They did nothing wrong

per i Cavalieri e Amy

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    L'approccio di Evan e Bowen verso il suo abbigliamento inconsueto era curioso. Evan cercò di essere galante con lei incespicando un pochino sul farle capire che non voleva essere malizioso ma solo gentile. Bowen invece voleva essere molto più malizioso ne era sicura, riusciva a percepirlo chiaramente. In ogni caso Krolia non riuscì a rispondere a tono a loro due, arrossendo vistosamente e stringendo ancora di più la stoffa attorno al proprio corpo per coprirsi. Da quando era rimasta solo lei la femminuccia del gruppo sembravano volerla coccolare in un certo senso e ciò le faceva ovviamente un immenso piacere, ma iniziava a mancarle un'amica femmina con cui confrontarsi su certe cose, sopratutto sugli imbarazzi di quel tipo. L'unica cosa che poteva fare al momento era ingorarli, sperando vivamente che non si fossero accorti del suo immenso imbarazzo, ma era davvero molto difficile non notarlo. In abiti più comodi si sentì più a suo agio, ma la notizia che la papessa non era nei suoi uffici preoccupò un poco Krolia che non sapeva davvero cosa aspettarsi. Il trauma di non trovare la papessa al proprio posto e ritrovarlo poco dopo morta era dura da debelleare, ma l'aria tranquilla dei suoi compagni e delle guardie le fecero intuire che non doveva preoccuparsi di nulla. Krolia però non poteva fare a meno di sentirsi in ansia, il mistero le faceva un brutto effetto, temeva che Evelynn avesse colpito ancora e che quindi sarebbero stati scortati verso qualche ala del vaticano dove avevano trafugato qualche altro tesoro. Un'altra ipotesi allarmaente poteva essere che magari li stavano scortando all'uscita del vaticano dove li avrebbero congedati una volta per tutte e chiudere ogni rapporto con loro. Man mano che avanzavano nei corridoi e venivano scortati verso il refettorio Krolia era sempre più incuriosita e quando le porte si spalancarono non si aspettò di trovare la piccola e dolcissima papessa ad accogliersi con quel radioso sorriso. Si sentì molto sollevata e dando una rapida occhiata alla tavolata e poi a come era abbigliata la papessa capì che si era impegnata a cucinare per loro. Le mancò un battito, mentre un profondo senso di tenerezza la invase e le fece venire di nuovo quella insana voglia di abbracciarla forte forte e riempirla di piccoli bacetti fino a farsi odiare. Lo sguardo preoccupato e teso di Krolia si sciolse in un sorriso grato mentre avanzava dietro ai suoi compagni, notando poco dopo anche la presenza di Raiko. Notando stranamente le sue enormi tette. Inizialmente non capì perché la sua attenzione si fosse focalizzata su un aspetto così femminile della donna, poi però riuscì ad isolare la sensazione capendo perfettamente che era originata da Bowen. Lo guardò un momento truce, poi cercò di scacciare via quella strana sensazione che proveniva da Bowen con una scrollata di spalle, fin quando si limitava a guardarla non faceva niente di male. Focalizzò quindi l'attenzione su ciò che avevano fatto per loro tornando subito allegra.
    Grazie di cuore, è anche troppo per noi. fece Krolia ancora incredula a tanta gentilezza. A quanto pare le sue previsioni su possibili riscontri negativi con le autorità erano sbagliate. Probabilmente Domino era l'unica ad essere molto in collera con loro, e visto le conseguenze non la biasimava. Seguì le attenzioni di Evan accettando il suo invito galante e prendendo posto con garbo.
    Avremo anche l'onore di cenare insieme alla papessa?
     
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    Anche se non si erano mai conosciute, Veronica aveva senza ombra di dubbio ereditato la gentilezza e la dolcezza della papessa prima di lei e le aveva esaltate con la sua freschezza giovanile. Lucia II aveva sempre l'aria di chi era stanca di sofferenza ed ingiustizie e combatteva proprio perché non si presentassero di nuovo, Veronica invece era pura fino al midollo e lei semplicemente cercava il buono in ogni cosa, anche sé stessa. Abbassò lo sguardo rossa in viso nel sentire tutti quei complimenti e ringraziamenti, non lo aveva di certo fatto per le lusinghe ma solamente per dare loro un buon pasto di consolazione.
    Non dovete ringraziarmi, l'ho fatto volentieri. Vi prego mangiate! Era molto tempo che non condividevo un pasto con i miei amici!
    Non si fece di certo attendere e quando furono tutti seduti al tavolo presero a consumare quel pasto delizioso, dapprima in religioso silenzio, poi Veronica riprese il discorso con un'aria un tantino malinconica ed ironica, le sue intenzioni erano di sdrammatizzare quella situazione il più possibile.
    Purtroppo non tutte le missioni vanno a buon fine, ma voi vi siete impegnati al massimo per salvare tutti i presenti e anche se questo significava scendere a patti con Evelynn siete riusciti nel vostro intento! Per me è molto più importante che perdere un tesoro del Vaticano. E in realtà, lo stesso vale per Domino...
    Fece una piccola pausa. Non sapeva come spiegare bene la cosa, per lei era facile pensarlo visto che conosceva Domino da molto tempo e aveva visto nel profondo del suo cuore. Se però doveva mettere insieme le parole per spiegarlo diventava molto più difficile, perché non voleva sembrare che la stesse semplicemente proteggendo, o fare l'esatto contrario e giustificare gli altri per condannarla. Per lei scegliere le parole era molto importante quindi quando esitava in quel modo era per non dire futilità ed essere il più chiara possibile.
    So per certo che se la missione fosse andata diversamente, se anche avessimo preso Evelynn ma per farlo avessimo barattato la vita di qualcuno, questo lei non se lo sarebbe mai perdonato. Vi assicuro che è molto più arrabbiata con sé stessa che con voi, anzi sono certa che non è arrabbiata con voi affatto. E' semplicemente frustrata perché sperava davvero di riuscire a catturare Evelynn... per lei sembra essere davvero importante.
    Fece un'altra pausa, tenendo lo sguardo basso. A quel punto sapeva esattamente cosa chiedere, visto che tutti sembravano sapere di cosa parlavano mentre lei era l'unica allo scuro. Tutti avevano incontrato almeno una volta Evelynn, la conoscevano... tranne lei. Alzò lo sguardo verso di loro, più risoluta che mai, scandendo bene le parole a quel punto.
    Potreste parlarmi voi di Evelynn? Domino non scende mai nei dettagli perché pensa non sia necessario, per lei è solo un bersaglio, ma voi l'avete trattata diversamente. E' una compagna, un'amica per voi, e sono sicura che volete scoprire cosa le è successo. Beh sappiate che lo stesso vale per me... io non voglio darle la caccia, voglio capire chi è, cosa vuole e cosa le è successo. Se è una vostra amica allora è nostro dovere aiutarla, qualsiasi siano le sue ragioni! Forse avrà fatto e e farà cose orribili, ma prima di emettere una sentenza la cosa più importante è la verità. Quindi vi prego... condividete con me i vostri ricordi di Evelynn!
    Veronica era sinceramente intenzionata a prendere sul serio tutta quella storia, non si sarebbe tirata indietro mai nemmeno di fronte alle difficoltà più grandi, soprattutto se coinvolta in quella storia c'era una persona che potevano definire amica. I Cavalieri per lei non erano uno strumento né un'esca da usare contro Evelynn, li aveva definiti i suoi amici e pertanto lei avrebbe fatto di tutto per aiutarli.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Wow, Evan, sei vestito con una abiti vecchi di trecento anni: stiamo facendo passi avanti, vedo! - lo accolse tutto sorridente il demonietto, commentando assolutamente divertito la foggia antiquata degli abiti scelti dal suo mentore. Perché se, infatti, un Evan imbarazzato dalle grazie di Krolia risultava incredibilmente comico, un Evan ferito nell'orgoglio e tronfio come un gallo, era semplicemente unico e finché gli avrebbe regalato reazioni come quella in cui gli minacciava di trattenergli un'immaginaria paga mai avrebbe smesso di tormentarlo! Fortunatamente per il Cavaliere, lo spettacolo offerto loro nel refettorio dalla Papessa e da Raiko era così dolce, così intenso che persino il demonietto se ne sentì disarmato e lo risparmiò dalla sua costante monelleria... perlomeno in parte, ça va sans dire.
    Naturalmente neanche la dolcezza di Veronica e il pranzetto da lei preparato poté distrarlo dalla perfezione delle grazie di Raiko, cosa che non sfuggì a Krolia e che la commentò silente con un'occhiataccia truce al suo indirizzo e a cui Bowen, più birbante che mai, rispose con un occhiolino tutto soddisfatto. Malgrado, però, questa condotta un po' birichina aveva compreso la serietà del momento e il modo in cui la papessa li definì "suoi amici" lo colpì molto: in lei rivedeva la stessa dolcezza, lo stesso desiderio di riparare ai torti del mondo che lo aveva abbagliato in Lucia I e che lo aveva portato alla redenzione. Allo stesso tempo, però, quella piccina era radicalmente diversa dalla precedente Papessa, più candida, forse persino più idealista e ciò lo preoccupava moltissimo: nessuna purezza poteva rimanere intonsa (anche se poteva conservarsi abbagliante, questo sì), è vero, ma il loro dovere era di proteggerla perlomeno dalle macchie più grandi... e si chiedeva come la nuova Evelynn, l'estranea in cui non riusciva a riconoscere la sua amata compagna, avrebbe attentato alla luce di quell'animo angelico. Vedendo Veronica lì, a guardarli sollecita e amorevole, forse ignara del male del mondo, sentì che gli obiettivi di Evelynn potevano essere molto più grandi e tremendi di qualche furto o persino della loro uccisione, forse... forse voleva corrompere tutto quello. Forse voleva essere la notte che sarebbe seguita a quella timida ma bella alba di speranza che rappresentava Neo Venezia e la Papessa.
    Mh, che bontà! Papessa, sei una cuoca sopraffina! - esclamò allegro, esprimendo una verità innegabile e scacciando via quei brutti pensieri, deciso a godersi quel momento senza avvelenarlo di paura o di fosche previsioni. Mentre desinavano, comunque, la dolce Veronica affrontò l'elefante nella stanza e comunicò ai suoi fedeli Cavalieri il suo pensiero riguardo al fallimento della loro missione: non li biasimava per aver perduto la Dimensione Infernale, bensì era felice che fossero riusciti a evitare spargimenti di sangue e che anche per Domino, malgrado le apparenze, valeva lo stesso. Quest'ultima informazione colpì molto Bowen, che spalancò per un attimo lo sguardo e smise di mangiare, per ascoltare attentamente. Non si spazientì dinnanzi alla titubanza di Veronica, al tempo che impiegò per trovare le parole adatte, poiché capiva che ella voleva comunicare semplicemente la verità e non era mai facile riuscire a esprimerla pienamente. Quando parlò, però, comprese che quella piccina tanta dolce non l'avesse trovata ma che sembrava fatta per illuminare, con la sua luce, il cuore, l'animo degli altri: Domino non era arrabbiata con loro per quel fallimento, era arrabbiata con se stessa! Ma, forse, più che il fallimento in sé, ad alimentare la sua furia vi era la sua incapacità di gioire per aver evitato spargimenti di sangue: se, come diceva la Papessa, non avrebbe mai accettato di catturare Evelynn a prezzo del sangue di innocenti, forse non era comunque in grado di accettarne la fuga e il dissidio interiore provocato dal suo desiderio di vendetta e dai suoi ideali, la rendevano tanto furiosa, ferita. Bowen di dissidi interiori ne sapeva abbastanza per empatizzare con Domino e porgerle il suo intimo, segreto rispetto: sulle spalle di quella donna poggiava un peso troppo grande!
    Si stupì nuovamente alla richiesta della Papessa di condividere con lei i loro ricordi di Evelynn ma non più di tanto: ormai credeva di aver compreso la natura di quella straordinaria piccina e trovò normale, giusto, che lei cercasse di portare la luce ovunque vi fossero delle tenebre, fossero quelle dell'ignoranza, del dolore o del male. - Veronica... Evelynn, per me, è una compagna, un'amica e una sorella. - esordì per primo, con voce seria e ferma, guardandola negli occhi. - Si unì a noi quando ancora avevamo le mani lorde di sangue di innocenti e lei se le sporcò insieme a noi. Sono stati anni terribili, quelli: eravamo accecati dall'odio, incapaci di vivere le poche gioie che capitavano perché pensavamo di dover votare la nostra vita alla morte dei nostri nemici o nostra, in caso di fallimento. Non... riesco a ricordare com'era lei, al tempo, perché non ricordo nemmeno com'erano gli altri, com'ero io. - proseguì e, anche se stava trattando vicende dolorose, la sua voce non ebbe la benché minima incertezza, solo il suo volto si contrasse un minimo, indurendosi. - Poi abbiamo incontrato Lucia I, ci ha dato offerto redenzione e speranza, lo sai e siamo tornati finalmente noi stessi. Ecco, l'Evelynn di allora era la ragazza più dolce e materna che io abbia mai conosciuto, neanche dopo mille dispetti riuscivo a farla spazientire davvero e bastava un sorriso per farla capitolare. Ammirava moltissimo Lucia I, forse più di quanto l'ammiravo io e aveva fatto suoi, senza alcun dubbio o tentennamento, i suoi ideali. Di questo sono sicuro più della mia stessa vita. - continuò e forse sulle labbra di quel visetto sembrò aleggiare, per un attimo, un sorriso riguardante quei ricordi tanto dolci, tanto belli. - Per questo non mi capacito di come questa Evelynn sia scomparsa, sia morta... ma l'Evelynn che ci ha beffato, quella notte, non è l'Evelynn che ricordo io e a cui voglio bene. E' un'estranea col suo nome, col suo corpo... un'estranea che merita giustizia. - concluse, stringendo le mani in due piccoli, furiosi pugni. Durante quelle ultime parole aveva distolto lo sguardo dagli occhi della Papessa ma adesso ve lo riportò: Veronica avrebbe visto il suo, di dissidio interiore, lo avrebbe illuminato con la sua luce?
     
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    Messosi a sedere, Evan iniziò a pregustare le varie leccornie con lo sguardo sentendone il sapore praticamente sulla lingua. Tutto era fatto dalle manine di Raiko e Veronica, e ciò rendeva i piatti ancora più deliziosi, ma una strana sensazione gli risalì dallo stomaco alla testa, un tepore piacevole e che gli infondeva sicurezza, oltre che una forte volontà di fare. Eventi come questo erano parecchi rari, persino quando Lucia era ancora in vita era difficile riuscire starle faccia a faccia, figurarsi nello stesso tavolo in cui si cibava lei.
    Sorrise tra se e se muovendo lo sguardo da un capo all'altro del tavolo, notando che tutti erano riconoscenti e piacevolmente colpiti dalla sorpresa Evan si sentì più soddisfatto di Veronica stessa, la gentilezza e la bontà di quella ragazzina andavano ripagati con tutto il rispetto e le riverenze possibili. Immergendosi in quel tepore si lasciò andare, si mise il fazzoletto sulle gambe e iniziò a riempirsi il bicchiere di acqua, tendendo le orecchie alla papessa. Veronica aveva centrato il problema già dalle prime parole, non tutte le missioni finiscono bene, ma è sempre meglio una sconfitta con il minimo delle perdite che una vittoria con un sopravvissuto solo, soprattutto se quel sopravvissuto potrebbe essere Bowen. Continuò poi spiegando che il tesoro del vaticano era meno importante di loro e che solamente aver incontrato Evelynn e averle parlato era in se per se una vittoria. Annuendo il cavaliere le diede completo consenso, almeno finché lei non toccò l'argomento Domino. Mandò giù un boccone di una pietanza dall'aspetto polpettiforme, poi pulendosi con il fazzoletto si sentì in dovere di intervenire.

    Sono un po' sorpreso dall'eccessività di questa sua reazione, sinceramente. Nessuno di noi si è ferito gravemente, abbiamo evitato che un gigantesco muro di cristallo schiacciasse tutto e che degli assassini mimetizzati facessero un massacro tra gli invitati. Non so come la pensiate voi, ma la dovremmo considerare una vittoria assoluta. Potrei iniziare a pensare invece, che Domino si senta in colpa per un suo semplice capriccio d'orgoglio dato dal fatto di non essere riuscita a prendere Evelynn al primo colpo. Nessuno qui è nato con la spada tra le mani, abbiamo tutti imparato ad utilizzarle un po' per volta, a tentativi. E qui di tentativi ne abbiamo in abbondanza.
    Parole dure, parole dure da un uomo molto pallido. Evan sapeva benissimo che Veronica stava cercando di non mettere gli uni contro gli altri, ma come poteva lui stare tranquillo quando vedeva una situazione del genere? Gli rodeva che la guerriera più abile del vaticano fosse anche così facilmente influenzabile dal fallimento. Forse dopotutto aveva ragione, e non era solamente la sua invidia a parlare, ma preferì lasciar continuare Veronica e tagliare il discordo, riprendendo a mangiare. Ebbe il tempo giusto di qualche boccone che si dovette nuovamente girare verso la papessa, effettivamente... nemmeno lui ricordava molto bene com'era Evelynn, ma alcuni ricordi c'erano ed erano preziosi. Sentendo le belle parole di Bowen Evan si sentì fiero di lui, quando voleva sapeva essere serio e accorto con le parole, sperava rendesse fiera anche un po' Krolia, visto le occhiatacce che si era guadagnato prima.
    Eravamo tutti nelle stesse condizioni quando ci siamo incontrati, e ognuno di noi ha i suoi scheletri nell'armadio che cerchiamo... di non riesumare. Comunque, lei è sempre stata una ragazza particolare, quando l'ho trovata nella chiesa in cui si era rifugiata sembrava impaurita e tremava, ma non perché fosse una codarda o perché avesse paura che le facessimo del male. Il suo era puro istinto di sopravvivenza, più forte in lei che in qualsiasi altra persona io abbia mai incontrato, se l'avessimo circondata piuttosto che farsi catturare ci avrebbe disarmati a morsi. C'è voluto davvero poco per... abituarla ai nostri metodi. Era furba, forte, ma soprattutto pericolosa. La ragazza più bastarda e trasgressiva che io abbia mai avuto l'onore di conoscere.
    Affermò Evan, imbarazzandosi subito dopo e scusandosi per il linguaggio adottato.
    Ma niente ha mai escluso la possibilità per alcuni di noi di tornare indietro ai vecchi metodi, per quanto abbiamo potuto crederci e ci abbia fatto sentir bene, l'incantesimo di Lucia I è stato un rimedio, non una cura, nulla può cancellare i ricordi. Ed è per questo che secondo noi, Evelynn ci ha sempre tenuto qualcosa nascosta, e quel qualcosa adesso ha preso il sopravvento.
    Concluse il cavaliere, sorseggiando del vino che aveva sostituito molto velocemente l'acqua nel bicchiere.
     
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    Krolia fu felice di scoprire che la papessa avrebbe cenato con loro. Quando la sentì rivolgersi a lei come "amici" ne fu stupita e si sentì anche un pizzico in colpa perché lei la vedeva più come un tesoro da proteggere che come amica. Probabilmente non le avrebbe confidato i suoi problemi personali alla ricerca di consiglio, le avrebbe invece sempre detto che andava tutto bene per non darle preoccupazioni, ed ovviamente poi se la sarebbe coccolata fino a farsi odiare. Poteva la nuova papessa essere un'amica? Non ne aveva idea, la conosceva troppo poco e quel suo visetto dolce e ingenuo la influenzava troppo sul istinto materno per considerarla una amica come lo era stata Evelynn un tempo. Ed a proposito di Evelynn Veronica ci tenne a chiarire che anche se si considerava fallita la missione, per lei invece si poteva considerare finita bene dato che avevano impedito vittime o feriti fra i civili. Era stata molto comprensiva e spezzò una lancia in favore di Domino per far capire loro che infondo non era arrabbiata con loro, ma con se stessa. Insomma in poche parole aveva rosicato un botto perché Evelynn era sfuggita e si era pure presa il tesoro del vaticano. Era più che comprensibile per Krolia, e a dirla tutta quando anche lei pensava a ciò che era successo si sentiva infuriata con se stessa e con Evelynn ovviamente. Si sentiva una stupida ad aver abboccato a quello sguardo languido ed affettuoso che le aveva fatto ingannandola, giocando con i suoi sentimenti. Era ovvio più che mai che Evelynn avesse intuito subito che provassero ancora affetto per lei, ed era sicura che avrebbe usato i loro sentimenti come arma contro di loro. Krolia non disse nulla in propsito annuendo verso Veronica per farle capire che aveva compreso perfettamente i sentimenti di Domino. Iniziò ad assaggiare le pietanze sorprendendosi nello scoprire che era davvero tutto delizioso, la piccola Veronica aveva un talento portentoso ai fornelli. Mangiò di gusto ascoltando attentamente ciò che avevano da raccontare i suoi compagni a proposito di Evelynn e ciò che ricordavano di lei. Bowen la ricordava in modo più complice e affettuosa, una compagna con cui aveva condiviso sofferenze e rabbia. Evan la dipinse invece più simile a quella di adesso, una stronzetta furba e pericolosa. Krolia non sapeva che aggiungere, non ricordava bene il passato trascorso assieme a lei. Però ricordava l'affetto che aveva provato verso una compagna con cui avevano condiviso numerose battaglie, con cui avevano combattuto pensando di fare del bene per il futuro. Krolia era confusa e smarrita ogni volta che pensava a lei, un misto di rabbia e rammarico le chiudevano lo stomaco non facendole più sentire i buon sapori delle pietanze che stava mangiando. Quando i loro compagni finirono i loro racconti, Krolia guardò seria verso la papessa.
    Evelynn ha ucciso Lucia, io non riesco a trovare motivi validi per cui lo abbia fatto, motivi per cui potrebbe essere assolta per un crimine del genere. Quando scopriremo la verità, quando riusciremo a catturarla, cosa le accadrà? le chiese diretta, senza giri di parole, cercando inutilmente di tenere a freno la rabbia che le covava nello stomaco. I ragazzi non avevano visto il corpo esanime e dilaniato di Lucia e probabilmente non avrebbero mai capito i suoi sentimenti. Chissà era altamente probabile che l'unica lì dentro a poter capire cosa provava Krolia fosse Domino. Solo che Domino probabilmente era accecata dal suo odio per aver perso una persona cara, Krolia invece sentiva di averne perso 2 di persone care. Aveva bisogno di sapere la verità e aveva la sensazione che Evelynn non gliel'avrebbe detta di sua spontanea iniziativa. Aveva bisogno di parlare con Domino a quattrocchi di lei, e capire la natura del suo odio nei confronti di Evelynn. Anche lei la considerava amica un tempo?
     
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    Veronica era una grande ascoltatrice, non disse nulla per tutto il tempo lasciando che i cavalieri dipingessero la loro perduta compagna come potevano. Era bello vedere che ognuno aveva la sua visione di Evelynn: Bowen si aggrappava al suo ricordo più piacevole, Evan invece la dipinse come una guerriera degna di loro. Ciò che più colpì la papessa però, fu il commento di Krolia: era più preoccupata di ciò che sarebbe successo dopo che non il passato. In questo, era molto simile a Veronica e suscitò in lei una certa malinconia dato che il suo sguardo si rattristò un pochino. Non era una risposta facile da dare, anche perché nemmeno lei aveva intenzione di giustiziare qualcuno senza averne conosciuto le ragioni, men che meno se si trattava di un compagno perduto.
    Evelynn è pericolosa e dannosa, anche quando non ha toccato il Vaticano ci è giunta voce di suoi furti che hanno causato grandi problemi e perfino delle crisi, fermarla è nostro dovere... ma non è mia intenzione giustiziarla, anzi.
    Veronica era fedele agli insegnamenti dei Portatori di Luce così com'erano, non importava quanto Domino fosse adirata verso Evelynn perché le aveva portato via la papessa che l'aveva preceduta, non era questo il messaggio che dovevano mandare. Si ripulì la bocca, decisa a fare un commento quanto più maturo e serio possibile.
    Io non ho mai conosciuto Evelynn né la papessa che mi ha preceduta, non so cosa sia successo ma so ciò che mi hanno raccontato tutti, anche voi: Evelynn è cambiata e se c'è una motivazione dietro voglio conoscerla. Non siamo più cacciatori di streghe o di demoni, siamo portatori di Luce: dobbiamo essere una speranza, speranza non solo di libertà e pace ma anche di redenzione! Voi tutti avete commesso degli sbagli, come anche noi! Tutti possono sbagliare, ciò che conta davvero è pentirsi e cercare la redenzione, in un modo o nell'altro! Questo è ciò in cui credo, e se lo credete anche voi sarà un privilegio per me avervi al mio fianco per questa missione.
    A quel punto ritrovò il sorriso e serrando entrambi i pugni li portò al petto con decisione. Veronica per quanto giovane amava darsi da fare e organizzare missioni per portare avanti il loro vessillo, quindi poter contare su guerrieri affidabili come loro era sempre fonte di estrema eccitazione.
    Forse abbiamo sbagliato semplicemente approccio! Abbiamo provato ad attirarla e abbiamo fallito, secondo me dovremmo cercarla noi e cercare di capire cosa vuole veramente, se lo fa per vezzo o se ha un piano dietro. Insieme possiamo riuscirci, ne sono certa!
    Veronica era difficile da abbattere, anzi ogni fallimento per lei era un occasione per migliorarsi ed era la stessa forza che sperava di ispirare negli altri.
     
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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Parlare di Evelynn era difficile, aprirsi in quel modo lo era ancora di più anche se lo stava facendo dinnanzi un uditorio altamente selezionato, come solo i suoi compagni, la Papessa e Raiko potevano essere e, per questo motivo, dopo che ebbe finito di condividere il suo ricordo con loro si sentì svuotato, quasi frastornato e bevve un sorso d'acqua per calmare il suo corpo e alleviare quel senso di vertigine che lo pervadeva. Ascoltò, però, con grande attenzione le parole dei suoi compagni, i ricordi di Evan, i timori e i dubbi di Krolia e si sorprese nello scoprire i loro pensieri: Evan, infatti, serbava un ricordo diverso della sua compagna, meno delicato, meno dolce forse... ma non per questo meno vero. Dopotutto lui è sempre stato il loro mentore, il loro maestro ed era ovvio che ricordasse della giovane la sua grinta, la sua voglia di vivere che si tramutava anche in ferocia quand'era necessario, perché con questa era venuto principalmente in contatto. Gli fece uno strano effetto guardare la sua Evelynn da quella prospettiva lì, forse perché i ricordi sono sempre imprecisi o, meglio, sempre così parziali, come se si scegliesse cosa serbare e cosa consegnare all'oblio... ma giudicò positivo aver compreso che anche allora la sua giovane compagna e amica era un segreto a lui inaccessibile, lo avrebbe aiutato quando l'avrebbe rincontrata o, perlomeno, così sperava. Krolia, invece, lo turbò per un altro motivo, per quella domanda su un futuro che, comunque, doveva giungere se loro fossero rimasti in vita e cioè cosa ne sarebbe stato di Evelynn una volta catturata: non si era mai posto quel problema forse perché non voleva vederlo o perché, in cuor suo, pensava che Evelynn non avrebbe avuto scampo, dopotutto non si può assassinare una Papessa impunemente... eppure, bastò che Krolia facesse quella domanda per farlo sussultare e per fargli mettere in dubbio quella certezza. Non che la giovane avesse mostrato di essere sfavorevole a quella sentenza, semplicemente per Bowen fu sufficiente non vederla più come inevitabile per sussultare e chiedersi se davvero era giusto giustiziarla in quel modo, anche se lo meritava, anche se non sembrava voler altro che divertirsi nel portare caos nel mondo e nelle loro vite.
    Era ancora immerso in queste fosche considerazioni quando le parole di Veronica, luminose come il suo sorriso, tornarono a portargli speranza e chiarezza: lei non voleva giustiziare Evelynn, lei voleva offrirle una nuova possibilità di redenzione! Il demonietto la guardò ammirato, sorridente, certo di rivedere in quella piccina la luce e la speranza che soltanto Lucia I gli aveva infuso e, nel vederla così decisa e grave, quasi buffa ma anche saggia e lungimirante, provò il forte bisogno di rinnovare il suo giuramento, i suoi voti verso i Portatori di Luce e verso ciò che essi significavano. - Papessa! Noi siamo al servizio tuo e dei Portatori di Luce! Scopriremo le intenzioni di Evelynn e la fermeremo, scoprendo anche la verità sul suo cambiamento, sulle sue azioni! E... le offriremo la redenzione che tu, ancora una volta, ci mostri! - esclamò di colpo il demonietto, poggiando le mani sul tavolo per via di quell'entusiasmo, di quello zelo che lo infiammava, riuscendo a stento a contenersi dal balzare in piedi. Dopo, però, una tale dichiarazione tanto sincera e, per certi versi, così vicina al suo vecchio io, quello più serioso e idealista, si sentì un pochino in imbarazzo e fu una fortuna che l'incarnato della sua pelle fosse di quel colorito tanto strambo, poiché nessuno avrebbe potuto accorgersi del suo veloce rossore... sebbene qualche indizio sarebbe potuto venire dai movimenti delle sue orecchie e dal tremolio della sua codina morbida, da cervo. - Propongo un brindisi per Veronica! - aggiunse un attimo dopo per scrollarsi di dosso quella sensazione d'imbarazzo che, più che mai, gli appariva aliena e afferrò il suo calice colmo di vino, pronto a sollevarlo insieme ai suoi compagni per rendere omaggio a quella straordinaria, incredibile piccina.
    Sola una domanda tormentava il suo animo, simile a una spina conficcatasi troppo in fondo nella carne: Evelynn avrebbe accolto la redenzione che le offrivano?
     
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    C'erano opinioni diverse e variegate, contaminate emotivamente dal rapporto che tutti loro avevano con Evelynn, ma è proprio quello lo scopo dei ricordi, no? Dare un colore ai rapporti con le persone, che fossero bei ricordi o ricordi infelici, riuscivano ad insaporire le cose. All'inizio non trovandosi in condizione di ricordare tutto, Evan temette di dire a Veronica un mucchio di fesserie, mischiando pensieri confusi con ricordi annebbiati, invece riuscì con la sua traballante coerenza a tirare fuori una descrizione di Evelynn dignitosa, che riusciva a mettere in luce i lati chiari e scuri della guerriera. Il Cavaliere si sentì stranamente sollevato nel sentire che Krolia e Bowen avevano ancora un'alta considerazione della compagna, non che si aspettasse il contrario certamente, ma sentire a pelle la loro grinta nel difenderla lo riempiva di uno strano orgoglio, inoltre il discorso stava cambiando nuovamente.
    Come il pezzo di pane che viene immerso nella salsa torna sù leggermente intinto, anche la chiacchierata si stava immergendo nuovamente in una salsa torbida dal sapore misterioso: i crimini di Evelynn. E Veronica stava dicendo il giusto, nessuno di loro era un giustiziere lì, ne un boia, ne un giudice, sapevano bene che Evelynn era cambiata ma il giudizio su di lei non spettava a nessuno di loro, nemmeno punirla sarebbe stato preso in considerazione viste le circostanze del cambiamento della guerriera. Se fosse stata posseduta da una forza malvagia quali procedure avrebbero dovuto applicare? Esorcizzarla con un gingillo del vaticano sembrava un'idea stupida quanto rubata da qualche filmaccio di serie B, ma anche farle fare un incontro faccia a faccia con Domino non sarebbe stata una buona idea se avessero voluto vederla camminare ancora sopra le proprie gambe.

    La Papessa ha ragione... redenzione è la parola chiave. Dovremmo cavalcare quest'ondata di ottimismo che ci sta venendo offerta per prendere Evelynn e riportarla qua, tutta intera. Non sappiamo ancora di che cosa è capace, possiamo essere certi però che qualsiasi cosa abbia preso il sopravvento, può essere ricacciata giù in profondità, lo abbiamo già fatto una volta, possiamo farlo ancora. E per allora spero che avremmo aggiunto una sedia in più a questo tavolo.
    E' più facile essere ottimisti se la fiamma di speranza la si tiene accesa tutti insieme, e in quel tavolo di speranza ce n'era in abbondanza. Evan incrociò le braccia al proprio petto facendo un cenno con il capo ai suoi compagni, gli stava assicurando che tutto sarebbe andato bene, poi si voltò anche verso Veronica e Reiko abbassando il capo in maniera più reverenziale ma non per questo meno convinto. Quando Veronica finì il suo discorso e Bowen s'infervorò e propose un brindisi, Evan afferrò immediatamente il suo calice e lo tirò sù, accompagnando quel gesto ad una ormai poco simbolica ma abitudinaria alzata di mignolo, come si faceva un tempo.
    Un brindisi per Veronica!
    Un brindisi era proprio ciò che ci voleva, e considerando già le sorsate di vino che erano andate giù ci sarebbe voluto molto poco per sciogliere gli animi e perché no, infuocare ancora di più quella chiacchierata. Il brindisi era per Veronica ma... non conoscevano niente nemmeno di lei, a pensarci bene. La loro presentazione era stata frettolosa e per niente adatta al grado che Veronica ricopriva. Aiutato dalla magia del vino e da Krolia che probabilmente lo avrebbe ripreso casomai si fosse spinto troppo in là, avanzò una domanda in tono diretto e informale alla piccina.
    Ora che mi torna in mente, voi sapete tutto di noi, ma noi non sappiamo niente di te... voi, insomma Veronica, dovresti parlarci un po' di te adesso.
     
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    Krolia rimase in silenzio, fissava la piccola papessa attenta e concentrata al punto che aveva perfino smesso di mangiare, rimanendo con la posata in mano sospesa sopra al piatto. Le intenzioni del Vaticano sembravano chiare: volevano catturarla e spingerla a chiedere la redenzione. Non avrebbero giustiziato Evelynn come succedeva un tempo con la caccia a demoni e streghe. Fu felice di scoprire che la via che aveva voluto insegnare la precedente papessa era stata accolta e adesso ne seguivano l'esempio. Iniziò ad intuire perché la nuova papessa era così giovane: era un simbolo per tutti quanti, era la speranza per il futuro. Krolia si sentì più leggera, adesso che sapeva che non le sarebbe accaduto niente di male si sentì ancora più decisa a catturarla e imprigionarla per farle pagare i suoi orrendi crimini. Giurò a se stessa che l'avrebbe trovata e l'avrebbe obbligata a redimersi, l'avrebbe stressata fino a recuperare la Evelynn che conosceva, così un giorno da poter recuperare un'amica, una compagna. Certo sapeva che non sarebbe stato affatto facile, che avrebbero dovuto impegnarsi tutti quanti. Non aveva idea di quanto Evan e Bowen si sentissero legati a lei, ma le loro parole le fecero capire che avevano le stesse intenzioni, che insieme potevano riuscire a capire e prendere una decisione giusta. Da quando si era risvegliata era stata convinta di essere da sola in quella strana caccia alla verità e al voler recuperare Evelynn, invece quel sentimento era condiviso e si sentì di nuovo parte di una grande famiglia. Il suo sguardo triste si sciolse in un sorriso affettuoso mentre prendeva il suo calice di vino e lo alzava in alto come i suoi compagni.
    Insieme saremo sicuramente più forti. Un brindisi a Veronica! esclmò a sua volta ritrovando un poco di allegria che serviva a quella tavola. Bevve un lungo sorso dal suo calice, tornando poi con calma ad assaporare il cibo preparato con tanto amore dalle minute mani della papessa. Evan si fece avanti curioso, chiedendo a Veronica di raccontare un poco di lei. Krolia aguzzò la vista e le orecchie, fissando più curiosa che mai la piccola papessa in attesa di sentire qualcosa sul suo conto. Non trovò la curiosità di Evan scortese, anzi, era stato l'unico ad avere il coraggio di chiederle qualcosa di molto più personale.
    Se le farebbe.... cioè mi scusi. Se ti farebbe piacere Veronica, non sei obbligata a parlarci di te per farci una cortesia. provò ad aggiungere Krolia, ma dallo sguardo che le aveva appuntato contro era ovvio che invece desiderava davvero tanto saperne di più, ma non avrebbe mai osato insistere.
     
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    I cavalieri sembrarono apprezzare la proposta di Veronica, quindi anche la piccina e Raiko si unirono a loro in quel brindisi, per quanto il bicchiere di veronica non avesse altro che acqua al suo interno. Questo non rese meno solenne il loro momento di giubilo. Dopo aver deciso come agire da quel momento in avanti, Evan si fece avanti nella speranza di scoprire di più sulla papessa, cosa che mise Veronica un pochino in imbarazzo visto il modo lento con cui tornò a sedere e posò il bicchiere, mantenendo lo sguardo fisso sul nulla. Non aveva preparato un discorso di quel tipo quindi le veniva un pò difficile riordinare le idee, ma schiarendosi la voce decise che era giusto essere perfettamente cristallini con i suoi nuovi amici.
    Beh ma... ma certo, non che ci sia molto da raccontare ma sarò felice di condividere con voi il mio passato.
    Si ripulì la bocca lentamente, con la scusa cercò di riordinare le idee perché i ricordi della sua infanzia non erano esattamente cristallini, quindi decise di affidarsi a ciò che dicevano i documenti ufficiali su di lei.
    Io sono la terzogenita della casata d'Este, una famiglia nobile di Neo Venezia che per tradizione dedica sempre una delle figlie al Vaticano, facendole prendere i voti ed educandola fin dalla tenera età. Questo onore però in origine non toccava a me ma a mia sorella maggiore Porzia. Nel periodo in cui nacqui io, si era aperta una faida con una famiglia criminale proveniente dal Nord che voleva appropriarsi dei tesori della nostra famiglia, quindi per mettermi in salvo scambiarono me con mia sorella nel carro che sarebbe giunto al convento dove Porzia avrebbe dovuto ricevere la giusta educazione. Fu una mossa saggia perché permise a me di avere salva la vita, tuttavia quella stessa notte in cui le suore mi accolsero la casata d'Este venne attaccata e massacrata dai criminali. Molti dei tesori vennero trafugati, i restanti vennero donati alla chiesa, le suore si presero cura di me e quando fui abbastanza grande da capire cos'era successo decisi di onorare la mia famiglia seguendo il cammino che avrebbe dovuto prendere mia sorella maggiore. Quando presi questa decisione, venni presa in esame da un alta carica del Vaticano che notò in me i doni che aveva profetizzato la Papessa che mi ha preceduta e venni portata in Vaticano per assumere il ruolo che ricopro ora. Il resto è burocrazia e tanto, tanto... davvero tanto latino! Ehehehehe...
    Si rese conto di aver detto tutto in un solo fiato, non con fretta ma senza mai fermarsi nemmeno a guardare gli altri. A parte piccoli lampi, non aveva nessuna memoria della sua famiglia, sentiva un legame con loro per il grande sacrificio che avevano fatto salvandola, e della nobiltà dei loro animi. Un altro esempio da cui attingere per restare fedele al proprio compito. Ritrovò il sorriso e tornò a guardare i suoi commensali, sfoggiando la sua espressione più cristallina.
    Purtroppo non ho ancora fatto nulla degno di nota, per questo dicevo che non c'è molto da dire! Spero però che un giorno riuscirò a dare valore al sacrificio della mia famiglia.
    Dopodiché tornò a sorseggiare il suo calice, un tantino imbarazzata dalla scarsità di dettagli interessanti. Era certa che quei cavalieri avessero mille storie da raccontare invece lei era praticamente una bambina ancora.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Assieme al vino era riuscito a mandar giù quel po' d'imbarazzo che lo aveva colto poco prima, nell'accorgersi del modo in cui si era infervorato per il discorso di Veronica, tanto che quando poggiò il calice vuoto, il suo sguardo era tornato a posarsi pensieroso sulla luminosa figura della piccola, come se volesse cercare di svelarne l'intimo segreto. Non che vi fossero particolari misteri nella Papessa: la fiamma gentile che in lei splendeva rendeva manifesta, chiara ogni cosa... a parte, ecco, come potesse continuare ad ardere con tale intensità senza consumarsi. Ma, insomma, se non fosse stato così, non sarebbe mai divenuta la nuova Papessa! Decise, dunque, di lasciar perdere quell'aspetto e di concentrarsi semplicemente su quel pranzo delizioso e, soprattutto, sulla nuova speranza che Veronica aveva dato a lui e ai Cavalieri tutti: certo, temeva che Evelynn non avrebbe mai accettato la redenzione che intendevano offrirle, ma il solo fatto di sapere che non la cercavano per comminare una veloce condanna, bensì agivano sotto la luce della giustizia, lo faceva sentire meglio e allontanava dal suo cuore l'assurdo timore che fossero vicini a ricadere nei vecchi errori, nell'antica violenza.
    A sottrarlo da queste considerazioni ci pensò la voce profonda e un po' roca di Evan che, mostrando una curiosità inaspettata, chiese alla Papessa di raccontar loro la sua storia: immediatamente il demonietto tese le orecchie (Letteralmente, data la loro forma bizzarra) mentre scoccava un'occhiata soddisfatta verso il suo mentore, contento di vederlo così curioso e, per una volta, molto meno formale del solito. La domanda dovette cogliere di sorpresa la piccina, data l'espressione che le comparve sul volto, ma accettò immediatamente di condividere il suo passato con tutti loro e l'attimo che si prese per riordinare le idee la rese tenera anche ai suoi occhi. La storia, però, che Veronica aveva per loro non lo era affatto: la piccina, infatti, proveniva da una famiglia altolocata come Bowen aveva sospettato ma non poté in alcun modo conoscerla perché, quand'era appena un'infante, venne trucidata da quelli che sembravano a tutti gli effetti dei biechi mafiosi. Fu stupito che la storia di una creatura tanto dolce e buona iniziasse con tanto sangue versato e benché crebbe sicuramente amata e protetta in un convento, immaginò che per lei non dovette essere facile crescere senza dei genitori, senza delle figure amate da ricordare, da prendere come esempio. Gli fu inevitabile pensare a sua madre e, benché non fosse per nulla un tipo sdolcinato o incline alle melensaggini, ebbe una gran voglia di carezzarle il capo o comunque mostrarle la sua vicinanza; anche il modo un po' impostato in cui raccontò la sua storia, quasi come se la stesse leggendo proprio dai documenti da cui l'aveva appresa, contribuì a intenerirlo molto, tanto che si ritrovò a sorriderle gentile una volta finito, sopprimendo non senza qualche difficoltà il desiderio di alzarsi per vezzeggiarla.
    Non essere così severa con te stessa: hai l'adorazione di tre peccatori come noi, direi che sei sulla buona strada per diventare un'ottima Papessa! - preferì rivolgerle quelle parole gentili accompagnate da un sorriso e da un veloce occhiolino, per divertirla e, magari, inorgoglirla un pochino. In realtà pensava anche di più e cioè che lei fosse già una Papessa straordinaria ma, vuoi per orgoglio, vuoi per riserbo preferì mostrarle la sua stima in maniera più scherzosa, dopotutto lui non era tipo da esternare in maniera palese i suoi sentimenti verso qualcuno, in tal senso era stato parco di complimenti anche verso la precedente Papessa.
    Già, Lucia I... gli bastò pensarla per evocare, assieme a lei, anche la figura di un'altra persona che, sotto sotto, stimava molto e che sempre l'accompagnava: Domino. Era sollevato di sapere che la guerriera non era davvero arrabbiata con loro ma, forse, non avrebbero dovuto parlarle comunque? Essere sinceri, affrontare di petto le loro responsabilità gli aveva fatto bene, aveva rinsaldato i legami tra loro e, soprattutto, gli aveva permesso di conoscere meglio Veronica, di stringere un "patto" e un'amicizia con lei... non avrebbero dovuto fare lo stesso con Domino? - Veronica, pensi che dovremmo parlare con Domino? So che è nel suo stile fare la solitaria e, non so, guardare intensamente verso l'orizzonte... ma, anche se non è arrabbiata, forse le farebbe comunque bene parlare con noi. - le chiese, tornando un minimo più serio malgrado la battuta all'inizio, deciso a ritrovare la completa unità tra tutti i suoi amici, tra tutta la sua famiglia.
     
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    " Molto Male "

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    Un boccone dopo l'altro gli stomaci si riempirono e la soddisfazione aumentò a dismisura, poiché la spiegazione della papessa aveva catturato le curiosità dei cavalieri ma soprattutto quella di Evan, che fissò un po' stupito la ragazzina. Se avesse provato lui stesso a raccontare una storia intrigante o comunque abbellire un po' le loro origini non sarebbe riuscito a fare di meglio: famiglie nobili, profezie, rivalità, loro si erano un po' trovati per caso, ma la redenzione e la forza che li unisce, quella sì che meritava una menzione d'onore. La parte che fece diventare il cavaliere un po' pensieroso fu quella riguardante i furti, con la faccenda di Evelynn e dei suoi crimini sentiva quasi che il rubare stava diventando ormai un argomento ricorrente, e non capì se anche Veronica stava avendo la sua stessa sensazione, come un brivido di repulsione lungo la schiena, o semplicemente era talmente tanto imbarazzata e presa da non pensarci. Dopo aver sorseggiato un altro po' di vino guardò di sfuggita Krolia e Bowen poiché non si aspettava la loro reazione, dovevano avere un'immagine particolarmente ferrea su di lui per considerarlo capace di resistere alla curiosità, che effettivamente era uno dei suoi punti deboli. Quando la piccina finì di parlare Evan sorrise fieramente di lei, perché già da adesso riusciva a sentire l'energia positiva che emanava e pensare a cosa sarebbe riuscita a fare una volta diventata completamente adulta e completamente padrona del suo carisma, faceva già sentire il "vecchietto" del gruppo abbastanza fiero.
    Il destino avrà in serbo qualcosa di speciale per te. Dici che non hai ancora fatto molto, ma già dal seme si può intravedere quanto alto crescerà l'albero.
    Esordì con una semplice frase, sperava che lei l'avrebbe accettata con giovanile dolcezza e senza un briciolo di modestia, poiché non ne aveva bisogno: si meritava tutti i complimenti. Inoltre, la sua tenerezza faceva uno strano effetto, perché se la si considerava per la sua figura di papessa, ci si rivolgeva a lei più solennemente, se invece la si vedeva dal lato umano la si chiamava comodamente per nome, e questo creava dei disguidi tra i poveri cavalieri che non sapevano come chiamarla. L'intervento di Bowen costrinse il cavaliere a guardarsi un po' le mani e a sorridere, un gruppo di sicari convertiti al bene di certo non erano la compagnia migliore per una ragazzina con un ruolo così importante, ma probabilmente sarebbe giovato a tutti, un po' per conoscere cose nuove, ma Veronica stando accanto a Domino probabilmente sapeva già tutto di tutto il male del mondo. Chissà se effettivamente Veronica vedeva Domino come una zia o una sorella, magari come una mamma. Immaginarsi Domino che strizzava la povera Veronica al suo petto mise in agitazione il poveretto, che iniziò a battere le dita l'une contro l'altre ritmicamente per allentare la tensione. Quasi telepaticamente Bowen tirò fuori l'argomento e Evan si sentì come preso da un amo da pesca e dedicò totale attenzione all'argomento al ragazzo, sperando che allo stesso tempo Krolia non iniziasse a studiarlo con i suoi occhietti furbi.
    Si sente la sua mancanza in effetti. Magari potremmo portarle anche qualcosa da mangiare, come un piccolo regalo di scuse. Bowen è bravo a fare i regali alle signore.
    Il ragionamento di rientrare nelle grazie di una donna con il cibo era un pochino un cliché, ma la proposta era seria al cento per cento. Evan lasciò appositamente un po' di dubbio sull'ultima affermazione, in bilico tra un sincero complimento e una presa in giro bella e buona. Sapeva che Krolia avrebbe concordato pienamente con i due per stanare quella permalosona di Domino, Krolia non lo aveva deluso mai, e non lo avrebbe fatto.
     
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    Krolia posò il bicchiere sul tavolino e si accomodò subito dopo che anche Veronica si sedette di nuovo. Era curiosa più che mai di scoprire qualcosa in più su di lei. Infondo non avevano avuto modo di approfondire la sua conoscenza e sperava di poter recuperare un pochino a quella tavola. A primo impatto quando lei disse che non c'era molto da raccontare si aspettava dei racconti di infanzia teneri, magari accompagnati da annedoti che riguardavano la chiesa, insomma si aspettava di sentire il racconto di una fanciulla pura e immacolata amata e cresciuta nella pace e nel bene. Una piccola santa che conosceva solo il bene e che ne aveva scoperto i segreti facendoli suoi. In effetti forse l'aveva stereotipata un tantino dato che il suo racconto la colse totalmente alla sprovvista. Non avrebbe mai immaginato un passato così tetro. Strappata via dalla sua famiglia che era stata massacrata da dei criminali quando lei era ancora troppo piccola per capirlo. Forse era stato meglio così, almeno non avrebbe sofferto la perdita delle persone care, anche se in effetti crescere come un orfano non doveva essere di certo più facile. Dopo quel racconto la voglia di proteggere quella piccola e dolcissima fanciulla si fece molto più forte nel cuore di Krolia. Ci aveva visto giusto era un piccolo tesoro da proteggere dai mali del mondo. La sua piccola risata la intenerì e le venne di nuovo quella strana voglia insana di afferrarle le gaunce in dei pizzicotti e torturarla di coccole. Ogni volta che le veniva quello strano sentimento distoglieva lo sguardo da lei sentendosi una poco di buono, ma come si poteva resistere a quel tenero faccino? Sopratutto perché era umile e dolcissima, e lo dimostrò dicendo che non aveva ancora fatto nulla, lasciando quindi intendere che Veronica aveva voglia di farsi valere, di fare qualcosa per poter cambiare il mondo e renderlo migliore. Non aveva intenzione di vivere di rendita data da una profezia e ciò le faceva onore. I suoi compagni cercarono di sollevarla con le loro gentilissime parole ed anche Krolia sorrise alla piccola per mostrarle che la pensava come loro.
    Oltre all'adorazione hai anche i nostri servigi. aggiunse con un piccolo occhiolino di intesa, nascondendo nella sua mente il pensiero che sperava che non facessero altri disastri come far rubare altri preziosi tesori del Vaticano. Bowen poco dopo chiese consiglio a Veronica chiedendole se non fosse il caso di parlare anche con Domino così da chiarirsi. Krolia sentì l'ansia attanagliarle la gola, poiché ciò che temeva era scoprire che c'era molto altro ad alimentare l'odio di Domino nei confronti di Evelynn ed aveva paura di scoprire cosa fosse. Non disse nulla, limitandosi a finire la sua cena gentilmente offerta dalla papessa.
     
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    Le parole di incoraggiamento dei Cavalieri la fecero sorridere e anche un pochino arrossire, avevano tutti buone sentenze per lei e questo la incoraggiava molto, la sua speranza era di non tradire mai le grandi aspettative che le serbavano: non le importava quanto fossero grandi lei si sarebbe impegnata al massimo per raggiungere quegli obbiettivi. La proposta seguente fu il cercare Domino ma, oltre a non sapere dove fosse, Veronica non era sicura che si sarebbe lasciata scovare dai cavalieri. Forse era il caso di lasciarla sbollentare prima, in ogni caso fu Raiko ad intervenire, subito dopo aver posato sul tavolo il bicchiere appena svuotato con pacata eleganza.
    Non preoccupatevi, ho imparato a conoscere Domino e se è vero che vi considera una squadra, sarà lei a cercarvi con un gesto di pace. E' una gran burbera, ma sa essere dolce a modo suo.
    Anche Raiko era una donna molto abile se si trattava di adulare qualcuno e guardarne solo il lato migliore, lei in particolare era rimasta molto vicina a Domino in quel periodo, quindi lo sapeva meglio di chiunque altro come si comportava. La papessa decise dunque di riprendere parola, forte di quella determinazione che i cavalieri le avevano ispirato e determinata a fare di tutto per non restarsene con le mani in mano.
    Cavalieri, la vostra missione è appena iniziata! Ora che le vostre pance sono piene, ho un compito da darvi, ovviamente dopo che vi sarete riposati a dovere.
    Si alzò in piedi e scandendo bene i suoi ordini sollevando un dito ogni volta che ne nominava uno, Veronica si dimostrò molto brava a dare ordini e non solo, aveva anche le idee chiare su come muoversi.
    Prima di tutto dovremmo cercare indizi! In biblioteca ho predisposto una lista di tutti gli oggetti che Evelynn ha rubato fino a ora, così che possiamo trovare informazioni sui cimeli e che collegamento hanno! Secondariamente, la cosa più furba da fare è unire le forze: non siete gli unici a prestare servizio nel Vaticano, abbiamo reclutato diversi ospiti che vogliono fare la loro parte, sarei felicissima se qualcuno di voi si facesse avanti per poter stringere amicizie e collaborare! Ultimo, ma non meno importante, mi aspetto da voi il massimo della forma, quindi allenatevi in vista della prossima sfida e non trascurate il vostro equipaggiamento. Il Vaticano ha a disposizione molte risorse, non infinite ma molte, quindi non esitate a chiedere!
    Ora stava ai Cavalieri come dividersi i compiti: a chi sarebbe toccato il compito di cercare informazioni in biblioteca, chi invece avrebbe conosciuto i possibili alleati, e chi invece si sarebbe fatto carico della responsabilità di armare e preparare i suoi compagni. C'era molto da fare e poco tempo da perdere!
     
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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Veronica imbarazzata era una visione che addolciva anche un animo birbante e rude come quello di Bowen, tant'è vero che osservò quelle guanciotte paffute e rosse tutto soddisfatto e, ben al riparo di occhi indiscreti, la sua morbida codina ebbe un rapido ma sentito guizzo di gioia. L'attenzione del demonietto si allontanò dalla Papessa soltanto quando Evan propose di inviarlo a portare qualcosa da mangiare a Domino, facendo disegnare un sorrisetto molto, troppo divertito sulle sue labbra: hai capito quel fifone del loro leader! Portare il desinare a Domino sì, andarci di persona e rischiare qualche occhiataccia o un rimbrotto giammai... - Oh, in realtà Evan è molto più galante e signorile di me: dovrebbe andarci lui, farebbe di certo un figurone. - ribatté con ghignetto perfido sulle labbra, guardandolo assolutamente beffardo e divertito. Almeno finché non spostò il suo sguardo su Raiko, rivolgendole un'occhiata decisamente più intensa e furba. - Anche se, in effetti, so fare proprio dei bei... regali alle signore. - aggiunse, guardandola negli occhi (E sforzandosi anche un bel po' per riuscirci, c'è da dire!) e resistendo alla tentazione di farle un occhiolino malizioso perché, insomma, non voleva che Krolia ed Evan lo picchiassero per aver fatto il malizioso davanti alla Papessa! Ovviamente il demonietto contava sul fatto che Veronica, va da sé, non avrebbe colto il significato allusivo delle sue parole.
    A distrarlo da quelle birbonate, però, ci pensò proprio Raiko che consigliò di lasciar stare Domino, dicendosi certa che la spadaccina li avrebbe cercati di sua sponte per una riconciliazione. - Faremo come dici, allora: tu la conosci meglio. - sentenziò più serio, fiducioso in Raiko e nei suoi consigli. Avrebbe aggiunto con piacere qualche altro commento un po' più malizioso ma Veronica, attirando l'attenzione di tutti loro, lo fermò. La piccina, infatti, obbedendo ai doveri che il suo ruolo le imponeva si alzò in piedi e diede delle nuove, intelligenti direttive ai suoi Cavalieri: Bowen non poté evitare di rivolgerle uno sguardo ammirato, mentre un sorriso allegro, energico si disegnava sul suo volto, sorpreso di trovare idee così chiare e sagge in quella tenera, dolce piccina, una volta di più certo di essere, finalmente, dalla parte giusta. Gli ordine della Papessa, infatti, erano saggi e soprattutto gli avevano dato degli obiettivi a breve/medio termine da seguire, qualcosa da fare prima di affrontare Evelynn e lui che, alla fin fine, non era mai del tutto riuscito a scrollarsi la mentalità del sicario, del gregario che senza un ordine a cui obbedire, un compito a cui badare non sa stare tranquillo e si lascia prendere dallo sconforto.
    Anche il demonietto si alzò, poiché il pranzo era terminato e dei compiti attendevano lui e i suoi compagni ma, dall'aria rilassata che assunse e da come si stiracchiò per bene, sollevando e distendendo le braccia, non sembrava affatto voler correre a eseguirli. - Archivi polverosi, tomi vecchi e decrepiti? Direi che è il posto giusto per Evan: probabilmente era già vecchio quando sono stati creati gli archivi! Sono sicuro che farà un ottimo lavoro d'indagine. - decretò per quanto riguardava il primo ordine, come se spettasse a lui decidere chi dovesse fare cosa. - Quanto al stringere amicizie... direi che Krolia, con quel suo bel faccino, starà subito simpatica a tutti quindi mi pare che sia la scelta migliore! Quanto a me, vedrò di allenarmi un po', anche perché ho una gran voglia di far esplodere qualcosa... - concluse, con un tono più sussurrato e caldo, dando una lieve occhiata al seno purtroppo coperto di Raiko e palesando, così, cosa volesse far scoppiare. Ovviamente aveva "stabilito" di mandare Krolia in ambasceria soltanto perché sapeva quanto fosse introversa e lo divertiva la possibilità di tenderle un dispetto e aiutarla allo stesso tempo. Sovrappose, dunque, le mani sulla nuca, tenendo i gomiti ben alti e assumendo la posa di un ragazzino discolo e davvero molto, molto rilassato, anche se prima di andarsene seguendo i suoi compagni, rivolse un lungo, grave sguardo a Veronica: - La prossima volta non falliremo. Te lo promettiamo, Papessa. - giurò, prima di voltarle le spalle incamminarsi verso i suoi doveri e verso la sua missione, deciso a non fallire una seconda volta.
     
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