L'unica gioia dello stage

storia inventata per metà

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    Videogiocatore vecchio stampo!

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    Fu durante uno stage che accadde l'impensabile, una di quelle fantasie (almeno per metà) che di solito si vedono solo nei film.

    Iniziai tale "percorso formativo", definibile meglio come sfruttamento a basso costo, in un'azienda di vendita all'ingrosso; all'accoglienza clienti
    vi lavorava spesso una donna, Barbara, che mi ispirava sesso ogni qual volta la vedevo; bassetta, capelli rossi tinti, almeno una seconda e un
    bel culetto.

    La prima volta che ci ebbi a che fare, nel senso di un discorso compiuto ad eccezione del semplice "ciao" mattutino, fu in un sabato; era quasi
    la fine del mio turno e la vidi fare compere tra i vini, con un carrello strapieno appresso; sembrando in difficoltà mi feci avanti per aiutarla
    e lei sorridendo accettò ringraziandomi; l'accompagnai poi alla cassa e le caricai la merce nel baule della sua auto.
    Dovendo correre alla fermata dell'autobus feci per salutarla ma lei mi anticipò chiedendomi sfacciatamente se poteva approfittare ancora del
    mio aiuto, visto che pur abitando vicino doveva portare la spesa su per 3 piani del condominio dove abitava; in parte controvoglia accettai.

    Il viaggio fu breve ma comunque iniziai a conoscerla un poco, scoprendo che era simpatica e un tipo alla mano; raggiunta la destinazione
    mi ruppi la schiena trasportando i suoi acquisti al suo appartamento al terzo piano; notai che pur vivendo da sola, la sua abitazione era molto
    accogliente e pulita, oltre ad essere arredata fin troppo, forse segno che aveva convissuto con qualcuno prima.
    L'aiutai con le cose pesanti poi trattenendo uno sbadiglio le dissi che era stato un piacere ma dovevo andare; lei disse che per ringraziarmi
    voleva prima offrirmi qualcosa, anzi se volevo potevo rimanere a cena; questo mi svegliò completamente iniziando a fantasticare a manetta ed
    accettai.
    Mi disse di mettermi comodo mentre lei si cambiava, inoltre mi chiese se non mi dava fastidio se si fosse fatta una doccia, di cui aveva proprio
    bisogno; aggiunse poi di non pensare male se lasciava la porta della stanza e del bagno semi chiusa perchè aveva un gatto che girava per casa.
    Appena lei si diresse verso camera sua, che era attigua al bagno, mi balzò subito in testa l'idea di seguirla e dare una sbirciatina; pur con il cuore
    in gola, per il timore di essere scoperto, mi alzai e quatto quatto raggiunsi la porta della prima stanza; come annunciato era socchiusa, dunque
    appiccicai subito l'occhio alla fessura; Barbara, ancora vestita, era davanti ad un armadio, intenta a scegliere i vestiti; socchiusi un altro po' la
    porta per dare un'occhiata alla stanza, osservando che vi era un letto centrale matrimoniale, due comodini, l'armadio ed un cassettone; l'ignara
    donna si volto e pose sul letto gli abiti scelti poi arrivò il momento che attendevo con brama: si sfilò il maglioncino tirandosi dietro parte della
    camicetta e mostrando una pancia piatta; si sbottonò il secondo indumento, facendomi rizzare il membro un poco di più ad ogni bottone aperto;
    sotto portava un reggiseno nero semplice che copriva, come già intuito, una seconda; si sbottonò poi i pantaloni da lavoro, sfilandoli senza tante
    cerimonie, e liberando un culetto davvero divino, sotto delle mutandine nere ricamate, che me lo fece rizzare del tutto; si tolse poi le calze e i
    suoi piedi nudi con lo smalto nero in aggiunta alle sue gambe sensuali mi fecero fremere; così in biancheria si diresse in bagno, dalla porta
    comunicante interna alla stanza, lasciandola aperta; attesi qualche secondo temendo che tornasse indietro, poi sgattaiolai all'altro uscio; per
    fortuna era girata da un'altra parte perchè di fronte all'entrata vi era un largo specchio che se guardato mi avrebbe di certo fatto sgamare in
    pieno; tuttavia la voglia di vederla nuda era immensa e mi azzardai a dare un'altra occhiata; Barbara non si voltò e dopo aver preparato a
    portata di mano il salviettone, si portò le mani sul retro e si sganciò finalmente il reggiseno, lasciandolo poi cadere lungo le braccia e finire a
    terra, liberando all'aria le sue forme arrotondate dai capezzoli turgidi, mentre il mio cuore batteva all'impazzata; infine infilò i pollici tra le sue
    cosce e l'elastico delle mutandine che fece scorrere lungo le gambe, piegandosi quasi a novanta e mostrandomi la sua vagina depilata dalle
    labbra corte; la tentazione di infilarmi la mano nei pantaloni era enorme.

    Barbara attivò la doccia per far riscaldare l'acqua e intanto si sedette sul gabinetto; lì, nuda con le gambe semi divaricate e il seno al vento,
    mi fecee quasi venire l'infarto da quanto la bramavo; fece la pipì, sì pulì ed entrò nel box doccia, mettendosi sotto l'acqua e iniziando con gli
    occhi chiusi; si spalmò poi con cura il bagnoschiuma ovunque massaggiandosi specialmente tra le cosce e la sua intimità, punto in cui si morse
    leggermente le labbra come per piacere; lì accadde l'inaspettato nell'inaspettato: aprì la porta del box, che iniziava ad appannarsi, allungò
    un braccio verso il mobile sotto lo specchio e da un cassetto estrasse niente di meno che un dildo nero e a forma di pene con una ventosa
    come base; rimasi sconcertato mentre lo attaccava alla parete, mentre se lo strusciava contro la vagina ed infine se lo faceva penetrare; con
    una mano portata alla bocca per non farsi sentire iniziò a cavalcaro mentre sfortunatamente la copertura del box trasparente si era annebbiata
    rendendo difficile la visuale dall'esterno.
    Praticamente esplodendo all'interno dall'eccitazione, mi venne in mente una idea disperata notando che vi era un'altra porta che dava sul
    corridoio principale dell'appartamento; retrocedendo tornai in esso e raggiunsi tale altra entrata; bussai alla porta e quando lei mi rispose, con
    un tono "accaldato" per ovvi motivi, le chiesi se aveva un altro bagno perchè ne avevo assolutamente bisogno; Barbara mi chiese se potevo
    resistere cinque minuti ed io negai dicendo che la tenevo da tutto il giorno; a quel punto mi sorprese nuovamente chiedendomi se, mettendo
    il salviettone sulla porte del box come copertura, volevo entrare a soddisfare il bisogno, non sapendo che era ben altro che necessitavo, ma
    accettai; dentro si cuoceva dall'umidità che era presente, comunque mi sedetti sulla tavoletta anche se il mio membro era del tutto eretto e
    se mi fosse davvero occorso qualcosa sarebbe stato un problema; il vetro della doccia era veramente offuscato e pure per l'asciugamano
    bello steso, non vedevo niente di lei; credevo di essere arrivato ad un punto morto in quanto non sapevo cosa fare, quindi per "disperazione"
    le dissi in tono simpatico che anche io avevo bisogno di una doccia e poi mi lasciai sfuggire che se le serviva una mano con la schiena avrei
    potuto esserle d'aiuto; dopo ciò mi sentii morire dentro dall'imbarazzo, tuttavia con il mio più grande stupore lei mi disse "se vuoi...".
    Non riuscivo a credere alle mie orecchie e mi passò per la testa che forse stava scherzando, ma l'eccitazione sconfisse tali pensieri; mi alzai
    con il membro al vento e mi spogliai in un batter d'occhio, poi mi avvicinai con un groppo in gola e aprii la porta del box; Barbara si girò di
    scatto mi squadrò sorpresa lasciandosi scappare un "che fai?", facendomi quasi venire un infarto.
    Rimasi lì fermo allibilto mentre lo sguardo non poté che finire sul grosso dildo ancora appeso al muro; lei se ne accorse e lo tirò con forza
    staccandolo con un grosso schiocco; mi guardò di nuovo per scendere poi con lo sguardo sul mio membro eretto; senza dire niente lo afferrò
    piano, e la sentii fremere, poi mi trascinò dentro con lei; mi portò sotto l'acqua e mi lasciai insaponare ovunque, poi lei si voltò dandomi la
    schiena che spalmai con il bagnoschiuma; lei portò una mano dietro e prese a massaggiarmi il prepuzio mentre io, terminato il lavoro, le
    afferrai entrambi i seni che presi a palpare, per poi con un mano afferrarle un capezzolo e iniziando a giocarci, tirandolo e massaggiandolo.
    I preliminari durarono per parecchi minuti in cui, lavati sotto l'acqua, lei me lo succhiò espertamente, quando finalmente si piegò a pecorina
    ed io la penetrai senza tanti fronzoli; le nostre intimità già bagnate e lubrificate si unirono alla perfezione e le entrai dentro totalmente; iniziai
    lentamente poi preso da tutta la brama trascorsa, presi foga e aumentai il ritmo fino a sentire il ciac ciac dei nostri corpi che sbattevano l'uno
    con l'altro; mi interruppi dopo poco sentendo il piacere raggiungere la sommità; lei ansimando mi guardò vogliosa e desiderosa di continuare,
    la feci quindi girare e me la caricai in braccio; lei aiutò il mio membro con una mano e rientrarle dentro, poi ripresi a penetrarla mettendoci
    tutto me stesso; lei iniziò a gemere mentre io cercavo di resistere per farla venire prima; quando infine i suoi gemiti divennero un lamento
    continuo di piacere, mentre il suo fluido caldo schizzava ovunque nella foga dei nostri movimenti, raggiunsi finalmente anche io il culmine
    e le venni dentro miscelando i suoi schizzi ai miei.
     
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  2. Riemman
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    User deleted


    Carino
    Attento alla forma ("strapieno etc")
    Alcune situazioni sono de-contestualizzate
    Ottimo uso congiuntivo
     
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1 replies since 14/12/2018, 19:25   712 views
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