Rock Ferale

x Ghirados

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    La seguente role è ambientata post missione di Ghirados e prima dello scontro avvenuto con Kuroto! Così per dare un’idea temporale migliore


    Cinque giorni prima del concerto!
    Le ricerche riguardanti Dangerous Zombie non avevano portato ancora a nulla di effettivo, come se in un certo senso le informazioni a riguardo erano state occultate da qualcuno o semplicemente dallo stesso Dangerous Zombie.
    Non solo le ricerche fallimentari lo stavano attanagliando in modo piuttosto importante ma anche la sua attuale situazione economica di certo non era da sottovalutare. E per farlo aveva bisogno di magari un piccolo lavoretto che potesse permettere al povero conto in banca di ritornare fiorente e rigoglioso, più o meno.
    Fortunatamente però i siti che si occupavano di dare possibilità lavorative alla gente erano ancora piuttosto funzionanti e a dirla tutta anche ben forniti, scorrendo su di essi trovò una proposta piuttosto interessante e soprattutto riguardante ad un piccolo concerto che si sarebbe tenuto fra cinque giorni.
    Il concerto aveva come scopo quello non solo di dare la possibilità a chi avrebbe voluto prenderne parta di racimolare comunque un gruzzoletto abbastanza cospicuo, ma il vero scopo era quello di poter intrattenere alcuni bambini e adolescenti affetti da patologie abbastanza gravi. Così da allietare leggermente la loro vita piena di sofferenze.
    Senza pensarci minimamente su, quasi come fosse una sorta di automa, rispose a quella candidatura. Dove dopo pochi minuti gli tornò indietro l’avviso di conferma e soprattutto l’invito effettivo al concerto, che si sarebbe svolto in un parco presso la scuola di Oxford.


    La sera del concerto
    Finalmente la fatidica serata del concerto era arrivata e Leonhart in un certo senso si sentiva pienamente elettrizzato ma soprattutto contento di poter fare una cosa che alla fine dei conti lo divertiva dal profondo. La cosa che però era certa e che non poteva assolutamente e categoricamente andare davanti ad un pubblico di gente con bambini annessi sguainano come se nulla fosse la spada davanti ai loro occhi, doveva inventarsi qualcosa di più sostanzioso e magari che lo avrebbe anche aiutato a fomentare momentaneamente il pubblico.
    Infatti decise di inserire la Moeru all’interno di una apposita custodia da chitarra piuttosto comoda dato che era possibile indossarla come un qualsiasi zaino.
    Mancavano però pochi minuti all’inizio di quel concerto e Leonhart decise infine di incamminarsi dopo che tutto l’occorrente fosse ben preparato. Erano esattamente le 21 di sera quando il ragazzo uscì di casa pronto a raggiungere quel luogo.
    Doveva sbrigarsi dato che alle 21 e 30 le danze avrebbero avuto ufficialmente inizio e non aveva la minima idea se avesse dovuto fare la fila o meno per salire sul palco.
    Arrivato nel parco Leonhart si trovò davanti due piccoli bivi. Sulla destra la comune entrata del pubblico, dove già avevano iniziato ad essere presenti alcune famiglie.
    Mentre sulla sinistra c’era l’ingresso adibito agli artisti con piccolo segnale rettangolare rosso con la scritta: “artist” in bianco ed una strana ragazza vestita piuttosto elegante con alla destra un tavolino con sopra dei piccoli badge da mettere al collo, con Leonhart che si avvicinò in direzione di quella ragazza.

    Buonasera, qualche giorno fà ho mandato la mia candidatura per partecipare al concerto di stasera.
    Sono Smith, Leonhart Smith

    Buonasera Signor Smith, è in ritardo di dieci minuti, lo sà? Il concerto stà per iniziare quindi deve muoversi e prepararsi, quando sarà il proprio turno verrà debitamente chiamato a procedere sul palco.
    Questo è il suo bedge di riconoscimento, eccolo, lo metta al collo. Per quanto riguarda i metodi di pagamento, nei prossimi giorni come scritto sull’annuncio troverà depositata la somma di denaro del bel lavoro svolto…. Si spera.
    Forza si accomodi adesso.

    Leonhart rimase ad ascoltare la ragazza prendendo successivamente il proprio bedge con sopra la sua foto e i suoi dati andando ad accomodarsi dietro al palco, notando la presenza di circa altre cinque persone pronte ad esibirsi evidentemente prima di lui.
    Si tolse dalle spalle la sacca della chitarra con dentro la Moeru sedendosi a terra, non c’era molto da fare se non aspettare che i tizi prima di lui si muovessero a finire in un tempo più o meno consono….
    Ci volle quasi un ora prima che i cinque partecipanti prima di lui finissero la loro lunga esibizione e solo dopo che l’ultimo abbandonò ufficialmente il palco, con la gente in bisibiglio finalmente poteva toccare a Leonhart.

    Ahhh finalmente… Era da un ora che stavo aspettando, fra poco mi cadevano pure le palle per terra.
    …..
    Bene bene è ora di andare in scena!

    Nonostante l’attesa lo aveva fatto irritare ora era il momento di lasciar perdere quelle emozioni e dirigersi a muso duro e a capo fitto sul palco, l’obiettivo era divertire il pubblico!
    Si alzò da terra andando a prendere con la mano sinistra lo spallaccio destro del porta chitarra sollevandolo e procedendo verso i gradini. Una volta sopra di essi spostò il telone nero con il braccio destro trovandosi non solo sul palco ma addirittura davanti ad una mole sostenuta di gente e bambini che andò a salutarli con la mano destra.
    Prima di andare davanti al microfono posò a terra la sacca aprendola leggermente, inserendo dentro di essa la mano destra impugnando la Moeru che grazie ad alcune paroline iniziò a prendere fuoco mentre veniva estratta da Leonhart, creando un piccolo spettacolo “scenico”.
    Finalmente la Moeru poteva dar sfoggio di tutta la sua forma di certo poco convenzionale rispetto alle classiche chitarre elettriche e non che si trovavano nei comuni, con Leonhart che finalmente raggiunse una volta per tutti il microfono pronto ad esibirsi.

    SIGNORI!!!!!
    Vorrei presentarmi, il mio nome è Leonhart Smith e piacere di fare la vostra conoscenza! Spero di poter rendere ancora la vostra serata migliore…. Ma ho una domanda!
    SIETE PRONTI?

    Chiese ad alta voce, col pubblico che sembrò dare segni piuttosto positivi e col ragazzo che di tutta risposta iniziò a compiere un assolo con la chitarra.
    La sua esibizione era appena iniziata e già si sentiva eccitato e fomentato, voleva mostrare a quel pubblico che anche lui ci sapeva fare.


    Edited by Deva - 16/10/2018, 15:12
     
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    Cinque giorni prima della rovina del concerto!
    Erano ormai svariati giorni che Solomon si tratteneva dallo sfogare la sua forma ferale, trattenendo ogni possibile stimolo di rabbia, di tristezza, di angoscia dentro di sè, facendo di tutto per non esplodere. Si trovava nella sua villa abbandonata, nella stanza adibita a contenerlo, rinforzata con pareti in acciaio durissimo e pesantissimo, che avrebbe resistito anche ad una cannonata assai potente. Era seduto nel mezzo della camera, con le gambe incrociate e gli occhi chiusi, mentre sembrava stesse meditando. Non vi era nessuno attorno a lui, nessun rumore, nessun disturbo, eppure il suo pensiero era tutt'altro che rilassato. Continuava a vivere quell'episodio, quel fallimento, la scomparsa di Mercury, in quel turbinio di sabbia che sembrava mille volte più difficile da superare di quelle barriere in cui si era rinchiuso. E quando non vi erano quei pensieri vi era quel dannato sogno ricorrente, la luna rossa alta nel cielo che lo chiamava, sempre più forte, sera dopo sera. Non sapeva nemmeno lui quanto avrebbe potuto resistere, ma stava facendo il possibile.

    La sera della rovina del concerto
    Sembrava una serata come tante altre, tranquilla e silenziosa. Solomon era ancora rinchiuso nella sua stanza. Era ormai da molti anni che non riusciva a trattenersi in quel modo, non trasformandosi per quasi due settimane consecutive. Era stupito anche lui di quel risultato, eppure sembrava che stesse riuscendo a controllarsi. Era ormai tarda sera e Solomon si trovava sdraiato sul letto, intento a riposare, quando ad un tratto, in lontananza, un boato quasi assordante lo colpì in pieno. Era il rumore di un concerto, che tramite l'udito raffinato della belva sembrava quasi si trovasse a pochi passi da lì. Nessuno avrebbe potuto dire con certezza perchè quella musica stesse influenzando così tanto Solomon, ma stava di fatto che in pochi attimi tutto il lavoro di meditazione e controllo che aveva praticato in quelle settimane andò in fumo, facendolo trasformare in una esplosione di elettricità che fuse una parte delle pareti rinforzate, creando un varco verso l'esterno. Lo Zyn si era risvegliato, più furioso che mai e, peggio ancora, attisato da quella musica. Il licantropo iniziò a correre, senza badare a nulla o nessuno lungo la sua strada, dirigendosi direttamente verso il parco e la zona del concerto. Passò davanti a qualche passante, saettando sopra di loro con qualche balzo, illuminando la zona con il suo corpo ricoperto di scintille. Quando arrivò al punto in cui si stava svolgendo il concerto era il momento dell'assolo di Leonhart, del tutto impegnato a fare del suo meglio per far passare una bella serata a quei bambini sotto al palco. Inizialmente la folla delle ultime file sembrava muoversi verso il palco con normalità, quasi ad indicare l'entusiasmo del momento creato dalla musica del ragazzo, acclamato ed applaudito. Ben presto, però, tutti capirono che quei movimenti erano più dovuti a paura piuttosto che ad una febbre del sabato sera. Se Leonhart avesse alzato lo sguardo avrebbe potuto vedere distintamente Solomon, nella sua forma ferale, con la gente ed i bambini che fuggivano da lui, come meglio potevano. Sotto la sua zampa destra vi era già la prima vittima, il corpo di una donna con la testa mozzata di netto ed in parte incenerita, con la figlia che veniva portata via in preda al pianto. Ben presto il terrore e le urla sovrastarono il suono della musica del ragazzo ed allo stesso tempo anche la ragione del licantropo sembrava iniziare a fare ritorno. Certo il ritrovarsi nel bel mezzo di una folla impaurita non aiutava, ma Solomon ormai conosceva bene i segnali tipici del suo risveglio da una perdita del controllo dello Zyn. E l'unica cosa che poteva fare era scappare, prima che qualcuno iniziasse a braccarlo in modo serio e potenzialmente mortale. Per quanto avesse preferito morire per ciò che era successo con Mercury, il volere una cosa ed il farla erano due concetti completamente differenti. Solomon iniziò quindi a correre verso il palco, cercando di saltarvi sopra, affiancando Leonhart e poi fuggire dietro il telone delle quinte, imboscandosi tra gli alberi dietro quella zona. Senza rendersene conto, o forse sì, si stava dirigendo in un punto a lui molto familiare.
     
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    Continuò a strimpellare con la Moeru senza mai lasciarsi andare e senza prendere per il momento in microfono per cantare. Il rumore prodotto dalla musica e probabilmente anche la zona dove avevano collocato il palco creò un miscuglio di cose che rese possibile il propagarsi di quella musica sempre più insistente e in maniera massiccia. Il pubblicò sembrò gradire molto quella situazione tanto che iniziarono a muoversi proprio in direzione del palco applaudendo festosi, con Leonhart che alzò leggermente lo sguardo notando quella scena sorridendo vistosamente.
    Paradossalmente quella situazione gli stava piacendo e il calore che il pubblico gli stava donando lo facevano in un certo senso rilassare, come fosse una sorta di toccasana tanto che chiuse un attimo gli occhi lasciandosi andare.
    Iniziò a sentire delle grida provenire dal pubblico e a cui inizialmente non diede molto peso, anche perchè poteva chiaramente essere un fan uscito letteralmente di melone e che si stava facendo fin troppo trasportare, o voleva vivamente che fosse così. Aprendo gli occhi nuovamente si trovò davanti ad una scena molto poco piacevole, l’intero pubblico completamente impaurito e intento a darsela a gambe spaventato di certo da una creature.
    Un bestione grande e grosso a quattro zampe che aveva la forma di un cane ma dal pelo piuttosto figo e accattivante, ma a parte quello che diavolo ci faceva lì quel mostro? Che fosse per caso un sottoposto di Kun Lan? Tutto era più che possibile in quel momento.

    Ma cosa cazzo?
    Furono le uniche parole che riuscì in quel momento a pronunciare Leonhart che rimase piuttosto sorpreso di trovarsi fisicamente e letteralmente davanti, seppur ad una certa distanza, quel coso grosso ed enorme. Notò tra l’altro che sembrava avere sotto la gamba destra il corpo di una figura femminile con la testa staccata di netto, con una bambina ancora lì in ginocchio sollevata poi di peso da quello che probabilmente era il padre per scappare da quella situazione. Una serata di gioia e festa che venne in pochissimi minuti trasformata in un delirio di gente urlante con tanto di cadavere per mano di un maledetto cane troppo cresciuto sotto evidenti effetti rabbiosi.
    Magari più che mandato da Kun Lan, che fosse per caso stato il rumore provocato dal concerto ad averlo attirato e fatto arrabbiare? Fatto stava che ora quel grosso cagnolone super rabbioso iniziò a caricare come un forsennato proprio verso il palco. La sua corsa era piuttosto veloce favorita anche dal fatto che sicuramente quattro zampe erano meglio di due, costringendo Leonhart a scattare immediatamente di circa 2 metri sulla propria destra mentre il cucciolone si apprestò a saltare sul palco.
    Ma stranamente l’obiettivo non era affatto Leonhart, anzi lo vide lanciarsi oltre al telone nero che separava le quinte al palco. Senza però considerare che il suo corno sinistro si impigliò in qualche modo a quel tessuto, e data la forza con cui tirò riuscì a sradicare quella piccola e debole struttura facendola rovinosamente cadere dietro al palco.

    Mantieni la calma….. Mantieni la calma….. Mantieni quella cazzo di calma...
    MA PORCA DI QUELLA PUTTANA, DANNATO CANE DI MERDA…. AHHHHHH
    Non solo arriva fà un casino allucinante uccidendo pure qualcuno e mo spacca tutto saltando come una ballerina gigante e pelosa…..

    Le possibilità di guadagnare un minimo gruzzoletto quella sera erano state semplicemente prese e distrutte, da quel dannato cane troppo cresciuto e con evidenti problemi di gestione della rabbia, probabilmente. Non che Leonhart fosse messo meglio da quel punto di vista.
    AHHHHHHH
    Ora dove diamine si sarà cacciato?

    Disse guardandosi intorno notando nuovamente uno scenario deserto e distrutto. Quel cagnolone troppo cresciuto sembrò dirigersi verso la foresta proprio alle spalle di quello che fino a qualche istante prima poteva essere considerato un palco. Ma oltre a questo però bisognava tener presente la ormai evidente minaccia rappresentata da quella enorme creatura che libera ed enormemente arrabbiata poteva fare dei danni addirittura più atroci del distruggere un palco.
    Leonhart si posizionò la Moeru sulla spalla destra scendendo da quel palco iniziando a correre entrando anche lui nella foresta.

    Cucci cucci cucciolone, sei quì?
    Impugnò più saldamente la Moeru con la mano destra mentre cercò di attirare l’attenzione dell’animale. Magari per alcuni rischiare la propria incolumità per degli innocenti che nemmeno conoscevano magari era una pessima, se non addirittura idiota, idea anche se per il momento del cucciolone non c’era nemmeno l’ombra, che si fosse diretto già in città?
     
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  4. Ghirados
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    Il fatto di distruggere il palco portandosi dietro il telone che sino a poco prima era attaccato alla struttura in metallo era la minore delle preoccupazioni del licantropo in quel momento, se non addirittura l'ultima. Aveva ucciso ancora una volta, a sangue freddo, senza nemmeno rendersene conto, una ulteriore vittima della sua rabbia incontrollabile e che, prima o poi, aveva sempre la meglio sulla razionalità e la bontà di Solomon, che non voleva altro che una vita normale. Ma a quanto sembrava il destino sembrava non avere la minima intenzione di concedergli tale premio. Avrebbe continuato a correre nella boscaglia, senza voltarsi indietro, lasciando segni evidenti del suo passaggio sugli alberi, come se delle scintille elettriche si fossero scagliate sui tronchi, annrendoli in vari punti. Per Leonhart non sarebbe stato difficile seguire quella pista. Il lupo aveva recuperato il controllo, ma aveva paura di ciò che poteva accadere se rimaneva lì: polizia, vigilanti e chissà cos'altro avrebbero potuto dargli la caccia per quell'omicidio a sangue freddo. Ma la confusione di Solomon svanì in un istante quando finalmente sbucò da quella boscaglia, ritrovandosi in un luogo familiare, che sicuramente non poteva dimenticare. Davanti a lui vi era la fontana del parco, la stessa fontana doveva aveva conosciuto la prima delle streghe di Londra, ovvero Cia. Il punto dove tutta quella storia aveva avuto inizio. Avrebbe rallentato il passo, avvicinandosi a quell'acqua, non vi era nessuno nei dintorni, solo lui e magari Leonhart, che ormai doveva essere lì da un momento all'altro. A circa due metri di distanza dalla fontana, Solomon ricominciò a riprendere sembianze umane, con i vestiti che si riformavano sul suo corpo e la pelliccia bianca che ritornava ad essere una normale chioma fluente. I tatuaggi sulle sue braccia erano ben visibili, mentre si chinava sul bordo, vedendo il suo riflesso dipinto su quello specchio. Se quella notte non avesse aiutato Cia. Se quella notte fosse stata come molte altre, in cui non si preoccupava di ciò che gli accadeva attorno. Forse in quel momento Mercury sarebbe ancora lì, a fare chissà quale esperimento o test, senza curarsi minimamente dell'esistenza dello Zyn e dei suoi problemi.
    Sciocca di un strega...
    Si riferiva alla rossa, che notte dopo notte le tormentava il sonno, apparendo all'interno di quella sfera color sangue che per anni lo aveva tormentato. Chissà perchè anche l'altra donna che aveva conosciuto e perso aveva i capelli rossi. Che fosse un caso? Probabilmente no. Si sarebbe rialzato, smuovendo la superficia bagnata con la mano, facendo sparire quell'immagine tutt'altro che felice del suo volto e concentrandosi su Leonhart, di cui sicuramente aveva percepito l'odore. L'unico che, a quanto sembrava, lo aveva seguito sino a quel punto e che probabilmente aveva anche udito le parole del licantropo.
    Sei per caso qui per uccidermi? Se ne fossi in grado te ne sarei estremamente grato, ma purtroppo servirebbe qualcosa di più potente che un ragazzino armato di chitarra.
    Sarebbe rimasto immobile, fissandolo con quegli occhi dorati, con un volto serio, ma velato da un certa nota di tristezza. Sembrava quasi impossibile che sino a qualche istante prima quell'umano fosse nella piazza a causare scompiglio e terrore. Cosa stava accadendo?
     
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    Hei! Cucciolone sei quì? Uhm… che diamine sono queste cose?
    Si chiese in modo interrogativo mentre passeggiando in quella foresta notò degli strani segni sugli alberi oltre alle vere e proprie impronte lasciate dalle zampe sul terreno. Ma cosa diavolo erano quei segni? Si avvicinò ad un albero toccandolo con la mano sinistra notando che era stranamente annerito, come se fosse stato colpito da del fuoco o comunque un elemento simile. Che fosse ancora una volta colpa di quel mostro gigante?
    L’unico modo per scoprirlo era il proseguire in quella foresta e seguire le orme sul terreno, la cosa che però lo fece pensare maggiormente e che pure i segni sugli alberi fossero merito di quello strano animale.
    Continuando a camminare in quella foresta riuscì a raggiungerne la fine, dov’era presente una fontana e davanti ad essa invece c’era un uomo dalla lunga e folta capigliatura bianca con tanto di strani tatuaggi sul suo corpo, visibili proprio grazie all’illuminazione presente lì dov’era quella fontana.
    Che fosse quell’uomo l’animale che pochi istanti prima aveva terrorizzato il concerto? Bhe sicuramente il colore di capelli di quel tizio e anche il pelo dell’animale erano piuttosto simili e poi stranamente perchè le impronte portavano proprio lì? In direzione di quell’uomo?

    Ohoh che fiuto notevole!
    Mi hai scoperto!

    Disse uscendo definitivamente dalla foresta, quel tipo aveva mostrato una certa abilità olfattiva tanto che i sospetti verso di lui aumentarono in modo ulteriore, ma la vera domanda che si pose in quel momento Leonhart era un’altra e forse ben più specifica.
    Perchè si era diretto a quella fontana e non si era diretto in città dove poteva seminare il caos? Si avvicinò a lui con la guardia alta e con la Moeru sempre posata sulla spalla destra.

    AH AH AH
    Ma guarda un pò, abbiamo un simpaticone quì!
    Eri per caso tu il mega cagnolone che poco fà ha fatto un macello ai limiti dell’assurdo facendomi perdere anche un minimo straccio di mancia?

    Disse mentre si portò a circa quattro metri di distanza da quel tipo.
    Nonostante il suo olfatto chiaramente più sviluppato, quel tipo aveva dimostrato una simpatia degna di uno zerbino con la scritta: “welcome” siglata sopra. Veramente pensava che Leonhart fosse un comunissimo e semplicissimo chitarrista con una chitarra nettamente diversa rispetto alle normali?
    Voleva capire inoltre se veramente era un uomo a tutti gli effetti di Kun Lan? Ma poi cosa e soprattutto chi erano queste fantomatiche streghe di cui probabilmente si lasciò fuoriuscire involontariamente? Una miriade di domande dietro l’altra stavano invadendo il cervello di Leonhart.

    Ti rendi conto che hai fatto fuori una persona che non c’entrava nulla?
    SEI CONSAPEVOLE CHE ORA QUELLA BAMBINA CRESCERA’ SENZA PIU’ AVERE UNA MADRE?

    I toni che usò in quel momento erano di gran lunga ben poco pacati con un innalzamento e un cambiamento di tono vocale abbastanza importante, risultando più serio e arrabbiato di prima che uscisse dalla foresta.
    Ma no ovviamente dobbiamo perdere il controllo e scagliarsi come un cazzo di kamikaze su della gente innocente che non ha la minima colpa, e che diamine c’entrano le streghe ora? Non serve dare la colpa a cose che non esistono solo perchè non sei in grado di tenerti quella cosa accuccia
    Di certo Leonhart non si porse al meglio verso quel tipo. Leonhart non era di certo un tipo molto dolce e coccoloso, tutt’altro aveva un carattere duro e spigoloso forgiato anche ad una perdita simile a quella che aveva subito quella sera la bambina per mano di quel tizio.
    Cosa che in quel momento fece riaccendere dentro Leonhart una certa rabbia.
     
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  6. Ghirados
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    Lo avrebbe lasciato parlare, assottigliando gli occhi mentre il ragazzino muoveva quelle accuse, del tutto sensate e veritiere, inutile negarlo. Aveva un certo coraggio nell'usare quel tono, soprattutto considerando il fatto che sapeva bene cosa aveva davanti, ovvero una bestia decisamente pericoloso e grossa, che poteva rispuntare da un momento all'altro. Ma l'animo di Solomon, in quel momento, era pienamente sotto controllo, e più che rabbia stava provando tristezza. Finalmente vi era qualcuno che aveva il coraggio di dire le cose che lui stesso si ripeteva ogni giorno, ogni sera. Una voce differente da quella che ascoltava nei suoi momenti più bui.
    Se ti può interessare non è la prima persona che perde la vita per causa mia e suppongo non sarà l'ultima. Ma tu non hai minimamente idea di cosa sono costretto a sopportare, di cosa ho passato e di cose cerco di lottare la belva che mi porto appresso. Puoi giudicarmi con rabbia, ma non sai nulla di m...
    Peccato che Leonhart nominò un argomento che non doveva nominare, qualcosa che non doveva conoscere e che, purtroppo, aveva probabilmente sentito in quell'attimo in cui il licantropo parlò alla sua immagine alla fontana: le streghe. In un certo senso era ovvio che sia Cia che Mercury non erano intente ad urlare ai quattro venti la loro identità di strega o di persona dalle capacità magiche. Non era quindi un qualcosa che andava condiviso con tutti e Solomon, in quel frangente, era forse un privilegiato, anche perchè la sua razza, nel passato, era stata creata proprio da quelle stesse fattucchiere. Ma Leonhart no, non aveva nulla a che fare con quel mondo, non doveva sapere quelle cose ed il solo fatto che potesse ora sapere della loro esistenza era un pericolo. Un pericolo per le amiche di Mercury. Ma ucciderlo lì, seduta stante, non avrebbe fatto altro che dare man forte al suo lato più oscuro e bestiale. Avrebbe cercato di avvicinarsi a lui, camminando lentamente, senza fare rabbioso o irruento, tutta un'altra persona rispetto a come era apparso in forma di lupo.
    Hai centrato pienamente il punto senza nemmeno sapere di cosa stai parlando. Non so tenere a bada questa cosa ed i risultati sono quelli che malcapitatamente hai visto tu stesso. Ciò che hai visto viene definito come uno Zyn, un licantropo nato dalla magia, da una maledizione. Ma suppongo tu non abbia alcuna intenzione di stare qui ad ascoltare uno come me, giusto? Però voglio porti alcune domande? Dopo che avrai risposto potrai attaccarmi, se vorrai.
    Sarebbe rimasto in silenzio, fermandosi a 4 metri da Leonhart, lasciondolo eventualmente ribattere, cosa del tutto probabile visto il suo caratterino tutto pepe. Ma se nemmeno lui era un assassino a sangue freddo forse sarebbe rimasto ad ascoltare.
    Hai mai visto un drago? Sono anche loro creature magiche, mostri narrati nelle leggende e nei libri di fantasia, che probabilmente, anni fa, nessuno immaginava potessero esistere. Perchè quindi sei così dubbioso verso persone capaci di utilizzare un'arte come la magia? In questo momento percepisco anche in te un qualcosa di inusuale e potente, segno che non sei un comune essere umano, che rimane ad osservare in modo passivo gli eventi. Il semplice fatto che tu mi abbia seguito ne è la prova. Vuoi quindi provare a capire ciò in cui ti sei accidentalmente addentrato, oppure preferisci tagliare direttamente il ramo marcio, perdendo qualcosa che forse potrebbe cambiarti la vita?
    Non aveva mai provato un tale approccio con qualcuno, ne gli era mai capitato che una persona preferisse utilizzare le parole piuttosto che qualche colpo di spada o arma da fuoco per iniziare una chiacchierata con lo Zyn. Era successo solo con le streghe e Sephy ed ora Leonhart...ed anche in questo caso si trattava di una persona con i capelli rossi, se non completamente. Sembrava quasi uno scherzo del destino.
     
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    Rimase lì ad ascoltare era proprio curioso di scoprire quale diamine di scusa aveva in serbo per spiegare non solo il casino effettuato poco prima ma pure la morte di un innocente che alla fine effettiva dei conti cosa aveva fatto di poi così male? Essere a quel concerto con la propria famiglia per godersi quella serata.
    Dalle parole di quel tipo non era affatto la prima volta che gli succedeva quel problema e il fatto che non avesse fatto nulla per provare a controllarlo in un certo senso mandò ulteriormente su tutte le furie Leonhart, ma c’era dell’altro che quel tipo aveva in serbo per lui dato che si interruppe probabilmente a metà del suo discorso. Ancora una volta quell’uomo cercò di passare come una sorta di vittima mostrandosi in un certo senso anche rassegnato, perchè diamine lo faceva? Perchè aveva quel atteggiamento così remissivo? Perchè invece non mostrava effettivamente gli attributi controllando quel suo stramaledetto problema? Tutte domande a cui probabilmente avrebbe voluto avere una risposta ma c’era ancora dell’altro, il tipo disse di essere non solo un licantropo ma pure di essere nato con un rito magico.
    Quelle parole in un certo senso gli fecero sgranare gli occhi, ricordandogli in un certo senso tutto quello che successe quando incontrò chi uccise suo padre ma per mano di altri, Pete.
    Un essere umano che proprio davanti agli occhi di Leonhart subì una trasformazione, passando dall’essere un comunissimo umano ad una sorta di demone.

    Senti! Te lo dico chiaramente, tu non sai controllare questo tuo problema perchè in verità sai di essere un debole! Non hai le palle di affrontare ciò che realmente sei e prenderlo a calci nel culo come qualsiasi persona, o in questo caso licantropo, dovrebbe fare.
    Non mi interessa se sei un licantropo magico o se sei uscito dall’utero del demonio, l’unica cosa che posso aver constatato sulla mia pelle e che se non affronti il tuo mostro interiore non andrai mai da nessuna parte. E prima o poi nel profondo sai anche tu che succederà, ma certo che se dici così non andrai mai da nessuna parte….

    Probabilmente in quel momento le sue parole risultarono troppo ruvide e forse anche fin troppo cattive verso una persona che alla fine nemmeno conosceva. Ma quel suo atteggiamento così remissivo gli aveva fatto perdere le staffe, tanto che disse effettivamente ciò che pensò poco prima ascoltandolo. Si passò la mano sinistra sul volto cercando di calmarsi e stropicciandosi gli occhi, forse aveva fin troppo esagerato in quel momento.
    ....uccidere qualcuno? Uccidere qualcuno non può far altro che rimandare solo un problema più grande e posso dirti che in effetti è così….
    Forse in quel momento Leonhart risultò più interrogativo di prima, senza lasciarsi sfuggire ulteriori informazioni, prima di riprendere effettivamente il discorso.
    Il mio non è assolutamente un dubbio! Solo che ho provato sulla mia pelle che il mondo magico a volte è più un bene che un male…..
    Un ennesima interruzione nel discorso di Leonhart che tornò a guardare negli occhi quell’uomo, forse in effetti quello che era successo a Pete non era propriamente così magico ma probabilmente poteva mancarci veramente poco.
    Alzò poi un sopracciglio con fare sorpreso quando il licantropo notò o probabilmente fiutò il potere che derivava proprio dalla sua Moeru ancora ben adagiata sulla sua spalla destra proponendo un’offerta sicuramente interessante e allettante. Ma la vera domanda che si pose in quel momento era dove mai volesse andare a parare quel tizio?

    Oh l’hai notata? Quella che schernivi fino a pochi secondi fà non è una comunissima chitarra che trovi nei negozi musicali è ancora meglio, il top della gamma. Un pò come sarei stato io al concerto se non fossi arrivato tu!
    Lo dici come fosse una cosa normale avere paura della tua forma bestiale, ma non è così fidati. Dopo aver visto un uomo diventare un demone o comunque una cosa simile di certo non mi spavento per così poco…
    Detto questo, sentiamo un pò quale sarebbe questa cosa che potrebbe cambiarmi la vita?

    Leonhart era curioso di scoprire cosa avesse in mente quel tipo con la sua ultima frase e decise di dargli una possibilità ulteriore di ascoltarlo. Magari voleva versare di tasca sua un piccolo versamento monetario a Leonhart? Sicuramente non era affatto quello, quindi che cosa frullava in quel momento nella testa del licantropo?
     
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  8. Ghirados
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    Il ragazzo di certo aveva fegato da vendere, ma probabilmente aveva i suoi motivi per non temere una creatura come Solomon. Forse il coraggio che aveva derivava dal potere di quella chitarra, o forse era semplicemente fuori di testa, come molti cantanti rock che si vedono in giro. Sta di fatto che il licantropo rimase ad osservarlo seriamente mentre sentiva quelle parole. Combattere la bestia che era dentro di lui.
    Sul serio pensi non sia quello che sto facendo ogni giorno? Ogni volta tento di reprimere questa dannata belva che non fa altro che scalpitare e chiamare sangue, come se tutto quello che ha versato sino ad ora non le bastasse e non ne fosse mai sazia. Tu non hai alcun diritto di sminuire ciò che sono e ciò che cerco di fare, non mi conosci, quindi vedi di moderare il tuo tono se non vuoi che perda veramente la pazienza.
    Lo avrebbe guardato con occhi furiosi, con quella pupilla leggermente a taglio, molto stretta in quel momento, con il sangue che quasi ribolliva. Fortunatamente il lupo si era già sfogato e quindi non vi fu alcuna trasformazione, ma Leonhart avrebbe potuto notare come l'intero corpo di Solomon si sarebbe ricoperto di leggera ellettricità statica, cosa che forse in parte poteva spiegare anche le bruciature sugli alberi presenti nel bosco. Fece un respiro profondo, socchiudendo leggermente gli occhi, mentre indietreggiava di qualche passo, dando le spalle al ragazzo.
    Io non ho paura della mia forma bestiale. Ho paura per le persone che possono ritrovarsela davanti. Come quella bambina e come molte altre persone a cui ho tolto sin troppo...e nonostante tutto sono ancora qui, a convivere con questa cosa. Ma almeno ogni tanto c'è qualcuno che ha il coraggio di dirmi in faccia ciò che mi ripeto quasi ogni notte, senza sosta. Ciò che ho dentro di me non è differente da un possibile demone e, per certi versi, potrebbe essere anche più pericoloso. Una soluzione c'è, ormai la ho capita, ma queste sono cose che vanno oltre il tuo interesse...
    Lo avrebbe osservato, con aria decisamente più afflitta, seppure più tranquilla.
    Io non ho alcun segreto da svelarti, dato che come hai detto hai già avuto modo di avere a che fare con la magia, in modo positivo o negativo. Ed è ciò che sto cercando di fare, trovare un contatto con la magia così da risolvere in modo definitio questo problema...ma l'unica speranza che forse avevo è svanita sotto i miei occhi ferali, facendo forse l'unica cosa che non avrei ai dovuto fare. Posso però dirti che hai ragione nel dire che il mondo magico porta più bene che male, anche se nel mio caso non si può certo dire sia così...Dimmi, per caso anche tu sei alla ricerca di qualcosa del mondo mistico?
    Parlare apertamente delle streghe era senza dubbio una pessima idea. Era forse l'unica cosa che poteva fare per la sua padrona quello di proteggere quel segreto senza svelarlo ad anima viva, e per quel motivo Solomon stava cercando di confondere con i suoi discorsi il ragazzo, così da portare ad altri argomenti, capendo anche cosa stesse realmente cercando. In un qualche modo gli sembrava di rivedere lui stesso da giovane, quando era decisamente più energico e combattivo nei confronti della propria maledizione. Ma tutto quello che aveva tentato sino a quel momento si era rivelato un fallimento totale. Che forse Leonhart potesse aiutarlo in qualche modo?
     
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    Sgranò gli occhi rimanendo piuttosto sorpreso, finalmente quel tipo sembrava aver ripreso coscienza di se e forse aveva anche finalmente ritrovato per il momento gli attributi persi? Continuava a parlare e parlare di quella belva dentro di lui, come se essa avesse sempre voglia di fare casino e danni a più non posso com’era successo alcuni minuti prima. Diceva di combatterci ogni giorno, ma i risultati di questa lotta dov’erano? Forse lui stesso stava mentendo? Oppure invece diceva il vero?
    Rimase quasi impassibile a quella minaccia lanciata dal tipo sorprendendolo con qualcosa che non si sarebbe mai aspettato, infatti dal corpo del suo interlocutore iniziarono a fuoriuscire delle scariche elettriche, e la sua pupilla assunse una forma di certo non appartenente più a quella umana. Il tutto però durò pochi istanti dato che il tipo distogliendo l’attenzione da Leonhart in un certo senso sembrò calmarsi?.

    Ohhh fighissimo, quindi sei anche un ammazza zanzare? Tecnologia non portarmi via stavolta
    Ironizzò in quel momento non appena il tipo ritornò nuovamente a proferire parola, assumendo un’espressione ancora più afflitta rispetto a prima. Dov’era finita la rabbia che aveva mostrato poco prima? Perchè ancora quell’atteggiamento così remissivo e depresso? Nonostante il suo atteggiamento lo facesse irritare rimase lì ad ascoltarlo. Non sapeva come mai e probabilmente non sarebbe riuscito a capirlo nemmeno in quel momento, ma trovava quel tipo insolitamente interessante.
    Il tipo sembrava proprio voler cercare di risolvere il suo problema proprio tramite l’uso della magia, ma qualcosa evidentemente non era andato probabilmente secondo i piani. Leonhart si prese un attimo il mento con la mano sinistra distogliendo un attimo lo sguardo facendo mulinare per un attimo i suoi neuroni, che avesse perso anche in quel momento la testa trasformandosi e magari uccidendo chi lo stava aiutando?
    Andò a sedersi per terra, ritornando con lo sguardo su di lui.

    Levati quell’espressione da cucciolo ferito di dosso, non sono un tipo che può essere intenerito da simili smancerie.
    Se la cosa non mi fosse importata avrei potuto semplicemente mandarti a fanculo e andarmene, lasciandoti quì con il tuo problemino da cucciolo rabbioso…..
    Quindi…..
    Quale sarebbe questa cosa che ti sei lasciato sfuggire? E cosa più importante, come la gestiamo?

    Forse in quel momento il tipo si sarebbe sentito piuttosto confuso dal cambio di atteggiamento di Leonhart, che passò dall’essere scherzoso e a tratti fin troppo imbecille ad assumere invece un tono ed un espressione molto più serii.
    Voleva capire cos’era successo e soprattutto capire come avrebbero gestito la situazione. E soprattutto voleva impedire che si ripetesse una situazione come quella ancora una volta, anche perchè un mega lupone elettrico che vagava completamente impazzito e accecato dalla rabbia di certo non sarebbe stato un bene per Londra.

    La situazione è più complicata di quanto sembra, potremmo dire.
    Diciamo solo che il nemico che sarà costretto ad affrontare e di certo un tipo che ne sà altamente più di me di quel mondo, e di certo una conoscenza di quel tipo di certo non mi farebbe schifo.
    Infatti devo ammettere che non sò minimamente se sopravviverò ad una cosa simile, quindi se posso lasciare un segno, seppur piccolo. Aiutando qualcuno, sarebbe una cosa interessante

    Forse in quel momento risultò fin troppo serio, anche perchè parlare poi di Kun Lan di certo non era un argomento così divertente e festose. Anche perchè non sapeva nulla di quel dannato, ma sicuramente aveva conoscenza magiche o mistiche che Leonhart poteva solamente sognare.
    Andò a posare la Moeru sulla sua destra scrocchiandosi poi le dita di entrambe le mani.

    Posso sapere il nome di questo baldo cucciolone?
    Tu puoi chiamarmi Leonhart o Leo oppure come preferisci
     
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    L'umorismo di Leonhart non aveva molto effetto su Solomon, che aveva la mente da tutt'altra parte e non gli interessava molto della parole del giovane musicista, che a quanto sembrava aveva un carattere decisamente opposto al suo. Il fatto di sentirsi chiamare cucciolotto, inoltre, non aiutava certo a creare un rapporto tra i due molto saldo, visto che Leonhart lo derideva senza nemmeno sapere di cosa stesse parlando e di cosa il licantropo avesse perso sino a quel momento. Ma l'ignoranza è ormai una cosa comune di questo mondo, quindi infuriarsi con un tipo del genere non aveva alcun senso. Sospirò ancora una volta, guardandolo, incrociando le braccia al petto, studiandone anche il vestiario e memorizzando la figura del chitarrista.
    Il cosa mi sono fatto sfuggire non posso dirtelo, anche perchè non so minimamente se sia una cosa recuperabile...probabilmente no. Ma se sei interessato al mondo della magia ed in qualche modo ti potrebbe tornare utile, beh, hai avuto fortuna allora. Potrei insegnarti io stesso qualcosa, in cambio del tuo aiuto. Ma ti avverto, non sto andando in giro a cercare di salvare il mondo o a trovare una cura alla mia situazione. Io sono un Zyn e voglio restare uno Zyn. Voglio solo imparare a controllare la bestia che ho in me e solo con la magia ci posso riuscire.
    Non aveva dato molti dettagli, il lupo, ancora non troppo convinto della bontà d'animo dell'interlocutore che aveva davanti. Dopotutto non poteva guadagnare una fiducia recuproca in così brevi attimi, soprattutto mentre in lontananza, dalla zona in cui si erageva il palco dello spettacolo, si levavano rumori di sirene, forse di polizia o forse di ambulanze. Di certo una situazione che avrebbe attirato anche attenzioni indesiderate, ma che per il momento il licantropo non voleva considerare.
    Il mio nome è Solomon. E ti prego di smetterla di chiamarmi cucciolone o con termini simili, se non vui che vada a mozzare qualche altra testa nel giro di qualche minuto. Magari potresti provare a fermarmi, ma non vorrei in ogni caso metterti alla prova.
    Era decisamente serio, mentre lo fissava con quegli occhi dorati, annusando intanto l'aria, come a voler essere sicuro che non vi fossero altre presenze nei paraggi. Era in parte agitato, non sapeva se era un bene restare così vicino alla scena di distruzione che aveva causato, ma non poteva certo chiedere a Leonhart di seguirlo chissà dove. Inoltre l'odore di altre persone, oltre all'apparire di alcune torce elettriche tra le fronde della boscaglia, lasciava presagire che qualcuno li stesse cercando...o meglio, stesse cercando Solomon. Il licantropo, non aveva molte vie di fuga, visto il trambusto che si stava generando attorno alla loro posizione, e l'unica via libera sembrava essere in direzione della fantomatica scuola di Londra. Avrebbe guardato Leonhart, con uno sguardo deciso.
    Purtroppo la nostra chiacchierata sta per essere interrotta da qualcuno che, a quanto pare, ha gradito meno la mia sfuriata. E viste le tracce che ho lasciato non ci metteranno molto a venire qui e trovare due individui assai strani in un parco tutt'altro che tranquillo. Ti consiglio quindi di prepararti a correre, perchè ce ne dobbiamo andare da qui. E se sei interessato a quello che ti ho detto e a quello che potresti scoprire, allora ti suggerisco di non perdermi di vista.
    Non avrebbe atteso una risposta precisa da parte di Leonhart, incamminandosi con un passo rapido nella direzione opposta a quella del palco, verso la scuola. Avrebbe preferito non portare nessuno lì, dato che da quel poco che ricorda non è affatto un luogo normale. Ma quello era un caso eccezionale, non aveva alternative.

    Edited by Ghirados - 5/11/2018, 20:12
     
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    Scattata l'allerta per via degli eventi che si stavano susseguendo in prossimità della scuola, la maggior parte dei studenti della Oxford era stata messa in sicurezza. Difficilmente avrebbero sorpassato le difese magiche che circondavano l'edificio, ma vista la natura inspiegabile di quegli incidenti era bene non rischiare. Alcune streghe più esperte vennero messe a guardia dei cardinali della scuola, più come vedette che come avanguardie, mentre streghe più anziane facevano una ronda interna alla scuola per essere sicure che nulla entrasse, e nulla uscisse. Con quella sicurezza in atto erano tutti piuttosto tranquilli, ma una delle streghe cardinali rimaneva piuttosto irrequieta. Mercury vagava nel perimetro interno della protezione magica tenendo il braccio destro sollevato. Sul palmo teneva una fiamma viola che utilizzava come una torcia. Non ancora del tutto in forma dopo quello che le era successo nel suo vano tentativo di dimostrare di valere qualcosa, ora risultava piuttosto sensibile a quel genere di eventi, come se avesse sviluppato un sesto senso che non le permetteva di stare tranquilla. Non era paura o timore, né per sé stessa né per gli studenti della scuola. Era più semplicemente uno stato inspiegabile che attanagliava la sua mente, come la strana sensazione che ti lascia un incubo appena sveglia. Quei pensieri riuscirono a distrarla quel tanto che bastava per non rendersi conto che qualcosa si stava avvicinando, almeno fino all'ultimo momento. Si voltò di scatto, mantenendo la sua aria seria e impassibile in volto, celandola in parte col cappello mentre la mano infiammata illuminava la zona davanti a sé.
    Chi è là?! Fermatevi immediatamente!
    Aveva distinto due figure, e adesso che li aveva davanti e perfettamente illuminati con la fiamma, poteva vederli in volto. La sua espressione cambiò quando riconobbe Solomon al fianco di uno sconosciuto, restando estremamente sorpresa, perdendo quell'aria impassibile e distaccata che da sempre la caratterizzava.
    S-solomon...
    Mugugnò il suo nome sorpresa, ma solo per un istante, assumendo subito dopo la stessa glaciale espressione di sempre, puntando verso di loro quella fiamma viola con fare estremamente minaccioso.
    Che ci fate qui? Questo non è un luogo dove potete avventurarvi con leggerezza, specialmente mentre siamo in allerta. Dovete andarvene...
    Avrebbe concluso severa, aspettando una spiegazione, già pronta a lasciare che qualsiasi frase scivolasse su di lei per invitarli ancora una volta ad andarsene. Prima con le buone, poi con le cattive.
     
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    Se vi và bene imposterei la seguente turnazione. Deva, Ghira, Amy


    Quindi quell’uomo si chiamava Solomon? Sicuramente un bel nome interessante, anche se la persona dietro di esso era fin troppo seria e sicuramente poco incline agli scherzi.
    Nel suo discorso Solomon fece ancora riferimento a quello che aveva perso senza però rivelare nessun dettaglio che potesse permettere a Leonhart di capire meglio quella situazione, in un certo senso sembrava che Solomon stesse dicendo solo le cose a metà. Come mai questa segretezza? Di certo aiutare Solomon per Leonhart non sarebbe stato un eccessivo problema, specialmente se la cosa lo avrebbe aiutato a diventare più forte non solo in vista dell’incontro con Dangerous Zombie ma soprattutto per la resa dei conti contro Kun Lan.
    Rimase piuttosto sorpreso nel sentire Solomon proporsi direttamente come possibile maestro di magia, cosa che sorprese per un attimo Leonhart facendogli alzare il sopracciglio sinistro lasciandolo un pò perplesso. In effetti sicuramente Solomon era di gran lunga più esperto in quel campo, o almeno così la pensava Leonhart, dato che in fin dei conti poteva vantare di esserci effettivamente nato.

    Cazzate! Nulla è irrecuperabile come dici tu. Ci deve essere per forza una soluzione… E se non c’è bhe si può sempre crearne una con la forza, è sicuramente poco funzionale ma pur sempre una soluzione è.
    A meno che ciò che tu stai cercando di riavere non sia effettivamente morto. In quel caso la situazione è poco recuperabile

    Appena finito il discorso smise di guardare negli occhi Solomon, abbassando lo sguardo guardando per terra e stringendo contemporaneamente i pugni con abbastanza forza. Anche se non aveva minimamente idea di cosa avesse perso Solomon, di certo poteva chiaramente capire la situazione mentale e probabilmente anche fisica del licantropo. In fin dei conti pure Leonhart, seppur in giovane età aveva perso una persona fin troppo importante per lui ma quello di certo quello non era il momento adatto di pensare ad eventi passati che forse era meglio una volta per tutte lasciarsi scivolare via.
    L’attenzione di Leonhart venne poi attirata da quello che sembrava essere il tipico rumore delle sirene e soprattutto della voce di Solomon, cosa che lo fece tornare coi piedi per terra scuotendo per un attimo la testa come a scacciare quei pensieri che lo avevano avvolto.

    .....Ehm… Si, scusa mi ero perso in alcune faccende personali, ehehe.
    Ma cosa?

    Cercò per un attimo di sdrammatizzare quel momento in cui si isolò momentaneamente dal resto del mondo pensando a quella cosa, effettivamente il casino che aveva creato Solomon prima nel suo stato di rabbia aveva attirato non solo le autorità londinesi ma probabilmente anche il personale ospedaliero per sincerarsi della condizione in cui versavano effettivamente gli altri civili. Leonhart voltandosi di circa 45° notò che in effetti sembravano esserci delle persone che si erano addentrate nella foresta armati di torcia e con l’intento di scoprire chi o cosa avesse creato non solo quel trambusto ma pure chi fosse il responsabile della morte di quella donna.
    Su questo posso ammettere che non hai tutti i torti, effettivamente un mega cagnolone gigante che semina panico e distruzione non è di certo un cosa che succede tutti i giorni.
    Correre? Che palle, io odio correre… AHHHH, non che ci siano altre soluzioni a riguardo

    Effettivamente Solomon aveva ragione, dovevano darsela a gambe prima che i tizi dentro a quel bosco li scoprissero e li facessero finire in guai abbastanza serie, dato che le impronte del licantropo portavano proprio dov’era ora i due.
    L’idea poco prima di mettersi seduto fù piuttosto pessima, infatti dovette tornare repentinamente in piedi prendendo con la mano destra la Moeru posandola nuovamente sulla spalla pronto a compiere quella piccola maratona insieme a Solomon.
    Come detto poco prima il Licantropo fù il primo a partire dando sfoggio tra l’altro di avere una notevole velocità, con Leonhart che senza proferire altro iniziò a seguire Solomon.
    Di certo correre con una chitarra sulla spalla non era una saggia idea ma Leonhart in quel momento non ebbe molto tempo per pensarci con Solomon davanti alcuni metri rispetto a lui.
    Continuando a correre arrivarono entrambi a metà della strada che separava quella fontana dove aveva visto il vero Solomon e la scuola di Oxford.
    Sgranò per un attimo gli occhi notando che la direzione effettiva di Solomon era proprio quella di andare là, di certo l’idea del licantropo era più che rivedibile e poi perchè puntare proprio alla scuola in un orario così poco consono e soprattutto dopo il casino successo quella sera?

    Anf… Anf… Aspetta, non mi pare una buona ide…. Niente non mi ascolta, ma porca….
    Si lasciò uscire quella frase un pò strozzata per il poco fiato rimasto nei polmoni, con Solomon che probabilmente non era riuscito a sentirla pienamente. Voleva veramente cacciarsi in quel casino ulteriore? E poi perchè proprio li ad Oxford? Cosa aveva veramente in mente quel lupastro?
    Finalmente quella corsa stava finendo, anche perchè Leonhart non ce la faceva più, correre di certo non era una delle sue abilità preferite o peculiari.

    ANF…. ANF… ANF....odio correre, e ora lo odio ancora di più. Fanculo Solomon….
    Si lasciò cadere la Moeru dalla spalla appoggiandola a terra usandola come appoggio, il respiro di Leonhart era piuttosto pesante e affannoso con le gambe che in quel momento erano più che mai intente a cedere per farlo finire nuovamente a sedere per terra. Ma fortunatamente la chitarra si rivelò un appoggio più che utile.
    Rimase per alcuni secondi ad occhi chiusi mentre il suo respiro iniziò a riprendere vigore, quando senti la voce di una giovane donna. Leonhart riaprì gli occhi, notando che la ragazza aveva proferito parola aveva il braccio destro alzato e nel palmo una strana fiamma di colore violaceo.
    Un colore singolare per una fiamma che stava illuminando più che bene sia Leonhart che Solomon, la ragazza inoltre era vestita in modo piuttosto inusuale e per certi versi ma la cosa che spiccava su tutto era l’enorme cappello anch’esso violaceo che portava sulla testa.
    Come volevasi dimostrare pure la scuola di Oxford non si fece cogliere impreparata dalla situazione, non solo invitandoli platealmente a girare i tacchi ed andarsene ma sembrava che la ragazza conoscesse Solomon.

    Fiammella ha ragione, che cazzo ci facciamo quì testina? T-tu e fiammella vi conoscete? Ma cosa ca… stà succedendo?
    Che cosa diamine stava succedendo veramente? Perchè Solomon aveva voluto andare proprio là, con tutti i probabili posti disponibili? E soprattutto come faceva a conoscere quella ragazza?
    Una miriade di domande a cui il licantropo doveva dare una risposta.
     
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    La direzione scelta da Solomon per la fuga non era affatto casuale, ma l'intenzione non era quella di entrare nella scuola di Oxford, che sicuramente aveva dispositivi di sorveglianza come telecamere o allarmi pronti a scattare alla prima mossa falsa. In quella direzione, opposta all'area del concerto, non percepiva l'odore di persone, quindi era un evidente segnale del fatto che da quella parte non vi fosse il rischio di incontrare poliziotti o altri individui con intenzioni tutt'altro che amichevoli in una serata come quella. Il licantropo avrebbe continuato a correre, voltandosi indietro qualche volta per cercare di non perdere di vista Leonhart, rallentando anche il passo se necessario. Si certo sentiva molto meno la fatica rispetto al ragazzo, essendo abituato a muoversi in terreni ed in modi anche più difficoltosi. Ma l'attenzione del lianctropo passò completamente all'area che aveva davanti quando al suo naso arrivò la traccia di qualcosa che aveva conosciuto e che aveva ben impresso in mente. Una traccia debole, viste le manie di pulizia che affliggevano Mercury, ma pur sempre presente, che fece fermare il cuore al lupo. Continuò a correre, ora accelerando, per poi, infine, ritrovarsi davanti la sua padrone, come se nulla fosse successo. Si sarebbe fermato, con un leggero fiatone, fissando la donna, la strega che aveva davanti, come se fosse una allucinazione, una mera illusione partorita dalla sua mente. Ma quel pensiero cadde immediatamente quando Leonhart proferì parola, testimoniando che anche lui vedeva quella figura.
    S-Sei viva...? Pensavo...c-credevo...di averti...persa quel giorno...Mercury...Master...
    Il cuore batteva ad un ritmo accelerato, quasi irrefrenabile, mentre il sangue correva all'impazzata dentro tutto il suo corpo ed anche i tatuaggi sulle braccia e la gambe reagivano a quella vicinanza, illuminandosi leggermente e vorticando con più foga. Era viva quindi? Non stava sognando? Era la prima volta che vedeva qualcuno che non era morto dopo il suo incontro. Qualcuno che era riuscito a sopravvivere. Avrebbe cercato di muovere un passo avanti, per tentare di avvicinarsi e magari abbracciarla, ma si fermò subito, dato che la miriade di pensieri che gli turbinavano nella mente si stavano concentrando in un'unica domanda. Perchè non lo aveva avvisato? Perchè non era andato a cercarlo per dirgli che era viva? Sapeva che aveva rischiato tutto se stesso per tentare di salvarla ed anche se avesse perso la memroia per qualche motivo le altre streghe di certo la avrebbe avvisata probabilmente. Un sentimento di tristezza si impadronì dell'animo del licantropo, che abbassò lo sguardo, evitando per il momento quella della propria Master. Qualcosa di era incrinato, ma non era quello il momento di parlarne probabilmente.
    Sto scappando, ho perso il controllo ed ho ucciso una persona...ancora una volta. Lui è con me, si chiama Leonhart...
    Si sarebbe voltato verso Leonhart.
    ...lei è Mercury, la mia Master...o almeno così dovrebbe essere se le cose non sono cambiate...il ragazzo ti può confermare quanto sto dicendo. Se non hai intenzione di aiutarci dicci allora da che parte possiamo muoverci...
    Ora avrebbe alzato lo sguardo, fissandola ancora. Quegli occhi dorati, colmi di energia e di spirito sembravano quasi spenti, come se qualcosa avesse risucchiato tutta la loro vita. Probabilmente era la prima volta che Mercury lo vedeva in quel modo, anche nei suoi confronti, dato che sino a quel momento non aveva fatto altro che cercare di starle vicina e fare quanto poteva per aiutarla e tenerla al sicuro. Sforzi che però erano risultati in un fallimento dietro l'altro sino a quel momento.
    Spero...spero tu voglia aiutarci, vorrei anche poterti parlare...se me lo concedi.
    Per quanto doloroso fosse quel sentimento che aveva in corpo, quella sensazione di voler essere evitato a tutti i costi, persino da colei che lo avrebbe dovuto aiutare, Solomon riusciva a comprendere il perchè di una eventuale scelta del genere. Era quindi disposto a cercare un approccio costruttivo, almeno finchè riusciva a controllare la rabbia, pittosto di esplodere e fare ancora una volta danni.
     
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    Mercury fissava i due intrusi con un certo nervosismo, come se anche il semplice parlare con loro fosse un grande, grandissimo problema. I suoi occhi si muovevano ritmicamente sui due nella speranza che nessuno facesse mosse azzardate, ma fortunatamente non sembravano avere intenzioni ostili. La cosa che la colpì di più fu lo sguardo di Solomon: già al loro primo incontro sentiva che la vicinanza con lei stava avendo degli effetti strani su una creatura potente e fiera come quella di un licantropo. La testa bassa e lo sguardo vuoto le diedero la conferma che della bestia che aveva cercato di domare non c'era più nemmeno l'ombra. Non era un mostro da addomesticare, era più una sorta di veterano con cicatrici troppo profonde per guarire, non aveva bisogno di una padrona quell'essere ma di una balia, cosa che fece crescere una grande rabbia nel cuore di Mercury. Aveva davvero sbagliato così grossolanamente a scegliere lui? Solomon in quel momento le ispirava solo una gran pena, non aveva la minima intenzione di addossarsi un simile fardello, anche se le fosse stato concesso.
    Sono stata avventata, ma streghe più preparate di me hanno fatto la loro parte e sono qui per poterlo raccontare. Non significa che non ci sono state conseguenze, possiamo dire che sono in punizione per ora e anche solo parlare con voi due farà aumentare la pena non di poco.
    Non riuscì comunque ad essere troppo distante e il suo tono di voce non si rivelò duro, tuttavia Mercury non brillava di certo in empatia e specialmente dopo aver sentito che Solomon aveva ucciso cedendo ai suoi istinti come una belva famelica senza controllo non riuscì assolutamente a sanare in minima parte la fiducia che aveva nei suoi confronti. Nei suoi trascorsi Solomon si vedeva colpevole di non essere riuscito a fare niente, dal punto di vista di Mercury invece aveva fatto anche troppo, in senso molto negativo.
    Non potete stare qui, dovete andarvene. Appartenete al mondo degli umani e risponderete alle loro leggi, se questo Leonhart ti ha aiutato allora è tuo complice e dovrà accettarne le conseguenze. Tu però sei pericoloso, posso dirti con certezza che verranno a cercarti prima o poi Solomon, e metteranno fine alle tue sofferenze una volta per tutte...
    Lei non poteva domarlo, era ovvio, non soltanto perché non si era rivelata capace ma anche perché, arrivati a quel punto, non c'era proprio più nulla da domare. Volle comunque offrirgli una possibilità, che forse avrebbe giovato a tutti. Per non attirare l'attenzione abbassò il braccio infuocato, portando le braccia in posizione conserte e abbassando il capo, nascondendo in parte lo sguardo col suo ampio cappello.
    C'è un'alternativa però: posso catturare Solomon. Se lo catturo, ci penseremo noi ad assicurarci che non faccia più del male a nessuno, o meglio se ne occuperanno le streghe anziane. Leonhart potrà fare marcia indietro e senza nessun complice o prova evidente sicuramente non ci saranno conseguenze per lui. Ora però dovete scegliere cosa fare: IMMEDIATAMENTE. Un solo istante di attesa in più e ne pagheremo tutti le conseguenze...
    Mercury non era un mostro, anche se la sua resa con Solomon era oramai quasi del tutto segnata, non se la sentiva di abbandonarlo alle sue sofferenze e ad una vita di caccia senza quartiere. Non era una fine onorevole per lui, che comunque aveva stretto un legame con Mecury. Le Streghe di Umbra gli avrebbero concesso una seconda sentenza, e forse ne sarebbe uscito in qualche modo. O sarebbe finita comunque, ma nella maniera degna di uno Zyn.
     
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    Fiù…. Oh finalmente mi sento molto meglio…
    Il respiro irregolare avuto poco prima finalmente sparì del tutto ridando anche una certa dose di energia a Leonhart che tornò in un certo senso alla vita ascoltando le parole dei due.
    Le parole di Solomon però gli fecero per un attimo storcere il naso, che fosse stata proprio lei il filo conduttore del discorso che aveva avuto Solomon sul fatto di aver perso qualcosa che forse non sarebbe più tornato?
    La cosa che però lo lasciò di stucco facendogli anche alzare un sopracciglio piuttosto dubbioso fù il nomignolo che usò il licantropo per rimarcare forse un rapporto ben più profondo di una semplice amicizia.

    Eh? EH?
    Cioè quindi lei sarebbe la tua padrona, tipo? Non ci stò capendo nulla e onestamente non voglio sapere dei vostri giochini di coppia…

    Mentre parlò notò che i tatuaggi sul corpo di Solomon si erano in un certo senso animati e illuminati rendendo il licantropo una sorta di palla stroboscopica piuttosto strana.
    Era forse un ulteriore particolarità di quella razza di licantropi magici?
    In quel momento e soprattutto in quella situazione Leonhart era in una fase dubbiosa piuttosto ampia, con Solomon che riprendendo la parola spifferò letteralmente tutto quello che era successo fino prima del loro arrivo.
    Nonostante i due si conoscessero forse in quel frangente Solomon sbagliò a rivelare la verità nuda e cruda, anche perchè Mercury in un certo senso caricò ulteriormente il tutto lanciando sulle spalle del povero Solomon un bel carico da novanta, facendo anch’essa riferimento a queste streghe.
    Quella situazione così surreale e sempre più piena di domande a cui non riusciva a dare una risposta, con Solomon che assunse ancora una volta quell’atteggiamento remissivo e con probabile perdita degli attributi lo fecero irritare parecchio.
    Tanto che gli si ingrossò per alcuni secondi una vena sopra la tempia sinistra, stringendo con forza il manico della Moeru con la mano del medesimo verso. Con la mano destra però l’obiettivo era ben diverso, infatti caricò un ceffone abbastanza forte colpendo la schiena di Solomon.

    HEY!!!
    Cazzo Solomon, svegliati! Non è il momento per queste pippe mentali, Mercury ha assolutamente ragione sulla tua pericolosità…. Però…

    Lo schiaffo che diede a Solomon non solo aveva il mero intento di fargli male, ma voleva in un certo senso spronare il licantropo a riprendersi da quella situazione.
    Di certo Leonhart non era la gentilezza fatta persona, infatti i suoi modi spigolosi di porsi alla gente erano un indizio abbastanza grosso sul suo carattere anche se però in un certo senso era convinto che probabilmente Solomon avesse potuto comprendere la presa di posizione del ragazzo. Ho almeno lo sperava.
    Ma quella sorta di ordine che gli diede però Mercury fù come una goccia che fece traboccare il vaso per Leonhart. Non sopportava prendere ordini dagli estranei ben che meno da chi non conosceva, e Mercury aveva avuto la “sfortuna” di beccare in pieno entrambe le cose.

    Wo, wo, wo da quando tu puoi darmi ordini? E detta francamente chi cazzo ti conosce?
    Non sono di certo un cane che puoi comandare a bacchetta ordinandomi quello che sarebbe meglio, come fai con questo quì.
    Poi ovviamente è un animale pericoloso, con una padrona di merda come si ritrova come fà a riuscire a controllare la bestia dentro di lui? Dato che tu più che renderti utile ed aiutarlo preferisci coprirti con quel tuo cazzo di cappello. Poi il cucciolone qui presente non ha la forza nè gli attributi di reagire a tutto questo, e tu vieni a comandare a me? Seriamente?
    Meglio che pensi alla situazione mentale del tuo cucciolo e se proprio vuoi un consiglio spassionato...
    Prendi il tuo cappello, i tuoi quattro stracci e TORNA IN CUCINA, DONNA!

    In quel momento esagerò un pò troppo nell’esprimersi, ma quella cosa gli diede enorme fastidio e la vena sulla tempia sinistra si ingrossò ulteriormente. Quella sua sfuriata evidentemente lo avrebbe messo in serio pericolo.
     
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