Il Pellegrinaggio

x Exo e Doom

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    In mattinata la Papessa aveva mobilitato in forze tutti i collaboratori presenti nelle aree principali delle stanze Vaticane, quelle dedicate all'ospitalità e alle conferenze, creando un enorme viavai di persone e di tavoli, decorazioni ma soprattutto cibarie. Appena il capitano della guardia si rese conto di cosa stava succedendo in quegli istanti, si precipitò in quelle sontuose sale bianche e argentate, rifinite in oro e platino e decorate con enormi quadri tra cui i sopravvissuti alla catastrofe di San Pietro durante la terza guerra mondiale. Indispettita, si faceva strada tra i numerosi coinvolti, tra addetti e volontari, che oltre a salutarla e passare avanti le facevano da ostacolo, e doveva sforzarsi molto per non colpirne qualcuno con la sua elegante stazza o con il pesante bastone che impugnava tra le mani.
    Fatemi passare... fatemi passare! Dov'è la papessa?! Sua santità dove siete???
    Invocava la piccola Veronica che, a causa della sua stazza, si mescolava alla perfezione con tutti gli altri: lei non era di certo una di quelle nobili che se ne stava con le mani in mano mentre un evento veniva organizzato, e correva a destra e a manca dando tutto l'aiuto possibile nonostante quelle mani fossero decisamente troppo minute per portare i vassoi più grandi. Quando la vide, il Capitano si fiondò verso di lei cercando di non inciampare, ma si ritrovò ben presto prossima a conoscere il pavimento, salvata in coroner dal prosperoso petto morbido di Raiko che la afferrò al volo, stringendola a sé prima sorpresa e poi sorridente, felice di vedere anche la loro più battagliera collaboratrice a disposizione.
    Oh, che bello vederti Clerice, sei venuta ad aiutarci?
    Aiutarvi... a fare cosa?! Cos'è tutto questo?!
    Sbottò, sollevandosi dal prosperoso seno di Raiko per poi alzare braccia e voce al cielo, attirando l'attenzione di tutti che per un istante si fermarono di colpo. A sciogliere l'atmosfera fin troppo pesante giunse la piccola Veronica che con un sorriso larghissimo sul volto si apprestò a dare spiegazioni.
    Oggi è una di quelle giornate dove moltissimi pellegrini arrivano fin qui a Neo Venezia per chiedere grazia e perdono, no? Ho pensato di organizzare un bel ricevimento per tutti loro!
    E senza ulteriori spiegazioni, tornò subito al suo lavoro con un sorriso raggiante, seguita a ruota da Clerice sempre più perplessa e profondamente scossa, non sapeva neanche cosa dire, aveva perso la sua fredda autorità ed iniziava perfino a balbettare, confusa soprattutto dal fatto che stava seguendo una bambina con il vassoio pieno di pietanze gustose.
    M-ma... ma ma ma Santità! Ma che dite?! Vengono pellegrini da tutta Europa, servirà il cibo per un esercito!
    Abbiamo già avuto finanziamenti e collaborazioni con tantissimi sponsor, ci hanno solo chiesto di partecipare all'evento, erano tutti molto entusiasti sai?
    Ma santità! Il pellegrinaggio è un momento di penitenza e punizione, deve esserci pentimento! Questo è un premio!
    Oh ma sono già pentiti! Sono venuti fin qui a piedi dalle più disparate città lontane, certo non è distante come Roma ma anche Neo Venezia è lontana dalle loro case! Hanno sofferto abbastanza, e poi molti di loro vengono da paesi già molto poveri, hanno bisogno di una calorosa accoglienza! Altrimenti come torneranno a casa senza forze???
    Nessuna obiezione sembrava destinata a scalfire la solare genuinità della papessa, tant'è che il Comandante decise di arrendersi, fermandosi al centro del salone con le braccia penzoloni e le spalle arrese, l'espressione sconvolta e la capigliatura oramai andata. Raiko la affiancò sorridendo e ridacchiando divertita, mettendole una mano sulla spalla per consolarla.
    Oh beh... non si può dire che con lei ci sia mai un momento di noia. Possibile che Domino non le abbia detto nulla?
    Speriamo non torni troppo presto... si preannuncia una festa così bella!
    E lo era davvero! Mentre gli organizzatori si facevano da parte, lasciando nella stanza solo i numerosi tavoli imbanditi, il salone prendeva forma: una gigantesca scalinata d'oro faceva da sfondo ad un salone dalla forma ovale. Un gran numero di tavoli circolari era posizionato al centro della sala con moltissimi posti a sedere, mentre un semicerchio di tavoli più grandi erano predisposti con tantissime pietanze gustose, bevande di tutti i tipi e servitori pronti a fare la loro parte per accogliere i pellegrini. C'era spazio per almeno duemila persone e i pellegrini non erano di certo così tanti visto che quello era solo uno degli eventi simili che coinvolgevano il vaticano. Per comodità erano predisposte numerose altre dante, e ognuna di esse sarebbe stata egualmente importante. Veronica voleva trasformare quel luogo in un vero e proprio rifugio, non una fortezza inespugnabile. Quando le numerose porte per accedere alla stanza si spalancarono, la papessa era al centro di quella grossa scalinata, affiancata da Raiko alla sua destra e da Clerice alla sinistra, che con l'entusiasmo tipico di una fanciullina allargò le braccia e alzò la voce il più possibile.
    Benvenuti a tutti amici! So che avete portato i vostri cuori e i vostri doni qui a Neo Venezia, ma prima di tutto vorrei offrire un banchetto da condividere con tutti voi! Siate i benvenuti e mangiate a sazietà, il viaggio è stato lungo e voglio che questa festa sia dedicata a voi!
    L'entusiasmo e l'animo spontaneo di Veronica era contagioso, ed ispirò gioia e sorrisi in tutti i collaboratori presenti.
     
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    Sentir parlare di pellegrinaggio per tutta la vita, e poi andarci dopo 17 anni, è un pò come se ad un certo punto avessero deciso di fare una grossa convention del 2+2=4, dove non solo veniva spiegata la differenza tra il primo 2 e il secondo due, ma il 4 addirittura veniva mistificato come se normalmente 2+2 non facesse affatto 4, il tutto condito da una lunghissima camminata a piedi. Stare a sentire quelle persone per ore, giorni, settimane, era davvero snervante e più la meta si avvicinava, più veniva spontaneo domandarsi perché avevano deciso di farlo? Per non essere cacciati dal paese? A quel punto il chiodo fisso era uno: perché tornare? Solo per sentirsi chiedere da altra gente quanto è stato bello scoprire che 2+2=4? No, oramai andavano avanti per inerzia ben consapevoli che se fossero usciti dai ranghi probabilmente avrebbero sparato loro a vista come si fa con i conigli troppo lenti. La marcia migliorò un pochino una volta arrivati in Italia, dove molte leccornie per la strada rendevano il viaggio meno pesante e più spensierato, senza contare che le italiane vantavano certamente una bellezza diverse spanne sopra il resto dell'Europa, probabilmente perché le loro tette non si raggrinzivano col freddo della Russia. Il vero spettacolo però, iniziò quando si ritrovarono davanti alle maestose mura del Vaticano disposto al centro di Neo Venezia, una struttura come quella non l'avevano mai vista prima d'ora e perfino due perdigiorno senza arte né parte come Andrys e Orikan riuscivano ad apprezzarne l'immensità e la solennità. Oltre al fatto che, entrambi, pensarono la stessa cosa: lì dentro doveva essere pieno di roba succosa e di valore da portare a casa come souvenir. Anche se si trattava di un pellegrinaggio, restava comunque un viaggio a tutti gli effetti, sarebbe stato scortese per loro non riportare nulla come ricordo. Non capita mica tutti i giorni di vedere quanto fa 2+2. Una volta davanti ai cancelli di quella struttura, fu subito chiaro che quel pellegrinaggio era roba grossa: moltissimi altri gruppi si unirono a loro rendendo quello spazio decisamente piccolo e rendendo gli ultimi 100 metri un vero e proprio affronto alla pazienza. Arrivati all'interno del salone principale erano così stanchi da aver dimenticato ogni proposito da manolesta cercando disperatamente un posto a sedere, rigorosamente già occupato da vecchi, donne gravide, donne con passeggino e passeggini con donne.
    Senti, prendiamo almeno qualcosa da mangiare, se non metto sotto i denti qualcosa divento pazzo ora.
    Orikan soffriva sempre un sacco la mancanza di animali morti nel suo stomaco, era come una tigre del bengala in gabbia che ha sempre bisogno di attenzioni umane, e quando non gliele davano si faceva ancora più affamato. Andrys sollevò il viso verso l'alto come farebbe un animale alla ricerca del l'odore della propria preda e le sue narici si allargarono per un istante, quello necessario ad agganciare l'aroma di tutto ciò potesse far male al loro organismo.
    Credo sarà molto difficile morire di fame in questo posto...
    Sin da quando erano arrivati davanti ai cancelli del Vaticano da quel posto veniva un odore fortissimo di carne e prelibatezze di ogni tipo, non che le gradazioni di verde o cose genuine meritassero attenzione, ma quei tavoli buffet andavano assaliti, anche se il buffet era a tutti gli effetti il catering del demonio. Erano davvero nel posto giusto? Mentre la papessa si preparava ad accogliere tutti, i gemelli serpeggiavano tra i vari pellegrini distratti che volevano ascoltare il suo benvenuto, assicurandosi di toccare qualche morbido culo mentre avanzavano, non necessariamente femminile, al solo scopo di provocare reazioni contrariate e magari qualche schiaffo da parte dei presenti al tipo che avevano alle spalle. Dovettero fare i conti con una realtà davvero snervante: non erano gli unici ad aver pensato prima di tutto al buffet, e nonostante i più golosi e maleducati non avessero già iniziato per rispetto verso la papessa, avevano già creato un vero e proprio muro umano che avrebbe impedito a chiunque di togliere loro il primato di mangiapane a tradimento. Come al solito, i gemelli decisero di giocare di squadra e mentre uno passava davanti al grassone più goffo e vistoso, l'altro gli scivolava alle spalle pronto a soffiargli il posto al primo movimento falso.
    DOVE PENSI DI ANDARE, PICCOLO BASTARDO?!
    Con un vocione che di umano non aveva nulla, quell'enorme tizio dalle fattezze baleniformi intercettò subito Andrys afferrandolo per il colletto, tirandolo indietro in modo da respingerlo e impedirgli di passargli avanti.
    Hey! Mollami! Non faccio parte del buffet io!
    Orikan sfruttò il momento per potergli soffiare il posto. E visto che era particolarmente brutto e antipatico, afferrò anche il suo coltello con una certa soddisfazione, ghignando dispettoso mentre gli tagliava la cintura dei pantaloni nella speranza di vederli crollare a terra così che li seguisse sul pavimento in caso avesse provato a fare movimenti vistosi. Poi avrebbero dovuto ributtarlo in mare a mano, ma ne sarebbe valsa la pena. C'era solo una cosa che non avevano calcolato però: il fatto che quella montagna di lardo indossasse dei pantaloni larghi anche per la sua stazza, che crollarono a terra prima ancora di finire l'opera. Il balenottero divenne rosso in volto, e quando intercettò con lo sguardo anche Orikan i due gemelli capirono di averlo fatto arrabbiare.
    BASTARDI VOLETE STUPRARMI?!
    Non ci fu neanche il tempo di controbattere sulla scelta di parole fin troppo specifica, che subito quel tipo lanciò Andrys a terra per poi voltarsi verso Orikan per poterlo afferrare. I gemelli sfuggirono subito al suo goffo tentativo di afferrarli, ma a quel punto si era già innescata una reazione a catena di schiaffi che arrivò fino alla montagna di lardo, che quando non vide più solo due nemici ma l'intero contingente di pellegrini come avversari, si trasformò in una vera e propria furia. I due gemelli riemersero dalla folla sedendosi sui tavoli e osservando la gente che stava iniziando a pestarsi, e mentre si guardavano compiaciuti il pensiero che attraversava le loro menti era lo stesso.
    Lo sai che significa vero?
    La violenza sembra seguirci ovunque andiamo.
    E mentre i due si piazzavano in piedi sui tavoli, afferrando quei grossi vassoi pieni di cibo, lanciarono contemporaneamente un grido verso la folla: "RISSA!!!". Ovviamente loro non fecero eccezione e quando i pellegrini furono abbastanza nel caos, i gemelli iniziarono a lanciare contro di loro anche il cibo sequestrato, non solo creando ulteriore caos ma soprattutto dando l'esempio ad altri che iniziarono ben presto ad armarsi di altri vassoi. Orikan si preoccupava di ingozzarsi di munizioni tra un lancio e l'altro mentre Andrys sembrava molto più concentrato a cercare di fare centro sui nasi della gente usando i vassoi come dei frisbee. Quello era il momento più bello di tutto il pellegrinaggio, e in effetti avevano anche dimenticato perché si trovavano lì. Qualcuno aveva dato loro il benvenuto? Troppo impegnati a fare a botte per pensarci.
     
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    Quando Veronica vide tutte quelle persone davanti a lei, accolte in un luogo solenne e sacro come il Vaticano, fu subito colta da un'immensa gioia. Il primo pensiero fu che era davvero bello poter vedere tanti fedeli che avevano risposto al suo appello, e che guidati dalle tradizioni così come dal loro credo incrollabile erano intervenuti mostrandosi senza ritardi o esitazioni. Le riempì il cuore e i suoi occhi si illuminarono, inorgogliendo non poco le donne ai suoi lati che percepirono subito quell'ondata di positività. Qualcosa che sembrava destinato a durare molto poco. Proprio mentre Veronica si preparava ad iniziare il suo discorso, un fastidioso brusio si sollevò dalla platea, accompagnato da un suono inconfondibile di schiaffi e di percosse che cresceva sempre di più. La piccola perse subito la sua espressione serena e si fece preoccupata appena realizzò che le persone stavano iniziando una vera e propria rissa, una gigantesca rissa durante il buffet di un pellegrinaggio! Disastroso!
    Amici vi prego... non fate così! Aspettate, non fatevi del male!
    Cercò di riportare tutti alla quiete, ma prima che fosse possibile un paio di giovani salirono sui tavoli del buffet e dichiararono guerra aperta, iniziando ad usare quelle preziose e deliziose cibarie come se fossero delle armi improprie, facendo degenerare la già gravissima rissa in un vero e proprio disastro mediatico. La cosa non sarebbe passata inosservata agli occhi dei giornali e sia Raiko che Clerice avevano occhi e bocche spalancate, visibilmente preoccupate per quello che stava succedendo. Dovevano riportare i pellegrini all'ordine senza però esagerare, o sarebbero sembrate troppo aggressive. Raiko prese subito Veronica per una spalla, avvicinandola a sé, per tenerla al sicuro da quel putiferio, Clerice si fece avanti per parlare ma per quanto alzasse la voce, tutto era assolutamente inutile. Il caos era destinato a prosperare in quel tugurio di ignoranza, ma proprio mentre tutto sembrava essere perduto, ecco avvenire qualcosa di facilmente prevedibile, ma di immenso impatto: una gigantesca pressione energetica, oscura come il fondo di un pozzo senza fine, riempì la stanza portando immediatamente tutti i presenti al silenzio e nel terrore. Venne accompagnata da un violentissimo movimento di una grossa spada oscura che sembrò quasi gettare il luogo nelle tenebre, anche se solo per un istante. Dopo quel singolo evento nessuno ebbe più il coraggio di dire una sola parola. Prima di parlare però, Domino si preoccupò di tirare un calcio sul tavolo dove troneggiavano i due gemelli, così da farli cadere rovinosamente a terra con un netto disprezzo, percepibile anche dalle sue parole.
    Se il cibo vi fa schifo, andate a mangiare l'erba invece di buttarlo, bestie...
    Detto questo, e avendo zittito anche le alte sfere presenti, Domino afferrò i due responsabili del disastro che non erano di certo passati inosservati al suo occhio attento, e dopo averli presi per i rispettivi colletti, iniziò a tirarli via come dei sacchi di patate, nascondendo le loro facce col mantello scuro che penzolava alle sue spalle, neanche a voler nascondere dove li stava effettivamente portando. Fosse stato per lei li avrebbe torturati sul posto e puniti come si deve, ma probabilmente Veronica non avrebbe approvato. Quindi li portò in una stanza vicina all'atrio principale, in una di quelle parti del complesso ancora da ristrutturare, piena di mobili coperti di teli bianchi e stanze buie, dall'aria lugubre. Solo a quel punto avrebbe abbassato la sua aura energetica per permettere a quei due di riprendere a respirare, lanciandoli contro il muro senza molta delicatezza. I suoi occhi facevano capolino tra il cappello e il colletto lungo del mantello, erano l'unica parte visibile del suo volto ed erano quelli di una bestia incazzata davvero. L'enorme spadone nero alle sue spalle ruggiva come se fosse pronto a divorarli interi in quel preciso istante.
    Si può sapere chi siete e che pensavate di fare? Questo posto non è una discoteca, sareste meritevoli di una punizione esemplare...!
    Dava l'idea di poterli aggredire da un momento all'altro, ma proprio mentre parlava una voce dolce e genuina partì dal corridoio, gridando preoccupata.
    Domino no!
    Prima che quella belva potesse assalirli, la piccola Veronica spalancò la porta mentre aveva il fiato corto, seguita a ruota da Raiko e da Clerice che l'avevano ovviamente assistita. Veronica faceva bene a preoccuparsi perché Domino aveva tutta l'aria di aver perso la pazienza. Senza voltarsi, le rispose a tono, tenendo lo sguardo sui due teppistelli.
    E così che vuoi farti rispettare? L'indulgenza non ti porterà da nessuna parte... devi crescere, Papessa!
    Domino...
    Quelle parole colpirono duramente Veronica che prima sollevò lo sguardo come se avesse voluto risponderle, poi strinse i minuti pugni per poi abbassare lo sguardo a terra, mortificata, stretta alle spalle da Raiko che tentava di farle forza mentre guardava con disappunto Domino. Era stata troppo dura anche per una situazione del genere, e creò un netto gelo all'interno di quella stanza già molto fredda.
     
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    A conti fatti, quel pellegrinaggio non era stato niente male... avevano visitato un sacco di posti, osservato davanzali diversi, sgraffignato prelibatezze in giro, e ora quella battaglia di cibo priva di qualsiasi senso si stava rivelando uno spettacolo davvero molto divertente, insaporiva tutto quello che Orikan si ficcava in bocca poco prima di lanciarlo. Il divertimento era tale che dimenticarono completamente dove si trovavano in quel momento, pertanto non riuscirono ad immaginare in che genere di guai si stavano per ficcare i due gemelli. La dimostrazione pratica arrivò appena quell'immane pressione energetica mise tutti quanti a tacere, Orikan e Andrys piegarono le teste sgranando gli occhi, come se un grosso peso fosse caduto loro in testa e adesso gli impediva di rialzarsi.
    Che... cazz-?!
    Sotto i loro sguardi, le persone crollavano in ginocchio terrorizzate tanto quanto loro, oppresse da una potenza talmente oscura da far accapponare la pelle. Di colpa tornarono alla realtà ma si domandarono anche se quella era davvero Neo Venezia o una specie di trappola diabolica. Nessuna risposta, solo altre domande che sorsero appena il tavolino cedette, gettandoli dolorosamente a terra, e ancor prima di riaprire gli occhi qualcuno li aveva già rapiti, piazzando loro un mantello sul volto mentre utilizzavano i loro preziosi pantaloni come uno scopettone per il pavimento.
    Hey se dovevamo pulire bastava chiedere!
    Non lo avremmo fatto, però sarebbe stato educato!
    Le chiacchiere stavano a zero e senza troppi colpi di scena si ritrovarono in una stanza assai poco ospitale, molto diversa dal salone che avevano plagiato con il loro animo poco serio: spoglia, priva di vita, addirittura fredda, resa ancora più inospitale da quella slanciata figura avvolta dal nero e resa ancora più inquietante da quello sguardo si femminile, eppure maledettamente minaccioso. Andrys e Orikan cercarono di mantenere le loro facce toste, inghiottendo però un amaro rospo all'unisono, sinceramente timorosi per la loro pellaccia. Quella era la donna che aveva esercitato una simile pressione energetica, e se ne andava in giro con uno spadone enorme e un paio di occhi assetati di sangue... difficile quale delle due fosse peggio. Tentarono di prendere fiato ma la donna li incalzò dando subito inizio all'interrogatorio. Andrys e Orikan sollevarono subito le mani, uno tirando fuori l'indice come a voler prendere parola per primo, l'altro mettendo una mano di fronte al gemello come a volerlo allontanare.
    Ti prego, soffocami in mezzo a quelle cosc-MFFF!
    Prima di tutto vorrei dissociarmi da questo losco individuo: non ho idea di chi sia, anzi mi sembra proprio il genere di persona che farebbe danni con losche intenzioni, prendetelo subito, è chiaramente colpevole!
    Inutile dire che quelle parole sarebbero state del tutto inutili e più la voglia di quella tipa di affettarli cresceva, più i due gemelli sudavano freddo digrignando i denti e deformando le loro espressioni in puro terrore. Sarebbero morti quel giorno, la rissa del cibo a Neo Venezia sarebbe stato il loro canto del cigno da incidere sulla tomba. Ma ecco che, come una voce paradisiaca, l'incantevole suono di una salvatrice che arrivava in tempo nella stanza, col preciso scopo di fermare la terribile donna dagli occhi assassini che voleva far loro la pelle. Arrivò la ragazzina che se ne stava sulle scalinate nel salone, accompagnata da due gnocche stratosferiche che fecero sgranare di nuovo gli occhi ai due trasandati gemelli. Quando poi la piccola ragazza li guardò con quegli occhi colmi di compassione i loro cuori si sciolsero, mai nessuno aveva spezzato una lancia in loro favore per salvarli, al massimo avevano spezzato lance per poterli colpire più volte invece che una sola, ma mai erano stati così fortunati!
    C-ci... dispiace! Siamo profondamente pentiti...!
    S-siamo due anime sbandate che hanno b-bisogno di una guida!
    Avrebbero cercato di scusarsi, ma la donna con la spada nera non era affatto avvezza ad accettare giustificazioni, e con l'aria imperiosa di chi vuole esprimere un giudizio inappellabile, fulminò anche la ragazzina, chiamandola con disprezzo Papessa, infangando il suo buon cuore come se non fosse in grado di farsi rispettare. E forse era vero, ma l'espressione dispiaciuta di quella dolce fanciulla riuscì a colpire i cuori dei gemelli che subito assunsero un'aria molto più seria, decisi a rialzarsi completamente guardando dritto negli occhi quella donna pericolosissima, ma senza più paura. Adesso erano loro ad essere arrabbiati.
    Non ti sembra di aver esagerato? Sei un po' troppo spocchiosa per una che va in giro col cappello da cowboy. Forse dovresti chiedere scusa anche tu alla Papessa!
    E poi per essere una importante qui sei un po' troppo... darkettona! Non dovrebbero esserci cavalieri della luce luminosa e accecante qui? Come la Papessa ad esempio!
    Quella ragazzina era l'unica al mondo ad essere mai corsa in loro aiuto, forse sarebbero morti comunque ma non potevano accettare che una prepotente donna armata di spadone nero e un chiaro complesso goth/western se la prendesse con una ragazzina indifesa! Questo era troppo anche per loro.
     
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    Le parole dei ragazzi riuscirono a stupire tutti nella stanza, provando sia l'indignazione di Domino che tentò di fulminarli con gli occhi, sia la sorpresa delle altre due donne che assai di rado avevano visto qualcuno rispondere a tono a Domino in situazioni così serie e minacciose. Ma soprattutto la giovane Papessa, che alzò lo sguardo verso di loro con il volto arrossato, gli occhi lucidi e le mani giunte come in preghiera, sembrava quasi aver ritrovato la speranza che Domino stava cercando di spazzare via. Istintivamente, la pericolosa donna dallo sguardo minaccioso fu tentata di metterli a tacere in maniera violenta, ma quando si voltò verso Veronica osservando quanto effettivamente quella situazione stava degenerando, fu costretta a chiudere gli occhi e sospirare, arrendendosi.
    Uff... si, mi dispiace, non volevo essere cattiva. Mi sono lasciata trascinare dallo stress. Puoi perdonarmi?
    Nell'ultima parte del discorso si voltò verso Veronica, sfoggiando uno sguardo più umano. La giovane Papessa le rispose prima sorridendole, per poi avvicinarsi a lei mentre alle sue spalle Raiko e Clerice restavano ancora piuttosto stupite, come se avessero visto qualcosa di molto strano.
    Non fa nulla, può capitare di arrabbiarsi ogni tanto. E poi sono sicura che i ragazzi non avevano cattive intenzioni! Il viaggio deve essere stato lungo e noioso e io mi sono messa a parlare come una brontolona invece di farli divertire, vero?
    etto questo si voltò verso di loro, portando le mani dietro la schiena con fare ancora un pò timido, avvicinandosi ai due ragazzi sorridendo loro con un'aria incredibilmente spontanea e fanciullesca. Era felice che quei due avessero preso le sue parti, non capitava spesso che la difendessero a spada tratta e Veronica lesse subito in quei piccoli gesti che i loro cuori, per quanto sbandati erano puri. Allungò le mani minute e delicate verso di loro per poterle accogliere in una piccola stretta accogliente, così da poter dar loro finalmente un saluto spontaneo.
    Anche voi ragazzi, non siate arrabbiati con Domino, lei è la mia migliore amica e si preoccupa per me, per questo è severa. Lo sono anche Clerice e Raiko a volte, le donne alle mie spalle. Io invece mi chiamo Veronica e...
    Ehm... Santità?
    Clerice tentò di attirare l'attenzione di tutti quanti, indicando i due ragazzi. Mentre la ragazzina parlava, non si stava rendendo conto che le sue mani appena si erano avvicinate ai ragazzi avevano iniziato a brillare in maniera tenue. Clerice sembrava stupita, mentre Raiko osservava curiosa l'evento. Domino capì subito di cosa si trattava ma nonostante questo non era stupita, perlopiù... perplessa. La Papessa rimase ad osservare il fenomeno per qualche istante, non sapendo cosa dire. Fu il capo della guardia a farsi avanti dunque, scandendo i suoi passi con l'imponente bastone che portava con sé.
    Chi siete voi due? E da dove venite?
    Sembrava che tutte lì dentro si aspettassero una risposta da quei ragazzi, soprattutto Veronica che osservava il fenomeno con curiosità e in parte anche ammirazione. Le luci sulle sue braccia definivano dei segni sulla sua pelle normalmente invisibili, simili a dei segni sacri che ricoprivano il suo corpo. Sulle mani e le braccia erano particolarmente evidenti, mentre sfumavano sul resto del suo corpo diventando man mano meno visibili.
     
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    Per tutto il tempo rimasero fermi, impassibili, Domino era spaventosa ma quei due erano testardi come muli e stupidi come capre, quindi per il momento la paura era messa da parte, tutto in nome della loro piccola salvatrice che aveva meritato quel puro gesto di rispetto. Per un istante sembrarono vacillare, soprattutto quando Domino diede l'idea di voler colpire comunque e fecero un vistoso passo indietro sollevando le braccia in posizione difensiva, tenendo però gli sguardi serissimi come se volessero mantenere una certa fermezza, totalmente distrutta dal modo buffo in cui si erano ritirati tremolanti e sudaticci. Fortunatamente però, la donna spaventosa con lo spadone e l'aria darkettona si fece da parte, chiedendo scusa.
    Tranquilla, tutto perdonato.
    Non mi sembra proprio il caso di iniziare una rissa qui...
    Parlavano con la fermezza di chi ha mantenuto sotto controllo la situazione fino all'ultimo, ma i loro volti erano rivolti verso il basso e gli occhi sgranati erano quelli di chi aveva appena visto la morte in faccia, ed era una morte dalle cosce lunghe e il corpo prosperoso. Una buona morte, ma probabilmente dolorosa. A sciogliere del tutto la tensione però, ci pensò la dolce papessa che più si avvicinava e parlava, più faceva breccia nei cuori dei due giovani: sembrava che niente potesse farla arrabbiare e che cercasse il buono in ogni lato del mondo, trovò perfino una spiegazione lucida al loro stupidissimo gesto di trasformare il pellegrinaggio in una rissa con tanto di guerra del cibo, cosa in realtà nata per puro sollazzo e non per noia, ma era bello sentirsi dire una cosa del genere una volta tanto, dava un che di speranza, di fiducioso. Fu davanti a loro quando iniziò a fare le presentazioni, allungando le mani per poterli salutare. In un primo momento i due gemelli esitarono davanti a lei: era così piccola, giovane e minuta, sembrava una bambolina facile da rompere al primo gesto di troppo, assai diversa da quelle matrioske infrangibili della loro città natale, fatte con zoccoli vecchi e cattiveria, usate dagli anziani come bombe a grappolo contro i fanciulletti sbandati come loro che pensavano solo a divertirsi. Per questo le mani dei ragazzi si alzarono verso di lei con una timorosa sorpresa, una ragazza così raggiante e solare era una novità per loro e sembravano aver paura di sporcarla se l'avessero toccata nel modo sbagliato. Orikan e Andrys si scambiarono uno sguardo a quel punto, e bastò incrociare gli occhi perché un pensiero venisse immediatamente condiviso tra i due.
    *E' fatta. Se ci imboniamo i piani alti della chiesa, vivremo ricchi e spensierati per sempre.*
    *Soldi e puttane tutte le notti, possiamo finalmente permetterci droghe che non derivino dalle patate!*
    Sui loro volti si dipinse un sorriso raggiante, sfoggiarono dei sguardi da seduttori, non dei tonti buffoni ma dei ragazzi maturi e solari, pronti a vendere la loro merce per dimostrare di essere valorosi. Allungarono le mani verso la papessa, usando una per accogliere le dita fragili della ragazza, e l'altra per coprirle in un gesto affettivo e protettivo, mentre si avvicinavano a lei per concederle una carezza. Subito dopo seguì un movimento quasi sincronizzato delle mani verso i capelli per sistemarli, Orikan che li aveva corti fece subito, Andrys invece li lasciò scivolare sui lisci capelli per più tempo, fino alle punte.
    Siamo i gemelli Rabum, sua santità eccellentissima.
    Io sono Andrys, lui invece è mio fratello Orikan, siamo pronti a mettere le nostre doti al vostro servizio se ci farete l'onore di...
    Proprio mentre si presentavano e spostavano lo sguardo verso le donne presenti nella speranza di fare colpo anche su di loro, i gemelli si resero conto che le mani della papessa si stavano illuminando, e senza cambiare minimamente espressione iniziarono a ritirare le braccia con fare tremante, temendo che qualcosa di losco e misterioso stesse succedendo. Pur restando con i loro volti seducenti, avevano la fronte imperlata di sudore, aspettandosi da un momento all'altro una punizione divina per aver toccato qualcosa di sacro con le loro mani peccaminose.
    P-peee-nsandoci bene... se sua eccellenza santità vuole... possiamo togliere il disturbo anche subito...
    S-siii... non abbiamo intenzione di trattenerci troppo... chiediamo profondamente scusa e andiamo via, davvero...
    Non avevano la minima intenzione di farsi ammazzare da una saetta divina, forse le donne in quella stanza erano una più strafiga dell'altra ma sicuramente non valeva la pena lasciarsi ammazzare per così poco. Non avendo mai visto niente del genere, Andrys e Orikan erano sotto pressione. Dalle loro parti non c'erano molti combattenti, persone normali anche molto noiose. Lì al vaticano invece sembravano tutti abituati alle cose uniche e strane, eppure perfino quell'evento dava l'idea di essere insolito. Che i due gemelli si fossero ritrovati in mezzo a qualcosa di più grane di loro? Meglio filarsela al più presto, e man mano che balbettavano, indietreggiavano già pronti a levare le tende.
     
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    L'unica a prestare veramente attenzione alle facce buffe e il comportamento divertente dei gemelli fu Veronica, che iniziò a sorridere divertita da quel modo di fare così sicuro e in qualche modo comico, sembravano ostentare una sicurezza irreale anche se fino ad un momento prima erano paralizzati dalla paura di Domino. se non altro avevano un cuore coraggioso, questo non poteva negarglielo! Le altre invece, erano totalmente confuse e distratte dalla luminescenza della papessa, altrimenti l'ardire con cui i due ragazzi si stavano avvicinando alla piccola Veronica sarebbe stato punito con molta violenza. Raiko, Clerice e Domino si avvicinarono mentre invece i gemelli sembrarono farsi da parte, come spaventati da quel bagliore misterioso, lasciando stupita Veronica che inclinò di lato la testa verso loro due, domandandosi se non fosse davvero riuscita a spaventarli. Quando gli occhi si abituarono a quella luce e fu semplice notare che non era una mera illuminazione ma apparteneva ai segni sul corpo di Veronica, per tutti fu chiaro cosa stava succedendo.
    E' un segno...
    Nessuna did loro sapeva cosa significava di preciso, ma altre volte era successo e altre volte era stato interpretato come un messaggio. Veronica iniziò ad alternare lo sguardo dalle sue mani ai ragazzi, cercando di capire meglio, Domino invece fu molto più veloce: si fiondò alle loro spalle, fermandoli con la sua stazza e fermezza fisica, facendoli sbattere contro il suo petto senza preoccuparsi troppo che sfiorassero parti delicate, li avrebbe schiaffeggiati rumorosamente se avessero provato ad allungare le mani.
    Dove pensate di andare? Abbiamo bisogno di risposte... Gemelli Rabum.
    L'aria di Domino era molto seria, quasi solenne, specialmente nell'ultima parte sembrò enfatizzare il loro cognome come se volesse usarlo in tono accusatorio. Piazzò le mani sulle spalle di entrambi, senza ferirli ma stringendo quel tanto che bastava con i polpastrelli per impedire loro di sottrarsi alla presa ed eventualmente piegarli anche dolorosamente di lato. La zona del trapezio era molto sensibile, sicuramente avrebbero capito il messaggio.
    I fedeli non devono vederla così.
    Si fece avanti Raiko, tenendo una mano stretta sul petto, il suo sguardo dolce era divenuto più serio, ma tutt'altro che aggressivo.
    La porterò io nella sua stanza, Clerice tu torna dagli invitati e rassicurali, avranno bisogno anche loro di riposo. Domino, tu invece sistema i ragazzi in uno dei nuovi alloggi. Assicurati che non vadano via, abbiamo bisogno di risposte.
    Hey Raiko... non scherzare!
    La presa sulle spalle dei ragazzi si fece più dura, così come il tono di Domino che sembrava oltre che arrabbiata, anche scontrosa riguardo a quell'idea.
    I nuovi alloggi sono troppo vicini alla stanza di Veronica, dovrei sistemarli lì? E per di più devo mettermi a fare da balia a questi due??? Mi oppongo!
    Con un forte passo in avanti e un altrettanto sonoro rintocco del suo bastone a terra, fu Clerice a prendere parola e con un'aria imperiosa cercò di impartire l'ordine in maniera impossibile da respingere.
    Domino, è un'emergenza! Dobbiamo capire cos'è questo fenomeno. Te lo ordino come Capitano della Guardia!
    Domino schioccò le labbra con disappunto, fissando Clerice come a volerla impressionare, ma lo sguardo della prosperosa donna dai capelli bianchi rimase immobile. Alla fine Domino cedette e con ben poca eleganza, spinse i ragazzi davanti a sé, pronta a fare strada.
    Andiamo! Venite con me!
    Mentre Domino li portava via, Veronica lanciò qualche sguardo verso i ragazzi, aveva l'aria di chi voleva dire la sua, ma quelle donne sembravano sapere perfettamente cosa fare e non aveva la volontà di opporsi. Finché non li divisero del tutto Veronica continuò a cercare i loro sguardi, preoccupata che li separassero così presto. Domino li spinse come si fa con le pecore verso un altro lungo corridoio, per due pellegrini doveva sembrare sicuramente uno scherzo ma senz'altro era una rottura essere sballottati in giro a destra e a manca di continuo senza troppe spiegazioni. Domino poi li spinse in malo modo in quei famosi alloggi, sebbene si sarebbero rivelati molto, molto meglio delle aspettative: proprio come la lussuosa stanza centrale dell'accoglienza, la camera degli ospiti era decorata in motivi di marmo bianco, argento e altri tipi di decorazioni. Mobili nuovi, grosso letto matrimoniale pieno di cuscini, all'interno c'era lo spazio sia per un bagno che per una cabina armadio, non mancavano i comfort di ogni genere. Domino chiuse la stanza alle sue spalle, piazzandosi contro di essa per impedire a gemelli di aprirla: la grossa spada nera era al suo fianco, mentre lei aveva le braccia conserte proprio sotto il prosperoso seno, messo in ombra dall'aria oscura e poco entusiasta che aveva in quel momento la spadaccina.
    Voi due... dannati. Per colpa vostra sono stata declassata a balia. Beh non aspettatevi numeri da Mary Poppins: se i vostri culi non restano incollati al letto per tutto il tempo vi userò come ciabatte da mare...
    E visti i suoi grossi stivali metallici, la minaccia non doveva sembrare troppo velata... il suo sguardo, per quanto furioso, non era affatto malvagio e anzi era palese una chiara preoccupazione nei confronti di Veronica. Così giovane e così fragile, piena di responsabilità e al centro del ciclone.
     
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    Alle parole "è un segno", divenne chiaro che dovevano svanire da lì il più in fretta possibile. Niente che abbia la parola "segno" in mezzo è positiva. Ti lascio un segno sulla faccia. Questa lezione vi lascerà il segno. Il tuo segno zodiacale è il capricorno. Cose orribili. Indietreggiarono quanto gli fu possibile, era la prima volta che succedeva visto che di solito di fronte ad un gran numero di cosce seducenti e tette formose si avvicinavano invece, quindi procedevano lentamente, ma il loro istinto di sopravvivenza era più potente della perversione a quel punto. Quando si ritrovarono un ostacolo alle spalle i loro occhi caddero verso il basso, quindi non avevano idea di chi effettivamente si era piazzato lì per fermarli, venne spontaneo dunque allungare le mani, rispettivamente la destra di Andrys e la sinistra di Orikan, per cercare di capire chi fosse. Ovviamente lo avrebbero giudicato tastando il suo seno, ma vennero schiaffeggiati immediatamente, pertanto la risposta era facile da immaginare.
    La darkettona...
    La darkettona...
    Mormorarono all'unisono, sapevano benissimo cosa significava. Non potevano andarsene di lì, erano in balia di un destino che stava andando decisamente troppo veloce per i loro gusti e qualcosa suggerì ai due gemelli che presto sarebbero stati sballotolati via ancora una volta. Una situazione difficile, ma che venne messa momentaneamente da parte quando Andrys notò l'espressione confusa della papessa mentre le donne nella stanza davano disposizioni come un fiume in piena. Attirò l'attenzione del fratello con una gomitata e subito entrambi si resero conto che non erano gli unici a non capirci assolutamente nulla di quella faccenda. veronica era spaesata almeno tanto quanto loro, e nonostante tutto si preoccupava per i suoi ospiti. Anche se erano una coppia di poco di buono, i gemelli Rabum non erano di cuore malvagio e davanti ad una ragazzina preoccupata, entrambi sollevarono i pollici facendole l'occhiolino, come a volerla rassicurare: non doveva preoccuparsi per loro, sarebbero stati bene. In fondo potevano distruggere qualsiasi timore di morte iniziando a fissare le gambe lunghissime della darkettona, erano bravi a spegnere il cervello. Dopo le disposizioni, come previsto, vennero spintonati via da lì e trascinati verso le famose stanze degli ospiti, prospettiva che non li entusiasmava e li faceva borbottare a denti stretti.
    Ci mancavano solo le brandine degli ospiti... ti avverto, se c'è il letto a castello tu dormi giù, c'erano fagioli nel banchetto e non voglio stare sotto il tuo culo.
    Oh si, dormi pure sopra, così se avrò un'erezione pensando alla papessa mentre dormo la saetta colpirà prima te...
    In situazioni di difficoltà, non è sempre semplice ritrovarsi dalla stessa parte. Fortunatamente per loro però, la stanza non aveva niente a che vedere con la loro immagine mentale, tant'è che quando furono dentro allargarono la bocca e sgranarono gli occhi concedendosi un verso di fanciullesco stupore. Mai vista una stanza così grande e bella, dalle loro parti non c'era proprio! La vita di città era tutto un altro discorso. Tale fu la meraviglia che Domino perse totalmente importanza a quel punto, i gemelli ignorarono il suo avvertimento di stare buoni e seduti, sia le sue offese velate, iniziando a camminare per la stanza curiosando in giro.
    Ciabatte da mare? Wow, sei perversa...
    Iniziarono a toccare di tutto: curiosando nei cassetti, sotto il letto, tra gli sportelli degli armadi, toccavano qualsiasi cosa potesse avere un certo valore e quando la trovavano iniziavano a pensare ad un modo per poterla portare fuori di lì, e magari rivenderla ad un buon prezzo.
    Personalmente non ho un fetish per i piedi mi dispiace, però quella tua spada è una gran figata, dove l'hai presa? La vendono da queste parti? Se c'è un negozio di souvenir la voglio anche io!
    Ogni cosa che dicevano era rivolta a Domino, ma non la guardavano affatto, troppo impegnati ad esplorare il gigantesco bagno di quel luogo, annusando tutti i prodotti profumati e le spazzole nuove che sembravano appena uscite dalla fabbrica. Mai visto un cesso che non profumasse di peli.
    Questo posto deve essere pieno di armi fighe come quella, vero? Esorcisti e soldati della chiesa sono famosi per i loro ninnoli scintillanti. Perfino la papessa brilla! Mai visti dei tatuaggi che si accendono così.
    Una delle cose che attirò più la loro attenzione fu il grosso specchio posizionato davanti al letto matrimoniale. Dopo aver afferrato un paio di grosse pellicce trovate dentro l'armadio, i due gemelli si piazzarono davanti al loro stesso riflesso per vedere come stavano, Andrys iniziò a sistemarsi i capelli mentre Rabum indossò degli occhiali da sole trovati in giro, sembravano su una passerella dando spettacolo a tutti, salutavano perfino con una certa soddisfazione.
    Certo che tatuaggi così vistosi ad una ragazza così piccola... devono aver fatto male.
    E' per questo che sei così protettiva con lei? Ha detto che sei la sua migliore amica, è vero o è una di quelle cose tipo siamo amiche perché dobbiamo stare assieme per forza?
    Oh ora che ci penso la papessa brilla e lei invece è una darkettona! Fanno una bella coppia. Anche se tu sei in netto contrasto con questo posto. Sono tutti super solari e sfarzosi, tu invece sembri uscita da un fumetto che esce una volta all'anno.
    Si infatti perché sei così darkettona?
    Solo a quel punto i due si voltarono verso Domino, con aria interrogativa, Andrys con le mani in tasca e Orikan che abbassava gli occhiali da sole con un dito. In quel momento, a giudicare dai loro sguardi, era Domino quella strana e totalmente fuori contesto, non certo due ladruncoli che curiosavano in giro fuori da casa loro.
     
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    Di solito un segno preannuncia un grande potere, quei due invece sembravano avere come unico superpotere quello di farla arrabbiare da morire. Sapeva che era inutile insistere sul farli sedere, non le avrebbero dato ascolto, men che meno minacciarli con la spada sarebbe servito... oltre al fatto che erano in due, quindi mentre picchiava uno l'altro poteva sgattaiolare fuori, c'era anche da tener conto che vibrare il suo spadone dentro quella stanza rischiava di fare molti più danni di loro che comunque stavano solo curiosando in giro. In maniera petulante e fastidiosa certo, ma erano comunque innocui. Meglio restare lì davanti alla porta, il suo unico compito era evitare che uscissero da quella stanza e non aveva la minima intenzione di dargliela vinta. Portò le braccia in posizione conserte abbassando il capo e il cappello in modo da provare ad ignorarli, ma la riempirono di così tante domande e parole che non riuscì assolutamente a distrarsi da loro. E mentre quella grossa vena che aveva sulla fronte si faceva sempre più vistosa, le sue labbra si contorcevano mentre i denti stridevano. Chiuse gli occhi nel tentativo di controllare la rabbia ma non ci riuscì assolutamente, era così agitata che sentiva perfino di iniziare a sudare, aveva caldo per quanto i nervi erano cresciuti. Alla fine afferrò il suo mantello e il suo cappello, lanciandoli a terra accompagnando il tutto con un suono estremamente pesante e tonfo. Quei vestiti sembravano fatti di fibre metalliche.
    Riuscite a stare zitti... PER PIU' DI CINQUE MINUTI?!
    Gridò con forza, tant'è che si ritrovò ad ansimare dopo aver urlato, sorprendendosi a sua volta di aver reagito in maniera tanto eccessiva. Quella giornata l'aveva davvero stressata tantissimo. Tolto il grosso del suo vestiario per il caldo, Domino rimase con addosso solamente i pantaloni neri attillati, dalla quale facevano capolino un paio di sottili elastici viola avvinghiati intorno ai suoi fianchi, forse aveva tolto i vestiti troppo frettolosamente e qualcosa non le era rimasto addosso nella maniera giusta. Il ventre era scoperto, la schiena in parte nascosta solo da dei nastri neri, mentre il petto si gonfiava e si sgonfiava ritmicamente per il suo respiro profondo era coperto da quel top sportivo comodo, molto attillato, reso ancora più stretto dalle gocce di sudore che le imperlavano il corpo, tant'è che era possibile vedere i suoi capezzoli anche se non erano turgidi. Quando se ne rese conto, Domino si schiarì la voce e dopo aver ripreso la posizione calma e distaccata a braccia conserte, cosa che le permetteva di nascondere il suo seno, riprese a parlare.
    Non sono una Darkettona...
    Il tono che saltò fuori fu molto più infantile e piagnucoloso di quanto non si aspettasse, probabilmente perché quell'etichetta la metteva realmente a disagio, che volevano dire con una parola del genere? Così infantile... sembrava perfino offensivo, solo che non lo aveva capito realmente. Non capiva nulla di quei due.
    E' che la mia spada è nera, non posso colorarla, quindi cerco di vestirmi abbinata. E fidatevi, una spada così non la vorreste anche voi.
    Sorprendentemente, era in parte vero, inoltre il tono era molto cambiato. Sembrava quasi materno, che si augurava che quei due non trovassero mai un cimelio del genere. Non lo avrebbe augurato nemmeno al suo più acerrimo nemico, poco ma sicuro. Fissò lo sguardo su di loro, incrociando le gambe spostando tutto il peso sulla schiena che stava contro la porta, continuando con quel tono più informale, dato che le cattive non funzionavano era inutile inacidirsi il sangue.
    Nessuno le ha fatto quei tatuaggi, è l'eredità della vecchia Papessa, il dono dei Portatori di Luce, così lo chiamiamo. Non è sofferenza, è un simbolo di speranza... nonché un pesante fardello per le spalle fragili di una ragazzina.
    Il tono si abbassò lentamente assieme al suo sguardo e il suo umore mentre finiva quella frase. Domino aveva davvero molto a cuore Veronica e con quelle semplici parole lo stava lasciando trasparire. Non capiva neanche lei perché si stesse aprendo in quel modo con loro, anche se erano piccolezze non capitava mai con nessuno, forse quel segno di speranza aveva dato un pò di ardore anche a lei. Alzò di nuovo lo sguardo, rendendo gli occhi più severi.
    Ci tengo davvero a lei, e se anche voi teneste a qualcosa non avreste fatto quel macello. Immagino che due briganti come voi due non possano capire. Mi sbaglio forse?
    Più che un rimprovero, quella frase aveva il tono di una sfida. Non sapeva se erano svegli o meno, ma voleva provocarli visto che in un certo senso l'avevano spinta a confessare qualcosina. Sperava di sapere qualcosa di più anche di loro, visto che probabilmente quel mistero non si sarebbe risolto in poche ore, doveva sapere chi aveva in casa e soprattutto se poteva fidarsi, o se doveva guardarsi le spalle...
     
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    Domino sottovalutava di certo la sua capacità di zittirli, dato che ci riuscì egregiamente lanciando quel grido di disappunto. I due ragazzi rimasero di sasso, immobili, non impauriti ma certamente ridotti in statue di sale con ancora quel volto del tutto interrogativo mentre lei gridava di disappunto, sudata come se fossero riusciti a stressarla oltre ogni dire. Non erano sorpresi perché quella non era la prima volta che riducevano la pazienza di qualcuno in quello stato, la differenza era che per la prima volta era una bella ragazza a farlo. A fossilizzarli infatti non fu il grido, quanto più il gesto che fece Domino: si spogliò per il troppo caldo, (in effetti era strano vederla ancora con il mantello e il cappello dentro una stanza) gettando tutto a terra e fulminandoli con lo sguardo di chi sta per saltargli addosso per azzannargli le gole. I due però non erano di certo preoccupati per la velata minaccia, ma totalmente rapiti da ben altro spettacolo: gli occhiali scuri di Orikan si incrinarono vistosamente, mentre i capelli di Andrys si sollevarono all'indietro come se una folata di vento li avesse stravolti. Quella darkettona aveva un fisico semplicemente mozzafiato, era chiaramente una combattente visto che non aveva un filo di grasso addosso ed era tutta tette e muscoli, tette messe in evidenza dal sudore che loro stessi avevano provocato. I due gemelli non dissero nulla, rimasero ad ascoltarla mentre assumeva un'aria più tranquilla, si limitarono solo a scambiarsi uno sguardo discreto quando parlò della sua scelta di fashion dipendente dalla spada.
    Così... totalmente edgy...
    Mio dio... super edgy senza ombra di dubbio...
    Poteva dire quello che voleva, oramai l'epiteto di darkettona edgy non glielo avrebbe mai tolto nessuno, era l'evidenza a tradirla non poteva farci nulla. Domino iniziò a parlare della papessa e la situazione assunse un'aria più tranquilla e rilassata, anche se gli occhiali erano incrinati Orikan li rimise comunque sul naso, e Andrys tentò di tirarsi i capelli all'indietro sebbene rimasero comunque scombinati. Le cose erano parecchio complicate da quelle parti ma se non altro Domino non aveva brutti pensieri nei confronti di Veronica, erano amiche e quando la piccoletta si ritrovava nei guai lei si stressava. Finalmente riuscivano a capire che tipo di guaio avevano provocato, pertanto dovevano porre rimedio. Iniziarono ad avvicinarsi a Domino ancora vestiti da papponi con una certa nonchalance, ostentando una sicurezza che in quelle situazioni non gli apparteneva affatto.
    E' chiaro, tu e quella piccoletta vi volete un sacco bene.
    Noi non abbiamo mai avuto amici così stretti ma ci copriamo le spalle a vicenda, possiamo capire.
    Ci dispiace per il guaio che abbiamo combinato.
    Possiamo fare qualcosa per farci perdonare?
    In un istante Domino se li ritrovò su entrambi i lati: Orikan alla sua sinistra, Andrys alla sua destra, il primo con le braccia conserte appoggiato con una spalla al muro, l'altro invece con un gomito sul muro, dalla quale partiva l'avambraccio che si teneva alla sua fluente chioma. Sfoggiavano entrambi un sorrisetto vagamente malizioso, un pò forzato a dirla tutta, questo perché quei due non avevano la minima idea di cosa stavano facendo. Essendo del tutto privi di esperienza con le donne non potevano sicuramente scegliere le parole giuste o le mosse giuste, d'altro canto erano anche troppo stupidi ed orgogliosi per ammettere la loro verginità più che totale, quindi si affidarono ai sacrosanti libri di papà che spiegano tutto sulle donne, sebbene in una maniera fin troppo maschilista e datata. Il loro tono di voce assunse un'aria più accondiscendente, profonda quasi, per quanto la loro età glielo permettesse.
    In certi periodi del mese le donne sono un pò... stressate, per così dire, è più che normale!
    Lo sappiamo, ne abbiamo viste tante, a volte per rilassarsi hanno bisogno di un piccolo aiuto, qualche attenzione.
    E' normale che sei in queste condizioni, con tutto quel sangue in circolo che addirittura esce fuori deve essere davvero stressante.
    Anche se sei una guerriera che magari viene ferita spesso non devi vergognarti di mostrare un pò di debolezza, vorremmo sdebitarci aiutandoti a superare questo momento...
    Per quanto inquietanti potessero sembrare in quel momento, il loro gesto era realmente a fin di bene, anche perché non avevano realmente intenzione di sedurre Domino ma solo di farla stare meglio e magari portarla a rilassarsi un pò. Non avevano idea di dove mettere le mani, quindi quello che speravano e che si stavano immaginando era uno scenario del tipo che Domino si imbarazzava e li ringraziava per il pensiero e magari una tisana calda o un massaggino ai piedi sarebbe stato bellissimo, per quei due bastava anche stare vicinissimi a quelle cosce spettacolari e quel petto prominente, erano ancora nella fase del guardare e poi passare molto tempo soli sotto la doccia a rimembrare. Un ampio sorriso a trentadue denti assai poco seducente suggellò quella proposta vagamente indecente mentre pregustavano già il riconoscimento della darkettona. Quel ghigno malvagio fu talmente ampio che destabilizzò il loro precario equilibrio contro il muro e per un istante sembrò quasi che dovessero scivolare a terra, ma si ricomposero subito dopo mantenendo l'aria sicura e inaffondabile che avevano tenuto fino a quel momento, ostentando una sicurezza mitologica e dissimulando lo scivolone come se fossero movimenti programmati di una ridicola danza.
     
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    Quando li sentì commentare ancora il suo aspetto, per un attimo ebbe la tentazione di fargli seriamente male e il suo sguardo lo comunicò senza margine di errore, tuttavia sembrava anche che il suo istinto omicida avesse già parlato per lei, visto che per qualche strana ragione quei due si ritrovarono con i capelli scombinati e gli occhiali rotti, un messaggio chiaro se non altro, almeno avrebbero smesso di prenderla in giro. Domino restò silenziosa a quel punto, ritrovandosi a riflettere mentre li guardava, forse con una punta di invidia: erano l'esatto opposto di lei. Solitaria, furiosa, maledetta, Domino poteva contare solo su sé stessa in battaglia perché chiunque combattesse al fianco della spada nera rischiava di farsi del male, loro due invece erano affiatati e anche davanti al pericolo facevano gioco di squadra, restando sereni o prendendo tutto come se fosse un gioco. Come poteva non invidiarli? Il loro destino non era nemmeno segnato, avevano una vita davanti nella più totale libertà e se avessero messo anche solo una piccola parte di quell'affiatamento di coppia per qualcosa di buono, avrebbero potuto fare grandi cose, eppure eccoli lì, in punizione per aver rovinato il banchetto della papessa. Che tipi. Se non altro nonostante il modo di fare avventato e infantile, sapevano riconoscere i loro errori e chiedere scusa, non sembravano esattamente delle scuse sincere ma Domino provò comunque ad accennare un sorriso, poteva apprezzare il gesto.
    Cercate solo di non fare altri danni e di starvene buoni finché non chiariremo la storia del segno, questo sarà più che sufficiente per farvi perdon...?!
    Prima che potesse finire la frase, si ritrovò i due gemelli di fianco che la fissavano con un'ara abbastanza strana. Domino rimase immobile con il corpo, tenendo le braccia conserte mentre passava con lo sguardo prima su uno e poi sull'altro, seguendo il ritmo dei loro discorsi. Il primo istinto fu quello di stringersi le spalle, perché avevano un'aria davvero molto inquietante. Sfortunatamente per loro Domino aveva assistito a spettacolo molto più paurosi od indecenti, quindi non potevano di certo impressionarla. Tuttavia riuscirono a coglierla di sorpresa, non si aspettava che si sarebbero avvicinati tanto... in quel modo poi.
    Che diavolo state fac...
    La sua testa si bloccò a metà, senza guardare nessuno dei due, gli occhi erano sgranati e il mento volgeva verso il basso come se il collo si stesse per staccare. Gli occhi divennero bianchi un pò per la sorpresa e un pò per la rabbia. Ma di che diavolo stavano parlando quei due??? Sembravano due adescatori davanti alle porte di un night club! E parlavano di "cose da donna" con una saccenza assolutamente infondata dando per scontato di tutto e parlando a sproposito. Per un attimo Domino temette di essersi addormentata sulla porta per la noia, entrando in un incubo incredibile, tant'è che dovette pizzicarsi entrambe le guance per lo stupore, ritrovandosi assolutamente incredula al centro di quel discorso. Impossibile. Vista da fuori quella scena l'avrebbe letteralmente uccisa dalle risate, ma visto che lei era la vittima interessata questo diventava assolutamente impossibile! Non sapeva neanche come rispondere, era ovvio che quei due non sapessero assolutamente di cosa stava parlando, ma proprio ora che aveva smesso di urlare doveva tornare a gridargli contro e metterli a posto? No, un momento... un'altra opzione c'era. Il suo sguardo tornò normale e quando il capo tornò al suo posto, Domino sfoggiò un sorrisetto divertito sul volto assolutamente enigmatico: anche lei sapeva giocare se voleva.
    Oh...? Voi lo fareste per me? Che bel pensiero... una donna ha davvero bisogno di supporto da uomini esperti in "quei periodi del mese". Se ne avete viste tante allora sapete di cosa ho bisogno, vero?
    Decise di dargli corda, voleva vedere fin dove si sarebbero spinti con quello sproloquio assolutamente assurdo, se potevano reggere la farsa per ore o se prima o poi avrebbero ceduto del tutto confessando la loro inesperienza e invocando perdono. Usò un tono assolutamente più accondiscendente, cambiando del tutto il modo in cui li guardava e come parlava: divenne seducente, molto più femminile, abbandonando completamente la sua parte furiosa e sciogliendo sia braccia che spalle, in modo che la posizione conserte si abbassasse di qualche centimetro così che le braccia finissero sotto il seno messo in evidenza dal sudore che aveva addosso. Gli occhi erano molto più affilati, messi in evidenza dal pesante trucco che sfoggiava, e scandiva le parole con quelle labbra carnose, assai più appetitose ora che non erano tese rabbiosamente, ma sembravano anzi voler spalmare sui volti dei ragazzi tutta la loro femminilità. Si avvicinava perfino ai due mentre volgeva lo sguardo prima su uno e sull'altro, come a volerli baciare ma fermandosi un istante prima. Quanto potevano durare? L'idea di ribaltare la situazione e di metterli in imbarazzo la divertiva da morire.
     
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    Il loro approccio era stato vincente, la darkettona si rivelò priva di difese contro quell'assedio del tutto inaspettato e nonostante i capelli scombinati e gli occhiali da sole rotti, i due gemelli erano chiaramente in vantaggio, era evidente. Le spalle strette e il volto basso in una donna significano solo una cosa: amore incondizionato nei confronti del suo interlocutore. Interlocutori, in quel caso. Tutto scritto nei libri del babbo, affidabili al 100%. Il loro sorriso divenne ulteriormente più risoluto, era giunto il momento di cogliere la dolcezza nascosta di Domino, seppellita sotto strati di trucco nero e pesanti spadoni, ma ora finalmente avevano davanti la vera ragazza pura che non poteva far altro se non innamorarsi di loro. Fu proprio mentre quel pensiero attraversava simultaneamente le loro menti, che i gemelli videro il sogno sgretolarsi completamente, sostituito dallo sguardo malizioso e sicuro di Domino che non solo non cedette, ma rispose a tono facendoli gelare sul posto come se fossero stati tramutati in statue da una bestia mitologica, del tutto spiazzati. Che diavolo di reazione era quella? Aveva funzionato troppo bene la seduzione? Oppure... era lei che stava seducendo loro due?
    C-certo... che lo sappiamo...
    E' stata un'idea nostra... no?
    Ci concedi solo un... momento?
    Iniziarono a balbettare, staccandosi con poca grazia dal muro sulla quale stavano spennellando tutta la loro scarsissima virilità, per poi allontanarsi gradualmente fino a raggiungere un angolo della stanza, piantando le teste tra le pareti che si incrociavano, fronte contro fronte, con lo sguardo sconvolto di chi ha visto uno spettro finirsi la torta per il giorno dopo. Gli occhiali di Orikan pendevano sul suo naso tenuti su da chissà quale forza misteriosa, tale era lo stato di agitazione del ragazzo.
    Che facciamo?! Questo non era previsto! Non ha funzionato!
    Non funziona mai! Solo che di solito reagiscono male! Inventati qualcosa!
    IO?! E cosa dovrei inventarmi?! Sei tu quello con le fontanelle ancora aperte!
    Per quanto agitati fossero i due, e per quanto squillanti fossero i suoni che uscivano dai loro denti stretti, Domino poteva percepire solo un brusio confuso visto che i gemelli stavano cercando di non farsi sentire da lei. Erano nel panico, cosa stava succedendo?! Possibile che quella donna fosse immune perfino al loro fascino giovanile? Un sorriso timido sarebbe stato il massimo, un pugno sarebbe stato accettabile, ma una risposta come quella... con quegli occhi languidi e profondi, quelle labbra carnose ed invitanti, quel seno morbido e umido, già caldo tutto da abbracciare. Entrambi l'avevano vista, entrambi avevano squadrato ogni angolo del suo corpo, bramavano ardentemente di tirare le cordicelle elastiche che facevano capolino dai suoi pantaloni e farli schioccare contro quella pelle tonica, ma non avrebbero mai osato. A differenza di quello che volevano far credere ,erano totalmente soverchiati dalla sessualità di una donna che sapeva esattamente come metterli sotto scacco, visto che loro di esperienze ne avevano zero.
     
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    Non poté fare a meno di concedersi un ghigno compiaciuto quando li vide perdere quell'aria sicura e strafottente in maniera tanto crudele e improvvisa. Ci sono delle soddisfazioni che neanche un colpo di spada maledetta può toglierti. Il suo volto si fece dispettoso nel vederli confinati in quell'angolino, faccia a faccia per evitare il contatto visivo con lei. Ne aveva un sospetto, ma a quel punto era chiaro... quei due una donna non l'avevano mai vista nuda in vita loro, probabilmente nemmeno toccata se non per qualche sporadico taccheggio. Ma questo non doveva dirglielo immediatamente, non subito almeno. Si staccò dalla porta e decise di iniziare ad avvicinarsi, a passi molto, molto lenti.
    Che c'è ragazzi? Pensavo voleste divertirvi un pò...
    Aveva un passo sinuoso, con le dita che le sfioravano appena i fianchi tenendo i gomiti leggermente piegati. Le anche oscillavano in maniera seducente, non le veniva naturale sculettare in quel modo ma non per questo non sapeva farlo, si era allenata molto a combattere anche sui tacchi, per lei non era di certo un problema sfilare in passerella davanti a due ragazzini come quelli. Il tono di voce divenne rapidamente più lento e focoso, di certo non era brava quanto altre seduttrici di sua conoscenza, ma solo perché brandiva una spada come quella non era di certo meno donna delle altre. Domino sapeva sempre cosa voleva e come prenderselo.
    Non a tutti piacciono le donne in quei giorni del mese, tutto quel sangue e quegli ormoni, una fame insaziabile che ti prende e che non puoi sfogare... è come tornare ad essere animali, ma questo lo sapete già, no?
    Infilò i pollici nei pantaloni attillati, facendoli scivolare sulla stoffa come a volerli sistemare, cosa che avrebbe messo ancora più in evidenza la sua figura. E più si avvicinava, più il suo seno morbido danzava, i capezzoli non erano turgidi e quello poteva bastare a immaginare che fosse solo una farsa, ma di certo due verginelli come loro non potevano saperlo. Non stava muovendo di un centimetro i suoi vestiti, eppure dava l'idea di potersi spogliare da un momento all'altro, scoprendo gradualmente e sporadicamente parti di pelle vicini ai fianchi e ai glutei, lasciando che le sue cosce morbide e formose si sfregassero tra di loro.
    Aspettavo da un pezzo due tipi tosti come voi.
    Allungò le mani verso i gemelli, anche continuando ad ignorarla quei due non potevano evitare che le dita di Domino scivolassero sulle loro spalle, le schiene, avvolgendosi intorno alla nuca dei ragazzi, come a volerli spingere verso di sé in un abbraccio materno quanto perverso. Il suo odore sarebbe entrato nelle narici di Orikan e Andrys come feromoni allo stato puro, poi successe tutto in un lampo. Con dei riflessi che due ragazzi normalissimi non potevano avere, Domino si staccò da loro con le mani, rapidissima, evocando la sua spada nera chiusa nel fodero tra le mani, per poi piantarla sul pavimento al centro dei due gemelli per spaventarli con la sua forza mostruosa capace di distruggere le mattonelle ed il cemento, uniti anche al ruggito che fuoriuscì dalla spada che sembrava proprio intenzionata a rimetterli al loro posto. Voleva destabilizzarli e farli cadere, così da poterli guardare dall'alto verso il basso con quell'espressione aggressiva e minacciosa che aveva mantenuto fino ad un momento prima. Iniziò il discorso con una parola nella sua lingua natia.
    Verginelli... prima di fare i gradassi con una donna, dovreste assicurarvi di valere qualcosa.
    Piegò la spada rumorosamente, come se volesse attaccarli, dopodiché si limitò a sfilarla dal terreno senza ulteriori danni, tornando alla porta con le braccia conserte e il capo chino, tenendo gli occhi chiusi con un'aria di sufficienza.
    Se vi infilate nel letto e fate i bravi forse vi terrò la luce accesa mentre fate la nanna.
    Era stata severa, ancora una volta, ma doveva assicurarsi che quei due buffoni la temessero e la rispettassero, altrimenti rischiava di tenere tra quelle mura delle mine vaganti in piena tempesta ormonale.
     
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    Anche se cercavano di non guardarla direttamente, la coda dell'occhio impediva loro di evitare del tutto Domino. Come se non bastasse, i sensi del maschio voglioso sono impossibili da reprimere, pertanto ogni singolo gesto, passo, movimento o sillaba enfatizzata da Domino finiva nelle loro corde portandoli a tremare mentre le gole si riempivano di saliva, troppa per mandarla giù in un solo colpo. Domino era molto più seducente e provocante del previsto, non avevano possibilità di resisterle se avessero guardato direttamente nella sua direzione, ma era chiaro che potevano succedere solo cose brutte a quel punto: finire umiliati per la loro inesperienza, o accusati di chissà cos'altro. No, dovevano restare calmi! Chiusero gli occhi e cercarono di farsi forza, almeno finché quel grosso spadone nero non piombò in mezzo a loro, schiantandosi a terra e destabilizzandoli fino a farli cadere rovinosamente. Furono sorpresi e spaventati, tremavano con le mani serrate intorno al pube per nascondere quella vergognosa erezione che Domino aveva istigato, e la fissavano con l'aria di poveri cuccioli spauriti, finiti vittima di un pesce troppo grosso per essere affrontato. Sembrò insultarli in una lingua che aveva il sapore di rumeno e subito il loro sguardo s'incupì, una delle mani che nascondevano il loro pacco scivolò verso le tasche per timore che quella darkettona avesse sfruttato il momento di distrazione per derubarli, mai fidarsi di tipi del genere, sia uomini che donne armate di spade giganti. Li aveva rimessi al loro posto però, su questo non c'erano dubbi, i due gemelli erano così umiliati e mortificati che non riuscirono a risponderle a tono né a dire nulla, ritrovandosi prima con gli sguardi bassi, poi ad incrociare i loro di occhi come a cercare di farsi forza. La speranza era che il reciproco gemello non avesse mostrato segni di debolezza per aggrapparsi a qualcosa, ma erano stati egualmente deboli e Domino li aveva soverchiati. Come dall'inizio della loro visita, dopotutto. Si fecero coraggio a vicenda e senza vergognarsi troppo per le loro erezioni, cercarono di rialzarsi, gonfiando il petto e alzando la voce mentre Domino dava loro le spalle.
    Hey Darkettona... sai cosa? Hai rotto.
    E' da quando che siamo arrivati che ci tratti male! Facile fare la tipa dura quando hai uno spadone così grosso.
    Cos'è questa? Una fase allungata di ribellione adolescenziale? Tu non ci conosci affatto, potremmo stupirti!
    Invece di sparare sentenze, perché non ci metti alla prova? Oppure hai paura di restare a bocca aperta?
    Man mano che parlavano, i due si facevano avanti, allargando leggermente le spalle e le braccia esponendo il petto, una posizione volutamente provocatoria che voleva lasciar intendere a quella darkettona che non avevano affatto paura di lei. Le espressioni infatti erano serissime, non temevano affatto il suo spadone e quell'aria da lupo solitario, certo la loro credibilità era messa alla prova da quelle vistose erezioni che portavano nei pantaloni ma un simile dettaglio non li avrebbe fatti vacillare. Volevano la loro occasione di mettere a tacere quella dannata e ci sarebbero riusciti. Altro che sesso, l'avrebbero sfidata anche corpo a corpo affrontando a mani nude quel grosso spadone se necessario, i gemelli Rabum erano forse dei ladruncoli con tanto talento sfruttato nella maniera sbagliata, ma di certo non erano dei codardi.
     
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    Eccola di nuovo, quella dolorosa e fastidiosa vena di furia che si accese appena quei due si rialzarono forti del loro spirito infantile. Era convinta di averli messi a tacere, ma chiaramente la sua spada non aveva sortito il giusto effetto. Eccoli lì quindi, davanti a lei, con le braccia larghe e i pantaloni gonfi, uno spettacolo quasi comico che le strappò un sorriso maligno, sufficiente a farla stare zitta mentre quei due vuotarono il sacco. Le risposero a tono e vollero dire la loro personale opinione.
    Oh? I verginelli hanno le palle allora...
    Commentò, affilando gli occhi socchiudendo le palpebre, mentre sollevava le spalle e si sistemava le braccia in posizione conserte, come a voler far capire che li stava ascoltando. Volevano essere messi alla prova? E per cosa? Dimostrare che erano dei perdigiorno? Oppure credevano davvero di poter impressionare una come lei? Di sicuro non peccavano di coraggio, avevano una bella faccia tosta e in un certo senso... le ricordarono molto sé stessa. Probabilmente al posto loro avrebbe fatto la stessa identica cosa. Afferrò la grossa spada nera, avvicinandola a sé e lasciandola oscillare come se fosse un ombrello da passeggio.
    Un occasione, dite? Riconosco che il coraggio non vi manca, ma siete sicuri di aver capito dove vi trovate? Questo è il Vaticano... sono custoditi tesori preziosi e cimeli fantastici, ma al contempo è anche la prigione di mostri terrificanti e demoni maligni. Pensate davvero di essere all'altezza di ciò che troverete tra queste mura?
    Sollevò la spada nera del berserker e se la portò sulla spalla, sembrava quasi che volesse attaccarli visto il ghigno malefico che aveva sul volto, ma la verità era che finalmente l'avevano intrigata. Provocarla non serviva a niente, chiedere una prova invece... era sicuramente più stimolante. Portò la mano libera sulla porta, aprendola con una certa delicatezza, continuando a fissarli mentre usciva dalla stanza, come a volerli provocare, invitandoli a seguirla.
    Ehehe... sarà divertente.
    Visto che avevano fatto i gradassi, Domino era certa che non sarebbero scappati via, altrimenti nessun tipo di perdono sarebbe stato capace di lavare via quell'onta, i gemelli si erano rivelati piuttosto orgogliosi, visto che la sfida era stata lanciata non potevano più tirarsi indietro. Domino li avrebbe quindi guidati verso delle stanze più profonde, facendoli passare volutamente di fianco a luoghi pericolosi, costellati da un'aura negativa e dalla quale provenivano suoni mostruosi e preoccupanti. Non voleva realmente gettarli in pasto a qualche pericolosa creatura, ma creare la giusta atmosfera facendoli preoccupare un pò non avrebbe guastato. Li trascinò fin dentro ad una stanza che somigliava ad una sorta di museo, o un'armeria, dove un pò ovunque erano lasciate al loro posto armi polverose, principalmente dorate ma rese meno preziose dallo stato di abbandono in cui si trovavano. Molte erano nascoste da dei teloni bianchi sulla quale erano ricamati dei simboli sacri, forse fungevano da sigillo, ma nonostante questo era facile riconoscere cosa ci fosse sotto. Quella stanza emanava una fortissima aura energetica che lasciava intendere quanto pericoloso fosse in realtà quel luogo, i ragazzi avrebbero potuto sentire la tipica sensazione che si avverte quando qualcuno, o qualcosa, ti osserva. In quel caso si trattava delle armi stesse che, come dei giudici, li esaminavano attentamente.
    Tutto quello che vedete in questa stanza è sacro, forgiato in modo da rispondere ai più meritevoli. Per chi non è degno, queste armi risultano semplicemente pesantissime, ingestibili o addirittura difficili da impugnare. Se riuscite a prenderne una e sollevarla sopra alla vostra testa senza esitazione, dimostrando che siete degni, allora forse inizierò a rispettarvi.
    Detto questo, Domino si piazzò di nuovo a braccia conserte di fianco ad un grosso telo bianco, alto poco più di lei, sotto la quale si trovava probabilmente una massiccia figura umanoide. Intorno a loro c'era di tutto: spade, scudi, mazze, perfino oggetti più articolati come pistole o addirittura decorazioni come bracciali, cinture o orecchini. Potevano iniziare da quello che volevano, ma Domino sapeva che nessuna di quelle armi li avrebbe ritenuti degni... pertanto si prospettava un bel passatempo, un buon modo per farli stancare e magari anche metterli al loro posto. Laddove la sua spada non arrivava, poteva giungere la sua crudeltà di donna.
     
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