Rock Ferale

x Ghirados

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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Forse non schiva, ma schifata sicuramente. Mercury non sopportava quel genere di contatto, così umido poi e assolutamente inopportuno. Tuttavia sembrava un buon modo per ottenere l'ubbidienza di Solomon e al contempo anche un pò della sua iniziativa, della sua forza di volontà. Una strega di Umbra fa anche della seduzione una delle sue armi migliori, quindi Mercury era ben disposta a darsi da fare in quel senso, non senza riserve ovviamente. Quando la lingua del licantropo vagava troppo in giro, Mercury mugugnava e lo stringeva per il pelo, strattonandolo, cercando di fargli capire che non poteva osare così tanto, non fin da subito per lo meno! Neanche lei sapeva quale fosse il momento giusto, forse mai, forse Solomon faceva bene a prendere l'iniziativa, ma questo non rendeva di certo Mercury più tranquilla.
    Vedi di non distrarti... questo è un lavoro serio... non piacere...
    La proposta del lupo poi, zittì per qualche istante Mercury. Se fosse stata in grado a quel punto, avrebbe potuto perfino arrossire, ma la situazione era già piuttosto estrema per lei, non poteva andare oltre. Il fatto era che si sarebbe sdraiata ben volentieri sul suo pelo, così morbido ed energetico, ma in una situazione del genere poteva voler dire ogni cosa e lei doveva mantenere salda la presa su quelle catene.
    N-non fare proposte sciocche... e non essere troppo accondiscendente... fai senso, voglio una bestia fiera al mio fianco non un viscido servitore...
    In assenza di alternative, non aveva molti modi se non quello di essere scontrosa per esternare dei sentimenti alla quale non era assolutamente abituata. Distolse lo sguardo quando lo vide gettarsi a terra, chiudendo gli occhi per togliersi dalla testa l'immagine di loro che giocavano a terra come i protagonisti di un classico cartone anni novanta con bambini ed animali al centro dello schermo. Disturbante. Iniziò a passarsi le mani sul ventre per togliersi di dosso la saliva di Solomon, ritrovandosi però con le dita totalmente pasticciate di quella densa sostanza.
    Va bene così... non fa più male, hai svolto il tuo dovere non...
    Ancora piuttosto in difficoltà per il miscuglio tra le sue dita, Mercury alzò lo sguardo notando l'erezione tra le gambe della creatura, ardentemente impegnata nel nasconderla ma con decisamente poco successo. Gli occhi di Mercury si fecero in parte furiosi, ma non se la sentì di rimproverarlo vista la richiesta che lei stessa aveva fatto. Sbuffò rumorosamente, portandosi poi il cappello all'altezza del volto per nascondere in parte la rabbia. Non voleva dargli del tutto contro in quella situazione, non se lo meritava.
    Dovrò avere a che fare con una bestia libidinosa per tutto il tempo, non è vero Solomon?
    Alzò lo sguardo, fiammeggiante, sembrava pronta a lanciargli un'altra sfera di fuoco per incenerirlo, ma piuttosto sollevò il cappello per scoprire la sua espressione risoluta, per poi passare una mano rapidamente sui lembi del vestito, precisamente all'altezza del manto che aveva aperto prima, facendolo sparire del tutto. Oda dal ventre in giù era del tutto nuda, fatta eccezione per le calze e le mutandine minimali che la stavano coprendo. Sollevò il palmo della mano per impedire a Solomon di alzarsi usando le catene, gli impedì di muoversi mentre lei allargava le gambe su di lui, posizionandosi a cavalluccio sul suo ventre, con le ginocchia infilate sui suoi fianchi e le mani aggrappate al pelo del suo petto. Le natiche erano esposte all'indietro e stavano cercando di avvicinarsi il più possibile alla sua verga, così da poterle posare entrambe su quella grossa mazza. Il calore che scaturì appena ci sarebbe riuscita avrebbe incrinato leggermente la sua espressione, facendole brillare gli occhi ed accendendo una lunga serie di segni neri che partirono dalle cosce e risalirono fino alle natiche della strega, dei tatuaggi roventi che resero la sua pelle più calda e piacevole a contatto col licantropo.
    Mi servi concentrato... oramai ho capito che se hai le palle piene non riesci a pensare lucidamente... quindi mi prenderò cura di questo, ma poi sarai in debito con la tua padrona, siamo intesi?
    Per quanto piacevole, il contatto di Mercury sembrava limitarsi al minimo indispensabile: le sue natiche avvolgevano in parte quella verga enorme senza farlo avvicinare troppo alla sua intimità, con gli orifizi ben coperti dalle mutandine strette ed il corpo che evitava accuratamente ogni tipo di contatto inutile. La strega, da canto suo, si sforzava di mantenere la situazione sotto controllo, cosa non esattamente semplice vista l'energia intensa e piacevole che emanava Solomon, ma per il momento era tutto sotto il suo controllo, per questo lo fissava dritto negli occhi con incrollabile aria imperativa.
     
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    Il fatto di richiedere di avere una bestia al proprio fianco e ordinarepoi di non assalirla in preda alla frenesia ed all'eccitazione erano due concetti agli estremi opposti, che lasciavano ben intendere quanto Mercury fosse in difficoltà in situazioni come quelle. Solomon non aveva alcuna ambizione, in un frangente come quello, appena scaturito da una lite decisamente seria, di avere qualcosa dalla strega, di poterla vedere fuori dalla sua naturale persona. Ma a quanto sembrava la mente della Master ragionava diversamente, in modo più rapido di quanto le parole del licantropo potessero fare. Senza che potesse fare o dire nulla, Solomon si ritrovò ad osservare la figura della strega completamente nuda sulla parte inferiore del corpo, se non coperta dal suo intimo, che ben si intonava con il colore della pelle di Mercury. Il lupo non fiatò nemmeno, fissandola, leggermente colto alla sprovvista, senza poter far molto per opporsi a quella situazione, dato che le catene vennero isate per bloccarlo sul posto, mentre la figura della donna gli saliva sul ventre, un po' come era successo la prima volta che si erano incontrati. Solomon avrebbe cercato di chinare la testa in modo da osservare il volto della strega, mentre sentiva nitidamente come era più calda rispetto a poco prima, quando la stava leccando.
    Non ti ho mai chiesto di fare qualcosa che ti disgusta o ti dà fastidio, ho già capito che situazioni come queste ti mettono a disagio, quindi se non volevi non era necessario. Purtroppo è normale, io sono un maschio e tu una femmina, e per quanto a te non possa forse piacere non mi sei indifferente. Ma so che non ti piacciono i complimenti, giusto Master?
    Mercury, da quella posizione, avrebbe potuto sentire il respiro a pieni polmoni del lupo, oltre che allo scorrere del sangue ed al suo battito, aumentato in modo significativo in quella situazione, seppure tentasse di controllarsi. La verga sulla parte inferiore del corpo, intanto, ora completamente scoperta, si stava alzando ed ingrossando, segno evidente che le azioni della Master sortivano più d qualche effetto. Solomon avrebbe cercato di avvicinare il proprio muso verso il volto della strega, non per leccarla o baciarla, ma per annusarla tra i capelli, in modo decisamente intenso, parlando poi in modo abbastanza diretto.
    Una bestia fiera, in una situazione come questa, avrebbe preso le redini ed ora le cose starebbero forse già degenerando. Ma per il rispetto che nutro nei tuoi confronti e nel legame che ci unisce sto lasciando che sia tu a muoverti nel modo che meglio ti si addice, perchè non ho alcun interesse nel farti urlare di piacere quando probabilmente sarebbero semplici urla di odio e rancore, esattamente come lo sguardo che mi hai lanciato.
    Avrebbe poi allontanato il volto, guardandola negli occhi, probabilmente ricevendo una ulteriore occhiataccia, dato che dal discorso fatto dal lupo sembrava quasi le stesse facendo un favore. Ma non era quello il messaggio che voleva far passare. Stava semplicemente dicendo che se il loro legame doveva essere un semplice rapporto Servant-Master, non vi erano problemi, la sua lussuria la avrebbe sfogata in altro modo. Ma prima di farla eventualmente rispondere, avrebbe detto un'ultima cosa.
    Io sono onesto in quello che ti ho detto, Master, e ti ripeterò quante volte vorrai che non mi sei indifferente. A sai bene quale sarebbe l'unica cosa che mi basterebbe vedere di te e non è ne il tuo corpo nudo ne te in difficoltà nel cercare di darmi solievo. Il tuo volto...quel volto mi basta ed avanza. E no, non sarò in debito, in quanto in ogni caso ciò che mi ordinerai lo farò, nel modo più impetuoso possibile ed adatto alla tua immagine, per renderti fiera di me e di te stessa.
    Era difficile leggere l'espressività di Solomon nella sua forma ferale, dato che un lupo non aveva le stesse sfacettature che poteva avere un comune essere umano. Ma Mercury avrebbe potuto intuire dal suo sguardo che non vi era intenzione di sfida o di umiliazione nei suoi confronti. Voleva solo che fosse onesta con lui e con se stessa e forse a quel punto, solo allora, avrebbe capito quale era la cosa giusta da fare in quel momento così arduo per lei.
     
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    Per l'ennesima volta lo sguardo di Mercury s'incupì, non riusciva proprio a fare a meno di indispettirla qualsiasi cosa facesse, era davvero frustrante per lei e aveva davvero una gran voglia di prendere un'altra palla di fuoco per tappargli la bocca una volta per tutte. Chiuse gli occhi sbuffando rumorosamente.
    Stai facendo di nuovo il passivo aggressivo.
    Si aspettava una reazione diversa, forse non completamente bestiale ma che almeno lasciasse intendere quanto tutto questo non fosse qualcosa su cui poteva sorvolare, invece ne parlava come se fosse qualcosa di normalissimo, di cui poteva fare tranquillamente a meno e anzi, anche dopo averlo fatto non sarebbe cambiato assolutamente niente. Stessa storia, stessa reazione. Era davvero impossibile riuscire ad ottenere quello che Mercury voleva da lui, non così radicalmente almeno. Qualsiasi cosa facesse Mercury lo lasciava indifferente, o quantomeno le sue parole e le sue reazioni lasciavano intendere questo, quindi qualsiasi cosa stesse cercando di comunicarle Solomon non arrivava neanche lontanamente per sbaglio ad una strega con i paraocchi come Mercury. Piantò il palmo della mano destra sul suo petto per alzarsi di scatto da lui e mettere prematuramente fine a quel "favore" che Solomon sosteneva di non considerare tale. Quando faceva così Mercury non provava nessun gusto né soddisfazione, non riusciva a soddisfare né il suo animo di strega né la volontà di fare la padrona, stava letteralmente sopra ad un lupo pieno di energia elettrica eppure non riusciva a trasmetterle un'emozione diversa da quella di un toro meccanico.
    Non vedo cosa dovrei farmene di questo sforzo allora se non hai nemmeno intenzione di considerarti in debito. Adesso ricomponiti, e torna umano.
    Gli diede le spalle ed iniziò ad allontanarsi da lui. Il comando gli concedeva di seguirla e magari di rincominciare da dove si erano fermati l'ultima volta, continuando il loro contratto era Master e Servant, ma stavolta Mercury era davvero intenzionata a farlo reagire in qualche modo. Una strega saggia a quel punto si sarebbe rivestita, lei invece rimase in quella mise provocante, iniziando ad allontanarsi da Solomon con movimenti più lenti e ampi del normale, come a voler mettere in evidenza il suo corpo e le sue forme. Le avrebbe provate tutte prima di arrendersi.
     
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    Ed ecco che le incomprensioni tornavano a galla, ma questa volta Solomon voleva che la propria Master capisse realmente quello che voleva comunicarle, senza fraintendimenti e senza alcuna finzione, dato che nascondersi sino a quel momento non aveva fatto altro che causare problemi. Appena Mercury si alzò, pronunciando quelle parole, decisamente innervosita, il licantropo tornò in forma umana, vestendosi con le sue solite vesti, restando però a petto nudo, con i tatuaggi ben visibili su braccia e petto, che si muovevano un po' più velocemente del solito. L'erezione, che ancora premeva sulla parte bassa degli indumenti, era ben evidente per quanto fossero ampi gli abiti del Servant. Avrebbe cercato di scattare in avanti, per afferrare il polso della mano destra di Mercury, per farla voltare verso di sè, tentando poi di stringerla al fianco. I loro volti, in quel momento, dovevano essere molto vicini, tanto quanto lo potevano essere poco prima, quando erano uno sopra l'altro. Solomon la avrebbe fissata, quasi speranzoso fosse lei a fare la prima mossa, che quasi gli ordinasse di baciarla, ma quello che probabilmente voleva in quel momento è che fosse lui a sfogarsi. Si sarebbe quindi avvicinato alle labbra di lei, continuando a guardarla, tentando di accarezzare i capelli rossi con l'altra mano.
    Vorrei solo che quello che tu fai per aiutarmi non fosse qualcosa per cui io debba essere in debito, ma qualcosa che possa piacere anche a te, ma probabilmente non accadrà mai...ma non posso resistere, soprattutto se rimani vestita in questo modo e ancora di più dopo esserti messa sopra di me...Master. Ti voglio, a costo di doverti ripagare con la vita...e ti avrò.
    Avrebbe quindi cercato di baciarla, intrecciando la mano tra i suoi capelli, tentando di accompagnare la nuca della strega verso di sè, non con abbastanza forza da costringerla, ma sufficientemente da farle capire che dopo quello spettacolino non poteva lasciarlo così. La mano che aveva afferrato il polso poco prima si sarebbe spostata sul suo fianco, iniziando ad accarezzarlo e stringerlo delicatamente, mentre la verga di Solomon, decisamente sproporzionata anche nella sua forma umana, si faceva sentire premendo contro il ventre della donna, ventre che subito dopo sarebbe stato sfiorato con la mano, mentre staccava le proprie labbra da quelle di Mercury, tornando a fissarle il volto. Era stato passionale in quel contatto, e avrebbe continuato ad esserlo, indipendentemente dalle reazioni della "compagna".
    Ti fa ancora male, Master? Posso e voglio darti ulteriore solievo se non me lo impedisci...
    Avrebbe iniziato a baciarle il collo, spostando le chiome rosse, contatti premi, ma intensi, quasi senza lasciare traccia, passando poi sulle spalle. Sarebbe quindi tornato ad osservarla, cingendola ora dietro la schiena, premendola contro di sè, in modo che il calore dei loro corpi si mescolasse, tornando quindi a baciarla sempre più profondamente. Non sapeva se Mercury gli avrebbe concesso tutta quella libertà di movimento, ne se si sarebbe lasciata trasportare, ma se non riusciva a scioglierla allora, probabilmente, non avrebbe mai capito che quel rapporto, almeno in quel frangente, si basava su un dare ed avere e non su un debitore e creditore.
     
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    Non fece che pochi passi, venendo poi costretta a fermarsi e voltarsi verso di lui. Lo squadrò da capo a piedi, come delusa dal fatto che era tornato umano, ma non per questo cambiò espressione: fissandolo dritto negli occhi cercò di capire cosa stesse davvero cercando di dirle. Era attrazione sessuale quella? O era un gesto di affetto? Era bastato così poco per farlo innamorare perdutamente di una che non aveva fatto altro che disprezzarlo, schifarlo e insultarlo? Che razza di masochista era quel cane? Pur senza divincolarsi, Mercury gli rispose a tono come a volerlo mettere ulteriormente in difficoltà, non sembrava esserci disprezzo in quelle parole ma risultò fredda e distaccata, come se dovesse spingerlo via da un momento all'altro.
    Non so che farmene di qualcosa di tuo che non sia un debito, Solomon.
    Eppure, non si privò a lui, anzi sembrò quasi avvicinarsi a sua volta senza però ricambiare troppo quel contatto. Spalancò la bocca ed iniziò a baciarlo con ardore, tenendo però i muscoli rigidi come se quello rientrasse nei contatti assolutamente indesiderati, soprattutto quando sentì la sua verga sul ventre che, bollente come non mai, era forse più piccola in forma umana ma proprio per questo poteva sentirla distintamente sul suo corpo, a differenza di quando era enorme che invece poteva in qualche modo tenerla più distante. Il suo respiro venne sospeso, ma non per questo si privò di un bacio carico di passione e di energia: lo Zyn ne era davvero una fonte immensa nonostante la sua personalità idiota, inutile dire che anche le streghe di Umbra di un tempo sapevano il fatto loro, per questo Mercury non poteva essere da meno e gli concedeva le labbra morbide, la lingua caldissima e la salva piena del suo oscuro potere di Umbra, concedendogli un bacio che non sarebbe stato neanche lontanamente paragonabile a quello con un altro essere umano, o una creatura che non appartenesse alle tenebre. E nonostante il suo essere restia, non si allontanò nemmeno quando il bacio fu terminato. Riprese a fissarlo aprendo lentamente gli occhi, senza vagare troppo, ma neanche giudicarlo. Sembrava attendere altre sentenze, ma sapeva che era compito suo farlo. Alzò il collo, lasciandogli baciare il suo collo per avere sollievo. I baci di Solomon erano piacevoli, non poteva negarlo, ma per un giorno solo stava ricevendo decisamente troppo contatto alla quale non era abituata.
    Ti stai prendendo troppe libertà... ma per stavolta chiuderò un occhio. Se mi vuoi però, non mi basta che impari a stare seduto... non mi concederò ad un cane come te finché non mi avrai dimostrato che il contratto è valso a qualcosa. Finché starai con me deciderò io cosa concederti. E quando riterrò che sarai meritevole, quando avrai seguito ogni mio singolo volere o capriccio, allora potrai avermi. Pensi di essere all'altezza dei miei ordini Solomon?
    Allargò le braccia, come a voler togliere altri possibili ostacoli dal suo corpo per il lupo, chiudendo gli occhi e alzando il più possibile il mento. C'era molta superficie da baciare, soprattutto il suo ventre che era ancora arrossato dal colpo che aveva subito prima proprio da parte del lupo. Voleva metterlo alla prova, vedere fin dove poteva spingersi con i comandi e capire realmente quanto le fosse devoto quel lupo. Non era semplice avere a che fare con una come Mercury, anche se Solomon si gettava tra le fiamme per lei poteva significare tutto o niente. Pertanto, prima di poter gioire del suo corpo che non fosse in uno stato comatoso, avrebbe sofferto tanto quanto aveva sofferto lei. Era pronto ad accettare quella sfida?
     
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  6. Ghirados
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    Venire ricambiato in quel modo passionale e coinvolto era decisamente una sensazione piacevole, tanto che Solomon si sarebbe goduto quel momento con estrema lussuria, come se sapesse bene che probabilmente solo in quel momento poteva realmente approfittarne. Le parole di Mercury erano pungenti ed affilate, come sempre, avrebbero messo a dura prova chiunque, spegnendo probabilmente l'ardore del momento in pochissimi attimi. Ma il licantropo iniziava a capirla ormai, sapeva che da lei non era facile ricevere dei complimenti e che li avrebbe riservati solo per le occasioni in cui realmente se li sarebbe meritati. Avrebbe continuanto a fissarla, in modo serio, ascoltando ogni sua singola parola, soppesando ciò che realmente stava dicendo, risponendo poi a dovere.
    Penso di esserlo, ne sono certo ora come ora e ti dimostrerò di essere all'altezza dei tuoi ordini, Master...
    Si sarebbe avvicinato, andando a baciarle lentamente il collo, ancora una volta, però più in direzione del petto, come a voler scendere dalla posizione poco prima sfiorata. Non era chiaro se Mercury stesse chiedendo implicitamente o meno di continuare, ma Solomon avrebbe preso l'iniziativa, continuando a rispondere alla propria padrona.
    ...farò ciò che mi dirai di fare, se cadrò mi rialzerò finchè non avrò più fato in corpo...
    Ancora un altro bacio, sulla parte superiore del seno, mentre ora il licantropo si sarebbe inginocchiato, portando il volto all'altezza del ventre, ancora arrossato, ancora dolente per il colpo subito dal proprio servitore. Le mani si sarebbero adagiate sui fianchi della donna, quella rossa che aveva dentro di sè un potere immenso e che con lo Zyn avrebbe di certo guadagnato ulteriore fama e rispetto, se sarà in grado di addestrarlo o addomesticarlo a dovere. E da come Solomon agiva forse quello scontro in precedenza era servito a qualcosa.
    ...ti rappresenterò come hai chiesto, al massimo delle mie possibilità e delle tue aspettative, e se ti deluderò non scapperò, ma andrò incontro alla tua sentenza...
    Avrebbe ora iniziato a baciare il ventre, in più punti, contatti brevi ed intensi, mentre cercava di coprire tutta la zona, senza tralasciare alcun angolo di quella pelle così meravigliosa ed unica. Lo scambio energetico che vi era fra i due era qualcosa di unico, che Solomon non aveva mai provato con nessun'altro, sembrava quasi una droga di cui stava diventando a poco a poco dipendente.
    ...sarò la tua tempesta che distrugge ogni cosa e sarò il tuo rifugio quando ne avrai bisogno.
    Si sarebbe fermato ora, osservandola, senza rialzarsi. Era tremendamente eccitato, la voleva, in quel momento, voleva poter osare di più, prenderla, sbatterla contro la parete più vicina e darla sua, come probabilmente non aveva mai fatto con nessun'altra donna. Ma non poteva rovinare tutto in quel modo, la rispettava e se lo avesse fatto tutte le sue parole dette sino a quel momento sarebbe suonate vuote e prive di significato. Da quella posizione, però, Solomon avrebbe forse potuto sentire l'odore dell'intimità di Mercury, che di certo non aiutava a trattenersi. Chissà cosa avrebbe richiesto la Master, ora.
     
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    Si fermò, senza cambiare espressione, senza dire nulla, senza neanche guardarlo in effetti. L'unica cosa che reagiva in quel momento era la sua pelle, che si raggrinziva vistosamente, e le dita delle mani che tremavano e si stringevano nella speranza di non venir notate da Solomon. In una situazione diversa sarebbe letteralmente esplosa di fronte ad un contatto tanto indesiderato, solo per farsi leccare il ventre era riuscita a trattenersi con grandissimo sforzo e ora che la stava toccando, baciando e leccando di nuovo, così vicino a lei, la sua pazienza e la sua fobia erano messe terribilmente alla prova. Ma ancora una volta fu forte, sia per sé che per dimostrare in qualche modo che Solomon non era l'unico che stava faticando per mantenere intatta quella catena che li univa. Quando lui si inginocchiò davanti a lei, Mercury decise di reagire, ma non lo fece con la fretta e irruenza di una donna minacciata, bensì agì lentamente, cercando di non fargli capire quanto fosse turbata ed inorridita in quel momento che era piena del suo calore e della sua saliva. Sollevò una mano su di lui, afferrandogli la testa prima con delicatezza, poi infilandogli le dita tra i capelli, serrandoli senza grazia né gentilezza per tirarlo verso il basso con forza. Se si fosse rivelato troppo forte, avrebbe sfruttato le catene per farlo crollare all'indietro, pronta a piazzargli una gamba sul petto, punta sullo sterno e tacco sulla pancia, decisa ad imporsi come si deve su di lui.
    Cane... te lo dirò io quando avrò bisogno di te, e questa non è sicuramente una situazione che lo richiede. Sono io che vedo che hai bisogno di me... sei eccitato lo vedo chiaramente, e visto che sei un cane non riesci a ragionare lucidamente, stai facendo di tutto pur di scoparti la tua padrona, diresti qualsiasi cosa. Dovrei ridurti in cenere ma provo un pò di pietà... men che meno però posso mostrarti alle altre in queste condizioni. Quindi ora mi occuperò io di te, e stavolta tu mi ringrazierai.
    Recuperare in quel modo il suo ruolo di strega dominatrice le diede la forza di superare l'orrore che sentiva sulla sua pelle e riacquistare l'aria sfrontata e risoluta che caratterizza ogni potente strega di Umbra. Sollevò la punta in modo che il tacco del suo stivale punzecchiasse la pancia di Solomon, come a voler innescare qualcosa in lui. Le catene iniziarono a stringerlo, un pò come se Mercury volesse farlo sentire stretto in quella forma. Gli stava mandando un altro messaggio difficile da decodificare?
    Allora Solomon... come si dice alla tua padrona quando ti aiuta a non somigliare ad un cane eccitato?
    La strada per addomesticarlo era davvero lunga e dura, ma Solomon avrebbe scoperto che lei era indubbiamente più testarda di lui.
     
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  8. Ghirados
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    No...
    La risposta al primo discorso di Mercury fu questa, ed il tono di Solomon era del tutto identico a quello che aveva quando era trasformato nella sua forma ferale. Sotto sotto gli dava fastidio che Mercury pensasse che fosse lì solo per scoparsela, che lei fosse una tra le tante, che al suo posto avrebbe potuto esserci qualsiasi altra strega. Se quello fosse stato il ragionamento allora il licantropo avrebbe potuto mirare a Nashandra ora che sapeva della sua esistenza, decisamente più potente ed importante della rossa che ora stava cercando di mostrare la sua supremazia sul servitore. Ancora una volta quella barriera invisibile si faceva percepire, come se qualcosa di impalpabile bloccasse ogni possibilità di empatia da parte di Mercury, incapace forse di godersi a pieno quel momento.
    Non sto facendo tutto questo per...scoparti. Se fosse per un motivo come questo che sto dicendo e facendo queste cose allora potrei farlo con qualunque altra strega o donna. Ma tu non sei un qualunque, ma non lo vuoi capire...quindi starò al tuo gioco...ti ringrazio, Master.
    Solomon avrebbe cercato di contrastare quelle catene, sforzando i muscoli delle braccia così da allargare quelle costrizioni, mettendo in mostra quel fisico che non era forse così allenato come dei palestrati o dei lottatori di wrestler, ma che aveva comunque il suo che da mostrare. In quel momento Mercury si sarebbe dovuta accontetare di averlo in quella forma umana, che probabilmente non le faceva ne caldo ne freddo viste le reazioni sino a quel momento. Il membro del licantropo, intanto, era ben evidente coperto dalle vesti che portava, ritto e bisognoso di attenzioni, puntando dritto verso la strega, come a chiedere quasi pietà. Lo sguardo di Solomon ora era decisamente acceso, mentre continuava a guardare Mercury. Ma la cosa durò un solo attimo, passando poi a guardarle il corpo. Da quella posizione, con la gamba appoggiata sul petto, era ancora più evidente l'intimità della donna. Possibile non fosse nemmeno un po' eccitata, neanche un minimo? Non si sarebbe comunque arreso alla prima difficoltà o al primo fallimento, cercando di portare il volto in avanti, quel tanto che bastava per baciare anche la parte bassa della gamba, continuando a ricercare quel contatto così intimo e così passionale che tanto dava fastidio alla strega. Se però voleva veramente aiutarlo doveva darsi da fare, dato che lasciarsi solo baciare e guardare non faceva che peggiorare le cose, e la belva fremeva dentro il corpo del lupo, fremeva per possedere quel corpo così meraviglioso e fin troppo sicuro di sè.
     
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    Resa inutile anche la presenza della catena, Mercury dovette realizzare che anche con tutto l'impegno del mondo o quello che era in grado di concedergli, Solomon on avrebbe imparato con lo sforzo, ma solo col tempo. Amareggiata, allentò la presa e scostò la gamba da sopra di lui, non riusciva né a divertirsi né pensava che in qualche modo fosse necessario. Poteva senz'altro dirsi soddisfatta per aver ristabilito i ranghi e aver acceso un minimo quella scintilla che andava scemando nel cuore di Solomon, ma soffiarci sopra era inutile a quel punto.
    Dovrai imparare a rispondere meno a tono in questo modo, Cane. Altrimenti le nostre conversazioni diventeranno monotone. Non puoi ancora stare qui, quindi torna a casa. E voglio che ci rimani. Questo è il mio primo ordine: quando meno te lo aspetti io verrò a cercarti e farai bene a farti trovare lì. Riprendermelo da dove ci eravamo fermati, non ho ancora finito di esaminare la tua razza, lo dimostra il fatto che questa catena è profondamente imperfetta... ma posso sistemarla. E quando lo avrò fatto non riuscirai neanche a guaire senza il mio permesso...
    Non suonava proprio come una minaccia super convinta, piuttosto era... a tutti gli effetti un invito. Solomon on era ancora a tutti gli effetti parte della scuola o a delle streghe di Umbra, avevano ancora moltissima strada da fare e Mercury l'avrebbe sfruttata davvero tutta pur di trasformare quel cane in un lupo degno di questo nome. Per oggi però, non poteva dare di più di così. Iniziò quindi ad andarsene, stavolta senza dargli la possibilità di fermarla: se anche l'avesse seguita, Solomon poteva solo perdersi nei labirintici corridoi della Oxford, ritrovandosi sempre all'uscita. L'unica cosa che poteva fare era assecondare la richiesta del suo master.
     
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    Probabilmente la strada per poter soddisfare a pieno la propria Master era ancora lunga da percorrere, dato che nessuna reale reazione da parte della donna lasciava indicare che fosse stato realmente perdonato ed accettato nel suo ruolo da servitore. Ma Solomon, finchè poteva, voleva percorrere quella strada a modo suo, non più con l'idole autodistruttiva che aveva poco prima, non più preoccupandosi di ciò che faceva, ma continuando in ogni caso a cercare di mantenere intatta l'immagine che aveva di Mercury. Per quanto fosse pronta a soddisfare le necessità del licantropo, era evidente che quell'intento adasse contro la sua natura. Mercury voleva probabilmente vedere semplicemente la bestia, la possenza di quella creatura quasi estinta che nel passato aveva causato così grossi problemi alle streghe. Una richiesta più che sensata dato che le serviva, al suo fianco, una creatura degna di rappresentarla davanti al resto del clan e probabilmente del mondo. Non poteva e non doveva accontentarsi. Solomon non aveva alcuna intenzione di deluderla, non ancora, e si sarebbe impegnato al massimo delle sue possibilità per penetrare quella barriera che così a lungo, probabilmente da sempre, la Master aveva creato per tenere all'esterno ogni disturbo, senza rendersi conto che in realtà, così facendo, stava tagliando fuori cose anche molto importanti, come la fiducia e l'amicizia. Chissà se sarebbe riuscito a fare breccia nel mondo isolato della strega, forse non gli sarebbe bastata tutta la vita e la forza che possedeva, ma ci avrebbe provato senza demordere. Una volta liberato da quelle catene, Solomon si sarebbe rialzato, ancora eccitato, per nulla soddisfatto sessualmente, ma avrebbe dovuto conviverci. Avrebbe annuito allì'ordine di Mercury, senza tentare di seguirla, intuendo che probabilmente sarebbe stato inutile anche solo provarci. Si sarebbe quindi voltato, tentando di percorrere all'indietro la strada che aveva fatto per entrare in quel luogo. Aveva molto a cui pensare dopo la chiacchierata che aveva avuto in quella serata piena di colpi di scena. Molto su cui riflettere.

    Role conclusa.
     
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