Kill switch

x Hina

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    Sheba fu vagamente più rassicurata dalle parole di Elimona, ma qualcosa infondo al suo stomaco le diceva che doveva stare attenta e dare il massimo perché non sarebbe stato così facile come aveva progettato Elimona. La suora poteva vederlo nei suoi occhi che era preoccupata dato che non arrossì come suo solito quando la carezzò affettuosamente. Si sforzò però di sorridere alla battuta di Elimona, così da incoraggiare lei e se stessa per prepararsi all'azione. Stava per allontanarsi ma venne presa alla sprovvista dalla presa della mano di lei sulla nuca. Non si aspettò un bacio in un momento del genere, e dopo un primo momento di smarrimento, venne contagiata da un senso di paura di perderla, per quel motivo la strinse a sé con forza ricambiando il bacio. Non fu malizioso o con intenti lascivi, ricambiò per poterle infondere coraggio, per ringraizarla del grosso rischio che si stava prendendo, e anche per dirle tacitamente di stare attenta, che aveva bisogno di lei. Quando si allontanarono Sheba annuì con la testa, mostrandole uno sguardo deciso e agguerrito, mandando giù un groppone fatto di ansia. Era pronta e seguì le istruzioni di Elimona, con il cuore in gola seguì i suoi movimenti e cercò di non farsi prendere dalla paura nel vederla affaticata.
    Ti prego, ti prego... sussurrò verso qualche divinità che potesse aiutarle. Ariel non si intromise, si concentrò piuttosto a tenere in equilibrio i suoi ormoni, le emozioni e per prestare nel miglior modo l'uso dei poteri che avevano sviluppato insieme. Sheba prestò la massima attenzione ai passi di Elimona avvicinandosi di soppiatto grazie al fatto che era stata lei ad attirare l'attenzione. Quando arrivò il momento, Sheba proiettò un grosso pugno che sembrava voler colpire Nyarla, quando invece gli sfrecciò accanto per colpire la parete al suo fianco e sfondarla. A quel punto Elimona doveva usare il suo potere per tenere occupato il nemico, mentre Sheba proiettò delle gigantesche lame che recisero i tentacoli che intrappolavano Kain, muovendosi raso terra, così che potessero tagliare anche possibili tentacoli che volevano fermare Elimona. Sheba poi scattò con tutte le sue forze afferrando Kain di peso sulle cosce, piazzandogli una spalla contro lo stomaco così da farlo ricadere con il busto lungo la sua schiena, una volta preso si mise a correre con tutte le forze che aveva in corpo. Non fu affatto facile per lei dato che Kain era altissimo ed ingombrante ma ce la mise tutta, preparandosi a creare qualche altra proiezione per tranciare gli ostacoli che si sarebbero messi in mezzo.
     
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    Dopo l'attacco a sorpresa, fu un lungo susseguirsi di fiati e furia. Kain aveva quasi del tutto perso i sensi, riusciva solamente a soffrire e nulla più. Elimona invece correva a perdifiato senza dire una parola, cercando di percepire eventuali tentacoli che Nyarlathotep poteva scagliare loro contro ma non sembrò essere necessario. Quando furono distanti, una grande folla si era già avvicinata al centro commerciale, incuriositi dai rumori che provenivano dal magazzino, approfittare della loro confusione per scappare sarebbe stato immensamente facile. Ma un misto di paura, ansia e rassegnazione impedì alle ragazze di dire nulla o anche solo scambiarsi uno sguardo finché finalmente non furono in prossimità di un palazzo loro alleato, dove Vega aveva installato una camera di emergenza per le squadre in difficoltà che potessero usarlo come rifugio. Solo a quel punto, una volta dentro e chiuse le finestre, Elimona riprese a respirare normalmente, posandosi con la schiena sulla porta d'entrata e scivolando lentamente su di essa fino a mettersi a sedere. A quel punto tutta la tensione sfociò in una risata nervosa che a stento riusciva a trattenere e che dovette mascherare con una mano sulla faccia.
    C'è mancato poco... cazzo... CAZZO se c'è mancato poco! Sheba io... io spero che ne sia valsa la pena. Pero sia valsa la pena salvare quel tizio perché ti assicuro che non lo farò un'altra volta...
    Kain, da canto suo, non aveva mosso un muscolo dal momento dell'estrazione della lancia in poi, era avvolto da spasmi di dolore che lo facevano sembrare un infante perso negli incubi di un sonno fin troppo profondo. Sul suo corpo non c'erano segni di ferite, a parte ovviamente quelli lasciati dai tentacoli, ma non sembrava affatto grave. Tuttavia, la sua espressione sofferente, i denti digrignati e le mani che si stringevano e si aprivano come se stesse cercando di afferrare qualcuno, lo facevano sembrare immensamente fragile in quel momento, come un bambino troppo cresciuto. Dopo essersi calmata, Elimona avrebbe aiutato Sheba a sdraiare il drago sul letto così che potesse riposare serenamente, le rimase vicina perché sapeva che Sheba aveva bisogno di un abbraccio, ne era assolutamente certa. Perché? Perché anche lei non vedeva l'ora di stringerla dopo essere stato a tanto così dal perderla per sempre, ma era una tipa troppo orgogliosa e in quei gesti timida per prendere lei l'iniziativa.
     
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    Fermarsi, esitare o semplicemente guardarsi indietro poteva compromettere l'intero piano e la fuga. A Sheba non servì assicurarsi che Elimona fosse dietro di lei poiché riuscì a percepirla. Non doveva deconcentrarsi per nessun motivo perché Kain era pesante ed ingombrante e le serviva il massimo della concentrazione per non inciampare nella sua coda o sbattere contro ostacoli imprevisti. Nyarla era un bastardo furbo era sicura che non li avrebbe lasciati scappare via facilmente, ma era abbastanza distratto da qualsiasi cosa avesse preso da Kain. O almeno così sperava dato che le sembrò un miracolo essere riuscita a scappare e salvare anche Kain. Le sembrava strano che nessuno li stesse seguendo, o forse semplicemente a lui faceva più comodo che se ne fossero andate così da concludere i suoi affari. Non disse nulla, non prese nemmeno un respiro di sollievo fin quando non furono all'interno del loro rifugio. Attese che Elimona chiudesse tutto, porte e finestre e quando sembrarono al sicuro solo allora si voltò finalmente verso la suora che iniziò a ridere nervosamente, per poi lasciarsi cadere contro la porta per scacciare via la tensione accumulata. A quel punto anche Sheba si lasciò sfuggire una piccola risata nervosa, ma il peso di Kain gliela smorzò poco dopo.
    Nyarla fa davvero paura, ma ce l'abbiamo fatta. fece non setendosi però ancora pronta per cantare vittoria. Con Kain ancora addosso, si recò verso una delle stanze da letto predisposte per i rifugi, fece una faticaccia ma riuscì a far cadere il drago sul letto, rotolando anche un poco goffamente per togliersi braccia e coda di dosso. Una volta lasciato sul letto si sentì incredibilmente leggera e solo allora sembrò accorgersi del grosso sforzo a cui aveva sottoposto il proprio corpo per trasportarlo. Lo guardò un momento incredula, poi si voltò verso Elimona scansionandola con Ariel per assicurarsi che fosse tutta intera, e quando finalmente si sentì al sicuro, solo allora si avvicinò alla suora e la abbracciò con forza, affondando il viso fra i suoi seni, tastando con le mani la schiena come se cercasse ferite o volesse assicurarsi che fosse tutta intera e non le mancava niente.
    E' tutto finito! disse per poi tirare finalmente anche lei un sospiro di sollievo. Si crogiolò ancora qualche attimo nell'abbraccio setendosi così sollevata e poi finalmente vittoriosa. Le tremavano ancora un poco le braccia per la tensione che si stava scogliendo pian piano. Un verso di dolore di Kain attirò l'attenzione di Sheba che si voltò verso il drago sofferente sul letto, sciolse l'abbraccio senza fretta e si avvicinò al letto fissando il petto di Kain notando che non aveva alcuna ferita, a parte i lividi lasciati dai tentacoli non sembrava in pericolo di vita, eppure sembrava assente come privo di sensi.
    Non sembra ferito, ma che diavolo gli avrà fatto? chiese rivolgendosi ad Elimona ma continuava a guardare Kain in cerca di qualche segno che potesse aiutarle a capire come aiutarlo. Timidamente si avvicinò a lui provando a posare una mano sulla fronte per misurargli la temperatura corporea. Sheba era sempre più preoccupata, lo aveva visto con il sangue che gli colava dalla testa e non aveva fatto una piega. Lo aveva visto tramortito per via dell'attacco di Elimona, ma non lo aveva mai visto così sofferente, così fragile. Guardò Elimona preoccupata, sperando che lei potesse capirci qualcosa dato che aveva avuto già a che fare con i draghi, ricordandosi perfettamente che le aveva raccontato di averne ricucito uno con delle forchette.
    Che possiamo fare per aiutarlo? chiese rivolgendosi però anche contemporaneamente ad Ariel.
     
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    Appena Sheba si strinse al suo prosperoso petto, Elimona ricambiò l'abbraccio stringendola a sé con tutta la forza che aveva in corpo, che non era molta ma più che sufficiente a farle capire quanto stesse trattenendo quel gesto. Anche lei le passò le dita addosso per assicurarsi che fosse tutta intera, ma a quanto pareva la fortuna le aveva aiutate anche più del dovuto quel giorno.
    E' andata bene... non so come, ma è andata bene... forse non sono così male ad elaborare i piani.
    Commentò, ridacchiando ancora nervosamente. Mai prima d'ora avevano visto la morte in faccia, nel prossimo futuro dovevano stare molto attenti quando si trattava di Nyarlathotep. Elimona la lasciò andare passandosi ancora qualche volta le mani sul volto, incredula. Aveva bisogno di tornare alla realtà. Sheba le fece notare che Kain non aveva subito nessuna ferita e la suora osservò la cosa incuriosita, nonché perplessa. A giudicare dalle grida di quel tipo sembrava gli stesse strappando gli arti, invece non aveva subito nessun tipo di danno.
    Questo tipo è coriaceo... non ha più nemmeno i segni della scorsa medicazione. Stai tranquilla, sono sicura che starà bene... dobbiamo solo dargli un pò di riposo.
    A quel punto Elimona si sciolse i capelli e aprì sbuffando il suo cappotto, chiaramente accaldata. Aveva bisogno di scaricare la tensione per calmarsi, ma ciò non le impedì di pensare alla prossima mossa. Iniziò a camminare nervosamente in giro per la stanza, cercando un ricambio veloce e qualche asciugamano.
    Abbiamo bisogno di confrontarci con gli altri e avvertirli che Nyarlathotep è una minaccia... contattarli sarebbe stupido, se mister tentacolo ci stava aspettando c'è la possibilità che possa intercettare le nostre comunicazioni. Dovremmo uscire e chiamare qualcuno per estrarci, Vega sicuramente potrà aiutarci, ma per ora dobbiamo restare nascoste e soprattutto toglierci di dosso la puzza di paura che emaniamo... tipi come Nyarlathotep riescono a sentirla.
    A quel punto si fermò ad un passo dalla porta del bagno, con in mano il cambio e già mezza svestita. Vedere Sheba preoccuparsi così tanto per quel grosso ammasso di muscoli sofferente come un bimbo in fasce le aveva acceso una certa gelosia, che tuttavia non sfogò in nessun modo, anzi sapeva esattamente cosa voleva a quel punto. Richiamò l'attenzione di Sheba schioccando le dita, per poi indicarle il bagno.
    Vale anche per te... e ti ricordo che mi devi un favore per aver rischiato il mio culo salvando il tuo amichetto squamato. Andiamo...
    Fare tanto la spaccona dopo aver tremato, quasi pianto assieme a lei ed averla baciata in quella maniera così tenera non era decisamente minaccioso, anzi guardandola dritta negli occhi Sheba sarebbe comunque riuscita a cogliere una punta di imbarazzo perché Elimona non era abituata a fare gesti di quel tipo con nessuno, la sua anima era profondamente tsundere ed esprimersi in maniera troppo diretta a proposito di sentimenti non faceva per lei. Ma che Sheba le dovesse un favore era poco ma sicuro!
     
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    Volevo un mondo di bene ad Elimona, aveva legato con lei più di quanto non avrebbe potuto fare con Iceringer che era ancora il suo eroe nel suo cuore. La tensione e la paura di fare dei casini aveva reso Sheba molto più espansiva del solito, anche se in effetti i momenti intimi con Elimona aveva contribuito a farla scogliere parecchio con lei. Era una amica speciale per lei, molto speciale poiché non le dispiaceva affatto lasciarsi andare con lei anche a letto. Averla lì vicino al sicuro con lei la rilassò e la fece sentire meglio perché le sembrò di aver gestito al meglio la situaizone in cui si erano cacciate, in poche parole era stato un successo. Elimona osservò a sua volta il drago facendole notare che non c'erano più nemmeno le tracce dei medicamenti che gli aveva fatto in precedenza. Sheba non avrebbe mai trovato il coraggio di chiamarlo "medicamento" ma era vero, sembrava perfettamente guarito. Visto che al momento Kain era svenuto Sheba continuò a fissarlo notanto la sua fronte aggrottata per il dolore o per gli incubi che stava vivendo, non sembrava il riposo ristoratore tipico di un guerriero. Stava male e si vedeva, ma probabilmente era qualcosa che loro due non avrebbero potuto guarire. Forse riposando avrebbe ripreso i sensi ed a quel punto avrebbero saputo cosa fare. Annuì trovandosi d'accordo con Elimona a voler in qualche modo contattare Vega così da uscire da lì senza lasciare tracce. Usare i telefoni era fuori questione, lo sapeva bene, e probabilmente potevano provare a chiamare Vega usando Ariel in modo da poter analizzare meglio i dati che sarebbero usciti usando i mezzi di quel rifugio. Stava già pensando al da farsi, quando invece Elimona pensò a togliersi di dosso la tensione con un caldo bagno. Sheba all'inizio non le diede molta retta, cercandosi una sedia che piazzò vicino al letto per poter assistere Kain se ce ne fosse stato bisogno. Quando poi la sentì schioccare il dito ed insistere di andare a lavarsi, Sheba intuì già i suoi secondi fini. Ogni volta che andavano a farsi la doccia insieme finivano per incrociare le gambe in cose sempre più lascive. Lei però non si sentiva affatto in vena e sopratutto non voleva lasciare Kain da solo. L'ultima volta era fuggito via come un ladro, spaccando pure la finestra, probabilmente per dispetto. Sheba si sedette sulla sedia e guardò verso Elimona con un sorriso un pochino stanco ma cordiale.
    Vai prima tu, io vado dopo di te. Non voglio lasciarlo solo quando si sveglia. E' la seconda volta che finisce nei casini con Nyarlatothep, voglio fargli qualche domanda, prima che scappa via come è successo l'altra volta. Potebbe avere informazioni preziose. affermò decisa. Non sembrava intenzionata a discutere ed infondo aveva ragione. Se si chiudevano entrambe nel bagno c'era il rischio che lui una volta sveglio, spaventato, scappasse via, dando magari qualche traccia agli uomini di Nyarla se li stavano ancora cercando. Era meglio che Kain trovasse qualcuno al suo risveglio. Sheba sperava che si svegliasse quando sarebbe stata presente anche Elimona, perché in quel momento Kain sembrava così carino e non voleva lasciarsi abbindolare dal suo bel faccino ed i suoi occhi magnetici.
     
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    La suora sbuffò rumorosamente, delusa, anche se nel profondo sapeva che Sheba aveva perfettamente ragione. Non era il momento di lasciarsi andare e in fondo quel desiderio era stato mosso più dalla gelosia nei confronti di quel drago che da un bisogno reale. Scosse il capo per poi annuire, borbottando tra sé qualcosa come "comunque me ne devi una" per poi chiudersi in bagno. Nel mentre, gli incubi di Kain sembrarono trovare lentamente un punto di calma, una tregua per il suo subconscio oramai martoriato. Gli spasmi si calmarono e la sua espressione per quanto sofferente si rilassò pressoché del tutto, lasciandolo semplicemente con la fronte aggrottata. Elimona ebbe tutto il tempo di finire il bagno e rivestirsi, fu lei a prendere l'iniziativa per uscire concedendo a Sheba il tempo di andare a farsi un bagno a sua volta. Il drago rimase solo sul letto, chiunque avrebbe pensato di poterlo lasciare lì per qualche minuto mentre si lavava visto il modo profondo in cui dormiva. Ma Sheba avrebbe avuto giusto il tempo di insaponarsi e forse risciacquarsi, che la calma prima della tempesta concretizzò il suo proverbiale fasto. Il drago si svegliò di soprassalto, lanciando un grido disumano molto simile ad un ruggito. Sheba sentì chiaramente dal bagno che qualcosa di grosso stava per occupare tutta la stanza, mentre mobili e letto si danneggiavano a causa di una pressione inaspettata. Se Sheba fosse uscita frettolosamente dal bagno, avrebbe visto Kain nella sua forma di drago completamente bloccato dalle dimensioni della stanza, troppo minute per lui: cercava di allargare le ali, allungare la coda o alzare il capo, ma ogni volta sbatteva su qualche mobile o toccava il soffitto con le corna, emettendo versi di disappunto ogni volta che succedeva. Anche se era riuscito a trasformarsi risultava comunque debole, visto che le pareti erano ancora tutte intere.
    Ma dove sono?! Che posto è questo?! Onyxia?! Nefarian?! Wrathion?! Cos'è questo scherzo??? Qualcuno mi risponda!!! Dove sono?!
    Sheba non poteva capire cosa diceva Kain, a meno che Ariel non fosse in grado di tradurre anche la lingua dei draghi. Kain non stava pronunciando una singola sillaba in umano, ma si capiva che stava parlando perché quei ruggiti confusi e un tantino aggressivi sembravano rivolti a qualcuno. Gli artigli delle zampe graffiavano il terreno e la grossa mascella schioccava in giro come se stesse cercando di togliersi un saporaccio dalla lingua. Infine, la temperatura della stanza iniziò gradualmente ad aumentare, come se un gigantesco termosifone si fosse acceso proprio in mezzo all'appartamento.
     
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    Sheba si accorse dello sbuffo di Elimona, era ben consapevole che probabilmente voleva rilassarsi al meglio in sua compagnia, ma era anche vero che non potevano farsi fregare di nuovo da Kain, permettendogli di scappare senza un minimo di spiegazione. Quindi Sheba le sorrise un poco mortificata, ma non aveva intenzione di cambiare idea e lei fortunatamente non insistì sull'argomento. Quindi attese pazientemente il suo turno. Kain sembrava non svegliarsi, e rimanendo da sola decise di darsi una veloce ripulita sotto la doccia, mettendoci il meno possibile. Aveva perfino lasciato la porta aperta così da tenere l'orecchio attento verso la camera e poter intervenire subito. E ci vide giusto perché proprio mentre stava sciaquando via il sapone in eccesso, un ruggito disumano riempì le stanze e per un attimo le sembrò di sentire le mura tremare. In fretta e furia chiuse il rubinetto dell'acqua e prese il primo asciugamano disponibile correndo verso la stanza di Kain. Non fece in tempo a coprirsi per bene, tenendo l'asciugamano contro il corpo con una mano per coprirsi alla bene e meglio le parti più scabrose esposte verso Kain. Quando arrivò sull'uscio della stanza la mandibola le crollò per una espressione stupita non credendo ai suoi occhi. Kain aveva preso sembianze da drago in una stanza che era troppo piccola per lui. In un primo momento sembrò anche buffo visto che sbatteva ovunque, poi però notò i mobili pesantemente rovinati dalla sua stazza e capì che doveva fare qualcosa per calmarlo. Con le mani cercò di "indossare" l'asciugamano attorno al corpo, incastrando i lembi della stoffa sul lato del suo seno. Allungo poi le mani verso l'esterno per mostrarle al drago e fargli capire che era disarmata.
    K-Kain?! Calma... fece Sheba non del tutto sicura di sé: come si faceva a far calmare un drago? Che si era pure messo a parlare in una lingua a lei sconosciuta?
    Non riesco ad analizzare la lingua che usa, devo fare delle ricerche per apprenderlo, mi dispiace non so cosa stia dicendo. rispose Ariel ai pensieri di Sheba sapendo in anticipo cosa avrebbe voluto chiederle.
    Kain? Sono io Sheba, stai tranquillo, non sei in pericolo. provò a farsi avanti superando l'uscita della stanza per mostrarsi al meglio davanti al drago, sperando di non finire vittima delle sue enormi zampe o dei suoi movimenti improvvisi.
    Sembra in stato confusionario, comprensibile dopo il momento di pericolo, ma non sembra abbia ferite. spiegò ancora Ariel analizzando il drago.
    Siamo in uno dei miei rifugi, siamo al sicuro. spiegò Sheba con voce alta ma con tono calmo per farsi sentire.
    Cortesemente puoi assumere la tua forma umana? S-stai distruggendo tutto... provò ad aggiungere in ansia. Non aveva idea di come poteva reagire ad un invito del genere. Un tipo orgoglioso e dispettoso come lui avrebbe potuto perfino rompere di proposito qualcosa giusto per non darle la soddisfazione di acconsentire ad una sua richiesta. Sheba intanto fissava il drago non avendo la più pallida idea di come iniziare il discorso con lui. Erano successe tante cose con lui e non avevano avuto modo di digerire o di confrontarsi dopo ciò che si erano detti e fatto. Curiosamente l'imbarazzo del non saper cosa dire superò di gran lunga quella di trovarsi di nuovo semi nuda davanti a lui.
     
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    Kain continuò a dimenarsi ed imprecare in dragonico, sempre più confuso. Quando Sheba attirò la sua attenzione si voltò di scatto verso di lei, ruggendole di colpo come a volerla minacciare, ma non riuscì ad attaccarla con la coda visto il pochissimo spazio che aveva a disposizione. Sembrò volersi fare piccolo ma solo per un momento, come se la temesse ma si stesse imponendo di trovare la forza per reagire. Si fece avanti come se volesse morderla, ringhiando furioso, ma mentre la osservava i suoi occhi si facevano sempre più confusi e meno aggressivi.
    Chi sei?! Dove sono? Io... aspetta... io so chi sei... Sheba?
    Appena pronunciò il suo nome, lo sguardo di Kain cambiò e divenne molto più umano, quasi preoccupato. Iniziò a respirare in maniera più tranquilla e si guardò attorno mentre gradualmente riprendeva forma umana.
    Questo posto... la lancia... il mostro tentacolare... ?!
    Man mano che tornava umanoide, Kain assumeva un'aria sempre più confusa e preoccupata, i suoi occhi saettavano da un lato all'altro della stanza ma non si soffermava sui dettagli, era come se numerosi ricordi scorressero nella sua mente, velocissimi, confusi e sovrapposti. La sua memoria stava tornando gradualmente, come se stesse sbloccando man mano pezzi e ricordi che fino a quel momento erano rimasti ottenebrati. Una volta in fora umana si portò le mani sul capo come a cercare di trattenere la testa perché la sentiva oramai prossima ad esplodere, e crollò seduto su quel che restava del materasso visto che la struttura del letto era completamente distrutta. Scosse il capo, dolorosamente: i suoi tatuaggi pulsarono ed immediatamente allargò una pressione energetica mostruosa, superiore a quella che aveva dimostrato fino a quel momento, come se qualcosa in lui si fosse risvegliato.
    Tu mi hai salvato... grazie Sheba.
    Con il capo oramai crollato in avanti, se non fosse stato per la mano che sosteneva la sua stessa fronte probabilmente a quel punto Kain sarebbe già caduto sul nudo pavimento senza capacità di riprendersi. Lo stress mentale si era ripercosso su tutto il fisico: anche se non stanco o ferito, Kain appariva teso da morire, come se dovesse sostenere una dura battaglia da un momento all'altro. Se non altro si era calmato, e mentre riordinava i pensieri aveva ricordato chi fosse Sheba e cosa aveva fatto per lui. Insolito, certo, ma quello era chiaramente uno di quei momenti in cui poteva mettere da parte l'orgoglio e ringraziare qualcuno.
     
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    Sheba si sforzò con tutta se stessa a rimanere ferma mentre il drago le ruggiva contro furioso. Le tremarono le gambe e per un solo attimo pensò che era finita, che Nyarla gli aveva fatto qualche cosa di brutto che gli aveva fatto dimenticare tutto e sarebbe morta dilaniata da quelle fauci enormi. Le sfuggì un piccolo mugolio spaventato nel vederlo avvicinarsi minaccioso, poi però sembrò ricordare o riconoscerla. Tirò un sospiro di sollievo mentre lui sembrò recuperare buon senso e i ricordi. Sembrava ricordarsi dei tentacoli, quindi anche degli attacchi ma lo vide parecchio confuso, distratto e sovrappensiero. Sheba lo fissò tutto il tempo preoccupata poiché non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo, ma fortunatamente sembrò darle retta diminuendo le dimensioni del suo corpo per tornare alla sua forma umana.
    Siamo riusciti a sottrarti a Nyarlatothep e fuggire. Non so cosa ti stava facendo ma sembrava farti soffrire terribilmente. provò a spiegare ma forse non servì aggiungere molti altri dettagli perché sembrava calmo o almeno inizialmente sembrò così poi qualcosa di strano pulsò da lui, come una strana energia potente che si allargò in tutta la stanza e la fece sentire come se improvvisamente il suo peso fosse aumentato tantissimo. Se non avesse allargato leggermente le gambe probabilmente sarebbe cascata in ginocchio in apnea. Non aveva idea di cosa fosse ma non le piacque quella sensazione opprimente. Durò un istante poi dovette abituarsi a quella pressione energetica avvicinandosi al drago in ansia. Esitò quando lo sentì che la ringraziava. Quello sì che lo trovò strano e preoccupante, cercò però di non darlo a vedere che l'aveva quasi scioccata e si limitò sorridere e scuotere la testa come a volergli dire che non serviva. Gli si avvicinò sedendosi vicino a lui osservandolo pronta ad intervenire se gli fosse venuta qualche strana crisi.
    Sei così pallido... commentò apprensiva. Avrebbe voluto toccarlo sul volto e scoprire se avesse la febbre ma in effetti non aveva idea di quale fosse la temperatura basale di un drago, inoltre la imbarazzava molto provare a toccarlo quando era sveglio.
    Non sembri ferito ma non sembri stare bene. Puoi riposarti se vuoi, qui siamo al sicuro. gli disse avvicinando finalmente una mano sulla spalla così da fargli sentire il calore della sua mano ed un tocco amico.
    V-vuoi dell'acqua? chiese ancora, sentendosi così maledettamente strana a fare la gentile con lui dopo i loro trascorsi.
     
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    Era molto confuso e sovrappensiero, di rado gli era capitato di meditare così a lungo e rimuginare su così tanti pensieri. Ma mentre rivedeva la sua storia, persa oramai in un mare di ricordi falsi e confusi, si rendeva conto di quanto stupido ed ingenuo era stato. Anche se maledetto con perizia decisiva, un drago accetta con difficoltà la sconfitta, specialmente se mossa da un sotterfugio tanto intricato e balordo. Sheba avrebbe potuto vederlo ringhiare di rabbia, ma era palese che non era rivolto a lei, bensì verso chi gli aveva fatto una cosa del genere. Grugnì rumorosamente nel sentirla avvicinarsi, scansandosi con un movimento della spalla per scrollarsi di dosso la sua mano.
    Non voglio niente. Mi hai salvato, ma non significa che ora non so badare a me stesso.
    Si alzò di scatto, non avrebbe accettato che Sheba finisse col fargli da infermierina, né lei né chiunque altro ovviamente! Si Sentiva già piuttosto umiliato dal fatto che un paio di ragazze lo avevano salvato, senza contare che era stato messo in difficoltà da un mostro tentacolare di bassissima fattura. Inaccettabile. Avrebbe lavato via quell'onta col sangue, ma prima di ogni altra cosa doveva sistemare i conti in sospeso con chi lo aveva ridotto ad un burattino. Ciondolò tra i suoi pensieri, Sheba poteva vedere che non era del tutto in forma e se non fosse stato per la sua coda probabilmente quel massiccio omaccione sarebbe caduto di lato senza neanche rendersene conto.
    Mi hanno fatto il lavaggio del cervello... si sono presi mio padre e lo stormo che mi spettava di diritto. Fratelli, sorelle, tutti sono stati ingannati... il sangue di Deathwing ridotto a dei meri pupazzi! Che umiliazione... ma non la passeranno liscia! Io qui giuro vendetta, e finché non sarò bagnato del sangue di tutti i traditori e di coloro che ci hanno ingannato non mi darò pace!
    Una grossa vena sulla fronte di Kain si gonfiava sempre di più ad ogni imprecazione mentale che rivolgeva a chissà chi nei suoi pensieri. E più lanciava quella dichiarazione di guerra, più si inclinava da un lato, colpa del sangue che gli risaliva nel cervello e lo rendeva sempre meno lucido. Ad un tratto, durante l'ultima imprecazione, sollevò un pugno tremolante verso l'alto prima di cadere completamente per terra, sbattendo la coda in ogni direzione per la frustrazione di non essere già in forze per poter perpetrare la sua vendetta.
    Maledetti, maledetti tutti!
     
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    Quando Kain scostò la spalla dalla sua mano Sheba la ritirò rimanendoci piuttosto male. Non ne fu sorpresa dato che si aspettava prima o poi che diventasse sgradevole nei suoi confronti, sapeva benissimo che in realtà non la sopportava. Anche se ne era consapevole non le piacque la sensazione poiché fu come se Kain avesse innalzato un enorme e spesso muro fra loro due con quel gesto, facendole capire che non voleva avere niente a che spartire con lei, soprattutto in una situazione così delicata e personale.
    Che antipatico! commentò Ariel nella testa di Sheba.
    Non era ciò che intendevo... provò a giustificarsi lei, per non farlo sentire a disagio. Non voleva di certo compatirlo, ma rendersi utile, ma non glielo avrebbe rinfacciato non era nella sua natura. Oltretutto non voleva iniziare a litigarci, sembrava davvero scosso e Sheba cercò di non dargli altro fastidio standosene seduta sul materasso con le mani a tenere l'asciugamano. Lo guardò dispiaciuta mentre lui si alzava in piedi di scatto, ma quando vide che barcollava un poco si alzò anche lei, senza avvicinarsi troppo per non farlo innervosire ulteriormente, non sembrava molto lucido e farlo trasformare di nuovo in drago per la furia era pericoloso. Non solo per via del fatto che poteva distruggere l'abitazine ma anche perché avrebbe potuto attirare troppo l'attenzione e visto che erano fuggiti non era il caso di dare inidizi agli uomini di Nyarla. Sheba si fece attenta, Kain non parlava mai di sé apertamente le precedenti volte era riuscita ad intuire che la sua famiglia lo aveva fatto soffrire molto, perché gli avevano fatto del male. Ricordava ancora chiaramente quando le aveva urlato addosso che la famiglia era una merda. Invece in quel preciso momento sembrava molto legato alla famiglia, lo tormentava il fatto che avevano preso in giro tutta la sua famiglia e lui. Sheba era molto confusa, non aveva idea di cosa stesse parlando ma non osò interromperlo non per timore ma per curiosità, sperando che dicesse qualcosa in più riguardo al suo conto. Parlò di lavaggio del cervello iniziando a far intuire qualcosa a Sheba. Un pochino si dispiacque nel sentirgli dire quelle parole crudeli piene di desiderio di vendetta. Sapeva quanto facesse male avere quei sentimenti negativi in corpo. Ed aproposito di corpo lui barcollò sempre di più. Evidentemente fare i gentili con lui era la cosa più sbagliata del mondo, allungò le mani verso di lui per aiutarlo, quando iniziò a cadere lo afferrò stringendolo fra le braccia, per farlo rimettere dritto in piedi, ma se lo aspettava decisamente più leggero, quindi dovette fare uno sforzo più grande per non cadere addosso a lui. Con la frizione dei loro corpi però l'attaccatura dell'asciugamano si sciolse un poco e Sheba dovette lasciare con una mano Kain per tenere la stoffa su di sé, finendo qundi alla fine per crollare assieme a lui verso il basso riuscendo però a farlo cadere sul materasso piuttosto che sul pavimento. Gli cadde praticamente al fianco con il braccio incastrato dietro la sua schiena e il materasso, le gambe intrecciate e l'asciugamano in bilico sul suo corpo nudo.
    Te l'ho detto che sembri pallido! Vuoi stare fermo sul letto una buona volta!? fece stizzita.
    Anche se non vuoi che ti aiuti è evidente che stai male, non ti reggi nemmeno in piedi. Dove vuoi andare conciato così? A farti ammazzare come un idiota? lo rimproverò anche se non aggressivamente, voleva solo farlo ragionare.
    Non ho capito niente di cosa ti sia successo. La volta scorsa mi hai picchiata perché ho dato valore alla famiglia, dicendomi che la famiglia è solo merda, inganni e tradimenti. Come se fosse stata la tua famiglia a tradirti, e adesso invece mi dici che dei traditori hanno reso la tua famiglia come dei pupazzi? Che diavolo ti ha fatto Nyarla? mentre parlava cercava di sfilare via il braccio da sotto il ragazzo, facendolo via via in piccoli strattoni che le sciolsero totalmente la tovaglia scoprendo un seno. Per sua fortuna solo una metà si era adagiata sul letto mentre l'altra copriva metà del suo corpo e le parti più scabrose. Se ne accorse solo quando riuscì a sfilare via il braccio, arrossì vistosamente e in fretta recuperò il lembo di stoffa per coprirsi. Si tirò su a sedere rivolgendo le spalle a Kain, ancora molto imbarazzata dalla situazione.
    Ti ricordi cosa è successo? Che ci facevi lì nei paraggi? Mi spieghi perché ti sei gettato in picchiata per salvare me ed Elimona? Pensavo che mi odiassi...
     
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    Crollò sul letto e grugnì gutturalmente, evitando il suo sguardo nel rendersi conto che era troppo indebolito per passare ai fatti. Doveva riposarsi, nemmeno la sua testa dura poteva ignorare la cosa.
    Non dirmi che sono idiota, non puoi capire!
    Iniziò a rimuginare, cercando di ignorare Sheba perché odiava sentirsi in debito con qualcuno, specialmente se lui l'aveva trattata male prima. In realtà quella era la prima volta che succedeva una cosa del genere, ne era certo ora che i suoi ricordi erano pressoché tornati del tutto. La giovane sembrava a caccia di una falla nei suoi ragionamenti, oppure si illudeva che Kain potesse ritornare sui suoi passi, cambiare idea o perfino darle ragione! Quello non sarebbe successo nemmeno davanti all'evidenza, poco ma sicuro. Si portò una mano dietro la nuca, sbuffando un densissimo grumo di fumo dall'aria incandescente.
    La mia opinione non è di certo cambiata, non sono così volubile... ma anche se odio i miei familiari non significa che qualcuno possa ingannare il mio sangue e usarlo come se fossero dei pupazzi!
    Notò che Sheba sembrava a disagio, perché nuda e denigrata, tentava di coprirsi e di evitare ulteriormente lo sguardo con Kain, ma gli occhi del drago caddero più che volentieri sulle sue forme che già in passato aveva avuto il pacere da assaporare. Doveva ammettere che tra tutti i brutti risvegli, quello era senz'altro il migliore. Quella visione deliziosa riuscì a calmarlo un pochino, e dopo aver emesso l'ennesimo sbuffo nero come la pece e pesante come il fumo di una ciminiera, sollevò il petto mettendosi a gambe conserte sul letto, tenendosi il mento col palmo aperto della mano che trovò sostegno sulla coscia, posandosi col gomito su di essa.
    Io odio la tua ingenuità, ma mi piace vedere come voi buffoni mascherati vi divertite a trovare giustificazioni per pestare di botte i malviventi. Siete un pò ingenui però, se riesco a seguirvi io era ovvio che prima o poi sareste finiti nei guai, siete troppo deboli per questo gioco, per tua fortuna ero nei paraggi anche stavolta, altrimenti sarebbe finita molto male.
    Contraddittorio e scontroso come sempre, non era facile spingere Kain ad ammettere l'evidenza anche quando era sotto gli occhi di tutti. Mentre parlava, ogni tanto lo sguardo finiva sul corpo di Sheba e la tentazione di toglierle quell'asciugamano di dosso con un colpo di coda rapido e preciso era molta. Forse ciò di cui aveva bisogno per riprendersi del tutto era una bella scopata, senz'altro un buon modo per sdebitarsi per Sheba.
    Il tizio con i tentacoli mi ha strappato via i poteri, ma a questo punto penso fossero solo una maledizione per farmi credere di essere il figlio ingrato di qualche demone pazzo. Ora però i miei ricordi si stanno riordinando e quando riuscirò a tenermi in piedi farò tremare Roma, Londra, Kurayami e New Vegas se sarà necessario per avere la mia vendetta!
    Sollevò sguardo e pugno destro con fare solenne ed aggressivo, a quel punto l'ennesimo sbuffo fiammeggiante gli uscì dalla gola, come lo sfogo nero di una grossa macchina industriale. Stavolta non lo aveva fatto di proposito ed iniziò a domandarsi se la cosa poteva avere ripercussioni sul suo fisico. Tant'è che iniziò a guardarsi attorno, toccandosi il petto, le spalle e anche il ventre. Sembrava tutto a posto, ma la sua pressione energetica rimaneva stabile e soprattutto incandescente.
    Manca un pezzo... sto recuperando i ricordi ma ne manca uno importante... il più importante! Che diavolo sapevo fare io prima di saper buttarmi di testa contro qualsiasi cosa... ?
    Il pezzo mancante era il suo potere, sembrava sinceramente in difficoltà e incapace di ricordarlo, distratto com'era neanche si rendeva conto che dalla bocca e dalle narici iniziava ad uscire lentamente sempre più fumo nero, dando l'idea che stesse per prendere fuoco dall'interno.
     
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    Sheba fu molto tentata di dirgli che era ovvio che non poteva capire se lui non spiegava meglio le cose, ma ci aveva pensato Ariel ad avvertirla del fatto che se gliel'avesse detto avrebbero iniziato a litigare, magari anche a picchiarsi e poi finire di nuovo a letto. Secondo Ariel ovviamente, Sheba dava per scontato che non sarebbe finita a quel modo perché lui era debole e perché era convintissima di potergli resistere egregiamente. Tornando però ai discorsi strani di Kain, la rassicurò sul fatto che non fosse cambiato e che continuava a pensare che odiasse la sua famiglia, ma non sopportava che usassero lui e loro per i propri fini. Doveva essere tremendo per un drago sentirsi usato e preso in giro poiché ovviamente non poteva contrastare l'astuzia nemica con la mera forza. Probabilmente si sentiva immensamente stupido e quindi depresso poiché era più loquace del solito e anche più calmo del solito. Infatti Sheba quasi non credette alle sue orecchie quando lui le disse chiaramente cosa pensasse su di lei, il suo gruppo senza andare in escandescenze. Sheba infatti si girò verso di lui sorpresa allargando gli occhi curiosa.
    Quindi mi seguivi? chiese in ansia, non perché si sentisse stalkerata da un drago, ma perché se lui diceva che era troppo facile stare loro alle costole, significava che anche i nemici potevano scoprirli e trovarli facilmente. Aveva peccato di ingenuità, non poteva negarlo e Kain poteva capire dallo sguardo di Sheba che si perdeva nel vuoto e l'espressione pensierosa e preoccupata che sembrava aver realizzato solo a quel punto quanto fossero vulnerabili lei ed i suoi amici.
    Indossiamo le maschere proprio per evitare che ci riconoscano e ci rintracciano facilmente. fece passandosi una mano sul volto, battendo poi le palpebre più volte. Un momento, non doveva distrarsi, Kain le aveva detto che la seguiva, la stava osservando.
    T-tu mi seguivi? arrossì leggermente perché iniziò a pensare che se la seguiva doveva esserci un motivo. Voleva forse proteggerla? Voleva aspettare il momento proprizio per umiliarla ancora? Se avesse voluto farle del male avrebbe potuto farlo quando voleva, quindi di sicuro non la stava "cacciando". Si sentiva confusa più che mai. Lei era una totale imbranata con gli uomini, capirli per lei era un mistero grande quanto l'oceano, figurarsi capire un orgoglioso drago che ammazzava la gente secondo un codice tutto suo. Non riuscì ad aggiungere altre domande perché Kain continuò a riflettere su ciò che era successo, spiegandole che Nyarlatoteph gli aveva tolto i poteri facendola sbiancare di colpo. Davvero quel maledetto tizio dai capelli rossi riusciva a fare una cosa del genere? Era più pericoloso di quanto pensassero e la teoria che forse gli aveva tolto una specie di maledizione non la rassicurava per nulla al mondo.
    No, non è possibile, non può essere capace di tanto. commentò in ansia fissando di nuovo un punto vuoto davanti a sé mentre con Ariel tentò di recuperare i ricordi e le chiese di farle rivedere come in un video ciò che era successo, ciò che si erano detti. Rivedendo le scene ascoltò con attenzione, poi si voltò verso Kain come se avesse notato qualcosa di importante. Posò una mano contro il suo braccio per attirare la sua attenzione.
    Guarda! Ascolta, potrebbe essere utile, magari ti dice qualcosa... affermò per poi sollevare le mani davanti a sé, fece un gesto particolare che fece materializzare le braccia cibernetiche di Ariel che si mossero seguendo il movimento delle braccia di Sheba. Le mani si posizionarono davanti a loro due con pollici e indici aperti e poi congiunti per creare una specie di quadrato formato dalle dita. Fra queste dita si abbassò una patina su cui venne riprodotta la memoria di Sheba, di ciò che vedeva lei dalla sua angolazione e di cosa era riuscita a sentire. Gli mostrò il momento in cui Iwan notò che aveva qualcosa di strano e glielo estrasse dal corpo parlando di maledizione. Evitando accuratamente di mostrargli il panico che aveva vissuto nel volerlo aiutare. Quando il pezzetto di memoria finì si voltò verso Kain con decisione.
    Ha parlato di incantesimi e poi ha tirato fuori da te questa specie di lancia come se fosse un oggetto che ti avevano piantato in corpo. Non ti ricorda niente la lancia? Forse più che una maledizione era una specie di siggillo? Ho notato che avevi quella strana cosa che ti cresceva addosso, che ti ricopriva e ti bloccava, che non ti faceva muovere o trasformare. Forse è servito per sigillare te ed i tuoi poteri. Quindi non ti ha tolto i poteri.. ti... si interruppe notando che Kain aveva iniziato a produrre sempre più fumo dalle narici e dalla bocca. Glieli indicò con il dito preoccpata.
    Potresti cortesemente evitare? Non voglio scatenare un incendio, saremmo esposti non ti pare? affermò dando per scontato che tutti i draghi sapessero produrre fuoco con la loro gola. Ne sapeva davvero poco sul loro conto.
     
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    Idioti mascherati, illusi e infantili. Certo il trucco delle maschere poteva funzionare con altri umani o con avversari poco svegli, ma chiunque con un minimo di talento, volontà e risorse poteva sbaragliarli, lo aveva dimostrato quella sera stessa il tizio tentacolare. Un buon olfatto, una magia tracciante o il mero istinto bastava ad un vero predatore per poterli trovare. Iniziò a pensare e maledire sé stesso in più modi, quasi distratto da quello che Sheba diceva e pensava, se non fosse stato per il suo bel corpicino probabilmente Kain si sarebbe perso del tutto. La cosa che lo spinse a ridarle attenzione però, fu ben altro: quando la ragazza proiettò le registrazioni sugli avvenimenti, portandolo a ripercorrere quel momento, Kain arrossì vistosamente, sgranò gli occhi e si voltò lentamente verso di lei, guardandola con diffidenza. Difficile da spiegare esattamente il suo sguardo: un misto di terrore e superstizione, simile a quello degli indiani d'America che vedevano le loro immagini riprodotte sulle foto appena scattate, pensando che qualcuno gli avesse rubato l'anima. Stava per rimproverarla, dato che quello non era un buon momento da rimembrare e men che meno apprezzava l'idea che qualcuno lo ritraesse senza dirgli nulla! D'altro canto, un pensiero attraversò la sua mente si fece spazio: quindi lei registrava tutto quello che vedeva? E quanto di ciò conservava? E per quanto? Forse... conservava ricordi di lui che rivedeva spesso? La cosa lo incuriosì e in parte... lo intrigò. Sheba aveva già altre volte dimostrato di avere una vena inesplorata e che non esprimeva con facilità, un pizzico di spirito sadico e un che di perverso che lei stessa non riusciva a spiegare. Proprio mentre lei lo rimproverava per il fumo, ignorandola totalmente, il drago si voltò verso Sheba, avvicinandosi di colpo al suo volto per poterla incalzare, fissandola dritta negli occhi.
    Conservi tutto quello che vedi? Cos'è... un gioco perverso che fate tu e la voce nella tua testa? Non avrai mica conservato anche... altro?
    Nel dire "altro" sollevò un sopracciglio con fare accusatorio avvicinandosi ulteriormente a lei col preciso scopo di farla cadere di schiena sul letto, altrimenti si sarebbero dati una fragorosa testata e tra i due quello con la fronte dura era lui. Adorava metterla in una posizione di svantaggio e lei stessa lo aveva messo in imbarazzo a sufficienza. Ora toccava a lui. la soverchiò, bloccandole le vie di fuga con le braccia e piazzandosi ai suoi lati, così che non potesse scappare. L'unica possibilità che le restava era guardarlo dritto negli occhi.
    Anzi, non rispondere... so già ma risposta. Mi chiedo quanto spesso li riguardi. In fondo non hai un partner fisso, quindi in qualche modo devi sfogarti. E non mi sembri proprio la tipa da farlo su del porno qualsiasi... avanti, fammi vedere cos'hai riguardato a proposito di me!
    In realtà non aveva idea di quale fosse la risposta, ma amava 'idea di provocarla. Nel mentre non si stava rendendo conto del fumo che usciva dalla sua bocca, che diventava sempre più intenso. Sheba oramai l'aveva in faccia ma avrebbe potuto notare che non si trattava dello sfogo di qualcosa di industriale, fastidioso e perfino tossico. Sembrava più calore di un essere vivente, aveva l'odore di Kain in forma di drago ed emanava una forte fragranza, non dissimile dalla sensazione di calore e benessere che lui le donava con quel sangue maledetto. Anche senza quel potere ,l'effetto non era svanito da lei, forse perché non dipendeva affatto dalla maledizione che Kain portava, ma si trattava di qualcosa molto più profondo, radicato nel suo essere come nient'altro... il suo vero potere magari!
     
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    Gli occhi di Kain erano assenti, non lo conosceva così bene, ma visto che non stava reagendo e che sembrava guardare altro, capì che non le stava dando retta. Rimase quindi un momento in attesa di una risposta sperando che si fosse sbagliata e che ci stesse pensando su. Kain però le si avvicinò tantissimo guardandola direttamente negli occhi, vicino, troppo vicino.
    EEeeh?! No! rispose subito imbarazzatissima per la vicinanza di Kain improvvisa.
    No, quello che mostro sono le mie memorie, quello che ricordo e che ho visto, il mio potere mi aiuta a registrare bene... i- io... parlò in fretta così in fretta che sembrava quasi che stesse masticando le parole. Cercò di indietreggiare in qualche modo ma in poco tempo si ritrovò distesa sul letto, intrappolata fra le braccia di Kain. Il cuore le balzò in gola, e ritirò le mani che poco prima erano distese portandoli contro il suo petto chiusi in stretti pugni tesi.
    Lo stai guardando... commentò Ariel annoiata come se volesse rimproverarla per la lotta interna che aveva in quel momento. Non poteva farci niente, Kain aveva il suo fascino ed il suo corpo statuario attirava lo sguardo di Sheba, e averlo così vicino le faceva davvero uno strano effetto. Avrebbe dovuto respingerlo ed invece si era ritrovata a guardare i suoi muscoli che guizzavano per via dei movimenti che faceva. Si diceva che doveva spingerlo via ma le sue mani erano bloccate contro il proprio petto.
    Continui a negarlo ma ti piace. I tuoi battiti cardiaci sono aumentati, così come la sudorazione ed il calore corporeo. continuò Ariel ma sembrava non sentirla. Kain iniziò ad insinuare cose sempre più losche e lascive, e si sentì in colpa perché in effetti era vero. Lo aveva riguardato, più volte e come se non bastasse aveva fatto dei tagli e montaggi mentali particolari in cui aveva enfatizzato la sua figura togliendo le parti più spiacevoli e mantenendo quelle in cui lo aveva trovato più sexy e che le era piaciuto, facendo sembrare in quel breve video Kain decisamente diverso da quello che era stato in realtà. Aveva centrato il bersaglio e Sheba arrossì violentemente, sentì il sangue salirle al cervello le si colorò tutto il viso di rosso, ebbe la sensazione che le orecchie le stessero andando a fuoco.
    NO, NON è VERO! protestò strillando imbarazzatissima, facendo capire quindi che invece era assolutamente vero, nessuno negava con così tanta forza una cosa non vera o che non si avvicinava molto alla verità.
    Che bugiarda. E questo cos'è allora? Ariel si divertì a farle rivedere il suo personalissimo montaggio video erotico di Kain che le si riprodusse nella retina. C'erano scorci del suo corpo nudo, delle sue espressioni mentre godeva, il suo corpo muscoloso teso per lo sforzo, i momenti in cui aveva guardato il suo pene così particolare. Strinse le cosce una contro l'altra in un disperato tentativo di non sentirsi di nuovo in quel modo strano, di sentire il calore al basso ventre crescere.
    NO! si coprì il volto con entrambe le mani chiudendo gli occhi come se avesse avuto il terrore che Kain potesse vedere dentro le sue pupille che si stava vedendo qualcosa, ma per vederlo davvero servivano abilità particolari ed un occhio molto molto attento.
    Non mi servono video porno tuoi! Se potessi li cestinerei tutti! continuò sempre più imbarazzata, stava andando nel panico. Avrebbe voluto tantissimo che il materasso si aprisse sotto di lei e la inghiottisse per farla sparire da quella situazione. Merda perché ogni volta finiva in quel modo?
    S-smettila di farlo... stai usando di nuovo quel trucco... lo rimproverò con voce un poco incerta, con un leggero affanno.
     
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