Livelong cafè

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    Raltias si voltò verso Alexander quando lui le fece presente che il suo amico non lo guardava amichevolmente. Sollevò lo sguardo incuriosita e vide che il drago di guardia smise di tenere il broncio e le sorrise affabile salutandola da lontano.
    Uh? Dici Gilga? Naaa è un pezzo di pane. affermò non riuscendo a capire per nessun motivo che in realtà Gilga avrebbe volentieri staccato la testa di Alexander se osava farla piangere. Sul momento però c'erano cose più importanti a cui pensare come per esempio rabbonire Sarsha che colse di sorpresa Raltias quando si riferì ad Alexander con l'epiteto di "idiota" Raltias guardò prima uno e poi l'altro.
    Vi conoscete? fece incuriosita. Sarsha incrociò le braccia al petto guardando dall'alto in basso il ragazzo, sbuffò dalle narici aria calda.
    Sì ci siamo scontrati una volta pensando che la parola di un drago potesse contenere menzogne. Mentre quella degli umani meritevoli di attenzion. affermò Sarsha severa. Ricordava ancora bene i discorsi di quel ragazzo che difendeva gli umani.
    Ma mi ha aiutata, se non fosse stato per lui mi avrebbero catturata e avrebbero preso anche l'uovo. fece subito Raltias cercando di difendere il suo nuovo amico. Sarsha da canto suo contiunò a guardarlo diffidente ed anche un pizzico schifata. Uno che difendeva in quel modo gli umani non credendole non meritava il suo rispetto. Cercò di non guardarlo più e passò l'uovo al barista del locale che si preoccupò di portarlo al sicuro sparendo dietro le porte di servizio.
    Gli concedo un drink come ringraziamento. affermò Sarsha per poi attendere che tornasse il barista e preparasse loro tre bicchieri, anche quelli più capienti del normale. Il barista tirò fuori una bottiglia con una etichetta particolare su cui c'era scritto "Respiro di Kaiju". Quando versò il liquido nei bicchieri da esso sembrava prodursi del leggero fumo, simile a quello che emette il ghiaccio secco, ma meno evidente di esso. Sarsha afferrò il suo bicchiere e passò il secondo a Raltias che guardò diffidente il drink. Il drago rosso ghignò malefica e guardo Alexander con aria di sfida.
    Se riesci a bere tutto quel bicchiere potrò concederti la possibilità di redimerti. affermò aspettando che fosse prima Alexander a bere il drink. Il nome di quella bevanda non era a caso e la quantità nel bicchiere era davvero abbondante. Mentre lo beveva si sarebbe accorto di non aver mai bevuto niente di simile in vita sua. Quell'alcoolico batteva qualsiasi tipo di drink alcoolico. Un umano avrebbe avuto la bocca in fiamme, e sarebbe crollato subito a terra come se fosse ubriaco marcio dopo una sola sorsata. Raltias conosceva il drink e non lo apprezzava molto, ed infatti dopo averlo bevuto la prima volta si era divertita un mondo con Gilga facendogli capire quanto fossero belle le draghesse della valle.
     
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    Alexander rimase leggermente stupito al sentire un pezzo di pane il truce guardiano alla porta del pub, il giovane drago lo avrebbe definito in mille modi ma “pezzo di pane” non era nemmeno tra i primi mille eppure la sua giovane e focosa compagna di avventure sembrava a suo agio come se si trovasse tra amici e la cosa contagiò anche lui, dopotutto non lo avrebbero fatto a pezzi, di questo era decisamente sicuro.
    Le sue certezze vacillarono quando vide a chi Raltias consegnava l’uovo, avrebbe riconosciuto il fisico statuario della dragonessa rossa ovunque dato che lo aveva visto parecchie volte anche nei suoi incubi mentre riviveva, notte dopo notte, il momento in cui aveva rischiato di morire per mano di quella dragonessa rossa, Sarsha, quel nome gli faceva ancora venire un brivido lungo la colonna vertebrale, giù fino alla coda; e ora lei era li e, colmo della sfortuna, lo aveva appena riconosciuto spiegando in maniera rapida, schietta e tagliente i motivi della loro precedente contesa.
    Alla luce di quanto aveva scoperto e di quanto aveva vissuto Alexander si sentì coperto di vergogna, dopotutto Sarsha aveva ragione e lui era dalla parte del torto, nonostante il suo ego e la sua alta considerazione di se in quella situazione era in torto, inequivocabilmente ed irrimediabilmente in torto.

    Io, beh, credo di dovere delle scuse, non credevo possibile che potesse accadere qualcosa di così folle e crudele

    Si scusò leggermente in imbarazzo, non era avvezzo a scusarsi od ammettere di avere torto, e quando capitava la cosa lo umiliava profondamente così il suo tono apparì incerto e privo della solita calma sicurezza di se.
    Forse però la dragonessa percepì le sue scuse come sincere o forse l’intercessione di Raltias era riuscita a convincerla, qualunque cosa fosse lei si limitò ad alzarsi e, con aria di superiorità, a congedarsi senza colpirlo o insultarlo anzi dopo essersi fermata, come se fosse stata colpita da una brillante idea gli offrì da bere, una sorta di Rito di iniziazione come quelli che aveva fatto ai tempi della scuola quando alla Sapienza aveva dovuto fare alcune prove, bizzarre e leggermente umilianti, al fine di entrare in una confraternita studentesca.
    Il suo primo pensiero fu quello di rifiutarsi, erano tutti draghi adulti, non ragazzini desiderosi di fare gli spacconi ma poi pensò che bevendo un bicchiere di liquore avrebbe sotterrato l’ascia di guerra con la combattiva e orgogliosa dragonessa, dopotutto non gli era stato chiesto di baciare una pecora o cose del genere.

    Non rifiuto mai da bere, specie se mi viene offerto così cortesemente

    Disse avvicinandosi al bancone dove osservò il barista riempire un bicchiere di dimensioni decisamente spropositate, simile a una piccola coppa per la frutta di un liquido preso da una bottiglia con l’etichetta che recitava Respiro di Kaiju e ne versò due bicchieri, non era tanto il nome o la quantità di liquido quanto il fumo che si levava da quello, gli ricordò per istante i composti chimici dei vecchi film dell’orrore o l’azoto liquido.

    Un Rhum riserva come quelli che ho nel mio mobile bar in biblioteca no ?

    Pensò mentre vedeva che Sarsha porgeva il secondo bicchiere a Raltias, quel gesto lo rassicurò: le due sembravano amiche e la dragonessa rossa non sembrava tipo da avvelenare una amica così dopo aver preso il bicchiere e fatto un leggero gesto simile a quello dei brindisi ufficiali alle cene di gala, con un gesto rapido e sicuro se lo portò alle labbra e ingollò tutto il contenuto come con gli shottini ai tempi dei suoi studi.
    Quasi subito capì che non aveva fatto una scelta saggia, appena il liquido tocco la sua lingua gli sembrò di aver bevuto carburante per aerei, non era nemmeno certo del gusto tanto quella cosa bruciava, e mentre scendeva verso il suo stomaco la situazione non migliorò per nulla, gli sembrava di aver bevuto lava fusa, calda ed anche alcolica.
    La testa gli girò violentemente mentre si appoggiava al bancone aspettando che il capogiro passasse.

    Quella cosa è .... dannatamente

    Cercava di trovare le parole mentre una sensazione di piacevole ebbrezza alcolica lo pervadeva e accompagnava il bruciore

    sembra benzina, prima o poi ammazzerete qualcuno con un bicchiere del genere

    Disse ridacchiando compiaciuto di quella battuta che, dato il suo stato leggermente brillo dovuto alla quantità di alcol contenuta nella coppa che aveva bevuto, gli sembrava la migliore del mondo

    Non, non berlo tutto d’un fiato Raltias o starai male, già oggi ti hanno ferita, non voglio ti capiti qualcosa di male

    Disse forse esponendosi troppo con la loquacità tipica di chi aveva alzato un po’ troppo il gomito e forse il suo stato avrebbe avuto l’effetto opposto di quanto sperato, avrebbe potuto irritare Sarsha e rimediare un altra “graziosa” cicatrice
     
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    Il fatto che quel drago si fosse deciso a chiedere scusa per non averle creduto fece abbassare un poco il senso di rifiuto che sentiva Sarsha nei suoi confronti. Se aveva capito forse allora poteva dargli la possibilità di redimersi, anche se non aveva gradito molto il suo modo di fare. Kain si era allarmato subito sentendo parlare di uova e ladri, mentre lui aveva dato per scontato che la pazza fosse lei. Quella volta non si era nemmeno posto delle domande, non le aveva chiesto niente, si era limitato a difendere gli umani. Questa volta però si era ripresentato dopo che aveva aiutato Raltias, forse non era un caso perso come pensava Sarsha. Raltias invece aveva una buona impressione di Alexander, si era mostrato coraggioso e forte. Raltias non bevve il suo drink ne sorseggiò solo qualche goccia prendendola con molta calma. Sarsha attese di vedere se il ragazzo invece avesse iniziato a bere e solo dopo averlo visto che trangugiava il liquido avrebbe bevuto anche lei. Quando finì il suo bicchiere e vide che il ragazzo finì il suo le scappò una risata divertita mentre poggiava con un tonfo il bicchiere vuoto sul bancone. Ovviamente la bocca bruciava anche a lei e l'alcool le diede un poco alla testa rendendo un poco brilla. Non tanto da straparlare o far strascinare la voce ma i suoi occhi lucidi lasciavano intendere che non era passata indenne da quella bevanda micidiale. Diede una pacca sonora sulla spalla di Alexander esclamando un "ah-ha" divertito, forse un po troppo forte come pacca ma uno robusto come Alexander poteva sopportare.
    Lo sapevo! Sei un damerino cresciuto nella bambagia! Ecco perché difendevi gli umani ci sei cresciuto fra di loro non è così? fece ghignando poi divertita. Intanto Raltias notò che Sarsha aveva finito tutto il suo bicchiere e si sentì una debole per non aver voluto finire il drink a sua volta, e con uno sguardo agguerrito stava per prepararsi a svuotare quel drink a più sorsate ma la raccomandazione di Alexander la fece desistere. Anche Sarsha si voltò verso Raltias preoccupata.
    Oh cazzo! Ti hanno ferita? Perché non me lo hai detto? fece Sarsha scendendo dallo sgabello, barcollando un pochino per via dell'alcool che le aveva un poco intorpidito i sensi. La afferrò con entrambe le mani attorno alle braccia cercando con gli occhi la ferita, e non vedendola subito iniziò ad annusarla senza tanti complimenti. Raltias ridacchiò divertita.
    Sto bene, non è niente di grave per fortuna. Le mie scaglie hanno fermato l'emorragia e si sta già rimarginando. affermò ma mentre Sarsha la annusava si accorse di un odore molto particolare.
    Ehi ma che?! la annusò di nuovo e si girò lentamente con il volto verso Alexander, ma più si girava più il suo sguardo sembrava diventare cupo e accusatorio. Un chiaro istinto omicida trasudava dalle scaglie di Sarsha. Stava per scattare, con una voglia immensa di dargli un pugno in faccia. Come osava quel bastardo scoparsi la sua piccola Raltias pure mentre era ferita? Il barman un essere molto robusto e dalla faccia amichevole con un sorriso fermò il braccio di Sarsha prima che potesse scaraventarsi contro Alexander. Il barman sembrò dirle qualcosa a bassa voce, e lei sbuffò spazientita, poi emise un lamento infastidito divincolandosi dal barman che tornò a pulire i bicchieri.
    Che palle Raltias, come fa a piacerti un idiota come lui?
    Non è un idiota! sbottò Raltias per difenderlo. Sarsha la guardò stupita poi fece un cenno con la mano come a voler dire che non le importava più.
     
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    Mentre il terribile liquore gli regalava una piacevole sensazione di euforia alcolica decise di non raccogliere la provocazione della dragonessa rossa, probabilmente moriva dalla voglia di reagire a una rissa con lui per togliersi lo sfizio di dargli un’altra lezione, anche se il tono di lei e la pacca sulla spalla potevano far intendere che stava solo prendendolo in giro senza intenzioni troppo cattive.

    Ne ho frequentati parecchi, molti di loro non sono male, qualcuno è anche speciale; certo quelli che ci hanno sparato sono delle bestie e vanno abbattuti

    Le ultime parole le sottolineò alzando il tono e sbattendo il grosso bicchiere sul tavolo mostrando un impeto di rabbia rinnovato dall’effetto dell’alcol.
    Un attimo dopo si accorse che l’atmosfera si era fatta più pesante, le sue parole sul fatto che Raltias fosse stata ferita scatenarono una sorta di istinto protettivo nella dragonessa rossa che, inspiegabilemente, sembrò prendersela con Alexander; le cose peggiorarono l’istante dopo quando Sarsha annusò la viverna; quel comportamento poteva risultare inspiegabile per un profano ma per un drago era lampante, Raltias aveva addosso l’odore di Alexander ed i feromoni che indicavano inequivocabilmente che i due avevano consumato: la cosa inspiegabilmente sembrò irritarla oltremodo e se non fosse stato per il gigantesco barista probabilmente Sarsha si sarebbe scagliata contro di lui invece si limito a dargli dell’idiota e liquidando quella conversazione con un gesto di superiorità e noncuranza della mano.

    Grazie Raltias, ma non devi esporti per me, Sarsha non mi sopporta e non credo cambierà idea

    Le disse rivolgendole un sorriso aperto e sincero

    Piuttosto sei sicura che non abbia bisogno di farti vedere, ti hanno ferita e non si scherza con le armi degli umani, sembrano cose banali ma possono fare molti danni

    Conitnuò sinceramente preoccupato quando, apparentemente senza accorgersene le sfiorò una la mano con la propria, non era certo del perchè di quel gesto se fosse solo di protezione e preoccupazione oppure se davvero fosse attratto dalla giovane e sinuosa dragonica.

    Forse è meglio se ordiniamo qualcosa di più leggero per te, questa cosa potrebbe stendere un Tiranide

    Fece poi vagare lo sguardo alle spalle del barista cercando di individuare qualcosa da bere per Raltias che evitasse di farla star male anche dopo gli choc subiti nella giornata

    Purtroppo siamo un po’ lontani da casa mia e non vorrei farti affaticare con un altro volo altrimenti beh ho delle ottime bottiglie, vino, champagne, liquori; pressochè qualsiasi cosa

    Sorrise di nuovo alla Viverna, lasciando intendere che l’invito a raggiungerlo a casa sua, per un drink o per vedere lo Sky Line di Roma o per qualsiasi altra cosa, era valido anche non in quel momento.
     
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    Il fatto che Raltias difese Alexander un poco stupì Sarsha, evidentemente quel damerino doveva aver fatto qualcosa che aveva colpito Raltias. Ecco perché aveva lasciato perdere la voglia di spaccare la faccia a quel ragazzo. Oltretutto almeno sembrava che anche lui sapesse che c'erano molti umani che non meritavano di vivere. Punto di merito per lui, Sarsha in realtà non lo odiava, dopotutto era scontrosa e antipatica con tutti all'inizio, bisognava solo saperla pigliare e fino a quel momento sembrava che solo Bolshak ne fosse capace, ed un poco anche Shagaru sebbene con lui ci aveva litigato più spesso. Alexander intanto si preoccupò per Raltias dicendole che non serviva difenderlo. Raltias lo guardò un pochino dispiaciuta dato che non le piaceva quando i suoi simili litigavano fra loro, tuttavia sapeva che Sarsha non odiava il suo amico, per quel motivo sorrise di rimando al ragazzo portandogli una mano sulla spalla.
    Fidati se Sarsha non ti sopportava ti avrebbe già affettato con i suoi artigli. Quando non sopporta qualcuno diventa fredda come il ghiaccio, credimi è più spaventosa quando non sopporta qualcuno. gli disse cercando di rassicurarlo, ma probabilmente avrebbe avuto l'effetto contrario. Intanto Raltias tornò a fissare il boccale di quella sostanza, e si sentì un pochino sfidata, Sarsha e Alexander lo avevano bevuto tutto, lei invece esitava. Cavolo si era fatta dare il permesso di uscire dalla valle non poteva mostrarsi debole e far pentire il leggendario di averle dato questa concessione. Ne bevve un'altro sorso e già sentiva l'alcool bruciarle nello stomaco, posò il bicchiere sul bacone decidendo di non finire la bibita, dopotutto se una pietanza non piace perché sforzarsi di consumarla? Alexander le sfiorò una mano mentre in apprensione le disse di non sottovalutare le sue ferite. Per Raltias quel gesto era del tutto normale, non ci avrebbe dato il minimo peso dato che era abituata ad approcci molto più bestiali per quanto riguardava la seduzione. Raltias non era un essere umano e con lei certe finezze erano sprecate perché non le capiva. Sarsha intanto subiva sempre di più l'effetto dell'alcool, facevala gradassa ma non era immune a quella sostanza, di fatti si ritrovò a scherzare con il barista, poi barcollò verso Raltias passando un braccio lungo le spalle della ragazza poggiandosi su di lei. Raltias non le diede il minimo peso, come se fosse abituata ad atteggiamenti del genere da parte di Sarsha, ma prestò attenzione all'invito di Alexander.
    Le bevande umane non mi piacciono, molte sono amare e bruciano nella gola. Non avresti un cinghiale? Oppure altra carne? fece Raltias innocentemente, scatendando però una risata profondamente divertita a Sarsha. Lei ovviamente aveva capito che Alexander avesse cercato di invitarla a casa sua, o di andare in giro per rimanere più intimi.
    Ehi Damerino... iniziò con la voce un pochino brilla, alzando il dito indice verso di lui.
    Raltias è della valle, non conosce le usanze umane. Se vuoi corteggiarla fallo come farebbe un vero drago. Ma te lo sconsiglio... non riusciresti a reggere il suo ritmo, lei era una allevatrice, i damerini come te sono acqua fresca per lei. continuò per poi ridacchiare divertita. Raltias invece la guardò interrogativa, poi guardò Alexander con i suoi grandi occhioni cristallini.
    Uh? Vuoi accoppiarti con me? chiese la giovane, diretta senza tanti giri di parole, la sua domanda però fece scoppiare di nuovo Sarsha in una sonora risata, mentre si abbassava leggermente per reggersi la pancia con una mano, mentre l'altra continuava a stare sulle spalle di Raltias come se fosse una sua compare. Era evidente che Sarsha era sempre più ubriaca ed il nuovo bicchiere di alcool che le passò il barista non giovava al suo stato.
     
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    Il tentativo di rassicurarlo sulle intenzioni della dragonessa rossa da parte della giovane Viverna non sortirono esattamente l’effetto desiderato: anzichè sentirsi a suo agio, sicuro che Sarsha non avesse intenzione di fargli nuovamente del male Alexander si figurò cosa potesse fare la dragonessa se avesse avuto uno di quegli attacchi di gelida collera che Raltias stava così ben descrivendo.
    La Viverna sorseggiò ancora quel fortissimo liquore anche se non con la stessa noncuranza di Sarsha (o con la spavalderia e finta sicurezza di Alexander), non sembrava andare matta per la bevanda che infattì non finì allo stesso modo non sembrò cogliere la velata avance del drago nei suoi confronti, sembrò non comprende o ignorare volutamente l’invito a bere qualcosa da lui così come il primo delicato tentativo di contatto fisico; dopo quello che era successo sul tetto del grattacielo sembrava superfluo ma quello che era successo era dettato dalla necessità di rimuovere il proiettile nano tech dal corpo della giovane dragonica, certo il metodo era stato molto piacevole ma, come gli aveva insegnato suo padre, per certe cose il metodo umano era migliore.
    Dopotutto siamo Draghi non cani che si accoppiano così come animali
    La successiva affermazione di Raltias gli strappò un sorriso: solitamente le sue conquiste cercavano raffinati liquori o champagne mentre lei voleva del cinghiale, probabilmente lo avrebbe gradito crudo o meglio ancora vivo: l’idea di vedere Raltias felice di cacciare un cinghiale tra le stanze del suo grande attico lo fece sorride divertito

    Ma certo, credo di avere della cacciagione fresca: cinghiale, cervo, capriolo le migliori scelte

    Replicò con naturalezza come a dire che ogni suo desiderio sarebbe stato soddisfatto, forse Raltias era solo molto giovane e non aveva colto il suo tentativo di approccio, fu Sarsha a riportarlo con i piedi per terra: la sua battuta sul fatto che dovesse corteggiarla come un vero drago, mettendo in dubbio che lui non lo fosse, gli fece schioccare la coda stizzito, come a dire che lui era un vero drago e non un damerino come continuava a dire lei.

    Che c’è di male in un po’ di romanticismo ? Siamo draghi non Troll

    Bofonchiò pensando alle creature mitologiche di cui aveva letto in parecchi tomi antichi nella biblioteca di suo padre tempo addietro, il paragone con quelle creature rudi e rozze lo usava anche sua madre quando lui ed i suoi fratelli, da cuccioli, si azzuffavano o si tiravano il cibo a cena o, nella loro forma dragonica, giocavano con il cibo planando sulla tavola e afferrandolo dai vassoi da portata.
    Raltias gli si rivolse di nuovo con una domanda schietta e sincera quasi lo fece strozzare, apprezzava la sfrontatezza ma entro certi limiti, cercò di apparire impassibile, probabilmente ebbe successo solo perchè le sue scaglie nere non potevano arrossire.

    Sei una delle dragoniche più belle che abbia mai conosciuto Raltias, che ne dici se andiamo da qualche parte per stare un po’ più tranquilli ma solo se le ferite non ti danno fastidio

    Concluse con garbo ed una punta di preoccupazione per la condizione di Raltias; non era tipo da rispondere direttamente “si” od altre oscenità, forse dopotutto Sarsha aveva ragione, aver passato tanto tempo tra gli umani ricchi lo aveva reso un po’ simile a loro ma nella sua concezione un drago era un essere nobile non uno che dice “ti aprire in due come una mela” ad una giovane e formosa Viverna.

    Se non ti senti possiamo rivederci quando vorrai, se no potremmo trovare un bel posto: con una vista su tutta Roma

    Aggiunse pensando al terrazzo di casa sua, dove oltre ai comodi lettini imbottiti c’era anche una bellissima vasca Jacuzzi delle dimensioni adatte per i dragonici.
     
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    Gli occhi di Raltias si illuminarono quando Alexander le fece presente che aveva cacciagione fresca e succulenta a casa sua. Sentiva già l'acquolina in bocca al pensiero di poter azzannare della carne cotta di cinghiale. Sorrise estasiata e pensò di accettare l'invito se poteva offrirle della carne. Intanto però Sarsha e Alexander iniziarono a battibeccare. Lui disse che non c'era niente di male in un po di sano romanticismo e a quelle parole Sarsha arricciò il naso schifato.
    Tipo cioccolatini, fiori e parole smielate piene di menzogne? Bleah! commentò Sarsha portandosi il bicchiere di alcool alla bocca e sollevare la testa con tutto il bicchiere per berlo tutto in un fiato.
    Sono solo merdate a cui abboccano le ragazzine ingenue! fece forse con troppo impeto, lasciando quindi intendere benissimo a chi sapeva leggere fra le righe che anche lei aveva avuto esperienze del genere e che molto probabilmente la ragazzina ingenua era stata proprio lei.
    Non so cosa diamine siano i troll, ma bada a come parli damerino! Tu non hai la più pallida idea di cosa significhi essere un vero drago. affermò puntando di nuovo il dito contro Alexander ma iniziò a barcollare sul posto molto poco lucida, difatti dovette reprimere un rutto acido per impedirsi di farsi venire la nausea. Raltias la guardò allarmata, iniziando a capire che non era niente di buono. In realtà anche i draghi avevano un loro tipo di romanticismo, forse un po bestiale per quelli abituati agli esseri umani come Alexander, ma di sicuro si stava immaginando scenari molto diversi e fuori luogo. I draghi non ubriacavano con le parole, ma agivano, ma in effetti Sarsha non era l'esempio adatto da usare per definire il romanticisimo dragonico. Intanto Raltias guardò incuriosita Alexander mentre le faceva un complimento facendola arrossire lievemente, facendola ridacchiare un pochino in imbarazzo. A quella reazione Sarsha si allarmò vedendola chiaramente come la "ragazzina ingenua" a cui si riferiva prima. Non poteva permettere a quel damerino di ingannarla! Si convinse non si sa per quale motivo che Alexander avesse secondi fini con lei, oltre al sesso si intendeva.
    Grazie Alexander, anche tu sei particolare e affascinante. gli rispose facendo girare gli occhi verso l'alto a Sarsha che intanto tornò a gettare un braccio attorno alle spalle di Raltias, mettendo forse troppo peso dato che le aveva ceduto una gamba e stava per cadere se non fosse stato per la dragonica. Alcuni maschi del locale si girarono verso di lei, uno che sembrava un kaiju in particolare sembrò lanciare uno sguardo intrigato, probabilmente la stava adocchiando come una possibile preda. Se ne sarebbe accorto solo Alexander, Raltias non ci avrebbe proprio fatto caso. Sarsha era ubriaca ed anche se era un drago, e avrebbe potuto facilmente cavarsela con gli esseri umani anche da ubriaca, la stessa cosa non valeva per esseri più grossi e resistenti.
    In effetti qui la musica è assordante, e starcene per conto nostro non mi dispiacerebbe dopotutto non ho potuto godermi come si deve la tua mascolinità. affermò ridacchiando felice, tubando un pochino con lui. Sarsha sospirò di nuovo spazientita.
    Raltias vuoi davvero fare sesso con lui? Guardalo... dove sono i muscoli? affermò indicandolo con una mano. Raltias non sembrò preoccuparsene, e Sarsha di sicuro aveva avuto due amanti un po tanto prestanti rispetto a lui ma non poteva farci nulla, non si poteva competere con un Magala o con un Brachidyios.
    Se cerchi muscoli dolcezza che ne dici dei miei? si fece avanti il kaiju di prima che ghignava malizioso.Sarsha si voltò verso di lui e lo guardò sollevando un sopracciglio perplessa e un pochino intontita.
    Vieni ti offro da bere o qualsiasi altra cosa tu voglia. affermò passando un braccio dietro ai fianchi di Sarsha trascinandosela via verso il bancone del bar. Raltias li guardò sospettosa, aveva intuito che c'era qualcosa di strano ma non riusciva a capire cosa. Alexander che invece era abituato alla città e a cosa succedeva avrebbe invece potuto capire che Sarsha sarebbe finita vittima di quella montagna di muscoli se non interveniva in qualche modo.
    Ehi... biascicò Sarsha spingendo contro il braccio del tipo, notando quanto fosse gonfio il bicipite del tipo.
    Sembri Shagaru... biascicò ancora distraendosi. Il tipo portò una mano sul culo di Sarsha stringendoglielo con fare famelico. Sarsha sussultò lamentandosi ancora per la troppa confidenza che si stava prendendo quel tipo. Raltias li guardò portandosi una mano sotto al mento indecisa, cercava di capirci qualcosa, si voltò verso Alexander un pochino in apprensione.
    Ho una strana sensazione...
     
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    A sentire le nuove rimostranze di Sarsha sulla sua visione del corteggiamento romantico: buono solo per far abboccare le ragazzine ingenue, Alexander pensò che forse dietro tutta quel cinismo e amarezza forse c’era qualcosa di più di un semplice atteggiamento sprezzante, forse la dragonessa si riferiva a se stessa, forse qualcuno si era preso gioco di lei in passato anche se immaginare una come Sarsha ingenua e abbindolata gli riusciva difficile, seppur con diffidenza e con una punta di rancore dopo il loro precedente incontro, vedeva Sarsha come una dragonessa fiera e una vera combattente, una da non provare a raggirare.
    Mentre, seguendo quella che l’acol gli suggeriva essere una ottima idea, si preparava a rispondere per le rime con un commento caustico Raltias si intromise con parole dolci che catturarono del tutto l’attenzione del dragonico che posò i suoi occhi rossi su di lei, facendole capire che aveva tutta la sua attenzione.
    Certo, potremmo farci un piccolo voletto fino alla mia tana e potremo approfondire la nostra conoscenza magari davanti a un bel cinghiale alla brace che ne dici Ralti ti va?
    Decise, quasi inconsciamente di usare un diminutivo del nome della Viverna come a voler creare una maggiore intimità tra i due aggiungendo anche un sorriso e una strizzatina d’occhio, non c’era nulla che Sarsha potesse fare per rovinare la sua serata.
    La dragonessa iniziò di nuovo con la tiritera del Vero Drago ma prima che Alexander potesse rispondere un paio di montagne di muscoli, due Kaiju, raggiunsero il terzetto e, forse spinti dall’acol o dalle parole e atteggiamento sfacciato di Sarsha avevano trovato il coraggio di provare a farsi avanti, erano intenzionati a divertirsi con una dragonessa che era però troppo per loro, solo che non lo sapevano, ancora.
    Credo anche io, solo ora evitiamo che Sarsha sparga sangue e interiora di Kaiju per tutto il locale
    Mentre la cretura stringeva volgarmente una delle natiche della dragonessa rossa,Alexander rimase stupito dalla reazione di Sarsha, si aspettava di vederla girarsi e staccare la mano o l’intero braccio al Kaiju ed invece si limitò a dire qualcosa, forse sentì un nome, la dragonica era evidentemente troppo brilla per reagire e per quanto non la sopportasse per il regalino che gli solcava il petto di cui lei era l’unica responsabile non sopportava cose come gli stupri.
    Raggiunse con un movimento sinuoso anche se non così fluido come quando era perfettamente sobrio e strinse il polso del Kaiju in una morsa ferrea staccando la mano della creatura dalla natica della dragonessa rossa.
    Non ti conviene, fidati, se vuoi provarci con lei fallo ma così ti farai solo del male
    Il suo tono era calmo, basso, quasi formale mentre i suoi occhi si posavano su quelli del Kaiju e non si distoglievano da li, non voleva difendere Sarsha e voleva portare Raltias a vedere Roma dal suo attico quindi voleva sbrigare quella cosa il prima possibile.
    Ralti, arrivo subito, questione di un attimo
    Disse poi di nuovo sorridendo verso la giovane Viverna, sperava che quella discussione non degenerasse ma era abbastanza certo che quella sera almeno una bistecca la avrebbe dovuta usare su qualche livido, una scazzottata con un Kaiju non era una cosa da prendere alla leggera.
     
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    Raltias voleva sorridere al ragazzo e mostrarsi entusiasta, ma il tipo che si era portato via Sarsha la preoccupava un poco. Difatti si ritrovò a fissare la coda di Sarsha che si muoveva nervosamente, chiaro segno che non era a suo agio con quella mano enorme piazzata sul suo sedere. Si era distratta giusto un momento difatti, ricordandosi il suo amico ma sentendo le dita del Kaiju che palpavano la natica Sarsha si risvegliò un momento e iniziò a spintonarlo via emettendo un lamento infastidito.
    Ehi non toccarm il culo dannazione! Vuoi che ti.. stava per aggiungere "ti spacco la faccia" ma qualcosa nel suo stomaco gorgogliò, al punto che dovette portarsi una mano sulla bocca, facendo anche fraintendere il tipo che pensò che gli stesse dando il via libera a palparla ancora.
    Uhm... Sarsha non sembra contenta... guarda la sua coda e le sue ali... affermò Raltias, facendo notare ad Alexander che la coda si muoveva a piccoli scatti nervosi, ondeggiando per aria e sollevata dal terreno, mentre le ali sembravano pronte per spalancarsi da un momento all'altro, difatti non le teneva del tutto chiuse. I tipici segnali del corpo che facevano intendere che era pronta a battersi. Anche Alexander sembrò capire che le cose potevano precipitare, sopratutto con un drago ubriaco, e Raltias non fece nulla quando andò in soccorso di Sarsha. Il Kaiju si voltò verso Alexander fulminandolo con uno sguardo carico di disprezzo e d'ira. Il tipico sguardo di un predatore che non voleva lasciar perdere la propria preda. Uno sguardo che mise in allerta Raltias e si avvicinò con cautela.
    Che cazzo vuoi tu? Non hai sentito prima che diceva? Non sei alla sua altezza, smamma o quello che si farà male sarai tu. il tipo stava già preparando un gancio per iniziare una rissa, lasciò la presa sul culo di Sarsha e strinse le dita facendo scricchiolare i muscoli delle dita. Sarsha intanto cercò di recuperare lo strano malessere che stava vivendo. E quando vide Alexander farsi avanti per difenderla lo guardò severa.
    Damerino me la cavo da sol.. nghh da sola... non mi serve il tuo... il tuo... sarebbe stato davvero difficile notare un drago rosso dalla pelle bruna sbiancare, ma era ciò che i due uomini videro: Sarsha che divenne improvvisamente pallida ed infine un rigurgito forse anche un po troppo abbondante si riversò sul Kaiju. Sarsha gli imbrattò la zona del petto e del ventre. L'essere rimase un attimo paralizzato da ciò che era successo: Sarsha gli aveva appena vomitato addosso, e i vestiti iniziarono a fumare consumandosi per la bile molto acida. Dopotutto i draghi digerivano roba tosta, e i vestiti iniziarono a squagliarsi inorridendo il barista dietro al bancone che stava assistendo alla scena. Sarsha barcollò all'indietro, le girava la testa e Raltias andò subito in suo soccorso, portandosi un braccio attorno alle spalle mentre l'altro braccio andò ad afferrarla attorno al giro vita. Raltias guardò arrabbiata il Kaiju fulminandolo con uno sguardo carico di sdegno.
    E' da vili cercare di accoppiarsi con qualcuno che non sta bene. Vedi di andartene o ti stacco ad una ad una tutte le scaglie del tuo corpo. fece furiosa per poi ruggirgli contro facendogli sentire il suono di un drago selvatico. Un ruggito potente che si sentì in tutto il locale anche con la musica alta, e che riuscì a mettere al suo posto il maschio. Il kaiju inizialmente sembrò voler recuperare il suo onore, ma il vomito addosso lo scoraggiò e si tolse ciò che rimaneva della sua maglia gettandola ai loro piedi.
    Ho capito dolcezza, la prossima volta mi accoppierà con te e con la tua amica insieme... in modo onorevole e vedrai che non potrai più fare a meno di me.le disse per poi allontanarsi mentre ghignava malefico. Intanto Sarsha guardò stupita Raltias e la abbracciò sempre più ubriaca, iniziò perfino a ridacchiare.
    Raltias sei così cariiiinaaaa. fece per poi riempirla di bacetti sulla guancia. Raltias girò gli occhi verso l'alto sfinita e iniziò a trascinarsela via da quel locale.
    Ti porto a casa, in questo stato non puoi stare qui a fare la capopattuglia ti pare? le disse cercando di rimanere seria cercando di ignorare la puzza di alcool che emanava il fiato di Sarsha. Guardò poi verso Alexander facendo spallucce.
    Devo occuparmi di lei prima, non voglio che qualcun'altro la seduce quando non è in sé. Non me lo avrebbe mai perdonato se la lasciassi in balia di questi tizi. affermò iniziando ad incamminarsi con Sarsha verso l'uscita. Il drago rosso però non sembrava aver smesso di voler scherzare.
    Hu hu hu, allora che fai mi porti a casa e poi mi seduci? Vuoi fare sesso con me come fanno le umane? Sai non ho mai provato con un'altra femmina. fece biascicando le parole e ridacchiando ancora mentre Raltias sbuffava. Non le piaceva vedere i suoi simili ubriachi, sembravano deboli. Sarsha tuttavia rispetto a Raltias era molto più imponente sia in altezza che in stazza, faceva molta fatica a portarla fuori, ma non avrebbe chiesto aiuto ad Alexander più per distrazione che per orgoglio.
     
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    Il Kaiju rispose indispettito, non tollerava l’intromissione di Alexander, e non fece nulla per nasconderlo; smise di palpare il sedere si Sarsha per concentrarsi sull’altro drago pronto a colpirlo con un gancio, probabilmente se lo avesse fatto l’impatto contro le scaglie rinforzate, dure come metallo, del drago gli avrebbe fatto parecchio male, anche fratturato un paio di dita se non avesse portato il pugno serrandolo in maniera corretta.
    Il suo atteggiarsi a spaccone non impressionò particolarmetne Alexander che sapeva benissimo che le dimensioni non contavano, almeno non quelle dei muscoli ipertrofici del Kaiju.
    Lo scontro non avvenne mai perchè dopo una serie di proteste biascicate, con voce incerta e tremante, da parte di Sarsha che sembrava non aver gradito l’idea di Alexander di intromettersi per evitare che la creatura continuasse a scambiare le natiche della dragonessa per uno scarica stress da palpare e stringere; la dragonessa rossa si girò e vomitò sul suo “pretendete”, i draghi erano carnivori e spesso mangiavano carne cruda e di conseguenza i loro succhi gastrici erano molto simili ai più potenti acidi usati dagli umani, gli abiti dei Kaiju come previsto si squagliarono come reazione a quel potente acido e lo spavaldo pretendente si ritirò non prima di aver asserito che si sarebbe accoppiato sia con Raltias che con Sarsha
    Guarda che non basta solo parlare
    Commentò sottovoce scoccando un’ultima occhiata al Kaiju che si allontanava coperto solo da pochi brandelli di stoffa lisa, consunta e fumante per l’acido che aveva addosso la giovane viverna si era apprestata ad aiutare la sua amica, seppur a fatica la sorreggeva mentre quella, per effetto dell’acol le dava dei piccoli bacini anche se era palese che non fosse minimamente lucida, si strusciava con ingenuità lasciva contro la giovane viverna che si era proposta di portarla a casa sua e lei continuava con un maldestro quanto divertente tentativo di approccio.
    Hai perfettamente ragione
    Disse a Raltias mentre si insinuava sotto una delle ascelle della dragonessa rossa aiutando la viverna a sorreggerla, Sarsha era una dragonessa adulta e muscolosa e Raltias avrebbe fatto una grossa fatica a trasportarla
    Non possiamo lasciarla qui potrebbe farsi del male, potrebbero farle del male ma sopratutto potrebbe far del male a qualcun altro
    Disse cercando di ironizzare e ricordando che Sarsha era dannatamente abile in combattimento e altrettanto pericolosa per chiunque non disponesse almeno di un carro armato dietro al quale ripararsi.
    Dobbiamo portarla in un posto tranquillo dove possa riposare e farsi passare la sbronza, direi casa sua se non è troppo lontana, o alla peggio la mia ma non vorrei mi vomitasse sui divani, sono in pelle e molto delicati
    Ricordò più a se stesso che alla viverna, prima di aprire le ali e di sgranchirle, pronto ad un volo nel quale avrebbe sorretto il corpo della dragonessa ubriaca
    Sei davvero altruista Ralti, ora dimmi dove dobbiamo andare, non mi va di chiamare un taxi: non voglio che nessuno veda un drago così, non è decoroso, Lady Sarsha tra poco la mettiamo a letto a riposare
    La rassicurò che sarebbe stato un volo corto, e anche lui se lo augurava.
     
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    Raltias sapeva quanto potessero essere pericolosi i Kaiju, quindi vedere Alexander che fronteggiava a testa alta uno di loro interessò particolarmente la dragonica che le fece capire quanto fosse coraggioso il suo nuovo amico. In qualche modo vederlo così sicuro di sé rese Raltias ancora più affascinata dal ragazzo. Difatti non si stupì quando lui si fece poi avanti per aiutarla a portare via Sarsha. Inizialmente il drago rosso fece resistenza, non voleva farsi toccare da Alexander ma Raltias le fece un curiosissimo verso materno che la aiutò a rilassarsi, e lo lasciò fare non ribellandosi più. Sembrava che Raltias e Sarsha usassero anche la loro parte più selvatica per comunicare, e chissà magari un giorno anche Alexander avrebbe potuto capire il loro linguaggio così particolare. Mentre avanzavano Sarsha ogni tanto guardava verso Alexander, poi guardava in avanti camminando con le gambe pesanti, le ali richiuse dietro le spalle.
    Sei uno stronzo sai? Mi ha fatto molto male vedere un mio simile che mi reputava una bugiarda. Sei l'unico drago a non avermi creduto.... è perché sono brutta? chiese con la voce che biascicava pesantemente. In condizioni normali probabilmente non gli avrebbe mai e poi mai detto una cosa del genere.
    Se fosse stata Raltias al mio posto probabilmente le avresti creduto subito, non è così? Perché lei è bella, è carina... allora meritava attenzioni. Tsè... i maschi sono uguali di qualsiasi razza... Raltias strabuzzò gli occhi sorpresa, osservò il seno abbondante di Sarsha, i suoi capelli rosso fuoco, le sue cosce muscolose, il ventre piatto, le labbra carnose ed invitanti.
    Ma cosa dici Lady Sarsha? Tu non sei brutta, ma come ti viene in mente? Raltias aveva imparato una parola nuova da Alexander e la usò a sua volta poiché le piaceva come suonava per la sua amica, le dava quel senso di rispetto che in parole umane sembravano calzarle a pennello. Sarsha iniziò a ridacchiare divertita ma sempre ubriaca...
    Se lo dici anche tu allora forse dovrei iniziare a crederci... ugh... aspettate... si tolse dalle braccia dei due ragazzi per voltarsi e regurgitare di nuovo sull'asfalto. Dopo aver vomiato ancora Sarsha si sentì improvvisamente molto più debole, al punto che stava per cadere a terra e se non fosse stato per Raltias e per Alexander sarebbe sicuramente caduta. Sarsha si abbandonò su di loro e si lasciò trascinare via, poi però iniziò a piangere senza un motivo apparente.
    Io... non ho mai avuto niente. Anche quando credevo di avere una famiglia si era rivelata solo una menzogna. Poi siete arrivati voi dei Theryannan... Bolshak, Shagaru... e adesso anche tu. Mi confondete le idee. Mi fate sentire come se facessi parte di qualcosa che mi appartiene... io... io non mi sono mai sentita così prima d'ora. Ho capito che... che... vi voglio bene. strinse forte Raltias a sé crollando con le ginocchia a terra frignando ancora. La povera Raltias cercò di farla calmare. Iniziò a fare dei versi particolari, delle sorta di fusa gutturali molto bestiali che avrebbero rilassato Sarsha e perfino Alexander. Era un suono molto rassicurante che emettevano le madri quando si occupavano dei cuccioli. Un suono che probabilmente Alexander crescendo aveva dimenticato ma che sicuramente gli sarebbe sembrato famigliare. Sarsha sembrò calmarsi, fin troppo dato che si addormentò praticamente addosso a Raltias. La piccola strinse Sarsha a sé ed iniziò a sorridere dolcemente carezzandole i capelli con fare materno. Poco dopo sollevò lo sguardo verso Alexander.
    Ti devo chiedere una cosa Alexander. Non dire a nessuno che Lady Sarsha si è ridotta in questo stato. Anche se a lei non importa, sta lottando con tutta se stessa per diventare un membro importante del mio clan. Non disonorare la mia amica raccontando di stasera va bene? attese la risposta di Alexander, poi si fece aiutare a trasportare via Sarsha andando verso la villa del drago rosso. Era una villa lussuosa, probabilmente Alexander avrebbe faticato a credere che una tipa così diretta potesse essere ricca. Dopotutto Sarsha andava in giro sempre senza abiti quindi non poteva sfoggiare la sua richezza tramite essi. La villa era a due piani, e aveva anche una piscina, un giardino immenso poco curato. L'intenro della casa era arredata ma si notava che era tipicamente umana. C'erano molti mobili con dei graffi, e curiosamente dei segni su un angolo del tetto. Proprio lì dove aveva "lottato" con Shagaru. Posarono Sarsha sul suo enorme letto a 3 piazze e Raltias si ritirò verso il salotto adiacente, invitando Alexander a fare silenzio. Arrivata in salotto Raltias si gettò a terra sdraiandosi e sospirando come se avesse fatto una grande fatica. Fu curioso che avesse scelto il tappeto della stanza su cui riposarsi piuttosto che il divano. Ma dopotutto lei non si era ancora abituata a tutte le stranezze umane.
    Ti ringrazio, non pensavo che Sarsha pesasse così tanto. affermò per poi ridacchiare divertita.
     
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    Nonappena misero piede fuori dal pub sorreggendo la dragonessa rossa quest’utlima con la sincerità tipica degli ubriachi rinfacciò nuovamente al drago nero di non averle creduto nel loro primo incontro, allora ad Alexander tutta quella storia appariva come un gigantesco, folle incubo partorito dalla mente di una dragonica paranoica o peggio ancora del tutto folle ma ora, dopo la sparatoria e la fuga sui tetti non gli appariva più così folle, anzi si sentiva stupido: aveva sempre considerato gli umani come creature da difendere e guidare ma ora quegli stessi umani, una parte di loro almeno, aveva attaccato deliberatamente la sua razza nel suo punto più debole, le uova.
    Hai ragione
    Ammise ingoiando una enorme dose di orgoglio, gli costava ammettere a Sarsha di essersi sbagliato a non credergli, ma il suo orgoglio era superato solo dal suo senso di giustizia e sapeva di essere nel torto
    Sono stato uno stronzo io,
    Sarsha vaneggiando per il liquore sostenne che non le aveva creduto perchè fosse brutta, quell’affermazione gli bloccò la lingua, dopotutto non le aveva creduto non per il suo aspetto ma per l’apparente assurdità della sua storia, fortunatamente Raltias intervenne, calmando e rassicurando Sarsha sul suo aspetto, il drago nero rimase stranito che una dragonessa con un fisico giunonico e così sicura di se si sentisse brutta, probabilmente aveva conquistato più draghi di quanti Alexander avesse mai fatto conoscenza.
    Rimase in un silenzio totale mentre Sarsha si sfogava, Alexander capì in quel momento l’origine di quella rabbia che la aveva resa una combattente così abile e spietata, non solo sembrava che il clan di Raltias combattesse contro gli umani che attaccavano i draghi e che anche Sarsha si fosse unita alla causa, in quel momento aveva mille domande in testa ma non gli parve opportuno fare domande in quel momento.
    Raltias emise un suono basso che Alexander non aveva mai udito, o meglio che non ricordava di aver mai udito, ma che ebbe un immediato effetto su di lui: era una sensazione strana, rassicurante come essere cullati dalla propria madre, quel suono gli era entrato nel cervello calmando ogni ansia e paura come essere avvolti in una calda coperta e per un lungo istante si lasciò cullare da quel suono, Raltias era una fonte continua di sorprese per lui e ad ogni nuova scoperta il suo interesse per lei cresceva.
    Il "canto" di Raltias ebbe lo stesso effetto su Sarsha ma la dragonessa rossa, forse perchè ubriaca, si lascio andare del tutto fino ad addormentarsi contro la spalla della Viverna, ad Alexander in quel momento apparve tutt'altro che la temibile e brutale combattetene che lo aveva quasi ammazzato, dopo quel monologo biascicato e ora che la vedeva così vulnerabile non riusciva più a provare odio per lei.
    Non preoccuparti Ralti, nessuno saprà di quello che è successo, non sono tipo da voler umiliare nessuno e poi Sarsha mi ammazzerebbe se lo sapesse
    Disse con una battuta finale cercando di stemperare la tensione e di far tornare il sorriso sul viso della giovane viverna che si era preoccupata così tanto di preservare l'onore della sua amica, era curioso come Raltias palesemente più giovane si comportasse da madre per Sarsha forse, si disse, aveva a che fare con un'altra gerarchia non basata sull'età ma sulla posizione un po' come i gradi nell'esercito o all'interno del clan dragonico che Sarsha aveva menzionato poco prima di addormentarsi ubriaca ed esausta; si ripromise di chiederglielo una volta che fossero stati soli e più tranquilli.
    Aiutò Raltias a portare la dragonessa ormai addormentata e pacifica verso casa sua, durante tutto il tragitto non parlò molto intento com'era a cercare di ordinare i pensieri e provando a rispondere alle mille domande che gli affollavano la mente sopratutto su cosa fosse il clan Theryannan ma arrivò alla conclusione che avrebbe dovuto chiedere a Raltias, interrogare Sarsha era troppo rischioso per i suoi gusti.
    Si era immaginato che Sarsha abitasse in una specie di caserma dove non c'era traccia di lusso ma solo solido acciaio, ordine e pulizia quasi militare invece rimase stupito dalla sontuosa villa dove portarono la dragonessa, era il tipo di casa che avrebbe acquistato ma una volta all'interno potè notare che l'arredamento per quanto costoso e di buon gusto sembrava essere stato rovinato da quelli che parevano morsi e unghiate
    Cosa diamine è successo qui? Ladri? o forse ...
    Pensò, assistendo a quella scena immaginò che qualcuno fosse entrato in casa cercando la dragonessa ed i suoi alleati e forse era ancora li in attesa. Alexander iniziò a guardare ovunque con gli occhi che dardeggiavano da destra a sinistra in cerca di minacce, decise di non dire nulla a Raltias per non farla preoccupare e per non passare da paranoico ma non amava particolarmente quando gli sparavano addosso come era accaduto quel giorno.
    Quando fu certo che nessuno oltre loro tre fosse in casa e dopo aver comodamente adagiato Sarsha nel suo grande letto Alexander contemplò la sua ex avversaria e vide che riposava tranquilla, la cosa inspiegabilmente lo fece sentire più sollevato, decise di lasciarla riposare e in silenzio seguì la viverna verso un piccolo salottino, rimase stranito nel vederla accomodarsi sul tappeto con un sospiro stanco, per lui era più che naturale accomodarsi sul divano ma si sedette a terra a gambe incrociate vicino a Raltias
    Tutti quei muscoli pesano
    Replicò con un sorriso di risposta alla battuta di Raltias, se fosse stata umana probabilmente quella battuta sarebbe stato un tentativo di rompere il ghiaccio ma forse per Raltias era solo una constatazione.
    Sembra ci sia stato qualcuno qui, un animale o delle persone che cercavano qualcosa, sarà sicura la casa?
    Domandò dando poi voce alle sue preoccupazioni anche se era abbastanza certo che la casa fosse deserta, dava per scontato che Sarsha non fosse pazza da mordere i suoi stessi mobili, dopotutto erano pezzi costosi e di pregio e chi mai morsicherebbe un mobile che costa quanto lo stipendio annuale di un impiegato in una delle megasocietà di Roma?
    Ralti quel "suono" prima, quando Sarsha stava male, cos'era? mi ha fatto sentire tranquillo calmo, al sicuro..... io, mi sembrava di essere tornato un cucciolo, forse è una cosa stupida ma grazie
    Mentre parlava, quasi senza pensarci, aprì le ali ed andò a coprire il corpo della viverna in un gesto simile ad un abbraccio umano con la sua ala sinistra, probabilmente Raltias avrebbe sentito un piacevole tepore trasmesso dalle scaglie del drago nero
    approposito Ralti, prima accennavate al vostro clan i Theryannan, voi siete impegnati in questa guerra contro quei maledetti infami che hanno rubato le uova e ci hanno sparato vero? io ....
    Prese un attimo di tempo per trovare le parole più adatte a incanalare il suo slancio, la sua rabbia verso quella situazione tanto folle quanto aberrante nella sua mente
    Io vorrei fare la mia parte, e non solo per scusarmi per non aver creduto a Sarsha, voglio fare la mia, questa guerra va vinta ad ogni costo
    La sua voce era forse un po' troppo alta condita da sincero fervore e rabbia
    approposito, sei sicura di stare bene? sediamoci sul divano sarà più comodo che stare seduti a terra
     
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    Raltias si sentì rincuorata dal fatto che Alexander le promise di non raccontare a nessno ciò che era successo quella sera a Sarsha. In verità a Sarsha non sarebbe importato molto se avesse raccontato in giro una cosa del genere, dopotutto aveva vergogne ben peggiori da nascondere, ma Raltias non conosceva tutto il passato della sua amica e i modi di fare della società moderna. Una volta che furono a casa, Raltias riuscì a tirare un sospiro di sollievo. Alexander le chiese cosa fossero quei segni sui mobili, dicendole che sembrava che ci fossero stati degli animali. Raltias si sollevò con le spalle poggiandosi con i gomiti a terra e si guardò attorno incuriosita. Fece spallucce poi come se niente fosse.
    Non saprei, quando sono arrivata a casa di Sarsha la prima volta questi segni c'erano già e lei mi ha detto che sono tutti piccoli incidenti suoi. affermò tornando a sedersi a terra come il suo amico, giusto per poter avere una conversazione più "comoda". La coda di Raltias era distesa sul tappeto disegnava un semicerchio attorno a lei, mentre se ne stava seduta con una gamba sollevata e piegata e l'altra divaricata verso l'esterno. Un gomito si posò sulla gamba sollevata e si concesse di curiosare con lo sguardo sulla figura di Alexander. Durante il combattimento non aveva potuto osservarlo per bene, ma in quel momento poteva notare che le sue scaglie erano particolari, nonostante fossero elastici sul suo corpo e naturali, avevano un'aria molto solida e dura. Quando avevano fatto sesso non aveva potuto studiarlo a dovere dato che era preoccupata per ciò che aveva dentro e per altre tipologie di distrazione. Era concentrata a guardarlo quando Alexander le pose una seconda domanda, interruppe la sua curiosità e tornò a guardarlo negli occhi. Guardava sempre dritto negli occhi le persone con cui parlava, e non sapeva che un atteggiamento del genere poteva incutere disagio negli altri. Gli rispose con un sorriso divertito e le scappò una piccola risatina cristallina che la rese incredibilmente tenera.
    Lo fanno tutte le femmine di drago quando accudiscono il cucciolo, per tranquillizzarlo, si usa tanto durante l'allattamento dei primissimi periodi, quando i cuccioli non hanno ancora sviluppato i denti. Mi è venuto spontaneo usarlo per calmare Sarsha, e a quanto pare ha funzionato he he he. Lo facevo spesso quando aiutavo mia madre ad allevare i piccoli. fece per poi abbassare lo sguardo un pochino triste al pensiero che in effetti anche se riusicva a fare quel suono non aveva mai potuto allattare un suo cucciolo, stava per perdersi in pensieri oscuri e tristi ma fortunatamente Alexander le chiese del suo clan e si propose per aiutarli. Raltias lo lasciò parlare mentre sentiva il battito cardiaco accelerare per l'emozione, non avrebbe sperato che Alexander volesse unirsi alla loro causa. Gli si avvicinò posando le mani a terra guardandolo dal basso con i suoi grandi occhi curiosi, mentre si spostava leggermente inclinando la schiena verso di lui come se avesse voluto confidargli un segreto.
    Sai a dire il vero se Sarsha combatte e io sono qui è proprio per poter evitare una guerra. affermò divenendo seria parlandogli con un tono di voce leggermente più basso come se temesse che qualcuno potesse sentirli.
    Sai, i Theryannan, il mio clan prima viveva in pace in una valle lontana dalle città e dagli umani. La valle Dragonberg, non credo che tu ne abbia mai sentito parlare, Sarsha mi ha detto che infondo la nostra regione era inerplorata e che davvero solo in pochissimi potevano conoscere la nostra terra. E quei pochissimi hanno spinto uno dei nostri a tradirci. Hanno commesso un grande peccato, gli umani si sono addentrati nella nostra valle deturpando la nostra sacra terra, rubando molte cose preziose per noi. Hanno osato perfino derubare il nostro drago leggendario. I grandi draghi sono riusciti a calmare il mio clan, e molti di noi sono partiti in missione per ritrovare i traditori e ciò che ci hanno sottratto. Ma gli umani non si sono fermati solo a noi della valle. Questa storia dei furti delle uova si è esteso a moltissimi altri draghi, e se non facciamo qualcosa per fermare questa follia non riusciremo più a fermare una possibile guerra. E' una cosa molto seria.... il tono di Raltias era preoccupato, posò una mano su quella di Alexander avvicinandosi ancora di più a lui.
    Ormai non si tratta solo di noi Theryannan è un problema che riguarda tutti noi draghi. Dobbiamo trovare al più presto i colpevoli, e se tu vorrai aiutarci sarà un gran bene, e ciò mi renderà felice, perché tu mi piaci. l'entusiasmo di saperlo vicino e alleato la portò a far scorrere la mano sull'avambraccio e a sorridergli piena di speranza. Poco dopo abbassò lo sguardo sul braccio del ragazzo e ammirò la fattura delle sue scaglie passandoci sopra i suoi artigli per saggiarle e i suoi occhi si allargarono stupiti nello scoprire che erano duri come il metallo. Avrebbe voluto esplorarlo su tutto il corpo ma anche lei si rese conto che era in un discorso importante e doveva finirlo prima. Quindi tornò a guardarlo di nuovo negli occhi e non si rese nemmeno conto che era vicinissima a lui, al punto che bastava un piccolissimo gesto per unire le loro labbra in un bacio.
    I Theryannan accolgono in famiglia chiunque cerca casa. Anche Sarsha era un drago esterno, è diventata una di noi ha sposato la nostra causa ed è diventata una consorella importante, anche tu potresti diventarlo se vuoi. gli occhi di Raltias si specchiarono in quelli di Alexander in attesa di sentire una sua risposta.
     
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    Raltias gli disse che quei segni sui mobili li aveva sempre visti in casa della dragonessa rossa, forse aveva un animale: magari era un amante dell’esotico e teneva un coccodrillo o un leone in casa, dopotutto era un drago e un leone per lei sarebbe stato poco più di un gatto un po’ aggressivo.
    Ma nonappena vide Raltias rilassarsi e assumere una posa al contempo naturale e seducente i pensieri sugli animali domestici di Sarsha svanirono come neve ad agosto, quando poi gli occhi della Viverna si posarono sulle sue iridi rosse la cosa non lo mise così a disagio come se a guardarlo fosse stata Sarsha o chiunque altro, dopo aver sentito il “canto” non si sarebbe mai sentito in imbarazzo con lei, non era solo per il sesso di quel pomeriggio sul tetto del grattacielo, ma si sentiva molto legato alla giovane viverna quindi non solo resse il suo sguardo ma guardò anche lui negli occhi di lei perdendosi nelle sue parole.
    Raltias gli racconto le origini di quel canto e, gli parve, mentre ne parlava un’ombra passò sul suo volto: Alexander si soffermò a pensare al perchè e immaginò che per una dragonessa che si occupava di cuccioli tutta questa storia delle uova potesse averla colpita in maniera particolarmente dura.
    Quando le si fece ancora più vicino il drago rimase impassibile ma era certo che Raltias, e forse anche Sarsha se non stesse smaltendo una sbronza epica, avrebbero potuto udire distintamente il battito del suo cuore: nonostante il desiderio di cingere Raltias in un abbraccio quello che lei raccontava aveva tutta la sua attenzione, la stava ascoltando con la massima attenzione non era solo una facciata per farla sentire importante per poi portarla a letto, era davvero interessato a quello che lei raccontava; e più lei raccontava più la rabbia e la determinazione crescevano in lui, si sentiva stupido e adirato per non aver creduto a Sarsha mentre qualcuno stava deliberatamente attaccando la sua razza con metodo e pianificazione, i suoi muscoli guizzavano mentre serrava i pugni e la mandibola per la rabbia e l’indignazione.
    Ralti, non devi nemmeno dirlo, è ovvio che mi farebbe piacere unirmi a voi è il mio dovere di drago e poi, beh, anche tu mi piaci Ralti
    Si sentì un po’ stupido a dire quella frase e un sorriso un po’ imbarazzato apparve per qualche secondo sulle sue fauci prima che si ricomponesse in un contegno da drago tutto d’un pezzo.
    Nel mentre le mani di Raltias percorrevano le sue scaglie lisce come ossidiana con un tocco curioso e gentile, solo allora se ne accorse e il suo cuore riprese a battere come un tamburo nel petto, come se stesse correndo o volando sfruttando a pieno il suo fisico, era talmente vicino a Raltias che nemmeno un soffio li separava, poteva vedere da vicino il muso della viverna e la trovava attraente e bella, avrebbe voluto baciarla subito ma lei attendeva una risposta, una risposta a una domanda importante
    Si, Ralti
    Sussurrò con una voce calda e profonda mentre con studiata apparente noncuranza posava una sua mano sul ginocchio della viverna
    e vorrei un giorno vedere la valle da dove vieni, sembra un posto meraviglioso, ovviamente quando avremo finito con questi infami ladri
    Si sporse verso di lei quasi a sfiorarle le labbra con le proprie lasciando a lei l iniziativa, non voleva forzarla o costringerla, si stava proponendo le stava dicendo “voglio baciarti ma lascio a te la possibilità di dirmi di si”.
    Nei suoi occhi rossi ardeva una fiamma di desiderio, ora si era dimenticato dei ladri, ora il suo mondo era ridotto agli occhi di Raltias, la guardava implorandola di baciarlo.
     
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    Raltias durante l'attesa temeva che Alexander le dicesse che si sarebbe limitato ad aiutarli, che aveva le sue cose da fare, ma il suo racconto sembrò colpirlo nel profondo, dopotutto non poteva rinnegare la sua natura di drago e i problemi che erano sorti. Notò nei suoi occhi la rabbia, la frustrazione, sembrò che Raltias fosse riuscita a colpire non solo i suoi interessi ma anche il suo orgoglio dragonico. Raltias avrebbe dovuto rimanere seria e solenne, ma sentirgli dire che voleva far parte anche lui di quella speciale missione riempì il suo cuore di gioia, e lei di certo non era il tipo da tenersi tutto dentro. Quindi sorrise felice e frenò il guizzo di gioia muovendo la coda che si sollevò e poi cadde sul tappeto. Notò che Alexander si faceva sempre più vicino a lei come se non volesse allontanarsi per niente al mondo ma non concretizzava il suo piccolo desiderio di baciarla. Raltias lo guardò interrogativa chiedendosi perché mai Alexander non si decidesse e non le desse quel bacio che voleva darle, non capì perché esitasse. Si prese un momento per osservare le sue labbra, i suoi occhi, intanto si avvicinò a lui e posò le labbra contro quelle di Alexander. Inizialmente fu un contatto leggero fugace, ma servì a Raltias per testarlo e capire se la voleva davvero. Dopotutto se esitava pensò Raltias era forse perché non era sicuro di voler andare fino infondo, quindi gli diede un attimo il tempo di decidere se tirarsi indietro, avrebbe seguito il suo istinto, difatti quando Alexander non indietreggiò tirò fuori la lingua che carezzò le labbra di Alexander in orizzontale, dandogli un bacio a dir poco bestiale, decisamente diverso da quello che si scambiavano gli umani. Poco dopo Alexander avrebbe sentito un suono provenire da lei, o meglio dalla sua gola, un suono che ricordava molto le fusa di un gatto, ma leggermente più roco visto che si trattava di un drago. Raltias decise che voleva crogiolarsi nel piacere assieme ad Alexander, godendosi quei momenti che non avevano avuto prima. Infatti la viverna si sollevò sulle ginocchia tornando a baciare Alexander sulla bocca, gattonò verso di lui e si sedette in braccio a lui a cavalcioni circondando il suo corpo con la coda mentre le braccia andarono a posarsi attorno alle sue spalle per abbracciarlo. La lingua di Raltias lo leccò ancora sulle labbra come se avesse voluto gustarsi la loro forma, poi si ininuò fra i denti di Alexander per un bacio mozzafiato che divenne via via più passionale mentre il corpo di Raltias si strinse contro quello del ragazzo. Voleva sentire il suo calore, la consistenza delle sue scaglie contro le sue, ma presto si accorse che i vestiti glielo impedivano. Senza tanti complimento afferrò la camicia di Alexander e la aprì facendo saltare via tutti i bottoni in modo che gli si scoprisse il petto, e quando fu libero lei posò i seni contro il suo petto mugugnando soddisfatta. Lo carezzò sul petto, sul collo studiando le sue scaglie dure come il metallo, intanto le scaglie di Raltias si diradarono sui seni mostrando i suoi capezzoli rosati ma turgidi.
     
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