Old Habits

x Thrasir

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    Era passato un pò da quando lo avevano incaricato di rintracciare delle ragazze scomparse alla Oxford, ma le piste che aveva seguito non lo avevano condotto da nessuna parte. Seiichi era furioso; stava impiegando troppo tempo a trovarle, ed ogni attimo che passava senza fare alcun tipo di progresso sapeva che le cose sarebbero potute solamente peggiorare. Fretta, pressione, stress, durante la sua investigazione minuto dopo minuto era lui stesso a tentare di spremere sempre di più le proprie forze fuori da sé, concentrato e devoto a venire a capo di quel caso. Rimanendo sveglio fino ad ore tarde, saltando i pasti ed evitando totalmente di pensare ai propri bisogni. Come se non bastasse, nel perseguire un simile ritmo dovette anche fare attenzione a non insospettire o far preoccupare Cleo, costringendosi oltre che a sostenere la fatica anche farlo con un sorriso in volto. Il Kinoshita però non era una macchina, e per quanto determinato, concentrato e devoto al suo incarico, ogni attimo sentiva sempre più la sua risolutezza venir meno, e con essa, le sue capacità, per non parlare del suo autocontrollo, qualcosa di estremamente necessario per un individuo come lui. Doveva staccare, anche per un solo giorno, prendersi una pausa per ricaricare, schiarire la mente. Sfogarsi, soprattutto. Proprio con questa intenzione prese senza pensarci il primo volo per Roma, diretto ad uno dei pochi club dove sapeva che tutto gli sarebbe stato concesso e non ci sarebbero stati problemi. Una singola serata per totalmente ripristinarsi, poi sarebbe tornato immediatamente a svolgere il proprio incarico.
    'Night City' era il nome del luogo che faceva apposta per lui. Un enorme night club la cui imponenza era seconda solamente al numero di persone che lo frequentavano. Un piccolo angolo di paradiso notturno localizzato nel cuore della metropoli romana, ormai da diverso tempo rimasto sulla bocca di tutti e divenuto popolare grazie al passa parola, il servizio e la maestosità del posto che esso prometteva attraverso il suo accesso a tutta la tecnologia più moderna e d'avanguardia. Non ci volle molto prima che anche celebrità e artisti più famosi iniziassero a frequentarlo, e ciò ovviamente non fece altro che ulteriormente aumentare la fama del posto. Il suo vanto maggiore, d'altro canto, rimaneva sempre l'accessibilità, garantita a tutti, il club essendo composto da diversi piani come un vero e proprio grattacielo, capace di ospitare una quantità enorme di clienti e visitatori. Non è tutto oro ciò che luccica tuttavia, e nel caso di quel club, non era davvero il club ad essere la fonte d'introito principale, ma piuttosto ciò che avveniva sotto di esso, attraverso accessi segreti: tornei, scommesse, veri e propri circoli di combattimento illegali all'interno dei quali nulla era negato e tutto era lecito. Fu proprio da una delle varie entrate segrete a questi fight club sotterranei che Seiichi riemerse, riemergendo da una delle molte porte che circondavano la sala principale del club al piano terra, porta che poi si chiuse immediatamente dietro di lui.
    Sorridente, soddisfatto e sudato, indossante solamente una camicia grigia, un paio di pantaloni neri e degli stivali del medesimo colore mantenuti incredibilmente in buono stato, si diresse al bancone più vicino, posto all'estrema destra del club. Tutti i banconi del posto erano circolari e contenevano due barman o barmaid, in modo da servire quante più persone possibile, ma in particolare quello al quale si avvicinò il mannaro sembrava essere decisamente meno popolare rispetto agli altri, ciò sarebbe stato ovvio a chiunque lo vedesse, e il motivo era molto semplice: tutti coloro che si trovavano attorno ad esso erano individui dall'aria decisamente poco raccomandabile. Grossi, enormi e dallo sguardo che suggeriva solamente brutte cose, chiunque tentasse di avvicinarsi che anche solo di poco sembrava avere un aspetto troppo 'normale', veniva prontamente minacciato o esplicitamente allontanato. Nessuno di loro però sembrò opporsi all'arrivo del Kinoshita, che a confronto, nonostante fosse sì decisamente alto e avente un fisico aitante, non condivideva i loro sguardi truci. Piuttosto, vantava uno sguardo e sorriso compiaciuti, soddisfatto, mentre riprendendo il fiato piccole gocce di sudore scendevano dalla sua fronte lungo il viso. Fissava gli schermi sopra la colonna posta dietro il bancone, guardando gli esiti e il proseguimento di alcuni scontri dei Gladiatori in America, chinato in avanti e con i gomiti posti entrambi sul bancone, immerso in quegli spettacoli. La camicia non svolgeva un buon lavoro nel coprire il corpo atletico del mannaro, ormai troppo bagnata dalle fatiche dell'uomo e rivelando, se non addirittura aiutando a delineare gli addominali e i pettorali scolpiti sotto di essa, attaccata a loro in alcuni punti come fosse una tuta trasparente. Sopra la sala, l'ologramma di una rockstar conosciuta dal braccio cibernetico, capelli mediamente lunghi e occhiali da sole suonava e riempiva l'interno di una musica rock la cui natura invitava apertamente tutti i presenti a lasciarsi andare e sfogarsi, qualcosa che Seiichi stava già facendo, aveva piena intenzione di continuare a fare. Ci sarebbe stato solo un modo per migliorare quella serata perfetta...


     
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    Keyla aveva sempre avuto un sogno nel cassetto che sin da quando aveva conosciuto Fenny cercava di portare avanti, passo dopo passo, senza ne fretta ne voglia di strafare. Influenzata forse dai fumetti o dalle varie serie animate che guardava, l'idea di fare l'eroina o semplicemente combattere il male e proteggere i piú deboli era sempre stato un punto fisso nella sua mente. Come si suol dire, però, tra il dire ed il fare vi è di mezzo il mare, e passare dalle idee ai fatti non era semplice. Ci volle tempo perchè Keyla trovasse la giusta coordinazione con la propria compagna, in modo da poter affrontare qualcuno in modo diretto. I primi "tester" furono alcuni teppistelli e bulletti della sua stessa etá, che però per poco non rischiavano di essere inceneriti piú che spaventati o intimoriti. A poco a poco Keyla riuscí a prendere sufficiente controllo del suo potete per decidere quando fare del male e quanto farne, potendo causare semplici bruciature o vere e proprie ustioni. Il target dei "tester" aumentò via via con gli anni, passando da ragazzetti a rapinatori, stupratori e quant'altro. Insomma, quelli che in molti definirebbero la manovalanza della malavitá, obiettivo fuori portata per Keyla, che nemmeno aveva conoscenze tali per arrivare a carpire i nomi di simili individui. Quella sera era in giro alla ricerca di altri volontari per testare le sue capacità. Sapeva che in un locale della cittá venivano gestiti combattimenti clandestini, con gente tutt'altro che raccomandabile. Si era posizionata fuori da uno di quegli ingressi in una zona un po' appartata ed isolata, in modo da non dare troppo nell'occhio. Aveva una felpa nera, con i contorni ed alcuni dettagli di un viola acceso, quasi fosforescente, con dei pantaloni neri e lucidi, in pelle. Sulla spalla aveva Fenny, rimpicciolita dalle sue normali dimensioni, in modo da essere piú comoda. Il volto era coperto da un cappuccio che lasciava solo intravedere gli occhi color ghiaccio che studiavano la situazione, mentre i capelli scarlatti erano raccolti in una coda di cavallo. In uno degli stivaletti era nascosto il suo fidato pugnale, invisibile ad occhio nudo. Appena Keyla vide uno dei vari frequentatori alzò lo sguardo, seguendo la figura. Sembrava un tipo abbastanza prestante, seppure fosse vestito in modo inadatto per fare a botte in un luogo del genere. Sembrava però si fosse dato da fare visto il sudore che grondava su tutti il corpo, mettendone in risalto la muscolatura. Keyla lo avrebbe fissato, forse era la preda che faceva al caso suo. Un tipo sfinito e magari anche un po' ferito, per quanto forte, forse avrebbe ceduto ad un eventuale incontro. Sicuramente non lo avrebbe affrontato lí anche se fosse stato, vi era la brutta fama che le donne fossero particolarmente svantaggiate in quegli scontri...ed il perchè era forse abbastanza semplice da immaginarsi. Avrebbe studiato quanto poteva Seiichi, cercando di non farsi notare, e nel caso avesse incrociato il suo sguardo avrebbe abbassato il suo, sperando di non essere vista. Fenny intanto, intuendo le intenzioni della compagna, avrebbe detto la sia, avvicinando il becco all'orecchio sinistro di Keyla.
    Sicura che questa sera non vuoi lasciar perdere? Non mi sembra uno sprovveduto quello lí, potremmo finire in guai piú grossi di noi. Sai bene che anche io voglio fare del bene se possibile, ma nel limite di ciò che sismo in grado di fare ora...
    ‌Fenny sembrava preoccupata e forse non aveva tutti i torti, ma Keyla voleva continuare a migliorarsi e non poteva farlo standosene seduta a casa.
     
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    Guardare i Gladiatori pestarsi in TV era uno spettacolo che a Seiichi non dispiaceva, anzi vederli menarsi come fabbri risvegliava in lui l'adrenalina che poco prima si era spenta a incontro terminato. Sfiancare un licantropo era già un'impresa particolarmente ardua vista la loro capacità di rigenerazione e completa immunità al dolore provocato dalle ferite, ma da quando il Kinoshita aveva sviluppato un'affinità ancora maggiore con il suo potere, era divenuto praticamente instancabile. I pestaggi di quella serata lo stavano appagando nel suo piccolo, ma era innegabile che ogni volta che faceva una piccola pausa tornava più agguerrito di prima. Non aveva notato nulla di rilevante attorno a lui, niente che potesse catturare la sua attenzione, perciò si limitò a raggiungere dietro il bancone con la propria mano, in uno degli scaffali posti sotto di esso, per prendere la prima bottiglia di vino rosso che gli capitava, estrarre dalla tasca una banconota abbondante di denaro, e lasciarla sul tavolo. Fatto ciò si voltò, facendo per tornare alle arene da dove era arrivato, ma forse per scherzo del destino o per puro caso, stappando la bottiglia, l'odore del vino invase il suo naso sensibile e quasi lo risvegliò, ed assieme al risveglio seguì un accorgimento che precedentemente non aveva avuto. Fenice. Un odore sicuramente inusuale, particolare, e per il mannaro che l'aveva annusato solamente un'unica volta con Blaziken, inconfondibile. Fulminò con lo sguardo la direzione da dove sentì provenire tale sensazione, i suoi occhi aurei posandosi non su di Keyla, bensì sulla piccola creatura che portava in spalla. La guardò per una buona manciata di secondi, quasi come se stesse tentando di penetrarla con lo sguardo mentre le pupille si assottigliavano divenendo dei tagli, ignorando totalmente il fatto che la ragazza sulla quale era poggiata avesse abbassato il capo. Solamente poi avrebbe distolto il guardo, riprendendo a camminare, ma quell'odore non si fece più lontano, anzi sembrava starlo seguendo. Lo stavano pedinando? Studiandolo mentre si muoveva la ragazza si sarebbe potuta accorgere che a discapito del sudore che ammantava la figura dell'uomo, non vi era neppure una traccia di sangue su di lui, né qualche sorta di ferita. Come se ciò non bastasse, inoltre, i suoi movimenti non apparivano come quelli di qualcuno di stanco o affaticato, ma anzi pareva pieno di energie. Seiichi affrettò il passo, curioso di vedere se sarebbero riuscite a stargli dietro, e sicuramente nonostante stesse solamente camminando più rapidamente, Keyla non avrebbe avuto problemi ad accorgersi che chiunque fosse la figura che stavano seguendo egli aveva una velocità ben maggiore rispetto a quella di un normale essere umano, o di un criminale qualunque. Se non lo avessero fermato, sarebbe giunto ad una porta in acciaio, diversa da quella da dove era uscito, al fianco della quale v'era un piccolo pannello di controllo sul quale sembrava possibile far scivolare e riconoscere una carta magnetica o qualcosa di simile. Poggiò a terra la bottiglia mezza piena, facendo poi apparire nella mano, da un fascio di luce verdastra, una piccola tessera che per l'appunto avrebbe utilizzato per farla riconoscere al pannello. Dopo un sordo seppur soffocato dalla musica suono di sbloccamento, aprì la porta spingendola in avanti, per poi farla chiudere dietro di sé. L'inseguimento di Keyla era giunto forse al termine? No: il lupo aveva lasciato sul pannello la tessera per sbloccare il meccanismo di quell'ingresso. Forse la fretta lo aveva spinto a commettere uno sbaglio? Qualunque fosse il motivo, Keyla avrebbe dovuto scegliere in fretta cosa fare, perché Seiichi aveva chiaramente dato dimostrazione di essere alquanto rapido, ed esitare l'avrebbe spinta a perdere le sue tracce. La verità era che quella non era di certo la prima volta che il mannaro veniva cacciato, ma a lui non piaceva essere la preda, e se avesse scelto di continuare a pedinarlo, la ragazza e la sua compagna fenice sarebbero entrambe dovute venire a contatto con la realtà...
    L'istante in cui ella avrebbe aperto la porta, davanti a lei avrebbe avuto un piccolo corridoio che sembrava portare ad una stanza, a lato, dalla quale filtrava una luce che era l'unica fonte di illuminazione ad affacciarsi su quello stretto passaggio. La figura dell'uomo apparentemente sparita, forse già sfuggita in suddetta camera a lato, ma ancora prima di aver modo di anche solo formare un pensiero ragionato, due mani dal fianco di entrambe avrebbero letteralmente bucato la porta che aveva oscurato uno dei due lati di quel corridoio, rendendolo un punto cieco. L'acciaio di quella soglia venne totalmente fatto a pezzi, distrutto come se fosse semplice cartone, le mani artigliate che la penetrarono arrivando impetuose e improvvise una alla spalla di Keyla e l'altra alla sua gola, una con l'intenzione di tentare di stringere la piccola creatura che era appollaiata su di lei, l'altra invece di prendere per il collo la ragazza.
    "Chi siete?"
    Da dietro la porta che li separava, Seiichi avrebbe ringhiato senza troppi convenevoli, mentre solo ora entrambe le fanciulle si sarebbero potute accorgere di brevi ma intense pulsazioni di luce verdastra provenire dai buchi fatti dalla figura ormai chiaramente forzuta. Se fosse riuscito nel suo intento, sia Keyla che Fenny si sarebbero ritrovato strette da una forza disumana, che almeno per il momento non accennava ancora a voler fare loro del male. Le grosse e forzute mani che le stringevano avvolgevano i punti toccati con uno strano calore, ed entrambe avrebbero potuto giurare che sembravano... pelose, al contatto, in modo non diverso dal pelo lungo e folto di un canide.

     
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    Le cos si fecero movimentate in breve tempo, visto che la figura poco prima presa di mira da Keyla sembrava essersi accorta di loro, iniziando ad allontanarsi dal luogo, prima camminando e poi correndo sempre più velocemente quando vide di essere seguito. Si, Keyla non lo avrebbe lasciato fuggire, iniziando ad inseguirlo con tutta la velocità che poteva raggiungere, notando però che per quanto si sforzasse non fosse in grado di stare al passo con il licantropo. Non avrebbe badato molto al fatto che non avesse ferite o lividi sul corpo, poteva benissimo essere che fosse un portento o che avesse affrontato degli incompetenti. In entrambe le situazioni Keyla era una che non sottovalutava eventuali avversari, non si credeva mai più forte di chi aveva davanti, altrimenti non avrebbe avuto motivo di mettersi alla prova e migliorarsi. Appena vide Seiichi sgattaiolare oltre una porta metalliza, utilizzando un pass d'accesso, il passo della ragazza diminuì, accompagnato da un fiatone non indifferente. Notò subito che la tessera era rimasta all'esterno e la cosa le puzzava molto, tanto che Keyla e Fenny si scambiarono uno sguardo a vicenda, come a voler capire cosa era meglio fare. Il dubbio durò solo qualche attimo però, dato che poi la ragazza si avvicinò al portone, sbloccandolo con la tessera e varcando la soglia, ritrovandosi in un corridoio, senza alcuna traccia della loro preda. Vi erano varie porte, era la prima volta che entravano in quella zona della struttura, quindi erano entrambe attente e diffidenti. Ma mai si sarebbero potute aspettare un attacco da dietro una porta metallica, sfondata con la forza di mere braccia dal loro avversario. Keyla non fece in tempo a reagire, venendo bloccata completamente contro la parete liscia della porta, con quegli arti pelosi a farle da catene, stringendola al collo e bloccandole in parte il respiro. Fenny, con un battito di ali, riuscì a sfuggire alla trappola per un soffio, librandosi in aria. Vedendo però la compagna in difficoltà, la prima cosa che fece fu quella di trasformarsi nella sua forma umanoide, cercando di artigliare il braccio che opprimeva il collo di Keyla, in modo da liberarla. Per quanto debole aveva pur sempre artigli degni di un rapace, quindi non sarebbe stato difficile conficcarli nella carne del licantropo. Ma la cosa averebbe sortito qualche effetto oppure sarebbe stato del tutto inutile?
     
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    Non poté dire che la sua trappola fu un totale successo, ma la sorpresa causata da essa fu abbastanza da garantirgli una salda presa sul collo della ragazza incappucciata. Da dietro la porta ritirò immediatamente il braccio che aveva mancato il bersaglio, riportandolo al lato del suo corpo. Non vide la fenice trasformarsi ma percepì il suo odore farsi più intenso, tuttavia ancor prima che potesse trarre qualsiasi tipo di conclusione, sentì l'avambraccio dell'arto che teneva stretta al collo la giovane venir perforato da qualcosa di appuntito. Fenny avrebbe dovuto fare i conti con una dura realtà: la pelle e carne del licantropo erano molto più resistenti di ciò che si sarebbe potuta aspettare. I suoi artigli si conficcarono nella zona colpita, ma non solo non ci sarebbe stato alcun tipo di verso di dolore da parte del loro presunto avversario, ma addirittura la fenice stessa avrebbe avuto la sensazione di aver artigliato quasi un pezzo di legno anziché la carne, vista non solo la resistenza superiore del corpo dell'uomo, ma anche la sua massiccia stazza. Incordando infatti l'arto interessato e stringendo la presa che aveva sul collo di Keyla, Seiichi avrebbe a tutti gli effetti tentato di usare i suoi stessi muscoli e carne per tenere incastrati gli artigli di Fenny dentro di lui, mentre la sua partner si sarebbe sentita mancare il respiro, il lupo bloccando il passaggio dell'aria nel suo collo e cercando di soffocarla, non avendo ricevuto risposta.
    "Pessima scelta, uccellino."
    Parole pronunciate in modo freddamente distaccato, controllato, come se per lui quella non fosse altro che una di molte volte in cui si era ritrovato in una situazione simile, totalmente ignorando la ferita che aveva al braccio. Non aveva intenzione di fermarsi al semplice soffocamento. Non era il tipo da farsi scrupoli quando si ritrovava davanti colleghi o comunque persone che, come lui, avevano scelto una vita di crimini e violenza. Se erano lì per ucciderlo avevano accettato pienamente la possibilità di finire male, e senza dubbio entrambe sarebbero finite molto male, a partire dalla sconosciuta incappucciata: la sua amica sarebbe riuscita a percepire il braccio del licantropo gonfiarsi e indurirsi ancora di più mentre una forza sovrumana lo attraversava raggiungendo la mano, le sue dita avvicinandosi ancora di più mentre la presa si faceva più stretta e lentamente mettendo a dura prova l'osso del collo della sfortunata. Per lui non era diverso dallo spremere un limone, vista anche l'estrema morbidezza del corpo afferrato. Avrebbe potuto rendere la cosa rapida, indolore e istantanea, ma invece se la stava prendendo con calma. Non per sadismo, non gli interessava sentire le ossa della sua vittima scricchiolare e venire ridotte in polvere, ma piuttosto per vedere fin dove si sarebbe spinta la sua ormai presunta amica. Avrebbe gridato, chiedendo aiuto? Avrebbe cercato di attaccarlo ancora? O magari se ne sarebbe altamente infischiata? Doveva fare la sua decisione, in fretta, e doveva scegliere bene: aveva solo un'occasione per redimere entrambe e salvare la sua compagna da morte certa. Doveva farlo, o avrebbe testimoniato con i suoi occhi la vita abbandonare la sua amica.
    "Un vero peccato... dì addio alla tua amica."
    Rincarò la dose per metterla ulteriormente sotto pressione, come se a voler già dato per scontato che nulla di ciò che ella potesse fare sarebbe riuscito a farlo desistere, e in un certo senso forse era così: aveva sentito la sua forza, sapeva che non era assolutamente neppure remotamente una minaccia per lui. Purtroppo per quel duo di eroine quella sera, nel bene e nel male, entrambe avrebbero imparato che il mondo non è una favola, e che fare il passo più lungo della gamba non è un errore da niente. Cos'era disposta a fare la fenice, per salvare la sua partner? La luce verdastra dietro i buchi sulla porta brillava d'una intensità sinistra, quasi accecante a tratti, il lupo celato dietro di essa pronto a trasformare anche quell'incontro in un'occasione per sfogare la sua parte peggiore, in un modo o nell'altro, mentre sul suo muso albergava null'altro che gelida indifferenza.

     
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    Chiunque e qualunque cosa fosse era tremendamente forte, molto più forte di ogni altro avversario avessero affrontato sino a quel momento. E la cosa non faceva che far preoccupare sempre di più Keyla e Fenny, che ora si trovavano in una posizione decisamente pericolosa visto che la ragazza non riusciva praticamente a respirare, sentendosi la gola strangolata dal braccio dello sconosciuto, il quale non si stava affatto trattenendo. Keyla poteva quasi sentire le vertebre del collo scricchiolare, seppure fosse solo la sua immaginazione data dalla paura e dalla mancanza di ossigeno, che ben presto la portarono ad aprire completamente la bocca, cercando di aspirare quanta più aria possibile, facendo gesti tutt'altro che normali. Il risultato era però assente, non riusciva a liberarsi ed a quanto sembrava anche Fenny si trovava in difficoltà a fare qualcosa. Non ci volle molto perchè le pupille di Keyla iniziassero a dilatarsi, con lo sguardo puntato leggermente verso l'alto e la vista che si faceva sempre più annebbiata. Le braccia che si areano aggrappate sull'arto del nemico, cercando di liberarsi, persero velocemente forza e, prima una e dopo l'altra, caddero penzoloni ai fianchi del suo corpo. Vedendo la sua compagna in difficoltà Fenny optò inizialmente per la via più semplice e brutale, cercando di conficcare ancora più a fondo gli artigli che aveva utilizzato poco prima sul braccio del nemico. Il risultato fu però semplicemente quello di rimanere ancora più bloccata in quella posizione, con i muscoli dell'aversario che la tenevano saldamente ferma sul posto, come se avesse l'arto immerso in una colata di cemento appena solidificata. Era una sensazione terribile quella di vedere Keyla perdere i sensi in quel modo, vedendola soffrire senza poter fare nulla, seppure si trovasse praticamente attaccata a lei, faccia a faccia. Era la fine per loro? Sul serio si sarebbe conclusa così la loro storia? Presa dalla disperazione del momento a dalla sua debolezza, Fenny chiuse gli occhi, abbassando leggermente il capo ed iniziando ad urlare, dopo aver sentito le parole dell'"uomo".
    Ti prego lasciala andare! Farò quello che vuoi, ma non ucciderla! Non lo potrei sopportare! Hai vinto...ti PREGO!
    Non sapeva se quelle parole avrebbe sortito qualche effetto e per questo avrebbe tenuto gli occhi chiusi, mentre con l'arto libero Fenny si aggrappava al collo di Keyla, ormai inerme e priva di alcuna forza, come a volerla abbracciare per un'ultima volta prima di una fine orribile. In realtà non sapeva nemmeno lei, dopo che Keyla fosse passata oltre, cosa le sarebbe successo. Sarebbe rimasta sola? Oppure la avrebbe seguita in quel luogo che prima o poi tutti inevitabilmente visitano? Era terrorizzata, non si era mai sentita così e sicuramente avrebbe preferito qualunque altra cosa a perdere Keyla e la propria vita.
     
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    La stretta si stava facendo più salda, attimo dopo attimo le dita del mannaro avvicinandosi sempre più e mettendo sempre più a dura prova l'osso del collo fragile di Keyla. Sarebbe stato bello affermare che viste le circostanze l'idea di prendere la vita di quella ragazza non gli faceva né caldo né freddo, rimanendo composto e mantenendo quel gelo che aveva adottato, ma la verità era che man mano che rafforzava la presa, sentiva dentro di lui il suo istinto gioire all'idea dell'uccisione, come se quella che stava stringendo non fosse una giovane, ma null'altro che una gustosa preda da godersi. Sentì la fenice tentare di ferirlo ancora più a fondo conficcando gli artigli nel suo braccio, un grave errore che il lupo avrebbe rispecchiato sullo strangolamento. Certo che quella decisione significasse noncuranza nei confronti del destino di colei che teneva letteralmente in pugno, e non potendo vedere il volto scioccato di quella che lo stava artigliando, Seiichi fece per porre fine ai giochi, cominciando a stritolare in modo opprimente la povera Keyla per porle fine... ma si fermò, non appena udì le parole di Fenny.
    "Oh?"
    Curioso e con una punta di divertimento nel aver udito quella supplica, la piumata avrebbe percepito i muscoli mostruosi del suo avversario rilassarsi, e se avesse riaperto gli occhi, si sarebbe accorta di come la mano artigliata dell'aggressore avesse allentato la presa sulla sua amica, tenendola, tuttavia, ancora ben salda. Il licantropo era estasiato. Quella sera, forse, sarebbe davvero riuscita a raggiungere la perfezione. Una situazione del genere per lui era sempre stata praticamente surreale: aveva appena praticamente guadagnato l'accesso ad un oceano di possibilità, e senza fare nulla! Quelle due erano alla sua mercé, nessuno le avrebbe sentite urlare, nessuno avrebbe potuto salvarle, ma soprattutto nessuno sarebbe potuto risalire a lui alla fine dei giochi. Non doveva preoccuparsi di niente, doveva solo... divertirsi. La poca coscienza che gli era rimasta iniziò a venire soffocata da pensieri distorti e depravati mentre la mente vacillava viaggiando rapidamente da un'idea all'altra, il pelo che risiedeva sotto l'energia spettrale che cospargeva la sua intera figura quasi arruffandosi ovviamente compiaciuto.
    "Va bene, la lascerò vivere... ma dovrai fare tutto quello che ti dirò. Fammi arrabbiare, e ti costringerò a guardare mentre la eviscero con le mie stesse mani."
    Una lunga coda, attraversata ai lati da due filamenti di energia verdastra lucente, si infilò nel buco della porta creato dal braccio che teneva ferma Keyla, sostituendo quest'ultimo nel tenerla immobile e avvinghiandosi al suo collo come un pitone mentre la mano la lasciava, entrambe quelle del mannaro poi arrivando a quello stesso buco per afferrarlo saldamente per i lati e aprirlo con forza, sempre più, fino a letteralmente aprirla in due. I pezzi di quell'ingresso sarebbero caduti pesanti e chiassosamente per terra, un chiasso che però fu totalmente soffocato dalla musica proveniente dal salone da cui erano venuti evidentemente, dato che nessuno si voltò nella loro direzione, o forse avevano solo tutti paura? Una dimostrazione voluta, per evidenziare a Fenny stessa l'assenza di speranza nella loro situazione. Quando però finalmente non ci sarebbe più stata alcuna porta fra di loro, lui si sarebbe potuto godere la vista di quella fenice che possedeva molto meno piumaggio rispetto a quello cui era abituato; non una cosa negativa, anzi, il fatto che avesse conservato una certa umanità mantenendo forme abbondanti lo eccitava terribilmente, assieme al suo odore di creatura leggendaria. Guardandola dall'alto verso il basso nonostante l'altezza d'ella, lei al contrario si sarebbe ritrovata davanti quello che era un vero e proprio colosso alto ben più di due metri, circondato da un manto etereo di tenebre ed attraversato in diversi punti sul corpo da vere e proprie vene energetiche che ora come non mai si accendevano d'intensità. La coda che partiva da dietro di lui teneva sollevata Keyla da terra, manovrandola come se fosse poco più di una bambolina priva di vita, nonostante solo svenuta. Con un sorriso a trentadue denti che attraversava quello ch'era a tutti gli effetti un volto canino coperto da una maschera che quasi fungeva da mostruosa corazza lasciando trapelare solo le aguzze zanne, Seiichi tentò di avvicinare la mano al mento di quella splendida fenice che si sarebbe assicurato di trattare a dovere, ovviamente con intenzione di portare indice e pollice ai suoi lati per tenerle il volto alzato verso di lui, fissandola intensamente negli occhi con quello sguardo verdastro e malefico che portava.
    "Ci siamo capiti, schiavetta?"
    Una provocazione, ovviamente, già da subito pienamente intenzionato a non sprecare neppure un istante di quella bellissima occasione. Gli artigli del lupo erano tremendamente affilati, se ne sarebbe tranquillamente accorta anche lei ora, e ancor prima che Fenny avesse modo di rispondere, come se egli si fosse già fatto un'idea di ciò che ella sarebbe stata tentata di rispondergli, con la coda avvicinò Keyla alla mano libera, portando l'indice tagliente al ventre della sfortunata, fermandolo a contatto con la pelle della giovane.

     
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  8. Thrasir
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    Un umano. Quello che stavano inseguendo poco prima era un umano, non un mostro ricoperto di pelo e ricoperto da una pressione energetica che metteva i brividi a Fenny solamente nel sentirlo parlare. In cosa si erano andate a cacciare? Altro che teppistelli o criminali di basso rango, quello che aveva davanti ora era un armadio di muscoli e forza e, al contrario di quanto si sarebbe potuto pensare, non peccava nemmeno di cervello. La fenice avrebbe riaperto gli occhi sentendo lo scricchiolare della porta, notando i movimenti della coda, indietreggiando verso la parete opposta, appiattendosi su di essa, mentre vedeva Keyla ancora in pericolo. Rimase impressionata vedendo la porta dividersi in due e poi notando finalemnte la figura intera di ciò che si erano messe ad inseguire. Un licantropo di qualche genere, era evidente di cosa si trattasse, seppure fosse impressionante in ogni caso avere una creatura di quella stazza a così poca distanza da sè. Fenny lo avrebbe fissato, con un misto di paura ed odio, mentre a tratti portava lo sguardo sulla compagna, costantemente preoccupata della sua incolumità. Non si sarebbe opposta alla presa sul mento, seppure la voglia di sputargli in faccia fosse tremendamente tanta. Ma l'unghia appuntita di Seiichi sul ventre di Keyla la fece restare buona, seppure lo sguardo fosse ancora quello di una creatura pronta a combattere. Avrebbe cercato di fare un passo avanti, come a voler sfidare il licantropo, aprendo poi la bocca.
    Dimmi cosa vuoi che faccia allora e finiamola velocemente!
    La livrea color vermiglio di Fenny copriva gran parte del corpo della donna, lasciando scoperte solo alcuni punti precisi. Non portava alcuna abito, quindi a tutti gli effetti sia lei che Seiichi erano praticamente nudi uno davanti all'altra, fatto salvo forse per i pantaloni di Seiichi, sempre se non fossero esplosi per il cambio di stazza. Fenny sapeva bene cosa stava ricercando l'altro, voleva divertirsi, era evidente, toccarla, farla sua. Lo avrebbe assecondato, sperando di sbrigarsela il prima possibile, così da portare via Keyla, sana e salva. Quella era la sua prima ed unica priorità. Non voleva che arrivassero altri tipi loschi, per questo non avrebbe minimamente urlato o fiatato. Finchè la concentrazione era riversata su di lei non vi erano problemi. Vista la vicinanza tra i due, il licantropo, se avesse abbassato leggermente lo sguardo, avrebbe potuto vedere le forme complete e piene dei seni della fenice, coperti solo nella parte inferiore ed anteriore di piumaggio, lasciando invece scoperta la parte superiore. Un colpo di ali avrebbe sollevato una leggera brezza nel corridoio, mentre ora Fenny restava immobile, attendendo una reazione dal lupo. Aveva ciò che voleva.
     
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    Era sempre stato particolarmente debole nei confronti della parte buona della società. Gli eroi, il bene, 'fare la cosa giusta'. Tutti concetti, idee e ideali che segretamente sperava avessero successo. Sperava, perché il suo cinismo lo aveva portato a vedere il mondo per quello che era. I recenti eventi, però... stavano smorzando anche l'ultima fiamma di fiducia che gli era rimasta. Prima, una fantomatica 'eroina' lo aveva assalito dopo essere stato accusato ingiustamente, fuggendo poi davanti le proprie responsabilità, ed ora? Ora aveva davanti una coppia di ragazze che lo avevano pedinato, e che avevano risposto alla sua domanda riguardo chi fossero solo con altra violenza, nonostante si fosse limitato a tentare di immobilizzarle. Aveva pensato che fossero delle assassine, ma erano fin troppo inesperte, e soprattutto dopo averne catturata una, l'altra si era offerta volutamente in sacrificio pur di proteggerla. Non riusciva a crederci: altre vigilanti? Non voleva crederci, ma l'idea lo colpì d'improvviso, e con essa una rabbia che prese ad attraversargli tutto il corpo, un'incazzatura che alla fenice davanti a lui sarebbe potuta sembrare infondata, visto come si era arresa e stava obbedendo. Una furia che, purtroppo per lei, aumentò solamente non appena lo incitò a sbrigarsi, il colpo d'ali di lei muovendo a stento il pelo del mannaro che invece non indietreggiò neppure d'un millimetro.
    "'Finiamola velocemente?'..."
    La scelta di avvicinarsi a lui per andargli, quasi letteralmente, sotto il muso, fu una decisamente audace, ma una di cui si sarebbe pentita. Pervaso da un impeto improvviso di pura violenza il licantropo non avrebbe cercato neppure di trattenersi, la mano che era sotto il mento di Fenny abbassandosi con una rapidità disumana per afferrarla al collo e sbatterla rudemente contro la parete dietro di lei, alzandola dal terreno impedendole persino di arrivarci con i piedi. La stretta su di esso sarebbe stata ferrea, ma permetteva a quel poco di aria di passare per permetterle di respirare a stento. Gli occhi verdi del lupo si accesero come se un incendio fosse scoppiato al loro interno, mentre la sua energia prendeva a divampare dal corpo come una forte corrente che tentava di far naufragare le imbarcazioni in mare.
    "Ti piacerebbe, eh? Prima fate la cazzata, poi ve ne pentite e volete evitare le conseguenze, non è così?! Vuoi che finisca tutto il più velocemente possibile... così puoi dimenticartene, mettertelo alle spalle e andare avanti, vero? Facendo finta che non sia mai successo nulla! Beh, non succederà. Oh, no. Ti darò una lezione che non potrai dimenticare."
    Si stava rivolgendo a lei, il suo odio era diretto a lei, i suoi occhi, la sua attenzione. Proprio quando avrebbe potuto pensare di tirare almeno un figurativo sospiro di sollievo, però, con uno sguardo pieno di disprezzo fisso su di lei, lentamente la mano del mannaro libera e vicina al petto di Keyla si sarebbe fatta ancora più vicina, raggiungendo con l'artiglio dell'indice la pelle della ragazza, perforando il tessuto dei suoi vestiti come se fossero burro contro una lama incandescente. Lentamente quella lama ferale avrebbe preso a scendere, partendo da poco sotto il seno della giovane e lacerando le carni e ciò che indossava, aprendo i vestiti e rivelando il taglio sofferto dalla rossa. Una ferita poco profonda, ma sanguinante senza dubbio. Per tutto il procedimento la forza che avrebbe imposto sulla stretta al collo di Fenny sarebbe stata ancora più opprimente, assicurandosi di impedirle di agire in alcun modo, persino di gridare - limitandola piuttosto a solo poter guardare mentre lui danneggiava ciò a cui più teneva. Avvertendo l'odore del sangue, un brivido di piacere lo avrebbe attraversato che lo costrinse a scuotersi anche solo di un poco per scacciarlo, portando poi l'artiglio impregnato dal liquido vermiglio di quella ragazza al proprio muso per gustare quel nettare che ormai sempre più raramente poteva saggiare.
    "Imparerai che ogni azione ha una conseguenza, e visto che sembri così decisa a fare la 'tipa tosta', allora a soffrirne sarà la tua amica... e ora ricominciamo. Lentamente."
    Con un violento strattone avrebbe scagliato Fenny per terra a suo lato, in direzione di quella stanza illuminata il cui ingresso si poneva al lato del corridoio, verso la fine di esso. Mettendosi a braccia conserte, la guardava con odio dall'alto verso il basso.
    "Alzati. E non voglio sentire uscire dalla tua bocca neppure una frase che non inizi o finisca con padrone. Intesi, pennuta?"
    Prima gli aveva offerto in bella vista i suoi seni prosperosi, il suo corpo, una visione che normalmente sarebbe stata abbastanza per ottenere l'attenzione e il favore del lupo abbastanza da grossomodo placarlo... ma la fenice aveva dimostrato coraggio. Il tipo di coraggio che però il lupo odiava: quello superficiale, quello spavaldo tipico dei ragazzini, ma in quel caso ragazzine, che in modo immaturo si atteggiavano senza pesare le loro parole. Un'audacia che aveva già assaggiato e di cui ne aveva avuto abbastanza. Certo, Fenny non aveva per niente l'aspetto di una ragazzina, ma ciò che importava a lui, al di là del suo corpo beato che, furia o meno, avrebbe depredato al meglio, era il suo comportamento. Aveva scelto di sfidarlo, ma adesso che aveva concretizzato le sue minacce, sarebbe stata ancora capace di osare? La risposta non importava davvero: decretava meramente quanto ancora a fondo si sarebbe dovuto spingere per spezzare quella disgustosa armatura di presuntuosità. Le avrebbe fatto capire la sua posizione, in un modo o nell'altro.

     
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    Non vi era molto che Fenny potesse fare per migliorare la situazione in cui si erano cacciate. La sola idea che Keyla potesse soffrire la paralizzava sul posto, per quanto il suo spirito bruciasse dalla voglia di smembrare quel dannato licantropo da cima a fondo, senza lasciarne più nulla. Due contrapposti che di certo Seeichi non avrebbe apprezzato vista la sua reazione, prima sbattendola contro il muro e poi infierendo contro il corpo inerme della sua compagna, che mugugno leggermente mentre un rigo rosso le marchiava ora il ventre. Fenny sbarrò gli occhi, stringendo le dita artigliate delle mani, mentre si mordeva il labbro inferiore, ferendosi da sola da quanto forte premeva i denti contro la carne. Non poteva resistere davanti a quella visione di Keyla ed il pensiero di non poter fare nulla in merito la faceva arrabbiare ancora maggiormente. Avrebbe cercato di rialzarsi, tentennando leggermente, per poi osservare in volto Seiichi, abbassando poi lo sguardo, sconfitta.
    Si...padrone...
    A quanto pare Seiichi era riuscito ad ottenere ciò che voleva, senza compromettere più di tanto il suo passatempo, dato che Fenny, alla fin fine, non aveva praticamente subito alcuna lesione al corpo e, visto come sostenne la botta contro la parete, sembrava leggermente più robusta di Keyla, che ora restava penzoloni con la coda del lupo attorno al collo. Ogni tanto qualche mugugnio usciva dalle labbra di Keyla, ma la ragazza era completamente svenuta, rpiva di alcuna coscienza in quel momento. Ed anche se si fosse ripresa le sarebbe servito un po' per capire cosa stava accadendo.
    Cosa vuoi che faccia...padrone?
    Chiese delucidazioni sugli ordini, pronunciand con quanto disprezzo poteva quelle parole, sperando sempre di potersela cavare il proma possibile, facendo sfogare quella belva, anche se era palese che non si sarebbe stancata con facilità, nemmeno se si fosse impegnata sino in fondo. Inoltre Fenny non era poi così esperta in ambito sessuale, figuriamoci con approcci più violenti e meno delicati. Non sarebbe riuscita ad opporsi in ogni caso a lungo e lei lo sapeva bene. Poteva sperare solo nell'arrivo di qualcuno, di un salvatore qualunque. Ma chi mai si sarebbe addentrato in un luogo come quello con intenti positivi.
     
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    Normalmente si sarebbe pentito, anche lievemente, di quello che aveva appena fatto. Picchiare e ferire delle ragazze indifese non era nel suo solito stile, sapeva fosse sbagliato, ma non poteva mentire a sé stesso: vedere quella fierezza nello sguardo della fenice sparire gli portò più gioia di quanto mai avrebbe voluto ammettere. Sentirla chiamarlo con un titolo appropriato gli mandò un brivido lungo la schiena, ricambiando le parole colme di disprezzo di Fenny con un sorriso soddisfatto, portandole una di quelle enormi mani artigliate che aveva sulla schiena di lei, spingendola avanti con una strana delicatezza, come a volerle dimostrare che il suo odio per lui quasi era apprezzato, ma che ancor di più era appagato dalla sua obbedienza.
    "Brava, adesso ci siamo... avanti, andiamo a metterci più comodi: c'è molto da fare, e dovrai aiutarmi."
    Una minaccia forse, ma ancor di più una promessa. Sollecitandola a muoversi, mentre camminavano il lupo avrebbe fatto scivolare la propria mano verso l'alto, arrivando alla nuca di lei, afferrandole poi la parte posteriore dell'intero capo con fermezza, tenendolo fermo. Forse avrebbe dovuto far finire quell'incubo, gettarle l'amica ai piedi e permettere a quella sconosciuta di andarsene, volare via e fuggire... ma perché? Perché fare la 'cosa giusta', quando vederla impotente e tremolante lo metteva di così buon umore? Ma soprattutto, perché doveva farla lui, la 'cosa giusta'? Era ora di abbandonare quella sciocca speranza a cui si era tenuto aggrappato che il mondo non fosse la merda che credeva, era ora di accettare le cose per come stavano davvero. Tenendole il capo immobile e impedendole di girarsi mentre camminavano, con la mano libera il mannaro perquisì la giovane svenuta, cercandole addosso un cellulare o un portafogli che potesse identificare chi fosse. Per quanto chiaramente 'speciali' visto il loro aspetto e la resistenza dimostrata dalla pennuta, inesperte com'erano con un po' di fortuna non avevano ancora neppure appreso le basi dell'arte magica per richiamare a sé oggetti.
    "Che ne dici, intanto, di dirmi chi siete e cosa volevate da me?"
    Almeno per ora, a giudicare dalla voce, Seiichi sembrava essersi calmato. Tenendola davanti a sé, spingendola e con nel palmo della sua mano buona parte del suo teschio, Fenny non avrebbe avuto modo di vedere cosa stava accadendo dietro di lei, ma era chiaro dal rovistare che stava toccando la sua compagna. Non avrebbe sentito lacerazioni, strappi o altro tuttavia, ma anzi uno strusciare al massimo della mano del mannaro contro i vestiti di Keyla. Avrebbe potuto pensare male, certo, ma valeva la pena ribellarsi ancora rischiando di incattivirlo di nuovo? Avrebbe avuto il coraggio di mentirgli? Fenny doveva ponderare bene le sue scelte: non era più lei quella a rischio ma la sua adorata partner, ogni errore o sgarro si sarebbe riversato su di lei. E proprio mentre affrontava ancora quel timore, finalmente sarebbero arrivati davanti l'ingresso di quella mistica stanza. Ben illuminata e anche fin troppo 'normale' se si ignorava la sfarzosità, ma un telo bianco sembrava nascondere una buona metà di essa, e vista la situazione, Fenny avrebbe fatto bene ad aspettarsi il peggio. Come se fosse uno scherzo del destino, solamente adesso la fenice si sarebbe sentita avvolgere sempre più da quello stesso manto oscuro che ricopriva il suo aguzzino, un'abbraccio caloroso, ma soffocante, un'energia opprimente che prometteva di distruggere tutta la sua tenacia rimasta e mettere a dura prova la sua risolutezza, già da subito tentando di invaderla. In che modo ancora non poteva saperlo, ma una cosa era certa: una minima debolezza e quel potere l'avrebbe totalmente corrotta.

     
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  12. Thrasir
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    La presa del licantropo sulla propria testa era decisamente fastidiosa oltre che opprimente. Il sentire poi il suo frugare sui vestiti di Keyla non faceva altro che incrementare l'enorme nervosismo che Fenny aveva in corpo, tanto che entrambe le mani si sarebbero stretta a pugno, serrando gli artigli tanto forte che uno di essi avrebbe penetrato la carne del palmo, provocando un leggera fuoriuscita di liquido scarlatto. Voleva vedere dove stava mettendo le mani, se per caso si tava azzardando a non mantenere la parola, cosa che alla fine poteva anche non fare visto il suo completo dominio in quella situazione. Rovistando sul corpo di Keyla, che mugugnava infastidita quando veniva smossa con troppa veemenza, il lupo avrebbe trovato solo un cellulare. Le due, ben conscie di quello che stavano andando a fare, avevano lasciato ogni possibile riferimento della propria identità a casa. Non volevano essere riconosciute o individuate e per quello si portavano dietro il minimo indispensabile. Quando entrarono nella stanza, la fenice già stava immaginando con la propria mente cosa avrebbe dovuto sopportare, avendo leggere visioni di quello che sarebbe potuto accadere dentro quelle quattro mura. E ciò che stava pensando non era affatto piacevole. Il corpo si sarebbe irrigidito, mentre avrebbe istintivamente rallentato il passo, studiando ogni anfratto di quella camera, restando per alcuni istanti a fissare la parte nascosta, ancora più preoccupata. Quando sentì la domanda non ebbe problemi a rispondere ne a dire il perchè fossero lì.
    Eravamo venute a cercare qualcuno a cui fare il culo. Sappiamo bene che qui dentro bazzicano tipi abbastanza loschi e volevamo usarne uno come allenamento. E a quanto sembra non avevamo sbagliato sull'obiettivo...padrone.
    Il tono era decisamente irritato e scontroso, ma ad un tratto Fenny sentì un qualcosa che per un semplice istante le fece quasi avere un mancamento. Una sorta di forza che la faceva sentire pesante e diversa, come se quella mano sulla propria testa avesse tutt'altra funzione da quella di non farle vedere Keyla. Avrebbe cercato di mantenere la lucidità necessaria per non farsi soprendere dal licantropo, che sicuramente stava tramando qualcosa, ma quella presenza opprimente era veramente difficile da tenere a bada. Le mani si sarebbero lentamente aperte ed il corpo avrebbe preso a formare lungo tutta la pelle delle piccolissime goccioline di sudore. Non sapeva nemmeno lei cose le stava succedendo, ma era confusa e si sentiva decisamente fuori di sè. COsa le stava facendo?
     
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    Piegò il muso in una smorfia contrariata non appena si accorse che, a discapito delle proprie supposizioni, la giovane svenuta non aveva su di sé null'altro che un cellulare, completamente priva pertanto di qualsiasi modo per risalire alla sua identità. Sebbene la fortuna non fosse stata dalla sua quella volta, però, non si perse comunque d'animo, deciso a scoprire chi fossero. Mentre la fenice parlava rispondendo solo parzialmente alla sua domanda, lui sfruttava la mano libera per operare con il cellulare dell'altra: fu sul punto di tentare d'accedervi quando arrivarono alla stanza, ma non appena la vide tirò un sospiro scuotendo la testa, decidendo piuttosto di concentrarsi sul momento.
    "Hai un bel coraggio a farmi la predica, considerando che siete delle sconosciute senza alcun tipo di identificazione, e hai appena ammesso di avermi pedinato con l'intenzione di 'usarmi come allenamento'... potrei chiamare la polizia per farvi arrestare e sarei io ad essere nel giusto."
    Loro erano senza alcun tipo di documento, malridotte certo ma non in fin di vita, e all'interno di un luogo che sapevano essere popolato da 'tipi loschi' come li avevano definiti. Individui che di certo non avrebbero esitato nel darsi man forte, sia esso per il giusto prezzo oppure altri motivi. La loro scelta aveva impedito al lupo di scoprire la loro identità, ma anche tale mossa aveva le sue debolezze, e l'uomo non aveva perso tempo nel farle presente. Lussi simili erano qualcosa che si poteva permettere qualcuno di direttamente collegato alla legge, non di certo delle ragazzine, e per il licantropo ormai era palese il fatto che entrambe non avessero esperienza in quel campo. Nonostante la fenice avesse cercato di rallentare il passo lui l'avrebbe spronata a farsi ancora avanti, fermando la loro avanzata solo quando si sarebbero ritrovati vicino alla poltrona posta poco dopo l'ingresso. Rafforzando la presa sulla testa della presunta vigilante, si sarebbe avvicinato a lei da dietro premendo il proprio corpo contro il suo, ponendo a contatto il manto nero di pelo che circondava la sua figura mannara con quella calda d'ella, guardandola dall'alto verso il basso, sovrastandola sorridente e compiaciuto.
    "Guarda guarda... mi sono sbagliato. Non vuoi finirla velocemente, volevi solo sbrigarti a venire al sodo. Heh, che uccellino pervertito."
    Abbandonando ogni tipo di ulteriore discorso incriminante o filosofico, il licantropo si sarebbe lasciato andare alla fantasia, portando con la coda Keyla sulla poltrona e adagiandola su di essa, seduta, al contempo lasciandovi cadere il cellulare. Liberata anche l'altra mano, l'avrebbe subito rimessa all'opera portandola sopra la spalla destra di Fenny, facendola poi scivolare lentamente lungo il suo petto, bagnandosi in quelle goccioline di sudore che cospargevano il suo corpo, il suo braccio gonfio e possente passando in mezzo ai suoi seni voluttuosi carezzandoli con la morbida pelliccia, fermandosi poco sopra la sua femminilità, la grossa mano poggiata sotto il ventre. La mano che prima la opprimeva stringendola al capo si portò al suo mento, spostandolo verso sinistra in direzione della sua amica, certo che volesse vedere come stava, avendo ormai capito quanto fosse affezionata a lei. Le sue dita erano gentili nonostante gli artigli affilati come rasoi, e a malincuore Fenny si sarebbe accorta che non era la mano del lupo a farle quello strano effetto che la stava invadendo, ma il suo intero corpo. Adesso che erano a stretto contatto, l'oscurità che inabitava il corpo di Seiichi avrebbe preso ad avvolgerla con ancora più insistenza, cercando di infiltrarsi nei suoi circuiti energetici, come un potente afrodisiaco rendendola ancora più sensibile e riscaldandola come il fuoco ardente di un falò acceso.
    "Non mi hai ancora detto il tuo nome, uccellino... avanti, non farmi fare la parte del cattivo. A discapito di quel che tu possa credere, non piace neanche a me."
    Sussurrandole con una voce ora non più apertamente ostile bensì pacata e maliziosa, quasi come a volerla rassicurare, la fenice sarebbe riuscita a percepire persino il respiro bollente del mannaro sfiorarle il collo, il suo muso poco distante dall'orecchio, mentre le dita sul suo mento lo sfioravano, carezzandolo quasi, prima di risalire per arrivarle alla guancia e soffermarsi lì, senza ancora costringersi su di lei né ancora attaccare le sue zone più intime, piuttosto spingendola verso di sé, premendola contro quel fisico che, sebbene coperto da quel folto velo nero, vantava senza nasconderlo e anzi molto prepotentemente una muscolatura degna dei più possenti degli adoni, forse anche più; gli addominali e i pettorali robusti e perfettamente scolpiti percepibili anche attraverso la sua schiena.
    "So benissimo cosa ho fatto, ma la situazione non deve per forza peggiorare. Fa' la brava, e rimedierai a un errore riuscendo a guadagnare un'esperienza non per forza spiacevole. Alla fine di tutto, tu e la tua amica potrete andarvene e non vi sarà successo nulla. Non mi ritengo uno stinco di santo... ma saresti davvero disposta a odiarmi più di quanto tu tenga a lei, solo per essermi difeso?"
    Nella voce del licantropo non vi era esitazione, quelle parole erano pronunciate con chiarezza senza pensarci, pronunciate così come gli venivano in mente, chiaramente molto più preso dall'esplorare con lo sguardo, l'odore e il tatto il corpo splendido di Fenny che sino a quel momento aveva fin troppo ignorato. Possessiva, anche la coda del lupo avrebbe preso ad avvinghiarsi attorno la gamba sinistra della giovane, risalendo lungo di essa fino a raggiungerle la coscia, stringendola con abbastanza forza da farsi percepire ma non tanta da rendersi dolorosa. A discapito di tutto, nonostante la frizione iniziale e i loro scontri, Seiichi rimaneva comunque un gentiluomo, e poteva vedere nella protettività della fenice una tenacia che non doveva per forza essere motivo di conflitto fra i loro interessi. Dopotutto, sembrava davvero volerla.

     
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  14. Thrasir
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    Inutile dire che opporsi alla spinta del lupo era praticamente impossibile e Fenny si ritrovò quindi in quella stanza, a fianco di un divanetto sul quale venne appoggiato il corpo inerme di Keyla, insieme al suo cellulare, evidentemente trafugato dal suo corpo mentre non poteva vedere. La fenice era furiosa, non faceva altro che pensare a come avrebbe potuto svicolare da quella situazione, ma più ci pensava, più il sudore del suo corpo aumentava, come afarle capire che anche solo provarci sarebbe stata una pazzia. Quando sentì la mano del licantropo che le accarezzava il corpo, mentre le mostrava la povera compagna ancora intenta a recuperare i sensi, strinse i denti, tentando in tutti i modi di controllarsi dal girarsi e schiaffeggiare Seiichi. La voglia era tanta, ma non poteva fare nulla. Inoltre, quella presenza oscura, quando venne premuta contro l'intero corpo del lupo, aumentò di colpo, facendo spalancare gli occhi di Fenny. I muscoli sembrava rilassarsi contro la volontà della fenice, facendola inclinare leggermente in avanti e portando quindi le natiche a strusciarsi contro le parti basse del lupo. Avrebbe inoltre stretto le gambe, come se qualcosa si stessemuovendo dentro di lei, in ogni punto del suo corpo, provocandole un fastidio allo stesso tempo irresistibile. Non sapeva nemmeno lei cosa le stava succedendo. Leggermente arrossata in volto avrebbe pronunciato alcune parole, per tentare di rispondere alle domande chieste.
    N-no, non voglio venire al sodo, voglio solo a-andarmene con lei...i-il mio nome è F-Fenny...
    Sembrava quasi ubriaca da come si comportava in quel momento e la cosa non faceva che peggiorare mano a mano che il contatto con il lupo persisteva ed aumentava nella sua superficie. Fenny tentò in tutti i modi di frenare la salita della coda sulla coscia sinistra, ma le gambe non rispondeva e la fecero passare, provocandole un leggero tremolio. Nonostante la situazione la fenice pensava ancora a Keyla ed alla sua incolumità e avrebbe cercato di osservarla ancora dopo aver sentito le parole di Seiichi, che di certo volevan farla cedere, rendendo le cose più facili sicuramente per lui.
    Q-qualunque cosa tu farai sarà spiacevole...q-quindi non raccontarmi balle...il f-fatto che ti odi non potrà m-mai cambiare, stanne certo...che c-cosa mi stai facendo?!
    La mano sinistra avrebbe cercato di mettersi sopra quella del lupo, che le corpiva il ventre, come a tentare di tenerla ferma in modo che non si muovesse da lì. La forza della fenice però, in quel momento, era praticamente nulla, e non avrebbe comunque avuto successo nell'opporsi. Il piumaggio lungo tutto il corpo di Fenny si sarebbe leggermente acceso nelle colorazioni, come se lo stato in cui si trovava avesse influenzato qualcosa nel suo corpo. I capezzoli dei seni, ancora nascosti dalle piume, si sarebbe leggermente induriti, mentre le pupille iniziavano a dilatarsi mano a mano che l'effetto afrodisiaco faceva il suo effetto. Ben presto Fenny si sarebbe concentrata sulla muscolatura e sul corpo che le stava premendo sulla schiena, ignorando praticamente tutto ciò che c'era nella stanza, a parte Keyla. Si sarebbe rimessa in una posizione più eretta, spalmandosi contro il corpo di Seiichi, lasciandosi sorreggere da lui, mentre piegava il volto ad osservare la sua compagna ancora una volta, prima di alzare lo sguardo sul lupo.
    C-cosa...mi stai...f-facendo?
     
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    Aaaaah, eccola di nuovo apparire: quella parte tanto ribelle, tanto impertinente che riemergeva allo scoperto nella fenice, provocata forse troppo dalle parole e gesta di Seiichi. Questa volta, però, non risoluta come precedentemente. La voce della ragazza tremava, era affannata, e per quanto potesse sforzarsi di sembrare ancora irremovibile, il lupo poteva sentirla strusciarsi contro di lui, la sua virilità non tardando a farsi presente alle splendide forme della giovane. La sua erezione si palesò solo ora in modo prorompente, infilandosi prepotentemente fra le sue natiche come una bastone ardente dalla grandezza che rispecchiava fedelmente l'imponenza del padrone. Enorme, turgido e pulsante, di umano quell'affare non aveva nulla, neppure la forma, quest'ultima piuttosto rassomigliante quella di un canide, avente alla base un nodo rigonfio che dava l'idea di potersi solamente ingrossare. Dal colore di un verde molto acceso e quasi brillante, senza troppi complimenti il licantropo si assicurò di far percepire tutta la lunghezza della sua asta a Fenny, che premuta contro di lui avrebbe potuto avvertire nitidamente quella mostruosità risalirle lungo la schiena, ostentando ulteriormente la loro differenza di stazza. Probabilmente il colpo più duro sarebbe stato che, nonostante quella situazione e posizione decisamente molto invadente, quella sensazione di calore che la pervadeva e ormai totalmente possedeva non avrebbe accennato a svanire ma anzi, a contatto con quell'affare si sarebbe accentuata ancor di più, martellandole la mente con una lasciva tentazione che le avrebbe fatto percepire ogni sua singola pulsazione.
    "Ah, ah, ah. Fenny... ti sei già scordata le regole? Non mi sembra il modo di rivolgersi al tuo padrone."
    Alzando il suo sguardo, la fenice non avrebbe trovato risposta, ma piuttosto incontrato il muso sorridente di Seiichi, che poi avrebbe sfruttato la mano per di nuovo portare Fenny a posare i suoi occhi su Keyla, certo che la ragazza sapesse perfettamente cosa comportasse quella sua infrazione. Mentre di certo stordita e confusa com'era sarebbe stata interdetta da ciò che stava per accadere, il mannaro ne avrebbe approfittato per diabolicamente intrappolare la mano di lei che ella aveva messo sopra la propria sul suo ventre, effettivamente scambiando le loro posizioni.
    "Ti fai comandare dall'odio, uccellino. Convinta che io 'ti stia facendo qualcosa', per giunta! Sei disposta a tutto pur di denigrarmi, persino rinnegare la tua amica e i tuoi stessi istinti... è un peccato. Volevo cercare una via pacifica, ma non vuoi proprio saperne."
    E mentre pronunciava quelle parole con un tono di profondo rammarico, come se davvero l'atteggiamento estremamente ostile della fenice lo avesse ferito, a malincuore avrebbe preso a 'liberare' la gamba della giovane dalla presa della sua coda, lentamente. Altrettanto pacatamente avrebbe preso a farle scivolare la mano sul ventre verso il basso con la propria, in un silenzioso invito perverso ad avvicinarsi di più alla sua intimità, mentre però incessantemente la premeva con insistenza contro di lui, chiaramente voglioso più che mai di averla, senza darle modo di distogliere tuttavia lo sguardo da Keyla. Quell'enorme membro che veniva schiacciato dai loro corpi tuttavia sembrava totalmente fuori posto, e così come lui, Fenny stessa avrebbe potuto sentire un certo fastidio venirle comunicato da quelle tenebre che la ammantavano, nel sentirlo frapporsi fra lei e il morbido manto del lupo che copriva i suoi muscoli d'acciaio. Nonostante le sensazioni del suo corpo, tuttavia, e nonostante lo stato della sua amica, era ovvio che rimaneva sempre lei, la sua mente, a comando di ciò che doveva avvenire, ad avere una scelta. Una scelta che a giudicare dalla lentezza di quel lupo altrimenti fin troppo veloce, aveva ancora tempo di correggere... se lo desiderava, chiaramente.

     
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34 replies since 3/9/2019, 21:46   634 views
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