Un'esperienza divina

x Exo e Doom

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    Stava iniziando a scaldarsi davvero, in maniera molto diversa da quando si dava piacere da sola. In quelle situazioni il calore era intenso ma distante, la faceva sentire sporca e aveva bisogno di mandarlo via, scacciarlo con tutte le forze che aveva in corpo e quando finalmente si sfogava, non le restava niente se non la vergogna e l'imbarazzo. Quello di calore era completamente diverso: si propagava completamente in tutto il corpo, le dava alla testa e la ubriacava. L'imbarazzo scemava gradualmente, il desiderio di smettere si faceva ovattato e la vergogna si trasformava in desiderio. Lentamente, l'incertezza con cui muoveva le labbra sulle loro verghe si trasformò in fame, il movimento delle dita che li masturbava nel mentre diventava deciso, possessivo, la presa delle dita si serrava e quando sollevò lo sguardo verso di loro pregò intensamente di aver fatto tutto giusto. Non voleva smettere, non ora. La lingua si riempì di saliva, fu come se dovesse vomitare in una volta sola tutta la sua insicurezza, e riempire il vuoto che si creava con la carne bollente dei ragazzi, che pulsavano davanti a lei come dei serpenti ammaliatori. Era bellissimo e quando loro stessi le dissero che non stava facendo errori, capì che doveva andare avanti senza mai più fermarsi. Socchiuse gli occhi come se dovesse assopirsi, poi iniziò a grondare. Non la bocca, quella si chiuse intorno alla cappella di Andrys, assaporandolo per primo, quindi la saliva lo avvolse assieme alla lingua in un solo tuffo, non ci furono sprechi. Ciò che iniziò a grondare fu la sua intimità, mai eccitata come prima di allora. SI era lubrificata per accogliere piccoli stimoli, ora invece stava assaporando tutto un altro tipo di intimità. Leccò la cappella del ragazzo, lo strinse con la mano e lo succhiò come a volerlo divorare, leccò la punta più volte e si rese conto di aver respirato troppo. Spalancò la bocca e riprese aria, inarcò inevitabilmente la schiena nel processo cosa che mise ulteriormente in evidenza le sue forme, non ci fu il tempo neanche di gemere che subito crollò sulla verga di Orikan, serbandogli lo stesso trattamento del fratello, abbracciandolo con lingua, carne e saliva, un mare di umori bollenti che lo invitavano verso la sua gola, sempre più vicina, sempre più affamata. Le prime leccate erano incerte e timide, poi man man oche alternava le due verghe e che le masturbazioni diventavano intense, anche la bocca prendeva coraggio. Li assaporava senza nascondere i gemiti, beandosi delle pulsazioni che si sfogavano sulla sua lingua e sulle sue labbra, ricambiandole con i sussulti della sua gola. A bocca aperta sarebbero stati gemiti, ma per loro erano leggeri tremolii che esprimevano tutta la sua perversione. Iniziò a masturbarli fortissimo, aiutata anche dalla sua stessa saliva che li lubrificava, li stringeva con forza e li succhiava più intensamente. Ogni volta che si alternava li faceva scivolare sempre di più dentro la sua gola, no nera abbastanza esperta da succhiarli con tanta voracità ma li avrebbe messi senz'altro alla prova. Si perse del tutto in quel banchetto, alternandosi voracemente sulla loro carne. Non si sarebbe fermata. Poteva finire solo in due modi: o con i gemelli che le concedevano un primo orgasmo, oppure con lei che sveniva senza fiato, soffocata dal suo stesso e irrefrenabile desiderio.
     
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    Che posto era quello? Il paradiso, o l'inferno? Il paradiso era quella bocca bollente e le sensazioni che concedeva ai gemelli, l'inferno invece era la forza di volontà che dovevano esercitare per trattenere le gambe che tremavano in maniera sempre più incontrollata, oppure la voglia di esplodere come delle bestie eccitate, che gridavano senza controllo alcuno abbandonandosi alle loro più sfrenate pulsioni. Per Orikan, le labbra di Veronica erano come il bacio più passionale che gli avessero mai concesso, era qualcosa di sublime che lo stava quasi per commuovere, sentiva le lacrime risalirgli il volto e gonfiargli la gola, non riusciva neanche a respirare per quanto bene si sentisse, e più quella sensazione saliva, più le sue gambe si irrigidivano spingendo il bacino verso l'alto. Andrys non era da meno, si sentiva i un mare di lussuria che lo avvolgeva del tutto, si immergeva al suo interno con i versi spezzati di chi non sa più che dire o cosa pensare, piegandosi in avanti come a voler stringere a sé ogni tipo di sensazione e non lasciarla scappare per nessun motivo. No, anche con tutti i timori, i possibili risvolti negativi e la fatica che stavano facendo per mantenere il loro inganno, quello non poteva essere un inferno punitivo per nessuna ragione. Era senza ombra di dubbio il paradiso e quella vergine benedetta, bellissima in tutto quello che faceva, era senza dubbio la dea che li stava portando in cielo. Bastò solo un istante in cui i gemelli si sfiorarono con gli sguardi per rendersi conto di quanto inebetiti fossero le loro facce a quel punto, totalmente soverchiati dalle voglie di Veronica. E proprio mentre lei era impegnata, mentre loro due si guardavano, che le espressioni cambiarono di colpo, diventando impressionate e anche un tantino allarmate. Cioè, il gioco era andato avanti a lungo, molto oltre rispetto a dove avevano immaginato di fermarsi e Veronica non si era fermata mai. Quella papessa era davvero una maiala concentrata e a quel punto i gemelli potevano sentirsi in pericolo. In pericolo perché la situazione stava andando del tutto fuori controllo! Che succedeva se adesso finivano con l'esplodere senza controllo rivelando che in realtà non erano affatto degli amanti focosi ed esperti, ma due verginelli sfigati? La losca trama sarebbe stata scoperta, condannandoli al richiamo di Domino che li avrebbe giustiziati una volta per tutte! La papessa si era rivelata un'avversaria temibile, mille volte peggio di qualsiasi armatura posseduta o vice sub-demone minore! Era ovvio a quel punto che i gemelli dovevano correre ai ripari, ma nessuna conversazione mentale li avrebbe salvati a quel punto... era troppo tardi!
    Oh Veronica...
    Ma tu sei...
    Le loro bocche davano aria a vanvera, le loro menti pensavano solo a "complimenti" molto sacrileghi, segno che oramai il sangue era andato completamente nelle loro verghe, e la piccoletta non accennava a fermarsi. Aveva iniziato quella perversa danza ipnotica col suo corpo impedendo ai gemelli di prendere oltre l'iniziativa, li aveva intrappolati in una malia senza uscita e non accennava a volersi fermare. Oramai erano giunti al limite, per quanto i loro corpi fossero quelli di guerrieri ora non avevano comunque l'esperienza necessaria per sostenere una simile battaglia, così lunga ma soprattutto così intensa! Le gambe tremarono sempre più forte, rischio crampi, i denti digrignati dei due sembravano pronti a frantumarsi, Orikan e Andrys cercavano nei loro sguardi un'idea che permettesse loro di resistere ma era come se fossero distanti anni luce, chiusi in delle cabine privi di vie d'uscita, l'unica cosa che potevano fare era lasciarsi andare, e pulsazione dopo pulsazione... non riuscirono più a resistere. Sollevarono entrambi il capo, le mani finirono addosso a Veronica, l'idea iniziale era di scacciarla ma la verità era che i loro corpi non riuscivano più a fare a meno di lei. I bacini affondarono e come se non lo avessero mai fatto in vita loro, iniziarono a venire copiosamente tra le sue labbra. Non fu un orgasmo controllato, non riuscirono a trattenere i gemiti né le loro espressioni, per quanto si fossero trattenuti quello era inevitabilmente il nirvana, e di sicuro lo sarebbe stato anche per Veronica visto che oltre al loro succo, quelle virilità le stavano anche facendo conoscere le pulsazioni più intense di un uomo, che avrebbero reso le sue labbra come un fuoco incandescente, oltre a dare un contengo alla fame di quella piccoletta che sembrava insaziabile. A quel punto, dopo un orgasmo tanto violento, sembrava palese quello che doveva succedere: la stanchezza li avrebbe colti, e con essa sarebbero subentrate le realizzazioni: veronica avrebbe capito subito che in realtà non erano affatto dei maestri, e che stavano semplicemente cogliendo l'attimo. Il passo dopo sarebbe stato breve: domino, aiuto, spada che spappola le loro teste. Era un copione già scritto e il panico si impossessò dei loro cuori. Ma ecco che qualcosa di imprevisto illuminò le loro speranze, qualcosa che si ergeva come una bandiera, uno stendardo di speranza per ispirare i cuori degli ultimi guerrieri sopravvissuti: le loro verghe si ergevano ancora gloriose, sporche di saliva e sperma, ma coperte di vene bollenti, pulsanti, forse addirittura più vigorose di prima. Improvvisamente gli sguardi dei gemelli si illuminarono, la fortuna non li aveva ancora abbandonati e grazie ai loro nuovi poteri potevano vantare una resistenza sovrumana! A quel punto il loro genio tornò in moto e colsero la palla al balzo.
    Wow Veronica... ma sei davvero bravissima...
    Un talento naturale... perfino due esperti come noi non sono riusciti a resistere...
    Ma come puoi vedere siamo ancora in gioco... ora dovresti lasciare che ci pensiamo noi...
    Non avevano ancora la più pallida idea di quale sarebbe stata la loro ultima carta, ma finché riuscivano a pescare assi la partita era dalla loro parte. Veronica era sotto scacco, l'unica cosa che dovevano fare era ostentare quel bluff finché la fortuna li assisteva. Impossibile non domandarsi fin dove li avrebbe spinti, ma a quel punto tornare indietro risultava assolutamente impossibile.
     
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    Si era persa oramai in quel banchetto lussurioso, incapace di prendere anche solo un respiro. La bocca produceva rumori osceni che nemmeno lei pensava di poter mai fare, succhiava dentro tutta la saliva che scivolava sulla carne turgida e bollente dei ragazzi, serrandoli tra le dita con al stessa forza con cui un guerriero impugna la sua spada. La faceva sentire potente quella sensazione, si sentiva bella, desiderata, anche per una ragazza giovane quelle sensazioni sono importanti e per lei che era maledettamente prematura per la sua età, l'effetto ne era anche amplificato. ogni volta che una delle due verghe pulsava più forte lei le concedeva più attenzioni, leccandola avidamente come se volesse soddisfare quella richiesta spassionata, silenziosa eppure tanto chiara. Mentre si concedeva a quella fame irresistibile, il corpo di Veronica reagiva: le punte dei suoi capelli si sollevavano lievemente, i capezzoli diventavano sempre più turgidi, le dita affamate e la sua intimità bagnata. Sembrava che ogni suo pertugio si stesse allenando, aprendosi e chiudendosi come un respiro affannoso, impaziente di ricevere finalmente il giusto compenso. Non aveva idea che essere a stretto contatto col corpo di un uomo potesse essere così bello, e ora ne era diventata vittima: Veronica non era esperta né tanto meno una ninfomane, era semplicemente molto curiosa e molto matura per la sua età, voleva sperimentare e saziare le pulsioni che sentiva, ma mai si era spinta oltre la mera necessità. Ora invece lo stava facendo con desiderio, con gusto, e più li sentiva pulsare più ne voleva ancora. Arrivò ad accoglierli entrambi in bocca contemporaneamente, le loro cappelle dilatavano le labbra e occupavano tutto lo spazio in quell'umida boccuccia, ma lei si sforzava di leccarli e stringerli, masturbandoli senza sosta, diventando impaziente del succo di tutto quel lavoro. Quando iniziarono a pulsare forte, istintivamente la presa delle mani si fece più salda e prendendo un ampio respiro, Veronica si preparò a sentirli finalmente sfogarsi. Poi esplosero, e come un lampo a ciel sereno sobbalzò la piccoletta, dapprima spaventata, ma fu solo un momento. Solo un brevissimo momento, cancellato dall'odore pungente di quel seme caldissimo, dal calore e il sapore che invase la sua tenera boccuccia e che la rese affamata. Sgranò gli occhi: i suoi occhi erano ammantati di una forza perversa, sembrava quasi che avessero cambiato colore, diventando simili al rossore che aveva sul volto. Ne divenne immediatamente avida, e anche se non poteva chiudere la bocca leccò e succhiò quanto più seme possibile. Poi l'orgasmo dei gemelli divenne troppo per lei, e per non soffocare dovette sollevare il capo, lasciandosi andare. La bocca rimase aperta, portandola a respirare affannosamente, man on tossì nemmeno per un momento. Nel mentre, il seme colò lentamente dalle sue labbra, macchiandole la gola, il petto e il ventre. Il resto del seme venne schizzato verso l'alto, ricadendo sulle dita strette intorno alle verghe dei ragazzi. Il calore colpì anche il senso del tatto e Veronica ne divenne subito assuefatta: i suoi occhi erano persi. Si sollevò, mettendosi in ginocchio davanti a loro, imitando la loro posizione. Mentre i due riprendevano fiato, veronica portò il petto in avanti e le spalle all'indietro, cercando di osservare quanto il suo corpicino morbido e pallido fosse stato imbrattato da quel seme. Lo sentì colare sul suo seno, facendo inturgidire i capezzoli, e man mano che quel calore si diffondeva dentro e sopra di lei, le dita si avvicinavano al suo petto. Iniziò a toccarsi, massaggiando il piccole seno prima delicatamente, poi con forza, spargendo quel caldo succo su tutto il corpo, facendo suo il sapore e la sensazione di averlo spremuto con le sue stesse mani. Folle di quella sensazione. Veronica sollevò lo sguardo verso i gemelli, rendendosi conto di quanto fosse divenuta perversa a quel punto e arrossendo un pochino, ma non nascose la sua espressione: chiuse la bocca e mandò giù quel delizioso boccone, cercò di dire qualcosa ma la lingua era occupata a leccarsi timidamente le labbra... non pensava di poter essere così perversa, ma non poteva più resistere.
    Mi è piaciuto tantissimo... soprattutto quando è entrato dentro di me... ne voglio ancora. Non fermiamoci ragazzi, vi prego...
    Più simile ad un sussurro, una preghiera stretta tra le labbra che non una vera frase, ma a quel punto Veronica era complice della perversione dei due, che fossero esperti o meno non le importava. E lei, in cuor suo, pensava ancora sinceramente che Orikan e Andrys stessero cercando di fare amicizia con lei, forse in maniera un pò troppo spinta, ma quelli erano i ragazzi più vicini alla sua età che si fossero mai avvicinati a Neo Venezia, erano suoi coetanei, potevano diventare i suoi migliori amici e se il sentimento dei due era sincero, Veronica sarebbe stata felicissima di poter suggellare il loro legame in una maniera tanto piacevole. Scivolò lentamente sul letto, senza distogliere lo sguardo da loro, posandosi con la schiena a terra per poi voltarsi lentamente, mettendosi a pancia in giù e sollevando leggermente i fianchi. La posizione era un pochino goffa, sgraziata e sicuramente non comoda per iniziare a fare qualcosa di serio, ma Veronica non sapeva cosa fare né voleva smettere di guardarli. I gemelli avevano davanti il suo corpo che li invitava a muoverla come meglio credevano, e il suo faccino eccitato e imbarazzato che li supplicava di farlo con garbo...
     
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    Per quei gemelli, che non era assolutamente il loro segno zodiacale, guardare la papessa che assaporava il loro orgasmo fu un'esperienza mai provata prima. Si le pornostar sanno sicuramente come intrattenere, ma c'è una bella differenza tra chi lo fa per finta in video e chi invece te lo mostra davanti mettendoci anima e perversione. Veronica stava apprezzando davvero quello che stava provando e non glielo dimostrava solo con le parole ma anche con i fatti. Più assapora quel seme caldo, più lo spargeva sul suo corpo, più sembrava seducente e perfetta agli occhi dei gemelli, distaccandosi dall'eterea figura della papessa piccola e indifesa che avevano imparato a conoscere e avvicinandola piuttosto ad una dea della perversione che li assecondava in tutto quello che facevano. Quella trama era degna di un porno o di un hentai molto più probabilmente, eppure loro se ne stavano lì imbambolati a fissarla mentre si offriva a loro con tutta sé stessa. Era decisamente un sogno, non poteva essere vero, tant'è che quando Veronica si offrì a loro in tutta la sua innocente bellezza, entrambi si piegarono in avanti pronti a fiondarsi su di lei senza alcuna pietà, oramai di nuovo nel pieno delle forze dopo quello spettacolo che aveva letteralmente fatto a pezzi i postumi del precoce orgasmo, rendendoli di nuovo operativi e pronti a colpire. Servì Andrys che riprese coscienza del luogo e della situazione per primo, per fermare il fratello a metà strada prima che potesse aggredirla come una faina fa con dei pennuti in gabbia.
    Fermo! Che fai?!
    Lo ammonì a denti stretti, afferrando il fratello dalla pallida chioma e obbligandolo a guardare verso di lui, cercando di tenere un tono di voce basso ma fallendo miserabilmente. Orikan, che reagì come un bambino alla quale è stata sottratta una caramella, allungando a forza le mani verso il culetto perfetto di Veronica, fece una grande fatica a dare attenzione al fratello che se lo ritrovò davanti con una faccia sofferente e lamentosa.
    I-io... beh... devo anche spiegartelo?!
    A quel punto Andrys forzò la mano, costringendolo a piegarsi in modo che entrambi dessero le spalle a Veronica, invitandolo ancora una volta a mantenere un tono di voce basso.
    Vuoi saltarle addosso come un orango tango su un albero di banane?!
    Ovviamente si!
    Ovviamente! Ma non possiamo andare insieme, no? Uno davanti... e uno dietro... capisci?
    Orikan buttò un occhio verso Veronica, perplesso, poi annuì frettolosamente come se avesse capito solo a quel punto cosa voleva fargli capire il fratello.
    OH! Ok si, ho capito... uno davanti e uno dietro... ma come decidiamo?
    Andrys, che annuiva finalmente dato che il fratello aveva capito, si ritrovò bloccato di fronte a quella domanda dato che ovviamente se si mettevano a discutere rischiavano di fare danni oltre che far aspettare così tanto Veronica al punto da farla invecchiare tutta in una volta. Avevano bisogno di una soluzione imparziale e semplice. Entrambi, arrivarono alla medesima conclusione sollevando i pugni chiusi uno di fronte all'altro: che morra cinese sia.
    Adesso ci siamo noi per te, Veronica, non preoccuparti...
    La prima mano ad avvicinarsi fu quella di Orikan che, uscito vincitore, stava assaporando la pelle morbida del culetto della ragazza, accarezzandolo delicatamente e baciandole delicatamente le cosce mentre risaliva verso di lei. Sembrava un atteggiamento romantico e premuroso verso di lei, ma in realtà era tutta una scusa per lanciare occhiatacce perverse al fratello, sconfitto nella morra mentre lo vedeva allontanarsi verso il volto di Veronica. Approfittavano di quella posizione per schermirsi, ma Andrys poteva anche smettere di guardare male il fratello, prendersela per una sconfitta non aveva senso: dopotutto era Orikan il tipo sveglio dei due. Una volta che furono entrambi posizionati, subentrò inevitabilmente la loro inesperienza visto che, a quel punto, avevano letteralmente esaurito le cartucce. Orikan finì con lo sdraiarsi su di lei con la stessa eleganza con cui una foca prova a prostituirsi per ricevere del pesce gratis, mentre invece Andrys le aveva preso la testa con la stessa delicatezza con cui si impugna una palla 8, pronta a scuoterla in cerca di risposte. Quando incrociarono di nuovo gli sguardi realizzando di essere entrambi alla frutta, reagirono irrigidendosi e chiudendo ulteriormente le distanze: la verga di Orikan finì inevitabilmente tra le gambe di Veronica, scivolando sulle sue grandi labbra e pulsandole contro il ventre, schiacciandole vagina, clitoride e monte di venere con tutta la sua carne bollente e pulsante, mentre la tratteneva on le mani sui fianchi. Andrys invece le afferrò il mento come il sifone di una doccia, schiacciandole i genitali in faccia trasformando il suo scroto in una vera e propria mascherina di pelle, così da occluderle la vista. In quella posizione, consci di aver bloccato la visuale e i movimenti della papessa, iniziarono a sbraitare l'uno contro l'altro senza parlare, muovendo solo la bocca ma riuscendo tranquillamente a capirsi.
    *Che cazzo facciamo ora?!*
    *Non lo so, non so nemmeno come sono fatti i genitali di una donna io! Li ho visti solo da fuori! Ma possiamo ingravidarla se le veniamo troppo in bocca?*
    *Figurati se lo so io?! Ma è abbastanza grande per rimanere incinta? E poi perché stai pensando a metterla incinta?!*
    *E' colpa tua, mi metti agitazione!*
    MA CHE C'ENTRO IO???*
    Ovviamente tutto quello sbraitare si trasformò in uno stimolo per Veronica, dove i gemelli volenti o nolenti le sfregavano addosso le loro verghe bollenti facendole sentire quanto fossero effettivamente eccitati, oltre che agitati.
     
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    Si sentiva un tantino in colpa a lasciare tutto nelle loro mani, per questo cercava di essere quanto più seducente possibile. Voleva invogliarli in modo che non si annoiassero, visto che erano così esperti da poterla guidare così bene in un viaggio tanto piacevole, doveva ricambiarli in qualche modo. Si sentiva una sciocca a fare tutti quei pensieri, in situazioni simili doveva solo preoccuparsi di divertirsi, probabilmente... no? E di far divertire gli altri, ovviamente! Era così impacciata e incapace, in netto contrasto con quei due, così professionali da preparare una strategia perfetta senza coinvolgerla, forse per stupirla, ecco perché bisbigliavano alle sue spalle e la stavano facendo attendere. Aveva letto da qualche parte che l'attesa rendeva tutto più piacevole, e loro ne approfittavano per perfezionare i dettagli! Erano davvero dei geni in quel campo, ne era sicura, lavoravano ad un livello così sopraffino che lei non poteva nemmeno comprendere, poteva solo apprezzare e imparare. Iniziò perfino a temere che con il loro fascino avrebbero potuto sicuramente conquistare tutte le donne che le ronzavano intorno, e di sicuro Raiko, Clerice e Domino avevano molto di più da offrire rispetto a lei, essendo esperte mature e soprattutto molto più belle, con dei fisici prorompenti, non come lei che era solo una bambina. Doveva impegnarsi se non voleva allontanarli, loro erano la cosa più vicina a degli amici coetanei che avesse mai avuto, quindi doveva tenerseli stretti. Mentre quei pensieri le attraversavano la testa, distraendola, i gemelli tornarono finalmente all'attacco cogliendola un tantino di sorpresa. Sobbalzò ma non perché aveva paura, era piuttosto l'emozione: nessun ragazzo era mai stato così vicino a lei con le sue parti intime per di più! Se Domino li scopriva avrebbero fatto tutti i una terribile fine, ma non aveva intenzione di farsi indietro perché superato il timore iniziale, riusciva già a percepire le parti migliori di quella situazione. Sentiva il tocco caldo delle dita e delle labbra di Orikan, anche se non poteva vederlo riusciva a sentirlo mentre scivolava su di lei e le scaldava il corpo rimasto troppo tempo da solo, in un perverso abbraccio. Ma non importava che non lo sentisse, perché davanti a sé aveva il fisico perfetto di Andrys, identico a quello del fratello, che si posizionava davanti a lei come un maestro del piacere, un padrone che poteva guidarla verso gli angoli più perduti della lussuria, e che lentamente la impugnava con fermezza, guidandola verso il suo sesso. Si sentì abbandonare, per un attimo ebbe quasi al sensazione che Orikan le fosse svenuto addosso e che la presa di Andrys fosse troppo forzuta, ma probabilmente era solo un'impressione. Iniziarono a sfregarsi contro di lei e per un attimo l'istinto la portò a chiudere le gambe il più possibile, sentendo la verga di Orikan che scivolava tra le sue grandi labbra. Era certa che non serviva ripetergli che la sua virtù doveva rimanere immacolata, ma quella stimolazione era comunque piacevole da farle schiudere le labbra e strapparle qualche gemito. Non poteva restare passiva, voleva stare al loro gioco ma doveva seguire i loro consigli, quindi iniziò ad interrogarli.
    I-io... voglio sentirvi dentro di me... inizierò al lubrificarvi quindi... ditemi cosa devo fare...
    Li desiderava tantissimo ma non voleva nemmeno mettere fretta al loro genio, si fidava dei gemelli. Iniziò a muoversi con più decisione, anche se lenta, con il bacino, usando le natiche per massaggiare il ventre di Orikan e le cosce per stringere la sua verga contro la propria intimità, facendogli sentire quanto fradicia fosse e quanto intensi nonché caldi fossero i suoi umori. Andrys invece era più difficile, la sua verga era davvero troppo in alto e il suo scroto letteralmente davanti ai suoi occhi, quindi per prendere l'iniziativa dovette ingegnarsi un pò, nella speranza di non osare troppo: allungò la lingua per poter massaggiare il perineo del ragazzo, allungando la punta il più vicino possibile al suo ano, senza raggiungerlo ovviamente ma facendo del suo meglio per dargli la stimolazione di cui aveva bisogno. Non si sarebbe imposta, avrebbe lasciato loro carta bianca assecondando ogni loro richiesta...
     
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    Il momento stava arrivando, non potevano rimandarlo oltre. Come se non bastassero le parole di Veronica a farglielo capire, c'erano anche i suoi gesti. leccava e sculettava così tanto che i gemelli erano marmorei e sempre più paonazzi, anche solo cercare lo sguardo tra di loro diventava difficile e in effetti, non potevano desiderare altro. L'unica cosa che li tratteneva era la paura di fallire, di rivelare l'inganno e di subire le conseguenze crudeli del misfatto. Ma cos'era più crudele? Subire un destino infausto, oppure torturare quella poverina il cui unico peccato era stato concedere loro gioia e fiducia? No, non potevano condannarla così, meritava la sua risposta. Decisero quindi di impugnare il coraggio (e non solo quello) a due mani, pronti a fare il passo più importante. Gli sguardi si fecero serissimi, la conversazione mentale era rincominciata.
    *Non ho idea di come infilarglielo dentro...*
    *Non è semplice, devi tenere conto che l'altro buco non si lubrifica da solo come la vagina...*
    Ovviamente il tutto era condito dalle loro labbra strette saldamente tra i denti, mentre le gambe e i bacini tremavano sotto le attenzioni della papessa, rendendo il tutto molto più difficile. La disperazione di Orikan salì a livelli stellari.
    *Perché la prima volta deve essere così difficile cazzo?! Abbiamo iniziato in modalità hard, io inizio sempre a super easy!*
    *Calmati! Pensa questo... il culo non ha imene, quindi non è poi così tanto più difficile. E' solo un'altra strada...*
    L'incoraggiamento del fratello favorì l'intuizione di Orikan che sembrò realizzare. Si sollevò leggermente dalla schiena di Veronica, afferrando la sua verga con la mano destra, impugnandola in modo che riuscisse a controllarla meglio. Riuscì a farla scorrere delicatamente tra le grandi labbra di Veronica, così da raccogliere i suoi umori senza penetrarla, probabilmente però riuscendo a stimolarla. Fatto questo cercò l'approvazione del fratello che annuì deciso, pronto a dargli il prossimo consiglio.
    *Ottimo, ora... inumidiscilo.*
    Potrebbe sembrare strano, ma non è facile rendere solo con gli sguardi la parola "inumidiscilo", specialmente è difficile far capire a cosa ci si riferisce, ecco perché Orikan era perplesso. Andrys decise di riprovarci, tentando di non farsi distrarre dalla lingua di Veronica che cercava sempre di più le sue parti intime, piegandosi all'indietro per inerzia e per lussuria.
    *Innaffialo...*
    L'espressione di Orikan si fece ancora più perplessa e a dirla tutta, anche arrabbiata, annoiato dal fatto che il fratello non fosse chiaro. Ovviamente quella faccia fece esplodere la furia di Andrys che spingendosi ancora verso la papessa cercò di esprimersi in maniera chiara.
    *SPUTACI SOPRA!*
    *E DÌ SPUTACI CAZZO!*
    Esasperato, Orikan rispose a tono al fratello per poi accogliere frettolosamente il suo consiglio, lasciando colare un grosso grumo di saliva dalla lingua alle natiche di Veronica, usando l'altra mani e il suo pollice sinistro per poter spingere la saliva tra le natiche ed iniziare a massaggiare il buchino della papessa. Andrys tirò un sospiro di sollievo, finalmente erano pronti. Ritrovata la giusta fermezza, il giovane dai capelli cerulei portò la sua verga verso il buchino di Veronica, massaggiandolo al contempo ed infilando di qualche centimetro il pollice lasciandosi eccitare da quella sensazione: era caldissimo, morbido, non vedeva l'ora di conquistarlo, ma non voleva esagerare per questo procedeva con calma. La punta arrivò di fronte all'entrata e istintivamente si ritrovò a spingere, pensando che la mistura di quei lubrificanti naturali aiutasse e rendesse tutto più semplice... ma così non fu. Le verghe dei gemelli erano più grandi del normale e Veronica... beh lei era una ragazzina minuta. Le cose non sarebbero state così semplici. Impaziente, Orikan si ritrovò a spingere con i fianchi, ma si rese ben presto conto di non poter forzare troppo, o le avrebbe fatto male. In realtà, anche la sua verga doleva, specialmente sulla punta che si piegava contro quell'ostacolo, e il tutto rendeva la penetrazione molto difficile. Era come se stesse cercando di trattenersi, come quando provi a spingere un peso che sai benissimo che è troppo pesante per te, ma lo fai lo stesso lasciando che le vene del collo si gonfino e il volto diventi sempre più rosso. Mentre il fratello sembrava sul punto di farsi esplodere le palle degli occhi fuori dalle orbite, Andrys lo osservò un tantino disgustato e per non perdere la concentrazione, arreso, sollevò la testa verso l'alto chiudendo gli occhi e rendendo più facile il lavoro della papessa. A questo punto solo l'intervento della dolce Veronica poteva salvarli, ma visto che lei non era "esperta quanto loro", forse quello era il momento della condanna.
     
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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Era emozionata come non mai, si stava abituando alla presenza di quei corpi nudi maschili su di sé, era vero quello che si diceva, ti senti sporca solo quando sei forzata a farlo. Quando lo vuoi, invece, essere stretta da corpi vogliosi ed eccitati, che ti desiderano veramente e non vogliono trattarti come un mero oggetto, è tutta un'altra cosa. Era una piccola donna Veronica, minuta e giovane nel corpo ma matura nell'animo, per questo riusciva ad essere perfino seducente, sapeva istintivamente come usare il suo corpo perché era quello che desiderava, e voleva farlo bene. Quando li sentì prendere l'iniziativa, non ci fu bisogno di dire nulla: Andrys le fece capire che apprezzava quello che stava facendo quindi Veronica allungò la lingua verso le sue natiche, leccando tutto quello che poteva, soffermandosi sull'ano mentre con una mano raggiungeva il suo membro, impugnandolo e masturbandolo, scendendo sui testicoli per poterli massaggiare e quando risaliva verso di essi con la bocca, li leccava avidamente usando le dita. I movimenti del bacino rallentarono mentre Orikan si prendeva cura di lei, lasciandogli tutto lo spazio di cui aveva bisogno. Sentì la schiena gelarsi di colpo appena si separarono, lasciandosi sfuggire un versetto che sembrava un lamento, ma che si deformò immediatamente in un gemito di piacere appena sentì la cappella del ragazzo scivolare tra le sue grandi labbra. Per un momento si irrigidì e fu tutto a favore di Andrys: la voce fece vibrare le labbra e la lingua intorno alle sue parti intime rendendo la presa più salda, poi mentre si scioglieva assaporava la verga di Orikan che si avvicinava al suo culetto, massaggiandolo e lubrificandolo con maestria. Per lei il tempo era del tutto dilatato, distorto dalle sensazioni, non si rendeva conto di quanto stessero temporeggiando e quando finalmente lo sentì pronto ad entrare tutto si fermò. Inizialmente respirò affannosamente, rendendo la sua bocca satura di gemiti e di saliva, inumidì completamente tutta la verga di Andrys nel processo rendendo la masturbazione un vero e proprio massaggio sessuale, che li avrebbe reso più eccitato e voglioso. La lingua saettò verso l'entrata del suo di ano, cercando di stimolarlo e rendere più vispa la sua erezione, ben consapevole che gli uomini hanno punti sensibili in parti nascoste. Non era stupida, si era informata molto, ma tra la teoria e la pratica c'era davvero una grande differenza, non poteva di certo immaginare che in quel modo avrebbe iniziato a sbavare senza sosta, rendendo la sua gola un rifugio bollente e irresistibile. Orikan stava facendo fatica, ed era colpa sua: aveva dimenticato che doveva rilassarsi in certe situazione, troppo distratta da quello che stava facendo davanti a lei, invece era proprio come quando si masturbava... doveva trattenere il fiato, liberare i polmoni e rilassarsi. Respirò profondamente e successe tutto in un istante. Si spinse istintivamente verso Orikan e dal che non riusciva ad entrare, lo fece sprofondare dentro di sé completamente, fino al bacino, al punto che le sue natiche si spalmarono contro i testicoli del ragazzo e subito l'ano si strinse, intrappolandolo dentro la più bella tortura che avessero mai assaporato. Era un tizzone ardente e non si aspettava di riuscire a prenderlo tutto in un colpo solo, era immenso e la faceva sentire come se gola e stomaco stessero per esplodere, ma ciò che uscì dalla sua bocca non fu affatto un grido di dolore, anzi era un gigantesco e rumoroso gemito di piacere che sciolse la sua bocca intorno a quella verga meravigliosa davanti a sé, come se le labbra e la lingua volessero diventare una cosa sola con Andrys. Le membra di Veronica iniziarono a sciogliersi, non riuscì a fare più nulla se non iniziare a gemere e, ovviamente... chiederne ancora...
    E'... così... bello... ancora... *anf anf*... ancora...!
     
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    Credeva di aver fatto un affarone ad ottenere per primo l'onore di possedere quel culo quasi alieno se comparato alla giovane a cui era attaccato. Com'era possibile che una ragazzina così minuta fosse provvista di un tale pezzo raro? Sarebbe stata la prima domanda per un Orikan esperto alle prese con un martellamento incisivo e inarrestabile degno del più esperto degli amatori ma, ahimè, la realtà fu ben diversa. Non aveva la benché minima idea di cosa fare per abbattere quella difesa impenetrabile. Belle e di marmo erano le chiappe della loro pericolosa amante e più pressione imprimeva il ragazzo, più dolore percepiva sul suo povero affare e più dolore percepiva, più veniva meno l'intenzione di continuare a spingere. Era partito così bene eppure ora si era ridotto a simulare un gorilla stitico, stringendo i denti quasi a romperseli mentre il viso si gonfiava e la pelle sul collo si tendeva mettendo in mostra venature e muscoli. Aveva bisogno di qualche ulteriore consiglio ma in quella situazione anche sussurrare gli risultava difficoltoso quindi si limitò a cercare di attirare l'attenzione del fratello sibilando tra i denti stretti.
    Dal canto suo, invece, Andrys, che aveva avuto lo stesso pensiero del fratello ma contrario, scoprì che essere stato il primo a godersi le abilità, non solo comunicative, della bocca di Veronica fu una vera fortuna. Quelle mani così piccole sembravano avvolgere la sua asta anche due o tre volte come spire di una serpe e per quanto i suoi testicoli fossero gonfi e carichi, quelle dita delicate erano capaci di accoglierli tutti in una stimolazione paradisiaca. Nessuna donna immaginaria era mai stata brava come lei, neanche lui era mai stato bravo come lei a masturbare il mini-Andrys e ora non riusciva più a riaprire gli occhi per quanto sentiva ogni fibra muscolare rilassata e nel mezzo di una profonda pace zen, a tratti spezzata da piccole scariche di piacere provocate dalla curiosità della loro partner e dall'esigenza della sua lingua che raggiunse senza troppa indecisione l'entrata sensibile del suo ano. Cosa doveva fare? Rimanere lì a subire? Era ovvio che entrambi, a quel punto, fossero in balìa della feroce fame nascosta nel corpo minuto della Papessa, ma questo non giustificava la passività di Andrys. Doveva toccarla, doveva fare qualcosa che comunicasse apprezzamento ma anche un briciolo di autorità su di lei. Sperò di trovare un suggerimento dal fratello e sperò anche di non trovarlo ancora in quello stato pietoso e così abbassò il volto, aprendo gli occhi con tutta la forza di volontà rimastagli nel cuore.
    I due gemelli incrociarono gli sguardi e quando Andrys ebbe di fronte il fratello ancora più gonfio di prima e impegnato in uno strano tentativo di chiamata mediante sibili alquanto patetici, ebbe la forte sensazione di lasciare quella stanza, cercare dell'acido così da poter immergere la testa al suo interno. Si limitò a sgranare gli occhi silenzioso, indicando con un gesto del volto il suo affare ancora allo stato di poco prima. Orikan comprese il gesto ma l'espressione con cui rispose trasmise un messaggio molto simile a - Lo so, cazzo! Lo so! -
    Avevano abbattuto tante porte nel loro villaggio, avevano abbattuto tanti ostacoli di fronte al loro cammino ma ora Orikan si trovava inchiodato dal culo di una ragazzina. Era umiliante!
    *E spingi! Quanto ti ci vuole!*
    *Sto spingendo! Sto spingendo ma sembra un buco nero al contrario!*
    *Respiri brevi e spingi più forte!*
    *Quello è il parto, ritardato!*
    La loro sibilante e sussurrata conversazione era ricominciata e in un tentativo di isolare l'udito di Veronica dai loro patetici scambi disperati, Andrys si fece ancora più avanti col bacino in un apparente invito a lavorare con molta più passione sul suo didietro. Non era quello il messaggio, non voleva che la Papessa pensasse che fosse un amante di quelle pratiche ma la situazione necessitava di un approccio drastico e lui, che era il fratello più grande di ben 23 secondi, era pronto a compiere quel sacrificio.
    *Forse se monto più in alto, sfrutto la gravità e...*
    *Siamo a Quark ora! Al tre spingi con tutta la tua forza se sei un uomo! Uno...
    *Due...*
    *TRE!*
    I gemelli erano indubbio privi di ogni esperienza ma sicuramente carichi di determinazione e volontà. Ciò non tolse che la loro inesperienza non fece ponderare ad entrambi la possibilità che Veronica si fosse perfettamente resa conto della difficoltà di Orikan e avesse deciso di intervenire proprio, come in un malevolo allineamento di pianeti, a quel maledettissimo "Tre", rilassando il suo ano nel momento in cui il ragazzo trasferì ogni briciolo di forza in quel singolo gesto, in quella singola e poderosa pressione che fu anche piuttosto superflua data la facilità con cui ogni centimetro della sua verga sprofondò nella carne di Veronica avvisando tutto il Vaticano di aver raggiunto la meta con un sonoro SLAP! dei suoi testicoli, dolorosamente impattato contro la stessa intimità della Papessa. Fu come il clichè buffo dell'uomo che vuole buttare giù una porta che all'ultimo secondo viene aperta ma in quello specifico caso Orikan non cadde semplicemente a terra ma sperimentò una vera e propria esperienza di pseudo-morte cerebrale a cui Andrys assistette in prima persona portandosi una mano sulla bocca preoccupato.
    Gli occhi del fratello guardavano in due direzioni totalmente contrapposte e se fino a poco prima dava l'impressione di poter esplodere per lo sforzo ora appariva quasi vuoto, privo dell'anima e dalle sue labbra socchiuse iniziò a fuoriuscire un verso molto simile a quello che fa un mobile quando viene trascinato a terra ma leggermente più acuto. Andrys allungò la mano con cui si era coperto la bocca in un vano tentativo di risvegliare Orikan ma nel compiere quel gesto venne prontamente interrotto da Veronica stessa che a causa di quell'improvvisa spinta e del suo stesso avvicinamento aveva deciso di stimolare il suo didietro al punto tale da rinvigorire ancora di più la sua erezione costringendolo a mordersi il labbro inferiore con tale foga da farsi quasi del male portando entrambe le mani, in un gesto istintivo, tra i suoi capelli, in una stretta che poteva significare solo un immenso apprezzamento. Eppure nella testa di Andrys dominava un solo pensiero: doveva assolutamente far riprendere suo fratello o sarebbero rimasti fregati!
     
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    Era l'esatto opposto di quello che aveva sempre immaginato. Non dal punto di vista del piacere, quello era talmente scontato da sembrare stupido anche solo da ponderare. Aveva semplicemente pensato che il sesso servisse a sfogarsi, che una volta ottenuto il piacere tanto agognato l'obbiettivo fosse raggiunto e il tutto fosse destinato trasformarsi in un lento decrescendo verso la quiete più assoluta, una pace sentenziata dall'orgasmo e che riportasse il corpo al giusto equilibrio. Quella era la masturbazione che provava Veronica: semplice stimolo finalizzato a sopprimere una pulsione. Il sesso invece... era completamente diverso. Più quel desiderio bollente veniva saziato... più ne desiderava. Era un ciclo vizioso, un moto perpetuo! In un primo momento sentì il panico salire, il corpo si irrigidì e lo sfintere si chiuse, probabilmente contribuendo alla disfatta di Orikan ma dal suo punto di vista due esperti come loro dovevano senz'altro essere preparati a questo. D'altro canto però, la sua bocca e la sua intimità non smettevano di grondare, ansimava impaziente e vogliosa, rendendosi conto che più provava a resistere più il suo corpo si scioglieva. I pugnetti chiusi stretti intorno alle lenzuola del letto scivolarono lentamente verso il suo petto, rendendosi conto di quanto fosse calda la sua pelle e turgidi i suoi capezzoli. Toccandoli una scossa di piacere le risalì tutto il corpo e riuscì a sciogliersi del tutto, ritornando alla quiete forse anche più morbida di prima. Un miracolo per i gemelli, specialmente per Orikan che forse avrebbe avuto un istante di respiro finalmente, mentre lei spingeva verso il suo bacino delicatamente lasciandogli assaporare la morbidezza delle sue natiche. Un tenero giaciglio per il campione stanco, sebbene il volto di lei fosse totalmente dedicato alla verga del gemello. Non ci volle molto prima che le mani tornassero anche su di lui, afferrandolo con forza in modo da spingere la verga sul proprio volto mentre passava dal leccare il perineo ai testicoli, poi alla mazza e infine le sue vene, cercando con il suo sguardo il volto di Andrys. Per quel tempo forse i due avrebbero ritrovato la loro compostezza? Dopotutto, non potevano rimanere inermi in eterno, specialmente davanti alla supplica di una papessa.
    Vi prego... datemene ancora... mi piace da impazzire!
    I fianchi iniziarono a muoversi, oscillando a destra e a manca, producendo un leggero spettacolo di morbidezza e candore per i suoi spettatori. La verga di Orikan venne avvolta dalle sue carni e ancora del tutto inumidita, iniziò a scorrere dentro di lei al ritmo dei suoi movimenti. Ben poco, in effetti, entrava e usciva solo l'ultima parte di quella mazza ma era più che sufficiente per poter creare il giusto stimolo: le pareti del retto di Veronica stringevano ritmicamente quel palo di piacere dentro di sé, come a volerlo risvegliare. La bocca invece, oramai divenuta una fucina di perversa saliva, avvolse del tutto la verga del ragazzo davanti a lei, la spingeva verso il basso masturbandosela sul volto, cercava il suo sguardo non rendendosi conto di quanto perversa fosse la sua espressione a quel punto, ma non poteva smettere: avrebbe fatto di tutto per spingerlo dentro le sue labbra in modo che trovasse il calore della sua gola e potesse sfogarsi finalmente anche lui. Li voleva assieme, li desiderava contemporaneamente e li voleva al massimo della loro virilità.
     
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    Per molti quella poteva sembrare una vittoria, ma per i gemelli non lo era. Entrambi risultavano completamente in balia delle attenzioni di Veronica, lei credeva di star seguendo il loro gioco ma in realtà li stava umiliando facendoli sembrare i verginelli che erano effettivamente. Orikan era letteralmente un uomo distrutto, avvolto si dalla sensazione più intensa e piacevole della sua vita, ma ben consapevole di non poter fare nulla anzi, si sentiva una mucca che veniva munta da quella macchina perversa chiamata Veronica. La sua espressione oltre che sforzata e immobile era anche completamente assente e già da un pò aveva smesso del tutto di respirare, sembrava dover morire da un momento all'altro e la cosa non passò inosservata al suo gemello che iniziò a punzecchiarlo sulla testa con gli indici mentre tentava inutilmente di non dare troppe attenzioni alla papessa.
    *Ripigliati cazzo... non puoi lasciarmi da solo!*
    Inutile dire che quelle mere stimolazioni non sortivano alcun effetto, veronica lo aveva intrappolato in una morsa perversa letale e Andrys non poteva nemmeno biasimarlo perché per quanto tentasse di resisterle, la sua lingua abile e golosa deformava anche la sua di espressione costringendolo a dilatare le narici il più possibile per non iniziare a respirare troppo affannosamente. Non poteva nemmeno essere troppo violento o Veronica avrebbe pensato male, quindi decise di nascondere l'ultimo tentativo come una scossa di assestamento: lo afferrò per le spalle ed iniziò a muoverlo cercando di farlo sembrare un movimento volontario in risposta a quelli della papessa.
    *VIVI CAZZO!*
    Orikan sollevò la testa di colpo e tenendo i denti serrati, le labbra spalancate e l'espressione di chi ha appena colpito lo spigolo del letto col mignolino del piede. Anche lui dovette resistere con tutte le forze per non mettersi a urlare come un macaco vivisezionato e quando incrociò lo sguardo col fratello diede prova di aver finito l'ossigeno nel cervello.
    *La ammazzo...*
    Andrys spalancò gli occhi, era una reazione eccessiva anche per suo fratello. Scosse il capo con movimenti sempre più grandi, partendo prima da scosse della testa quasi impercettibili e poi iniziando anche a simulare diversi "no" muovendo le labbra. Fortunatamente non mancarono ulteriori spiegazioni perché evidentemente Andrys aveva capito male.
    *Mi ha umiliato... mi ha steso come un bambino senza zuccheri in corpo... voglio distruggerle il culo.*
    orikan non era mosso da folli istinti omicidi, piuttosto potremmo chiamarlo... del sano agonismo sessuale? Non poteva sopportare l'idea che una ragazzina del tutto vergine ed inesperta lo avesse steso in quel modo, era troppo umiliante per lui e voleva restituirle pan per focaccia così che non ci fossero più dubbi su chi era l'uomo e chi la donna in quella situazione. O gli uomini, volendo. La reazione di Andrys fu, per quanto più calma, comunque contrariata e quei pensieri trasparivano chiaramente dal suo volto di rimprovero: era solo una bambina cazzo! Certo molto matura e maledettamente sexy, ma solo una ragazzina! Non potevano mica abusare violentemente di lei solo perché erano effettivamente due pippe assurde! Voleva cercare di tranquillizzare il fratello e procedere col piano, ammesso che ce ne fosse ancora uno, ma proprio mentre la sua espressione doveva essere più seria e severa, perse immediatamente qualsiasi tipo di credibilità ritrovandosi con la lingua stretta tra id enti, gli occhi sgranati e le pupille rivolte verso l'alto. Che cazzo era successo? Abbassò lo sguardo e la vide: quell'espressione perversa e vogliosa mentre Veronica gli succhiava la verga e cercava ogni tipo di attenzione per sé. Lo stava letteralmente divorando mentre li supplicava di scoparla e di farla gridare dal piacere. Andrys riprese la sua serietà e alzò di nuovo lo sguardo verso il fratello, il fatto che anche Orikan fosse maledettamente serio, significava che stavano pensando la stessa cosa.
    *Massacriamola*
    *Massacriamola*
    Difficile immaginare da cosa derivò tutto il resto: rabbia repressa, perizia inaspettata, conoscenza empirica o semplice predisposizione genetica. Molto probabilmente anche due autori poco raccomandabili. Fatto sta che la musica per Veronica cambiò di colpo e fu costretta ad avere a che fare con due belve furiose. Proprio com'era successo nella loro battaglia contro la demone multibraccia tettona (che tutto era meno che un boss finale) i gemelli trovarono la forza per superare i loro limiti e attivare un ultra-istinto-perverso che li trainasse verso la perfezione. Orikan sollevò le braccia e le utilizzò per afferrare la testa di Veronica, legò collo e fronte in una presa di Wrestling per costringerla a rivolgere il volto in avanti e tenerla bloccata come si deve, per ovvie ragioni la presa intorno al collo non era troppo salda, non voleva soffocarla, semplicemente stava creando la posizione perfetta per concedere l'assist al fratello. Nello stesso momento le sue spinte si fecero più decise e possenti e vista la nuova posizione, i movimenti di Veronica vennero completamente ammutoliti dall'irruenza del ragazzo. Andrys colse la palla al balzo e dopo aver afferrato i polsi di Veronica per impedirle di opporsi in qualsiasi modo, utilizzò le braccia della ragazza come dei manubri così da spingersi col bacino in avanti e sfruttare la posizione creata dal fratello per poter violare la gola della ragazza in un colpo solo. I gemelli, senza neanche necessità di coordinarsi e guardarsi negli occhi, avevano raggiunto la precisione perfetta che li portava a spingere fino in fondo nello stesso momento e farsi indietro assieme, così da creare una penetrazione armonica perfetta. In quel momento i loro spiriti erano connessi come quando dovevano affrontare una seria battaglia e molto probabilmente, la Papessa era l'avversario più temibile che si fossero mai trovati davanti. La forza e l'irruenza con cui si facevano avanti cresceva ad ogni affondo, con perfetta armonia a sincronia, perfino le loro verghe vibravano allo stesso ritmo, pulsando con forza dentro di lei e concedendole solo il tempo di riprendere fiato tra un affondo e l'altro. Per il resto la papessa era stata completamente annullata e loro, con le fiamme negli occhi, desideravano prendere in mano la situazione e conquistare il piacere che spettava loro.
     
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    Veronica era una ragazza sincera e soprattutto spontanea. La sua tempra e il suo ruolo le impedivano di esitare ma nell'intimo della sua camera trovava sempre il tempo per disperarsi e domandarsi se le scelte che aveva fatto si sarebbero rivelate giuste. Quella era una di quelle situazioni in cui andava avanti senza fermarsi ma dentro di lei era ben consapevole che alla fine si sarebbe vergognata da morire e molto probabilmente si sarebbe ripromessa di non farlo più. Era successo con le dita, era successo con il dildo, era successo con lo scettro di Clerice... ma finiva sempre allo stesso modo. Sarebbe riuscita a guardarli in faccia dopo tutto questo? Orikan sarebbe riuscita a vederla ancora come una dolce ragazza che vuole solo il meglio per gli altri nonostante gli avesse mostrato in che modo muoveva i fianchi? E Andrys sarebbe riuscito a sentire la sincerità del suo sorriso dopo che l'aveva vista con quell'espressione perversa in volto, piena di lingua, saliva e testicoli? Anche se non riusciva a fermarsi, la vergogna cresceva oramai inevitabilmente dentro di sé, condannandola alla consapevolezza che di quel momento meraviglioso sarebbe rimasto solo un indelebile e peccaminoso ricordo pieno di rimorso. O almeno così pensava, finché i gemelli non presero l'iniziativa. In un primo momento si allarmò quando sentì le braccia di Orikan afferrarle la gola e bloccarla in quella strana posizione. Era un pochino scomoda e non riuscì a muoversi benissimo, cosa che la portava a desiderare di più quella grossa verga dentro di sé, portando ulteriore vergogna nel suo cuore. Perché aveva fatto una cosa del genere? Voleva farle del male? Perfino Andrys le prese i polsi e colse l'occasione per prendere il sopravvento su di lei, come se volesse allontanarla in qualche modo. Aveva sbagliato qualcosa? Era troppo? Si era imposta su di loro? Che terribile errore aveva commesso? Il rimorso prese il sopravvento ma soprattutto la fame di piacere le fece sentire subito l'astinenza... perché doveva smettere tutto così? Poi, tutto fu chiaro, e lo divenne con quel singolo, iniziale, violentissimo affondo dei fratelli. Fu un momento bellissimo ed intenso che portò Veronica a sgranare gli occhi e sussultare di piacere. Non poteva muoversi molto ma il suo ventre ebbe uno spasmo e la sua intimità rilasciò così tanti umori da imbrattare del tutto le lenzuola. Un orgasmo... un bellissimo orgasmo, ecco cosa avevano provocato quei cazzi meravigliosi dentro di lei. Li aveva sentiti quasi toccarsi usando il suo corpicino impuro come catalizzatore, sentiva le loro energie combinarsi dentro di lei e il vigore crescere nei corpi giovani dei gemelli. Si stavano impegnando... stavano cercando di omaggiarla! tutto fu chiaro a quel punto. la posizione era per non farle fare facce strane ed evitare l'umiliazione! E allo stesso tempo favoriva le penetrazioni... geniali! Quei due erano veramente degli esperti, veronica era stata così fortunata a trovare loro come compagni di squadra! Era quasi sul punto di commuoversi ma i suoi occhi erano oramai completamente sbiancati dal piacere e non c'era spazio per le lacrime, solo umori e saliva per i suoi salvatori. Allungò la lingua ed iniziò a succhiare con la bocca, in modo da rendere più piacevoli gli affondi di Andrys, nel mentre il suo culetto si dilatava ogni volta che Orikan scivolava fuori e si stringeva per assecondare la penetrazione e renderla il più intensa e piacevole possibile, per restituirgli il favore. Lei in cambio veniva dissetata dalla loro forza vitale e le veniva concesso tutto il piacere e il vigore di quelle mazze pulsanti, meravigliose. Non aveva mai goduto così tanto in vita sua e lo stava facendo nella maniera più bella possibile. Voleva ringraziarli, elogiarli ed incoraggiarli ma non poteva fare nulla... l'unica cosa che poteva fare per onorare quella performance perfetta era godere assieme a loro!
     
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    Nessuno ti prepara alla tua prima volta, puoi vedere quanti porno vuoi o immaginarlo ogni singola notte della tua vita, non sarà sufficiente, specialmente se inizi con la papessa in persona. I gemelli avevano retto bene fino a quel momento poiché sostenuti da una freddezza che assolutamente non apparteneva loro: si erano sforzati di tenere su una mascherata non indifferente, avevano cercato in ogni modo di non esagerare visto che quei corpi muscolosi e superdotati erano una novità per loro, senza contare che il terrore di Domino aveva vegliato su di loro per tutto il tempo limitandone le conseguenze il più possibile. A quel punto oramai, non c'erano più limiti: avevano sbloccato l'ultra istinto, erano in nuovo gioco più, non c'era più alcun freno e quello da semplice talamo per giochi erotici tra ragazzini si era trasformato in un ring di sexualmania electric bogaloo. Sebbene il "massacriamola" fosse perlopiù metaforico, loro avevano realmente iniziato a darci dentro di brutto. Prima senza alternare i movimenti, facendo in modo che ogni spinta coincidesse come dei pugni sincronizzati, ma tutt'altro che dolorosi: spinte forti, bollenti, piene di pulsazioni e calde come dei vulcani pronti ad esplodere. Le loro verghe erano ad un tale livello di eccitazione che nemmeno loro riuscivano più a rendersi conto di quale fosse il limite: più che un organo sessuale era diventato un'arma da utilizzare contro quella piccola pervertita. Poi quando anche quel ritmo intenso divenne monotono, presero ad alternarsi: quando uno spingeva l'altro si preparava a caricare, così da non permettere mai al corpo e alla mente di Veronica di riposarsi. Erano una macchina a vapore senza rotaia e questo era testimoniato anche dal rossore dei loro volti e dal fumo che fuoriusciva dal naso ad ogni affondo che eseguivano. Poi subentrò inevitabilmente tutta la loro inesperienza: l'energia che pompava dal loro cuore si mescolò al sangue che seguiva la loro eccitazione. Dal ventre di Orikan salirono scintille rendendo la sua verga una batteria di piacere, dal ventre di Andrys salirono piccole fiammelle che resero la sua mazza ancora più calda e pulsante. Non riuscirono a controllare nulla di quello che stavano facendo, sapevano sol oche era meraviglioso e giunti oramai al limite della loro sopportazione, avendo smesso di trattenersi come potevano, si trasformarono in due perversi vulcani. L'ultimo affondo avvenne simultaneamente e appena si concessero quel colpo più profondo, le loro espressioni diventarono piene di estasi ed inarcarono al schiena all'indietro. Mai erano venuti così copiosamente e abbondantemente in vita loro e lo stavano facendo dentro la bellissima Veronica che dopo essere stata punita diventò nuovamente il loro angelo perverso. Spinsero con tutti i muscoli che avevano in corpo il bacino in avanti e quando iniziarono a venire fu come se non lo avessero mai fatto in vita loro: gemiti fortissimi e bollenti ricaddero sul corpo di Veronica mentre quelle mazze immense la riempivano delle loro virtù. Fiotti bollenti, abbondanti, lunghi e senza un'ordine preciso che invasero del tutto la sua gola e il suo morbido culetto fino a far traboccare quei due perversi pertugi. Inevitabilmente i loro cazzi vennero spinti fuori ma questo non li fermò: continuarono a venire copiosamente su di lei imbrattandola completamente con la loro virilità, continuando a gridare fino all'ultimo pungente fiotto che si sfogò sulla sua pelle candida. In quel momento i gemelli avevano la bocca spalancata, il fiato cortissimo e il tipico volto paonazzo di chi ha fatto uno sforzo immenso... ma la verità era molto distante da quella visione. abbassando lo sguardo infatti, bastò concedere una rapida occhiata al corpo perverso della papessa per rendersi conto che le loro verghe erano ancora perfettamente in tiro, e che la loro stanchezza era puramente psicologica e bastarono pochi lunghi respiri per riprendere il pieno controllo delle loro forze. Non erano stanchi... e questo significava una cosa sola. Incrociarono gli sguardi tra di loro sfoggiando un sorrisetto malizioso, decisi a fare la prossima mossa.
    Ti è piaciuto l'antipasto Veronica?
    Prendi fiato, perché ci sono molte altre portate per te!
    Proprio come due belve affamate, erano pronti a fiondarsi su di lei, ancora e ancora, fino a soddisfare i loro perversi istinti!
     
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    Non si era mai sentita così prima d'ora, le avevano insegnato ad opporsi quando qualcuno provava a rapirla o catturarla, si era già trovata in situazioni come quelle e il primo istinto era opporsi, scappare, dimenarsi con tutte le sue forze, ma stavolta era diverso, molto diverso e non faceva assolutamente fatica a capirlo. Stava facendo sesso finalmente, ed era qualcosa di bellissimo: la gola bruciava, i polmoni andavano a fuoco, il suo culetto sembrava doversi sciogliere da un momento all'altro per il calore e per la fatica, ma lei non voleva fermarsi: le dita dei piedi e delle mani si serravano come a voler resistere fino alla fine, riprendeva il fiato ogni volta che poteva perché non voleva smettere. Si rese conto di quanto i suoi capezzoli fossero diventati turgidi e di quanto la sua intimità fosse sensibile a quel punto, quelle poche volte che si sfregava per sbaglio sul letto poteva percepire ogni singola fibra che le attraversava la pelle ed era meraviglioso. Le loro mazze... no, non riusciva più a pensare lucidamente: i loro cazzi erano fantastici: caldissimi e pulsanti, erano vivi e non dei semplici strumenti per masturbarsi. Era un rapporto tra più persone non un mero sfogo sessuale e questo per lei era immenso, valeva tantissimo e sentiva come se dovesse prendere quanto più possibile perché chissà quando sarebbe ricapitata una simile occasione. Più unica che rara, ringraziò il fato per averle concesso un incontro tanto fortunato con ragazzi tanto affettuosi e carini che le stavano dando ciò di cui aveva bisogno. Forse Veronica era un tantino prematura per la sua età (e per il suo ruolo) ma non voleva smettere per nessuna ragione. In fondo anche lei aveva diritto ad un pochino di divertimento, no? Dalla sua posizione poteva fare poco per aiutarli, era una mera vittima degli eventi, non sapeva se fosse un bene o un male, non era giusto che godesse solo lei ma Veronica non aveva modo di usare abilità particolari con loro, né tanto meno sapeva come fare la sua parte, quindi in quel momento era la loro bambola gonfiabile. Avrebbe voluto ricambiare quella gentilezza ma non poteva, quindi l'unico modo per dimostrare gratitudine era assecondarli e lasciarli fare. Anche perché più si rilassava, più quelle spinte diventavano vigorose e piacevoli. Non pensava di poter provare piacere anche dalla gola, non aveva mai provato ad infilarsi un dildo in gola perché sembrava inverosimile ma Andrys le stava mostrando l'esatto opposto. Non ci volle molto prima che i suoi occhi finissero sotto le palpebre superiori, oramai totalmente immersi nel piacere, la cosa più bella fu che riuscì a distinguere chiaramente il momento perfetto in cui i ragazzi giunsero al culmine perché riuscì a sentire anche la loro energia, non solo la loro virilità! Fu veramente bellissimo e per un istante le sembrò di scoppiare, ma quando iniziarono a venire dentro di lei non riuscì più a trattenere ed iniziò a gemere fortissimo per quanto le fosse possibile. Spalancò ancora di più gli occhi e tentò di inarcare la schiena mentre gli arti si irrigidivano del tutto. Quel seme bollente che le invadeva il corpo era qualcosa di inaspettato: caldo, abbondante, intenso come non mai, molto meglio dei suoi fluidi! Li aveva assaggiati qualche volta e sebbene fossero piacevoli non aveva niente a che vedere con quel nettare maschile! Era sublime... buonissimo da sentire in bocca e elettrizzante da lasciar sprofondare nel suo buchino posteriore. Il corpo della papessa non era allenato a sufficienza per accogliere tanto seme quindi piuttosto che gonfiarsi iniziò a traboccare provocando la fuoriuscita di quelle mazza da dentro di lei, e sebbene in un primo momento fu un trauma spiacevole non sentirli dentro di sé, la pioggia di seme che iniziò a cadere sul suo corpo cancellò del tutto quella sensazione: immediatamente sparì anche la stanchezza e mentre riprendeva fiato con quell'abbondante seme che le grondava dalla bocca, Veronica iniziava lentamente a ruotare sul letto con le poche forze che le rimanevano lasciando che quella pioggia pallida e caldissima le ricoprisse il volto, il ventre, il seno e anche le sue parti intime, così da lasciarsi avvolgere da quei perversi giocatori che le avevano mostrato lo sport più bello del mondo. Se fosse stata nel pieno delle sue forze avrebbe alzato le mani al cielo e avrebbe gioito come una bambina in mezzo a una pioggia di coriandoli, in quella situazione però riuscì soltanto a sorridere soddisfatta mentre con le dita si spalmava quel caldo seme sui seni e sul clitoride, lasciando che il calore toccasse anche le sue parti più intime. I ragazzi sembravano pronti ad andare avanti e con quell'entusiasmo, Veronica poteva solamente assecondarli.
    Si vi prego... non fermiamoci... ne voglio ancora!
    Veronica sei sveglia? Tutto ok? Sento dei strani rumori...
    Nel sentire quella voce, Veronica cambiò completamente espressione: le si gelò il sangue nelle vene e divenne pallida da morire. Il cambio di temperatura fu tale che lo sperma si solidificò addosso alla sua pelle e quando alzò di scatto il busto per riprendere fiato finì in polvere ricadendo a terra. Le mani le finirono sulla testa ed iniziò a guardare disperatamente i due gemelli.
    Oh mio Dio... è Domino! Se ci vede in queste condizioni ci uccide tutti! Prima voi, ma poi uccide anche me!
    Commentò con un filo di voce, evidentemente agitatissima e col volto che lasciava il pallido per diventare invece rosso come un peperone. Che dovevano fare? Ovviamente Domino sarebbe entrata da un momento all'altro, specialmente se Veronica non rispondeva. Quindi, istintivamente, con una voce molto più squillante del normale, provò a prendere tempo.
    S-si! SI! SONO SVEGLIA! Tu... tutto ok Domino? Anche tu sei stata ferita no?
    La situazione era destinata a crollare vertiginosamente.
     
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    A quel punto le porte dell'olimpo degli dei del sesso si erano aperte di fronte a loro, e quelle verghe turgide erano le personalissime chiavi che solo loro possedevano e sapevano usare. La vera conquista non era stata sconfiggere quel pseudo-mini boss con tante braccia, ma quel momento sopra a ogni altra cosa della loro vita. Erano nati per quello scopo: trapanare il pertugio anale di Veronica fino a trasformarla in una perfetta donna da sesso anale sfrenato, e niente poteva distruggere quel momento di tale perfezione. O questo era ciò che i gemelli pensavano. Quando sentirono la voce di Domino, la loro reazione non fu assolutamente diversa da quella di Veronica, con la differenza che loro persero letteralmente colore di qualsiasi tipo, diventando dei cartonati mortificati, senza pupille e con le bocche sgranate, deformate in un folle grido di disperazione dalla quale però non usciva un solo fiato, se non un sottile stridio molto simile a quello che si sente quando strofini lentamente una lama su un vetro. Ovviamente se Domino entrava in quel momento, vedendoli nudi e in tiro, avrebbe potuto fraintendere la situazione e ucciderli senza pensarci due volte. Andrys arrivò ben presto alla conclusione che erano morti, quindi si piegò su sé stesso, ginocchia in spalla e testa tra le mani invocando l'aiuto di una divinità in cui non credeva e che spesso aveva associato ad animali variegati e poco lusinghieri. Orikan invece realizzò che se rendevano la situazione meno equivoca forse potevano ancora salvarsi, quindi abbassò lo sguardo nella speranza che il suo membro avesse perso vigore dopo il terrore appena provato, ma purtroppo l'attrazione verso il culo di Veronica era ancora troppo fresca e quella mazza non voleva nemmeno saperne di stancarsi: anche rivestendosi il tendone sarebbe stato palese, quindi fece la cosa più saggia che un uomo può fare in quelle situazioni: iniziò a prendersi a pugni il volatile spiumato nella speranza che si afflosciasse. Poi Veronica iniziò a parlare e i gemelli tornarono di nuovo rigidissimi, timorosi che volesse invocare aiuto e salvarsi le chiappe ma ancora una volta si rivelò l'angelo beneamato che i gemelli avevano imparato ad ammirare. Voleva salvarli ma anche lei era nel panico, quindi i fratelli dovettero unire le loro menti per trovareu na soluzione, ritrovandosi fronte contro fronte con gli occhi sbarrati, i denti serrati e le labbra spalancate, nella speranza di non fare troppo casino.
    CALMA! Ragioniamo: Domino è una persona matura e cosciente, sono certo che se le parliamo e le spieghiamo la situazione si risolverà facilmente.
    SEI PAZZO? Quella è un mostro folle! E' come un tirannosauro! Dobbiamo restare immobili, magari non ci vede!
    IDIOTA! Se fosse davvero così faremmo prima ad aspettare la prossima glaciazione! Stammi a sentire: fingiamoci dei dottori e spieghiamole che conosciamo una tecnica infallibile per prevenire le emorroidi usando metodi naturali come le piante e il sesso anale!
    GRANDIOSO! Chi non vorrebbe vedere la loro piccola e MINORENNE protetta invasa analmente solo per della prevenzione!!!
    VA BENE! E cosa proponi allora?!
    Ci fu un lungo momento di silenzio a quel punto, la situazione era disperata ma proprio nel momento più buio la scintilla del genio appare più brillante che mai, e quando i gemelli si voltarono verso il letto di Veronica furono attraversati dallo stesso pensiero. Bastò uno sguardo, poi si fiondarono tra le coperte, nascondendosi del tutto tra le lenzuola eccezione fatta per i loro membri: dalle lenzuola sporgevano questi due pali di carne perfettamente in tiro e ancora piuttosto umidi, pronti per essere usati come dei normalissimi vibratori. Era un travestimento perfetto!
    GENIALE!
    NON PUO' PRENDERSELA CON DEGLI OGGETTI INANIMATI!
    Ora non restava che lasciare che Domino entrasse per non destare ulteriori sospetti e magari nel vedere quelle scultoree meraviglie anche lei avrebbe seppellito l'ascia di guerra (o lo spadone a due mani di guerra, che dir si voglia) unendosi alla festa. Un piano privo di difetti.
     
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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Il tono di Domino si rivelò piuttosto dolce e accondiscendente, si sentiva che sorrideva mentre parlava, era tutta un'altra persona quando parlava con Veronica e faceva di tutto per non farla preoccupare.
    Non preoccuparti per me, ho la pelle dura lo sai.
    Veronica però non era affatto rilassata, e mentre teneva le mani tra i capelli per la disperazione, alla folle ricerca di un modo per uscire da quella situazione, spostò lo sguardo sui gemelli che non erano affatto più tranquilli di lei e anzi sfoggiavano ancora quelle erezioni come se fosse il momento.
    Ehehehehe... si... s-si tu sei proprio... DURA!
    Stavano perdendo il controllo, se Domino entrava era la fine, i gemelli sarebbero stati decapitati sul posto e lei confinata per sempre nelle sue stanze con il divieto assoluto di uscire anche solo per prendere una boccata d'aria. Una catastrofe! Potevano solo sperare che Domino si accontentasse di sentire la sua voce, ma così non fu.
    Hey, ti dispiace se entro un pò? Quest'ultima invasione mi ha fatta preoccupare un pò e...
    NO! N-no... cioè non adesso! Ti prego Domino non entrare adesso!
    Le mani di Veronica stavano tirando la morbidissima pelle del suo viso, dovette gridare in maniera acuta per bloccare il discorso di Domino e costringerla a rimanere dall'altra parte, cosa che ovviamente non passò inosservata alla spadaccina. Veronica percepì immediatamente il sospetto crescere nella mente della sua interlocutrice e sperò con tutto il cuore che i gemelli avessero un piano per tirarsi fuori da quella situazione. Appena si voltò verso di loro per vedere cosa stavano facendo col suo letto, rimase semplicemente esterrefatta. Tutta la loro genialità di amanti era morta assieme al loro coraggio, trasformandosi in una barzelletta che forse in un contesto diverso l'avrebbe fatta sorridere, ma che a quel punto la fece solo infuriare. Difficile vedere le faccia di Veronica rossa di rabbia, in realtà non riusciva a risultare minacciosa neanche quando si impegnava, era carinissima con quelle guance gonfie e gli occhi crucciati che somigliavano a quelli di un cucciolo che prova ad abbaiare più forte. Questo, ovviamente, non rendeva la sua furia meno valida.
    Ma che fate?! Volete morire???!
    Ringhiò a denti stretti, tirandoli giù dal letto con tutte le lenzuola. Doveva pensare in fretta perché Domino era oramai ad un passo dal farsi avanti.
    E' successo qualcosa? Veronica... sai che puoi dirmi tutto vero? Noi siamo amiche...
    Veronica adorava i momenti in cui Domino si riferiva a lei come una confidente piuttosto che come una semplice guardia del corpo, ma quello non era assolutamente il momento!
    Ma no! No... è solo che... ho... ho dei panni sporchi che sono... veramente sporchi quindi...!
    A quel punto, il lampo di genio: si voltò verso una grossa botolo ad un lato della stanza, che si affacciava verso un tubo metallico associato ad una sorta di aspirapolvere. Era il tubo per i panni sporchi che dava direttamente sulla lavanderia, abbastanza grande per permettere ad una persona di passarci senza problemi! inoltre non c'era nessuno in lavanderia a quell'ora, quindi potevano scappare da lì senza lasciare traccia! Veronica non ci pensò due volte e dopo aver infagottato i due gemelli dentro le lenzuola come degli involtini, li spinse dentro la botola nella speranza che non creassero problemi, lanciando loro le tipiche occhiate che lasciavano intendere quanto quel discorso non fosse concluso, ma per ora dovevano fermarsi. Quando fu sicura di averli fatti sparire, saltò dentro la prima camicia da notte che trovò e andò ad aprire la porta a Domino, sfoggiando il sorriso più grande e finto della storia di tutto il papato vaticano. Forse non era la degna conclusione di un momento magico e perverso come quello, ma purtroppo i gemelli non avevano sedotto un bersaglio facile da controllare.
     
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