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per i Cavalieri e Amy

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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Bowen Geraint
    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Neo Venezia era rimasta la bella città che ricordava, opulenta ma non per questo tronfia o arrogante: anche per chi, come lui, non era particolarmente sensibile all'arte, camminando tra i suoi viali, tra i suoi corridoi riusciva comunque a percepire un senso di pace e quieta meraviglia. Tranne quel giorno, ovviamente, in cui ogni statua, dipinto o fregio gli portava alla mente la Dimensione Infernale e il suo fallimento. Ora, com'è già stato detto, lui non era particolarmente interessato all'arte e di quel cimelio non gliene importava un bel nulla, dopotutto nel Vaticano erano pieni di anticaglie simili, una in meno o in più non avrebbe fatto alcuna differenza, a suo giudizio; però ciò non poteva cancellare il modo in cui se l'erano fatta rubare da sotto il naso e come quei furfanti fossero riusciti a svignarsela in tutta sicurezza, mentre lui e i suoi compagni si ricoprivano di ridicolo. Aveva ancora davanti gli occhi il volto furioso, deluso di Domino e quella sua espressione tanto pregna di rabbiosa amarezza, di violenta disperazione gli faceva digrignare i denti affilati e torcere la bocca in una smorfia indignata e infuriata a un tempo. Il modo in cui l'aveva guardato, infatti, quando il suo pugnale era andato in frantumi era stato a dir poco... umiliante, sì. Lui, un Cavaliere dell'Apocalisse, un guerriero dalla provata esperienza e che era uscito vivo da situazioni ben più gravi di quel furto da operetta, che veniva guardato come se fosse un bambinetto idiota, un infante che se l'era fatta nel pannolino appena cambiato, un idiota che non sapeva cosa stesse facendo! Quello sguardo lo accendeva di rabbia, così come l'idea che - in fondo - Domino non avesse tutti i torti, dato il modo in cui lui si era fatto fregare e tutti gli errori che aveva compiuto.
    Ma, dannazione, non era vero! Certo, lui e i suoi avevano sbagliato, avevano avuto pessime idee... ma ne avevano avute altre altrettanto buone! E avevano risposto quasi sempre efficacemente ai loro avversari. Inoltre si erano appena risvegliati da un lungo coma, avevano perso una gran parte delle loro forze e abilità, quanto erano riusciti a fare, proteggendo tutti quegli invitati aveva dell'incredibile! Allo stesso tempo, però, era consapevole che tutto questo non contava nulla dinnanzi alla semplice, terribile verità: avevano fallito e in maniera spettacolare. Non solo, dunque, Domino li avrebbe considerati degli idioti inutili (Per non dire dannosi) vita natural durante ma probabilmente il mondo intero stava parlando di quanto accaduto pochi giorni addietro: il grande tesoro rubato al momento della sua prima grande esposizione pubblica, con la guardia d'elite chiamata a difenderlo che si ricopriva di ridicolo con indegni costumi da suora o colpendosi tra loro! Aveva una gran voglia di accedere a internet soltanto per infuriarsi sul serio e sfogarsi spaccando qualcosa ma... sarebbe stato un comportamento immaturo e, per una volta, anche lui percepiva l'insensatezza di un gesto simile. Anche perché non era semplicemente incazzato per com'erano andate le cose o per sé, ma anche... deluso. Deluso da Evelynn che, in maniera chiara, netta si era dimostrata la traditrice che gli era stata descritta. Certo, non poteva dire di essersi fidato di lei quando la vide comparire ma... il punto è che voleva fidarsi di lei e nel vederla così complice, così simile alla sua vecchia compagna, se non un po' più carismatica e leader gli aveva riempito il cuore di una genuina speranza. La quale venne fatta a brani da quella foto che Evelynn stessa mandò ai suoi vecchi amici: lei, assisa in trono, con la Dimensione Infernale tra le mani e i ladri a riverirla. Quella beffa, non solo sputava sulle loro facce le menzogne che lei gli aveva propinato al momento del loro incontro, ma straziava il suo amor proprio come una ferita aperta. I Cavalieri dell'Apocalisse che non solo divenivano lo zimbello del Vaticano (E forse del mondo) ma che venivano crudelmente ingannati e dileggiati da un loro ex membro: era il colmo!
    Bowen camminava tra il dedalo dei preziosi corridoi premendo con forza i piccoli piedi sui marmi, come un soldato che va a far la guerra e ruminava senza sosta tra i denti affilati il suo malumore, borbottando imprecazioni e facendo smorfie rabbiose finché non giunse dinnanzi a una porticina dall'aspetto un po' anonimo e, arrestatosi di colmo, cambiò completamente atteggiamento e un gran, sincero sorriso si aprì su quel visetto da vero monello. Dietro quella porta, infatti, c'era la stanza d'ospedale di Krolia che aveva avuto la malaugurata idea di farsi dare una spinta a Evan con la sua spada, di certo dimentica che il passare impietoso degli anni avevano privato l'anziano cavaliere sia della vista che delle sue elementari conoscenze di geometria dei solidi, come dimostrava l'aver cercato di usare l'unica spada non piatta della storia come trampolino di lancio. Ad ogni modo, sconsideratezze a parte, la poverina si era ferita le piante dei piedi e al momento era finita nuovamente ricoverata nella sua vecchia stanza e Bowen che, apparenze a parte, teneva ai suoi compagni in maniera viscerale, aveva deciso di andarla a trovare e sollevarle il morale. E per questo non poteva certo mostrarle il suo volto infuriato!
    Così, dopo aver dissimulato la sua rabbia e tenendo ben in vista la scatola di cioccolatini che le aveva comprato (A forma di cuore, nella speranza di strapparle un po' di imbarazzo), spalancò la porta senza bussare e varcò la soglia parlando a voce alta: - Buongiorno, tesoro! Mi raccomando, non saltare dalla gioia di rivedermi che- ma dov'è?! - esclamò sorpreso, guardandosi intorno alla ricerca della riconoscibile (e avvenente) figura della sua compagna, trovando soltanto la stanza in perfetto ordine. Dove Diavolo se ne andava quella pazza con i piedi feriti?! E poi proprio quando lui aveva una gran voglia di prenderla in giro e, forse (forse), di darle un abbraccio... e invece no, doveva andare a cercarla chissà dove: avesse almeno avuto Evan al suo fianco, avrebbe almeno potuto soddisfare il primo desiderio!
     
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    Cos'è che fa stare male quando si commette uno sbaglio? Subirne le conseguenze e le punizioni, oppure solo il pensiero del fallimento basta a procurarci crucci e sofferenze? Forse entrambe. Si sostiene che stare in compagnia di persone fidate riduca il peso dei sensi di colpa, perché il macigno che si porta sulla schiena viene ridotto in pezzi più piccoli, più facili da trasportare. I cavalieri erano l'opposto però, la tristezza di uno non si allentava fino a dissolversi bensì si amplificava con il malumore degli altri, creando un uroboro di tristezza difficile da abbattere. Da quando la "Fujiko" del gruppo era riuscita a fregarli era stato difficile anche solo parlare del fattaccio, sia per lo sguardo truce di Domino che sembrava impalare l'animo di chi la fissava negli occhi, sia per paura di deludere ulteriormente la Papessa o comunque mettere ancora più in difficoltà la figura già traballante dei cavalieri del vaticano. Da allora Evan si era ritirato nelle sue stanze a riposare gli occhi e riflettere, uscendo solamente per ricevere ordini oppure cenare. Passeggiando nei corridoi evitava lo sguardo di chiunque e cercava di scansare qualsiasi conversazione faccia a faccia che potesse portare alla domanda... "Ma che è successo nell'ultima missione?", i fantasmi non possono sentirsi in colpa continuava a ripetersi, ma in fondo era vero? La cosa che ottenne benefici fu il rapporto tra Bowen e Evan, infatti il piccolo diventò un galoppino con l'obiettivo di vagare per il Vaticano parlando per lui. Erano serviti un paio di coppini e qualche cazzottino in testa per convincerlo a collaborare, ma si era dimostrato un alleato utilissimo, fondamentale diremmo. I rapporti con Krolia durante la sua degenza erano l'opposto invece, averla ferita non lo rattristava più del dovuto, ma il sapore e il calore del sangue sentito sulla lama della spada erano un anatema imprevisto, sconvolgente. Sentiva la bocca allappata ogni volta che ci pensava, la stessa sete che divorava i vampiri quando mordevano lo permeava e non era una novità, ma verso un conoscente così stretto non era mai successo. E proprio per quello Bowen non poteva sparire di colpo senza avvertirlo, doveva sempre essere a portata di voce per qualsiasi bisogno, quel giorno però quello sciocco era scomparso!
    Dove ti sei cacciato, Bowen! Sono due ore che ti chiamo, devi riferire una cosa a Domino da parte mia!
    Urlare di dover parlare con una persona poteva essere strano dato che quella persona poteva anche essere a pochi metri da lui, ma il pensiero di trovare Bowen lo distraeva persino da quello. Un corridoio dopo l'altro Evan vagò vestito solamente di vestaglia blu da camera che ancora qualche centimetro in più di stoffa e avrebbe toccato terra, con ai piedi invece delle splendide pantofole modello nonno ricoverato che emettevano un sibilante "shiw shiw" ad ogni passo, rendendolo una figura strana quanto inquietante, un Nosferatu moderno. Dopo aver vagato abbastanza da essere visto da due tre suore e essersi beccato un "Umph!" offeso da parte di Domino, Evan capì subito dove era andato a cacciarsi il giovanotto: nell'unica stanza in cui non voleva mettere piede. Imboccato il corridoio che portava all'entrata della stanza della compagna, vide la figura di Bowen armata di cioccolatini entrare dentro la stanza della compagna. Ad Evan scappò un leggero sorriso vedendo quanto poteva essere affettuoso il piccolo amico, ma non stava rispettando i suoi doveri e per questo aveva bisogno di una bella strigliata, che in realtà era solo una scusa per darsi coraggio d'entrare in stanza e parlare a Krolia. Aperta la porta con una delicatezza tale da non generare alcun suono, il cavaliere della guerra poggiò la mano sulla spalla dell'amico, stringendola con le dita.
    Sei un amico esemplare, andare da Krolia di tua iniziativa ti fa onore, ma non dovresti disturbarla mentre sta riposando, furfantello. Krolia... come ti senti oggi?
    Mandato giù il groppone che si era formato in gola, alzando lo sguardo verso il letto della stanza la sorpresa colpì anche Evan, dove diavolo era andata a finire Krolia? Evan fissò per un po' Bowen con gli occhi semichiusi e con aria inquisitoria temendo uno scherzo del ragazzo, ma di Krolia nemmeno la minima traccia. Che aveva fatto, era riuscito a polverizzarla?!
    Se è uno dei tuoi scherzi te lo dico già da adesso, io ti...
    Qua servivano delle spiegazioni...
     
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    Fissava lo schermo del cellulare, e più precisamente il sorriso beffardo e gli occhi di Evelynn. Si era salvata l'immagine per ricordarsi continuamente che la donna che vedeva su quel piccolo schermo non era più la stessa ragazza con cui aveva vissuto tante battaglie insieme. Quei occhi erano sempre della stessa forma, ma non avevano più lo stesso sguardo, era un'altra persona, così distante dalla Evelynn che conosceva lei. Si chiese se l'avesse mai conosciuta davvero, ciò che aveva sempre avuto al suo fianco era dunque sempre stata una maschera? Sospirò amareggiata bloccando il telefono e gettandolo sul comodino vicino al letto di Abramo. Era seduta sul letto del ragazzo, gli teneva una mano fra le proprie, gli carezzava l'avambraccio affettuosamente. Probabilmente se fosse stato sveglio non lo avrebbe fatto, troppo imbarazzata per esternare il suo affetto in quel modo.
    Era così diversa, quando ha rivelato il suo nome e la guardai non riuscivo a credere ai miei occhi: era così bella... come un angelo. Sono stata una sciocca... sospirò mordendosi il labbro inferiore sentendo di nuovo quella orribile amarezza tormentarla.
    Ho voluto crederle, anche se il mio cuore mi diceva di stare attenta, volevo credere che fosse davvero lì per salvare quelle persone, per vedere noi e farci capire che era stato tutto un malinteso... le bruciavano gli occhi per la voglia di piangere, ma non si sentiva in diritto di farlo. La rabbia e l'umiliazione di essere stata presa in giro alimentava la fiamma del suo risentimento e continuava a tormentarla con i pensieri che Evelynn era davvero un assassina. Parlava ad Abramo, anche se non poteva sentirla o risponderle, ma non le importava, in cuor suo sapeva che se fosse stato vigile l'avrebbe ascoltata, le avrebbe detto qualcosa per confortarla. Aveva preso l'abitudine di andare sempre da lui e chiacchierarci, ogni tanto lo pettinava, gli tagliava le unghie, gli massaggiava le gambe e le braccia. Compiti che di solito svolgevano le infermiere, ma le piaceva prendersi cura di lui. Forse per smorzare il suo senso di colpa di essere lì viva e vegeta mentre lui continuava a lottare in chissà quale limbo. Le piaceva però l'idea che un giorno avrebbe potuto risponderle davvero sorprendendola, ci sperava tutti i giorni. Quindi era diventato una sorta di confidente per Krolia, uno molto silenzioso, ma la aiutava a riflettere.
    Stupida, stupida, stupida! Sono stata stupida. Dovevo solo afferrarla e portarla via. Ci ha fregati, alla grande! borbottò irritata, sospirò di nuovo, si avvicinò a lui ed iniziò a carezzargli i capelli, spostandoli dal viso.
    Dovevi vedere Domino. Non le ho mai visto fare quella faccia, credo che adesso ci odia, anzi ci considera degli imbecilli buoni a nulla. Non le importa che abbiamo salvato molte vite. Sì certo ci hanno fregato il tesoro, ma non si è fatto male nessuno.... guardò verso i propri piedi ancora fasciati ma in condizioni decisamente migliori.
    ...quasi nessuno. Pensi che abbiamo fallito? chiese come se si aspettasse davvero una risposta da parte di Abramo. Ovviamente non arrivò nessuna risposta se non quel incessante bippare regolare delle macchine. Sospirò ancora per poi dargli un affettuoso bacio sulla fronte. Se i due ragazzi entravano in stanza l'avrebbero trovata proprio mentre gli dava un bacio sulla fronte, con le dita di una mano che gli carezzavano la testa, e l'altra mano invece teneva quella del ragazzo. Indossava una camicia da notte semplice e leggera con una giacchetta di cotone, quel completino esaltava la sua figura snella, dandole un fascino più femminile del solito, poiché era sempre mascherata dalle divise pesanti che indossava per combattere.
     
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    Bowen era piuttosto pensieroso, come si è avuto modo di vedere, quindi non percepì i certo non silenziosi passi di Evan e quando quest'ultimo gli afferrò una spalla si ritrovò a sobbalzare, voltandosi istintivamente verso di lui con un'espressione interrogativa e un po' allarmata. Espressione, però, che subito divenne dispettosa e divertita nel constatare com'era conciato il suo mentore: sembrava il nonno di Dracula che ha appena finito di vedere il primo film di Twilight, ossia l'emblema stesso di una decrepita (letteralmente!) disperazione.
    In effetti, se il furto e il nuovo tradimento di Evelynn era stato un duro colpo per tutti loro, Evan l'aveva presa davvero male e si era rinchiuso nella sua stanza in una sorta di rigurgito adolescenziale di codardia, costringendolo a fargli da sua intermediario col mondo esterno: in realtà il demonietto ne aveva approfittato per fargli qualche scherzetto, riferendogli fatti e parole assolutamente non vere, ma in realtà non aveva infierito come di consueto perché un po' gli dispiaceva (Sebbene non l'avrebbe mai detto) che il loro leader stesse reagendo in quel modo, evidentemente sentendosi in colpa per il loro fallimento. Per questo motivo, ghignetto beffardo a parte, non lo prese in giro e si rallegrò del fatto che volesse vedere Krolia che, fino a quel momento, aveva accuratamente evitato e spalancò la porta della sua stanza sicuro che la giovane li avrebbe accolti con timida gioia.
    Invece, tutto quello che trovarono fu un silenzio leggero e una camera intonsa: dove si era cacciata? - Ohi, nonno, "keep calm and" vai a mangiare la tua mela cotta, se proprio non sai tenere la bocca chiusa! - la risposta del demonietto non fu propriamente la più educata e diplomatica di sempre ma già era contrariato del fatto che Krolia non fosse in stanza ma a bighellonare chissà dove (e con i piedi feriti!), non poteva certo tollerare di essere accusato per una sparizione di cui lui non c'entrava niente. - Guarda che non mi chiamo mica "Mago Zurlì", io: lo capisco che ti ricorda la tua infanzia ma non so ancora far sparire la gente, sennò tu non saresti qu- - un'illuminazione lo folgorò mentre reiterava una nuova, più bonaria (?) presa in giro: ma certo, se non era nella sua stanza non poteva che essere nella stanza di Abramo, passava sempre un mucchio di tempo con lui! - Ho capito dov'è, seguimi, nonno! - si rivolse a lui più gentile, quasi sorridendo allegro, all'idea che potessero rivedersi tutti e quattro dopo quanto accaduto. - ...stai attento, però, a non romperti l'anca! - più gentile, sì, ma non meno birbante!
    Anche se il Vaticano presentava un vero e proprio dedalo di corridoi, raggiunsero facilmente la stanza di Abramo e quando ne varcarono con entusiasmo (Perlomeno lui) la soglia, assistettero a una scena piuttosto inaspettata: Krolia china su Abramo che, dolcemente, gli apponeva un lieve bacio sulla fronte. La dolcezza e la tenera malinconia di quella scena, così come la domanda che la giovane aveva rivolto al silenzio un attimo prima del bacio fece morire il sorriso beffardo e allegro che aveva sul volto e gli fece crollare le braccia ai lati del torace, come se non potesse reggere il peso di quella visione, non sapeva se della tristezza di Krolia o del sonno di Abramo. Fu un attimo, però e ritornò nuovamente a sollevare le braccia e a stringere le piccole, sottili dita attorno alla scatola di cioccolatini che portava davanti al grembo, stropicciandone la carta rosa e sottile. - No! - si accorse di essere sbottato in quell'esclamazione entrando in stanza e se avesse avuto un minimo di pudore si sarebbe un po' vergognato ma, poiché così non era, si limitò a scrollare un attimo il capo e a correggere il tiro: - Cioè, non abbiamo fatto la migliore figura del mondo ma abbiamo protetto un sacco di innocenti: l'unico fallimento sarebbe stato il ferimento o la morte di uno di loro. - spiegò, serio mentre rilassava i muscoli contratti e regalava un sorriso a Krolia e ad Abramo, anche se quest'ultimo non poteva vederlo.
    Ti ho portato un pensierino ma è anche da parte di Evan: lui si vergogna a dirlo, ma gli ricordi un suo vecchio amore. Un velociraptor, suppongo. - il sorriso gentile ridivenne il solito, consueto ghigno dispettoso e si avvicino al letto di Abramo per porgere i cioccolatini alla ragazza. - Un velociraptor davvero sexy. - commentò non appena le fu vicino, osservando la sua mise inconsueta ma di certo piacevole, facendole un veloce e malizioso occhiolino. Era bello poterli prendere in giro e, anche se lo non lo avrebbe mai ammesso, sperava che questo gli avrebbe restituito un po' di buonumore.
     
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    Se c'era qualcuno il cui umore non sembrava cedere mai in alcuna tempesta, era Bowen. Aveva i suoi scatti ogni tanto, certo, ma l'umorismo irriverente che si ritrovava lo proteggeva dal silenzio pericoloso della vergogna, era un po' come un pappagallino fastidioso ma che tiene compagnia. E in quella situazione era un bene che Evan lo avesse accanto, perché forse senza di lui non avrebbe avuto il coraggio di infilarsi così di scatto nella stanza di Krolia.
    Avrei voluto mangiare infatti, ma tu sei scomparso giusto in quel momento. Se Krolia non è qui sarà sicuramente andata anche lei a mettere un boccone sotto i denti con gli altri.
    Diede una rapida occhiata alla stanza, era facile capire che Krolia se n'era andata da poco e che ancora nessuno era passato per sistemare o farle le medicazioni, quindi Evan mantenne la calma e si iniziò a grattare il mento. Sarebbe tornato con molta voglia nella sua stanza a gustarsi un bel tè e a tormentare Bowen con qualche altra richiesta impossibile, ma il demonietto s'illuminò di colpo. Certo, vero, non c'aveva pensato. Accettare che Abramo fosse legato a un letto era dura da mandar giù, cercava di sfuggire ad ogni pensiero per non diventarne un'abitudine, ma era reale e non era nemmeno troppo distante, qualche stanza più in la infatti la camera di Abramo accoglieva entrambi. Bowen scappò immediatamente attraverso la porta costringendo il pallido cavaliere a seguirlo, arrancando per non perdere una delle ciabatte nei corridoi.
    Bowen non urlare, facendo così disturberai tutti!
    Arrivati davanti l'entrata della stanza Evan inchiodò fissandone la soglia, la solennità di quella stanza andava rispettata e non passò inosservata la maleducazione di Bowen nell'entrarci così frettolosamente. Entrò dentro lentamente e in un silenzio reverenziale, come un padre accompagna il figlio ad un colloquio ed è pronto a fargli il cazziatone supremo non appena si sarebbero trovati soli, invece tutto svanì di colpo, e si ritrovarono ad ammirare una scena che sembrava avere del fiabesco. Krolia chinata sulla fronte di Abramo gli stava dando un dolce e tenero bacio, come se stesse provando a consolarlo e a svegliarlo contemporaneamente. Le ferite nel corpo non sono nulla rispetto a quelle che affliggono l'anima e per Krolia quello era meglio di qualsiasi antidolorifico potesse trovare sulla terra.
    Sono certo che se continui con costanza e impegno, i tuoi baci riusciranno a svegliarlo dal suo sonno prima o poi, principessa.
    Esclamò Evan con un sorriso dolce e anche un po' ingenuo, quella scena avrebbe sciolto il cuore di chiunque, e vedere lui con le mani nella sua giaccona azzurra gli dava proprio l'aspetto da papà in ferie. La fiaba però non sembrava volgere verso il lieto fine e Krolia sentiva i sensi di colpa per la loro sconfitta, prima che Evan potesse intervenire prese la parola il più piccolo, che stranamente disse la cosa giusta.
    Bowen ha ragione, non hai motivo per farti pesare così tanto il fallimento della missione. Solo la Dimensione Infernale ci è sfuggita di mano, ma ho la sicurezza che riusciremo a riprenderla, un cleptomane ruba per collezionare, non per vendere. Inoltre siamo riusciti a vedere Evelynn, capire con chi lavora e soprattutto vedere che è... è cambiata, se così possiamo dire. Da questo punto di vista i vantaggi sono molto di più degli svantaggi, non credi?
    Diede due piccole pacche sulla schiena ad entrambi per consolarli, lasciando a Bowen il tempo di darle il regalo. Ci fu un momento di sorpresa da parte di Evan nel vedere i cioccolatini, si aspettava qualcosa di davvero particolare, non il classico cliché dei cioccolatini. Drizzò la schiena di scatto non appena Bowen aggiunse la solita frase inopportuna, facendogli meritare un copino sul collo che andò a segno con un discreto "smack".
    Idiota, sarei venuto volentieri a vedere come stavi Krolia ma... ma... ero malato e non potevo alzarmi dal letto, per questo ho mandato Bowen a svolgere commissioni al posto mio, tutto qui. Tsk.
    Evan non sapeva mentire e per evitare il contatto visivo alzò il capo e girò la testa con fare serio, e un pochino pochino offeso.
     
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    Non aveva sentito la porta aprirsi, erano fatte così bene che non facevano il minimo rumore per non disturbare i pazienti. Infatti l'esclamazione di Bowen fece sobbalzare Krolia per la sorpresa e lo spavento che si ritrirò subito da ciò che stava facendo, mettendosi dritta con il busto e mollando la presa dalla mano del ragazzo, arrossendo vistosamente come se fosse stata una ladra colta con le mani nel sacco, forse non il più felice dei confronti ma sicuramente azzeccato. Le piaceva coccolare i suoi compagni, ma le piaceva farlo nell'intimo della sua privacy ed ovviamente lo aveva fatto solo perché Abram non era sveglio. Krolia era davvero imbranata in quel genere di cose.
    B-Bowen? balbettò tesa vedendo poi alle sue spalle fare capolino anche Evan che esordì con quella frase smielata che fece diventare ancora più paonazza la povera Krolia per l'imbarazzo crescente dato che entrambi l'avevano vista mentre si coccolava beatamente Abramo manco fosse la fidanzatina.
    Non dire scemenze... rispose goffamente rivolgendosi a quel complimento che le aveva rivolto Evan. Bowen la rassicurò dicendole che anche se non avevano fatto una bella figura avevano protetto molte persone, quindi non doveva considerarlo un fallimento. Lasciando quindi intuire che avevano anche sentito ciò che stava dicendo al ragazzo, agitandola più di prima. Evan diede manforte ai ragionamenti di Bowen ed insieme riuscirono a rincuorare Krolia facendola riflettere sul fatto che non avevano poi fallito su tutti i fronti e che qualcosa erano riusciti a fare e capire. Le si scaldò il cuore a vedere i sorrisi rassicuranti dei suoi compagni ed alla fine sorrise anche lei verso di loro anche se le rimase ancora quell'alone triste negli occhi: infondo avevano scoperto che Evelynn era davvero pericolosa come dicevano e che non era più la compagna che credevano fosse stata in passato. Era diventata tutta un'altra persona, perfino nell'aspetto era totalmente diversa pur conservando i suoi lineamenti, sembrava corrotta, come se qualche demone avesse preso possesso del corpo della loro cara amica e l'avesse soppiantata. Solo in un secondo momento notò che Bowen aveva un oggetto fra le mani quando le disse che le aveva portato un pensierino.
    Per me? Grazie non dov... afferrò la scatola di cioccolatini con garbo, proprio mentre il piccolo monellaccio fece la battuta sul velociraptor, anche se lo aveva fatto per prendere in giro Evan, le aveva appena detto che somigliava ad un velociraptor e quel confronto la indispettì un poco, al punto che gli diede un buffetto sulla testa usando la scatola di cioccolatini che aveva in mano, non lo fece solo per dispetto ma anche per coprire l'imbarazzo del complimento che le fece dopo averla guardata.
    Velociraptor? La prossima volta scegli meglio le parole sciocco! lo rimproverò per poi tornare a sorridere divertita anche e sopratutto per la reazione di Evan che la colse impreparata: non lo faceva così timido ma aveva tutte le ragioni del mondo a dare uno scapellotto a Bowen che lo prendeva sempre in giro. Dopo il buffetto e lo scappellotto Krolia non riuscì più a resistere all'ilarità di quel momento buffo che vedeva Bowen come protagonista e scoppiò a ridere. Per lo meno loro due erano rimasti i soliti ed erano uniti come un tempo, una gran bella consolazione per il suo cuore deluso.
    Grazie ragazzi è stato un pensiero molto dolce. disse Krolia per poi aprire il pacchetto e scoprire che erano dei cioccolatini. Un regalo galante che la ragazza aprì con cura saggiandone uno per poi porgere il pacchetto ai due compagni e offrire loro un assaggio del contenuto. Dopo qualche momento quando Krolia si sentì più a suo agio osservò entrambi un pochino in ansia.
    Avete visto Domino? Siete riusciti a parlare con lei? chiese sperando che durante la sua convalescenza fossero riusciti a parlare con lei e capire quanto ce l'avesse con loro per aver fatto fuggire via Evelynn.
     
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    Il ghigno beffardo sulle labbra di Bowen si addolcì per qualche istante in un sorriso quasi intenerito di fronte alla reazione imbarazzata di Krolia alle parole sue e di Evan, non potendo evitare di trovarla semplicemente dolcissima. Infatti, anche se il demonietto era molto bravo a dissimularlo dietro a una battuta tagliente, provava un profondo affetto verso i suoi compagni che, nei confronti della giovane, si tramutava in vera apprensione: ovviamente era perfettamente consapevole delle sue abilità guerresche e del suo valore in battaglia ma sapeva anche che, dietro l'indomita combattente, si celava una ragazza introversa e dalle fragilità presenti, forse non esposte ma non per questo irraggiungibili a mani crudeli. E quale mano poteva essere più crudele di quella di un traditore? Di un compagno che, per l'ennesima volta, aveva tradito la loro fiducia?
    Il discorso savio, inappuntabile di Evan in tal senso gli rabbuiò il viso, poiché il loro leader aveva indicato per la prima volta l'elefante dentro alla stanza: sì, il suo amato nonnetto aveva detto il vero, avevano ricevuto il riscontro di cui Domino e il Vaticano non necessitavano ma che per loro era fondamentale, quello cioè della colpevolezza di Evelynn e ciò, ovviamente, non poteva che rattristarlo profondamente. Ma evitò di approfondire tale argomento, almeno per il momento, poiché preferiva ristabilire un'atmosfera più lieta e vi riuscì, bisogna dirlo, con relativa facilità; gli bastò, infatti, porgere i cioccolatini e fare un' "innocua" battuta per ricevere la reazione scherzosamente infastidita degli altri due, cosa che lo fece, sì, imbronciare ma nella maniera buffa di chi cerca di trattenere una risata. - Sì, era malato di sensi di colpa! - commentò maliziosamente nel sentire le impacciate scuse di Evan, dando un'occhiata furtiva ai piedi della giovane per farle capire a cosa si riferiva, non solo col dispettoso intento di far sobbalzare il suo mentore ma anche permettere alla diretta interessata di fargli capire che non ce l'aveva con lui e che non lo riteneva responsabile di nulla. - Beh, ti assicuro che ho scelto la parola "sexy" con molta attenzione... - rispose, invece, a Krolia trasformando il broncio in un largo, compiaciuto ghigno. Non che, comunque, quell'atteggiamento dispettoso durò ancora a lungo: nel vedere finalmente Krolia cedere all'ilarità, si sentì immediatamente più sollevato e accettò il cioccolatino che gli porgeva con un sorriso semplicemente felice. Era lieto di constatare che anche dopo una batosta come quella della Dimensione Infernale erano ancora capaci di ridere assieme, dimostrandosi a vicenda che il loro affetto era stato rinsaldato e temprato da quella sconfitta, non spezzato o allentato. Trovò bello anche il fatto che stessero facendo ciò nella stanza di Abramo, con lui lì presente, perché il legame e il giuramento silente che avevano appena finito di rinnovare riguardava anche lui: anche costretto in quel letto, infatti, lui continuava a essere presente nei loro cuori ed era sempre il loro, amato compagno. Il suo sguardo errò per qualche attimo sulla figura supina del suo amico, fissandosi sul suo volto con sguardo perso nei ricordi delle loro passate imprese o, semplicemente, dei loro scherzi, delle loro divertite schermaglie e si riscosse soltanto alla domanda di Krolia, che lo colse un attimo di sorpresa.
    Già, Domino: prima non stava pensando anche e soprattutto a lei? - Non l'ho vista... e non voglio vederla, onestamente. Ci crede degli idioti. - commentò seccamente, abbassando lo sguardo e scrollando il capo come se volesse liberarsi di un pensiero molesto, come quello che Domino avesse ragione, per esempio. - E posso comprenderlo: lei voleva prendere Evelynn con tutta se stessa, ha messo in gioco la sua reputazione e quella del Vaticano per riuscire ad attirarla... è normale che sia furiosa verso di noi. - continuò rialzando il capo e mostrando un'espressione più seria, quasi dura eppure il tono con cui pronunciò quelle parole fu più gentile, meno secco e infastidito di prima.
    Ragazzi... - esordì, dopo quel discorso per poi arrestarsi visibilmente indeciso se andare aventi o meno: guardò Evan che, per primo, aveva fatto il nome di Evelynn e decise che sì, era venuto il tempo di parlarne. - Avete visto Evelynn, sapete quello che ha fatto, il modo in cui ci ha fregati e traditi ancora... secondo voi perché? Cosa le è accaduto? Era così... strana. Corrotta. Era davvero lei? Esiste ancora la nostra Evelynn? E' mai esistita? - chiese loro, trattenendosi dal rendere il suo tono accorato, mentre li guardava confuso, smarrito. Bowen non era certamente il cucciolo che appariva, anzi era di certo un osso duro irriverente e indomito ma anche lui, come tutti, aveva bisogno di conforto e di rassicurazione. O, perlomeno, che qualcuno lo prendesse per mano e affrontasse con lui una difficile, spaventosa verità.
     
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    Azione e reazione, una cosa che Bowen non aveva ancora assimilato per bene, ma ci pensò Krolia a fargli da maestra battendogli la scatola di cioccolatini in testa, quel che distraeva Evan in quel momento però non erano le cavolate di Bowen (anche se le sentiva tutte) ma le reazioni generali all'aver deluso Domino. Incredibile come un esercito di ombre assassine capitanate da un ex cavaliere dell'apocalisse corrotto facessero meno paura di una sessantenne dark armata di spadone. Sotto sotto pensava di essere l'unico a temere di averla delusa, invece la reazione dei suoi compagni gli fecero avere il risultato opposto, mettendolo su un attenti severo e militare, con tanto di mani dietro la schiena, come se volesse dimostrare di essere l'unico a non preoccuparsi di Domino.
    Non le ho ancora parlato ma... preferirei che la incontrassimo tutti assieme in presenza della Papessa. Da quando siamo tornati dalla missione sembra voler evitare la discussione, e c'è una cosa che mi ha dato non poco fastidio: sembrerebbe voler dare tutta la colpa a noi. Dopotutto io e Krolia ce la siamo cavata soli mentre Domino ha aiutato solo te, se è una guerriera tanto abile si sarebbe potuta sforzare un poco di più.
    Esclamò Evan con un pizzico di arroganza, alimentata dalla lieve invidia per il suo ruolo. Ci volle poco a distrarlo dalle lamentele e non si fece invitare due volte, allungò le dita prendendosi qualche secondo per scegliere il cioccolatino, poi ne tirò su uno e lo ruotò un po' osservandolo. Si possono fare molte analogie con le scatole di cioccolatini, ma con i cioccolatini in se ce ne sono davvero poche, quindi perché non utilizzarli per un'attenta analisi della situazione? Ciò che i suoi compagni dicevano di Evelynn era vero, nessuno cambia completamente da un momento all'altro o almeno non lo fa senza subire prima un forte trauma capace di scombussolarlo del tutto, Evelynn però sembrava possedere gli stessi ricordi, persino la foto dimostrava ancora un animo scherzoso. Perché di colpo era diventata una ladra così assidua? Il cioccolatino iniziò velocemente a sciogliersi e per evitare di impasticciarsi tutte le dita lo morse appena, scoprendone il ripieno. Forse proprio come il cioccolatino anche Evelynn aveva degli strati che erano sempre stati lì fin dal principio, avevano solamente iniziano a sciogliersi facendo uscire quelli più interni, forse... il male si nascondeva già da prima nel cuore della loro compagna. Difficile a dirsi così su due piedi, ma era la possibilità più concreta. Evan mandò giù il cioccolatino e iniziò a pulirsi le dita con una piccola pezza di stoffa che teneva nella tasca della giacca da camera.
    Bowen hai posto la domanda giusta, io ho una teoria riguardo Evelynn, ma dovete prenderla per ciò che è. Ricordate prima della morte di Lucia, quando la nostra mente non era ancora stata purificata dalla sua magia? Agivamo nel male convinti di fare del bene e dal nostro punto di vista nulla di ciò che facevamo poteva essere peggio di ciò che succedeva intorno a noi, la stessa cosa valeva per Evelynn. Dopo che Lucia ha rimosso le nostre memorie passate ci siamo ritrovati sollevati da quel male che avevamo fatto e che potevamo ancora fare, ma se mettiamo per ipotesi, che anche senza i ricordi noi fossimo rimasti gli stessi di prima? Rimuovendo i ricordi l'indole e le intenzioni rimangono. Dico che... forse non siamo stati mai abbastanza attenti da renderci conto di ciò che conteneva il cuore di Evelynn, finché non è stato troppo tardi.
    Parlò tutto d'un fiato, come se volesse distogliere l'attenzione dalle parole che gli uscivano di bocca. Piegò il suo fazzoletto in un triangolino e l'appoggiò sul comodino di fianco ad Abramo, poi si girò verso di loro come se non avesse detto nulla di ché, cercando di non darci troppo peso, dopotutto era una supposizione.
    Potrebbe anche essere solo il vaneggiamento di un "vecchio velociraptor", non dateci troppo peso.
     
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    Krolia fu felice di aver spezzato per un momento l'aria seria e pesante, se aveva dato un colpetto sulla testa di Bowen era anche per stemperare il senso di colpa che Evan aveva cercato di nascondere, infondo non lo incolpava di quell'incidente, offrendo loro i cioccolatini voleva far capire che non aveva nulla da rimproverare a loro. Che se era stata ferita era unicamente colpa sua dato che non aveva prestato attenzione. Venne presa alla sprovvista dal complimento di Bowen quando le fece notare che aveva scelto appositamente la parola "sexy", cosa che la fece arrossire di nuovo, ma non gli rispose distogliendo invece lo sguardo impacciata, fingendo di non averlo sentito. Fortuna che poi gli argomenti si fecero un pochino più seri, non aveva idea di come avrebbe reagito se Bowen si fosse messo in testa di corteggiarla apertamente. Era sempre stata negata in quella tipologia di cose e l'imbarazzo probabilmente l'avrebbe fatta fuggire via pur di non affrontare la situazione. Bowen dichiarò di non aver più visto Domino e che non aveva intenzione di incontrarla dato che era furiosa con loro visto che Evelynn era fuggita via. Krolia sospirò dispiaciuta: aveva sperato che la scenata di rabbia di quella sera fosse stata circoscritta sul momento, invece a quanto pare era davvero arrabbiata con loro. Prima che potesse dire qualcosa in proposito però Evan sembrò voler puntualizzare sul fatto che lo infastidisse molto che Domino ce l'avesse con loro addossando a loro tutta la colpa di ciò che era accaduto. Quella notizia dispiacque ancora di più a Krolia perché nonostante il fallimento e aver permesso a Evelynn di derubarli, lei pensava di aver vinto poiché nessuno si era ferito e non c'era stata alcuna vittima. Non era d'accordo sul rimproverare Domino di non aver fatto nulla, dopotutto non l'avevano avvisata subito della presenza della loro nemica. Nemica... quella parola pesava molto sul cuore di Krolia che per un momento si rabbuiò perdendosi nei suoi pensieri più cupi. Bowen attirò di nuovo la loro attenzione chiedendo loro cosa ne pensavano di Evelynn, mettendo voce a tutti i timori che avevano occupato la mente ed il cuore di Krolia da quando quella storia era iniziata. Forse la Evelynn che avevano conosicuto loro non era mai esistita, prima che potesse dire altro però Evan li portò a riflettere su qualcosa a cui non avevano pensato, o non avevano messo nell'equazione. Loro infondo avevano fatto del male in nome di una giustizia ideale che seguiva metodi sbagliati. Forse Evan aveva ragione, si erano illusi di aver conosciuto Evelynn, lei probabilmente voleva tornare ad agire come avevano fatto tempo addietro, ma c'era un grosso enorme MA che lasciava Krolia nel dubbio e accendeva mille altre domande. Guardò prima Bowen e poi Evan ed infine cercò di aprire il suo cuore anche a loro.
    Evan non ha tutti i torti, anche noi abbiamo fatto del male, credendo che fosse l'unico modo per portare una giustizia che però era stata corrotta dalle nostre colpe. Forse Evelynn lo faceva con piacere quel lavoro, ma se così fosse stato, non avrebbe chiesto come noi la grazia di dimenticare ciò che abbiamo fatto, per darci una seconda possibilità di ricominciare e purificarci. Lucia l'ha aiutata, come ha aiutato noi, eppure l'ha uccisa. Non abbiamo la più pallida idea del motivo per cui lo abbia fatto, forse ci ha ingannate o forse è cambiata totalmente. Rimane il fatto che è diventata pericolosa, per rubare il cimelio ha messo a rischio gente innocente. Non ha fatto altro che prenderci in giro per tutto il tempo, siamo cascati come dei fessi nel suo tranello. E la domanda che più mi spaventa fare è, se noi non le avessimo creduto, lei avrebbe ucciso davvero tutta quella gente con le ombre? ma mano che parlava ogni tanto la voce si incrinava come se si formasse un nodo in gola che non riusciva a mandare giù. I suoi occhi però erano fermi e decisi, tristi per via di ciò che avevano scoperto ma era decisa a combattere.
    Non possiamo più permetterle di raggirarci, dobbiamo considerarla una nemica, non possiamo permettere che per colpa dei nostri sentimenti ci vada di mezzo gente innocente. affermò con fermezza nascondendo nel suo cuore il fatto che non avrebbe permesso ad Evelynn di fare del male a loro due che ormai rappresentavano tutto ciò che le era rimasto al mondo.
    Promettetemi che non vi farete incantare dai suoi occhi dolci e ingannevoli, io ci sono cascata e non lo farò più. esclamò serrando la mascella guardando seria e severa i due uomini. Non aveva idea di quanto potessero essere deboli al fascino di Evelynn, ed aveva seriamente paura che potesse sedurli e quindi far loro del male in quel modo, e lei... come avrebbe mai potuto competere con una donna come Evelynn? Non poteva dare loro una buona alternativa per non farli cedere.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    I cioccolatini erano certamente gustosi ma non erano appetitosi la metà di una Krolia imbarazzata; certo la giovane aveva fatto di tutto per dissimulare il suo imbarazzo ma quelle gote arrossate e quel viso impacciato sarebbero state notate da un bambino, pensiamo da un diavoletto birbante come Bowen che, squaletto dei dispetti, percepiva una goccia di vergogna dispersa in un mare di nonchalance... inoltre, anche fosse, il loro legame avrebbe reso superfluo ogni sforzo teso a celargli il suo stato d'animo. Naturalmente fu per questo che il suo ghignetto si fece più largo e malizioso, quasi pregustasse tutti gli imbarazzanti commenti che gli solleticavano le labbra e quasi lo pregavano di venir pronunciati; fortuna (quella di Krolia, s'intende) volle che l'argomento si fece più serio e Bowen decise di desistere, sia pure con la speranza che quell'interruzione fosse per l'appunto tale e che dopo, magari con l'animo più rilassato, avrebbe potuto continuare a stuzzicare la sua amatissima amica. Ascoltò, dunque, con attenzione le parole di Evan che, nel frattempo, aveva assunto un posizione quasi marziale e, con la sua severità, sembrava quasi volesse sollevare il morale dei suoi due compagni: - Non sarei così severo con lei, Evan: l'abbiamo avvertita con ritardo e da dove ci trovavamo poteva fare ben poco. Inoltre... abbiamo avuto delle pessime idee, questo è innegabile. - commentò, abbassando lo sguardo per un attimo, come se si fosse chinato a osservare una sua sconfitta, mentre con le dita cercava il suo pugnale dentro la tasca, come se avesse il timore che al solo ricordare quell'evento potesse sbriciolarsi ancora.
    Quanto premeva a ciascuno di loro da dire, però, non era Domino e lui lo sapeva bene, per questo prese la palla al balzo e pronunciò la domanda che il cuore di ciascuno di loro sussurrava: ancora una volta fu Evan a prendere per primo la parola e ad affrontare quel pernicioso argomento col suo consueto cipiglio pragmatico, che lo faceva apparire davvero come un cavaliere pragmatico e dal cuore d'acciaio, invulnerabile ai dardi della malasorte o del dolore. Cosa che, in realtà, lo avrebbe molto irritato se fosse stato davvero così ma sapeva (E, dopotutto, ne aveva ricevuto ulteriore conferma in quei giorni) quanto il suo mentore e leader avesse un animo gentile e trepido per certi versi, quindi se faceva l'insensibile era soltanto per poterli sostenere, per dar loro una spalla salda a cui sorreggersi e ciò non poteva non addolcirlo. Ciò detto, però, rimanevano le sue considerazioni su Evelynn e quelle gli lasciarono addosso una certa, indistinta inquietudine: davvero il male albergava nel cuore di Evelynn anche da prima? Cioè, certo che il suo cuore fosse malvagio, poiché prima di conoscere Lucia I anche i loro cuori lo erano! E quando la prima, straordinaria Papessa gli offrì la redenzione e un ideale più giusto, più umano per cui combattere... in Evelynn aveva visto la stessa gioia, la stessa serenità che vi era nel suo animo e in quello degli altri, possibile che stesse fingendo? O che, l'antica malvagità, avesse fatto ritorno nel suo cuore come un'erbaccia, mai davvero eradicata?
    Sì, è questo che non comprendo: Evelynn era felice di aver trovato in Lucia I redenzione e speranza... io stesso ricordo di averla vista finalmente serena, così come lo siamo stati tutti noi vedendo che si poteva vivere un'altra vita senza dover uccidere nessuno, senza avere le mani costantemente lorde di sangue. E non riesco a credere che possa aver finto, emozioni tanto intense non si possono fingere, non giorno e notte, non sempre! Quindi... perché? Cosa l'è successo? - domandò guardando prima Evan e poi Krolia, sapendo però che anche loro non aveva risposte univoche a quel quesito. - E sai che mi sono chiesto anche questo? L'Evelynn che abbiamo incontrato si è divertita alle nostre spalle, ci ha preso bellamente in giro e ci ha derubati ma... sarebbe anche stata capace di fare una strage? So che ha ucciso la Papessa ma non riesco ancora a credere che, per un gioco crudele, potesse essere intenzionata a uccidere innocenti! - esclamò sinceramente addolorato e, soprattutto, arrabbiato: passi il furto e persino quello sberleffo, ma davvero era pronta a ordinare ai suoi uomini di fare strage dei visitatori? Ascoltò con attenzione, dunque, l'affermazione di Krolia che li invitava a vedere Evelynn come una nemica e a impedirle di causare altro male, oltre che la sua richiesta di non lasciarsi ingannare da lei, dall'affetto che nutrivano per il suo ricordo; Bowen scosse il capo come chi scaccia via un pensiero molesto e sollevò lo sguardo che aveva chinato durante le parole della sua compagna, mostrando degli occhi decisi... ma anche lucidi. - Io... io voglio ancora bene a Evelynn, alla vecchia Evelynn e voglio scoprire il perché del suo tradimento, ma... non posso permetterle di fare altro male, di prenderci in giro mentre degli innocenti rischiano la vita. Hai la mia parola, Krolia: non mi ingannerà più e... farò di tutto perché giustizia possa esser fatta. - le promise, serio, irrigidendo i muscoli del corpo perché sentiva di non essere davvero pronto per l'ultimo proposito: ovviamente non voleva ucciderla... ma era pronto a combattere davvero contro di lei? Aveva il presagio, triste e assurdo, che Evelynn non avrebbe esitato a colpirli a morte pur di evitare di essere catturata e di venire assicurata alla giustizia e la sola idea lo riempiva di nausea e di un brivido gelido.
    E adesso mi sa che dobbiamo andare a fare rapporto alla Papessa e a quella Miss Simpatia di Domino, che ne pensate? I Cavalieri devono mostrare di aver rialzato la testa! - esclamò poco dopo, con un lieve sorriso sulle labbra: Evelynn sarebbe stata la loro grande impresa e il loro più grande dolore... ma adesso dovevano pensare a mostrarsi di nuovo pronti ad affrontare i loro doveri, a ottemperare al loro giuramento: non erano dei Cavalieri per nulla, dopotutto!
     
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    In quella stanzetta tra le risatine beffarde di Bowen e le reazioni imbarazzate di Krolia si stava creando un clima di strana e oscura complicità, Evan la cui comprensione in materia si fermava al massimo al ricevere un cinque da Bowen, iniziò a non sentirsi a suo agio, strizzando gli occhi e grattandosi il mento con sospetto, come se si stessero prendendo gioco di lui. Approfittò della cosa per dare una rapida occhiata alle gambe di Krolia, in senso buono. Mascherare continuamente i suoi sensi di colpa e le sue insicurezze lo drenava psicologicamente, per questo Bowen era un alleato chiave, in quanto esprimeva la metà di ciò che Evan cercava di nascondere. La discussione che aveva come argomento Evelynn poteva andare avanti per ore e ore, non sarebbero mai riusciti a trovare delle risposte concrete senza aver avuto prima almeno un punto di partenza. Qualsiasi cosa sapevano della loro compagna confermava dubbi ma ne generava altri completamente nuovi, sapevano che era stata in qualche modo condizionata dal male, ma dal loro ultimo incontro non sembrava dimostrarlo, o almeno non completamente, preferendo rimanere piuttosto passiva. Perché? Avrebbe potuto schierarsi insieme alle sue ombre e fare un massacro, portandosi via anche le vite dei suoi compagni, invece era rimasta lì sicura di ciò che i suoi compagni stessero facendo, e sicura che in un modo o nell'altro la Dimensione Infernale sarebbe finita nelle sue mani, ed effettivamente ci era finita.
    Finché non porteremo Evelynn davanti al giudizio della Papessa avremmo ben poco da cui partire, se le ragioni del suo cambiamento sono oscure anche a chi è stato sveglio da molto prima di noi attualmente non abbiamo le minime possibilità di scoprire nulla. Credo che neppure la Papessa ne Domino sappiano nulla delle motivazioni di questi furti, e anche se sapessero qualcosa probabilmente non ci direbbero nulla per non comprometterci emotivamente, è già bastata una sola missione andata male per farci ridere dietro da mezzo vaticano, mentre l'altra metà ci ha fatto intendere che siamo degli incompetenti. Piuttosto dovremmo sfruttare la cosa per rimetterci al meglio delle nostre condizioni, consideratela... una vacanza forzata, diciamo.
    Una strana smorfia di stress apparve sul volto di Evan, che si trasformò in sollievo non appena girò un po' il collo emettendo uno scricchiolio, aveva più l'aria di una pantomima che di stanchezza vera e propria, ma all'occhio attento di Evan non sfuggivano i segni del disagio provato dai suoi compagni. La mano di Bowen che cercava il suo pugnale per avere sicurezza, gli occhi di Krolia che evitavano il suo sguardo non appena fu nominata Domino, l'incontro con Evelynn era stato un vero trauma non una sconfitta. Se si fossero lanciati nuovamente in combattimento in queste condizioni sarebbe stata la volta buona che Bowen avrebbe fatto partire un braccio o due ai suoi compagni con qualche esplosione incontrollata. Avevano bisogno di riposo, e la ferita di Krolia era la scusa perfetta per guadagnarsi un po' di sano relax vecchio stile, con tè e biscotti e tante chiacchiere. Molto probabilmente il finale sarà parecchio diverso, ma l'importante sarebbe stato rilassarsi.
    So che avevi un debole per lei, ma finirai per pensarci fino a farti venire mal di testa Bowen, tempo al tempo per adesso. Evelynn non è sparita per sempre, siamo legati da un giuramento da quando ci siamo conosciuti, e da quando ha ucciso Lucia è legata a noi dal destino, ritornerà perché non potrà fare a meno di fregarci un'altra volta, e lì la prenderemo. Adesso può sembrare strano da dire, ma dobbiamo prendere esempio da Abramo.
    Evan lo indicò con un leggero cenno della mano, poi si mise vicino a Krolia trovandosi a guardare il corpo dell'amico, e gli spuntò un leggero sorriso sulle labbra, quasi beffardo.
    Sta conservando le energie per il momento opportuno e quando sarà necessario si sveglierà, sorridendo con quella faccia da idiota assonato e lamentandosi di quanto fosse scomodo il suo letto, come se nulla fosse successo.
    Alla proposta di Bowen, Evan guardò rapidamente l'orologio della stanza, rendendosi conto di avere ancora un po' di tempo per riposare, o fare altro.
    La Papessa è spesso impegnata e Domino nel 70% del suo tempo libero lucida il cappello o si lamenta. Possiamo prenderci un po' di tempo per noi e riposare, oppure possiamo andare direttamente da loro a fare rapporto, anche se con quelle ferite non mi sembra il caso di sforzarti troppo... sicura di poter camminare, Krolia?
    Le sopracciglia arcuate e il tono premuroso di Evan potevano confondere, ma forse sotto sotto il cavaliere sperava in un no della ragazza...
     
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    Krolia fissò i due compagni in cerca di quella promessa che l'avrebbe aiuta a stare un poco più tranquilla al pensiero di saperli da soli contro di lei. Bowen confessò di essere ancora molto affezionato a lei, come infondo lo era anche Krolia, sebbene non era mai stata brava a dimostrarglielo. Era proprio quell'affetto che nutrivano per lei che la spaventava, perchè Evelynn aveva già fatto leva sui suoi sentimenti per ingannare Krolia in quella enorme sala. Ci era cascata con tutti i piedi perché si era aggrappata alla speranza di ritrovarla. Le piaceva di più l'idea che fosse stato solo un enorme equivoco, e si vedeva già in lotta per dimostrare la sua innocenza. Eppure non poteva ignorare ciò che aveva visto, era la mano di Evelynn quella sporca di sangue con il cuore della papessa stretto fra le sue dita. Non poteva esserci nessun equivoco e ciò la addolorava moltissimo. Krolia e Bowen si stavano facendo assalire dai loro sentimenti, ma fortunatamente Evan li riportò a ragionare in modo più pratico, richiamando il loro lato da guerriero, facendo leva sui loro doveri, piazzando loro davanti agli occhi i fatti. Probabilmente Bowen avrebbe pensato che sarebbe stato insensibile, invece fu di grande aiuto perché un leader deve saper guidare i suoi compagni e metterli sulla giusta direzione. Aveva ragione, Evelynn non era sparita e sicuramente le loro strade si sarebbero incrociate di nuovo per un motivo o per un altro. Krolia si sentì infondere di nuovo coraggio, insieme potevano sopraffarla ed avrebbero scoperto la verità sotto tutto quel mistero. In un certo senso vedere Evan così deciso e sicuro di sé le fece pensare che lui probabilmente più di tutti sarebbe stato in grado di gestire i propri sentimenti mettendo davanto il bene di tutti ed il suo dovere. Krolia lo invidiava perché si sentiva ancora troppo inesperta per riuscire a domare il suo cuore come invece Evan sapeva fare alla perfezione, non per nulla era il loro leader. Si alzò in piedi decisa a darsi da fare, guardando negli occhi Evan con l'aria di chi era pronta a darsi da fare. Sembrava pronta a fare il saluto militare poiché si mise dritta in posizione marziale, ma la vestaglia con cui si era coperta si era aperta totalmente mostrando di più la trasparenza della sua camicia da notte che lasciava intravedere le mutandine scure e un accenno appena delle aureolee dei seni fra gli interstizzi del pizzo che le copriva il seno. Arrossì vistosamente e con fretta afferrò la vestaglia e la richiuse tirando i due lembi di stoffa per coprirsi al meglio.
    S-sì! Posso camminare tranquillamente! fece cercando testardamente di sembrare ancora una tipa tosta che si stava lanciando in battaglia, ma il rossore sulle sue guance e i movimenti goffi rovinarono la sua figura, rendendola però incredibilmente tenera.
    Vado a cambiarmi e poi andiamo dalla papessa! Voglio fare delle domande a proposito Domino ed il suo odio per Evelynn, ho la sensazione che lei sappia qualcosa che a noi ci sfugge. affermò decisa, dirigendosi infine verso la sua camera dove si sarebbe cambiata per vestirsi in modo più normale e formale. Indossò un paio di jeans aderenti con piccoli strappi alla moda lungo le cosce, una maglietta semplice ed una giacca di pelle calda con il colletto in pelliccia. Ai piedi dopo una stretta fasciatura indossò comodi stivali. Quando si sentì pronta uscì dalla stanza cercando i suoi compagni per dirigersi agli uffici della papessa.
     
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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Andando alla ricerca di Veronica, i cavalieri avrebbero scoperto dalle guardie Vaticane che la Papessa non si trovava nei suoi uffici, né nelle sue camere e né tanto meno nelle sale dei ricevimenti. Li aveva invitati a raggiungerla in un posto assolutamente inusuale per lei, ma che avrebbe reso chiarissimo cosa volesse fare per dare loro un premio di consolazione. Una volta varcata la porta della piccola sala mensa, Krolia, Bowen e Evan avrebbero trovato la minuta ragazzina alla testa di una grossa tavola imbandita piena di leccornie di ogni genere appena cucinate. Non indossava i suoi soliti abiti sfarzosi, né le decorazioni per i capelli: li teneva invece legati dietro la testa e nascondeva gli abiti inusuali dietro un grembiule piuttosto pasticciato. Anche la sua faccia era sporca di qualche schizzo di salsa e macchie di farina, infine le sue mani avevano le tipiche fattezze di chi ha passato le ultime ore a preparare un pranzetto con i fiocchi, e ora le ripuliva frettolosamente sul grembiule. Appena la porta si aprì, alzò lo sguardo verso i cavalieri e sul suo volto giovane e fresco si accese un sorriso colmo di gioia e di amicizia.
    Oh! Giusto in tempo! Ho finito proprio ora! Venite, lo abbiamo preparato per voi!
    Commentò allegra allargando le braccia per mostrare la tavola imbandita, mentre dalla cucina arrivava anche Raiko, altrettanto sorridente, che impugnava tra le mani una grossa pentola con l'ultima pietanza. Una volta sistemata sul tavolo si voltò anche lei verso i cavalieri per salutarli.
    Ogni tanto Veronica si cimenta nella cucina, è molto brava sapete? Non ha molto tempo per dedicarsi a queste attività ma vi assicuro che quando può crea delle pietanze irresistibili! E molto nutrienti soprattutto! Vi riprenderete in un battibaleno dopo un pranzo come questo.
    Non sembrava decisamente lo scenario di una battaglia finita male, anzi pareva proprio che Veronica volesse festeggiare. A differenza di Domino, lei era riuscita a vedere il lato migliore della missione. A tavola avrebbero potuto parlare con calma. Raiko avrebbe preso posto a capotavola, mentre Veronica era alla sua destra. C'erano abbastanza spazi per 8 persone a quel tavolo quindi potevano vantare tutto lo spazio di cui c'era bisogno.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    I Cavalieri si stavano avvitando in una lunga sequela di quesiti e timori su Evelynn, non solo perché attratti da quella figura un tempo amica e adesso divenuta la loro spaventosa ed enigmatica avversaria, ma perché spinti dal loro bisogno più che comprensibile di sciorinare le loro insicurezze, di dar voce a ciò che gli si agitava nel cuore e nella mente. Tutto legittimo, è vero, ma anche sconfortante e avvilente poiché troppe erano le domande senza risposta, dunque Even, col pragmatismo che lo contraddistingueva, decise di fermare quel corso senza fine di considerazioni e li invitò a rilassarsi, a vivere quel momentaneo fermo con più leggerezza per prepararsi al meglio al prossimo, inevitabile scontro con Evellynn.
    Bowen ridacchiò alla pantomima del suo mentore, non solo perché stava volontariamente prestando il fianco alle sue battute ma, soprattutto, perché era perfettamente a conoscenza che il primo beneficiario di quell'esortazione al riposo e alla leggerezza era lui stesso! Evan, infatti, si era tormentato con quella storia ben più di quanto volesse dare a vedere e il demonietto trovava divertentissimo che adesso, preoccupato per loro, desse mostra di una serenità che prima non sapeva neppure dove fosse di casa: un divertimento che contribuiva a rasserenarlo davvero e a fargli sbocciare nel cuore un po' di tenerezza per quel guerriero apparentemente burbero e severo. Dopotutto, se neanche la sconfitta e il nuovo tradimento (stavolta, per altro, vissuto in diretta da parte di tutti loro) della loro ex compagna erano riusciti a indebolire il loro legame, voleva dire che nulla avrebbe potuto farlo! Stava, dunque, per cedere al desiderio di prenderlo un po' in giro, quando Evan gli disse qualcosa che sapeva già ma in maniera inconsapevole, istintiva: che Evelynn fosse legata a loro dal Destino e che lei non avrebbe potuto evitare di riapparire nelle loro vite, magari per cercare di raggirarli ancora, magari per ucciderli o, più semplicemente, per il gusto di prendersi ancora gioco di loro; il loro legame era stato forgiato dal sangue di cui si erano macchiati e temprato dalla redenzione che avevano ricevuto in dono, nessuno di loro cinque poteva strapparlo unilateralmente e andarsene via come niente fosse e, chissà, forse tutti qui furti da parte di Evelynn non erano che un modo per riavvicinarsi in maniera distorta, malata ai compagni da cui non poteva mai allontanarsi davvero... e da cui, forse, non voleva neppure farlo.
    A sottrarlo da quelle fosche considerazioni ci pensò l'affermazione forse un po' ingenua (Era il bambinone più decrepito che avesse mai incontrato!) ma decisamente dolce, quasi tenera di Evan riguardo ad Abramo, pronto a suo dire al risveglio, tanto che sul volto del demonietto si disegnò un sorriso intenerito che presto divenne birbante nel percepire la titubanza dell'altro cavaliere all'idea d'incontrare la Papessa e la sua arcigna guardia. - Qualcuno qui ha paura di una bella lavata di testa... - ridacchiò, guardando furbetto un Evan che, spaventato come un ragazzino dalla verifica di matematica, cerca d'inventarsene d'ogni per rimanere a casa. Krolia, però, lo prese in parola e nel dimostrargli che stava benissimo s'alzò di colpo, facendo aprire la vestaglia che la copriva e dunque permettendo loro di osservare tutto quel ben di Dio appena celato da quel completino di pizzo: prevedibilmente, Bowen fischiò divertito. - Wow, Krolia! Ti ringrazio della vista ma Evan ha una certa età e non è mai stato granché abituato a certi spettacoli, non vorrei che gli venisse un colpo. - commentò divertito mentre una Krolia imbarazzatissima scompariva a cambiarsi e, una volta aver indossato abiti più civili (Con grande dispiacere da parte del demonietto!), si diressero verso gli uffici della Papessa. Lì, le guardie gli rivelarono che Veronica li aspettava in ben altro luogo, la cui natura sorprese ma anche divertì il demonietto che, immediatamente, venne rallegrato da un'intuizione.
    Il suo intuito dimostrò di averci visto giusto poiché, non appena varcarono la soglia di quella piccola (per gli standard del Vaticano, almeno) sala mensa furono accolti da mille odorini deliziosi e da una Papessa tutta indaffarata a preparar loro un pranzetto ricostituente, teneramente sporca di farina e più adorabile che mai. - Ma che bello! - trillò istintivamente un Bowen sorpreso e, per una volta, con un tono allegro e ammirato confacente al suo aspetto infantile: insomma, da Veronica non si sarebbe mai aspettato dei veri rimbrotti, anzi era certo che lei li avrebbe sostenuti a differenza, forse, di Domino... ma che la Papessa in persona si mettesse a cucinare per loro, dopo la figura barbina che avevano conseguito non lo avrebbe mai immaginato. A cancellare la gioiosa e forse un po' infantile ammirazione di Bowen, però, ci pensò la comparsa di Raiko, la cui presenza suscitava in lui sempre desideri apparentemente infantili ma tutt'altro che candidi... quelle tette erano davvero troppo, troppo grandi! Un giorno sarebbe riuscito a metterci la testa in mezzo e a bearsene come il più perverso dei bebè, costasse quel che costasse! - Lo credo, il solo odore mi fa già venire l'acquolina! - rispose allegro Bowen, anche se dal modo in cui guardava la prosperosa donna il cibo non doveva essere l'unica cosa a titillare il suo appetito. Intanto Veronica e Raiko presero posto a quel desco stracolmo d'ogni bontà e subito il demonietto avrebbe preso posto alla sinistra di Raiko se nessuno glielo avesse impedito, anche soltanto per bearsi della vista di quelle meraviglie da vicino e magari lasciarsi andare a "qualche" birboneria "innocente". - Grazie di cuore, Papessa e Raiko! E dire che qui, qualcuno, aveva una gran paura di incontrarvi... - svelò guardando eloquentemente Evan e sorridendo birbante più che mai, aspettando che Veronica desse il via al desinare: in qualunque altra occasione si sarebbe servito da sé ma, insomma, anche lui percepiva la dolce solennità di un pranzo con la Papessa! E poi, insomma, se soltanto avesse osato afferrare una sola posata chissà che occhiatacce gli avrebbero rivolto i suoi due compagni e che ramanzine, dopo gli avrebbero fatto: meglio aspettare... e mettere sui carboni ardenti Evan.
     
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    " Molto Male "

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    Evan sorrise soddisfatto tra se e se sentendo che la tensione stava abbandonando tutti i presenti, la questione Everynn era tortuosa ma si poteva affrontare con un po' di nervi saldi e qualche parolina d'incoraggiamento. Improvvisamente si sentì persino più comodo nella sua giacca e si rese conto di esser stato teso tutto il tempo, drizzò meglio la schiena e si sistemò i polsini della giacca, rialzando lo sguardo e dandosi un'occhiata attorno. La stanza gli appariva persino più grande ora che quella tensione si era dissolta, forse era proprio lui il primo che riteneva inopportuno parlare dell'argomento. Ma da come puntualizzò il piccolo demonietto beccandosi un'occhiataccia di Evan, non era aver fallito il problema in sè, ma il fatto che adesso si sarebbe dovuto sorbire un cazziatone da Domino e dalla Papessa lo rendeva un fuggitivo. Evan rimase sorpreso di se stesso, perché al posto di adirarsi verso Bowen in un certo senso lo aveva liberato da un peso, e Evan iniziò a credersi anche un po' stupido, non aveva senso temere di più la sensazione di ricevere un rimprovero che il rimprovero stesso.
    Spaventato? Non dire assurdità Bowen, voglio perdere meno tempo possibile, anzi, il tempo che stiamo perdendo qui te lo farò detrarre dalla paga. Hai capito bene, TE LO, solo a te.
    Mai toccare l'orgoglio di un vecchio Leone, soprattutto se sa quali tasti toccare. Sì, era un gigantesco bluff considerando che Evan non sapeva nemmeno se ricevessero qualche sorta di stipendio, ma una minaccia colpisce sempre nel punto giusto. Rimettendo lo sguardo su Krolia si accorse della luce nei suoi occhi e la cosa animò anche il suo spirito, facendogli riempire il petto di orgoglio e rendendolo fiero di loro, sì sì, anche di Bowen, certo. Avrebbe voluto schioccare le mani l'una contro l'altra strusciandole per pregustarsi la faccia truce di Domino con quei due occhi di fuoco, mentre loro sarebbero stati riposati, spensierati e freschi come delle rose. Involontariamente Krolia attirò l'attenzione su di se con la sua reazione e costringe Evan a spostare lo sguardo quasi immediatamente verso il suo corpo. Credeva si fosse fatta male, ma in quel caso si sarebbero fatti più male loro. Il colorito della ragazza aveva la particolarità di risaltare con qualsiasi abito le si metteva sopra, a patto che non fossero particolarmente scuri, e con gli abiti chiari da ricovero la situazione diventava problematica.
    Hmmm. Giusto, dobbiamo cambiarci, così siamo impresentabili. Non che tu stia male così vestita eh.
    Provò a girarsi di schiena con l'intenzione di andare con Bowen a cambiarsi, ma si rese conto che ciò che aveva detto lo fece apparire come un guardone e maniaco e cercò di recuperare in calcio d'angolo rivoltandosi verso Krolia.
    ...nel senso che mantieni sempre un'aria giovanile e gioviale anche con quest'abbigliamento.
    Ora le aveva dato pure della vecchia. Per un preciso istante avrebbe preferito essere al posto di Abramo, lì bello disteso e tranquillo a prova di qualsiasi gaffe e brutta figura, mosse lo sguardo verso Bowen cercando un po' di complicità e magari ricevere qualche sorta di battutina telepatica con cui uscirsene, ma uno, non erano nel suo stile, due, il collegamento era solo fra Bowen e Krolia. Ci perse immediatamente le speranze. Si batté la mano sul petto iniziando ad appiattirsi la giacca, era ancora stiratissima e impeccabile ma aveva bisogno di rilassarsi in qualche modo. Respirò profondamente e si diresse verso la porta mettendosi le mani in tasca, una volta riacquistata la sua serietà. Prima di uscire si avvicinò a Bowen, inclinandosi un po' con la testa in modo che fosse solamente lui a sentire.
    Ti ricordo che sono stato io in persona ad allenarvi tutti, Krolia e Evelynn incluse. Certi spettacoli... sono la routine, per me.
    Uscì dalla stanza come se avesse sferrato un attacco letale e corse immediatamente nella sua a cambiarsi. Per gli standard classici ci mise poco, una manciata di minuti per cambiarsi. Ripose le pantofoline da nonno nell'angolo in cui meritavano di stare, e si agghindò per bene. Un completo adatto alle riunioni ma con lo stile che gli piaceva: robusti stivali neri, pantaloni stretti, camicia nera, sopra camicia rossa e giaccone modello Blade con tanto di bottoni dorati. Tornò dai suoi compagni e con loro si diresse nell'ufficio di Veronica. Le guardie li deviarono in sala mensa. Gli occhi di Evan si illuminarono (voleva mangiare già da prima) e l'odorino che sembrava intensificarsi gli fece venire l'aquilina in bocca, sembrava la strada per il Valhalla. Varcata la soglia di quella piccola mensa le pupille dell'uomo si spalancarono come ad aver visto una delle cose più belle del mondo, il cibo? Nah. Veronica completamente impasticciata di farina e con il grembiulino li attendeva davanti al tavolo, sorridendo gioiosamente e invitandoli anche solo con quel faccino a farsi avanti. Il cavaliere si portò un pugno davanti alle labbra, cercando di soffocare il versetto di contentezza che stava faticando per uscire dalla sua bocca. Il sovraccarico di tenerezza lo colpì talmente forte che non riuscì a dire nulla, si limitò a gesticolare e a ritrarre immediatamente le mani. Evan aveva cresciuto praticamente tutti i suoi compagni, ma vedere Veronica così piccina e tenerella la faceva apparire come una bambina davanti ai suoi occhi, una debolezza di papà Evan?
    Non so cosa dire. Non so nemmeno da dove iniziare a ringraziarsi, siete state gentilissime ragazze, ma non dovevate sforzarvi a preparare tutto queste prelibatezze. Vieni Krolia, siediti qui, il nostro caro Bowen sembra avere la testa altrove per ricordarsi le buone maniere.
    Si avvicinò alla destra di Veronica salutandola con un cenno del capo, poi con galanteria tirò indietro la sedia per far sedere Krolia e le sorrise soddisfatto, andando a sedersi nella sedia dopo. Rivolse uno sguardo verso Bowen con aria di sfida e di rimprovero, doveva comportarsi così se voleva apparire come un uomo agli occhi Raiko, piuttosto che come un bambino.
     
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