Fioritura infernale

x Hina&Amy

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    Appena Vladimir si mosse verso i due fanciulli, proprio mentre si stringevano i mignoli per scambiarsi quella promessa solenne, si voltarono verso di lei, guardandola sorpresi e curiosi.
    I fratelli devono andare sempre d'accordo signorina, se non lo fanno i genitori piangono, e piangono anche gli altri parenti. Non è onorevole litigare tra fratelli.
    I giovani sciolsero la loro presa, alzandosi e voltandosi verso Vladimir. Potevano vederla e parlare con lei, quindi non era semplicemente un ricordo, era qualcosa di molto più profondo, qualcosa che Thresh aveva deciso di mostrarle e che in parte, lei lo aveva costretto a farlo dopotutto.
    E i fratelli non sono solo di sangue. Anche quelli che hanno condiviso con te gioie, dolori, sacrifici e successi, sono tuoi fratelli. Anzi i legami che non nascono dal sangue sono più duri dell'acciaio... per questo fanno così male quando si spezzano.
    A quel punto i fratelli sollevarono le mani: quello con la treccia la sinistra, quello col ciuffo la destra. Le mani si fecero nere, gradualmente, fino a cristallizzarsi. La pelle si infranse lasciando solo delle mani scheletriche mentre i frammenti creavano come delle corde brillanti tra di loro. Ma non erano compatibili, più quelle corde cercavano di unirsi, più diventava evidente che mancava qualcosa un pezzo del puzzle. Alle spalle dei fratelli si aprirono due ali, opposte alle braccia: un'ala su uno, e un'ala sull'altro. Ali scheletriche ricoperte di pelle nera cristallizzata. non erano ali che appartenevano a qualsiasi tipo di animale, avevano delle ossa che scendevano dall'osso principale, otto in tutto, ed erano tutte spezzate in modo violento, come se qualcuno le avesse tirate via. Gli occhi dei fratelli si fecero neri come l'oscurità più profonda e le pupille divennero rosse sanguigne.
    Sei qui per ridarci ciò che abbiamo perso, signorina?
    Rachel rimase per le sue a guardare la scena senza dire niente. Il simbolo sul quadro però suscitò la sua curiosità e in un primo momento Rex si svoltò verso di lei come se non volesse risponderle, continuando a piegarlo fino a farlo sparire nella sua giacca. Tuttavia, quando fu tutto in ordine, decise che forse qualcosina poteva dargliela.
    La famiglia di Thestalos aveva un nome... Gran Caida. Dio mi fulmini se so quello che significa, ma mi diverte l'idea di suscitare la tua curiosità così da strapparti l'informazione quando avrai fatto tu tutta la fatica.
    Sistemati giacca e cravatta, Rex indicò qualcosa alle spalle di Rachel, apparentemente nulla visto che il corridoio era vuoto.
    Ci salutiamo qui. Tu vai di là. La prossima volta che ci vediamo spero con tutto il cuore di poterti uccidere con le mie mani. Ma se scoprirò che ti ha già ucciso mio fratello ballerò comunque volentieri sulla tua tomba.
    Detto questo, Rex le diede le spalle senza il minimo rispetto, incamminandosi verso un corridoio dalla quale probabilmente era venuto. L'invito a prendere strade diverse non era casuale e anche piuttosto simile ad una minaccia. Probabilmente Rachel non sarebbe riuscita a spillargli nessun'altra informazione a quel punto e provando a fermarlo non ci sarebbe riuscita di sicuro. Per sua fortuna, non molto dopo sarebbe arrivato anche Iwan che finalmente era riuscito a raggiungerla. Non era affannato né sembrava allarmato, tuttavia Rachel poteva percepire provenire da lui un'enorme quantità di nervi. Difficilmente lo aveva percepito tanto tediato se non quando Vladimir lo faceva uscire di testa.
    Ho sentito l'energia di Rex, visto che Caius è nei paraggi starsene divisi potrebbe essere una brutta idea.
    Non sapendo cos'era successo, Iwan osservò confuso la cornice rotta a terra e si voltò verso Rachel nella speranza di sentire una vaga spiegazione.
     
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    Rex si voltò verso di lei e per Rachel fu un vero peccato non poter vedere l'espressione del suo volto, avrebbe potuto intuire cosa stesse pensando, ma la maschera che indossava glielo impediva. Dopo una pausa l'uomo le diede un indizio parlando di Thestalos e della sua famiglia. Rachel lo guardò scettica non capendo che razza di informazione doveva essere quella. Era la risposta alla sua domanda oppure aveva cambiato totalmente discorso? Stava per chiederglielo ma sentirgli dire che voleva far fare tutta la fatica a lei per scoprire cosa significassero quelle due parole tornò a guardarlo contrariata ed anche un tantino sospresa: non lo faceva così dispettoso ed infantile dopo averci combattuto. I due fratelli Rexmundi erano davvero dei personaggi curiosi. Avrebbe voluto chiedergli altro, ma Rachel intuì che non era il caso di rimanere lì per continuare a chiacchierare ancora, infondo era stato appena rubato un ritratto ed era meglio allontanarsi al più presto da lì per non finire indiziata. Di nuovo le si gonfiò una vena sulla fronte al sentire l'augurio di Rex: non lo sopportava.
    Il sentimento è ricambiato: spero anche io di poter divorare il tuo cuore la prossima volta che ci incontreremo. ghignò divertita prima di allontanarsi anche lei in modo del tutto irrispettoso nei confronti di Rex. Tornando verso la sala da ballo incrociò Iwan che sembrò particolarmente teso, la informò che aveva sentito l'energia di Rex ed a quanto pare era andato a cercarla preoccupato.
    Sì le tue sensazioni non erano sbagliate ci siamo salutati poco fa. Abbiamo avuto una interessante conversazione, ed ho carpito importanti informazioni. Però allontaniamoci, ho la senazione che fra poco ci sarà un poco di confusione. gli disse per poi mettersi a braccetto con lui così da sembrare una semplice coppietta che si stava divertendo a guardare le opere.
    E' altamente probabile che Caius si innervosirà parecchio. affermò ghignando divertita all'idea che dopotutto il dispetto di Rex poteva divertire anche lei.
     
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    Aveva ragione! Poteva interagire con loro, era sicuramente un estratto di coscienza del professore, molto più potente e prezioso di un semplice ricordo. Ovviamente poter scavare nella sua mente e ricordare ogni cosa sarebbe stato molto più semplice ma evidentemente non era così facile profanare i ricordi del professore, specialmente in quello stato dove il suo potere non era al meglio. Tuttavia ogni occasione era preziosa e fare le domande giuste in situazioni simili significava ottenere comunque una notevole vittoria. Ma prima che potesse pensare ad una buona domanda da avanzare, i fratelli la incalzarono spiegandole perché il loro legame era importante e come in realtà tutti i legami fossero importanti. Vladimir rimase in silenzio a quel punto, domandandosi dove volessero arrivare, poi qualcosa di inaspettato successe: il subconscio prese il sopravvento sul ricordo e i corpi dei bambini divennero mutilati, o come volevano suggerire loro... incompleti. Cosa avevano perduto? Cosa gli era stato sottratto? Lo avevano perso... oppure gli era stato rubato? Per qualche motivo, Vladimir sentì una strana sensazione addosso, una sorta di timore. Non quello che ti spinge ad indietreggiare e fuggire rinnegando ciò che hai visto, era più la saggia sensazione di dover assolutamente ricordare quanto mortale fosse la propria esistenza, impugnandola però saldamente per poter andare fino in fondo a quella storia. Doveva fare la domanda giusta ma soprattutto doveva fare la cosa giusta...
    Si, i legami sono importanti, ma io non...
    No, stava per cascarci! Non doveva respingere quel subconscio terrificante, doveva accoglierlo... doveva affrontarlo, anche se significava mentire, osare più di quanto fosse disposta a scommettere. In fondo non sarebbe stata una degna Unica Mente, altrimenti. Ritrovò la quiete e abbozzò un sorriso piuttosto spontaneo. Poi si avvicinò ai ragazzi, portando le mani sui loro capi, carezzandoli e avvicinando a sé i loro volti per non respingerli ma piuttosto accoglierli.
    Si... riprendetevi quello che è vostro.
    Avrebbe tentato di abbracciarli, piegandosi in avanti e inginocchiandosi se fosse stato necessario. Doveva accogliere quel ricordo, assaporarlo e sentire distintamente cosa volesse comunicarle. Era qualcosa di talmente importante da venire radicato direttamente nell'infanzia del professore. Se non osava in quell'occasione, non lo avrebbe fatto mai più.
     
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    Appena Vladimir invitò i due bambini a riprendersi ciò che era loro, pur non avendo nessuna idea di cosa volessero, lo scenario cambiò profondamente: la distesa di erba divenne un'immensa montagna di ghiaccio, frastagliata e composta da immense punte che si perdevano a vista d'occhio. La montagna si rivelò essere la bocca di una creatura immensa che si chiuse, intrappolando al suo interno Vladimir e i due bambini, oltre che dei lunghi pilastri di ghiaccio neri come la pece ma lucidi come l'ossidiana. All'interno di quei cilindri c'erano tantissime figure umanoidi: uomini, donne, creature particolari, ma soprattutto tantissimi bambini, alcuni addirittura feti umani. Ognuna di quelle figure nere era caratterizzata da dei piccoli occhi bianchi che, tuttavia, sembravano vive. I ragazzi ai piedi di Vladimir diventarono figure nere come loro, simili a tenue fiamme, ricordavano molto l'energia ombrosa e diabolica del Juinjutsu. Poi una voce riecheggiò in quel ghiaccio, fredda e distante come il Cocito.

    Quante anime sei disposto a divorare pur di raggiungere il tuo obbiettivo?


    Improvvisamente le figure nei cilindri sprofondarono: i loro occhi si spensero, iniziarono a consumarsi e vennero assorbiti. L'oscurità prese il sopravvento e l'immensità di un cielo buio, privo di qualsiasi luce, un universo privo di stelle con al centro unicamente una figura: la luna. La luna si accese di tenebra fino a scomparire avvolta da fiamme nere. Ogni singola anima che alimentò quella fiamma venne poi chiusa all'interno di numerose bare, Vladimir si rese conto che quelle bare apparivano enormi da lontano ma più si avvicinavano a lei, più si rimpicciolivano fino a diventare grandi come unghie più o meno... ma erano tante, tantissime. Così tante da iniziare a sostituire le labbra, le dita, i capelli della donna, come se il suo corpo diventasse fatto di bare. Appena quelle figure presero il sopravvento su Vladimir, i due infanti iniziarono a crescere fino a trasformarsi in ombre mostruose che rapidamente si avventarono su di lei, bramosi di divorare il suo corpo fatto di bare oscure, tenendola per gli arti come se dovessero strapparglieli via improvvisamente e azzannarla con quelle fauci oscure.

    PENSI DI POTERLE PORTARE VIA?! NON PUOI FARLO!!!
    PENSI DI POTERLE PORTARE VIA?! NON PUOI FARLO!!!


    Le voci degli infatti divennero possenti e mostruose, ma appena le bare che componevano il corpo di Vladimir si aprirono, una tenebra brillante li eclissò, respingendoli e consumandoli fino a sparire. Dopodiché tutta quell'oscurità venne rinchiusa dentro di lei. Una calma profonda la colse nel petto, come se finalmente avesse trovato la quiete. Ma poi, di nuovo il caos. Non un caos distruttivo o chiassoso, un caos lento, buio come qualcosa che si muove lentamente nelle tenebre. Un caos strisciante che lambisce la preda pazientemente, ben consapevole di essere pronto e ricevere quel che gli spetta.
    E' tutto nelle tue mani ora, figlio mio... fai la tua scelta.
    L'oscurità divenne assordante, fino ad annullare perfino il rumore dei pensieri. Vladimir si stava perdendo in un ricordo molto più grande ed immenso di quanto non potesse sopportare.
    Nello stesso momento, Iwan e Rachel si ricongiunsero e il rosso offrì immediatamente il suo braccio a lei per trasformarsi nel perfetto accompagnatore, anche se farsi vedere troppo in giro accompagnato da lei ora che si era rivelato a Caius poteva diventare rischioso. Abilmente, decise di cambiare maschera assumendone una più anonima, che si limitava nascondergli occhi di un nero e bianco, mentre i vestiti assumevano un tono meno cupo e più carnevalesco.

    Puoi scommetterci. Ho dovuto parlare con lui in prima persona e non sono riuscito a strappargli niente, anzi era da molto tempo che non mi sentivo come se dovessi lottare per la mia vita.
    Prima di chiedere a Rachel spiegazioni decise di iniziare per primo visto che non c'era molto da dire.
    Caius sa che Nyarlathotep potrebbe essergli utile nell'immediato futuro e non è privo di dubbi a proposito di Traesto e dei suoi protetti Watchmen. Prima di fare la nostra mossa più rischiosa farei in modo che quei ficcanaso non si aggiungano alla lista degli imprevisti.
    Detto questo passò la parola a Rachel nella speranza che gli desse notizie migliori, il tutto mentre tornavano alla sala da ballo nella speranza che Vladimir non l'avesse trasformata in un banchetto, o peggio, un'orgia.
     
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    Iwan cambiò l'aspetto del suo vestiario e della sua maschera facendo impensierire Rachel che aggrottò la fronte perplessa mentre lo faceva. Poco dopo spiegò che aveva avuto un incontro ravvicinato con Caius, spiegandole rapidamente che aveva instaurato in lui il seme del dubbio riguardo i Watchmen, dando anche l'informazione che riguardava Nyarlatoteph. A quanto pare anche Iwan aveva avuto un incontro fruttuoso e si ritrovò a ghignare soddisfatta. Non pensava che potessero guadaganre preziosissime informazioni in una festa mondana come quella, a quanto pare Iwan aveva avuto più che ragione: non sempre le battaglie si facevano con la forza. Decise di raccontargli anche il suo di incontro, agganciandosi al braccio di Iwan come se fossero una coppia datata.
    Beh a parte scoprire che Rex non è morto. Era messo male, ma ho capito una cosa che potrebbe esserci molto utile. A quanto pare Rex e Caius si sono scambiati una promessa, probabilmente sul letto di morte della madre, o forse hanno fatto una sorta di sigillo o incantesimo, in ogni caso hanno giurato di non combattersi, di non uccidersi a vicenda. Ecco perché Caius non ha fatto fuori il fratello quando ha scoperto che sta cercando di usurpare il suo trono. Non conosco il motivo esatto, ma Rex è venuto qui per rubare un dipinto. Mi ha riferito che si trattava di un dispetto e che non avrei mai potuto capire il motivo per cui lo stava facendo. In effetti mi pareva strano che rischiasse così tanto venire qui per fare un furto, ma dalla sua arroganza e dalla sicurezza con cui è arrivato qui, ne deduco che la promessa sia più che vera. spiegò abbassando poi il volume della voce man mano che si avvicinavano alle persone della sala.
    Abbiamo stabilito una specie di tregua, visto che entrambi vogliamo spodestare Caius sarebbe utile usarlo a nostro vantaggio contro di lui invece di metterlo fuori dai giochi. Scommetto che anche lui stia pensando la medesima cosa, vorrebbe usarci a suo vantaggio, ma noi saremo più furbi e più forti. Mi ha dato due indizi: il primo che mi ha dato lui stesso dicendomi che la famiglia di Thestalos aveva un nome "Gran Caida" ma che non ha la più pallida idea di cosa sia. L'altro invece riguarda un simbolo che ho visto sul retro del dipinto che sicuramente ci potrà dire molto sui due fratelli. Mi servirà di nuovo il tuo aiuto per indagarci su e scoprirne di più. Ho la sensazione che potremo in qualche modo scoprire il segreto che si cela dietro l'immortalità di Caius. fece guardandosi attorno alla ricerca di Vladimir, sperando che anche lei fosse riuscita a beccare un pezzo grosso da cui trarre informazioni.
     
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    Improvvisamente quel placido calore fraterno si trasformò in una glaciale morsa, e non era una definizione tanto fantasiosa: Vladimir si sentì inghiottire dalle fauci di una belva più grande che sembrava composta della volontà di tantissimi altri esseri, che fossero senzienti o meno non le era dato saperlo. Una cosa però era chiara: ciò che ai fratelli era stato portato via non era il legame che c'era tra loro o qualcosa che potessero litigarsi in maniera fanciullesca. Qualcun altro era entrato in scena, un terzo polo, qualcuno o qualcosa che li aveva derubati di un tesoro importantissimo. Iniziò a tremare, ma non per il freddo, bensì per la paura: anche la più possente delle creature all'apice della catena alimentare può provare terrore nei confronti di una potenza primordiale e oscura come quella che trasudava un'arte occulta come il Juinjutsu, specialmente di fronte ad una manipolazione tale di esso. A quel punto ebbe un'intuizione: non erano molti a controllare quell'arte così bene. Non ebbe molto tempo per pensare, visto che il suo corpo sembrava voler diventare parte di quella visione onirica, finendo per lasciarsi divorare da quelle creature furiose e dannate. Cosa diavolo era stato portato loro via? Essere divorati però non fu assolutamente niente in confronto alla consapevolezza di essere sul punto di perdersi. Il vuoto e la calma che seguì probabilmente si riferiva al vuoto lasciato da quel furto, o da quella privazione che aveva reso i fratelli tanto tristi. Si sentiva come sprofondare e la sua mente non voleva fare nulla per rinsavire. Era una calma solida, bloccante, affamata. Quella che ti consuma, come quando il letto ti impedisce di alzarti puntualmente ma ad un livello totalmente diverso, più oscuro e profondo come non mai. Così si che una mente immensa come l'Unica Mente può morire. Perdersi in un mare infinito e senza margini, dove ogni singolo pensiero, anche il più semplice richiede migliaia di anni e tutto intorno diventa ovattato. Il potere di Thresh era tale da spingere chiunque si avventurasse tanto lontano nella sua mente verso quell'oscurità intensa, era come cercare di attraversare una galassia a piedi, da un capo all'altro, un quantitativo di tempo assolutamente impossibile da calcolare e percepire. Le sinapsi iniziarono a sgretolarsi e Vladimir percepiva solo l'eco di tutte quelle voci che urlavano all'unisono, prima chiarissime, poi in dissolvenza. Non si stavano affievolendo, stavano semplicemente diventando... distanti. Era la cosa più simile alla morte che avesse mai provato in tutta la sua "esistenza", e senza ombra di dubbio l'Unica Mente fu ad un passo dal perdersi. Ma Tex no. Quelle ultime parole, il sussurro di quella voce tanto imponente quanto gentile, le ricordò un sentimento paterno. Certo non c'entrava nulla con lei, non era a lei che si riferiva, ma le tornò in mente Wesker e ciò che per lei aveva sempre significato. Molto più che un genitore, un maestro, un compagno o un collega. Era qualcosa a cui aggrapparsi. In futuro, l'Unica Mente avrebbe ricordato quel momento come una severa lezione impartita dal suo lato più umano, ma proprio mentre pensava di essersi persa, eccola che trasalì. Come un corpo oramai annegato che ritrova le ultime forze per tornare in superficie e respirare a pieni polmoni riprendendo quella boccata d'aria indispensabile chiamata vita. C'era andata molto vicina, ma non sarebbe scomparsa, non così!
     
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    Iwan ascoltò tutte le informazioni di Rachel, analizzandole con la calma necessaria. Aveva capito che assieme a lei ci fosse qualcuno di pericoloso ma Rex era decisamente inaspettato. La famiglia Rexmundi si stava rivelando fin troppo persistente. Della promessa dei fratelli non aveva idea di cosa farne, ma visto che Rachel ne parlava con una certa enfasi riuscì a capire che forse qualche significato nascosto c'era eccome, non avrebbe dimenticato quel dettaglio. Il simbolo e Gran Caida invece sembravano pezzi di storia da recuperare e sulla quale indagare, sarebbero stati la sua prossima priorità. Senza aggiungere altro, tornarono nella sala da ballo dove c'erano ancora al centro della stanza Thresh e Vladimir che danzavano assieme, circondati da una folla apprensiva, preoccupata dal pallore della ragazza tra le braccia del non morto. Sembrava essere svenuta per un momento e si stava riprendendo solo in quel momento. Tra le braccia del professore, che la sosteneva e le sorrideva, Vladimir riprese finalmente i suoi naturali sensi, uscendo da quell'incubo senza fine.
    E' tutto a posto, signori, sta bene. Tornate pure a divertirvi...
    Tranquillizzata la folla, Thresh la portò galantemente di nuovo in piedi, rimanendo vicinissima al suo volto per bisbigliare qualcosa.
    Amo le donne intraprendenti, Vladimir... ma questa non è il tuo sentiero. Non perderti su una strada che non hai interesse a percorrere. I capricci sono lussi che puoi permetterti solo in rare occasioni. Io non posso essere il tuo capriccio...
    Detto questo si voltò, girandosi verso Rachel ed Iwan che si erano appena avvicinati, quest'ultimo aveva l'aria infastidita di chi aveva visto il professore dare troppa confidenza alla sua alleata, e non esitò a fulminarlo con lo sguardo per fargli capire che i segreti tra altri che non fossero loro tre non erano assolutamente una buona idea.
    Amici miei! Che bello rivedervi... vi divertite?
    Mai quanto te, professore. Non credo di averti mai visto con una faccia tediata da quanto ti conosco... mi domando se c'è un modo per levarti davvero quel sorriso dalla bocca.
    Suonava quasi come una minaccia, o un monito magari. Thresh si lasciò sfuggire una risatina divertiva, adorava lo spirito agonistico di quel rosso, era tutt'altro che puntuale ma sempre accompagnato da una nota di passione unica, tipica di chi è abituato a non esprimere amore in nessun modo, se non qualche sporadico e raro evento. Ma spiegarglielo probabilmente non avrebbe avuto senso.
    Questo mondo è così bello e il fato che lo muove tanto intrigante... se anche uno come me, che la pensa così, smettesse di sorridere ci sarebbe da preoccuparsi, non trovi?
    Quella serata sembrava oramai destinata a volgere al termine e visto che osare oltre poteva diventare rischioso, la death star avrebbe fatto bene a non giocare troppo con la loro fortuna.
     
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    Quando tornarono nella folla, Rachel notò che Vladimir e Thresh stavano ancora ballando, ma c'era qualcosa di diverso da come li aveva lasciati. Vladimir in particolare era strana, non l'aveva mai vista pallida o stordita. Nemmeno quando avevano fatto sesso usando le fibre nere l'aveva mai vista con quell'espressione. Era strano per Rachel che non aveva mai provato nulla di simile, ma per un solo momento Rachel ebbe l'impulso di avvicinarsi a loro due e strappare via Vladimir dalle braccia di Thresh. Un sentimento molto simile a quello di una madre che cerca di portare via la propria figlia da un abbraccio fin troppo intimo con uno zietto maniaco. Infatti la prima domanda che attraversò il suo cervello fu quello di chiedersi che diamine le avesse fatto. Si avvicinò assieme ad Iwan ai due con passi più pesanti ed uno sguardo serio, severo. Sembrava pronta a fare una paternale ai due ma non disse nulla. Si limitò a controllare che Vladimir stesse bene. Era una delle sue alleate più preziose, se l'avesse danneggiata non ci avrebbe pensato due volte ad evirarlo seduta stante per poi strappargli il cuore con uno dei suoi serpenti. Vladimir era la sua bellissima creatura di sangue e morte, un'amica preziosa, un'arma insostituibile. Si riscoprì preoccupata per lei e quel sentimento la turbò. Aveva sempre dichiarato ai suoi alleati più vicini che non voleva essere la loro balia, che se si fossero trovati in pericolo dovevano essere in grado di uscirne da soli perché lei non si sarebbe mai sacrificata per salvare loro la vita. Ingenuamente pensava di essere immune ai sentimenti umani, scordandosi che infondo anche se in modo molto contorto e malato era parecchio legata a loro e che ormai erano parte di quella famiglia che aveva sempre desiderato avere inconsciamente. Volento o no erano preziosi per lei e questo dato di fatto la preoccupava perché temeva che potessero diventare la sua debolezza.
    Direi che la fortuna questa sera ci ha arriso abbastanza. Si è fatto tardi per noi e dovremmo tornare a casa. Se non le dispiace noi la salutiamo qui. fece Rachel rivolgendosi al professore mentre portava una mano sul fianco di Vladimir per tirarla verso di sé, come se avesse voluto con quel gesto imporre il suo "possesso" su Vladimir e far capire al professore che Vladimir era sua in fin dei conti. A quel punto avrebbe chiesto ad Iwan di fare loro strada, fece un saluto con un lieve inchino e si allontanò dalla sala stringendo a sè Vladimir.
    Ha l'aria di chi ha visto qualcosa di straordinario, non è così? sussurrò Rachel verso Vladimir per poi guardarla con un ghigno compiaciuto. Quella serata era stata molto più fruttuosa di quanto avesse potuto immaginare.
     
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    Quando rinsavì, si ritrovò tra le braccia del professore e istintivamente gli afferrò le braccia con le mani. Sembrava una presa sensuale, come se cercasse il suo abbraccio, ma in realtà le sue unghie erano infilate nella carne del non morto, in una maniera assolutamente difensiva. Aveva gli occhi sgranati e lo guardava con un pizzico di timore, non poteva dire di essere super entusiasta di quell'esperienza ma nel profondo del suo sguardo era felice di averlo fatto, un pò come quando ti avventuri in un'immersione senza esperienza e risali frettolosamente verso la superficie. Allentò la presa sul professore e quando vide Rachel ed Iwan avvicinarsi tornò in piedi, sorprendendosi di quanto fosse lucida. Altro che incubo... quel viaggio era stato qualcosa di molto più profondo.
    Il professore mi ha trattata bene... è stato molto istruttivo!
    Commentò afferrandogli il ciuffo di quell'elegante coda, passandoglielo velocemente sotto il naso con fare dispettoso per poi lanciargli un occhiolino furbesco. La paura non è che un altro tipo di stimolo. Rachel sancì la ritirata per quella serata, segno che anche lei aveva conquistato qualcosa di valore, l'unico a mantenere quell'ara scocciata era Iwan che sembrava proprio non avere mai nulla per cui essere contento. Forse aveva bisogno di rilassarsi. Allungò la mano verso Rachel affiancandosi a lei senza esitazione, inevitabilmente il suo prosperoso seno finì contro quello più modesto della sua tetra compagna, ma volle comunque scherzarci su dando importanza a ben altro.
    Abbiamo molte cose di cui parlare... e sono sicura che anche tu hai molto di cui parlarmi, non è così Rachel?
    Detto questo avrebbe concesso un ultimo saluto al professore, impaziente di condividere i pensieri con i suoi compagni e fare il punto di ciò che avevano scoperto quella sera. Le feste mondane non erano mai state il suo forte, forse perché era abituata ad organizzarle. Fortunatamente fare l'ospite era molto più nelle sue corde...
     
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    Il professore si limitò a congedare i suoi amici con un leggero inchino ed un saluto modesto. L'ultimo a voltarsi fu Iwan che pur rimanendo in silenzio sembrò erigere una barriera colossale tra sé e le sue alleate, ben deciso a tenerle a debita distanza da altri guai. Quel posto ne era pieno. Non trovarono altri ostacoli verso la loro uscita e quando furono distanti, poterono tirare un lungo sospiro di sollievo. Sul tetto di quel grosso edificio, Rex se ne stava seduto e li fissava andare via in auto, sembrava volerli spiare tenendoli sott'occhio ma non faceva nulla per inseguirli. Un modo personale per salutarli, forse. Tra le dita teneva ancora quella preziosa tela sottratta a Caius, e sembrava un trofeo che lo rendeva molto fiero. Di fianco a lui, una figura femminile comparve assieme ad una chioma pallida che riluceva della canuta luna troneggiante nel cielo.
    Dobbiamo andare, Zaborg si è accorto del furto, sarà qui in un istante.
    Suigintou... hai mai pensato a quanto è ironico il cosmo? Renderci così piccoli e insignificanti... eppure darci tutto questo potere. Possibile che non ci sia una volontà a cui rispondere?
    La ragazza esitò, lasciando che il suo sguardo cristallino seguisse quello di Rex, meditando sulla risposta mentre vedeva Rachel e i suoi compagni allontanarsi.
    I miei creatori possono diventare giganteschi oppure minuti quanto voi, eppure non si sono mai posti questa domanda. Forse siete voi umani ad avere un complesso di inferiorità così grande da farvi credere di essere piccoli. Hai commesso lo stesso errore di Rachel, ma al contrario. Non sei tu ad essere piccolo, semplicemente non ci hai provato abbastanza. Ma dalla prospettiva di un cuore umano, una vendetta per trovare la pace è più meritevole di perdersi in uno sforzo troppo grande, magari nella direzione giusta, ma che non porterà a niente.
    Siamo destinati ad essere confinati qui... quindi mi assicurerò di togliere i ratti dal mio giardino.
    Un istante dopo, una grossa scarica elettrica iniziò a circondare l'edificio, ma per allora Rex e Suigintou erano già spariti.
     
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