God Bless America!

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    Erano ormai passati alcuni giorni da quando Leonhart era finalmente riuscito a scovare e togliere di mezzo l’uomo o almeno la punta del piccolo iceberg che c’era dietro la scomparsa di suo padre. Aveva sconfitto Pete uccidendo quello che ne era rimasto di lui nonostante la sua folle e inspiegabile trasformazione, si era intrattenuto in oltre in modo piuttosto intimo con quella figura spettrale che disse di chiamarsi Titania.
    Ma la cosa non era di certo finita assolutamente quì, infatti ormai il suo obiettivo principale era scovare l’uomo che aveva in qualche modo fatto sua la creazione videoludica a cui stava ambendo Kun Lan, voleva trovare colui che aveva reso suo il gioco Dangerous Zombie.
    Ma questo Dangerous Zombie dov’era e dove poteva essere situato? L’unica cosa che poteva essere ben chiara e che Kun Lan sicuramente stava e aveva ancora in atto atti piuttosto loschi nella comunità giapponese, Leonhart di certo non era tanto stupido da fiondarsi in una probabile missione suicida per fronteggiare da solo la minaccia di quell’uomo.
    Doveva trovare quel Dangerous Zombie, con la speranza di instaurare almeno momentaneamente un’alleanza in modo tale da poter mettere i bastoni nelle ruote a Kun Lan.
    E quindi nuovamente Leonhart avrebbe dovuto intraprendere un nuovo viaggio alla ricerca di quella persona, un viaggio che tra l’altro voleva effettuare in un continente ancora inesplorato per lui, New Vegas.
    Completate le normali procedure riguardante il viaggio in aereo, la prima cosa che Leonhart preparò senza pensare ad altro era appunto la Moeru. Iniziò a sentirsi poco tranquillo da quando sconfisse Pete quella sera, come se si sentisse in un certo senso osservato. Che fosse tutto un fattore psicologico? Oppure la causa era derivante anche da quella trasformazione innaturale e inspiegabile compiuta da Pete? Chi poteva saperlo, Leonhart doveva prendere il coraggio ancora una volta a due mani e andare definitivamente a New Vegas una volta per tutte.

    BASTA!!!
    Andiamo a vedere se questo Dangerous Zombie si trova a New Vegas….

    Una volta deciso ed effettuati tutti i preparativi necessari Leonhart potè quindi partire effettivamente senza remore reverenziali. Il viaggio fù abbastanza tranquillo e Leonhart se lo potette godere con una bella e risanante dormita, che lo tranquillizzò ulteriormente.
    Era ormai scesa la sera su New Vegas dall’arrivo di Leonhart, e il ragazzo si era preso una stanza per passare la notte in uno strano bar che offriva però la possibilità a chi era di passaggio di trascorrere la notte lì nelle sue stanze.
    Lo strano bar si chiamava: ”God Bless America”. Dalle immagini presenti sul sito, sembrava un luogo di un certo livello ma però presentando un prezzo sorprendentemente economico per le camere di cui era a disposizione.
    Leonhart usando il suo smartphone e soprattutto facendo uso dei sempreverdi motori di ricerca fù in grado di raggiungere quel bar. L’entrata del bar era fatta di legno e probabilmente non legno qualsiasi, ma legno di alta qualità. Sopra alla porta invece era presente uno stemma a forma di scudo completamente di plastica e con un simbolo discoidale nella parte inferiore di esso, all’interno dello scudo era presente la bandiera americana bella luminosa mentre sulla forma discoidale era presente il nome del locale che cambiava colore ogni circa tre secondi, mostrando ad intermittenza i colori della bandiera americana. Una volta dentro al bar Leonhart potè notare che in effetti quel posto era molto più accogliente ed in effetti più bello rispetto alle immagini mostrate su internet. Infatti era presente un immenso bancone completamente in legno lucido e dietro di esso uno scaffale con una miriade indicibile di liquori di vario genere, ed a concludere il tutto era ovviamente presenta il barman o meglio la barwoman piuttosto muscolosa e con un corno sulla fronte e dal fisico sorprendentemente muscoloso, Leonhart per forza di cose dovette avvicinarsi a lei per chiedere informazioni a riguardo della stanza

    Ohohoh una birra al tavolo due? Perfetto arriva subito! Hei abbiamo una faccia nuova quì! Chi sei rosso?
    Ehm ooook, questa situazione è strana…
    Comunque avrei ordinato una cam…

    Ah ma sei il signor Smith, perfetto! Quando vuoi la camera 5 al piano di sopra e pronta.
    Arrivoh!

    Cos..? Questi americani sono strani
    La barista aveva lasciato Leonhart li in ambasce dicendogli che però la sua stanza almeno era disponibile. Ci era rimasto comunque male, ma vabbè il lavoro era più importante di ogni altra cosa evidentemente.
    In fondo al bar però era presente una piccola postazione musicale fornita però di tutti i confort possibili per evidentemente eseguire dei piccoli concerti occasionali, tanto che attirò l’attenzione di Leonhart. Infatti il ragazzo si avvicinò a quella postazione, pensandoci bene era parecchio tempo che non suonava per divertirsi e staccare la spina dalle faccende in cui si era immischiato.

    Rosso! Sai suonare?
    Ovviamente che lo sò fare…
    Bhe allora datti da fare, mostraci che sai fare!
    Il cenno di approvazione della donna fece sorridere Leonhart che poteva prendere direttamente una chitarra elettrica posizionata lì, ma poi che esibizione dimenticabile sarebbe stata? Voleva dare spettacolo, voleva far esplodere quel locale in senso letterale ovviamente e quale chitarra era la miglior scelta possibile per farlo? La Moeru ovviamente!
    In modo rapido estrasse subito la Moeru dal fodere, cercando di dare meno nell’occhio il fatto che aveva estratto la katana facendola avvolgere subito dal fuoco.

    Ikari no gōon
    ….
    Eh va bene allora, cuciniamo quei cazzo di chimichangha!

    Con la Moeru completamente trasformata il vero concerto distruttivo poteva iniziare. Iniziando subito a suonare la chitarra con le note di una canzone piuttosto rockeggiante che iniziò man mano a riempire completamente il bar di energia.

    You are beautiful on the inside
    You are innocence personified
    And I will drag you down and sell you out
    Run away
    I am cold like December snow
    I have carved out this soul made of stone
    And I will drag you down and sell you out
    Embraced by the darkness, I'm losing the light
    Encircled by demons, I fight
    What have I become, now that I've betrayed
    Everyone I've ever loved, I pushed them all away
    And I have been a slave to the Judas in my mind
    Is there something left for me to save
    In the wreckage of my life, my life
    I'm becom-, I'm becom-, I'm becoming
    I'm becom-, I'm becom-, I'm becoming
    Judas in, Judas in my mind
    I'm becom-, I'm becom-, I'm becoming
    I'm becom-, I'm becom-, I'm becoming
    Judas in, Judas in my mind
    Judas in my mind….

     
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    *Narrato*
    Parlato
    Pensato


    *Era una giornata no per Pamela, al lavoro un cliente l'aveva fatta impazzire perché non si fidava di lei e non stava collaborando, mandando all'aria tutto il suo studiato meccanismo per sfruttare i cavilli della legge. Il padre di quel dannato damerino l'aveva minacciata di non pagarla se non riusciva a tirare il figlio fuori dai guai. Era preoccupata e la testa era rivolta a studiarsi un modo per ricattare quel deficente di un figlio così da poterlo costringere a collaborare. Era così preoccupata e concentrata nel suo lavoro che non prestò attenzione al suo calendario e non fece minimamente caso al fatto che stava entrando in fase premestruale. Di solito quando accadeva non usciva di casa per non incappare in qualche maniaco sessuale che poi non si sarebbe più scollata di dosso. Quella sera aveva decisamente bisogno di un drink e a pochissimi passi da casa sua vi era un locale che sembrava fare al caso suo. Indossò un abito corto aderente che disegnava le sue curve mozzafiato, valorizzando non solo il suo seno abbondante e le sue cosce seducenti ma anche la sua pelle bruna. Ai piedi come al solito aveva un paio di tacchi alti scarpa aperta ed elegante abbinata al vestito. I capelli erano sciolti e i ricci ricadevano sulle spalle vaporosi. Entrò al bar serenamente e si sedette al bancone dove venne servita quasi subito. Pamela salutò la barista e dopo aver preso il drink si voltò verso il palco dove si stava esibendo un ragazzo con la sua chitarra. Aveva una bella voce, e suonava davvero bene quella chitarra... Osservò meglio la chitarra notando che era particolare che non era una classica chitarra ma era parecchio personalizzata, quindi parecchio costosa. Ovviamente Pamela non poteva sapere che quella chitarra era in quella forma per via di misteriosi poteri. Quindi si ritrovò a pensare che quel ragazzo doveva essere uno di quei damerini viziati ricchi, uguale al suo capriccioso cliente. Un pensiero che la portò a voler testare su quel ragazzo un metodo per ricattare un moccioso viziato che pensava di avere il mondo ai piedi. Si avvicinò al palco con il bicchiere in mano, guardando insistentemente il ragazzo che suonava la chitarra, nella speranza che la notasse e magari dopo il suo pezzo la raggiungesse al bar, e per farglielo capire nel momento in cui il ragazzo l'avesse guardato gli avrebbe fatto un occhiolino, poi sarebbe tornata al bancone a sedersi sugli alti sgabelli.*
     
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    L’esibizione stava scorrendo evidentemente meglio del previsto e Leonhart mentre continuava a cantare e a comporre quelle note con la Moeru aveva raggiunto uno stato di rilassamento molto migliore rispetto a quando era partito.
    Nulla riusciva a calmare il suo carattere fumantino e rissoso, come il mettersi li e perdersi nelle sue note. Soprattutto da quando aveva la Moeru con se anche quel mondo era in qualche modo cambiato, la cosa che però in un certo senso lo fece sentire galvanizzato e realizzato era vedere che alcuni clienti del bar si erano avvicinati per udire al meglio il proseguire della canzone. Alcuni clienti che applaudivano e alcuni clienti invece che avevano iniziato a tenere il ritmo col piede, per la prima volta in quel preciso momento capì come si sentiva suo padre quando si esibiva al pubblico.
    Era una sensazione che non aveva mai provato ma che lo faceva star bene, soprattutto il vedere meglio i volti felici delle persone lì vicino gli riempirono il cuore.
    Mentre si stava esibendo si accorse che fra il pubblico c’era una donna che lo stava guardando piuttosto intensamente ed insistentemente, tanto che mentre continuava il pezzo Leonhart sollevò il sopracciglio destro abbastanza dubbioso soprattutto anche il post occhiolino che aveva subito in pieno.

    Grazie mille signori e signore è stato un piacere esibirmi per voi.
    Godetevi la serata in tranquillità

    Leonhart concluse l’esibizione ringraziando soprattutto i clienti del locale che si erano avvicinati fino a lui per ammirare al meglio l’esibizione data al locale, si girò per un attimo verso il muro dietro di lui sciogliendo la trasformazione della Moeru che tornò quindi nella sua forma standard di Katana semplice riponendola nuovamente nel fodero.
    Erano stati pochi minuti, intensi ma al tempo stesso divertenti pensò Leonhart voltandosi nuovamente verso i clienti, notando anche la donna che lo stava fissando prima si era andata a sedere sui sgabelli vicino al bancone.
    Perchè non sfruttare tale occasione? Anche perchè in quel momento Leonhart aveva bisogno di sorseggiare una bevanda piuttosto fresca per riidratare le sue corde vocali, cogliendo l’occasione di portarsi proprio a sedere vicino a colei che gli aveva fatto l’occhiolino.
    Notando prima di tutto la sua carnagione olivastra spiccare vigorosamente sopra addirittura al vestito da sera che indossava, cosa che tra l’altro prima non era riuscito a notare perfettamente.

    Un whisky e cola grazie!
    Piaciuta l’esibizione? Ho visto che sembravi parecchio interessata, o sbaglio?

    Decidendo di sedersi sulla sinistra ma al fianco della donna ordinando anche la sua bevanda, il ragazzo esordì immediatamente accendendo subito la miccia di una probabile conversazione con lei.
    Era curioso di sentire cosa aveva da dire quella donna e soprattutto era piuttosto interessato a capire il come mai prima lo stesse guardando così immensamente, tanto che spostò lo verso destra per guardarla meglio.
     
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    *Pamela sorseggiava pazientemente il suo drink mentre il ragazzo finì di esibirsi e si avvicinò a lei per chiedere a sua volta un drink alla barista. Pamela si voltò verso di lui e osservò la chitarra che magicamente aveva cambiato forma e se ne stava rinfoderata come se fosse un'arma. Era davvero curiosa, quell'affare doveva valere tantissimo. Gli sorrise un poco civettuola giocherellando con le mani sul proprio bicchiere.*
    Sì mi è piaciuta, hai una bella voce e la tua chitarra... è fantastica.* commentò sporgendosi leggermente in avanti poggiando un gomito sul bancone.*
    Ce l'ha un nome questo nostro artista? E la chitarra? Non ne avevo mai vista una di quel tipo, me la faresti vedere?* gli chiese curiosissima di scoprirne qualcosa in più. Poco dopo sembrò accorgersi di una cosa importante, si diede un piccolo buffetto sulla fronte*
    Stavo per scordare le buone maniere, mi chiamo Pamela Mancin, e tu signorino?* allungò una mano verso di lui per presentarsi educatamente.*
     
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    Signorino? Stai scherzando vero? Non sono mica un bambino!
    Ribeccò immediatamente alle parole della donna, si sentì per un attimo preso per i fondelli ma potè risanare quella sua impressione sorseggiando il drink che aveva ordinato.
    Pamela era il nome di quella donna che però esordì immediatamente con delle domande piuttosto interessanti e sicuramente ben mirate, Pamela non era di certo ne la prima ne l’ultima ad essere attirata dalla strana arma che possedeva Leonhart. Anche perchè parlandoci chiaro, era piuttosto bizzarra come cosa.
    Leonhart sorseggiò nuovamente dal bicchiere andandolo poi a posare sul tavolo, voltandosi con tutto il corpo verso di lei andando a stringerle la mano.

    Miss Mancin, piacere di conoscerla!
    Il mio nome e Leonhart Smith…
    Sono comunque contento si sia goduta l’esibizione e vedere non solo lei ma anche gli altri presenti così affiatati è stata una bella esperienza

    Con la mano sinistra ancora libera andò a grattarsi dietro la nuca abbozzando un sorriso sia per Pamela e soprattutto della bella esperienza avuta esibendosi davanti a tutti.
    Comunque Miss Mancin troppe smancerie non me le merito!
    Ti dispiace se ti dò del tu? Comunque sicura di volerlo sapere?

    Lasciò andare la delicata e dolce mano di Pamela andando poi a prendere nuovamente in mano il bicchiere sorseggiando nuovamente quel drink che gli aveva già rinfrescato un pò la gola.
    Voleva veramente sapere cos’era in realtà la Moeru? Ben venga, non che ci fosse molto da dire ma sicuramente Leonhart doveva scegliere bene le parole, in modo che Pamela potesse capire il più possibile.

    Mai sentito parlare delle zanpakuto? Anche io non ne sapevo nulla ma informandomi e usandone una proprio con le mie mani posso affermare ciò.
    Quindi per farla breve sono delle katane, magiche, che a tot comando possono assumere forme e usi bizzarri. Un pò come la mia per esempio…

    Leonhart estrasse con la mano destra la Moeru ancora una volta dal suo fodero, mentre un pò di luce si stava rifrangendo sulla lama. Probabilmente Pamela non ebbe nemmeno il tempo di accorgersi di quel involontario bagliore dato la kanata venne per la seconda nuovamente e completamente avvolta dal fuoco.
    Ikari no gōon! Interessante vero?
    ….
    Cazzo! In questo momento mi sento come quelli che fanno i video tutorial su internet, terribile

    Non potè altro che farsi uscire una sonora e grassa risata, in effetti in quel momento si sentiva proprio così, ci mancava solamente una videocamera ed il tutto poteva essere poi caricato su internet. Dall’altro lato della medaglia però c’era il fatto che Leonhart non era uno che aveva molte cose da nascondere, se non alcune riguardanti a faccende troppo particolari.
    Prese con la mano destra per l’ennesima volta il drink finendolo completamente e lasciando nel bicchiere solo il ghiaccio

    Poco prima ti sei data un buffetto sulla fronte, bevuto troppo per caso? O non reggi l’alcol?

    Edited by Deva - 26/7/2018, 21:59
     
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    *Il ragazzo era suscettibile, aveva reagito subito quando lo aveva chiamato "signorino", facendole intuire che era un tipo impulsivo, ma al momento sembrò amichevole e disposto a fare amicizia. Si presentò a suo volta dicendo di chiamarsi Leonhart Smith, aveva un cognome abbastanza comune ma il nome era altisonante, pensò che probabilmente era il suo nome d'arte. Mentre lui spiegava e parlava Pamela lo fissò tutto il tempo incuriosita, studiando i suoi tratti giovanili, i suoi capelli di fuoco il suo modo di fare vivace. Si vedeva che era felice, sicuramente per via della sua precedente performance. Pamela tuttavia poi si concentrò sulla sua zampakuto. Pamela non sapeva cosa fossero e lo ascoltò rapita guardando la spada come se fosse un oggetto prezioso. Sussultò sorpresa quando ci fu la vampata di fuoco e guardò meravigliata l'oggetto che aveva cambiato forma.*
    Wow, non ho mai visto nulla del genere. Hai detto zampakuto? Incredibile, e riesci anche a suonarla... è bellissima.* affermò affascinata dall'oggetto. Fu più che sicura che quell'oggetto era preziosissimo e quel ragazzo avesse una montagna di soldi. Un ragazzo magari finanziato da suo padre che andava in giro a divertirsi a suonare la sua chitarra, uno di quelli viziati e che meritava una degna stoccata dalla vita per fargli capire che non tutto era rose e fiori. Era riuscita a toccargli una mano il che aveva potuto avviare un collegamento spirituale con il ragazzo. Pamela ne volle fare subito uso. L'ultima domanda colse di sorpresa Pamela che non capì a cosa si riferisse, ricordandosi poi il gesto che fece prima di presentarsi.*
    Eh? Ah no, era per dire che sono una testona che mi ero dimenticata di presentarmi.* fece un poco perplessa pensando che Leonhart fosse un tipo strano. Poco dopo si alzò dallo sgabello e sorrise al ragazzo con gentilezza.*
    Perdonami, ma ho bisogno di usare il bagno, mi piacerebbe sentire qualcos'altro della tua chitarra, mi aspetti? Torno subito lo prometto.* fece attenendo una sua risposta per poi dirigersi in bagno. Una volta lì tirò fuori dalla sua borsetta penna e block notes ed usò il suo potere facendo varie domande che riguardavano il ragazzo. Scoprì che non era così innocente e damerino come sembrava e che di recente aveva fatto fuori qualcuno, forse non qualcuno di molto importante ma qualcuno che si chiamava Pete e che apparteneva ad una famiglia di mafiosi. Chiese il nome di questi mafiosi e la ragazza capì il modo con cui poteva mettere con le spalle al muro il ragazzo. L'entusiasmo prese il sopravvento e con esso iniziò a crescere un poco di eccitazione per via della sua fase premestruale non calcolata. Difatti si ritrovò a pensare che dopotutto Leonhart non era male, magari poteva sedurlo. Scosse la testa confusa e decise di non dare retta a quei pensieri. Tornò al bancone e sperò di ritrovarci ancora Leonhart, se fosse stato lì si sarebbe avvicinato a lui sorridendogli felice. Posò una mano sulle spalle piegando leggermente la testa verso di lui*
    Mi offri un drink?* gli chiese facendogli un occhiolino*
     
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    Pamela si era dimostrata più che interessata a quella che si poteva definire a tutti gli effetti per ora la compagna di vita di Leonhart la buon vecchia Moeru. Si lasciò scappare una piccola risata nel vederla sussultare appena la spada iniziò a compiere il processo di trasformazione.
    Fortunatamente il buffetto in fronte non era nulla di grave ma la cosa che gli fece brillare gli occhi, come se dentro di essi si fosse accesa la fiamma era il fatto che Pamela voleva il bis di quel esibizione.
    Mentre Leonhart cercò di abbozzare un discorso venne interrotto da Pamela che dovette scattare in bagno, tanto che Leonhart si insospettì di quel atteggiamento.

    Signorina un altro whisky e cola grazie…
    Mentre ordìnò nuovamente un drink i sospetti si stavano facendo largo dentro Leonhart, arrivando a pensare che in qualche quella donna fosse una probabile socia di Kun Lan o comunque una persona che si poteva avvicinare a lui?
    Anche perchè parlandoci chiaro non era da escludere come cosa, alla fine dei conti Pamela era sicuramente una donna dai lineamenti e dalle curve piacevoli ed attraenti. E mettendo in sesto quei, seppur piccoli, frammenti Pamela aveva le carte in regola per essere una più che probabile Femme Fatale.
    Leonhart posizionando infine la chitarra contro il bancone potè nuovamente riassaporare quel drink degno di nota bevuto poco fà, cercando di alleviare un attimo quei cattivi pensieri.
    Magari si stava sbagliando? Magari aveva preso un granchio? Bhe poteva essere, ma in ogni caso era sempre meglio andarci con i guanti di velluto.
    Si passò velocemente il drink fra le mani facendolo scorrere sul tavolo come se fosse un disco da hockey, andando poi ad impugnare il bicchiere con la mano sinistra.
    Sollevò poi la mano destra in segno di saluto vedendo Pamela ritornare dal bagno, notando Pamela prendersi una certa confidenza.
    La cosa di certo non gli dispiacque però i dubbi dentro la sua mente iniziarono ancora a prendere piede.

    Ma certo, sarebbe un piacere! Prendi pure cioè che desideri, io non mi sono fatto di certo pregare nel frattempo che non c’eri ahahah
    La risposta di Leonhart alla domanda di Pamela fù un sì bello e buono, infatti ora la donna avrebbe avuto la possibilità di scegliere di proprio pugno il drink che desiderava. Mentre nel frattempo Leonhart sorseggiò nuovamente dal bicchiere, tornando successivamente a guardarla. C’era qualcosa che ancora non lo convinceva, ma cosa poteva essere?
     
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    *Pamela non sapeva ancora come fare per poter intavolare il discorso, quindi aveva chiesto un drink sperando di poter sciogliere un poco i nervi. Sembrava esserci della roba grossa sotto ai segreti di quel ragazzo, e doveva stare attenta, non poteva sapere se quel ragazzo avrebbe potuto farle del male. Quindi intanto cercò di prendere un poco di confidenza. Ordinò un martini con tanto di oliva in un calice e tornò a sedersi accanto a lui, giocherellando con il bicchiere fra le dita.*
    Dimmi Leonhart suoni qui spesso?* gli chiese osservandolo meglio per capire se avesse cicatrici evidenti che facesse intendere che era un tipo violento oppure se avesse altre armi con sé o altri segni distintivi. Dal suo modo di fare sembrava un bravo ragazzo, forse non doveva preoccuparsi. Dopotutto ancora non la conosceva ed era in un luogo pubblico, parargli quando c'erano più persone attorno poteva essere molto meno pericoloso del parlargli a quattr'occhi. Se fosse stato un assassino, isolarsi con lui poteva rivelarsi una condanna a morte. Sperava vivamente che il taccuino avesse risposto in modo eloquente alle sue domande.*
    La tua chitarra è davvero speciale, scommetto che ti ha fatto vivere molte avvenutre, e disavventure.* continuò sorseggiando il suo martini per poi guardarlo dritto negli occhi sorridendo maliziosa.*
    Scommetto che a Pete la tua chitarra non sia piaciuta per niente....* fece zittendosi subito dopo , laciandogli intendere che sapesse qualcosa di molto personale su di lui. Cercò di capire dalle sue espressioni facciali che tipo di reazioni avrebbe avuto, e quindi capire se doveva stare attenta o se poteva osare un pochino di più. In base alla sua reazione avrebbe potuto capire come agire.*
     
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    Pamela evidentemente aveva notato il momento di “difficoltà” e soprattutto di indecisione di Leonhart cogliendo però piacevolmente la palla al balzo. Ancora dubbioso, sorseggiò il drink che aveva preso qualche istante prima notando Pamela li a giocare col bicchiere di martini.
    Cercò un attimo di lasciar perdere quelle sensazioni, concentrandosi più su Pamela. Gli sembrava ingiusto già giudicare a mal partito una persona che nemmeno conosceva, ma soprattutto perchè i sospetti che aveva potevano anche essere riassunti come la cattura di un grande e grosso granchio.

    Bhe diciamo che è la prima volta ad essere sincero che mi esibisco quì.
    Ad essere onesto è anche la prima volta che mi trovo quì a New Vegas. In realtà sono originario di Londra…
    Diciamo che sono quì di passaggio

    Rispose cordialmente bevendo per l’ultima volta l’ultimo sorso presente in quel bicchiere lasciandolo poi li sul tavolo. Quel bicchiere evidentemente sembrava aver appena alleviato ogni probabile e possibile dubbio che Leonhart provava nei confronti di Pamela.
    Diciamo che abbiamo passato alcuni alti e bassi in effetti…
    Eh? Come fai ad essere al corrente di una cosa del genere?

    In quel momento si sentì come colpito dritto al cuore, come faceva Pamela a conoscere quello che era successo?
    Che i suoi sospetti fossero effettivamente fondati? Tante domande in quel momento stavano frullando nella mente di Leonhart sentendosi anche un pò preso per i fondelli da quella donna, stringendo con forza il pugno sinistro rimasto sulla scrivania

    Dato che sai una cosa del genere presumo che tu lavori per quel figlio di puttana di Kong Fu, Kun Lan?
    Hai la minima idea di quello che faceva quello scarto umano di Pete?

    Rispose in modo piuttosto irritato tenendo però comunque un tono di voce non troppo alto e soprattutto cercando di non scomporsi troppo, era comunque in mezzo al pubblico e di certo non voleva causare problemi al locale ma soprattutto a se stesso.
    Sciolse la trasformazione della Moeru andando a posarla nuovamente nel fodero, massaggiandosi poi la faccia con entrambe le mani.
    Tornò poi a fissare letteralmente e fisicamente Pamela negli occhi, era sicura di quello che stava dicendo? Era a conoscenza di cosa faceva in realtà Pete?

    Allora? Il gatto ti ha mangiato la lingua?
    Domandò abbastanza energicamente Leonhart, era comunque curioso si sapere effettivamente che altro sapeva Pamela di quella storia.
     
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    *Il ragazzo era sereno e chiacchierava tranquillamente all'inizio. Era carino anche perché non stava facendo il classico ragazzo che non vedeva una donna da millenni, e non era diventato viscido solo perché gli aveva rivolto la parola, quasi quasi le stava dispiacendo ricattarlo in quel modo. Però ehi ormai aveva detto ciò che costò il cambio repentino di umore nel ragazzo. Cosa del tutto naturale dopotutto. Sarebbe stato molto più inquietante se invece il ragazzo sarebbe rimasto assolutamente calmo, passando magari per un psicopatico serial killer. Invece la sua reazione le fece intendere che il ragazzo aveva passato dei orribili momenti con la vittima e che non era poi così cattivo come il segreto voleva far intendere. Sussultò appena alla sua rabbia ma cercò di rimanere calma, dopotutto era abituata a reazioni del genere doveva solo soppesare le parole e fargli capire che non aveva paura di lui o le cose sarebbero peggiorate.*
    Non ho idea di cosa abbia fatto Pete, rimane il fatto che lo hai fatto fuori. Tu sei qui, e lui sta metri sotto terra. E sinceramente non mi interessa perché lo hai accoppato, se ti ha mandato qualcuno a farlo. Non sono la fidanzata di Pete, puoi stare tranquillo e non cerco vendetta.* affermò per poi prendere il bicchiere e portarselo alla bocca. Sorseggiò finendo il contenuto del drink e gli si avvicinò facendogli cenno con il dito di avvicinarsi a lei che doveva dirgli qualcosa all'orecchio. Se si fosse avvicinato, Pamela avrebbe sentito il suo profumo e sopratutto il suo odore di maschio che le riempì le narici e la fece esitare un lungo momento, ritrovandosi a fissargli le labbra. Capì che stava per avere sintomi fastidiosi per quella situazione ma doveva stringere i denti e sperare che riuscisse a controllarsi fino alla fine.*
    Non è prudente fare quei nomi ad alta voce ti pare? Seguimi che ne parliamo meglio. E credimi ti conviene darmi retta.* affermò scendendo dallo sgabello per poi dirigersi verso la zona con i tavolini del locale, andò a scegliere un privè, non del tutto isolato ma comunque abbastanza coperto da occhi indiscreti e nel loro caso anche orecchie indiscrete. Era una piccola zona separata dal resto del locale tramite alcuni separè di legno, racchiuso in questo quadrato vi era un divano a tre posti scuro, un tavolino di vetro basso posizionato davanti ad esso e alcuni puff dello stesso materiale del divano. Vi era un secchiello con del ghiaccio sul tavolino con una bottiglia di spumante dentro e attorno ad esso alcuni bicchieri. Solitamente quel privè era riservato ad un gruppo di almeno 6/8 persone. Una volta arrivata nel privè si sedette sul divano e fece segno a Leonhart di prendere posto vicino a lei.*
    Vieni Leonhart parliamone...* disse con un ghigno malefico stampato sul volto.*
     
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    Leonhart ascoltò le parole di Pamela, che appena vide la sua reazione poco consona al momento ma senza dare nell’occhio aveva sussultato un attimo probabilmente per paura di temere qualche ripercussioni. Ma quello che doveva sapere e che Leonhart non era per nulla quel tipo da attaccare e soprattutto malmenare gli indifesi, nonostante il suo carattere facilmente irritabile.
    In ogni caso ho fatto ciò che andava fatto. Ho dato probabilmente la possibilità di...
    Ribattè cercando di tenere ancora una volta il tono di voce né troppo alto né troppo basso, venendo interrotto da Pamela che sembrava volesse sussurrargli qualcosa all’orecchio.
    Che aveva in mente di nuovo quella donna?
    Si avvicinò ulteriormente a Pamela porgendogli l’orecchio, era curioso di sapere che cosa aveva in mente quella donna ma soprattutto voleva scoprire una cosa piuttosto importante.
    Dato che la situazione non gli interessava e soprattutto dato che non aveva legami forti con quello scarto umano di Pete, come faceva a conoscere quella cosa? La donna propose una sorta di tregua temporanea chiedendo di parlare in un luogo più appartato e soprattutto lontano da voci indiscrete senza però dimenticarsi di lanciare l'ennesima frecciatina ai danni di Leonhart.
    Il ragazzo decise di seguirla nonostante era ancora abbastanza stizzito, scrutando da testa a piedi l’intera silhouette di Pamela accorgendosi che nonostante tutto aveva comunque delle curve piuttosto interessanti ed importanti.
    Pamela scelse niente popò di meno un privè tanto che Leonhart sollevò leggermente il sopracciglio destro, pensando sì ad un luogo appartato ma di certo non ad un privè.

    Mmmmm….
    Va bene allora, se vuoi conoscere gli argomenti nel dettaglio, qui sicuramente è la zona ideale

    In effetti era un privè piuttosto appartato e anche dotato di ogni confort possibile per quanto riguardava i privè proprio di alta classe, nonostante sembrava non essere adibito solo ad ospitare due persone ma probabilmente di gran lunga di più.
    Leonhart entrando in quella zona prese in mano la Moeru con tanto di fodero annesso avvicinandosi e sedendosi vicino a Pamela.

    Certo che questo posticino è proprio dotato di ogni conforto no?
    Toglimi una curiosità Pamela, come fai ad essere a conoscenza di quella storia?

    Chiese cercando di tornare mentalmente e sentimentalmente ad uno stato di pseudo calma, poggiando la Moeru sul divanetto.
    Ora che erano lì da soli voleva sapere la verità, o almeno una minima parte. Come faceva Pamela a conoscere quelle cose?
     
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    *Si rendeva conto che il ragazzo era alquanto confuso. La mossa di Pamela di portarlo in un privè era per guadagnare tempo e pensare a qualcosa di abbastanza plausibile e doveva giocarsi per bene le sue carte. Lui aveva parlato di un certo Kun Lan, facendole intuire che fosse un suo nemico. Aveva pensato di ricattarlo dicendogli che lo avrebbe consegnato alla polizia, ma rischiava di perdere la presa su di lui dato che per farlo aveva bisogno di prove che lei ovviamente non aveva. Avrebbe potuto mentire ma sarebbe stato rischioso e avrebbe fatto un buco nell'acqua. Leonhart poteva quindi capire il trucco sotto, quindi pensò di sfruttare la minaccia inversa, sicuramente molto più pericolosa. Il fatto che l'avesse seguita era segno del fatto che la situazione lo toccava nel profondo, era conscia che in quel momento il ragazzo pendeva dalle sue labbra ed era preoccupato, ma cercò ugualmente di ritrovare una certa calma, anche se notò che poggiò accanto a lui la sua spada. Un gesto che preoccupò un poco la donna, sembrava un gesto casuale, ma per Pamela era una sorta di minaccia. Cercò di non pensarci e di attirare l'attenzione di Leonhart girandosi con tutto il corpo verso di lui avvicinandosi di più.*
    Ho delle fonti molto speciali che riescono a darmi preziose informazioni. Il fatto che tu sia finito qui in America mi fa pensare che stai cercando di sfuggire a qualcuno? Ma lasciami spiegare prima di tutto.* gli si avvicinò ancora, arrivando a poggiargli i seni contro un braccio, lei lo afferrò come a volerlo mettere a braccetto, come se il privè non fosse ancora abbastanza intimo per ciò che stava per dirgli. Fissò un punto vuoto davanti a lei iniziando a gesticolare.*
    Ci sono persone che ti cercano, e che pagherebbero per trovarti, persone che vorrebbero mettere la tua testa su una picca. Vedi... io potrei avvisare queste persone e dire loro dove ti torvi e come trovarti. Ma a me non interessa perché tu abbia ammazzato Pete, ciò che mi interessa è sapere se tu sei disposto a pagare per farmi tenere la bocca chiusa.* affermò girandosi verso di lui, ritrovandoselo vicinissimo al punto che poteva specchiarsi nei suoi occhi. A quel punto Pamela esitò tornando di nuovo a fissare le labbra del ragazzo mentre la sensazione di stare da soli andò ad alimentare un calore al basso ventre sempre più insistente.*
    Non è niente di personale, sono solo affari.* gli disse abbassando il tono di voce mentre con una mano gli carezzò un braccio.*
     
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    I due erano molto vicini, nonostante quel privè fosse piuttosto grande e se comunque la cosa a Leonhart di certo non dispiaceva i dubbi verso di lei si stavano facendo sempre più forti. I modi sinuosi e le parole ponderate ma letali rendevano di certo Pamela una vera e propria femme fatale a tutti gli effetti.
    Si era avvicinata a lui ancora una volta, mantenendo comunque sempre una certa classe e sensualità, segno che probabilmente non era la prima volta che svolgeva quel genere di “compito” oppure era una donna più che brava a recitare una parte di pura finzione.
    Anche se la mente di Leonhart in quel momento era ancora piuttosto concentrata verso Pamela, sicuramente il corpo del ragazzo aveva iniziato a percepire segnali piuttosto importanti specialmente per quanto riguardava il sistema olfattivo. Infatti ora che erano in quel privè poteva notare più facilmente il profumo di Pamela, una fragranza molto importante e piacevole.
    Ma non era finita quì infatti Pamela decise di osare ancora di più, sorprendendo stavolta in modo positivo Leonhart. In quel momento poteva chiaramente sentire ogni singola morbidezza del prosperoso seno di Pamela, causandogli alcuni brividi alla schiena segno anche che probabilmente il corpo del ragazzo apprezzava quel piccolo compenso.

    Capisco e comprendo che i suoi uomini mi stiano cercando, e sono conscio che tu stia solamente svolgendo il tuo lavoro. Per carità…
    Tu pensi veramente che scappi da quel tipo? Ahahahah

    Nonostante si trovasse a pochissimi centimetri dal viso di Pamela distolse per un attimo lo sguardo lasciandosi sfuggire quella grande e grossa risata spontanea. Veramente Pamela pensava che Leonhart paura di quella situazione?.
    E sentiamo un pò, che generi di pagamenti intendi?
    Chiese con tono di sfida, mentre si fece scivolare il braccio sinistro dietro Pamela, inarcandole la schiena.
    Pamela voleva giocare in modo sexy ma comunque un pò sporco e Leonhart avrebbe risposto in un modo tutto suo, prendendo probabilmente l’iniziativa non calcolata dalla donna.

    Sai Pamela, la cosa divertente è una.
    Quei tizi nonostante tu parlerai o meno potrebbero si trovarmi e forse anche spararmi un proiettile in fronte. E non è matematicamente detto che pure tu non rischi di fare quella fine.
    Anzi, a te potrebbero addirittura fare di peggio e da donna sai a cosa posso riferirmi….

    In quel momento però le parole di Leonhart sembravano meno minacciose e vuote di ogni possibile frecciatina, nonostante tenesse ancora Pamela in quella posa.
    Era sicura di rischiare così tanto? Voleva veramente finire in una situazione del genere?
    Nonostante questo però agli occhi di Pamela Leonhart poteva apparire in quel momento come un infame e senza cuore, ma non era di certo quello il suo obiettivo. Non poteva rivelare nei dettagli quello che era successo e che aveva visto ma voleva evitare che una come Pamela mettesse in rischio la sua vita per cosa? Dei meri quattrini? Voleva farglielo capire, nonostante era abituato ad usare modi e termini duri verso le altre persone.
     
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    *Il ragazzo la ascoltò e sembrò abboccare alle sue fandonie. Pamela si illuse di averlo in pugno, che avrebbe ceduto a qualsiasi richiesta gli avesse fatto. Già si vedeva una mazzetta di banconote fra le mani, già si ripassava mentalmente i prossimi acquisti da fare. Eppure più passava il tempo più quella certezza vacillava. Leonhart non sembrò più così preoccupato, e sembrò perfino rilassarsi al suo tocco, il che la confuse e non poco. Perché non si era arrabbiato come prima? Cosa stava succedendo? Lo guardò interrogativa prima che lui si mettesse a ridere. Le disse qualcosa che non le andò giù: le disse che non sarebbe scappato da Kun Lan o i suoi uomini. Pamela si stizzì ma non fece in tempo ad allontanarsi che Leonhart le passò una mano sulla schiena e la strinse costringendola ad inarcare la schiena. Per non stare scomoda in automatico il corpo di Pamela si spinse contro quello di Leonhart finendo con il premersi addosso a lui con tutto il corpo. I suoi seni si schiacciarono contro tutta la fiancata del ragazzo, e sembrò quasi che si stessero abbracciando.*
    E' semplice, voglio dei soldi.* affermò ma ormai era troppo vicina al ragazzo, sentiva la sua muscolatura anche attraverso la stoffa. Sentiva il suo bicipite contro la schiena, il suo calore che andò ad alimentare ancora di più quello di Pamela fra le cosce. Infatti in un gesto isntivo strinse forte le cosce una all'altra quasi come se avesse temuto che potesse scappare qualcosa, o che lui potesse sentire il suo aroma di donna farsi più forte. Intanto però dovette fare i conti con il fatto che lui non aveva paura. Era come se il ricatto appena fatto non avesse sortito alcun effetto, anzi gli fece pure la ramanzina. Lo sguardo di Pamela si accigliò, il battito caridaco aumentò.*
    Ma non capisci! Sei tu quello in pericolo! Perché mai dovrebbero fare del male a me che dico a loro dove trovarti scusa? Davvero non ti interessa se ti fanno un agguato?* fece confusa per poi afferrargli la camicia in un impeto di ira controllata, accorgendosi solo alla fine di essere così maledettamente vicina a lui, si era avvicinata al punto che sembrava che lo stesse baciando, ma si fermò alla fine guardandolo negli occhi severa.*
    Non ci tieni alla tua pellaccia?* disse abbassando il tono della sua voce poiché era così vicina che non serviva alzare troppo il volume. Si accorse che stava di nuovo rovinando tutto quanto. Lo spinse via girando il volto verso il lato opposto, ansando confusa e sconfitta, le mani però erano entrambe ancorate alla maglia del ragazzo, non riusciva a mollarlo. Merda doveva ricattarlo non cedere alla propria lussuria e desiderare di baciarlo.*
    Merda!* bofonchiò più tra se e se.*
     
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    Ancora in quella posa Leonhart poteva chiaramente cingere il dolce ed invitante copro di Pamela che aveva le sue belle doti proprio contro il fianco. Che dire? Le sue forme erano morbide e piacevoli e assolutamente quello non lo metteva in dubbio nessuno, anzi era una cosa a cui Leonhart poteva semplicemente inchinarsi e rendere omaggio. Ma quello non era il momento.
    Sorrise sotto i baffi nel vederla in quella situazione forse imbarazzante, che non fosse abituata a incontrare uomini comunque in grado di prendere la situazione in mano? Magari molto si lasciavano abbindolare dai suoi ricatti, ma di certo non Leonhart. In quel momento sentì anche chiaramente il cuore di Pamela che iniziò a battere più forte del previsto e la cosa lo fece sorridere beffardamente

    Comunque Pamela hai la minima idea di quello che stai dicendo?
    Hai la minima idea di come possa funzionare il meccanismo dentro alle organizzazioni mafiose? Pensi si farebbe problema uno come Kun Lan a farti fuori per eliminare effettivamente una futura minacc…

    Non ebbe nemmeno il tempo di finire di parlare che Pamela lo aveva preso per la camicia portandosi ulteriormente verso di lui, in effetti vista dall’esterno del privè poteva sembrare una scena sicuramente ammiccante e che lasciava presagire dei probabili dettagli futuri. Ma realmente Pamela lo stava guardando in modo severo negli occhi e Leonhart senza distogliere lo sguardo da essa era pronto nuovamente a proferire parola. Il suo atteggiamento era ancora alterato, ma di certo non come quando erano al bancone del bar.
    Te lo dirò francamente. No non mi interessa minimamente che di fare o meno una brutta fine. Se questo serve a dare un futuro migliore a chi ha subito le angherie di quell’uomo di certo non me ne starò con le mani in mano…
    Il tono di voce in quel momento di Leonhart assunse un tono più deciso e severo rispetto a prima causando una reazione inaspettata di Pamela, come se fosse in qualche modi stizzita da quell’atteggiamento presentato da Leonhart.
    Era rimasta ancora con la mano attaccata alla camicia mentre evidentemente parlava fra se e se. Leonhart la guardò per un attimo dubbioso, poi però prese nuovamente l’iniziativa usando proprio il braccio che aveva usato a cingerla poco fà.
    Gli poggiò la mano sulla testa accarezzandola, sentendo anche i suoi bellissimi capelli ricci.

    Pamela, lo sò che mi odierai ma questo non mi importa.
    Stò solo cercando di proteggerti, sembri una brava ragazza nonostante tutto.
    Quindi se vuoi un consiglio da un amico, se preferisci, o conoscente stai lontana da quelle persone

    Finì di accarezzargli la testa non appena finì il discorso, portando poi nuovamente il braccio a cingerle il fianco.
    In un certo senso e nonostante tutto i ricatti vocalmente subiti da Pamela, Leonhart vide qualcosa in lei. Si magari poteva risultare una persona ficcanaso e forse anche traditrice ma era convinto che un pizzico di buon senso e soprattutto di bontà erano presenti ancora in lei. Il monito che gli fece era più che altro incentrato in un probabile senso di protezione che Leonhart stava trasmettendo, o almeno ci provava…
    Era difficile per un carattere spigoloso come il suo tali manifestazioni di affetto ma era quasi sicuro che Pamela potesse capire ciò che intendeva, o almeno ci sperava.
     
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36 replies since 24/7/2018, 19:47   443 views
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