Fioritura infernale

x Hina&Amy

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    Iwan era un uomo metodico, non traeva mai conclusioni affrettate, affidandosi esclusivamente a calcoli matematici perfetti che non lasciavano spazio a nessun tipo di discussione. Che poi questi calcoli si rivelassero estremamente veloci nelle cose più semplici, questo era tutto un altro discorso: non è fretta, ma prontezza. Per questo la sua nuova missione lo lasciava così tanto interdetto, al punto da diventare molto più silenzioso. Il sentenzioso e severo Iwan era diventato molto più quieto e solitario da quando aveva iniziato ad esaminare quella sostanza, concentrandosi anima e corpo su quel dono misterioso lasciato da Vidocq. Comprenderne la natura? Impossibile, non c'erano altri mezzi di paragone, nessuna sostanza, struttura molecolare, perfino a livello atomico somigliava vagamente a quella misteriosa pianta. Replicarla? Impossibile, perfino con i suoi poteri e quelli di Rachel combinati era praticamente un'impresa irrealizzabile, non puoi semplicemente duplicare qualcosa che non comprendi, in nessun modo, forse solo attraverso l'uso di qualche cimelio magico di sorta, ma trovare dei duplicatori era difficile in quel periodo: la domanda era al minimo e la maggior parte erano stati utilizzati per i più futili motivi: soldi, donne, genitali. L'ingenuità dell'umanità sapeva essere davvero disarmante. L'unica alternativa era provarne gli effetti su qualcuno, magari a piccole dosi, in fondo quell'elemento sembrava incredibilmente potente, probabilmente anche solo una piccolissima porzione poteva esercitare un grande effetto. Ma come procedere? Non poteva andare semplicemente per tentativi, rischiava di finirlo o peggio ancora, scoprire che per i loro scopi ne serviva una quantità precisa e poteva finire con lo sprecarne proprio la quantità indispensabile. Doveva cogliere i soggetti giusti, solo a quel punto poteva sperimentare. Guerrieri forti e con molta esperienza, così da avere un campione. Divenne molto interessante scoprire che quella pianta, tenuta in un simile modo, non serviva assolutamente a nulla. O meglio, l'effetto era così forte da non distinguere effetti benefici: confusione, amnesia, totale perdita di memoria, cognizione o nozioni. Certo dimenticare come ci si siede è un effetto peculiare ma nulla che un pugno particolarmente forte non potesse imitare a dovere. Se Vidocq aveva una sostanza del genere probabilmente il suo ruolo doveva essere molto più profondo e raffinato. Da qui l'idea di usarla come una sorta di infuso: con acqua e altre sostanze liquidi semplici gli effetti iniziavano a diventare più chiari, anche se effettivamente solo passeggeri. Da lì l'idea di mescolarla a sostanze più forti, come droghe, e quando riuscì a dare un colpo di amnesia violentissimo perfino ad un drago che aveva visto troppo, Iwan realizzò che aveva raggiunto finalmente una conclusione. Aveva convocato per l'occasione solamente Rachel e Vladimir: la prima per ovvie ragioni, la seconda l'avrebbe scartata volentieri ma non poteva negare che il suo aiuto in un simile contesto poteva essere vitale vista la natura peculiare dei suoi poteri di assimilazione, nonché profonda conoscenza delle nozioni a disposizione della Umbrella. Aveva invitato le due a raggiungerlo nella sala delle riunioni, lui le attendeva indossando una camicia nera con panciotto dello stesso colore, le maniche tirate su e la cravatta rossa ordinata. Rimase con una sigaretta tra le labbra per tutto il tempo d'attesa, almeno finché non arrivarono le invitate. Non la accolse con alcun cenno se non il suo sguardo serio, tenendo l'ampolla con dentro il misterioso loto sul tavolo, difronte a sé. Quando Rachel e Vladimir sarebbero state davanti a lui, avrebbe posizionato l'ampolla di fronte a loro, per attirare l'attenzione, poi spense la sigaretta facendola sparirei n una nube di fumo incolore e inodore. Il loto sembrava essere conservato all'interno di una soluzione salina particolarmente granulosa, al punto che non sembrava nemmeno liquida.
    Per quanto mi sia sforzato di non cedere alla tentazione di pensare alla soluzione più semplice, sembra proprio che questo sia il famoso loto citato da Omero nei viaggi di Ulisse. La pianta dei Lotofagi famosa per donare l'oblio della patria, ma il senso è molto meno stretto di quello che sembra. Questa pianta priva le vittime della memoria.
    Sentenziò tanto per iniziare, lasciando ben intendere che c'era molto altro di cui parlare, ma voleva lasciar intendere che aveva fatto i suoi conti e raggiunto non poche conclusioni. Rachel non aveva commesso errori ad affidare a lui l'esame di un simile dono.
     
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    Ricordava ancora più chiaro che mai la sua serata passata al gran galà al palazzo reale. Continuavano a venirle i brividi di paura al ricordo di come la lama di quell'assassino aveva trafitto Caius non arrecandogli alcun tipo di danno. Quell'uomo era spaventosamente potente, ma sapeva che conservava un segreto per quella potenza, altrimenti non si spiegava perché durante i loro momenti intimi capitavano momenti in cui la sua aurea terrificante sparisse del tutto facendolo quasi sembrare un uomo normalissimo. Era una continua incognita e si era ritrovata spesso a pensare a lui. Anche a come si erano uniti nella carne non poteva negarlo era stata una bella serata dopotutto, sopratutto per via di quell'energia schiacciante che l'aveva fatta sentire piccola e debole. Sarebbe stato decisamente più umiliante cedere alla seduzione di un insulso uomo che non le teneva testa. Caius invece la fece sentire meno umiliata per aver ceduto. Probabilmente aveva parlato qualche volta di lui, non rendendosene conto al punto che Vladimir aveva insinuato che a lei piacesse Caius, che ne avesse una specie di cotta. Ridicolo! Non poteva essere vero, lo voleva morto non al proprio fianco come Iwan. Come poteva avere una cotta per il proprio nemico? Impossibile! Anche se era carismatico e affascinante, anche se era potentissimo al punto da terrorizzarla, doveva morire! Perché solo con la sua morte avrebbe potuto prendere in possesso l'impero e rendere quel posto il suo personalissimo parco di divertimenti. Quella serata le aveva dato inidizi molto importanti su Caius ma anche un regalo misterioso da parte di quel misterioso Vidoq. Le avevano detto che sarebbe stato molto molto utile, anche se non aveva dato molte spiegazioni. Fortuna che a casa aveva Iwan, l'unico uomo al mondo che rispettava per via della sua intelligenza. Gli aveva affidato lo studio di quella misteriosa sostanza e sembrava essere arrivato ad una conclusione e Rachel non vedeva l'ora di scoprire cosa aveva capito. Si accomodò senza tante cerimonie, ma evitò lo sguardo di Vladimir, quasi come se avesse temuto che potesse leggerle nel pensiero e scoprire che aveva di nuovo pensato a Caius. Come al suo solito indossava il suo completo composto da giacca e pantaloni rigati, elegante e comodi allo stesso tempo. Da quando aveva scoperto che le donne indossavano i pantaloni come gli uomini non se ne voleva privare più, anche se a molte donne di quell'epoca non cambiava niente, per Rachel indossare i pantaloni erano un simbolo di grande emancipazione. Sedendosi osservò l'ampolla che Iwan posò sul tavolo. Non vide niente di particolare, ma lo sguardo di Iwan così sicuro di sé aveva l'aria di chi aveva molto da dire. Lei ascoltò in silenzio e attenta.
    Curioso... una pianta che fa perdere la memoria? Perché Vidoq ci ha consegnato una cosa simile? domandò chinandosi in avanti per osservare più da vicino l'ampolla.
    Da come ne parli sembra che tu l'abbia testata. Dimmi quanto è efficace? chiese tornando a guardare negli occhi Iwan più curiosa che mai.
     
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    Conosceva bene quelle occhiate che ogni tanto Rachel la lanciava. Ridicolo! Ecco cosa sembrava dire, e ogni volta Vladimir rispondeva con un sorrisetto malizioso e soddisfatto. Sono proprio quelli che si sforzano tantissimo di convincersi di qualcosa, che in realtà, hanno qualcosa da seppellire nel profondo. Rachel andava matta per Caius, non nel senso stretto del termine, era più una sorta di misto tra una grande invidia, una punta di rispetto e un pizzico di voglia di sfidarlo che lo rendeva un connubio irresistibile. Ai tempi di guerrieri del passato sarebbero stati generati di fazioni opposte di giorno e amanti di notte, una storia degna di essere vista alla quale Vladimir dedicava non poco tempo a fantasticare. Quando hai così tante menti divorate nella tua anima diventa facile viaggiare con l'immaginazione. Il modo in cui Rachel evitava lo sguardo di Vladimir mentre si sedevano al tavolo delle riunioni la divertiva moltissimo, e tanto per provocare Rachel, l'unica mente si preoccupava di sporgersi sempre verso di lei, quando solo con il capo, quando con le spalle e a volte con tutto il corpo, come se stesse cercando di attirare la sua attenzione al solo scopo di lanciarle uno sguardo malizioso, come un gatto dispettoso. Doveva ammettere che per ora quel dispetto era molto più interessante del motivo della riunione: per quanto rispettasse il lavoro di Iwan, dubitava fortemente che qualsiasi tipo di scoperta avesse fatto potesse influenzare il loro successo, per lei già segnato, per questo pensava più che altro a divertirsi. Piantò i gomiti sul tavolino dopo aver incrociato le gambe, usando i palmi delle mani e le dita intrecciate come un sostegno per il proprio mento.
    Alla Umbrella somministravano farmici per l'amnesia ogni volta che succedeva qualcosa di estremamente brutto, e tutto tornava alla normalità come se non fosse successo niente. Cos'ha questa pianta di speciale? Dubito fortemente che sia capace di impressionarmi...
    Usò un tono piuttosto annoiato e anche un pò provocatorio, tutto per smuovere Iwan nella speranza che tirasse fuori qualcosa di incredibile dal suo cilindro magico. Non aveva molta voglia di stare a sentire lunghe spiegazioni e possibili applicazioni, voleva essere sbalordita oppure tornare alla sua occupazione prediletta: punzecchiare Rachel e la sua cotta per il potente biondino.
     
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    Rachel e Vladimir erano chiaramente le due facce di una medaglia che Iwan aveva previsto: da una parte la spontanea curiosità di chi non comprendeva, ma cercava il potenziale, dall'altra la diffidenza di chi crede di comprendere, ma si aspettava di più. In quel momento il rosso non stava vendendo proprio un bel niente, quindi non voleva di certo preoccuparsi dell'opinione del suo pubblico, ma visto che Vladimir era così sicura di sé, e soprattutto diffidente verso il dono concesso da Vidocq, Iwan decise che la cavia giusta per fare una dimostrazione era lei. Prima di tutto però, le dovute spiegazioni.
    Stando a quello che dice Carnovash, i seguaci delle lanterne credono nell'iniziativa, pertanto dal loro punto di vista è più interessante darci un mezzo per vincere, che non la vittoria stessa. Questa ne è la dimostrazione: piuttosto che darci un'arma anti-Caius, Vidocq ci mette alla prova consegnandoci qualcosa di altrettanto potente, ma da usare con cautela. Ti posso assicurare che questa pianta è molto più potente di qualsiasi sostanza possa sintetizzare un essere umano su questa terra.
    Portò le mani sul tavolo, avvicinandosi alle due interlocutrici per poi indicare l'ampolla con una mano, cercando di scandire bene il concetto.
    Sono riuscito a far dimenticare elementi selettivi a dei soggetti, o rimuovere completamente blocchi di memoria. Ho fatto dimenticare ad un drago che aveva le ali ogni singolo volo fatto in vita sua, al punto che anche se le aveva attaccate al corpo, era convinto di non avere le ali. E poi sono riuscito a cancellargli il blocco di memoria che riguarda questo evento.
    Fece una breve pausa, portando poi una mano sul tappo dell'ampolla, aprendolo delicatamente. Poi fece scivolare fuori dalla tasca un tubetto per aspirare liquidi abbastanza minuto, di quelli che si usano per dare le gocce ai bambini, con una pompetta di plastica sulla sommità. Mentre concludeva il discorso, si preoccupò di completare la spiegazione.
    Anche se non ho potuto confermarlo anche per il drago, tutti quelli che hanno avuto la cancellazione di un blocco di memoria intero, non l'hanno più recuperata, indipendentemente dallo sforzo, anche se rivivevano la scena. Al contrario, quelli che subivano una cancellazione di memoria selettiva, che riguarda elementi precisi della loro esistenza, hanno gradualmente recuperato i ricordi. Dunque per tirare le somme: è possibile cancellare un blocco intero di tempo, cosa possibile solo con eventi molto vicini temporalmente, e per sezioni di tempo definite, ma l'effetto è permanente. Oppure si può cancellare un elemento preciso dei ricordi del soggetto, ad esempio la sua abilità di svolgere operazioni matematiche, il ricordo di un colore o di una particolare sensazione, o semplicemente i problemi che affliggono qualcuno che vuole drogarsi, in questo caso l'effetto è più profondo, scava fino all'infanzia del soggetto, tuttavia è un effetto passeggero che si recupera col tempo.
    Dopo aver prelevato qualche goccia dall'ampolla dove c'era dentro il distillato, la sollevò rapidamente, mostrandola alle due, per poi allungare delle fibre nere dal suo braccio fino all'ampolla, così da manipolarne il liquido.
    "Programmare" il loto perché raggiunga uno di questi scopi non è semplice, è un processo chimico complesso che tuttavia sono in grado di accelerare e semplificare con il potere che mi hai donato.
    Iwan aveva compiuto un'infinità di test, su molti tipi di soggetti, producendo a tutti gli effetti una vera e propria droga per poter continuare i suoi esperimenti e allargarli ad un campione immenso da osservare. L'uomo dietro il nome di Nyarlatoteph era senza ombra di dubbio una minaccia immane per la sicurezza delle strade di Roma, visto che in nome dei suoi esperimenti era disposto a tutto. Nessuna vittima era di troppo per concedere alla sua padrona la vittoria.
     
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    Vladimir era sempre stata maliziosa, giocosa e dispettosa, ma Rachel non ci badava più di tanto sapendo che era nella sua natura essere così. Le bastava che le ronzasse attorno e facesse danni nel modo giusto. Da quando però aveva insinuato che aveva una cotta per Caius, ogni sorriso o sguardo di Vladimir sembrava dare l'impressione a Rachel che lei volesse andare a parare su quel punto. Come se la donna avesse scoperto un segreto inestimabile e continuava a minacciarla con quello. Ovviamente era solo una sua impressione dato che non aveva più voluto parlarne per nessun motivo e l'aveva evitata in tutti i modi possibili occupando il tempo con altro. Anche in quel momento cercò di non guardarla, evitando di incrociare lo sguardo con lei, così da non darle alcuna soddifazione. Si concentrò piuttosto sull'ampolla che Iwan gli stava mostrando. Fortunatamente per lei anche Vladimir decise di concentrarsi sulla questione e pose delle domande in particolare che incuriosirono anche Rachel. Lei infondo ci capiva poco di roba moderna e tecnologica e sapere che la umbrella poteva manipolare anche la memoria di qualcuno divenne inquietante ed affascinante allo stesso tempo. La domanda di Vladimir però sembrò molto pertiente: cosa rendeva quella sostanza così speciale? Così si ritrovò a fissare Iwan in attesa di sentire una risposta esaustiva. Era sicura che avrebbe spiegato tutto alla perfezione e non si sbagliò. La particolarità di quella sostanza dunque non era tanto che faceva perdere la memoria in generale, ma che poteva essere molto selettiva e poteva decidere cosa far dimenticare e come. Rachel si ammutolì per un lungo momento iniziando a riflettere su come avrebbero potuto usare quella sostanza e sopratutto su chi. Da un lato quella notizia poteva sembrare molto gradita, poteva sembrare che potesse risolvere molti dei loro problemi, in realtà avere così tanto spazio di manovra avrebbe reso tutto più difficile nel decidere come adoperarla di preciso.
    Qanto tempo dura l'effetto della perdita di memoria parziale? chiese concentrandosi sulle nozioni appena apprese.
    Questo loto potrebbe diventare un'arma potente nelle nostre mani, potrebbe aprirci dei varchi importanti alla conquista di Roma. Tuttavia non mi è chiara una cosa... come si adopera? Devi far bere la sostanza? Se volessi usarla su Caius ad esempio.... come potremmo applicare l'effetto senza che lui se ne accorga? chiese cercando di frenare l'entusiasmo dentro di lei. Infondo sembrava che potessero accorciare un poco la loro strada della conquista al potere. Quando pronunciò il nome Caius adocchiò Vladimir senza voltarsi verso di lei osservandola con la coda dell'occhio e assicurarsi che rimanesse concentrata sull'argomento e non dicesse cose strane dato che lo aveva nominato.
     
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    A differenza di Iwan, le lanterne sapevano come divertirsi, forse il metodo più semplice per sfruttare quel misterioso oggetto era semplicemente chiederlo a Vidocq e farsi dare tutte le informazioni, con la forza o con la lussuria, non faceva di certo differenza. Ad Iwan invece piaceva fare tutto da solo, e per quanto la divertisse l'idea che coinvolgesse così tante "cavie" nel processo, era certa che quel damerino non lo faceva di certo per puro divertimento ma solo perché non considerava degne le vite che provava a spezzare. Era davvero un peccato che non sapesse sfruttare al meglio le sue doti mettendoci un pò di passione, era così talentuoso in fondo... tuttavia, riuscì a mantenere alta la concentrazione di Vladimir che pur non avendo cambiato idea dall'inizio, sembrava ammirare se non altro lo sforzo di Iwan e la facilità con cui aveva imparato a manipolare qualcosa di cui non sapeva assolutamente nulla, proprio come aveva fatto col potere di Rachel. Il risultato era straordinario: ben due modi per inibire la memoria in maniera selettiva, più o meno aggressiva, più o meno permanente. Doveva ammettere che era un risultato insperato perfino dai laboratori della Umbrella, sebbene in effetti Eva ci andasse molto vicino visto che era capace di sostituire quei ricordi e farli sparire sotto nuove memorie. E per quanto semplice il mezzo fosse, aveva un risultato preciso. Per Vladimir invece, e per Rachel a quanto pareva, lo strumento che Iwan stava presentando era molto potente, ma non sembrava avere uno scopo preciso, il che faceva sorgere moltissime altre domande. Iniziò Rachel, cercando di capire esattamente come poterla sfruttare: finché la usava come una una droga per il popolino era semplice farla ingerire, ma quando si trattava di un Imperatore dal potere misterioso? Potevano davvero semplicemente fargliela bere senza troppe complicazioni? Non che fosse impossibile... semplicemente, Caius non sembrava un ingenuo. Non resti Imperatore così tanto se lo sei.
    La vera domanda è: perché non l'hai provata su di me da subito... piccoli umani e grossi draghi non sono niente a confronto con ciò che siamo diventati ottenendo potere. Questo vale per me, come per Rachel, e sicuramente sarà anche diverso per Caius. Sei partito da troppo in basso. Se vogliamo delle risposte dobbiamo fare un test più accurato.
    Nella sua voce c'era una nota di sfida non molto ben celata, sembrava quasi voler insinuare che su di lei non avrebbe avuto l'effetto sperato, oppure che sarebbe durato così poco da risultare irrisorio. Quindi fece ticchettare gli artigli acuminati sul tavolo davanti a sé un paio di volte, per poi staccare le braccia dalla superficie lucida e sollevare il capo verso l'alto, volgendosi verso Iwan e spalancando la bocca lentamente: prima le labbra, poi la lingua scivolò fuori su quella inferiore, delicatamente, allungandosi gradualmente di più rispetto alla lingua di un essere umano normale. Poi scivolò ancora di più fuori, più rapidamente, diventando quasi un serpente, e più la lingua diventava lunga più la bocca di Vladimir si apriva mostruosamente, spaccando le guance e tenendole assieme da delle fasce muscolari rosse come vasi sanguigni. Iniziò a ridacchiare in maniera gutturale, mostruosa, mentre gli occhi si illuminavano di un tetro bagliore, e con l'indice di una mano lo invitava a dargliene un assaggio.
     
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    Alla domanda di Rachel, Iwan non sapeva dare una risposta precisa. Il fattore tempo era una variabile troppo ampia, influivano tantissime cose, dalla razza alla forza del soggetto, dalla sua natura alla sua tolleranza, passando poi per l'effettiva potenza del livello di combattimento raggiunto e magari anche altri elementi esterni che gli fornivano potere. Fare una stima precisa era difficile, ma sul metodo di somministrazione c'erano molte possibilità.
    Non credo che Caius si presterebbe volentieri ad un drink tra nemici...
    Prima che potesse dire la sua però, Vladimir si fece avanti col suo solito modi di fare irruento e frettoloso, offrendosi come volontaria per un test diretto. Non poteva negare che avesse ragione: Iwan aveva testato su "pesci piccoli" quel grande potere, indubbiamente un test più elevato poteva concedere loro risultati concreti. Avrebbe aiutato a capire quanto effettivamente potevano andare a fondo e colpire strategicamente un avversario già di per sé molto misterioso. Nel vederla farsi avanti, Iwan posò un attimo lo sguardo sulla fiala che aveva in mano, stava venendo avvolta dalle sue fibre nere in maniera molto lenta. Non c'era nessuna buona ragione per cui non dovesse provarlo su Vladimir e anzi, non poteva nascondere una certa voglia, soprattutto visto il modo mostruoso con cui si stava offrendo volontaria. Iwan si voltò verso Rachel, cercando di concludere il discorso.
    Le fibre nere possono funzionare anche come incubatrice, o se preferisci siringa, un metodo che possa essere usato per trasmettere la sostanza nel corpo di qualcuno in maniera diretta, senza diluire, dissolvere o ingerire.
    Detto questo, Iwan ricoprì il braccio con la fiala di fibre nere, trasformando il tutto in una sorta di grosso pungiglione dall'aria piuttosto minacciosa, poi rivolse lo sguardo verso Vladimir e anche senza cambiare espressione, nei suoi occhi c'era un luccichio malvagio e pieno di soddisfazione repressa che voleva da tanto sfogare.
    E' da un sacco di tempo che volevo farlo...
    Detto questo balzò verso Vladimir con l'aggressività di un predatore, piantandole il pungiglione in petto per poterla penetrare fino in fondo, trafiggendola anche da parte a parte se ci fosse riuscito, anzi era abbastanza sicuro che Vladimir non fosse abbastanza resistente per resistere ad un colpo diretto. La infilzò come avrebbe voluto fare da tantissimo tempo, sapeva per certo che per lei non era nulla un danno del genere ma per lui fungeva da valvola di sfogo non indifferente. Inutile dire che la sostanza attecchì, e Vladimir sentì distintamente alcune personalità della sua memoria andare completamente in fumo, sparire. In particolare, sparirono tutte quelle che le donavano una conoscenza accademica di qualsiasi tipo, che fosse scienza o anche solo psicologia. Tutte le innumerevoli vite che aveva assimilato, pertinenti alla branca della conoscenza, vennero distrutte con quel singolo colpo, come se non fossero mai esistite. Se funzionava, Iwan avrebbe potuto godere per qualche momento di una Vladimir impreparata sotto ogni punto di vista.
     
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    Rachel era parecchio interessata all'argomento, e lo sembrò anche Vladimir che smise di lanciare strane occhiate maliziose a Rachel per concentrarsi a sua volta. Anzi sembrò mettere in discussione gli studi che aveva fatto Iwan fino a quel momento. Rachel si sentì un pesce fuor d'acqua, di robe scentifiche ci capiva ben poco. Quel poco che aveva studiato di sicuro non bastava per fare ragionamenti così elaborati poiché molte cose non le conosceva, cosa che invece Iwan e Vladimir sembravano conoscere bene. Ecco perché si ritrovò a guardare prima uno e poi l'altro con gli occhi spalancati e curiosi. Le sembrava che entrambi avevano posto argomentazioni interessanti su cui riflettere. Iwan le spiegò che sicuramente invitare un nemico a prendere un drink era fuori discussione non lo avrebbe mai fatto a cuor leggero. Oltretutto come potevano influenzare e selezionare cosa fargli dimenticare se beveva semplicemente da un bicchiere? Era sempre più confusa, poi Vladimir fece notare che Iwan aveva testato la sostanza su pesci piccoli e non su elementi potenti come Rachel o lei stessa. Si offrì quindi come cavia per sperimentare quella sostanza, aprendo la bocca in modo mostruoso come piaceva fare a lei. Rachel non disse nulla, anzi sembrò pienamente d'accordo con Valdimir, dovevano fare test di quel tipo per avere informazioni più pertinenti. Si aspettava che Iwan avrebbe reagito male perché magari si sarebbe sentito offeso visto che Vladimir aveva insinuato che aveva fatto un lavoro blando e poco impegnato. Rachel lo osservò incuriosita dato che si aspettava una reazione diversa oppure che le facesse presente che aveva già fatto anche quei tipi di test. Invece gli vide lo sguardo che brillò sadico, mentre le spiegava che potevano usare le fibre nere per iniettare direttamente la sostanza in corpo senza filtri. Osservò compiaciuta il braccio di Iwan che si ricopriva delle fibre per ricreare un pungiglione per poi fiondarsi su Vladimir come una belva che cacciava la sua preda. Rachel sbarrò gli occhi ancora più sorpresa di prima: poteva semplicemente offrirle la sostanza, invece gliela volle somministrare nel modo più violento e doloroso possibile. Certo magari per Vladimir quello non era niente date le sue capacità, ma vedere Iwan così "passionale" nei suoi confronti la lasciò interdetta. Era evidente che Iwan sentiva di avere qualche conto in sospeso con Vladimir, un conto di cui Rachel ignorava l'esistenza. Non le venne difficile immaginarsi i dispetti di Vladimir nei suoi confronti e dovevano essere davvero irritanti per Iwan se reagiva in quel modo passionale nei confronti della loro compagna. Cercò di reprimere un sorriso sotto i baffi nel pensare che Vladimir aveva la capacità di agitare i cuori più neri e gelidi del mondo. Li lasciò fare, anche se per un momento pensò di chiedere loro se preferivano che andasse via per lasciarli nella loro privacy. Cosa che non avrebbe comunque fatto dato che l'argomento in questione le interessava troppo. Si sporse quindi verso un lato per guardare attentamente Vladimir e ciò che le sarebbe successo. Non era mai stata così curiosa in vita sua, nemmeno quando da bambina aveva squarciato gli animali per vedere come erano fatti dentro. Mentre attendeva di vedere i risultati si ricordò di una cosa importantissima che le fece aggrottare la fronte dubbiosa.
    Metodo interessante ed efficace... ma se volessi usare questo metodo con Caius non funzionerebbe. Quando ho provato a corrompere il suo corpo con le mie fibre non hanno attecchito, ha bruciato le mie fibre nere dentro il suo stesso corpo prima che potessero avere qualche effetto. L'ho visto alzarsi e combattere come se niente fosse dopo che era stato trafitto da parte a parte da una spada. Ha bruciato la spada come se fosse stata fatta di paglia. Se lo attaccassi purificherebbe il suo corpo con il suo potere. Dovremmo somministrarglielo con l'inganno, non deve accorgersene. riflettè seria, aspettando poi di vedere i risultati dell'esperimento condotto dai suoi compagni.
     
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    Adorava ricevere tanta soddisfazione, riusciva a percepire l'odio viscerale di Iwan nei suoi confronti. Sapeva bene che il rosso non avrebbe mai agito contro gli interessi di Rachel, ma ora che finalmente aveva l'occasione di vendicarsi nei suoi confronti non se lo fece ripetere due volte. Le provocazioni che avevano effetto davano a Vladimir un livello di piacere assai raro, più difficile da ottenere che altre menti nel suo alveare o semplicemente più potere. Quell'odio era un frutto succoso, maturato col tempo e con la pazienza che lei ora poteva finalmente cogliere... anche se non si aspettava un effetto tanto brutale. Mentre Iwan la incalzava non ebbe un solo istante di esitazione: non temeva il dolore né la sua violenza, anzi ne era attratta e lo si poteva vedere nei suoi occhi, scintillanti e luminosi, colmi di una perversa curiosità che solo lei poteva esercitare. Quando però il pungiglione di Iwan la colpì, qualcosa di inaspettato successe e la sua scintilla si spense, lasciando invece uno sguardo sgranato e sorpreso. La ferita non fu ovviamente un problema, ma nonostante potesse tornare completamente priva di danni, Vladimir iniziò subito a boccheggiare, piegandosi in avanti prima cercando di restare composta sulla sedia, poi cadendo in avanti, in ginocchio, posando una mano sul tavolo per cercare di tenersi in equilibrio mentre la mancina si posava sul suo cuore. Era come se un pezzo della sua anima stesse morendo, e man mano che la sua mente alveare si indeboliva, il suo corpo tremava, facendole provare vera sofferenza. Un dolore che non poteva trasformare in piacere, proprio come se fosse in grado di morire per davvero. Iniziò a tossire e dopo aver finalmente ripreso a respirare come si deve, Vladimir iniziò a "sciogliersi": il suo corpo rimase intanto, ma la carapace di sangue solido che normalmente usava per coprirsi perse consistenza, grondando a terra e lasciandola completamente nuda. Perfino la sua capigliatura ordinata sul capo si perse in un fiume vermiglio, rivelando una capigliatura abbastanza lunga e vaporosa da coprire buona parte del suo corpo. Le sue labbra persero il colorito nero e divennero più rosee, umane. Perfino l'espressione mostruosa perse di consistenza, rivelando dei lineamenti molto più giovanili, non esattamente una ragazzina ma una giovane donna perfettamente maturata. Alzò il capo tenendosi con le mani sul tavolo, guardandosi attorno confusa, tastando il tavolino con le mani alla ricerca di qualcosa, che poi evocò col ninjutsu numero due: un paio di tondi e spessi occhiali da vista.
    Cazzo... tutte le conoscenze biologiche che mi permettono di tenere assieme il mio potere sono scomparse. Servirebbero anni di studi ora per recuperarli tutti. Che gran rottura. Sono retrocessa alla mia forma originale. Stai attento con questi test! Sei riuscito a farmi male...
    Non era effettivamente arrabbiata, solo un pò indispettita. Doveva riconoscere di aver perso ma... era una bella sconfitta. Una buona notizia senz'altro. Quella roba funzionava bene, Fin troppo bene. Tornò in piedi, sedendosi poi sulla sedia senza nascondere le sue vergogne, non aveva perso la sua personalità, ma sicuramente aveva subito un brutto colpo.
    Dobbiamo assicurarci che quella roba non sfugga al nostro controllo. Non può uccidermi fisicamente, ma se cancellasse ogni traccia delle mie memorie non sono sicura che potrei recuperarle, diventerei un contenitore vuoto, e probabilmente non vale solo per me. Vidocq è diventato molto più temibile dal mio punto di vista ora...
    Detto questo, alzò le mani e lanciò un occhiata rassegnata a Rachel, voleva lasciarle intendere che il risultato era innegabile e che quindi potevano considerarla una buona arma per i loro obbiettivi. Ma come sfruttarla contro Caius? Se davvero poteva debellare qualsiasi tipo di pericolo dal suo corpo senza neanche accorgersene non potevano agire in maniera tanto diretta. Quindi tornò a guardare Iwan aspettando una risposta.
     
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    Il risultato su Vladimir fu decisamente più appagante e convincente di quanto Iwan non potesse sperare. Perfino lui rimase sorpreso nel vederla comportarsi come... beh come un essere umano che ha subito un danno. Vladimir era una sorta di incubo Lovercraftiano in chiave pornografica agli occhi di Iwan quindi vederla incassare un colpo del genere era davvero sorprendente. Evidentemente neanche Vladimir è abbastanza potente da resistere alle forze dell'inferno. Su una cosa però aveva ragione: Vidocq aveva davvero risorse fuori dal comune e dovevano stare molto attenti a tenerlo da conto sia come alleato, sia come possibile nemico. Ovviamente nonostante Iwan stesse gustandosi la reazione di Vladimir, non ignorò le parole di Rachel che sollevò una questione non da poco. Il cervello del rosso tornò immediatamente al lavoro.
    A questo punto, dubito che anche l'inganno funzionerebbe. Stando al tuo racconto, il potere di Caius agisce anche al di fuori del suo controllo, è come un sistema immunitario... il migliore dell'Impero a quanto pare. Prima di somministrargli qualcosa del genere va indebolito, ma non sappiamo come. A questo punto dovremmo iniziare a considerare l'idea che questo dono non sia per lui...
    Come sfruttarlo al meglio? Più trovavano risposte, più sorgevano domande. Caius era davvero un nemico invincibile, potentissimo e inattaccabile, circondato da una schiera di combattenti altrettanto potenti quanto lui, capaci di tenere testa se non addirittura sbaragliare un esercito. E loro avevano ben poco da sfruttare. Rachel aveva un potere immenso ma la metteva inevitabilmente al centro del campo di battaglia, questo significava mettersi in gioco e avere ben poche cartucce nel proprio caricatore. Per loro invece, la sconfitta non era una possibilità accettabile, ma totalmente da escludere. Potevano solo vincere e avrebbero vinto, per questo ogni risorsa diventava indispensabile. Iwan guardò Vladimir e in quello stato senza ombra di dubbio non poteva essere utile più di tanto, e per quanto i segreti del Loto fossero in parte svelati non avevano modo di procedere oltre senza ulteriori indizi. Dovevano indagare ancora. Spostò lo sguardo su Rachel, riportando il braccio alla sua forma naturale, rivelando che al suo interno non c'era più niente e che quindi la dose era stata consumata.
    Ti insegnerò a manipolare gli effetti del Loto, dopodiché però dovremmo accettare qualche nuovo invito alle feste mondane di Roma. Questa guerra è già iniziata ma non è ancora il momento di sfoderare le spade. Credo che a questo punto siamo in piena guerra fredda. Dovrai dimostrare a Caius di essere più gelida di lui, Rachel.
    Un buon comico nella stanza avrebbe fatto notare l'ironia visto che Rachel era effettivamente un cadavere rianimato, ma visto che lì dentro erano tutti super cattivi e super seri, la frase aveva quel tipico suono crudele e spietato che piace tanto ai cattivoni per rendere l'idea di quanto spietati e determinati fossero.
     
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    Rachel rimase immobile al suo posto mentre osservava il fenomeno che si stava verificando su Vladimir. Non aveva mai visto nei suoi occhi la paura e lo sgomento, era un evento che avrebbe osato definire unico. Rachel la fissò sempre più interessata ed incuriosita, e perfino vagamente eccitata. Non avrebbe mai pensato che Iwan potesse suscitarle quei sentimenti, infondo Vladimir l'aveva sempre sminuito, preso in giro e lo aveva usato come un giocattolino umiliando il suo orgoglio facendo leva sulla parte più istintiva del suo essere umano. Vladimir infondo l'aveva sempre considerato inferiore a tutti loro, ma in quel momento ne era spaventata. Da un lato invidiò Iwan perché avrebbe voluto vivere in prima persona il piacere di sentirla tremare di paura fra le proprie mani, dall'altro si sentì orgogliosa di se stessa per aver accettato l'unico uomo al mondo che faceva da eccezione alla regola che fossero tutti degli idioti. Non si accorse nemmeno che le labbra erano piegate in un ghigno compiaciuto, si beò dei sentimenti di Vladimir, concentrandosi unicamente su di lei mentre il suo essere si scioglieva spogliandosi della sua forma per tornare ad una forma più umana e fragile. Rachel si piegò sul tavolo poggiando i gomiti su di esso continuava a fissare incredula la donna aspettando con impazienza il suo resoconto che non tardò ad arrivare. A quanto pare la sostanza aveva fatto effetto e da come aveva detto lei era anche molto potente. Si sentì anche felice di aver scoperto il più grande punto debole di Vladimir, lei che sembrava inattaccabile un vero mostro invincibile in realtà anche lei aveva un modo per essere terrorizzata, ed il pensiero di poterla far tremare e tenere il suo cuore e la sua mente in pugno le diede una piccola scarica di piacere che sedò stringendo le cosce una all'altra. Quello non era di certo il momento per lasciarsi andare ai propri istinti, voleva rimanere concentrata.
    Fin quando non ci metterà i bastoni fra le ruote possiamo considerarlo un alleato. Ha delle buone risorse lo ammetto. Se tuttavia dovesse rivelarsi un ostacolo lo toglieremo di mezzo. affermò, ma non sembrava affatto preoccupata, anzi dal suo ghigno compiaciuto era evidente che era troppo felice per pensare ai problemi in quel momento. Così finalmente si voltò verso Iwan mentre si ritirava e faceva sparire le fibre dal suo braccio. Iwan sembrò aver capito la natura del potere di Caius ed in effetti lei non ci aveva riflettutto abbastanza bene, poiché lo guardò meravigliata in un primo momento e poi sembrò realizzare qualcosa.
    Sistema immunitario... ma certo! Ecco perché le mie fibre erano rimaste nella sua bocca come se galleggiassero in un liquido senza affondare. Ci servono altre informazioni. "Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura." è così che si dice no? fece Rachel immergendosi per un momento nei suoi ricordi di quella serata passata con Caius, così da cercare di capire se non aveva fatto caso a qualcosa. Iwan suggerì di dover recarsi di nuovo alle feste mondane di Roma, magari lì avrebbero potuto trovare altro, o magari incontrare perfino Caius ancora una volta. Rachel sollevò un dito verso di lui agitandolo come a voler dire che aveva perfettamente ragione.
    Sì hai ragione dobbiamo andare a qualche festa regale. Vladimir con il tuo potere potrai esserci molto utile, voglio che vieni anche tu. Iwan sai se c'è qualche evento del genere che si svolgerà presto? gli chiese alzandosi dalla sedia già pronta a prepararsi. Se dovevano conquistare una nazione così grande non potevano usare unicamente la forza bruta, dovevano giocare anche di astuzia e prepararsi un piano.
     
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    Mentre si ricomponeva, notò subito lo sguardo compiaciuto di Rachel, che la fece immediatamente indispettire. Di solito avrebbe accettato la sfida ricambiando con un sorrisetto, stavolta invece fu molto più infantile, gonfiando un pochino le guance e incrociando le braccia, indispettita da quella reazione. I dannati se la stavano gustando non poco quella situazione più unica che rara, e anche se era consapevole che la paura risultava ingiustificata, Vladimir non poteva fare a meno di pensare di essere divenuta lo zimbello della situazione. Non aveva la minima intenzione di continuare in quel modo e anzi, voleva dimostrare che anche senza un pezzo di sé risultava comunque utile. Decise che li avrebbe seguiti anche in quello stato, così da impedire ad Iwan di darsi troppe arie come se fosse stato capace di metterla a tacere una volta tanto. Non avevano idea di quanto si sbagliavano. In quello stato, Vlad non si rendeva conto che stava ragionando in maniera molto più infantile, colpa dell'effetto del Loto, ulteriore prova di quanto maledettamente fosse potente quella roba.
    Non sarei rimasta qui in ogni caso! Dimostrerò la superiorità del mio potere anche in queste condizioni, anzi sarà un buon allenamento in caso ci trovassimo di nuovo contro forze superiori come gli sgherri di satana o perché no, quelle misteriose lanterne. Dobbiamo essere pronti a tutto!
    Si alzò sbattendo le mani sul tavolo, lasciando che la lunga chioma vermiglia le ricadesse addosso e mettendo un pò in mostra il suo corpo. Nonostante sembrasse cambiata fisicamente, il suo corpo era ancora formoso e prosperoso, anzi pareva perfino più tonico del normale, più simile ad una ragazza normale che si era allenata piuttosto che ad una creatura dalla forza immensa contenuta in un corpo artificiale. Tutt'altro che preoccupata del suo pudore, Vladimir iniziò ad afferrare qualche ciocca sulla testa per poter legare i capelli all'indietro, dando loro una forma più ordinata, e quando fu completamente nuda si preoccupò di evocare anche un vestito con cui coprirsi, direttamente addosso a sé. Il risultato la lasciò per un momento stupita.
    Oh... adesso capisco a che punto mi ha rimandata il loto. Non so perché... ma ho una gran voglia di spaghetti e ali di pollo...
    Non avrebbe comunque mosso altre obbiezioni, né sarebbe diventata furiosa per altre ragioni. Era molto distratta da quella situazione ma a tempo debito sarebbe stata capace di concentrarsi quanto serviva per potersi infiltrare di nuovo in una di quelle feste. Era anche piuttosto eccitata all'idea di partecipare ad una missione del genere nel campo nemico, dove ogni errore poteva essere fatale e ogni informazione poteva divenire preziosissima.
     
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    Con le buone o con le cattive, Iwan aveva convinto le sue alleate che quella risorsa andava studiata meglio e, una volta compreso il ruolo che poteva avere nella loro battaglia, potevano trasformarla in una vera e propria chiave di volta. Inutile perdere tempo dunque. Il rosso portò le braccia in posizione conserte, e mentre Vladimir dava una parvenza di decenza allo stato in cui si trovava, era già pronto alla prossima mossa.
    So come dobbiamo muoverci, abbiamo un pò di tempo per darti qualche nozione sul Loto. Vladimir, tu nel mentre cerca di riconnettere quel poco di potere che ti rimane, questa missione sarà diversa dalle altre...
    Iwan sapeva bene che errori grossolani non erano accettabili in simili situazioni, specialmente perché il loro nuovo obbiettivo era incredibilmente rischioso. L'evento in questione era una festa dai toni particolarmente diversi dal solito, che forse poteva mettere a suo agio Rachel in effetti: gli invitati dovevano rispettare un dress code ottocentesco. Una banale festa in maschera? Affatto. Quelle serate mondane erano destinate ad incontrare comuni e piccoli regni che avevano rigettato la "globalizzazione" e si erano rintanati nelle loro tradizioni. Non delle superpotenze ovviamente, ma molti risultavano particolarmente influenti poiché sostenuti da gruppi di attivisti oltre che da ricchezze peculiari. Inutile dire che la tradizione genera anche rigore, quindi molte valorose reclute romane provenivano proprio da questi regni. Dunque degli alleati preziosi... e ospiti che pretendevano un'accoglienza degna. Ecco perché quel genere di eventi venivano sempre delegati a Zaborg, che non concedeva mai imperfezioni a nessun invitato. E il problema era proprio lui: Zaborg conosceva il volto di Rachel, rischiava di far sorgere domande nella mente dell'Imperatore e meno fili si connettevano, meglio sarebbe stato per loro. Difficilmente il monarca del tuono lascia scoperto il suo padrone, e non era da escludere che anche altri delle alte sfere fossero nella lista degli invitati. Dovevano essere molto cauti, per questo dovevano evitare di dare troppo nell'occhio. Iwan scelse dunque un vestiario scuro, visto che questo genere di feste erano illuminate solo da candelabri e le grandi stanze risultavano costantemente in penombra: un ampio spolverino nero accompagnato da diverse cinture e pelle dal colorito smorto, non molto elegante. Sotto il cappello sfoggiava una maschera da dottore della peste, rigorosamente nera e dal becco non particolarmente allungato. All'interno del becco aveva nascosto una piccolissima fiala di loto, il minimo e indispensabile in caso si presentasse una buona occasione, ma altrettanto sacrificabile in caso la situazione fosse diventata spinosa. La festa si svolgeva in una villa vicino il centro di Roma, non molto distante dal Colosseo, quindi la sicurezza era a livelli enormi, ma fortunatamente Iwan si era infiltrato bene in quella metropoli tentacolare, per questo non avrebbero avuto difficoltà ad entrare.
    Dove pensate di andare senza mostrare l'invito?
    Un grosso omaccione se ne stava davanti ad una delle entrate, corazzato da un'armatura che dava l'idea di poter cambiare il suo modo di assemblarsi, simile alle corazze della squadra NERA ma più minimale e probabilmente pensata in quel modo per adattarsi ad ogni stile di festa. Creare armature a tema per la sicurezza uniche per ogni evento rischiava di diventare dispendioso. Iwan apriva la fila e gli impedì di respingere le altre con la mano, sollevando la propria mentre dalla manica estraeva qualcosa.
    Ho un invito speciale per te, Roberto. Questo è un dono, ma stai attento a quello che fai, o potresti ritrovarti senza.
    Appena Iwan pronunciò quelle parole, mostrandogli una bustina piena di polvere nera, l'uomo s'impietrì, iniziando a tremare come se fosse diventato improvvisamente un bambino. Con lo stesso tremore afferrò la dose e si scansò frettolosamente, intimorito dalla presenza di Nyarlathoteph. Una volta dentro, Iwan, Rachel e Vladimir si ritrovarono fuori da uno sfarzoso corridoio che portava nel cuore della villa, sistemato come se fosse l'esposizione di una galleria di quadri d'altri tempi. C'erano molti cimeli preziosi alla quale gli invitati davano molta attenzione. Come previsto l'illuminazione non era altissima e anche gli invitati che non indossavano maschere risultavano difficili da vedere in volto, tutti però sembravano a loro agio. Le pareti erano di una tintura rossa opaca, mentre le tende passavano da un marrone chiaro a delle sfumature gialle. Il pavimento sembrava in marmo ed era ben tenuto, c'erano davvero moltissimi invitati e nessuno di loro evitava i diversi tavoli sulla quale erano posizionati vini da degustare. Era facile distinguere gli ospiti provenienti da zone poco globalizzate: le loro cicatrici erano vistose, spesso avevano denti ingialliti, poco trucco in volto ed emanavano anche un tipo di odore diverso. Come la differenza tra un libro nuovo ed uno molto antico. Per dei predatori come loro era facile notare quelle piccolezze, e per Iwan che sapeva cogliere ogni indizio quella festa era un ventaglio di possibilità.
    Ai sovrani piace mettere in esposizione le loro conquiste... col tempo dai teschi sono passati ai castelli, e dai castelli ai quadri. L'odore della loro inerzia mi da già la nausea.
     
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    Rachel non era poi così entusiasta di recarsi nuovamente ad una festa, le ricordavano i vecchi tempi quando li organizzava suo padre per far trovare "marito" alla ragazza. Odiava i falsi sorrisi, e si divertiva a terrorizzare i corteggiatori troppo audaci. Dopo la quarta festa il padre finalmente aveva smesso di organizzarle pensando più a qualcosa di più organizzato fra privati e con meno incontri possibili. In quell'occasione però non era lei la protagonista della festa quindi poteva serpeggiare fra gli invitati per trovare indizi e notizie utili. Certo ciò avrebbe significato che doveva socializzare ed anche se sapeva farlo, odiava farlo. Un piccolo prezzo che comunque avrebbe pagato per avere un vantaggio sul suo nemico. La festa a cui avrebbero potuto partecipare si trattò di nuovo di qualcosa di particolare che avrebbe permesso loro di mascherarsi e non dare nell'occhio. Indizio che le fece pensare che probabilmente li organizzavano appositamente così per permettere a Caius di mischiarsi fra gli ospiti e farlo divertire senza attirare troppo l'attenzione dato il suo ruolo. Ebbe quindi il tempo di preparasi e di scegliere un abbigliamento che le piaceva moltissimo dato che univa la comodità della modernità e l'estrema eleganza ottocentesca. Il suo abito sembrava un vestito femmile quando stava ferma o camminava lentamente ma lo spacco davanti avrebbe rivelato che aveva dei pantaloni e lunghi stivali comodi e moderni. Forse non era il più seducente degli abiti ma di sicuro avrebbe fatto la sua bella figura davanti agli altri ospiti. Magari avrebbe attirato meno l'attenzione di uomini così da potersi concentrare a fare le chiacchiere da salotto e cercare pettegolezzi più o meno inerenti al loro caso. Sul volto portava una maschera elegantissima di pizzo nero che oltre a coprire il volto la decorava finemente. I suoi capelli erano raccolti in un elegante acconciatura che le tenevano fermi i capelli sulla nuca. Arrivati all'ingresso della festa vennero fermati da un uomo che Iwan sembrò conoscere bene. Rachel non disse nulla aspettando altezzosa che il loro cavaliere mostrasse il loro personalissimo invito per farli passare. Rachel osservò gli invitati in silenzio, quelli che avevano rifiutato la "globalizzazione" erano evidenti ma li trovò ipocriti dato che si trovavano proprio a quella festa. Ostentavano le loro tradizioni pensando di essere "unici", diversi dal resto del regno, ne andavano fieri come se mostrarsi in quel modo desse l'idea che fossero indipendenti dall'impero e Caius a quanto pare piaceva dare loro quella patetica illusione. Chissà se era lì anche lui? Si guardò attorno per adocchiare gli ospiti e cercare di affinare i sensi per poter capire chi era gente normalissima e chi invece aveva un timbro energetico particolare. Avrebbero rivisto Vidoq? Rachel si addentrò nella folla e si avvicinò al tavolo dei vini dove prese un calice per sé, porgendone poi uno a Vladimir e l'altro ad Iwan.
    Tu cosa esporresti nel tuo regno invece? chiese Rachel per rendere la conversazione più leggera e senza impegni per dare loro modo di guardarsi attorno e prestare attenzione agli eventi. Allo stesso tempo però sembrava voler sottolineare solo a loro due il sottointeso che presto quella bambagia sarebbe finita perché sarebbe finita in mano loro, e sarebbero stati loro a regnare con le proprie regole.
     
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    Si stupì di quanto infantili fossero diventati i suoi pensieri dopo l'applicazione del Loto. Normalmente sarebbe stata entusiasta di una festa mondana, ma in quel momento un tema così stupido e superato la indispettiva come una fanciulletta obbligata ad uscire con i suoi genitori che preferirebbe di gran lunga stare a casa tutta la sera a parlare con le amiche di ben altro. Com'era possibile che nonostante l'età avanzata in cui si trovavano ci fossero ancora delle comunità così arretrate? Tradizione, disciplina, onore certo, tutte cose meravigliose, ma che senso potevano avere in un mondo globalizzato dove la Umbrella la faceva da padrone? Idiozie. Come ostinarsi a combattere con aste decorate piuttosto che impugnare pistole di alto calibro, sgraziate ma efficienti. Evidentemente erano così arretrati da non conoscere nemmeno Indiana Jones. In ogni caso, dovevano mescolarsi e l'abbigliamento che aveva usato sia i primi tempi della Umbrella che durante un torneo forse non erano la scelta migliore, anche il doversi cambiare ancora faceva parte dei suoi capricci adolescenziali ma si sforzò di non fare troppe storie. A differenza dei suoi alleati, non rimase affatto sobria nel vestiario, anzi visto che era la più anonima dei 3 poteva anche sfruttare la cosa per attirare l'attenzione, così da far passare inosservati Iwan e Rachel. Scelse un abito bianco molto sottile, che nella penombra non avrebbe permesso di vedere cosa c'era sotto, solo intravederlo. Si preoccupò di usare i propri poteri per appesantire un pò il suo seno, quanto bastava per renderlo particolarmente evidente. Scarpe bianche lucide con tacco e una maschera che copriva occhi e fronte, simile a quelle utilizzate per rappresentare gli animali, ma con due piccole corna nere posizionate ai lati della fronte. Una volta vestita, si unì ai suoi compagni senza perdere ulteriore tempo. Il fatto che fossero particolarmente vicini al Colosseo non era una buona notizia, probabilmente da quelle parti la sicurezza era elevatissima e qualsiasi mossa falsa poteva metterli nei guai, doveva limitare l'uso del suo potere al minimo indispensabile e farlo con la dovuta cautela. Solo per eliminare gli ostacoli ovviamente, e quel grosso energumeno davanti all'entrata sembrava uno di quelli. Tuttavia, prima che Vlad potesse fare mosse frettolose, Iwan tirò fuori un nuovo lato di sé che aveva sviluppato nell'ultimo periodo, e che riuscì a sorprendere piacevolmente l'Unica Mente: un signore di quartiere, un padrino forse, molto più che un semplice spacciatore... era una specie di terrore che serpeggiava nelle ombre alla quale bastavano pochi gesti per imporsi. Notevole, specialmente per uno come Iwan. Doveva ammettere che quello spettacolo la eccitò un pochino, e mentre entravano finalmente alla festa le sfuggì un sorrisetto divertito. Come gli altri, Vlad iniziò subito a scandagliare tutti gli invitati per capire quante personalità speciali ci fossero in giro, anche se dubitava che tra quei pomposi fantocci ci fosse qualcuno degno di nota. Seguì Rachel quasi senza pensarci e quando si ritrovò il calice di vino davanti al viso per un momento esitò, afferrandolo subito dopo con ritrovato entusiasmo: sembrava proprio un'adolescente in piena scoperta, forse perché aveva realizzato che senza una parte dei suoi ricordi che avrebbero tardato a tornare, poteva provare qualcosa di nuovo e unico? La cosa la intrigava, ma prima di tutto dovevano capire cosa fare lì per non perdersi nulla di quella festa.
    Nel mio regno ci sarebbero solo successi degni di nota. Un'opera d'arte è un vezzo che posso appendere nella mia stanza per gusto personale, ma ciò che devono ammirare tutti sono i progressi del mio operato. E devono essere eclatanti, così chi non è all'altezza abbasserà il capo, e chi invece vuole dire la sua porterà un contributo tangibile. Inutile alzare la voce se non puoi permettertelo...
    Detto questo sorseggiò il calice, facendo sbattere rumorosamente le labbra mentre lo assaporava per bene. Non era proprio al massimo della sua eleganza quella sera, ovviamente, ma se non altro iniziava a divertirsi. Sorse immediatamente un'altra domanda: di norma il virus Vladimir ha grosse difficoltà ad ubriacarsi, in quello stato invece quanto vino serviva? sfoggiò un sorriso entusiasta, scolando il bicchiere e porgendolo subito ad Iwan, invitandolo a riempirlo di nuovo. Non avrebbe mai chiesto di farlo a Rachel.
     
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