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Quali motivi potevano spingere una persona di medie possibilità economiche, uno che doveva alzarsi presto il giorno successivo, a prendere un aereo e ad attraversare il mare? Qualche dovere improvviso, troppo importante per essere rimandato? Desideri irrepressi che facevano finalmente breccia nella rete della normalità? Esaurimento nervoso? Quella rotella arrugginita che finalmente saltava via? Per Nagisa, apparentemente la semplice curiosità era più che sufficiente. Non si sarebbe preso tutta la responsabilità della decisione, però. Un cartello che si sperticava sulla bellezza antica della Città Eterna. Uno di quei giornaletti turistici che trovi nelle edicole. Da lì, una cosa era venuta dopo un'altra, e la strada se lo era semplicemente portato via. Era un po' cosi anche per i gatti, no? E il vento. E quindi adesso eccolo qui, a girovagare in un centro commerciale di Roma, con un gran sorriso sul viso e il naso affondato in una guida turistica. Dove poteva andare dopo? Ah, c'erano cosi tanti posti interessanti da vedere! Impegnato com'era a cercare di scegliere, non guardò dove andava e andò ad impattare contro qualcuno. Oops, scusami!
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Erik era libero quel giorno, quindi senza pensarci due volte lasciò il campus ed andò a farsi una passeggiata. Era una bella giornata, quindi Erik si sarebbe fatto una bella camminata a piedi. Piano piano finì per allontanarsi dalla zona in cui si trovavano l'univesità ed i dormitori, ed arrivò in centro città, quasi senza accorgersene. Pare che sono arrivato fin qui a forza di camminare... vabbè è ancora presto! Controllando l'ora sul telefono vide che era ancora presto, quindi rimase lì in zona a farsi un giro. Camminando sovrappensiero, ma facendo comunque attenzione ai passanti, sentì qualcosa impattargli lateralmente, che gli fece perdere l'equilibrio e farlo quasi cadere a terra Ma che cazzo... Il tempo di riprendersi e rendersi conto di quel che era successo, che vide il ragazzo che gli era andato a sbattere addosso Oh scusa! Senza pensarci due volte, gli venne automatico scusarsi
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Nagisa accettò le sue scuse con un cenno del capo e un sorriso. Era contento che l'altro non se la fosse presa. Il suo interesse si mosse sul ragazzo in questione. Lo osservò da capo a piedi con un solo sguardo veloce, notando con allegria che sembrava più o meno della sua stessa età. Uno studente universitario come lui, forse? Che fortuna! Era proprio curioso di conoscere persone cosi! Ciao! Sei di questa città? Sei un universitario? Anch'io! Gli rivolse un sorriso radiante, occhi brillanti come se stesse guardando una star del cinema. Aveva già conosciuto studenti come lui, ma era stato a Londra, alla Oxford. Lì erano a Roma, praticamente a un continente di distanza. Era eccitatissimo di fare conoscenze anche lì, di entrare in contatto con la cultura di quella città. Roma era bellissima. Era sicuro che le persone che ci vivevano erano altrettanto interessanti. Gli tese la mano, sorridendo. Io sono Nagisa! Piacere di conoscerti!
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La cosa non finì lì, e il ragazzo con cui aveva appena urtato sembrava voler avviare una conversazione. Erik quindi si sarebbe fermato e lo avrebbe guardato con il suo solito sguardo, all'apparenza spento e triste, o almeno chi non lo conoscesse lo avrebbe giudicato così. Accennò quindi un piccolo sorriso cortese e gli rispose Si... cioè mi sono trasferito qui da qualche mese per studiare A quanto pareva Erik si era imbattuto in qualcuno che avrebbe iniziato una lunga conversazione, iniziando con il presentarsi Che palle, speriamo che non voglia chiedermi dei soldi! Lì per Roma non era difficile imbattersi in gente alla ricerca di soldi da elemosinare, o peggio ancora dei truffatori; anche se tuttavia non era strano incontrare qualcuno molto socievole che non si faceva problemi a parlare con degli sconosciuti per socializzare. Solitamente ad Erik non piacevano questo genere di persone, così come non gli piaceva socializzare con persone appena conosciute, ma chissà... in fondo, anche se raramente, gli era capitato di trovare interessante parlare con qualcuno conosciuto sul momento fino al momento di andare per la propria strada e non rivedersi mai più, sebbene statisticamente la maggior parte lo faceca sentire imbarazzato, annoiato o entrambi Piacere, Erik! Disse ricabiando la stretta di mano con un leggero sorriso
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Il suo sorriso si allargò al sentire che aveva ragione. E' grande incontrare un altro studente! Disse, contento. Ed era sincero! Fare nuove conoscenze era divertente; se poi erano della sua stessa età e studenti come lui, era anche meglio! L'aria remissiva, anche triste del ragazzo lo incuriosì un po', ma non fece commenti al riguardo. Chissà che pensieri che gli giravano per la testa? Oh, davvero? Fece, con un misto di sorpresa ed allegria. Quindi sei anche un viaggiatore. Fantastico! Viaggiare, vedere e sperimentare cose nuove era il massimo per lui. Sentire che anche Erik lo aveva fatto lo fece saltare di un gradino immediato sulla scala del suo rispetto. Io è solo un giorno che sono qui. Disse, scompigliandosi i capelli. Infatti, è il mio primo viaggio in aereo. Si voltò, rivolgendo uno sguardo ammirato alla città tutt'attorno. E' bellissimo qui, cento volte meglio di quello che dicevano i depliant. Si fermò, guardando Erik con un sorriso amichevole. Tu sei qua da un po'. Dimmi quali sono i posti più belli da vedere!
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Il giovane pareva piuttosto contento di aver incontrato Erik, quindi quest'ultimo gli rispose affermativamente Già! Per così poco Nagisa lo definì un viaggiatore, quindi Erik lo corresse per non dargli un'idea sbagliata di se Comunque la mia città natale è a circa 100 km da qui e prendere il treno ogni giorno era stancante... non viaggio poi così spesso Dopo averlo detto sarebbe stato in silenzio ad ascoltare quello che Nagisa gli diceva, annuendo ogni tanto per fargli capire che lo stava ascoltando e sembrare interessato o per dargli ragione Di posti belli ci sono il Colosseo, il Pantheon, il Duomo ed altre attrazioni storiche se ti interessano Gli rispose elencandogli alcuni dei monumenti più famosi di Roma. A dirla tutta Erik non era un tipo che amava la storia, ma anche a qualuno non appassionato dell'antichità piacevano quei monumenti, compreso lui
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Il sorriso di Nagisa prese un po' una qualità sognante. Aw, ti invidio proprio. Poter vivere qui... Beh, forse era un po' una cosa ingiusta da dire. Anche Londra era un posto bellissimo, e lui adorava vivere lì. Però semplicemente non poteva competere con la massa di fascino che si era accumulata a Roma nel corso della sua storia. Era come mettere a confronto a un junior con un senior. Aprì di corsa uno dei depliant con cui si era caricato, cercando subito i nomi che Erik gli stava citando. Oh oh oh! Gesticolò con una mano, entusiasta. Il Colosseo! Il Colosseo! Dobbiamo vederlo! Lo guardò, praticamente radiando eccitazione, come un lampadina a diecimila watt. Tu sei pratico di questi posti, vero? Devi farmi da guida!
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Il ragazzo pareva stranamente euforico, come se si trattasse di un bambino di 5 anni Ma che ha questo? Erik iniziò a sospettare che avesse qualche problema, o che fosse un drogato. Tuttavia per ora avrebbe sopportato, decidendo di fargli da guida, tenendolo però sempre d'occhio per sicurezza Diciamo che conosco solo i posti più conosciuti o quelli che mi interessano... se vuoi andare al colosseo so la strada comunque Gli disse Erik continuando a guardarlo mentre Nagisa gioiva felice Se vuoi andarci a piedi è mezz'ora di camminata, altrimenti possiamo prendere la metro
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Sorrise, contento della risposta di Erik. Ding! Nuovo compagno ottenuto! Grande! Fece, intrecciando le dita dietro la nuca. Decidere come andare gli richiese meno di un nanosecondo. Andiamo camminando! Camminare significava vedere, fare vero turismo. Chiudersi in una di quelle scatolone su rotaie, invece, magari tutti ammucchiati assieme come sardine... bleah. Evitare evitare. Avrebbe lasciato che fosse Erik a prendere la guida, era lui a sapere la strada dopotutto, seguendolo fedelmente. E quali posti ti interessano? Chiese, riprendendo con disinvoltura il discorso nemmeno un'istante dopo che si erano messi in cammino. Era curioso di sapere di più riguardo il suo nuovo conoscente.
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Nagisa aveva deciso di andare a piedi per esplorare meglio tutto quello che circondava il tragitto Perfetto allora, dobbiamo andare da quella parte! Disse indicandogli la direzio per poi incamminarsi aspettando che il ragazzo lo seguisse. Nagisa gli fece quindi una domanda su cosa lo interessasse, ed Erik rispose in maniera vaga senza andare nello specifico, per poi porre la stessa domanda Dipende... centri commerciali, cinema, ristoranti... a te invece?
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Nagisa ci pensò per un attimo. Ok, quella era una domanda insospettabilmente difficile da rispondere per lui. Non so... Disse lentamente. Scosse la testa, sorridendo. Bah, che importanza aveva? Un po' tutto, immagino. Rise. E' più facile dire quelli che non mi interessano. Fece spallucce. Ok, ci provo. Mi piace passeggiare per una città bella come questa, per esempio. Rise di nuovo.
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Erik rimase ad ascoltarlo in silezio... era un tipo piuttosto strano. Certo, anche Erik molte volte era indeciso su qualcosa, ma mai a quei livelli Capisco! Si sarebbe limitato a rispondere dopo aver sentito quello che aveva da dire. Dopodochè i due avrebbero continuato a camminare, e dato che Erik non aveva niente da dire, se non fosse stato Nagisa a rompere quel silenzio, i due si sarebbero fatti tutto il tragitto verso il Colosseo in silenzio. Tuttavia Erik, sebbene aveva capito che Nagisa non fosse un criminale o qualcosa del genere, ma solo un ragazzo un po esuberante, aveva smesso di preoccuparsi troppo di lui, ma continuava a tenerlo d'occhio Non sembra affatto un tipo pericoloso... però non si sa mai! Se dovesse mettersi male potrei comunque usare i miei poteri acquistati duramente per difendermi Era vero che Erik possedeva qualche potere che gli avrebbe facilitato l'autodifesa, ma non dovervi ricorrere e non mostrarli a nessuno sarebbe stato meglio.
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Lo teneva d'occhio. Con attenzione, pure! Inizialmente, Nagisa pensò che forse si era macchiato da qualche parte. Oppure aveva qualcosa sul viso? Si diede una rapida controllata e... no, niente. Era pulito come un uovo di pasqua. Allora perchè... ah, ok. Forse non si fidava. Nagisa ne rimase divertito. Ehi, erano in città, mica in un vicoletto. E poi, lui era l'immagine dell'innocenza! Ok, quel mondo era pieno cosi di gente che voleva ammazzare altra gente, e lui provava una gioia preoccupante a rischiare la pelle, ma, ehi, fiducia nel prossimo, no? Sembri un po' sul chi vive. Disse di botto. Gli lanciò uno sguardo dispettoso. Paura che possa fare qualcosa come... waaargh! Ti ucciderò! Nagisa fece finta di scattare verso di lui, mano sollevate ed espressione minacciosa. Si bloccò a metà, e rise, ritornando a com'era un attimo prima, tranquillo e sorridente.
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Nagisa iniziò stranamente a controllarsi, come se avesse qualcosa che non andava; ed Erik poteva solo osservarlo cercando di immaginare cosa gli prendesse Questo qui è proprio pazzo... chissà cosa starà facendo adesso? Continuando a camminare, Nagisa disse qualcosa di abbastanza strano ad Erik, o almeno lui non ne capì il significato In che sens-... Iniziò la frase con calma, ma non fece in tempo a finirla che vide quel pazzoide scattargli contro in modo minaccioso. Erik senza pensarci agì d'istinto, indietreggiando di un passo e tenendo la mano destra aperta verso di lui, puntandogli il palmo: la sua mano era contornata da una flebile luce celeste chiaro, simile ad un'aura, per chi crede in queste cose. Però subito Nagisa tornò il ragazzo felice e sorridente di prima, ed Erik non aspettò a far sparire immediatamente l'energia telecinetica dalla mano, sperando che il ragazzo non ci avesse fatto caso. Speriamo non se ne sia accorto... ma soprattutto che gli è preso? Erik un po sconcertato tornò anch'esso alla sua posizione normale, fintando una risata palesemente finta e forzata Hahaha divertente. Ci ho creduto! Dopo il finto sorriso, la sua espressione tornò neutrale e semplice.
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Se ne era accorto. Oh, se se ne era accorto. Nagisa dimenticò immediatamente il perchè e per come Erik sembrava cosi sul chi vive, ed anche il suo tentativo di scherzare, che era riuscito solo a straniarlo ancora di più. Gli occhi gli si accesero di luci sbrillucicose di ammirazione e curiosità. Cos'era quello? Chiese, e non c'era scampo per Erik. Nagisa gli piantò addosso il suo sguardo entusiasta, non lasciandogli possibilità nè per cambiare argomento nè per scuse. Era curioso adesso, e quando Nagisa era curioso era più o meno implacabile come la morte, la pioggia e le tasse.
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