Livelong cafè

x Elkantar

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    Il tempo sembrò fermarsi, erano separati solo da un respiro, solo dalla loro volontà in uno stallo dove nessuno dei due volesse rischiare di fare quel passo che, in cuor loro, agognavano: Raltias si fece finalmente avanti, quando la sua lingua sfiorò le labbra di Alexander questo sentì il suo corpo come attraversato da una scarica elettrica, desiderio e soddisfazione per l’essere desiderato da Raltias si mescolarono in lui ma non ebbe nemmeno il tempo di farsi avanti per ricambiare quel primo, timido, bacio che Raltias aveva già preso l’inziativa, con l’energia tipica di una dragonessa fiera e libera, lontana dalle idee di corteggiamento umane si era già fiondata su di lui.
    Mentre lei lo baciava con la passione che solo due draghi possono esprimere lui ricambiò senza più remore, spinse le sue labbra contro quelle di Raltias, approfittando dei rari momenti in cui non erano uniti in un passionale contatto per mordicchiare leggermente le labbra della viverna per poi cercare di nuovo la sua bocca, la sua lingua: sentiva il suo sapore sulle sue labbra e non ne aveva mai abbastanza; quando udì il suono emesso da Raltias, qualcosa di simile alle fusa di un grosso felino l’ultimo barlume di raziocinio lo abbandono: pensava solo a Raltias e ad avere quella splendida viverna tutta per lui.
    Lei fu nuovamente più veloce di lui ad agire, gattonò verso di lui senza staccare le sue labbra da quelle del drago in una posa che trovò talmente sensuale da sentire già la sua erezione premere contro gli abiti, un gemito di desiderio molto simile a quello di della dragonessa affiorò sulle sue labbra mentre lei si sedeva sopra di lui avvinghiandosi con le gambe e con la coda, mostrando senza ombra di dubbio di desiderarlo tanto quanto lui desiderasse lei, sentiva il suo bacino contro la propria erezione e, senza nemmeno pensarci, senza considerare che portava ancora gli abiti indosso iniziò a muovere il bacino come a volerla possedere subito, saltando tutta la fase di preliminari che di solito riservava alle donne umane.
    Raltias era passione pura, desiderio irrazionale e puro eros, quando le strappò la camicia non disse nulla, non protestò ma anzi ne fu grato, bramava il contatto con Raltias, con i suoi seni, con le sue scaglie, quando sentì i suoi seni poggiarsi contro il suo petto chiuse gli occhi beandosi di quel contatto: la aveva già avuta sul tetto del grattacielo ma ora era completamente diverso molto più inteso come se ogni sensazione fosse più vivida ogni colore ogni odore più niditi.
    Ralti
    Il suo tono era caldo, roco, pieno, grondante di eccitazione, in quel nome, in quella singola parola era rinchiuso un intero mondo di concetti; quando le scaglie della viverna si ritrassero mostrando le areole rosee dei suoi capezzoli pensò che forse Raltias non aveva mai fatto l amore come un umana, magari la cosa la avrebbe sorpresa: avvicinò la sua bocca ai seni scoperti della viverna e dischiudendo le labbra accolse uno dei due capezzoli iniziando a stuzzicarlo con la lingua mentre le sue mani percorrevano la schiena artigliandosi a lei spingendola verso di se.
     
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    Raltias continuò a baciare Alexander esplorando volentieri la sua bocca e la sua lingua, sentendo il suo sapore dragonico, ridacchiando divertita nel sentirsi mordicchiare le labbra, era un gesto che non era abituata a sentire o fare dato che di solito aveva sempre avuto a che fare con musi dragonici con labbra dure od un muso spigoloso. Si accorse che tuttavia la eccitava e le piaceva e provò subito ad imitarlo mordicchiandolo a sua volta quando le lasciava lo spazio. Le sue fusa aumentarono di volume quando si sentì afferrare per le natiche, era un gesto a cui invece era stata abituata grazie a Nahlor che aveva lo stesso vizio di farlo quando si accoppiavano. Le mani di Alexander erano forti e le natiche di Raltias erano morbide e sode allo stesso tempo nonostante le sue scaglie sarebbe stato molto piacevole per lui stringerla. Si concetrò unicamente sul bacio ma presto iniziò a sentire l'erezione di Alexander che le premeva contro la zona intima del bacino. Inizialmente si godette la sensazione di sentirlo poggiarsi, poi però quando lui iniziò a muoversi sfregandosi contro di lei, la voglia la assalì, le scaglie che ricoprivano la sua intimità si diradarono ed un profumo femminile avrebbe invaso le narici di Alexander. Un profumo a cui quasi nessun maschio di drago poteva resistere poiché accendeva istinti animaleschi primitivi. Un odore molto gradevole per i maschi di drago. Alexander aveva potuto avere molti amanti umane, ma di sicuro avrebbe potuto apprezzare in molti modi diversi cosa significava poterlo fare con una femmina della propria razza. Raltias si premette a sua volta contro l'erezione del ragazzo ed emise un lamento infastidito quando si accorse che non aveva sentito la sua carne calda e pulsante, ma della fastidiosa stoffa. Le loro labbra si separarono e Raltias si ritrovò a fissare Alexander un poco ubriaca di eccitazione, e interrogativa. La sua voce roca le inondò le orecchie eccitandola ancora di più. Poi lui si chinò con il volto e le iniziò a leccare i seni regalandole intensi brividi, espirò pesantemente facendo battere la punta della coda sul tappeto. Portò una mano sulla nuca del ragazzo e gli premette il volto contro il suo morbido seno, fu un gesto istintivo inizialmente, poteva sembrare materno ma il piacere che le davano quelle attenzioni le spensero il cervello facendogliene desiderare di più, quindi senza nemmeno capacitarsene spingeva la bocca di Alexander contro il proprio seno come a voler chiederne di più. Lui difatti aveva un tocco totalmente diverso dai draghi selvatici che aveva avuto modo di provare, e se inizialmente avrebbe potuto pensare che sarebbe stato un po troppo leggero si ricredette dato che Alexander riusciva a toccarle i punti giusti. Si chinò in avanti con la schiena, accompagnando quella di Alexander contro il pavimento. Non voleva imporsi su di lui, semplicemente voleva spogliarlo. Difatti quando furono a terra, Raltias usò le ginocchia come appoggio mentre i suoi piedi iniziarono a tirare verso il basso i pantaloni del ragazzo, mentre le mani di Raltias glislacciavano la cinta e i bottoni, con gesti anche abbastanza frettolosi, danneggiando in più punti il suo indumento dato che non ne era molto avezza.
    Spogliati... voglio sentire solo le tue scaglie e la tua carne. fece ansante, non era un ordine, anzi sembrava più una richiesta.
     
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    Alexander pensò di essere tornato indietro nel tempo alla sua prima volta, l’unione con una della sua specie era qualcosa di primordiale, qualcosa che non lasciava spazio agli elaborati giochi e tempi che usava con le umane, qui c’era solo istinto e desiderio, non era come sul tetto del grattacielo ora lo percepiva nettamente, sentiva l’odore dell’eccitazione della Viverna mentre stuzzicava i suoi capezzoli con la lingua lei gli spinse la testa contro il suo seno, in quel momento Alexander capì che ne voleva ancora, ne voleva di più; con i denti stando attento a non farle male mordicchio con delicatezza i capezzoli di Raltias ormai turgidi sotto le carezze della sua lingua; quando il profumo inebriante di lei gli salì nelle narici fin dritto al cervello il suo desiderio divenne più forte, in un gesto d’impeto afferrò una delle natiche della Viverna stringendola, voleva possederla, tenerla stretta a se, voleva farla sua e sotto le sue dita forti sentire il sedere sodo e soffice fece si che la sua eccitazione crescesse ancora.
    Ralti sei splendida, hai un corpo meraviglioso, ti voglio solo per me ora
    La sua voce era poco più di un roco gemito mentre le sue mani esploravano le scaglie di Raltias tornando spesso a stringerle le natiche con forza e decisione.
    Quando lei inziò a spogliarlo anche dei pantaloni non potè fare a meno di ringraziare il cielo per la fine di quella tortura di stoffa che si frapponeva tra lui e la giovane, calda, eccitante viverna; in poche rapide mosse la aiuto a liberarsi degli indumenti che lanciò lontano a finire sotto il divano della padrona di casa, nemmeno si accorse che erano strappati e lacerati in più punti e anche se lo avesse visto non gli sarebbe importato minimamente.
    Sia lui che Raltias erano ansanti di desiderio, lei era passionale ma non autoritaria, non voleva dominarlo ne farsi sottomettere era un rapporto tra pari e quel desiderio, quella fierezza non fecero altro che convincere Alexander che il suo posto fosse li, senza ombra di dubbio.
    Senza proferire parola poggiandosi su un fianco si girò provando a mettere Raltias a pancia all’aria, voleva assaporare il suo piacere dopo essersi inebriato con il suo profumo e così portò la sua testa verso l’inguine della viverna dove le scaglie si erano già ritratte per lasciare la sua femminilità esposta alle sue attenzioni: baciò rapidamente intorno alle grandi labbra prima di chiudere la sua bocca sulla clitoride della Viverna, succhiando e mordicchiando l’epicentro della femminilità della sua compagna per prepararla al piacere e per infliggerle una dolce tortura che aveva come unico risultato di farle desiderare ancora di più di averlo per se; si concedeva qualche piccola pausa per lambire le sue labbra con la propria lingua spingendosi in una piccola pentrazione all’interno prima di tornare a concentrarsi sulla sua clitoride, voleva sentire la voce di Raltias supplicarlo di averla, quel desiderio di sentire ancora la sua voce eccitata, prossima all’orgasmo fece si che aumentasse il ritmo delle sue carezze intime
     
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    La bocca di Alexander che si avventavasui suoi seni le strapparono qualche piccolo gemito, mentre i suoi capezzoli si facevano più turgidi. quando i denti le stringevano i capezzoli sussultava e si faceva scappare un piccolo gemito mentre brividi intensi le attraversavano la schiena. Ridacchiò perfino divertita a quella piccola novità per lei: sapeva che i cuccioli ogni tanto mordevano per sbaglio con le gengive i capezzoli, ma non pensava che in ambito sessuale potesse darle piacere, e che la eccitasse ancora di più. Difatti iniziò a sentirsi impaziente, e quando finalmente riuscì a spogliare Alexander, avrebbe voluto iniziare l'accoppiamento vero e proprio, ma sul più bello lui iniziò a spingerla per poterla far sdraiare a terra. Raltias seguì l'invito senza protestare, anzi preparandosi ad accogliere l'uomo dentro di lei. Allargò le cosce per permettere ad Alexander di posizionarsi su di lei, ma invece di risalire e allineare i due sessi notò che il ragazzo scese con la testa verso il basso. Raltias lo osservò molto incuriosita non capendo cosa stesse per fare, si poggiò sui gomiti sollevando le spalle da terra per guardare meglio, e quando avvertì le labbra di Alexander contro la sua carne femminile trasalì di piacere, emettendo un piccolo gemito di piacere.
    Aah ma cosa? Sono già bagnata.... non serv... nggaaah la piccola Raltias non sapeva cosa fosse il sesso orale, o meglio credeva che di solito i maschi draghi la leccassero per prepararla all'amplesso, non era strano che lo facessero, tuttavia di solito si fermavano quando la lubrificavano abbastanza bene con la loro saliva. Alexander invece iniziò a frle scoprire nuovi tipi di piacere, andando a toccarle su un punto sensibilissimo. Le spalle le crollarono a terra, ed esalò un profondo gemito mentre inarcava la schiena e allargava le cosce ancora di più, mentre invece la coda di Raltias si avvolse attorno al busto del suo amante, stringendo di tanto in tanto per via di uno spasmo di piacere. Alexander era abile in ciò che faceva, e Raltias iniziava a sentire un appetito sessuale maggiore. Alexander intanto avrebbe scoperto che il sapore di Raltias gli dava alla testa, che era totalmente diverso dal sapore umano che aveva avuto modo di saggiare fino a quel momento. Era anche più calda di un normale essere umano.
    Ngaaah mi fai godere...aaah la voce di Raltias era spezzata dai gemiti e quando non parlava o gemeva, il rumore delle fusa divenne più forte. Le sue mani si posarono contro la sua testa, lo spingeva contro di sé quando affondava con la lingua nella sua carne, sollevava il bacino verso la sua bocca quando invece andava sulla clitoride. La coda le tremava per il piacere intenso, e sentì presto i primi sintomi di un orgasmo. Sarsha ubriaca com'era dormiva come un sasso e non si sarebbe risvegliata.
     
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    Alexander trattenne un risatina trionfante che rieccheggiò solo nella sua mente, probabilmente Raltias non aveva mai avuto parthner umani, non conosceva i segreti per far felice una umana ed a lei quelle pratiche sarebbero apparse delle curiose, esotiche, bizzarrie; la cosa era esattamente quello che il drago nero desiderava, voleva che la giovane viverna si ricordasse di lui, del loro incontro e non c’era nulla meglio che offrirle qualcosa che non aveva mai provato fino a quel momento.
    La giovane sembrò inizialmente spiazzata dall’idea di essere stimolata con la lingua ma si dovette ricredere quando lui iniziò ad esplorarne l’intimitià avido di lei e del suo piacere, anche per il drago c’era comunque qualcosa di nuovo: il piacere della Viverna era caldo e viscoso e il suo sapore sulle sue labbra e sulla sua lingua gli diede alla testa, non era nemmeno lontanemante paragonabile a quello umano, era molto più intenso tanto che ebbe la sensazione che per effetto di quel dolce nettare il suo desiderio aumentasse ancora, per quanto lo ritenesse impossibile.
    Ormai libero dagli abiti che giacevano rovinati e parzialmente a brandelli per la stanza Alexander si staccò, anche se a malincuore, dal dolce sesso di Raltias e si mise in piedi per far si che la Viverna potesse per un istante ammirare il suo corpo e la sua virilità ormai eretta e pulsante, si passò la lingua sulle labbra per l’eccitazione e per raccogliere gli ultimi rimasugli del piacere della Viverna.
    Dopo l’attimo di tregua, volutamente concessa al fine di farle desiderare ancora più ardentemente un nuovo contatto con lui, torno a sdraiarsi sopra di lei ma questa volta il suo viso era vicino a quello della viverna, sentiva il suo gemere sommesso e trovava la cosa decisamente eccitante, con la sua virilità si avvicinò alternativamente alla femminilità umida di desiderio ed al più stretto orifizio tra le sue natiche, sul suo volto era dipinta una espressione tra il pensieroso e il malizioso, non era certo se e come i draghi recepissero il sesso anale ma, date le sue frequentazioni umane aveva iniziato ad apprezzare la pratica per parecchi motivi ivi ricompreso il piacere derivato dal taboo per gli umani.
    I suoi occhi guardavano Raltias con desiderio mentre la sua erezione scivolava vicino al suo orifizio tra quelle meravigliose, sode natiche della viverna.
    Rilassati Ralti
    Le sussurrò prima di baciarla, con passione giungendo le sue labbra con quelle di lei ed esplorando con foga la sua bocca con la lingua, intrecciandola a quella di lei facendole intuire quanto desiderasse possederla.
     
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    La lingua di Alexander le stava facendo vedere le stelle. Il piacere era intenso, la fame di sesso, quello selvaggio e travolgente la stava assalendo. Le sembrava quasi impossibile che potesse provare un piacere così forte con una semplice bocca. Di solito aveva bisogno di un amplesso vero e proprio per godere al massimo del piacere carnale, e sebbene non fosse così travolgente come un cazzo dragonico, la sua lingua era abile e le fece provare piaceri molto intensi. Stava per giungere al suo primo orgasmo, il ragazzo si sarebbe accorto che esplorandola con la lingua al suo interno poteva sentire altre due perline di carne più dure che seguivano la sua carne, aveva altri due piccoli clitoridi nascosti nella sua carne ma che se stimolati procuravano spasmi involontari nella cervice di Raltias che stringevano la lingua di Alexander in spasmi continui, facendogli pregustare quanto potesse essere bello accoppiarsi con lei quando era seriamente eccitata. Raltias si stava lasciando andare, ma proprio sul più bello Alexander si fermò, facendole emettere un rantolo di dissenso e frustrazione. Difatti si ritrovò ad arricciare il naso mostrando i denti al ragazzo che intanto si alzò con la schiena, mostrando la sua enrome erezione che faceva capolino fra le sue gambe spalancate. La vulva di Raltias era pronta, umida e schiusa davanti al maschio, la clitoride principale gonfia e più visibile sotto al suo cappuccio. La coda di Raltias si strinse con più forza attorno al busto di Alexander come se avesse voluto strattonarlo e chiedergli di proseguire senza aspettare. E non dovette insistere poiché poco dopo se lo ritrovò di nuovo addosso. Fremette di eccitazione nel sentire la sua carne sfregarsi contro la sua. Il desiderio la invase così forte che ringhiò sommessamente, come se avesse voluto minacciarlo di darle ciò che voleva se non voleva essere aggredito. Dopotutto le draghesse femmine quando erano eccitate e nel rito di accoppiamento tendevano ad essere aggressive e a lasciarsi andare al loro lato più bestiale e selvaggio. Le labbra di Alexander che si posarono contro quelle di Raltias la fecero rinsavire un poco. Ricambiò il suo bacio famelica, mentre il suo bacino si sollevava verso l'erezione di Alexander, sempre più impaziente di sentirlo affondare dentro di lei. Era così eccitata che non si tirò indietro nemmeno quando le sfiorò l'ano con la punta del suo sesso. Lo voleva così tanto che la sua vulva gocciolava di umori, lubrificando il suo buchino posteriore per via della posizione supina. Le braccia di Raltias circondarono le spalle del ragazzo. I suoi artigli gli graffiarono dolcemente le scaglie della sua schiena, mentre la lingua affondava nella bocca dell'uomo. I talloni erano puntati al suolo per poter sollevare il bacino e sfregarsi in modo osceno contro la carne eccitata di Alexander. Mugugnava impaziente sentendosi andare a fuoco per il desiderio. In momento come quelli Raltias non riusciva a pensare a nient'altro che al piacere, e quel maledetto negandole l'orgasmo l'aveva resa ancora più sensibile ed eccitata di prima. Di fatti anche la coda lo spingeva verso il basso, come a volerlo indirizzare per l'amplesso, ma non avendolo puntato per bene non vi era nessuna penetrazione e Raltias si stava spazientendo.
     
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    Alexander, seppur totalmente avvinto dal desiderio, percepì chiaramente le unghie di Raltias percorrere le sue scaglie, non era un gesto violento ma si percepiva il desiderio e l’impazienza della giovane Viverna, segno che la sua strategia aveva portato i suoi frutti: evidentemente non era per nulla abituata all’ars amandi umana e tutto quello era nuovo e a quanto percepiva eccitante, sentì i suoi umori colare, la sua calda eccitazione bagnare il suo sesso e il suo ano fornendo un naturale lubrificante; il suo bacino si offriva a lui, lo invitava a possederla, a darle quel piacere che le aveva promesso, le aveva fatto intendere cosa le avrebbe dato senza però concederglielo. Fino a quel momento.
    Sfiorò il suo ano ed il suo sesso per far si che la sua virilità si ungesse di umori, non sapeva se Raltias fosse avezza a certe pratiche ma decise di lottare, contro se stesso, di dominarsi e di non possederla con la foga che gli faceva battere il cuore come un tamburo; entrò delicatamente in lei, assaporando ogni centimetro di quella penetrazione sentendo le carni della dragonessa aderire alla sua virilità, il suo respiro si fece corto e rapido, sentiva il calore sulla sua virilità e sul suo volto apparve un sorriso, un ringraziamento e al contempo pura gioia diretto a Raltias, solo per lei.
    Ralti è meraviglioso, tu sei meravigliosa
    Disse con gemito e quando terminò la frase un lungo suono, basso e pregno di desiderio si diffuse dalle sue labbra semi dischiuse.
    Lasciò a Raltias il tempo per abituarsi ad averlo in se prima di iniziare a muoversi lentamente dentro di lei, ne osservava il volto beandosi dell’espressione estatica che il piacere le conferiva e con la coda le sfiorava le natiche facendola scorrere su quella particolare zona del suo corpo che trovava dannatamente desiderabile e sensuale.
    Spinto dal calore di Raltias nemmeno si accorse di aumentare il ritmo e di possederla con vigore, non riusciva a dominare il desiderio che aveva di lei e possederla a quel modo, considerato taboo tra gli umani, non faceva altro che accrescere il suo desiderio, sorreggendosi con una sola mano utilizzò l’altra per afferrare una di quelle meravigliose natiche.
    Ralti, ti voglio, sei la miglior dragonessa che esista, voglio averti
    Le parlava mentre la sua virilità entrava del tutto in lei affondando nel suo caldo piacere e sentendosi stretto dai suoi muscoli, il resto del mondo non esisteva e nemmeno la possibilità che la padrona di casa si svegliasse e avesse qualcosa da ridire su quello che stava accadendo nel suo salotto gli importava più
     
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    Raltias era sempre più impaziente di iniziare a sentire un piacere molto più travolgente. Tremava quando sentiva la sua verga sfregarsi su tutta la sua carne, ed il suo respiro si faceva sempre più corto. Poi finalmente lo sentì posizionarsi per penetrarla, ma notò che c'era qualcosa di strano, non aveva puntato il suo sesso femminile ma il suo stretto anfratto più in basso. Per un attimo pensò che avesse sbagliato, e stava per dirglielo, ma notò che Alexander nonostante avesse notato che stava facendo fatica ad entrare non esitò nemmeno un momento. La corolla di carne si schiuse lentamente attorno al membro di Alexander e Raltias digrignò i denti per la penetrazione. Sentirlo scavarle dentro in quel anfratto strettissimo era sempre fonte di intensi brividi e di fatica. Non era la prima volta che faceva sesso anale, e con il tempo aveva imparato ad apprezzarlo. Espirò con un leggero ruggito eccitato mentre lui continuava a scivolare dentro di lei fino in fondo. La corolla di carne si controceva attorno alla base del suo sesso, le scagie di Raltias si arruffavano per l'intensità del piacere, creando un gioco di luci sulle scaglie lucide suggestivo. Quando iniziò a muoversi dentro di lei, Raltias percepì il piacere crescere sempre di più. Le sensazioni che le dava era diverso, ma non per quel motivo meno piacevole. Le mani si serrarono attorno alle spalle del ragazzo, e dovette separarsi dalle sue labbra per poter respirare e gemere.
    Ngaaah, e allora prendimi... fammi godere. fece in un rantolo di piacere, per poi sollevare ancora di più le gambe verso di sé in modo tale che il suo sesso e il suo ano fossero totalmente esposti e più agevoli. In quel modo infatti Alexander avrebbe potuto affondare in lei totalmente, fino a premerle addosso i suoi morbidi testicoli, mentre il ventre poteva sfiorare il suo sesso femminile che era sempre più affamato di piacere, un richiamo a cui Raltias non poteva resistere ancora a lungo. Difatti appena avrebbe potuto, portò la mano sul proprio sesso femminile iniziando a toccarsi e masturbarsi, facilitando in quel modo anche il rilassamento del suo anello di carne posteriore. Le dita si agitavano contro le clitoridi e il medio si insinuava nella carne riuscendo a sentire attraverso la parete di carne anche il passaggio del membro di Alexander dentro di lei. Fu incredibilmente eccitante per lei.
    Riesco a sentirti, di più Alexander! Più veloce più forte... voglio strillare. il tono di voce di Raltias sembrava quasi implorante, voleva più piacere voleva arrivare a quell'orgasmo che prima le era stato negato. Intanto, Sarsha sembrava destarsi dal sonno, ma presi com'erano da ciò che stavano facendo nessuno dei due avrebbe potuto accorgersi che Sarsha si agitava nel sonno e si lamentava infastidita dal casino che stavano facendo. Era ancora stordita da alcool e sonno quindi continuò testarda a dormire. O per lo meno ci provò, i suoi occhi si aprirono lentamente e ciondolando con la testa si distese sul ventre in cerca di una posizione più comoda, e fu in quel modo che riuscì ad adocchiare i due dallo spiraglio della porta, sul suo tappeto che ci davano dentro come se fossero in calore. Mugugnò qualcosa di incomprensibile, e non ebbe la forza di parlare o di spostarsi in un certo senso Sarsha ebbe la sensazione che stesse sognando, che ciò che vedeva era frutto di un fastidioso sogno, eppure non stava staccando gli occhi da loro. Assopendosi ogni tanto e risvegliandosi con quell'immagine perversa davanti agli occhi.
     
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    Raltias sembrava seguirlo e assecondarlo, non opponeva alcuna resistenza al suo membro e Alexander iniziò ad aumentare il ritmo, i suoi affondi si fecero sempre più decisi e rapidi, Raltias si sistemò in modo tale che il drago potesse penetrarla a fondo senza causarle dolore ed ad ogni affondo si spingeva sempre più in lei fino a quando i loro bacini si toccarono; in quel momento si accorse di quanto la carne lasciata libera dalle scaglie della Viverna fosse calda, quella sensazione di contatto con le sue calde carni gli fecero provare un lungo brivido che gli fece chiudere gli occhi ed inarcare la schiena affondando ancora più in lei, per quanto fosse possibile.
    Quando riaprì gli occhi fissava il volto estatico della sua parthner e sentì il lieve tocco delle sue dita attraverso le carni, si sporse verso di lei facendo si che il suo ventre aderisse a quello di lei ed iniziò a muoversi, strusciandosi contro di lei facendo si che le sue scaglie lucide e liscie sfiorassero contro le clitoridi della viverna, sentiva il suo piacere bagnargli il ventre e i lombi e di colpo uscì da lei mostrando per un attimo tutta la sua virilità eretta e lucente di umori. Questa volta decise di non farla attendere e sfiorò le sue sue grandi labbra con la propria virilità per far si che queste si dischiudessero per lui, in preda alla passione afferrò il polso della mano con cui Raltias si era accarezzata e, spinto dal desiderio di sentire di nuovo quell’inebriante sapore ne succhiò avidamente le dita umide mentre, finalmente, la penetrò: accompagnò quel lento gesto con un suono basso a metà tra un gemito e un basso ringhio di soddisfazione: l’initmità bagnata e calda di Raltias fu per lui il coronamento di quell’amplesso.
    Senza attendere alcun ordine da parte dalla viverna iniziò a muoversi dentro di lei senza foga ma con un crescendo di passione
    Ralti, piccola Ralti, prendimi e urla
    Disse chinandosi su di lei coprendo il corpo di lei con il proprio, strusciandosi in modo che le sue scaglie sfiorassero il suo ventre e quelle del suo petto, solcate dalla cicatrice, i suoi seni, le sue labbra si posarono sul collo della viverna in un bacio che divenne rapidamente una serie di piccoli morsi
    urla il mio nome, piccola Ralti
    Le sussurrò con voce roca e calda carica di desiderio, lo stesso desiderio che faceva leggermente pulsare la sua mascolinità all’interno di Raltias.
    Nemmeno si era accorto che la padrona di casa si fosse destata, ne pensava anche lontanamente a quella possibilità, ne ad altro che non fosse il meraviglioso corpo caldo di desiderio della Viverna.
     
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    Ogni spinta di Alexander portava il ventre del drago a premere contro le dita di Raltias, costringendola a inserirle più a fondo, dandole quindi una stimolazione aggiuntiva facendo godere maggiormente di quell'amplesso. Raltias ormai era totalmente ubriaca di piacere, ancora una volta sentiva di star arrivando ad un picco altissimo di esso, ma ancora una volta non sembrava bastarle. Le sue dita erano minute ma fortunatamente Alexander compensava perfettamente con ciò che stava facendo, scavandole dentro appasionatamente. Raltias si era abituata e sentiva un piacere crescente, ma ancora una volta lui sembrò fermarsi. Raltias emise un rantolo dispiaciuto che si smorzò pian piano mentre osservava la verga eretta di fronte a sé. Era enorme e così dura da catturare lo sguardo della giovane viverna. La coda si strinse attorno al torace dell'uomo in protesta a quella piccola pausa. Quando si sentì afferrare il polso, Raltias temette che lui non volesse che si desse piacere da sola. Privata del suo membro e poi dalle sue stesse dita gettò Raltias in uno sconforto preoccupante, stava per diventare aggressiva, ringhiò sommessamente e minacciosa, ma i piani di Alexander fortunatamente erano diversi. Difatti quando sentì di nuovo la carne caldissima e bollente dell'uomo puntarsi contro la sua carne e poi affondare in lei, inarcò la schiena gemendo rumorosamente. La cervice di Raltias si contorse attorno alla sua verga con spasmi incontrollati e sconnessi fra di loro. Sentì la lingua caldissima di Alzender che le leccavano le dita, eccitando inaspettatamente Raltias. Un gesto così sensuale non era tipico dei draghi, o per lo meno non durante l'amplesso. Lo trovò un poco strano, ma incredibilmente eccitante, al punto che lo assecondò facendo strusciare il dito sulla lingua di lui per inserirli nella sua bocca con più decisione. Il piacere divenne sempre più intenso, dopo aver usato le dita, sentire un cazzo dragonico caldissimo dentro di lei le sembrò ancora più piacevole del normale. La mano libera andò ad afferrargli le natiche, spingendolo verso di lei ad ogni affondo, come se non avesse voluto più farlo fuggire via. Non riusciva a smettere di gemere. Serrò le cosce attorno ai fianchi dell'uomo decisa a non farlo allontanare più, perché per nulla al mondo avrebbe voluto perdersi un orgasmo che sentiva stava per arrivare.
    RRrrrh Alex... fece in un gemito smorzato da un basso ringhio ferale. Il piacere divenne sempre più travolgente, ne voleva di più sentiva di averne bisogno. La coda che si stringeva attorno al torace iniziò ad aiutarla con le spinte del proprio bacino, avviando un amplesso quasi violento, i loro bacini schioccavano furiosamente.
    Aaaleex fammi venire... fammi godere! la sua voce era più ferale, anche se conservava perfettamente il timbro femminile. Intanto Sarsha intontita e sveglia li guardava, convinta che stesse sognando, eppure sentiva un calore al basso ventre farsi sempre più insistente. Le sue mani si spostarono automaticamente verso il proprio sesso. Si toccava con flebili carezze chiudendo gli occhi mentre il piacere iniziava a ravvivare il suo corpo. Sentiva i gemiti di Alexander, la sua voce maschile le evocò quella dei suoi amanti. Le riportò piacevolissimi ricordi alla mente. Separò le grandi labbra tenendole leggermente varicate con indice e mignolo, mentre il medio e l'anulare si insinuarono dentro di lei con dolcezza.
    Bolshak... nggh Shagaru... le dita di Sarsha iniziarono a muoversi dentro e fuori, premendo verso la parte alta per stimolare anche la clitoride con la pressione, divenne sempre più umida e ciò le permise di aumentare il ritmo con cui si masturbava. Si estraniò totalmente dalla coppietta che nella stanza accanto si davano da fare. Presi com'erano i due sicuramente non avrebbero sentito la sua voce dato che era appena un flebile sussurro. E a maggior ragione dato che i gemiti di Raltias erano rumorosi. Raltias sentiva che stava per arrivare ad un nuovo orgasmo, e voleva viverlo nel migliore dei modi. La sua cervice iniziò a stritolare dentro di lei in una presa morbida ma caldissima il membro del drago nero. Le tre clitoridi che venivano stimolati ad ogni passaggio le procurava spasmi interni a ritmi totalmente differenti a cui Alexander non poteva essere abituato.
    V-vieni... nng dentro di me... lo voglio dentro di me. la sua voce era aspirata e stridula per il piacere, ormai era chiaro come il sole che stava per vivere un intenso orgasmo, e sarebbe stato perfetto se l'avesse accompaganta con il calore del suo sperma che la inondava.
     
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    Alexander sentì l'intero suo corpo come attraversato da una scarica elettrica, la sua virilità era in balia di Raltias: la viverna massaggiava con i proprio muscoli la sua erezione la stringeva dentro di se, in un caldo, ferreo e liquido abbraccio; per la prima volta dopo tanto tempo il drago nero non riusciva a mantenere il controllo, non era lui a condurre il ritmo ed a far fare alla sua parthner quello che lui desiderava, piegarla ai suoi voleri e godersi il piacere che le concedeva. Con Raltias era tutto diverso, non c'era alcuno schema nella testa del drago, non riusciva a pensare a nulla gli sembrava di aver perso ogni facoltà razionale, in quel momento c'era solo il piacere; probabilmente se Raltias fosse stata umana in quella foga la avrebbe senza dubbio ferita ma alla viverna questo sembrava non importare; Alexander la possedeva sempre con maggiore foga sentendo dentro di se il piacere crescere, poteva fare ben poco per ritardare l'inevitabile conclusione di quello che era stato uno degli incontri d'amore più focosi e appaganti per il drago.
    La voce di Raltias ebbe per lui lo stesso effetto che aveva il suo corpo, fece crescere ancora l'eccitazione: la afferrò per le spalle e con due poderosi colpi di reni affondo dentro di lei rilasciando il suo seme in un appagante, selvaggio orgasmo; dalle sue labbra affiorò un ruggito di piacere che si trasformò in Raltias, probabilmente se Sarsha avesse avuto dei vicini si sarebbero accorti della presenza di qualcuno nella villa dato che non aveva minimamente badato a fare silenzio; dopo un lungo istante nel quale rimase immobile sentendo il suo membro pulsare contro l'utero della viverna mentre sentiva il suo piacere fluire in lei, sentiva il corpo scosso da leggeri brividi e una sensazione di beatitudine e felicità lo avvolse, chiuse gli occhi e si sistemò vicino a lei aprendo le sue ali nere coprendoli entrambi come una sorta di coperta, in un gesto allo stesso tempo protettivo e tenero, non era il tipo che si addormentava subito dopo o che si alzava lasciando la sua parthner sola.
    Si chinò su Raltias baciandola dolcemente, senza dire nulla per non rovinare quel momento; fissava semplicemente Raltias sorridendole, non aveva mai fatto caso al colore dei suoi occhi e ora gli sembravano magnifici, le diede un altro lento sensuale e dolce bacio cercando la sua lingua e le sue labbra mettendoci meno foga ma molta più dolce passione.
    Dopo l'amplesso con la viverna capiva il perchè dei mobili rovinati nella stanza, se tra draghi la passione era quella era probabile che gli elementi d'arredo ne facessero le spese.
    E' stato splendio Ralti, io.... non credo di aver mai provato nulla del genere
    Ammise poi, si sentiva come dopo la sua prima volta, ed in un certo senso quella era la sua prima volta con una dragonessa, fece un un lungo sospiro che ricordava molto il verso di appagamento emesso da lei durante l'amplesso, sentiva il calore delle scaglie della viverna contro le proprie e anche lei avrebbe senza dubbio percepito il suo calore. Era la prima volta che non era in un comodo e ricco letto ma su un pavimento e sorprendentemente non gli importava nulla.
    Credo che Sarsha stia ancora dormendo, abbiamo ancora un sacco di tempo per noi
    Le sussurrò abbracciandola e facendole passare un braccio sotto la nuca per farla stare più comoda, e far si che se avesse voluto si sarebbe potuta accoccolare contro di lui.
     
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    Il piacere di Raltias crebbe sempre più forte dentro di lei. Era come se il corpo venisse invaso da un calore sempre più esteso, dal punto in cui i loro sessi anetravano in contatto, espandendosi in tutto il corpo come una sorta di ondata. I suoi occhi si serrarono e la bocca si spalancò per urlare di piacere, ruggendo poi poco dopo assieme ad un gemito, producendo un suono ferale, istintivo e selvaggio. Un suono che probabilmente Alexander non sentiva spesso a giudicare dalle umane con cui aveva giaciuto. Quel suono tuttavia non avrebbe spaventato il ragazzo ma lo avrebbe aiutato a mettersi in contatto con la parte più dragonica del suo essere, ricordandogli che lui non era un comune essere umano. Quindi avrebbe potuto apprezzare in modo più profondo la reazione della femmina poiché avrebbe potuto carpire la sincerità di quella voce. Raltias si lasciò andare assieme a lui, godendosi ogni pulsazione che le torturava le clitoridi. Infine avvertì il calore straripante dentro di lei, il seme dell'uomo che le riempiva l'utero e la portò a picchi altissimi di piacere. Raltias arrivò ad un intenso orgasmo, sicuramente molto più sentito di quando lo avevano fatto sul tetto in fuga. I suoi umori schizzarono docilmente contro il ventre di Alexander. Allo stesso tempo anche Sarsha sembrò arrivare all'apice del piacere, mordendo il cuscino con forza mentre si lasciava andare ad un lieve ruggito soffocato grazie al cuscino. Poco dopo si lasciò andare totalmente alla sensazione di relax e tornò ad assopirsi anche per via dell'alcool. Raltias intanto si rilassò a sua volta. La sua stretta si fece sempre più morbida su di lui fino a diventare un caloroso abbraccio, mentre le sue gambe tornarono abbandonate al suolo. Tornò a fare le fusa, e si accoccolò contro il corpo del ragazzo accettando ben volentieri il suo invito. Posò il viso contro il suo petto, mentre la sua coda lasciò libero il bacino dell'uomo per cercare la sua coda a cui la intrecciò. Un gesto molto intimo per un drago ma che lasciava intendere che Raltias si sentiva totalmente a suo agio con lui.
    E' stato bellissimo anche per me. fece sorridendo felice. Solitamente Raltias era un drago molto più attivo sessualmente, ma per lei era stata una giornata molto pesante senza contare che la sua ferita non era ancora guarita del tutto. In condizioni normali sicuramente avrebbe chiesto ancora "altri giri", ma si sentiva molto stanca. Forse quello non era il più morbido dei giacigli per Alexander, ma Raltias abituata a paglia e rocce non era poi così male. Si appisolò contro il corpo di Alexander, serena e appagata.
     
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    Per Alexander quello che accadde dopo quel frenetico, focoso e passionale amplesso fu una sorta di ciliegina sulla torta, una sorta di firma a completare un quadro già perfetto.
    Sentì la coda di Raltias lasciare la presa dal suo torace e rilassarsi, appagata quanto lui, dall'orgasmo per poi stringersi alla sua, intrecciandosi in un gesto allo stesso tempo dolce e intimo, sentì le scaglie della viverna contro le sue e, quasi in maniera automatica, senza pensarci, rispose facendo si che la sua coda si intrecciasse con quella di lei mentre un sorriso beato e appagato apparve sul suo volto.
    Il drago nero era talmente coinvolto e appagato che, per una volta, non badò al fatto di essere sdraiato sul pavimento di una casa e non su un morbido giaciglio magari adornato da lenzuola di seta candide ma ora il pavimento della villa di Sarsha era l'unico posto dove avrebbe voluto essere, forse perchè era con Raltias.
    Grazie Raltias, per avermi aperto gli occhi e per avermi fatto assaporare tutto questo,
    Le sussurrò mentre delicatamente le accarezzava la testa in un gesto tenero e protettivo mentre chiudeva gli occhi godendosi il calore del corpo della viverna contro il proprio realizzando in quel momento quanto quella sensazione gli piacesse, quanto con una dragonessa al suo fianco si sentisse appagato, solo altre due volte si era sentito così legato a qualcuno e per un istante pensò a chi gli aveva fatto muovere i primi passi sul sentiero, la ragazza a cui aveva donato una sua scaglia, era merito anche suo se aveva incontrato Raltias, quel ricordo lo colpì quando realizzò che probabilmente lei di lui ora non ricordava più nulla ma un giorno averebbe voluto rivederla, di questo era certo.
    Si accorse che Raltias dormiva serena contro di lui, rimase immobile godendo ancora del contatto intimo con lei attendendo che fosse addormentata per poi sgattaiolare furtivo a procurarsi della carne di cinghiale per fare una sorpresa a Raltias quando si sarebbe svegliata, avrebbe attinto dalla dispensa di Sarsha ma era certo lei avrebbe capito, in caso contrario già lo odiava e quindi non avrebbe rovinato nulla.
     
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