Fioritura infernale

x Hina&Amy

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    Quella dannata sapeva certamente come scuotere l’animo del professore, sembrava un vero e proprio interrogatorio, una sevizia da parte di un serpente intento a stringere la sua povera vittima tra le proprie spire per spremergli tutte le informazioni che aveva, lussuriosamente e senza pietà. Grande e grosso com’era, Thresh si sentiva selvaggiamente condannato, e che meravigliosa condanna era toccata proprio a lui. Si lasciò sfuggire un perverso sorriso appena sentì l’abbraccio diventare più intenso, dopodiché decise che avrebbe fatto la sua parte… mai deludere un ospite.
    Mi sopravvaluti… a stento ho avuto il piacere di ammirare i poteri dei monarchi, figurarsi quello dell’Imperatore in persona…
    Mentre si lasciava sfuggire quelle lente parole, la lanterna al suo fianco iniziava ad emettere una tenue fiamma verde, rilasciando a terra del fumo densissimo, simili a lente fiamme che si mescolarono con le luci della sala. Immediatamente l’illuminazione cambiò, diventando più sinistra, scura, perfino la musica divenne alterata e gli occhi di tutti i presenti intenti a danzare si accesero di quel bagliore tetro che di solito caratterizzava il non morto, iniziando a ballare seguendo il suo di ritmo, avvicinandosi sempre di più a Vladimir e Thresh, circondandoli come petali di una rosa scura.
    Ma sospetto si tratti di qualcosa di maledettamente oscuro, oltre che potente… altrimenti l’Imperatore non si sarebbe preoccupato di sigillarlo. E da quel che so, si tratta di un sigillo non da poco, più che un sigillo sembra quasi una barriera protettiva intorno a Caius… ma non per proteggere lui dal mondo… bensì per proteggere il mondo da lui.
    Lo sguardo del non morto si avvicinò a Vladimir, sfiorandole le labbra, fermandosi però all’ultimo per rimanere vicinissimo a lei.
    Spaventoso, non trovi? Rex probabilmente non è da meno, ma fatto sta che la progenie del vecchio imperatore è senza ombra di dubbio maledetta in qualche modo. Molti la considererebbero una benedizione ma… forse c’è da chiedersi cos’abbia fatto il vecchio Leone, piuttosto che i suoi figli, non pensi?
    A quel punto si fiondò su di lei, rendendo la danza ancora più frenetica mentre le labbra si incrociavano e cercava un bacio passionale, aggressivo, come se bramasse di ribaltare la situazione in cui si trovava. Non voleva di certo strappare il ruolo di carnefice a Vladimir, ma che soddisfazione poteva darle se non si opponeva neanche un pò?
    La situazione era senz’altro molto meno piacevole da Iwan, che doveva fare i conti con una serie di imprevisti più simili ad una cascata che altro, considerando che in quel momento non aveva alleati e anzi, Rachel che usava i suoi poteri senza pensarci o limitarli in qualche modo era senza ombra di dubbio la sua nemica numero uno. Cercò di mantenere la calma ad ogni costo, in situazioni del genere sapeva che anche solo una piega sulla bocca poteva tradire la sua facciata e Caius era un combattente, forse non il più sveglio ma nemmeno il più sprovveduto e Iwan non voleva sottovalutarlo. Caius, che aveva sentito distintamente qualcosa di familiare, si perse immediatamente nella concentrazione per capire da dove veniva. Iwan fu costretto a pensare molto più in fretta di quanto non fosse già.

    Tu sei l’imperatore, non è vero?
    Come fai ad esserne sicuro, rosso?
    La risposta di Caius fu fulminea, priva di esitazioni. Quel tipo sembrava un frivolo riccastro abituato ai piaceri della corona, in realtà Caius era un guerriero, un soldato e soprattutto un comandante. Il fatto che i suoi Monarchi fossero tutti signori della guerra doveva lasciar intendere che razza di mostro dovesse essere il loro capo, ora Iwan ne aveva la conferma e decise che non era più il caso di considerarlo inferiore.
    Perché io sono un tuo avversario.
    Anche la risposta di Iwan fu netta, e finalmente riuscì ad attirare di nuovo l’attenzione di Caius su di sé.
    Io sono Nyarlathoteph.
    Nello stesso momento, Rex si stava lasciando sfuggire una risatina compiaciuta, soddisfatto dalla reazione di Rachel che pur essendo in vantaggio e senz’altro superiore, rispondeva comunque nervosamente alle minacce dell’esiliato, perché in fondo lo considerava ancora una minaccia, o almeno questo pensava lui. Inutile dire che restituirle tutte quelle fastidiose stoccate con un’offesa che finalmente riuscisse a toccarla lo compiacque molto più del dovuto, che festeggiò concedendosi una stretta più vigorosa intorno al collo di Rachel, nonché un avvicinamento tra i loro corpi più diretto visto che voleva farle capire che non la temeva affatto, e che i suoi serpenti non rappresentavano per lui nessun tipo di minaccia. Anzi, in quel momento era come se Rachel tenesse la sua pelle nuda contro quella di Rex, dato che le sue fibre erano connesse a lei in maniera anche più intima delle sue stesse ossa. Era un potere oscuro, immensamente tenebroso, del tutto identico a Caius, forse si era sviluppato in maniera diversa ma l’origine era la medesima, non c’erano dubbi, e i ricordi di quell’intensa notte dove l’aveva sentito scorrere dentro di sé vennero rievocati come un fiume in piena, enfatizzati dagli occhi minacciosi di Rex che a quel punto esercitavano la stessa minaccia di suo fratello. Una cosa però, riuscì a spegnere l’istinto gioioso di Rex, come se fosse rimasto deluso da quella reazione, ma che in realtà non pensava di vedere su Rachel, considerandola solamente una bestia rabbiosa che si era messa sul suo cammino. In realtà fu capace di trattenere le sue emozioni e dimostrarsi ben oltre il mero cane bastonato che Rex voleva rifilarle come soprannome. Perse così tanto la presa che il suo polso scivolò via come un meccanismo a scatto appena Rachel lo respinse, lasciandolo del tutto silenzioso. Rachel era maledettamente convinta della sua posizione, non aveva esitato nemmeno per un istante né aveva ceduto. Aveva un piano, uno schema, una prospettiva… non stava semplicemente provando il tutto e per tutto. Rex si allontanò da lei, prendendo le distanze dai suoi serpenti così che tornassero di nuovo in stallo. Era ovvio che nemmeno lui voleva iniziare lì una battaglia letale.
    L’orgoglio è ciò che ci distingue dalle bestie, Rachel. Ma visto che siamo d’accordo sul pugnalarci alle spalle solo dopo aver raggiunto un obbiettivo comune, mi accontenterò di difenderlo quando sarà il momento.
    Con ancora i pugni serrati per la rabbia, Rex tornò in una posizione di stallo, restando fermo davanti a Rachel senza distogliere lo sguardo da lei.
    Qual è il piano?
     
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    I due fratelli di sicuro avevano lo stesso vizio di imporsi sulle femmine con tutto il corpo come se gli fosse tutto dovuto. Rachel odiava quell'atteggiamente e risentire la stessa sensazione che aveva provato con Caius la destabilizzava, perché le riportarono alla mente la paura, l'odio di quei momenti. Non avrebbe permesso anche a Rex di arrivare a quel punto, piuttosto avrebbe mandato tutto all'aria e avrebbe combattuto contro di lui. Fortunatamente Rex non sembrava il tipo a cui piaceva umiliare le donne sessualmente, o per lo meno non si lasciava contagiare da ciò che possedeva fra le gambe, preferendo cedere alla rabbia e la violenza. Quando lui si accorse che Rachel aveva imparato a controllarsi, che aveva imparato a gestirsi le proprie emozioni sembrò spegnersi di tutta la sua arroganza. O per lo meno la parte più sadica perché aveva notato che non poteva farla scatenare come un cane rabbioso. Rachel non era una sprovveduta, sapeva benissimo che se lo lasciava fare poteva diventare pericoloso, essere riuscita a sconfiggerlo una volta non le poteva garantire di riuscirsi una seconda volta. Anche perché lui l'aveva vista in azione e non poteva più sorprenderlo. Rex le disse che l'orgoglio era ciò che li distingueva dalle bestie, e anche se in parte era d'accordo sapeva anche che c'erano momenti in cui non poteva sfoggiarlo che doveva essere paziente e subdola per poter avere il massimo della vittoria al momento dovuto. Era successo quando aveva giaciuto con quel bastardo di Caius, che alla fine era riuscito a farglielo piacere ma per Rachel quella non era stata che una sconfitta a livello personale, ma una piccola vittoria perché aveva capito che non sarebbe riuscita ad ucciderlo nel modo in cui pensava. Guardò torva Rex mentre si passava la mano sul collo per scacciare via in modo inconscio quella strana sensazione che le aveva trasmesso. Aveva una voglia matta di spaccargli tutte le ossa del corpo, dio ci avrebbe goduto tantissimo a sentirlo urlare di dolore, ma non doveva scordare dove si trovava, e non doveva scordare la loro missione: raccogliere informazioni.
    Non lo avevo notato allora, ma tu e Caius avete la stessa inquietante energia oscura. Dopotutto siete fratelli gemelli. commentò cercando di calmarsi a sua volta. Le fibre nere misero a posto i suoi capelli andati fuori posto, facendola tornare elegante e impeccabile come prima. Decise di rivelare parte dei suoi piani, sperando che magari Rex peccasse di orgoglio e dicesse qualcosa per insultarla ma che le facesse capire cose importanti da poter sfruttare a proprio vantaggio.
    Sono qui per raccogliere quante più informazioni possibili. Ho trovato un'arma particolare che vorrei usare a mio vantaggio contro Caius. Il problema è che quell'arma non è fatta per uccidere ma per far dimenticare. E' potente ma va usata nel modo giusto. Conosci il detto "conosci il tuo nemico"? disse facendo passi lenti per riposizionarsi nel corridoio e togliersi di dosso al muro, non voleva attirare l'attenzione di nessuno.
    Tu invece perché sei qui? Se ti scoprono sei finito, cosa ti porta a rischiare così tanto? chiese diretta. Infondo era strano che si trovasse in quel posto, conciato in quel modo avrebbe dovuto pensare prima di tutto a curarsi e rimettersi in forma. Era forte ma in quelle condizioni sarebbe stato comunque in svantaggio, quindi cosa stava nascondendo?
     
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    Lo scenario stava iniziando a cambiare, il professore sembrava aver preso la situazione in pugno, come se quello fosse il suo teatro e ogni ospite un mero burattino trainato da quel misterioso burattinaio tanto oscuro quanto affascinante. Vladimir si sentì letteralmente trascinare in quella commedia, si sentiva a sua volta stretta in quei fili di marionetta che la obbligavano ad andare in una sola direzione, e dato che lei non voleva andare da nessun'altra parte era tanto di guadagnato. Inoltre il discorso stava andando esattamente dove desiderava e sebbene la risposta di Thresh fosse incompleta, la sua curiosità venne sollecitata a sufficienza da diventare affamata. La risposta quindi fu lussuriosa: prima di rispondere al professore, Vlad si concesse un lungo bacio con lui, incrociando la lingua con quella del non morto per fargli assaggiare il suo potere. Voleva attingere a quello di Thresh, per lasciarsi coinvolgere, come se fosse una droga che le serviva per poter amplificare la propria percezione e vedere il mondo per come appariva veramente. Si staccò da lui solo dopo avergli morso il labbro inferiore, riprendendo il discorso con un ghigno vincitore ed intrigato.
    Mi stai forse suggerendo che i poteri dei fratelli Rexmundi non sono affatto uno l'antitesi dell'altro, ma entrambi ugualmente distruttivi? Curioso... ma non sorprendente. Per dominare Roma devi essere molto più che speciale. Al punto che il tuo potere va sigillato...
    La voce era ancora carica di lussuria, tant'è che non si staccò dalla pelle del non morto nemmeno per un istante, restando a diretto contatto prima con la bocca e poi con le guance, iniziando a scendere fino al collo, mordendolo e baciandolo per saggiarne la potenza. Il fisico di Thresh era davvero irresistibile.
    Da come ne parli... sembra che sospetti che le loro abilità non siano un risultato indesiderato del caro vecchio Imperatore, anzi... forse era esattamente quello che desiderava. Ciò che non si aspettava magari era di vedere due eredi, non è così? Una potenza tale da rendere immortale un'Impero... ma col rischio di diventare eccessiva. Un principe oscuro è perfetto, ma due... sono le chiavi dell'inferno, non è così?
    Era solo un'ipotesi ovviamente, non aveva prove a sostegno di quello che stava dicendo, si trattava di mere supposizioni dettate dall'esperienza e spinte proprio dalle parole del Professore. Fino a quel momento avevano ragionato intorno all'Imperatore considerando i monarchi una sorta di famiglia, ma la verità era che anche Rex e Caius avevano dei genitori, e questi non andavano tolti dall'equazione. Se veramente il caro imperatore Rexmundi aveva fatto qualcosa alla sua progenie, allora dovevano scavare molto, molto più a fondo. E avrebbe strappato da quel non morto ogni suggerimento che aveva a disposizione.
     
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    L'Unica mente... dal sapore irresistibile e dalla lussuria irrefrenabile. Ma quello non era un nome a caso. Vladimir ragionava davvero come un'immensa rete neurale e riusciva a cogliere gli indizi e i suggerimenti che il professore le stava concedendo. La reazione alle sue parole infatti non fu una risposta di assenso o una mera spiegazione: la guardò con gli occhi sgranati ed intrigati di chi non si aspettava una risposta tanto furba e completa, un professore sorpreso dal suo alunno che porta dei risultati inattesi. Vladimir meritava un bel voto, che il non morto espresse dandole un altro bacio mentre lei gli mordeva il collo, scendendo dalla fronte fino alle labbra, incalzandola così come facevano gli invitati, corrotti dal potere di Thresh e trasformati in una barriera intorno a loro. Gli occhi oscuri di quei burattini, come li aveva definiti Vladimir, era un muro sensoriale che isolava loro dal resto, e il resto da loro, rendendo quella danza molto meno simile ad un elegante balletto, e assai più vicino ad un'animalesca stimolazione. Stavolta fu lui ad essere bestiale, intrigato e stimolato dal morso perverso di Vladimir che accese ulteriormente il suo desiderio, portandolo ad afferrarla per le natiche, stringendola energicamente per spingerla contro la sua virilità, mentre lui le aggrediva la gola con la lingua e con le labbra, invadendola come meglio poteva per farle sentire quella perversa passione che lo animava. A separarli fu uno schiocco rumoroso, mentre un filo di saliva li teneva ancora uniti. Nello stesso momento, la fiamma verde ai loro piedi si sollevò, iniziando a consumare i vestiti che indossavano, bruciandoli senza fare danno ai loro corpi. Gradualmente, Vladimir avrebbe potuto ammirare il corpo scolpito e perfetto del professore, oltre che sentire la sua immensa Virilità spingere sulle sue carni, il ventre e risultare ad un passo dallo sfiorarle il seno, tale era eccitato in quel momento.
    Il sentiero è giusto, Unica Mente. Sei allo stesso punto in cui mi trovo io. La verità è difficile da comprendere, perché cambia in funzione di chi racconta la storia. Fin'ora abbiamo sentito quella di Rex, e quella di Caius possiamo immaginarla. Ma quale sarebbe il punto di vista di Leone? Anche se... devi perdonarmi, ma io apprezzo la compagnia femminile. Quindi mi domando... come sarebbe questa storia, raccontata dalla madre dei principi?
    Tutti ricordavano le gesta del grande imperatore Rexmundi, e tutti parlavano del suo erede, il degno successore di quell'impero creato sul sangue di tutti i nemici che avevano provato a soverchiare Roma durante la terza grande guerra. Ma nessuno osava domandarsi di chi fosse invece il seno che aveva messo al mondo dei frutti tanto imponenti, quanto oscuri.
    Quello che se la stava cavando peggio in quella situazione, era senza ombra di dubbio Iwan che aveva giocato una carta tanto potente quanto rischiosa, attirando su di sé il 100% delle attenzioni di Caius. Quest'ultimo non era uno sciocco, ponderò velocemente ogni possibilità prima di rispondergli e senza ombra di dubbio sapeva come giocare le sue carte.

    Hai le palle a presentarti così.
    Ho il vantaggio della maschera.
    Lo incalzò, senza esitare, doveva essere un botta e risposta se voleva mantenere su di sé l'attenzione di Caius, senza rischiare di finire sotto scacco ovviamente. L'Imperatore sembrò attendere un'altra risposta, lo stava studiando, forse addirittura raccoglieva informazioni e dettagli per poterlo riconoscere in futuro. Assurdo... realizzare quanto temibile fosse quel nemico che aveva dato sempre per scontato era una sensazione incredibile. Dopo molto tempo, Iwan si sentiva minacciato.
    Immagino che tu stia per darmi un buon motivo per non catturarti... se non giustiziarti qui.
    Sono solo stanco di passare per l'unico che fa i propri comodi... io ho solo raccolto il cadavere dei mafiosi che sono decaduti tempo fa. Non sono l'unico che fa esclusivamente i suoi comodi proprio sotto il naso dell'Impero. Pensavo che uno come te potesse essere interessato ad una simile informazione, specie quando i miei "colleghi" vantano protettori di un certo livello.
    Di che stai parlando, Rosso...?
    Lo aveva in pugno, aveva deciso su quale cavallo puntare, una lezione imparata da Rachel e da Vladimir che di solito non era nel suo stile, ma sembrava funzionare molto bene nei confronti di uomini di potere che dovevano guardarsi sempre le spalle. E aveva la carta giusta per poter dare a Caius qualcosa su cui lavorare.
    Non ti sei mai domandato come mai Traesto è così protettivo nei confronti dei Watchmen?
    Gli occhi di Caius si sgranarono di colpo. L'Imperatore era sotto scacco.
    Nello stesso momento, Rachel aveva riportato Rex alla quiete ed entrambi sembravano aver raggiunto un tacito accordo. Rachel gli spiegò di avere a disposizione qualcosa di utile, ma Rex parve non cogliere le raffinate possibilità che offriva il loto, dandolo quasi per scontato, come se fosse una mera distrazione per guadagnare tempo.

    E cosa vorresti che Caius dimenticasse? Me? Così potrei fingermi di nuovo il suo fratello diletto, e tornare a palazzo magari come vittima di un complotto... ti prego, sembra la trama di un film tragicomico. Ho una dignità anche io...
    Il discorso di Rachel non lo aveva convito e bollandola ben presto come un'idea ridicola, Rex passò a soddisfare la curiosità della donna, concedendole una risposta inaspettata.
    Vorrei poterti dire che sono qui per orchestrare qualcosa di diabolico, ma la verità è diversa... sono qui solo per dispetto. Una fonte anonima mi ha avvisato che per l'occasione Caius avrebbe esposto qualcosa di molto caro, a me e a lui... e sono venuto a portarglielo via. Si tratta di un quadro senza significato né utilità, ma come hai detto tu siamo fratelli e tra fratelli farsi scherzi del genere è terapeutico. Forse tu non potresti capire, non credo che una come te sia mai stata amata da qualcuno.
    Tregua non vuol dire iniziare a piacersi e Rex non perdeva una sola occasione per ricordarglielo. Il rancore che provava nei confronti di quella donna era secondo solo a quella che provava verso suo padre e suo fratello.
     
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    Evidentemente Rachel non aveva attirato l'interesse di Rex nel rivelargli che aveva un'arma potente ma particolare da usare. La sua risposta la lasciò parecchio delusa e si ritrovò a fissarlo sollevando un sopraciglio perplesso e l'aria schifata per l'idea insulsa che aveva tirato fuori. Fargli dimenticare che esiste lui? A che pro? Sembrava una scelta del tutto inutile.
    Tsk, sei egocentrico quanto lui. commentò acida in risposta alle parole di Rex. Era proprio vero che gli uomini erano molto simili fra di loro, si ritrovò a pensare. O ragionavano con il loro apparato riproduttore, oppure ragionavano come se tutto il mondo ruotasse attorno a loro, finendo per diventare degli idioti patentati. Tranne Iwan, quel ragazzo era l'eccezione che confermava la regola. Anche se non aveva la minima idea di cosa stesse combinando in quel momento, non poteva mai immaginare che stava proprio parlando con Caius in persona per tenerla lontana dai guai. Cosa che invece sembrava volsse cercarsi Rex che le rispose alla sua domanda rivelandole che era lì unicamente per fare un dispetto a Caius. Inizialmente lo guardò pensando che fosse l'essere umano più idiota al mondo. Sul serio voleva rischiare così tanto per un banalissimo dispetto? Si portò una mano su un fianco e con l'altra andò a stringersi il naso all'atezza fra gli occhi sospirando nervosamente. Non riusciva a crederci che doveva temere un tizio del genere. L'ultima frase che disse pungente e affilata come un rasoio portò di nuovo Rachel a guardare nella sua direzione, ma non sembrò turbata da ciò che disse. Era vero che in passato non era mai stata amata, ma Rachel infondo pensava che l'amore fosse un sentimento inutile e alle volta anche controproducente. Ecco perché aveva scelto di sacrificare il suo bambino a Satana, per non rischiare di mettersi un'enorme punto debole per i suoi nemici. Tuttavia lei aveva conosciuto una tipologia di amore diverso, contorto e malato sicuramente, ma era sicura che ci fosse qualcosa fra lei ed i suoi seguaci. Qualcosa che definiva sicuramente migliore dell'amore perché le avrebbe dato ciò che desiderava.
    Sul serio mi stai dicendo che sei qui, con l'altissimo rischio di farti catturare da Caius o chi per lui solo per un dispetto fra fratelli? Non sei già abbastanza conciato male? Non lo so sai che il tuo caro fratellino si diverte un mondo a bazzicare queste feste per fare il donnaiolo sotto copertura? fece con aria incredula, sembrava quasi volesse fargli una ramanzina, ma non era da lei, se lui voleva solleticare i suoi sensi con il rischio non era nessuno per dirgli di non farlo. A quanto pare entrambi i fratelli avevano vizi particolari e pericolosi. Rex si eccitava con il pericolo della cattura, e Caius con il pericolo della morte. Era proprio vero che erano fratelli, ed a proposito di fratelli, la frase che gli disse Rex la portò a pensare che quei due non erano stati separati dalla nascita a quanto pare. Parlava di Caius come se infondo avessero passato del tempo assieme, al punto da conoscere qualche debolezza come appunto un oggetto a loro caro.
    A meno che tu non sia sicuro che non corri nessun pericolo, perché magari sai che il tuo fratellino non ti farebbe davvero del male? Magari in nome dei vecchi tempi? Da come parli di quest'oggetto sembra che un tempo voi due non eravate acerrimi nemici o mi sbaglio? chiese realmente molto curiosa. Che rapporto c'era davvero fra i due gemelli? Era la società e la politica ad averli allontanati oppure si odiavano davvero? Andare lì per un dispetto non sembrava un atto di odio, sembrava quasi un gesto romantico per ricordare all'altro che è vivo e che infondo ancora lo pensa e ricorda chi erano un tempo. Robe molto melense per i gusti di Rachel ma che avrebbe potuto darle informazioni preziosissime.
     
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    Il seno prosperoso dell'unica mente fu libero e si lasciò ammirare dal professore. Gonfio, caldo, come se fosse in procinto di esplodere, Vladimir sapeva come rendersi appetibile anche senza poteri eccezionali, bastava mettere in gioco ciò che il suo corpo aveva a disposizione, e in quel momento i capezzoli turgidi della donna puntavano verso il professore, proprio come lui le faceva assaporare la sua virilità così esagerata quanto deliziosa. Era davvero impaziente di assaporarlo e non lo nascose, facendogli sentire gli umori bollenti che colavano dalla sua femminilità e si spargevano su quell'asta bollente con movimenti lenti e vogliosi del suo bacino, ma era troppo distratta dalle sue parole per concentrarsi troppo su altro e quando finalmente giunse alla conclusione che Thresh voleva concederle, i suoi occhi si illuminarono di entusiasmo.
    Questo mondo perverso... io lo amo...
    Commentò infine, poco prima di avventarsi sulle labbra del professore, strappandogli quello che poteva essere paragonato ad un bacio forse, ma che per lei era una vera e propria dichiarazione di guerra. Sciolse le sue labbra su quelle di Thresh come se dovesse divorarlo, allungando la lingua intorno alla sua rispondendo a tono ad ogni sua provocazione. Strinse le distanze tra i loro corpi in modo che il seno si schiacciasse con decisione sui muscoli scolpiti del non morto, serrando allo stesso tempo la sua verga eccessiva in un abbraccio voglioso. Non ci volle molto prima che una gamba si alzasse piegandosi intorno a lui così da avvolgerlo in un abbraccio sibillino e perverso, poi dopo averlo chiuso in quella morsa, Vladimir portò una mano intorno a quella verga esagerata, spingendola verso il basso e masturbandola nel mentre, in modo che scavasse il suo ventre, scivolasse tra le grandi labbra e saltasse fuori tra le sue natiche, dove iniziò a massaggiarlo sia con la mano che con le sue morbide carni, stringendolo in un abbraccio ancora più perverso. Solo a quel punto lo liberò del bacio, continuando a fissarlo mentre anche l'altra gamba si avvinghiava intorno a lui, arrampicandosi come una belva selvaggia su quella montagna di carne e forze, fissandolo dritto negli occhi. Era un perverso guanto di sfida quello e il professore doveva accoglierlo prima che Vladimir si annoiasse a muovere il bacino tutta sola contro quella verga enorme.
    Ora so cosa cercare... ma c'è altro che voglio. Mi hai dato una pista certo, ma se no vuoi lasciarmi essere la tua ragazza speciale, allora devo prendermi qualcosa di tuo per custodirlo gelosamente... oppure hai paura che io scopra qualcosa di troppo, Faust Carnovash?
    Il suggerimento sarebbe stato utile, ma Vladimir otteneva di più con i gesti che con le parole e in quel momento Thresh era alla sua mercé. Poteva prendergli ciò che desiderava e scoprire i suoi segreti... ammesso che ce ne fossero. E lei non vedeva l'ora di scoprire quanto profonda fosse quella tana del bianconiglio, ben consapevole che anche lei sarebbe stata messa alla prova. Dopotutto i suoi poteri non erano ancora tornati del tutto. Quanto poteva resistere alle attenzioni del professore?
     
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    Vladimir sembrava sapere a cosa andava incontro, certamente Thresh non voleva ingannarla aggiungendo inutili supposizioni su fatti che aveva solamente immaginato e non verificato. Era pur sempre un professore, non poteva impartire una lezione basata semplicemente su dei presupposti. Ma sarebbe stato contento se una sua lezione fosse riuscita a far fruttare qualcosa. In fondo, anche lui era curioso di conoscere ogni segreto di quella famiglia tanto potente e unica quanto dannata. A quel punto però, Vladimir fu sazia delle parole e proprio come una bestia lambisce la preda, chiuse il professore in un abbraccio perverso, paralizzandolo del tutto con i suoi baci perversi, ricambiati prontamente ma senza volontà di sopraffarla, lasciando che fosse lei a scandire il ritmo per il momento. Oramai entrambi privi di costrizioni, potevano sentire i rispettivi corpi scaldarsi e più assaporava la pelle di Vladimir con le dita, più le vene intorno alla sua verga si gonfiavano, inturgidendosi e indurendosi, così come la presa delle dita sua quelle morbide natiche. Non serviva stringere altro, il petto prosperoso dell'Unica Mente era già alla sua mercé, poteva assaporarlo come assaporava la sua lingua, succhiandola avidamente come se fosse una fontana di cui nutrirsi. Fu Vladimir stessa ad impartire il giusto sentiero per la sua verga, Thresh accolse quel suggerimento con un ampio sorriso che divenne ancora più soddisfatto quando, danzando perversa, l'Unica Mente gli lasciò intuire cosa desiderasse a quel punto? La presa sulle natiche si fece più salda, la aiutò a muoversi su di sé beandosi di quella deliziosa sensazione, non stava nemmeno provando a nascondere l'eccitazione, ne voleva di più e l'avrebbe presa ad ogni cosa.
    Io? Oh, mia cara... io sono solo un umile insegnante...
    La presa si fece forte, quasi violenta, il professore non aveva intenzione di mostrare riguardi verso Vladimir solo perché era indebolita dal loto. La sollevò di peso, con forza, leccandosi le labbra ancora sporche della sua saliva, avvicinando le labbra a quel seno prosperoso per poterlo leccare, senza mai distogliere lo sguardo da lei.
    ...ma se vuoi scoprire di più...
    Allineò la sua verga con la calda intimità di Vladimir, sembrava sul punto di penetrarla ma non faceva altro che pulsare davanti a lei, come a voler distillare i suoi succhi femminili semplicemente toccando quel clitoride voglioso, più simile ad un dispensatore di umori a quel punto che non uno sfogo carnale. Il professore aveva già iniziato a torturarla.
    ...chi sono io per fermarti?
    Fu questione di un istante, tempo di scivolare con la verga più in basso, allineandola col pertugio più stretto di Vladimir, approfittando dei suoi stessi umori per non trovare resistenza alcuna. Poi senza alcun preavviso la prese, impalandola letteralmente con la sua verga, una penetrazione anale e violenta che venne accompagnata da un morso deciso sul seno destro, un morso così possente e violento che strappò i piercing del volto del non morto, così che la sua bocca potesse allargarsi il più possibile e cogliere buona parte di quella carne abbondante, molto più rispetto ad un uomo normale. Quando il corpo di Vladimir scese quel tanto che bastava per far sparire più di metà di quell'asta di carne, il volto del professore si sollevò e il corpo dell'Unica mente era abbastanza basso da mettere in tensione il morbido seno che aveva azzannato, così da rendere quel duplice stimolo il più violento possibile. Non uno strappo, né una goccia di sangue, aveva a stento iniziato e si stava ancora contenendo, ma Vladimir avrebbe potuto sentire la netta differenza, visto che prima la belva era lei, ma adesso si era trasformata nella preda.
    A quel punto la situazione era calda, e non solo per la sala da ballo, ma anche per il rosso e l'imperatore che a quel punto erano giunti ad uno stallo molto fastidioso. Caius lo stava lasciando parlare e restava silenzioso, forse in attesa che Iwan si tradisse o che parlasse di più. Il rosso invece manteneva la calma, ben consapevole di aver toccato i tasti giusti. Finché Traesto era un messaggero di pace, tutto era imprevedibile, ma una volta scoperto che quel Massimiliano celava molti segreti, nemmeno l'Imperatore poteva dare per scontato di essere a conoscenza di tutti. Riusciva anche a immaginare cosa stesse pensando Caius: cosa ci guadagnava? Se era vero che Traesto aveva affari misteriosi, la risposta era ovvia, ovvero perdere un rivale. Ma perché? E di certo non poteva dare per scontato che l'alleato numero uno contro Satana era in realtà una sorta di traditore. La storia non stava in piedi, ma un elemento di disturbo c'era e Iwan aveva giocato bene le sue carte: gli Watchmen.

    Il grande Nyarlathotep ha problemi con dei ragazzini in maschera? Ti consideravo più minaccioso.
    Astuto a dir poco, piuttosto che fare domande specifiche o mostrarsi diffidente aveva attaccato l'orgoglio, nervo scoperto di qualsiasi malvivente che considerasse "sua" una costruzione come un impero criminale. Maledetto, acutissimo, ma per sua sfortuna anche se Iwan iniziava ad ammirare le sue doti, non c'era nulla del genere nel suo cuore visto che era Rachel a muovere i suoi intenti. Di quell'impero criminale non gli importava un bel niente e questa era una carta da giocare immediatamente.
    Se li consideri dei semplici ragazzini in maschera, allora devo mettere in dubbio la tua preparazione, maestà...
    Un completo ribaltamento del tavolo, ora era Caius ad essere punto nell'orgoglio e prima che la rabbia dell'Imperatore prendesse il sopravvento, Iwan aggiunse benzina sul fuoco, così da spingerlo a ponderare meglio la prossima mossa.
    Non è forse vero che sono in possesso di tecnologia e armi che non dovrebbero appartenere loro? Che sono protetti sia da Traesto che da un Monarca a te fedele? Quand'è stata l'ultima volta che li hai contati?
    A quel punto aveva il coltello dalla parte del manico: sapeva di non dover esagerare, per uscire vivo da quella situazione e continuare a distrarre Caius, doveva semplicemente convincerlo di quanto fosse utile un soggetto come Nyarlathotep in campo e che fosse troppo presto per toglierlo di mezzo.
    D'altro canto, Rachel aveva inquadrato sia Caius che il suo gemello, definendoli egocentrici e centrando il punto neanche poco. Rex stava imparando a nascondere meglio i suoi scatti d'ira, ma rispondeva comunque a tono dalla donna dai capelli corvini.

    Mi credi stupido, donna? Lo so benissimo a quali rischi vado incontro... ma come ho già detto, questa mia guerra è stata già costellata di numerosi intoppi e imprevisti nonostante la mia estrema preparazione. Inizio a pensare che dovrei muovermi con maggiore istinto, proprio come fai tu.
    Più che una risposta, Rachel ricevette uno sguardo interrogativo da Rex, come se lo avesse spinto a meditare sulla risposta da darle. Il rinnegato, che si concesse una risatina di scherno, volle subito mettere in chiaro la cosa.
    Quando ci siamo incontrati la prima volta, non credo tu mi abbia affrontato per qualche motivo in particolare... ero semplicemente un ostacolo sul tuo cammino e quando abbiamo progetti come i nostri, non è difficile che succeda. Sarà capitato anche a te di schiacciare qualche insetto sulla strada verso la meta, o sbaglio? Ebbene per me non è diverso pensare a Caius allo stesso modo. Siamo nati assieme, ma siamo cresciuti divisi. Per lui non provo odio, ma invidia, e l'unico motivo per cui non ci siamo mai incrociati davvero è per la promessa che abbiamo fatto di fronte a quel quadro. L'ultima cosa che abbiamo detto a nostra madre: combatterci significa non solo creare un caos senza precedenti, ma anche ucciderci a vicenda. Nessun Uomo, nobile, cavaliere, Re o Imperatore dovrebbe macchiarsi di un disonore pari all'infrangere una promessa fatta alla madre in punto di morte, su questo non ci sono dubbi. Ma tu questo non puoi capirlo... tu sei mossa solo dalla follia e dalla convinzione di essere invincibile, e in virtù di ciò ti spetta il potere.
    Scandì l'ultima parte del discorso in maniera severa, iniziando anche ad alzare la voce. Non aveva preso bene il modo con cui Rachel aveva apostrofato l'ultimo punto, ridicolizzando un gesto tanto emblematico quanto importante per Rex, e probabilmente anche per Caius. Senza volerlo, Rex le stava concedendo una buona carta da giocare con Caius.
    Ma non è così. Io voglio conquistare il mio posto perché ho qualcosa da dimostrare, e lo farò. Pertanto non ho intenzione di farmi giudicare da te per quello che ho intenzione di fare. Non puoi capire e non lo capirai mai. La vittoria è niente senza un codice, e anche la conquista più nera ha la sua morale. Te l'ho detto, è ciò che ci distingue dalle bestie. Non accetto le critiche di un cane rabbioso!
    Rachel aveva senza ombra di dubbio bisogno di due cose per parlare con Rex senza far finire il tutto in malo modo: trovare un modo per non perdere la calma e soprattutto trovare un modo per non perdere la calma troppo velocemente. Dato che Rex non aveva intenzione di continuare la conversazione, decise di concludere il discorso.
    Se non hai informazioni interessati da condividere o strategie da suggerire, io tornerei alla mia missione. A meno che tu non voglia quantomeno ammirare una buona opera d'arte. Oppure non riesci ad apprezzare nemmeno quello?
    L'ultima frase cercò di nascondere tutto il suo disprezzo, ma non ci riuscì. Rachel per lui era davvero alla stregua di una bestia selvaggia, inarrestabile certo, ma priva di qualsiasi tipo di eleganza, codice o scopo. Se non fosse stata in grado di apprezzare nemmeno un buon quadro, l'avrebbe definitivamente etichettata come un gorilla armato di lanciamissili.
     
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    La risposta di Rex fece storcere il naso a Rachel, ma non sembrò voler battibeccare, piuttosto Rachel ebbe la conferma alla sua teoria, ovvero che gli uomini fossero tutti degli idioti patentati. Non importava quanto potessero essere potenti, per mero orgoglio o per qualche astruso ragionamento si ritrovavano a fare cose davvero molto stupide. Non sopportava minimamente l'atteggiamento di Rex nei suoi confronti, avrebbe desiderato moltissimo mandare uno dei serpenti ad azzannargli le parti basse così da sentire la voce da arrogante diventare un sibilo stretto e poco virile. Doveva però rimanere calma e resistere alla tentazione, se gli faceva del male fisico rischiava che non le diceva nulla, infondo stava calcando la mano sul suo orgoglio proprio per farlo sbroccare e scucirgli preziose informazioni. Come quella che gli rivelò ovvero quella che non provava nessun sentimento per suo fratello se non invidia dato che era stato il favorito ed era stato piazzato sul trono. Parlò poi di una promessa fatta alla madre, cioè quella di non uccidersi a vicenda. Ecco perchè era lì! Perché era sicuro che Caius non lo avrebbe fatto fuori e pensava di essere abbastanza bravo da svignarsela in tempo pensando quindi di umiliarlo. Sembrava lo sciocco gioco di due bambini. Ciò che aggiunse dopo fece nuovamente storcere il naso a Rachel: Rex voleva dimostrare qualcosa conquistando il regno. Come un moccioso capriccioso che voleva vincere una partita e far vedere che era più bravo. In effetti i loro intenti non erano per niente simili, erano profondamente diversi. In un certo senso Rex probabilmente non era poi così malvagio come voleva invece far credere di essere.
    Vuoi prendere il posto di Caius per dimostrare qualcosa a chi? Al popolo? A te stesso o a tuo fratello? Ed una volta conquistato ciò che vuoi cosa farai? Cercherai di farti amare dal popolo? Credevo volessi portare un cambiamento, ma mi sbagliavo. commentò con una punta di disprezzo, non poteva risparmiare uno come lui quando sarebbe giunto il momento. Credeva che avesse un piano, invece voleva solo dimostrare che scegliere Caius era stato uno sbaglio. Intenti poco lungimiranti a dirla tutta per Rachel.
    So qualcosa aproposito Caius, ho assistito di persona ad un tentativo di assassinio nei suoi confronti. Ho visto una lama traffigergli il petto da parte a parte, e lui non ha fatto una piega, era come se non sentisse nulla. La lama nel suo corpo si è incenerita e lui nel giro di pochi attimi era tornato illeso. Tu invece sembri non riuscire a guarire, dà quasi l'impressione che Caius ti abbia rubato tutte le migliori qualità quando eravate ancora nel grembo di vostra madre. Ma infondo hai detto che non vuoi ucciderlo, non dovrebbe essere un problema per te, giusto? Mi chiedo se tu abbia la minima idea di quanto sia potente quell'uomo? Infondo se siede sul trono non è solo per eredità, odio ammetterlo ma Caius non si batte con la mera forza bruta. affermò, quasi come se volesse fargli capire che era stata molto vicina a Caius, e che era ancora lì viva e vegeta. Poco dopo Rachel ghignò di nuovo maligna portandosi una mano sul mento carezzandoselo con le sue sottili dita.
    Cosa accadrebbe se facessi dimenticare a Caius la promessa? Scatenereste il caos combattendovi? Con il loto potrei cancellargli dalla memoria quella promessa e niente e nessuno potrebbe mai fargliela ricordare. Saresti spacciato.... si permise di fare una mezza risata, molto breve, poi si portò le mani sui fianchi scuotendo la testa leggermente come se però quell'idea non la convincesse del tutto.
    Accidenti è difficile scegliere, anche se ti togliesse di mezzo lui stesso non avrei comunque un buon vantaggio su di lui. Le foglie di loto infernali sono potentissime, supera di gran lunga qualsiasi sostanza creata dall'uomo o qualsiasi diavoleria tecnologica per cancellare la memoria. E' così duttile e particolare che potrei per esempio farti dimenticare come si cammina, oppure farti dimenticare chi sei davvero, o cancellare dal tuo cuore il ricordo che ti ha portato a voler vincere. Così tante opzioni ma non so decidermi. Chissà magari quel famoso dipinto di cui mi hai parlato potrebbe schiarirmi le idee. Vuoi farmi strada? fece facendo fondo a tutto il suo autocontrollo. Quell'uomo le dava ai nervi davvero molto facilmente, ma non aveva senso cedere alle proprie pulsioni in quel luogo mentre erano in missione. Ognuno stava facendo la sua parte, non doveva rovinare tutto quanto per uno scatto d'ira causato da un principino viziato che non valeva nulla.
     
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    Il professore non si fece pregare, anzi prese subito il controllo della situazione in maniera impetuosa e passionale. Vladimir non poté far altro che assecondarlo e quando lo sentì strusciarsi nelle sue carni calde seppe che non avrebbe resistito oltre a quel desiderio cocente. Non aveva idea di cosa stessero facendo gli altri e mentre egoisticamente pensava a quello che stava per succedere le fu impossibile non rivolgere a loro un pensiero. Rachel sapeva senza dubbio badare a sé stessa e Iwan era unico, ma da quelle parti giravano imperatori, monarchi e minacce di ogni tipo, mentre lei si sollazzava con la verga del professore che iniziava a sprofondare dentro il suo morbido ed inumidito culetto, facendola sentire davvero molto in colpa. Ma forse, non era anche lui una pedina da poter esaminare come si deve? Un ghigno malefico si spalancò sul volto dell'Unica Mente: non doveva sentirsi in colpa solo perché la sua strada era la più divertente. Appena la carne si spalancò lasciando entrare quella mazza enorme e irresistibile, il volto di Vladimir si deformò: il sorriso si allargò e la lingua guizzò via fuori dalla bocca, riempiendo di saliva le sue labbra e il mento. Ebbe l'istinto di gridare ma non riuscì a sciogliere il nodo perverso che le legava la gola, fu esattamente come riemergere dall'acqua troppo in fretta con i polmoni ancora atrofizzati. I sensi si fecero offuscati e non riuscì nemmeno a percepire il suo stesso corpo, le serviva una sveglia, una scarica di adrenalina e quando il professore le morse il seno, ecco che arrivò anche l'ultimo input che stava aspettando. Gli occhi si chiusero e finalmente si abbandonò al dolore, i denti del non morto che affondarono nella sua carne le incresparono le membra facendole venire la pelle d'oca. Piegò il volto verso l'interno ritrovandosi fronte contro fronte col professore, iniziando finalmente a gemere dolorosamente. La sua carne si sciolse del tutto iniziando a vibrare intorno a quella verga mostruosa, per lei che aveva i poteri limitati ora anche Thresh diventava una sfida e inevitabilmente iniziò a stringerlo come se non potesse trattenerlo. L'intimità prese a grondare, umori densi e bollenti come una fontana di magma scesero sul pube del professore mentre quei sospiri sempre più intensi gli avrebbero perforato il cervello. L'Unica Mente sapeva bene quanto i gemiti vogliosi di una donna potessero trasformare anche l'uomo più calmo e saggio in una belva, e in quello stato lei voleva ridurlo così che facesse di lei uno strumento di pura perversione.
    Che c'è professore... il pubblico ti rende timido? Mmmhhh... pensavo non avresti avuto pietà con una come meeeh...
    Ogni sillaba era allungata da un gemito sibillino, ma a parlare in maniera più chiara era il suo corpo: oltre ai liquidi che Vladimir perdeva da ogni pertugio, la sua pelle sembrava quasi reagire per sciogliersi sotto i tocchi del professore diventando materiale malleabile, i capezzoli si inturgidivano e i seni diventavano sempre più sodi. Quel morso aveva acceso la sua vena più sadica e voleva provocarlo per spingerlo a darle di più, molto di più.
     
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    Per quanto si sforzasse di resisterle, l'Unica Mente conosceva il giusto modo per tirare fuori il peggio da un uomo. Thresh era senza ombra di dubbio debole sia al fascino femminile che alle sue stesse perversioni, ma si sforzava con tutto il cuore di apparire quantomeno pacato e garbato, per questo non usciva mai senza una buona barretta di cioccolato sotto mano: non è come mordere il corpo di una donna calda e vogliosa, ma aiuta senz'altro a non sentirne la mancanza. Per quanto possibile ovviamente. Vladimir invece sembrava intenzionata a metterlo alla prova, tentarlo ben oltre le sue naturali resistenze, sedate a stento con quel morso tanto sentito quanto spietato, ancora insufficiente per dare un freno alle provocazioni di quella donna. Lo sguardo di Thresh mentre la fissava era cristallino: perso nei suoi gemiti e nelle sue reazioni, gustava la sua carne con le fauci spalancate, sature di saliva che fuoriusciva ad ogni lappata e movimento inconsulto delle sue labbra, affondato nell'antro più profondo di Vladimir che lo soffocava e lo spingeva a pulsare sempre più impaziente, sempre più folle di piacere. Era assuefatto, ovviamente, ma dietro quegli occhi eccitati c'era l'oscura previsione di ciò che attendeva Vladimir, come un monito che voleva invitarla a non provocarlo oltre. Chiaramente, un monito molto più che divertito. Le fauci del non morto si aprirono lentamente mentre un grosso grumo di saliva univa ancora le loro carni, proprio come stava succedendo tra le grandi labbra di Vladimir che sembravano voler rendere quella penetrazione il più semplice possibile. Questo ovviamente non era in programma.
    Capisco... stai facendo di tutto per rendermi insaziabile, non è così? Pensi che io sia una creatura facile da affamare? Devi comprendere che ci sono forze che non puoi controllare, Unica Mente... neanche con tutta la tua perversa volontà...
    Pronunciò le ultime sillabe risalendo il petto e il collo di lei con la lingua e le labbra piene di saliva, per poi afferrare più saldamente il suo bacino, spingendolo con forza contro i suoi fianchi così da affondare con decisione. la pulsazione venne seguita da un flusso di energia e sangue intenso che portò quella verga già esagerata a crescere di colpo, allargando la sua carne come mai aveva fatto prima di allora e mostrandole che un non morto si impone pochi limiti. Stavolta però non le concesse affatto il tempo di abituarsi e con la stessa foga con cui l'aveva presa la prima volta, iniziò ad allontanarla in modo da poter eseguire un secondo affondo, più forte e veloce del primo. Le dita affondarono nella carne delle sue natiche, arpionandosi con tanta foga che le sarebbe stato impossibile opporsi, per poi darle una terza spinta, una quarta e ben presto trasformare quei netti movimenti in una punizione senza fine. Ogni colpo era scandito da uno schiocco delle loro carni intenso, Thresh non stava mostrando il minimo riguardo verso di lei, così da indolenzire quei fianchi prosperosi e farla pentire di essersi spinta tanto oltre i suoi limiti.
    All'apice di quella conversazione, Iwan aveva colpito altrettanto duramente l'Imperatore che, nel suo silenzio, accettava la sconfitta di essere stato spinto verso un ragionevole dubbio impossibile da ignorare. Era chiaro a quel punto che ogni ulteriore richiesta sarebbe stata un segno di debolezza o cedimento e l'unico modo utile per concludere quella conversazione a proprio vantaggio era lasciare Iwan per le strade in modo che le cose maturassero e si sbrogliassero da sole, osservando dall'alto così da trarre delle conclusioni. E questo il rosso l'aveva capito bene. Si aspettava quantomeno una sentenza però, tuttavia Caius si limitò a fare un passo indietro, squadrandolo da capo a piedi, limitandosi ad un'uscita di scena piuttosto imprevedibile.

    Bella maschera.
    E con la stessa tranquillità con cui si era avvicinato all'inizio, diede le spalle ad Iwan per poi allontanarsi. Il rosso rimase immobile per tutto il tempo, avrebbe voluto concedersi un lungo sospiro di sollievo ma temeva che anche il più impercettibile momento di debolezza sarebbe stato decisivo. Si guardò attorno per assicurarsi che non fosse un trucco per essere seguito, poi decise di ripercorrere i passi di Rachel nella speranza di ritrovarla il prima possibile.
    Deciso a non cedere oltre alle provocazioni di Rachel, Rex rispose a tono alla sua sentenza ma decretando una fine prematura a quel discorso.

    I tuoi giudizi non solo non mi importano, ma mi annoiano anche. Sai solo sputare sentenze senza far valere le tue argomentazioni, proprio come una tigre che morde una preda. Elegante e letale, certo, ma priva di qualsiasi motivazione che non sia puro istinto. Quindi se non hai nulla di intelligente da dire taci, Donna.
    Seguì poi la considerazione di Rachel a proposito dei poteri di suo fratello, Rex non sembrava affatto colpito né preso da quelle novità. Rachel dimenticava quanto effettivamente i gemelli si conoscessero tra di loro, sicuramente meglio di qualsiasi altro nemico.
    Quanti nemici hai ammazzato semplicemente trafiggendoli con una lama? E poi... a me hai fatto di peggio e sono ancora qui. Forse non sono elegante quanto Caius, ma non sei riuscita ad uccidere nemmeno me. Non hai nemmeno lontanamente valutato che forse non siamo io e Caius ad essere invincibili, ma tu ad essere troppo debole...
    Stavolta, sorprendentemente, non c'era nemmeno una punta di disprezzo. Forse Rachel poteva vederla più come una paternale ma effettivamente quella era la cosa più saggia che Rex le avesse detto fino a quel momento. Un commento scontato, ma forse prezioso perché conteneva un indizio. D'altro canto, il commento sull'uso del loto divertì Rex che si voltò verso di lei lasciandosi sfuggire una leggera risata metallica dentro quell'elmo poco elegante.
    Molto saggio da parte tua... pensi che vederci combattere tra di noi sarebbe un bello spettacolo? Ehehehehe...
    Sembrava voler aggiungere qualcosa ma le risatine ebbero la meglio. Non aggiunse nulla a quel discorso, limitandosi a scuotere il capo con l'aria di un adulto che ha sentito dire qualche stupidità ad un bambino troppo giovane e ingenuo per capire. Non aggiunse null'altro, facendole cenno col capo di seguirlo. Rachel non riusciva a comprendere le valide argomentazioni di chi oltre alla conquista ha imparato anche l'arte di essere un sovrano. Erano ovviamente troppo diversi, si sarebbero scontrati inevitabilmente, tuttavia in quel momento non aveva senso cimentarsi nell'ennesima, inutile battaglia. Giunsero in un corridoio più silenzioso ed isolato, sulla parete dove giaceva quel famoso quadro non c'erano altri dipinti. La cornice era bellissima, finemente decorata con motivi angelici e ali serafiche, completamente in oro e platino. Il ritratto era il mezzo busto di una donna seduta sul trono, teneva le mani sul ventre e sorrideva leggermente. per qualche ragione, il suo volto era parzialmente oscurato da un alone chiarissimo, come se il quadro fosse stato esposto ad una luce intensa, troppo per il colore. I lunghi capelli argentati della donna cadevano su un vestito cerimoniale elegantissimo, tipico dei regali, e portava sul suo petto diversi emblemi, titoli nobiliari e probabilmente anche militari. Di fronte a quel quadro, Rex piombò in un solenne silenzio accompagnato da dei lunghi respiri. A differenza di Rachel, Rex aveva conosciuto l'amore, e ancor più malignamente aveva conosciuto il dolore che accompagna la perdita di quel sentimento.
    Se tu non fossi forte abbastanza per raggiungere i tuoi obbiettivi, cosa faresti? E non intendo se non lo fossi per ora... intendo se non lo fossi e basta. Se giungessi alla conclusione di non essere all'altezza, cosa faresti?
     
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    Ci aveva provato a trovare un lato positivo in quel uomo, ma ogni volta che apriva bocca, leveniva un insando desiderio di staccargli la testa dal collo. Le si gonfiò una vena sulla tempia nel sentirsi chiamare "donna", con quel tono maschilista ed arrogante. Le fibre nere si agitavano sotto la sua pelle, desiderosi di dare forma all'istinto omicida di Rachel. Tuttavia non poteva mandare a monte tutti i suoi sforzi quindi fece un profondo respiro trovando la calma che le serviva. Notò che non aveva fatto una piega nel parlargli del potere straordinario di Caius, come se in fin dei conti sapesse già di che abilità era dotato. Ridacchiò a sua volta all'idea di combattere contro suo fratello, chiedendole se pensasse che sarebbe stato un bello spettacolo vederli combattere. A quella frase Rachel piegò la testa da un lato, sorridendo in modo malizioso e intrigato facendogli capire chiaramente che sarebbe stata molto interessata a vederli battersi e vedere cosa fosse il caos che la madre temeva di scatenare nel mondo. Infondo vedere due uomini potenti dai poteri particolari in azione era sempre uno spettacolo impareggiabile.
    Certo che sì, sarebbe uno spettacolo unico, irripetibile. affermò con un ghigno divertito senza però aggiungere altro. Seguì Rex verso l'opera che aveva tanto decantato fino a poco prima. Si ci fermò davanti incrociando le braccia e osservando il quadro attentamente. Notò che era una donna, sicuramente una nobildonna di alto lignaggio. L'artista era stato abile e qualcosa aveva rovinato il volto del ritratto. Diede una rapida occhiata verso Rex dato che era silenzioso e capì che la donna ritratta nel dipinto doveva trattarsi di sua madre. Glielo fece capire anche la pomposa cornice che vi avevano applicato, oltre che lo sguardo pieno di malinconia dell'uomo. Le fece una domanda che la colse di sorpresa, provò a cercare di adocchiare meglio il volto dell'uomo attraverso le fessure della maschera come se volesse vedere meglio l'espressione del suo volto. Non sembrava una domanda fatta per schernirla o che gli interessasse conoscere la sua opinione, sembrava più una domanda che rivolgeva a se stesso, una domanda a cui non sapeva dare una risposta e quindi voleva sentire varie voci, fra cui anche la sua, la più impensabile.
    Cercherei un modo alternativo per ottenere i miei obbiettivi. Se non sono forte abbastanza significa che non è con la forza che otterrò ciò che voglio. E se dovessi anche fallire in altri modi, soccomberei provandoci, in ogni caso non mi arrenderò mai. Meglio morire contro un nemico che ti è superiore piuttosto che rintanarsi come ratti e fingere di essere ciò che non si è. lo disse serenamente, senza alcun timbro provocatorio o di disprezzo. Disse ciò che pensava davvero, non si sarebbe mai abbassata a fare una vita che gli altri reputavano "normale". Lei non lo era e non lo sarebbe mai stato, aveva recitato la parte della brava bambina per moltissimi anni, e non sarebbe tornata a farlo per sopravvivere, piuttosto preferiva morire e togliersi di mezzo come era giusto che fosse.
     
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    Vladimir era abituata ad amplessi molto più selvaggi, ma qualcosa nel potere della lanterna riusciva ad Ubriacarla, forse anche per colpa dell'effetto del Loto ma qualcosa in quell'estasi le impediva di vedere oltre, di mantenere il controllo. Stava forse perdendo la sua coscienza collettiva? Forse la singola Tex stava prendendo il sopravvento, lasciando spazio al suo lato più umano che non poteva fare nulla se non cedere ai suoi più bassi istinti. E Thresh riusciva a scavare dentro a quell'identità, a colpi di carne e sesso, facendole sentire cosa significasse ritrovarsi dentro al ventre il vigore di un essere potente come lui. Ogni affondo, ogni violentissimo affondo sempre più forte ed intenso del precedente la portava a gridare, a serrare la presa delle dita e delle unghie sulla schiena del professore, a spalancare di nuovo la bocca per permettere a quei spasmi bollenti di esplodere dalle proprie labbra. La lingua, oramai priva di qualsiasi forza e capace solo di assecondare quei movimenti, le impediva di mettere assieme anche solo una sillaba senza perdere saliva densissima dalla bocca. Era in estasi e per di più priva del controllo del suo potere. Era in balia di quel mostro... perdendo di vista che di solito il mostro era lei. Forse una scossa era ciò di cui aveva bisogno per iniziare a riconnettere tutte le sue coscienze, rimaste sopite a causa del loto, ma che ora di fronte alla prospettiva di soccombere stavano riprendendo il sopravvento. Una questione di istinto, senza dubbio, in quel momento se fossero state assieme Rachel sarebbe stata fiera della sua fedele compagna dando ragione a lei e torto a Rex, perché l'istinto sopra all'orgoglio permette di evolvere e ottenere nuovo potere, quel potere che sembrava tanto spaventare i gemelli ma che affamava lei e tutti i membri della Death Star trasformandoli in predatori. O risvegliando il predatore che era dentro di loro. Mentre Vladimir si accoppiava col professore, ogni colpo di quest'ultimo la spingeva a riprendere gradualmente l'efficienza del proprio potere, trascinandola verso il lato più istintivo del suo cuore. Ogni spasmo serrava i suoi muscoli rendendoli di nuovo tonici e forti, ogni stretta trasformava le unghie in artigli, allungandoli nella carne del professore per concedergli il dolore che tanto apprezzava anche quel non morto perverso, scavando nei strati della sua muscolatura perfetta. Le parti del corpo che non servivano come zone erogene venivano gradualmente ricoperte di carapace, perfino i capelli stavano riprendendo la loro mostruosa conformità, e le labbra di Vlad si facevano sempre più nere, mentre la lingua si allungava come un mostro pronto a risvegliarsi. Ma quello era niente... era niente. Perché una creatura come lei sa bene come prendersi ciò che vuole, e in quel momento ciò che desiderava di più era il professore stesso... non si sarebbe lasciata cogliere impreparata.
    Splendida lezione professore... adesso però tocca a me.
    La testa tornò gradualmente al suo posto e quando i loro occhi si incrociarono, Vladimir si fiondò su di lui per infilargli quella lunga lingua ricoperta di saliva in gola. Lo riempì immediatamente, violandolo fino alla bocca dello stomaco e occupando tutto lo spazio possibile. Approfittando di quell'assalto improvviso, Vladimir sollevò il bacino costringendo la verga del professore a sgusciare rapidamente fuori dal suo corpo, poi mentre le sue intimità erano ancora a mezz'aria di fronte a quella mazza esagerata, l'intimità dell'Unica Mente si allungò e si aprì come un fiore di carne, una bocca mostruosa che divorò la punta del non morto spingendolo dentro la sua femminilità, così da potersi poi abbassare di nuovo su di lui. Una penetrazione perfetta che la spinse a sollevare il capo e lasciarsi sfuggire un nuovo grido di piacere, senza però staccare la lingua dalla gola di Thresh. la sua intimità lo avvolse del tutto, come una gola di carne, morbida come un'intimità ma tempestosa come le fauci di una bestia. Non solo i movimenti del bacino influivano sulle sensazioni, ma anche quella carne mostruosa danzava intorno alla mazza del professore, chi da un senso, chi dall'altro, rendendo il tutto un vero caos di perversione. L'ultima goccia fu semplice: dare al professore il dolore tanto agognato, tanto sperato, perché voleva spingerlo ad un'orgasmo violentissimo che lei avrebbe divorato senza pietà per poter assimilare lo spirito di Thresh dentro di sé. La sua lingua e la sua intimità fecero la stessa identica cosa: crearono delle acuminate e sottili spine sulla loro superficie che azzannarono la verga del professore e bucarono al sua gola, così da rendere ogni movimento estremamente più intenso e doloroso. A quel punto non serviva altro che aumentare la forza dei movimenti e aspettare che quel momento raggiungesse la perfezione. Con la bocca sgranata e gli occhi colmi di desiderio di chi attende la preziosa goccia d'acqua dopo passi interminabili nel deserto, Vlad era pronta a strappare al professore ogni angolo della sua anima.
     
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    Il professore si rese conto troppo tardi che quella non era altro che una strategia, un trucco. Vladimir era stata facile da domare, forse anche troppo, ma nell'estasi e nella soddisfazione di una vittoria tanto dolce nei confronti di una creatura del genere Thresh aveva ingenuamente perso di vista la possibilità che fosse tutta una trappola, o più semplicemente che la situazione potesse ancora ribaltarsi. Proprio come in un combattimento... era una vera fortuna che nessuno sfidasse mai il professore su un punto di vista del tutto fisico, altrimenti il sesso lo renderebbe un bersaglio fin troppo facile. Vladimir ne ebbe una dimostrazione. Già appena percepite quelle unghie penetrare la sua carne ebbe una perdita del ritmo, lasciandosi sfuggire lunghi mugugni di piacere derivati dal dolore intenso mentre la carne veniva lacerata. Momenti di debolezza preziosi che l'Unica Mente utilizzò per contrattaccare, invadendo la gola del non morto e cambiando le regole del gioco. La vide letteralmente tuffarsi su di sé, la presa sulle natiche di Vladimir si fece flebile permettendole di divorare la sua verga come meglio preferiva. E quando sentì quell'intimità bollente e avvolgente non riuscì a trovare nessun modo per opporsi o muovere obbiezioni. I mostri e le creature come lei sapevano bene come far perdere la testa ad un uomo dai gusti difficili come i suoi, e per un istante il corpo del non morto si sciolse letteralmente: gli occhi si ribaltarono, i muscoli si fecero flebili e le gambe iniziarono a tremare. Solo la volontà di non perdersi gli permise di serrare di nuovo la presa su quel corpo perfetto ma oramai era Vladimir a dirigere il coro e lo dimostrava la sua lingua profondamente seppellita nella gola di Thresh. Non poteva parlare né replicare, poteva solo cercare il suo sguardo a caccia di una risposta, ma non la trovò. Non nei suoi occhi. La sentì sulla sua verga, sempre più bollente e pulsante, on le vene oramai gonfie e pronte ad esplodere, la sua stessa gola si contorceva intorno alla lingua di lei come se volesse respirare, ma non poteva né doveva. Quale sarebbe stato il culmine? Giunse in atteso, più piacevole e sorprendente delle unghie nella schiena, accese il professore come se qualcosa fosse esploso dentro di lui e appena quegli aghi bucarono al sua carne subito il sangue che scorreva nelle vene del non moro iniziò ad inondare l'intimità di Vladimir, mischiandosi ad un potente orgasmo incontrollato. Ne furono entrambi travolti, come uno tsunami, un'onda di piacere irrefrenabile che l'avrebbe travolta assieme ai ricordi del professore. Vladimir si ritrovò ancora una volta priva di poteri, nella sua forma più naturale ed umana, in ginocchio all'ombra di un albero grandissimo che faceva una grande ombra e un buon profumo. Essendo anche lei di quelle parti, Tex avrebbe sentito di nuovo l'aria fresca della Germania, di un tempo non molto lontano. Vicino a lei, sotto quell'albero, c'erano altre due figure: due giovani poco più che bambini che se ne stavano seduti a chiacchierare all'ombra di quella spettacolare pianta. Entrambi avevano i capelli rossi, di un rosso scuro e leggermente ramato sulle punte. Uno aveva i capelli lunghi raccolti in una treccia elegante, sigillata da un nastro argentato, l'altro invece li aveva più corti e un ciuffo gli copriva l'occhio. Il primo a parlare, sollevando il mignolo verso l'altro, fu quello con la treccia.
    Promettiamolo, ok? Anche se lontani e con interessi diversi, noi fratelli ci aiuteremo sempre.
    La risposta di Rachel strappò una risatina nascosta sotto la maschera di Rex, tentò di nasconderla ma non ci riuscì proprio, forse saturo di pensieri e quindi diventava difficile trattenerli tutti.
    Morte piuttosto che sconfitta... sai, credo che saresti andata molto d'accordo con mio padre. Si direbbe che questa è la tempra di chi è pronto a conquistare il mondo. Ho fatto male a non temerti da subito, ma non dimenticartelo... il mondo è troppo grande per una persona sola. Te ne accorgerai prima o poi.
    Allungò una mano verso il quadro e dopo aver afferrato un angolo della cornice con la mano, la strinse così forte da frantumarne un grosso pezzo. Danneggiato quello, il resto della cornice si aprì da sola, rivelando la tela sulla quale era dipinto il quadro che risultava in solitamente più grande del normale, come se fosse stata posizionata sopra ad un sostegno rettangolare e poi incorniciata. Nelle mani di Rex infatti, nonostante le pieghe evidenti, era molto più grande quel quadro, sembrava quasi un piccolo lenzuolo. Rex girò la tela con poca eleganza, osservandone il retro, non era sorprendente visto che di quei tempi le tecniche di pittura erano state affinate e risultava molto difficile danneggiare un quadro di quel tipo semplicemente toccandolo. La cosa interessante però, era ciò che si trovava sul retro: oltre a quel bianco candido macchiato dal colore del lato opposto, c'era un grande stemma. Sembrava quasi che quel quadro fosse stato dipinto sopra ad una bandiera. di qualche tipo. La bandiera era su uno sfondo bianco, decorata con numerosi segni che ricordavano rovi di spine a formare una forma ovale. All'interno di quella forma, la grande quantità di rovi assumeva una forma a spirale spaccata all'interno, che culminava con due punte sulla sommità. Sembrava una torre tortile danneggiata al centro, come una rappresentazione artistica della famosa torre di Babele, destinata a cadere per volere di Dio. Sulla sommità di quella torre, come a voler simboleggiare di essere l'artefice della sua caduta, una grossa ascia bipenne nera. Rex lanciò uno sguardo verso Rachel, per poi coprire quel simbolo con cura, piegando il dipinto fino a renderlo poco più di un fazzoletto da nascondere nella giacca.
     
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    Qualcosa in ciò che disse Rachel lo fece ridacchiare divertito, a dirla tutta Rachel non ne capiva il motivo, la provò a paragonare a suo padre, una figura che per lei era totalmente sconosciuta dato che aveva dormito a lungo ignara di ciò che era successo nel mondo durante il suo forzato riposo. Rachel incrociò le braccia al petto sorridendo sotto i baffi anche lei, per un solo attimo stava per dirgli che lei non era sola in quel progetto, ma lo volle tenere per sé, infondo Rex ancora ignorava chi fossero i suoi alleati, aveva visto solo Iwan e lui ai tempi non sapeva ancora combattere.
    Beh al momento mi accontento di Roma, poi si vedrà. commentò enigmatica lasciandogli poi lo spazio per ciò che voleva fare. Lo vide avvicinarsi al dipinto rompendo la cornice che conteneva l'opera d'arte così da poterla sfilare via dal suo sostegno. Rachel notò lo strano simbolo sul retro della tela e capì che probabilmente non c'era solo una promessa fatta a parole fra i due fratelli, era evidente che era stato fatto un rito, un qualche sorta di sortilegio che suggellava il loro patto di non combattersi a vicenda. Avrebbe dovuto immaginarlo che non poteva trattarsi solo di orgoglio e belle parole. Il simbolo tuttavia le era del tutto nuovo, o per lo meno sul momento non lo aveva riconosciuto, ma sapeva già che chiedendo ad Iwan di fare una ricerca su di esso avrebbe saputo darle molte risposte. Rimase in silenzio mentre lui piegava il quadro più volte strappandole qualche smorfia dispiaciuta, piegare un dipinto in quel modo poteva rovinarlo, ed era un vero peccato, ma chissà magari ciò che interessava a Rex non era il ritratto ma ciò che vi era dietro.
    Cos'era quello stemma? chiese curiosa, iniziando a guardarsi attorno un poco allarmata, non sapeva se sarebbero partiti gli allarmi, quelle opere non erano sorvegliate? Sarebbero arrivate le guardie? Magari Caius in persona? Rachel di sicuro non voleva farsi prendere per ladra o complice, avrebbe dovuto trovare una via di fuga alternativa che l'avrebbe allontanata da lì. Ma era già pronta ad urlare "al ladro" puntandogli un dito contro se fosse servito.
     
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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Aveva toccato i punti giusti, e per quanto il professore potesse resisterle il suo talento era innegabile. Quel non morto non aveva speranze contro di lei se teneva la guardia bassa. Riuscì a strappargli quell'orgasmo con estrema soddisfazione e quando fu vigorosamente dentro di sé, lo divorò avidamente abbandonandosi a sua volta all'estasi più assoluta, così da poterlo assimilare goccia dopo goccia. Si sciolse in quel ricordo, ben consapevole che i suoi poteri non erano ancora del tutto tornati, eppure entusiasta di poter partire per un altro viaggio. Appena aprì gli occhi si ritrovò ancora una volta spogliata di tutte le sue identità, vestita come all'inizio di quella serata, all'ombra di un albero rigoglioso intenta ad osservare uno scenario che le sembrava decisamente familiare. Stavolta però era decisa ad andare molto più a fondo.
    Oh professore... che tenerezza. I tuoi ricordi d'infanzia sono così dolci, li rimpiangi così tanto?
    Si soffermò appoggiandosi con le mani sull'albero, come se volesse spiare i due fanciulli che giocavano sotto la sua ombra. Una promessa da scambiare, qualcosa di importante tra due persone. Quel gesto la colse alla sprovvista... come Unica Mente era difficile soffermarsi su cose così frivole e distanti, anche ingenue. Ma nel sentirsi di nuovo sé stessa, la vecchia cara e debole Tex, riusciva a comprenderne il significato. Il legame con Wesker, con i suoi compagni, con Edward. Quante esistenze servivano per schiacciare il ricordo di una promessa col loro peso? No, semplicemente... aveva scelto una promessa più importante da rispettare. Il suo legame con Rachel, la missione di Eva, lo scopo ultimo della Umbrella. Erano obbiettivi molto chiari per lei, anche senza tutte le voci dell'Unica Mente... oppure era più semplicemente un richiamo? Le fu impossibile non domandarsi come una creatura così piccola, dolce e spontanea, potesse diventare Faust Carnovash. In fondo lo stesso era successo con lei, e anche con Rachel probabilmente. Cosa li aveva mossi verso quel percorso tanto caotico e piacevole? Sembravano voler andare contro ogni legge naturale... evidentemente erano il terremoto che la terra non può più provocare. Di fronte a esseri viventi sempre più pronti a difendersi dalle calamità naturali, il passo successivo è scontato. Quindi questo dovevano considerarsi? Forze della natura all'opera... strano definirsi così. Umiliante addirittura. No, era un titolo che le stava decisamente stretto. Poteva fare di meglio. Affascinante come un semplice ricordo diventava capace di suscitarle simili sentimenti. Le venne voglia di scoprire di più. Quanto a fondo poteva andare? Decise di oltrepassare il limite e avvicinarsi ai fanciulli. Potevano vederla? Era un ricordo o un frammento del subconscio del professore? Lo avrebbe scoperto.
    Per due fratelli è raro andare così d'accordo... quanto è prezioso per te questo legame Faust?
     
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54 replies since 1/7/2019, 14:24   645 views
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