiutò a tirare con la botola ma la verità fu che il grosso del lavoro lo fece lei: lui non era un combattente e il suo corpo aveva dei limiti, lei invece sembrava decisamente forte e quando riuscirono ad alzare la botola, Val si piegò verso il buco invocando ancora il nome di Raizex, senza ricevere una risposta. Attese qualche istante, poi sbuffò, alzando le spalle e richiudendo la botola con un movimento della gamba.
    Cavolo, mi sa che siamo stati sfortunati, ti ho fatto solo perdere tempo... Raizex non è qui, ti chiedo umilmente perdono Amygdala, temo di averti deluso.
    Si scusò piegandosi in avanti di fronte a lei, mostrandole un reverenziale e supplicante inchino. In realtà non gli interessava nulla di Raizex ma oramai l'aveva portata fin lì quindi non c'era nessuna buona ragione per cui non dovesse fare la prossima mossa. Si rialzò sfoggiando un sorriso fresco e cristallino, voleva dimostrarsi propositivo quindi ancora una volta si avvicinò a lei con fare spavaldo e senza timore, accorciando le distanze il più possibile fissandola dritta negli occhi.
    Sarebbe tremendo per me, però, farti andare via a mani vuote. Visto che siamo arrivati fin qui e siamo soli, vorrei proporti qualcosa che troverai sicuramente memorabile e irripetibile, e vorrei che tu lo facessi con me. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una grande amicizia...
    <i>Val divenne improvvisamente criptico mentre congiungeva i polpastrelli delle rispettive mani uno sull'altro, con fare sinistro e sibillino. Chissà se Amygdala era una tipa ingenua e aperta a nuove esperienze, oppure se il suo orgoglio l'avrebbe portata subito sulla difensiva?</i
     
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    Come si aspettava, la botola era vuota, dunque non ne era molto sorpresa. Ma piegò la testa leggermente di lato. Amygdala non fece molto caso all’inchino e le scuse, piuttosto osservò i movimenti che Val faceva, trovandoli in qualche modo esagerati, eppure curiosi. La dragonica manteneva le braccia allargate, distendendo le sue ali così da sgranchirle dopo un’intera giornata di tenerle chiuse attorno al suo corpo.
    Non mi hai deluso. Mi aspettavo che non fosse presente li dentro, quindi non avevo aspettative.
    Avrebbe detto con un tono pacato e calmo, trattenendo leggermente il respiro una volta che si era avvicinato a lei con quel fare spavaldo. Amygdala percepì brividi salirle lungo la schiena, che la elettrizzarono mentre un ghigno andava ad allargarsi sulle sue labbra. Ascoltando Val, Amygdala incominciò a camminare attorno al ragazzo, come se fosse interessata ad esaminarlo da ogni angolo. La coda seguiva in modo pesante i suoi movimenti, rimanendo a terra, formando quasi alla fine un cerchio attorno Val. Amygdala a quel punto avrebbe avvicinato il suo volto tremendamente vicino a quello di Val, fermandosi poco sopra la spalla di questo, andando piuttosto a ispirare profondamente, per cercare di ispirare l’odore di Val, così da ricordarlo.
    Quale è la tua proposta? Ti ascolto.
    Avrebbe infine detto, il suo respiro leggermente più freddo rispetto a quello di una normale creatura, nel mentre che chiudeva le sue braccia di nuovo, avvolgendo le ali attorno al suo corpo. Si sarebbe ritirata, lo sguardo decisamente interessato e curioso. Amygdala anche se orgogliosa, non lasciava che questo andava a impedirle il ragionamento chiaro. E quel ragazzo ormai aveva catturato l’interesse della dragonica. Se Val era sinistro, anche Amygdala non scherzava in quel momento. Non stava tentando di minacciarlo, ma piuttosto fare una competizione. I suoni ticchettanti degli artigli che incontravano il pavimento, le zanne bianche molto vicine, lo sguardo profondo… per un normale umano sarebbe probabilmente risultato in una fuga dalla porta. Ma Amygdala era sicura che quello non sarebbe capitato.
     
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    Val la lasciò girare per la stanza, esaminandolo. Non aveva molto da nascondere con sé quindi non aveva motivo per agire in maniera sospetta, piuttosto la seguiva con lo sguardo, incrociandosi con lei anche quando gli arrivò alle spalle, posandosi sulla sua spalla e facendogli sentire il suo respiro freddo. Un brivido percorse la schiena del rosso, ma non di paura, bensì di eccitazione: quella creatura era davvero particolare, non poteva lasciarsela scappare. Attese che Amygdala si allontanasse, poi allargò lentamente le braccia voltandosi verso di lei, chiudendo infine i pugni e allargando un grosso sorriso malizioso, chiudendo ancora una volta le distanze. Non ci girò affatto attorno, voleva essere diretto: stupirla oppure indignarla, non c'erano vie di mezzo.
    Ho sempre voluto scoparmi un drago... e tu sembri proprio il mio tipo. L'hai mai fatto con un umano? Siamo pieni di sorprese. Qui non ci disturberà nessuno, possiamo divertirci assieme.
    Non mentiva: in quella stanza non ci veniva nessuno da un bel pò quindi Val aveva nascosto molta della sua "attrezzatura" da quelle parti, sarebbe stato capace di intrattenere anche una tipa come lei. Amygdala non poteva sapere che Val aveva tutta l'intenzione di rendere la loro "amicizia" a senso unico, non aveva idea di quanto fosse ingenua o intraprendente ma più lo assecondava, più si intrappolava nella fila di inganni di quel diabolico ragazzo. Avrebbe continuato a tirare la corda fino a spezzarla se necessario, voleva assicurarsi di avere il quadro completo della creatura davanti a lui. Le lanciò un ultimo sguardo malizioso, avvicinandosi con la mano a lei per cercare di accarezzarla sul viso e scendere sulle sue forme femminili.
    Che ne pensi? Voglio scoprire se per godere ruggisci oppure farai le fusa come un gattino.
     
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    Scopare? Probabilmente era un’altra di quelle parole strane che gli umani avevano, non riusciva per niente a capire, Amygdala, di quella strana coltura. In ogni caso, era quasi scontato dallo sguardo e movenze di Val cosa intendesse. Lo sguardo di Amygdala divenne più affilato, nel mentre che ci pensava. Non v’era nulla di indignarsi, dopotutto mica v’era del pudore in lei, anzi per nulla. Però non capiva il perché potesse trovare il suo corpo così affascinante da proporre da accoppiarsi. Ma era anche vero che Amygdala ricercava anche contatto fisico, nonostante il calore non le piacesse così tanto. Forse se ne potevano uscire entrambi con qualcosa di proficuo? Quando Val avrebbe toccato la pelle di del volto di Amygdala, avrebbe percepito il distinto freddo sotto il suo palmo, ma anche il leggero calore emanato. Non sussultando, o sembrando sconvolta quando lui scese sulle sue forme più femminili, quali il seno, semplicemente alzò un sopracciglio mentre un ghigno, altretatno malizioso e provocatorio, andava a formarsi sulle sue labbra. Amygdala aprì le sue ali, mentre i muscoli delle sue gambe si contrassero e la coda sbatté con violenza sul terreno.
    Oh? Che richiesta interessante. Ma sarei preoccupata più per te stesso. Chi ti dice che il tuo bacino resisterà, e non avrai bisogno di assistenza medica? Noi draghi siamo… piuttosto focosi.
    Le labbra mostrarono le zanne bianche, come a mostrare la famelicità che poteva invaderla. Le sue mani si avvicinarono in modo quasi pericoloso al collo di Val, prima di fermarsi e fare un ghigno. Era chiaro la sua intenzione, chiaramente non era ingenua, ma allo stesso tempo la sua curiosità di provare ‘carne umana’ era chiara.
    Perché no. Sono sempre stata interessata a capire come voi umani siete fatti. Ma non mi assumo nessuna responsabilità se dopo il tuo bacino avrà problemi e non potrai camminare. E tra parentesi, ruggisco. Non sono un gatto.
    Fece lei, nel mentre che faceva un passo in avanti, così fa essere a stretto contatto con Val, il suo volto che guardava verso il basso, mentre la testa di Val sarebbe stata molto vicina al seno d’ella. Avrebbe visto i dettagli di quella pelle resistente, così come il taglio dove i capezzoli si nascondevano. Praticamente mettendosi in mostra, ma allo stesso tempo come se stesse tentando di avvertire che non era di certo un semplice gioco, in quello che Val si sarebbe buttato.
    Inoltre, mi ha sempre incuriosito il motivo per cui usate questi pezzi di stoffa per coprirvi. Non siete per caso orgogliosi di come apparite?
    Altra domanda semplice, che andava a punzecchiare non gli umani in generale, ma Val effettivamente, adocchiando il vestiario che aveva addosso. Era troppo vestito, secondi i gusti della dragonica, ma non ci poteva far nulla. Gli umani erano davvero particolari.
     
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    Per un istante il suo ghigno e i suoi movimenti repentini spaventarono Val facendogli credere che quella proposta non l'avesse affatto entusiasmata, non si mosse di scatto però, limitandosi a sgranare gli occhi per la sorpresa irrigidendo le dita, rendendo molto più chiaro quanto particolare fosse il corpo della creatura davanti a lui. La replica di Amygdala fece sparire del tutto quell'espressione sorpresa dal suo volto, facendogli allargare l'ennesimo sorriso compiaciuto. Aveva davvero un fascino irresistibile, oppure era lei che era una tipa facile? In entrambi i casi, poteva senza dubbio dirsi fortunato. Le concesse il suo collo mentre sorrideva compiaciuto per dimostrarle che non aveva paura, anzi l'idea di spingersi ben oltre con un essere a detta sua tanto "focoso" era molto più che interessante per uno come Val, non si sarebbe mai tirato indietro specie quando aveva diversi assi nella manica. Prima che il ragazzo potesse dire qualsiasi cosa, il drago si avvicinò dandogli una visione ampia e chiara del suo corpo che sembrava molto meno propenso a coprirsi e intenzionato a mostrarsi piuttosto, sfoggiando un fascino unico e che Val iniziò a guardare come avrebbe fatto con un premio tanto sudato. Era senz'altro una creatura affascinante, non poteva lasciarsela scappare per nessuna ragione al mondo. Capì subito che l'ultima sentenza di Amygdala serviva per farlo spogliare, ma Val come al solito le concesse una risposta tanto reale quanto tagliente che le avrebbe fatto capire sfumature della sua personalità.
    Questo non è solo un modo per nascondere le vergogne, Amygdala... è un'affermazione di stile, e per alcuni anche di potere. Chi ha abiti migliori è una persona migliore, anche se molti potrebbero provare a convincerti del contrario. Gli umani sono le bestie peggiori, non scordartelo mai.
    Ne avrebbe avuto un assaggio, presto o tardi. La differenza di altezza tra di loro non era eccessiva, Amygdala lo superava di poco ma questo non scoraggiò minimamente il rosso che approfittando della vicinanza con lei lasciò scorrere la mano destra prima sulla spalla e poi dietro la sua nuca, continuando ad assaporare quella consistenza particolare e quel contrasto tra freddo e calore che caratterizzava la sua pelle. Decise di fare la prima mossa, e mentre la mancina scivolava sui suoi fianchi per un abbraccio sensuale, la tirò a sé per cercare di baciarla, incrociando le labbra con lei. Nonostante il corpo di Val non avesse una forza unica né un potere peculiare, Amygdala poteva sentire un desiderio oscuro provenire da lui, e più si avvicinava per assecondare quel bacio, più il desiderio sarebbe aumentato, come qualcosa di recondito che la spingeva ad ubbidirgli, senza spiegazione o che avesse un senso. Che importava dopotutto? Sarebbe stato piacevole. Val era un abile baciatore: stuzzicò le sue labbra finché le lingue non furono pronte ad incrociarsi, ebbe cura di assaporare la peculiarità della bocca del drago prestando attenzione a tutti i dettagli: alla lingua, ai denti, al palato, tutto sarebbe stato suo in quello scambio perverso di saliva dove non esitò ad avvicinarsi ancora di più così che i loro corpi fossero a diretto contatto e Amygdala potesse sentire non solo la sua muscolatura allenata, ma anche la sua erezione perfettamente formata che pulsava sopra al suo ventre. Era eccitato, caldissimo, e con la mano che prima scivolava sulla sua nuca guidò le dita di Amygdala sul proprio vestito, invitandola a fare la prossima mossa per poterlo spogliare. Amava lasciarsi denudare dalle sue amanti e Amygdala sembrava quella più motivata a privarlo dei suoi vestiti. Che si desse da fare, allora.
     
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    Il potere lo si guadagna, dimostrarlo con dei semplici pezzi di stoffa i quali possono essere distrutti dimostra solo quanto questo potere sia debole.
    Rispose la dragonica, senza piegarsi alle parole di Val, in quanto la sua visione di potere era totalmente differente rispetto a quella dell’umano. Le orecchie rimanevano perfettamente in alto e ferme, ma Val avrebbe potuto sentire perfettamente la cartilagine di queste quando mosse la mano dietro la nuca di Amygdala, dove i capelli neri cadevano fluidi come un velo della notte. Non rimase sorpresa quando fece la prima mossa, ma rimase sorpresa di percepire quel desiderio oscuro. Ubbidire ad dei capricci di un umano? Che scherzo era mai quello? Era per caso quello il potere di cui parlava? La curiosità andava a divorare Amygdala, che mantenne gli occhi aperti durante il bacio, spingendo leggermente la testa in avanti, mentre con la sua lingua, più lunga del normale, andava a leccare a sua volta la calda bocca di Val, i suoi denti e che altro, assaporando per quanto le era possibile quell’umano. Ricordava ancora gli insegnamenti di suo padre, sul fatto che cacciare gli umani fosse sbagliato, nonostante non condividesse tale pensiero rispettava l’uomo e dunque, il suo insegnamento non sarebbe stato rotto. Si domandava il gusto della carne umana, in che modo l’avrebbe nutrita, però quei pensieri vennero velocemente scacciati per far spazio al suo istinto più naturale. Notando come Val aveva portato le sue mani vicino al suo petto e vestiti per spogliarlo. Se Val stava guardando gli occhi di Amygdala, avrebbe visto la profonda fame che nascondeva. I suoi occhi sembravano quasi guardarlo con divertimento, prima che i suoi affilati artigli si infilassero tra la stoffa del ragazzo, tagliando la fabbrica e strappandola quasi, nel mentre che l’altra mano si sarebbe spinta sulla spalla di Percival. L’intero corpo di Amygdala si spinse in avanti, come a voler buttare giù Percival e salirgli sopra, i muscoli che si contraevano sotto la voglia. La coda della dragonica si sarebbe mossa vicino le gambe di Val, avvolgendosi attorno a quelle, quasi strappando la stoffa con gli spuntoni presenti su di quella. Anche le punte di ghiaccio sul petto della dragonica, avrebbero fatto il loro lavoro, quando questa si spinse verso di Val, spingendosi tra la stoffa e quasi incastrandosi tra di quelli, facendo percepire al ragazzo la freddezza di tali punte ghiacciate.
    Probabilmente, se non fosse stato per gli insegnamenti di suo padre, Amygdala lo avrebbe già divorato. Ma questo Val non lo sapeva. Non poteva sapere, se Amygdala non avesse l’istinto come quello di molte altre femmine nelle quali usare e mangiare lo stesso maschio durante l’accompiamento. Avrebbe lasciato che il dubbio e la paura gli annebbiassero la mente, nel mentre che Amygdala si faceva più aggressiva? Dopotutto, erano soli in quel luogo.
     
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    Il bacio non venne ricambiato istantaneamente con lo stesso trasporto, Amygdala diede quasi l'idea di aver cambiato idea e anche quando oramai erano uniti e vicinissimi, Val si rese conto che mentre si baciavano il suo sguardo era diverso. Un brivido gli percorreva la schiena durante quella perversa effusione, tanto piacevole quanto pericolosa, divenne ancora più terrificante quando la dragonica iniziò a strappargli i vestiti di dosso con foga, dava l'idea di un bimbo affamato che scartava una succosa merendina. Tuttavia, per quanto sentisse il brivido della pericolosità di quella creatura, Val non era spaventato, anzi ostentava una sicurezza fuori dal mondo, trasformando quei brividi in piacere estatico che lo resero ben presto eccitato, specialmente quando crollò a terra soverchiato da Amygdala. Il suo ghiaccio pungente non faceva altro che creare contrasto col calore perverso del ragazzo, eccitandolo ed esaltandolo piuttosto che spegnerlo e una volta a terra, spogliato dei suoi vestiti oramai ridotti in brandelli, Val si staccò da quel piacevole bacio, leccandosi le labbra che perdevano saliva in eccesso per farle capire che l'esperienza gli era piaciuta e non poco.
    Fantastico... il bacio di un drago è davvero qualcosa di unico! Guarda che mi hai combinato...
    Gli disse, sicuro di sé, mentre con la mano destra afferrava la sua verga oramai marmorea ed eretta, masturbandola e tirandola verso l'alto in modo che Amygdala potesse averne una visione dettagliata. A differenza delle sue doti di combattente, la verga di Val non rispecchiava affatto quella di un essere umano normale: era dotata, carica di una grande energia oscura, massiccia e resa grottesca dalle numerose venature che la caratterizzavano, la punta era addirittura più rossa del normale e pulsava vistosamente standosene vicinissima al corpo di Amygdala. Lei era già nuda, questo Val lo sapeva, ma sapeva anche che poteva "nascondersi" col suo ghiaccio e con le sue scaglie, quindi la richiesta che fece subito dopo non sarebbe apparsa affatto strana o confusa.
    Fammi vedere anche il tuo corpo... voglio vederti senza filtri, né scaglie né ghiaccio. Spogliati per me, mi piaci... hai un fascino irresistibile, voglio vederti bene prima di scoparti fino allo sfinimento!
    Ora chiaramente eccitato ed esaltato, e più il desiderio cresceva più le voglie che il misterioso potere del ragazzo influivano sulla volontà di Amygdala. Non era una forzatura, era piuttosto volontà di compiacerlo, come se fosse una sorta di dovere divino nei confronti di un'entità inspiegabile. Che derivasse proprio da quel potere la sfacciata sicurezza del rosso davanti a lei? Senza ombra di dubbio, si, ma quante possibilità c'erano che Amygdala si rendesse conto di cosa stava succedendo? Oramai, c'era dentro fino al collo anche lei.
     
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    Amygdala guardò con interesse il membro di Val, trovandolo diverso da quelli che aveva visto precendentemente. Ovviamente la dragonica aveva avuto rapporti sessuali, prima. Ma erano stati veloci, e solo per soddisfare i suoi bisogni. Non si era mai però interessata a come apparivano. Mantenendo un ghigno, lei guardò verso gli occhi di Val, mentre si piegava su di lui, come se stesse facendo uno squat, i muscoli sulle sue gambe che si misero ancora più in mostra, nel mentre che lei apriva le braccia di più. Le mani si separarono dalla membrana delle ali, permettendole così di avere delle normali mani, mentre il ghiaccio che circondava il suo seno si scioglieva. V’era del ghiaccio anche attorno le sue parti intime, ma si sciolse anche quello piuttosto velocemente. Non capiva il perché voleva compiacerlo, il perché sentisse fosse qualcosa che doveva fare. Per diamine, era un drago! Aveva un suo orgoglio da mantenere.
    Non posso togliermi le scaglie, sono parte di me- però vedo che il mio corpo ti fa un certo effetto.
    Disse con un certo ghigno la donna, nel mentre che Val poteva vedere i due buchi di Amygdala. La coda della dragonica andò a sbattere con forza sul terreno, eccitata mentre la stessa Amygdala poggiava la mano sul petto di Val, scendendo verso la sua verga pulsante, gli artigli che lasciavano una traccia pericolosa sul suo corpo.
    Che mi hai fatto?
    Avrebbe alla fine domandato, mentre guardava con intensità il corpo del ragazzo sotto di lei. I suoi occhi presero quasi a brillare dalla eccitazione che stava provando. C’era un richiamo, dentro profondo dentro la sua anima, che le diceva di lasciare, tranciare la gola a metà di quel umano e allontanarsi. Ma c’era anche un altro richiamo, oscuro e perverso, che la spingeva in avanti. Non capiva il perché. Infatti, il suo corpo iniziò a riscaldarsi, in risposta alla sua eccitazione, nel mentre che abbassava il suo bacino fino a far toccare la sua intimità con quella verga. Iniziò lentamente a muovere il bacino, in avanti e indietro, così da bagnarlo con i suoi umori, leggermente più freddi del normale.
    Credi davvero che ti lascerò stare sopra? Non mi sembri molto in grado di riuscire a dare la giusta forza a quel che mi serve.
    Poi disse, ghignando, con l’altra mano andava a prendere una delle mani di Val, così da poggiarle sul suo seno. Questo era abbastanza grande da esser afferrato tra le mani, e sopratutto non ci stava più la pericolosità di quelle spine ghiacciate di colpirlo. Per ora.
     
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