Un passo alla volta

Per Chibi ♪ (Kira)

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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Adam si sentiva sconvolto, non soltanto perché stava vivendo una situazione in cui mai e poi mai avrebbe pensato di trovarsi ma perché, soprattutto, quella situazione gli stava piacendo oltre ogni immaginazione. Se qualcuno, appena poche ore prima, gli avesse detto che si sarebbe eccitato fuor di misura mentre, inginocchiato sul pavimento (orrore!) del bagno di un locale semisconosciuto, succhiava un reattivo e sensibile cazzetto eccitato... beh, si sarebbe messo a ridere o, ancor più probabilmente, se ne sarebbe persino offeso. A lui non piacevano gli uomini e l'idea stessa d'inginocchiarsi in un posto simile gli dava il voltastomaco, pensiamo eccitarlo! Eppure era proprio quello che stava accadendo, poiché ormai a guidare i movimenti sempre più veloci, più intensi, più affamati del suo capo verso la piccola, deliziosa virilità di Lucia non era più il desiderio sincero, ricolmo di tenerezza, di farla sentire accettata, apprezzata bensì vera e autentica lussuria. Quella meravigliosa piccina, infatti, pareva avere un autentico talento nel trasformare la tenerezza in una bruciate, violenta eccitazione, tanto che Adam iniziò a sentirsi sempre più confuso e cupido nei confronti di quel corpicino delizioso, di quelle carni semplicemente perfette.
    Non riusciva a spiegarselo: le gote di Lucia erano ancora umide di lacrime, lui stesso si sentiva il cuore gonfio di tenerezza nei suoi confronti e il desiderio di abbracciarla e riempirla di casti baci era sempre lì, in agguato in un angolo della sua anima... e allora perché, perché si sentiva così maledettamente duro? Perché sentiva che il suo enorme cazzo perdesse rivoli di liquido preseminale come un rubinetto rotto? Perché si sentiva letteralmente ardere di desiderio ogni qual volta i suoi occhi incontravano quello splendido volto bruno e paonazzo, quella labbra schiuse dai gemiti e strette dalla vergogna? Non lo sapeva, sapeva soltanto che voleva sentirla venire nella sua bocca, che godesse per lui, grazie a lui. Finalmente accadde e, semplicemente, come una farfalla si libera dal suo bozzolo, così il suo desiderio esplose squarciando il velo della tenerezza: quando baciò nuovamente Lucia, nel sentirla succhiare la sua lingua impregnata ancora del suo sapore, Adam comprese che non avrebbe mai potuto allontanarsi da lei, ritornare alla sua vita consueta se non l'avesse presa, se non l'avesse scopata. Non era semplice voglia, non era il fugace desiderio di una serata oziosa, magari alimentato dalla noia: era qualcosa di profondo, di viscerale, di profondamente connesso a corde primigenie del suo essere. Era una bisogno fisico e spirituale assieme, una necessità non meno impellente e importante del respirare, un nodo di lussuria che univa necessariamente i fili rossi del loro fato, sai pure per una notte.
    Tutto ciò lo sconvolgeva e, a dire il vero, avrebbe dovuto spaventarlo, non solo perché era qualcosa di strano, eccezionale ma anche perché gli avrebbe dovuto ricordare un'altra, simile eppure terribile esperienza: con Hilda, infatti, non aveva provato forse lo stesso bisogno indifferibile, lo stesso profondissimo desiderio di averla, di godere di lei e con lei? Eppure, stranamente, lo spettro della vampira non gli oscurò il cuore, né il ricordo di quella triste notte gli avvelenò il presente; quanto accadde allora, infatti, fu oscuro, meschino e triste ma con Lucia non c'era nulla di simile. Non c'era abisso né abiezione in cui il desiderio per Lucia l'avrebbe fatto precipitare, non c'era nulla di sbagliato o di disonorevole nel mandare al diavolo la razionalità per lasciarsi andare alla passione con lei, né nessuno ne avrebbe sofferto: quel fuoco, infatti, che gli ardeva dentro non era un fuoco distruttore, un incendio che gli avrebbe annerito o carbonizzato l'anima, bensì un fuoco ristoratore, benevolo, che avrebbe donato calore e luce a entrambi... e soltanto il Cielo poteva sapere di quanto ne avessero bisogno!
    Fu con questo spirito d'animo, con questa lussuria screziata di dolcezza, di serenità che si lasciò andare al bacio e al desiderio di e per Lucia, accogliendo le sue mani sul suo corpo con un gemito roco, soddisfatto. Era meraviglioso, infatti, percepire quelle manine gentili, timide tirargli i capelli, graffiargli il collo o carezzargli impazienti i pettorali, perché gli esprimevano tutto il desiderio della piccina e sapere che la fame che lo guidava, l'eccitazione che lo faceva diventare rude fossero reciproci, che anche lei, mentre avevano le lingue annodate in una danza di sfrenata passione, si doleva di quel contatto non sufficiente ad appagarli. Il modo, poi, con cui gli strizzò il cazzo mentre si baciavano gli fece sgranare gli occhi ed emettere un verso strozzato direttamente tra le sue labbra, prima che il suo desiderio avesse un picco tale che non poté più attendere e si abbassò i pantaloni di tutta fretta, scoprendo proprio ciò che la piccina sembrava desiderare tanto.
    Adam la guardò estasiato mentre, osservando l'enormità di quella magnifica virilità, reagiva in un modo che non avrebbe mai potuto prevedere e che lo eccitò e sconvolse come mai prima di allora: sgranò gli occhioni rossi e prese ad ansimare come quando la stava stimolando, pochi minuti prima, tanto che Adam si sentì montare un'eccitazione tale che il suo povero cazzo fremette indurendosi ancor di più, mentre sembrava cercare di ergersi il più possibile, nemmeno volesse farsi ammirare al meglio; eppure quello non fu niente, rispetto al modo in cui la piccina letteralmente crollò in ginocchio davanti a lui, neppure se se volesse venerarlo... e, in effetti, era proprio quello che sembrava voler fare, quando afferrò il suo cazzo e, lentamente, si strusciò la cappella sulle gote vellutate, sulle labbra morbidissime. Adam trattenne visibilmente il respiro, mentre ogni fibra del suo corpo imponente e definito fremeva straziata dall'eccitazione, con il suo cazzo che già solo sentirsi afferrare da quelle manine brune, così deliziosamente in contrasto con il chiarore della sua pelle, pulsò violentemente e sembrò volerla costringere ad allargare ulteriormente le dita mentre lo stringeva. Ciò, però, che lo fece uscire completamente fuori di testa fu vedere Lucia, dopo essersi sporcata le gote e le labbra del suo liquido preseminale, leccarsele lentamente per poi mugolare d'eccitazione: lì ogni tentativo di controllo o di mantenere un minimo di razionalità s'infranse in mille, incandescenti frammenti, con Adam che la guardava stupito, quasi boccheggiante e il suo cazzo che, oltre a divenire ancora più marmoreo di quanto già non fosse, si ritrovava a far gocciolare un altro rivolo di presperma fremendo come se fosse in procinto di esplodere in un vero e proprio orgasmo. Lo stesso corpo dell'uomo, dal modo in cui si tese e s'irrigidì, nel modo in cui protese istintivamente il bacino verso quelle labbra meravigliose, lasciava intendere che una vera e propria scarica di piacere ed eccitamento lo avesse attraversato, sconvolgendolo completamente.
    Nhggghh, L-lucia... - fu il verso roco, interrotto da ansimi e boccheggi, con cui sussurrò il suo nome: non aveva fatto altro che leccarsi le labbra eppure Adam si sentiva che, se non avesse opposto una strenua resistenza, avrebbe seriamente rischiato di venire da un momento all'altro, come un verginello qualunque, come un'adolescente alla sua prima sega. Le tempie gli pulsarono a ritmo col suo cazzo, più duro e bollente che mai, mentre Lucia accoglieva in quella boccuccia calda come l'inferno, eppure vellutata come il paradiso il suo glande stillante nuovo desiderio. - Mhhhg, sì... - un gemito, bollente e virile, certo, ma pur sempre un gemito chiarissimo che gli sfuggì dalle labbra mentre si tendeva verso di lei e, istintivamente, le posava sul capo la mano destra; subito perse le lunghe e forti dita tra i suoi capelli, in una carezza intensa, passionale ma che ancora non voleva costringerla ad accogliere tutta quella carne turgida e pulsante nella sua gola. Un nuovo gemito seguì il primo nel percepire le manine della piccina sui suoi fianchi, sulle sue gambe contratte: Lucia avrebbe potuto percepire la consistenza unica, marmorea di quei muscoli guizzanti sotto la pelle tesa e vellutata, il modo in cui fremessero quando le sue dita sottili li carezzavano o, addirittura, li graffiavano. Notò che Lucia si fosse nuovamente eccitata e benché l'atto di nascondere la sua erezione sollevandosi sui tacchi lo dispiacque, la posizione che assunse e - di conseguenza - la vista che gli regalò tramite il riflesso del marmo furono così perverse che si poté ritenere del tutto soddisfatto. In effetti il culo di Lucia era uno spettacolo meraviglioso che, unito alla sua bocca, gli rendeva pressoché impossibile fare altro se non emettere gemiti strozzati, fremere all'unisono col suo enorme cazzo e, semplicemente, seguire i movimenti del capo della giovane con la mano e il bacino. Adam era certo che si trovasse a un passo dal Paradiso quando, semplicemente, accadde l'impensabile.
    Era lì che la stava guardando negli occhi, tremendamente impaziente e follemente eccitato, in spasmodica attesa di ritornare a sentire quella labbra morbidissime attorno al proprio cazzo quando, di colpo, un rumore violentissimo gli fece voltare il capo verso una delle cabine bagno: dalla porta scardinata di quest'ultima, infatti, uscì una giunonica demoniessa vestita in maniera... quanto meno "appariscente", dato che sopra un sensualissimo e audacissimo vestito da sera, era letteralmente ingombra di un gran numero di gioielli, monili e persino pezzi di armatura. Adam trasalì come chi viene svegliato di soprassalto e, istintivamente, si portò la mano libera a schermarsi i genitali, cosa ben poco utile poiché vista le loro dimensioni, la nuova arrivata avrebbe potuto vedere tutto tranquillamente. - M-ma c-cosa...?! - bofonchiò, totalmente confuso e imbarazzato dal fatto di essere stato colto in una situazione così perversa in un luogo pubblico. Stava già per sussurrare qualche scusa e frapporsi tra la demone e Lucia, affinché la piccina potesse sfuggire al suo sguardo e sistemarsi senza (troppo) imbarazzo. Un atto decisamente cavalleresco e Adam sarebbe stato disposto a compiere anche se voleva dire... beh, che la sconosciuta avrebbe avuto tutto il modo di osservare la sua erezione, sennonché glielo impedirono due cose: la mano di Lucia ancorata saldamente al suo fianco e le parole della stessa demone che, incredibilmente, si rivolse proprio alla piccina dando mostra di conoscerla.
    Anzi, fece ben di più perché la chiamò figlia, al definì una strega e la rimproverò per essere stata troppo docile nei suoi confronti: Adam strabuzzò gli occhi e mise su una faccia così stupita da apparire persino buffa, con le guance rosse per via dell'istintivo imbarazzo e la bocca dischiusa, mentre la verità lo colpiva: ecco come mai una piccina così timida era riuscita ad avvicinarlo! Era tutto un "allenamento" caratteriale a cui quella madre degenere aveva sottoposto la figlia! Ovviamente Adam sapeva benissimo quanto Lucia fosse presa da lui e non mise in discussione nemmeno per un attimo la reciprocità del suo desiderio o, semplicemente, della sua fiducia. Era certo che, quanto era avvenuto tra loro, in quella notte, fosse un evento raro e prezioso per entrambi; no, quello che lo faceva indignare era che quella donna non solo si fosse permessa di spiarli biecamente ma che, soprattutto, adesso si permetteva di rivolgere dei rimproveri assolutamente ingiusti alla figlia! Serrò la mano che prima era sul capo di Lucia in un pugno e, trasformando il suo sguardo stupito in un deciso, si apprestò a dirgliene quattro. Voleva dirle che non aveva alcun diritto a derubricare le insicurezze o paure di Lucia in quel modo, che lui non le aveva ordinato un bel niente e che non c'era nulla di male nella vergogna di Lucia, che lei era perfetta così com'era e che avrebbe raggiunto l'accettazione di se stessa non certo perché lei la forzava a fare la dominatrice ma perché, più semplicemente, avrebbe compreso che poteva essere se stessa senza doversi giudicare o temere il giudizio altrui: insomma, una ramanzina in piena regola che avrebbe avuto tutta la credibilità che un uomo con le braghe calate e il membro al vento avrebbe potuto darle.
    Per fortuna della demone, però, tutto quello sproloquio le venne risparmiato da un gesto di Lucia: muovendo nella sua direzione la mano, infatti, la colpì con quello che sembrava un seme e subito la donna venne avviluppata da quelle che sembravano vere e proprie radici. Tali radici furono assolutamente impietose, non soltanto immobilizzandola in un batter d'occhio ma perché, soprattutto, le andarono a occupare la bocca con una grossa radice dalla forma assolutamente ambigua. Adam strabuzzò per la seconda volta, osservando allibito quella radice scomparire nella gola della donna mentre le sue enorme tettone e la vulva venivano stimolate da altre propaggini più piccole: per un attimo temette che Lucia volesse soffocarla ma i lamenti della donna erano più dei distorti versi di piacere e protesta che non i rantoli di un qualcuno che lotta per la vita. Anzi, un Adam stupefatto persino da se stesso, dovette riconoscere che lo spettacolo era decisamente conturbante... ma non poteva comunque rimanere lì impalato a non fare nulla! L'ex homunculus trasalì e si riscosse come chi si sveglia da uno strano sogno, portando il suo sguardo e su Lucia e schiudere la bocca che aveva appena chiuso per esternare i suoi dubbi: - Lucia, ma ch-mh! - la frase si spezzò di colpo e le parole gli morirono in gola, eppure la giovane non fece nulla di che, a parte portare entrambe le mani sui suoi fianchi per avvicinarlo a sé e guardarlo, a sua volta, negli occhi. Fu proprio questo, però, ad ammutolire Adam e a farlo emettere quel lieve gemito: lo sguardo di Lucia, infatti, era così bruciante di desiderio, così ardente di lussuria che, semplicemente, si sentì avvampare lui stesso. La piccina avrebbe avuto una prova assolutamente lampante di quanto l'uomo la desiderasse semplicemente osservando il suo membro che, durante tutto quel trambusto aveva perso un po' di vigore, non si era di nuovo assopito ma non era più duro e gonfio come prima: ebbene, ad Adam bastò incontrare quello sguardo così perso nella perversione che, semplicemente, il suo cazzo schizzò verso l'alto, più turgido e gonfio che mai. Al solo leccare la cappella, infatti, oltre a un ennesimo torrente di bollente liquido preseminale, quell'enormità l'avrebbe accolta pulsando entusiasta, se non addirittura docile, come a volerle dimostrare quanto le fosse mancata.
    L-lucia, aspetta, noi... n-noi... aahhhh... - lui per primo non aveva la benché minima idea di come continuare poiché se era bastato uno sguardo per farlo tornare duro come il ferro, sentire la sua lingua sul suo glande gli aveva letteralmente spento il cervello. Cercò disperatamente di continuare, socchiudendo gli occhi per sottrarsi a quell'immagine così perverse e meravigliose al tempo stesso, serrando le labbra e portandole una mano sul capo per, gentilmente, allontanarla... ma riaprì gli occhi e la mano trasformò quella spinta in una carezza ai suoi capelli, mentre le labbra si schiudevano a un nuovo gemito. - Ngghh... aaah! N-noi n-non... d-dovremm-nhhggg! - un nuovo, roco gemito seguito dal suo capo che si reclina, il suo intero corpo che si tende come un arco e i suoi fianchi, infidi traditori, che si mettono a inseguire la sua bocca, sia pure con movimenti lenti. Che doveva dire? Che cosa non dovevano? Quando riaprì gli occhi e li riportò su Lucia, la trovò con gli occhi sbarrati, le pupille perse verso l'alto e con l'intera gola occupata dal suo gigantesco cazzo. Ogni speranza che avesse mai avuto l'uomo di sottrarsi a quella stimolazione morì proprio in quel momento: Lucia avrebbe percepito chiaramente quell'enorme cazzo fremere e pulsare violentemente contro le pareti della sua gola, mentre i fianchi dell'uomo avrebbero accennato a scopargliela con un paio di spinte. - Ngh, n-no... - gemette quasi disperato senza aver ben chiaro lui stesso per che cosa stesse dicendo "no", percependola sfilarsi dalla gola la sua mastodontica erezione, per poi sospirare sollevato percependo una manina strizzargli le gonadi e l'altra massaggiarle l'asta. Adam si tese ancora una volta, reclinò il capo mordendosi forte il labbro inferiore e contraendo spasmodicamente i muscoli del suo corpo imponente: era chiarissimo che voleva lasciarsi andare, che voleva soltanto scoparle la gola e venire ancora e ancora ma, malgrado tutto questo, malgrado Lucia lo avesse letteralmente in mano... non poteva fregarsene in quel modo della demone! Dova capire, accertarsi della situazione! Con uno sforzo di volontà semplicemente immenso, voltò il capo verso la demone appena in tempo per vedere quel culone meraviglioso (Sicuramente una dote di famiglia) venire letteralmente penetrato dall'interno dalla radice che, raggiunto il suo traguardo, era "fiorita" in una sorta di perverso plug arboreo. Inutile dire che l'espressione della donna era assolutamente indecente e, in attimo, il povero Adam si sentì sconquassato da una tale esplosione di desiderio che il suo ultimo pensiero razionale fu un "Ma dove sono capitato?", poi riportò lo sguardo su Lucia e, da allora, fu buio.
    Prima, infatti, che il tono sensuale delle parole di Lucia o che il loro contenuto perverso gli dessero una sferzata, a farlo sentire come una belva in calore fu il suo sguardo: la piccina timida, dolce che aveva conosciuto non c'era più, c'era una donna eccitata e perversa, una donna che lo desiderava con tutte le sue forze e che, in qualche modo, voleva imporgli questo suo desiderio. Lucia non poteva sapere quali corde era andata a sfiorare con quello sguardo ma è presto detto: dietro l'aspetto perfetto, angelico di Adam si cela una tiranide più istintiva e ferale di quanto lui stesso voglia ammettere... e, come tale, è istintivamente eccitato dalle femmine che, durante l'amplesso, si mostrano in un qualche modo volitive, se non addirittura impositive nei suoi confronti. Dopotutto molte tiranidi, durante l'accoppiamento, fanno da banchetto per la femmina, dunque una sorta di "sadomasochismo genetico" è utile affinché non si tirino indietro dal loro ruolo biologico. Adam non rispose neppure alle parole di Lucia ma, semplicemente, artigliatele la nuca con la mano con cui prima la carezzava, affondò con tutte le sue forze quell'immenso cazzo direttamente nella gola della piccola, facendo finire il suo nasino tra i suoi peli pubici, impregnati del suo odore virile e facendo sbattere con forza il suo labbro inferiore e il mento contro le sue gonadi rigonfie di seme.
    - SISI! Cazzo sì! Non fermarti, Lucia, non f-fermarti! - quasi ruggì dal piacere, prima di ritornare a sfilare quasi completamente il cazzo dalla bocca della piccina e ritornare ad affondarglielo dentro con tutta la sua forza, gemendo di piacere e fremendo tutto come se fosse già sul punto di venire. Le scopò la gola duramente, incapace di agire altrimenti, quasi senza darle il tempo di respirare tra un affondo e l'altro, dato che la sua gola veniva riempita da decine e decine di centimetri di carne pulsante in un attimo, a un ritmo che non sembrava riuscir trovare un suo limite, dato che si faceva progressivamente più veloce e, soprattutto, feroce. Ma tutto questo era nulla se paragonato alla lotta interna che, in quel momento, stava avvenendo in un Adam ormai fuori di sé e, proprio per questo, sempre più in difficoltà nel trattenere la sua trasformazione: era difficilissimo costringere il suo corpo rimanere in quella forma ma, con un ultimo barlume di razionalità, voleva evitare di perdere completamente il controllo poiché non voleva spaventare Lucia e rischiare di farle male con le dimensioni semplicemente colossali della sua virilità nella forma di tiranide. Per evitare, dunque, di perdere completamente il controllo fece l'unica cosa che gli sembrò sensata: trasformare la sua eccitazione in eromanzia. Il suo cazzo, infatti, assieme alle violente pulsazioni, iniziò a rilasciare direttamente nella sua gola grandi quantità di eromanzia che, nell'immediato, ebbero l'effetto di "folgorare" il corpicino della piccina, andando a raggiungere le zone erogene del suo corpo e ad attivarle, come se qualcuno le stesse stimolando e, allo stesso tempo, di trasformare la sua gola in una sorta di zona erogena, tanto che gli affondi dell'uomo avrebbero potuto darle vere e proprie stilettate di piacere, magari non intense come quelle di un vero amplesso ma comunque molto piacevoli. Inoltre Adam riuscì, sì, a mantenere il controllo sul proprio corpo ma gli fu impossibile mantenerlo completamente: il suo cazzo, infatti, proprio mentre era perso nella gola di Lucia, crebbe ulteriormente in lunghezza ma, soprattutto, in larghezza; manteneva comunque un aspetto umano e, a dimensioni, era ancora lontanissimo dal colosso della forma mostruosa ma, con ogni probabilità, Lucia avrebbe avuto l'impressione di potersi slogare la mascella... o forse no, visto tutta l'eromanzia che le stava riversando dentro.
    In ogni caso, il volto di Adam era ormai una maschera di piacere e ormai teneva entrambe le mani sulla nuca di Lucia, totalmente perso nel piacere. - Aaaaah! Sì! Cazzo, cazzo! Lucia, sei... nhhhhggg!! B-bravisima! Cazzo, v-vengo, vengo!!!!!! - a differenza della giovane lui non poté né volle essere silenzioso e, boccheggiando un gemito, esplose direttamente nella sua gola. Fu un'orgasmo copiosissimo, incredibilmente bollente e un vero e proprio fiume di seme venne eruttato da quel cazzo durissimo, che un attimo dopo le stava di nuovo scopando la gola. Duro molti minuti, molti minuti in cui quello sperma denso e candido, infuso di eromanzia, le veniva riversato direttamente nello stomaco o in bocca, finché non si esaurì e lui, finalmente, non la liberò da quell'ingombrante, turgidissima presenza.
    Rimase così, ansante, stravolto, con i muscoli ancora contratti e la pelle imperlata di sudore, a guardarla, ad ammirarla: era così bella, così meravigliosa, così fottutamente eccitante dopo avergli regalato quello straordinario pompino che, inaspettatamente, dal suo cazzo zampillarono altri copiosi schizzi di seme bollente che le incorniciarono il volto e l'ampia scollatura del vestito. Non ci vide più e la sollevò, prendendola letteralmente in braccio, tenendola sollevata per il culetto, mentre l'enorme cazzo, più duro che mai, pulsava violentemente contro il suo, affamatissimo. Le sue labbra erano vicinissime a quelle della donna, le solleticavano con il loro respiro e sembrava che da un momento all'altro l'avrebbe baciata, avrebbe assaggiato il suo sapore come lei aveva fatto col suo. Ma non accadde nulla di tutto ciò: - Baciami. - sussurrò soltanto, roco, come a ricordarle le sue precedenti parole. E se quel sussurro le ricordava i suoi "impegni", gli occhi di Adam, sfavillanti di lussuria, le promettevano che quel bacio non gli sarebbe affatto bastato.
     
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    Dietro di te OwO

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    Impotente e preda degli spasmi che procuratogli dal potere di sua figlia, Hazel non poté che osservare i due amanti vicini... che dalla sua angolazione spalmata sul pavimento, parevano entrambi imponenti e minacciosi. Sì, per assurdo anche sua figlia, che con quegli occhioni rossi "svuotati" della razionalità ma accesi di pura energia erotica, sembrava molto più simile a una strega di quanto non fosse mai parsa. Hazel non sapeva se sentirsi orgogliosa, impaurita o, ancora, furiosa. Era esattamente ciò per il quale si erano così duramente allenate, ma che quel potere e quel sadismo venissero sfogati su di lei... Beh, era semplicemente inaspettato, oltre che irriguardoso. Quando e se fosse riuscita a liberarsi da quella trappola di lussuria, avrebbe di sicuro punito per bene la sua figlioletta degenere... peccato che temeva di non riuscirsi molto presto. Come ogni particolare del loro potere, le piante che ora le stringevano così rudemente ma piacevolmente il corpo erano brulicanti di energia eromante, e gliela iniettavano dentro tramite le loro spire, sia in bocca, che sulla carne delicata dei capezzoli, ora gonfi e così esposti da sembrare quasi schiusi sulle loro estremità, così come sul clitoride (anch'esso gonfio e turgido, ben visibile tra le grandi labbra, sotto la rada peluria bionda del pube)... ma soprattutto dall'interno, lungo tutto il percorso compiuto dal fiore che era "sbocciato" tra le sue natiche morbide. Inizialmente, era stata una vera delusione scoprire che l'anima di Lucia (intesa come il suo potere di strega), risvegliata dalla maledizione con cui Hazel si era unita a lei come Dioscuri, era legata così indissolubilmente alla lussuria e agli abusi vissuti da rivelarsi niente più che... un vascello per l'arte dell'Eromanzia. Hazel si era sentita particolarmente amareggiata e incredula, inizialmente, ma poi aveva preso la decisione di non lasciarsi fermare da questo, convinta che anche un potere del genere nella sue mani di ex strega, attuale demone e soprattutto madre, avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di potente e utile per farsi valere, nonché permettere a lei e alla sua "bambina" di riscattarsi. Ora che però provava quell'energia sulla propria pelle... quella potenza erotica che sprigionava... dovette ricredersi sull'inutilità di un simile dono. Si sentiva ardere fin nel profondo, e il fatto che qualcosa le stesse stimolando il culo non c'entrava, no. C'era di più. Era come se le piante di Lucia la ammaliassero, la cullassero... la stimolassero facendole dimenticare completamente del perché avesse avuto intenzione di ribellarsi. l'Eromanzia era un'energia potente, e lei si pentì di averla sottovalutata... specie quando, senza saperlo, Adam mandò in risonanza le loro reciproche energie regalando alle piante di Lucia una sorta di vibrazione che le sconquassò tutto il corpo facendole venire le lacrime agli occhi... Li sgranò, guardandolo dal basso della sua imbarazzante posizione. Era stesa a terra, legata come il più perverso "salsicciotto" sadomaso, e l'unica cosa che riuscì a pensare prima che le sue pupille si ribaltassero del tutto, fu che la pelle pallida di Adam a contatto con quella bruna di Lucia era sublime e che, in fondo, magari... prima di punire Lucia, anche lei avrebbe potuto unirsi a loro.

    Lucia sentì vagamente le proteste di Adam, la sua indecisione, ma le percepì come parole lontane, proteste vaghe che non riuscivano assolutamente a scalfire la bolla di lussuria in cui era rinchiusa. Semplicemente... era affamata. E il suo cazzo aveva un sapore così buono che lo avrebbe succhiato per ore; non importava che la sua boccuccia fosse troppo stretta per prenderlo bene senza farsi male. Questo lo pensava già prima, quando l'uomo ancora si tratteneva, quando le carezzava il capo dolcemente mugugnando proteste destinate irrimediabilmente a venir ignorate. Perché non c'era alcun modo che smettesse di assaggiare quella carne deliziosa, di passare la lingua su ogni singola vena rigonfia, o tanto meno che le sue manine abbandonassero la presa su quelle palle eccitanti o l'asta enorme... Era così presa, così persa, che quasi sicuramente avrebbe parlato sporco se solo avesse avuto modo di farlo. Peccato che quando Adam cedette, lasciandosi andare... lei perse ogni singola, minuscola volontà di lasciare la presa, fosse anche per prendere aria. Non le importava delle guance doloranti, gonfie, della mascella spalancata così tanto da sembrare in procinto di rompersi, o dell'esofago completamente in fiamme per la presenza semplicemente abominevole che fu costretto a ospitare... Lei gemette quando l'uomo le afferrò i capelli con bisogno, con perversione, abbandonando forse i modi delicati ma rendendola se possibile più felice, perché al suo corpo non importava un bel niente del romanticismo, non gli era mai importato. Una fitta di piacere le invase il corpo e lei gridò, soffocata dal membro più buono che avesse mai assaggiato in vita propria. Era semplicemente... divino. A stento tratteneva la voglia, la voce o le mani, era impossibile: si ritrovò con le unghie ancorata ai suoi glutei marmorei, infilandole nella carne tanto da lasciargli i graffi, spingendolo verso la propria gola mentre il viso diventava rosso per lo sforzo, la saliva colava ad ogni singolo affondo sempre più copiosamente, e soprattutto gli occhioni lucidi si ribaltavano fin quasi a diventare bianchi... Quando poi anche quel dolore, quei piccoli -minimi- dettagli iniziarono a trasformarsi in pura energia lussuriosa, in estremo piacere... allora tutto il resto smise di esistere. Le loro pelli a contatto si contrastavano, rendendo la vista delle sue manine brune ancora più bella mentre si muovevano sul suo corpo scultoreo. Le grida -più simili a lamenti mugolanti vista la situazione- aumentarono sensibilmente, crescendo insieme alla sua voglia di essere posseduta, scopata rudemente nella gola... distrutta se necessario, tutto pur di averne ancora! L'Eromanzia iniziò a scorrerle dentro come un balsamo miracoloso, lenì dolore, fece sparire l'apnea, o ancora meglio la trasformò in un ennesimo strumento con il quale godere. Non che ne avesse bisogno invero... perverso com'era il suo corpicino. La sua intimità si era ormai ripresa del tutto, gocciolando di piacere ad ogni singolo affondo, e quando Adam riversò dentro la sua gola tutto quel seme, talmente tanto che schizzò fuori non solo dagli angoli delle sue labbra, ma oscenamente dalle sue narici, gonfiandole anche il pancino, ella venne ancora, e ancora... come se il suo corpo di fronte alla lussuria non conoscesse scienza, limiti, o umana concezione.
    Nnnh... nnhh! MMMMHHNGHHHH!!!!
    Quando iniziò a venire sembrò quasi in procinto di morire per asfissia, sgranò gli occhioni verso Adam e iniziò a graffiarlo, afferrarlo sui muscoli delle cosce, sull'addome, sui fianchi pallidi... quasi cercasse di fermarlo, di spostarlo via. Ma se anche lui avesse provato a liberarla prima del dovuto dalla sua presenza, lei lo tenne esattamente lì, mentre lo sperma le schizzava da ogni poro, le lacrime le sconvolgevano il trucco formando due lunghe strisce nere lungo le sue gote, e le guance prendevano quasi l'aspetto di quelle di uno scoiattolo mentre si gonfiavano di nettare bollente. Bevve fino all'ultima goccia, ogni singola molecola che non venne sprecata dal suo nasino o dalla bocca, ella la prese dentro di sé accettandola come un dono... ma quando Adam la liberò, dovette fare un enorme sforzo per non tossire e, alla fine, qualche copioso filamento le colò sul grembo e... su Hazel, che si era avvicinata. Lucia non ci fece troppo caso, anzi, era troppo presa a guardare lentamente verso il basso, tutto il nettare che l'era colato sulla gonna e sulle mani, che si rese conto solo allora di aver posto sotto la bocca come una vogliosa coppa per raccogliere anche gli sprechi... quando era successo? Non importava. Vedendole bagnate, "sporche", si sentì quasi in dovere verso se stessa di portarle alla bocca e bere ogni goccia anche da lei, iniziando poi con sguardo perso a leccare lentamente i palmi e le dita, per poi guardare Adam solamente quando la afferrò, ancora inebetita e con le labbra schiuse e sporche. Leccandosele, si strinse a lui con le mani ormai linde, tale era la passione con cui le aveva "pulite", gemendo del suo tocco e del suo sguardo infuocato. Voleva di più... di più... L'eromanzia le faceva sempre un effetto assurdo, e lei non riusciva proprio a trattenersi... non importava quanto si sentisse oscena, imbarazzata o semplicemente patetica... aveva bisogno di lui. Lo baciò senza quasi fargli finire la frase, fiondandosi letteralmente contro di lui, saltandogli quasi addosso -anzi, facendolo letteralmente- "issandosi" su di lui con un saltino per portare entrambe le cosce intorno ai suoi fianchi, reggendosi con la loro forza e allacciando i polpacci alla sua schiena... Ecco, così si ragionava. Erano vicini, i loro sessi a contatto, e lei iniziò a strusciarsi su di lui prima ancora di gemere forte contro la sua lingua, succhiandogliela con la stessa passione che aveva sfogato contro la sua erezione.
    Prendimi, Ahdam... ti prego. S-scopami...
    Pronunciò il suo nome come una sorta di carezza roca, come un gemito sentito... e lei era così persa che quel "prendimi" le suonò strano alle orecchie, insufficiente, come se non bastasse a far capire quanto bramasse quel momento, per questo quella volgarità le strisciò in gola ancor prima che potesse dire alla sua lingua di frenarsi, donandole un rossore imbarazzato che a quanto pareva era ancora capace, anche in quei momenti, di sfoderare. Il fatto era che... l'imbarazzo non bastava a fermarla.
    A interrompere il momento arrivò comunque qualcosa, per sfortuna di Lucia... Ma più che bloccare il momento... lo rese decisamente più strano e meno intimo. Se la ragazzina si era infatti praticamente dimenticata di Adam, troppo presa dal goderselo, qualcun altro sotto di loro non aveva fatto che osservarli... e nutrire la propria vendetta.
    Come detto, l'Eromanzia utilizzata da Adam ebbe un effetto potentissimo su quella della pianta di Lucia, rendendo il potere della ragazza se possibile ancora più efficace sulla povera Hazel, che con le lacrime agli occhi e la lingua ormai attorcigliata contro la "radice", non poté fare a meno di volersi ancor più liberare... solo che il suo intento primario si trasformò via via dalla vendetta a... qualcos'altro. Le radici si ingrossarono come pregne d'eccitazione, spalancando la sua bocca talmente tanto da mettere in difficoltà la sua mascella allenata, un po' come aveva fatto il cazzo enorme di Adam con la boccuccia stretta di Lucia. Fu proprio mentre il frutto di quel contatto colava a sulla guancia di Hazel, che qualcosa nel demone scattò: un desiderio semplicemente troppo potente per resistere. Lentamente, iniziò a strisciare verso i due. Gli occhi gialli dalle sclere nere si spalancarono di botto, l'espressione si fece ferina, famelica, quasi pericolosa, e con una forza che non pensava di avere la demone gonfiò i muscoli delle braccia e il petto per potersi liberare, iniziando ad aprire le braccia finché, loro malgrado, persino le spesse e forti radici di Lucia liberarono la presa. Il "body" perverso non si ruppe, purtroppo, ma Hazel poté liberare un braccio e, in una scena che pareva uscita da un film horror totalmente rivisitato e trasformato in un porno hentai fantasioso, la sua mano artigliata scattò fulminea verso la caviglia di Adam non appena fu abbastanza vicina, guardando in alto con le palpebre socchiuse e la determinazione di chi è pronto a tutto per avere ciò che vuole. E lei voleva...
    Ohra... Tu... Ci scoperai. Insieme. Non mih importa come. Ma... lo farai... SUBITOH. Lucia vide la madre strappare con un solo braccio la radice dalla sua bocca, tagliandola con i denti affilati per poter parlare. A fatica, certo. Aveva le guance gonfie, la lingua fuori, gli occhi lacrimanti e il naso che colava, eppure... la sua espressione faceva paura, talmente tanto perentorio pareva quell'ordine. Si era letteralmente aggrappata alla gamba di Adam mentre parlava, e si tirò su in ginocchio rinchiudendo la sua coscia virile tra quelle tette enormi che persino lei, dall'alto, trovò magnifiche. Aveva un aspetto terrificante... oltre che incredibilmente osceno. Non importava che singhiozzasse, ansimasse, o sembrasse in procinto di strozzarsi con la propria saliva ad ogni parola. Persino Lucia, preda del desiderio, non riuscì a fare niente per contraddirla, rabbrividendo leggermente per la paura... e anche per la delusione. Avrebbe voluto fare l'amore -scopare- con Adam subito, da sola, perché lui era la sua preda... ma rendendosi conto di quegli stessi pensieri, si spaventò di se stessa e stette zitta, riprendendo il controllo di sé. Cosa aveva fatto a sua madre? Come aveva potuto farlo? Ma soprattutto... Stava andando davvero per la giusta strada?
    Hai scelto... la vittima sbagliata, bambina. Ma nonostante questo... non ho intenzione di privarti del divertimento e rubarti la preda. Per ora.
    Hazel la guardò, sorridente persino. Forse la sua ira sarebbe giunta più tardi, ma per adesso... Lucia poté solo rabbrividire alla malizia che racchiudeva il suo sguardo. Così come Adam avrebbe potuto impazzire invece, alla vista che si sarebbe ritrovato ben presto nel riflesso del marmo, o degli specchi. Su essi infatti, avrebbe potuto osservare Hazel mentre lottava, e "sconfiggeva" il potere di sua figlia... poiché la radice che era dentro di lei, ormai spezzata e dunque priva dell'energia del suo seme, iniziò a restringersi al suo interno, trasformandosi in una sorta di lungo plub che collimava sempre in quel perverso fiore gocciolante rugiada... e lui sarebbe stato l'unico ad aver modo di "ammirare" il processo con il quale il corpo di Hazel espulse quel plug, facendolo cadere sul pavimento, l'ano gocciolante e perversamente schiuso, le espressioni via via sempre più perverse e oscene... tutte rivolte a lui. Se Hazel non fosse stata così presa dall'eromanzia e da quella stimolazione così intensa per una con un punto debole come il suo, di sicuro si sarebbe soffermata a sorridere. Perché doveva essere davvero dura per un "bonaccione" che lottava per contenersi, resistere alla combo dei loro visi supplicanti di lussuria...
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Scopare la gola di Lucia si era rivelata l'esperienza più eccitante, perversa e piacevole della sua intera esistenza. Sembrava assurdo pensare una cosa simile quando l'unico, altro precedente paragonabile era quanto aveva subito da Hilda, quello stupro ai suoi danni in cui aveva desiderato con tutte le sue forze, a costo della sua moralità, a costo della sua dignità il corpo voluttuoso della vampira, al punto che dopo essere venuto non sapeva più quante volte era ancora duro e insoddisfatto come all'inizio, follemente terrorizzato dalla possibilità che la donna lo potesse abbandonare, così com'era poi accaduto. Eppure, malgrado tutto questo, la lussuria, il piacere che stava condividendo con Lucia era ancora maggiore, il godimento che ne stava ricavando ancora più intenso e ciò era spiegabile con il fatto che lui voleva tutto ciò. Non c'era costrizione in quanto stava condividendo con quella meravigliosa, unica ragazzina, non vi era alcuna sensazione di disgusto verso i propri confronti mentre la desiderava e la toccava, non vi era alcuno orrore verso gli ideali che stava calpestando pur di averla, anzi sapeva che quella lussuria a cui si stavano abbandonando era un bene tanto per entrambi, poiché l'avrebbe aiutata a comprendere che era perfetta così com'era, che era splendida non tanto malgrado il suo corpo, bensì assieme al suo corpo e che lui non avrebbe cambiato una virgola di lei, che ogni parte di quel suo eccitante corpicino lo faceva impazzire allo stesso modo.
    Certo, questo era un aspetto della vicenda, l'altro era che, semplicemente, la gola di Lucia era un paradiso di bollente perversione: non soltanto era stretta e incredibilmente vellutata, tanto dalla lingua, fino al punto profondo dell'esofago in cui il suo cazzo si trovava ma, soprattutto, lo succhiava come se ne andasse della sua stessa vita. Era semplicemente assurdo ma stava godendo così tanto, era tutto così meravigliosamente caldo, morbido e bagnato che se qualcuno gli avesse chiesto cosa diamine stesse scopando, lui non avrebbe saputo rispondere. O meglio, avrebbe potuto farlo aprendo gli occhi e fissando il volto della piccina deformato dal suo enorme cazzo ma a quel punto non avrebbe saputo più articolare nemmeno una parola, totalmente rapito dalla perfezione di quel volto meraviglioso totalmente distorto dalla lussuria. I versi, soffocati e osceni, che Lucia emetteva avrebbero fatto eccitare il più pudico degli uomini, così come le sue gote gonfie, la sua bocca oscenamente dilatata non arano che sproni piantati direttamente sui fianchi della sua eccitazione, sebbene lo spettacolo più unico e straordinario era quello rappresentato dai suoi occhi: quei grandi laghi cremisi, infatti, ribollivano di piacere e quando non erano completamente persi e sparivano verso le palpebre come perverse lune calanti, esprimevano un desiderio così puro, così bruciante che se Adam non l'avesse percepito uguale dentro di sé, ne sarebbe stato quasi spaventato.
    In tutto questo, in simile turbinio di emozioni e sensazioni, afferrarle la nuca e scoparla con la stessa rude foga che avrebbe riservato a una fica o a un culo non era stato che obbedire a un istinto del tutto legittimo e, in ogni caso, insopprimibile: doveva far qualcosa per sfogare la lussuria che imperversava in ogni fibra del suo corpo possente, che pulsava più violentemente del sangue nel suo cazzo gonfio e marmoreo... afferrarle la nuca e affondarle ogni centimetro di quella carne enorme gli era sembrato l'unico modo per farlo. Ma si era sbagliato, poiché con più forza la prendeva più il desiderio saliva e saliva, in un circolo vizioso senza fine che, potenzialmente, avrebbe potuto portarlo alla follia se il suo corpo non l'avesse "protetto" trasformando tutto quel surplus di eccitazione in eromanzia con cui irradiare il corpicino di Lucia. Ciò segnò un punto di ritorno, poiché lui vide l'espressione di Lucia farsi (se possibile) ancora più perversa, mentre le sue manine impazzite si aggrapparono alle sue natiche perfettamente scolpite e lo invitarono oscenamente, in maniera risoluta a scopargliela ancora più rudemente quella gola paradisiaca, a costringere quelle carni deliziosamente strette a dilatarsi fino a rendere impossibile il benché minimo passaggio di ossigeno, sia pure di un solo atomo.
    Lui obbedì immediatamente e l'orgasmo che, a lungo aveva percepito sulla soglia del suo corpo, dilagò con la violenza di un'eruzione. Il modo in cui sgranò gli occhi e prese a graffiarlo scompostamente, sui fianchi, sulle cosce, sui glutei mentre tutto il suo corpicino tremava sembrava quasi a voler rigettare l'enorme cazzo che ne riempiva la gola, non fece altro che eccitarlo di più e le ultime, disperate spinte con cui violò ripetutamente la sua bocca furono date con una violenza, con un'urgenza senza pari, con le grosse palle che si abbatterono senza pietà sul suo labbra inferiore e il suo mento. Poi... poi lo sperma le gonfiò le guance, le sfuggi dagli angoli della bocca e, soprattutto, le colò dal anso mentre i fremiti che l'attraversarono si rivelarono per quello che realmente erano; le avvisaglie di un nuovo, intenso orgasmo. Adam riconobbe l'espressione persa, oscena del godimento di lei e, tutto questo, fu semplicemente troppo per lui, tanto che prese a spingere scompostamente dentro di lei, emettendo veri e propri grugniti di piacere, versi quasi animaleschi mentre il suo cazzo esplodeva senza sosta in un fiotto di seme dopo l'altro.
    Quando finalmente finì e si sfilò da quella gola oscenamente violata da troppi, troppi minuti, assisté a uno spettacolo che lo lasciò senza parole, quello di una Lucia con gli occhi completamente perduti verso l'alto, con la bocca spalancata e rigurgitante sperma come il naso, sperma che colò sulle sue mani disposte a coppa che, non appena furono colme, si portò alle labbra e bevve perversamente. Adam la guardò sbigottito e, poi, semplicemente estasiato, così terribilmente infiammato da quel gesto che non aveva mai visto fare prima di allora che, come se temesse di esplodere in un nuovo, violentissimo orgasmo, strinse con la mano destra la sua asta, prima di strizzarne con violenza la base, sotto le gonadi ancora tremendamente gonfie. Fu un bene, probabilmente, dato che Lucia avrebbe potuto osservare la larga uretra in cima a quella gigantesca cappella schiudersi e richiudersi freneticamente, come se stesse disperatamente cercando di richiamare altro sperma da farle bere, senza riuscirci. Quando Lucia terminò di leccare ogni singola traccia del suo seme dai suoi palmi, Adam non resse più e la sollevò, bisognoso di baciarla.
    Lei lo assecondò con gioia, come dimostrarono i polpacci che legò dietro la sua schiena, piantandogli i tacchi sottili ai fianchi e facendolo eccitare, se possibile, ancora di più. Lo baciò con foga, quasi senza farlo finire di parlare e fu con un intenso brivido di eccitazione che, nella bocca di Lucia, scoprì per la prima volta il suo sapore: non fu disgustoso né strano, fu semplicemente perverso e il suo cazzo pulsò e trfemò contro quello minuto e ricoperto di sperma della ragazzina.
    Quando si staccò dalle sue labbra lo fece perché gli mancava l'aria e continuò a boccheggiare quando Lucia lo supplicò di prenderla, anzi, di scoparla. Sgranò gli occhi nel sentirla pronunciare finalmente la prima oscenità dell'intera serata e l'ex homunculus reagì com'era prevedibile: le sue mani enormi, fortissime affondarono con rude foga in quelle natiche perfette, strizzandole e piantando nella carne le corte unghie, mentre il suo cazzo tremò come se stesse per esplodere mentre lui lo premeva senza alcuna delicatezza contro quello minuto della piccina, schiacciando quella tenera delizia bruna sotto quella mastodontica asta nivea, schiacciandone persino i piccoli ma inesauribili testicoli. La baciò ancora e questa volta fu lui a succhiarne la lingua come un invasato, mentre le sue mani le impastavano il culo e con i pollici le stimolavano l'ano gonfio e sensibile. - Scoparti? - chiese staccandosi appena dalle sue labbra, ansimando fuori di sé dall'eccitazione. - Sì, ti scoperò tutta la sera, Lucia. Ti scoperò fino a incidere il mio cazzo nella tua mente e nel tuo corpo... ti farò godere come mai in vita tua. - le disse fuori di sé, guardandola con occhi ardenti di desiderio mentre la sollevava quanto bastava per far scivolare il suo cazzo tra i loro corpi, affinché l'enorme cappella premesse direttamente sul suo buchino: la tenne un attimo così, sospesa contro la sua erezione impaziente, tendendo i muscoli delle forti braccia mentre si gustava il calore di quella corolla di carne contro la punta del proprio cazzo, osservando il suo volto, il desiderio e l'urgenza che si dipingevano su di esso. Sarebbe bastata una semplice spinta, appena una lieve pressione di quelle braccia possenti per entrare dentro di lei, per conquistarla e assolvere alla promessa che le aveva appena fatto. Adam tendette ogni singolo muscolo e trattene il respiro mentre, mordendosi il labbro inferiore, si apprestava a impalarla su di sé... se non fosse stato per l'ennesima volta interrotto dalla sconosciuta che, in qualche modo, era riuscita parzialmente a liberarsi.
    Adam la guardo stupito mentre, mettendosi in ginocchio e avvolgendo la sua coscia tra quelle tettone enormi incredibilmente morbide e calde, dai capezzoli grandi e belli, deliziosamente schiusi. Il rinnovato contrasto tra il colore della sua pelle e quello della demone, oltre che quel perverso contatto con quei meravigliosi seni, sarebbe stato più che sufficiente per decuplicare la sua eccitazione ma la donna rincarò la dose, tagliando la radice che occupava la sua bocca e strappandosela via soltanto per ordinargli di scoparle entrambe, immediatamente. Le due donne avrebbero percepito il corpo di Adam tendersi istantaneamente a quelle volgari, perverse parole e Lucia in particolare avrebbe potuto sentire il suo enorme cazzo pulsare ferocemente contro il suo, come se non riuscisse più a sfogare l'eccitazione che lo rendeva così gonfio e duro. In effetti, l'ordine di una donna eccitata rappresentava per una tiranide maschio una sorta di imperativo biologico e quella era una reazione del tutto spontanea e istintiva... ma era anche vero che bastarono quelle parole per far sciamare nella mente di Adam una moltitudine di immagini perversi, una brulichio senza fine di pensieri perversi: quanto avrebbe voluto, per esempio, scoparle quelle oscene tettone oppure il culo già abbondantemente violato dalla radice di Lucia o... si riscosse quasi a fatica da quella perversa estasi e si accorse, con non piccolo timore, che si stava lasciando completamente andare. E quello era sul serio un problema! Primo perché non si trovavano nell'intimità di casa sua, bensì nei bagni di un locale pubblico in cui, in qualsiasi momento, sarebbe potuto entrare qualcuno e lui non aveva addosso neppure in pantaloni! Secondo... chi diamine era quella donna così oscena? Possibile che fosse davvero sua madre?! Ciò apriva un'enorme quantità di dilemmi morali non da poco e che rendevano quella situazione assurdamente perversa e fuori ad ogni concezione. Terzo, il fatto che la sua probabile madre gli avesse chiesto di scoparla e che lui si era indubbiamente dimostrato "allettato" da una simile proposta, aveva ferito Lucia? Riportò lo sguardo su di lei quasi timoroso ma, fortunatamente, trovò uno sguardo perso e supplicante piacere, proprio come quello di sua madre... era d'accordo con lei, dunque?? Adam si ritrovò ad arrossire imbarazzato come mai in vita sua, assolutamente confuso e totalmente spaesato. Da un lato non voleva far altro che ringhiare un sì e saltar loro addosso, fregandosene di star scopando due donne in un bagno di un locale aperto, senza neppure sapere il nome di una delle due; dall'altro non poteva cedere così alle pulsioni del suo corpo: insomma, Lucia ormai era persa nella lussuria e la sua probabile madre beh... di certo quella radice le aveva dato un effetto molto simile! Doveva essere quello responsabile dei tre, doveva proteggerle da scelte che, una volta lucide, si sarebbero pentite di aver preso. Dovevano... dovevano (Dio se era difficile dirlo anche soltanto a se stessi!) calmarsi, rivestirsi e raggiungere casa sua, sì. Lì avrebbero parlato e, magari, continuato. Più che magari, perché lui era assolutamente certo che avrebbe tenuto l'erezione per le dodici ore successive se non avesse avuto modo di fare sesso come si deve.
    Cercò, dunque, di trovare il coraggio di mettere in pratica ciò che aveva deciso e, per sua sfortuna, ne trovò ben poco: - A-aspettate, noi... d-dobbiamo... - balbettò, per al prima volta in vita sua, col viso rosso e la voce ansante, stava balbettando! Cercò di ritrovare un minimo di dignità e di decoro, per quanto gliene rimanesse dopo quella magrissima figura. - Noi dobbiamo calmarci. Questo luogo non è il più adatto per... - ecco, finalmente la voce fu ferma, seria... peccato che le parole gli morirono in gola. Hazel, infatti, aveva sì liberato la bocca ma un bel altro orifizio rimaneva ingombro di quella radice e, adesso, era giunto il tempo di liberarsene completamente. L'ex homunculus sgranò gli occhi e, osservando il riflesso sul marmo di quella scena assurdamente perversa e bella, ammutolì completamente, arrivando persino a trattenere il respiro.
    Fu... oltre ogni immaginazione. Quel povero orifizio, infatti, si dilatò oscenamente e lottò strenuamente contro quella lunghissima radice mentre Hazel assumeva le espressioni più perse e lussuriose, gemendo, sbavando e persino piangendo. Quando, finalmente, quell'osceno, meraviglioso culone fu libero e il suo ano gli apparve completamente aperto e gocciolante, oltre che fremente. come se lo stesse chiamando, lo supplicasse di tornare lui a riempirlo... beh, sentì franargli la ragione da sotto ai piedi e, semplicemente, si lasciò andare alla belva del desiderio. Le due donne, infatti, avrebbero potuto vedere il suo corpo imponente fremere, letteralmente tremare mentre lui chiudeva gli occhi e serrava violentemente le mascelle: un attimo e quel corpo perfetto, pura espressione di bellezza virile, cominciò a cambiare. Crebbe di statura e i muscoli già imponenti presero a gonfiarsi a vista d'occhio, tanto che il panciotto e la camicia cedettero, facendo saltare via i bottoni mentre scoprivano la distesa perfetta dei muscoli addominali e la marmorea bellezza dei pettorali. Ma i cambiamenti non si limitarono a questo e continuarono sotto forma di una fitta reticola di vene nere che, dal volto, si estesero fino agli arti e alle punte delle dita. Queste vene nere in un batter d'occhio ricoprirono completamente la sua pelle e i suoi occhi divennero completamente rossi, non solo le iridi ma anche le sclere, mentre le pupille divenivano rette, come quelle dei rettili.
    Adam aveva perso il controllo del suo corpo e questo si stava trasformando senza che lui lo volesse: fu con un ringhio bestiale, per nulla umano e mordendosi digrignando i denti divenuti delle zanne che, all'ultimo momento, si fermò. Non aveva più sufficiente controllo per ritornare a una forma pienamente umana ma era riuscito a evitare di assumere il suo vero aspetto, eventualità che lo assillava non poco, poiché il viscerale timore di spaventare quelle due donne così belle che, per quanto perverse ed esperte, non potevano certo gradire le attenzioni di un ributtante insettone con quattro braccia! Fu grazie a questo titanico sforzo di volontà che mantenne una aspetto completamente umano, sebbene un po' stravolto come testimoniavano certi dettagli: gli occhi rossi, le zanne, statura e muscolatura accresciute e alcune zone del corpo che erano divenute nere come la pece; queste zone erano gli avambracci, le tibie, i pettorali e circa metà volto, più precisamente quella degli occhi, nemmeno se Adam si fosse dipinto con una pittura da guerra. In tutto questo, qua è là nelle porzioni di pelle bianca comparivano quelle venature nere ma mai come nel suo cazzo che, oltre a esserne completamente ricoperto, aveva seguito i cambiamenti del resto del corpo ed era cresciuto ancora, divenendo ancora più enorme di prima, eppure decisamente molto più piccolo delle dimensioni che avrebbe ottenuto a trasformazione completata. Infine, due piccole protuberanze nere comparino sulla sua fronte, simili a piccole corna, non erano altro che il primo passo per al formazione delle sue antenne.
    Conciato in quel modo Adam poteva apparire come un demone che aveva fatto di tutto per trattenere la sua vera forma, di certo era indubbio ciò lo aveva provato di ogni possibilità di trattenere altro: si lanciò su Hazel come un falco sulla sua preda e, mostrando una rudezza che prima non aveva mai espresso, non soltanto la costrinse a mettersi supina ma (Qui mostrando maggiore delicatezza), depose Lucia distendendola sul suo ventre: la piccina, insomma, si sarebbe ritrovata con la testa tra i seni di sua madre e il culetto proprio poggiato sul suo pube. Adam si raddrizzò con la schiena, dunque e si liberò completamente dei suoi abiti, che gli davano impiccio, mostrando così alle sue la perfezione di quel fisico se possibile ancora più statuario di prima e, soprattutto, l'enormità che era divenuta il suo cazzo, ormai semplicemente gigantesco, oltre che inquietante viste le grosse vene nere che lo attraversavano. Le guardò semplicemente famelico e si lanciò su di loro emettendo quasi un ringhio ferino; per prima baciò Lucia, mostrando una furia assolutamente incontenibile nel conquistare la sua bocca e succhiare la sua lingua, per poi avvolgerla, legarla tra la sua mentre con le mani si dilettava a strizzare e schiaffeggiare le natiche brune e assolutamente meravigliose di Hazel, così gonfie, grandi, morbide e toniche allo stesso tempo che emise un verso di puro desiderio tra le labbra di Lucia. Poi vi si staccò e, senza neppure darsi un minimo di tregua, prese a succhiare con lo stesso appetito di un infante le meravigliose tettone che incorniciavano il visetto di Lucia, mordendo e avvolgendo la propria lingua su quei capezzoli dischiusi, provando quasi a penetrarli persino mentre con una mano palpava disperatamente l'altro seno e con la mano libera faceva lo stesso con il culo di Lucia. - Ah... nggghh... queste tettone, i vostri magnifici culi... cazzo, cazzo, cazzo!!! - ringhiò con voce roca, fuori di sé, succhiando e palpando come un ossesso, mentre frapponeva il suo gigantesco cazzo tra il culo di Lucia e la fica di Hazel, strusciandolo senza sosta tra di loro, stimolando così intensamente il clitoride turgido della donna, così come l'ano gonfio della piccina, di cui tra l'altro allargava senza pietà le natiche. Adam era completamente fuori di sé e lo dimostravano i suoi movimenti scomposti, la furia e la rudezza che esprimeva in ogni gesto ma anche il fatto che il suo cazzo irradiasse eromanzia come se non ci fosse un domani, del tutto disinteressato al fatto che la generasse direttamente a contatto con i genitali/zone erogene delle due e che, per l'estrema vicinanza dei tre corpi, ciò avrebbe potuto creare una sorta di "circuito chiuso" dell'eromanzia che, senza, sosta, si sarebbe trasmessa ad un corpo all'altro, il suo compreso.
    Bellissime... siete... ngghh! Bellissime! Rischio di sborrare così, sul tuo ventre... e sulla tua schiena, Lucia. Cazzo, che mi avete fatto?? Mghh... - gemette parlando con entrambe, mentre davvero il suo enorme cazzo pulsava violentemente e "piangeva" disperato un vero e proprio fiume di presperma. Si stava dedicando ai loro corpi per frenare di un minimo la sua fame, la sua furia ma più esplorava quei corpi meravigliosi, quelle carni brune e morbide, quelle forme piene se non addirittura giunoniche... e più si accorgeva che rischiava seriamente d'impazzire se non le avesse scopate al più presto. Ma da chi iniziare? Come poter scegliere? - D-da... nhggg! Chi devo iniziare? Avanti... - quella che, dalla prospettiva di un Adam lucido, sarebbe stata un'imperdibile occasione per fare un interessante giochino erotico, anzi magari entrare in intimità con la demone sconosciuta, con un Adam fuori di sé dalla bramosia, arso dalla lussuria era diventata un ordine mescolato alla supplica e, a dimostrazione del fatto che non aveva più alcun controllo di sé, mentre premeva la cappella di quel gigantesco cazzo direttamente sul buchino di Lucia, fu spinto da un raptus incontenibile a baciare Hazel, mentre con una mano le strizzava un seno e con l'altra palpava e allargava il culo di Lucia. In quelle condizioni, sarebbe stato semplice per le due donne "controllarlo" come meglio credevano... purché avessero fatto attenzione, certo: la trasformazione era stata bloccata da un suo forte sforzo di volontà ma questo non significava che si fosse arrestata per sempre, semplicemente sarebbe bastata una "spintarella" e si sarebbero ritrovare a gestire un autentico mostro. Ma loro non volevano una cosa simile, no?

    Edited by Kira dietro lo specchio. - 25/9/2019, 02:05
     
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    Dietro di te OwO

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    Sospirando, Lucia si chiese se non stesse sognando quando fu costretta a catturare il proprio labbro inferiore tra i denti, mordicchiandolo per poi rilasciarlo, più gonfio di prima, mentre Adam strusciava il glande della sua fantastica erezione tra le sue natiche. Era così eccitata che l'anfratto nascosto che l'uomo si apprestava a violare era leggermente schiuso, morbido e pulsante per lui, tanto che come lubrificante bastavano e avanzavano quelle deliziose gocce di seme rimaste a inumidire l'asta e l'uretra, senza contare tutta la saliva che ella stessa vi aveva lasciato mentre lo succhiava e lo leccava con gusto. Gemette, ascoltando le sue parole e pensando che il momento fosse finalmente arrivato, che l'avrebbe presa lì, senza ulteriori preliminari, con un perverso cocktail del loro piacere come unico lubrificante, senza aver bisogno di null'altro se non quella prima, deliziosa e potente spinta... purtroppo però non avvenne. Hazel si introdusse tra loro, lei fu costretta ad abbassare lo sguardo mentre la guardava, inizialmente con lo sguardo perso di chi non capisce bene, poi stringendo gli occhi in una punta di odio malcelato. Che fosse dannata... lei aveva così bisogno di lui... Proprio per questo, probabilmente, quando sentì sua madre pronunciare quelle parole, ordinando ad Adam di scoparle entrambe... in qualche modo non le sembrò un'idea tanto sbagliata. Non avrebbe potuto sopportare di restare a guardare ora che aveva così tanta lussuria nel corpicino, così come del resto non era solamente la paura di quelle parole così perentorie a farle apparire "normale" la proposta della donna. Semplicemente, non era una delle cose più strane che le fossero capitate e, sicuramente, finché era un modo per avere Adam e averlo subito... allora andava bene anche così. Certo, una punta di gelosia si fece strada nel suo stomaco quando Adam cedette, ma prima di allora la bolla di lussuria la protesse da qualsivoglia emozione che non fosse il desiderio per lui. Provò un'immensa tenerezza quando iniziò a balbettare, stringendosi maggiormente alla sua nuca, come per consolarlo. Peccato che la voglia non la facesse ragionare bene, dunque pensò di aggiungere a quella stretta le labbra, l'idea era di baciarlo nella guancia a quel punto, ma qualcosa andò storto, e iniziò piuttosto a baciargli e leccargli il collo, d'un lato, perdendosi in quella mascella virile e perfettamente definita, mentre con le manine gli carezzava il trapezio e i capelli. Nel frattempo le sue cosce toniche sembravano proprio non voler lasciare la presa, tenendosi strette a lui mentre, inconsciamente, ella muoveva il bacino strusciandosi su di lui, catturando per altro la sua erezione tra le natiche gonfie in un perverso massaggio, un po' come se stesse eseguendo la famosa pratica della "Spagnola", ma con quel suo sederino pieno e semplicemente perfetto, in grado di compensare perfettamente i seni inesistenti, in quel momento particolarmente gonfi e così ritti da sembrare in procinto di bucare il corpetto del vestitino.
    N-non importa... va bene così, Adam...
    Lucia cercava di tranquillizzarlo, a modo suo, ma era così persa che la sua lingua lungo il suo collo, fino al lobo dell'orecchio vicino a cui sussurrò quelle parole, non contribuì a rendere la situazione più gestibile. E se da una parte la piccola si dimostrò comprensiva, per quanto poco utile nell'aiutarlo, dall'altra Hazel gli afferrò il cazzo con una presa salda, forse persino troppo forte, stringendolo dalla base e sventolandolo come fosse un'arma, sbattendogli in faccia il suo stesso desiderio. Era ancora provata dal plug che usciva da lei, le sue espressioni cambiavano leggermente mentre parlava, ma comunque riuscì a suonare incazzata nella sua voce, a eccezione -forse- di una nota strana e incomprensibile, che neppure Lucia le aveva mai sentito e che addirittura le procurò un brevissimo, quasi impercettibile balbettio:
    Nnnnh... s-stai davvero pensando al luogo in cui ci troviamo... quando fino a poco fa, nh, stavo guardando mia figlia strozzata dal tuo cazzo? Non prendermi in giro! Vuoi farmi arrabbiare?!
    Hazel sembrava ancora più arrapata che in precedenza, aveva il viso rosso, lo sguardo pregno di piacere, ma soprattutto fissava Adam con occhi straniti, come se avesse fatto qualcosa di terribilmente strano. Il fatto era che, quando aveva balbettato, qualcosa nel suo petto aveva perso un battito... Il suo cuore, forse? Impossibile. Lei non si sarebbe mai fatta affascinare da un umano! Così scialbo e scultoreo, per altro! A lei piacevano gli uomini veri, quelli cazzuti, forti e possenti... In grado di tenerle testa a letto e ridurla in poltiglia senza ricorrere al suo punto debole! Sospirò, suo marito era stato esattamente così... pace all'anima sua, ovunque si trovasse. Questo era stato il suo pensiero prima di parlare, guardando Adam con ancora più odio -se possibile-, quando percepì la sua energia cambiare però, sprigionando una forza e un'aura bestiale che ella non si era minimamente pensata, eccolo ancora, e ancora... quel battito irriverente! Cosa diamine era quell'uomo? No, non un uomo... con suo enorme piacere scoprì che anche la preda scelta da Lucia non era umana, anzi, a giudicare dal suo cambiamento -che pareva non completo- forse era un vero e proprio mostro... e a lei questo non poté che far spalancare gli occhi e sorridere. Sì, sì... sì! Forse tutto sommato avrebbe rubato quella preda... Forse, tutto sommato, avrebbe rubato la scena a Lucia prima del previsto, perché non c'era proprio modo che si lasciasse sfuggire un'occasione simile. Un "mostro" non meglio indefinito, enorme in ogni senso, che fosse comunque irrimediabilmente impacciato e rispettoso alla nausea... Era una sfida perfetta per lei. Se Lucia tentava di calmarlo, lei iniziò a carezzarlo, segandolo con foga e mordendosi le labbra con i canini e un'espressione spiritata mentre osservava quell'enormità crescere ancora...
    Sì... Così ragazzaccio... lasciati andare... AHh!
    Le sfuggì un sospiro. Era pronta a lottare con sua figlia per averlo, stava giusto per spodestarla e sostituirsi in quel posto d'onore in grembo ad Adam, quando fu lui stesso a prendere in mano la situazione ribaltandola completamente: con un mezzo grido di sorpresa roco ed eccitato, unito all'urletto ben meno fermo che sfuggì a sua figlia, tutta gemente e ansimante, Hazel si ritrovò con la schiena a terra e il peso piuma del corpicino di Lucia addosso. Le poche radici rimaste si ritirarono per farle spazio, restando solo per poter tenere i vestiti scostati e dunque il suo corpo nudo dove contava, intrufolandosi anche nella scollatura e nella gonna di Lucia per poterla scoprire, liberando una prima di seno dai capezzoli terribilmente dritti, quasi invocanti il suo tocco. Voleva dirgli di lasciar perdere lei, rinchiuderla da qualche parte, spostarla e non farla uscire più magari... ma ecco che accadde qualcosa che semplicemente non pensava potesse essere. Lucia fu gelosa di sua madre? Certo. Ma questo bastò a fermare la sua eccitazione? Assolutamente no. Lucia era così vogliosa, così persa... che semplicemente qualsivoglia gelosia passò in secondo piano. Riuscì forse giusto un attimo a sgranare gli occhi dinanzi al mutamento di Adam, osservando intimidita il suo corpo, carezzando con le dita tremanti le vene nere dei suoi muscoli... ma questo non bastò minimamente a intimorirla o frenarla, anzi... lei voleva di più. E in fondo non era strano che Adam non fosse un angelo, non era strano che si rivelasse invece il diavolo in persona... Perché lei, lei per prima sapeva bene... che il peccato così come l'Inferno, era stato ai suoi occhi e ai bisogni del suo corpo sempre e infinitamente più invitante del Paradiso o della retta via. E a lei piaceva... non aveva forse già avuto quell'epifania? Quindi, ancora una volta, negli occhi di Lucia c'era solo desiderio quando guardò Adam e tese le braccia verso di lui, i palmi pronti ad accogliere la sua nuca e la sua schiena. Si ripeté, cercando di tranquillizzarlo, con gli occhioni rossi ardenti di brama. Nessuna di loro due sarebbe fuggita di fronte alla sua natura, qualunque essa fosse... questo era sicuro.
    Scopatemi qui, Adam...
    Lucia aveva le ginocchia piegate, che portò sin quasi a toccarsi il petto fremente, lasciando tuttavia le cosce aperte, con i piedini delicati strettamente coperti da quei tacchi provocanti rivolti verso lui, come se anche le gambe -così come le braccia- volessero richiamarlo in un abbraccio lascivo. Oltre al suo culetto meraviglioso, sul corpo procace di Hazel spiccava anche il piccolo membro della giovane, turgido, fremente e ancora bagnato, la cui base venne "catturata" tra due dita dalla stessa demone, come a volerla esaltare per sottolineare quanto anche la ragazzina lo desiderasse. Ormai era persa, questo era certo, preda dell'Eromanzia esattamente come l'ultima volta in cui l'aveva sperimentata... Ma Hazel fu felicissima della cosa, personalmente, perché ciò che disse Lucia alla fine rese inutile ogni suo precedente pensiero di tradimento.
    Scopateci entrambe... Tutto...va bene... va bene così... purché lo facciate adesso.
    Quando Adam piombò loro addosso, finalmente, si sarebbe ritrovato perso in un bacio assolutamente osceno, ricco di saliva, umori precedentemente scambiati, ma soprattutto perversione allo stato puro. Lucia lo accarezzò ovunque mentre le toccava, gemendo e mugolando, graffiandogli la schiena e i glutei, carezzandolo e avvolgendolo con i polpacci, in un groviglio di pura lussuria. Ciò che forse avrebbe sconvolto la tiranide non sarebbe stato tuttavia l'impeto di quel bacio, la violenza -quasi- con cui Lucia lo toccava, la dolcezza delle labbra di Hazel, o la lunghezza assurda della lingua che senza preamboli lei gli ficcò in gola... bensì il fatto che la manina di Lucia gli carezzò anche il pube, afferrandogli la verga per guardarla con foga tra le proprie natiche, spalancate solo per lui, e lì, durante quel tocco, un'energia lussuriosa e pregna di eromanzia si sarebbe abbattuta su di lui, proprio sul suo sesso, che ben presto si sarebbe ritrovato punto da un seme della lussuria. Sbocciando, quest'ultimo avrebbe avvolto le sue gonadi e creato un secondo membro, perfettamente uguale al suo ad eccezione delle venature simili a quelle di una corteccia, tipiche del potere di Lucia, ma nonostante questo totalmente funzionante e soprattutto sensibile, anzi, forse di più visto che avrebbe avvolto e massaggiato le sue gonadi. Con esso, egli avrebbe potuto violare anche Hazel che, nel frattempo, si liberò dalla sua bocca giusto il tempo di parlare... afferrando a propria volta il "regalo" che la piccola aveva fatto a entrambi. Sì... decisamente Adam era finito in mezzo a due personalità particolari... ma gli sarebbe davvero dispiaciuto?
    Hai sentito come sta diventando saggia, mia figlia? Inizia da entrambe, dolcezza... Inizia da qui.
    Lucia sembrò tenerci particolarmente a non lasciare per nessun motivo il suo vero membro, in un gesto quasi possessivo, come se volesse che fosse solo lei a poter godere della reale carne di Adam, anche se nell'effettivo non cambiava nulla a livello di sensazioni, ma per una psiche corrotta e "sentimentale" come la sua, era un particolare molto importante. Hazel non ne rimase offesa o particolarmente colpita comunque, lei non era certo una personalità così romantica... affatto; erano ben altre le cose davvero importanti per lei, e Adam le soddisfava ampiamente. A quel punto l'uomo avrebbe potuto sentirsi doppiamente trascinato verso quei due splendidi corpi, così diversi ma al contempo così perfetti nelle loro diversità, e lì avrebbero potuto finalmente sfogare tutta l'eromanzia accumulata che, sfortunatamente per loro, non si sarebbe comunque esaurita, in un delizioso circolo vizioso...
    Hazel, "furba", avrebbe comunque cercato di invitarlo a entrare tra le sue labbra, spalancate e pregne di umori, piuttosto che nell'orifizio ben più aperto sotto di esse. E mentre lo faceva, con un sorriso e un sospiro, avrebbe sussurrato ridente: Chiamami Hazel...
    Lì Lucia, invidiosa, avrebbe trascinato Adam nuovamente tra le sue labbra, richiedendo un nuovo bacio, per poi tirargli i capelli e inarcare la schiena alla ricerca di baci sul collo e sui seni, proprio come se fosse gelosa della passione che il ragazzo aveva dimostrato per il petto di sua madre, strusciandosi su di lui con il bracino e le gambe. La lotta aveva inizio... ed entrambe le partecipanti sembravano bramare un pezzo di lui.

    Edited by .Bakemono - 26/9/2019, 20:52
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Se qualcuno, in quel momento, avesse posto ad Adam la domanda più semplice e stupida del mondo, come che nome o quanti anni avesse, il povero ex homunculus avrebbe guardato il suo interlocutore con la stessa faccia smarrita di uno scolaro della prima elementare a cui gli era stato chiesto di spiegare il principio d'indeterminazione di Heisenberg, oltre a dischiudere le labbra in una buffa e vuota espressione di intenso stupore. Certo, in parte un simile stato confusionale si poteva spiegare con un principio fisiologico molto semplice: in quel momento infatti, sotto la sua bella e folta chioma albina, c'era rimasto ben poco sangue a ossigenare il suo cervello, dirottato com'era stato in grandi quantità a gonfiare il cazzo che, in quel momento, era il catalizzatore del desiderio tanto della madre che della figlia. Ma questa sarebbe stata una spiegazione soltanto parziale, poiché Adam non era certo nuovo a situazioni eccitanti (Anche se, magari, non così tanto eccitanti) e, solitamente, era sempre riuscito a mantenere un certo grado di controllo, persino di arguzia se non vero e proprio fascino, mentre in quel caso era ridotto allo stadio di un verginello appena finito nella trama di un porno che non sapeva dove mettere prima le mani e i pensieri. E ciò era proprio dovuto all'assurdità e al "pericolo" di tutta quella meravigliosa, eccitante faccenda!
    L'idea che, infatti, la madre di Lucia li avesse spiati fino ad allora, il semplice fatto che quando aveva tentato di fermarli sua figlia aveva risposto rinchiudendola in un bondage assolutamente estremo e penetrandole l'ano senza alcuna pietà e che, infine, quando si era finalmente liberata gli aveva ordinato non di fermarsi, non di scusarsi per averla lasciata in quelle condizioni assolutamente disdicevoli perché troppo impegnato a scoparsi la gola di sua figlia, bensì di scoparle entrambe, come se fosse la cosa più normale del mondo... beh, era troppo. Era troppo per un uomo più "pudico" e sensibile di quanto amasse pensarsi; semplicemente Hazel aveva versato ulteriore benzina nell'incendio che avviluppava Adam ma ne aveva versata così tanta che il fuoco stava rischiando di spegnersi, con lui che finalmente si accorgeva di trovarsi nel dannatissimo bagno di un locale pubblico e che, in un qualsiasi momento, uno o più clienti avrebbero potuto entrare e trovarli lì, in quelle assolutamente vergognose condizioni!
    Eppure, malgrado tutto questo, fermarsi quando due delle donne più belle che avesse mai visto in tutta la sua vita, dotate di due tipi di bellezza incredibilmente diverse eppure, in un certo qual modo complementari, gli chiedevano di scoparle entrambe... non era affatto, affatto facile. Per questo s'imbarazzò, per questo balbettò e perse il filo del discorso in un attimo, forse neppure capace di esprimere fino in fondo il concetto che dovevano fermarsi, che avrebbero dovuto attendere un periodo di tempo indefinito prima di poter sfogare, appagare il desiderio che li consumava. Per questo, semplicemente, stette fremente ad attendere le reazioni delle due che, semplicemente, furono troppo, assolutamente troppo per lui.
    Lucia, infatti, gli rivolse uno sguardo dolcemente intenerito, quasi materno malgrado fosse velato da un'evidentissima bramosia, malgrado quel suo corpicino delizioso quasi lo supplicasse di prenderla: Adam, prevedibilmente, si sentì immediatamente sciogliere di fronte a una simile dimostrazione di comprensione, di bontà d'animo e quando la vide protendere il viso verso di lui non poté che socchiudere gli occhi e arricciare le labbra aspettando un casto bacio... che non arrivò mai. Spalancò gli occhi, invece, un attimo dopo, mentre reclinava appena il capo all'indietro ed emetteva un caldo, roco gemito nel sentire la piccina baciargli il collo. Inutile dire che lo stupore della tiranide fu immenso e, completamente spiazzato da quella reazione, piegò istintivamente il collo dal lato opposto per lasciarle campo libero mentre, istintivamente, andava a stringere con forza quei glutei meravigliosi e perfetti. - Ahn, L-lucia... - gemette completamente preda della perversa tenerezza della piccina, col suo cazzo che si ritrovò a pulsare violentemente tra quel culetto gonfio che, di colpo, prese a donargli una meravigliosa, intensissima "spagnola al contrario", tanto che pure lui prese a muovere il bacino di concerto al suo, per massimizzare il piacere che ne stava ricavando. Fossero stati soli sarebbero bastati pochi, altri minuti di quelle "coccole" perverse per far perdere nuovamente la ragione ad Adam e convincerlo del fatto che scopare brutalmente quella piccina nel bagno di un night fosse l'idea migliore di tutta la sua vita... ma non lo erano e l'ennesimo intervento di Hazel spezzò nuovamente l'incanto. La demone, infatti, gli afferrò con forza il cazzo e lo rimproverò severamente per la sua ipocrisia, mentre lo guardava assolutamente furente.
    Ora, che fosse perché Adam era pur sempre una tiranide, una tiranide terribilmente eccitata e dunque i comandi perentori provenienti da una femmina aveva per lui una sorta di "priorità biologica" o che, più probabilmente, fosse perché aveva il cervello in pappa ma quelle parole lo mandarono quasi nel panico, con lui che fremette come uno scolaretto rimproverato dalla maestra e il suo cazzo che "lacrimò" "dispiaciuto" un copioso rivolo di presperma direttamente sulla sua mano. - N-no, n-non... era... nghh! N-non era m-mia intenzione f-farl... - ma stava dando davvero del lei alla tizia che gli stava strizzando il cazzo?! Adam comprese che qualcosa si era rotto nella sua testa e non provò nemmeno più a trattenere i gemiti, lasciandosi andare a l'unico pensiero che riusciva a formulare: - Mhgg, c-cazzo...!! - nulla di troppo complesso e che regredì ulteriormente divenendo un ringhio quasi ferino nel vedere Hazel che si liberava completamente del "plug" arboreo, mentre perdeva parzialmente il controllo del suo corpo e raggiungeva una strana trasformazione ibrida. Il fatto che la demone continuò a masturbarlo senza alcuna pietà anche in quei frangenti così delicati per la sua psiche non lo aiutò a calmarsi, anzi fu una diretta conseguenza del modo in cui la costrinse a distendersi sul pavimento e accogliere tra le sue braccia il corpicino fremente di Lucia.
    Adam, per un attimo, credette di aver raggiunto l'acme dell'eccitamento, che il fuoco della sua lussuria non potesse ardere più violentemente di così, che il suo cazzo non potesse pulsare con quasi più forza del suo cuore e quest'ultimo non potesse battere più velocemente di così, poi batté le ciglia e osservò Hazel e Lucia... e ogni certezza fu infranta. Le guardò per appena qualche attimo prima di lanciarsi su di loro come una belva, un predatore affamato ma in quei pochi attimi mostrò uno sguardo pressapoco estatico: non aveva mai visto nulla di più bello. CVme poteva? Come poteva esistere qualcosa di più bello di quella madre e di quella figlia che lo guardavano bramose, paurosamente eccitate e bisognose del suo cazzo, di lui? Come poteva esserci qualcosa di più bello di Lucia che, con le ginocchia al petto, le gambe larghe e il culetto meravigliosamente esposto lo pregava di scoparle entrambe? Ogni pensiero s'interruppe in Adam, si sentì terribilmente leggero e dimentico di sé, come se avesse appena assunto qualche strana sostanza stupefacente e, semplicemente, crollò su di loro con quasi un balzo predatorio.
    Eppure, non appena fu tra le loro braccia, non si sentì più un predatore, oh no: si sentì una fortunatissima, invidiatissima preda.. Un groviglio inestricabile, infatti, di braccia, mani, gambe e bocche, soprattutto bocche, lo accolse e lui vi si perse completamente, socchiudendo gli occhi mentre cercava come poteva di dividersi su ogni porzione raggiungibile di pelle, su ogni seno, su ogni bocca e, in breve tempo, non comprese più nulla se non voleva scoparle con tutto se stesso, che avrebbe preferito morire piuttosto che rinunciare a loro in quel momento e che, semplicemente, fossero le donne più belle, più meravigliose che avesse mai visto in tutta la sua vita.
    Quando riaprì gli occhi istintivamente, mugolando dal piacere per via della lingua demoniaca che Hazel gli aveva ficcato in gola, lo sguardo che rivolse alle due fu liquido, ebbro di piacere e di desiderio, oltre che totalmente perso nella lussuria: in quel momento l'Adam affascinante del loro incontro o quello imbarazzato di poco prima non esistevano più, vi era soltanto un corpo maschile tanto perfetto quanto illanguidito dal piacere e un ruggito violento, bestiale gelato in quelle iridi d'un ghiaccio ormai crepato, spaccato dal fuoco sottostante. Ogni graffio che gli infliggevano sul corpo muscoloso, ogni segno che tracciavano sulla pelle nivea o sulle nuove porzioni nere, non era che uno sprone sui fianchi del suo desiderio, una frustata sulla groppa della sua lussuria e ciò era reso ancora più evidente dal modo ferino, quasi bestiale in cui mugolava o gemeva sulle loro labbra, mentre con le sue mani grandi e forti non faceva che strizzare, palpare, stritolare quasi quelle forme meravigliose, le tettone assurdamente giunoniche di Hazel come i capezzolini graziosi di Lucia, i loro magnifici culi, così diversi eppure così oscenamente perfetti.
    Gli sembrava di stare per impazzire, che da un momento all'altro il suo corpo sarebbe finito a brandelli, squarciato dal violentissimo desiderio che gli ribolliva dentro ma non accadde nulla di tutto ciò: stava ancora baciando Haxel e artigliando freneticamente il culo dio Lucia quando la piccina gli afferrò il cazzo e lo guidò impaziente sul suo buchino gonfio e accogliente: Adam era già pronto a penetrarla, i muscoli erano già tesi e se Lucia avesse portato una sua mano su quei glutei marmorei, li avrebbe sentiti chiaramente contrarsi, generare l'energia con cui poi, un attimo e una spinta dopo, l'avrebbe fatta sua. Non accadde nulla del genere, anzi sentì chiaramente l'eromanzia della streghetta azzannarlo proprio nel suo sesso e mentre reclinava il capo all'indietro, sbarrando la bocca in un urlo muto, un seme lo pungeva sulla gonadi e generava una seconda erezione totalmente uguale a quella originale, sensibile e dannatamente impaziente come quella.
    Sentì che il nuovo cazzo veniva afferrato da una mano più grande, quella di Hazel e guidato verso un'orifizio caldo e bagnato, di cui non comprese (Né gli importò) la natura: quando riportò, infatti, lo sguardo su di loro era completamente rosso e assolutamente ferino.
    Ngghhh! Ahhh, ngh! - non disse nulla, non poteva dire alcunché perché nella sua mente non vi era più spazio per le parole ma soltanto per il desiderio, soltanto per un unico, insindacabile imperativo: scoparle e subito, subito. Emise, dunque, quei versi gutturali, quasi animaleschi e serrando con tutte le sue forze le sue mani sul culo semplicemente paradisiaco di Hazel, mentre al contempo "crollava" su Lucia premendole addosso il suo torace muscoloso e mordendole il collo famelico, le conquistò con un'unica, possente spinta. Un singolo affondo, dato però con tutte le sue forze e quei due enormi, pulsanti cazzi sparirono dentro di loro: sia le carni di Hazel che quelle di Lucia si spalancarono forzatamente e violentemente per poter accogliere due presenza così tanto ingombranti in così poco tempo e se la cappella del suo secondo cazzo già sbaragliò la cervice di Hazel per andare a sbattere violentemente contro il suo utero, Lucia si sarebbe ritrovata con l'ano oscenamente dilato da quel cazzo gigante, ogni centimetro delle sue interiora perversamente teso, il suo ventre rigonfio di Adam, del suo desiderio, del suo impeto.
    L'uomo, mentre mordeva e succhiava semplicemente fuori di sé il collo della piccina, emise un lungo, bestiale verso di sollievo, di un'attesa interminabile che finalmente giungeva a termine, prima di prenderle a scoparle entrambe con una furia semplicemente immaginabile: le semplici sensazioni contrastanti che gli venivano dalla fica di Hazel e dal culo di Lucia sarebbero bastate per far impazzire chiunque, ma lui doveva sfogare o, perlomeno, tentare di sfogare una follia lussuriosa che si accumulava fin da quando aveva incrociato lo sguardo di Lucia, quindi non poteva far altro che scoparle con tutte le sue forze. E le due donne si sarebbero presto accorte che quel corpo imponente, perfettamente scolpito, ne aveva davvero tante di forze: si abbatté sui loro orifizi spalancati come una furia, con le palle gonfie che martellarono direttamente contro il perineo e l'ano rigonfio di Hazel, mentre la cappella del suo secondo cazzo le sconquassava l'utero e quello del primo si perdeva nelle profondità del culo di Lucia.
    Adam era completamente fuori di sé, mordeva il collo della piccina quasi sbavando mentre nella sua testa rimbombava senza sosta l'eco del nome di Hazel, il modo assolutamente perverso eppure affascinante con cui gliel'aveva rivelato. E più ci pensava mentre le scopava senza sosta, liberando direttamente dentro di loro tutta quell'enorme quantità di eromanzia, più si sentiva sopraffatto dalla lussuria, dalla perversione di chi rivelava il proprio nome per la prima volta mentre stava per essere penetrata... - I-io... nghhhh! I-io n-non... - nessuno, neppure lui, avrebbe mai scoperto cosa stava per dire perché, proprio in quel momento, avrebbe perso qualsivoglia controllo sul suo corpo e la sua trasformazione, ormai priva di freni, avrebbe potuto finalmente completarsi.
    Dapprima Hazel e Lucia avrebbero visto le vene nere dilagare per tutto il corpo di Adam, fino a trasformare ogni singolo lembo di quella pelle nivea in un drappo completamente oscuro, mentre i muscoli e la sua statura non avrebbero fatto che crescere, crescere e ancora crescere. Era come se il corpo di Adam non potesse smettere di crescere e più le sue membra si allungavano, più i suoi muscoli si gonfiavano, più quella pelle nera si ispessiva, sì'induriva e diveniva lucida. In pochi attimi, lì dove prima c'era una pelle vellutata, che i muscoli scolpiti facevano tendere fremere, adesso c'era un durissimo carapace nero lucido, varie placche di corazza unite da giunture più flessibili a ricreare la muscolatura di un torace scolpito. Assieme al carapace, però, sarebbero comparsi nuovi, mostruosi elementi: gli arti divennero molto più massicci e lunghi del normale, artigliati e armati in alcuni punti (Come nei gomiti) di alcune appuntite escrescenze ossee, si formarono un altro paio di braccia perfettamente uguali alle originali e, più in generale, sulla schiena e sulle spalle di Adam fiorirono un gran numero di spuntoni acuminati; il collo stesso si allungò, divenendo più mobile rispetto quello umano e la sua figura, causa della lunghezza estrema degli arti e della compressione dei muscoli a causa del carapace, assunse una figura un po' allampanata che spiegava come mai Domino lo chiamasse "Insetto stecco" ma, poiché Lucia e Hazel gli erano incredibilmente vicine, poterono facilmente notare quanto in realtà quel corpo forse enorme e massiccio, tale da torreggiare su di loro e sovrastarle completamente. Il viso, poi, subì dei veri e propri stravolgimenti: perse i capelli e buona parte dei tratti più spiccatamente umani, divenne simile a quello di un teschio scarnificato, se non fosse stato per le fauci bestiali, armate da una doppia fila di zanne acuminate e da due mandibole a "tenaglia", ai lati, tipiche degli insetti, mentre sulla fronte si apriva come una ferita un terzo occhio ferino e due lunghe antenne mobili si allungavano dai suoi lati. Insomma, al posto dell'adone di prima, vi era una belva a metà tra un demone e una tiranide.
    I cambiamenti che più di tutti avrebbero interessato le due donne, però, non erano visibili: a stravolgersi, infatti, furono anche le due verghe di Adam, quelle verghe che erano saldamente piantate dentro di loro al momento della trasformazione. Per prima cosa crebbero ancora e ancora, quasi inseguendo le dimensioni del suo corpo, al punto che da enormi divennero semplicemente colossali, ben più lunghe e, soprattutto, larghe del braccio di un uomo adulto: simili mostruosità eruppero direttamentre tra le loro carni già teste fino allo spasimo e, senza alcuna pietà, senza permettere loro di sfilarsi di prendere un singolo respiro, le costrinsero ad allargarsi ancora e ancora, finché i loro ventri non furono oscenamente rigonfi dalla presenza di quei due cazzi colossali. Ma a cambiare non furono soltanto le dimensioni poiché, oltre a prendere una colorazione rosso vivo, si ricoprirono di grossi aculei acuminati e neri come il suo carapace, sebbene più flessibili di questo, mentre le cappelle si gonfiavano e assumevano una forma decisamente mostruosa, quasi piramidale, con l'uretra che sembrava quasi la punta di un perverso ariete.
    Ultima ma non ultima sorpresa per Hazel e Lucia, fu la scoperta che l'energia dominante in Adam non fosse l'eromanzia, bensì la kaerinomanzia e lo scoprirono nell'unico modo possibile, cioè venendo folgorate ad un'intensa e, soprattutto, piacevole scossa elettrica dopo la sua trasformazione si concluse: una sola, per loro fortuna (?), poiché non era altro che quel surplus di eromanzia che il corpo di Adam non riusciva più a irradiare in loro, però più che sufficiente a sconvolgere i loro centri nervosi e i loro recettori proprio mentre i loro corpi erano letteralmente saturi di quell'altro tipo di perversa energia che, ovviamente, i cazzi di Adam continuarono a produrre.
    Quando la trasformazione si concluse, mentre quei due osceni colossi erano saldamente piantati dentro di loro, con gli aculei ben visibili persino dai loro membri, deformati in maniera apparentemente irrimediabile, la tiranide rimase per qualche attimo a osservarle con i suoi tre occhi ferini, fiammeggianti bramosia e, allo stesso tempo, confusi: le antenne simili a corna si agitavano pigramente nell'aria, mentre nel cervello di Adam si faceva spazio, a fatica, una consapevolezza. Quella di essere nella sua forma da tiranide davanti a loro e, soprattutto, dentro di loro. Quell'apparentemente volto inespressivo da mostro si sciolse in una maschera di pura vergogna, se non di vero e proprio timore e se lo coprì velocemente con le due nuove mani, mentre le vecchie, gigantesche, si poggiarono ai lati della testa di Hazel, trasformando le enormi e lunghissime braccai in delle vere e proprie colonne. - Aaahh, cazzo! C-cazzo! S-scusatemi, s-scusatemi! N-non... n-non abbiate p-paura! - esclamò con una voce cavernosa e mostruosa, con un timbro quasi metallico e che pure, però, riusciva a esprimere tutta la sua vergogna, il timore di vederle terrorizzate per il suo nuovo aspetto, mentre i sue due colossali cazzi, del tutto disinteressati alla sua vergogna, pulsavano talmente possenti da scuotere i loro corpi e, impazienti, estendevano i loro aculei per "grattare" le carni delle sue donne, quasi a reclamare piacere, attenzioni. Era chiaro che Adam era dilaniato tra la vergogna che gli faceva coprire il viso con le mani e la lussuria che faceva reagire in quel modo animalesco, violento i suoi due cazzi... ad Hazel e Lucia l'onore e l'onere di fargli dissipare ogni timore dal punto di vista del suo aspetto, dopotutto quel corpo aveva un gran numero di segreti che andavano ancora svelati.
     
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    Il corpo di Adam che mutava davanti ai suoi occhi fu uno spettacolo conturbante per Lucia, già da quando aveva visto le prime vene nere farsi strada attraverso la sua pelle candida, si era sentita combattuta su cosa provare. Avrebbe dovuto forse avere paura, timore... ma finché Adam restava il bravo e bellissimo uomo che aveva conosciuto e non si trasformava in un mostro assetato di sangue... non riusciva proprio a spaventarsi dinanzi a lui. Anzi, sebbene il contrasto tra la loro pelle le fosse piaciuto, facendola impazzire, trovò ancora più artistico quello tra la pelle candida di Adam e quegli stessi filamenti oscuri, accarezzandoli con le dita tremanti come a volergli ribadire che era tutto ok. Quando fu in procinto di penetrarla, trattenne il respiro e fu ella stessa a spalancarsi le gambe, in una richiesta oscena ma fin troppo sentita di essere presa. Tra i suoi glutei gonfi il suo piccolo buco fremette nell'attesa, e Adam avrebbe potuto ammirarlo pulsare prima che il suo glande lo "baciasse", inumidendolo con tutto quel liquido preseminale prima di aprirlo, finalmente, procurando a Lucia un lamento molto simile a un grido, che soffocò mordendosi le labbra. Guardò giù, tra i loro corpi, incapace di distogliere lo sguardo e tenendosi anzi le natiche ben aperte, con i palmi pieni sopra esse, per poter vedere ancora meglio la cappella grossa, umida, che finalmente le spalancava la carne, arrivando ben presto a conquistarla lentamente, in fondo... finché il suo stomaco non fu gonfio e lei costretta a inarcare schiena e collo, offrendola ad Adam, gemendo e mugolando di piacere. Le sfuggì un sospiro a bocca spalancata, un "Ahhh" sospirato, poi le sue unghie si infilarono nella schiena con l'intento di non lasciarlo mai, probabilmente, procurandogli dei lunghi e profondi solchi senza rendersi neppure conto della forza che vi mise. La reazione di Hazel fu ben diversa, sebbene altrettanto eccitante, ella lo attese come poteva ma essendo molto meno paziente di Lucia, andò in contro al suo affondo spingendosi con le gambe e il bacino, provocando uno schiocco sonoro tra i loro corpi, iniziando poi a ondeggiare i fianchi frenetica, procurando così un piacere molto più intenso non solo ad Adam, probabilmente, bensì anche a Lucia, che sgranò gli occhioni e iniziò ad ansimare sempre più liberamente durante quell'amplesso a dir poco profondo. Adam era incredibilmente dotato, quasi quanto Thresh per l'appunto, e ciò non aiutava di certo la poverina a proferire parole... per questo furono il suo corpicino e i suoi lamenti a parlare. Tenne stretto a sé l'uomo, e seppur la passione fece sì che lo graffiasse, il modo in cui si aggrappava alle sue spalle racchiudeva anche tanta tenerezza. Dopo l'iniziale ondata di piacere, riuscì addirittura a guardarlo, le labbra schiuse e le gote arrossate mentre godeva grazie a lui. Sarebbe stato quasi intimo, romantico... se solo non fossero stati in un bagno pubblico, con Hazel sotto di loro e dunque la sua faccia eccitata che godeva al fianco della sua, rendendo molto meno dolce quella scena. Ma non bastava questo... perché via via il suo viso fu "sfigurato" da un mix di sorpresa e orrore mentre colui che aveva conosciuto cambiava dinanzi ai suoi occhi. Lucia si spaventò, inizialmente, inutile negarlo. Il suo corpicino si tese completamente, il suo culetto già stretto parve quasi voler stritolare la carne dell'uomo per la paura, strizzandola a dir poco, ma questa non fermò la propria avanzata, anzi... spalancò senza pietà qualsivoglia difesa, qualsivoglia timido tentativo di opporre resistenza, trasformando l'espressione di Lucia da spaventata a sconvolta, ribaltandosi ancora una volta, stavolta in maniera molto più teatrale. Era dunque questa la natura di Adam? Voleva ucciderla? Divorarla? Era stato tutto un terribile scherzo? Una beffa del destino che le aveva fatto credere ciecamente in lui, un completo sconosciuto? Quei pensieri cupi le attraversarono la mente persa dal piacere, accendendo il suo corpo di paura come una lampadina, sconquassandolo con dei fremiti che si fecero via via più intensi e che andarono solamente a procurare piacere, probabilmente, a quello che sospettava sarebbe stato il suo ennesimo aguzzino. Le lacrime giunsero ancor prima per quel timore che per il piacere sfrenato che la invase. Ma poi ecco la luce... Ecco Adam imbarazzato, la sua voce -ora cavernosa- che non esprimeva beffa o minacce, bensì imbarazzo, timore, un timore ben simile al suo. E anche col corpo sotto sforzo, le emozioni di Lucia cambiarono completamente. La sua espressione fu comunque inimmaginabile, i suoi occhioni rossi si socchiusero fino a diventare due sottili archi con dei lacrimoni ai lati che decoravano le sue ciglia voluminose. Le sopracciglia si aggrottarono, incredule, sollevandosi verso al centro e abbassandosi ai lati mentre le sue pupille iniziavano a tremolare. Filamenti di saliva le colarono dall'angolo delle labbra, schiuse a mostrare i denti stretti in una morsa saldissima, mentre i versi che uscivano dalla sua gola erano mugolii soffocati, sofferenti, come se il cazzo di Adam fosse semplicemente troppo grosso e troppo in fondo per consentirle di parlare. Era chiaro cercasse invano di trattenere le grida, difficile dire se fosse uno strascico di pudore dovuto al fatto che comunque si trovavano separate da un locale pieno di gente da una sola porta chiusa a malapena a chiave, oppure... oppure... semplicemente lo faceva per lui. Lo fece, per lui. Perché sebbene il suo corpicino completamente ribaltato fosse pieno, fino all'orlo, sebbene sentisse il suo culetto così irrimediabilmente spalancato, teso, in procinto di strapparsi, malgrado questo... malgrado la paura risvegliata da quell'aspetto grottesco, oscuro di Adam... lui era ancora lì, e quando Lucia se ne rese conto, vedendolo scusarsi e usare quelle stesse terrorizzanti zampe per coprirsi il viso, un sorriso lieve riuscì a farsi strada tra quell'espressione distorta dal dolore e dal piacere, mentre a fatica tornava a guardarlo senza mancare di sembrare in procinto di rompersi. E lì, la piccola poté solamente allungare ancora una volta due manine tremanti, incredibilmente malferme, afferrando quelle grandi mani perché lui vedesse quel sorriso, il sorriso corrotto che la faceva così imbarazzare ma che comunque, era per lui.
    V-vah... tuuttoh... b-beneh... C-continuah... V-vienih.
    Afferrò quelle mani enormi con le proprie, ben più piccole, le catturò con quelle dita tremolanti e se le portò goffamente al corpo: una sul seno, e una addirittura sul collo... come a far capire ad Adam che andava bene, che si fidava di lui. Il suo anfratto a quel punto ebbe uno spasmo, stringendosi intorno a quella carne semplicemente abominevole, e lei tornò a non riuscire più a contenere la propria espressione, mordendosi il labbro ancora per poco prima di cedere inevitabilmente al piacere e lasciarsi sfuggire un nuovo gemito, ben più perverso, strozzato e altresì acuto dei precedenti. Se Adam avesse spinto ancora di sicuro sarebbe venuta un'ennesima volta, gridando finalmente con tutta l'aria che aveva nei polmoni. Cercava di trattenersi ma... il dolore... per lei era come se accendesse una miccia nel suo corpicino, per quanto avrebbe voluto essere normale, per quanto avrebbe voluto non reagire così a simili sensazioni che per una creaturina come lei avrebbero dovuto essere tremende, semplicemente non ci riusciva. Quindi che Adam la perdonasse ma tutta la sua "eleganza", il pudore, la timidezza... morirono dopo quell'istante. Dopo il primo grido infatti, Lucia avrebbe afferrato, graffiato, spinto ancora più verso di sé le natiche della tiranide e il suo intero corpo, e da quel momento in poi tutto di lei avrebbe chiesto solamente una cosa: di più. Ancora. Più forte. Dalla sua espressione, ai movimenti delle sue mani, finanche alle gambe o alle dita dei piedi che durante quell'ennesimo orgasmo si arricciarono e mossero a scatti, cercando di stringersi ma invano, vista la posizione e soprattutto su costrizione di Hazel. Sì, perché la madre non venne certo in soccorso della sua figlioletta, per aiutarla a essere meno oscena o imbarazzata, figurarsi... Se da una parte Adam avrebbe potuto forse gioire della reazione dolce, quasi tenera di Lucia e poco dopo oscenamente eccitante, Hazel rese tutta quella scena ancora più perversa, perché non solo dal demone egli ricevette un enorme, larghissimo sorriso di canini affilati e sguardo euforico, ma anche una risposta provocante... e un po' crudele, ma non verso di lui. Se Lucia si sentiva sopraffatta da emozioni e sensazioni intense e contrastanti, Hazel era semplicemente entusiasta e più che conscia di cosa volesse. E il cazzo che la scopava era esattamente ciò di cui aveva bisogno. Quindi per mettere a proprio agio anche Lucia e Adam insieme, pensò bene di aiutare sua figlia a sorridere: le infilò le braccia sotto le ginocchia, allacciandole per piegarle finché poteva e costringerla a tenerle aperte, fino a portare le dita, ben in alto, costringendo la ragazzina non solo a tacere, ma anche a tenere la bocca aperta con la lingua che a quel punto cadde a penzoloni e la saliva che iniziò copiosa a colare dai lati. In realtà il suo scopo era sfidarla, oltre che farla imbarazzare maggiormente (nonché far eccitare perversamente Adam, visto che era impossibile non trovare conturbante una scena del genere)... Se Lucia stava davvero prendendo un po' di carattere, allora avrebbe reagito in qualche modo. Peccato che lei quel modo non glielo avrebbe dato, usando le proprie gambe, piegate, per spingere lei e se stessa verso quegli enormi, abominevoli cazzi a dir poco estremi. Se Lucia ad ogni spinta perdeva quasi gli occhi che sparivano dietro le palpebre, ribaltandosi, Hazel non faceva che sbavare, certo, ma anche sorridere di più, come se non fosse mai abbastanza, mai troppo per lei. Le reazioni erano incredibilmente diverse da quando il suo ano era stato liberato, perché finché quello restava libero, lei poteva mantenere il controllo che le serviva per orchestrare al meglio quel perverso amplesso a tre... e questo la rendeva entusiasta.
    Pgh-paura? Paura?? Ss-sciocco... Prima eri solo un noiosissimo umano... m-ma ora... ora io vedo solo uno spettacolo magnifico... Finalmente, finalmente anch'io posso pensarlo: T-tu sei meraviglioso, tesorino. Unah- vera... delizia. E riguardo Luciah... non preoccuparti per lei. Guardala, anzi... Guardah la sua espressione oscena... senti il suo corpicino che freme- e d-dimmi, dimghmi ancora che devi s-scusartih... piuttosto che scoparci più forte e d-darci tutto quello che hai...
    Mentre parlava, anche troppo e in modo sì, distorto dagli affondi e la fatica, ma non per questo meno convincente, il viso di Hazel era al fianco di quello di Lucia. E Adam avrebbe potuto ammirarle così, vicine: l'espressione della ragazzina era completamente persa, oscena, e lacrimava di puro piacere mentre il suo piccolo sesso dondolava e fremeva a ritmo delle sue spinte e dei lamenti che esse le procuravano e al contempo, Hazel, era felice, arrossata dall'amplesso e gonfia come non mai, ma non per questo minimamente turbata, anzi, si leccò le labbra con gusto, per poi passare la lingua lungo l'orecchio a punta di Lucia mentre parlava, più precisamente mentre diceva "Guardala", proseguendo poi la frase fin troppo vicina a quell'organo delicato che in risposta fremette visibilmente, tanto che alla fine della sua frase, magnanima, Hazel lo tirò con i denti bianchi affilati, dandogli poi una seconda e lunga leccata... Il tutto ovviamente senza mancare di guardare Adam di sbieco, in modo provocante, lascivo, e soprattutto eccitato... spingendo con lui e contro di lui, così da massimizzare le sue sensazioni di volta in volta. Non solo... Hazel era un'amante altruista, strizzava i muscoli della fica in maniera così forte, ritmica e continua, da regalare un vero e proprio massaggio alla base del cazzo che la stava violando. E se anche la sua intimità non era stretta quanto il culetto di sua figlia, compensava sicuramente in accoglienza e calore, senza lasciare assolutamente insoddisfatta quella carne fittizia ma sensibile, che Lucia gli aveva regalato. A quel punto il fatto che il suo corpo massiccio fosse irrimediabilmente colmo, i seni messi se possibile ancora più in evidenza dato il loro estremo gonfiore, la posizione che li allargava vista la presenza di Lucia in mezzo a essi, ma soprattutto la cappella di Adam che le rendeva l'addome enorme... tutto questo, sembrava solo uno scherzo, un dettaglio minimo. Perché ciò che contava era il modo in cui, seppur controllando l'espressione o le parole, la demone sbavava a propria volta, fissandolo estasiata, con le corna dritte in un chiaro segno di eccitazione demoniaca, come se richiamassero la presa di un maschio che le afferrasse, o addirittura la coda felina che si agitava convulsamente, dando l'idea che la demone scodinzolasse, come una bestia in calore, solo per lui. Lucia invece... Lucia reagì come poteva a quell'angheria, ma non fu incisiva come la sua mente persa nella lussuria ma comunque irritata avrebbe voluto essere, anzi, non fece altro che rendere ancora più assurda la situazione... poiché Adam avrebbe potuto sentirsi sollevare insieme alle due amanti, o per meglio dire avrebbe visto il pavimento su cui erano posati sostituito da enormi petali, che davano l'aria di essere composti da carne bagnata, pulsante, ma soprattutto straripante di energia lussuriosa. Inerme, infatti, Lucia iniziò a espellere semi della lussuria dai capezzoli, che si schiusero leggermente al loro passaggio, rimanendo appena aperti e gocciolanti di una sostanza che sembrava miele, essi caddero a terra, innaffiati dagli umori, dalla saliva e dal seme di Adam, e presero presto la forma di una vera e propria pianta della lussuria, enorme, che invase tutto il bagno creando una specie di enorme letto mostruoso che avrebbe fatto sentire sia l'uomo che le sue due ospiti più comodi, forse, ma di sicuro meno a proprio agio... Sì, perché l'aria si sarebbe saturata di Eromanzia in breve tempo, e come se non bastasse le spore del fiore resero ancora più sensibili i loro corpi: Hazel cominciò a sentirsi eccitata maggiormente, ovunque, percependo l'irrefrenabile e impellente bisogno di essere penetrata ancora, ovunque, soprattutto tra le natiche che due petali, più simili a perverse lingue grandi quanto braccia umane, allargarono come a metterle ancor più in evidenza, tanto che se Adam si fosse sfilato o ritratto anche solo un istante, avrebbe potuto osservare l'ano della demone ancora spalancato, pulsante, ma soprattutto gocciolante umori che non avrebbero proprio dovuto esserci, sempre di quello strano color miele che proveniva anche dal fiore... L'espressione di Hazel cominciò a cambiare, facendosi quasi allarmata, comprendendo che Lucia, sebbene persa nel piacere, aveva ancora un briciolo di volontà. Quello era sorprendente, certo, ma anche... tremendo per lei.
    Ha-Hazel... ahma... altre... attenzioni...
    La ragazzina riuscì a dare quel consiglio, mentre Hazel sgranava gli occhi e le allargava ancor più la bocca per impedirle completamente di parlare ancora, invadendola con più dita e distorcendo ancor più la sua espressione. Era veramente uno spettacolo ai limiti della follia, tale era il livello di perversione raggiunto. La boccuccia di Lucia venne penetrata dalle dita della donna mentre ella mugolava, il suo culetto che si strizzava maggiormente, e il suo sesso che schizzava ancora una volta, sussultando su e giù.
    Eheheh... n-non darle retta... anf... l-lei sta... sta godendo troppo... per pensare... Scopaci più forte, Adam!
    E dopo quel tentativo portò i polpacci sodi e muscolosi a intrappolare Adam, stringendosi alle sue natiche massicce come se ne andasse della sua vita se solo si fosse staccato da lei anche solo un istante. Cominciò a muoversi nuovamente, spasmodica, senza mancare di proseguire a dargli spettacolo mentre giocava col visino di Lucia... Ma sarebbe bastato a dissuaderlo da ascoltarla?

    Edited by .Bakemono - 28/9/2019, 21:24
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Un attimo prima di penetrarle, di farle sue, Adam si ritrovò a pensare che Ulisse doveva essersi sentito così, legato all'albero maestro della sua nave, ad ascoltare il canto delle sirene. Non fu che un abbozzo di pensiero, una considerazione germinata dal caos che gli vorticava in testa e, soprattutto, venne spazzata via come tutto il resto quando fu, finalmente, dentro di loro... ma, nei brevissimi attimi che precedettero questo meraviglioso evento, riuscì ad accorgersi di quanto belle, irresistibili fossero quelle due donne, di quanto lui fosse straordinariamente fortunato e di quanta, tremenda voglia avesse di smarrire se stesso tra i loro corpi, tra quelle carni frementi e bisognose di lui. Vedere Lucia, poi, che si offriva in quel modo perverso al suo sguardo e, soprattutto, alla sua lussuria lo sconvolse fin nel profondo ed ebbe la certezza che, nelle notti seguenti, quell'immagine gli sarebbe apparsa molte volte prima di addormentarsi - sempre se vi fosse riuscito, certo.
    Gli sfuggì un gemito gutturale, bollente, direttamente sul collo e l'orecchio della piccina quando Hazel, impaziente come c'era d'aspettarsi, lo anticipò e fece incontrare i loro bacini con un intenso e perverso schiocco: il piacere lo raggiunse come una stilettata e lui inarcò per quanto possibile la schiena, mettendo in estrema tensione tutti i suoi muscoli e mostrando alle due un volto davvero osceno, con gli occhi socchiusi, i denti digrignati come se stesse trattenendo il godimento con un morso e quei filamenti neri che, impazziti, pulsarono e presero a diramarsi ancor più fittamente nella sua pelle pallidissima. Fu semplicemente meraviglioso e quando percepì le unghie della piccina scavargli dei solchi sulla schiena, le sue braccia cingerlo quasi possessivamente, si gettò su di lei a morderle il collo con l'impeto di un predatore, spingendo in loro come una furia. Trattenersi non solo non era possibile ma nemmeno pensabile: la reazione di Lucia rasentava un completo, perverso abbandono e, allo stesso tempo, benché godesse in quel modo intenso, in lei vi brillava una tale dolcezza che Adam si sentiva davvero dilaniato tra l'eccitazione quasi bestiale che lo consumava e l'intensa tenerezza in cui il suo cuore affondava già da parecchio tempo; era uno scontro irrisolvibile e dopo qualche altra spinta feroce, data mentre ringhiava col suo collo tra i denti, ubriacandosi del suo profumo, perse ogni controllo di sé e della sua trasformazione.
    Accadde tutto velocemente, sentì il suo corpo opporsi al suo volere e, semplicemente, le sue membra si stravolsero quasi di colpo: pochi attimi e la sua forma da umano, quella forma tanto bella che lo faceva sentire sicuro, protetto era scomparsa e, al suo posto, vi era quella di un terribile mostro che, paradossalmente, pur essendo ricoperto da solido carapace lo faceva sentire terribilmente nudo, vulnerabile. Il motivo è presto detto, dato che con i suoi tre occhi poté osservare l'orrore dipingersi nel volto di Lucia, il suo corpicino tendersi spaventato e il suo buchino opporsi strenuamente all'avanzata del suo mostruoso cazzo dentro di lei; certo, godette enormemente per il modo in cui le sue carni si strinsero intorno alla sua per poi, comunque, venire sbaragliate ed essere costrette a spalancarsi forzatamente... ma cosa poteva essere tutto quel piacere se Lucia lo guardava in quel modo? Se quella dolce, meravigliosa piccina lo guardava terrorizzata? Si coprì il viso con quelle zampe mostruose proprio per sfuggire a quello sguardo così tanto doloroso e, con gli occhi serrati dietro la protezione dei suoi enormi palmi, pensò che avesse ragione, che il suo orrore fosse comprensibile e legittimo: lei era così bella, così perfetta, così unica... come poteva desiderarlo con quell'aspetto?! Doveva uscire da lei, liberarle dalla sua presenza e scusarsi, forse tentare di ritornare umano sebbene questo avrebbe voluto dire fermarsi lì, poiché non avrebbe più potuto continuare con la spada di Damocle del terrore di poter perdere nuovamente il controllo di sé e rivedere quegli occhi, rivedere quella paura. Lo pensò ma non lo fece, sentendosi debole e meschino per questo, perché pur sapendo cos'era la cosa giusta da fare non l'attuava perché avrebbe significato privarsi di tutto quel piacere. Impossibile non ricordare quanto accaduto con Hilda, scoprire che la debolezza, l'egoismo di quella volta erano ancora, dolorosamente parte di lui e probabilmente si sarebbe strappato all'abbraccio delle loro carni con un singhiozzo di disperazione se non avesse percepito un tocco dolce e incerto sulle sue dita.
    Aprì gli occhi incerto, quasi timoroso e tra le fessure delle sue dita vide qualcosa che lo stupì profondamente: una Lucia provata, scossa da intensi tremiti, che lo osservava sconvolta dal piacere e sorridente, una Lucia che gli chiedeva di farsi più vicino, di permetterle di stringerlo, di cingerlo con le sue braccia delicate e accoglienti. Lasciò che la piccina, dolcemente, guidasse le sue enormi mani sul suo corpicino meravigliosamente teso e, quando guidò la sua mano destra sulla sua gola, emise quasi un singulto di gioia mentre schiudeva le fauci in un'espressione di estasiato stupore, d'intensa commozione. I suoi tre occhi ferini si velarono di lacrime e su quel volto mostruoso, quasi alieno, brillò intensamente la gratitudine, mentre le sue mani, con estrema delicatezza, tentarono di restituire con dolci carezze tutto l'affetto, tutto il calore che Lucia, con quel gesto, gli aveva donato. Purtroppo erano davvero troppo enormi per poter coccolare delicatamente quel corpicino ma ci provò e catturò non semplicemente il capezzolo o l'areola tra i polpastrelli o, per meglio dire, gli artigli del pollice e dell'indice ma l'intero seno, che strizzò dolcemente mentre l'altra mano, più grande dell'intera testa della piccina, gli carezzava delicatamente la nuca, con le lunghissime dita armate di artigli che le sfioravano quasi timorose le gote morbide. Si protese verso di lei istintivamente perché voleva sentirla più vicina, perché desiderava un contatto maggiore e, senza volerlo, le spinse dentro quel "poco" della sua virilità che non era ancora dentro di lei, scavando in quel meraviglioso culetto col suo colossale cazzo e così, inavvertitamente, le provocò un violento orgasmo. Osservò incantato, quasi intenerito quel delizioso cazzetto esplodere in vigorosi schizzi di piacere che lo raggiunsero persino sul carapace lucido e, rivolgendole uno sguardo di liquido desiderio, dischiuse le fauci per mostrarle l'interno della sua bocca: racchiuse, infatti, le enormi fauci armate di zanne che sembravano letteralmente fuse col carapace, vi erano delle fauci più piccole e indipendenti che sembravano essere adibite alla masticazione del cibo e, proprio da queste ultime, fuoriuscì la sua lunga lingua nera, che pareva composta dallo stesso carapace che lo ricopriva e che stonava con l'interno rosso acceso della sua bocca.
    Senza smettere di guardarla, allungò quella lingua interminabile verso il suo piccolo membro, mostrando che la carapace di cui era composta non era un unico blocco segmentato bensì vari anelli uniti a muscoli rossi che potevano espandersi per allungarla moltissimo, cosa che fecero finché non raggiunse e avvolse quel cazzetto fremente. Le parti rosse erano morbidissime e producevano saliva senza sosta, quelle nere erano simili a cuoio ma comunque non sgradevoli e, comunque, dopo che ebbe strizzato per bene quella piccola asta, ripulendola dello sperma che la ricopriva, Adam aprì la punta della sua lingua e rivelò la presenza di una vera e propria bocca, simile quasi a un fiore carnoso che, in attimo, inglobò non soltanto tutto il cazzetto della piccola ma persino le sue gonadi, prima di iniziare a succhiarlo e stimolarlo come mai una bocca o una femminilità umana avrebbe potuto fare.
    Sei bellissima, Lucia... - la voce cavernosa, mostruosa di Adam tagliò l'aria anche se la sua bocca non si mosse e la sua lingua fisse impegnata a succhiare (letteralmente!) il cazzo di Lucia, a dimostrazione che la biologia delle tiranidi era davvero straordinaria e ricchissima di sorprese. Si avvicinò fissandola bruciante di desidero e, allo stesso tempo, di dolcezza: mentre la succhiava senza pietà e le allargava le viscere con un cazzo semplicemente abominevole avvicinò quel suo volto mostruoso a suo, finché le loro due fronti non si toccarono e le sue antenne, dolcemente, non le sfiorarono le gote in quella che non era semplicemente una carezza ma era un gesto terribilmente intimo per una tiranide che, nelle antenne, aveva un organo di senso sensibilissimo e ibrido tra l'olfatto e il gusto. In un qualche modo, fu come se avesse registrato l'essenza di Lucia, il suo sapore più puro affinché non potesse mai più dimenticarlo.
    Ma non si fermò a questo, dato che finalmente iniziò a muovere i fianchi a riprendere la violenta scopata che la trasformazione aveva interrotto: non riprese ad affondare in loro con la furia mostruosa di prima perché voleva comunque dar loro il tempo di avvicinarsi e comunque, con due cazzi colossali come quelli, non c'era bisogno di un impeto bestiale per rendere una penetrazione estrema. Le due donne, infatti, avrebbero sentito quei due colossi sfilarsi progressivamente da loro, mentre ognuno dei singoli, grossi aculei che li ricopriva si estendeva quasi a volersi aggrappare alle loro carni, a non volerle più abbandonare, donando loro sensazioni semplicemente travolgenti. Adam non lasciò dentro di loro che parte della mostruosa cappella per poi affondare con forza, spalancandole a forza e facendo sprofondare quei cazzi semplicemente immensi in quegli orifizi deliziosamente diversi.
    Si godette estasiato ogni reazione di Lucia, il modo in cui ribaltò gli occhi, le sue urla, le sue espressioni semplicemente perse. - Sei bellissima e i- rrggh! - un ringhio lo interruppe, ma non fu un ringhio di rabbia, tutt'altro: fu un ringhio di puro, semplice desiderio Hazel, infatti, probabilmente decisa a riprendersi parte della scena che Lucia le aveva rubato, non soltanto afferrò le ginocchia di sua figlia per costringerla in una posizione oscena che rese il suo buchino ancora più sensibile all'enormità che lo riempiva ma, addirittura, le infilò due dita tra le sue gote per distorcerle in un perverso sorriso.
    Adam sbarrò gli occhi - tutti e tre - mentre i suoi cazzi, di fronte a uno spettacolo così perverso non soltanto pulsarono violentemente ma, addirittura, si gonfiarono ulteriormente, andando a spalancare completamente quelle carni frementi, mentre il suo intero corpo si tendeva e fremeva impaziente. I suoi occhi, da Lucia, si spostarono su Hazel e la demone avrebbe potuto apprezzare un interessante cambiamento che, forse, avrebbe potuto persino lusingarla: se, infatti, quegli occhi ferini nel guardare Lucia erano stati sì perversi, bramosi ma anche tanto dolci, profondamente inteneriti, lo sguardo che la demone ricevette fu di puro e semplice desiderio, di bruciante e famelica lussuria. La brama con cui la guardò, però, esplose nel momento in cui leccò ella stessa l'orecchio di Lucia, di sua figlia per poi morderlo appena: a quel punto Adam non resistette più e scatenò tutta la sua furia.
    Emise un vero e proprio ruggito e, guardandola famelico, le afferrò con due mani le enormi tettone e con le altre quel culo largo e magnificamente pieno, contenendo perfettamente tra le sue dita quelle forme tanto giunoniche e stringendole in delle vere e proprie morse di bramosia, mentre la sua lingua si staccava dal cazzetto di Lucia e andava a succhiare la sua lingua penzoloni, assolutamente irresistibile. Qualche secondo appena per farle sentire il sapore del suo sperma mescolato alla sua densa saliva da mostro, prima di ficcarle la lingua in gola nello stesso momento in cui affondava l'enorme cazzo nel suo culo. La sua lingua non solo era lunghissima ma anche larga, tanto che la piccina avrebbe dovuto spalancare la bocca e la gola allo stesso modo di quando gli aveva succhiato il suo cazzo in forma umana, mentre quella mostruosità irta di aculei si faceva strada verso il suo culo, allargandolo oltre ogni immaginazione. Non si poteva neanche definire un bacio quanto Adam stava facendo, era più un modo per scopare completamente la "povera" piccina, senza lasciarle un solo orifizio, un solo buco non occupato da lui, tanto che - a un certo punto- avrebbe potuto pensare che quella lingua infinita e quel cazzo semplicemente immenso sarebbero finiti per incontrarsi dentro di lei... e probabilmente, Adam avrebbe anche potuto riuscirci ma, in quel momento, non voleva fare nulla di simile: lui voleva stravolgere completamente Lucia e, nel farlo, guardare Hazel e comunicarle con quello sguardo feroce, bramoso che presto sarebbe toccato anche a lei. Una sfida? Forse... oppure qualcosa di più profondo, di più istintivo. Dopotutto, se Lucia lo sorprendeva con la sua dolcezza, lo eccitava fino alla follia con quel connubio straordinario di perversione e tenerezza, Hazel lo faceva ardere con quei suoi modi compiaciuti, quasi arroganti. Forse era qualcosa che stuzzicava la sua natura da tiranide, irrimediabilmente attratta da femmine volitive, forti, anche dominatrici. E Hazel, piena com'era del suo osceno cazzo, con le tettone e il culo artigliati dalle sue enormi mani e letteralmente sbavante per lo sforzo di parlare e godere assieme... riusciva a esserlo. Riusciva a guidare quella folle scopata come se non avesse il ventre completamente deformato da un cazzo mostruoso, come se la sua fica non fosse stata slargata e spalancata oscenamente, che quella cappella mostruosa non le colpisse l'utero dilatato oltre ogni umana immaginazione con la stessa forza di un ariete di guerra... e tutto questo unito al modo perverso in cui lo guardava e gli parlava, lo fece uscire letteralmente fuori di testa. - Sì, mi devo scusare... - rispose in un sussurro bollente, sempre con la lingua mostruosa a ingombrare la gola di Lucia, mentre affondava in loro con forza semplicemente immane, riempiendo quella fica morbida e accogliente come se volesse squarciarla e conquistando ancora una volta il culetto di Lucia come se fosse deciso a farle uscire l'enorme cappella dalla gola. - ...per non avervi sbattute subito così. Vi scoperò per tutta la notte, vi farò godere come mai in vita vostra! - ringhiò in una perversa promessa, sottoponendole immediatamente a quel ritmo folle violentissimo, mentre quelle mostruosità abbattevano in loro con straordinaria violenza, con gli aculei che non prendevano occasione per artigliarsi alle loro carni e trasformare l'attrito che poteva esserci con dei cazzi tanto colossali, una vera e propria perversa tortura.
    Ne bel mezzo di quelle spinte brutali di quella scopata assolutamente mostruosa, dai capezzoli di Lucia fuoriuscirono dei semi e la piccina fece un faccino così straordinariamente perverso e, in parte sofferente, che Adam le liberò la gola per premura e per comprendere cos'era appena accaduto... sennonché, gli eventi glielo spiegarono da soli: sentì affondare i piedi una superficie morbida, calda e soprattutto viva tanto che, prima ancora di chiedersi cosa stesse accadendo, vennero sollevati e in parte racchiusi in un enorme fiore di carne, bollente e letteralmente emanante quantità spropositate di eromanzia, che lo fecero sentire come se stesse andando a fuoco e pulsare violentemente i suoi cazzi tra le carni delle due dinne.
    Ruggì in maniera assolutamente mostruosa e affondò in loro come se ne andasse della sua stessa vita, mentre le sue mani si serravano crudelmente sulle forme di Hazel e Lucia veniva quasi schiacciata dal suo corpo enorme, col carapace del torace che premeva sul suo ventre totalmente deformato da quel cazzo enorme. Fu in quel momento che la piccina gli suggerì di dedicare altre attenzioni a sua madre e questa, palesemente in difficoltà, andò subito a zittirla, chiedendogli di scoparle più forte per poi cingergli il bacino con le cosce sode, come a volerlo incatenare alla sua fica. Il ghigno che comparve sul volto di Adam fu semplicemente spaventoso, molto di più del consueto e il che è tutto dire: - No, non gode ancora abbastanza... - affermò con una nota sadica nella voce cavernosa, senza ben specificare a chi fisse diretta tra le due, prima di ritornare a conquistare la gola di Lucia con la sua lingua e questa volta senza alcuna gradualità: la piccina si sarebbe ritrovata ricolma di lui sia nella gola che nel culo in un attimo; inoltre, arrivata fin quasi allo stomaco, la lingua di Adam cambiò ancora una volta le carte intavola e prese ad avvolgersi su se stessa, come fa un rampicante attorno al fusto di un albero, questo ovviamente l'avrebbe resa ancora più larga e grossa, creando una sorta di spirale che non sarebbe servita soltanto per rendere ancora più estremo il modo in cui le scopava la gola ma, soprattutto, per mettere in atto una certa idea... la punta della lingua, infatti, nel suo arrotolarsi sul suo stesso asse aveva raggiunto la bocca di Lucia e da lì era fuoriuscita, pur mantenendo tutta la spirale di "spire" ben all'interno della gola della piccina. - Anche tu non stai godendo abbastanza, Hazel... fatti dare un bacio. - l'invitò dalle profondità della sua gola e, senza aspettare il suo permesso, le afferrò il capo con la sua mano enorme (abbastanza da contenere facilmente il suo cranio) e fiondò la lingua fuoriuscita dalla bocca di Lucia nella sua gola, creando così il più perverso, mostruoso bacio a tre di sempre. La sua lingua era sufficientemente lunga per riempire le gole di entrambe e permettergli così di gustarsi il sapore della madre e della figlia contemporaneamente.
    Ma scoparti la fica e la gola non basta, vero? Tu vuoi di più, lo so... - continuò e si poteva dire che il suo tono fosse divertito quando, improvvisamente, le mani che strizzavano il culone allungarono le dita verso il suo ano ancora dilatato e adesso umido del miele del fiore di Lucia e, senza alcun preavviso, lo penetrarono con forza con due dita per mano. Erano dita mostruosamente lunghe e larghe ma, soprattutto, si divertirono a spalancarle il più possibile quel buco deliziosamente morbido, come se lo volessero preparare per qualcosa di più grosso. Hazel, però, non avrebbe avuto alcun bisogno di serrare le gambe attorno alle natiche di Adam perché lui non aveva alcuna intenzione di staccarsi dalla sua fica... anche perché non ne aveva bisogno.
    Il carapace della schiena si sollevò, infatti, mostrando l'ultima (?) meraviglia che quel corpo aveva in serbo per loro: una lunga e grossa coda nera, anch'essa ricoperta di una corazza di chitina, ne fuoriuscì e andò tra le sue gambe. Hazel non poteva vederlo ma la punta di quell'enorme coda si aprì in modo non dissimile da quello della sua lingua, soltanto che non rivelò una mostruosa bocca aliena, bensì un cazzo perfettamente identico a quelli che le stavano scopando. La demone avrebbe avuto appena il tempo di sentire una cappella mostruosa e colossale poggiarsi sul suo ano oscenamente dilatato poi, un attimo dopo, assieme al cazzo che le avrebbe sconquassato la fica, affondò in lei quello che le avrebbe letteralmente spalancato il culo.
    Godete... godete di più, di più! Voglio vedervi godere!! - ruggì emettendo un verso di puro piacere, affondando con tutta la sua forza quei tre cazzi colossali in loro, mentre la lingua riprese a scavare con più forza nello loro gole tanto che c'era davvero il pericolo che potesse arrivare a toccare le sue cappelle. In tutto questo, per metterle ancor più in difficoltà, tutta l'eromanzia prodotta dal fiore di Lucia stava facendo impazzire la sua che, anziché soccombere, stava prendendo ad alimentarsene (Forse per via della natura del potere di Lucia) e a diventare sempre più intensa e a concentrarsi in un punto ben specifico... anzi, in tre punti ben specifici. I suoi cazzi, infatti, sembravano essere diventati un vero e proprio ricettacolo per quella perversa energia, che non solo a ogni sua spinta irradiava i corpi delle due donne ma, soprattutto, sembrava star alterando in qualche modo quelle tre, immense aste... ma, per il momento, Hazel e Lucia le sentirono gonfiarsi ulteriormente e pulsare con violenza, sconquassandole dalla testa ai piedi, ma senza generare altri cambiamenti.
    In ogni caso, due donne esperte come loro avrebbero potuto notare facilmente un aspetto che, forse, le avrebbe potuto un po' indispettire: quei tre cazzi pulsavano sì violentemente, le sbattevano con forza immane, è vero... ma sembravano comunque lontanissimi da uno orgasmo. Che fosse anche questa la sfida che i suoi occhi stavano porgendo ad Hazel... e a Lucia?
     
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    Lucia era un tumulto di emozioni e sensazioni, per una volta non contrastanti, anzi, ognuna sembrava andare al proprio posto, finendo per completare l'altra e creando un unico e semplice sentimento molto simile all'affetto più sincero. Lucia non conosceva a fondo Adam, quello era il loro primo incontro e di sicuro non vi era qualche sorta di amore fulminante tra di loro, era impossibile per un cuoricino occupato come quello della ragazza, tuttavia... l'era stato impossibile non prenderlo subito in simpatia, non sentirlo vicino benché in realtà fosse pressoché uno sconosciuto, e soprattutto non "infatuarsi" abbastanza da pensare che quell'esperienza le sarebbe rimasta dentro, sulla pelle e sugli organi, similmente al marchio che Thresh aveva lasciato sul suo cuore e sul culetto perfetto. Marchio che per altro Adam avrebbe potuto notare durante quell'amplesso a dir poco speciale, ma che per il momento stava fortunatamente ben nascosto dalla gonna arrotolata lungo la sua schiena, che copriva ancora la parte più alta del suo sedere. Si sarebbe vergognata e impensierita se lui avesse fatto domande in proposito, non che in quel momento ci potesse pensare ovviamente... anzi, era completamente assorbita da lui. Talmente presa che riusciva solo a guardarlo in viso con desiderio. Nonostante la sua faccia in quel momento fosse un vero e proprio incubo, Lucia sembrava ancora vederlo come l'uomo più bello del mondo, quasi potesse distinguere anche attraverso quei lineamenti mostruosi, tutte le sue espressioni, le sue belle labbra, i suoi occhi azzurri -ora di un rosso intenso- e immaginare il suo precedente aspetto. Il suo fisico invece... quello non poteva neppure definirlo, specie perché al suo corpicino in particolare piaceva davvero ciò che vedeva, fin troppo persino, facendo salire alle stelle la sua eccitazione, come se quell'aspetto minaccioso, letale, aggiungesse qualcosa piuttosto che toglierlo. Non l'aveva forse imparato con Thresh, con Gil? A lei la paura piaceva... il dolore piaceva... e prima se lo fosse stampato a fuoco nel cervello, prima avrebbe fatto il passo successivo. E sembrava a buon punto, in quel frangente, perché non c'era la minima traccia di ripensamento nella sua espressione... neppure una. Giusto quando Adam spalancò le fauci, allungando quell'enorme strana bocca secondaria, Lucia fece un'espressione quasi spaventata, che quando gli afferrò il sesso mutò in semplicemente entusiasta fino alle lacrime, con la boccuccia schiusa e la piccola lingua comunque avvolta intorno a quella ben più mostruosa di Adam. Non era stata la paura per quella visione a farle mutare espressione, bensì il timore che Adam si riappropriasse della sua carne con la bocca, perché sapeva che sarebbe semplicemente impazzita se oltre al piacere estremo donatole da quell'amplesso ben oltre i limiti umani, anche la sua intimità fosse stata stimolata. Quando avvenne, oltre a contorcersi tutta, gli occhi le si ribaltarono completamente, i piccoli seni iniziarono a colare di quello strano miele che caratterizzava il suo potere, schiudendosi appena, e Adam avrebbe potuto sentire il suo piccolo fallo pulsargli nella lingua senza il minimo ritegno, venendo un orgasmo dopo l'altro, senza dare la minima impressione di volersi fermare. Quando smise di baciarla in quel modo perverso Lucia poté prendere fiato, con la saliva che univa ancora le loro bocche in filamenti copiosi, ma la sua espressione si fece quasi... dispiaciuta, mentre le braccia e le manine si agitavano verso di lui tentando di stringergli i bicipiti di una paio di braccia per riportarlo lì dov'era stato. Adam l'accontentò di fretta, aggiungendo a quell'ennesima stimolazione il bacio probabilmente più perverso, profondo e intenso che si fosse mai visto sulla terra. Sembrava che volesse prendere possesso di ogni singolo antro del suo corpo, quasi il suo cazzo abnorme e quella lingua perversa potessero toccarsi dentro di lei, e mentre i suoi occhioni rossi si facevano quasi bianchi nel ribaltarsi, lacrime di estremo piacere colavano sul suo viso dense come miele, come se l'eromanzia stesse straripando dal suo corpo, scorrendole nel sangue e nei fluidi... che in effetti era esattamente ciò che stava succedendo. Quel perverso fiore che li aveva imprigionati infatti, unito all'eromanzia di Adam, stava modificando i loro corpi, la loro resistenza, e persino l'elasticità di ognuno dei loro orifizi. Con il giusto preliminare Adam avrebbe potuto appropriarsi letteralmente di ogni zona erogena delle due donne: dai seni enormi di Hazel, i cui capezzoli erano esageratamente schiusi quasi chiamassero a gran voce attenzioni, finanche a quelli più piccoli, ma in quel momento piuttosto gonfi, di Lucia, che stavano lentamente mutando in una terza contenuta dagli irriverenti capezzoli ritti, lievemente allungati e spalancati, che parevano addirittura decisi ad ingrossarsi ancora. Sembrava quasi che le rispettive mammelle delle donne stessero cambiando conformazione per penetrarsi a vicenda se solo si fossero trovate petto contro petto, e per assurdo erano quelli di Lucia a sembrare due punte pronte a penetrare la carne di sua madre... una scena da vedere, poco ma sicuro. Un'occasione propizia per ribaltare le posizioni e rendere ancora più assurdo quell'amplesso mostruoso e osceno, forse? Lucia non ci pensava, non pensava a quanto potesse diventare più osceno tutto quello che stava vivendo, semplicemente... lo accettava, e a dirla tutta ne stava godendo immensamente. Voleva di più anzi, si sentiva ribollire di un tale desiderio che neppure la lingua di Adam, le sue frasi perverse, o il suo aspetto mostruoso, riuscirono a impedirle di toccarlo e tenerlo stretto a sé. Neppure tutti quegli orgasmi le facevano gridare "Basta", anzi, se possibile, la sua espressione sembrava urlare "Di più!", e a lei andava benissimo così. Per questo l'uomo avrebbe potuto sentire quel culetto modellarsi così bene, stringerlo così forte, massaggiarlo come le più abili e morbide mani... perché in quell'amplesso avrebbe trovato l'assoluta accettazione, l'entusiasmo anzi, per quella sua forma a dir poco grottesca. Le manine di Lucia lo strinsero, lo cercarono, e non smisero un solo istante di toccarlo, dal viso, alle spalle, alle zampe... finanche alle "antenne", che sperava vivamente fossero sensibili come quelle di un demone, perché intendeva aggrapparvisi e accarezzarle delicatamente, ma al tempo stesso con possessività, fissando Adam in quei profondi occhi rossi perché potesse leggere nei suoi esattamente quanto si sentisse bene. Il fatto che la assecondò nelle sue angherie verso la madre... quello fu infine, un ennesimo distorto e impacciato sorriso, che si dipinse sul suo bel visino, nonostante la boccuccia completamente, irrimediabilmente...colma di lui.

    Ma se Lucia finì per lasciarsi irrimediabilmente trascinare dal piacere, non c'era modo che Hazel stesse zitta difronte a un "mero" bacio, per quanto quest'ultimo le strappò via il respiro facendole ribaltare gli occhi per un singolo momento. Con un breve incantesimo fece sì che la sua voce risuonasse dal fiore stesso di Lucia, dalla "gola" situata al suo centro per l'esattezza, facendo dunque vibrare l'intera struttura come se si trovassero al centro di un'enorme terremoto di carne. Adam la sorprese con quello spettacolo di lingua, doveva ammetterlo, ma il suo sguardo si prese comunque la briga di diventare minaccioso e ammonirlo da sotto la testolina di Lucia. Espressione che non riuscì comunque a venir fuori abbastanza minacciosa poiché il sudore iniziava già a imperlarle la fronte e le lacrime a velarle gli occhi di piacere. Si era mai arresa così facilmente a un cazzo nell'utero? No! Non era da lei!
    Ahttentihh... ah non farmi incazzare, ragazzini...
    Se Hazel si trovava furiosa con Lucia, era invece combattuta sui suoi pensieri riguardo Adam. L'aveva considerato una preda per Lucia a cui a malapena aveva concesso uno sguardo, visto il suo aspetto troppo perfetto e per questo "banale". Eppure, se il suo balbettio le aveva fatto venir voglia di maltrattarlo, la sua imponenza in quella forma così poco umana risvegliava in lei i più perversi istinti. Era il connubio perfetto per soddisfare sia il sadismo che il masochismo di una ex-strega, proprio come lo era stato suo marito Amos un tempo. Insomma, il suo non era stato un colpo di fulmine, anzi, si era sentita quasi disgustata dalla bellezza umana del giovane all'inizio, ma da quando lo aveva sentito balbettare per poi scoprire di cosa fosse capace... Beh, la sua considerazione era totalmente cambiata. E ancora stava cambiando, dal momento che distinse perfettamente il cambio di espressione oltre quella carapace e quel muso mostruoso... aveva abbastanza esperienza con mostri infernali di ogni genere, che ormai leggerli era facile, specie nel caso di un tipo "puro" come lui, sincero nella sua mostruosità. E quando capì che avrebbe assecondato sua figlia, Hazel iniziò fin da subito a esporre le proprie proteste, promettendosi che una volta finito avrebbe ucciso Lucia... e se non uccisa (poiché neppure un demone come lei lo avrebbe mai fatto), avrebbe di sicuro avuto la propria vendetta, in un modo o nell'altro! Purtroppo, vista la sua estrema sensibilità "sull'argomento", seppur iniziò a parlare in modo quasi fermo e a malapena tremolante per la paura che Adam ascoltasse sua figlia, si ritrovò irrimediabilmente interrotta dalla semplice penetrazione di 4 dita della tiranide... che in quel caso rappresentavano praticamente quanto peni umani "comuni", che ella avrebbe sicuramente reputato insulsi in altri frangenti, ma che in quel caso, 4 inseme, rappresentavano una sfida decisamente troppo ardua per il suo povero sedere.
    Nh-non oserai ascoltarla, spero?! Giuro che me la pagherai molto-anf... molto cara, ragazzo. P-potrei seriamente arrabbi-AH! Ah-gh! C-c-c-cosah s-stahi fahcendo? Nh-non allahrgarloh cosìh! N-no! NO NO NHH-GH! FERMHHHHHHHH-OH!!!
    La coda lo penetrò mentre ancora veniva spalancato dalla dita, lasciandola dunque in una situazione ancora più difficile da affrontare poiché non solo la coda era gigantesca quanto il suo cazzo, ma le dita che per quel momento le rimasero dentro resero ancora più abnorme quella penetrazione già di per sé estrema... con ovvie conseguenze per l'espressione e la reazione di Hazel. Hazel era una dura, lo poteva sicuramente sembrare e di certo appariva come tale per la maggior parte del suo tempo: lasciva, sicura di sé, arrogante persino, provocatoria in ogni frangente e con sempre la risposta pronta, forse addirittura rozza alle volte, eppure... tutto ciò spariva letteralmente quando le si stimolava il culo, neanche lei sapeva perché fosse così, sicuramente una conseguenza alla dannata maledizione che l'era stata fatta da quella stronza di Nasira. Non solo le aveva "regalato" un cazzo enorme assolutamente non richiesto che era costretta a nascondere con un sigillo magico, ma anche un Punto L nascosto da qualche parte nelle sue interiora che la faceva uscire letteralmente di testa se stimolato... Era una vera e propria condanna! Roba che, se mai avesse rincontrato il suo Clan -sempre se fosse ancora esistito- di certo scoprendolo le sue sorelle l'avrebbero beffata a vita. Che odio... eppure nemmeno quei ricordi bastarono a controllare in qualche modo la sua reazione, che come sempre era assolutamente ridicola e patetica a quel tipo di stimolazione. Qualsivoglia protesta o provocazione le morì in gola mentre la sua espressione cambiava completamente, ed ella in un moto d'orgoglio cercò di nascondersi dietro l'enorme massa dei capelli di Lucia, cosa facile in un primo momento visto che dopo l'iniziale sgomento, il suo collo si piegò all'indietro scoprendo la gola, mentre ella gridava senza alcun ritegno in perfetto contrasto con Lucia che, invece, faceva di tutto per trattenersi. A quel punto avrebbe potuto sentirli chiunque... ma questo non importava un bel niente, non certo al cervello di Hazel, completamente mandato in pappa da un cazzo nel culo ben assestato. Sarebbe bastato semplicemente sollevarla dalle corna per osservare comunque in piena esplosione il suo cambiamento: aveva lo sguardo perso nel piacere, colava saliva e muco da ogni orifizio del viso, e se inizialmente si morse il labbro in una vano tentativo di trattenere la voce per nascondere la propria reazione, subito la sua lunga lingua finì per essere completamente esposta, penzolando fuori dalle sue labbra mentre anche dalla sua punta la saliva gocciolava su quel fiore perverso che li separava dal resto del mondo, i cui petali si erano mai eretti intorno a loro come a proteggerli da sguardi indiscreti, sebbene ciò importasse poco visto che rimanevano separati su ogni lato e dunque avrebbero permesso di intravedere il tutto se solo qualcuno vi si fosse affacciato. Il particolare davvero "sorprendente" di tutta la reazione di Hazel, non fu tuttavia la sua espressione, o il cambiamento totale nel suo status di apparente "donna alpha", bensì il sigillo magico sul suo pube ricoperto di una lieve peluria bionda che, sebbene fino a quel momento fosse rimasto "spento" e dunque non dissimile da un comune tatuaggio, nell'istante in cui l'affondo di Adam si concluse e il suo cazzo, unito alla coda, furono sbattuti completamente dentro il corpo di Hazel, questo si illuminò di un'intensa luce rosa che in breve rivelò cosa avesse nascosto: un cazzo vero e proprio, accorpato al piccolo clitoride della donna, che una volta liberato iniziò a tremare, sussultando come un vero e proprio vibratore impazzito e sfogando un orgasmo senza precedenti non solo addosso alla stessa Hazel, sporcandole persino i seni, ma anche sulla schiena semi-vestita e lo splendido culetto scoperto di sua figlia, riducendole già così a uno spettacolo a dir poco osceno.
    NNNNGHHH! Nhh-nhhh! M-mhhhhe lah paghhhherahi... L-Luciah! Eh ahnche-gh... TTTTTGH-UH!
    Inutile dire che le sue minacce stavolta non sembrarono minimamente credibili, soprattutto perché il suo intero corpo era sconquassato da un piacere così forte che il miele dell'eromanzia di Lucia iniziò a schizzarle persino dai capezzoli schiusi, mentre le sue gambe (che ormai avevano lasciato la presa su Adam nell'istante in cui aveva affondato quel colpo basso) e le sue braccia si muovevano convulsamente contro la carne del fiore che li sorreggeva, graffiandolo sia con gli artigli delle mani che con i piedi le cui dita si arricciavano ad ogni spasmo. Avrebbe potuto resistere per molto con quegli orgasmi assolutamente esagerati? Lucia sapeva bene di sì, ma forse Adam sarebbe stato curioso di constatarlo con i propri mezzi... Specie perché il modo in cui si contorceva intorno ai suoi cazzi doveva essere semplicemente paradisiaco.
    Per assurdo in tutta quella situazione quella più controllata sembrava Lucia... che al di là dell'espressione assolutamente persa, al di là delle contrazioni estreme del suo corpicino o dei lamenti soffocati dalla lingua di Adam... continuava a partecipare attivamente all'amplesso, toccandolo, accarezzandolo, stringendolo e graffiandolo, fino addirittura ad afferrargli i glutei, graffargli le natiche con forza e attirarlo a sé impartendogli quasi il ritmo delle spinte. Come se non bastasse, tolto lo sconvolgimento iniziale, la sua carne sembrava essersi perfettamente abituata alla presenza dentro di lei, come se il suo corpo fosse un guanto che aveva preso dopo poche spinte l'esatta conformazione del cazzo di Adam. Dall'anfratto alle interiora, finanche alla bocca dello stomaco o alla gola, tutto sembrava fatto per accoglierlo e farlo sentire a casa. E Lucia, nonostante quella sua faccina completamente distrutta e oscena, trovò persino la forza mentale per interfacciare la sua mente alla pianta della lussuria di cui aveva dotato Adam, così che le permettesse di comunicare con lui direttamente nel suo cervello. Anche i suoi pensieri erano provati, e ogni parola sembrava scandita dai lamenti di Lucia come se la stesse cercando di pronunciare anche a voce.
    Nh-non fermarti, Ah-Adam. Sfogati-GH... Completamente-AH! DAHcci... tutto... quello... che hai. Io lo accetterò-OH! Come il più bello dei doni...NNH! Prendici ancorAhhhh...
    E chiudendo gli occhioni pregni di lacrime... sfogò un ennesimo, delizioso orgasmo, direttamente nella bocca mostruosa del suo nuovo amante.

    Edited by .Bakemono - 2/10/2019, 14:54
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Lucia era... non c'erano parole per descrivere cos'era davvero. Era bellissima, certo, ma sarebbe stato come definire caldo l'Inferno: che fosse perfetta, assolutamente meravigliosa lo sapeva fin da quando i suoi occhi si erano posati su di lei ma non era abbastanza per spiegare quello che stava provando. Il modo in cui si sentiva, il bisogno spasmodico, impellente di scoparla, di sbatterle fino alla base quel cazzo abnorme non era semplicemente dovuto alla perfezione del suo corpo, alla perversa morbidezza di quel culetto oscenamente spalancato... era legato a qualcosa di più profondo, che vibrava e bruciava nel suo animo e che, in quell'amplesso furioso, era finalmente emerso in superficie. Era un abbandono misto a una profondissima, inappagabile lussuria e si accorgeva sempre di più, a ogni spinta quasi disperata, che lui stava sprofondando completamente in quel mare di bramosia, in quel gorgo di perversione che era l'animo della piccina... e ciò non poteva renderlo più felice, non poteva tuffarsi con maggiore serenità in quell'abisso. In quella lussuria, infatti, non vi era nulla di morboso e sbagliato, vi era soltanto il piacere e il calore umano che si stavano donando l'un l'altro, quel godimento del corpo che era anche un balsamo per l'anima.
    Era così perso in lei (Con tutti gli annessi e connessi del caso) che fremette come un verginello quando vide il suo visetto deformarsi in una smorfia di puro piacere non appena accolse nella sua bocca secondaria il suo delizioso cazzetto: tutto quell'enorme corpo mostruoso, infatti, tremò dalla punta delle antenne fino a quella dei cazzi violentemente conficcati tra le loro carni, mentre lui spalancava le fauci già schiuse per far fuoriuscire la sua interminabile lingua e un grosso quantitativo di bava gli colava attraverso, come se al solo vederla così, a mostrare quel visino perverso con le lacrime agli occhi, lui si fosse avvicinato un po' di più a divenire una belva in calore. Succhiò, dunque, quel delizioso cazzetto come se ne dovesse trarre il suo nutrimento e, in effetti, nel sentire i primi schizzi non fece altro che "bere" tutto il seme che si presentò ma poiché Lucia non faceva altro che venire, come se in quelle sue piccole gonadi vi fosse un vero e proprio mare di piacere che voleva sfogare nella sua lingua, decise di staccarsi e conquistare la sua gola. Fu un bacio violentissimo e lui ringhiò di puro, perverso piacere nel vederla rivoltare gli occhi all'indietro fin quasi a mostrare le sole sclere, mentre i suoi capezzoli schiusi stillavano quel "miele" osceno e le sue manine lo stringevano sulle braccia, affamata di ulteriore contatto, di lui. Fu in quel momento che, spinto da una perversione che non avrebbe mai immaginato di poter esprimere, aprì la sua bocca secondaria nel profondo della sua gola e vi rilasciò tutto il suo sperma che non aveva ancora ingoiato e che era decisamente troppo, rabbrividendo di piacere ed emettendo dei rochi ringhi di soddisfazione nel pensiero che lo sperma stesso della piccina sarebbe colato fino a raggiungere il suo cazzo (Impresa non difficile, dato che quell'enormità sembrava in procinto di riempire la gola di Lucia a ogni affondo) e, così, lubrificarlo ulteriormente. La sola oscenità di una simile immagine mentale gli donò dei veri e propri brividi di piacere e i suoi due cazzi pulsarono violentemente, facendosi ancora più duri e sollevando impazienti gli aculei, come se non potessero aspettare oltre per esplodere in un potente, mostruoso orgasmo. Fortunatamente non accadde nulla di tutto ciò, ma la marea del piacere che quel gesto semplicemente perverso aveva rilasciato in lui non scomparve senza lasciar traccia di essa, poiché le spinte, i movimenti di Adam si fecero ancora più furiosi, ancora più rudi e violenti, tanto che i vestiti delle due donne si ritrovarono presto a laceri in più punti, non più in grado di modulare la forza delle sue enormi mani artigliate al fine di non rovinarli.
    Ma come potersi trattenere? In un'altra occasione sarebbe stato profondamente imbarazzato e, in realtà, persino schifato da quanto aveva fatto: era un gesto ben più che semplicemente perverso, era osceno ma in quel momento, oltre a eccitarlo come una belva in calore, lo trovava quasi... dolce, se non addirittura poetico. Dopotutto non stava condividendo con Lucia l'essenza stessa del suo piacere? Certo, a occhi altrui poteva sembrare disgustoso, è vero, ma ai suoi occhi era soltanto un modo per rendere la loro unione ancora più intensa, più profonda e, in qualche perverso ma anche istintivo modo, mostrarle quanto fosse preso da lei, perso in lei. Anche Lucia sembrò ricambiare questa perversa spontaneità e, oltre a guardarlo con lo sguardo più lussurioso che lui avesse mai visto in vita sua, le sue manine non smettevano di stringerlo, carezzarlo e tentare di graffiarlo (Impresa assai ardua dato il suo carapace) dividendosi tra il tocco delicato, dolce di un'amante affettuosa e quello rapace, famelico di un'amante possessiva. Arrivò addirittura a stringergli le antenne e poté percepire tutto quell'enorme mostro sussultare e sciogliersi come se, per un attimo, fosse stato "spento", annientato dalla vera e propria scarica di piacere che quella carezza gli aveva donato: le antenne delle tiranidi (O, perlomeno, quelle della sua specie) non erano soltanto dei sensibilissimi organi di senso ma anche delle vere e proprie zone erogene, similari alle orecchie per gli umani, sebbene ancora più sensibili. Adam rivolse uno sguardo liquido, incredibilmente lussurioso a Lucia, prima di riprendersi e ritornare a scopare lei e Hazel con ancora più foga di prima, con i suoi tre cazzi che pulsarono violentemente quasi come a protestare per averlo fatto interrompere nel bel mezzo di un affondo. Il sorriso distorto, poi, che comparve sul suo volto gonfio di lui, non fu che la ciliegina sulla torta e Adam si sentì, per l'ennesima volta andare a fuoco, completamente rapito da quella meravigliosa, perversa piccina.
    Il rapimento per la figlia, però, non poteva impedire che la sua attenzione si spostasse sulla madre, anche perché la demone iniziava a trovarsi in difficoltà e questo, oltre a deliziarlo profondamente, titillava non poco l'orgoglio di Adam. Se, infatti, la sua natura da tiranide era irrimediabilmente attratta da donne forti e volitive, se non palesemente dominanti, lui era comunque un uomo non esente da un certo orgoglio e vedere Hazel che, fino a quel momento, aveva gestito l'amplesso come se nulla fosse, mostrarsi un minimo incerta e intimorita, oltre che col viso distorto dal piacere... beh, gli recava non poco piacere. La voce distorta della demone che risuonò attraverso il fiore non fece altro che incrementare il suo desiderio di metterla ulteriormente in difficoltà, cosa che avvenne facilmente seguendo il suggerimento di Lucia: fu meraviglioso tendere con dita quell'ano deliziosamente morbido e dilatato ma, ancor più piacevole, fu riempirla con il suo nuovo, gigantesco cazzo togliendole la parola ma non il respiro, visto il modo assolutamente osceno in cui si mise a urlare. I suoi occhi registrarono, anzi marchiarono a fuoco nella sua memoria l'espressione sgomenta eppure assolutamente perversa che si compose sul volto della demone non appena quell'immenso cazzo affondò completamente in lei, prima di reclinare il collo all'indietro e, in parte, nasconderlo dietro i capelli i Lucia.
    Adam, però, non le concesse l'opportunità di avere quella discrezione e, con una mano, l'afferrò direttamente per la nuca e la sollevò al fine di vedere ogni suo cambiamento d'espressione; quella zampa artigliata e ricoperta di carapace era così enorme che alcune dita erano comunque strette attorno alle sue sensibili corna da demone e, semplicemente, sottrarsi alla loro morsa le sarebbe stato impossibile: era costretta a mostrargli la sua inevitabile capitolazione al piacere. Le pupille verticali di Adam si allargarono quando la donna, dopo aver disperatamente tentato di trattenere grida ed espressioni di osceno piacere, alla fine esplose in vere e proprie urla di godimento mentre la sua bocca si schiudeva e la lunga lingua penzolava fuori senza alcuna forza o decenza.
    Già questa visione da sola sarebbe bastata per farlo completamente impazzire dal desiderio ma, a rendere tutta quella situazione assolutamente incredibile e fantastica, fu il sigillo rosa che comparve sul monte di venere di Hazel, dopo un attimo, l'enorme cazzo che comparve lì dove prima vi era il clitoride della donna. Un cazzo che, immediatamente, esplose in un convulso orgasmo direttamente sul ventre della demone e sul culo di Lucia; Adam emise un autentico ruggito e, benché combattuto, ritirò la sua lingua dalla gola di Hazel e Lucia ("Risarcì" quest'ultima della sua assenza, però, mordicchiando proprio con la boccuccia secondaria i suoi capezzoli ritti e suggendone il miele che stillavano senza sosta) e la diresse verso quel grosso (Almeno per standard umani, certo) cazzo che, immediatamente, avvolse tra le sue spire per "ripulirlo" e, senza troppi complimenti, prese a succhiare allo stesso modo di come aveva fatto con la graziosa virilità della piccina.
    Sì, ti pagherò... ti pagherò con tutta la mai sborra, Hazel, ti pagherò con i miei cazzi, ti pagherò scopandoti fino a sentirmi esausto! - la sua voce roca, mostruosa risuonò dal profondo della sua gola e parve essere più cavernosa del consueto, mentre sottolineava ogni modo con cui l'avrebbe "pagata" affondando in loro quei colossali cazzi con più forza e foga di prima, con un'idea che si delineava con sempre maggiore chiarezza nella sua mente. Un'idea che l'Adam di sempre non avrebbe mai osato mettere in pratica.
    Ma prima di farlo, prima di mostrare loro fin dove poteva spingersi la sua perversione, la voce di Lucia gli carezzò la mente, esprimendogli quanto la piccina lo desiderasse, quanto volesse tutto di lui e glielo disse gemendo e guardandolo in un modo che soltanto un folle, vedendola, non avrebbe desiderato fotterla a sangue fino a crollare sfinito tra le sue gambe. Il corpo di Adam tremò e ognuno di quei immani cazzi fu scosso da terribili fremiti, da tremende contrazioni mentre gli aculei, sollevati e ripiegati lungo l'asta costantemente, sembravano quasi voler graffiare o addirittura straziare le carni delle due donne. Adam reclinò appena il capo all'indietro, spalancando completamente le tremende fauci e facendo colare una grossa quantità di saliva sul corpetto di Lucia, prima di decidere che doveva farlo, che doveva dare proprio tutto a quelle magnifiche donne, ogni singola, bruciante goccia della sua perversione.
    Ngghh! Sì, tutto, tutto! Vi darò tutto, vi darò ogni singola cosa di me! Siete bellissime, uniche... sarò unico anch'io! - ruggì un Adam non più tanto capace di esprimere compitamente un ragionamento ma, fortunatamente, più che capace di attuarlo: la lingua, infatti, che stava succhiando senza sosta il cazzo di Hazel si sfilò da quell'asta turgidissima e tornò a strizzarla tra le sue "spire", soltanto che la teneva principalmente dalla base e sembrava che intendesse più direzionarla verso qualche parte che non masturbarla e basta... probabilmente le donne avrebbero capito le intenzioni di Adam quando portò due mani nel culetto di Lucia e, dopo aver immerso le sue dita nella sborra di Hazel che lo ricopriva, proprio mentre l'enorme cazzo di Adam era completamente dentro di lei, affondarono nel suo ano o lo allargarono forzatamente. Anche qui inserì soltanto due dita per mano con aveva fatto con Hazel ma quel culetto era già completamente ricolmo da tutta quella carne colossale e mostruosa, non sembrava neppure possibile che potesse contenere uno spillo, non certo quattro dita di quelle mani enormi... eppure ce la fece e, anche senza avere l'esperienza sui mostri di Hazel, si sarebbe potuto capire che il volto di Adam esprimesse un terribilmente perverso ghigno.
    Tutta questa sborra... non si può sprecare così! Dobbiamo godere tutti quanti insieme, uniti. - sentenziò emettendo un roco ringhio d'impazienza e, afferrando e sollevando il culo di Hazek con una mano libera, la costrinse a penetrare il culo di sua figlia assieme a lui. Il "varco" che aveva creato con le sue dita era comunque irrisorio di fronte alle dimensioni della demone, certo, ma questo non avrebbe impedito che, pochi secondi dopo da quando Adam l'aveva spinta verso quel piccolo spazio, Lucia si sarebbe ritrova colma in contemporanea dei loro cazzi. Per Hazel quell'affondo sarebbe stato oltre l'estremo: non soltanto perché il suo cazzo sarebbe stato compresso e strizzato oltre ogni immaginazione ma perché se da un lato aveva le carni morbidissime e accoglienti di Lucia a stimolarla, dall'altro c'era la colossale asta della tiranide, bollente, marmorea e armata di aculei acuminati che si uncinarono immediatamente alla sua carne.
    Adam non si fermò qui, poiché assieme al cazzo di Hazel portò dentro il culetto di Lucia anche al sua lingua, affinché si avvolgesse attorno a quei due cazzi perché così potessero scoparla all'unisono, sì... ma non solo. Adam, infatti, decise di osare ancora di più e, dopo aver stretto saldamente quei due cazzi in una stretta morsa, cominciò a risalire lentamente con la lingua. Lucia avrebbe percepito quella lunghissima lingua riempirle i pochi tratti d'intestino che non erano stati raggiunti e deformati dal cazzo di Adam o di Hazel per poi, inevitabilmente, erompere nel suo stomaco e da lì risalire fino all'esofago e alla gola, come poté vedere Adam stesso che assistette al dilatarsi improvviso della gola della piccina finché ( se non avesse avuto già aperta) avrebbe spalancato la bocca e da lì sarebbe "fiorita" la punta aliena della sua lingua che, perversamente, avrebbe rilasciato un po' dello sperma raccolto da Hazel e avrebbe proseguito verso quest'ultima, tenendosi al massimo pur di poter completare quel perverso circuito di piacere. - Grrrrhhh! Nggghh! Siete bellissime! Bellissime! Voglio scoparvi di più, di più! - il ruggito di Adam, così come il suo conseguente aumento della foga con cui le scopava fu una conseguenza inevitabile di quanto aveva fatto, così come il sentirsi sempre più vicino, più prossimo all'orgasmo.
    Le due donne, infatti, avrebbero potuto percepire facilmente quei tre cazzi pulsare e contrarsi come se fossero prossimo all'orgasmo, soltanto che quest'ultimo non voleva saperne di arrivare. Adam le sbatté con tutta la forza che aveva in corpo, letteralmente sfondandole con quei tre cazzi mostruosi che quasi si contorsero tra le loro carni oscenamente dilatate eppure, spinta dopo spinta, non volevano sapere di venire. Era come se quei cazzi stessero richiamando tutto lo sperma necessario a un loro orgasmo e quest'ultimo fosse decisamente troppo e quindi servisse molto tempo per prepararlo...
    Rrrrggghhh! V-vengo! S-sborro, m-mi state facendo v-venireh! - ruggì con voce pregna di godimento e, finalmente, le due donne avrebbe percepito quelle gigantesche virilità gonfiarsi e fremere violentemente, prima di esplodere in una vera e propria eruzione di sborra. Non ci sono molti altri termini per definire l'inondazione di seme che dilagò in loro, quei veri e propri litri di sperma bollente, intriso di eromanzia che gli riempì oscenamente il ventre. Quelle mostruosità non venivano a fiotti, era un flusso praticamente costante di sperma che immediatamente deformò i loro venti e se Lucia, avendo gola e bocca occupati dalla sua lingua, non avrebbe avuto altro modo per smaltirla se non da dove stava arrivando, Hazel si sarebbe trovata a gestire la doppia quantità di sborra che quei cazzi le stavano riversando dentro, dato che anche il membro fittizio creato da Lucia, pur non potendo riversare lo sperma degli altri due, aveva iniziato a produrre o stesso miele che stillavano i capezzoli delle donne, soltanto molto più denso e caldo.
    Adam continuò a godere e a venire senza sosta per un tempo che gli (E non soltanto a lui, probabilmente) parve infinito, sempre continuando a scoparle con tutte le sue forze, sbavando e ringhiando proprio come il mostro che sembrava; quando, finalmente, quell'orgasmo semplicemente estremo finì, le due poverine erano in uno stato pietoso: non soltanto gonfie così all'inverosimile da tutto quel seme che i vestiti risultavano ormai a brandelli nelle zone del ventre ma anche letteralmente adagiate su un'autentica pozza di seme, dato che le quantità che i loro corpi non erano riusciti a trattenere erano enormi e, adesso, quel fiore corrotto si ritrovava letteralmente innaffiato da enormi quantità di densa sborra intrisa di eromanzia, qualcosa che sarebbe potuto risultare davvero un ottimo nutrimento per una pianta nata dalla lussuria più pura...
    Adam si sentì come si risveglia da un sogno, soltanto che lui non appariva affatto più lucido o appagato di prima: i tre cazzi erano duri e pulsanti come se non fossero mai venuti e lui avevo uno sguardo spiritato, letteralmente fuori di sé. - Rrrrgghhhh, nìrrrgghhh... - non disse nulla, emise soltanto questo ringhio roco e sommesso che sembravano delle fusa mostruose, prima di mettersi in piedi sollevando al contempo le due donne che, comunque, non avrebbero avuto bisogno di essere sostenute dalle sue mani, dato che quei cazzi immensi erano letteralmente conficcati in loro e non sembravano potersi smuovere di un solo millimetro. Nel sollevarle sfilò la sua lingua dalla gola e dalle interiora di Lucia, assieme al cazzo di sua madre, poiché aveva in mente un'altra, perversa idea. Afferrò le gambe di Lucia affinché le sollevasse il più possibile verso l'alto, portando i piedi ai lati della testa e letteralmente impalandola sul suo cazzo. Ma non si formo a questo, dato che le sue mani erano davvero troppo enormi per stringere comodamente le sue gambe e dunque una volta assunta quella posizione, Adam afferrò direttamente il suo torace intero assieme alle gambe, in una sorta di perversa gabbia di dita, con i piccoli seni sollevati da sotto dai pollici. - Sei, rggh... sei bellissima, sai Lucia? - le chiese leccandole il corpicino ormai quasi completamente esposto, il ventre ricolmo del suo seme per poi cercare la sua bocca in un bacio intenso ma veloce. Poi, semplicemente, la face girare affinché guardasse sua madre... senza sfilarla dal suo cazzo. Praticamente il culo della piccina avrebbe ruotato attorno a quell'immenso cazzo dandole la sensazione più che unica che quegli aculei ruotassero dentro di lei.
    Anche tu sei bellissima, Hazel... ho una voglia di scoparvi ancora e ancora che non potete neanche immaginare... mi farete impazzire, lo sapete? - continuò, afferrando anche la demone in quella posizione esposta e assolutamente oscena, oltre che estrema, impalando anche lei mentre le afferrava come se fossero degli onahole giganti. La lingua di Adam si spostò su Hazel, ne leccò e succhiò un capezzolo prima di spingere Lucia contro sua madre, facendo in modo che i loro seni premessero a vicenda, capezzolo contro capezzolo. Ovviamente non poteva immaginare che i capezzoli di Lucia, così lunghi e ritti, avrebbero penetrato quelli più grandi e schiusi di sua madre... ma ciò non gli dispiacque per nulla, anzi attorcigliò più volte la sua lingua attorno alle grazie sempre più gonfie delle due, in una sorta di perverso bondage e alla fine, le spire che rimasero passarono in mezzo a quei seni così compressi e costretti a una costante penetrazione e andarono a stringersi attorno ai cazzi delle due, costringendoli a sfregarsi asta contro asta, con la boccuccia secondaria che ora succhiava la cappella di una e ora la cappella dell'altra.
    Per questo non voglio impazzire da solo... - continuò con uno sguardo bruciante di desiderio e perversione. Le sollevò all'unisono come se si apprestasse a impalarle con forza ad un momento all'altro o a usarle davvero come delle onahole ma no fece nulla di tutto ciò: rimase fermo, con le cappelle dentro i loro orifizi e basta, facendole sentire le contrazioni dei suoi cazzi impazienti di scoparle di nuovo. - Convincetemi a fottervi ancora. - chiesi, anzi ordinò con un tono di voce che parve uno schiocco di voce, mentre muoveva appena, avanti e indietro di pochi centimetri, quelle enormi cappelle dentro di loro, facendo entrare e uscire i primi aculei dai loro buchi. Visto da fuori Adam sarebbe potuto sembrare davvero un mostro sadico che avrebbe continuato in eterno quella tortura se non l'avessero accontentato ma, se non fossero state troppo intontite ad quanto accaduto prima, le due avrebbero potuto notare come ansimasse impaziente e come il suo corpo fremesse assolutamente bisognoso di scoparle... insomma, Adam voleva metterle perversamente in difficoltà ma chissà che la cosa non gli sarebbe ritorta contro.
     
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    Fu sconvolta quando Adam spalancò quella lingua assolutamente oscena per far colare direttamente dentro le sue interiora, una tale quantità del suo stesso seme da farle pensare che non fosse neppure suo. L'eromanzia stava modificando le sue capacità fisiche, perché di certo non era mai stata così libera nei suoi orgasmi, anzi, spesso provava tale vergogna che dal suo sesso colava appena qualche rara goccia di nettare dolce piuttosto che veri e propri schizzi. La cosa più perversa non fu tuttavia quello, aveva già assaggiato il proprio seme attraverso una perversa trovata di Thresh, una volta... no, la cosa assurda fu che il cazzo dentro di lei fosse così immensamente enorme e lungo, che per assurdo quello stesso seme avrebbe potuto arrivare davvero a lubrificarlo, attraversando il suo intestino come un'enorme quantità di un qualsiasi altro fluido per arrivare direttamente al suo retto e lì, rendere ancora più estrema, veloce e irruenta quella penetrazione. Per questo gridava e gemeva soffocata da quella stessa lingua, gli occhi sgranati mentre cercavano quelli di Adam, socchiudendosi poi quando con un mugolio la perversione di quel momento le strappò un ennesimo apice di piacere. Stava... letteralmente godendo anche grazie al suo stesso seme, al suo stesso cazzo, e benché fosse stato sempre tanto difficile accettare se stessa in simili frangenti, raggiungendo quasi una sorta disforia per i propri organi sessuali, con Adam che beveva continuamente da lei, che sembrava solamente goderne e anzi, assaporarla davvero, il suo stesso sapore le sembrò quasi... dolce, buono, tanto che dopo l'incertezza iniziale non si sottrasse più neppure alla perversione di quel gesto così imbarazzante e spinto, talmente tanto da riuscire a farla arrossire nonostante il momento non prevedesse di certo l'imbarazzo. Quella fase era bella che andata, e si perse del tutto nell'osservare l'espressione languida di Adam mentre ella gli afferrava le antenne, poiché si sentì pervadere dal più puro potere, quello del controllo... avendo quasi l'illusione, per un istante, di avere l'immensa e maestosa creatura che era divenuto l'uomo totalmente alla propria mercé, totalmente preda di lei. Una sensazione capace di ubriacarla, di piacere e di potere al tempo stesso. Non poté che stupirsi... perché in fondo, non era mai stata la magia stessa a farla sentire forte, non certo un'abilità di cui ancora non aveva controllo... Eppure ci riuscì quella tiranide appena incontrata, che già la fotteva nel bagno di un locale affollato, e che nonostante sua madre che gridava sotto di lei, nonostante l'interno di un osceno fiore di carne e un tizio svenuto dentro un gabinetto poco più in là... riuscì comunque a farla sentire completamente, indiscutibilmente, profondamente accettata.
    La situazione per Hazel fu invero ben diversa. Aveva avvisato entrambi di non farla arrabbiare, aveva avvisato di non provocarla, eppure non solo non era stata ascoltata, ma Adam aveva fatto l'esatto opposto di quanto ordinatogli! E ora si ritrovava a essere ridicolizzata sia da lui che da sua figlia, nonché assolutamente persa e per nulla felice della cosa, nossignore. Specie quando il suo cazzo-clitoride venne completamente afferrato e avvolto da quelle perverse spire, per poi venir addirittura... No! Non avrebbe osato!
    N-NOH! S-se lo metti dentro, i-io, io n-non potrò resistere..! Ihh-ImpAHzzir-OHhhGhHHHHHHHHHnnNNNHGH!!! V-vengo, v-vengo venghohhh, NOOOH! Ahhnnh!
    La reazione di Hazel a quella nuova stimolazione a tradimento, proprio mentre il suo punto debole veniva fottuto con così tanta foga, fu assolutamente indecente, ancor più delle precedenti: si dimenò come un'ossessa, facendo pressione con i piedi sul pavimento per inarcarsi e gridare, muovendosi appunto come un'indemoniata, con quella lingua che non sembrava ormai capace di tornare nella propria sede finché era in quelle condizioni. E se d'altra parte Lucia godeva immensamente, le reazioni di sua madre erano assolutamente esagerate, oscene oltre ogni modo, e degne dei peggiori epiteti, talmente perverse che se solo qualcuno l'avesse filmata o messa davanti a uno specchio, non si sarebbe mai e poi mai riconosciuta, neppure sotto tortura. Lucia d'altra parte gemeva e mugolava alle attenzioni di Adam sui suoi seni, a quelle spinte possenti fin dentro il suo stomaco, e solo quando la sua lingua l'aveva abbandonata aveva tossito scomponendosi maggiormente, con il suo stesso seme e la saliva che le colavano in rivoli abbondanti dal naso e dagli angoli della boccuccia. Sicuramente, entrambe non erano nelle migliori condizioni, eppure la ragazzina rimaneva comunque vigile rispetto a ciò che stava diventando la sua povera madre... colei che in quanto demone, ex strega e "donna vera" della famiglia avrebbe dovuto essere il pilastro del loro duo. Purtroppo nessuna delle due poté prevedere cosa Adam avesse in mente, qualcosa che riuscì a sconvolgere Lucia e ancor più Hazel allo stesso tempo. La giovane non avrebbe mai neppure lontanamente immaginato di essere trascinata in una simile spirale malata da un uomo come la tiranide. Forse avrebbe potuto attendere una simile mossa dal suo Faust, eppure non fu lui a spingersi a tanto. Neppure lei era mai arrivata all'incesto, poiché era stata separata dalla sua famiglia ancor prima che potesse ricordare qualcosa e da quando Hazel si era riunita a lei il massimo che avevano fatto era stato appunto partecipare attivamente e passivamente agli stessi amplessi... ma addirittura farlo tra loro?! Pura follia. Una follia che testimoniava quanto l'Eromanzia avesse corrotto ormai irrimediabilmente non solo i loro corpi, ma anche e soprattutto le loro menti. Il fiore che li ospitava pareva nutrirsi della loro lussuria, e più i fluidi venivano assorbiti da quella carne corrotta, più esso cresceva nascondendoli in parte al mondo, preparandosi per chissà quale inquietante magia... Magia che comunque era certo non avrebbe mai potuto eclissare ciò che invece fece Adam, portando le dita enormi dentro Lucia e procurandole un ennesimo spasmo e ben più di un sussulto, aggiunto a uno sguardo di pura sorpresa... e quasi tradimento.
    Ah...Adam?
    Nella sua vocina c'era incredulità, ma nulla bastò a nascondere la reazione che invece ebbe il suo corpicino, tendendosi completamente mentre quel culetto così violentemente dilatato continuava comunque a pulsare tra le dita dell'uomo, tentando invano di richiudersi e respingerle, ottenendo solamente una tensione muscolare che non faceva che procurare più piacere alla giovane, distraendola e soffocando ogni protesta dietro lamenti che la costrinsero a mordersi il labbro, stringendosi contro Adam e graffiandogli la schiena con così tanta forza da lasciare profondi solchi sulla sua carapace. Probabilmente in forma umana avrebbe avuto delle cicatrici proprio sulle spalle, dietro la schiena. Lucia aveva il volto rigato di lacrime, ma non erano di disperazione... dettate dall'intensità di tutto ciò che stava provando. Il suo pensiero comunque lo continuò Hazel, poco dopo, ma non prima di aver sorriso come un'ebete quando la sua erezione venne "liberata", osservando il suo cazzo nudo quasi con euforia. Iniziò a scodinzolare velocemente per un momento... ma poi il suo stesso sorriso si trasformò in qualcosa di ben diverso, un'espressione di semplice rottura della sua mente. Completamente "andata", a quel punto iniziò a venire copiosamente dentro sua figlia, unendo il proprio seme a quello che presto riversò Adam dentro la poverina, trasformando il suo corpicino in una sorta di palloncino ripieno di sperma, impossibilitato a sfogare tutto quel piacere se non forse esplodendo poiché l'azione dell'uomo non si fermò lì, tanto che per brevi istanti Lucia stessa pensò che intendesse assassinarla... Un pensiero che la sfiorò perlomeno negli ultimi momenti in cui fu capace di elaborare un pensiero coerente, che dopo quell'assalto furono davvero pochi. Sentì distintamente la lingua di Adam farsi strada dentro il suo culo ormai incapace di esercitare un qualsivoglia tipo di resistenza, e aveva già la boccuccia spalancata in gemiti e grida di piacere quando quest'ultima uscì dalla sua bocca mentre Adam la scopava, attraversandole la gola fino a gonfiarla come aveva fatto in precedenza il suo cazzo, regalandole un'espressione assolutamente ai limiti dell'accettabile. Ormai, proprio come sua madre, era una maschera di lacrime, muco e saliva, e la cosa non sembrava destinata a fermarsi lì... neppure adesso. Inutile dire che la reazione di Lucia non ebbe niente a che fare rispetto alle precedenti. In confronto a quelle, stavolta ogni parvenza minima di decoro scomparve dalla sua faccia e da quella stanza ormai irrimediabilmente corrotta dall'Eromanzia, tanto che le sue espressioni finirono per assomigliare alle stesse, spiritate e oscenamente perverse, di sua madre. Come biasimarla, del resto? Già solo quella tripla penetrazione era semplicemente troppo da sopportare per il suo povero culetto, ricolmo e traboccante di seme, allargato così all'inverosimile da risultare deformato nella forma e nella consistenza, tanto che quando Adam iniziò a venire il suo corpo fu costretto dopo diversi istanti non solo a schizzare copiose quantità di sborra da quello stesso buco, bensì traboccare da ogni dove, facendosi spazio persino tra quella gola stretta e già gonfia che non fece altro che sformarsi ulteriormente al passaggio di quei fluidi densi e bollenti. Stessa cosa accadde a sua madre che, mentre veniva, iniziò a fremere come in preda alle convulsioni, non solo gonfiando ancora di più la sua povera figlia, che se non avesse davvero potuto sfogarsi sarebbe sicuramente esplosa, letteralmente, ma anche gonfiandosi a propria volta. Lucia era così sconvolta che sollevò una manina tremante come a invocare un aiuto invisibile, tentando invano di fuggire... ma non servì a nulla. I loro stomaci, già ampiamente deformati dalla semplice presenza dei cazzi di Adam, iniziarono dunque a gonfiarsi all'unisono, ancora, e ancora, finché entrambe non rigettarono come potevano i fluidi in eccesso, con le guance che si gonfiarono oscenamente finché, soprattutto Hazel, non finì per vomitarli letteralmente una volta che i loro corpi giunsero al limite della sopportazione. Il seme schizzò ovunque, da ognuno dei loro orifizi, a partire dalle narici fino agli anfratti schiusi, passando addirittura per i capezzoli spalancati senza alcuna logica di sorta. Pareva che l'eromanzia avesse sconvolto le loro rispettive anatomie finanche a far lacrimare a entrambe sperma, talmente erano colme ovunque. Alla fine, entrambe erano semplicemente stremate, si muovevano a malapena a scatti come se fossero in procinto di esalare gli ultimi respiri e parevano letteralmente agonizzanti mentre anche i loro rispettivi sessi si esaurivano in ultimi timidi sussulti. Fu la pianta che Adam aveva così "amorevolmente" nutrito a venire in soccorso alla perversione dell'uomo. La tiranide avrebbe infatti potuto accorgersi di aver raggiunto il punto di non ritorno con le due poverine, ma questa credenza sarebbe durata ben poco. Quando le liberò, sgonfiando anche in parte i loro corpi, reagirono a malapena, venendo timidamente con le espressioni vuote. Lucia rimase persino appesa al suo cazzo quando egli si alzò senza opporre ormai la minima resistenza tanto che ci volle tutta la possanza dei suoi nervi gonfi per sorreggerla. Hazel era uno spettacolo molto simile... eppure la cosa cambiò velocemente. Una serie di ramificazioni sottili e dalle punte a fiore che collimavano in dei veri e propri aghi naturali, si infilarono infatti velocemente nei loro corpi risvegliandole all'istante. Entrambe presero un profondo respiro, sgranando gli occhi vuoti fino a che essi non tornarono normali, un po' come se si fossero appena riprese da un brutto incubo o da un annegamento e stessero finalmente prendendo la prima boccata d'aria, non prima ovviamente di aver tossito e buttato fuori un bel po' di sperma. Di nuovo. E così quelle che erano sembrate fino a un istante prima due bellissimi cadaveri fatti allo spiedo, si ripresero di colpo, con l'energia rinnovata grazie a quelle molteplici iniezioni di lussuria. Le strane liane si attaccarono ai loro corpi come elettrodi, pompando all'interno dei loro seni, dei loro addomi, del collo e delle gambe, facendo tornare i loro corpi a uno status "vuoto" lentamente, fino a rendere nuovamente distinguibile la sagoma dei cazzi di Adam, un po' come se anche la pianta si stesse nutrendo di quel mix di fluidi perverso. Adam avrebbe potuto sentirsi al contempo punto sulla schiena, e quella stessa sostanza rinvigorente non avrebbe fatto altro che gonfiargli i muscoli di ogni singola parte del corpo, rendendo il tutto ancora più assurdo e ai limiti dell'umana comprensione. Mentre le piante continuavano a pompare visibilmente, attraversate da energia luminosa e liquida, Lucia e Hazel ebbero modo di reagire come se fossero sempre state sveglie... ma diverse. Sì, perché la reazione di Lucia in particolare fu a dir poco... surreale. La giovane sgranò gli occhi, certo, e fece anche tutte quelle splendide espressioni di piacere misto a sorpresa quando Adam la fece roteare letteralmente intorno a lui come appunto un succulento spiedino, massaggiando le sue interiora con quei piccoli arpioni che le procurarono un profondo e visibile brivido, ma quando sua madre la guardò in faccia non c'era traccia della ragazzina pacata che era stata in precedenza... anzi, per assurdo Hazel era ancora titubante e spaventata, soffocata dal cazzo che le riempiva completamente il culo e sconquassata fin nell'utero dall'altro surrogato magico... ma Lucia no. Lucia si portò le mani alla pancia abbracciando letteralmente se stessa e la carne che la riempiva, con un'espressione che non solo era sofferente e preda del piacere più puro, ma al contempo era anche entusiasta, perversa... malata. Sorrideva, felice come mai sua madre l'aveva vista, e quando Adam la impalò per bene si inarcò e lo baciò afferrandogli la nuca per attirarlo, leccandogli la lingua con movimenti rotatori in modo che anche Hazel potesse guardare i loro organi che vorticavano l'uno sull'altro, lasciando colare enormi quantità di saliva. E mentre Hazel era ancora sconvolta, infine Lucia la afferrò portandola a sé e penetrandole i capezzoli, divenute ormai due voragini, con i propri. Persino la sua seconda era gonfia oltre ogni immaginazione, quasi deforme su quel corpicino minuto, ma soprattutto munita di due capezzoli semplicemente perversi, che sarebbe stato possibile letteralmente afferrare e masturbare come due contenuti falli umani. Il suo sesso, una volta minuto, ora risultava abbastanza gonfio da dare soddisfazione a una donna esigente, sebbene non sformato o troppo vistoso, e con sua estrema goduria quando Adam prese a masturbarlo e strusciarlo contro quello di sua madre, ella non fece altro che agitare i fianchi e andare in contro ai movimenti di quella lingua curiosa.
    Sì... sì... sìh! Adam... Nh-non sono... non sono mai stata così bene! È tuttoh... tutto merito tuo... Dei tuoi splendidi... e meravigliosi cazzi... D-dahmmene ahncora... Daccene ancorah!
    Era chiaro che non fosse in sé, e questo lo disse anche il tremolio impaurito nella voce di Hazel quando riuscì a pronunciare un un'unica parola, un po' come in precedenza Lucia aveva fatto con Adam.
    L-Lucia? C-cos-AHGH?!
    Ma la giovane non la sentiva più. La guardava con occhi spiritati e bramosia, e non esitò un solo istante a scoparle il petto con il proprio , tenendola stretta perché le fosse estremamente vicina e facendola inarcare come una verginella in calore. In quella scena fu decisamente Lucia, oltre Adam, a comandare. E dettando le regole iniziò a "scopare" sua madre, infilandole anche il membro nella fica, là dove Adam la prendeva ancora, facendole rivoltare non solo la testa, la faccia, ma anche gli occhi, afferrandola per le corna con una mano mentre con l'altra la teneva ferma. Alla fine, quando l'uomo si unì a quella scena assolutamente estrema, entrambe erano così perse che si voltarono verso di lui all'unisono, afferrandosi i rispettivi anfratti e agitando convulsamente i fianchi, su e giù, per poterlo supplicare a dovere. Con una mano si reggevano l'un l'altra, con le altre si spalancavano le natiche per poterlo provocare.
    Scopaci Adam... Scopaci ancorah! DI PIÙ!
    Scopaci Adam... Scopaci ancorah! DI PIÙ!
    Le loro voci risuonarono insieme come un'unica musica, aspettando febbrilmente una sua reazione, sbavando come bestie davanti a un succulento pezzo di carne.
    Ahnche il suo culo! Scopalo di più!
    Ahnche il mio culo! Scopalo di più

    Edited by .Bakemono - 5/10/2019, 21:38
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Qualcosa si era irrimediabilmente rotto nella mente di Adam poiché i suoi pensieri si erano letteralmente inceppati su quanto fossero meravigliose e perfette Hazel e Lucia, su quanto fosse bello ciò che stavano condividendo. Dell'uomo capace d'intenerirsi degli imbarazzi di Lucia anche mentre la stava possedendo, di desiderare di abbracciarla mentre il suo cazzo fremeva tra le sue mani o nel suo culo era rimasto ben poco, adesso vi era soltanto al belva completamente rapita da quell'amplesso semplicemente estremo e mostruoso, l'estasi selvaggia del suo corpo che corrompeva anche la sua mente. A tal punto era perso nella lussuria che non ebbe più alcuna consapevolezza del luogo in cui si trovavano davvero, del fatto che fossero dei quasi sconosciuti e che non avrebbe dovuto esagerare troppo vista la natura comunque umana delle due; dopotutto come poteva tener traccia nella sua mente del fatto che si trovasse nel bagno di un locale? In quel momento, per lui, non semplicemente il mondo ma l'inter universo era racchiuso ed espresso nei corpi frementi e rigonfi di lui delle due donne, l'intera realtà era compresa nell'angusto spazio dei petali di quel fiore perverso, oltre non gli interessava affatto sapere se ci fosse una città abitata da moltitudini di creature o una distesa di cenere oppure il vuoto siderale, poiché oltre la loro carne, oltre il piacere che senza sosta si scambiavano reciprocamente, non poteva esistere altro, non poteva esserci altro. Così come per il fatto di essere quasi sconosciuti e per il dover mantenere un minimo di controllo: certo, ignorava moltissime cose di Lucia, tra cui al sua vera età, la sua vera natura e tutto il suo passato, così come di Hazel sapeva ancora meno (Non aveva forse scoperto il suo nome mentre la penetrava?) ma tutto ciò appariva futile, minuscolo di fronte a una più grande, sfolgorante consapevolezza, cioè che i loro corpi erano fatti per stare insieme, per godere insieme. Anche per questo non si stava ponendo alcun limite e si era completamente lasciato andare alla sua natura ferina, non solo perché i corpi di Lucia e Hazel non soltanto stavano reggendo magnificamente, trasformando in intenso piacere quello che, fatto ad altre donne, avrebbe portato a danni pericolosissimi e potenzialmente mortali ma perché non c'era volta in cui lui superava il limite, raggiungendo una nuova vetta nella scalata della lussuria, dove loro non finivano per seguirlo e, anzi, spronarlo ad andare ancora più avanti.
    Non fece proprio questo, dopotutto, Lucia accogliendo con mugolii di gioia e piacere il suo stesso seme caldo scorrerle per le viscere a lubrificare gli affondi del cazzo mostruoso che le stava scopando il culo? Adam osservò tutte le sue reazioni a quella scoperta, il suo immediato stupore, poi il suo tenero imbarazzo e poi quella profonda, dolce ma anche straordinariamente eccitante accettazione: non sembrava esserci lussuria o perversione che quella piccina non potesse accogliere dentro di sé e fare irrimediabilmente sua, amplificandola e sublimandola a qualcosa di profondo. C'era qualcosa di elegante, di magnifico e quasi ieratico nel modo in cui Lucia viveva quell'amplesso mostruoso, la lussuria preda del suo corpo e di quello di Adam e quest'ultimo percepiva questa gravità, questa estasi e vi si abbandonava completamente, sentendo che ogni nuovo limite che infrangeva con Lucia non era altro che un agnello immolato sull'altare di una promessa, di un premio più grande.
    Ma se la figlioletta sembrava una sacerdotessa persa nella furia di un baccanale, in una sorta di empio eppur meraviglioso sacrificio, la madre era decisamente più "terrena" e le sue reazioni non avevano nulla di elegante, di composto o anche soltanto perversamente sacro: era oscena, incontenibile e semplicemente assordante. Il modo, infatti, in cui reagì quando prese a succhiargli con la lingua il suo grosso cazzo fu semplicemente... unico. Adam rimase semplicemente estasiato nell'assistere a quel suo scomposto dimenarsi, al modo in cui ogni singola fibra di quel corpo giunonico e meraviglioso si tese e cercò di ribellarsi alle inarrestabili sensazioni che stavano dilagando in esso, prima di dichiarare un'inevitabile sconfitta e capitolare in una maniera semplicemente oscena, perdendo anche il più labile controllo di sé, come testimoniava la lingua penzoloni e l'arco della sua schiena tesa che crollò al primo, quasi immediato orgasmo del suo cazzo.
    Fu questa apparente e insolubile dicotomia tra madre e figlia, tra quella sacralità screziata di perversione e quell'oscenità totale, quasi bestiale e che in questo, forse, conteneva una qualche forma di primitivo candore (Dopotutto la malizia e la perversione non sono attributi degli animali) che ispirò Adam e che lo portò a compiere un gesto che, in altre circostanze, no avrebbe neppure pensato: costringere le due a unirsi un atto incestuoso. Ovviamente, una volta riacquistata un minimo di lucidità, si sarebbe sentito morire dai sensi di colpa e dalla vergogna per aver compiuto un gesto simile ma in quel momento gli apparve come l'unica cosa da fare, quasi un atto di poesia poiché avrebbe indissolubilmente unito quelle due facce di una stessa medaglia, quei due tipi di lussuria, di piacere in uno solo. Non rispose alla domanda della giovane, semplicemente godette delle sue reazioni nel violarle il culo con quelle quattro, enormi dita, assaporando i suoi lamenti e i solchi che gli lasciò sul carapace mentre il suo culo non faceva che contrarsi sulle sue dita, come a volerle stritolare. A catturarlo completamente, però, fu Hazel e la sua, incredibile, spontanea laidezza: la vide sorridere, infatti, quando il suo grosso cazzo rimase per un attimo nudo e non stimolato, come se fosse sollevata all'idea che tutto quell'incredibile piacere si fosse, sia pure per pochissimo tempo, arrestato... e poi, semplicemente, quel sorriso di sollievo si sublimò nell'espressione più sconcia, persa e meravigliosamente disperata che avesse mai visto i tutta la sua vita. Esplose subito in un orgasmo dentro il culo di sua figlia, subito seguito da un altro, ancora e ancora. E' riduttivo dire che Adam si innamorò di quell'espressione, di quella situazione, tanto si sentì estasiato, profondamente felice nel vederla godere in quel modo così meravigliosamente osceno. Fu anche per questo che esagerò ancora, che riempì della sua lingua tutta la gola di Lucia fino a farla uscire da quella boccuccia spalancata, perché voleva vedere una simile espressione anche sulla figlioletta e perché voleva andare a leccare le lacrime che senza sosta scorrevano sul volto di Hazel senza perdere il contatto con lei.
    E poi... poi i suoi occhi si posarono su Lucia, sull'espressione che aveva mentre il suo cazzo e quello di sua madre le fottevano il culo, con la sua lingua che proprio partendo da lì, da quel culo meraviglioso, attraversava tutto il suo corpo e usciva dalla sua bocca e, semplicemente, resistere non fu più possibile. Non che si sentisse prossimo all'orgasmo, in realtà, se avesse tenuto gli occhi chiusi sarebbe potuto andare avanti per un tempo indefinito ma avendoli ben aperti, non poté non accorgersi del suo trionfo: entrambe l'espressioni di Lucia e Hazel erano divenute lo specchio l'una dell'altra, un connubio meraviglioso tra oscenità e sacralità, tra spirito e corpo, tra due diversi eppure complementari abissi di lussuria. Non venire di fronte a questo spettacolo, non esplodere in un violentissimo orgasmo sarebbe stato impossibile.
    Rrrrggggghhh! Sì, sì! Uniti... insieme, veniamo insieme, come una cosa sola! Belle, belle, siete meravigliose!! - ruggì spingendo in loro come se ne andasse della sua vita, sborrando con una tale furia che quei poveri corpi umani ne vennero completamente travolti. E anche questo fu meraviglioso poiché, senza pur smettere di scoparle con tutte le sue forze, lui osservò estasiato a ogni loro reazione, a ogni loro trasformazione. Fu bellissimo vederle traboccare da ogni orifizio, vedere i loro ventri gonfiarsi senza sosta come se non potessero far altro, come se fossero nati per questo, per accogliere dentro di sé litri e litri del suo sperma, di quel seme denso e bollente. Adorò sentire scorrere attorno alla sua stessa lingua il suo sperma, oltre nel vederlo risalire la gola di Lucia per poi esplodere in una vera fontana di pura perversione. Semplicemente adorò con tutte le sue forze le loro guance gonfie di lui, il modo in cui vomitarono senza sosta la sua sborra e l'espressione esausta, sfinita che comparve sui loro volti quando, un'infinità dopo, quell'orgasmo mostruoso si era finalmente esaurito.
    Era un'espressione che gli faceva venire voglia di scoparle ancora e ancora, di sborrare finché avesse avuto anche soltanto una singola goccia di sperma da poter donare loro... e, in effetti, sentiva le palle più piene che mai, come se quel cataclisma di seme non si fosse mai verificato. Ma, se da un lato quelle espressioni perse o, addirittura, il modo in cui Lucia rimase appesa al suo cazzo, letteralmente conficcata in esso, lo eccitavano violentemente, dall'altro risvegliavano in lui una qualche forma di lucidità: quelle poverine erano stremate, non poteva continuare ancora! Non sarebbe stato facile ma in lui era già iniziata la lotta per il controllo della sua mente, dato che per lui era impossibile pensare di poter continuare a scoparle mentre erano incoscienti o quasi: era troppo buono per abbandonarsi a un simile egoismo, benché il suo corpo lo stesse letteralmente supplicando di farlo.
    A stroncare sul nascere questo ritrovato autocontrollo, però, ci pensò il fiore di Lucia che, affamato di nuovo nutrimento, punse le due donne con delle sottili liane e, semplicemente, riversò il loro energia liquida mentre, al contempo, assorbiva le enormi quantità di seme che ancora le colmavano. Adam osservò rapito quello spettacolo di loro che si risvegliavano e che ritrovavano l'aspetto e le forze perdute, prima di emettere un rogo ringhio nel percepire due di quelle liane che facevano lo stesso con lui. All'inizio la puntura fece lievemente male, poi si sentì letteralmente invadere da una forza sconosciuta che il suo corpo, per nulla affaticato, prese ad assorbire avidamente. Per il momento non sembrò apportare alcun cambiamento e Adam continuò con quell'amplesso che fortunatamente, adesso, non aveva più alcun motivo d'interrompere: fu deliziato dalle espressioni e dai pigolii sfuggiti a Lucia mentre la rigirava attorno al suo cazzo e assistette semplicemente estasiato al modo in cui la piccina abbraccio se stessa e a tutta quella mostruosa, oscena carne che le deformava il ventre, mostrando un'espressione morbosamente perversa, entusiasta. Il modo, poi, con cui lo costrinse a baciarla quando lui la impalò completamente e agitò i fianchi per strusciarsi contro il cazzo di sua madre fu semplicemente paradisiaco: finalmente... ecco cosa voleva vedere! Ecco la Lucia che voleva vedere! Quando gli parlò in quel modo così esplicito, così volgare, dimentica persino del suo adorato "voi", la gigantesca tiranide fremette come un verginello eccitato e la guardò completamente rapito mentre lo invogliava a scoparle ancora. Lo avrebbe fatto immediatamente, le due donne poterono percepire quelle mani mostruose stringersi quasi rudemente sui loro corpi ma a fermarlo fu proprio Lucia che, ormai senza alcun controllo, letteralmente assaltò sua madre: iniziò a scoparle con forza i seni e, senza prepararla in alcun modo, la colmò nella figa proprio mentre lui era dentro di lei. Poi... poi Adam per ogni controllo. Vide i loro volti bramosi, persi nella lussuria, i loro orifizi slabbrati, oscenamente spalancati venir offerti al suo sguardo famelico e, infine, le loro voci che lo pregavano, all'unisono, di fotterla ancora, di più, sempre di più.
    SI'!! Sìsìsìsìsìsìsìsìsì! Di più, vi scoperò di più, molto di più! - ringhiò fuori di sé, affondando completamente e con tutta la sua forza quei tre colossali cazzi dentro di loro. Emise un vero e proprio ruggito e le fotté con l'impeto di una belva, mentre il suo corpo, ormai saturo dell'energia donatagli dal fuori, iniziò finalmente a mutare. All'iniziò si gonfiò e basta, crescendo progressivamente di statura poi, a un certo punto, il carapace non poté più adattarsi a quei muscoli sempre più grandi, sempre più poderosi e, come un vestito troppo stretto che si lacera gonfiando il petto, si spaccò in più punti mettendo in luce la gran massa di fibre muscolari rosse, attraversati da enormi vene nere, che presero a ingrandirsi sempre di più. Così, quel carapace che prima era una corazza unica, adesso era divenuto delle semplici piastre nere su un mare di colossali, ferrei muscoli rossi: la figura che ne uscì fuori risultò decisamente enorme, si perché quasi raggiungeva i tre metri e perché, soprattutto, non possedeva più l'aspetto più "longilineo" di prima, dato che era semplicemente massiccio e taurino nelle proporzioni. Era così enorme che bastava una mano per stringere i loro corpi come faceva prima con due e, soprattutto, i cambiamenti non si fermarono a questo: i suoi tre cazzi, infatti, crebbero esponenzialmente, come se volessero seguire l'esempio del resto del corpo, divenendo ancora più immensi e, soprattutto, cambiando conformazione, poiché se gli aculei rimasero assieme alla conformazione particolare delle cappelle, l'asta perse la forma puramente cilindrica e si riempì di strani rigonfiamenti che risultavano più larghi alla base e andavano a restringersi man mano si arrivava al glande. Tali rigonfiamenti potevano ricordare quello sulle virilità dei licantropi, semplicemente in "serie" ma, benché questo avrebbe reso ancora più estrema la penetrazione, non erano presenti lì per questo. RGGHHHRRR! DI PIU'! DI PIU'! - ruggì e le enormi fauci schioccarono come se avesse appena azzannato una preda, ben che cinque lingue, uguali a quella che le due donne avevano conosciuto, sciamassero su di loro. La bocca aveva persino cambiato conformazione pur di poterne ospitare così tante, al punto che la mandibola inferiore si era aperta in due semi mandibole indipendenti.
    Quelle lingue non ebbero pietà: si strinsero attorno al collo delle donne, ne violarono gli orifizi assieme a quei cazzi immani, morsero e succhiarono i capezzoli delle due mentre si univano e, soprattutto, riempirono le loro gole senza sosta, riversandole tutto quello che potevano raccogliere trai loro corpi. Ma quel "di più" che Adam aveva ruggito non era semplicemente l'espressione di un suo bisogno, quanto di una sua frustrazione... il corpo, infatti, che il potere di Lucia gli aveva donato aveva delle particolari che proprio non volevano saperne di uscirne fuori; almeno, finché quei tre cazzi semplicemente mostruosi non si allargarono enormemente, come se stessero cercando di espellere qualcosa di davvero gigantesco. Considerato che Adam era una tiranide, molti avrebbero potuto credere di sapere cosa stesse arrivando ma, probabilmente, si sarebbero sbagliati: dalle uretre oscenamente spalancate, infatti, fuoriuscirono dei grossi, lunghissimi e numerosissimi tentacoli neri che, in realtà, non erano che dei peni interni molto flessibili, come mostravano chiaramente le punte dalla forma uguale alla cappella dei cazzi principali. La superficie di quegli strani cazzi tentacolari, inoltre, era letteralmente punteggiata di piccoli aculei, meno grandi e ricurvi rispetto a quelli dei cazzi principali ma non per questo meno piacevoli. Impossibile indovinare il numero di quelle appendici, in breve tempo non solo invasero completamente il corpo delle due donne ma, con impazienza, cercarono di uscirne tutti insieme. Se Lucia aveva avuto difficoltà con la lingua, avrebbe avuto non pochi problemi ad affrontare un autentico fascio di grossi tentacoli vollero uscire dalla sua bocca, per poi subito cercare il suo culo e unirsi in una nuova, estrema penetrazione assieme al cazzo principale.
    Peggio ancora toccò ad Hazel, poiché i tentacoli nel suo utero non trovarono altra via di uscita che avvolgersi attorno al cazzo da cui erano partiti e guadagnare l'esterno rendendo la penetrazione della sua fica tanto impossibile quanto estrema, prima di cercare il suo culo la sua gola, da dove nel frattempo ne stano uscendo molti altri, in una sorta di perverso, lussurioso groviglio. Non solo, dato che l'eromanzia aveva terribilmente alterato gli organismi delle due, i seni ormai erano diventati due comodi orifizi non solo per l'esterno... ma anche per l'interno, come avrebbe scoperto Lucia, dato che avrebbe sentito la sua modesta seconda gonfiarsi mentre due tentacoli la invadevano dall'interno, cosicché quei lunghi, perversi capezzoli si sarebbero ritrovati spalancati e penetrati dall'interno, finché i tentacoli non avrebbero conquistato le tettone di Hazel.
    La demone, però, si sarebbe trovata ad affrontare qualcosa di più rispetto che il proprio seno violato da delle virilità tentacolari, poiché di colpo si sarebbe accorta che non era più in grado di esplodere nei suoi consueti e sicuramente ancora frequentissimi orgasmi... per il semplice motivo qualcosa stava risalendo il suo cazzo verso l'esterno. La già grossa asta si sarebbe allargata enormemente, mente un rigonfiamento quello più grande, anticipato da trattenuti zampilli di sperma, lo risaliva con ferrea ostinazione. Alla fine riuscì ad uscire dall'uretra e si rivelò essere una delle lingue di Adam che subito saettò a risucchiare il cazzo, adesso più imponente ma non per questo meno grazioso, di Lucia e permetterle così di scopare letteralmente il cazzo di sua madre. Hazel avrebbe proprio percepito la virilità di sua figlia affondarle nel cazzo già ingombro da quella lingua mostruosa, mentre lo sperma fuoriusciva senza sosta dallo strettissimo spazio che c'era tra l'uretra e la lingua, impedendole di sfogare per davvero gli innumerevoli orgasmi che ormai avrebbero dovuto sconquassarla e gettarla in un'autentica tortura a metà tra il piacere più intenso e l'insoddisfazione più bruciante.
    T-tutto, t-tutto! V-vi voglio dare t-tutto! Rrrggghhh! Tutta l-la mia s-sborra! - tuonò ormai incapace di formare una frase di senso compiuto senza ringhiare e perdere più volte le parole, prima di iniziare a fremere violentemente, dai cazzi immani e mostruosi, fino ai tentacoli e alle membra imponenti di quel corpo colossale. Poi... poi Lucia e Hazel sarebbero state sommerse da un'incredibile quantità di sperma in tutti i loro anfratti, i seni, il culo, la fica, la gola e ancora e ancora, incessantemente, deformandone i ventri in modo esagerato, estremo mentre quei tentacoli fuori o dentro di loro, aggrovigliati in una massa in cui il centro erano loro, non facevano che serrarsi trai loro corpi e dentro di loro, riversando costantemente quantità oscene di sperma bollente, così come continuavano a fare gli enormi cazzi che, sebbene ingombri da tutti quei tentacoli, continuavano a venire senza sosta mentre Adam, fuori di sé, continuava a spingere ancora e ancora senza curarsi dell'enorme quantità di sborra bollente che finiva a riempire il fiore e, in realtà, a dilagare per tutto il bagno.
    Rrrggghh! Nghh! D-ditemi... d-ditemi quanto vi piace! - ruggì toccando con le antenne il fiore di carne, aspettandosi istintivamente che le due avrebbero parlato tramite di esso e desiderando terribilmente poter percepire la loro energia infondersi in quei petali osceni, come se nemmeno quell'amplesso osceno e mostruoso potesse appagare il suo bisogno di un maggiore, intenso contatto. L'orgasmo durò ancora molto, molto a lungo... ma sarebbe stato bene che il fiore accorresse di nuovo in loro aiuto, poiché Adam non avrebbe potuto fermarsi in alcun modo, neanche dopo un loro eventuale svenimento. A patto che, forse, non fosse accaduto qualcosa di davvero, davvero terribile.
     
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    Dietro di te OwO

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    Quando Lucia e Hazel avevano immaginato quella giornata all'insegna dell'allenamento per sedurre un uomo, di certo non si erano figurate un simile sviluppo. Specie Lucia, quando per i primi istanti i suoi occhioni si erano posati su Adam, l'aveva idealizzato come un magnifico angelo, impavido, gentile, avvolto da un'aura di pura bellezza in grado di catturare chiunque e farlo sentire improvvisamente caldo e al sicuro. Parlandoci, l'impressione non si era discostata del tutto da questa visione poetica del suo aspetto. D'altra parte, Hazel lo aveva visto ed etichettato immediatamente come "noioso" ma non per questo meno difficile per sua figlia, approvandolo dunque come "sfida", nonché ottimo strumento per allenarsi. A vederle ora invece, completamente piene di lui, con addosso e dentro letteralmente più tentacoli che organi, era quasi impensabile attribuire loro una parvenza non solo umana, ma persino lontanamente vicina alle due bellissime donne che erano state fino a qualche ora prima, figurarsi associare alle loro menti corrotte simili pensieri. Da quanto si trovavano chiuse in quel bagno? Forse un'ora, forse meno, forse addirittura di più, fatto stava che il tempo pareva essersi dilatato lì dentro, insieme a un'altra serie infinita di "cose" che sarebbe decisamente futile elencare. Adam non aveva finito gli assi nella propria manica, purtroppo o per fortuna, e Lucia e Hazel in quello stato non avevano decisamente modo o volontà di ribellarsi, anzi... accolsero con espressioni decisamente entusiaste i cazzi del loro amante, invocando maggiori attenzioni, sempre più ingorde e affamate, muovendosi e agitandosi come due maiali nel fango... che, per come erano maturate le cose, non era poi così sbagliata come similitudine, viste le copiose quantità di seme che seguirono il tutto. Entrambe erano completamente andate, prive di qualsivoglia pudore oramai, i corpi completamente gonfi e dedicati solamente a dare e ricevere piacere, tanto da essere così unite che si aggrappavano l'un l'altra, tenendosi strette per non cadere alle spinte estreme con cui Adam sconquassava i loro corpi aggrovigliati. Quando lo stesso potere di Lucia nutrì il corpo dell'uomo, gonfiandolo e rafforzandolo, entrambe ebbero giusto il tempo di contorcersi in preda al piacere per l'esagerazione di quelle penetrazioni semplicemente abominevoli, ancor più che in precedenza, poi un'esplosione di veri e propri tentacoli cominciò a deformare i loro corpi, gonfiandoli a dismisura, in ogni singolo antro o angolo più recondito, fino a corrompere completamente la loro conformazione. Entrambe iniziarono quasi a succhiare i tentacoli che violavano le loro bocca, l'una vomitandoli fuori mentre l'altra li accoglieva con la stessa espressione ebete e concentrata che avrebbe avuto dinanzi a un cazzo vero. I seni di Hazel si riempirono di visibilissimi filamenti, gonfi e contorti, che la fecero apparire come se miriadi di sottili serpenti le stessero camminando dentro al seno, finché non uscirono dai capezzoli unendosi poi a quelli di Lucia. Le ghiandole mammarie di entrambe si infiammarono, tanto che da ogni singolo poro dei capezzoli iniziò a uscire miele e quello che sembrava vero e proprio latte, che ben presto si sarebbe trasformato in schizzi di sperma data l'impossibilità dei loro corpi comunque umani di trattenerlo. Sì, perché sebbene Lucia fu vigile abbastanza da ringraziare Adam per l'orifizio che le aveva procurato, le loro grida di piacere non poterono durare molto.
    S-sih-gh! M-Mamma è così accogliente! Il tuo cahzzo mi fa stare così bene! Prendine ancora, prendine ancora!
    GH! S-sì! Nh-no! L-lahsciami venireh! M-muoioh... muohoi... Ohhhgghhhh!
    Entrambe gridavano, che fosse attraverso i tentacoli che le soffocavano o attraverso il fiore, ogni sillaba era scandita da gemiti e grida che presto divennero un unico lamento quando Adam iniziò a venire, facendo schizzare fin da subito diverse quantità di fluidi dai loro corpi. Non sembrarono affatto dispiaciute. Le gonfiò così tanto che persino i seni di Lucia si riempirono fino a risultare assolutamente deformi e sproporzionati all'eccesso in confronto al suo corpicino minuto, esplodendo in una vera e propria cascata di miele e sborra quando non riuscirono più a reggere la pressione di quell'orgasmo. Il fiore enorme che li tratteneva divenne una specie di gabbia, i cui enormi petali si richiusero su di loro, accogliendo l'enorme corpo dell'uomo e diventando una specie di prigione di carne. Sì, perché dove Adam non arrivava ci pensarono dei filamenti che riempirono le pareti di tutta quella perversa pianta organica, che a tratti accolse addirittura i loro corpi al suo interno, come delle vere e proprie sabbie mobili che intrappolarono le gambe di Adam fino a raggiungere le sue palle, accogliendole e prendendo a succhiarle e massaggiarle dall'interno in modi assolutamente misteriosi. Lo stesso avvenne per tutto ciò che l'uomo e le stesse donne non potevano avvolgere o toccare: le loro schiene, i loro culi, le braccia... divenne tutto un unico immenso groviglio di perversione che non fece altro che riempirsi e comprimere le due poverine quando la tiranide iniziò a venire, gonfiandole a dismisura e facendole esplodere come due palloncini pieni di acqua. Fu... uno spettacolo assolutamente estremo. Alla fine il fiore stesso, chiuso, si riempì di sperma fino all'orlo, finché qualche goccia non traboccò persino dalle strette fessure lasciate tra un enorme petalo e l'altro. Lucia e Hazel finirono inevitabilmente per soffocare, affondando della sborra di Adam e nei loro stessi fluidi corporei. Durò per molto, molto tempo, finché quel fiore non assorbì abbastanza sperma da risultare semplicemente troppo gonfio e sazio per poter restare chiuso, aprendosi di scatto e cadendo a terra spompato esattamente come apparivano i tre amanti al suo interno, e se non tutti e tre, perché probabilmente Adam sarebbe stato ancora sveglio, Lucia e Hazel erano uno spettacolo a dir poco pietoso e così perverso da essere probabilmente ancora invitante. Erano ormai completamente nude (i vestiti erano stati completamente strappati e successivamente corrosi dalla saliva del fiore), inermi e morbide, come due soffici coperte in una sera invernale. Se anche l'uomo avesse voluto continuare e infierire sui loro corpi inermi, si sarebbe tuttavia dovuto ricredere, perché appena il fiore si schiuse e i petali gonfi di seme ed energia caddero a terra con un tonfo assordante, sporcando tutto il pavimento e schizzando le pareti di fluido bianco, rivelarono una figura sconvolta appena uscita dalla porta dell'ultimo bagno, precisamente quello con la porta scardinata da Hazel... Era il poverino che aveva abbandonato svenuto su quel water sporco, ricoperto del suo stesso sperma, senza alcun ritegno o premura. E se la donna si era completamente dimenticata di lui, e Adam e Lucia stessi non vi avevano invero neppure fatto caso, lui riconobbe immediatamente il corpo inerme della demone, sgranando gli occhi appena lo vide. La sua espressione era semplicemente basita. Se ne stava con le mani ancora ben strette agli infissi della porta, dove si era dovuto aggrappare per alzarsi (sembrava ancora provato), con la bocca così tanto spalancata che pareva quasi che da un momento all'altro la sua mascella potesse raggiungere il pavimento come nel più scarso cliché da cartone animato. Non solo. Era vestito elegantemente in un costoso abito nero, e quel nero era quasi completamente schizzato da fluidi di dubbia origine che iniziarono a gocciolare sul pavimento in suoni umidicci, unendosi ai lamenti sconclusionati e sommessi delle due poverine ancora ancorate ai cazzi di Adam. Quello sarebbe stato decisamente il momento opportuno per lasciarle andare, ma nel farlo non offrì uno spettacolo rassicurante all'inaspettato ospite, anzi... quando le avesse lasciate, i loro corpi sarebbero scivolati dalle sue erezioni (si sperava un po' meno erette) verso il pavimento, come due veri e propri sacchi inermi, ancora ripiene di tutto quel nettare e che, cadendo sul fiore, impattarono con i pancioni e i seni contro la carne turgida della pianta, svuotandosi in alcuni enormi geyser che manco a dirlo finirono per insozzare ancor più il sopracitato completo del poverino. Gli schizzi partirono da tutti gli orifizi interessati come vere e proprie cascate di sperma, dalle bocche con poca pressione, dai capezzoli spalancati con maggior enfasi, e dai loro poveri anfratti con un tale impeto da sembrare infiniti. Quando si esaurirono, dalle facce delle due uscivano vere e proprie bolle di sperma, con tanto di rumore e lamenti che le facevano sembrare intente a fare dei veri e propri gargarismi con il seme, sia in bocca che... beh. Quando anche quello spettacolo fu concluso, lo status dello sfortunato giovane che aveva avuto la pessima idea di interessarsi ad Hazel era semplicemente assurdo. Non solo perché era sconvolto, ricoperto di sperma a propria volta come se fosse stato appena investito dal fango schizzato dalle ruote di un'auto, tanto che i suoi occhiali erano completamente bianchi, ma anche e soprattutto per la lentezza con cui reagì. Anzitutto, la sua bocca era ancora aperta, e non riuscì proprio a chiudersi finché lui non prese lentamente i propri occhiali da vista con mani tremanti, li tolse lasciando l'ovvio e ridicolo segno dettato dalla sagoma gocciolante del seme in eccesso, e solo dopo averli sbattuti e puliti alla ben e meglio con un fortunato interno della giacca, allora chiuse la bocca riposizionandoli. Iniziò presto a sputacchiare, poi come un vero e proprio anime prese a gridare mentre fissava sconvolto Adam e le due poverine a terra, scappando mentre quel lacerante grido continuava come se non avesse bisogno di respirare, inciampando svariate e innumerevoli volte prima di rimettersi in piedi e correre a perdifiato, aprendo la porta e richiudendosela addirittura alle spalle. Inutile dire che a quel punto il silenzio piombò nella stanza, lasciando Adam solo con due bellissimi quanto irrimediabilmente sconvolti problemi da risolvere. Il culetto di Lucia era ormai una voragine senza fondo, completamente slabbrato e che molto, troppo lentamente si stava richiudendo poiché ancora pulsava, mentre Hazel non era certo uno spettacolo migliore. Erano così distrutte che persino i loro anfratti apparivano spompati e pulsanti, ancora colanti sperma proprio come se fossero le loro bocche ansimanti; solo molto, molto più larghe e provate. Eppure, nonostante questo, probabilmente Adam non avrebbe avuto modo di sentirsi in colpa, almeno per il momento, poiché sebbene distrutte, svenute e ancora ansimante, entrambe avevano espressioni stranamente felici, davvero felici, in modo corrotto dall'Eromanzia e sicuramente artefatto forse, ma non per questo meno sincero...

    Quando avesse voluto condurle (o meglio, portarle) fuori, Adam avrebbe dovuto fare i conti con non pochi problemi, visto il casino che avevano lasciato in bagno. L'unica nota positiva sarebbe stata una: la pianta della lussuria, una volta esaurito l'amplesso, avrebbe impiegato pochi minuti per ritirarsi, seccandosi e restringendosi proprio come una spugna spremuta a dovere, riducendosi ai minimi termini in due specie di body di carne che andarono a coprire le rispettive grazie di Hazel e Lucia, in modo assolutamente perverso, ma anche utile: in entrambi i casi crearono infatti 3 fiori, uno per la figlia e l'altro per la madre, che andarono a "tappare" le rispettive intimità così da poter evitare spiacevoli rivoli colanti qualora avesse deciso di portarle in spalla. Certo, con tutto il seme che avevano addosso non era comunque un camuffamento accettabile, ma del resto non era così strano che un essere non senziente come una pianta, potesse fare simili errori...

    Edited by .Bakemono - 7/10/2019, 18:24
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Adam non era un bruto, l'idea di sottoporre due giovani donne a pratiche tanto estreme, sia da un punto di vista fisico che morale, in un'altra situazione non l'avrebbe neppure sfiorato, anzi si sarebbe sentito terribilmente in colpa soltanto a immaginare le due, madre e figlia, a scambiarsi qualche delicata effusione... adesso invece, mentre la sua lingua era dentro il cazzo di Hazel e Lucia la scopava con gioia, con una vera e propria moltitudine di tentacoli che violavano entrambe senza sosta, non soltanto non si sentiva in colpa ma se qualcuno gli avesse detto che avrebbe dovuto vergognarsi non ne avrebbe neppure compreso la ragione. Dopotutto, Lucia e Hazel non erano forse lo spettacolo più bello e poetico che avesse mai visto in tutta la sua vita? La tiranide infatti, per quanto il suo aspetto "reale" non lo dimostrasse adeguatamente, era un vero esteta e un amante sincero, appassionato dell'arte e in quel momento, seppur corrotto dall'eromanzia e ottenebrato dalla lussuria, si era letteralmente innamorato della perfezione, della violentissima bellezza che i volti delle due donne stavano esprimendo in quella maniera così compiuta e intensa.
    Ovviamente a far affondare i suoi tre, immensi cazzi in quegli orifizi ormai slabbrati, meravigliosamente morbidi e pulsanti non era soltanto il desiderio di continuare a godere di una simile visione ma, semplicemente, il desiderio di continuare a godere e basta... però questa bellezza percepita, questa poesia che la sua mentre stravolta coglieva nell'espressione vacua di Hazel o in quella quasi morbosa di Lucia, era una parte importante del combustibile che alimentava la sua eccitazione, la sua stessa lussuria. In un certo qual senso, infatti, con quell'amplesso estremo, stabilendo una simile, bestiale unione tra lui, le due donne e tra le due donne stesse, Adam stava sperimentando la sensazione della creazione artistica: se, infatti, la sua natura artificiale gli aveva donato una mente già formata (anche se tutt'altro che compiuta o matura) e tutte quelle conoscenze di cui faceva sfoggio tanto volentieri, gli aveva reso terribilmente difficile interfacciarsi col concetto di "creazione", di fare, immaginare qualcosa che prima non esisteva o, più semplicemente, rielaborare la realtà e la conoscenza intorno a lui per creare qualcosa di diverso. Per Adam questi concetti erano difficili da comprendere ma, ancor di più, da applicare e - come capita a molti - si era sentito presto attratto da ciò che apparentemente gli era negato e aveva provato più volte a creare qualcosa di artisticamente valido... con scarsissimi risultati, come aveva sentenziato il suo giudice più severo, cioè se stesso. Adesso, invece, mentre era unito nella carne e nello spirito a Lucia e Hazel sentiva di star creando qualcosa di nuovo, di bello e stava sperimentando grazie ai loro corpi, grazie alle loro meravigliose espressioni il miracolo della creazione e di questo n'era profondamente grato alle due; per questo le osservava semplicemente rapito, fremeva di gioia a ogni loro lamento o gemito e, alle loro parole così diverse eppure allo stesso modo perverse e magnifiche, i suoi cazzi pulsarono dolorosamente, come se neppure quelle immense colonne di carne potessero esprimere adeguatamente l'enorme desiderio che costantemente gli suscitavano, la bruciante bramosia che in ogni momento gli accendevano.
    Forse è troppo parlare di "estasi poetica" per descrivere lo stato d'animo di Adam, forse sarebbe altrettanto corretta e calzante la più prosaica espressione di "bestia in calore" ma in quella lussuria sconfinata e ardente vi era anche questo e a muovere i suoi lombi mostruosi non c'era soltanto un cieco desiderio, una furia tutta animalesca ma anche un rapimento, un'estasi tutta "romantica", sebbene non meno corrotta o stravolta dalla lussuria. L'apice di questo piacere mentale, comunque, lo raggiunse nello stesso momento dell'acme del suo corpo: non appena, infatti, esplose in quel mostruoso orgasmo, travolgendole con quella piena candida e bollente, le vide gonfiarsi oltre ogni immaginazione e, semplicemente, traboccare da ogni orifizio, da ogni poro e farlo con due espressioni così oscenamente estasiate, così perversamente gioiose che seppe che avrebbe conservato quell'immagine per sempre nella sua memoria, letteralmente marchiata a fuoco. A peggiorare le cose ci pensò quel fiore perverso che, non soltanto arrivò a chiudersi completamente su di loro ma, come impazzito da tutto il nutrimento che gli stavano offrendo, li investì con un'autentica cascata di filamenti, come se stesse tentando in qualche modo di renderli parte di sé, di trasformarsi in un tutt'uno, come poté comprendere Adam che si sentì bloccare le gambe e massaggiare perversamente e innaturalmente le palle. Una simile scena in un altro momento lo avrebbe spaventato a morte e lo avrebbe spinto a liberarsi e a scappare via con Lucia e Hazel ma, in quel momento, gli apparve persino preferibile: loro erano così belle, quello che stava provando era così bello... perché non desiderare di diventare davvero un'unica, fremente carne? Un'unico, meraviglioso corpo costantemente attraversato dal piacere? Erano questi gli abissi di perversione in cui era sprofondata la sua mentre il suo corpo raggiungeva le vette più alte del piacere. Per sua fortuna, non appena quel fiore perverso assorbì quanto più sperma e umori possibili, raggiungendo la sua massima dimensione... semplicemente appassì, liberandoli e privando Hazel e Lucia di qualsivoglia sostegno che non fossero le sue mani e, ovviamente, i suoi cazzi. Adam non ne comprese il motivo, forse era semplicemente arrivato alla fine del suo ciclo "vitale" o, forse, rispecchiava lo stato di Lucia che in quel momento, assieme a sua madre, era semplicemente andata ma non se ne preoccupò più di tanto: non gli serviva quella grottesca pianta per continuare a essere una cosa sola con quelle meraviglie, con quello straordinario capolavoro, bastava scoparle ancora e ancora, finché anche lui non sarebbe crollato esausto. Probabilmente nella tarda mattinata seguente...
    Belle... siete bellissime... - sussurrò portando una mano a carezzare con dolcezza le loro gote, ancora gonfie e sporche di sperma. In realtà, più che una mano portò l'artiglio dell'indice, dato che quella mano era troppo grande per poter accarezzare delle guance di teste così piccole, perlomeno in sua proporzione. Ovviamente questo attimo di contemplazione non l'avrebbe di certo fermato, anzi si stava apprestando a continuare a scoparle quando, semplicemente, l'imponderabile accadde. L'appassirsi del fiore, infatti, mostrò un inaspettato spettatore: Adam non aveva idea del "palliativo" che Hazel si era procurata mentre lui e Lucia conversavano ma adesso il poveretto era lì, in pessime condizioni e semplicemente sbalordito. Il mostro di tre e passa metri che era diventato Adam osservò a lungo, fissamente il ragazzo, con lo sguardo di qualcuno assonato che non riesce a capire cosa sta vedendo e, in effetti, era vero: per la tiranide l'universo intero si esauriva nel fiore e in Lucia e Hazel, il resto semplicemente non era contemplato. Eppure, lentamente, la consapevolezza di cosa fosse l'uomo e di che cosa implicasse il fatto che fosse lì si fece strada nella sua mente... facendogli ricordare di trovarsi nel bagno di un locale gremito di persone, con un aspetto estremamente più mostruoso del solito e in una situazione "equivoca" con due donne distrutte, svenute e completamente nude! Adam si sentì morire mentre la doccia fredda della vergogna lavava via il desiderio e spegneva i bollori della lussuria. Schiuse le fauci mostruosi per dire qualcosa ma, a causa di quel repentino cambio di emozioni, i suoi colossali membri si ritrovarono a essere assai meno vigorosi e persero parecchio turgore, afflosciandosi quel tanto che bastava per non trattenere più le due: Adam le guardò scivolare dai suo cazzi verso il pavimento come chi vede un film e, semplicemente, osservò l'esplosione di sperma dei loro orifizi, di tutti i loro orifizi, con un'espressione tra il rapito e l'inorridito.
    Per quanto, infatti, fu incredibilmente volgare, estrema e anche disgustosa (Stava ritornando lucido e la sua misofobia lo attendeva al varco) i rumori che riempirono l'aria, l'espressioni delle donne e il modo diverso in cui il suo seme scorreva via da loro corpi in base all'orifizio che stava attraversando... beh, era uno spettacolo davvero, davvero eccitante. Tanto che le due erezioni, fiaccate dall'arrivo di quell'inaspettato spettatore, non soltanto ridivennero terribilmente turgide ma, persino, esplosero in un abbondante "schizzetto" di seme, come se quello spettacolo gli avesse ricordato di avere ancora un po' di piacere da liberare. E dov'è che finì quest'ultimo, abbondante schizzo? Sul poveretto ch'era dinnanzi ad Adam, già più che abbondantemente investito dallo sperma rilasciato dalle due e che adesso si sarebbe ritrovato a osservare un mostro gigante, dal volto molto poco espressivo e che mostrava tre immensi cazzi ancora in tiro.
    Diciamo che la reazione del poverino era più che mai prevedibile ma Adam, in quel momento, non disponeva di sufficiente lucidità per immaginarla: - Ecco... - esordì con quel vocione roco e cavernoso, che pareva venisse dalle profondità stesse dell'Inferno, muovendo un passo in direzione dell'uomo che, in quel momento, stava finendo di ripulire alla bell'e meglio gli occhiali. Il passo fu un tonfo umido e fragoroso e, immediatamente, venne seguito dalle urla del poveretto che uscì di corsa dal bagno, inciampando più volte in tutto quello sperma che, a dire il vero, stava stuzzicando la misofobia di Adam già da un po'. La tiranide rimase a guardare la porta appena richiusa per qualche secondo, come chi non riesce ancora a capacitarsi di quanto accaduto e non immagina che conseguenze avrà... poi, semplicemente, lo assaltarono le immagini di una folla preoccupata e poi inorridita o imbarazzata che li vedeva così e li cacciava via. No, non poteva lasciarlo accadere! Si voltò verso le due donne e, ancora una volta, lo splendore dei loro corpi, della loro condizione e delle loro espressioni lo tentò terribilmente ma si costrinse a resistere e a salvare sé e loro da un imbarazzo troppo grande! Inoltre, insomma, Lucia e Hazel non erano coscienti, erano una sua responsabilità!
    Fortunatamente, a limitare l'oscenità della situazione, ci pensò il fiore che formò sui loro corpi dei body perversi, certo, ma che almeno nascondeva i loro orifizi esausti e colanti. Adam prese in braccio delicatamente le due donne e, fortunatamente, era abbastanza enorme per poterle prendere entrambe senza problemi, sollevandole a mo di "sposini che entrano nella loro nuova casa" per quanto un simile paragone possa suonare ridicolo e buffo vista la situazione. Fatto ciò, Adam si ritrovò a pensare come diamine uscire (letteralmente) da quella situazione, sentendo già rumori e vociare provenienti dall'esterno: doveva varcare la porta? Ma si sarebbe trovato dinnanzi a una sala gremita di persone, che vergogna! E poi quella porta era troppo stretta per lui, come uscire senza spaccare tutto? La sua mente febbrilmente tesa e preoccupata decise che, se doveva spaccare qualcosa, almeno gli avrebbe evitato un po' d'imbarazzo.
    Questo la Papessa non dovrà mai saperlo... - sussurrò appena udibile, ritirando la coda e i tre membri, che sparirono dentro di lui, lasciando soltanto del carapace lucido e, apparentemente, privo di aperture, mentre si avvicinava col muro del bagno che, fortunatamente, dava direttamente sull'esterno. Si sentì in colpa per... beh, star per causare un danno strutturale a quel povero locale, dopo averlo insozzato in quella maniera tra l'altro, ma si ripropose di inviare una donazione anonima al proprietario per ripagarlo dei danni. Diede, dunque, un bel calcio a quel muro bianco, facendone venire giù abbastanza per creare un varco verso l'esterno e, così, bianco di calcinacci con Lucia e Hazel impolverate come lui e, allo stesso tempo, sporche di sperma uscì fuori nell'aria fredda della notte romana, intenzionato a raggiungere il più velocemente possibile casa sua.

    ****



    Il tragitto verso il suo appartamento fu... terribile. Prese strade e vicoli il più possibili meno trafficati ma si trovava comunque nel centro di una metropoli, era impossibile non trovare qualcuno lungo le sue strade! Di solito le reazioni principali erano urla terrorizzate e fughe precipitose che lo facevano vergognare come se fosse davvero un mostro mangiatore di uomini ma, incredibilmente, alcuni notavano meglio com'erano conciate Lucia e Hazel, soprattutto com'erano sporche e che razza di espressioni avessero e, semplicemente, fraintendeva la cosa.
    "Ma è un porno interrazziale?", "Sarà il live action di un hentai!" o "Ehi, bestione, mi fai dare una palpatina?" sono un campionario delle oscenità che si sentì rivolgere (Che poi, una palpatina a chi?) e se, comunque, per mandarli via bastava ringhiare in loro direzione, gli fu impossibile impedire che lo riprendessero o lo fotografassero con gli smartphone, anche se riuscì a coprire abbastanza bene i volti delle giovani sul suo corpo imponente da renderle irriconoscibili.
    Finalmente, però, giunse al suo condominio e ringraziò di abitare in un tranquillo quartiere residenziale, dove la gente andava a letto presto e non stava, invece, a bighellonare fino a notte fonda, col rischio di vedere un insettone di tre metri e passa che teneva in braccio due splendide donne ridotte peggio di due pornostar dopo un'orgia con un centinaio di uomini. Certo, si ripresentava il problema del locale: era troppo grande per le porte, come avrebbe fatto a entrare? Fortunatamente la scarpinata notturna, la tensione e la vergogna che lo colmava erano più che sufficienti per vincere, almeno in parte, l'eromanzia che ancora lo saturava e poté assume un aspetto un po' più umano, più che sufficiente per passare dalla porta d'ingesso e raggiungere il suo appartamento... anche se, così, si trovò costretto a portare Lucia e Hazel in spalla come dei sacchi di patate.
    Ad ogni modo, le due bellezze non avrebbero percepito nulla dei fastidi e dei problemi vissuti dal loro amante ma si sarebbero svegliate in un comodo e ampio letto matrimoniale, ben sotto le comode coltri e con indosso, oltre che i perversi body del fiore, un'ampia e profumata camicia di Adam. Erano state ripulite per quanto possibile senza fare un bagno e, benché fossero letteralmente impregnate dell'odore di sesso e sperma, si trovavano in una condizione mille volte più decente rispetto a prima, il che era tutto dire. La stanza era ampia, dotata di mobili in legno massello, di buongusto e di evidente antiquariato ed era rischiarata dalla luce soffusa delle abat-jour, mentre Adam sedeva su una sedia vicino al letto e aveva, letteralmente, le mani nei capelli. Era chiaramente preoccupato del fatto che non si fossero ancora risvegliate e non sapeva più che pesci prendere, se non lasciarle riposare e, in caso, chiamare dei soccorsi: era letteralmente straziato dall'idea di aver potuto far loro del male o di averle trascinate a fare cose di cui, una volta risvegliate, si sarebbero pentite. In ogni caso, la tiranide si trovava in una strana forma ibrida: era molto più alto del normale e decisamente più muscoloso, tanto che i pantaloni (L'unico indumento che era riuscito a indossare) non solo gli arrivavano ai polpacci ma non era neppure riuscito ad abbottonarli, mentre la sua pelle un tempo nivea era letteralmente ricoperta di placche di carapace nere e, tra una placca e l'altra, vi si potevano osservare delle fibre muscolari rosse e gonfie. Il volto era rimasto pressoché umano, benché comunque ricoperto di quelle placche congiunte da carne rossa, a parte per la bocca molto più larga del normale e fitta di zanne, oltre che che per il terzo occhio rosso aperto al centro della sua front. Per il resto, aveva i capelli e artigli alle mani e ai piedi, grandi ma assolutamente umani. Era chiaro che stava facendo del suo meglio per mantenere una forma umana quando, invece, sarebbe rimasto tranquillamente nell'aspetto che il potere di Lucia gli aveva donato, ancora saturo com'era di eromanzia.
    A tal proposito, se le donne avessero guardato in direzione della sua patta, oltre che a vederla chiusa a fatica, avrebbero notato un'altra stranezza: era perfettamente liscia, non sembrava nascondere alcuna forma ambigua. Dov'era finita la certo lodevole virilità della tiranide? E, soprattutto, a Lucia e a Hazel sarebbe importato?
     
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    Dietro di te OwO

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    Lucia stava assistendo a una scena per lei assolutamente insensata, eppure la paura che provava e sentiva crescere dentro era perfettamente reale, di quel terrore capace di farle sentire il cuore come se volesse sfondarle lo sterno e schizzare fuori in una cascata di sangue e arterie. Non che le immagini davanti ai suoi occhioni fossero troppo diverse da tante altre vissute da ella addirittura in prima persona, ma erano i protagonisti a sconvolgerla più di ogni cosa. Hazel era legata, ancorata a una macchina di Thresh, mentre lo zombie le stava davanti, una delle sue virili mani le stringeva il mento e la costringeva a guardarlo negli occhi, mentre quel suo sorriso così seducente e inquietante al contempo, era diretto solo ed esclusivamente a lei. Gli occhi accesi dello zombie scivolavano sul corpo della madre come quelli di un critico d'arte dinanzi al quadro più interessante che avesse mai ammirato, occhi che una volta erano stati solo per lei, su di lei, e che avrebbe voluto ancora. Eppure, ella si trovava da tutt'altra parte, relegata a un angolo del labirinto, messa in disparte e completamente ignorata dall'uomo che amava.
    Sei bellissima, Hazel...
    ... Faust? Faust! Guardatemi... vi prego! Guardami! FAUST!
    Lucia gridava, invocando il suo nome disperava, ma Thresh non la ascoltava, ignorandola di sana pianta. E la cosa peggiore non era star lì a guardarlo impotente mentre le mani che un tempo avevano toccato lei, facendola sentire davvero speciale, viaggiavano ora sul corpo di sua madre, trattandola con riguardo e desiderio, bensì il resto... tutto il resto. Dinanzi a quello spettacolo, il suo corpicino era intrappolato in una macchina ben diversa dalle mere catene da cui Hazel stessa sembrava non volersi liberare, qualcosa che sembrava realmente studiato per torturarle le carni e non semplicemente per darle piacere, una sorta di... punizione. Ancora, non fu la cosa peggiore. Durante lo spettacolo di sua madre che veniva portata a livelli estremi del più puro dei piaceri, lei si sentì indistintamente trascinata da una scena orribile all'altra: in una c'era Dalamadur, che la inseguiva sguinzagliato dallo stesso Faust, che con un gesto sprezzante della mano, senza neppure voltarsi verso di lei, l'aveva indicata con una frase orribile che lei aveva recepito come distorta, stonata, una specie di "Pensaci tu, non mi riguarda più", solo molto, molto più crudele. Qualcosa di così sconvolgente che neppure la sua mente era riuscita a registrare, e che solo le lacrime che iniziarono a scivolarle sulle gote e la sensazione di nodo alla gola poterono testimoniare. Iniziò a correre, e a correre, ma si ritrovò nella stanza di un castello piena di uomini nudi, mascherati, prigionieri che da umana avevano abusato di lei più volte e che in quel posto sembravano come rianimati, riportati forzatamente in vita da una forza superiore che li aveva resi semplicemente mostruosi: alcuni avevano corpi di ragno dai quali spuntavano le loro pance gonfie, con teste robotiche dagli occhi simili a fanali verdi e strani membri ripieni di una sostanza verde fluorescente, membri artificiali che sembravano pensati appositamente per pompare quella strana melma dentro il prossimo; altri erano veri e propri demoni; insetti; cani... c'erano addirittura i mastini della Sapienza in una versione maschile decisamente raccapricciante. Era un vero e proprio incubo, e prima che se ne rendesse conto Lucia inciampò su qualcosa e in un istante la sua posizione era cambiata, mani e braccia in una gogna di legno e lei tesa, completamente nuda, che guardava con occhi disperati verso i suoi aguzzini mentre con quelle orrende mani grasse tentavano di spalancare il suo sedere esposto. E poi in un baleno era appesa, usata, frustata e usata ancora. Durante ognuna delle scene le sembrava di poter vedere Thresh, e sempre era con Hazel in una diversa posa, sempre fiero, soddisfatto, e felice di non pensare a lei. Anche quando i suoi stessi "figli", gli orchi che aveva dato alla luce in quel modo orripilante, la circondavano per violentarla... lui non mosse un dito. Persino quando infine, Dalamadur la raggiunse chissà come, dopo un susseguirsi di scene terrificanti, prendendola e posizionandola per penetrarla con tutti i vestiti ancora addosso, lui non la guardò, non ci pensò neppure. E lei si ritrovò infine, con la maschera grondante di saliva e muco, scopata dallo scagnozzo numero uno del suo amato, mentre osservava sua madre vivere una scena da sogno (almeno per lei) con lui: in un enorme letto a baldacchino, tra le lenzuola senza null'altro che loro, lui le teneva le braccia dietro la schiena e la prendeva con la foga di chi ha fame e non può saziarsi, sussurrandole all'orecchio parole d'amore sensuali e romantiche oltre ogni dire.
    Faust... Faust! FAUST?!
    Lucia gridava, gridava, gridava... ottenendo solamente mugolii più sentiti mentre Dalamadur la possedeva senza pietà e lei, piangendo, aveva occhi solo per Thresh.


    Psst... mi stai sognando, merendina?
    FAUST!!!
    Lucia si alzò di scatto dal letto con gli occhi sgranati e il volto distrutto dall'orrore, portando i palmi tremanti a stringere le lenzuola mentre si metteva a sedere ansimante. Si guardò intorno freneticamente, e Adam avrebbe potuto non solo sentire quel grido disperato, ma anche notare che le sue gote erano rigate di lacrime che parevano inesauribili, come se continuassero a colare e riformarsi continuamente, gocciolando infine sul lenzuolo. Lucia si portò le mani al viso, al collo, là dove una corona di rose e spine si estendeva per tutto il raggio di quella carne delicata, come una tatuaggio vero e proprio, che tuttavia risultava in contrasto con il suo aspetto elegante. Mentre dormivano, dai body si erano allungati tentacoli di carne che avevano riportato entrambe a uno status ottimale: Lucia aveva addirittura i capelli intrecciati nella sua solita pettinatura curata (Se Adam ci avesse fatto caso mentre riposavano, avrebbe potuto osservare le radici mentre eseguivano un lavoro tanto impeccabile), mentre Hazel era pettinatissima, ed entrambe sapevano invero di fiori profumati, non più di sesso e sudore. Indagando, si sarebbe potuto scoprire che persino i loro orifizi si erano "risanati" nel giro di qualche ora, e che i rispettivi petti erano tornati a uno status ottimale, non più così gonfi e deformi; un lavoro decisamente assurdo e che aveva realmente del "magico" nella realizzazione. Lucia non stava tuttavia pensando al proprio aspetto, anzi, dal collo una delle sue mani viaggiò verso la bruttissima cicatrice che le aveva lasciato Gil sulla spalla l'ultima volta che si erano visti, e che in quel momento pulsò fortemente come stimolata dalla paura che aveva provato mentre dormiva. Un'altra cosa, tuttavia, aveva iniziato a pulsare e si era illuminata per tutta la durata di quell'incubo fin troppo reale: il marchio che Thresh stesso le aveva impresso a fuoco nella natica destra. Se lo massaggiò subito dopo aver fatto lo stesso con il morso, mentre continuava a controllare l'ambiente con gli occhi ancora annebbiati dal sonno. Quell'incubo... era stato orribile. E quando si era svegliata, il brivido e il sussurro che aveva sentito sulla pelle era sembrati provenire dal mondo reale, non da quello dei sogni. Ancora tremava al pensiero, e l'epiteto con cui l'aveva apostrofata la voce di Thresh... No, era impossibile. Sicuramente era stato frutto della sua mente che aveva mischiato i pensieri, presente col futuro, passato con le sue più tremende paure.
    Quando vide Adam, il primo istinto fu quello di rilassare le spalle e tirare un sospiro di sollievo... ma poi tutte le immagini dell'amplesso estremo a cui aveva partecipato le attraversarono la mente l'una dopo l'altra, e il sorriso spontaneo che stava nascendo morì sul colpo.
    A-Adam...
    Non sapeva bene cosa dire. La sua voce era roca, tremante e provata, tant'è che si portò una mano alla gola emettendo dei piccoli lamenti nel tentativo di schiarirla. Contemporaneamente al suo risveglio, anche Hazel si era alzata in sincrono con lei, con una bruttissima pressione addosso, qualcosa a metà tra l'ansia e l'inquietudine. La donna si guardò intorno confusa, solo che non aveva la stessa aria spaventata né tanto meno le guance bagnate di sua figlia... no, lei era semplicemente furiosa, e attribuì quella sensazione di angoscia alla presenza dello stesso Adam, a cui concesse un'espressione assolutamente minacciosa, con gli occhi trasformati in due sottili fessure che subito dopo si aprirono viaggiando alla ricerca di qualcosa che potesse fungere da arma, trovandola in basso al fianco del letto e recuperandola velocemente, brandendola come una spada.
    TU! Tuuuu!!! Argh! Se ti avvicini anche solo di un altro sputo ti infilo questa diavoleria moderna in testa! E ti assicuro che è abbastanza acuminata, i miei piedi stanchi possono testimoniarlo!
    Si riferiva precisamente al tacco a spillo di una delle scarpe che aveva indossato quella sera: massiccio, resistente e decisamente adatto per poter essere paragonato a un'arma letale, vista la lunghezza e la punta per nulla arrotondata dell'estremità. Hazel non era una che amava gli abiti eleganti o gli accessori che ne seguivano, e in quell'epoca doveva ammettere di aver indossato già troppa roba di quel tipo per i suoi gusti. Fu dunque sollevata invero di trovarsi addosso quel body, sebbene fosse di carne e le desse una strana sensazione; almeno non le impediva di muoversi e non avrebbe ostacolato i suoi movimenti se ci fosse stato da combattere, cosa che per altro sembrava prontissima a fare dal momento che con un balzo saltò sopra al letto, mezza nuda e scalza, puntando la scarpa verso Adam con mano malferma. Probabilmente... non era poi del tutto impavida come voleva sembrare.

    Il "meme" finale non c'entra nulla a parte il fatto che quando ho tentato di immaginare il tono con cui Hazel pronuncia quel "Tuuu", mi è venuta in mente quell'espressione. xD


    Edited by .Bakemono - 9/10/2019, 18:36
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Adam aveva ripulito e sistemato le due donne alla bell'e meglio e, seduto al loro capezzale, aveva vegliato sul loro riposo, attento che stessero bene e pronto a chiamare i soccorsi non appena si fosse vista l'ombra di un problema. Fortunatamente, però, non apparve nulla di simile e i bei volti delle due erano serene e tranquilli, immersi in un sonno profondo e ristoratore. In più, i body di carne che erano gli ultimi resti di quella sorta di fiore infernale, si presero dolcemente cura di loro e non soltanto riportarono i loro corpi alla normali, come se nessun amplesso li avesse mai stravolti, ma li ripulirono e pettinarono meglio di come avrebbe potuto fare un'intera squadra di parrucchieri ed estetisti. La tiranide osservò sorpresa e rapita l'opera di quel perverso e vivo vestiario, finché non iniziò a sentirsi sempre più sollevato e tranquillo, tanto che l'atmosfera placida e silenziosa della stanza ebbe la meglio su di lui e prese a sonnecchiare sulla sedia, vicinissimo al bordo del letto e a Lucia (Verso cui le sue premure erano più intense per via del suo aspetto minuto e, apparentemente, fragile), con le braccia incrociate al petto e il capo chino. Stava ormai dormendo saporitamente (Anche se parecchio scomodamente) quando un urlo lo fece trasalire spaventato e, raddrizzando di colpo la schiena, gli fece sbarrare gli occhi su una Lucia terrorizzata, con le gote invase da torrenti di lacrime e tutto il visino contratto dalla paura. Adam la guardò sorpreso e preoccupato, mentre il nome contenuto in quel grido lo raggiungeva: chi era quel Faust? Perché l'aveva spaventata tanto? In qualche modo sentiva che quel grido non fosse semplice orrore, come l'aver rivissuto l'esperienza con aguzzino ma quasi di... richiesta? Di richiamo? Il grido di qualcuno che perde qualcosa di caro, di fondamentale per la sua vita. Si chiese chi fosse l'uomo che turbò il sonno della piccina, se potesse essere un amante ormai lontano o un amore non corrisposto o... altro. E fu con profonda meraviglia e indignazione che scoprì di aver pensato, quasi un per un attimo, a questo fantasma senza volto con una punta di rabbia e, forse, invidia. Lucia, infatti, era una delle donne più belle che avesse mai visto e questo al di là del segreto celato tra le sue gambe, nonché forse una delle creature più dolci, buone e persino affascinanti che avesse mai avuto l'onore d'incontrare e l'idea che qualcuno l'avesse sedotta e abbandonava lo disgustava profondamente e, quel che era peggio, lo feriva perché... il suo orgoglio avrebbe tanto voluto che una donna simile, che un tale splendore, nutrisse per lui sentimenti tanto intensi, un bisogno tanto violento.
    Si riscosse ad queste sensazioni gonfiando il cuore d'indignazione per la propria bassezza, per i sentimenti turpi che lo avevano per un attimo guidato e cercò di pensare lucidamente: lui non sapeva nulla di chi fosse quel Faust e del legame che c'era o meno con Lucia, sapeva però che quella meravigliosa piccina stesse soffrendo acutamente e lui non poteva permetterlo!
    Lucia... - un sussurrò appena, dato con una voce più umana rispetto a quella della sua forma mostruosa, eppure ancora irrimediabilmente corrotta da quell'aspetto ibrido. Eppure, malgrado quella voce un po' cavernosa e roca, in cui vibravano note aliene, predatorie, era evidente che il suo nome fosse stato pronunciato con dolcezza, con sollecita premura. Voleva abbracciarla, stringerla dolcemente a sé e riempire quelle gote umide di baci delicati ma non fece nulla di simile: aveva appena allungato la mano destra verso di lei, verso il suo viso quando Lucia si voltò verso di lui e, dopo l'iniziale sollievo, vide chiaramente comparire su quel visetto dolce un po' d'imbarazzo e disagio. Adam si arrestò con la mano a mezz'aria, mentre si facevano strada in lui i ricordi dell'amplesso estremo che aveva condiviso con le due donne e un'acuto senso di vergogna esplodeva in lui, oltre che a una gran quantità di senso di colpa. Davvero aveva fatto quelle cose? Davvero le aveva spronate all'incesto? Provò profondo disgusto per sé e abbassò lo sguardo per sfuggire a quel visetto che, col suo tenero imbarazzo, lo metteva sotto accusa. Nel modo, però, in cui i suoi occhi scivolarono da quelli di Lucia, incontrò quello strano tatuaggio sul collo e quella profonda, contorta cicatrice sulla sua spalla: aveva già notato quei segni prima, mentre le ripuliva come meglio poteva e le metteva a letto, segni che li avevano fatto porre molte domande su quelle due e la loro vita. Non tanto, in realtà per il tatuaggio, quanto per la cicatrice che assomigliava a un largo, tremendo morso e che aveva portato Adam a chiedersi come se la fosse procurata. Adesso era di nuovo di fronte a lui, quasi un'ultima prova della sua colpa, della sua indelicatezza... e di quanto, dinnanzi al dolore di quella piccina, il suo d'imbarazzo fosse fuori luogo: alzò, dunque, nuovamente lo sguardo e le rivolse un sorriso dolce, gentile, mentre si protendeva verso di lei per carezzarle una guancia e cancellare, con la delicata carezza dalle sue dita, i sentieri umidi lasciategli dalle lacrime. Non vi riuscì perché alzò balzò di colpo in piedi sul letto, scalza, brandendo come arma impropria il suo tacco a spillo e minacciandolo visibilmente spaventata.
    Adam, istintivamente, alzò la mano si sinistra sopra il volto, come a volersi proteggere da eventuali attacchi e lì, con la mano illuminata direttamente dalla luce delle lampade, comprese quale fosse il problema. La mano, infatti, oltre a essere davvero grande, era ricoperta da molteplici placche di carapace nero, tale da renderla simile ai guanti di un armatura medievale, armata da lunghi e ricurvi artigli e, nello spazio tra una giuntura del carapace e l'altra, si potevano osservare quelle fibre muscolari rosse, tese e pulsanti. Ecco il punto, non tanto che fuori fosse un mostro ma che, soprattutto, lo fosse dentro, che perché si sentisse un po' ebbro di eccitazione e di eromanzia, aveva condotto quelle due poverette verso l'incesto e un amplesso davvero estremo, anche se erano comunque due donne normali, umani e anche se erano state tanto buone e dolci con lui, accettandolo malgrado il suo aspetto esteriore. il braccio che aveva alzato a difesa crollò insieme al suo capo, mentre si mordeva le labbra (L'ultima parte rimasta morbida del suo corpo) e cercava disperato qualche scusa da dare loro, qualche giustificazione, senza trovare nulla.
    Scusatemi... - sussurrò, alzandosi sempre a capo chino, prima di sollevarlo per rivolgere loro un viso affranto, profondamente colpevole. - Non volevo spaventarvi o... fare nulla di male, né ora... né prima ma... - come continuare, cosa poteva dire che non sarebbe sembrata (A se stesso in primis) una vuota, ipocrita giustificazione? Scrollò il capo, come a togliersi l'ipocrisia di dosso e l'abbassò di nuovo, stavolta davvero vinto dalla tristezza. - N-non... non importa. Vi chiamerò un taxi e vi darò dei vestiti o qualcosa di caldo, se vorrete, ma non preoccupatevi presto sarete via da qui e... - non seppe come continuare e, semplicemente, si voltò per uscire dalla stanza e togliere loro e sé dall'imbarazzo, dal disagio. Che persona meschina che era! Davvero voleva entrare nei Portatori di Luce? Che razza di luce avrebbe potuto portare uno come lui? Forse, semplicemente, avrebbe fatto bene a togliersi dalla testa l'idea che potesse aiutare gli altri e che potesse condividere qualcosa di bello, fosse anche del semplice sesso occasionale, con loro. Pensieri cupi, forse, ma preferiva diventare un mesto solitario piuttosto che trasformarsi nella bestia egoista e libidinosa che Hilda gli aveva fatto intravedere.
     
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