Un passo alla volta

Per Chibi ♪ (Kira)

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    Dietro di te OwO

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    Vedendo la mano tremante e incerta di Adam, come se volesse toccarla ma non avesse il coraggio, leggendo nei suoi occhi la preoccupazione e il più sincero dispiacere, per poi vedere infine quel meraviglioso, affettuoso e rassicurante sorriso stamparglisi in viso solo per consolarla, Lucia non poté più provare timore. No. Lui era Adam... anche con quella carapace addosso, anche sotto forma di immenso mostro, di insettoide gigante, o in qualsivoglia diavoleria potesse trasfromarsi sotto l'influenza del suo potere... e lei era stata una sciocca ad averne paura. Il suo viso rigato dalle lacrime non poté fare a meno di aprirsi in un sorriso timido ma sincero, trasformato subito in incerto quando lui, per colpa anche della reazione della madre, si fece indietro. Lucia aveva sollevato la mano a cercare la sua, ma questa rimase purtroppo sospesa nel tentativo di carezzargli il dorso della sua per poterlo stringere in un gesto consolatorio, probabilmente ignorato a causa dello sgomento del poverino. Lucia si sentì malissimo ed era già pronta a scattare per ricorrerlo, mentre Hazel stessa ebbe le proprie reazioni...
    La donna aggrottò le sopracciglia per quella reazione priva di qualsivoglia aggressività, ricordando solo in quel momento che sotto a quell'adone tutto muscoli non c'era altro che un tenerone che ella stessa aveva reputato noioso a prima vista, ma anche estremamente interessante quando lo aveva udito balbettare dopo aver scoperto che razza di mostro del sesso fosse in realtà. Il cuore le balzò nuovamente nel petto nel vederlo mentre si allontanava, e le venne da irritarsi per simili reazioni. Ma il suo primo istinto non fu quello di gridargli con arroganza "sì bravo vattene, fai bene ad aver paura!", come invece avrebbe fatto una qualsiasi altra occasione, bensì mettersi a ridere nel suo modo sguaiato e roco al contempo, degno di un lamento spinto piuttosto che una mera risata.
    Oh dai, non essere così eccessivo! Per chi ci hai prese? Dimenticavo che sotto tutti quei muscoli c'è un noioso cuoricino sentimentale che batte per noi... La mia è stata una reazione dettata dalla confusione del risveglio, non temere.
    Se si fosse voltato a guardarla, anche solo di sbieco, Adam avrebbe potuto osservare Hazel che tornava alla normalità: non più la donna impaurita e reduce da un'esperienza troppo estrema per lei, bensì il demone impavido e "intoccabile" convinto di poter fare del mondo un singolo e grosso boccone. Ghignava, mentre con l'indice gli fece cenno di avvicinarsi.
    Sinceramente ho sempre preferito i fatti alle patetiche scuse... quindi perché non torni qui e mi fai vedere meglio quanto sei dispiaciuto?
    Lucia osservò sua madre mentre parlava, arrossendo poco dopo e voltandosi per evitare di ricordare il momento in cui aveva ricevuto il suo enorme "" clitoride"" maledetto dentro di sé, o ancor peggio quando il suo... Il suo -coso- sesso, aveva violato quelle carni accoglienti procurandole un enorme piacere. Era successo solo una volta con Gabriel e Thresh che utilizzasse la sua intimità in modo attivo, e ancora non riusciva ad accettare che avesse potuto piacerle tanto nonostante l'odio che provava per quella parte sbagliata, del suo corpicino. Non si sentiva tuttavia in colpa verso sua madre, sapeva di che tempra fosse fatta e dunque immaginava di non averle procurato troppi disagi, lo dimostrava la sua attuale reazione. Piuttosto si sentiva in colpa verso Adam, per aver avuto incertezza nel rivolgersi a lui nonostante di fatto fosse stata colpa sua e del suo potere, se tutti e tre si erano spinti così in basso... Esplorando le più recondite perversioni. Per questo l'uomo non avrebbe avuto di fatto tempo per voltarsi verso Hazel, non del tutto perlomeno, figurarsi andare verso di lei o fuggire. Vedendolo andare via infatti, Lucia mise completamente da parte le proprie paure; scese dal letto con quel suo corpicino minuto, saltando giù con la leggiadria di una fatina, in punta di piedi, iniziando poi a correre delicatamente verso di lui e concedersi un reale e spassionato gesto di comprensione, qualcosa che non si era mai sentita libera di fare in altri contesti: un abbraccio, avvolgendo le sue braccia alla schiena di Adam, in basso data la sua statura, intrecciando le dita davanti al suo corpo e poggiando la guancia sopra di lui, nascondendosi quasi nella sua schiena.
    N-non è colpa vostra! Ora che non erano più in preda al desiderio (quasi, poiché entrambe avevano invero le intimità ancora umide e pregne di Eromanzia) le venne da riutilizzare il Voi, ma rendendosene conto si morse forte il labbro incerta, per poi nascondersi maggiormente abbassando il viso e sforzandosi di modificare quella brutta abitudine che Hazel stessa considerava troppo servile. Aveva avuto paura di Adam e di quel suo nuovo aspetto, poteva ammetterlo, eppure non trovava quell'aspetto mostruoso spaventoso adesso, anzi... era persino bello. Ciò che davvero l'aveva terrorizzata non c'entrava assolutamente con l'uomo gentile e bellissimo che l'era davanti... ma lui non poteva saperlo.
    Non è colpa tua, Adam. È stata l'Eromanzia... I-il mio potere... non lo controllo ancora. Perdonami...
    Io... Io non ti biasimo. Siamo... Siamo stati corrotti. T-tutti noi. Non è colpa tua.

    La voce di Lucia era ancora leggermente tremante per il pianto, per questo le sue parole suonarono ancora più commoventi e sincere, melense addirittura, tanto da strappare ad Hazel uno sbuffo, accompagnato dai conseguenti occhi al cielo. Quello che disse, tuttavia, stranamente non diede torto a sua figlia.
    Ben detto, figlia mia! E se proprio serve qualcuno che dica la verità, a ben pensarci ci siamo anche divertiti... forse dovremmo ripetere l'esperienza con più calma, che ne dici piccola mia?
    All'iniziò sembrò seria, sorridente con quei suoi canini affilatissimi e le corna minacciose "in erezione", ma quando Lucia le lanciò un'occhiata spaventata, guardandola come se fosse pazza mentre ancora stringeva Adam da dietro, con ancora maggior forza quasi volesse proteggersi e proteggerlo da lei... il suo divertimento fu così grande che esplose in una sonora risata, una risata di quelle da donnone guerriero privo di troppa femminilità (quale in effetti era): con le mani sui fianchi, il volta alzato verso e cielo e quei "Ahahah.AH!" ripetuti con sommo e cavernoso gaudio.
    AHAHAHAH! Come sei credulona! Stavo solo scherzando... almeno sul fatto di ripetere. Non troppo presto, perlomeno...
    Le ultime parole furono quasi sussurrate, pronunciate piano in una minaccia piuttosto marcata. Lucia le riservò uno sguardo ammonitore, ma la demone non si fece impressionare. Anzi, scendendo dal letto con un salto ben meno leggiadro della figlia, con tanto di successivo tonfo dato dalla sua stazza che piombava sul pavimento, si fece avanti a propria volta rinchiudendo entrambi in un abbraccio per nulla, nel suo caso, consolatore o dolce: Lucia fu premuta forzatamente contro la schiena di Adam, la guancia completamente spremuta sulla sua pelle resa ruvida in alcuni punti dalla carapace, mentre dall'altra parte le tette enormi di Hazel le premevano sulla testa facendola sentire ancora più piccola e inerme. L'ex strega non si fece problemi ad afferrare Adam dal petto e stritolarlo come avrebbe fatto con il più tosto degli orsi, fin quasi a sollevare sia lui che Lucia dal pavimento per la foga che si mise. Entrambi avrebbero potuto comunque sentirsi quasi messi al sicuro dalla morbidezza del suo petto, ben premuto contro la testa di Lucia tanto quanto contro i muscoli definiti di Adam.
    Ti sei accorto almeno cosa siamo, Adam? Capisco che la carapace di Lucia sia ben nascosta e che sembri parte del suo potere, capisco che non le abbia guardato la colonna vertebrale né ti sia fatto domande sulle sue orecchie a punta, o il suo antiquato modo di parlare, o tutti i discorsi che la fanno sembrare invero secolare... Ma io ho delle corna, dei denti affilati con cui strapparti la carne e degli artigli da far invidia a una belva feroce... entrambe sprizziamo energia magica da ogni poro... Insomma, ci vuole così tanto a capire che non siamo due tipini delicati?! Si riferiva alla carapace ossea frammentate tipica dei Dioscuri, che in Lucia era posta per l'appunto sulla colonna vertebrale sotto forma di quelli che apparentemente sembrava petali dorati. Ora Hazel faceva la gradassa, l'impavida certo, eppure era stata lei stessa a tremare appena mentre brandiva un tacco a spillo contro di lui. Cosa era cambiato? Beh, semplice, si sentiva molto più sicura davanti a un Adam manipolabile che a un mostro incontenibile dalla forza superiore alla loro. Un mostro senza freni faceva paura, ma una bestia del sesso da poter controllare e su cui premere psicologicamente... era la preda più ambita che le capitasse da secoli. E lei la voleva. La voleva per sé.
    Levati quel broncio dalla faccia e voltati a guardarmi per bene! Davvero pensi che sia così debole? Mi hai offesa. E questo affronto dovrà essere punito...
    Adam era in uno status emotivo provato, quindi probabilmente non si sarebbe neppure accorto di poter contrastare perfettamente la forza di Hazel nonostante la impiegò tutta per spingerlo a voltarsi dopo averlo lasciato, strattonandolo e quasi spingendolo leggermente all'indietro con un dito indice che gli avrebbe puntato dritto al centro del petto quando si fosse girato a guardarla. Non importava che fosse ancora corrotto, ben più massiccio dei suoi due metri di fisico prorompente, o che l'avesse di fatto fatta gridare e latrare come una cagna in calore. Lei era Hazel Moore! Ex strega di Umbra, Demone sfuggito all'Inferno, guerriera stratega che aveva addirittura beffato uno dei demoni più potenti di Dite, e lui... lui era solo il giocattolo verso cui il suo cuore - no, a cui LEI aveva deciso di concedere le proprie attenzioni.
    Dovresti ritenerti fortunato... ai miei tempi d'oro ti avrei trasformato in un rospo e mangiato sotto forma di un delizioso stufato cotto per ore, solamente per aver disubbidito a un mio ordine... Ti è piaciuto torturare i nostri culi, non è vero? Preparati...perché tra poco sarà il mio turno di giocare.
    Lucia, che era stata liberata da quella morsa morbida e dura al contempo e che era stata spostata al lato di Hazel, assistette alla scena di sua madre furiosa inizialmente senza parole, poi via via più sorpresa, infine assolutamente contrariata, sebbene non riuscisse proprio a richiudere la bocca aperta. Un brivido le attraversò la schiena facendole venire la pelle d'oca come un gattino a cui si rizzasse il pelo, tanto che sussultò appena, nell'immaginare cosa avrebbe fatto a quel diavolo di una donna al povero Adam. No! Lei non glielo avrebbe permesso! Con la maledizione aveva acquisito ella la principale fonte dei poteri della donna, e non avrebbe permesso che ella prendesse il sopravvento su lei o il suo amico! Per questo si fece avanti con il mento alto, il petto in fuori e treccia e seni ballonzolanti, apparentemente determinata e sicura di sé mentre i suoi pugnetti chiusi tremolavano lungo i suoi fianchi all'estremità delle braccine tese.
    Tu non oserai fare un bel niente, Madre! Ti p-proibisco categoricamente di fargli alcun male!
    Adam le avrebbe potute vedere per un istante davvero contrariate l'un l'altra, Lucia determinata, mento sempre alzato, con il petto minuto in fuori che si scontrava con quello ben più generoso della madre, mentre questa si abbassava cercando di spingerla con la mera forza di quelle soffici quanto abnormi colline. Entrambe tenevano le mani sui fianchi e le braccia piegate, fissandosi negli occhi ben decise a non cedere d'un solo passo... perlomeno Lucia, che cercava di spingere a propria volta per non cadere. Ma qualcosa non quadrava... perché se anche l'espressione di Lucia era determinata e stizzita, il sorriso del demone non fece che allargarsi finché, abbassatasi abbastanza, non toccò il nasino della giovane con il proprio, sussurrandogli inquietanti parole.
    Hai ragione, piccola mia... come ho potuto essere così egoista? Le sollevò il mento mentre si sollevava e dopo averla fissata per tutto il "tragitto" del suo corpo, rimessa dritta si voltò verso Adam e portò Lucia davanti a sé, tenendola per le spalle come se volesse farle un massaggio, rinchiudendo ancora una volta la sua testa sotto i seni mentre il suo ghigno diventava totalmente malefico.
    Non è il mio turno di giocare... è il nostro.
    E così, una confusa Lucia si ritrovò costretta a compiere un passo avanti verso Adam, mentre la madre le teneva le spalle e fissava il suo interlocutore come se fosse un delizioso dolcetto formato gigante. Dopotutto... non era certo lei a dover imparare come si educa un uomo. Adam... era nei guai?

    Edited by .Bakemono - 12/10/2019, 18:36
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Adam stava cercando rifugio oltre la stanza, come se assieme alla porta avesse potuto chiudere lì dentro i suoi tormentosi sensi di colpa. Ovviamente non sarebbe servito a nulla ma, almeno, lo avrebbe aiutato a fuggire dallo sguardo certamente carico di condanna delle due donne: anche se si era voltato, infatti, per non dover più osservare il volto teso di Hazel o quello triste di Lucia, sentiva i loro occhi posati sulla sua schiena e non poteva reggere il peso del loro giudizio, il peso della loro delusione. Piegò persino il busto in avanti, quasi a ingobbirsi, come se ne risultasse schiacciato e ormai agognava soltanto quel breve, sporco sollievo che il fuggire dove quegli occhi non avrebbero più potuto seguirlo gli avrebbe dato.
    Era arrivato a metà del tragitto che lo separava dalla porta che, improvvisamente, un risata allegra, forse persino un po' beffarda lo colpì: era la risata tonante, tutt'altro che femminile o elegante di Hazel e lui si voltò di sbieco, col collo e in parte torcendo il busto, osservandola stupefatto. La donna tesa, aggressiva di prima era scomparsa, adesso ve ne era una divertita e assolutamente a suo agio che non esitò a prenderlo un po' in giro mentre gli dimostrava che quanto avevano condiviso non solo non l'aveva destabilizzata o ferita in alcun modo ma, soprattutto, non risultava neanche un problema. Fu una fortuna che il suo volto fosse ricoperto da carapace nero anziché dalla sua consueta, pallidissima pelle poiché in quel momento si sentì bruciare dall'imbarazzo.
    Insomma, che figura ci aveva fatto?! Aveva certamente frainteso le loro reazioni, probabilmente Lucia era così triste e a disagio perché si era appena svegliata da un incubo, mentre Hazel... non era stata svegliata di colpo dall'urlo disperato di sua figlia? Una reazione un po' aggressiva era logica! Avrebbe dovuto comportarsi più razionalmente, calmarle e prestare loro le dovute cure, non lasciarsi trasportare così dalle sue emozioni. L'accusa della demone, poi, di essere (ipse dixit!) un "noioso sentimentale" lo colpirono tutto e, semplicemente, si sentì ardere il viso mentre continuava a guardarla sbalordito, con tutti e tre gli occhi sgranati. Naturalmente si sentì liberare da un pesante fardello e gli venne una gran voglia di sorridere, cosa che non fece per il semplice fatto che il suo animo fosse in pieno tumulto e la demone, assolutamente non paga della confusione che aveva appena provocato, non fece che peggiorarlo rivolgendogli un invito assolutamente malizioso e, a dire il vero, fin troppo esplicito. Certo, c'è da dire che un Adam tranquillo e lucido non solo non si sarebbe scomposto ma, magari sorridendo sornione, le avrebbe risposto come si conveniva e, probabilmente, non meno malizioso di lei ma in quel momento non poté fare altro che fissare quel dito che lo chiamava come se fosse chissà quale appendice aliena per poi abbassare di colpo lo sguardo, quasi come se ne fosse rimasto scottato.
    B-beh... - iniziò senza grande inventiva né nerbo, vista la sua voce esitante e si bloccò così, perché Lucia lo aveva appena abbracciato da dietro, intrecciando le sue dolci manine tra suoi pettorali e poggiando una gota paffuta, morbidissima, sulla sua schiena. La piccina avrebbe potuto percepire quelle membra forti, muscolose, tendersi appena dalla sorpresa e poi, quasi immediatamente, sciogliersi non solo rilassate ma persino illanguidite dalla tenerezza. Lucia, infatti, esclamò con vocina dolce e affranta che non fosse colpa sua, di come quant'era accaduto tra loro fosse da ascriversi all'influenza del suo potere e dell'eromanzia che non riusciva ancora bene a controllare. Adam fu travolto dal bisogno di abbracciarla e di riempirle il visetto di umidi, dolci baci colmi di tenerezza e gioia ma non ebbe cuore di sciogliere così presto quell'abbraccio tanto inaspettato quanto dolce e, semplicemente, portò la sua grande mano artigliata sulle sue, stringendole in una carezza gentile e piena di trasporto. - E non è neppure colpa tua, Lucia. Io... sono stato bene, se lo stesso vale per te e Hazel, allora non c'è nulla di male in quanto abbiamo condiviso. - Le disse, mentre sentiva la fiamma di ritorno dell'imbarazzo bruciargli le guance per quell'ammissione ma, dannazione, era vero e non voleva che quella meravigliosa piccina si sentisse in colpa per lui. A quel punto si sarebbe certamente voltato per stringerla tra le sue braccia ma sua madre, di nuovo, lo spiazzò completamente: la demone, infatti, ancora in piedi sul letto a troneggiare su di loro, propose di continuare visto quanto si erano divertiti e Adam, di colpo, sentì un brivido caldo corrergli sulla schiena e irradiarsi, come un piacevole invito, nel suo bassoventre. Queste sensazioni, questa reattività del suo corpo lo imbarazzarono non poco, soprattutto quando Hazel scoppiò a ridere palesando l'intenzione di far loro uno scherzo... pur rimanendo nell'ambiguità. Adam cercò qualche frase arguta da dire o semplicemente qualcosa di non troppo stupido da poter condividere ma, con suo somma sorpresa, scoprì di non riuscire a trovare alcunché: la demone lo spiazzava al punto che i suoi pensieri si erano dispersi come uno stormo di uccelli migratori, andati chissà dove. Certo, avrebbe comunque potuto riprendersi in fretta se Hazel, saltata giù senza alcuna eleganza dal letto (Ma non per questo senza risultare tremendamente sensuale, come dimostrarono gli enormi seni che ondeggiarono invitanti davanti allo sguardo incantato di Adam) non li avesse raggiunti e stretti in una vera e propria morsa dalla parvenza di abbraccio. Non che gli dispiacque troppo, in realtà, dato che percepire quei seni giunonici spalmati sulla sua schiena fu assolutamente gradevole e, soprattutto, immaginare Lucia tra di essi andò di nuovo a procurargli quella gradevole vampata di calore nel bassoventre, cosa che lo fece di nuovo e irrimediabilmente imbarazzare: possibile che potesse essere così perverso?! Basta fare dei pensieri sull'incesto! Ma, per quanto potesse ripeterselo, la sua mente era semplicemente attratta da quell'idea e da loro quindi non solo non servì a nulla ma, semplicemente, lo rese ancora più vulnerabile alle "accuse" di Hazel che nel frattempo, oltre a premergli le tette addosso e a strizzarlo come se volesse spezzargli la schiena, aveva iniziato a fargli notare quanto poco spirito di osservazione possedesse. - Io n-non... ma certo che ho compreso la vostra natura non convenzionale! S-solo... - solo cosa? Ma veramente Lucia aveva tutte quelle particolarità?! L'unica immagine che gli compariva in mente della sua schiena era quel culetto pieno e sodo che... insomma, Adam si ritrovò ancora una volta a balbettare imbarazzato perché, dannazione, dovette di nuovo ammettere con se stesso di essere un gran pervertito! E che, suo malgrado, le corna di Hazel le aveva notate pensando che sarebbero state un ottimo appiglio per un pompin- no, meglio non indagare oltre. Fu per via di questo imbarazzo e di questa confusione che, quando la donna sciolse l'abbraccio e lo costrinse a voltarsi, non gli passò nemmeno per la testa l'idea di opporre una qualche forma di resistenza ma, docilmente e con sguardo colpevole, si ritrovò ad indietreggiare ogni qual volta la donna lo pungolava col suo indice nel petto.
    N-no, giuro che non era mia intenzione, non t-ti ho mai considerata debole! - no, debole no, ma una porca da paura sì e tale consapevolezza lo metteva non poco a disagio: insomma, è vero che lei aveva fatto di tutto per rendere incredibilmente perverso il loro primo incontro (Con la complicità non proprio consapevole di Lucia) ma lui aveva smesso di ragionare da quando lei gli aveva stretto la gamba tra le tette e gli aveva ordinato di scoparle... e questo non gli sembrava né giusto né bello, anche se lo aveva voluto lei! Insomma, si sentiva parecchio confuso sulla considerazione etica che doveva avere di sé e ciò dava gioco facile ad Hazel che, a furia di farlo indietreggiare, lo fece incontrare col bordo del letto e, dunque, cadere letteralmente seduto su di esso. Adam, dunque, si ritrovò sovrastato da quella figura giunonica e bellissima, con le tette "coperte" da quel body semitrasparente che, immediatamente, attirarono il suo sguardo e che lui, non senza un grosso sforzo di volontà, riportò sul volto della donna. Appena in tempo per sbalordire e confondersi del tutto con quella sua affermazione: che intendeva col "il suo turno di giocare"?! Aveva forse intenzione di usare quel grosso cazzo reattivo su... di lui?! Adam la guardò sinceramente intimidito, mentre al sua mente vagliava il problema: ma davvero voleva farlo? E lui poteva opporsi? Cioè, certo che doveva opporsi! Soltanto, insomma, come farlo per evitare di offenderla o di recarle un dispiacere o, comunque, non apparire un bruto egoista? Dopotutto era vero che gli era piaciuto tremendamente scopare i loro culi (E non solo, dannazione, non solo!) e non aveva pregiudizi di genere s certe pratiche fatte su di un uomo, solo che... non le voleva fatte su di sé!
    I-io... n-non... - il risultato di tutti questi, frenetici pensieri fu ben misero ma per fortuna ci pensò Lucia a toglierlo d'impiccio: la piccina, infatti, mostrò un coraggio da vera leonessa e lo difese dalle angherie di Hazel! Ovviamente, in un'altra situazione, si sarebbe imbarazzato a richiedere l'aiuto di una piccina così dolce e timida ma, in quel momento, la guardò allo stesso modo di una principessa prigioniera che vede arrivare, a sprone battuto, un cavaliere in armatura scintillante... almeno finché non vide quei seni ballonzolanti, piccoli ma semplicemente perfetti e, allora, ogni ammirazione si spense e rimase soltanto uno sguardo estatico. Che divenne incantato durante la "lotta" tra le due, in cui sembrava che le due donne stessero lottando con lo sguardo... e i rispettivi seni! Tra l'altro, quando Hazel premette il naso contro quello della sua figlia, Adam trattenne il respiro aspettandosi un bacio che, per sua sfortuna, non arrivò ma il solo immaginarlo fu abbastanza per dargli una fitta di eccitazione nel bassoventre, dove qualcosa iniziava a svegliarsi benché tutto apparisse perfettamente liscio.
    Alla fine, quello scontro che aveva acceso la fantasia (E non solo) della povera tiranide, si risolse con un'Hazel che ammetteva la sua sconfitta... o no? In un attimo,infatti, si sarebbe ritrovato Lucia davanti lo sguardo, con Hazel dietro di lei che la teneva per le spalle e lo guardava semplicemente... bramosa. Comprese le intenzioni della donna quando disse che quello era il loro turno di giocare, lasciando a intendere che non aveva ancora abbandonato l'idea di educare Lucia al... controllo di un uomo, dunque.
    Nello scoprire ciò (E, finalmente, nell'archiviare la spinosa questione del "Hazel vuole essere la parte attiva con me") l'orgoglio di Adam ebbe un guizzo e la confusione si dissipò in fermo proposito: fargliela vedere a quella demone prepotente. Sorrise, dunque, dolce nei confronti di Lucia e, delicatamente, allungò le braccia per cingerle la schiena e attrarla a sé, sottraendola alla presa di sua madre. - E' sempre stato il turno di Lucia: lei mi può ordinare tutto quello che vuole, per me non vi è piacere più grande che esaudire una sua richiesta. - affermò lanciando uno sguardo eloquente ad Hazel, mentre dolcemente stringeva a sé la piccina, sul suo petto muscoloso e, non riuscendo più a resistere alla tentazione, iniziò a posare qualche dolce, tenero bacio sulle sue gote vellutate e morbidissime. - Invece non vedo proprio in che modo, una prepotente come te, possa indurmi a sottostare ai suoi capricci... - concluse, lanciando un nuovo, intenso sguardo di sfida alla donna: può anche averlo prese in contropiede e fatto balbettare, ma le avrebbe dimostrato che non era la vittoria facile che si aspettava! O, almeno, ci avrebbe provato.
     
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    Lucia sussultò quasi all'abbraccio inaspettato di Adam, ma non per questo oppose resistenza nel rifugiarsi tra le braccia virili e sexy dell'uomo, anzi, si crogiolò per diversi istanti in quella sensazione, poi ricambiò la stretta iniziando a carezzargli le braccia. I baci poi... resero il suo viso rosso e caldo, mentre ella si irrigidiva per la sorpresa. Era semplicemente... meraviglioso. Un tipo di effusione che non istigava nulla se non la più assoluta e sincera tenerezza, qualcosa che nessuno le aveva mai concesso e che la fece sciogliere tra le braccia del giovane come un cucciolo indifeso. Quella vista, di Lucia per l'ennesima volta così inerme, abbandonata, completamente in pasto a qualcuno con la fiducia di uno stolto che si getta all'indietro al cenno del mentalista, la fece infuriare come non mai. Non era più nemmeno questione di volersi vendicare ella stessa a quel punto, no! Il fatto era che Lucia, la stessa che aveva convinto a uscire dalla scuola dopo INFINITI tentativi, la stessa che aveva dovuto tormentare per UN'OCCASIONE, di insegnarle davvero come comportarsi, puntualmente si abbandonava agli stessi errori. E non gliene fregava nulla se Adam fosse assolutamente delizioso, un bocconcino prelibato che ella stessa avrebbe tanto voluto mangiare da capo a piedi, così dolce da far venire il diabete... no! Perché Hazel era una donna cosciente di sé che sapeva bene come gestire i propri desideri e farli avverare, sua figlia invece... beh, dannata lei, sua figlia era... "così", ecco tutto. Semplicemente, la demone esplose.
    Lucia... Vuoi o non vuoi diventare più forte?! Vuoi o non vuoi smettere di essere maltrattata da ogni singolo essere vivente su questa bettola di pianeta?! Io sono stanca... Stanca! Finora hai dimostrato solo di saper rimettere a posto tua madre, mancandole di rispetto per giunta! Pensi sia questo il modo di fare?! No. Quando desideri qualcosa la devi ottenere. Quando desideri FARE qualcosa, la devi fare! Non devi esitare continuamente, elemosinare la gentilezza del prossimo senza pensare che il mondo è fatto di persone che se ne sbattono di te e dei tuoi desideri. Sei innamorata di un bruto che potrebbe far di te ciò che vuole se solo lo volesse, e tu glielo lasceresti fare perché? Perché lo ami?! Pensi davvero ti riserberebbe lo stesso riguardo ? Illusa. Sei solo un'illusa...
    Senza saperlo la demone colpì dritta al cuore con quelle parole, perché Lucia aveva ancora un immenso terrore per via di quell'incubo terribile, un terrore momentaneamente soffocato dalle "coccole" di Adam certo, ma non per questo del tutto sparito.
    Ma immagina invece se... Immagina se fossi in grado di sedurre un uomo... Di farlo davvero tuo, non di attrarlo perché la sua cupidigia si sfoghi su di te! Essere in grado di diventare oggetto di stima, non soltanto di desiderio egoista! Non puoi prendere come esempio uno sciocco cuore buono come quello che ti sta riempendo di baci in questo momento... Senza offesa, Adam. Si voltò verso di lui con un cenno del capo e un'espressione ""pentita"" prima di proseguire. Perché non fa parte del nostro mondo! La nostra realtà è violenza, è legge del più forte! E sopravvive solo chi è furbo, chi ha più mezzi, più buoi al proprio carro -per dirla come l'avremmo detta noi ai nostri tempi- come quella zombie che tu ammiri, invidi e odi tanto al contempo; come il TUO zombie, colui che adesso: dove pensi che sia? Disperso chissà dove a fare i propri comodi dopo settimane, mesi forse, in cui ti ignora! Pensi forse che ti aiuterebbe se fossi in pericolo?! Pensi forse che piomberebbe qui, proprio adesso, se io, o Adam, tentassimo di ucciderti? Di farti del male? Per rendere ancora più crude e dirette quelle parole, afferrò la giovane per il collo sottile e lo strinse, forte... molto forte, fin quasi a sollevarla di qualche centimetro da terra, con il corpo di Adam a sorreggerla come un muro, prima di lasciarla andare. La sua espressione si fece pregna di disprezzo e sdegno, mentre la lasciava. Sembrava quasi volesse sputare sul terreno. No... non lo farebbe. E chi ti difenderebbe allora, se non te stessa? Tu dipendi dal volere altrui in ogni sua più piccole ed egoistica sfumatura! Lo hai sempre fatto, per quei rari ma innumerevoli sprazzi della tua vita che ho potuto seguire dall'Inferno. Sono stanca di vederlo ripetersi... Di nuovo, si rivolse ad Adam, tornando a puntargli il dito contro, ma senza toccarlo. Lo aveva già portato a sbattere dove voleva. Seduto, sotto di lei, su un grande letto agghindato. E se tu, giovanotto, che ci hai così amabilmente scopato, ti fosse davvero affezionato a Lucia, allora mi aiuteresti ad aiutarla a essere migliore, senza tutte queste storie! Siamo qui per una lezione di vita, non per divertirci e scopare come puttane, per quanto piacevole possa essere la cosa! Non solo per questo perlomeno...
    Quando Hazel finì di parlare, ansimava leggermente e il suo sorriso affilato si era incrinato per tutto il discorso, tornando solo -stentato- all'ultima considerazione sussurrata. Lucia aveva gli occhi sgranati e la bocca aperta come un pesce palla appena strizzato, mentre la fissava. Era incredula che il demone avesse speso così tante parole per lei... Incredula soprattutto che suonassero così stranamente... Ragionevoli. Giuste. Molte, infinite volte, lei stessa le aveva pensate, ma sentirle da qualcun'altro... Dal sangue del suo sangue addirittura, un demone rozzo che aveva sempre considerato menefreghista nei propri confronti... Fu come ricevere una secchiata di acqua gelata nel bel mezzo di un sogno, un brutto sogno, dal momento che in qualche modo, quelle parole le toccarono il cuore, non solo in senso negativo. Sua madre aveva messo da parte i propri impulsi, le proprie voglie... per lei!
    Hazel si rese conto che tornare all'atmosfera sensuale dopo quella frase sarebbe potuto essere difficile, e che nella sua furia aveva finito per rovinare il momento, mettendo da parte persino la propria sete di vendetta; lo capì osservando l'espressione di sua figlia, così schifosamente sorpresa... e affettuosa. Sbuffò tra sé, distogliendo momentaneamente lo sguardo mentre velocemente pensava, mascherando la cosa come se volesse semplicemente riprendere fiato. Come rimediare a un errore simile? Difficilmente sbroccava in quel modo e il fato aveva voluto che capitasse proprio nel momento meno opportuno! Ma in fondo... come biasimarla? Sua figlia non riusciva proprio a farsi entrare in quella piccola e graziosa testolina bacata le basi per essere una DONNA con gli attributi al punto giusto e un po' di amor proprio! Se ne stava lì, a lasciarsi sbaciucchiare, crogiolandosi nella dolcezza che le veniva offerta in quei fugaci momenti, senza pensare minimamente al futuro e a cosa bisognasse fare per cambiarlo a loro favore... E no, si rifiutava categoricamente di analizzare quell'altra sensazione, quella punta di... di... di cosa? Invidia, forse? Che per un momento l'aveva colta mentre osservava le labbra di Adam passare delicate sulla guancia di Lucia e lei fare le fusa come una gattina, strusciandosi e porgendogli maggiori porzioni della pelle bruna, come se volesse che quella lingua si spingesse anche in fondo, sul collo. LEI, gelosa?! Di un uma... in effetti non poteva più definirlo così, decisamente. Ma come definirlo allora? Un preda succulenta. Argh, disprezzava i propri stessi pensieri ma... sì, Adam era davvero una delizia. Non le importava quasi che l'avesse vista nelle sue più imbarazzanti condizioni... eppure quando quello stesso pensiero le attraversò la mente, la coda le si drizzò insieme ad ogni singolo morbido pelo che la ricoprisse, similmente a un gatto irrequieto e pronto a soffiarti contro. Lei non era il tipo che "soffiava" per avvertimento però... meglio agire senza che il nemico lo sappia, e fu esattamente ciò che fece, repentina, nel tentativo di interrompere qualsivoglia commento o protesta potesse nascere dal suo impreparato discorso. Dovendo rimediare al proprio errore e avendo rammentato perché esigesse "vendetta", si lanciò letteralmente su Adam, saltandogli addosso così tanto da farlo cadere di schiena sul letto, sorpresa di vedere sua figlia che invece, repentinamente, scattò via dalla propria, dolce posizione, per potersi mantenere più pronta e operativa. Poco prima che le sue labbra si schiantassero su quelle di Adam -perché sì, era esattamente quello il suo intento- e che le sue braccia muscolose lo stritolassero in un abbraccio che avrebbe ancora una volta spremuto le sue enormi tette contro di lui, Hazel non poté trattenere un sorrisetto con conseguente, brevissimo risolino: qualcosa a Lucia era arrivato, e questo era già un grosso traguardo. Ogni sorta di pensiero tuttavia si spense presto nel cervello della demone, almeno momentaneamente, quando infilò tutta la sua lunga, appuntita lingua perversa nella bocca di Adam e la avvolse intorno a quella del poverino per poi farsi spazio lentamente dentro il suo esofago, quasi volesse toglierli il fiato, mugolando al contempo mentre assaggiava di nuovo il suo perverso sapore. Non era intenzionata a rendergli facile la fuga o di ribellarsi, perché non solo aveva sottratto forzatamente le sue attenzioni da Lucia, ma aveva anche ben intenzione di fargli scordare quel suo discorso lungo e fin troppo melodrammatico, e quale metodo migliore per farlo se non soffocare qualsiasi suo pensiero od opinione con un organo così lungo e sensibile ben infilato nella sua gola? Sembrava un buon piano, all'inizio, ma quando i suoi capezzoli iniziarono a eccitarsi e lei sentì la propria intimità pulsare leggermente, si accorse che forse quello non era il miglior metodo per dare spazio a sua figlia... che era colei che invero doveva imparare qualcosa. Quindi, le lanciò un'occhiata di sbieco, e sorrise contro quella bocca virile di cui si stava impossessando con sempre più enfasi, sorridendo lentamente e maliziosamente e comunicando telepaticamente a una Lucia che li fissava confusa poche semplici, ma incisive parole: E ora prova a riprenderti ciò che vuoi, se ci riesci... ragazzina!
    Lucia arrossì, un po' come aveva arrossito sentendo quei caldi baci percorrerle le gote, un gesto di tenerezza che mai nessuno le aveva riservato. Si toccò proprio la guancia incriminata, delicatamente, sfiorandola appena con i polpastrelli come se non volesse rischiare di levare neanche un minimo della saliva e dell'essenza che Adam le aveva lasciato addosso. Chiuse gli occhi, sospirando. Un conto era agire in preda all'Eromanzia, senza preoccuparsi di sadismo, sensi di colpa o emozioni che non fossero il desiderio... un conto era invece imporsi su qualcuno quando era vigile, perfettamente razionale... e le "vittime" che si pretendeva che ella assoggettasse al proprio volere erano rispettivamente sua madre, forse unica persona a cui davvero importasse di lei, e Adam... probabilmente seconda persona che poteva aspirare ad affezionarsi senza egoistici fini di sorta, proprio come aveva detto Hazel. Respirò lentamente un paio di volte, poi riaprì gli occhi e vide sua madre, ripensò alle sue parole, si fissò un attimo sulle loro lingue intrecciate e tutti quei filamenti di saliva che la demone si divertiva a mostrarle quando usciva dalla bocca di Adam giusto per succhiargli e torturargli quell'organo sensibile, ricordandole per altro quando era stato intorno alle sua, di lingua, alle sue, di carni.
    Ho capito, madre... Se è la battaglia che vuoi, allora l'avrai!
    Dovette sforzarsi già solamente per evitare il "Voi" con Hazel stessa, ma se è vero che le azioni contano più delle parole allora i due sarebbero rimasti stupiti, la demone in particolare: con un gesto della mano, Lucia aprì un cerchiò magico nel terreno di una piccola, bellissima pianta d'appartamento che si trovava nell'angolo della stanza, a pochi metri dal letto. Ben presto il vaso di quest'ultima esplose, mentre le radici crescevano e una pianta ben diversa, si estendeva fino al soffitto, racchiudendo una creatura dalle fattezze umanoidi che allungò i suoi tentacoli verso i due amanti. La figura era simile a una ragazzina umana molto formosa, con il petto prosperoso e due codette sui capelli formate perlopiù da foglie molto spesse, simili a quelle di una pianta grassa. Dai petali dell'enorme fiore da cui usciva la """ragazza""" facevano capolino quelli che sembravano tantissimi tentacoli rosa, carnosi, che si muovevano l'uno sull'altro come vermi in tumulto. Al cenno del palmo di Lucia, che si spostò dalla pianta ad Hazel in un gesto veloce, le protuberanze di carne si allungarono repentine verso le caviglie della donna, avvolgendosi intorno ad esse e strattonandola con il preciso intento di staccarla da Adam e sbatterla con non troppa forza proprio contro la figura, che una volta colpita dalla schiena di una Hazel particolarmente sbalordita, chiuse le sue braccia intorno al suo prosperoso petto, strizzandolo in una morsa bella da vedere quanto soffocante da subire. Una volta imprigionata, la demone cercò solo inizialmente di strattonare le proprie "catene", poi sorrise, sinceramente colpita, nascondendo fin troppo bene la propria irritazione. Lucia si fece avanti anche con Adam, la pianta allungò infatti 4 tentacoli più lunghi e verdi stavolta, duri anche, simili a liane, che passarono da sotto il letto, rampicandosi lungo la testiera per poter afferrare i polsi dell'uomo e tirarli, così da fargli allargare le braccia; stessa cosa avvenne per le caviglie, ponendo l'uomo in una posizione a "X" sull'enorme materasso. Una volta posizionato, Lucia era pronta ad avvicinarsi e salire gattoni sul letto, ma venne interrotta da Hazel, che con un movimento del dito le fece apparire in un fulmine di energia rossastra, due stivali dall'aspetto decisamente aggressivo che le arrivavano a mezza coscia, uniti a due autoreggenti nere che riprendevano il bordo trasparente del body. Gli stivali erano lunghi, pieni di lacci e borchie, ma soprattutto dotati di due tacchi a spillo vertiginosi. Quando la giovane si voltò a guardare Hazel confusa, questa fece spallucce.
    Piccoli trucchetti da strega, qualcosina mi è rimasta... Se vuoi fare una cosa, almeno falla bene. Anche perché ti assicuro... che non mi lascerò trattare come preferisci stavolta. A meno che non mi offriate un degno spettacolo...
    In verità nemmeno lei riusciva a liberarsi da quella presa ferrea al primo colpo, ma cercò di non farlo vedere. Era del tutto intenzionata a tirarsi fuori da quella situazione e dare una bella lezione a sua figlia, solo che in quel momento non poteva, lo dimostrava il modo in cui cercava invano di dimenarsi, muovendo le spalle e gonfiando la muscolatura nel tentativo di spezzare quell'abbraccio serrato. Che strazio e disonore finire in trappola due volte di fila in un giorno! Perlomeno però... beh, non c'era qualcosa nel suo culo stavolta.
    Lucia non si fece pregare: voltandosi, salì a gattoni sul letto, raggiungendo Adam a quattro zampe, molto lentamente. Una volta sopra di Adam, a cavalcioni ma senza ancora toccarlo poiché manteneva le ginocchia piegate, mimò con le labbra e un sussurro lievissimo parole di scuse: "Scusami, è solo scena...", iniziando poi ad accarezzargli il petto mentre si posizionava finalmente sopra di lui, sedendosi delicatamente. Uno sbuffo fin troppo sonoro e teatrale si udì alle spalle della ragazzina, e lei stessa alzò gli occhi al cielo, in modo lieve certo, ma se persino una come lei arrivava a perdere la pazienza ed esternarlo, allora potevano arrivarci davvero tutti...
    Dovresti iniziare provocandolo un po'! Devi fargli bramare il momento in cui lo toccherai; non puoi farlo subito come ti pare e piace, sciocchina. Siamo qui anche per imparare come sedurre qualcuno, no?
    Lucia sospirò, e Adam avrebbe potuto vedere le sue labbra schiuse inumidirsi per quanta voglia ben visibile aveva di baciarlo. Strinse i pugni tuttavia, sollevandosi nuovamente e allontanandosi da lui, mettendosi in piedi su quei tacchi vertiginosi che quasi minacciavano di bucare il materasso. Si sentì uno schiocco di dita, poi il materasso era diventato improvvisamente duro intorno ad Adam, più simile a un altare che a un vero e proprio letto ma non per questo del tutto scomodo (sotto di lui il cuscino e la morbidezza erano rimasti, ma seguivano perfettamente il contorno del suo corpo), sebbene il resto della stanza fosse rimasto uguale.
    Non ringraziarmi... non c'è di che.
    A quel punto i passi di Lucia si fecero ben meno incerti, il ticchettio dei tacchi divenne reale, ed ella cammino intorno ad Adam lentamente, scavalcandogli di tanto in tanto gli arti e la testa, fissandolo come se volesse saltargli addosso ma volesse al contempo farsi ammirare: il corpicino di Lucia rinchiuso in quel body semi trasparente era sicuramente uno spettacolo impagabile, strizzava le sue natiche perfette rendendole ancora più sporgenti e invitanti, facendo lo stesso con il suo petto che per quanto minuto risaltava grazie alla conformazione simile a un corpetto d'altri tempi. Persino la pettinatura elegante, in contrasto con il tutto, metteva in risalto i lineamenti della giovane, rendendoli ancora più graziosi. E piano piano, magari anche grazie allo sguardo dello stesso Adam, in quella lenta sfilata seducente Lucia iniziò a divertirsi, a sentirsi bene... abbandonando ogni vergogna di sorta. Certo, era rossa in viso e imbarazzata, ma era anche curiosa quando, fermatasi in piedi tra le gambe di Adam, portò ma punta del suo tacco sul suo pacco, là dove avrebbe dovuto risaltare un'erezione che era stata tenuta celata ai loro occhi per troppo tempo, e che lei moriva dalla voglia di rivedere.
    Sentilo. Concentrati sulle sue reazioni. Senti come e quanto freme per te, per merito tuo. Immagina... immagina quanto ti sentiresti potente se fosse lui, se fosse uno dei bastardi che ti teneva alla propria mercé, se fosse Sol... un qualsiasi altro tuo incubo. Immagina se fosse... Thresh. Il tuo Thresh.
    Lucia tentennò a quelle parole, la punta dello stivale rimase sospesa, a pochi centimetri da lui ma senza toccarlo più, colpita da un improvviso orrore. Fare quello... a Thresh? Forse lui lo avrebbe adorato, in effetti, magari avrebbe persino apprezzato, ma lei non avrebbe mai potuto aspirare a tanto...
    No, ti sbagli. Tu devi immaginare di POTERLO fare, se solo volessi. A prescindere da Adam, Thresh, o quell'altro mostro... Gil, e persino Leben e tutta quella plebaglia disgustosa. TU devi essere sicura di te. Puoi affrontarli... e se non puoi, allora puoi fargli credere che abbiano il controllo. Io voglio vederti un giorno ergerti sopra a tutti. Tutti loro. E se è Adam che vuoi, combatti con me e prendilo. Alla sue spalle, Hazel rise. Se è Thresh che vuoi... conquistalo, e fai che un giorno ti consideri una sua pari, non una delle tante!
    Di nuovo Hazel esagerò, era indubbio, ma almeno stavolta Adam non avrebbe sentito. Lui avrebbe solo potuto vedere l'iniziale esitazione di Lucia, quel suoi piedino tremate, e poi... poi l'incertezza, la presa di coscienza, e i pugnetti stretti, la determinazione... fino a quel sorrisetto malizioso, in forma lieve certo, ma per una volta Lucia guardò qualcuno sorridendo come se ne bramasse la carne, non solo semplicemente il cazzo. E stavolta giurò a se stessa che non avrebbe supplicato per averne, o per averne ancora... non prima di esserselo presa. Adam avrebbe potuto sentire da lì la punta della scarpa che iniziava a massaggiarlo, lì dove esattamente Lucia ricordava ci fossero le sue gonadi, poi più su, dove sperava di poter ammirare la sua asta virile che si faceva avanti. Voleva passarci quella perversa calzatura sopra, voleva sentirlo fremere sotto la pianta del suo piede, come una specie di sogno dove lei era qualcun altro, dove poteva fare ciò che voleva e si sentiva bene con se stessa nel farlo.
    F-fammelo vedere, Adam... Voglio vedere se mi desideri ancora.
    E no, tolta l'incertezza e il tremolio nella voce... non sembrava decisamente una semplice richiesta.

    Edited by .Bakemono - 15/10/2019, 15:00
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Adam non si è mai reputato una persona molto espansiva o particolarmente affettuosa ma, ultimamente, gli incontri con la Papessa, Queenie e adesso Lucia stavano mettendo un po' in crisi l'idea che aveva di se stesso come qualcuno di serio, razionale e poco indulgente verso le sdolcinatezze. Ma come biasimarlo? Lucia, infatti, si abbandonò alle sue coccole come una micetta e, oltre a offrirgli quelle gote paffute semplicemente paradisiache, prese a mostrare espressioni così beate, così felici che il suo cuore non poté non sciogliersi in un mare di malassa già al primo bacio. Davvero, Adam si scoprì ingordo della sensazione che quel corpo sottile, minuto gli dava stretto tra le sue braccia, della morbidezza di quelle guanciotte tutte da baciare o pizzicare, del profumo stesso di quella pelle scura così vellutata e si accorse che avrebbe potuto passare un tempo indefinito tra quelle effusioni, sempre sospese tra tenerezza e desiderio.
    A strapparlo, però, da un tale idillio ci pensò la reazione di Hazel che, come ebbe preventivato, fu decisa e vigorosa... soltanto in un modo del tutto inaspettato: anziché gettarsi su di loro o provocarli sensualmente, infatti, esplose in una vera e propria requisitoria nei confronti di sua figlia, tanto che la tiranide strinse istintivamente un po' più a sé la piccina come a offrirle protezione. Tale stato di preoccupato stupore, però, non durò che pochi attimi e subito, sotto i tono virulenti della donna, gli fu evidente quanto Hazel non facesse che esprimere a suo modo tutta la sua preoccupazione materna nei confronti di Lucia, mostrando quanto il suo futuro la facesse stare in ansia e la tormentasse. Non appena comprese che quello non era lo scoppio d'ira di una donna gelosa ma l'espressione della frustrazione, delle paure di una madre, a suo modo, "amorevole" allentò un pochino l'abbraccio senza scioglierlo, limitandosi a carezzare dolcemente la piccina come a volerle comunicare che era lì e che le sarebbe stato vicino mentre, in questo modo, informava l'altra che non disapprovava il suo intervento. Il quadro che venne disegnato dalle parole della demone, in effetti, fu alquanto sconfortante e Adam comprese bene perché fosse esplosa in quella maniera tanto violenta: l'ambiente, infatti, in cui vivevano doveva essere semplicemente... terribile, popolato da individui crudeli, tirannici addirittura, che dovevano angariare Lucia senza alcun tentennamento e rimorso. Un ambiente in cui lo stesso amato della piccina (Forse proprio quel Faust che aveva urlato risvegliandosi?) sembrava disinteressato a lei o, comunque, non le forniva attivamente la protezione e l'amore di cui aveva bisogno.
    Adam si ritrovò a mordersi le labbra, tendendo appena i muscoli delle braccia nel proseguire di quel rimprovero che, per lui, era anche una finestra sulla storia delle due donne: ovviamente molti passaggi gli risultavano oscuri e, onestamente, non aveva ancora compreso la reale età e razza delle due (Hazel sembrava una demone ma Lucia assolutamente no e ciò lo confondeva non poco) ma tutto questo non importava dinnanzi all'ingiustizia, al dolore che le due giornalmente dovevano affrontare, dovevano subire. Sorrise un po' impacciato e scosse il capo alle scuse di Hazel per averlo definito uno "stupido cuore buono" non solo perché non c'era bisogno di scusarsi ma perché, soprattutto, non si sentiva per nulla tale. Un vero cuore buono avrebbe fermato la demone e si sarebbe erto a loro difensore, a loro eroe e magari le avrebbe strappate a quella vita tanto terribile! Veronica non avrebbe, forse, offerto loro rifugio nel Vaticano? E quel buffo eroe che aveva incontrato a Londra di certo si sarebbe proclamato loro paladino! Lui, invece, che avrebbe fatto? Poco, troppo poco. Perché poteva anche offrire la sua casa, la sua protezione ma intuiva che né Lucia, né Hazel avrebbero accettato: la prima perché era legata dall'amore a quell'esistenza, la seconda per orgoglio e per il comprensibile desiderio di vedere una crescita da parte di Lucia, un suo cambiamento. Come, per l'appunto, stava affermando proprio in quel momento e quindi non voleva offrire loro una mano che le avrebbe turbate od offese... doveva fare diversamente e, soprattutto, non doveva lasciarle sole. Si ripromise, infatti, di non lasciare quell'incontro fortuito un unicum, ma di conoscerle meglio e farle entrare nella sua vita per poterle aiutare quando possibile e, magari, essere presente nel caso la situazione precipitasse e quel Faust o quella zombie, con cui Lucia sembrava avere un rapporto conflittuale, iniziassero a divenire violenti. Ovviamente l'ex homunculus non aveva affatto chiaro quanto la situazione delle due fosse terribile e spaventosa ma aveva intuito abbastanza da promettere a se stesso che non le avrebbe abbandonate e di certo avrebbe stretto ulteriori promesse se Hazel non avesse concluso rivolgendosi a lui e imbarazzandolo un po', sia per quel tono decisamente esplicito che quell'allusione maliziosa che stonava con tutto il discorso precedente.
    Adam, dunque, si riscosse e allentò l'abbraccio più stretto che aveva dato a Lucia nel vedere Hazel stringerle la gola, non tanto perché temesse che le avrebbe fatto male ma, semplicemente, per tranquillizzarla, dopotutto vedeva già nel volto di Hazel uno sdegno profondo, una rabbia intesa che lo addoloravano e non avrebbe sopportato di osservare paura e dolore nel suo visetto; cercò delle parole adatte, qualcosa che non suonasse stonato o indelicato in quel momento d'intimità tra madre e figlia che aveva indebitamente osservato ma, in quei breve attimi, non trovò altro che una dolce, lenta carezza da fare al volto di Lucia, prima che le parole sgorgassero da sé: - Le fragilità sono parte di noi, Lucia... come i nostri desideri, come la nostra forza. Non lasciarti frenare dalle tue insicurezze perché sei molto, molto di più. Sei una delle donne più belle che io abbia mai visto, per esempio. - le sorrise e rinnovò quella lenta, delicata carezza su quella gota morbidissima, per poi rivolgersi ad Hazel un minimo più incerto. - Vi aiuterò, disponete di me come più vi piace e... io non ho mai pensato che-mmhhh! - a che cosa non aveva mai pensato la povera tiranide? Beh, a moltissime cose (Ad esempio, mentre le scopava non aveva pensato proprio a niente) ma intendeva dire che non aveva mai pensato che fossero lì per farsi scopare come puttane, termine che lo aveva alquanto turbato e non voleva che passasse l'idea che le vedesse in quel modo così gretto e meschino... peccato che, prima di poter deliziare la demone con i suoi scrupoli da santarellino, quest'ultima gli finì letteralmente addosso, schiacciandolo dolcemente tra il materasso e quelle tettone meravigliose, la cui semplice pressione fu più che sufficiente per fargli perdere ogni volontà autonoma. Schiuse le labbra, infatti, con la stessa docilità di un cane ammaestrato che dà la zampa e, in un attimo, la strinse a sé con quelle braccia possenti, carezzandole ed esplorandole la schiena con le grandi mani artigliate. Accolse quella lingua lunga, serpentina nella sua gola quasi con gioia e mostrò alla demone una peculiarità di quella forma ibrida che, probabilmente, avrebbe gradito: la sua lingua, infatti, non era per nulla umana come si poteva presumere ma, semplicemente, appariva come la versione un po' più breve e sottile di quella mostruosa, il che significava che non soltanto si avvolse in perverse spirali attorno alla lingua della demone ma, immediatamente, prese a cercare anch'essa la sua gola. Il profumo di Hazel, la morbidezza delle sue forme giunoniche lo stordirono e le carezze che le sue mani dispensavano sulla schiena si fecero frenetiche, impazienti e sempre più spesso le sue mani scivolavano verso il basso, bramando i glutei sodi che esplodevano pochi centimetri più in basso dei lombari in cui si fermavano più pudiche di quanto Adam volesse. O meglio, da una parte avrebbe voluto afferrare quel culo semplicemente magnifico, strizzarlo con forza (E magari schiaffeggiarlo) mentre continuava quel bacio perverso e strusciava il bacino su quello di Hazel, un'altra era consapevole che non poteva assolutamente fare cose simili e che doveva pensare a Lucia, che non si poteva passare da un "fate di me ciò che volete, vi aiuterò a ogni costo" a un "scusami, ma voglio scoparmi tua madre"! E' difficile dire quale delle due parti in lotta avrebbe vinto, sta di certo che Lucia risolse l'impasse in maniera inaspettata: in un attimo, infatti, le labbra di Hazel non erano più sulle sue... così come il suo corpo. Aprì gli occhi che aveva chiuso durante quel bacio tanto piacevole e vide che, non solo la sua pianta d'appartamento, era divenuta semplicemente gigantesca ma che, da essa, fuoriuscì una sorta di driade formosissima che non solo afferrò Hazel con i suoi tentacoli ma che, soprattutto, la strinse a sé abbracciandola dal seno, cosa che regalò ad Adam un'immagine così splendida da assorbire la sua attenzione abbastanza a lungo da non fargli notare, se non quand'era troppo tardi, i tentacoli che lo legarono a letto. Ovviamente non si spaventò ma si ritrovò a guardarsi un po' stupito e impacciato: la montagna russa di emozioni a cui era stato sottoposto gli rendeva un attimo difficile calarsi nello stato d'animo ottimale situazione ma, ovviamente, non si sarebbe mai tirato indietro. Osservò, dunque, curioso Lucia salire gattoni sul letto e fu sorpreso quando Hazel, con un'evidente magia, fece comparire un paio di stivali sui piedini di Lucia, coprendo anche quelle belle cosce sode con due autoreggenti: in effetti la donna si era definita una strega, quindi che sapesse praticare simili sortilegi non era un'eventualità impossibile ma, per quanto lui fosse una creatura magica a tutti gli effetti, era il primo incantesimo che vedeva in vita sua. Ma la sua attenzione sviò presto da quelle aggressive (e belle) calzature al dolce corpicino di Lucia che, gattoni, si avvicinava a lui: osservò totalmente rapito quel seno piccolo ma bello tremolare deliziosamente a ogni suo passo, finché finalmente non fu su di lui e, in un attimo, poté percepire il meraviglioso, perfetto culetto della piccina poggiarsi sui suoi pettorali scolpiti che, sotto la sottile scorza di carapace, si tesero e si gonfiarono eccitati, come a mostrare quanto apprezzassero la dolce pressione del suo peso.
    La piccina si scusò in maniera appena percettibile di tutta quella scena ma Adam le rispose con un sorriso dolce, quasi beato: andava tutto benissimo e la lieve confusione iniziale era evaporata in un attimo, tanto che in quel momento si sentiva assolutamente a suo agio anche se non poteva minimamente muovere. Una prova di ciò fu quando, alle carezze di Lucia sul suo petto, socchiuse gli occhi ed espirò felice, inarcando appena la schiena per permetterle di carezzarlo meglio. Le parole di Hazel, però, ruppero questo idillio e anche se si ritrovò un ridacchiare intenerito e divertito insieme dalla reazione di Lucia, anche lui ne fu dispiaciuto quando la vide alzarsi e tentennare un pochino su quei trampoli instabili a causa del materasso morbido. Era un po' preoccupato ma Hazel mostrò di essere una vera strega e trasformò il materasso in una sorta di... altare sacrificale (Che razza di strega era quella demone?!) che, però, in corrispondenza del suo corpo manteneva la sua consueta morbidezza. Adam ne fu particolarmente sorpreso e avrebbe di certo tributato all'abilità della demone qualche complimento ammirato ma Lucia gli rubò letteralmente la parola... e il respiro. La piccina, infatti, prese a sfilare intorno a lui, facendo ticchettare quei tacchi impossibili e mostrando quel culetto sodo, pieno a ogni asso, facendo sobbalzare deliziosamente quel seno minuto ma delizioso, mente gli occhi rossi dell'uomo s'incollavano alla sua figura e la osservano colmi di desiderio. Quando la vide portare il tacco sul suo pube, là dove doveva iniziare la sua erezione, fu attraversato da un fremito e si morse affamato, impaziente il labbro inferiore, guardando quel piedino calzato da quello stivale aggressivo come chi guarda le labbra di una bocca desiderata. A eccitarlo, ad avvincerlo in quel modo non era tanto la calzatura o il piedino della piccina, quanto la situazione, il contesto: era la prima volta che si trovava in una situazione simile (A parte lo stupro di Hilda) e si sorprese nello scoprirsi così eccitato e... a suo agio in quella situazione.
    Lucia in quelle vesti (letteralmente!) da mistress era semplicemente meravigliosa e lui aveva una voglia intensa di darsi a lei, di abbandonarsi al suo volere. Osservò, quindi, affamato e rapito le varie emozioni che attraversarono il volto della piccina, intenerito dal suo imbarazzo ma anche fiero, felice del coraggio, della decisione che mostrò un attimo dopo. Trattenne il respiro nell'osservare, però, la comparsa in quel visetto delicato di un sorrisetto malizioso, mentre ogni sua singola fibra muscolare si contraeva impaziente, come la giovane avrebbe potuto osservare da come le placche di carapace si gonfiarono, sospinte verso l'esterno da quei possenti muscoli rossi. Poi... poi, finalmente quel piedino si poggiò tra le sue gambe, prima alla ricerca delle gonadi nascoste, poi più su: Adam fremette, tirò istintivamente i tentacoli con le braccia e reclinò il capo all'indietro, per quanto gli consentisse il cuscino, sospirando un gemito bollente e virile. La richiesta, l'ordine di Lucia gli giunse un attimo dopo e non poté, né volle opporsi in alcun modo, semplicemente si lasciò andare.
    A causa dei pantaloni Lucia non poté vedere il carapace diradarsi e aprirsi per lasciar fuoriuscire quella verga ritratta, ma poté comunque gustarsi lo spettacolo del bottone dei pantaloni saltare via, mentre la lampo si apriva e una colossale verga rossa, ricoperta di aculei neri, si ergeva imponente là dove prima non vi era che una liscia e piatta superficie. In quella forma ibrida il suo cazzo aveva le stesse sembianze di quando assumeva le sue sembianze da tiranidi, forse appena un po' più piccolo... ma comunque sufficientemente grande da apparire semplicemente colossale, molto più enorme del cazzo che la piccina aveva succhiato ormai diverse ore prima. Quella mostruosità premette con forza contro il tacco e la pianta del piede della piccina, mentre gli aculei si tendevano a graffiarne lo stivale, in quasi un atto di sfida: - Questo è quanto ti desidero, Lucia... e tu? Quanto mi desideri? - le chiese in un sussurro roco, eccitato ma, allo stesso tempo un po'... beffardo? Beh, dopotutto sedurre un uomo significa anche vincere i suoi assalti, le sue provocazioni: se voleva aiutare Lucia, non poteva certo comportarsi come una belva già ammaestrata! Ma davvero si stava comportando in quel modo semplicemente per aiutarla? Il modo in cui il suo cazzo si contrasse e si ritrovò a sorridere famelico, davano una spiegazione assai diversa.
     
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    Ci fu un momento in cui Lucia si crogiolò nell'affetto che stava ricevendo, in quelle effusioni così dolci e delicate da non sembrare vere. Adam sapeva di sicuro come conquistare il cuore di fanciulla, era così romantico e premuroso che se lo avesse conosciuto qualche tempo prima, prima di Thresh, prima della Sapienza, sicuramente la sua vita sarebbe potuta andare diversamente. Sarebbe stato il suo ideale di compagno, molto più adatto di Faust sicuramente, ma si sa... al cuore non si comanda, e al fato capriccioso non importava di portare nella sua esistenza un po' di gioia, era stato chiaro fin dalla sua nascita, e ancor più da quando quella malvagia amica di Sol le aveva fatto una maledizione di sventura e le cose nella vita terrena erano andate sempre più a rotoli. Ovviamente la giovane non si concedeva neppure di pensare a certe cose, come se avesse paura -soprattutto dopo quell'incubo terribile- che Faust potesse arrivare nella sua mente e leggere fin nel profondo dei suoi più inconfessabili desideri. Eppure c'era da dire che anche un altro aspetto la spaventava, da quando aveva visto quelle scene: l'indifferenza del suo amato. In quell'incubo più di qualsiasi altra volta, aveva provato la più pura invidia, la più pura irritazione verso uno sguardo non ricevuto, nonché persino il più puro odio verso colei che aveva sottratto certe attenzioni... Nonostante "lei" fosse sua madre. I baci di Adam in tal senso funsero quasi da balsamo, una crema lenitiva che spense sul nascere il dolore di certe immagini, facendola rilassare e preparandola per ciò che sarebbe venuto. Ciò che venne poi... le parole di sua madre, la risposta dello stesso Adam... piuttosto che rattristarla riempirono il suo cuore di un mix di gratitudine e speranza, benché l'imbarazzo per ciò che la madre la invitò a fare fu comunque abbastanza da farla arrossire. Non provò la stessa gelosia, lo stesso odio... nel vederla baciare l'uomo. Era più un istinto, un flebile senso di rivalsa, sentimenti contenuti che poteva gestire e controllare. Hazel d'altra parte, sembrava sempre più interessata alla tiranide, sua figlia riusciva a vederlo distintamente, in ogni suo più sentito tentativo di liberare le proprie braccia dalla morsa forzuta della sua pianta. Nel vedere la madre in quelle condizioni, con la sua stessa tecnica che iniziava suo malgrado a spargere spore di eromanzia nell'aria, Lucia si sentì persino un po' più perversa e sadica verso sua madre... e se già ella fremeva dalla volontà di liberarsi, poco prima di salire sul letto, la giovane poté osservarla mentre la pianta, non solo continuava a stringerla, ma spalanco anche la bocca umanoide, quella della figura principale, e la portava al collo della donna, in una scena che pareva uscita da un film sui vampiri, in una versione assolutamente lasciva della cosa: un corno della demone tenuto forzatamente per costringerla a esporre il collo e reclinare il capo, l'espressione di piacere quando i denti, più simili a spine, affondarono nella carne, nonché il successivo mugolii sommesso, e i seni così forzatamente strizzati da sembrare in procinto di esplodere, con i capezzoli che non tardarono a farli vedere, increspandosi e premendo contro il tessuto del body succinto. Ad un'attenta occhiata, si poteva intravvedere il brillante luccichio degli umori che lentamente iniziarono a colarle tra le natiche e l'interno coscia come gocce di rugiada. Lucia sorrise anche per questo, ma solo Adam poté ammirare la sua espressione... così diversa da quella riservata e timida che le aveva mostrato al loro primo incontro, differente da tutti i sinceri sorrisi, puri e innocenti quasi, persino mentre veniva brutalmente scopata da lui. Quella era una Lucia più maliziosa, divertita da ciò che stava facendo, entusiasta delle sue reazioni, un po' come una bimba curiosa che si avvicina per la prima volta a un gioco nuovo. La sensazione di avere il controllo su qualcuno era... diversa, bellissima poiché lasciava così tanto margine, così tante possibilità, che ella stessa invero era visibilmente in difficoltà sulle mosse da fare. Per assurdo, fu la stessa eccitazione di Adam ad aiutarla a sbloccarsi, perché la sola vista del suo sesso in erezione sotto al suo piedino minuto, le procurò una scossa di desiderio che arrivò direttamente dove non doveva. Il suo body, poiché invero si poteva considerare vivo dal momento che era una vera e propria Pianta frutto del suo potere, ritirò quei boccioli di carne che si erano occupati del suo sesso e del suo anfratto per aiutarlo a risanarsi e recuperare parvenze quantomeno umane, ovviamente non potevano fare miracoli, per cui là dove prima c'era un bulbo di carne pulsante, si aprì un vero e proprio buco nel tessuto dell'indumento, dalla forma a cuoricino, esponendo alla vista dal basso di Adam uno spettacolo semplicemente irresistibile: il sesso di Lucia non fu esposto, vi erano solo le sue gonadi liscissime e minute, più simile da quell'angolazione alle grandi labbra di un'intimità femminile, tale era la grazia delle loro proporzioni, ma il punto forte era poco più in alto (o in basso, a seconda dell'angolazione), e si trattava del buchino nascosto tra le sue natiche, ancora leggermente schiuso, ancora lievemente gonfio, ma soprattutto arrossato dalle innumerevoli attenzioni che lui stesso vi aveva riservato. Neppure lei si rendeva conto probabilmente di quanto fosse sensuale in quella situazione, anche perché il suo imbarazzo la rendeva leggermente goffa e tremolante nei movimenti, cosa che se anche avrebbe dovuto metterla in ridicolo, non bastava certo a mettere in ombra il suo corpicino. Quando vide la verga di Adam uscire dalla propria prigione di carne e stoffa, non poté che schiudere le labbra e socchiudere leggermente gli occhi, poiché le palpebre si fecero pesanti dal desiderio. Intontita dalla voglia che la colse, fosse stato per lei si sarebbe già presa cura di quell'erezione, sedendovi probabilmente sopra senza troppi complimenti... ma una voce la interruppe, azzerando sul nascere quei pensieri come se Hazel potesse leggerle la mente... cosa che vista la loro affinità era in effetti vera.
    Non ci pensare, ragazzina... Iniziò parlando, ma quando Lucia si voltò a darle corda serrò le labbra in un sorriso e proseguì con il pensiero. Deve morire dalla voglia, ricordi? E devi essere tu a istigargli per desiderio... non puoi certo dargli ciò che vuole subito! Devi farti desiderare... e con quel culetto sodo che ti ritrovi, se fossi in te saprei già come torturarlo un po', che ne dici?
    La madre le inviò qualche immagine mentale che fece ancor più inturgidire il suo sesso sotto al body di carne, facendola arrossire fino alla radice dei capelli. Poteva osare davvero mettersi in mostra in quel modo?
    Non pensare. Fallo! Ascoltare tua madre è il minimo che possa fare per farti perdonare di questa prigionia... Aspetta solo che mi liberi e ne avrò per tutti e due, fidati.
    Lucia ingoiò a vuoto come si fa dinanzi a qualcosa di spaventoso che sta per arrivare, poi tornò a osservare Adam, il suo splendido corpo alla propria mercé, e il suo meraviglioso e succulento cazzo che fremeva sotto al suo stivale facendole desiderare che non esistesse... e ogni parvenza di pudore o timore svanì, sotterrato dall'eccitazione. Levò il piede dopo un'ultima carezza, non aveva smesso un solo momento di massaggiare l'asta fremente; lo tolse come se stesse scavalcando qualcosa, con una grazia senza pari, dopodiché con movimenti altrettanto eleganti, ma anche molto più espliciti, si voltò dandogli le spalle, mostrandogli perfettamente quanto fossero ancora gonfie e perfette le sue natiche, messe ancora più in risalto dalla forma del body e da quel perverso buchino che ne scopriva le parti più intime. Dapprima Lucia si chinò lentamente, a novanta, lasciando le gambe perfette ben tese e rese ancora più toniche dai tacchi vertiginosi, con i muscoli delle cosce e dei polpacci ben definiti dallo sforzo, poi si inginocchiò letteralmente tra le sue gambe, ma all'indietro, in modo che il suo culetto finisse proprio sopra la sua erezione, iniziando da lì a ondeggiare lentamente quel sedere magnifico perché intrappolasse l'asta in una prigione di carne e morbidezza. Si sentì più coraggiosa, e si voltò di sbieco per guardare Adam negli occhi e provocarlo con un sorriso lieve, quasi gentile, ma non meno malizioso.
    Che ti desideri è cosa risaputa, Adam... ma quello che voglio sentire è il tuo desiderio... Osa ragazzina! OSA! Nonché il tuo cazzo che freme per me... Mmmh, sì... ci si può ragionare.
    Lucia si voltò per mordersi il labbro e portarsi una mano davanti alla bocca per trattenere un mugolio, il suo sesso era turgido ed eccitato e il suo buchino pulsava contro l'asta, ma volle nascondere quelle reazioni al suo amante, continuando a massaggiarlo e torturarlo in quel modo delizioso e crudele al contempo. Non si sarebbe fermata finché lui non l'avesse costretta... e non c'era modo che potesse liberarsi dalla propria prigionia, non ancora perlomeno.

    Edited by .Bakemono - 18/10/2019, 15:08
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Gli accadimenti di quella notte si erano susseguiti in maniera frenetica, in un crescendo d'intensità e, allo stesso tempo, d'irrealtà fino ad arrivare all'acme di quel momento, con lui legato al suo stesso letto mentre osservava una driade nata dalla sua pianta d'appartamento trattenere e molestare una demone giunonica. Ve n'era più che abbastanza per credere di avere le traveggole ma Adam non era affatto turbato da questa spirale di assurdità e di giravolte emotive, in cui la passione si mesceva di volta in volta con la tenerezza o la tristezza, anzi sentiva di trovarsi a suo agio in mano a quelle due bizzarre sconosciute, letteralmente alla loro mercé. Ovviamente una parte di tale sicurezza, di tale benessere era da attribuirsi ai corpi invitanti ed eccitati delle due donne, stretti in quei body perversi che servivano più ad accendere il desiderio che a celare forme fin troppo esuberanti o, comunque, di una tale perversione che non si poteva non desiderare di stringerle, di morderle; ma oltre al desiderio carnale, mai davvero spento, mai appagato tra loro, vi era anche dell'altro: una sensazione di familiarità, di comprensione e di accettazione, quasi un vago affetto nei loro confronti. Non era qualcosa che riusciva a spiegarsi razionalmente, dopotutto c'erano così tante cose di loro che non sapeva, così tanti aspetti delle loro vite, dei loro animi che gli apparivano inevitabilmente oscuri... eppure ciò non gli impediva di sentirle vicine a sé, al suo sentire. Malgrado, infatti, loro sembrassero essere creature quasi antiche, forse secolari e lui non esisteva (Perlomeno in quelle sembianze) che da pochissimo tempo, sentiva che quelle donne fossero molto sole e bisognose di calore umano quanto lui, se non di più. Dopotutto, se era vero che si trovavano in un ambiente crudele, abitato da individui crudeli, prepotenti era ovvio immaginare che una giovane dolce e pura come Lucia si sentisse terribilmente sola, incompresa o persino in difetto dinnanzi a persone simili; stessa cosa dicasi per Hazel che, poteva anche essere fatta di una tempra più dura della figlia, meno avvezza a certe delicatezze ma che, in ogni caso, non poteva definirsi crudele o malvagia, anzi era evidente che avrebbe desiderato per sua figlia un futuro più radioso e persone più gentili nei suoi confronti.
    In un certo qual modo, si rivedeva in loro, in quel senso di smarrimento e forse di sconfitta che, talvolta, doveva assalirle nell'affrontare un mondo stolidamente cattivo, refrattario a ogni cambiamento, a ogni tentativo di far trionfare la bontà. Certo, non equiparava le loro esperienze ma anche lui si era sentito prigioniero della propria solitudine mentre una folla senza volto, indifferente e bestiale gli sciamava addosso; e se, forse, per Lucia il sentimento più intenso, principale poteva essere la paura per via dei suoi aguzzini, lui aveva dovuto fare i conti con lo dispetto verso gli altri e sé, disprezzo che altro non era se non lo specchio della sua invidia, invidia per una vita che, negli altri, sembrava sempre più facile, più felice, più intensa. Poi era arrivato quel bizzarro eroe londinese e, soprattutto, la Papessa e si era ritrovato illuminato, guidato da una luce che mai, prima, aveva visto rischiarare: quella della speranza. Sperava che quella notte, col loro incontro, Lucia avrebbe potuto far nascere dentro di sé lo stesso, la speranza di poter avere una vita migliore, di poter essere apprezzata e amata per quello che era, cioè una splendida, meravigliosa donna, tanto fuori quanto dentro. Era un'idea che lo accendeva di entusiasmo, che gli faceva dire che, nel suo piccolo, anche lui era un "Portatore di luce" e che, forse, Veronica aveva ragione nel dire che tutti loro avevano bisogno di essere salvati e che, proprio per questo, lo sarebbero stati tutti...
    Simili pensieri, però, erano un po' più gravi di quanto la situazione richiedeva e, a distoglierlo da essi, ci pensò lo spettacolo offerto suo malgrado da una riottosa Hazel: mentre, infatti, tentava invano di liberarsi dall'abbraccio della driade, quest'ultima espose sensualmente il suo collo e lo morse piacevolmente, almeno da come appariva dalla reazione della demone che gemette e si eccitò palesemente, tanto che i capezzoli le si inturgidirono e lunghi rivoli d'umori presero a scintillare sulle sue cosce. I sensi di Adam, in quella forma ibrida, risultavano più sensibili e non soltanto li notò ma ne percepì, soprattutto, l'intenso odore femminile, cosa che gli procurò una violenta sensazione di calore nel bassoventre. Si accorse di colpo che non conosceva davvero il sapore di Hazel, che non era mai stato tra le sue gambe... certo, quando era stato corrotto dal potere di Lucia ed era diventato quella colossale creatura aveva stravolto quei corpi in modi che adesso non gli apparivano neppure possibili ma i ricordi che conservava di tali eventi erano troppo intensi, troppo aggrovigliati tra loro, per ricordare o sapere il sapore reale dei suoi umori. La voglia di strapparsi a quelle liane e andare ad assaggiarli, di succhiare con quella bocca comunque umana quei meravigliosi seni, quei capezzoli turgidi si fece intensa, quasi urgente ma venne del tutto cancellata da Lucia, dal sorriso che gli rivolse. La piccina, infatti, sembrava divertita, a suo agio in quella situazione di controllo forse mai sperimentata prima di allora e, forse a causa della sovrapposizione tra quel sorriso birichino e quelli più teneri, dolci che gli aveva rivolto prima o, più semplicemente, perché il suo istinto da tiranide rispondeva positivamente a donne dominanti, ma un brivido di puro desiderio gli corse lungo la schiena e si perse in quel cazzo eretto su cui lo stivale della piccina era perversamente poggiato.
    Ciò, però, che gli diede una vera e propria sferzata di piacere fu il modo in cui guardò la sua virilità, l'espressione di desiderio che si dipinse sul suo bel volto e il pensiero, assolutamente evidente, che si affacciò sui suoi occhi: Lucia voleva il suo cazzo e stava pensando di prenderselo... la semplice consapevolezza di questo basò per farlo tendere come la corda di un arco, mentre il suo cazzo pulsò impaziente contro la suola e il tacco di quel perverso stivale. La voce di Hazel, però, ruppe l'incanto e Adam si ritrovò ad abbandonarsi sul materasso mentre bucava le lenzuola con gli artigli, frustato: - Hazel, dopo dovrò proprio punirti per tutte queste intromissioni... - disse, rivolgendole un sorriso affilato che voleva essere sia da monito che da promessa. Subito, tuttavia, la sua attenzione venne nuovamente rapita da Lucia che, dopo aver indugiato qualche istante, diede un'ultima, perversa carezza al suo cazzo e si voltò, mostrandogli il Paradisosplendido. Adam lo guardò come un leone osserva una gazzella e si morse il labbro inferiore impaziente, trafitto dalla consapevolezza che quel culetto non lo aveva adorato come meritava che prima, nella foga e nella concitazione della fame, non l'aveva potuto assaporare come voleva... e adesso che finalmente lo aveva tutto per sé, nell'intimità di casa sua, ecco che gli era negato toccarlo, baciarlo, morderlo, fotterlo... l'enorme cazzo pulsò, quasi a protestare per una simile ingiustizia, mentre gli occhi di Adam s'incollavano a quel culo meraviglioso e assistevano rapiti, quasi estatici a ogni suo movimento. Trattenne il respiro quando la vide abbassarsi, mettendo in tensione i muscoli di quelle cosce chilometriche, e si ritrovò a fremere nel vederla inginocchiarsi tra le sue gambe, esponendo ancora di più quel buchino gonfio di desiderio, quel culo così pieno e perfetto da fargli venire una gran voglia di morderlo. E poi... poi si ritrovò il cazzo catturato, stretto tra quei glutei magnifici, tra quelle carni sode e smise completamente di pensare: mosse freneticamente i fianchi verso di lei, a mimare un amplesso, mentre quel colosso mostruoso non solo si gonfiava tra le sue natiche, pulsando ferocemente e divenendo ancora più caldo ma, addirittura, tese i grossi aculei verso di lei, come a tentare di artigliarla, di arpionarsi alle sue carni. In realtà, l'unica cosa che ottenne è di stimolare ancora più intensamente al piccina, con gli aculei che non semplicemente si limitavano a scorrere sui suoi glutei ma che pizzicavano, premevano e spesso penetravano persino il suo ano gonfio e schiuso, decisamente facile da stimolare.
    Quanto aveva iniziato a fare istintivamente, cioè muovere i fianchi e tendere gli aculei, lo continuò con lo scopo di stimolarla più intensamente e dunque tentarla... anche se, a dire il vero era lei a farlo continuamente: a parte, infatti, lo sguardo intenso che gli rivolse assieme a un sorriso assolutamente birbante, la piccina pronunciò delle parole che, come un colpo di frusta, fecero letteralmente ruggire il suo desiderio. Nel sentirla, infatti, abbandonarsi coscientemente al turpiloquio, emise un gemito aspirato, quasi ferino mentre il suo enorme cazzo si contraeva e lacrimava dall'impazienza un copioso rivolo di liquido preseminale che, immediatamente, imbrattò la sua pelle scura, macchiandone i glutei tondi come il buchino sempre più schiuso e gonfio, lubrificato dagli aculei ormai intrisi di quel desiderio liquido. - Lo sentiresti fremere meglio se lo avessi dentro di te... - rispose con voce bollente, tendendo con più forza il bacino contro il suo culo, mentre il suo cazzo si contraeva disperato. - Ngh, Lucia... mi fa male il cazzo da quanta voglia di scoparti ho... sei meravigliosa! - esclamò quasi di colpo, più sincero di quanto avesse voluto, mentre tutto il suo imponente corpo si tendeva e lui faceva leva con le braccia e le gambe per quanto possibile per spingere quell'enorme, mostruoso cazzo verso di lei, per farle capire quanto la desiderava, quanto il suo corpo avesse bisogno di lei, quanto lui ne avesse bisogno. Se Lucia si fosse girata avrebbe visto un Adam dal corpo contratto, teso come una belva in agguato e uno sguardo semplicemente famelico, uno sguardo completamente perso in lei dipendente completamente dalla sua volontà. Uno sguardo che supplicava, ordinava, urlava che voleva scoparla.
     
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    Se Adam avesse potuto guardare Lucia in viso come stava facendo Hazel, di sicuro tutta quella parvenza lontana di coraggio che la piccola stava sfoggiando, si sarebbe irrimediabilmente incrinata di fronte al suo visino: arrossato, in palese difficoltà, con le labbra nascoste delicatamente dalle dita piegate elegantemente ma tremanti, i dentini bianchi affondati nel suo labbro inferiore che per quanto piccolo nelle dimensioni era ancora gonfio di baci ricevuti e più carnoso e invitante che mai. Quella avrebbe dovuto essere una tortura per la tiranide, ma la giovane si stava mettendo a dura prova per via di quel suo corpicino iper sensibile: era proprio una pervertita, per quanto si sforzasse di negarlo con se stessa, e la madre stessa la guardava sorridente perché, suo malgrado, osservarla in difficoltà appagava in parte il fastidio di quella presa assolutamente fastidiosa, nonché di tutta l'energia eromante con cui ancora una volta stava venendo riempita.
    E così ti diverti a giocare con tu madre, vero piccola pervertita? Eppure non mi sembra tu stia riservando lo stesso sadico trattamento alla tua preda... vuoi forse continuare sulla strada della sottomissione? Non ne abbiamo già parlato? Sei debole... Comincio a pensare che forse in fondo ti piaccia troppo prendere falli in quel tuo culetto sodo per poter imparare a decidere quando e come farlo... Mh, sì. Forse chiedo troppo da te in fondo...
    Lucia sgranò gli occhi nel sentire quelle parole, se Adam avesse avuto tempo di osservare Hazel che li guardava, si sarebbe accorto che il suo sguardo era acceso di una vena maligna, e fissava la figlia come se la stesse deridendo. Era molto diversa dalla donna che prima aveva sbottato in sua difesa, sembrava quasi aver sviluppato un atteggiamento rancoroso, ma Lucia -che bene o male aveva imparato a conoscerla da quando si erano ricongiunte- sapeva cosa stesse cercando di fare in realtà: irritarla, spronarla, ad Hazel non importava di andarci giù pesante se insultarla fosse servito anche solo un momento a farla arrabbiare, a stimolare la sua vena orgoglioso che, purtroppo a parere del demone, era sempre fin troppo flebile e sopita. L'assurdo? Ci riusciva. Se dapprima Lucia si sentì quasi colpita da quelle parole così crude e beffarde, ben presto la sua espressione passò da eccitata e in difficoltà, a... eccitata, irritata e in difficoltà, persino un po' meno in difficoltà visto che quel sentimento rendeva molto più facile muovere il suo culetto come uno strumento di tortura rispetto a un semplice vascello di piacere.
    Nh-non osare più... parlarmi così, Hazel. Il ghigno affilato della demone si allargò ancora di più, sentendosi chiamare per nome, osservando sua figlia che parlava mentre continuava lenta a massaggiare la verga pulsante di Adam con i glutei gonfi, che ondeggiavano ad ogni movimento come se stessero danzando solo per lui. Quando Lucia era irritata o cercava di levare "rispetto" a qualcuno, mostrando il contrario, eliminava il Voi, oppure ancora nel caso di sua madre, la chiamava per nome, quasi a rinnegarla momentaneamente, qualcosa che per lei sembrava un insulto gravissimo, ma difficilmente per sua sfortuna veniva compreso dai suoi nemici. Non sei in condizione di dettare le regole... Taci! Era così adorabile nei suoi tentativi, che ad Hazel dispiaque quasi rincarare la dose... ma doveva stimolarla a esagerare, altrimenti non avrebbe mai imparato. Rise, sguaiatamente, sussultando teatralmente ad ogni colpo d'ilarità, le cosce sempre più bagnate, i capezzoli sempre più dritti, e la driade ancora attaccata al collo... eppure, rideva beata. Quella era la forza che voleva per sua figlia, e modestamente parlando, lei si sentiva davvero brava in tal senso. Superato il suo """piccolo""" punto debole, era praticamente inattaccabile sul piano sessuale e fisico. E contava con il tempo di migliorare ancora... prima o poi, visto che in fondo sotto sotto quel suo aspetto non le dispiaceva, avrebbe mentito a se stessa nel dirsi il contrario. Risposte a voce, dunque, il tono a malapena incrinato da pochi, rari sospiri sensuali. La sua bella voce era roca, ma non per questo suonava meno incisiva. Il suo sguardo ferino, passava in rassegna sia Lucia che Adam, quei suoi occhi gialli scivolavano loro addosso come se volessero mangiarli.
    Rispondi a voce, figlia? Vuoi forse che anche Adam senta le mie cattiverie e le raccomandazioni? Bene... che sia. Lo senti Adam? Come freme quel suo culetto perverso, sempre pronto a ingoiare il cazzo di qualcuno senza porsi domande sul suo proprietario? Pensi davvero che sia il tuo , quello che vuole? O forse le basterebbe uno qualsiasi per sentirsi bene? Ha solo fame di essere presa, dopotutto... È una piccola pervertita proprio come tutti dicono... E non mi sembra che ti stia mettendo in difficoltà, non è vero? Nah, figurarsi... ti sta a malapena massaggiando le grazie, per quanto poco incisiva è quella che lei considera una tortura... Con simili tentativi così scialbi, non so davvero dove andremo a finire con i nostri nemici... figurarsi con le sue prede. Penso che anche solo la mia voce la stia eccitando e le faccia sussultare quella sua intimità sporca e perversa... Sì, so che tu puoi confermarmelo, Adam... Il suo culetto freme affamato proprio in questo istante. E tu, tesorino della mamma, non vedi come mi guarda lui? Come guarda i miei seni? Le mie cosce? Dimmi Adam, non preferiresti magari... avere a che fare con una donna vera?
    Lucia prestò attenzione solo in quel momento al modo in cui Adam guardava Hazel, sentendo montare una certa irritazione dentro di sé nel realizzare che... aveva ragiona sua madre. Non su tutto, per carità -forse giusto in parte-, ma a parte il fatto che realmente, ahilei, le sue parole la fecero fremere visibilmente davanti agli occhi di Adam, prima aveva scorto uno sguardo languido da parte dell'uomo verso il demone, mentre quei meravigliosi occhi un tempo azzurri scorrevano sulle sue forme. Hazel era davvero bella, del resto... come poteva biasimarlo? A confronto il suo aspetto minuto era ben meno desiderabile, se ne rendeva conto... eppure, se un tempo a quei pensieri si sarebbe forse fatta sconfiggere dall'incertezza, in quel frangente particolare, con le parole dure dell'ex strega che ancora le rimbombavano nella mente, si sentì quasi spavalda, sicura, cosciente dei propri mezzi... e per questo rivolse a sua madre un sorrisetto, in risposta alle sue cattiveria, sorriso che fece sgranare gli occhi proprio a lei, a quel demone, procurando a Lucia ancora più piacere. In fondo, non era forse lei sopra Adam, mentre Hazel era bloccata dal suo potere? Non era forse il suo fondo schiena, che stava godendo dei fremiti della sua verga fremente? Che veniva artigliato dai suoi aculei, penetrato, bramato, sia con le parole che con i fatti? Lucia si rese conto di una cosa, in quel frante... Hazel non aveva potere. Adam non aveva potere. LEI, per una volta LEI lo aveva... e che fosse dannata, se si fosse fatta sfuggire una simile occasione!
    Hai ragione, madre... Sicuramente Adam vi desidera... E voi siete perfetta, bellissima addirittura... Ma ciò che conta adesso non è chi abbia il seno più prosperoso, mi dispiace per te... ma la mia volontà non è inferiore alla tua. IO non sono inferiore a te. N-non lo sarò più.
    La sua voce tremò una sola volta, mentre con fare fiero e del tutto assurdo per quella posa, alzava il mento verso sua madre, mentre il suo culetto si sedeva letteralmente sulle gonadi e sull'asta di Adam per un istante, spremendola contro il suo addome e iniziando a premervela contro mentre lentamente si faceva indietro. Fu un movimento fluido ma ben studiato: dapprima Adam avrebbe potuto intravedere il profilo delicato di Lucia adombrato da ritrovato orgoglio, mentre con un nuovo movimento orizzontale della mano delicata che fendette l'aria, in corrispondenza del suo palmo sulla bocca di Hazel apparve una foglia che le si appiccicò addosso, mentre uno strano bocciolo di quella pianta misteriosa le finiva in gola e iniziava a stillare nuovo nettera pregno di energia eromante. La demone sgranò gli occhi ancora una volta, provando a mugolare una protesta, ma proprio mentre cercava risposte dalla figlia, ella iniziò a indietreggiare lungo il corpo di Adam, proprio sopra il suo cazzo delizioso, cui le sue carni gonfie poterono saggiare ogni singola vena, le natiche che lo rinchiusero per tutto il tragitto, le gonadi che vi si strusciarono sopra come un'intimità affamata, seguite dal suo sesso, turgido e ancora stretto in quel tessuto magico di carne. Nel voltarsi, Lucia alzò le gambe tese una ad una, con la grazie di una ballerina professionista, e in men che non si dicesse, abbandonata la sua verga turgida, che comunque aveva percorso per intero con le proprie natiche, fu finalmente a cavalcioni del suo petto muscoloso, le mani posate al centro dei pettorali, là dove il suo cuore batteva. Lì, dal basso Adam poteva vedere tutto: dal suo sesso in erezione, i cui contorni erano visibili dal tessuto, fino ai capezzoli dritti, così turgidi da far invidia quasi a quelli di Hazel per quanto sembrassero succosi e bisognosi di essere baciati. Lo sguardo di Lucia non era più così timido, anzi, sembrava sicuro, diverso, non spento come in precedenza, bensì... consapevole, come se avesse raggiunto una rivelazione davvero importante. Sotto quelle folte ciglia bionde, vi era ancora un desiderio perverso, acuto, ma ora sembrava come... contenuto, controllato, quasi ella dettasse legge anche su esso. Le sue labbra schiuse mentre lo fissava invocavano baci, il suo tocco sul suo cuore era caldo, i polpastrelli lo carezzavano distrattamente percorrendo i contorni della carapace, così come della sua pelle.
    Tu... mi vuoi, Adam? Pronunciò quelle parole senza più timidezza nella voce, si udì a malapena una lontana nota insicura, riservata, ma la sua espressione aveva solo il rosso a testimoniare quanto invero fosse importante per lei quella risposta. Con l'indice, iniziò a disegnare dei cerchi concentrici proprio sul petto dell'uomo, quasi nell'attendere una risposta stesse occupando il tempo per potersi distrarre e far coraggio, ma presto lo stesso Adam si sarebbe reso conto che non era quello il suo intento. Un sottile cerchio magico, di una luce brillante verde, iniziò a disegnarsi lungo il sesso di Lucia, proprio sull'asta fino alle gonadi, seguendo il disegno che l'unghia curata aveva graffiato appena sul suo petto, divenendo visibile attraverso il tessuto a causa della luminosità dell'energia. Adam avrebbe potuto sentire solamente del calore là dove veniva toccato, perché di fatto l'incantesimo non era per lui... nient affatto. O forse è mia madre che vorresti assaggiare? Puoi avere entrambe... sai? Ci avrai insieme... devi solo chiederlo.
    A quel punto Lucia si sollevò sulle ginocchia, in modo che ciò che aveva fatto fosse visibile a tutti i presenti: portando la stessa unghia con cui aveva disegnato quel cerchio al proprio body, là sull'orlo dell'apertura che fino ad allora le aveva lasciato scoperte a malapena la gonadi e fin troppo il suo buchino pulsante, fece aprire il tessuto come se avesse trascinato una zip invisibile, lentamente, maliziosamente, scoprendo a poco a poco i risultati di una magia simile, che spiegarono in breve cosa era successo: tra le cosce della giovane non vi era più un solo sesso maschile, le sue gonadi erano diventate grandi labbra femminili, e al loro interno una succosa intimità fradicia di umori spiccava e profumava a pochi centimetri dalla faccia di Adam, irraggiungibile poiché ella ancora non l'aveva avvicinata a lui. Ebbene, sì... quella era esattamente la vulva di Hazel, collegata a Lucia tra le sue cosce, il suo membro era sopito e dunque sostituito da quello di Lucia, accorpato al clitoride di sua madre in un mix assolutamente proporzionato e invero piuttosto attraente, sembrava quasi nata così. Guardando tra le cosce di Hazel, a quel punto sarebbe divenuto chiaro cosa la giovane avesse fatto: aveva collegato tramite due semi del suo potere i sessi di entrambe, il suo con quello di Hazel, in modo che sfiorandolo anche solo un istante con la lingua, le sensazioni si sarebbero riversate anche su sua madre, legata e imbavagliata dalla sua pianta. Lì, Lucia sorprese la demone irrimediabilmente, facendole persino avere un minimo di timore. Il suo cambiamento in quel frangente superò qualsivoglia aspettativa, riempendo per un breve momento i suoi occhi gialli di commozione. Poteva fare questo, il suo orgoglio? Allora c'era speranza! Tu... hai fatto questo... a me? E no, nella sua voce non vi era traccia di sgomento oltraggiato, bensì di incredulità presto mutata in sincera e felicissima sorpresa. Sì, era strano per chiunque altro vedere una madre commossa nell'osservare la figlia comportarsi così, ma loro non erano una coppia madre-figlia comuni... ormai Adam avrebbe dovuto averlo ampiamente capito. Erano di tutt'altro mondo, e Lucia stessa non sapeva se Adam fosse stato poi troppo fortunato a incontrarle. Lei d'altra parte si sentiva molto bene, fin troppo bene con lui... e gli attribuiva il merito di quella sua impresa: superare i limiti mentali che si era sempre imposta, che l'erano sempre stati imposti da terzi, e poter sfogare per una volta, la sua perversione in modi fantasiosi che non la ponessero in una posizione meramente sottomessa, dove doveva solo subire. Era come prendere una boccata d'aria dopo tanto tempo senza. Come atto finale, la giovane compì pochi movimenti con le gambe per potersi portare proprio sopra il viso di Adam, dove la tiranide avrebbe potuto sentire finalmente da vicino il profumo del desiderio di Hazel; l'intimità della demone ebbe un fremito, sia l'intimità proprio davanti al suo viso che quella originale, e dalla demone uscì un piccolo gemito, segno che l'eromanzia stava agendo sul suo organismo facendola eccitare e sensibilizzando il suo corpo, tanto che bastò il semplice respiro, anche in lontananza, di Adam, per fremere e inumidirsi maggiormente. Lucia stessa mugolò, soffocando un gemito con alcune dita davanti alla bocca, cercando subito di riprendersi per non perdere quel minimo di vantaggio ottenuto. Era chiaro che non fosse un'altra persona, bensì quella stessa ragazzina che gli si era avvicinata in modo così dolce ore e ore prima... solo che stava crescendo proprio davanti ai suoi occhi, cercando di evolversi anche con il suo aiuto... e lui, era disposto ad aiutarla?
    Nh-non l'avrai... se non lo chiedi come si deve...
    Quell'ultima frase in particolare la fece arrossire e gemere un po' più intensamente, e ora che l'aveva davanti non poteva più fingersi del tutto impavida, ma non per questo la sua espressione incrinata dal piacere parve meno decisa: no, quello era il suo momento e l'avrebbe sfruttato per diventare protagonista per una volta, non mera osservatrice. Sua madre d'altra parte avrebbe subito per un po' la sua determinazione, perché dopotutto... beh, l'aveva ampiamente provocata, tanto peggio per lei dunque!
    Il cerchio si chiuse con una sensazione di lussuria che avrebbe invaso tutti e tre: anche il cerchio magico roseo sul petto di Adam si sarebbe infatti illuminato, invadendolo con una dose di eromanzia controllata che avrebbe nutrito il suo desiderio rendendo la sua carne ancora più sensibile, anche solo semplicemente ai cambiamenti nell'aria, a un soffio deciso, figurarsi all'idea di ricevere in bocca l'intimità fusa e pulsante di entrambe le donne. Se da una parte Lucia era collegata ad Hazel, l'Eromanzia collegava ognuno di loro: intensificando le sensazioni di Adam, sensibilizzando ciò che sentiva Hazel stessa, ma soprattutto rendendo più facile per Lucia controllare le proprie reazioni poiché era l'unica, invero, a controllare il flusso di quella magia. Era un vero miracolo fosse andato tutto secondo il suo volere, e la felicità con la quale osservava Adam chiariva quanto poco fosse abituata ai successi. I suoi incantesimi bene o male finivano sempre per finire nel peggiore dei modi... ma non stavolta. Stavolta riuscì persino a comandare alla pianta di aiutare Hazel ancora un pochino... infilando una sottilissima radice dal bocciolo piccolissimo nell'ano del demone, così che iniziasse a pompare energia lussuriosa direttamente lì. La demone gemette più forte, trattenendo a malapena i fluidi che iniziarono a sgorgare via via sempre più copiosamente dalla sua intimità, infradiciandole le cosce e scivolando giù come cascate, mentre lo stesso identico spettacolo si ripresentava preciso lungo le cosce tremanti di Lucia, il suo culetto schiuso sembrò pulsare più fortemente ora che sua madre stava ricevendo un trattamento tanto specifico; un po' come se... lo sentisse anche lei. Le belle ciglia della piccola nascosero in parte i suoi grandi occhioni rossi mentre si abbassavano leggermente, sempre fissando Adam ma mugolando più intensamente, tanto che fu costretta a mordersi il labbro. Iniziò ad agitare i fianchi e qualche goccia di umori caddero direttamente sulle labbra dell'uomo, mentre ella ondeggiava lentamente il bacino, su e giù avanti e indietro, come se non riuscisse a stare ferma perché la voglia aumentava, e aumentava... forse non aveva tutto esattamente sotto controllo come aveva pensato, in fondo...
    Ho bisogno che... mi supplichi... di leccarla... Adam... Ora!
    Neppure lei si accorse che le radici che lo imprigionavano si fecero un po' più deboli che in precedenza, allentandosi quanto bastava per permettere all'uomo, con la giusta forza, non ancora di liberarsi, ma sicuramente di potersi sollevare quanto bastava per avventarsi su quelle carni esposte in una attacco a tradimento. Ecco la sua occasione...

    Edited by .Bakemono - 23/10/2019, 12:52
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Pensare lucidamente risultava un'attività sempre più difficile per il povero Adam, con la mente annebbiata dal desiderio e i suoi sensi - resi oltremodo acuti dall'eccitazione- costantemente sovraccaricati da un'infinità di stimoli meravigliosi eppure terribilmente insoddisfacenti. Così, infatti, se il suo tatto era invaso dalle sensazioni paradisiache che il culetto semplicemente perfetto di Lucia gli donava massaggiando la sua verga turgidissima, allo stesso tempo ne percepiva tutta la straziante inadeguatezza perché quella semplice stimolazione, quella carezza tra le loro carni non era sufficiente ad appagare la fame del suo cazzo, la fame che gli arroventava il corpo e gli infuocava lo sguardo; allo stesso tempo, proprio quest'ultimo era colmo dell'immagine perfetta di quel culetto pieno, sodo, con le natiche gonfie divise e divaricate dalla sua virilità, dalla curva morbida, invitante della sua schiena flessuosa, da quei capelli meravigliosamente intrecciati su cui avrebbe voluto affondare le dita, almeno quanto avrebbe voluto stringere quel culo perfetto... ma, per l'appunto, non poteva fare nulla di simile. Lucia era il suo personale supplizio di Tantalo, un frutto succulento e dolcissimo, acqua di fonte pura che avrebbe potuto dissetare la gola riarsa della sua lussuria ma era sempre troppo lontana dalle sue dita, troppo distante dalle sue labbra: certo, forse da fuori poteva sembrare semplicemente preso dal desiderio, abbandonato a quella inusuale spagnola, con lo sguardo liquido e un po' distante, le membra illanguidite dal desiderio ma in realtà soffriva non meno intensamente di un uomo costretto alla flagellazione o a qualche altra tortura di questo tipo.
    Quel che era "peggio", però, era che se anche avesse voluto sottrarsi a quella visione alzando lo sguardo ad attenderlo avrebbe trovato la figura giunonica di Hazel, quel trionfo di forme morbide schiuse dal desiderio e strizzate da quella bella driade e di fronte a quei seni compressi, a quelle cosce toniche rilucenti d'umori come poteva il suo desiderio non ruggire, come poteva non desiderare di strapparsi alla presa di quelle radici e fottere Lucia a sangue, prima di lanciarsi come una bestia in calore sulla demone? Eppure resisteva, resisteva perché quella tortura aveva un che di ammaliante, di magnetico che gli toglieva ogni forza, ogni energia, forse a causa della sua natura da tiranide (Dopotutto, in una specie in cui i maschi facevano anche da banchetto alle loro "amanti", era normale che di fronte al dominio di una femmina si perdesse se non il desiderio della ribellione, quantomeno la forza per essa) e sia perché sapeva quanto Lucia ne avesse bisogno, le servisse per trovare la fiducia in se stessa, nelle sue capacità, nella sua bellezza e non poteva per un suo bisogno egoistico toglierle una tale, importante possibilità. Resisteva, quindi, sentendosi sempre più trascinato, sconvolto da quella situazione e ormai aveva chiuso gli occhi per perdersi tra quella morbidezza, tra quell'abbraccio perverso che sembrava volerlo racchiudere tutto, anche se si limitava a strizzare e a tormentare il suo cazzo sempre più gonfi e mostruoso. Si ormai abbandonato a quelle sensazioni e, chissà, forse sarebbe potuto venire continuando così o, meglio ancora, finire in un limbo tra l'orgasmo e la sua assenza e rimanere lì, per attimi, per ore, per secoli straziato e ricolmo di piacere a un tempo... quando, improvvisamente, le parole di Lucia infransero l'incanto e lo fecero tornare presente a se stesso; la piccina, infatti, stava redarguendo sua madre, imponendole teneramente il silenzio benché costei non avesse proferito parola: Adam rivolse uno sguardo confuso alla demone e, in effetti, la trovò col volto disteso in un ampio ghigno beffardo, che guardava provocatoriamente sua figlia. Che avessero parlato telepaticamente? Dopotutto avevano dimostrato più volte di essere streghe, non sarebbe stato affatto improbabile, non dopo quello a cui aveva assistito nelle ore passate! Sostenne lo sguardo ferino che gli rivolse con lentezza Hazel, sebbene gli procurò un brivido di desiderio lungo la schiena e gli fecero fremere con forza il cazzo stretto tra le natiche di Lucia, prima di stupire dinnanzi alle parole della donna: con una veemenza e una cattiveria del tutto inaspettate, infatti, Hazel provocò senza alcun ritegno sua figlia e lui, mettendolo in una situazione davvero complicata. In un'altra situazione, infatti, non avrebbe avuto alcun problema nel ribattere alla demone e provocarla non meno efficacemente di quanto aveva fatto lei ma... stavano parlando di Lucia! La deliziosa, tenera piccina che se da un lato gli faceva desiderare di fotterla senza pietà il culo, dall'altro lo invogliava ad abbracciarla e a riempirla di baci! Come poteva "allearsi" con Hazel e darle ragione magari provocandola ulteriormente? Se avesse notato un'espressione triste a causa delle sue parole si sarebbe sentito l'essere più meschino, crudele e malvagio della terra; allo stesso tempo, però, non poteva difenderla a spada tratta poiché comprendeva l'intenzione della demone e la riteneva corretta, solo portata avanti con mezzi un po' troppo radicali... dunque, che fare?
    Lucia è la donna più bella e femminile che io abbia mai visto e desidero scoparla così come desiderio l'aria che respiro... - affermò, infatti, sia per affermare la sua verità (Solo lui poteva sapere quanto desiderava quel culo perfetto!) sia per sottolineare un punto che gli stava a cuore: Lucia era una vera donna, checché si potesse dire o pensare. - Però sì, non... non mi sta affatto mettendo in difficoltà, deve impegnarsi molto, molto di più. Quanto a te, Hazel... noto che la tua figa è affamata: forse sei tu quella che vuole un cazzo, il mio cazzo? - chiese cercando di titillare l'orgoglio di entrambe le donne pur senza ferire Lucia, al punto che se la sua premura fosse stata rilevata dalle due donne poteva anche contribuire a farlo apparire un po' buffo o tenero, benché lui avesse tutt'altro obiettivo in mente. Forse avrebbe aggiunto qualcos'altro ma la risposta di Lucia, fiera, sicura di sé e determinata gli tolse ogni parola e lo costrinse a guardarla piacevolmente stupito: che tempra che stava mostrando, che coraggio! Era sinceramente felice per lei e in un'altra situazione avrebbe reagito abbracciandola forte (Era troppo tenera, come poter fare altrimenti?) ma, a parte che non poteva, non voleva rovinare quel momento con una dolcezza fuori luogo e che Lucia stessa pensò a cancellare un attimo dopo, strappandogli un gemito. - Ngh! - si lasciò sfuggire, infatti, quando quel paradisiaco culetto premette contro le sue gonadi gonfie e contro il suo cazzo, costringendolo a piegarsi e ad aderire con il suo addome. Lucia avrebbe potuto percepire quella colonna di turgida, bollente carne fremere e opporsi strenuamente a quella sua decisione, eppure alla fine capitolò e pulsò quasi rabbiosamente tra quella meravigliosa "prigione" di carne. Ciò fu nulla, però, paragonato al modo in cui Lucia prese ad arretrare scivolando sul suo cazzo, "impigliandosi" sui suoi aculei a ogni centimetro di quell'asta semplicemente mostruosa. Lo avrebbe sentito pulsare tra le sue natiche gonfie, tendere gli aculei mentre l'intero corpo dell'uomo sussultava e si contraeva dal piacere. Quando, alla fine di quel perverso tragitto, Lucia si apprestò a voltarsi sollevandosi con le gambe, il suo cazzo rilasciò un vero torrente di liquido preseminale, follemente eccitato, prima di di scattare verso l'alto come una molla, gonfio, bagnato e terribilmente pulsante, probabilmente ad uso e consumo dello sguardo di Hazel. Intanto, il mondo di Adam si era appena ristretto alla splendida, sensuale figura di Lucia: ai suoi capezzoli irti, al suo piccolo sesso eretto, ai suoi fianchi torniti e larghi, fino ad arrivare a quel visetto padrone di sé, padrone del proprio desiderio, che non ne aveva paura e riusciva perfettamente a controllarlo. Adam ne fu semplicemente folgorato e alla sua domanda, privo di parole, con gli occhi ricolmi di estatica meraviglia e la bocca schiusa, con le labbra lucide di saliva, accennò a un muto, rapito assenso? La voleva? Ne aveva urgente, urgentissimo bisogno, altro che volerla! I suoi muscoli si tesero e il suo carapace si gonfiò nel percepire le manine della piccina sul suo petto, così come il suo cuore accelerò i battiti, mentre letteralmente pendeva dalle labbra di quella piccola, meravigliosa dominatrice.
    Poi, in maniera del tutto inaspettata, il sesso di Lucia venne avvolto dalla luce verde di un cerchio magico e la piccina, con un gesto aggraziato, sensuale aprì il body sul suo pube e rivelò una femminilità schiusa, rorida di umori e profumata. Adam sgranò gli occhi e Lucia, anche senza voltarsi, avrebbe saputo che il suo cazzo pulsò come se dovesse esplodere da un momento all'altro. La consapevolezza, infatti, di chi fosse davvero quella figa meravigliosa, invitante lo fulminò in un attimo e fece divampare in lui un desiderio che non credeva possibile provare: Lucia avrebbe visto le sue pupille assottigliarsi come quelle di un rettile, mentre il suo respiro si spezzata e tutto quel corpo magnifico, mostruoso eppure umano, s'intendeva, arrivando persino a fare forza sui polsi come a volersi sottrarre dall'immobilismo a cui lo costringevano le radici. - Ahn! Sì, sì! - esclamò, infatti, in risposta al suo "devi solo chiederlo" perché lui era intenzionato a farlo, a dire e fare qualunque cosa per avere quella fica in faccia, per poter succhiare quel delizioso, aggraziato clitoride che accorpava il piccolo membro di Lucia. Si sentì la bocca invasa dalla saliva, come chi si trova dinnanzi un piatto squisito e si scopre affamato, mentre l'osservava sollevarsi e avvicinarsi ancora di più al suo viso, sempre troppo lontano da lui, dalle sue labbra. Emise un verso quasi ferino, d'impazienza e anche se una parte di lui avrebbe voluto voltarsi a guardare Hazel, i suoi occhi erano fissi sulla sua fica e non avrebbero potuto strapparsi neanche volendo da una simile visione. Il profumo di quelle carni fradice di desiderio gli riempì i polmoni già al primo respiro e Adam se ne fu subito inebriato, così come il suo cazzo pulsò con violenza nel vedere quella magnifica femminilità fremere e Lucia trattenere un gemito con le dita. - Sì, sì, tutto, tutto! - ringhiò, quasi, affermando che le avrebbe chiesto tutto, che l'avrebbe pure supplicata per averla, per poterla leccare ma le parole giuste non venivano, non c'erano: la sua lingua era tesa, leccava famelica le labbra e sognava il momento in cui si sarebbe saziata tra quelle carni roride, immergendosi tra di esse e i loro umori, ormai quasi dimentica della possibilità di parlare e decisamente troppo rigida, troppo goffa per poterlo fare con eloquio. Ma Adam sapeva che bisognava parlare, sapeva che doveva dire qualcosa ma la sua mente era ormai finita in un cortocircuito di lussuria che, al massimo, le permetteva di bofonchiare qualche vagito ma non certo parole coerenti!
    Voglio leccarla, voglio! Devo, devo! Impazzirò se non ti lecco la tua figa, impazz-! quasi urlò, strappando con quella roca violenta supplica qualche parola alla sua mente stravolta, prima che qualche goccia dolcissima gli umori gli finissero tra le labbra, che immediatamente leccò, mentre Lucia oscillava davanti a lui, impaziente e bisognosa di cure; emise un ringhio che non aveva nulla di umano e, semplicemente, si tese sulle braccia e con un assalto degno di una fiera feroce, fece incontrare le sue labbra con quelle carni tanto bramate. Immediatamente le due donne si sarebbero sentite riempire fino all'utero da quella lingua carnosa, mostruosa e semplicemente bollente, mentre Adam mugugnava di gioia e con gli occhi chiusi si gustava il loro dolcissimo, meraviglioso sapore. Era più che affamato, era ingordo e fece saettare al sua lingua subito, con forza, con desiderio e forza, incurante che gli umori e la saliva gli scorressero ai lati della bocca. Eppure quello non fu che l'inizio perché la piccina attivò il cerchio magico che aveva tracciato sul suo petto diffondendo in lui una quantità controllata di eromanzia... senza poter immaginare a cosa avrebbe portato una simile azione.
    In un attimo, infatti, l'eromanzia che risiedeva nel corpo della tiranide reagì come un fuoco a cui viene lanciato dell'alcool, cioè fiammeggiando e cercando uno sfogo: lo trovò alterando ancora l'aspetto dell'uomo, sempre lasciandolo in una forma ibrida ma rendendola un po' più simile a quella mostruosa e, dunque, più grande. Lucia lo avrebbe percepito immediatamente perché avrebbe sentito quel corpo già statuario gonfiarsi e crescere ancora ma, soprattutto, avrebbe sentito crescere quella lingua già enorme, riempire la femminilità sua e di sua madre dilatandola oscenamente, mentre la bocca che poteva aprirsi maggiormente, inglobava tra le labbra morbide dell'uomo anche quel perverso clitoride. - La tua fica... la tua fica è buonissima! Ti voglio, Lucia... ti scoperò tutta la notte, tutta la notte! - ringhiò con la bocca piena di lei, poiché grazia all'eromanzia si era avvicinato ancora di più alla sua forma mostruosa e aveva ottenuto le sue corde vocali mostruosi. Ma la reazione della sua eromanzia non si limitò a questo e concentrandosi nell'area che, al momento catalizzava il suo desiderio, cioè la sua lingua, la saturò al punto che la ricoprì di piccoli, perversi cristalli di pura energia eromante! Lussuria cristallizzata che si sfregava costantemente dentro di loro, che premeva sulle loro carni, che dilagava nel loro utero assieme a quella lingua enorme, mostruosa e quasi tentacolare. Adam le rivolse uno sguardo da belva affamata, uno sguardo in cui il rosso dei suoi occhi ardeva come lava: - Dammi la bocca di Hazel, Lucia. - una richiesta... o forse un ordine? Difficile dirlo, dato che se nel modo in cui leccava la loro figa, in cui l'adorava con la lingua vi era una profonda, intensa sottomissione, in quello sguardo ardeva un desiderio tutto bestiale che non vedeva autorità, né contemplava un diniego. Di certo, se la demone avesse creduto che Adam l'avesse dimenticata, le sue parole l'avrebbero rassicurata del contrario.... l'unico problema? Che, a seguito dei cambiamenti del suo corpo, quel cazzo già enorme era divenuto semplicemente colossale e pulsava minaccioso, mentre una cascata di liquido preseminale, caldo e vischioso, scorreva lungo l'asta, fino a bagnare le gonadi gonfie e le lenzuola sottostanti, un cazzo che forse si sarebbe rivelato troppo persino per una donna come lei.
     
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    "Lucia è la donna più bella e femminile che io abbia mai visto"
    Lucia sentì il suo cuore riempirsi di calore a quella risposta pronta verso sua madre, e se anche ciò che seguì le fece sussultare il sesso turgido e ciò che, ancora, venne più tardi la riempì di senso di sfida, quella dichiarazione aleggiò nella sua mente per molto tempo, e probabilmente avrebbe continuato a farlo anche dopo quel giorno. Nonostante la situazione richiedesse tutt'altra espressione, non poté trattenere un sorriso commosso, dolcissimo, che proseguì per diversi istanti mentre guardava Adam negli occhi con visibilissima gratitudine. Il passaggio da quella stessa dolcissima espressione alla determinazione più pura fu tuttavia molto breve, andò praticamente di pari passo con le parole di sfida dell'uomo e le sue successive provocazioni verso Hazel, alle quali Lucia reagì con il sorriso, dapprima grato verso Adam, che si fece invece via via malizioso, un piccolo ghigno d'intesa che solo lui avrebbe potuto vedere.
    Sì, madre... Adam ha ragione. Posso sentire anch'io quanto tu sia eccitata... Forse, piuttosto che perdere tempo con le tue cattiveria nei miei confronti, dovresti preoccuparti di iniziare a supplicare per ricevere attenzioni... E non ti assicuro che le avrai.
    Lucia poteva davvero parlare... così? Si stupì ella stessa delle proprie parole, si sentiva un po' come un'attrice che si sforza di entrare nel personaggio, tuttavia... vuoi il rancore accumulato nei secoli, vuoi il bisogno di rivalsa, a dirla tutta le venne via via sempre più facile sollevare il mento e perdere man mano la propria timidezza, del tutto quasi, un po' come se stesse cambiando metaforicamente pelle davanti agli occhi increduli dei presenti: si immaginava come una scultura di gesso in quel momento, la sua dolcezza, la sua riservatezza, la sua debolezza, se vogliamo, tutto ciò che la rappresentava solitamente erano lo stampo già secco, pronto per essere colpito, danneggiato e lasciato cadere, e quando ciò fosse successo, la suo interno ci sarebbe stata una nuova lei, dai contorni più decisi, dall'essenza migliore. Forse era un po' troppo sognatrice, eppure quella sua profonda visione di sé, in quel momento era tangibile, visibile attraverso l'atteggiamento appena impacciato, ma sicuro e determinato che aveva preso. Hazel riuscì nonostante l'ovvia sorpresa e gli occhi strabuzzati per l'oltraggioso comportamento di entrambi, a scuotere la testa e sorridere dopo l'iniziale sgomento, riprendendo il suo sorriso affilato per potersi concedere una breve ma sonora risata sdegnosa, che Lucia le concesse di fare poiché la pianta lasciò parlare la demone. Hazel ansimava tantissimo nonostante tutto, poiché, sebbene non fosse abbastanza grosso per farsi sentire, quella specie di radice cava stava portando al suo intero corpo così tanto afrodisiaco eromante che l'ano risultava gonfio, molto più schiuso ed era sicura anche più sensibile, mentre la sua fica gocciolava letteralmente producendo rumori osceni sul vaso di terra da cui usciva la driade nella sua pianta. La stava innaffiando con i propri umori e quest'ultima pareva diventare sempre più forte, serrando via via la presa.
    Umpf. Anf Non ti sembra di esagerare, anf figlia? Anzi... non vi sembra anf anf di esagerare entrambi anf? Esattamente quanto pensate di poter provocare un demone risalito dall'Inferno anf, prima di essere divorati vivi? Potete blaterare quanto volete di quanto io desideri il cazzo... nnnhg, di Adam nh-nella mia fica affamata... ma ciò non cancellerà il fatto che appena anf, mi libererò di queste perverse radici, anf voi due sarete fottuti... letteralmente.
    Ci sarebbe stato da rammentarle il modo in cui era bastato stimolarle un po' il culo per trasformarla in un'ameba senza volontà che non fosse essere posseduta per bene, ma Lucia era troppo educata per spingersi così in là. Ehi, cosa stai?! Tu puoi..? Com'è possibile?! Eccola poi compiere quella specie di miracolo che aveva visto, finalmente, un suo incantesimo riuscire al primo colpo, senza ripercussioni di alcun genere che non fossero semplicemente deliziose: ovvero il gonfiore del cazzo di Adam che si fece se possibile maggiore, quasi spaventoso come in precedenza... ma sentiva di poterlo ancora gestire, così com'era sicura di poter affrontare il ringhio rabbioso di sua madre che, ben presto, sfumò in un mugolio così sensuale, che eccitò maggiormente anche lei. Le reazioni di Adam e di quel fallo magnifico a quel punto, le riempirono il cuore di così tanta passione e orgoglio che si sentì quasi di galleggiare su quel materasso morbido, come se potesse levitare da un momento all'altro, proprio come aveva potuto fare un tempo, quando era uno spettro solitario. Eppure se in passato aveva forse provato nostalgia per simili capacità, in quel momento preciso non ne sentiva la mancanza, perché la sensazione di avere Adam in proprio potere superava di gran lunga quella di volare. Troppo romantico, forse, ma invero c'era ben poco di sentimentale in ciò che stava provando, era più qualcosa di profondo, intenso, che partiva dal suo petto -certo-, ma al contempo si diramava raggiungendo ogni singola parte del suo corpicino, facendo rabbrividire ed eccitare al proprio passaggio ogni parte che sfiorava, come una sorta di pulsazione estesa: dal cuore, alle braccia e le cosce che rabbrividivano per la pelle d'oca e le cui estremità fremevano per toccare, carezza, afferrare, passando soprattutto per la boccuccia la cui salivazione era aumentata talmente che un rivolo dolce le brillava all'angolo, là dove le labbra si univano, come se stesse guardando un succulento dolce che non vedeva l'ora di addentare, così come il suo petto i cui seni sembravano quasi volersi protrarre fino a raggiungere la bocca di Adam, sembrava in effetti si stessero gonfiando, così come -soprattutto- il suo sesso turgido e, ancora, la vulva di Hazel dalla quale poteva percepire ogni singola pulsazione e sensazione, proprio come se ne fosse la proprietaria. Scivolare sul cazzo di Adam e sentirlo fremere e gonfiarsi per lei, con gli aculei che avevano invano tentato di agganciarle la carne morbida era stato divino, certo, ma nulla era paragonabile alla reazione della tiranide allo spettacolo che lei, solo lei le stava offrendo. Non si sentiva neppure più gelosa del fatto che Adam guardasse sua madre con desiderio, perché ora ella stessa si era appropriata in un certo senso dell'intimità della donna... era sua adesso, ed era come se l'uomo stesse guardando, sfiorando, e in futuro leccando, entrambe contemporaneamente. Lucia non poté far altro che agitare i fianchi tondi e ondeggiare il bacino leggermente mentre il desiderio di sua madre la invadeva. La loro intimità gocciolava senza ritegno sulla faccia di Adam, finendogli sulla lingua e sulle labbra come se volesse invitarlo ad aprirle. Lucia si aggrappò ai suoi capelli con una mano, carezzandoli fino a porre la mano a coppa per poterlo avvicinare a sé e fargli sentire ancor più il profumo intenso di quelle carni miste. Il suo fallo fremeva, fremette ogni singolo istante finché Lucia non si rese conto di aver fatto un tremendo errore: quando la testa della tiranide scattò tra le sue cosce entrambe, sia lei che Hazel -benché in modo più soffocato- sussultarono e gridarono all'unisono, sorprese, un grido che sfumò ben presto in un mugolio prolungato e ansimante, finché Lucia non inarcò la schiena all'indietro ancorando entrambe le mani nella massa morbida dei capelli di Adam, stringendoli come se fossero briglie perverse. Lo tirò a sé, non poté fare altro, mentre strizzava gli occhi e spalancava le labbra, ansimando e gridando al contempo.
    Oh... cielo... santissimoh...
    Quello era il Paradiso. Se da ""maschio"" era stato intenso venir presa dalla lingua e dalla bocca di un uomo, da femmina le sensazioni erano praticamente quadruplicate, la scienza non mentiva su questo: era come se fino a quel momento il suo sesso fosse stato coperto da un sottile ma ben presente strato di carne, e ora quella carne era stata completamente scoperchiata lasciando il fulcro più sensibile del suo essere esposto, inerme, vulnerabile. Lo aveva provato poche rare volte in vita sua grazie a Thresh, ma ogni singola volta era come un'esplosione di sensazioni. Gridò, come impazzita, mordicchiandosi il labbro mentre con gli occhi chiusi tentava di trattenere un orgasmo immediato, iniziando poi -senza poter resistere- a muovere il bacino a ritmo della lingua di Adam, iniziando ben presto a pulsarvici contro... No... no! Stava perdendo il controllo! Di nuovo! Doveva assolutamente riprenderlo...
    Nnnh... nh-no! Ahdam... Ahdam!
    Si sentì sollevare dal materasso, le ginocchia persero appoggio e lei si tenne più stretta, più forte, forse persino facendogli male, ma non stava spiccando il volo per le sensazioni che provava, niente di così romantico, eppure altrettanto bello: era Adam che la stava sollevando, perché tutto il suo corpo stava crescendo. Tutto. Lucia non poté fare a meno di aprire gli occhi, le palpebre comunque pesanti, erano già lucidi per l'intensità del tutto ma si stava trattenendo, doveva, e soprattutto voleva. Lo guardò in viso, del quale poteva distinguere solo gli occhi che ipnotici la fissavano mentre la sua lingua si impadroniva completamente delle sue interiora, facendola contorcere, gridava, mugolare e agitare sulla sua faccia. Il destino di Hazel non era molto diverso, anche ella provava a gridare contro la pianta che la bloccata e anch'ella si agitava, tentando invano di stringere le gambe in cerca di sollievo, gambe che purtroppo era costretta dalla legatura delle liane a tenere larghe, spalancate, alla mercé dell'aria che stimolava ulteriormente la sua intimità spalancata, da cui era possibile distinguere l'interno roseo. Sì, perché leccando Lucia era come se Adam stesse letteralmente affondando anche in Hazel, solo che nel suo caso le ripercussioni fisiche erano completamente esposte alla vista data l'assenza di una reale presenza dentro di lei.
    Nh-non potete... battermi... così... Mi stai... facendo... il solletico!
    Era una bugia. Una sporca e vile bugia, poiché se Lucia poteva provare ciò che Hazel sentiva, Hazel poteva provare ciò che Lucia viveva, e il quel momento la giovane era sull'orlo di uno degli orgasmi più letali e intensi che avesse mai sperimentato, lottando in bilico del precipizio per non cadere... Non poteva! Adam avrebbe potuto sentire le piccole unghie di Lucia sulla carne, mentre la sua espressione si faceva quasi arrabbiata, irritata con se stessa piuttosto che con lui. Era delusa per aver allentato la presa senza pensarci, era delusa perché nonostante la determinazione non riusciva a smettere di dimenare i fianchi e il bacino, ma soprattutto era disperata perché quelle sensazioni erano semplicemente, troppo, troppo dannatamente perfette per trattenersi... ma non farlo significava perdere, dal suo punto di vista.
    Nhhhh-non ti... posso... permettere... di farloh. Io... io farò anche di meglio, Ahdam! Io... posso farlo! E lo farò, madre! State a vedere...
    Con quei pensieri rivolti anche ad Hazel, Lucia tirò con ogni forza che aveva la testa di Adam, ben decisa a staccarlo da sé e tenerlo giù, anche se quella lingua immensa non avrebbe fatto altro che scivolare velocemente dentro di lei, dando probabilmente il colpo di grazia a quelle carni ipersensibili. Nell'istante stesso in cui le sue manine delicate tirarono, Adam si sarebbe visto avvolgere da nuove liane, almeno 3 per ogni lato del letto, che sarebbero saettate velocemente contro il suo corpo, legandolo a "x" nel letto, sforzandosi di riportarlo forzatamente con la schiena contro il materasso, che a quella forza e sotto il suo peso finì per cedere leggermente, mentre i piedi cadevano spezzati. Entrambi sussultarono per il tonfo e il colpo con il terreno, ma ciò servì solo a far gemere Lucia per il colpo diretto con la faccia di Adam, strappandole un mugolio che si trasformò in un gemito prolungato quando alla fine riuscì, con gambe tremanti a dir poco, a sollevarsi da lui. Lo fece abbastanza per cambiare posizione, velocemente e con un'agilità resa non troppo fluida dal tremore, ma certamente ancor più invitante alla vista. Adam si sarebbe sentito spinto via da un'energia magica incombente, costretto momentaneamente a sfilare la lingua da lei ritirandola come se una forza arcana glielo ordinasse, lì avrebbe potuto ammirare la sua vulva spalancata pulsare visibilmente, restando leggermente aperta anche una volta libera, così come avrebbe potuto osservare un cambiamento nell'aspetto e nelle dimensioni di Lucia proprio mentre si alzava da lui, continuando a trattenergli il viso mentre si staccava forzatamente: venne illuminata da una luce fortissima, accecante, rossastra, diversa da quella verde precedente, poi due corna simili alla madre ma ancora più grosse iniziarono a formarsi sulla sua sagoma completamente illuminata, mentre le dimensioni del suo corpo cambiavano. Quando la luce scemò, Adam avrebbe potuto ammirare il petto di Lucia gonfiarsi sensibilmente, le sue gambe piegate allungarsi, le dita che gli stringevano il viso avvolgerlo molto meglio, e il viso farsi più maturo. I suoi occhi divennero gialli, con pagliuzze rosse come i suoi occhioni precedenti, e alla fine davanti a lui vi era una donna diversa, con un corpo completamente nuovo.
    Non sei tu a guidare, Adam... Tu sei mio. Devi solo ubbidire.
    Avrebbe avuto ben poco tempo per ammirarla, giusto quelle brevi parole, ansimanti forse, ma per nulla incerte, poi Lucia avrebbe approfittato fin da subito della nuova legatura per cambiare ancora una volta posizione, voltandosi fino a mostrargli di nuovo quel culo magnifico, tenendosi a quattro zampe sul letto per sistemarsi bene, lasciandogli per interminabili istanti quella fica magnifica lontana, così lontana che per raggiungerla avrebbe dovuto allungare la lingua allo stremo per poterla sfiorare ancora. E se lo avesse fatto o meno, Lucia avrebbe subito abbassato il bacino una volta posizionata, sedendosi letteralmente a cavalcioni sulla sua faccia e ritrovandosi il suo grosso cazzo davanti agli occhi, così come una Hazel, semplicemente sconvolta, che la fissava incredula. Quella... era Lucia completamente fusa a sua madre. Il suo ano gonfio era identico a quello che la demone sentiva pulsare fino alle lacrime tra le sue natiche, le sue corna erano visibilmente simili alle sue, anche se persino più grosse, e il suo sesso ingrossato somigliava a un mix delicato e più armonioso tra il clitoride immenso e il sesso minuto di Lucia. Probabilmente sarebbe cresciuto di dimensioni quando il sigillo fosse stato spezzato di nuovo, poiché al momento l'unica cosa ingrossata di Hazel erano i suoi capezzoli e il clitoride esposto, completamente pulsante e bisognoso di attenzioni. Ma dov'era la lingua che Adam aveva ordinato di avere? Lo avrebbe scoperto presto, ma solo la demone poté vederlo, mentre si guardava attraverso gli occhi di Lucia con un'espressione assolutamente basita in volto: la osservò sorridere, vide i suoi canini brillanti, poi la vide spalancare le labbra e fu costretta a farlo a propria volta, tentando di dire qualcosa ma ottenendo solo dei lamenti a bocca aperta incomprensibili, dalle labbra di Lucia si allungò a quel punto una lingua leggermente biforcuta e lunghissima, ancora più lunga di quella della madre poiché era appunto la fusione con la sua, e quest'ultima non esitò un solo istante per avvolgersi intorno al cazzo abominevole di Adam prima di spalancare la bocca, pronto ad accoglierlo tutto... non prima però di aver ansimato e chiuso gli occhi ferini, mugolando per il piacere di quel sapore.
    Tutti e due... siete miei.
    A quel punto affondò la testa, accogliendolo tutto in una volta sola, e la cosa meravigliosa era che in quel frangente fu Hazel stessa, con la bocca orrendamente spalancata da un cazzo invisibile, a gridare e ribaltare gli occhi, mentre Lucia invece li chiudeva sospirando. Iniziò a muovere il bacino lentamente ma con violenza, premendolo tantissimo contro le labbra di Adam in modo che la sua lingua affondasse completamente e il suo sesso turgido potesse toccargli il collo e bagnarlo mentre si strusciava su di lui senza ritegno, sinuosa come una micia in calore. In quella forma aveva preso la forza demoniaca di Hazel e si vedeva, probabilmente si era appropriata anche di un po' del suo modo di godere imperturbabile perché, semplicemente, sorrideva mentre osservava sua madre tutto il tempo, affondandosi nella gola quell'enormità senza ripensamento alcuno, gonfiando il suo stesso esofago e quello della demone ad ogni affondo e stringendo le guance ogni singola volta che risaliva in modo osceno e sentito, vorticando al contempo la lingua tutt'intorno, fino alle palle, intorno a cui aveva intrecciato la punta come un fiocco che le avvolgesse entrambe. Davanti a quello spettacolo, Hazel si dimenava con la bocca spalancata che gocciolava saliva dalla lingua penzolante, fin quasi a creare un vero e proprio rivolo continuo che finiva irrimediabilmente tra i suoi enormi seni intenti a sussultare ritmicamente. Era visibile il godimento che stava provando nell'assaporare quel cazzo divino attraverso la bocca di sua figlia. Aveva scommesso che fosse buono, ma non avrebbe potuto immaginarlo così buono. Adam avrebbe potuto impazzire a quel punto, perché insieme a quell'incantesimo assurdo che li univa tutti, intrecciando le loro emozioni e la loro lussuria, lui in particolare non avrebbe ottenuto solo una dose di Eromanzia senza eguali, ma anche una vista intrecciata su ogni singolo particolare della stanza: si sarebbe reso conto che poteva vedere contemporaneamente dagli occhi di Lucia mentre le sue labbra le ingoiavano il cazzo, da quelli di Hazel che aveva completa vista sul suo viso e sui seni pesanti che gli si appoggiavano addosso ad ogni affondo, e anche e sopratutto dai suoi, ovviamente, che avevano invece la portata principale spiaccicata in faccia. Era come se avesse ottenuto 3 punti di vista separati, che poteva all'occorrenza isolare l'uno dall'altro, ma che in diverso modo gli consentivano di godersi lo spettacolo da più posti d'onore.
    F-fammi venire, Ahdam! Fammi venire!
    Lucia impose quell'ultimo ordine mentre era già quasi sull'orlo dell'orgasmo dal suo solo delizioso sapore, parlando mentre vorticava con la lingua intorno a tutta la base ottenendo un tono di voce biascicato e osceno, di cui tuttavia non pareva importante in quel momento. L'unico modo per Adam, di ottenere controllo da quella situazione, a quel punto sarebbe stato strappare con la forza quelle liane turgide, in diverso modo la scelta era continuava a subire e godersi quella 69 imposta da una donna che di Lucia aveva ben poco... se non il desiderio di rivalsa. Quella era la rivincita di secoli di angherie per lei, e sentiva di potersi spingere davvero, davvero in alto... La vera domanda era: Adam si sentiva pronto a guardare?

    Edited by .Bakemono - 3/11/2019, 16:47
     
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    Poche cose sono più disarmanti di un sorriso commosso, soprattutto se giunge inaspettato come ebbe a scoprire Adam osservando quello splendido, pieno di dolcezza che abbellì le labbra di Lucia per qualche attimo: era completamente impreparato a riceverlo e lo travolse con tutta la sua insospettabile, gentile forza, costringendolo a sgranare gli occhi e a rispondere subito dopo, cancellando la sua espressione sorpresa, con un altro sorriso, stavolta un po' incredulo e, proprio per questo, un po' stupido. Anche se il momento era tutt'altro che adatto, infatti, si sentì sciogliere dalla profonda tenerezza che la reazione della piccina gli aveva provocato e il desiderio di liberarsi da quelle liane per poterla abbracciare teneramente e baciarle ancora le gote paffute, coccolandola come aveva tentato di fare prima di essere interrotto (A ragione) da Hazel si fece acutissimo. Certo, questa tenerezza non rendeva il suo cazzo meno duro o pulsante, né cancellava la bramosia che tendeva i suoi muscoli scolpiti, semplicemente esprimeva tutta l'empatia, tutto il novello affetto che sentiva di provare verso quella dolce, sorprendente giovane; dopotutto, benché il suo desiderio non ne fosse indebolito, Adam era consapevole che quanto stava condividendo con le due donne non era semplice piacere o uno svago più o meno proibito, bensì un'opportunità per divenire delle persone migliori. Per Lucia rappresentava la rivalsa, l'accettazione di sé e del suo corpo, per Hazel forse la possibilità di esprimere quell'affetto materno che lei per prima curava di nascondere, mentre per lui... per lui era un modo per aiutare qualcuno e, allo stesso tempo, sentirsi meno sporco. Se, infatti, dal suo incontro con Hilda si era accorto che il sesso, il piacere erano aspetti fondamentali della sua vita, dei bisogni a cui non riusciva a rinunciare e che, in qualche modo, erano espressione di una parte di sé (Come l'eromanzia ben evidenziava) soddisfarli con loro non lo faceva sentire in colpa, né gli dava la sensazione di star commettendo qualche atto meschino o volgare, anzi sentiva che stava condividendo un'esperienza di mutuo aiuto, di rispetto reciproco e che sia Lucia che Hazel sarebbero potute diventare dei punti fermi della sua vita. Queste non erano considerazioni di comodo, un modo per nascondere la bramosia, la carnalità dei propri desideri dietro un affetto prematuro o un altruismo di facciata, poiché davvero il sorriso grato che gli rivolse Lucia gli rimescolò l'animo e davvero l'urgenza di unirsi a lei, di godere con lei si sublimava in qualcosa di più, in qualcosa che non gli riusciva di definire e che pure era presente e rendeva il suo animo quieto, appagato, quasi... felice. Per questo motivo, se avesse potuto, avrebbe allungato una mano per carezzare la gota di Lucia e, perché no, avrebbe apposto un tenero bacio a stampo su quelle labbra invitanti, gonfie dal desiderio e curve dalla dolcezza. Ovviamente non poteva e si godette, dunque, la trasformazione di quel sorriso in un'espressione più decisa, maliziosa quasi mentre la piccina rispondeva per le rime a un Hazel stupita, oltraggiata e anche un po' fiera della spigliatezza mostrata da sua figlia.
    Inevitabilmente, dunque, il suo sguardo adorante, ammirato passò sulla demone e in questo passaggio divenne più affamato e beffardo, poiché fu divertente e conturbante vedere quella guerriera giunonica, sicura di sé ben oltre l'arroganza, lanciare loro vuote "minacce" mentre gli ansimi si affastellavano tra una parola e l'altra e il suo povero corpo, più affamato che mai, fremeva e lacrimava il suo desiderio in una serie di rivoli di umori bollenti e sicuramente dolcissimi: non bramare l'assaggio di tali, perversi rivoli era pressoché impossibile, così com'era impossibile non desiderare di succhiare, mordere quei seni meravigliosi o di affondare il proprio cazzo in quella fica fradicia, annegata nell'urgenza della propria brama. Schiuse la bocca per risponderle a tono, mentre immaginava in che modo intendeva fotterli entrambi (Magari cavalcandolo mentre lei conquistava il culetto di Lucia? Il pensiero di un incesto stavolta spontaneo, consumato davanti ai suoi occhi lo turbò e lo eccitò esponenzialmente) ma, pochi attimi dopo, anziché le parole dalle sue labbra sfuggì soltanto un lungo, stupito sospiro: la piccina, infatti, aveva fuso il suo sesso con l'intimità di Hazel e adesso, davanti agli occhi sgomenti e famelici di Adam, vi era una splendida femminilità schiusa, rorida di umori e profumatissima. La guardò completamente rapito, seguendo i movimenti dei suoi fianchi anche col volto, come una serpe ipnotizzata dal flauto di un incantatore, leccandosi bramoso le labbra ogniqualvolta una goccia di umori lo raggiungeva, sospirando quasi di piacere quando Lucia gli afferrò i capelli e gli sollevò la testa con fare sicuro da dominatrice. Attendere che gli desse il consenso esplicito per leccarla fu impossibile, così come fu impossibile controllare il proprio corpo: non appena poté congiungere le proprie labbra a quella fica meravigliosa lo fece, conquistandola immediatamente con la sua lingua lunghissima e fremendo, mugolando quasi come una bestia soddisfatta nel sentire i due diversi gridi che si levarono all'unisono dalle due donne. Entrambe godettero di lui, della sua brama, della sua fame e Lucia, malgrado non gli avesse dato il suo esplicito permesso, prese a danzare sul suo volto come una baccante, seguendo spasmodicamente i movimenti, la furia della sua lingua mentre le sue mani gli tiravano con forza i capelli, facendolo sentire davvero come uno stallone la cui propria fantina stava maldestramente cercando di donare. Fu meraviglioso essere lì, legato, con il suo corpo sul suo viso, col cazzo eretto straziato dalla gelida indifferenza dell'aria e, malgrado tutto questo, sentirsi il padrone delle sensazioni di Lucia, il burattinaio del suo godimento: la sua fica, infatti, si contorceva in spasmi violenti attorno alla sua lingua, i suoi fianchi si premevano istintivamente contro la sua bocca, le sue grida saturavano l'aria assieme alle invocazioni del suo nome, a quei "no" che non potevano essere creduti perché erano rinnegati per primi dal suo corpo: in un attimo aveva dimenticato cosa stavano facendo, qual era il senso profondo di ciò che stavano condividendo e una bramosia cieca, una lussuria da belva lo invase e tutto il suo essere, corpo e anima, si tesero nel comune obiettivo di farla godere.
    Perché no? Godi Lucia, godi per me, godi di me: voglio saziarmi dei tuoi umori, voglio far godere tua madre col fantasma della mia lingua... - rispose alle sue invocazioni con quella voce calda, mostruosa eppure inebriante come un liquore invecchiato che proveniva dal fondo della sua gola, guardandola con due occhi rossi profondi come abissi, brucianti come inferni affamati della sua carne, della sua anima. Occhi che la scrutarono a lungo, prima di concentrarsi sulla figura di Hazel, quella demone impudente che anche con la fica spalancata dal "fantasma" della sua lingua, completamente esposta al loro sguardo, all'aria troppo fredda della stanza, aveva il coraggio di minimizzare, di dichiarare un controllo che non aveva più da tempo. Adam desiderò intensificare i movimenti della sua lingua soltanto per deformare completamente lo splendido volto della demone, trasfigurarlo in una vera e propria maschera di forzato piacere e costringere entrambe, madre e figlia, a un orgasmo violentissimo, da strappare loro il fiato e, per i lunghi attimi successivi, ogni traccia di consapevolezza di sé e della realtà che li circondava. Si stava anche apprestando a tradurre in azione questo suo desiderio quando Lucia esplose in un fermo rifiuto, mostrando un volto pieno di una furibonda determinazione e facendo forza con entrambe le mani affinché lui abbassasse il capo: inutile dire che si oppose con tutta la viva forza del suo collo e delle sue spalle muscolose, nonché con tutta l'interminabile lunghezza di quella lingua mostruosa, bollente e incredibilmente carnosa, ribelle e indomito come mai era stato prima, quando cercava un posticcio ma premuroso equilibrio nelle sue reazioni; ecco, in quel momento l'Adam amorevole che desiderava abbracciarla, stringerla a sé teneramente era scomparso ed era rimasto un uomo eccitato che voleva far godere la sua donna anche se era legato, anche se lei lo respingeva con le mani. Proprio per questo motivo, sentendosi afferrato da quelle nuove radici, emise un ringhio pieno di disappunto mentre veniva schiacciato contro il materasso e i piedi del letto, sottoposti a una pressione eccessiva, crollavano con un gran fracasso e senza troppo stupire la tiranide: in effetti fu come se quell'imprevisto non riuscì a distoglierlo dal punto principale e cioè che voleva a tutti costi la fica di Lucia sulle sue labbra, che voleva sentirne il sapore, il calore sulla sua lingua, voleva dissetarsi con i suoi umori. Mugolò di gioia, infatti, nel percepire la sua femminilità premersi contro le sue labbra nel momento della caduta e protese il più possibile la lingua verso di lei per evitare che riuscisse a sfilarsi da lui e di sicuro ci sarebbe riuscito, vista l'oscena lunghezza di quel muscolo mostruoso ma, improvvisamente, una potente energia lo costrinse a liberarla e osservare il corpicino di Lucia mutare davanti ai suoi occhi.
    Un'energia rossastra, infatti, aveva ricoperto quel corpo minuto e quando lo abbandonò, rivelando nuovamente la sua figura, Adam la guardò sgomento e incredulo: la dolce piccina, infatti, aveva lasciato il posto a una meravigliosa demone adulta, dal corpo slanciato e formoso, una demone che lo guardava sicura e padrona di sé. Era semplicemente bellissima, sembrava una sorta di fusione completa tra lei e la madre o, meglio ancora, una sublimazione delle loro essenze, tanto che l'uomo se ne sentì completamente disarmato e, con l'enorme lingua a penzoloni sulle labbra, non poté far altro che guardarla estasiato, pieno di meraviglia. - Lucia... - sussurrò rapito al suo comando, a quel modo così sicuro, così imperioso che aveva di rivolgersi a lui, mentre rabbrividiva come un verginello a quel "tu sei mio" che aveva afferrato e tirato corde profonde, ancestrali del suo essere e della sua natura. Lo sguardo, però, estasiato che le aveva tributato divenne quasi disperato nel vederla allontanarsi ulteriormente da lui, lasciandogli il viso per voltarsi e mostrargli un culo magnifico, oltre la perfezione che non poteva essere suo: con la repentinità di una belva, dunque, fece saettare la sua lingua verso la sua fica, tendendola al massimo al solo di scopo di poter sfiorare al sua femminilità, quelle carni roride di umori e della sua saliva, ancora deliziosamente schiuse. Tuttavia tale gesto non servì poiché un attimo dopo, riempiendolo di un'incredula gioia, Lucia lo anticipò e si sedette letteralmente sul suo viso, impalandosi su quella lingua enorme, mostruosa, che prese a riempirla con furia prima sconosciuta. Lucia avrebbe potuto comprendere (Come se non lo sapesse già) quanto tutto quello che era appena accaduto lo aveva eccitato oltre ogni misura, non solo dai fremiti del corpo enorme che la sosteneva o dalla tensione dei suoi muscoli ma, più semplicemente, dalle pulsazioni e dai veri e propri zampilli di presperma che interessarono quell'immenso cazzo, ormai supplicante attenzioni. - Sì, tuoi, siamo tuoi! Per sempre tuoi, per sempre!!! - ringhiò fuori di sé prima di abbandonarsi a dei gemiti bestiali, bollenti nel percepire una lingua lunghissima, meravigliosa stringersi attorno al suo cazzo e portare, dove lo avvolgeva, un paradisiaco senso di sollievo e appagamento; gemiti che divennero ruggiti di vere e proprio godimento quando, improvvisamente, alla lingua si unì la bocca e poi, di colpo, tutta la gola della donna: l'intero corpo di Adam si tese e si spezzo in una miriade di tremiti sconvolti, mentre quel cazzo immane si gonfiava ulteriormente nella gola della donna e vomitava fiumi di bollente e dolce liquido preseminale, pulsando come se dovesse esplodere da un momento all'altro. - Sì! SI! LUCIA, LUCIA! RRRGGGGGHH! - ruggiti violenti facevano gonfiare la sua gola profonda e tremare la lingua mostruosa conficcata nella sua fica, nel suo utero, mentre contraeva i glutei marmorei, i muscoli scolpiti delle gambe per protendere quanto poteva i fianchi e dunque il cazzo verso di lei, verso la sua gola, verso quello stomaco che le dimensioni assurde di quel colosso potevano quasi ardire di conquistare. E poi, mentre Lucia aveva la gola ingombra del suo cazzo e Hazel gemeva ormai persa, ecco che una visione o, meglio ancora, un caleidoscopio di visioni, di immagini si sovrapposero nella sua mente: Lucia che con decisione e perversa eleganza gli succhiava il cazzo, Hazel stretta alla driade che boccheggiava con la bocca e la fica pieni del suo eco, della sua essenza e, infine, il culo di Lucia che gli ondeggiava davanti necessario e irraggiungibile al contempo, che cavalcava la sua lingua, anzi la stava addirittura sbattendo come la più sicura e perversa delle dominatrici. Non riuscì più a controllarsi e l'orgasmo che immediatamente, ridicolmente troppo presto, aveva preso ad affacciarsi sui suoi lombi divenne una forza trascinante, assolutamente irresistibile. - LUCIALUCIALUCIA!!!!!!! - una cantilena ruggita, roca di desiderio e inframezzata da gemiti quasi bestiali, mostruosi prima che quell'immenso cazzo, tendendo al massimo i suoi aculei, esplodesse in un orgasmo semplicemente inumano: un fiume di denso, bollente seme che avrebbe investito la sua gola e il suo stomaco come un distruttivo tsunami, anche perché il corpo di Adam in qualche modo riuscì a non trasformarsi completamente, rimanendo in quella forma ibrida tra l'umano e la tiranide ma non poté evitare di generare le braccia aggiuntive che, inevitabilmente afferrarono le corna della nuova Lucia e, senza alcuna delicatezza, la premettero contro quel cazzo mostruoso, prendendole a scopare la gola (E, al contempo, a scopare quella di Hazel) con una furia semplicemente indicibile. Non si liberò, però, anzi continuò a fotterle la fica con la lingua con tutta l'adorazione e l'impegno di questo mondo, aprendo anche la bocca secondaria sulla punta affinché che i "petali" di carne così schiusi le donassero quel piacere in più necessario per far venire lei e sua madre. E, in tutto questo, il suo cazzo non smise di venire, di esplodere in fiotti copiosissimi che avrebbero colmato il corpo di Lucia ma che, probabilmente, anche il loro "eco" avrebbe fatto lo stesso con quello di Hazel probabilmente sconvolta dalle sensazioni di sentire quella sborra bollente riempirla senza farlo davvero, magari anche deformandole il ventre benché dentro di lei non vi fosse materialmente nulla. L'orgasmo di Adam fu violentissimo ma soprattutto molto, molto lunghi e per tutti i minuti che durò non smise di scopare furiosamente la gola e la fica delle due donne ma, quando si esaurì, non utilizzò le braccia aggiuntive per liberarsi anzi: lasciò le sue corna e utilizzò quelle mani enormi, armate di artigli e ricoperte di carapace, per accarezzarla pregno di adorazione, sfiorandole i seni, carezzandole la schiena flessuosa... afferrarle quel culo perfetto con un sospiro di estatica gioia. Ma non fece altro e, dopo pochi attimi di famelica contemplazione, sciolse anche la presa sui suoi glutei e abbandonò le braccia supplementari distese sul materasso, docili e arrese. - Sono tuo, Lucia, sono tuo... puniscimi, ti prego, puniscimi ma... dammene ancora, di più, di più!! - gemette supplichevole, continuando a leccarle adorante la fica, completamente alla sua mercé: forse il gesto di scoparle la gola poteva essere stato frainteso ma Lucia in quel momento poté accorgersi che aveva completamente domato Adam o, meglio ancora, di aver piegato completamente la sua parte più ferina e istintiva, quella parte che rendeva il suo enorme cazzo, dopo un orgasmo simile, non solo ancora durissimo ma già pulsante come se fosse impaziente di venire ancora e ancora. La belva era domata... ma non per questo le sarebbe stato più semplice gestirla, anzi avrebbe presto scoperto che più Adam si sarebbe abbandonato a lei, alla sua volontà, più le sarebbe stato difficile mantenere il suo controllo, il suo dominio su di lui.
     
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    Dietro di te OwO

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    Mentre Lucia pronunciava a gran voce il suo diniego, neppure Hazel volle cedere l'ultima parola ad Adam, così come non volle darla vinta a Lucia stessa; era così contrariata che si rifiutò di stare zitta, e preda di troppi gemiti prese a comunicare anche tramite la pianta, ignorando qualsivoglia costrizione, fisica o magica che fosse. Un incantesimo facile per lei, che le permise di parlare attraverso la dolce boccuccia di quella driade rimasta muta fino a quel momento.
    Nh-non ci sperare... Ti ci vorrebbe anf molto di più anf che la lingua anf per farmi godere!
    Eppure mentiva, ancora una volta, spudorata. Se anche di base avesse potuto resistere, grazie alla sua immensa resistenza al piacere che non le fosse procurato attraverso il suo punto debole, in quell'occasione e con quell'incantesimo addosso era come se sentisse piacere sia per se stessa che per Lucia, qualcosa di così intenso che persino lei rischiava di venire precocemente e innaffiare ancor più pericolosamente quella misteriosa pianta malefica che probabilmente non aveva ancora mostrato tutte le proprie capacità. La demone cercò dunque di dimenarsi, di resistere tanto quanto la sua figlia ingrata, ma fu comunque lì lì per raggiungere un esplosivo orgasmo prima che la giovane staccasse forzatamente Adam dalla loro intimità, spingendola a mordersi le labbra nel maldestro tentativo di soffocare un grido che partì ben prima che i denti riuscissero a toccare il labbro pieno. La sua intimità si spalancò come una bottiglia di vino appena stappata, con una conseguente cascata di umori che inizialmente schizzarono da più angolazioni come una pistola di coriandoli. La sua fica rimase così esposta all'aria, spalancata e pulsante, con i seni ancora stretti in quella morsa sensuale che si alzavano e abbassavano per i suoi respiri concitati. Nel frattempo Lucia compiva proprio davanti ai suoi occhi l'impensabile: evolvendo il suo stesso incantesimo, potenziandolo addirittura, riuscì a fondere i loro corpi insieme, totalmente, facendo sì a quel punto che Hazel sgranasse gli occhi sorpresa. Il resto sembrava già scritto... Hazel che con la bocca costretta a spalancarsi e l'espressione ancora sconcertata, accoglieva in gola un cazzo enorme e invisibile perfettamente uguale a quello che Lucia, non senza soffocarsi da sola, stava accogliendo fino in fondo proprio in quel momento. Ciò che la giovane non si aspettava fu però la reazione di Adam, così intensa, ferina ed eccitante, che la colse completamente di sprovvista... sia lei che, suo malgrado, la demone cui la pianta continuava a pompare e pompare fluidi pregni di Eromanzia direttamente nel culo. Lucia sentì montare l'eccitazione e l'orgasmo, a quel punto trattenersi dal raggiungere l'apice sembrava inevitabile, eppure volle comunque tentare... e tentare... succhiando, leccando, gemendo e mugolando come una folle in calore... Un tentativo che ahilei durò poco, e si concluse con un suo grido, subito seguito da quello della madre in un coro idilliaco, entrambi completamente strozzati dal cazzo abominevole che Lucia fu costretta a ricevere ancora più profondamente nella sua gola, così come della presa ferrea a cui, d'improvviso, vennero sottoposte le sue corna. Lucia non era abituata a una zona tanto erogena, già solo possedere un'intimità femminile la rendeva sensibile oltre ogni immaginazione, fattore che di certo sarebbe stato mille volte peggiore se ella non avesse avuto un po' della forza di Hazel dalla propria parte, ma essere afferrata a quel modo superò qualsiasi aspettativa: era come se fossero due appendici fatte appositamente per venire afferrate, al pari del suo culetto sensibile, o dei suoi nuovi seni gonfi. Lucia gridò, mentre il suo corpo veniva sconquassato dai brividi... eppure non si sottrasse al proprio destino, anzi, con le lacrime agli occhi passò le braccia sotto le natiche di Adam e ancorò le mani dalle unghie artigliate alle sue cosce, succhiando come se ne andasse della sua vita nonostante i conati la facessero piangere... nonché eccitare come una vera pervertita. Quasi volesse restituire pan per focaccia, nell'impeto dell'orgasmo, con gli spasmi che la stremavano facendo fremere la sua vulva e il suo cazzetto eccitato, iniziò a muovere il bacino sempre più forte, premendolo sulla faccia e sul naso di Adam quella fica fradicia, quasi volesse soffocarlo con i propri umori e la morbidezza delle sue labbra bagnate, cavalcandogli la lingua come un'ossessa mentre, in un crescendo di lamenti e mugolii, veniva oscenamente. Le lunghe e voluminose ciglia non sembravano in grado di sollevarsi, le palpebre abbassate e le guance gonfie mentre le lacrime si trasformavano ben presto in due piccoli fiumi, mentre gli occhi finalmente le si sgranavano. Sì, perché se l'orgasmo la distrasse portandola chissà dove, l'intensità con cui Adam continuò a fotterle la gola con il preciso intento di venirci dentro non poté lasciarla indifferente, spingendola finalmente a tentare di separarsi da lui, premendogli contro le cosce, poi contro il materasso, picchiandolo persino con i pugni chiusi. I conati la stavano uccidendo, le guance erano così gonfie e il viso così paonazzo che sottili vene cominciavano a essere visibili sulla sua fronte, eppure, nonostante questo, un secondo orgasmo ancora più esplosivo del primo esplose sulla lingua di Adam proprio mentre ella, ormai ferma con il bacino, con la fica e le natiche completamente spalmate su di lui, smetteva di dimenarsi e rabbrividiva estasiata nel ricevere la prima stilla di seme direttamente sulla gola e successivamente ovunque nella bocca, in così grandi quantità che lo sperma parve risalirle l'esofago e riempirle completamente le guance e le vie respiratorie, tanto che sentì distintamente il sapore nella lunga lingua. Lo sperma arrivò a schizzarle dal naso per due, tre volte, e anche dagli angoli della bocca gonfia colando sensualmente sino alle palle. Quando la lasciò, inizialmente Lucia ebbe ancora lo sguardo languido, e Hazel era l'esatto specchio della sua figlioletta: palpebre abbassate, bocca spalancata, mascella quasi slogata talmente fu messa a dura prova. Poi Adam avrebbe potuto osservarle, dagli occhi dell'una e dell'altra, mentre entrambe iniziavano a muovere la lingua, l'una intorno alle sue palle, al suo cazzo meraviglioso, per raccogliere ogni goccia sfuggita al suo controllo, l'altra all'aria, completamente insapore se non per il vago ricordo magico che aveva ricevuto, finendo per gemere di protesta. Anche Hazel, preda di spasmi e dimenandosi tanto quanto Lucia, era venuta copiosamente: ciò era chiaro dalla vera e propria cascata di umori che aveva infradiciato la terra sotto le sue cosce. Adam del resto era testimone dell'effetto avuto sulla stessa Lucia: orgasmi così esplosivi che la sua faccia virile, la sua lingua e persino il suo naso, sarebbero stati pregni del loro profumo per molto, molto tempo. Aveva rischiato di soffocarlo probabilmente, eppure si prese comunque diversi istanti per risalire lentamente ogni singolo millimetro del suo cazzo, non prima di averlo leccato e lubrificato durante tutto il tragitto, rendendolo completamente lindo e brillante. Quando la gola di Hazel fu libera, non senza mostrare un gozzo che partì dal centro delle sue clavicole, percorrendole la gola come se avesse qualcosa di vivo dentro, ella iniziò a tossire sensibilmente, la lingua penzoloni per diversi secondi, un po' come se ne avesse perso il controllo. Quando tentò di parlare, lo fece con l'organo che inizialmente penzolava dalla sua bocca, rendendola decisamente oscena, ma soprattutto facendo suonare vana ogni sua protesta o minaccia.
    Voi due... me lah... pahghereteh...
    A tempo debito, madre... Per ora... è Adam... a dover pagare...
    Sembrava una minaccia, certo... ma la sola punizione che Adam ricevette fu il fatto che Lucia, una volta essersi sollevata dal suo cazzo, ormai lindo e pulito, finì letteralmente seduta a cavalcioni su di lui, soffocandolo quanto bastava per metterlo a tacere se non per la bocca tappata, quantomeno per l'odore e l'eromanzia che a quel punto avrebbero dovuto travolgerlo. Dopo averlo tenuto così diversi secondi, forse persino qualche minuto, facendo presa sulle braccia tremanti si sollevò sulle ginocchia, piegandosi in avanti: il suo ano era aperto, schiuso, pulsante tanto quanto quello della madre che risultava ancora "spalancato" lievemente dalla radice che le pompava dentro liquido, che già iniziava a gonfiarle appena l'addome. Sembrava più gonfio, molto più famelico, ma anche e soprattutto più invitante, quasi stesse richiedendo a gran voce le più perverse pratiche sessuali... magari la sua lingua fino in fondo. Ma prima che potesse anche solo pensarlo, anche solo perdersi nel desiderio di assaggiare anche quell'anfratto proibito facendo probabilmente impazzire Hazel, Lucia si staccò da lui con la stessa grazie mostrata in precedenza nel posizionarsi, "scavalcandolo" ancora una volta per potersi mettere di faccia. Non esitò, non si trattenne... Perché non a caso aveva parlato di "pagare", non si trattava di una punizione, quello era semplicemente... un tributo a lei. Di nuovo a cavalcioni su di lui, ma non prima di concedersi qualche istante sospesa, con i tacchi sull'altare e le labbra fradice tenute a pochissimi millimetri dal suo glande fremente, quasi vi ci respirassero sopra talmente pulsavano a propria volta, in un solo affondo si abbassò completamente su di lui, l'ano schiuso che ebbe uno spasmo proprio mentre il suo membro e il clitoride premevano finalmente contro il suo bacino. La sua fica ebbe un fremito interno, tutte le pareti si contrassero e lo stritolarono come se avessero appena dichiarato che non lo avrebbero lasciato mai più, e mentre ella si succhiava il labbro gemendo e ansimando di piacere, Hazel faceva lo stesso, inarcandosi all'indietro tra le braccia della pianta.
    E il minimo che possa fare per ripagarci... è esattamente... scoparci... come non ha mai... scopato nessuno in vita sua...
    Con non poca fatica, dopo aver sbattuto con conseguente suono bagnato e perverso bacino contro bacino, Lucia si abbassò pronunciando quelle parole. Hazel, e dunque anche Adam stesso, fissò inebetita la sua fica che ingoiava fino alla base quella verga mostruosa, inglobando ogni singolo aculeo che in precedenza aveva procurato loro tanto piacere, con le natiche che sbattevano contro le palle gonfie ma soprattutto, poco sopra, quel culone perverso che pulsava, schiuso e pronto come se invocasse a gran voce attenzioni... attenzioni che Adam non poteva dargli. Lucia sorrise, afferrandogli i capelli e tirandolo appena mentre gli sussurrava contro il viso. La vera domanda è... cosa sei disposto a fare... per accontentarci?
    A quel punto Lucia si sollevò, gemendo e lasciandosi sfuggire una specie di mugolio sofferente prolungato, il mugolio di una femmina che ha immensamente bisogno del proprio compagno, di essere posseduta e presa... una femmina che tuttavia avrebbe atteso che fosse lui, a fare il proprio passo. Si sollevò di nuovo, dunque, rimanendo sospesa con le gambe leggermente piegate, con la fica a pochi centimetri da quell'immensa virilità, pulsandovi contro con entrambi gli anfratti bisognosi di lui... Le sue gambe tremavano, ma in qualsiasi momento avrebbe potuto mettersi in piedi per minimizzare gli sforzi, solo che così facendo avrebbe allontanato ancor più da lui tutto ciò che desiderava tanto. Già così, per raggiungerla Adam avrebbe dovuto nuovamente allentare la presa delle sue piante... Solo che adesso non era dolce, né sembrava disposta a lasciargli spazio. No, sembrava quasi... che lo stesse piuttosto provocando a fare del suo peggio... La domanda era: cosa poteva una tiranide virile come lui, dinanzi a una prova di forza richiesta dalla sua femmina?

    Edited by .Bakemono - 11/11/2019, 23:48
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Il diniego di Hazel, che era sfida e al contempo dimostrazione della sua sconfitta (Poiché, sebbene stesse parlando con le labbra della driade, non riusciva comunque a nascondere gli ansimi e i balbettii prodotti dal piacere estremo che stava provando), assieme al modo imperioso con cui Lucia subiva l'assalto alla sua femminilità non erano che benzina per il desiderio di Adam, combustibile per quella lussuria ferina, sempre più selvaggia e primigenia che lo portava a spingere la sua lingua mostruoso in quella fica condivisa da entrambe come se ne andasse della sua stessa vita, come se ne stesse ricavando piacere fisico. E, in una maniera distorta, poteva anche essere vero: il suo cazzo era abbandonato all'aria sempre più gelida della stanza, ma il suo volto era completamente premuto su quelle carni fradice, la sua lingua aveva raggiunto l'utero e saettava violentemente dentro di esso, mimando un amplesso violento e beandosi di quel sapore pregno di lussuria, di eccitazione che l'avvolgeva costantemente. Era come entrato in una sorta di frenesia alimentare, soltanto che non stava banchettando con qualche preda succulenta ma con quegli umori inebrianti e dolcissimi, con quelle carni che non pensava neppure per un attimo di mordere o straziare con le zanne che pure le lambivano, bensì desiderava soltanto succhiarle, stimolarle e masturbarle con la sua lingua, con le sue labbra, con tutto se stesso. Fu anche per questo che si oppose fino all'ultimo al tentativo di Lucia di sottrarsi a lui, alle sue attenzioni, perché spinto da una tale, istintiva ingordigia... e fu proprio questa radice d'istintualità a farlo tornare docile dinnanzi alla trasformazione della giovane, a quella fusione finalmente completa col corpo della madre, anche troppo lontana. Lucia non poteva sapere di star sfiorando corde profonde della natura dell'uomo e, così, di aver diffuso nella sua anima una musica antica e irresistibile, una musica che gli chiedeva di abbandonarsi a lei, alla volontà di quella donna meravigliosa e potente, di quella femmina meritevole non solo della sua ubbidienza ma anche della sua adorazione. Ovviamente questo abbandono verso Lucia coincideva col lasciarsi andare alla sua più profonda istintualità, a quel desiderio che gli incendiava le carni e che rendeva i suoi comportamenti, le sue parole così brusche e impetuose.
    Potrebbe sembrare un ossimoro una simile, "violenta" docilità ma in realtà queste due anime così diverse, l'una che lo portava ad accogliere nel suo cuore il sensuale dominio della giovane, l'altra che lo spingeva a sopraffarla, a sfogare con tutta la sua forza il desiderio che gli consumava il corpo e la mente, in lui trovarono un perfetto equilibrio, che era poi quello del maschio di tiranide o d'insetto durante l'accoppiamento: forse la testa poteva essere spiccata dal corpo, infatti, ma nulla avrebbe impedito al resto del corpo di sfogare la sua lussuria, di assolvere a quell'imperativo biologico che lo portava a desiderare l'incontro con Eros anche a costo di pagarne il fio con Thanatos. Per questo le afferrò le corna con ambo le mani e le scopò con furia la gola mentre, con mugolii adoranti, accoglieva il modo prepotente con cui Lucia gli cavalcava la lingua e gli premeva la femminilità e il pube tutto sul viso ormai lucido di umori e saliva. Più volte si sentì mancare il respiro, completamente saturo di quelle carni affamate che danzavano su di lui con la furia di una baccante, ma mai il suo desiderio venne meno e cercò di sottrarsi da quel contatto tanto brutale, anzi cercava di muovere la lingua in concerto con i fianchi della giovane al fine di recarle quanto più piacere possibile. Il modo in cui Lucia gli afferrò le cosce, poi, stringendo le sue natiche scolpite con le braccia lo fece impazzire e rese le spinte del suo bacino, gli affondi delle sue braccai semplicemente brutali, mentre la lingua non ebbe requie e si contorse nella fica di Lucia come se volesse sfuggirne, quando in realtà non fece altro che spingersi ancora più a fondo dentro di lei. Tutta questa foga ebbe finalmente il risultato agognato e la femminilità della giovane, in contemporanea con quella di Hazel, esplose in mille, perversi zampilli di umori bollenti: Adam spalancò al massimo quella bocca innaturalmente larga per cercare di intercettarne quanti più poteva mentre con la lingua continuava a stimolarla senza sosta e, in cuor suo, si rammaricava di avere ancora una bocca così umana da farsene sfuggire tanti... - Rrrrggghhh!!! - emise un ringhio roco, pregno sia di disappunto per quello spreco vergognoso sia di godimento, perché la gola di Lucia era semplicemente paradisiaca e la stava fottendo con una tale furia che era quasi sorprendente che non fosse ancora venuto. Quasi non percepì i tentativi della giovane di sottrarsi alla sua presa, di sfilarsi quel cazzo mostruoso dalla gola e perso com'era in quel piacere totalizzante e opposto, l'uno quello che provava col suo corpo e l'altro, quello che le recava senza sosta, continuò a scoparla del tutto indifferente finché, con un nuovo, delizioso orgasmo, Lucia smise completamente di muoversi e si abbandonò a lui. Fu in quel momento che anche lui raggiunse finalmente l'acme e, come probabilmente le due donne si aspettavano, fu violento, copioso e assolutamente sconvolgente:<i> aveva il culo e la fica di Lucia spalmati sulla faccia e questo gli rese più facile vedere attraverso ai loro occhi, perdersi nella prospettiva di una Lucia schiacciata verso quell'immane verga, che vedeva soltanto le sue palle gonfie, frementi perché le stavano riversando in gola fiumi di sperma e le sue cosce contratte dal piacere, oppure ammirare estasiato quella di Hazel, che vedeva la sua figlioletta con la gola piena di un cazzo mostruoso, con le gote gonfie di seme e con naso che per ben tre volte ne stillò grandi quantità. Fu semplicemente <i>sublime e anche se non poteva respirare, anche se si sentiva saturo del profumo perverso di quella fica fradicia, anche se si sentiva premere contro il mento il turgore ostinato di quel cazzetto prepotente, si sentì semplicemente beato, pago quasi di tutto quel piacere.
    L'orgasmo, dunque, si esaurì quasi di colpo, dopo aver inondato la gola di Lucia con una quantità estrema di sperma bollente e Adam si rilassò, lasciandosi in balia della volontà della giovane che, per un tempo che gli parve infinito, continuò a prendersi cura del suo cazzo, a ripulirlo di ogni singola stilla di seme mentre lui continuava ad avere la bocca soffocata dalle sue carni schiuse, ancora grondanti dopo i due violenti orgasmi. Non questo lo preoccupasse, poiché continuava a leccarle e a gustarne gli umori come se nulla fosse, indifferente alla mancanza di ossigeno grazie alle capacità che da qualche tempo il suo corpo aveva acquisto e, proprio in virtù di questo suo benessere, emise un roco mugolio di protesta nel vedere quella fica deliziosa allontanarsi da lui, assieme a quel culo troppo invitante per non desiderare di assaggiarlo, di scoparlo con la sua lingua; protese per quanto gli fosse possibile il collo, già la lingua ricoperta di saliva e impregnata del sapore degli umori era fuori, assaggiava l'aria come quella di una mostruosa e gigantesca serpe ma il povero Adam fece appena in tempo a fissare quell'anfratto schiuso e pulsante, che sembrava quasi supplicarlo di riempirlo al più presto che subito gli venne sottratto e Lucia si allontanò ancora di più da lui, irraggiungibile... eppure vicina, vicinissima a un altro fulcro del suo desiderio.
    Eccola, infatti, torreggiare su di lui, con la fica a pochissimi millimetri dalla sua cappella, da quel suo cazzo enorme e fremente, straziato dall'impazienza. - Lucia... Lucia! - la chiamò, supplice, sbarrando gli occhi e contraendo la muscolatura scolpita pronto a tendersi verso di lei, a farla sua ma la giovane lo anticipò e, in un attimo, s'impalò completamente su di lui. Adam aveva ancora gli occhi ricolmi dell'immagine di lei splendida, irraggiungibile, con i tacchi infissi nell'altare che era diventato il suo letto, che lo guardava predatoria e sicura di sé e adesso la vedeva gemente, a trattenere vanamente un gemito mordendosi il labbro, mentre il suo corpo meraviglioso accoglieva con desiderio e passione la sua virilità, strizzandola e avvolgendola come a volersi fondere con essa. Gemette trafitto da un piacere bruciante e solo in parte scaturito dal corpo, mentre spingeva i fianchi verso l'alto, verso di lei, per poterla sentire ancora meglio, ancora più a fondo. Le sue palle sbatterono con forza contro quelle natiche perfette e tutto il suo corpo si accese e si contorse come se si preparasse a un nuovo orgasmo e aveva già dischiuso le labbra pronto per evocare il suo nome prima di venire al primo, violento affondo come un verginello qualsiasi... quando Lucia gli afferrò i capelli e, tirandolo a sé, lo sfidò prima di sollevarsi e sfilarsi tutto quell'enorme cazzo pulsante, che si contraeva dolorosamente. Adam la guardò quasi disperato e il suo sguardo rosso, infuocato dalla passione, errò da Lucia ad Hazel quasi a invocare o aiuto o misericordia ma capì che non poteva sottrarsi a quella richiesta, a quell'ordine e agì mosso da quella disperazione, dall'urgenza di quell'orgasmo imminente che gli era stato vietato, sottratto quasi in un furto. Purtroppo le braccia supplementari gli erano inutili poiché, sebbene non imprigionate dalle liane, Lucia era troppo lontana da lui per poterla afferrare e, allora, decise di utilizzare un asso della manica che le due donne avevano già conosciuto prima, nel bagno di quel locale: sollevò, infatti, il carapace della schiena e rilasciò la lunga e larga coda nera dal cui termine "sbocciava" la sua seconda virilità e subito questa forte appendice andò ad avvolgere la vita di Lucia e la costrinse, contando anche sul tremore delle sue gambe, ad abbassarsi e dunque impalarsi nuovamente sul suo cazzo; ovviamente, non appena fu a portata, le mani delle sue braccai supplementari si saldarono su quel culo paradisiaco, strizzandolo con forza mentre lui dispiegava la sua lunghissima lingua per serrarla intorno al collo sottile della giovane, come a imprigionarla tra le sue spire. L'enorme cazzo pulsò di gioia dentro di lei e protese gli aculei come a volerli conficcare nella sua carne, per impedirle di poter più sfuggire, di potersi privare ancora una volta di quella presenza dentro di sé... eppure, Lucia si sarebbe sentita svuotare ancora per poi essere nuovamente riempita in uno, due, tre affondi poderosi, bestiali che lo fecero ruggire di piacere e di rabbia.
    Rabbia perché dell'orgasmo che aveva sentito fino a un attimo prima, che gli si agitava nelle sue cellule, che incombeva nelle sue sinapsi... era svanito! Non c'era nulla, solo un vuoto piacere che non riusciva a portarlo all'acme, un piacere che gli appariva monco, privo della sua vera essenza. Si stava già straziando per trovare una risposta quando ebbe un'illuminazione: come poteva godere, godere davvero se stava contravvenendo alla richiesta di Lucia, della sua Signora? Quella non era una vera risposta alla sua domanda, era soltanto la reazione di una bestia in calore a cui era stata sottratta la femmina di punto in bianco: un sorriso quasi serafico distese le sue labbra fino a un attimo prima contratte in un'espressione tesa, disperata e si abbandonò completamente non al suo desiderio ma a quello della donna, come il suo istinto da tiranide gli urlava da fare già da tempo.
    Lucia avrebbe visto quel corpo già enorme e mostruoso venir stravolto ancora: Adam crebbe ulteriormente, infatti, allungando gli arti e gonfiando ulteriormente quei muscoli rossi, già giganteschi, che s'intravedevano tra le giunture di ogni placca di carapace nero, mentre il volto e la sua fisionomia prendevano forme puramente mostruose. Sopra, infatti, a quei poveri resti di un letto sempre più gemente e stravolto, ricomparve la creatura che le due donne avevano conosciuto nell'ultima parte dell'amplesso nel bagno, delle dimensioni di un Kaiju a metà tra la classe 1 e 2, con braccia e gambe così grandi che le liane si sarebbero spezzate da sole se Lucia non avesse ammorbidito la loro presa. Ovviamente crebbero esponenzialmente la coda che avvolgeva la vita della giovane e il cazzo, già immenso, che era dentro di lei: quest'ultimo, in particolare, divenne un vero e proprio colosso di carne pulsante e aculei carnosi, tanto che non soltanto il ventre di Lucia si deformò di conseguenza ma, a uno sguardo attento, si sarebbero potuti intravedere gli aculei stessi e persino le enormi vene pulsanti, il cui fremito si propagava per l'intero corpo di Lucia come in un diapason perverso. Il gigantesco mostro che era finalmente diventato Adam guardò Lucia per un lungo attimo con tutti e tre quegli occhi enormi, ferini e rossi come l'inferno, prima di alzare la schiena e protendersi verso di lei: non fu brusco nei movimenti tanto che se Lucia avesse voluto (E le liane non si fossero spezzate prima) avrebbe potuto continuare a tenere le liane strette attorno ai suoi polsi e alle sue caviglie senza che lui se le strappasse in alcun modo, in caso contrario si sarebbero spezzate come ramoscelli secchi. Quella testa immensa, mostruosa, dalle fauci aliene le respirò addosso il suo fiato caldo e forte, mentre annusava il suo odore e la guardava come se i suoi tre occhi potessero divorarla. - Sono disposto a perdere la mia umanità, la mia individualità. A essere mera carne attraversata dal desiderio pur di farti, di farvi godere come mai in vita vostra. Perché voi, perché tu sei la mia Signora, la mia Padrona e questa notte io ti appartengo interamente, corpo e anima. Uomo... e mostro. - rispose roco, con la voce distorta e aliena degna di un mostro eppure non priva di una certa suadenza, di una selvaggia sensualità. Pronunciate queste parole che erano rivolte adesso a entrambe, adesso a una sola tra loro (Ma forse, in quel momento, le due donne non erano allo stesso tempo la stessa persona e due persone diverse?), afferrò con le gigantesche mani artigliate delle braccia inferiori le sue cosce e la costrinse in una posizione esposta, completamente succube della sua volontà, con le gambe sollevate e la fica spremuta fino in fondo a quel cazzo abominevole, semplicemente troppo, troppo grosso anche per un corpo simile.
    Però anche tu, anche voi siete mie stanotte... e anche voi diverrete carne attraversata da piacere e da desiderio. - aggiunse e spalancò le immense fauci irte di enormi zanne che richiuse attorno alla testa di Lucia: sarebbe potuto sembrare un macabro capovolgimento del consueto accoppiamento di certi insetti e di certe tiranidi ma fortunatamente per Lucia non accadde nulla di simile, semplicemente avvolta da quella bocca gigantesca, calda e colante saliva densa di eromanzia, l'enorme lingua di Adam la cercò e subito la costrinse a un "bacio" semplicemente estremo. Quel muscolo, infatti, non era semplicemente cresciuto in larghezza ma anche e soprattutto in lunghezza, tanto che non soltanto la costrinse a spalancare la mascella quasi rischiando una slogatura ma non si accontentò affatto di riempirle l'esofago o lo stomaco ma, con la determinazione che Lucia aveva conosciuto prima, s'inabissò sempre di più nel suo corpicino già stracolmo del suo immenso cazzo e, riempiendo ogni singolo tratto dei suoi visceri, dilatandoli oscenamente, uscì da quel culo meraviglioso che enormi dita artigliate strizzavano e tenevano ben largo; fu in quel momento che, dalla punta a "bocciolo" della sua coda fuoriuscì il suo secondo, abominevole cazzo, colossale come il primo e non meno oscenamente pulsante, che subito prese a strusciare sulla schiena della donna. - Chiedimi di scoparti il culo. - Lucia avrebbe sentito questo ordine (Lo era veramente, poi?) rimbombare per ogni dove, e indubbiamente l'enorme cazzo premeva sulla sua schiena perché con lei stava parlando... eppure Adam, tenendo la testa della figlia tra le sue fauci, stava guardando Hazel mentre lo pronunciava con voce cavernosa. In tutto questo, non si mosse né accennò a scoparla in alcun modo: il suo mostruoso cazzo principale era conficcato in lei, le sue quattro mani la stringevano in una morsa di dita artigliate e palmi corazzati che strizzavano e avvolgevano quasi ogni centimetro di lei, dalle natiche alle cosce, passando per i seni... eppure non accennava a muovere i fianchi. Rimaneva in attesa della sue risposta... e della sua reazione.
     
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    Lo spettacolo di Lucia che puliva così perversamente il cazzo della tiranide fu una specie di tortura per Hazel, così come il pensiero del sapore che lei riusciva solo a saggiare da lontano, qualcosa che lentamente, senza che neppure se ne accorgesse, le stava incasinando il cervello e i desideri. Sì, perché le sembrava non solo di volerle Adam dentro, ma anche la bocca di sua figlia intorno al cazzo, la lingua di Adam nel culo, il sesso di sua figlia nella fica. Nel suo cervello si accavallavano immagini perverse di entrambi, che si mischiavano tra loro, si fottevano tra loro, in un'orgia di sensi ed emozioni contrastanti che alla fine si annullarono a vicenda. L'eromanzia che continuava a pomparle dentro la stava facendo impazzire, così come probabilmente avrebbe fatto impazzire Lucia... e Adam stesso. Sua figlia se ne rendeva conto, almeno? O era tutto un piano malvagio? No, impossibile... vero? Queste cose smisero presto di importare anche davanti alla paura più pura, specie quando assistette a uno spettacolo semplicemente senza uguali: Lucia che si voltava, si metteva in piedi, e con gambe tremanti ma voce sicura chiedeva ad Adam una prova di quanto la desiderasse. Qualcosa così degno di una strega che per quanto la demone non fosse più tale le ricordò i tempi andati, facendola quasi commuovere prima che la commozione si trasformasse in un grido che si unì a quello di sua figlia quando quell'immensa verga colossale le venne sbattuta dentro in un colpo solo, gonfiando a entrambe l'addome, sfondando loro l'utero senza complimento alcuno, facendo sobbalzare i loro enormi seni e i loro culoni sodi come enormi budini di natale. Alla fine di quell'unico affondo, quello che una volta era stato un pancino piatto appariva deforme, pieno, decisamente TROPPO, tanto che era possibile distinguere quasi la forma esatta della cappella di Adam dalla pelle d'ebano assottigliata, senza contare ogni singolo arpione che a quel punto doveva essere pronto a infilarsi nella sua carne e non lasciarla più andare. Le radici saltarono una dietro l'altra grazie alla nuova stazza dell'uomo, strappandosi come elastici di gomma marci. Lucia inizialmente gridò, spalancando la bocca e lasciandosi sfuggire la lingua al proprio controllo per un momento, sputando quasi via alcune gocce di saliva e sperma avuto in precedenza, quasi l'immensità dentro di lei minacciasse di farla rimettere, ma questo diede solo spazio ad Adam per agire, poiché stringendola in quel modo le impedì di muoversi e spalancando la bocca ella stessa si mise in trappola da sola, permettendogli facilmente di afferrarle la testa con quel muso mostruoso, bloccandogliela per poterla violare interamente. Lucia si ritrovò a sgranare gli occhi e afferrare con le dita tremanti la mascella inferiore del "mostro" stupendo che era diventato Adam, tentando invano di aprirla per impedirle di proseguire con la sua lenta ma inesorabile discesa. Non servi a nulla, ovviamente, in breve il bacio divenne a senso unico, e invase completamente tutte le sue interiora, spingendo, allargando, spalancandole la mascella così prepotentemente che temeva davvero si starebbe lacerata, mentre i suoi occhi divenivano quasi bianchi e tremolavano incredibilmente. Alla fine, la pressione dentro di lei le procurò così tanti conati che in breve, alla fine, all'interno delle fauci spalancate di Adam si poteva intravedere lo status della faccia di Lucia, uno spettacolo indicibile che le procurò un vero e proprio rigurgito di sperma. Hazel, che assisteva alla scena agonizzante e inerme tanto quanto lei, se non di più, non seppe spiegarsi ciò che avvenne dopo: lentamente, mentre Lucia iniziava a muovere le mani e dimenarsi sempre più lentamente e debolmente, mugolando sempre meno, godendo sempre di più poiché la sentì venire copiosamente e tutto il suo piacere si riversò su di lei... mentre lei stessa, veniva fino a rompere addirittura il sigillo sul suo monte di Venere (Senza neppure stimolarle il culo!), liberando il suo cazzo che iniziò a schizzare altrettanto forte... la presa della driade iniziò a cedere e il legame tra i loro corpi a farsi meno potente. Sentiva ancora come lei, certo, il suo corpo sembrava ancora pieno come lei, ma semplicemente riuscì a far forza abbastanza da liberarsi, tirando subito fuori quella perversa radice cava che fino a quel momento l'aveva riempita di così tanto fluido che, probabilmente, il suo pancione sarebbe stato gonfio anche senza imitare quello di Lucia. La pianta si strappò, uscì senza problemi, ma ella non si rese neppure conto che aveva lasciato qualcosa dentro di lei, finché camminando, zoppicante e a fatica, non sentì innumerevoli fitte di piacere espandersi dall'interno del suo culo per tutto il suo corpo giunonico. Adam avrebbe potuto vederla mentre cadeva a terra, sorreggendosi alla bene e meglio e finendo così perversamente a quattro zampe, gattonando con immensa fatica e diversi lamenti verso il letto, con la stessa espressione di chi, sofferente, tenta di raggiungere la salvezza. Il suo corpo si mosse per diversi passi, estremamente lento, ma non meno sensuale: i suoi seni enormi dondolavano ad ogni sussulto delle ginocchia, mentre i glutei... beh, erano un vero spettacolo, soprattutto perché i suoi anfratti erano spalancati ed esposti, l'interno completamente visibile grazie non solo al legame con Lucia e dunque al cazzo di Adam che fungeva da divaricatore invisibile, ma ora anche dal bocciolo dentro il suo culo che, gonfiatosi leggermente, appariva quasi come un grazioso plug in, collimante in un piccolo fiore posto proprio sopra al bulbo di una pianta grassa, visto che il diametro di quell'affare stava lentamente acquistando le dimensioni di un grosso fallo umano; certo, niente di paragonabile al cazzo di Adam, e dunque ancora gestibile persino per lei, ma comunque fastidioso vista la sua immensa sensibilità in tal senso, così tanto che ad ogni "passo" in quella posa oscena a dir poco, il suo sesso maschile sussultava e schizzava grosse gocce di seme che andavano a far compagnia ai suoi umori sul pavimento. Arrivata al letto, si issò sopra esso con aria trionfante, riuscendo addirittura a sorridere e recidendo così il legame con Lucia, almeno sulla bocca.
    Vi sono... mancata, bambini?
    Sì, perché in fondo per lei anche Adam era un ragazzino che giocava a fare il dio. Quando fu sopra, il legame fu totalmente gestibile per lei, ma ciò non bastò a liberarle gli anfratti dalle presenze, quale invisibile quale no, così come non servì a modificare la forma di Lucia, che rimase adulta e demoniaca, anche mentre veniva conquistata a quel modo. La madre le sorrise, valutando se lasciarla così, ma alla fine si mise alle sue spalle e, con non poca fatica, iniziò a parlare comunicandole col pensiero le proprie intenzioni... Sei stata una bimba cattiva... ma voglio darti una mano. Sai cosa ci serve, vero? Intenzioni che presto sarebbero diventate chiare anche ad Adam.
    Chiederti qualcosa? No, Adam... Noi ordiniamo, tu esegui. RETROVAS!
    Essendo Adam così potente, Hazel dovette toccarlo direttamente per lanciare quell'incantesimo, sulle cosce virili, mentre Lucia, cogliendo l'occasione e accettando di buon grado l'assist di sua madre, infilò le unghie sui suoi immensi trapezi tesi, graffiandogli la carapace con passione e voglia rinnovata mentre entrambe pronunciavano all'unisono la formula, Hazel direttamente dalla bocca ora che aveva preso in parte controllo della magia di sua figlia, mentre quest'ultima dalla sua Pianta della Lussuria. In breve, una luce vermiglio simile a quella che aveva trasformato il corpicino di Lucia in un prorompente mix tra il suo dolce faccino e le sembianze della madre, avrebbe invaso Adam totalmente. Un calore e una dose di Eromanzia senza precedenti lo avrebbero avvolto come una coperta, attraversandolo da capo a piedi nonostante la sua immensa mole, ma soprattutto spingendolo a "riavvolgere" la sua enorme lingua come una pompa che venisse ritirata da un motorino apposito. Lucia si inarcò con espressione perversa mentre tutta quella carne la attraversava velocemente, portandola a un orgasmo che schizzò ancora una volta su di lui, sull'addome e persino sul petto, arrivando persino più in alto mentre il suo petto sussultava insieme al suo sesso eccitato. Ogni singola parte di lei mostrò distintamente i bozzi procurati dal passaggio di quel mostro: l'addome, lo stomaco, il petto persino che per un attimo sembrò impegnato in una spagnola interna, e infine la gola e le guance che si gonfiarono irrimediabilmente al suo passaggio. Alla fine Lucia ricadde su Adam, tenendosi seduta su di lui tramite i palmi e le braccia tremanti, iniziando a tossire e rigettando irrimediabilmente un po' di sperma su di lui, sperma che le venne quasi da piangere nel doverlo sprecare. Mentre riprendeva lentamente fiato, regolarizzando man mano il respiro, alle sue spalle una figura messa in ombra dall'aria sinistra e dalla distanza, sembrò ghignare tanto che i suoi occhi rossi si illuminarono nel "buio". Quando si fece avanti, lo sguardo di Hazel era a dir poco diabolico. Sporse la testa avvicinandola alle bellissime orecchie a punta di sua figlia, in quella forma non era poi così minuta rispetto a lei, diciamo 20 cm in meno, quindi non le ci volle troppa fatica per porsi alla sua altezza, senza contare che lei era tenuta "in alto" dal cazzo abominevole di Adam, che forse la rialzava persino di più di lei. Con un ghignò perverso, appoggiò le labbra su quel sensibile organo, che in risposta ebbe uno spasmo delizioso, mentre Lucia si morse le labbra per trattenere un gemito. Hazel la costrinse a piegare la testa, tirandole l'intricato chignon che portava per poter parlare direttamente dentro di lei. Adam avrebbe potuto godersi la scena da più prospettive, e si sarebbe anche reso conto di una cosa: non era collegato solo agli occhi di Hazel, ma anche alla perversa Pianta di Lucia, che probabilmente a quel punto era il fulcro di tutto l'incantesimo.
    E così volevi mettere sotto scacco tuo madre, eh? Oh, ragazzina... dovranno passare altri 3 secoli... prima che tu ci riesca...
    Con forza quasi eccessiva, in modo persino violento e sprezzante, Hazel spinse Lucia in avanti, sul petto immenso di Adam, tirandola per i capelli senza la minima premura mentre la accompagnava. A quel piunto il demone portò i pollici al culo di sua figlia, così da tenerlo bello aperto e pronto per essere preso e, davanti agli occhi increduli di Adam, portò il suo cazzo davanti all'anfratto schiuso, infilandolo tutto in una volta dentro sua figlia, che se fino a quel momento era rimasta ferma e tremante sul petto della tiranide, in preda a lamenti a causa del colpo profondo che aveva ricevuto con quella spinta, si inarcò gemendo come non mai. A quel punto Adam sarebbe stato testimone dell'espressione della bellissima donna che aveva davanti... non solo di Hazel, che per il piacere si morse il labbro fin quasi a sangue, mugolando mentre chiudeva gli occhi, bensì della stessa Lucia, della demone che era diventata e da cui ci si aspettava una reazione probabilmente esplosiva, perdente... che non venne mai. Quando si sollevò, inarcandosi, Lucia gemette come una pazza, mordendosi le labbra a propria volta, solo che a differenza della madre... ella sorrideva, perversa, maliziosa, ma soprattutto per nulla turbata dall'incesto che la genitrice stava compiendo. Lentamente il suo enorme petto iniziò a sobbalzare, non perché il demone avesse iniziato a spingere... ma perché un suono roco, profondo, ritmato, iniziò a farsi strada dalla sua gola fino a uscirle dalle labbra schiuse e dai denti bianchi, perfetti, stretti in quella morsa letale che era il suo sorriso: rideva. Iniziò letteralmente a ridere, delicata come sempre, con la bocca chiusa, ma proprio per questo se possibile più sensuale, e certamente non meno sentita. Rise così a lungo che il suo corpo, ora non più minuto, sobbalzò più e più volte sopra al fisico del suo amante, gli anfratti spalancati che presero a pulsare proprio come se stesse venendo convulsamente, proprio mentre rideva. Il suo cazzo schizzò, non era più così minuto, si era proporzionato al suo nuovo corpo ma era comunque in qualche modo elegante, diverso da quello della madre poiché aveva una forma più affusolata, simile quasi a un fiore, come se fosse una pianta della lussuria esso stesso. Quando riaprì gli occhi, con le dita dagli artigli rossi puntate sul petto di Adam, seduta su di lui come su un delizioso trono di carne, abbassò lo sguardo e i suoi occhi gialli si tinsero di un rosso luminoso, mentre il ghignò si faceva più intenso. Avrebbe cercato gli occhi del suo amante, guardandolo con un'intensità assolutamente ipnotica, e lì si sarebbe leccata lentamente le labbra e le guance, persino gli occhi, tirando fuori una porzione davvero immensa di lingua che raccolse una quantità tale di seme grumoso da rendere l'organo bianco, che subito si portò alla bocca con gusto. O era impazzita... o qualcosa nell'incantesimo era andato leggermente storto e aveva fuso a lei non solo il fisico di Hazel, ma anche una vena sadica e diversa. Nuova. Nessuno a parte lei poteva sapere la verità... e la verità era semplicemente che assistere direttamente alla trasformazione di Adam, vedere il suo corpo così immenso diventare ancora più grande per lei, sentirlo crescere tra le dita e tra le carni, prenderlo tutto perché semplicemente impazziva dalla voglia di LEI... il tutto mentre l'Eromanzia influenzava tutti loro e la sua Pianta continuava a somministrarla silenziosamente ancora e ancora... Beh, erano state tutte esperienze decisamente illuminanti, nonché liberatorie come non mai.
    Tu credi, Madre? Mi dispiace... ma il tuo cazzo è così piccolo in confronto a quello di Adam, del MIO Adam... che non lo sento neppure. E se fossi sveglia, mia cara, lo faresti scivolare fuori da questo stretto culo e scapperesti a gambe levate... perché non credo che sia un caso se sei libera... no... Ora più che mai... sei nostra.
    Non le avrebbe comunque lasciato modo di scappare, infatti, poiché a quella dichiarazione sensualmente sussurrata, una serie di radici e liane, innumerevoli, si allungarono dalla driade fino alla donna, legandola intorno al collo, alle braccia e alle gambe, in modo che le cosce e i polpacci rimanessero forzatamente a contatto tra loro, piegati, e la braccia forzatamente intorno ai fianchi di Lucia, perché a differenza di cosa si potesse pensare... era esattamente lì, che li voleva.
    Come osi? Tu, piccola... MH-MMH!
    Hazel poté solo sgranare gli occhi e dimenarsi, mentre la driade le sigillava ancora una volta la bocca con una foglia. Si sentiva furiosa... ancor più perché sembrava non importare a nessuno. Quando sua figlia aveva pronunciato quel "Mio", gridandolo addirittura, una fitta di fastidio e gelosia l'aveva colta. Quella era la SUA preda! Possibile che Lucia non capisse che le interessava? Aveva pensato che raggiungendoli e liberandola avrebbe avuto finalmente la propria rivincita, che avrebbero quantomeno collaborato o comunque di renderla innocua possedendola da dietro... cosa che l'Eromanzia le aveva reso fin troppo piacevole, per altro... invece non aveva risolto un bel niente! Se Adam non si fosse fatto impietosire da Hazel, continuando a guardare la vera protagonista della situazione, avrebbe potuto realizzare una cosa: Lucia parlò con lui tutto il tempo, lo guardò tutto sempre negli occhi, senza distogliere l'attenzione un solo istante, ed era chiaro cercasse la sua collaborazione anche davanti alle proteste di sua madre, se non soprattutto. Lo aveva scelto come compagno di giochi, aveva scelto entrambi, certo, ma lui... lui aveva il ruolo principale. Per questo gli afferrò a pieni palmi la mascella enorme, così grossa che le sue mani non bastavano certo per riempirgli le guance, e lì si chinò tirando fuori la lunghissima lingua e facendola saettare e fremere come quella di un serpente, cercando la sua orrenda bocca, leccandola perversamente prima di prendere parola.
    Chi è la tua Padrona, Adam? Voglio che lo dica ancora... Voglio che lo gridi... E soprattutto voglio essere carne attraversata dal desiderio... carne attraversata dal piacere... Ma Hazel, Hazel deve essere convinta. Ha bisogno di un certo incoraggiamento... e voglio che sia tu a darglielo. Quindi ora, io ti chiedo: scopale il culo. Fottilo finché di lei non resterà che un guscio ansimante! Scopalo così forte da farmi sentire il suo cazzo in gola... Quanto a me: ricopri ogni cosa. Di carne, di seme, di TE. Fottimi... Divorami... Riempi ogni singolo anfratto... E lascia solo le ossa, se ti fa piacere! Sono così dannatamente eccitata che potrei mangiarti io stessa... per cui cosa aspetti?! Sai cosa voglio da te... guarda!
    Lasciando le mani su di lui, suo collo mentre si risollevava, Lucia mando un'immagine mentale ad Adam attraverso il legame che ora li univa grazie al suo potere: c'era lei, completamente avvolta in un sensuale e intricato intreccio della sua lingua, con i seni che quasi esplodevano per quanto stretti venivano stimolati, con all'interno due tentacoli che le fottevano i capezzoli mentre lo cavalcava con espressione persa, commossa, e sua madre, ancora dentro il suo culo, con il cazzo perversamente corrotto e ingrossato dalle sue piante, aveva la faccia completamente piena di seme, di carne, la mascella orrendamente allargata come quella di una serpe intenta a ingoiare la preda, mentre dentro di lei sembravano muoversi decine e decine di oggetti dalla forma sferica, spinti da egli stesso poiché il suo culo era così oscenamente spalancato che al suo interno sembravano esserci non solo il cazzo di Adam, ma anche la sua lingua, e la coda, moltiplicate e ripiegate più volte su loro stesse e intente a muoversi convulsamente, deformandole la carne più e più volte, quasi fossero lì per renderla inservibile. L'intera immagine sembrava il risultato di una mente perversa, quasi malata, ai limiti del sadismo più oscuro... non troppo diversa dall'amplesso folle che avevano consumato in precedenza, ma ancora peggio. Ovviamente era solo un'immagine, certo, ma Adam avrebbe potuto notare che Lucia gli aveva fatto dono di diversi semi della Lussuria che aveva attaccato proprio su di lui: due sul suo petto, due vicino alla bocca, due alla base del suo cazzo... e con ognuno di essi avrebbe potuto ottenere una deformità fisica extra alle sue, qualsiasi forma egli avesse ritenuto opportuno, non per forza proprio in quei punti ma una vasta porzione di corpo a sua scelta. Gli aveva praticamente donato la scelta, la libertà di fare di loro ciò che voleva... come se fosse pronta a subire ma soprattutto ad affrontare, qualsiasi cosa egli volesse farle. Lucia aveva uno sguardo spiritato, intenso, molto diverso da solito. Sembrava quasi che un'altra parte di lei, qualcosa di oscuro che era sempre stato nascosto, fosse appena emerso dopo secoli di prigionia. O forse quello era solo l'evoluzione di ciò che dentro di lei era sempre stato calpestato, abusato, distrutto... senza mai esserlo davvero, e ora esigeva vendetta. Mentre Hazel tentava invano di dimenarsi e strapparsi di dosso le liane così come aveva fatto senza fatica Adam, sembrò aggrottare le sopracciglia ad ogni parola di sua figlia, specie a quel sottolineare il possesso di Adam, al quale si dimenò con più forza. Era forse impazzita? Se lo chiese più volte. Lucia sembrava a tutti gli effetti drogata in quel momento, satura di Eromanzia e Potere. E forse una volta ripresa si sarebbe sentita male, in colpa, diversa, in modo crudele e sconveniente. Si stava facendo scopare da sua madre in fondo, si stava unendo a un uomo in modo diverso, molto più profondo di qualsiasi amante oltre Thresh avesse avuto, quasi stesse davvero tradendo il suo zombie. Eppure adesso... in quel preciso istante... non c'era momento, in tutta la sua lunga vita, in cui si fosse sentita più soddisfatta... E ne voleva ancora. Tanto che, a testimoniare la sua voglia, sempre sorridente ma mordendosi stavolta il labbro per trattenersi, ponendo le mani sopra di lui e facendosi aiutare dalle radici che tenevano bloccata sua madre e che iniziarono a sorreggerle le cosce, legandole, prese a muoversi e cavalcare letteralmente quel cazzo decisamente troppo grande per lei, lasciando che le sue labbra fradice vi scivolassero a fatica intorno finché, presa la forma, iniziava a muoversi sempre più veloce, provocando una pioggia di umori che schizzavano dai contorni, così come piccoli fiotti di seme che le uscivano dal sesso e poi colavano lungo la sua base.
    Io... Vohglio... tuttoh. Ogni, cosah... AHDAM!

    Edited by .Bakemono - 15/11/2019, 22:04
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Impalarla sul suo cazzo, afferrarle la testa con le sue fauci mostruose e "baciarla" mentre aveva ancora la bocca spalancata per il modo irruento in cui si era fatto largo in lei... fu semplicemente sublime, ben più di quanto si aspettasse, tanto che si lasciò andare a un gemito mostruoso, roco eppure saturo di un indicibile piacere, di una straziante estasi. Certo, poche ore prima, nel bagno di quel locale avevano consumato un amplesso ancora più intenso ed estremo e, a parte il diverso aspetto di Lucia, quanto stava vivendo in quel momento non era troppo dissimile da quanto aveva già sperimentato lì, eppure vi era una differenza tale da rendere pressoché unico cosa stava facendo e provando: era consapevole. Ma non semplicemente "lucido", cioè ancora capace di analizzare la situazione e compiere una scelta, magari trattenendo o abbandonandosi agli istinti, ma proprio consapevole del legame che si era stretto in quel momento con Lucia, del loro ruolo e di come tutto questo rendesse meraviglioso quanto stavano condividendo; Lucia era la sua Padrona, la sua Signora e lui gli apparteneva ogni fibra, ogni goccia di sangue e seme, ogni respiro e ogni gemito e poco importava se tale rapporto, se tale legame fosse scomparso con le prime luci dell'alba, se l'indomani si fossero svegliati imbarazzati per l'intensità di quanto avevano condiviso e avrebbero guardato l'altro sorpresi, timidi, magari sfuggendo entrambi allo sguardo altrui... in quel momento era l'unica realtà possibile e lui si sentiva bene come mai in vita sua. Forse era il suo istinto da tiranide che, appagato sia per il bisogno di accoppiarsi sia per quello di essere dominato da una femmina forte, lo stava facendo sentire così bene oppure, non più poeticamente, era la sua parte umana che si ristorava col calore proveniente da quel legame tanto intenso, tanto sincero, fatto sta che il suo cuore batteva al ritmo forsennato delle pulsazioni del suo cazzo e, in entrambi i casi, erano battiti di gioia, di esultanza. Come non sciogliersi, infatti, nella più pura estasi nel vedere, nel sentire quella che si è accettata come propria padrona, che ti possiede anima e corpo, gridare di piacere in quel modo grazie alle proprie azioni, grazie alla propria volontà? E che dire del modo in cui cercò di sottrarsi alle sue fauci, alla sua lingua, della sempre più debole resistenza che le sue mani e il suo corpicino oppose alla lenta, implacabile discesa della sua lingua verso il suo buchino? Fu meraviglioso sentirla arrendersi e percepire i fremiti prima di ribellione trasformarsi in tremiti di piacere, mentre i conati sempre più violenti la facevano rigurgitare il seme che tanto violentemente, appena pochi minuti prima, l'aveva costretta a bere. Incredibile pensare che un misofobo come lui potesse gioire di un simile evento, ma accolse con piacere sulla sua lingua e nella sua bocca tutto quello sperma caldo, rammaricandosi soltanto di non poter vedere l'espressione della giovane mentre la sua lingua scavava tra i suoi visceri e vomitava il suo seme. Infine, a perfetto coronamento della sua gioia, Lucia venne da entrambe le sue intimità, schizzando umori e sperma sul suo carapace lucido, tra gli incavi di ogni placca di corazza, dove si vedeva il rosso intenso dei muscoli esposti: il semplice calore che quei fluidi perversi gli trasmisero bastò per fargli contrarre violentemente il cazzo conficcato dentro Lucia e quello che si strusciava perverso tra le sue natiche, premendo i grossi aculei contro quel culo meraviglioso e la sua schiena flessuosa, ma fu la visione di un'Hazel stravolta e travolta dall'incantesimo di Lucia a far schizzare alle stelle la sua eccitazione; la demone, infatti, esplose in un violentissimo orgasmo in contemporanea con sua figlia, non soltanto spruzzando fiumi di umori ma persino liberando il suo grosso cazzo che prese a eruttare sperma con tutta la violenza immaginabile. Fu uno spettacolo così perverso e affascinante che l'attenzione di Adam ne venne completamente assorbita e così, mentre la sua lingua saettava senza sosta dal culo di Lucia, costringendola a un'estrema penetrazione al "contrario", lui osservava estatico non solo l'orgasmo di sua madre ma anche come questa si liberò dalla stretta della driade e, con enormi difficoltà, gattonò verso di loro. Per tutto quel breve ma interminabile tragitto in cui Hazel gattonò facendo tremare le sue meravigliose tettone, agitando quel culo impareggiabile e oscenamente dischiuso, Adam la guardò con i tre occhi accesi di un appetito bestiale, di una ferocia sotto controllo che si esprimeva attraverso le pulsazioni che scuotevano i suoi due cazzi e dunque l'intero corpo di Lucia, che tremava come una foglia al vento. In particolare, il cazzo della sua coda, esposto e premuto tra le natiche del culo di Lucia, sembrava fremere come a invitare Hazel a muoversi, a fare in fretta poiché a breve lo avrebbe perso se non l'avesse preso per sé... e, in effetti, la tiranide non aveva costretto il delizioso corpicino della giovane a una doppia, estrema penetrazione proprio perché stava aspettando che Hazel si unisse a loro.
    Finalmente la demone salì sul letto, riuscendo a recuperare il pieno controllo della sua bocca e dimostrandosi arrogante e spavalda come sempre, in qualche modo certa che avrebbe ripreso il controllo della situazione all'istante: in qualche modo Adam, pur con le fauci spalancante e quel volto inespressivo da mostro, riuscì a piegare ciò che gli faceva le veci di labbra in un sorriso beffardo, a dimostrazione che considerava lei la bambina ribelle da mettere in riga. - Ngghh! - non ebbe tempo, però, di risponderle come doveva che entrambe, toccandolo l'una sulle cosce muscolose e immensa e l'una sui muscoli in parte esposti della schiena, pronunciarono un incantesimo che lo costrinse sia a sdraiarsi, sia a ritirare di colpo la lingua dal corpo di Lucia che, a seguito di questa repentina e violenta stimolazione, si lascio andare a un intenso orgasmo che ancora una volta gli riversò addosso. Adam ne fu così stupito che non riuscì a dire alcuna parola né a muovere un muscolo, mentre una vera e propria ondata di eromanzia lo attraversava e lo lasciava docile e illanguidito. Era sdraiato, dunque, con lo sguardo liquido di piacere e perso, per questo si accorse di cosa stava accadendo su di lui soltanto quando percepì un gemito di Lucia: Hazel, infatti, non soltanto spinse in avanti sua figlia ma, afferrandole con rudezza il culo e spalancandolo, la penetrò sotto lo sguardo allibito di Adam (Che, grazie all'incantesimo di Lucia, poteva osservare quella scena con gli occhi di tutti i presenti, driade compresa) che mai, mai si sarebbe aspettato una simile evoluzione degli eventi. Dopotutto, quando le aveva costrette lui all'incesto era chiaro che le due non l'avessero mai consumato precedentemente (Benché fosse altrettanto evidente che non era la prima volta che giacevano assieme con altri uomini) e c'era voluta tutta la corruzione dell'eromanzia e la loro totale assenza di lucidità per renderlo accettabile... mentre adesso erano sì eccitati ma lucidi, eppure Hazel non esitò neppure per un istante a conquistare il culo di sua figlia e goderne, come testimoniò il modi in cui si morse il labbro. Per un attimo, pur nel caos di quel desiderio che gli pervadeva ogni pensiero, che ruggiva a ogni battito del suo cuore, a ogni pulsazione del suo cazzo, Adam temette che Lucia ne potesse essere scossa e stava per tendere le enormi braccia in una abbraccio istintivo, cautelare ma non ve ne fu bisogno. Sgranando i grandi e ferini occhi rossi, infatti, vide la piccina (Ormai fiorita in quel corpo ancora più meraviglioso) scoppiare a ridere in quella maniera elegante e bella che la contraddistingueva, facendo sobbalzare quei seni tanto grandi quanto invitanti che subito stuzzicarono la sua lussuria e i suoi appetiti. Non ebbe modo di perdersi, però, in quelle perfette icone di femminilità perché Lucia richiamò lo sguardo sul suo viso, in quegli occhi ora rossi come suoi e terribilmente ammalianti, fissandola estasiato mentre lei si leccava sensualmente tutto il viso con quella lingua demoniaca, raccogliendo ogni singola goccia di sperma che, fino ad allora, aveva continuato a rigurgitare. Fu perversa, quasi golosa e lui ne fu totalmente conquistato: si era già votato a lei anima e corpo, l'aveva già chiamata padrona ma vederla così sicura di sé, così a suo agio malgrado il tentativo di Hazel di sottometterla, di travolgerla piantandole il suo grosso cazzo nel culo, lo riempì di un tale desiderio e di una tale devozione che può essere spiegata soltanto con istinto primordiale, con un imperativo biologico a cui non poteva sottrarsi. Lucia era la sua padrona e se questo concetto, questo ruolo era già stato accettato dalla sua mente, dal suo desiderio, adesso fu accolto dalla sua anima e, semplicemente, dimenticò ogni cosa. Quasi non vide Hazel che veniva di nuovo raggiunta dalle radici della driade e zittita in malo modo, mentre veniva bloccata lì, dentro il culo di sua figlia, costretta a godere del fallimento della sua ribellione.
    In un'altra occasione avrebbe rivolto almeno uno sguardo alla demone, anche soltanto per farle sapere che la desiderava terribilmente, non meno di quanto volesse sua figlia e magari, buono com'era, in quegli occhi ferini, alieni sarebbe brillata una luce dolce, rassicurante... ma in quel momento era completamente conquistato da Lucia, dai suoi occhi, dalla sua espressione e quando lei gli afferrò l'enorme e mostruosa testa, allungando la lingua verso la sua bocca, lui spalancò le fauci per accoglierla e poterla stringere, avvolgere con la sua infinitamente più grande. Mugolò non semplicemente contrariato ma quasi triste, lamentoso nel sentirsi privare della sua lingua, di quel bacio tanto mostruoso quanto bello ma fu docile e ascoltò rapito ogni parola che la giovane gli rivolse. Difatti Lucia avrebbe potuto osservare quei tre grandi, brillanti occhi rossi sgranarsi e divenire feroci, famelici mentre lei gli parlava, così come il suo cazzo non solo pulsò ma divenne ancora più duro, più caldo e tese gli aculei come se volesse perforare la carne sottile del suo addome. - Lucia... Luci-ahn! Nggghhh! - gemette con quella voce possente, fatta per ruggire non certo per esprimere un intenso, inaspettato piacere. Ma a causare quel gemito non fu il modo in cui prese a cavalcarlo, facendosi aiutare dalle sue liane né l'espressione spirata, incisa nella lussuria che gli rivolse... bensì le immagini oscene, folli che gli inviò e che gli affollarono la mente, confondendosi con i ricordi di qualche ora prima. Era questo quello che voleva Lucia? Quello che voleva la sua Padrona? Lo avrebbe avuto, avrebbe avuto tutto quello che desiderava... e molto, molto di più.
    Lucia... tu sei... la mia... - la voce gli uscì fuori lentamente, mentre le sue fauci mostruose si schiudevano, mostrando le enormi zanne e l'interno alieno della sua bocca, mentre lui scandiva ogni parola come se avesse paura di sbagliarla, di non pronunciarla correttamente, gonfiando ogni volta la gola e il punto in cui le sue complesse corde vocali producevano le parole senza l'ausilio delle labbra o della lingua. Lucia, dunque, si sarebbe sentita afferrare da due di quelle mani enormi, con le dita gigantesche e artigliate che sarebbero affondate nelle carni sodi del suo culo, che le avrebbero circondato e stretto in una morsa d'acciaio i suoi fianchi, mentre lui solleva la schiena e tornava a sovrastarla, anche se lei si trovava in cima al suo cazzo, pronta ad affondarlo tutto dentro di sé. - PADRONA!! - un ruggito, possente, mentre la impalava con tutta la sua forza sul suo immenso cazzo, facendo produrre uno schiocco tanto violento quanto perverso tra il suo bacino e il culo di Lucia, che letteralmente fu schiaffeggiato dalle sue enormi, rigonfie palle. - Tu sei la mia Padrona, la mia Signora e io vivo per te, io vivo per scoparti! Perché ti appartengo, la mia carne è tua, il mio sangue è tuo, il mio desiderio è tuo! Ti appartengo completamente... - le disse travolto dal desiderio, consumato da quel legame inaspettato che, come il più perverso dei collari, si era stretto al suo collo e lo costringeva a urlare quelle oscenità, quelle parole tanto intense, tanto gravi mentre ancora una volta, poi due, poi tre, fino a perderne il conto, l'aveva impalata ritmicamente sul suo cazzo, sconquassandola a ogni affondo, conficcandole quella mostruosità pulsante che era il suo cazzo sempre più profondamente nell'utero, facendola sbattere sempre più violentemente contro il suo pube e le sue palle. - E stanotte avrai tutto, tutto da me. Perché tu sei la mia Padrona... mia! E dovrai svegliarti, domani, urlando il mio nome, desiderando il mio cazzo! - il riferimento all'incubo con cui si era destata era evidente, così come il desiderio di spazzare via dalla sua mente ogni altro nome, ogni altro corpo: era la sua Padrona, non quella di altri! Era sua, sua, sua! Così, mentre Lucia era costretta a quell'estrema, vertiginosa penetrazione (Seguita, ovviamente, da Hazel che non fu "benedetta" da alcun cazzo ma fu costretta, dalle altre mani di Adam, a seguire la danza di sua figlia) accadde qualcosa di molto particolare ai semi della lussuria che aveva conficcato nel corpo della tiranide: questi, infatti, vennero letteralmente assorbiti dalla sua carne e, poco dopo, quest'ultima inizio a cambiare in alcuni, specifici punti; Lucia, infatti, avrebbe scoperto che un secondo cazzo, perfettamente uguale a quello che le sconvolgeva la fica, le premeva sulle natiche così come Hazel avrebbe notato che l'enormità che fuoriuscivano dalla coda erano, per l'appunto, due anziché una. Ovviamente quello era l'effetto probabilmente desiderato da Lucia quando gli fece dono dei suoi semi ma, a un'analisi pi attenta di quelle nuove verghe, avrebbe potuto scoprire che erano fatte di carne e che appartenevano totalmente al corpo di Adam, non erano copie posticce: era carne modellata grazie al potere dei suoi semi. E le sorprese non erano che all'inizio.
    Hazel... sei bellissima. Sei meravigliosa... non so descriverti quanto sei bella in questo momento. - sussurrò fissando estatico la demone, portando una mano a carezzarne quasi dolcemente il capo e i capelli. Invero, per quanto quella mano fosse enorme e mostruosa riuscì comunque a esprimere tutta la venerazione, il desiderio che provava per lei. Poi quella mano si unì all'altra che le stringeva il meraviglioso culone e le cappelle di quei due cazzi abominevoli premettero sui suoi due buchi già schiusi. - Posso soltanto scoparti finché non l'avrai capito, finché nella tua mente non vi sarà altro che piacere, piacere e ancora piacere, fino a dimenticarti di tutto tranne che di me. - lo sguardo estatico bruciò di furia, di fame e in un attimo, seguendo le spinte con cui impalava Lucia, la demone fu pronta quella doppia, estrema penetrazione. Ma Adam per ancora un attimo in cui quattro dita, delle dieci che stringevano il culo di Lucia, le penetrarono l'ano rigonfio, già dilatato dal cazzo di sua madre e lo allargarono rudemente, spalancandolo ben oltre i possibili limiti umani, tanto che Hazel quasi non avrebbe sentito più le carni di sua figlia. Il motivo è presto detto, poiché se la demone avrebbe preso due cazzi, Lucia ne avrebbe presi tre: senza un solo attimo di tentennamento, infatti, Adam le avrebbe abbattute su quelle quattro, immense mostruosità e avrebbe accolto con un ringhio di puro piacere, socchiudendo i tre occhi, lo spalancarsi osceno, estremo delle carni delle due donne.
    Hazel, infatti, avrebbe sentito quei due colossi farsi strada dentro di lei mentre il suo cazzo da un lato veniva spinto, spremuto contro le morbide carni di sua figlia, mentre d'altro una colonna di carne turgidissima, irta di aculei acuminati la pressava senza alcuna pietà. Sarebbe stata una penetrazione mostruosa e i corpi delle due donne sarebbero risultati oscenamente rigonfi da quei cazzi immensi ma non fu nulla rispetto a cosa arrivò poi: Adam, infatti, spalancò completamente la sua bocca e ne fece fuoriuscire ben tre lingue, grosse e lunghe come l'originale che, immediatamente, presero a leccare, stringere, adorare il corpo di Lucia, partendo dal volto per poi andare sempre più in basso, lasciando la pelle ambrata lucida di una saliva bollente e vischiosa, finché non giunsero in quel culo scopato dal suo cazzo e ad quello di sua madre e, con ferma determinazione, vi si insinuarono. Quelle lingue mostruose, larghe come braccia umana e infinitamente più lunghe le penetrarono il culo, avvolgendosi in spirali attorno a quei due cazzi così diversi, quasi a legargli assieme e così infilare quello di Hazel contro il suo per poi, lentamente, quasi senza fretta, risalire il corpo di Lucia. Ecco, se la giovane avesse serbato dentro di sé anche soltanto una sola goccia di sperma, questa le sarebbe sfuggita in quel momento.
    Siete così belle... mi fate impazzire... - commentò estatico, quasi sommesso (Per quanto gli concedeva di esserlo la sua voce mostruosa) mentre quelle tre mostruosità fuoriuscirono dalla gola di Lucia e, unite, saettarono verso la bocca e la gola di Hazel; in un attimo, dunque, madre e figlia non furono unite soltanto dal cazzo della prima piantato nel culo della seconda ma anche da quelle perverse lingue che, immediatamente, sciamarono nel corpo della demone in maniera non dissimile dall'immagine mentale che Lucia gli aveva inviato. - Baciatevi, unite questa bellezza... - due enormi mani afferrarono il capo di entrambe e furono avvicinate a forza l'una alla bocca dell'altra: ovviamente tutte e due avevano le mascelle spalancante in maniera estrema, quindi sarebbe risultato un bacio terribilmente grottesco, che avrebbe costretto Lucia a girare forzatamente la testa verso sua madre e a ingoiare una enorme porzione di quelle lingue che erano già fuoriuscite da lei e che si ripiegarono nella sua gola, allo stesso modo di come fecero con Hazel. Non appena le loro labbra si furono incontrate, sia pure fugacemente, Adam le allontanò nuovamente, mentre le lingue iniziavano a cercare un varco da cui uscire dal corpo di Hazel e lo trovarono nei suoi capezzoli: i meravigliosi seni della donna, infatti, furono invasi da quelle lingue che, dilatando al massimo i capezzoli, ne fuoriuscirono, uno da un capezzolo e gli altri due dall'altro (Che, ovviamente, s'allargò ancora di più) e subito saettarono verso Lucia e i suoi seni. Due lingue, infatti, spalancarono le fauci aliene sulla oro punta e afferrarono e avvolsero in quelle bocche secondarie i seni pieni, perfetti della giovane, mentre la terza prese a succhiare senza posa il suo cazzo eretto. I sapori, la morbidezza, la perfezione delle carni delle due donne si mescolavano nella sua mente sovraccarica di sensazioni e di piacere ma... non era ancora abbastanza, tutto quello non era sufficiente. Il carapace della schiena, già sollevato per permettere l'estensione della coda, si sollevò ulteriormente e fuoriuscì una seconda coda che posizionò la sua punta proprio sopra alla testa di Hazel: con la mano le afferrò proprio il capo e al costrinse a guardare in alto, mostrando così la bocca ingombra di quelle tre enormi lingue; forse la demone non poteva immaginare cosa stava per accadere ma, semplicemente, la seconda coda liberò un'erezione in tutto e per tutto uguale alle quattro che riempivano i loro orifizi e, senza alcun tentennamento, senza alcuna delicatezza affondo quell'enorme verga in quella bocca e in quella gola già ricolme. Ovviamente la gola della donna si dilatò oltre ogni immaginazione, aiutata dall'eromanzia diffusa dalla pianta di Lucia e da Adam stesso, mentre lingue e cazzo affondavano in lei e scopavano senza alcuna pietà la gola, dando l'impressione che le tre verghe si stessero incontrando e scontrando dentro di lei.
    Infine, il "piccolo" plug anale che era rimasto nel corpo di Hazel e che era stato spinto in profondità dal cazzo di Adam, si ritrovò letteralmente intriso dall'eromanzia che Adam stava riversando dentro il corpo della demone e si comportò come un seme della lussuria a tutti effetti, con il risultato di far crescere ulteriormente il cazzo della demone nel culo di Lucia, non al punto di diventare colossali quanto quelli di Adam, ma di certo più che sufficiente per spingere oltre ogni limite il corpo di suo figlia. In tutto questo Adam non smise neppure per un'istante di scoparle, di affondare in loro quei cazzi mostruosi mentre i loro corpi divenivano sempre più ingombri di lui, della sua carne. - Lucia, Padrona... ordinami di venire.

    Edited by Kira dietro lo specchio. - 22/11/2019, 14:33
     
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    Persa nei meandri del piacere, Lucia si sentiva potente, assoluta, per una volta finalmente viva, una persona e non un mero oggetto sballottato dalla corrente degli eventi. Prima di quel giorno non avrebbe mai potuto descrivere o immaginare la sensazione d'assuefazione che dava il Potere, l'aveva forse intravista con Gil grazie al suo sangue nero, con Thresh quando avevano "punto" insieme Gabriel... ma mai, MAI, avrebbe potuto paragonare l'emozione che provò quando Adam pronunciò quella dichiarazione. E anche se non era un sentimento romantico a legarli, anche se non erano che amanti improvvisati in una giornata che sarebbe dovuta essere un allenamento per lei, Lucia si sentì per quel preciso momento, davvero completa. Finalmente era Qualcuno, un individuo senziente, non una mera pedina di terzi! Era LUCIA, aveva un'anima sua, una volontà propria, ed era persino capace di mostrarla agli altri! Di imporla. Forse il potere l'aveva resa un po' folle, privandola di qualsivoglia freno inibitore e di quella riservatezza che solitamente la distingueva, ma non importava poi molto di fronte alla sensazione di leggerezza, di libertà che provava. Era esattamente come essere sotto l'effetto di una potente droga, solo moltiplicata per qualsivoglia granello di cocaina, qualsivoglia millimetro di eroina liquida, qualsivoglia goccia di seme di Incubus si potesse assumere. Per questo il suo sguardo puntato su Adam era incredibilmente intenso, grato, due occhioni gialli dalle pagliuzze cremisi così profondi da risultare ipnotici quasi al pari dei suoi immensi seni, intenti a sussultare e spremersi, sbattendo violentemente contro le sue costole ad ogni affondo quando Adam le afferrò il culo, iniziando finalmente a muoversi e guidandola un po' come se fosse un giocattolo sessuale alla sua mercé, vista la differenza abominevole di dimensioni. Inizialmente il grido non cambiò la sua espressione, iniziò semplicemente ad ansimare a bocca spalancata, riusciva solo a guardarlo inebetita e sospirare diversi "Sì! Sì! SI'!" entusiasti, mentre la sua lingua iniziava a perdere talmente tanta saliva da colare in rivoli sempre più consistenti, finendo direttamente tra i suoi seni, per poi scivolare in mezzo ad essi dritti tra i loro corpi quasi volessero lubrificare ancor più quell'amplesso semplicemente estremo. Il suo sguardo si incrinò solamente quando sentì quella promessa, la promessa che l'indomani si sarebbe destata con il nome della tiranide tra le labbra... Non perché temesse di affezionarsi troppo a lui, ma perché il pensiero dell'incubo che aveva avuto la attraversò con un brivido che vibrò per tutta la colonna vertebrale arrivandole direttamente al culo il cui anfratto pulsò sensibilmente.
    NnnhGH! Ahdam... ghh!
    Non sapeva se avrebbe gridato il suo nome l'indomani... ma di certo lo fece in quel momento, strozzata dal suo stesso cazzo che, impalandola fino all'utero, la costrinse a ribaltare gli occhi mentre gemeva, il corpo madido di sudore. A quel punto cercò ella stessa di andare incontro alle spinte di Adam, inarcandosi e sorreggendosi all'indietro mentre si godeva pienamente i suoi affondi, assecondandoli a propria volta ed esponendo al massimo la sua vulva le cui labbra piene si comprimevano contro la base del suo fallo ancora e ancora, adattandosi sempre più alla sua forma. Era così estasiata dalla sua performance che non si rese quasi più conto di ciò che aveva intorno. In un impeto di follia liberò la bocca di sua madre, ma la demone non fece in tempo a farfugliare una protesta che ella le afferrò la lingua da dietro, tirandola fuori senza ritegno mentre si muoveva, un sorriso perverso sulle labbra ormai colanti di saliva.
    Cosah diav-OHGH?! Ahahmhi! Che sarebbe dovuto essere un "Lasciami, lasciami" ma suonò più come un distorto "Amami", che fece sorridere Lucia in modo ancora più malato.
    Nh-nhh... Sì! Sì! Amalah Adamh! Amala!
    A quel punto quell'ordine avrebbe anche potuto non esserci, perché Hazel iniziò a capire fin troppo presto che si sarebbe amaramente pentita della propria gelosia nei confronti di Adam, rabbrividendo di piacere ma al tempo stesso di paura per la sua dichiarazione. Iniziò a parlare a entrambi attraverso la mente...
    Certo che lo sono... finalmente ti accorgi di chi è la vera protagonista qui... Ehi, cosa pensi di fare con quelli? Non azzardarti a GGGGGGHAAH-NNNNNMMMH!
    Inizialmente si sentì orgogliosa, c'era da dirlo, tanto che nonostante la bocca oscenamente spalancata sul suo viso demoniaco si distinse quasi un ghigno soddisfatto, ghigno che tuttavia era destinato a spegnersi molto presto, trasformandosi in un'espressione timorosa e incredula quando vide l'effetto che i semi di Lucia ebbero sul suo corpo. Aveva iniziato a parlare nella mente di entrambi i presenti, udibile anche attraverso la driade, ma quando venne sollevata e sentì la carne di Lucia stringerla ancora più forte la sua faccia divenne presto sorpresa e in seguito spaventata, distorcendosi e riempendosi di lacrime improvvise proprio come e avesse ricevuto due enormi pugni fino in fondo... e ciò che prese a scoparla in entrambi i buchi era decisamente più grosso. Il suo corpo si inarcò, contorcendosi mentre un grido estremamente perverso si faceva strada tra la sua bocca mentre quei due pali abominevoli sparivano completamente dentro di lei. Il suo culo sensibile fottuto allo stesso tempo della fica era semplicemente troppo, troppo piacevole, tanto che impazzì ancor prima del previsto. E se inizialmente le sue proteste furono "Nh-non insieme... mh-morirò- morirògh!", strozzate e pronunciate male a causa della sua lingua intrappolata, lentamente scemarono fino a trasformarsi in un gorgoglio mugolante. Se solitamente le sue proteste duravano infatti parecchio, la sua espressione iniziò fin troppo presto a farsi più languida, ancora, e ancora... finché quello stesso sorriso fiero che aveva quasi sfoggiato alle parole di Adam faceva capolino in una versione decisamente più perversa, resa tale anche e soprattutto dalla figlia che le tirava quella lingua biforcuta. E proprio mentre il suo cazzo iniziava a venire copiosamente dentro il corpicino di sua figlia, lo sperma fu presto costretto a colare lungo le pareti di quell'organo rigonfio poiché le dita della tiranide fecero allargare così tanto il povero culetto della giovane da farla singhiozzare a propria volta, cercando invano di tirar fuori una protesta sensata ma trovando solamente gorgoglii strozzati nel proprio vocabolario. Hazel vedendo quello spettacolo sorrise, in modo spiritato, iniziando a ridere a propria volta e portando le mani legate a spalancare quelle enormi natiche di rimando. Le liane le concedevano di muoversi leggermente, e finché si trattava di stare vicino a sua figlia non c'era motivo per fermarla... Almeno questo era stato il piano iniziale della ragazza, ma adesso? Adesso... niente. Lucia impazzì del tutto nell'istante in cui i cazzi dentro di lei diventarono tre. Era semplicemente troppo per poter resistere al piacere ed ella stessa esplose in un orgasmo senza precedenti, gridando così tanto da soffocarsi a tratti con la sua stessa saliva. Se ciò le dispiacque? A giudicare da come le sue unghie si ancorarono al petto di Adam cercando di graffiargli la carapace e affondarci dentro, era più facile pensare che lo avrebbe ucciso se si fosse fermato anche solo un istante... e in effetti non c'era più spazio per le proteste a quel punto, l'effetto di quell'amplesso portato allo stremo e senza precedenti fu più simile a un overdose di Eromanzia, tanto che entrambe iniziarono a rigettare così tanta saliva dalla bocca da sembrare cani rabbiosi destinati a svenire di lì a breve... cosa che nessuna delle due era disposta a concedersi.
    SI' AHDAM! SI'! Q-questo è... esattamente... ciò... che DESIDERAHHGH?!?!
    I-il mio culo... il cazzo... rotto... è rott-GHNGHMNH!!! I tuoi cazzi... mi faranno impazzireMMH?!NNNNAAAAHHHHGH!
    Vennero interrotte entrambe. In men che non si dicesse non erano più semplicemente le loro intimità a essere violate, i loro ani a venir dilatati oltre ogni immaginazione, ma anche le bocche, i seni, l'esofago... Hazel in particolare era così piena di lingue rosse, che anche le sue sclere scure parvero traboccare e diventare cremisi, quasi quei simil-tentacoli le avessero raggiunto il cervello e potessero distinguere dietro gli specchi che erano le sue pupille. E in tutto questo invece che aveva un'espressione triste, sconvolta o anche semplicemente terrorizzata, sembrava in pura estasi, estasi che non era comunque paragonabile agli occhi di Lucia: commossi, socchiusi, colmi di lacrime che sembravano incapaci di fermarsi tanto quanto i rivoli di umori che potevano distintamente ammirarsi all'interno delle sue cosce come il lento scorrere di un fiumiciattolo tra stretti spazi rocciosi, spazi che in questo caso non erano altro che i contorni della sua fica semplicemente distrutta, sfacciatamente larga, che comunque non era minimamente paragonabile allo status di quel culo una volta tanto bello: l'ano era così aperto, teso all'inverosimile, da sembrare ormai ovale e non più tondo, i bordi gonfi e frementi mentre ella veniva incapace di fermarsi, schizzando umori e sperma ovunque le fosse concesso, e se lei aveva almeno una parvenza di forma in quelle grazie così esposte e dilatate, sua madre se la passava ancora peggio, col culo completamente deformato, pieno di così tanta carne da essere quasi una voragine, con rivoli di rugiada, lo stesso liquido pregno di eromanzia che l'aveva riempita una volta, che scivolavano fuori e sembravano non fare altro che eccitare e rendere ancora più abominevoli le lingue e il cazzo che la violava. In un altro momento, nel pieno delle proprie facoltà, Lucia avrebbe temuto di tornare da Thresh così irrimediabilmente disfatta che neppure uno zombie di larghe vedute come lui l'avrebbe mai più voluta sfiorare... ma in quel preciso momento, ricolma di cazzi e lingue fino all'orlo del suo corpo rinnovato, le corna ritte e la lingua penzoloni al di fuori quella boccuccia stretta, non le importava neppure di venir distrutta. Era realmente pronta a morire in nome del piacere, tale era lo stato di corruzione raggiunto dal suo corpo. E quando Adam le aveva costrette a baciarsi, facendo scorrere le proprie lingue da una gola all'altra, entrambe avevano tirato fuori i rispettivi organi, lunghissimi e biforcuti, legandoli l'una con l'altra con mugolii osceni di sottofondo, tendendoli all'inverosimile e guardandosi con occhi socchiusi e persi nei rispettivi visi, rossi e distrutti dal piacere. Colavano da ogni poro, dagli occhi, dalle narici, dalle bocche. Lucia aveva rigettato persino un po' di sperma che Hazel stessa leccò via per portarselo alle labbra, assaggiando ciò che fino a quel momento l'era stato negato con estrema goduria. Venne così tanto dentro sua figlia che il pancino di Lucia iniziò a gonfiarsi, impossibilitato a sfogare in alcun modo tutto quel seme che per questo rimase forzatamente imprigionato dentro il suo stomaco rigonfio. Erano così oscenamente rigonfie che era difficile capire dove iniziasse la carne che le violava e dove invece finissero i loro corpi deformati... A giudicare dalle loro espressioni avevano più cazzi che cervello dentro di loro al momento, eppure nonostante questo quando Lucia sentì quelle parole dal sua amante sembrò come ridestarsi dal torpore, tanto che anche con la bocca piena, gli occhi ribaltati e bianchi, lacrimante e mugolante, le sue graziose orecchie a punta ebbero uno spasmo, sussultando all'unisono come quelle di un felino. Lo aveva davvero sentito? Un coro di lamenti si alzò come un sottofondo perverso, non erano solo quelli di Lucia e quelli di Hazel, anche la driade si unì al coro e voltandosi verso ella era possibile capire perché: la poverina risultava completamente stracolma di energia Eromante, innaffiata probabilmente al limite delle proprie capacità per poter rimanere attiva, era stata legata e afferrata dalle sue stesse radici, gonfiata all'inverosimile di umori, eromanzia e fluidi, e ora il suo corpo deforme fuoriusciva dal terreno pieno a propria volta di carne come se fosse lo specchio esatto di Lucia e Hazel in un'una figura deformata, tanto che probabilmente sarebbe davvero esplosa se la perversione in quella stanza fosse aumentata, impresa che per quanto sembrasse impossibile probabilmente era destinata a compiersi proprio quella notte... Lo dimostrò il fatto che dalla pianta si aprirono diverse bocche, uguali a quella di Lucia, altre come quella di Hazel, che spalancandosi all'unisono e iniziando a muoversi voluttuosamente parlarono come se fossero le loro, stracolme di lui in ogni dove.
    Vieni dentro di noi, Adam! Non trattenere neppure una goccia di te! Voglio tutto... TUTTO!
    Entrambe si muovevano convulsamente, come se dovessero cavalcare quella carne nonostante fossero semplicemente stracolme, le loro mani che tentavano di afferrare e accarezzare, massaggiare, tirare tutto ciò che trovavano come se dovessero masturbarle per aumentare il piacere di Adam ancora di più, come se volessero che tutto di lui esplodesse dentro di loro. Persino la driade, mero frutto dell'incantesimo di Lucia ma non per questo meno senziente a quanto pareva, parve assumere un'espressione preoccupata nonostante avesse i lineamenti completamente nascosti da tutte quelle radici e rami. Avevano per caso intenzione di morire?! Il vero mistero era che nessuna delle due si sentiva in procinto di farlo... No, erano piuttosto convinte di non essere mai state così divinamente vive.
     
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