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.Voleva prendersi una pausa da quella che ormai poteva essere ritenuta a tutti gli effetti una ricerca sempre più estenuante e che aveva dato dei frutti non succosi, anzi i frutti che era stato in grado di cogliere erano piuttosto acerbi e aspri senza quindi ottenere un risultato effettivo.
Infatti voleva anche staccare per qualche giorno la spina non solo dalla ricerca ma anche dalle atmosfere londinesi, con lo scopo di dirigersi ancora una volta in quella nazione che probabilmente poteva considerare come una sorta di seconda casa per lui. Nel buon vecchio impero romano, ottimo posto o per meglio dire nazione che aveva già visitato precedentemente ma che non aveva scoperto del tutto almeno al 50%.
Aveva ovviamente con se la sua fida Moeru, che la si poteva definire a tutti gli effetti una vera e propria amante fatta di metallo sempre ed esclusivamente con lui, anche perché le situazioni come potevano andare a gonfie vele potevano anche repentinamente caracollare in un baratro pieno di oscurità e di pericoli probabilmente anche mortali. In quel soggiorno aveva intenzione di rimanere comunque nell’anonimato più possibile, non voleva causare fastidi ne tanto meno essere infastidito da piantagrane o persone poco raccomandabili.
Il viaggio in aereo non era di certo stato uno dei migliori della sua vita, infatti una volta sceso era ancora piuttosto rincoglionito e stanco muscolarmente tanto che fece un attimo di stretching soprattutto per le spalle e le gambe che risultavano attualmente le due parti del corpo più indolenzite.
Ahhh che dolore… E che stanchezza del cazzo…. AHHHH
Esclamò ad alta voce una volta uscito dall’areoporto, il fisico gli era ancora rimasto fiacco e stanco ma di certo non poteva accasciarsi li davanti a tutti come una pelle di daino, NO doveva farsi forza e magari trovare un modo migliore ma soprattutto un posto migliore dove poterlo fare.
Anzi si diresse ad un bar situato molto vicino all’areoporto, una volta la si sedette ad un tavolo, doveva ordinare qualcosa di forte e che gli ridasse nuovamente nuovo vigore al corpo. Al tavolo di Leonhart si presentò una ragazza dai capelli lunghi rossi con in mano quello che aveva tutta l’aria di essere un telefono probabilmente per prendere le ordinazioni?
Salve signora, piacere di conoscerla il mio nome è Alessia. Cosa posso portarle di buono?
Piacere di conoscerla signorina, vorrei mi portasse un caffè. Un caffè molto molto e aggiungerei anche dannatamente forte
Certo signore, glielo porto subito!!
La signorina prese l’ordine di Leonhart ma senza usare quel aggeggio elettronico che aveva in mano. Mise il braccio destro sul tavolo appoggiando successivamente il volto sul palmo della mano aspettando l’arrivo del suo ordine.
ronf...ronf...
Signore! Hei signore!! Quello che ha ordinato è pronto
Ronf…. Eh? AH mi scusi signorina! Grazie mille
Si era addormentato nell’attesa, ma finalmente il caffè super mega forte era arrivato li al suo tavolo. Leonhart andò rapidamente a prendere la tazza sorseggiandolo, sentì nel suo corpo scorrergli come una scarica di adrenalina che lo “rianimò” parzialmente da quella stanchezza facendolo tornare anche più lucido.. -
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La libertà, osservare le persone che lo circondavano, ignare di tutto quello che era successo che lo osservassero o meno lo faceva sorridere. Alla fine ci era riuscito, dopo quel giorno era stata solo burocrazia per la costruzione della sua nuova casa, l'intestazione del suo nuovo cognome, la rinuncia all'eredità e finalmente poteva rinascere.
Non aveva particolari progetti per il suo futuro attualmente, quello è il suo futuro adesso, poter scendere tra la gente comune e vivere pienamente di ogni sensazione, che grande palcoscenico era l'umanità.
Per quanto si sforzasse da dietro la sua gabbia dorata il mondo appariva proprio come durante il decollo dell'aereo, piccolo, lontano perché quello è ciò che del mondo puoi vedere finché non affronti il viaggio, finché non atterri e ricominci a porre ogni passo uno dietro l'altro.
Ritira il suo bagaglio depositato in sicurezza contento che sia andato tutto liscio ma mentre lui viene fermato per un piccolo problema di aggiornamento dati relativo al suo cognome e quindi alla sua identità il ragazzo lo sorpassa imprecando davanti a tutti strappandogli un sorriso, mai nessuno nel suo ambiente lo avrebbe fatto, tutti sempre così controllati, così finti e quella nuova aria gli piaceva.
Indossa una giacca elegante di velluto bordeaux dal celletto nero, una camicia nera con cuciture dorate con pantaloni intonati alla giacca e scarpe intonate alla camicia, guanti a mezzo-dito neri in quel che si potrebbe dire il suo modo di vestire, amante dell'arte e del bello in qualsiasi sua forma, si mescola alla folla, alle parole, ai desideri e le speranze che riempiono il mondo e lo muovono in una o nell'altra direzione con la semplice voglia di godersi la vita.
Forse è il caso a guidarlo proprio nello stesso bar dove era entrato il ragazzo incontrato all'aeroporto avvicinandosi al bancone dato che le sedute al momento del suo arrivo erano occupate, probabilmente non ci sarebbe voluto molto affinché si svuotasse di qualche cliente che doveva prendere un volo.
Un barman bassottino con i capelli rasati e vestito di tutto punto con una divisa bianca e nera stava servendo altri clienti alché lui si limitò a salutare
Buonasera
Non ci vuole molto che l'uomo gli si avvicina dopo aver servito
Buonasera signore, desidera?
Bel posticino afferma guardandosi intorno potete farmi un Dazzle per caso? non è necessario l'anello. Il dazzle è un cocktail costoso con champagne, liquore di fragola, e dei litchi secondo la tradizione dovrebbe avere un anello di diamanti al suo interno ma viene comunque creato anche in luoghi diversi senza l'utilizzo dell'ultimo ingrediente non comune.
Non pensavo che me lo avrebbero mai chiesto, lei è un intenditore per caso? solite adulazioni di rito per mettere il cliente a suo agio.
No, lo conosco per puro caso, ma è un opera artistica del tuo mestiere e non mi dispiacerebbe poterlo bere di qua o di la quando posso
mentre aspettava il suo sguardo cadde prima su una spada, poi sul suo proprietario addormentato su un tavolo, lui aveva la sua arma che appariva come un elegante bastone da passeggio dalla demoniaca testa.
Fu probabilmente il barman a ridestarlo passandogli il suo drink pagato ovviamente subito.
La ringrazio rispose con un sorriso osservando la ragazza che serviva ai tavoli svegliare il ragazzo anche lui era indolenzito dal viaggio quindi capiva bene come si sentiva, forse però al ragazzo scoprire che uno sconosciuto lo stava osservando potrebbe anche dar fastidio.. -
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Il caffè bevuto alcuni attimi prima si stava facendo largo nel suo corpo che nel mentre riprendeva piano piano “vita” ma soprattutto energia.
Quel caffè che ordinò era dannatamente forte ma soprattutto buonissimo, era da diversi anni che non degustava appunto un caffè fatto come si doveva e quel posto in un certo senso gli riportò alla mente. Un ricordo che riguardava lui e il padre molti anni prima e specialmente la sua prima esperienza avuta con una bevanda così forte e difficilmente sopportabile per un bambino di quell’età.
AHHH! Mi ci voleva proprio, finalmente mi risento un pezzetto più vivo
Si passò la mano sul volto andando a strofinarsi la fronte, I muscoli indolenziti di prima sembravano essere parzialmente tornati ad essere tonici e non più fiacchi e gli effetti del volo stavano sparendo piano piano.
Si scrocchiò prima di tutto il collo massaggiandosi poi la nuca con la mano destra, successivamente scocchiò anche le dita per poi andare a riprendere in mano ancora una volta la tazza del caffè sorseggiandola nuovamente, notò uno strano ragazzo dai capelli argentati e con una giacca bordeux che sembrava proprio lo stesse fissando o magari era una supposizione sbagliata di Leonhart?
Fatto stava che lo infastidiva sentirsi osservato, ma essendo comunque in mezzo alla gente e soprattutto in un locale dove si stava trovando bene non doveva fare casini o comuncre creare disordini, ma sicuramente se quel tipo avesse continuato a guardare in quella direzione sicuramente la situazione si sarebbe fatta sicuramente più difficile.
Sorseggiò nuovamente finendo il resto del caffè che rimaneva in quella tazzina notando che ancora una volta quel tizio stava guardando in quella direzione, Leonhart avrebbe tanto voluto prendere la tazzina e lanciargliela dritta in faccia così da fargli capire che evidentemente non era necessario osservare così a lungo le persone. Ma optò per una reazione più calma e sicuramente più pacata del solito.
Hei tu! Si dico a te, che cazzo hai da guardare?
Chiese in modo piuttosto poco raffinato attirando anche l’attenzione della cameriera che lo aveva servito prima tirandogli un occhiataccia bella e buona, ma odiava essere fissato. Ok una volta ok anche due ma alla terza volta che se ne accorgeva perdeva irrimediabilmente le staffe risultando anche piuttosto fastidioso come ragazzo ma soprattutto con pochi peli sulla lingua.
Il tono di Leonhart era visibilmente stizzito e il suo sguardo assunse una espressione più rabbiosa, voleva proprio sentire che aveva da dire quel tipo e soprattutto perchè stava guarando in quella direzione.. -
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Ashtar quando venne "beccato" nell'osservare si era nuovamente girato e stava bevendo ma, era abbastanza sicuro si trattasse di lui ma non se ne preoccupo, finì di bere il suo drink e lo posò sul bancone con gli occhi socchiusi in un gesto che durò giusto un paio di secondi per poi voltarsi e mostrare un espressione completamente neutra, non sorrideva, ma non era ne sulla difensiva ne arrabbiato per il tono usato dal ragazzo.
<devi scusarmi> afferma voltandosi e facendo qualche passo verso il ragazzo.
<non era mia intenzione infastidirti.> Allarga le braccia come a dire che ormai era successo, non ci poteva far nulla.
<ti ho visto scendere dal mio stesso aereo quando aspettavo di ritirare la mia arma e vedevo te una conferma di come il viaggio è stato... scomodo>
e nel dirlo il suo tono rimane calmo, prendendosi tutto il tempo di comporre la frase e scandire le parole, salvo storcere le labbra prima di utilizzare l'ultimo aggettivo, come se lo stesso non lo soddisfacesse più di tanto.
<quando ti ho riconosciuto ho notato quella> afferma indicando la spada del ragazzo per poi sollevare il bastone come per focalizzare sullo stesso lo sguardo del ragazzo e premere gli occhi nel bastone e far uscire una lama celata nello stesso, non abbastanza da apparire minaccioso ma abbastanza per far capire cosa stava attirando la sua curiosità.
<in generale, le cose belle mi piacciono e alcune armi sono dei capolavori, la storia di quel genere di spade poi è infinita, perfino l'arte del costruirle è affascinante>
Rimane in piedi quindi per poi osservarsi attorno e alzare una mano verso la cameriera come ad indicare che non c'era da preoccuparsi.
<quindi ti osservavo cercando di capire come chiederti se potevo vederla da più vicino senza essere scortese. Non volevo risultare invadente od omosessuale. Posso offrirti qualcosa per il fastidio che ti ho arrecato? Non conoscendoti, non posso sapere come evitare le cose che potrebbero infastidirti, ma ti prego di credere nella mia buona fede>. -
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Leonhart rimase li ad ascoltare senza staccare gli occhi da quel tipo, che sembrava strano anzi fin troppo strano per i suoi gusti e la cosa lo stava facendo ancora di più perdere le staffe. Sentirsi visibilmente osservato da chi nemmeno sapeva chi fosse di certo non aiutava, l’unica cosa che poteva riconoscere di quello strano tizio erano le parole, sembravano in un certo senso sincere.
L’attenzione di Leonhart venne però attratta da quella sorta di strano bastone dal quale venne estratta quello che aveva tutta l’aria di essere una lama, il tipo sembrava molto attratto dalla Moeru tanto che gli chiese senza mezzi termini di mostrargliela.
Sicuramente l’unica cosa su cui posso darti ragione è il fatto del viaggio abbastanza schifoso.
Buona fede dici? La buona fede e i buoni propositi dovresti sapere che la maggior parte delle volte non portano ad un cazzo di vicolo
Leonhart sembrò non accettare proprio di buon modo gli intuiti evidentemente buoni di quel tipo, ma solo che non si fidava di uno che era rimasto li a fissarlo e che ora gli stava letteralmente davanti e con quell’arma in mano.
Evidentemente i modi di interagire di quel tipo non erano certamente quelli di una persona normale che si poteva per esempio incotrare anche in locali come quello.
Leonhart rimase li a scrutarlo per altri secondi, calmandosi leggermente capendo che forse essersi dimostrato subito così facilmente irritabile forse non era del tutto una cosa molto giusta.
Quindi provi interesse per le katane? Uhm interessante, però riguardo al potermi offrire qualcosa perchè dovrei rifiutare?
L’unica cosa che mi sento vivamente di dirti è il non fissare troppo la gente, rischiavi di avere questa tazzina lanciata dritta in faccia sai?
Gli mostrò la tazzina sollevandola con la mano per poi ridacchiare, si era leggermente calmano e probabilmente la situazione forse poteva risolversi probabilmente il tutto per il meglio? Forse…
Quello che voleva far capire al tipo e che stava rischiando effettivamente di avere una tazzina sparata dritta in faccia, ma molto probabilmente Leonhart non lo avrebbe fatto solo per non rischiare guai con la legge.
Riposò nuovamente la tazza sul piattino mettendo entrambi i polsi sul tavolo, intrecciando poi le dita della mano destra e sinistra portandole appena sotto al labbro inferiore. Voleva informazioni o almeno fatti più concreti sulla sua “buona fede” e voleva capire il perchè era affascinato in modo più che vistoso poprio dalla sua arma.. -
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Sorrise dentro di se nel vedere quanto quel ragazzo avesse una scorza d'acciaio, poteva anche darsi per un passato schifoso si può diventare disillusi e scontrosi.
<dipende sempre quanto sei abile tu a rivelarti utile agli altri, nessuno regala niente, ma alla fine hai sempre ciò che meriti, nel senso meno romantico possibile>
Meno fatalista ma sicuramente più realista
<si, avevo letto anche qualcosa sul fatto che le polveri poi vengono fissate creando diversi strati, sono affilatissime>
afferma dimostrandosi abbastanza ferrato in materia anche se un po impreciso.
<un rischio che gradirei evitare dopo un volo simile, ma c'è un validissimo motivo per non conoscere questo rischio, ma per ascoltarlo dovresti ordinare qualsiasi cosa tu voglia>
Quindi fa un sorrisetto complice come se invitasse il ragazzo ad esagerare se lo avesse voluto.
Il tono di Ashtar appariva quasi come un invito a prendersi quel che si vuole solo perché si può farlo sempre calmo, scandendo le parole come se potessero entrare nella testa di chi ascolta.. -
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Quel tipo era strano, fottutamente strano, per quanto riguardava Leonhart che rimase ancora in quella posa con le mani appena sotto al labbro inferiore.
I suoi modi così pacati e probabilmente anche gentili potevano essere una bella esca per chi invece era troppo buono di cuore ma Leonhart non si fidava di certo, rimase ancora un bel pò diffidente nonostante quel tipo si stava dimostrando amichevole?
Hei hei frena un attimo, inanzitutto chiariamo bene due cosine in modo veloce. Io non ho assolutamente bisogno di rendermi utile agli altri e ne tanto meno ho bisogno di aver dietro una babysitter o una baglia.
Tu parli di conseguenze poco romantiche? Ahahah ma dai non farmi ridere
Rise visibilmente nel sentire quelle parole, conseguenze? Già un modo piuttosto singolare per punire persone che volevano semplicemente aiutare la comune crescita della civiltà pseudo umanoide falciando alcune brutte erbacce di cui il mondo di certo avrebbe fatto a meno.
Quel tipo o scerzava oppure si sentiva un comico innato, dove aveva vissuto fino ad adesso?
La cosa che invece attirò la sua attenzione fù quando lui lo invitò visibilmente ad ordinare qualcosa probabilmente a sue spese, il suo tono rimase ancora una volta pacato e calmo come una distesa d’acqua, ed in un certo senso quella calma stava nuovamente facendo irritare Leonhart che a differenza sua aveva senza ombra di dubbio un carattere più fumantino e rissoso.
Bhe te lo concedo, una delle poche cose giuste che hai detto da quando hai attaccato il discorso. Te lo dico chiaramente e fuori dai denti, la tua pacatezza e calma mi fà incazzare.
Però accetto più che volentieri la tua offerta con un caffè al ginseng
Senza mezzi termini Leonhart espose quello che non gli stava piacendo di quel tipo accogliendo però volentieri la sua disponibilità ad offrirgli qualcosa optando per qualcosa di troppo….. Mondano?
Leonhart in fin dei conti anche se poteva sembrare una bestia rabbiosa aveva dei gusti molto facilmente ricordabili ma soprattutto facilmente anche dimenticabili, probabilmente il suo aspetto semplicistico da quel punto unito allo strano macchinario di quel carattere modificato e forse peggiorato nel tempo, era qualcosa di diverso e singolare?. -
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Ashtar sorride lasciando all'altro il tempo di rispondere, quel suo tono brusco non lo infastidiva, molti dei muratori che stanno lavorando alla villa parlano perfino in dialetto stretto, ma comincia a farsi un idea mentale della persona che ha davanti.
Una volta seduto poserebbe il bastone alla sedia ed osserverebbe il suo interlocutore.
<non essere ingenuo, che tu ne abbia bisogno o meno tutte le interazioni umane sono pilotate dal bisogno. La ragazza che ti ha portato il caffè ha parlato con te perché il tuo bisogno di caffè gli torna utile dato che le permette di lavorare, e parlarci a te era utile perché il suo compito in questo locale ti torna utile per non doverti alzare e andare a prendertelo.
Un amico è un amico fondamentalmente perché qualcosa nel suo carattere soddisfa un tuo bisogno egoistico, quale che sia, che venga accettato o meno, funziona così>
Quindi annuisce <si poco romantico, questioni come il karma, se fai male ricevi male, se fai bene riceverai bene no, ciò che meriti dipende da quanto ti sforzi per ottenerlo ed il successo molto spesso dipende da quante cose sei disposto a sacrificare.>
Alzerebbe quindi il braccio per richiamare la cameriera, salvo poi parlarle cordialmente prima ancora che questa arrivi al tavolo con il solito tono pacato
<potrebbe portarci gentilmente un caffè al ginseng ed un caffè doppio? grazie.>
Quindi osserva Leonhart mentre esplica ciò che gli da fastidio e ne sorride.
<sinceramente, non mi interessa se ti fa incazzare, non mostro le mie emozioni ai miei amici, perché dovrei farlo con uno sconosciuto? Più mostri di te stesso, più elementi hanno i tuoi nemici per attaccarti. E poi, non ho motivo di essere meno calmo o pacato di come sono, non ci conosciamo e quando mi alzerò probabilmente ancora non interesserà a nessuno dei due l'opinione che si è fatto l'altro, tantovale dopo un volo di diverse ore farsi quattro chiacchere, rimanere rilassato e godersi quello che ci beviamo. Nel frattempo, mi comporto dando valore alla mia persona mantenendo una buona educazione ed una certa compostezza, ma lo faccio per me, non per te o qualsiasi altro.>
Quindi fa un sorrisetto <però se ti fa sentire più a tuo agio, non ho problemi a cambiare tono o gergo, ma per quanto divertente sarebbe recitare sono più curioso di sapere cosa effettivamente riusciremo a capire l'uno dell'altro>. -
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Parole, parole e ancora parole. Quel tipo sembrava volesse fargli la paternale sulla buona educazione e su come si dovrebbe comportare una persona “civile” ma lui che ne sapeva? Che sapeva? Nulla, non sapeva minimamente per quale motivo Leonhart un paio di anni fa passò da quello che si poteva definire un ragazzo di umili intenti e di buon carattere ad una persona abbastanza fumantina e incazzosa. Il carattere di Leonhart venne costretto a forza a cambiare dalla perdita del padre e il fatto che quel tipo era li a fargli una sorta di ramanzina lo fece in un certo senso sorridere amaramente.
Non aveva nemmeno avuto nessuno che lo aiutasse a superare quel brutto periodo eccetto la madre e quando parlò a proposito degli amici, Leonhart non potè far altro che esprimersi nuovamente con una grossa e grassa risata.
Ahahahahah “amici” uno dei concetti più stupidi e futili di ogni epocha generazionale, persone che consideri come dei fratelli che nel momento del bisogno ti tagliano le gambe… Questo è il concetto di amico? Te lo dirò francamente, concetti così futili ormai per me sono più che morti, non ho bisogno di niente e soprattutto di nessuno.
Nel frattempo quello che avevano ordinato era finalmente arrivato al tavolo e Leonhart senza attendere oltre andò subito a prendere la tazzina sorseggiandola, chiuse per un secondo gli occhi cercando di assaporare l’aroma ma soprattutto cercando di ordinare al meglio i pensieri battaglieri di quel momento.
Buono! Non tu, il caffè intendo. Comunque non ti pare di uscire un po' troppo dal tuo personaggio? Tu dici che il mostrare il vero carattere può essere motivo di debolezza? A volte meglio mostrarsi subito per quello che effettivamente si è, più che recitare un ruolo e alla fine dei conti scoprire che il tuo interlocutore invece era ben differente di carattere da come si era presentato.
Non credi che quella sia una cosa di gran lunga peggiore? Io riconosco e ammetto che di certo non ho il miglior carattere del mondo e che sicuramente il mio atteggiamento non è garbato come il tuo, ma tutto è merito di esperienze poco invitanti passate.
Probabilmente un lungo e palloso monologo da parte di Leonhart che non appena ebbe finito di parlare andò nuovamente a sorseggiare il caffè, il cambio di tono e di energia che aveva mostrato quel tizio prima che parlasse aveva un che di interessante, ma evidentemente la cosa trascinava troppo fuori dagli schemi un tipo tutto così perfettino e di buone maniere.
Ma alla fine dei conti, in un mondo come quello di chi ci si poteva fidare? Degli amici? Dei Parenti? Di chi? Secondo Leonhrat non c’era ancora nessuno degno di fiducia, almeno da parte sua. La diffidenza verso gli altri era un sentimento che si fece largo da diversi anni e di certo la situazione non poteva di certo migliorare con un schiocco di dita.
Devi capire che in questo mondo la fiducia è un arma, che la maggior parte delle volte ti si ritorce solamente contro
Esordì nuovamente, strofinandosi poi la mano destra sul volto.. -
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Ashtar lo osserva impassibile ridere per poi ascoltare con quanto veleno sputa fuori le parole ed annuisce mentre lui prende il caffè Ashtar inizia a parlare interrompendo probabilmente il suo attomo.
<non fraintendermi, l'amicizia esiste finché qualcuno crede in essa, ma essendo tutti diversi ognuno di noi crede all'amicizia in modo suo. Io credo che gli amici dopotutto si aiutino a vicenda, ma è molto meglio non fidarsi della bontà d'animo al giorno d'oggi. E' meglio che le persone abbiano molto da perdere nell'ingannarci, fondamentalmente devono guadagnare più dall'aiutarci rispetto a quello che perderebbero nel tradirci.>
Quindi attende la seconda parte del suo lungo monologo sorridendo alla fin fine del suo modo di rispondere.
<mostrare quel che veramente si è immediatamente mostra a tutti, amici e nemici parte di noi, una parte di noi che può essere manipolata. Io ho imparato dal mio mondo che la cosa peggiore che puoi fare è lasciare che gli altri manipolino le tue azioni, le costrizioni anche se invisibili esistono ovunque. Io sono educato perché sono nato in una famiglia nobile, sono i miei modi e non li altero per il primo che capita, il primo che capita non è abbastanza importante per farmi scomporre. Per quanto l'interlocutore sia ben diverso da come si è presentato attira comunque un atteggiamento non gradito e che lo mette fin troppo in mostra come persona da cui andare se cerchi rogne per esempio.>
E' qui che invece sorride <io invece non avendo alcun interesse nel fatto che io ti piaccia o meno ti ho parlato in modo neutro di questioni generali dando la possibilità ad entrambi di approcciarci secondo persone civili. Siamo entrambi armati, come credi sarebbe andata se avessi agito diversamente? avresti chiesto scusa per il malinteso e ti saresti mostrato diverso?>
E di questo ne dubita. <il tuo carattere va benissimo per persone come me, non mi interessa cosa ti è capitato di brutto qualcosa della mia presenza ti ha fatto innervosire beh pazienza, spiego la situazione ed il malinteso se va bene faccio quattro chiacchere se va male mi batto.>
Lo osserva quindi per un po in un lungo silenzio prima che se ne uscisse con una nuova massima sulla fiducia.
<lo pensa anche la maggior parte delle persone sposate, ma per interagire con le persone non devi crederci, devi valutare. Sempre, ma senza mai esporti. Le persone con le quali ti esponi sono quelle che ami, e l'amore è come un serpente velenoso che scivola lungo la schiena prima di morderti al collo. Il veleno che ti scorre poi nelle vene non si cancella, rimane in corpo a riempire di fiele anche le parole riguardo tutto ciò che ha riguardato quella storia. Dicono che il tempo curi le ferite, io penso che la gente si abitui semplicemente ad avere il veleno nelle vene>. -
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Stavolta Leonhart ascoltò attentamente le parole di quel tizio continuando a sorseggiare quello che ne rimaneva del caffè nella tazzina, si sentiva strano in quel momento. Come se per la prima volta si fosse sentito sulla stessa lunghezza d’onda di quel tizio, le sue parole avevano ragione e nonostante un atteggiamento che lo infastidiva quel tipo aveva proprio colto nel segno. La sua espressione in quel momento rimase molto sorpresa, posò ancora una volta la tazzina nell’apposito piattino per poi applaudire soddisfatto.
Wow complimenti, che dire? Mi sento stavolta di darti ragione più o meno su tutto…. In effetti come dici tu il tempo non lenisce proprio niente, una volta che il corpo è corroso dal veleno del tradimento è difficile uscirne indenni
E’ mera fantasia questa cazzata sul tempo, semplici parole che servono solo a frenare temporaneamente l’irrefrenabile
Esordì nuovamente, in effetti era anche vero che essendo entrambi armati la situazione poteva sicuramente peggiorare ma il fatto controproducente era il rischiare anche di tirare in mezzo dei poveri civili che non c’entravano niente, e poi per cosa? Per una reazione probabilmente normale verso chi ti fissava senza minimamente proferire assolutamente parola?
Diverso invece era nuovamente sul discorso riguardante il carattere, a Leonhart non importava se il mostrarsi per quello che era diventato una sorta di debolezza, non voleva risultare un falso o una persona che in realtà non era lui e di certo anche il cadere vittima del controllo di qualcuno era una cosa da tenere bellamente fuori discussione.
Ribadisco nuovamente per chiudere questo discorso vizioso sul comportamento, nessuno ovviamente può impedire ad un altro il fatto di comportarsi come meglio crede. Alla fine dei conti uno e più che libero di scegliere il suo destino, no?
Detto questo, come mai ti interessano tanto le katane? Mi pare che avessi detto qualcosa a riguardo ma nulla di troppo eccessivo.
Comunque, per rubare una pagina al tuo manuale del buon comportamento, piacere Leonhart
Finito nuovamente quel discorso Leonhart si presentò ufficialmente a quel tizio.. -
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Ashtar sorride quindi alla risposta del ragazzo che sembra essere in accordo con lui ed Ashtar stesso sorseggia il suo drink prima di rispondergli.
<gli angeli cadono tutti, può darsi che il mio modo di vivere non sia corretto, ma per ora funziona. Mantenere la calma e la lucidità mi permette di muovermi meglio e trarre il meglio da qualsiasi situazione. Se qualcuno riuscisse a farmi perdere la calma, sarebbe una cosa da risolvere, non potrei continuare la mia vita senza risolvere il problema.
Posso accettare le male parole, gli sguardi, io sono sempre io e gli altri finché non so chi sono, non sono nulla, solo carne e sangue in movimento e la maggior parte preda di eventi sociali, traumi, psicosi.>
Sogghigna <hai pienamente ragione, siamo artefici del nostro stesso destino. Io però sono affascinato dall'animo umano. I soldi non mi mancano, i mezzi neanche, il mio modo di vivere è trovare le vie. Ognuno di noi ha desideri che certe volte non confessa, quel che faccio io è aprire la porta. Le persone lavorano per loro stesse, io le aiuto e mantenendo la lucidità ottengo sempre un qualche tornaconto. Non è tanto importante cosa, o chi, ma cosa tu riesci a fare con quello che hai.>
Annuisce quindi riflettendo un attimo sulla domanda che gli è stata posta, salvo poi dare precedenza alle presentazioni <ashtar, e sinceramente è un piacere, sei un buon interlocutore.
Per quanto riguarda le katane mi affascina la storia che c'è dietro le stesse, il principio di purezza, prolungamento del guerriero, senza contare che per maneggevolezza e danno sono le migliori, sicuramente migliori delle spade occidentali. Sarà anche vero che in qualche modo mi affascina il desiderio che le persone provano, in un certo senso ne sono attratto, ma non sempre si trovano persone in grado di superare i propri limiti per raggiungere un fine, pochi alla fine si mettono in gioco quando tutto cade. Nel frattempo mi godo le cose belle, donne, arte, buon cibo, buon vino, bei paesaggi le katane per quanto mi riguarda appartengono alla categoria opere d'arte e la tua non fa eccezione>
Quindi inclina lo sguardo leggermente verso il ragazzo <ed in un certo senso, credo che anche tu ne abbia, qualcosa che dia soddisfazione alla rabbia che provi. Non ti chiedo di rivelarmelo, ma non penseresti la stessa cosa a parti invertite?>. -
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Quel tipo diceva i chiamarsi Asthar e da quello che Leonhart aveva capito, era un ragazzo amante della bella vita e sicuramente del lusso e delle opere d'arte. Non solo era diverso caratterialmente da Leonhart, ma pure dal punto di vista economico di certo se la passava di gran lunga meglio.
E se il ragazzo avrebbe potuto spezzare una lancia a favore di Astar era sicuramente riguardo a due cose, piuttosto importanti dal suo punto di vista. Le persone lavorando per un tornaconto non necessariamente economico erano in grado di perseguire o comunque provare a raggiungere i loro obbiettivi o semplicemente i loro ideali, seconda cosa invece era riguardante proprio alla rabbia di Leonhart. In effetti quel sentimento era ormai entrato di prepotenza nella sua vita, e sarebbe stato difficile separarsene.
Sì è vero, qualcosa c'è.
Possiamo definirla a tutti gli effetti una esperienza passata di ormai qual che anno, non molto felice permgiunta
Leonhart non voleva di certo spifferare al primo che passava tutto quello che gli nera successo, anche se si dimostrava spavaldo e a volte fin troppo avventato, parlare di quel brutto momento lo faceva andare in una sorta di blocco mentale.
Ok che Asthar si era dimostrato sicuramente più disponibile e accondiscente di Leonhart stesso, ma come avrebbe potuto reagire? Sapendo che in realtà lui stesso covava un profondo odio e senso di vendetta verso chi o comunque coloro che gli avevano strappato un pilastro importante per la vita di un ragazzo?
Per spiegarmi al meglio posso farti una domanda specifica.
Se tu avessi una persona a te cara,molto cara direi ed essa ti venisse strappata dalle mani senza una ragione o motivazione valida.
Come reagiresti?
Chiese ad Asthar, era curioso ora di sapere invece come si sarebbe con portato lui in una situazione simile. Lui che era così pacato nei modi di fare, avrebbe probabilmente cambiato radicalmente il suo carattere?. -
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Ashtar sorride, un sorriso cordiale che dimostra come comunque non giudica la questione di Leonhart, il suo passato era qualcosa che riguardava solo lui, ma il fatto di avere ragione gli gonfiava un po l'orgoglio. Se non avesse sviluppato una mente attenta ed un autocontrollo quasi perfetto la natura stessa di Ashtar lo porterebbe alla perdizione, ma questo è qualcosa che non si può permettere di ammettere neanche a se stesso, il solo pensarci sarebbe un rischio.
Quando quindi il ragazzo gli pone quella domanda diretta Ashtar diventa serio ed osserva in basso verso il suo drink.
<non so come agirei, per il semplice fatto che il come dipende dalla persona che lo fa. Non si tocca ciò che è mio, non si fa del male alle persone a cui tengo. Se questo viene fatto farò della vendetta un'arte, la mia vita si fermerebbe finché non ottengo la mia vendetta, e possibilmente parte della mia creatività starebbe nel trovare il suo incubo peggiore e farglielo vivere giorno per giorno in qualche bunker sotterraneo magari, e farei in modo che si sappia ma senza nessuna prova incriminante. Come monito per chiunque abbia qualcosa di simile in mente.>
Quindi solleva lo sguardo e sorride di sbieco
<e' molto meglio vedermi chiaccherare con un sorriso, sono educato, leale, non ho mai detto di essere buono di cuore>
Avrebbe quindi osservato Leonhart negli occhi cercando qualche sua reazione.. -
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Leonhart ascoltò molto attentamente le parole pronunciate da Asthar, in effetti quello che stava dicendo aveva un fondo di verità piuttosto importante tanto che Leonhart rimase ancora una volta sorpreso di quelle parole.
Asthar sembrava un tipo tutto per bene e dal modo di fare gentile e pacato, ma da come stava parlando stava dando evidenti segnali che in fin dei conti proprio buono buono non lo era affatto. Aveva probabilmente pure lui degli scheletri nell’armadio, in fin dei conti chi non li avrebbe?
Acuta osservazione, quindi in un certo senso pure tu hai degli scheletri nell’armadio eh?
Sorrise per un attimo compiaciuto ponendogli quella domanda, in fin dei conti pur Leonhart stesso aveva un grande e grosso scheletro nell’armadio e in un modo o nell’altro prima o poi se ne sarebbe liberato, anche usando la forza.
Era rimasto anche piuttosto sorpreso nel vedere evidentemente il vero carattere di Asthar mentre esponeva la sua probabile idea di vendicare una ipotetica persona cara venuta a mancare inspiegabilmente.
Bhe io invece non mi vedo da nessuna delle due parti, non mi vedo ne buono ne cattivo. Diciamo che mi trovo in una sorta di limbo, in un certo senso valuto quale sia l’opzione migliore per me da cogliere…. Indipendentemente che questa cosa sia troppo malevola o benevola
Si strofinò nuovamente la mano destra sulla faccia, ordinando le idee per poi tornare a guardare negli occhi Asthar.
Sai Perchè prima ti ho posto quella domanda? In un certo senso le persone care sono quelle che ci aiutano a crescere nel nostro piccolo, a formarci per il futuro.
A tenderti una spalla magari quando in quel momento la vita non è affatto come si vorrebbe.
Ma PUFF ad un tratto sparisce, inspiegabilmente e senza nemmeno salutarti per l’ultima volta.
Causa probabilmente di un gioco pseudo politico di persone poco raccomandabili….
Leonhart strinse con notevole forza il pugno sinistro sferrando poi un colpo non troppo forte contro il tavolo, il suo sguardo si spostò dal volto di Asthar a guardare dentro alla tazzina ormai vuota davanti a lui.
Il più delle volte l’essere umano si dimostra vile e spregevole.
Non facendosi minimamente scrupolo a rovinare la vita agli altri.
