Il Peccato

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  1. Il Demi
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    "[...] Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro:
    “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”.
    E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse:
    “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più. [...]"

    Selfaril rimaneva con le spalle al muro, quella mattina di domenica nella chiesa maggiore di Neo-Venezia, a Roma, ad ascoltare la messa di quella giornata. La voce del prete, occupato a raccontare quella che per il crociato era ormai diventata una favella udita ripetutamente fin troppe volte, riecheggiava rimbombando all'interno dell'edificio. Il paladino non era mai stato particolarmente propenso a partecipare alle riunioni di fede delle comunità religiose e dei loro membri: lui era molto più pragmatico, pratico. Preferiva applicare il bene alle proprie azioni, anziché sentirlo narrare dalle labbra di un ecclesiastico. Ciònondimeno, quel dì era lì presente a presidiare la cerimonia di propria scelta, in un tentativo di riavvicinarsi alle pratiche religiose, in modo da non risultare completamente estraneo qualora vi fosse stata necessità d'esse in futuro. Sapeva perfettamente dopotutto che se da un parte lui era un bastione incrollabile di fede e benevolenza, non tutti avevano la cieca fede della quale lui disponeva, e necessitavano di tanto in tanto un ripasso delle morali. La parrocchia era di certo affollata e popolata da molti dei fedeli cattolici che nonostante la comparsa delle nuove razze e bizzarrerie, erano col tempo rimasti leali alla via del Signore... tuttavia, persino in mezzo a così tante persone, sarebbe stato per chiunque molto facile individuare Selfaril, a causa principalmente di due fattori. Il primo era l'enorme spadone nero che stava letteralmente sfruttando come appoggio dietro di lui, il secondo invece era che semplicemente il crociato risultava estremamente diverso rispetto alla marmaglia e quindi molto risaltante all'occhio. Alto due metri, vestito come una sorta di villico di tempi andati, e possedente un'arma che era tutto meno che normale, rimaneva a braccia conserte ad aspettare che la messa terminasse, un pò come un bambino che era stato costretto dalla madre ad andarci. Teneva un piede poggiato sulla superficie del suo spadone, mentre di tanto in tanto si abbandonava ad uno sbadiglio, facendosi pian piano sempre più propenso a poggiare il capo all'indietro, lentamente assonnandosi. Decisamente, di lì a poco se qualcosa non sarebbe accaduto o qualcuno non lo avrebbe richiamato, di certo di sarebbe addormentato. Il fatto che la sua figura fosse ormai ben conosciuta alla chiesa e a coloro che la frequentavano non lo disturbava minimamente. D'altronde, rimaneva sempre un uomo fin troppo semplice per quei tempi moderni, lontano dalle preoccupazioni derivanti dalle norme sociali. Era un crociato, un guerriero della luce, non un sacerdote.
     
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  2. Method
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    Lilith non era mai stata una ragazza dedita alla religione; mai si era concessa il lusso della preghiera, il suo senso di colpa non poteva essere placato da qualcosa di tanto inconsistente. Ciò a cui era interessata la ragazza era il potere della Chiesa, l'idea che si trattasse di un organismo dedito ad un bene maggiore, qualcosa che le avrebbe dato la possibilità di combattere per uno scopo più alto.
    Tutti i fedeli che la circondavano e pregavano, lei proprio non riusciva a capirli: come potevano trovare in conforto in un atto tanto fine a se stesso? Come potevano credere che qualcuno avrebbe perdonato i loro peccati senza che fossero loro la causa del bene che avrebbe portato al perdono? Lilith non condannava quelle persone, ciò che provava nei loro confronti non era disprezzo ma un sentimento velato dall'invidia; anche a lei sarebbe piaciuto poter prendere una strada tanto semplice, un percorso che non comporta né sacrificio né violenza.
    La ragazza, ovviamente, non si era recata in Chiesa per ispirare le sue riflessioni sulla fede e sul percorso che un uomo deve prendere durante la sua vita. Il motivo per cui si trovava lì, l'unico motivo, era quello di provare ad entrare in contatto con un esponente di spicco della Chiesa. Il suo intento era quello di inserirsi all'interno di quell'organismo: era giunto il momento di schierarsi dalla parte di una fazione, e Lilith sapeva bene cosa implicava fare una scelta di quel genere. Tutte le fazioni erano in corsa per il potere, per i soldi, per qualcosa che non aveva niente a che fare con il Bene; la ragazza, che aveva conosciuto l'animo marcio delle persone interessate a soldi e potere, non si illudeva che la Chiesa, dietro le apparenze che aveva costruito e posto davanti a sé, fosse così diversa dal resto delle istituzioni sulle quali si reggeva la società odierna. Ma, se avesse dovuto fare una scelta, cosa necessaria se voleva essere in grado di combattere per qualcosa di più grande, avrebbe scelto qualcosa che non l'avrebbe costretta a tradire e abbandonare ogni suo ideale.
    Fu impossibile non notare una figura che spiccava tra tutte le altre presenti all'interno della Chiesa, quella di un uomo imponente e che sembrava essere stato catapultato lì da un passato ormai dimenticato. Un altro elemento che non poteva passare inosservato era il gigantesco spadone sul quale si reggeva, e il fatto che sembrasse terribilmente annoiato dalla messa e dalle parole del prete: nessuno sembrava essere turbato dalla sua presenza, così Lilith dedusse che si trattava di una figura importante e spesso presente, quasi di sicuro una guardia scelta appositamente per proteggere tutte quelle persone. Un uomo dotato di un potere considerevole, se gli era stato affidato un compito tanto delicato. Non poteva avere la certezza che quell'individuo fosse la persona giusta con cui parlare, ma tra i presenti era sicuramente quello dotato di più potere e influenza; dopotutto, l'unica persona in grado di parlare in modo assolutamente certo sarebbe stato la Papessa ma, ora come ora, non poteva sognarsi di arrivare a lei.
    Se l'uomo era una figura inusuale, Lilith non era da meno. Indossava i suoi vestiti più caratteristici: l'abito da sposa, le calze argentee e i tacchi; inoltre sarebbe stato impossibile evitare che il proprio occhio cadesse su Grond, l'enorme martello che portava sempre con sé, la cui figura veniva messa ancora più in risalto dalla costituzione della ragazza. Inutile dire quanto fosse particolare il contrasto creato dalla sua arma con la sua figura e e il suo abbigliamento, che evocavano sensazioni molto distanti a quelle legate al martello.
    Si avvicinò lentamente a quell'uomo, con aria decisa e determinata. Se lui l'avesse guardata negli occhi avrebbe potuto notare la risolutezza nel suo sguardo, un altro elemento estraneo al candore che la caratterizzava a prima vista.
    Ho bisogno di parlare con lei.
    Il tono, per quanto potesse essere delicata la sua voce, non lasciava spazio a debolezze o esitazioni.
     
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  3. Il Demi
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    Quella della domenica era una messa, una predica, di certo comune e solita per qualunque uomo di fede che rispettasse i suoi impegni religiosi. Una occasione ricorrente per avere modo di avvicinarsi ai propri confratelli e riunirsi con loro in preghiera. Gente comune, per una pratica comune. Proprio per questo, non appena Selfaril avrebbe adocchiato di sfuggita una vera e propria sposa in mezzo al gruppo di fedeli - o perlomeno una ragazza che di certo appariva pronta per tale parte - immediatamente si sarebbe come svegliato dal suo stato di quasi dormiveglia, rivolgendo l'attenzione alla giovane e dedicandogliela interamente. L'avrebbe osservata muoversi attraverso la folla, evidente la sua scelta di avvicinarsi a lui. Il crociato non avrebbe chiuso le distanze, né si sarebbe allontanto: piuttosto, la guardava curioso, catturato prima dal suo aspetto inusuale - ironicamente - e poi sulla gigantesca arma che si portava dietro. Divertente come alla sua vista fosse risaltato prima il vestito anzichè l'enorme martello che l'accompagnava. Tenendo le braccia incrociate, l'avrebbe infine squadrata per bene quando finalmente ce l'avrebbe avuta davanti. Era determinata, si capiva... ma in cosa?
    Sono sempre disponibile... vi avverto, però, che se volete chiedere la mia mano in matrimonio, forse prima dovremmo conoscerci un pò meglio.
    Ghignando e facendo ovviamente riferimento all'aspetto più che pronto per le nozze della giovane, Selfaril si sarebbe rimesso in piedi, cessando di tenersi appoggiato al muro e avviandosi verso un'uscita vicina, tenendo lo spadone saldo in mano ma fermandosi dopo pochi passi per voltarsi verso la sua interlocutrice e farle cenno con l'indice di seguirlo. Sorrideva, spensierato e assolutamente privo di qualsivoglia dubbio riguardo la ragazza. Non conosceva neppure il suo nome e si era presentata con un fare di certo non leggero, ma il paladino non avrebbe mai rifiutato un'udienza, e non era affatto bravo a riconoscere le mele marce. L'unica cosa che vedeva era una spasimante fuggiasca che voleva chiedergli o dirgli qualcosa. Perché rifiutarla?
    Seguitemi madama, giammai oserei disturbare lo sermone domenicale. Concordate?
    Purtroppo, se da un lato Selfaril era una persona certamente aperta ai cambiamenti, dall'altro non era ancora riuscito a perdere le sue abitudini nel parlato. Se l'estranea fosse riuscita a decifrare il modo strambo di parlare dell'uomo, non appena sarebbero entrambi usciti, il crociato avrebbe chiuso le enormi porte che separavano la messa da loro. Accennando poi un inchino, avrebbe finalmente affrontato le formalità per propriamente presentarsi.
    Selfaril, al vostro servizio. Anche se suppongo che già mi conosciate. Qual buon vento mi concede il piacere di fare la vostra conoscenza, lady... ?
    Aspettava chiaramente una risposta, intuibile sia dalla frase, sia dagli occhi rivolti verso la sua affascinante interlocutrice. Sfortunatamente, il problema della fama era quello, per Selfaril: non conoscere le figure magnifiche che si presentavano dinanzi ad egli mentre lui veniva riconsociuto.
     
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2 replies since 18/5/2018, 04:53   58 views
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