Il Pellegrinaggio

x Exo e Doom

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    Sul serio? Aveva funzionato? Nessuno dei due si aspettava quella risposta, anzi appena Domino si voltò le loro facce serie e imperscrutabili si sciolsero in una smorfia di puro terrore lasciando finalmente le gambe tremare alla sola idea di ritrovarsi quel grosso spadone nero sui denti. Erano convintissimi che quella darkettona avrebbe risposto in maniera violenta, invece eccola cogliere la palla al balzo forse speranzosa di metterli a tacere una volta per tutte. Erano stati fortunati, ma i gemelli incrociarono comunque lo sguardo, confusi, domandandosi cosa li aspettava in quel luogo. Il preambolo di Domino non fu affatto incoraggiante, e mentre lei parlava i gemelli si guardavano attorno cercando di stare lontani dalle pareti dalla quale provenivano i rumori più inquietanti.
    Forse era meglio farsi ammazzare da quella spada...
    Perché è finita così? All'inizio erano tutte gnocche e gentili, ora siamo finiti in un girone infernale...
    Bisbigliavano timorosi, sperando che Domino non sentisse quelle chiare dichiarazioni di paura, erano comunque dei giovincelli con ben poca esperienza sia in battaglia che nella vita vera, sarebbe stato terribile morire in quel modo stupido senza aver mai assaporato il corpo di una donna. Questo solo quando lei era distratta ovviamente, quando si girava per controllarli li avrebbe visti con delle facce indifferenti, totalmente sicure di loro e privi di qualsiasi paura, come se stessero facendo una scampagnata tra i boschi dove l'animale più pericoloso era lo scoiattolo ritardato. Solo una volta rischiarono di farsi beccare, dato che per quei corridoi brutti e cattivi si sentivano rumori orribili, finirono per lanciarsi verso Domino alla ricerca di protezione, aggrappandosi alla sua schiena come dei poppanti. Ovviamente fu solo un attimo, che recuperarono con le loro solite facce di bronzo.
    Scusa, non puoi andare un pò più veloce?
    Ci stiamo annoiando un sacco qui, quando inizia la prova?
    Inutile dire che sapevano come fare le loro facce da poker. Giunsero lentamente fino ad una stanza che somigliava molto ad una specie di ripostiglio, o un'armeria forse, pieno di polvere, drappi preziosi che coprivano chissà cosa e un sacco di armi scintillanti che se ne stavano lì ad aspettare da chissà quanto tempo. Inizialmente i gemelli rimasero piuttosto colpiti da quello scenario: erano tutte armi fighissime, di un colore prezioso, chissà quanto potevano valere! La stanza era inoltre permeata da una suggestiva aura di potenza, temibile certo, ma non spaventosa quanto la presenza di un predatore. Avevano davvero la sensazione di trovarsi davanti ad una prova, finalmente potevano dimostrare quanto valevano. Ovviamente non senza la loro sagacia pungente.
    Wow... sul serio? TUTTE queste armi sono incantate e non si fanno impugnare se non sei degno?
    Che scelta di marketing brillante... guarda ce ne sono qui! Tutte a prendere polvere. Dovreste rivedere un pò la vostra politica.
    Lo pensavano davvero. Che diavolo si facevano a fare tutte quelle armi se poi nessuno le utilizzava? Ridicolo, assurdo. In ogni caso, che da quelle parti non fossero tutti molto svegli era chiaro oramai e questo per loro poteva essere solo un vantaggio: ritrovata la serietà dunque, i gemelli si tolsero di dosso quelle grosse pellicce, tirandosi poi i capelli all'indietro con fare risoluto, mentre Orikan si toglieva gli occhiali da sole e Andrys legava la lunga chioma in una coda più ordinata.
    Quindi basta impugnare una di queste cose e far vedere che le sappiamo usare? E che ci vorrà mai... sei stata fin troppo buona, darkettona.
    Anche un bambino sa come si impugna una spada, e noi siamo maestri di coltelli! Tieniti la mascella, sta per crollare.
    Le loro chiacchiere da sbruffoni vennero accompagnate da una lunghissima e frettolosa serie di movimenti aerobici per sgranchire i muscoli, sciogliere il corpo e prepararsi ad un grande sforzo. Dopodiché si ritrovarono una davanti all'altro, serissimi, come se stessero avendo un dialogo interiore. Poi, con l'eleganza di un maggiordomo, Orikan chinò leggermente la schiena allungando le braccia in direzione della prima arma.
    Dopo di lei, messere.
    Grazie nobile scudiero.
    Il primo obbiettivo di Andrys fu una grossa lancia dorata, la mano polverosa tra tutte, tenuta in buono stato e in orizzontale sue due ganci posati sul muro. Orikan si posizionò al suo fianco guardando occasionalmente Domino, come a volerle far capire che non aveva niente di cui preoccuparsi. Andrys esaminò la preda con la giusta perizia, poi si sgranchì le dita e dopo aver gonfiato il petto, allungò le mani con la fermezza di chi ha già conquistato il premio. appena le dita sfiorarono l'arma, una gigantesca quantità di energia respinse Andrys, come se si fosse attaccato ad una centralina elettrica. ne venne letteralmente folgorato e lanciato all'indietro come un proiettile. La sua testa finì all'interno di un mobile di legno prezioso, frantumandolo sotto lo sguardo attonito di Orikan che era sbiancato di colpo. Si voltò verso Domino, ridacchiando imbarazzato, scuotendo il capo mentre indicava la lancia.
    Ehehehe... no, no no le lance non fanno per me, io sono più un tipo da...
    Iniziò a guardarsi attorno frettolosamente, ritrovandosi sotto lo sguardo quella che sembrava una grossa mazza chiodata. Perfetta visto che quella cosa tendeva verso il basso, logicamente era la scelta migliore da "tirare in su" senza esitazione. Allargò un ampio sorriso mentre Andrys si riprendeva, ancora confuso per la violenta botta subita, cercando con lo sguardo il fratello come se avesse bisogno di aiuto per rialzarsi. Orikan afferrò la mazza chiodata, sorprendendosi di quanto risultasse leggera rispetto a quello che si aspettava, era già chiaramente un successo ma ovviamente non aveva idea di come usare un'arma del genere, quindi si limitava a farla ciondolare come un bambino che ha appena scoperto di avere un pisello. Ridacchiava inebetito sotto lo sguardo terrorizzato di Andrys che invece aveva scoperto la vera natura di quell'arma.
    O...oooocchio!!!
    Fece in tempo solo per un istante, giusto quel prezioso momento per non far finire la storia in tragedia, che la mazza chiodata allungò di colpo tutte le sue punte, sfiorando le gambe, i fianchi ma soprattutto il dondolino di Orikan, strappandogli solo di pochissimo la patta dei pantaloni ma facendogli sbiancare gli occhi di terrore. Istintivamente lasciò cadere l'arma a terra, terrorizzato.
    Ma certo, è chiaro! C'è un trucco in ogni arma, l'importante è sapere come prenderle e non fare cazzate! Alla fine è come correre con le forbici aperte: non devi farlo!
    Forte di quella brillante intuizione, Andrys si fiondò verso una nuova arma: uno scudo scintillante dall'aria preziosa e finemente decorato. Uno scudo non ha nessuna abilità che può uccidere qualcuno, pertanto non doveva far altro che impugnarlo e sollevarlo in alto come a voler richiamare il potere di un vecchio cartone anni ottanta. Appena provò a sollevarlo però, Andrys si fece una bella doccia di metallo fuso, perché quello scudo non era altro che la forma sigillata di un potere di manipolazione del metallo, che tuttavia senza un buon controllo non faceva altro che diventare poltiglia. Sconsolato, Andrys rimase immobile in quella posa gloriosa ma con la faccia colma di disappunto, sperando che il metallo si solidificasse attorno a lui così da ucciderlo per sfuggire a quell'onta umiliante. Orikan, oramai giunto alla disperazione, afferrò un grosso arco dorato che riuscì perfino ad impugnare con la giusta fermezza, non era mai stato un atleta eppure quell'arma sembrava fatta per lui! Si voltò gioioso verso il fratello, che tuttavia lo fissava con un'aria truce e delusa. Dapprima Orikan non capì, e si ritrovò a fissarlo confuso e sorpreso. Fu a quel punto che Andrys iniziò a parlare: la sua voce era colma di amarezza, come se gli avessero detto che suo fratello vendeva cocaina scadente davanti alle scuole.
    Che cazzo è quella cosa?
    Confuso, Orikan abbassò lo sguardo, cercando di capire, poi se ne rese conto: aveva davvero impugnato l'arma degli elfi. La gettò a terra accompagnato da un brivido di disgusto, strofinandosi i palmi delle mani sui pantaloni come uno che aveva infilato le mani nel culo di un'elefante e non riusciva a togliersi dalla mente quell'immagine mentale.
    Grazie per avermi avvisato, stavo per fare una cazzata...
    Ne provarono moltissime altre, tutte con scarsissimi successi, oramai le avevano prese praticamente tutte e non facevano più caso a cosa stavano impugnando, le toccavano e basta nella speranza che non li bruciassero, folgorassero, infilzassero o addirittura maledirli se poteva essere possibile. Finirono entrambi sull'ultima rimasta: un grosso spadone che toccarono contemporaneamente, nello stesso esatto momento, ma che i due iniziarono a strattonarsi a turno fissandosi come dei disperati che non volevano dividersi il cibo.
    L'ho vista prima io!
    Io ci vedo meglio di te! Molla l'osso!
    Molla l'osso? Che stiamo a Gardaland? Togli queste cazzo di mani!
    Tu volevi prendere l'arco! Non toccare la spada virile con le tue mani da omosessuale!
    Continuarono a bisticciare finché la spada non prese il controllo della situazione, si incendiò e con ben poca eleganza iniziò a vibrarsi in giro con i gemelli che la brandivano, o per meglio dire che penzolavano dalla sua estremità come dei fiocchetti ben stretti. La spada colpiva senza senso e di sua spontanea iniziativa, minacciando di colpire anche Domino e il telo di fianco a lei se non fosse stata attenta. Le fiamme sulla spada avrebbero arso il drappo e appiccato un incendio se quel fuoco non fosse stato domato immediatamente, di sicuro non la migliore prova mai affrontata dai gemelli.
    AAAAAAAAAAAAAAATTENZIONE! E' TUTTA COLPA SUA LO GIURO!
    DOVEVO RIASSORBIRTI PRIMA CHE CI TIRASSERO FUORI ENTRAMBI! MALEDETTOOOOOOOOOO!!!
     
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    I gemelli erano davvero dei tipi particolari, sembravano ostentare una sicurezza che non gli apparteneva, ma non era solo per inganno oppure semplicemente per fare apparenza, no il loro era un gioco di squadra su cui avevano fondato l'intera esistenza. Erano così uniti che non dovevano neanche chiedersi le cose, né parlarne. Doveva essere fantastico avere qualcuno di simile nella propria vita... forse non avevano davvero bisogno di un potere per sentirsi reciprocamente speciali. Ma oramai avevano toccato la corda sadica di Domino e di farli tornare indietro... non se ne parlava proprio. Voleva proprio vederli mentre si cimentavano in prove incomprensibili e più grandi di loro, e solo quando sarebbero stati esausti allora forse avrebbe avuto pietà. Domino non fece né disse mai nulla per scoraggiarli, anzi li incentivava a farsi avanti con gesti quasi reverenziali, osservando lo spettacolo patetico che si susseguì a quel punto: un disastro su tutta la linea! Quei due non erano solo sprovvisti di talento, ma non sapevano fare neanche le cose più semplici come destreggiarsi con un'arma o quantomeno impugnarla. Ridicoli, schizzinosi perfino, nessuno dei due riusciva a brillare neanche con le armi più semplici, alcune non avevano nemmeno controindicazioni tanto pericolose eppure loro riuscivano a fallire miseramente. Un massacro a dir poco, che riuscì a stimolare la pietà di Domino gradualmente: allargava le labbra e si concedeva delle smorfie dolenti al solo guardarli soffrire in quel modo, alcune di quelle torture non le aveva provate nemmeno lei, mai nella sua vita, quindi vederle le faceva comunque un brutto effetto. I due si ritrovarono così disperati da provarle davvero tutte e ogni volta che fallivano l'espressione di Domino cambiava, diventando sempre più addolorata e scoraggiata. Quando infine li vide litigare per la stessa spada, capì che oramai erano arrivati alla frutta: li aveva fatti stancare e umiliati a dovere, potevano anche smetterla ora.
    Ok ragazzi direi che ne abbiamo avuto tutti abbastanza a questo punto... smettetela di litigare e rimettetela a posto.
    Quando si rese conto che non la stavano ascoltando affatto, la vena di rabbia che quei due avevano oramai imparato a conoscere bene saltò nuovamente fuori sulla fronte di Domino, riportandola ancora una volta a quel volto imbestialito e furioso nei loro confronti.
    Hey voi due! Non osate ignorarmi! Avete fallito, anzi è giusto dire che avete fatto proprio schifo! Smettetela ora!
    Ebbe la tentazione di saltargli addosso senza risparmiare colpi di spada, ma la frustrazione a quel punto doveva aver plagiato le loro giovani menti, cosa che li trascinò verso un finale ancora più patetico: divennero vittima della spada di fuoco, finendo per perderne il controllo mentre si dimenavano in aria e menavano fendenti a caso. per sua fortuna, Domino non aveva mai lasciato la spada nera del Berserker e riuscì a rispondere con grande maestria al grosso dei fendenti, evitando il danno più grosso. L'ultimo colpo però fu costretta a schivarlo, e finì contro il drappo bianco che copriva l'unica arma che non avevano ancora provato. Domino si concentrò e vibrando un colpo con tutta la forza che aveva in colpo, respinse la spada d'oro per toglierla di mano ai gemelli e spingerla contro una parete, conficcandola al suo interno e finalmente placandola.
    Davvero patetici, pensavo che in due sareste stati capaci di combinare qualcosa, ma è evidente che non siete all'altezza in nessuna situazione. Adesso abbiamo finito, andiamocene...
    Domino portò di nuovo la spada sulla spalla, già pronta per andarsene in modo da lasciarsi alle spalle quello spettacolo ridicolo. Nello stesso momento però, i ragazzi avrebbero potuto vedere i lembi del drappo bianco oramai carbonizzato che cadevano a terra, scoprendo una scintillante armatura d'oro priva di qualsiasi grammo di polvere, ben custodita e finemente mantenuta. Era un'armatura dall'aria solenne, molto diversa da tutte le altre armi: sicuramente era intrisa di un potere perfino superiore di quelle sacre reliquie provate fino a quel momento. Ma Domino dava ovviamente per scontato che anche quella sarebbe stata solo un gigantesco fallimento.
     
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    Il momento di panico venne brutalmente sedato da Domino che, con la grazia di un fabbro in piena crisi epilettica, respinse i colpi di spada della lama fiammeggiante quel tanto che bastava per impedire la tragedia di fiamme. L'unica vittima fu il drappo bianco che copriva una scintillante armatura, che bruciava sotto gli occhi confusi dei gemelli, caduti a terra e sconfitti dall'ennesimo fallimento. Le parole di Domino uccisero quasi del tutto il loro coraggio: aveva ragione dopotutto, non erano riusciti a combinare proprio nulla e quella poteva essere la loro sconfitta definitiva. Tuttavia, quando gli occhi di entrambi si sollevarono verso le braci che volteggiavano intorno all'ultimo cimelio rimasto, qualcosa nel profondo dei loro cuori si accese, come un richiamo primordiale. A volte dicono che sia l'arma a scegliere chi la impugna, non il guerriero, ma quello non era di certo il caso. Ciò che passò nella mente dei gemelli fu ben altro.
    Ma è fighissima... riesco a vedere gli aloni lasciati dalle prostitute vogliose che ci si sfregano sopra...
    Spettacolare... immagina quanti soldi puoi fare solo indossando una cosa del genere...
    I loro presupposti non erano assolutamente dei più nobili, ma più che sufficienti ad opporsi a Domino per invocare l'ultima possibilità.
    Oh no cara mia darkettona, hai detto qualsiasi cosa in questa stanza, e quella non l'abbiamo ancora provata!
    Me lo sento, è quella giusta... prima io!
    Orikan era già pronto a dire la sua, ma prima che potesse chiudere le distanze con l'armatura, Adrys lo bloccò con il palmo della mano aperta dritto sul petto. Lo guardò subito in cagnesco, lasciando il fratello con un'espressione confusa.
    Non pensarci nemmeno: vado prima io!
    A quel punto fu Orikan a ringhiare indispettito, ritrovandosi subito con la faccia davanti al fratello, deciso a rispondergli a tono.
    Non se ne parla! Prima hai iniziato tu con la lancia, farai solo brutta figura! E poi io sono il gemello grande!
    E io sono il gemello alto! Vado prima io!
    Lo spinse violentemente, anticipandolo e fiondandosi verso l'armatura con un'espressione di vittoria e di scherno in volto, ma appena sfiorò il petto della corazza con la mano destra, una scarica elettrica potentissima, anche più forte di quella generata dalla lancia, lo scagliò via allo stesso modo in cui quella messa in scena era iniziata, infilandolo dolorosamente dentro un altro armadio. L'espressione di Orikan che prima era delusa e furiosa ,adesso invece raggiava di un sorriso maligno, soddisfatto di aver visto il fratello fallire.
    Ben ti sta bastardo! A me la gloria!
    Convinto che avrebbe subito una sorta diversa, Orikan si avvicinò con fare vittorioso all'armatura, soltanto per essere poi sbalzato via di fianco il fratello allo stesso, identico modo. I due erano a quel punto gambe all'aria, mezzi tramortiti, seppelliti dai resti di quel lungo susseguirsi di fallimenti. L'ultima arma rimasta non era stata diversa da tutte le altre. Forse Domino avrebbe dovuto tirarli su da sola, vista che sembravano aver perso i sensi o più semplicemente avevano perso la voglia di combattere, nella speranza che quel colpo li uccidesse una volta per tutte. Qualcosa però, sarebbe cambiata all'improvviso appena si sollevarono dalle macerie. La loro espressione era completamente cambiata: nonostante le ferite che sfoggiavano erano serissimi e non sembravano provare il minimo dolore.
    Ah... capisco... è perché ti abbiamo dato fuoco, eh stronza?
    Volevi un trattamento di riguardo solo perché sei un'armatura in fottuto oro? Adesso ti diciamo una cosa.
    Iniziarono a camminare verso l'armatura col passo deciso di chi sta per opporsi al sistema con tutte le sue forze, decisi a farsi finalmente valere.
    Quando fotti con uno, forse puoi cavartela.
    Ma se fotti tutti e due...
    Si piazzarono davanti all'armatura, Orikan a destra stringeva il pugno destro, Andrys a sinistra stringeva il pugno sinistro, ed avevano l'aria di chi non aveva paura di utilizzarli. man mano che si avvicinavano all'armatura, la rabbia cresceva, e con essa i cuori dei due ragazzi sembravano quasi sincronizzarsi, come un solo battito, come se le fibre muscolari stessero facendo lo stesso movimento su entrambi, all'unisono, due corpi una sola anima.
    TI BECCHI LO SPITROASTING! TI BECCHI LO SPITROASTING!
    Simultaneamente, con una precisione spaventosa, millimetrica, i gemelli colpirono contemporaneamente l'elmo dell'armatura con i rispettivi pugni, chiudendola in una morsa perfetta che sembrava stesse per respingere l'attacco di entrambi con un tuono violentissimo, come prima, ma che invece di attraversare i loro corpi attraverso l'armatura per intero. La corazza venne solcata da un'energia brillante ed intensa che separò tutte le giunture, per poi esplodere ed avvolgere i corpi dei ragazzi. Immersi nella luce, gli arti di Andrys e di Orikan vennero avvolti dai frammenti dell'armatura, generando gradualmente delle corazze. Orikan si ritrovò con il braccio e la gamba corazzate sul lato destro del corpo, mentre Andrys su quello sinistro. Non avevano un'armatura completa, solo dei gambali e delle manopole, e unicamente su un lato del corpo. Come se l'armatura si fosse divisa in due... più o meno. Quando la luce si placò, i gemelli si meravigliarono immensamente di non aver subito danni, realizzando piuttosto che indossavano quelle corazze in maniera spontanea, ma che soprattutto non li stavano respingendo. Osservarono il fenomeno con l'aria pesantemente stranita e curiosa, poi persero del tutto la loro aria seria e solenne, iniziando a ridere a crepapelle con le lacrime agli occhi, un pò per l'emozione, un pò per la paura.
    SEEEEEEEEEEEEEEEEE! VITTORIA! GUARDA QUA DARKETTONA: TU NON CE LE HAI MICA COSI' SCINTILLANTI!
    ABBIAMO CONTROLLATO L'ARMATURA BRUTTA E CATTIVA OVVIAMENTE! DUE COME NOI ERANO DESTINATI SOLO AL MEGLIO! MUAHAHAHAHAHAHA!
    Si dilettarono in quelle infantili grida di vittoria sfoggiando pugni e calci acrobatici ed impacciati, simulando mosse di kung fu o appartenenti a cartoni animati famosi, senza ovviamente ottenere il minimo risultato, ma sparandosi un quantitativo ragguardevole di pose. Solo dopo aver espresso tutta quella infantile felicitò per lunghi minuti,s i calmarono di colpo schiarendosi la voce, piazzandosi uno di fianco all'altro per poi voltarsi verso Domino, sfoggiando con le mani corazzate il simbolo dell'OK con un'aria assolutamente tranquilla e pacata.
    Al primo colpo.
    Zero fallimenti.
    Indubbiamente la loro soddisfazione era inferiore solo alla loro boria, ostentata con una faccia tosta assolutamente incredibile, capaci di negare quel lungo susseguirsi di fallimenti anche davanti all'evidenza.
     
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    Era già pronta a rinchiuderli dentro la camera, decisa a legarli al letto e magari tramortirli in modo da non sentire ulteriori piagnistei, anche se probabilmente dopo quella lunga serie di fallimenti non avrebbero più aperto bocca per un pezzo. Alla fine erano solo due poppanti che avevano bisogno di stancarsi... alla fine aveva fatto la babysitter, che amarezza. Ma mentre Domino andava verso la porta d'uscita, i gemelli vennero attirati dall'armatura che si era liberata dal drappo bruciato, lucente e maestosa come ben poche armi in quel luogo. In un primo momento anche Domino rimase folgorata e sorpresa: non ricordava assolutamente che quell'armatura fosse lì. Aveva pessimi ricordi legati a quello strumento, ritenuto pericoloso anche per gli standard della chiesa, nessuno si era mai rivelato degno di un simile simbolo di potere, aveva respinto chiunque: anche Domino stessa. Tutti sapevano che custodiva un potere immenso, ma data l'impossibilità di controllarla nessuno aveva mai considerato seriamente la possibilità di metterla in gioco. Se quei due si avvicinavano rischiavano di farsi molto male.
    Ragazzi... seriamente, quella è l'armatura di Ianua, nessuno è mai riuscito a controllarla. A dirla tutta c'è un motivo se vengono usate armi sacre e non armature sacre, sono difficilissime da controllare e molto pericolose, e questa è la più pericolosa di tutte. Fareste bene a tenervi alla larga.
    Il tono di voce di Domino a quel punto era particolarmente serio, ma i due erano determinati ad ignorarla. La lingua della spadaccina schioccò rumorosamente sul palato, mentre alzava disperatamente gli occhi al cielo invocando un aiuto divino. Ma non li trattenne, decise che se quei due stavano cercando una severa lezione, allora l'avrebbero trovata. Una volta svenuti sarebbe stato più facile tenerli sotto controllo, quindi che rischiassero pure. Prevedibilmente, non solo vennero respinti ma si ritrovarono anche a litigare, anche quel minimo punto di forza che avevano finivano col perderlo del tutto quando l'imbarazzo e l'inadeguatezza li attanagliava, facendoli sentire inutili e deboli. Anche due uniti come loro avevano delle debolezze imprescindibili. Quando entrambi furono a terra e storditi, Domino chiuse gli occhi e sospirò, abbassando il capo con fare arreso.
    Ve lo avevo detto, no? Ora siete soddisfatti? Avanti, non fatevi trascinare un'altra volta. Andiamocene via. Non voglio neanche infierire, basta che mi promettete che non farete più casin...?
    Si fermò di colpo. Ancora una volta stava per lasciare la stanza, ma quando i due gemelli si rialzarono qualcosa era cambiato. Sembravano quasi mossi da tutt'altro ritmo, da un'energia indescrivibile, mai notata prima da Domino. Era qualcosa che li stava sincronizzando, forse simile al legame tra Dioscuri ma molto, molto più profondo e particolare, unico. Una novità che costrinse Domino a sgranare gli occhi, anche piuttosto preoccupata visto che quei due avevano preso già diversi colpi, se l'armatura li respingeva violentemente rischiavano davvero di farsi male, e nonostante la rabbia che le avevano fatto salire non voleva di certo vederli morti. Eppure, nonostante la preoccupazione, non aveva il coraggio di interromperli.
    Hey... non avvicinatevi... vi farete male!
    Tentò di persuaderli ma fu tutto inutile, e con la stupida rabbia di due bambinoni che non accettano la sconfitta, colpirono violentemente l'armatura sfruttando tutta la loro forza, subendo un effetto molto diverso dagli altri. Domino dovette sollevare la mano libera sul volto per poter sopportare l'immensa luce che scaturì da quell'evento, venne perfino trascinata via e solo piantando la spada a terra fu capace di restare stabile, un evento del tutto inatteso! Quando riuscì ad aprire gli occhi di nuovo, la luce si stava diradando e dell'aria arresa e sconfitta di quei due era sparita, sostituita in tutto e per tutto dal simbolo della vittoria: braccia e gambe dell'armatura si erano equamente divise tra i due gemelli, il resto della corazza a quanto pare non era interessante. Nelle armi che impugnavano non c'era traccia di rigetto, le stavano impugnando come se fossero parti del loro corpo e per un istante Domino si convinse che quella era un'allucinazione. Iniziò a sbattere gli occhi, e più li sbatteva più si allargavano quando li riapriva, cercando di mettere a fuoco. Impossibile... due perdigiorno che riuscivano a controllare una cosa del genere? No... qualcosa di inaspettato era successo. L'armatura non aveva scelto un campione... e aveva scelti due! Qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato e che in effetti mai era successa. Non sapeva nemmeno che spiegazione dare all'evento, era solamente sorpresa e sconcertata. Che dire a quel punto? Cercò di balbettare qualcosa, ma i gemelli l'anticiparono festeggiando col loro solito fare infantile ed offensivo, che fece ricomparire quella vena furiosa sulla fronte di Domino che tornò subito alla realtà. Quella loro vittoria... bruciava da impazzire. Non poteva di certo replicare, avevano vinto in qualche modo, poteva solo sopportare quell'esplosione di gioia che sembrava uscita da una festa per mocciosi, ma quando dissero di esserci riusciti al primo colpo non riuscì a trattenersi ed esplose.
    VA BENE ADESSO BASTA! SIETE STATI BRAVI MA FINITELA!
    Se riuscita a riportarli all'ordine con quel grido, avrebbe poi tirato un lungo sospiro di sollievo per ritrovare la calma. Portò entrambe le mani sulla spada piantata a terra, cercando un modo per rilassarsi ma soprattutto per metabolizzare la novità. quei due erano riusciti davvero a controllare l'armatura di Ianua?
    E poi... è presto per cantare vittoria. L'avete provata senza chiedere nulla, non sapete nemmeno perché quell'armatura è importante. Ad esempio, indossare le corazze non ha il minimo valore se non controllate i Glaive...
    Commentò infine con l'aria criptica ed Enigmatica di chi avrebbe rivelato loro segreti aggiuntivi solamente al giusto prezzo. Il sorriso che sfoggiava a quel punto era maligno, se giocava bene le sue carte poteva ancora tenerli in pugno grazie alle informazioni che loro non avevano.
     
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    Finalmente erano riusciti a zittire Domino e guadagnarsi un minimo di dovuto rispetto. Certo, non avevano fatto altro che pestare un'armatura vuota e incapace di difendersi ma ovviamente dal loro punto di vista era comunque un traguardo degno di nota. Fino ad un attimo prima la più grande soddisfazione sarebbe stata sentire Domino che faceva loro i complimenti, per poi gettare via qualsiasi inutile gingillo che li avesse accettati con sdegno, come se la roba del Vaticano non fosse alla loro altezza. Ma dopo aver indossato quell'armatura... le cose erano cambiate. Andrys e Orikan sentivano qualcosa di nuovo crescere dentro di loro, mai provato e assolutamente irrefrenabile, per questo non riuscivano a stare fermi e si sfogavano muovendosi e simulando battaglie contro il vento. Era quello che significava "ottenere nuovo potere"? Che sensazione incredibile! Domino oramai era diventata totalmente di sfondo, neanche si resero conto che stava cercando di provocarli ancora, e mentre lei dava aria alla bocca, i due continuavano a provare mosse finché, nello stesso momento, dalla corazza del braccio si estese un lungo filamento d'oro, simile ad un sottile meccanismo, che nella sorpresa dei due gemelli si allargò e si piegò in modo da assumere la forma di una grossa arma da lancio circolare. Dapprima sorpresi, successivamente i gemelli decisero di provare a sfruttarlo con quella strana sensazione che avevano in corpo e venne naturale come respirare: fluì all'interno delle membra concentrandosi all'interno del disco, che si accese di colpo di energia elementale cogliendoli entrambi impreparati, tant'è che saltarono di scatto, prima sorpresi e poi divertiti.
    Nooooo fighissimo si è acceso!
    Chissà quante cose possono fare questi affari...
    I gemelli alzarono lo sguardo incrociandolo, prima erano entusiasti, ora invece sembravano avere qualcosa da ridire. Il Glaive di Orikan era acceso di una densa energia elettrica, mentre quello di Andrys era avvolto dalle fiamme, cosa che sembrava aver deluso i due gemelli.
    Che schifo! Lo volevo io quello di fuoco!
    Il fulmine è l'elemento più forte, lo sanno tutti, non te lo meriti! Da qua!
    Come se fosse la cosa più naturale del mondo, i gemelli decisero di scambiarsi contemporaneamente i dischi energizzati, non perché avevano capito come funzionava quell'abilità, ma perché semplicemente come due bambini il loro giocattolo non era del colore giusto. Lo scambio fu fluido come una spada che lascia il fodero per tagliare il proiettile in arrivo senza fare rumore. I glaive si incrociarono a metà strada sfiorandosi appena, il corpo dei due ragazzi non aveva fatto un solo movimento di troppo, e tornò alla posizione perfetta per ospitare il glaive da ricevere. Ora che lo scambio di elementi faceva combaciare i loro gusti, i due allargarono un ampio sorriso soddisfatto, ma appena l'energia tornò a pulsare, i glaive cambiarono ancora una volta elemento, lasciandoli piuttosto interdetti.
    Maledizioneeeeeeeee! Non è possibile! Dai un tipo figo come me deve avere per forza l'affinità col fuoco, come faccio a conquistare le donne con il fulmine che è super gay?!
    Il fuoco è troppo banale, tutti usano il fuoco, il fuoco fa schifo è da sfigati! Prenditi sto coso! Hey Domino non è che ce ne sono altri di elementi diversi di questo glaive?!
    A quel punto, i gemelli iniziarono a scambiarsi i glaive più e più volte, nella speranza di riuscire a fare cambio di elemento. Provarono ogni genere di evoluzione, scambiandoli in volo, in salto, apprendendo che non solo le braccia ma anche le gambe potevano fungere da lanciatori e ricevitori dei glaive. Per quanto gli elementi non li entusiasmassero, la cosa iniziava a divertirli, ma soprattutto a venire naturale come respirare. Sembravano nati per quel potere e neanche si rendevano conto di quanto fosse grande quel momento per loro...
     
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    Non riusciva a sedarli, e non ci sarebbe mai riuscita perché lo stupore di Domino a quel punto era insormontabile. Non aveva fatto in tempo neanche a pensare di metterli in difficoltà o di insegnargli ad usare quel potere, che subito i gemelli avevano iniziato a sperimentare, trovando i glaive, il loro potere elementale ma soprattutto iniziando a scambiarli come se avessero portato fin dalla nascita quelle corazze. Assurdo... come potevano essere così bravi? Era dunque questo il segno che aveva percepito Veronica? Non c'era nessun messaggio da interpretare, erano semplicemente quei due che nella loro totale stupidità ed ignoranza erano nati appositamente per indossare l'armatura di Ianua e destreggiarsi con essa come se fosse la cosa più naturale del mondo. Non riusciva a credere ai suoi occhi, né ai suoi sensi. L'armatura non li aveva solo accettati, li stava guidando addirittura. Insegnava loro a sfruttare i sensi migliorati dall'energia che fluiva nei loro corpi, aveva fatto scoprire loro l'affinità elementale con uno schiocco di dita e ora ne sperimentavano la combinazione. Ogni movimento veniva naturale, non erano impacciati né vittime di quel potere, era l'esatto opposto di ciò che aveva fatto lei con la spada nera del berserker. A quel punto, iniziò perfino a temerli. La presa sul suo spadone nero si fece salda, ed ebbe la strana pulsione di gettarsi su di loro per poterli aggredire. Era sbagliato? No... come poteva sapere che quei due non avrebbero sfruttato un potere del genere per il male? Non era forse diverso da Evelynn, che appena scoperta una forza inaspettata aveva tradito tutti i suoi amici macchiandosi del crimine più grande di tutto il mondo. Forse avevano superato la prova, ma non meritavano di certo un cimelio del genere, era ovvio. Si preparò a combattere, ma proprio quando era oramai prossima ad attaccare, qualcosa di inatteso successe.
    Domino? Ragazzi? Dove siete finiti? Perché avete abbandonato la stanza degli ospiti?
    Veronica si fece avanti spostando con le sue minute manine il pesante portone aggravato dalle macerie lasciate a terra dai fallimenti dei gemelli, Domino si voltò di scatto verso di lei, preoccupata, temendo che un glaive volante potesse finirle addosso, ma prima di poterle fare da scudo umano Veronica vide i gemelli che utilizzavano l'armatura di Ianua e subito venne rapita dallo spettacolo, restando a bocca aperta e con migliaia di lucine negli occhi, mentre si faceva avanti ed incrociava le mani sul petto in segno di preghiera, colma di entusiasmo.
    Non ci credo!!! Domino guardali! Controllano l'armatura di Ianua e i suoi glaive! Quell'armatura non si è mai concessa a nessuno, immagina quanto puri devono essere i loro cuori!
    Domino era pronta a ribadire, ma rimase con la bocca aperta, sedando quella cattiveria in gola prima del tempo. L'ingenuità di Veronica anche se immensa finiva per diventare sempre molto dolce. E forse, in fondo, se lei poteva dare a quei due una possibilità, allora forse poteva farlo anche lei. Tornò con la spada in spalla, affiancandosi a Veronica per avvicinarsi ai due, decisa a colpire i glaive all'improvviso quando sarebbero stati vicinissimi tra di loro, così da rispedirli con un singolo colpo ai rispettivi proprietari e attirare finalmente la loro attenzione.
    Avanti, non vi siete forse divertiti abbastanza? Avete dimostrato di valere qualcosa, lo ammetto... e lo avete fatto anche davanti alla papessa. Non male per due verg... poppanti.
    Chiamarli in quel modo sarebbe stato forse troppo offensivo oramai, quindi per dimostrare loro che in fondo voleva dargli una seconda possibilità, moderò i termini e accennò un sorriso furbesco, a metà tra il sincero e la sana sfida. Chissà che quei due non potevano rivelarsi un buon modo per allenarsi. Veronica invece palpitava di gioia, per lei era sempre bello vedere qualcuno dal potenziale inespresso che finalmente otteneva una possibilità, qualcosa di genuinamente bellissimo e spettacolare che non vedeva l'ora di mettere alla prova.
    Vi piace questo potere ragazzi?! Siamo sempre alla ricerca di qualcuno che possa controllare le forze del Vaticano, e magari darci una mano a risolvere i problemi che ci sono in giro. Voi siete giovanissimi e coraggiosi, mi piacerebbe se decideste di rimanere qui con noi... così magari potreste imparare ad usare bene il vostro potere e... non so, farvi nuovi amici.
    Dietro quel sorriso, c'era il cuore di una ragazzina che aveva davvero bisogno di nuovi amici, ma la scelta ovviamente era unicamente nelle loro mani. Potevano decidere di tornare a casa, nessuno li avrebbe ostacolati, ma scegliere la via del Vaticano li avrebbe portati invece ad un cambiamento totale... e in fondo cosa avevano da perdere?
     
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    In pochi minuti avevano oramai completamente padroneggiato le basi di quel potere senza alcun problema, un talento innato accompagnava le loro movenze decise e prive di errori, oltre ad un affiatamento preciso ed invidiabile che nessuno poteva imitare, visto che nessuno vantava il legame che avevano quei due ragazzi. Sarebbero stati capaci di continuare a cazzeggiare per ore intere, ma quando la vocina dolce e aggraziata della papessa presagì il suo intervento, Orikan e Andrys si voltarono verso di lei, accogliendo ben volentieri l'entusiasmo, la gioia e i complimenti della piccola rappresentante di quel luogo tanto strano quanto divertente. Immediatamente i due ragazzi si impettirono, allargando uno sfrontato e soddisfatto sorriso mentre assumevano diverse pose di vittoria, lasciando che perfino Domino li elogiasse. a quel punto era scontato che la papessa meritava una spiegazione su come avevano raggiunto un tale livello di perfezione, e mentre parlavano si avvicinavano a lei e si mettevano in mostra come se stessero narrando le gesta di antichi campioni dagli invidiabili talenti.
    I nostri cuori non sono nulla in confronto alla purezza della vostra ispirazione, dolce papessa! Se ci siamo riusciti è solo grazie alla fiducia che ci ha concesso!
    Quando siamo giunti qui abbiamo percepito immediatamente il richiamo di quell'armatura, sapevamo che voleva noi e noi soltanto, ma le altre armi invidiose hanno cercato di ostacolarci!
    Abbiamo dovuto lottare con ognuna di esse, impure e ingiuste nei nostri confronti, affrontando i fantasmi di chi le aveva impugnate che non volevano assolutamente concederci la gloria. Ma noi non avevamo solo qualcosa da dimostrare, avevamo qualcuno ad ispirarci!
    Pensando alla dolcezza delle vostre parole e alla fiducia smodata che ci ha concesso, non ci siamo mai arresi puntando all'armatura come se dovessimo proteggere questo posto e tutto ciò che rappresenta, consapevoli che un fallimento sarebbe stato inaccettabile!
    Quindi cogliendo l'ispirazione di una creatura tanto pura e bella come voi, abbiamo dato fondo a tutto il nostro coraggio e alla nostra forza, conquistando l'armatura in nome della nostra musa.
    Quindi ora sarà un onore, per noi, mettere questa splendente e tutt'altro che oscura armatura al vostro servizio, vostra eccellenza!
    Perché la vostra gloria va esaltata con armi scintillanti e preziose, non di certo pezzi di ferro oscuri impugnati da ombrosi presagi!
    Concluso quell'inverosimile discorso, fatto unicamente di parole altisonanti, leccate di culo e sguardi convinti, i due gemelli terminarono l'avanzata davanti alla papessa, mettendosi in ginocchio davanti a lei con un umiltà falsissima addosso, ma a quel punto sapevano che l'unica strada per continuare su quel successo era cavalcare l'onda dell'entusiasmo della papessa. Se quel colpo di fortuna riuscivano a gestirlo bene, potevano seriamente diventare dei pezzi grossi e lasciarsi alle spalle ogni tipo di problema. Per di più... potevano abbonirsi il favore di quella dolce e carinissima ragazza che aveva concesso loro non solo fiducia ma anche una possibilità, l'unica da quelle parti che riusciva a sciogliere i loro cuori, e che poteva proteggerli dalla darkettona e il suo spadone cattivo.
     
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    Mentre Veronica ascoltava con ammirazione le gesta dei due ragazzi, dando loro una cieca fiducia, Domino portava entrambe le mani sulla faccia, spalmandosele addosso per deformare un'espressione già totalmente contrariata ed annoiata di suo. Ma che altro fare? Quei due buffoni sarebbero stati capaci di dire che era solo invidiosa e stava mentendo se solo provava a correggerli, e Veronica era troppo ingenua e positiva per pensare che la stessero solamente prendendo in giro. A che pro quindi fare una scenata? Si ritrovò a sospirare oramai al limite della sua pazienza, decise di starsene in disparte e in silenzio, lasciando che Veronica cogliesse solo il meglio di quella situazione assurda. In fondo, per quanto scapestrati e avvilenti, quei due non sembravano poi così male, né mossi da sentimenti malvagi. La giovane papessa invece li ascoltava con cieca fiducia, inizialmente ignorando la loro avanzata tenendo le mani in segno di preghiera senza il coraggio di interromperli, poi però quando furono vicinissimi davanti a lei, pronti a giurarle fedeltà facendole un sacco di complimenti, la piccola arrossì vistosamente sfoggiando un'espressione tanto sorpresa quanto entusiasta, gli occhioni già gonfi per la commozione, impaziente di dare loro un caloroso benvenuto nella famiglia.
    D-davvero... vi ho ispirati io? Sono così contenta ragazzi... ma non datemi del lei o del voi vi prego... Veronica andrà benissimo!
    Mentre si scambiavano quei fintissimi convenevoli, nessuno all'interno della stanza si aspettava che le cose stessero per precipitare molto velocemente. Dopotutto, nessuno lì dentro conosceva la vera storia dell'armatura di Ianua, né la ragione per cui era rimasta tanto, tanto tempo senza padrone. L'armatura non aveva solo il compito di scegliere qualcuno non solo degno, ma anche unico nel poter gestire il suo potere. L'armatura aveva bisogno di qualcuno che fosse in grado di esorcizzare il male che lei aveva il compito di sigillare da sempre, in modo da liberare il mondo da quell'oscura presenza. Mentre le ragazze parlavano con gli ospiti, una presenza oscura e strisciante iniziò a scivolare verso il basso, fuoriuscendo dall'elmo e dalla corazza dell'armatura che erano rimaste distaccate dai corpi dei due ragazzi. Sembrava quasi che stesse traspirando una densa impurità, dal colorito violaceo così tenebroso da sembrare a tutti gli effetti nero come la pece, anche se la parte più interna e densa aveva delle sfumature arancioni e rosse, una sorta di sistema sanguigno all'interno di una densa melma nera. Fu così rapido e silenzioso che nessuno si rese conto della presenza che si stava liberando, inoltre era troppo debole al rilascio per poter dare il tempo di individuarlo. Quando fu pronto ad attaccare, era già troppo tardi. Una grossa ombra nera si stagliò alle spalle dei gemelli, davanti all'ignara papessa che si stava già avvicinando a loro per poterli abbracciare affettuosamente. L'unica a capire cosa stava per succedere era Domino che con uno scatto colmo di terrore e preoccupazione, si fece avanti con un grido disumano. Ben presto, tutto si fece rapidamente buio.
     
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