Chi segue chi?

x Hyperion

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    C'era una cosa che Kathrine odiava, la monotonia. A londra ormai si annoiava, era tempo di tornare a percorrere le strade di Roma. Era arrivata da appena un giorno, il suo alloggio a Roma era polveroso e aveva passato la giornata a spolverare e sistemare. Il letto king size era da rifare, le lenzuola erano da cambiare sicuramente.
    Però doveva ammettere che amava il suo appartamento a Roma. Era di dimensioni medie, non troppo difficile da gestire quindi, ed aveva un arredamento raffinato ed elegante.
    Ora, dopo aver dormito solo 4 ore, era tornata alle sue normali attività, ragazzi o uomini che fossero andavano puniti. Il genere maschile non meritava nulla, ecco qual'era la sua convinzione.

    Vediamo un po' dove potrei trovare il prossimo tipo da sottoporre alla mia prova...

    Gironzolando per la città si ritrovò a sentire la gola secca, Kathrine si fermò in un bar abbastanza affollato ma con una sala grande a sufficienza da contenere le persone al suo interno e altre ancora. Era abbastanza elegante come posto, quindi non le dispiaceva affatto.
    Si sedette al bancone, ordinò un the freddo alla pesca e attese che l'uomo al di là del bancone glielo versasse nel bicchiere. Forse poteva trovare la prossima "cavia" in quel bar? Si guardò in giro non notando nessuno che le desse qualche sensazione particolare.
    Poi, dopo un paio di minuti, in cui aveva quasi finito di bere il suo the, il suo sguardo si soffermò su di un ragazzo dai capelli rossi.
    Lui sì che le dava una sensazione forte di volerlo mettere alla prova. Non sapeva nemmeno lei perché, ma provava un senso di voglia nel vederlo soffrire, una forte voglia di vederlo soffrire.

    Potrebbe davvero essere una potenziale vittima. Forse potrei avvicinarmi a lui?

    Kathrine fissò il suo sguardo sul ragazzo dai capelli rossi, pensando che sì, era proprio lui l'ideale vittima o cavia per quei prossimi giorni e per quelle prossime notti.

    Mi scusi, può portarmi un altro the? Chiese al barista, e quando le versò il the nel bicchiere lo guardò negli occhi vedendolo arrossire.

    Sa chi sia quel ragazzo dai capelli rossi laggiù? Domandò successivamente, sorridendogli ammiccante.

    Il barman rispose che era un ragazzo che frequentava abbastanza spesso quel bar ma non aveva mai parlato con lui e non sapeva nulla a suo riguardo.
    Sopirò delusa, ringraziando comunque il ragazzo del bar.
     
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    Il brusio delle voci a molti da fastidio, specialmente se sono fetide, ubriache e sconnesse. Ad uno come Val però, quel brusio non dispiaceva affatto. Non era una novità che tutti dicessero o pensassero cose senza senso, in un mondo noioso e pieno di stupidi devi imparare ad apprezzare l'ovvietà, la banalità e anche la stupidità del genere umano o quale razza sia. Per questo si sedeva in mezzo a loro, beveva in mezzo a loro, fumava in mezzo a loro e rideva in loro compagnia. Seduto come se fosse sulla poltrona di casa sua, Val giocava con il suo accendino, un normale modello di zippo che apriva e chiudeva ritmicamente senza accendere la fiamma, visto che la sigaretta che teneva tra le labbra era già accesa. Ogni tanto beveva, e quando non beveva rimproverava i giocatori che provavano a barare davanti a lui. non indossava la divisa scolastica, bensì un vestito molto più casual: una maglia smanicata nera rifinita in bianco, jeans bianchi tenuti su da una nera cintura, abbinata alle scarpe scure lucide che ciondolava sul lato del tavolo su cui erano accavallate.
    Quel ragazzino si fa chiamare Val, signorina ma... se fossi in lei, gli starei lontano. E' tutto sorrisi e uscite furbette, non mi piacciono proprio i tipi come lui. E poi frequenta strane compagnie... io lo considero pericoloso. Ascolti un barman: lasci perdere.
    Così lo presentò l'uomo interrogato da Layla, che la lasciò subito dopo nella speranza che quel monito avesse sortito effetto. Val, da canto suo, non si era accorto della sua presenza e si limitava a giocare, ignaro di essere finito nel mirino di una possibile predatrice. Anche perché quella serata andava proprio in suo favore.
    Non vedo l'ora di scoprire quale dei vostri culi tornerà a casa nudo stanotte. Spero che non siate sposati o farete davvero una pessima figura!
    Le risate scoppiavano facili in quel pezzo di bar, e non capitava di rado che tale ilarità venisse espressa con movimenti fin troppo ampi e poco necessari, che finivano col colpire i camerieri che camminavano intorno a loro. Fu il caso di una delle ragazze più giovani che, per colpa della posizione fin troppo comoda di Val, inciampò proprio su di lui versandogli addosso un bicchiere pieno di birra che lo sporcò sul ventre e sulla patta dei pantaloni, facendogli allargare le braccia e spegnendogli la sigaretta. Subito calò un gran silenzio e mentre la ragazza si scusava, mortificata dallo sguardo accusatorio del ragazzo visibilmente scocciato, accadde qualcosa che sicuramente avrebbe svegliato l'osservatrice.
    Hai un solo compito mentre cammini tra questi cazzo di tavoli... ed è assicurarti che i drink finiscano in bocca alla gente, non sui loro vestiti! Stupida incapace!
    Bastò quell'insulto per accendere un maligno coro degli altri commensali al tavolo, che furono poi seguiti anche da tutti gli altri presenti. La ragazza, offesa e mortificata, iniziò a piangere singhiozzando tra le scuse, correndo via tra gli insulti e le risate dei presenti, specialmente Val che tutto stizzito ma divertito, tornò ad accendersi la sigaretta come se non fosse successo niente.
     
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    Così Kathrine scoprì almeno come si faceva chiamare quel ragazzo: Val. Da ciò ne seguì una raccomandazione alquanto inutile e noiosa del barman, le disse che il rosso aveva preso l'abitudine di frequentare brutte compagnie e che addirittura lui lo considerava pericoloso.
    Non sapeva di certo che dicendole che era un tipo pericoloso, e quindi da non frequentare, il barista aveva acceso ancora di più la sua curiosità.
    Stava ancora pensando a quanto sarebbe stato bello strappargli il cuore e vederlo morire quando successe qualcosa che la fece sorridere e trattenere una risata.
    Quel Val, con atteggiamento così sicuro di sé, finì con l'essere inondato da un bicchiere pieno di birra che lo bagnò proprio in un punto... particolarmente interessante?

    Beh, vediamo che succede, sicuramente non starà calmo e tranquillo, non mi sembra il tipo. Pensò tra sé e sé Kathrine.

    Infatti con uno sguardo molto più che scocciato il giovane si mise ad imprecare contro la cameriera. Non importava a Kathrine di ciò che era successo. Non le importava di come t5rattasse quella "povera" ragazza.
    Le interessava di più la reazione di Val. Era un tipo interessante, molto interessante, perdeva facilmente la calma e non si risentiva di far sentire male una donna che aveva commesso un piccolo, più o meno, errore.
    Forse lui non amava nessuno, non aveva qualcuno da amare. E questo lo rendeva una preda meno interessante, ma interessante sarebbe stato poterlo vedere innamorato di lei stessa. A Kathrine venne in mente un gioco, essere lei la donna tradita poteva essere un valido motivo per strappargli il cuore, giusto?
    Quel Val ormai aveva attirato la sua attenzione. Che avesse una donna o più Kathrine avrebbe potuto quindi ucciderlo perché anche lui era un infedele. Oppure, se non avesse avuto alcuna donna, c'era pur sempre quel giochetto divertente da mettere in atto.

    Mio caro Val... è ora di giocare. Sussurrò in modo che nessuno la sentisse oltre al barista che, all'apparenza almeno, rimase confuso da quella frase detta senza pensare da parte della giovane donna.

    C'era chi rimase in silenzio dopo ciò che era successo, e chi invece si mise a ridere. Kathrine rise. Sì, ma non per i motivi degli altri, no, no. Lei rise perchè finalmente, dopo settimane, aveva trovato una preda interessante con cui giocare.
    La sua risata era leggermente sadica, ma cercò di trattenersi e di farla sembrare normale. Aveva proprio voglia di giocare, ma prima voleva seguire le sue mosse, "conoscerlo" meglio senza farsi notare. Così sarebbe stato più divertente. Per lei almeno.



    La pg non si chiama Layla xD si chiama Kathrine, Hyperion mi sa che ti sei confuso xD
     
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    Chiedo venia, mi sono confuso col tuo nick.

    Dopo quel piccolo incidente, la serata proseguì tranquillamente per almeno un'altra oretta, Katherine non riuscì a scorgere dettagli particolari della personalità del ragazzo se non al massimo che fosse particolarmente sveglio: contava le carte, a volte imbrogliava senza farsi notare e soprattutto non esitava a fare qualche giochetto psicologico per confondere i suoi avversari e portare la situazione a proprio vantaggio. A parte questo però, nulla più che un ragazzo un pò scapestrato deciso a mettere il divertimento sopra a ogni altra cosa. Quando il tavolo fu ripulito e i suoi avversari azzerati, Val raccolse le sue cose e si diresse fuori dal locale, accendendosi un'altra sigaretta deciso a riprendere la strada di casa. La macchia che portava addosso sembrava non intimorirlo davvero, no se ne vergognava né si preoccupò di asciugarla in nessun modo, probabilmente non sentiva affatto freddo sebbene la temperatura non fosse proprio accomodante. Dopotutto non andava nemmeno in giro vestito troppo pesante, forse era abituato a temperature anche peggiori. La verità era che, in quanto studente della Sapienza, era avvezzo a situazioni molto più estreme. Sembrava proprio non essersi reso conto che qualcuno lo stava seguendo e forse era uscito a fare quella lunga passeggiata proprio per verificarlo: le strade che stava prendendo erano tutte molto isolate, con poco rumore intorno e soprattutto poca gente, lontano dal traffico e dal trambusto della capitale dell'Impero. Restarsene nascosti del tutto era praticamente impossibile quindi un eventuale inseguitore poteva solamente farsi avanti, nella speranza che ad inseguirlo fosse qualcuno di interessante e non il classico ubriacone con conti in sospeso, o peggio ancora proprio nessuno. Odiava avere le sensazioni sbagliate.
     
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3 replies since 3/12/2019, 22:23   81 views
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